RACCONTO DI NATALE
La storia di Cristal,
ovvero
la magìa del Natale
di Maria Laura Poggio
Insegnante
Anche quell’anno Natale si stava avvicinando e le strade e i carruggi di Genova erano tutti un brulichio e un luccichio.
Addobbi e decorazioni ammiccavano da tutte le vetrine dei negozi e brillavano dalle porte e dalle finestre delle abitazioni.
Ovviamente anche quell’anno l’albero sarebbe stato il maggior protagonista del Natale
e le sue luci e i suoi colori avrebbero guidato ed accompagnato tutti verso l’atteso arrivo
di Gesù.
A ben pensarci, però, le vere protagoniste sono le decorazioni, le luci, le palline, i fiocchi, e
le file dorate ed argentate.
Senza di loro gli alberi di Natale perderebbero tutta la magia e il loro stesso significato.
Chi meglio di un’anziana pallina può spiegarci tutto questo?
Ecco la storia di Cristal, l’anziana pallina.
Qualche anno fa in una casa di Genova c’era un gran trambusto: stavano facendo l’albero
di Natale...
“Hei! Guardate: arrivano delle nuove decorazioni!” esclamò una pallina coperta di raso verde che era già sull’albero.
“Sì, c’è una campanella dorata… graziosa, ma mai quanto me!” disse una lucida pallina di
plastica rossa.
“Che bella, vorrei essere elegante e singolare come lei!” continuò la pallina di raso verde.
Nel frattempo sull’albero vennero sistemate dieci nuove campanelle di plastica dorata
tutta uguali.
Sul pavimento accanto all’albero erano stati posati sacchetti e scatoloni pieni di decorazioni
lucide brillanti e scintillanti ma... doppie, triple... quadruple...
“Forse ho un po’ esagerato – riprese delusa la pallina di raso verde- le decorazioni a campanella sono ben dieci!!! E sono tutte identiche!! Altro che singolare!!!”.
Già... la pallina di raso verde aveva proprio colto nel segno: tutte quelle decorazioni erano
molto luccicanti ma anche tutte uguali, fatte in serie, tutte di plastica, tutte infrangibili...
D’altra parte la stessa pallina di raso verde aveva altre cinque sorelle esattamente uguali a lei…
“Perché ti stupisci tanto pallina verde?” chiese la pallina di plastica rossa.
“Noi siamo decorazioni moderne, frutto della tecnologia, e figlie della plastica. Palline
rosse come me ce ne sono a migliaia in giro per il mondo, e su questo solo albero siamo
in dodici”.
Disegni
di Maria Gaia Masoni.
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Cristal era nei rami
più bassi dell’albero,
perché vecchia e un po’
rovinata...
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“Certo, hai ragione” disse
una fila di lucine elettriche
musicali “noi siamo l’avanguardia l’innovazione... il
futuro degli alberi di Natale. Siamo funzionali, efficienti, economiche e forniamo agli alberi luce colori sfavillio e persino la musica! Inoltre il fatto di essere fatte di plastica ci permette di essere più resistenti e il fatto di essere fabbricate in serie ci permette di
essere facilmente sostituite
in caso di rottura o malfunzionamento”.
“Sì, va bene ma... io vorrei
essere diversa” piagnucolò
la pallina di raso verde “vorrei non essere una delle tante...”.
“Ti capisco piccolina” disse
una voce stanca e tremolante.
“Chi ha parlato?” chiesero
le palline che erano sull’albero.
“Sono io. Sono qua in fondo all’albero. Mi chiamo
Cristal, e sono una vecchia
pallina di vetro.”
Cristal era stata sistemata nei rami più bassi dell’albero perché era molto vecchia e ormai un
po’ rovinata, quindi era stata messa in una posizione nella quale potesse essere vista poco.
Cristal riprese a parlare: “Un tempo le decorazioni per l’albero erano una rarità: erano
troppo costose e troppo delicate. La maggior parte delle famiglie non aveva soldi per comprarle e…”.
“Come è possibile? Come facevano a decorare l’albero a Natale?” chiese la pallina di raso
verde.
Cristal si schiarì la voce e prese fiato per iniziare a raccontare la sua storia e tutte le palline sull’albero si zittirono per ascoltarla, mentre quelle che erano ancora nei sacchetti e negli scatoloni cercarono, rotolando l’una sull’altra, di avvicinarsi all’apertura dei contenitori per poter
sentire meglio.
“Una volta, tanti anni fa, non solo usavano pochissime decorazioni, ma ben poche famiglie
genovesi potevano permettersi l’abete e ovviamente gli abeti finti, come quello sul quale siamo appese noi ora, non esistevano”.
“Cosa!?!? Niente abete vuol dire niente Natale!!” esclamò la pallina di plastica rossa e tutte le
altre decorazioni trasalirono contemporaneamente.
“Niente paura piccoline: il Natale si festeggiava eccome!! Al posto dell’abete si usava un
grande ramo di alloro che si poteva trovare con facilità senza tagliare alcun albero. E adesso
arriva il bello… Indovinate un po’ con che cosa veniva decorata la ‘ramma d’öfêuggio’?”
“Boooh!” dissero in coro le decorazioni “Racconta, racconta…”
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“Ebbene sull’albero venivano sistemati con cura fichi secchi, mele, pere, noci, mandarini e
arance decorate con i chiodi di garofano; chi poteva comprarli ci metteva anche torroncini,
canditi e nastri colorati di bianco e rosso, che sono i colori della nostra Genova”.
“ Wooow!! ” escalamarono tutte le palline in coro.
“Allora si trattava di un albero bello e buono?” chiese la pallina rossa.
“Certo!” rispose Cristal “Era un albero bellissimo e golosissimo che veniva poi ‘mangiato’ a Natale”.
“Che bella tradizione! Ma tu che cosa c’entri in tutto questo?” chiese la pallina verde.
“Hai ragione” rispose Cristal “Io vengo dopo. Infatti lentamente alla tradizione dell’albero goloso si sostituì quella dell’abete. La plastica non esisteva e le palline erano fatte di leggerissimo vetro colorato e decorato a mano. Io sono nata proprio così. Ogni pallina era diversa dalle altre e ognuna di noi aveva un posto speciale sull’albero perché eravamo poche
e trattate con ogni riguardo ed attenzione perché non cadessimo a terra rompendoci. Pensate che eravamo così poche, ma considerate così preziose, che la mia padroncina aveva dato un nome a ciascuna di noi. Io ero la sua preferita e mi aveva chiamata Cristal, perché
diceva che ero lucente come il cristallo. Non c’erano file elettriche luminose e musicali,
ma solo qualche candelina; non file dorate, ma solo qualche nastro. C’erano meno colori,
luci e musica su quegli alberi di Natale, ma ce n’erano molti di più nel cuore delle persone, che avevano poche cose ma più sentimenti. E sì…” sospirò Cristal “forse il Natale era
più vero e magico allora di adesso”.
“Come hai fatto a sopravvivere fino ad oggi?” chiese una fila elettrica.
“Sono stata sempre riposta con cura in una scatolina con del cotone, quando Natale passava. Le mie sorelle sono andate tutte rotte, ma io, che ero la preferita, sono stata passata di generazione in generazione fino ad oggi”.
Poi dopo un attimo di silenzio pieno di tristezza, Cristal ricominciò: “A volte penso che
sarebbe stato meglio se mi fossi rotta anche io. Ora sono relegata in fondo all’albero, e
vengo nascosta perché considerata brutta. Sono però contenta di avervi raccontato quello
che sapevo, così lo racconterete ad altre palline. Per tutti questi anni sono rimasta in silenzio, ma ascoltare i discorsi della pallina di raso verde, mi ha convinta a parlarvi. La vostra
amica pallina verde vorrebbe sentirsi speciale proprio come ero considerata io tanto tempo fa... Ora però è tutto finito e io sono troppo stanca e vecchia. Ho già visto tantissimi Natali e ormai sono inutile…”
Sull’albero e nelle scatole tutte le decorazioni erano silenziosamente pensierose.
Presto calò la sera.
L’albero era finito.
Era la sera della Vigilia.
Cristal si era addormentata, ma le altre decorazioni erano
ancora quasi tutte sveglie.
In particolare la pallina di raso verde era agitata e dondolava nervosa sul ramo.
Improvvisamente esclamò: “Ho trovato!! Sveglia, sveglia!!
Ascoltatemi tutti!”
“Che cosa succede?!” sussultarono le lucine musicali.
“Mi è venuta una grande idea!” spiegò la pallina verde “dobbiamo aiutare Cristal a sentirsi bella e utile come una volta.
Glielo dobbiamo…”
“Mia sorella ha ragione” disse un’altra pallina di raso verde
“Cristal ci ha aiutato a capire tante cose con i racconti che
ha condiviso con noi.”
Poi riprese a parlare la pallina di raso verde: “Ascoltate che
I rami d’alloro erano
decorati da fichi secchi,
pere, noci...
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Cristal, l’anziana
pallina lucente come
il cristallo...
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cosa ho pensato: tra qualche ora passerà Babbo Natale e ho sentito dire che sta collezionando foto degli alberi più belli che incontra durante il suo giro, per poi raccoglierle in un grande album dei ricordi.
Dobbiamo lavorare in squadra quest’anno per rendere il nostro albero più bello che mai, e
dobbiamo aiutare Cristal a risalire i rami e a prendere un posto degno di lei.
Cristal sarà di nuovo felice e noi tutti avremo un tocco di magia in più grazie alla sua forza e
alla sua saggezza. Mi aiuterete?” chiese la pallina verde.
“Certo, è un’ottima idea!” rispose la pallina rossa.
“Finalmente faremo qualcosa di buono e la smetteremo di vantarci della nostra bellezza ed
efficienza” sottolinearono le lucine della fila elettrica musicale.
E così fecero.
Mentre Cristal dormiva, tutte le decorazioni dell’albero collaborarono faticosamente, ma con
grande successo.
Riuscirono infatti a far salire l’anziana pallina fino alla parte alta dell’abete e la sistemarono
in una bella posizione centrale.
Anche le nuove arrivate, le decorazioni a campanella, furono felici di farle spazio.
Le file elettriche puntarono le loro lucine verso di lei e le file dorate le circondarono graziosamente come per incorniciarla.
Cristal non si accorse di niente e continuò a dormire sognando di dondolare piacevolmente
su un’altalena.
Quando ecco che il silenzio della notte di Natale fu rotto da alcuni strani rumori e da un
canticchiare sommesso.
“Jingle bells, jingle bells, jingle all the way...” si sentiva borbottare allegramente.
Era Babbo Natale che stava sistemando i regali accanto all’albero.
Cristal si svegliò e dopo un attimo di smarrimento capì che cosa avevano fatto le sue compagne decorazioni.
Il cuore le batteva molto forte e si sentiva di nuovo bella come un tempo.
“Io non so proprio come ringraziarvi...” disse commossa fino alle lacrime.
“Siamo noi che dobbiamo ringraziare te” intervenne la pallina verde “Ci hai insegnato molto e ora ci sentiamo migliori… ci sentiamo un po’ come una grande famiglia!”
“Questa è finalmente la magia del Natale!!” esclamò Cristal
“E tu, cara pallina verde, grazie a quello che hai fatto sei
davvero diventata speciale come desideravi tanto, e mi hai
anche fatto capire una cosa importante che in tutti questi anni avevo dimenticato... Nessuno è speciale per il suo aspetto
esteriore, ma per quello che c’è nel nostro amino.”
Le decorazioni sentirono scendere nei loro cuoricini una
grande gioia e una grande serenità e iniziarono a brillare e
luccicare come non mai.
“Forza! Diamo del nostro meglio! Facciamoci notare da Babbo Natale!” gridò la pallina verde, che tutti ora chiamavano
Verdina.
Babbo Natale intanto aveva finito il suo lavoro e si riposò un attimo, prima di ripartire, soffermandosi a guardare l’albero.
Rimase così colpito dalla sua bellezza e dalla sua magica
lucentezza che gli occhi gli si illuminarono e sul suo viso
si allargò un bel sorriso.
Estrasse da una tasca della giacca rossa una macchina
fotografica e disse tra sé, scattando una foto: “Questo è il
più bell’albero di Natale che io abbia visto quest’anno!
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Ha proprio una luce diversa da tutti gli altri!! Metterò questa foto nel mio album!!”.
“Evviva!! Hurra!!” gridarono le decorazioni insieme e prendendosi tutte per mano iniziarono ad intonare gioiosi canti natalizi.
La fila elettrica musicale, nell’entusiasmo del momento, decise di spegnere la sua petulante
musichetta e si unì festosa al coro.
Quello fu un Natale che nessuna di loro potè dimenticare e la loro avventura divenne oggetto di storie e fiabe da raccontare la notte di Natale alle nuove decorazioni che entrarono in
quella casa di Genova.
... e Cristal fu sistemata
in bella posizione
centrale...
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