Anno Scolastico 2012-2013 Classe 3^B VISITA AL SALONE DEL LIBRO INTERVISTA A SALLY GARDNER Innanzitutto parliamo del libro… Il Pianeta di Standish, di Sally Gardner, è il libro che io e la mia classe abbiamo letto prima di incontrare e intervistare la scrittrice. Diciamo che, leggendo il titolo, abbiamo pensato subito ad un libro di fantascienza: ci sbagliavamo di grosso! Il libro parla di un ragazzo della nostra età che vive in un Paese sotto dittatura, senza ombra di dubbio una situazione verosimile raccontata attraverso gli occhi di un ragazzo. … considerazioni personali Questo libro è, senza esagerazioni, davvero bellissimo. Come ha dichiarato la scrittrice, lancia davvero un chiaro messaggio ai ragazzi: pensate con la vostra testa! Standish è un ragazzo dislessico e per questo discriminato, ma quando si rende conto di non essere stupido, di poter fare qualcosa per la triste ed orribile realtà che lo circonda, si dà da fare e riesce a scoperchiare una colossale bufala della madrepatria. Con un linguaggio semplice e dei capitoli ‘’abbordabilissimi’’ il libro è adatto a lettori dai tredici anni in poi, ai quali consiglio vivamente questa lettura che apre la mente ed il cuore. Intervista a Sally Gardner Lunedì 20 maggio siamo andati al salone del libro di Torino perché era in programma un incontro con la scrittrice inglese Sally Gardner, di cui avevamo in precedenza letto il libro Il pianeta di Standish. Maggot moon è il titolo originale L’intervista era inserita in un ciclo di incontri con scrittori accomunati da una problematica recentemente molto discussa: la dislessia. La dislessia è un “disturbo di apprendimento”, che, a seconda della sua gravità, può rendere più difficoltosa la lettura e la comprensione di ciò che si legge. Nel caso di Sally Gardner è stato un disturbo piuttosto grave, tanto che lei non ha imparato a leggere fino all'età di quattordici anni. L’incontro ha avuto luogo presso il Bookstock Village, all'interno del salone. Con il compito di porre alcune domande a Sally Gardner sedevamo noi, una classe proveniente dalla scuola media “Caduti di Cefalonia” e i ragazzi del Bookblog. Dopo aver preso posto, finalmente è arrivata l'attesissima scrittrice, alla quale, in seguito ad una breve presentazione di Eros Miari, abbiamo posto le nostre domande. Come le è venuta l'idea di scrivere questo libro che ha come protagonista un ragazzo dislessico? È legato al fatto che anche lei è dislessica? Sì, quest'idea mi è venuta perché io stessa sono dislessica. Da sempre mi sono fatta delle domande come “Che cosa sarebbe accaduto se...”, e anche questa storia è fondata su questa domanda che mi sono posta. Per esempio: “Cosa sarebbe successo se l'America non fosse atterrata per prima sulla luna?”. È facendomi domande come questa che mi è venuta l'idea per il libro, e naturalmente il protagonista dislessico rispecchia anche la mia dislessia. Dove ha trovato il coraggio per affrontare il problema della dislessia? Io a scuola ero un fallimento, ma ciò che mi ha salvata è stata la mia immaginazione. E poi io sapevo che avrei fatto delle cose nella mia vita, che sarei andata avanti, e di fatto sono andata avanti, grazie alla forza dei sogni. Anche Standish è mosso da un sogno e sapendo di poter cambiare, di poterlo realizzare, decide di affrontare anche le più ostacolanti difficoltà che accompagnano la sua vita. Cosa rappresentavano per lei i libri quando non sapeva né Purleggere non né scrivere? Pur non sapendo leggere, amavo le parole e i libri. A casa guardavo le figure disegnate nei libri. E tramite queste immagini e la mia fantasia creavo delle storie. E sarei potuta andare avanti giornate intere a raccontarmi delle storie, semplicemente guardando i disegni. Poi ad un certo punto, senza neanche più guardare i disegni, continuavo la storia con l'immaginazione. L'immaginazione per me era davvero importante. Non è stato semplice. Ma ho sempre creduto nella forza dei sogni, e tuttora continuo a crederci. È così che è avvenuto il passaggio. Sognavo e sapevo che sarei diventata qualcuno. E mi sono allenata per diventare così, per migliorare. È stato grazie alla forza del mio sogno e alla mia eccellente immaginazione. Da semplice ragazza dislessica è diventata una famosa scrittrice di successo. Com'è avvenuto questo passaggio? Come mai Standish ha gli occhi di due colori diversi? Gli occhi di Standish all'interno della storia sono molto importanti: hanno il compito di mostrarci la sua prospettiva, il suo punto di vista. Hanno il ruolo di narrare la sua storia attraverso i suoi occhi, uno marrone, l'altro azzurro. Attraverso gli occhi di un dislessico. Perché molti personaggi all'interno del libro non hanno un nome? All'inizio, mi ricordo che stavo dando i nomi a tutto, a tutti, poi mi sono resa conto che la storia ne risentiva, perdeva il suo impatto. Mi sono accorta che i nomi toglievano alla storia un po' del suo potere. Così ho deciso di toglierli. Lei crede alla teoria del complotto? Crede nel primo allunaggio degli Stati Uniti? Non ho un'opinione ben definita a riguardo. Ognuno può pensare quello che vuole, ma la verità la sanno soltanto loro. L'opinione è quindi libera. Ne ho parlato nel libro con lo scopo di far capire ai ragazzi che non bisogna credere a tutto ciò che ci viene detto, è importante saper mantenere uno sguardo critico e informarsi. Perché i capitoli all'interno del libro sono molto brevi? Ho deciso di scrivere capitoli molto brevi pensando ai ragazzi che come me avevano e hanno difficoltà a leggere. Molte volte i genitori gli impongono di leggere due o tre capitoli, capitoli che in alcuni libri sono molto lunghi, e di conseguenza faticosi da leggere. Così ho pensato di scrivere capitoli molto brevi per agevolare questi ragazzi, che in questo modo avrebbero potuto dire ai genitori di aver letto addirittura quattro o cinque capitoli. Cosa pensava quando gli altri le dicevano o pensavano che fosse stupida? Quando mi dicevano che ero stupida io non ci credevo, perché sapevo di essere come loro, di non essere affatto stupida. Sapevo che nonostante la mia dislessia sarei arrivata da qualche parte, che sarei stata in grado di fare le cose di cui erano capaci gli altri. Che consigli darebbe ai ragazzi che sognano di diventare scrittori? Secondo me la cosa più importante da fare è leggere, leggere e prendere appunti. Ma ancora più importante è guardarsi intorno. Osservare. Durante l'intervista la scrittrice ci ha anche fatto vedere un video con lo scopo di illustrare come i dislessici vedono le lettere scritte, come vedono le parole muoversi sotto ai loro occhi. http://www.youtube.com/watch?v=1O7pJaWrphM&list=PLAFVbHHZE6 00QK1wVjMUQ20yJHJEOw6Hg&feature=player_embedded Ed eccoci qui intorno a Sally! • Infine, dopo aver ricevuto ognuno il proprio autografo, abbiamo visitato il Salone del libro. Che bella giornata!!!!