Pubblicazione trimestrale - Marzo 2010 - Spedizione in A.P. 45% - Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano IAMANTE D Anno 16 n° APPLICAZIONI & TECNOLOGIA 60 I marmi della Montagnola Senese Aspetti geologico-petrografici e impiego nell’edilizia monumentale DI SONIA MUGNAINI, MARCO GIAMELLO, GIUSEPPE SABATINI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA, DIPARTIMENTO DI SCIENZE AMBIENTALI “G. SARFATTI” INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELLA MONTAGNOLA SENESE La Montagnola Senese consiste in una serie di modesti rilievi (al massimo superano di poco i 600 metri s.l.m.) allineati in direzione all’incirca Nord-Sud lungo una fascia che si estende a pochi chilometri ad Ovest della città di Siena. Dal punto di vista geologico-strutturale, la Montagnola Senese si colloca nell’Appennino settentrionale interno, ed occupa la parte centrale della Dorsale Medio-Toscana, un importante allineamento di rilievi ad estensione regionale avente forma di un arco concavo verso il Mar Tirreno, a cui appar- tengono anche, più a nord, i Monti Pisani e le Alpi Apuane (Fig.1). L’Appennino settentrionale è una “catena a falde”, il cui attuale assetto strutturale è il risultato di articolate vicende che, secondo gli studi più recenti, si sono esplicate in due episodi deformativi principali a partire dall’Oligocene superiore (circa 25 milioni di anni fa; per approfondimenti si veda Decandia et al., 1998 e bibliografia ivi citata). Il primo episodio è associato alla collisione continentale tra Africa e Europa, in particolare tra il massiccio sardo-corso, che costituiva il paleomargine europeo, e la microplacca Adria, che identificava il paleomargine africano, instaurando un The Montagnola Senese marbles Geological-petrographic features and use in stone cultural heritage SONIA MUGNAINI, MARCO GIAMELLO, GIUSEPPE SABATINI UNIVERSITY OF SIENA, DEPARTMENT OF ENVIRONMENTAL SCIENCES “G. SARFATTI” BY Fig.1 Ubicazione dell’area della Montagnola Senese nel contesto morfologico-strutturale dell’Appennino settentrionale (da Liotta, 2002 con modifiche) Location of the Montagnola Senese area in the morphological-structural context of the northern Apennines (modified after Liotta, 2002) GEOLOGICAL OUTLINES OF THE MONTAGNOLA SENESE AREA The Montagnola Senese is composed by a series of low hills (not exceeding 600 meters above sea level) aligned in a north-south direction along a strip extending for a few kilometres west of the city of Siena. From a structural-geological point of view, the Montagnola Senese belongs to the inner northern Apennines, and it occupies the central part of the Middle Tuscan Ridge-line, an important alignment of mountains with a concave arch shape towards the Tyrrhenian Sea, which includes, further north, also the Monti Pisani and the Apuan Alps (Fig.1). The northern Apennines are a “fold-and-thrust belt”, whose present structural arrangement, according to the most recent studies, resulted from two main regional deformational phases starting from Upper Oligocene (about 25 million years ago; for information about this topic see Decandia et al., 1998 and references therein). The first one corresponds to a compressive event related to the convergence and subsequent continental collision between Africa and Europe, in particular between the Corsica-Sardinia Massif (European palaeomargin) and the Adria microplate (African palaeomargin). This compressive tectonic regime continued up to the Middle Miocene (about 15 million years ago), and produced the overlapping of the tectonic units (“nappes”) which today constitute the northern Apennines, composed by rocks attributable to regime tettonico di tipo compressivo dall’Oligocene superiore fino al Miocene medio (circa 15 milioni di anni fa). Durante questo processo collisionale si è verificato l’impilamento delle unità tettoniche (“falde”) che oggi costituiscono l’ossatura della catena appenninica, ovvero la sovrapposizione di rocce originariamente formatisi in contesti paleogeografici diversi. Il secondo episodio è correlato invece ad un’importante fase distensiva che ha coinvolto l’intero Appennino settentrionale interno a partire dal Miocene medio, ed ha provocato, tra l’altro, la riesumazione delle rocce sepolte durante la prima fase deformativa rendendole oggi visibili in affioramento. Gli studi geologici recentemente eseguiti nell’area della Montagnola Senese hanno permesso di individuare sul campo evidenze di tale complessa deformazione polifasica, dalla scala metrica fino a quella ettometrica (per approfondimenti sull’assetto strutturale della Montagnola Senese si vedano Liotta, 2002, Meccheri et al., 2008). Le rocce affioranti nella Montagnola Senese (Fig.2) appartengono a tre differenti Unità (Giannini e Lazzarotto, 1970; Liotta, 2002). 1. Unità di Monticiano-Roccastrada (o Complesso Metamorfico): le rocce che compongono tale Unità sono derivate da originari sedimenti marini silicoclastici e carbonatici di età compresa tra il Triassico medio (circa 240 milioni di anni fa) e la base del Cretaceo superiore (circa 95 milioni di anni fa). Tali sedimenti hanno successivamente subito un metamorfismo di basso grado (“facies scisti verdi”) nel corso del seppellimento connesso con la fase collisionale della nascita della catena appenninica, raggiungendo temperature dell’ordine dei 350-400°C e pressioni dell’ordine dei 9-10 kbar (Giorgetti et al., 1998). In senso stratigrafico, dalla più antica alla più recente, si riconoscono le seguenti formazioni: a) Gruppo del Verrucano: si compone di due formazioni (Formazione delle Anageniti minute e Formazione di Tocchi), caratterizzate da rocce quali metasiltiti, quarziti, metareniti e metaconglomerati riferibili al Triassico medio-superiore (circa 240-200 milioni di anni fa); per complicazioni tettoniche, tali rocce si possono trovare anche in piccoli lembi sovrapposti a rocce più recenti; b) Formazione dei “Grezzoni”: è prevalentemente rappresentata da dolomie grigie più o meno scure (Triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa); c) Marmi massivi, o Formazione dei marmi della Montagnola Senese (base del Giurassico inferiore, circa 200-195 milioni di anni fa): è la formazione da cui derivano i marmi oggetto della presente trattazione, che saranno specificatamente descritti di seguito; d) Gruppo delle formazioni metamorfiche sopra i marmi: rientrano sotto questa denominazione (introdotta da Giannini e Lazzarotto, 1970) marmi con liste e noduli di quarziti, calcescisti e filladi più recenti dei marmi massivi e sovrapposti a questi, ai quali gli Autori recenti assegnano differenti età e posizione stratigrafica. Tutti gli Autori a partire dagli anni Settanta del secolo scorso hanno evidenziato l’esistenza di una ampia lacuna di sedimentazione nell’Unità di MonticianoRoccastrada, da cui si evince che la Montagnola Senese deve aver rappresentato, durante la maggior parte del Giurassico e del Cretaceo (in un intervallo temporale grossomodo compreso tra 180 e 100 milioni di anni fa), una terra emersa o in parte soggetta a cicli successivi di emersione e immersione. Si fa cenno a tale episodio poiché esso può aver giocato un ruolo importante nello sviluppo di buona parte dei caratteri cromatici dei marmi in questione. 2. Unità della Falda Toscana: tettonicamente sovrapposta alla precedente Unità, è prevalentemente rap- Fig.2 Carta geologica schematica della Montagnola Senese (da Liotta, 2002 con modifiche), con indicazione delle principali località di riferimento dei siti storici di estrazione dei marmi / Sketch geological map of the Montagnola Senese (modified after Liotta, 2002). The main historical quarrying sites of marbles are indicated presentata, nella Montagnola Senese, dal Calcare Cavernoso, un calcare dolomitico vacuolare che rappresenta il prodotto di una complessa trasformazione della Formazione Anidritica di Burano (originariamente costituita da evaporiti e dolomie), datata Triassico superiore (circa 210-200 milioni di anni fa; Gandin et al., 2000). 3. Sedimenti neogenici: ricoprono il Complesso Metamorfico e il Calcare Cavernoso, e sono costituiti da sedimenti continentali ad elementi di Calcare Cavernoso prodottisi per rielaborazione in ambiente fluvio-lacustre nel Miocene superiore - Pliocene inferiore (circa 10-4 milioni di anni fa), sabbie e conglomerati marini del Pliocene e sedimenti continentali più recenti. ASPETTI LITOLOGICO-PETROGRAFICI E DENOMINAZIONI COMMERCIALI I marmi della Montagnola Senese consistono in rocce carbonatiche, originariamente calcari marini formatisi in ambiente di piattaforma carbonatica (situazione paleoambientale affine a quella attualmente esistente nell’arcipelago delle Bahamas) nel Giurassico inferiore (circa 200-195 milioni di anni fa), trasformatisi in marmi per il metamorfismo di basso grado subìto durante la nascita della catena appenninica. La loro storia geologica non è disgiunta da quella dei ben noti marmi giurassici delle Alpi Apuane, che sono infatti correlabili dal punto di vista della genesi, della posizione stratigrafica e dell’età con i marmi in oggetto. Il picco termico metamorfico ha provocato una different palaeogeographic domains. The second deformational episode is related to an important distensive phase which interested the whole inner northern Apennines starting from Middle Miocene. Such stretching caused, among other effects, the exhumation of previously buried rocks. Geological studies recently carried out on the Montagnola Senese area allowed to recognize evidences on the field of such complex poly-phase deformation, from the metric to the hectometric scale (for a deeper information on the structural arrangement of the Montagnola Senese see Liotta, 2002, Meccheri et al., 2008). The rocks cropping out in the Montagnola Senese area (Fig.2) belong to three different tectonic Units (Giannini and Lazzarotto, 1970; Liotta, 2002). 1. Monticiano-Roccastrada Unit (or Metamorphic Complex): this Unit is made up of Middle Triassic (about 240 million years ago) to Upper Cretaceous (about 95 million years ago) sea silicoclastic and carbonate rocks affected by a low grade metamorphism (“green schists facies”) related to the compressive event which produced the birth of the Apennines chain, with temperature of about 350-400°C and pressure of about 9-10 kbar (Giorgetti et al., 1998). It is constituted by the following formations (from the older to the more recent): a) Verrucano Group: it is constituted by two formations (Formazione delle Anageniti minute and Formazione di Tocchi), represented by rocks as metasiltites, quartzites, metarenites and metaconglomerates, dated to Middle-Upper Triassic (about 240-200 million years ago); such rocks can also be found overlying more recent rocks due to local tectonic complications; b) “Grezzoni” Formation: it is mainly represented by more or less dark grey dolostones (Upper Triassic, about 200 million years ago); c) Massive marbles, or Montagnola Senese Marble Formation (base of Lower Jurassic, about 200-195 million years ago): this is the formation hosting the marbles object of this paper, which are specifically described below; d) Group of metamorphic formations overlying marbles: this name, introduced by Giannini and Lazzarotto (1970), includes marbles with bands and nodules of quartzites, calcschists and phillites; such rocks are more recent and placed upon Massive marbles and they have been interpreted in different ways from different Authors regarding their stratigraphic position and age. All recent Authors starting from the Seventies have highlighted the presence of a stratigraphic unconformity inside the Metamorphic Complex. The characteristics of the unconformity suggest that the Montagnola Senese must have been an emerged land, or partially subjected to cycles of emersion and submersion, during most of the Jurassic and the Cretaceous (180-100 million years ago). We quote such episode because it could have played an important role in the development of great part of the chromatic features of the marbles in issue. 2. Tuscan Nappe: this Unit is tectonically overlapped to the precedent one. In the Montagnola Senese, it is mainly represented by the Calcare Cavernoso (Cavernous Limestone), a vacuolar dolomitic limestone derived from a complex transformation of the Burano Anhydrite Formation (originally evaporites and dolostones), dated to Upper Triassic (about 210-200 million years ago; Gandin et al., 2000). 3. Neogene sediments: such Unit rests above the Metamorphic Complex and the Calcare Cavernoso; it is mostly composed of Upper Miocene - Lower Pliocene (10-4 million years ago) continental sediments made of rock fragments deriving from the underlying Calcare Cavernoso, Pliocene marine sands and conglomerates and more recent continental sediments. Fig.3 Le principali varietà merceologiche dei marmi della Montagnola Senese (da Micheluccini et al., 1981 con integrazioni). L’ordinamento in figura riflette la posizione stratigrafica di massima dei diversi litotipi (marmi bardigli e grigi nel basso stratigrafico, marmi gialli al tetto della serie). Tale successione può, in affioramento, presentarsi in diversa disposizione geometrica per motivi tettonici locali. Inoltre la successione non è mai completa, e differisce talora anche notevolmente da luogo a luogo. The main commercial varieties of Montagnola Senese marbles (from Micheluccini et al., 1981 with integrations). The order in the list reflects roughly the stratigraphic succession (bardiglio and grey marbles at the bottom, yellow marbles at the top). In the outcrop, this succession can show a different geometric arrangement due to local tectonic reasons. Besides, the succession is never complete, and it is different from place to place. DIAMANTE Applicazioni & Tecnologia 9 Fig.4 Alcune immagini indicative dell’aspetto dei marmi della Montagnola Senese in affioramento A) una delle cave di marmo inattive presenti presso Gallena. Il fronte di cava è prevalentemente occupato dalla varietà giallo venato, al tetto della quale si osserva la formazione stratificata dei marmi con liste e noduli di selce, sovrastante la formazione marmifera. L’arrossamento del fronte di cava è prevalentemente legato al carsismo recente B) marmo giallo ocra in un’altra cava nella località Gallena C) marmo giallo venato presso la cava di Cancello del Prete (Palazzo al Piano) D) marmo bianco venato della cava di Val di Pescina E) marmo grigio venato/arabescato della cava di Pagaccino F) marmo bardiglio in una delle cave presenti nella zona di Varco a Pelli Some images representing Montagnola Senese marbles in the outcrop A) one of the inactive quarries at Gallena. The front of excavation is mainly occupied by the veined yellow variety, at the top of which the formation of layered marbles with cherts occurs. The reddening of the front is mainly due to recent karst phenomena B) ochre yellow marble in another quarry at Gallena C) veined yellow marble at Cancello del Prete quarry (Palazzo al Piano) D) veined white marble in Val di Pescina quarry E) veined-arabesque grey marble in Pagaccino quarry F) bardiglio marble in one of the quarries at Varco a Pelli generale ricristallizzazione degli originari calcari, con aumento delle dimensioni dei cristalli di calcite da cui sono composti e formazione di nuovi minerali. Esso è stato tuttavia di grado insufficiente a cancellare completamente gran parte dei caratteri primari degli originari calcari, nonché le tracce della intensa deformazione subìta da queste rocce antecedentemente e contemporaneamente al picco termico stesso. Tali caratteri sono ad oggi osservabili in questi marmi dalla scala macroscopica a quella microscopica, sotto forma di variazioni cromatiche e venature di vario tipo e di vario significato. Anche eventi geologici più recenti, quali il carsismo che ha interessato le rocce in oggetto a partire dalle fratture createsi nella fase di tettonica fragile distensiva, hanno contribuito alla creazione delle eterogeneità cromatiche che caratterizzano questi marmi (Mugnaini, 2004). Dal punto di vista merceologico ne deriva una ampia gamma di varietà, che talora si susseguono in maniera anche rapida nell’ambito di un medesimo affioramento o fronte di cava: si passa da marmi di colore prevalentemente grigio scuro (bardigli) alla base della Formazione Marmifera, a marmi di colore grigio e bianco nelle parti intermedie, fino a marmi prevalentemente gialli nelle porzioni sommitali della formazione (l’assai pregiato marmo “Giallo di Siena”, o “Giallo Siena”), tutti irregolarmente attraversati da venature e motivi di vario colore e forma (Fig.3). A titolo di esempio, la Fig.4 riporta alcune immagini indicative dell’aspetto di alcune varietà in affioramento. Al microscopio, i marmi in questione sono caratterizzati da un mosaico di fondo costituito da cristalli di calcite, su cui si pongono in evidenza vene e aggregati policristallini (costituiti da mosaici di calcite a granulometria maggiore rispetto al mosaico di fondo), nonché relitti di fossili e livelli costituiti da minerali non carbonatici (Fig.5). La microstruttura è fortemente dipendente dai caratteri originari della roccia precedentemente al metamorfismo, diversi nelle varie località e ai vari livelli della successione stratigrafica, e soprattutto dipende dall’ubicazione rispetto agli elementi tettonici locali; risulta pertanto assai difficile riassumere in breve i variegati aspetti petrografici per l’intero areale della Montagnola Senese. Tuttavia si rileva, in genere, che il mosaico di fondo dei marmi con i maggiori contenuti in impurezze non carbonatiche (e.g. marmi giallo ocra e bardiglio, aventi quantitativi di frazione non carbonatica intorno a 1-3% in peso, e broccatello e altre varietà brecciate, il cui contenuto in impurezze silicatiche sale notevolmente), sono caratterizzati da granulometria fine, da contatti intercristallini lobati e da un allungamento preferenziale dei cristalli. I marmi più puri (marmi bianchi e grigi chiari, con contenuti in impurezze non carbonatiche inferiori a 0.1 % in peso) sono invece caratterizzati da granulometria più grossolana, contatti intercristallini più netti e assenza di orientazioni preferenziali (Fig.6). È da accennare che microstrutture differenti comportano una diversa durevolezza e un diverso comportamento al degrado nelle opere d’arte (Mugnaini et al., 2004). Le vene che attraversano il mosaico di fondo, createsi prevalentemente nelle fasi precoci della deformazione, sono costituite per lo più da mosaici di cristalli di calcite a granulometria grossolana, con indizi di ricristallizzazione dinamica (e.g. bordi interlobati, geminazioni spesse e discontinue) e di una successiva ricristallizzazione statica, concomitante al picco termico metamorfico, che ha portato alla formazione di più piccoli cristalli poligonali lungo i contatti tra i grandi cristalli a bordi lobati (Fig.7). Fig.5 Aspetto generale dei marmi della Montagnola Senese in sezione sottile (circa 35 µm di spessore) al microscopio ottico polarizzatore (immagini ottenute con solo polarizzatore) General appearance of Montagnola Senese marbles in thin section (about 35 µm thick) under polarized light microscope (plane polarized light) Fig.6 Due esempi di microstrutture dei mosaici di fondo. Le immagini sono ottenute al microscopio ottico polarizzatore in sezione ultrasottile (2-6 µm di spessore), con Nicol incrociati A) marmo giallo ocra proveniente da Varco a Pelli B) marmo bianco venato proveniente da una delle cave di Montarrenti. Si apprezza la granulometria spiccatamente più grossolana del marmo bianco rispetto al marmo giallo Two examples of microstructures of fundamental calcite mosaics. Images are obtained under polarized light microscope in ultrathin section (2-6 µm thick), with crossed polarizers A) ochre yellow marble from Varco a Pelli B) veined white marble from Montarrenti. The coarser grain size of white marble as to ochre yellow marble is well visible LITHOLOGICAL-PETROGRAPHIC FEATURES AND COMMERCIAL DENOMINATIONS 1-3 wt%, and broccatello and breccia varieties, whose content in silicate impurities can be also very high) are characterized by a fine grain size, lobate grain boundaries and a preferential orientation of crystals. Instead, pure marbles (white and light grey varieties, whose content in not-carbonate minerals is lower that 0.1 wt%) are characterized by a coarser grain size, The Montagnola Senese marbles are carbonate rocks, originally sea limestones formed in carbonate platform environment (similar to that existing today at Bahamas archipelago) in the Lower Jurassic (about 200-195 million years ago). These limestones turned into marbles after the low grade metamorphism experienced during the genesis of the Apennines chain. Their geological history is related to the history of the well known Jurassic marbles of Apuan Alps: all these marbles, in fact, are correlated for their genesis, stratigraphic position and age. The metamorphic thermal peak caused a widespread recrystallization of the original limestones, with a growth of the dimensions of calcite crystals and the formation of new minerals. Nevertheless, the metamorphism was not able to erase completely most of the features of the original limestones, and the traces of the strong deformation underwent before and during the thermal peak itself. These features are visible till today from the macroscopic to the microscopic scale, in the form of chromatic variations and veinings of different types and petrological significance. Fig.7 A) vena di calcite (in alto) che attraversa il mosaico di fondo del marmo giallo ocra di Gallena Also more recent geological events, like the (in basso; immagine ottenuta al microscopio polarizzatore in sezione sottile, solo polarizzatore) B) stessa inquadratura dell’immagine precedente ripresa al microscopio da catodoluminescenza, karst phenomena which interested these tecnica analitica che consente di evidenziare meglio le caratteristiche microstrutturali di rocce carbonatirocks starting from fractures derived from the che quali i marmi C) dettaglio dell’interno di una vena (marmo giallo ocra di Gallena). Si evidenziano grandi cristalli di calcite con geminati spessi e ricurvi, e più piccoli cristalli in accrescimento lungo i bordi second phase stretching brittle deformation, degli individui di grandi dimensioni (sezione sottile, Nicol incrociati) D) Un altro dettaglio di una vena di calcite (marmo giallo ocra di Varco a Pelli), in una immagine ottenuta al microscopio polarizzatore in contributed to create the peculiar chromatic sezione ultrasottile (Nicol incrociati) heterogeneity of these marbles (Mugnaini, A) a calcite vein (top) crossing the fundamental mosaic (bottom) in ochre yellow marble from Gallena. The image is obtained under polarized light microscope (plane polarized light) 2004). From the commercial point of view, B) the same frame as picture A obtained with a cathodeluminescence microscope, an analytical Montagnola Senese marbles consist of many technique which allows to highlight very well microstructures of carbonate rocks like marbles C) a detail of the interior of a calcite vein (ochre yellow marble from Gallena). Coarse grained calcite varieties, which are usually strictly associated crystals are characterized by the presence of thick and curved twinnings; small polygonal grains are distributed along grain boundaries (thin section, crossed polarizers) D) another detail of a calcite in the same outcrop or quarry: from dark grey vein (ochre yellow marble from Varco a Pelli; image obtained under polarized light microscope, marbles (“bardiglio”) at the base of the Marble ultrathin section, crossed polarizers) Formation, the colour changes into grey and straight grain boundaries and lack of preferential white in the middle part of the formation, up to orientations (Fig.6). It is to be mentioned that different prevailing yellow varieties in the upper part, the well microstructures imply different durability and decay known and precious Siena Yellow Marble (“Giallo di behaviour in works of art (Mugnaini et al., 2004). Siena”, or “Giallo Siena”). All these chromatic varieties are interested by the irregular presence of veinings and Veins crossing the fundamental mosaics mainly developed in the early phases of deformation. drawings of various colour and shape (Fig.3). They are prevalently constituted by coarse grained As an example, Fig.4 shows some images representacalcite mosaics showing signs of dynamic recrystallizative of the appearance of some varieties in the country. tion (e.g. interlobate grain boundaries, thick and Under the microscope, Montagnola Senese marbles discontinuous twinnings) and a successive static are characterized by a fundamental mosaic composed recrystallization concomitant to the metamorphic of calcite crystals, on which coarser grained veins and thermal peak, which caused the formation of small polycrystalline aggregates, fossil relics and levels conpolygonal crystals along boundaries of coarse grained stituted by not-carbonate minerals stand out (Fig.5). calcite (Fig.7). Also polycrystalline aggregates, mainly Microstructure depends on the original characters of interpretable as structures inherited from the original the rock before metamorphism, which were different rock, show similar characters. according to locality and position in the stratigraphic succession, and above all it depends on the location as In not-carbonate levels (mainly corresponding to schistosity planes) low grade metamorphic silicate regards local structural elements, so that it is difficult to minerals are found, like chlorite and epidote, besides summarize briefly the variegated petrographic features quartz, muscovite, albite, apatite, hematite (in yellow all over the Montagnola Senese area. marbles) and pyrite (in grey and bardigli marbles). Nevertheless, as a general rule, the calcite fundamenFossil relics are inherited from the parent rock, and tal mosaic of marbles with the major contents in they are mainly represented by parts of Crinoidea and not-carbonate impurities (e.g. ochre yellow and other echinoderms (sea-urchins). bardiglio marbles, with a not-carbonate fraction around DIAMANTE Applicazioni & Tecnologia 11 dalla necessità di disporre di materiale ornamentale di pregio per la costruzione della Cattedrale senese (Figg.10, 11), il cui inizio risale alla seconda metà del XIII secolo. Documenti conservati all’Archivio di Stato di Siena e all’Archivio dell’Opera della Metropolitana di Siena (Giorgi e Moscadelli, 2005) riportano le zone di provenienza dei marmi utilizzati Fig.8 Peloidi e aculei di ricci di mare nel marmo bardiglio di Fig.9 La colorazione gialla delle varietà di colore giallo è da riferire a nella prima fase costruttiva Montarrenti (immagine ottenuta al microscopio polarizzatore in ossidrossidi di ferro (soprattutto goethite) presenti come spalmature sezione sottile, solo polarizzatore) e piccoli aggregati all’interfaccia tra i cristalli di calcite. del Duomo. Si tratta di Peloids and sea-urchins aculei in bardiglio marble from Montarrenti Nella foto sono visibili anche due cristalli di ematite (immagine diversi atti notarili, per lo (image obtained under polarized light microscope in thin section, ottenuta al microscopio polarizzatore in sezione sottile, solo plane polarized light) polarizzatore con lente convergente) più risalenti agli anni comThe yellow colour of the yellow varieties is to be referred to iron presi tra il 1225 e il 1327, oxy-hydroxides (mainly goethite) as coatings and small aggregates Anche gli aggregati policristallini, con i quali l’Opera del at the interfaces of calcite crystals. In this photograph also two hematite crystals are visible (image obtained under polarized light per lo più corrispondenti a strutture Duomo si assicurò il diritto microscope in thin section, converging polarized light) ereditate dalla roccia originaria, di sfruttamento di cave. mostrano simili caratteri. In base alle indicazioni toponomastiche presenti è Nei livelli non carbonatici, corrispondenti prevalentepossibile ricavare alcune informazioni sommarie sulmente alle superfici di scistosità, si realizza la conl’ubicazione delle cave stesse, che è da ricondurre centrazione di minerali non carbonatici indicativi di essenzialmente alla porzione meridionale della dorsametamorfismo di basso grado, quali clorite ed epidoto, le nei pressi della valle di Rosia e degli abitati di oltre che quarzo, muscovite, albite, apatite, ematite Tonni-Montarrenti, segnatamente alla zona del torren(nei marmi gialli) e pirite (nei marmi grigi e bardigli). te Pagaccino (il “Pian di Lepre” degli antichi manoRelitti di fossili, ereditati dalla roccia madre, sono scritti): “[...] unam meam terre boscate positam in prevalentemente rappresentati da parti di crinoidi ed contrata Santi Quirici ad Tonni in loco dicto El Piano di altri echinodermi (ricci di mare). Lepri, cui ex uno latere est Heremi de Valle de Rusia Presso Montarrenti si riconoscono anche marmi a et ex alio est Fei Gheradi et de sutus est fossatus, grana finissima con abbondanti peloidi (granuli sferici [...] ad utendum et fruendum ea per dictum tempus di calcite microcristallina, Fig.8). ad fodiendum et extraendum inde lapides marmora Vale la pena infine fare un cenno all’origine della que sunt in ea” (Guido di Grazietto di San Quirico a colorazione dei famosi marmi gialli. Essa è da attriTonni concede in affitto a Frate Chiaro, operaio buire alla diffusa e pervasiva presenza di goethite dell’Opera di Santa Maria, un pezzo di terra boscata (α-FeOOH) sotto forma di minuti cristalli, o di ancor posto in contrada San Quirico a Tonni, nel luogo detto più fini colloidi di ossidi di ferro, ubicati all’interfaccia Pian di Lepre, confinante con i possedimenti dell’eretra i cristalli di calcite (Fig.9). Tali elementi pigmenmo di Val di Rosia, di Feo di Gherardo e con un fossatanti, la cui quantità è sempre di gran lunga inferiore to, per dieci anni e per la pigione annua di venti all’1% in peso, erano già presenti nella roccia antecesoldi, dando la facoltà di estrarre marmi; 15 novemdentemente al metamorfismo e ivi sono rimasti al di bre 1292). fuori del proprio campo di stabilità termodinamica; in In epoca posteriore, l’escavazione ha interessato un parte si sono inoltre introdotti o ridistribuiti nella areale ben più vasto, implicando l’intera fascia occimassa rocciosa attraverso fratture posteriori all’evento metamorfico (tettonica fragile distensiva). Sulle rocce in oggetto si verifica pertanto l’intreccio di articolati fenomeni pre-, sin- e post-metamorfici, che hanno reso il “Giallo di Siena” una assoluta rarità in natura, e pertanto un prodotto assai pregiato e ricercato come materiale lapideo ornamentale da molti secoli. LOCALITÀ STORICHE DI APPROVVIGIONAMENTO E IMPIEGO NELL’EDILIZIA MONUMENTALE Le diverse varietà cromatiche dei marmi della Montagnola Senese sono state estratte fin da tempi antichi per la realizzazione di opere di elevato pregio artistico-architettonico, sia nel territorio senese che in più vasto ambito nazionale ed internazionale. Alcuni Autori ipotizzano che l’area della Montagnola Senese possa essere stata sfruttata per l’estrazione di materiale lapideo di pregio già in età romana imperiale, riferendosi alla Montagnola Senese come l’areale di provenienza di breccia dorata, breccia gialla e breccia gialla fibrosa, pregiate pietre policrome assai diffuse in numerose chiese romane (Bruno e Lazzarini, 1995). Tuttavia è in epoca Medievale che si verifica una più importante estrazione di questi marmi, stimolata Fig.10 Il Duomo di Siena. La dicromia del paramento è ottenuta dall’accostamento di marmi provenienti dalla Montagnola Senese (in prevalenza le varietà di colore grigio-bianco) e della serpentinite, prevalentemente proveniente dal territorio di Murlo (circa venti chilometri a sud di Siena). La maggior parte della statuaria è realizzata con marmi di provenienza apuana The Cathedral of Siena. The peculiar black-white duotone is obtained with the combined use of prevailing white-grey varieties of marbles from Montagnola Senese and dark serpentinite, mainly deriving from Murlo territory (about twenty kilometres south of Siena). Most of the marble sculptures are realized with Apuan marbles cia), precious polychrome stones diffused in many Roman churches (Bruno and Lazzarini, 1995). However, an important exploitation of these marbles began during the Middle Ages, stimulated by the necessity of ornamental materials for the construction of the Sienese Cathedral (Figs.10, 11), whose beginning is dated back to the second half of the 13th century. Historical documents kept at the State Archives of Siena and at the Archives of Opera della Metropolitana of Siena (Giorgi and Moscadelli, 2005) quote the localities of provenance of marbles used in the first building phase of the Cathedral. These documents consist in notarial deeds, whose age is comprised between 1225 and 1327, with which the institution responsible of the construction of the Cathedral (Opera del Duomo) got the right to exploit Montagnola Senese quarries. The ancient place-names reported on these documents suggest that the quarrying activity in that age was concentrated in the southern part of the Montagnola Senese ridge in the Rosia valley near TonniHISTORICAL QUARRYING SITES AND USE IN Montarrenti villages, in particular near Pagaccino STONE CULTURAL HERITAGE stream (quoted in the documents as “Pian di Lepre”): The Montagnola Senese marbles have been quarried “[...] unam meam terre boscate positam in contrata since ancient times and used in valuable buildings not Santi Quirici ad Tonni in loco dicto El Piano di Lepri, only in the Sienese territory, but also in other Italian cui ex uno latere est Heremi de Valle de Rusia et ex and European cities. alio est Fei Gheradi et de sutus est fossatus, [...] ad Some Authors hypothesize that Montagnola Senese utendum et fruendum ea per dictum tempus ad could be exploited for the production of ornamental fodiendum et extraendum inde lapides marmora que stones starting from Imperial Roman age, referring to sunt in ea” (Guido di Grazietto from San Quirico a the Montagnola Senese as the zone of provenance of Tonni leases a piece of land with wood to Frate Chiaro, breccia dorata (golden breccia), breccia gialla (yellow workman of the Cathedral building site. The land is in breccia) e breccia gialla fibrosa (fibrous yellow brecSan Quirico a Tonni, in the place called Pian di Lepre, and confines with the properties of the Rosia Valley monastery, with the properties of Feo di Gherardo and with a ditch. The owner leases it for ten years at the price of twenty soldi per year, giving the possibility to quarry marbles; 1292, November the 15th). In later times, the quarrying activity was extended to a wider area, comprising the whole western side of the Montagnola Senese ridge where the Marble Formation crops out, sometimes after uncovering of the overlying rocks. Archives documents from the beginning of the 15th century quote also sites in the northern part of the ridge: “[...] tertiam partem pro Fig.11 Esempio di impiego delle diverse varietà dei marmi della Montagnola Senese in un settore rappresentativo del paramento del Campanile del Duomo di Siena. L’uso combinato di diverse varietà cromatiche è dovuto prevalentemente a restauri successivi indiviso unius sue An example of use of different varieties of Montagnola Senese marbles in a representative portion of the external wall of the Siena marmiere que dicitur la Cathedral bell tower. The combined use of many chromatic varieties is mainly due to consecutive restoration interventions At Montarrenti, also very fine grained marbles with abundant peloids (spheric grains of microcrystalline calcite) are present (Fig.8). Finally, it is worth mentioning the origin of the colour of the famous yellow marbles. Their colour is to be attributed to the diffuse and pervasive presence of goethite (α-FeOOH) as minute crystals or very fine iron oxides colloids placed at the interfaces between calcite crystals (Fig.9). These pigments, generally representing less than 1 wt% of the total rock, were present before the metamorphic event (and there remained out of their thermodinamic stability field), and partially got in or redistributed in the rock starting from fractures formed during late extensional brittle deformation. Thus these marbles are the consequence of complex pre-, sin- and post-metamorphic processes, which have made the Siena yellow marble a very rare product in nature and so very precious and soughtafter ornamental stone since long time ago. DIAMANTE Applicazioni & Tecnologia 13 dentale della Montagnola Senese in cui affiora la Formazione Marmifera, talora con scoperchiatura delle formazioni soprastanti. Già nei primi anni del XV secolo, infatti, i documenti di archivio sopra citati fanno riferimento a cave ubicate nella porzione settentrionale della dorsale: “[...] tertiam partem pro indiviso unius sue marmiere que dicitur la Marmiera de Gallena, posite in curia de Gallena predicta, cui totem marmiere ex uno via comunis et ex alio dicti venditori set ex alio Nelli Macthei Mei [...]” (Niccolò del fu messer Niccolò Scotti da Siena, per il prezzo di otto fiorini d’oro, vende a Niccolò del fu Francesco del Nero da Siena, setaiolo, camerlengo dell’Opera di Santa Maria, la terza parte pro indiviso di una sua cava, detta la Cava di Gallena, posta nella curia di Gallena, confinante con i possedimenti del venditore, di Nello di Matteo di Meo e con la via comune; 18 aprile 1402). Per i marmi utilizzati nei ripetuti restauri e rifacimenti della Cattedrale senese, documenti ottocenteschi (Tommi, 1890) citano le zone di antica provenienza ed inoltre le località di Gallena, Tegoia, Pegli (= Pelli), Lucerena, Palazzo al Piano e Cerbaia (Fig.2). L’impiego nel Duomo di Siena riguarda sia il rivestimento esterno che gli interni. Di particolare importanza è il pavimento: realizzato con le tecniche del graffito, del commesso marmoreo e dell’intarsio, occupa una superficie di circa 2500 metri quadrati e si compone di 56 figure rappresentanti Scene Bibliche, Sibille e Allegorie circoscritte da cornici decorate (Fig.12). L’effetto policromo è ottenuto dall’accostamento delle molteplici varietà di marmi della Montagnola Senese e di altre pietre ornamentali di prevalente derivazione locale (Giamello et al., 2005). I marmi della Montagnola Senese sono stati utilizzati come materiali prevalenti anche in altre opere d’arte del centro storico di Siena, quali la Cappella di Piazza del Campo (XIV secolo, Fig.13), la Fonte Gaia di Jacopo della Quercia (XV secolo), le Logge del Papa (XV secolo), la Loggia della Mercanzia (XV-XVIII secolo), la facciata della Chiesa di San Raimondo (XVII secolo); in un numero ancor maggiore di casi, in elementi architettonici decorativi di facciate di chiese e palazzi (Giamello et al., 1992). Oltre al massiccio impiego nel centro storico, è attestato anche l’uso nel contesto della Montagnola o di zone limitrofe, come per esempio in alcune delle belle pievi e canoniche del Romanico senese, anche se il loro utilizzo in questi ambiti è subordinato a quello della cosiddetta “pietra da torre” (Moretti e Stopani, 1981; Gandin et al., 2008). Al di fuori del territorio senese, è noto l’impiego dei marmi della Montagnola a Firenze per il cantiere di Santa Maria del Fiore dalla metà del XIV secolo, e ad Orvieto per la costruzione della facciata della Cattedrale a partire dal 1321 (Parenti, 1995). È tuttavia nel corso del XVII e del XVIII secolo e in periodi successivi che si registra la più vasta diffusione dei marmi della Montagnola Senese, e segnatamente delle pregiate varietà di colore giallo, le quali sono state massicciamente richieste in ambito nazionale ed internazionale per l’impiego in interni. È proprio dalla unicità delle sue caratteristiche cromatiche che scaturisce il grande successo del “Giallo di Siena”, usato come pietra ornamentale nelle decorazioni di palazzi nobiliari, corti e cattedrali di tutta Europa (Borghini, 1997). L’attività estrattiva della Montagnola Senese è stata continua nei vari secoli, tant’è che ad oggi risulta estremamente difficile riconoscere tracce di escavazione e lavorazione antiche, essendo la maggior parte delle cave originarie oggetto di estrazione fino a tempi molto recenti e, in parte, anche attuali. BIBLIOGRAFIA / REFERENCES - Borghini G. (a cura di) (1997). Marmi antichi. Ed. De Luca, Roma. - Bruno M., Lazzarini L. (1995). The discovery of the Sienese provenance of “Breccia Dorata”, “Breccia Gialla”, “Breccia Gialla Fibrosa” and the origin of “Breccia Rossa Appenninica”. Actes IV Conference ASMOSIA, Bordeaux, 77-82. - Decandia F.A., Lazzarotto A., Liotta D., Cernobori L., Nicolich R. (1998). The Crop 03 traverse: insights on postcollisional evolution of Northern Apennines. Memorie della Società Geologica Italiana, 52, 427-439. - Gandin A., Giamello M., Guasparri G., Mugnaini S., Sabatini G. (2000). 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Besides the use in the historical centre, these marbles are very diffused as building stones in the Montagnola Senese area and in the surrounding territory, like in some of the beautiful Romanesque parish churches, even if their use is subordinate compared with the so called “tower stone” (Moretti e Stopani, 1981; Gandin et al., 2008). Outside the Sienese territory, Montagnola marbles have been used for example in Santa Maria del Fiore Cathedral of Florence starting from the half of the 14th century, and in the façade of the Cathedral of Orvieto starting from 1321 (Parenti, 1995). Nevertheless, the major diffusion of these marbles in Italy and outside of Italy happened during 17th and 18th century and later, especially regarding the valuable yellow varieties of “Giallo di Siena”, a product in great demand especially for Fig.12 Una scena del Pavimento del Duomo di Siena: Acab ferito a morte (Alessandro Franchi, 1878), interamente realizzata con le diverse varietà cromatiche di marmi della Montagnola Senese A scene of Siena Cathedral floor: Acab mortally wounded (Alessandro Franchi, 1878), entirely realized with different chromatic varieties of Montagnola marbles Marmiera de Gallena, posite in curia de Gallena predicta, cui totem marmiere ex uno via comunis et ex alio dicti venditori set ex alio Nelli Macthei Mei” (Niccolò, son of Niccolò Scotti from Siena, sells the third part of his quarry to Niccolò, son of Francesco del Nero from Siena, silk worker and chamberlain of the Opera del Duomo. The quarry is in Gallena, adjoining the properties of the vendor, the properties of Nello di Matteo di Meo and the common road, and it is sold for the price of eight golden florins; 1402, April 18). Documents from 19th century (Tommi, 1890) quote the ancient provenance sites and also Gallena, Tegoia, Pegli (Pelli), Lucerena, Palazzo al Piano and Cerbaia (see Fig.2) as quarrying sites of the marbles used in the numerous restorations interventions of the Cathedral. Montagnola Senese marbles are used in both the inner and the outer parts of the Cathedral. The floor is particularly valuable: spread over about 2500 square meters, it was realized with the techniques of graffito, marble joining and inlay, and it is composed by 56 panels representing Biblical stories, Sibyls and Allegories surrounded by decorated frames. The polychrome effect is obtained by the combination of all the varieties of Montagnola Senese marbles and other ornamental stones of local provenance (Giamello et al., 2005). Montagnola Senese marbles have been used as prevailing material also in other works of art of the historical centre of Siena, like Piazza del Campo Fig.13 Altro esempio di impiego prevalente di marmi della Montagnola Senese nel centro storico di Siena: la Cappella di Piazza del Campo Another example of use of Montagnola marbles as prevailing stone in the historical centre of Siena: the Piazza del Campo Chapel the ornamental use in interiors in noble palaces, courts and cathedral all over Europe (Borghini, 1997). Quarrying activity in Montagnola Senese has been continuous since the Middle Ages, so that it is difficult to recognize ancient working traces, since the original quarries have been exploited up to very recent times and, partly, they are exploited also today. DIAMANTE Applicazioni & Tecnologia 15