Comune di Cammarata
Provincia di Agrigento
PIANO DEL COLORE
del centro storico
Relazione illustrativa e norme tecniche di attuazione
Responsabile Ufficio Tecnico Comunale:
Arch. Pietro Madonia
Collaboratori:
Arch. Urb. Anna Rita Scibetta
Arch. Urb. Livia Scibetta
Indice
Premessa
Principi guida
Inquadramento giuridico normativo
Il tema del colore nel centro storico di Cammarata
NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
TITOLO I – Disposizioni generali
Articolo 1: Campo di applicazione delle norme
Articolo 2: Definizioni e modalità attuative degli interventi
TITOLO II – Disposizioni regolamentari
Articolo 3: Modalità per il rilascio dell'autorizzazione al colore
Articolo 4: Tavolozza cromatica di riferimento
Articolo 5: Caratteri dell'intervento
Articolo 6: Canalizzazioni ed impiantistica
TITOLO III – Disposizioni varie
Articolo 7: Prescrizioni di piano
Articolo 8: Sanzioni pecuniarie
Articolo 9: Poteri del sindaco
Appendice
Stralci delle Norme di Attenzione del Piano Particellareggiato di recupero del centro storico
riguardanti gli interventi sui prospetti (Artt. 27 e 28).
Allegati
Tavolozze cromatiche di riferimento:
–
Allegato n. 1 ( cromie facciate)
–
Allegato n. 2 ( cromie ferri e legni)
COMUNE DI CAMMARATA - PIANO DEL COLORE DEL CENTRO STORICO
- RELAZIONE ILLUSTRATIVA -
Il Piano del Colore
Premessa
Con il Piano del Colore, l'Amministrazione Comunale di Cammarata intende dotarsi di uno
strumento di controllo della qualità urbana ad intagrazione dei regolamenti esistenti (Piano
Particolareggiato di recupero per il centro storico). E' innanzitutto uno strumento che regola
l'uso del colore applicato ai fabbricati, nella consapevolezza che esso sia uno degli elementi
costitutivi dell'immagine dei luoghi e un importante strumento di riqualificazione.
Si vuole fornire una linea di indirizzo tendente ad uniformare e quindi "controllare" le
coloriture delle facciate per evitare che la discrezionalità privata possa generare un percorso
visivo dei luoghi frammentato.
Le indicazioni fornite sul colore cercano di tutelare da un lato l'identità storica del fabbricato,
dall'altro la percezione visiva del contesto nel suo insieme.
Il Piano del Colore, all’interno della pianificazione urbanistica, si caratterizza come uno
strumento di coordinamento degli interventi di manutenzione, restauro, risanamento e
ristrutturazione dei paramenti murari dell’edilizia di interesse storico, artistico e ambientale, e
dei centri storici, comprendendo non solo le superfici intonacate a tinteggio, ma l’insieme
delle componenti del progetto architettonico.
Principi guida
Dalle analisi del tessuto urbano e delle architetture presenti nel centro storico è emerso che
per la maggior parte di esse l’aspetto attuale deriva dalle varie trasformazioni subite più o
meno in tempi recenti, facendogli perdere completamente le tracce degli intonaci e delle
cromie originarie.
Accompagnando questo dato alle condizioni di notevole degrado per gli edifici sui quali è
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ancora possibile rilevare qualche traccia di coloritura originaria, oltre a quelli del tutto privi
d’intonaco rimasti con il paramento murario in pietra a faccia vista, si determina
l’impossibilità di perseguire una ricostruzione scientifica filologica delle cromie originali per
l’intero centro storico.
Bisogna tenere conto di alcuni fattori che risultano determinanti per la scelta metodologica:
- mancanza di documentazione iconografica a colori per la ricostruzione delle cromie
originarie;
- la difficoltà, in particolare su edifici senza più tracce di coloritura, di stabilire “l’ultima
coloritura avente un’istanza storico-estetica”.
La scelta del colore dovrà essere coerente con la storia e le funzioni dell'edificio e con il
contesto urbano in cui è inserito.
Il piano del colore non impone in maniera rigida cromatismi e materiali per tutti gli edifici,
ma lascia ampia libertà di decisione sulle scelte progettuali, riferendosi ad un sistema di
regole generali di abbinamento e applicazione dei colori e dei materiali; una contraria
impostazione avrebbe portato a non considerare le scelte soggettive che hanno da sempre
contribuito a definire la qualità cromatica di un centro storico.
La programmazione degli interventi sul colore contiene regole e margini d’azione flessibili,
legata ad una visione più democratica di pianificazione. Il piano si pone come principale
obiettivo quello di disciplinare gli interventi per il restauro, il decoro e l’attintatura delle
superfici esterne degli edifici, al fine di porre freno all’incontrollata e indiscriminata attività di
ricolorazione delle facciate, e di promuovere interventi di riduzione del degrado.
Il piano è quindi lo strumento con cui coordinare i singoli interventi di manutenzione degli
edifici all’interno di un organismo più ampio che è il centro storico, secondo una logica di
rispetto e di salvaguardia della composizione cromatica propria dell’intero aggregato edilizio.
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Inquadramento giuridico normativo
Il Piano del Colore, in ottemperanza alle disposizioni del disegno di legge governativo del
“Piano del Colore del decoro urbano e del paesaggio per le città, i borghi marinari e montani
del territorio regionale” elaborato nel 2003 dalla Regione Sicilia, può essere definito come lo
strumento normativo ed attuativo di cui le amministrazioni comunali si dotano ad integrazione
e completamento degli altri strumenti urbanistici già vigenti (sia generali che di dettaglio);
anche se oggetto di una crescente attenzione sia in sede legislativa, sia in sede di dibattito
culturale, non ha però ancora ricevuto una codificazione normativa di carattere generale;
solamente nel disegno di legge anzidetto viene previsto questo strumento per “incentivare i
processi di riqualificazione dei centri abitati dei comuni della Sicilia, e di orientare la
corretta realizzazione degli interventi di manutenzione programmata di manufatti e del loro
contesto”. In tale disegno di legge il piano del colore sotto il profilo giuridico viene assimilato
ad uno strumento urbanistico attuativo che dovrebbe integrare e prevalere sulle norme dello
strumento urbanistico vigente e del regolamento edilizio.
Nella fattispecie del comune di Cammarata il piano del colore è esplicitamente previsto e
normato dal Piano Particolareggiato del centro storico, e precisamente dall'art. 23 delle Norme
di Attuazione del piano che così dispone: “In accordo con la Soprintendenza ai Beni
Culturali e Ambientali competente potrà pure essere redatto per l'intero centro storico un
piano del colore, attraverso il quale potranno stabilirsi particolari gamme cromatiche,
differenziate in relazione alle differenti caratteristiche degli ambienti urbani, alla quale i
privati dovranno attenersi negli interventi di coloritura delle facciate”. In base a tale disposto
il piano del colore costituisce uno strumento di ulteriore specificazione regolamentare del
Piano Particolareggiato, all'interno del quale si inserisce; non gli è dunque attribuita la forma
giuridica di piano urbanistico quanto piuttosto quella di regolamento comunale speciale.
Quindi il Piano del Colore viene redatto nell'ambito del Piano di Recupero del centro storico.
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Le indicazioni di entrambi gli strumenti convergono verso gli stessi principi di salvaguardia e
valorizzazioni degli ambienti urbani.
Il tema del colore nel centro storico di Cammarata
Il colore - con tale dizione generalmente ci si riferisce ad una ricca ed articolata gamma di
toni cromatici - non è un elemento caratterizzante dell'edilizia storica di Cammarata. Le
povere case dei contadini non erano di certo colorate, così come nessuna differenziazione
cromatica si ritrova nell'edilizia di sostituzione e nelle sopraelevazioni più recenti.
L'immagine complessiva della città antica era comunque, e rimane ancora oggi,
essenzialmente monocromatica, ed è data dall'uso pressoché generalizzato dell'intonaco di
gesso nel trattamento di finitura dei fronti e dell'utilizzo della pietra a faccia vista.
Il piano del colore, incidendo direttamente sul modo di percepire gli spazi urbani, può
costituire la necessaria integrazione delle disposizioni normative già contenute nel Piano
Particolareggiato, consentendo di raggiungere pienamente l'obiettivo di conservazione e tutela
del centro storico. Le ragioni del piano infatti vanno ricercate nella necessità di impedire che
un uso improprio del colore possa stravolgere l'immagine degli spazi urbani del centro antico.
Il piano non è pensato come strumento che impone una nuova immagine degli spazi urbani
attraverso l'introduzione di effetti cromatici nati dalla sensibilità pittorica di un
progettista/artista, bensì come strumento che, partendo dal riconoscimento dei materiali locali
e dalle tecniche costruttive tradizionali, tende a stabilire quel rapporto armonico tra ambiente
costruito e ambiente naturale che caratterizza gli insediamenti storici.
Il Piano stabilisce una gamma di colori e alcune regole generali di abbinamento e
applicazione del colore alla scala architettonica e urbana, all'interno delle quali sono previste
una o più variabili lasciate alla scelta soggettiva dei singoli cittadini. L'intervento di
regolamentazione avviene, in particolare, attraverso la selezione del colore in seno ad una
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gamma integrata, in modo da garantire l'unitarietà ed il coordinamento del risultato
complessivo, anche in presenza di interventi altamente differenziati ed articolati.
L'applicazione del piano non richiede il ricorso a regole particolarmente costrittive e vengono
offerte diverse possibilità di scelta cromatica e di abbinamento delle tinte, salvo nei casi in cui
ci si riferisca ad edifici di particolare interesse storico e architettonico. Il colore in questo
modo viene considerato una variabile d'uso soggettiva ed il piano si limita a guidare e
coordinare le scelte individuali: il cittadino che desidera riqualificare la facciata della propria
casa è libero di esprimere, all'interno dei limiti stabiliti dal piano, la propria scelta emozionale
e soggettiva.
Per tale ragione gli elaborati di piano sono contenuti, preferendo fare affidamento ad abachi
esplicativi e norme scritte, poiché gli elaborati grafici inevitabilmente fissano in una
immagine rigida le soluzioni progettuali.
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NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
TITOLO I
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1
Campo d'applicazione delle Norme
1. Le Norme del Piano del Colore si pongono come prescrizioni da applicare in materia
di decoro urbano e sono estese al centro storico del comune di Cammarata.
2. Le presenti Norme forniscono i criteri guida per la realizzazione di interventi di
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo,
restauro, ristrutturazione relativi ai fronti degli edifici, in particolare per quanto
riguarda intonaci, rivestimenti di facciata, elementi architettonici e decorativi. Nello
specifico gli interventi regolati dalle presenti Norme sono tutti quelli che interessano
le finiture esterne degli edifici considerate nel loro complesso. Sono quindi compresi
gli interventi di coloritura e tinteggiatura dei prospetti, di conservazione, esecuzione,
sostituzione o eliminazione di intonaci e rivestimenti di facciata e di elementi
architettonici e decorativi diffusi o anche isolati.
3. La scelta del colore dovrà essere coerente con la storia e le funzioni dell'edificio, ma
anche con il contesto in cui è inserito e a tal fine si dovrà valutare la coerenza del
progetto all'interno del quadro visivo prossimo e d'insieme. Per quadro visivo
prossimo si intende ciò che rientra nel campo visivo dell'osservatore in prossimità
dell'edificio, mentre per quadro visivo d'insieme si intende il contesto urbano.
4. Gli interventi riguardanti i fronti edilizi degli edifici compresi entro il perimetro del
centro storico devono rispettare, in aggiunta alle indicazioni contenute nel
Regolamento edilizio e nel Titolo V delle Norme di Attuazione del Piano
Particolareggiato vigente, le indicazioni riportate nei successivi articoli.
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
Articolo 2
Definizioni e modalità attuative degli interventi
Il P.d.C. da direttive e controlla tutti gli interventi di decorazione, coloritura, pulitura e
consolidamento delle facciate esterne ed interne visibili dall’esterno o di parti accessorie quali
serramenti, ringhiere, etc.
La tipologia degli interventi si dividono in due macro-categorie:
A) Interventi di manutenzione ordinaria:
Ferme restando le disposizioni e le competenze previste dal D.P.R. 380/2001 e della
L.R. 71/1978 costituiscono interventi di manutenzione ordinaria le opere di
riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie
ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti; in tale
categoria di intervento rientrano le opere di riparazione delle finiture esterne (infissi,
tinteggiature, intonaci, grondaie, pluviali, parapetti, manti di copertura, elementi
decorativi e simili).
B) Interventi di manutenzione straordinaria o di livello superiore :
1. Manutenzione straordinaria - Ferme restando le disposizioni e le competenze previste
dal D.P.R. 380/2001 e della L.R. 71/1978 costituiscono interventi di manutenzione
straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche
strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e
tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità
immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso. Sono lavori di
manutenzione straordinaria gli interventi che riguardano:
- il rifacimento totale degli intonaci e delle tinteggiatura esterne;
- la sostituzione degli infissi esterni, dei tubi pluviali e dei canali di gronda, delle
coperture, dei parapetti dei balcone e degli elementi decorativi in genere, purchè
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
vengano rispettate le caratteristiche di forma, dimensione, colore e più in generale la
tipollogia esistente;
- la rimozione e sostituzione di qualche elemento strutturale fatiscente, nonchè le
opere di rinforzo delle strutture fatiscenti, purcchè queste ultime siano limitate a
piccole porzioni dell'esistente;
- la modifica integrale o la nuova realizzazione degli impianti tecnologici e dei servizi
igienici;
- le modifiche dell'assetto distributivo interno, purchè esse non mutino il numero e la
superficie delle singole unità immobiliari, non interessino le strutture portanti, non
incidano in alcun modo sull'aspetto esterno dell'edificio;
- i lavori di controsoffittatura dei locali.
2. Restauro e risanamento conservativo – sono gli interventi, di cui all'art. 20 c) della
L.R. n. 71/78 rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità
mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici
formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi
compatibili; tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo
degli elementi costruttivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli
impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei
all’organismo edilizio. Il tipo di intervento prevede:
- il restauro e il ripristino degli elementi strutturali e dei sistemi distributivi che
definiscono la tipologia e caratterizzano l'architettura dell'edificio mediante interventi
di restauro e ripristino di tutti gli elementi essenziali alla definizione del tipo edilizio
quali i collegamenti verticali e orizzontali; interventi atti a mantenere e ripristinare la
forma, la dimensione e i rapporti preesistenti fra unità edilizia ed aree scoperte di
pertinenza; interventi di restauro dei fronti interni ed esterni;
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
- il consolidamento, senza modificare la posizione o la quota delle murature portanti,
dei solai e delle volte, delle scale, del tetto;
- la demolizione delle superfetazioni incongrue con l'impianto originario.
3. Ristrutturazione edilizia – sono gli interventi, di cui art. 20 d) della L.R. n. 71/78
rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che
possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente.
Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi
dell'edificio, la eliminazione, la modifica e l' inserimento di nuovi elementi ed
impianti. Costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia:
- il ripristino o la sostituzione di elementi costitutivi dell'edificio;
- l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti;
- la modifica delle caratteristiche distributive del singolo alloggio o di più alloggi;
- la modifica dei vani scala;
- la modifica della tipologia della copertura;
- la modifica della posizione dei livelli dei solai;
- i lavori di demolizione con ristrutturazione di modesta entità in relazione alla
consistenza dell'edificio.
Detti interventi si differenziano da quelli di cui al precedente articolo in quanto sono
consentite opere di rilevante contenuto innovativo e modificatorio rispetto alle
caratteristiche dell'unità edilizia preesistente.
4. Ristrutturazione urbanistica – sono gli interventi di cui all'art. 20 e) della L.R. n.
71/78, rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico edilizio con altro diverso
mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del
disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
TITOLO II
DISPOSIZIONI REGOLAMENTARI
Articolo 3
Modalità per il rilascio dell'autorizzazione al colore
Il rilascio delle autorizzazioni al colore sono regolate attraverso le seguenti modalità e
procedure e sono differenziate a seconda che si tratti di interventi di tipo A o di tipo B:
A) Interventi di manutenzione ordinaria
Istanza in carta legale da presentare almeno 15 giorni prima dall'inizio dei lavori, a cui
devono essere allegate minimo 5 fotografie a colori delle facciate dell'edificio oggetto
dell'intervento e del contesto con relativi dettagli , e le campionature dei colori che si
intende utilizzare sia per le superfici intonacate sia per le parti accessorie (serramenti,
ringhiere, elementi in legno e ferro, mensole, davanzali e ogni apparato decorativo e
funzionale).
B) Interventi di manutenzione straordinaria o di livello superiore
Istanza in carta legale da presentare almeno 30 giorni prima dell' inizio dei lavori, a
cui saranno allegati i seguenti elaborati:
1. Relazione tecnica descrittiva che illustri le scelte cromatiche dei fronti in relazione ai
seguenti elementi:
a- eventuale esistenza di colorazioni originarie e loro valore, nonchè coerenza
delle colorazioni di progetto con la storia costruttiva e le funzioni
dell'edificio;
b- armonizzazione delle differenti colorazioni o finiture tra loro e con gli altri
elementi presenti sul fronte (serramenti, persiane, ecc.);
c- compatibilità della colorazione di progetto con il quadro visivo prossimo e
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
d'insieme.
2. Rilievo fotografico dell' edificio oggetto dell'intervento e del contesto.
3. Disegni dei prospetti a scala 1:50 che contengano almeno due alternative cromatiche
delle coloriture e dei materiali che si intende adoperare, così da facilitare il compito
dei tecnici comunali chiamati ad esprimersi sulla scelta del colore.
Tale documentezione costituisce il minimo richiesto e non limita eventuali altre richieste da
parte dell'U.T.C. di rappresentazioni o documentazioni che contribuiscano a chiarire meglio
intendimenti e scelte dei richiedenti, ovvero a valutare più correttamente il rapporto tra
l'edificio in questione e il contesto.
Il progetto deve quindi tenere in considerazione tutte le informazioni necessarie dal punto di
vista tipologico, storico, tecnologico, delle tecniche costruttive e dei materiali.
La documentazione deve essere esaustiva nel fornire una descrizione dell'intervento, per
consentire la verifica della conformità alle presenti Norme.
Al termine dei lavori è rischiesta una verifica tramite documentazione fotografica
dell'intervento concluso, necessaria per la chiusura della pratica che deve essere consegnata
entro 30 giorni dalla conclusione dell'intervento.
In nessun caso possono essere dati inizio a lavori senza la preventiva autorizzazione rilasciata
dall' Ufficio Tecnico.
I principi guida della progettazione sono quelli definiti negli artt. 27 e 28 delle Norme di
Attuazione del Piano Particolareggiato, che si riportano in appendice al presente regolamento
al fine di disporre di un testo unitario di riferimento per gli interventi di coloritura.
Articolo 4
Tavolozza cromatica di riferimento
La scelta dei/del colori è proposta all'Ufficio Tecnico a cura del progettista e/o del
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committente, nel rispetto delle presenti Norme.
1. Gli interventi sui fronti edilizi si devono attenere alle indicazioni contenute nelle
Tavolozze cromatiche di riferimento ( Allegati n. 1 e 2); da specificare che i colori
delle taballe sono determinati dal tipo di stampa e quindi hanno carattere indicativo.
2. Nelle tavolezze sono indicate le colorazioni a cui riferirsi per ciascuno degli elementi
edilizi che compongono il fronte, che contengono i campioni-colore rispettivamente
per la coloritura dei paramenti murari e per i sistemi di chiusura di porte e finestre e
delle parti metalliche.
3. La Tavolozza cromatica degli interventi sulle pareti verticali indica i seguenti colori e
materiali:
4.
•
pietra calcarea sbozzata con legante di malta di colorazione scura
•
pietra calcarea sbozzata con legante di malta di colorazione chiara
•
pietra calcarea informe
•
bianco opaco
•
malta di gesso
•
beige
•
avorio
•
vaniglia
•
grano
•
sabbia
•
rosa pallido
•
rosa perlato
La Tavolozza dei colori per le parti in legno (infissi esterni) o in alluminio
preverniciato comprende le seguenti tinte:
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•
noce
•
terra di Siena
•
marrone scuro
•
nocciola
•
verde
•
verde scuro
5. La Tavolozza dei colori per le parti in ferro (ringhiere, grate, saracinesche, ecc.)
comprende le seguenti tinte:
•
grigio medio
•
grigio scuro
•
nero
6. Nel rispetto delle indicazioni contenute nelle tavolozze cromatiche il progettista
orienterà la propria scelta tenendo conto:
•
della storia costruttiva dell'edificio;
•
dell'integrazione e della compatibilità cromatica e materica in riferimento al quadro
visivo prossimo e d'insieme.
Articolo 5
Caratteri dell'intervento
1. L'intervento su un fronte unitario, appartenente ad un'unica originaria entità tipologica
(per progettazione e/o per costruzione), pur se appartenente a diversi proprietari, deve
essere eseguito in modo completo e contemporaneo.
2. Gli interventi devono essere realizzati coerentemente tra loro e su tutti i fronti
dell'edificio, compresi quelli laterali, anche se sormontanti i tetti degli edifici adiacenti
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
e devono riguardare tutte le finiture e gli elementi di facciata che contribuiscono a
determinare l'immagine complessiva del fabbricato (elementi decorativi, serramenti,
opere in ferro, ecc.).
3. E' obbligatoria la conservazione dei paramenti murari esterni in pietra a faccia vista e
ove danneggiati si dovrà provvedere con la sostituzione dei conci mancanti. Non
devono assolutamente essere rivestiti nè tinteggiati i mattoni a vista, le terracotte, le
pietre naturali e i cementi decorativi costituenti la decorazione di facciata o la facciata
stessa. Essi dovranno solamente essere puliti e lasciati a vista o riportati all'originario
se necessario; Le zoccolature e le decorazioni, costituite da bugne in malta o in
conglomerati cementizi, se colorate, dovranno riprendere le tonalità delle parti in
pietra.
4. Dovrà escludersi l’impiego di intonaci plastici, mentre dovrà privilegiarsi l'impiego
dei tipi tradizionali o l’impiego di tipi moderni a componenti minerali di effetto
estetico paragonabile agli intonaci tradizionali, mentre sono vietati i tipi basati su
composti chimici o sintetici, quali granigliati, plastici etc.
5. Deve essere posta cura e attenzione nel mantenimento e alla valorizzazione degli
elementi decorativi presenti sul fronte e non verrà accettato dall' U.T. l' utilizzo di
elementi di finitura non adeguati alle caratteristiche tradizionali degli edifici del centro
storico quali per esempio serrande avvolgibili, ringhiere ed infissi in alluminio
anodizzato ed in lamierino.
Gli elementi di finitura sono così raggruppati:
a) Serramenti esterni
b) Serramenti interni
c) Porte e portoni
d) Elementi in ferro
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Questi elementi partecipano al risultato compositivo e architettonico dell’edificio; il
Piano del Colore definisce alcune norme per la gestione dell’immagine unitaria di
intervento.
a) Serramenti Esterni
Nel caso di rifacimento dei serramenti d’oscuramento esterni si dovrà mantenere
invariata la forma, la lavorazione ed i materiali, uniformando i serramenti se di foggia
diversa, per tutta l’unità di prospetto.
I serramenti esterni dovranno essere del tipo persiana, realizzati in legno, dipinti a
pennello con colorazione esclusivamente opaca, dedotta dalle tracce originali, o in
mancanza di queste, si dovrà procedere alla scelta dei colori seguendo le indicazioni
dettate dalla tavolozza cromatica di riferimento (allegato n. 2); la colorazione dovrà
essere omogenea su tutta la facciata.
Sono vietati serramenti esterni in plastica, o realizzati con profilati di alluminio
anodizzato o materiali incongrui con i caratteri ambientali del centro storico.
E’ vietato l’uso:
- di avvolgibili, di qualsiasi natura e materiale;
- di veneziane esterne;
- di serramenti ad anta asimmetrica;
Nell’intervento di facciata si dovrà procedere alla rimozione degli infissi incongrui, da
sostituire con infissi adeguati.
b) Serramenti Interni
Gli infissi interni di facciata (finestra) dovranno essere in generale a doppia anta. Tutte
le aperture della facciata, ad eccezione del portone d’ingresso e dei vani a piano terra,
dovranno presentare finestre omogenee, per forma e colorazione. E’ vietato l’uso di
doppie finestre; in alternativa si potrà installare il vetro camera per migliorare la
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
coibenza termica all’interno dell’edificio. Sono vietati i vetri a specchio e le
suddivisioni delle luci del tipo “all’inglese”.
c) Porte e Portoni
Per gli infissi dei piani terra, è ammesso il tipo costituito da struttura in profilati
metallici, purché la parte in vista dei predetti profilati sia molto contenuta, la struttura
metallica sia verniciata di colori congrui con gli infissi dei piani superiori, la
tamburatura sia costituita da legno dipinto come precedentemente.
Sono vietati i vetri a specchio, le suddivisioni del tipo “all’inglese” ed i vetri colorati.
In presenza di interventi unitari di restauro di facciata, dovranno essere rimossi gli
infissi esterni realizzati recentemente in lega leggera, ferro e quant’altro incongruo per
forma e materiale rispetto al complesso dell’edificio.
Sono vietate le chiusure di porte e portoni mediante serranda a maglia e a fascioni
continui di lamiera.
d) Elementi in Ferro
Tutti gli elementi in ferro di rifinitura della facciata costituiscono fattore essenziale
all’immagine degli edifici: grate, ringhiere, cancelli, cancellate. Esse saranno
realizzate in ferro pieno con disegni ispirati a quelli della tradizione locale; saranno
dipinte ad olio o a vernice sintetica opaca ( vedi allegato n. 2) con esclusione di
trattamenti plastificati.
6. Sono da escludere, quando non costituiscono elementi originali dell’edificio, le
zoccolature e gli elementi in marmo lucidato o levigato o in ceramica, mentre è
consentita l’utilizzazione di pietre naturali lavorate in modo scabro, bocciardate e
simili.
Articolo 6
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
Canalizzazioni ed impiantistica
1. E' fatto obbligo, procedendo al ripristino/rifacimento del fronte, di dare idonea
sistemazione alle canalizzazioni o impianti eventualmente presenti in facciata,
rimuovendo gli elementi o le parti non più in uso.
2. E' fatto obbligo l'impiego di grondaie e pluviali di laterizio, rame o lamiera zincata,
dello stesso colore del prospetto. E' vietato l’impiego di materiale plastico.
3. Nel loro complesso le predette grondaie e tubazioni dovranno essere disposte in modo
da costituire “ornamento integrativo”, evitando raggruppamenti disordinati e caotici.
4. E' fatto obbligo l'eliminazione degli scarichi delle acque nere posti esternamente.
5. E' fatto divieto di posare lungo il prospetto principale tubazioni di distribuzione idrica,
gas, aerazione o smaltimento fumi, salvo diversa prescrizione derivante da normative
di sicurezza non altrimenti risolvibili.
TITOLO III
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
DISPOSIZIONI VARIE
Articolo 7
Prescrizioni di piano
E' da considerarsi vietato:
1. Avviare qualsiasi lavoro del P.d.C. se relativi ad edifici vincolati ai sensi delle leggi
nn. 1089/1939 e 1497/1939: essi dovranno essere eseguite dopo l’autorizzazione
ottenuta anche dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento;
2. Iniziare i lavori senza la preventiva autorizzazione al colore e/o la concessione
edilizia;
3. Le scorticature e demolizioni totali degli intonaci o rivestimenti senza la prevista
autorizzazione al colore;
4. Effettuare tinteggiature parziali o consolidamenti di parti pericolanti nelle facciate
senza procedere alla successiva tinteggiatura. Per i casi di pericolo e per interventi
urgenti di ripristino, i rappezzi o i consolidamenti dovranno essere eseguiti entro i sei
mesi successivi con la tinteggiatura di tutta la facciata, i cui lavori sono soggette alla
preventiva autorizzazione al colore;
5. Occultare, cancellare o compromettere le decorazioni dipinte o a graffito, ceramiche,
musive od altro che desti interesse cromatico.
6. Tinteggiare o verniciare pietre, marmi, pietre artificiali, elementi litocementizi,
cementi decorativi, laterizi e quelle parti destinate in origine a rimanere “a vista”.
7. L’uso di prodotti vernicianti sintetici per tinteggiare gli intonaci delle fronti di edifici
con intonaci non compromessi da precedenti pitture sintetiche quindi segnatamente
quelli ancora tinteggiati a calce o con silicati di potassio.
E' reso obbligatorio:
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8. A tutti i proprietari di eseguire i campioni delle coloriture o dei materiali da applicare.
9. Avvisare gli organi competenti di tutela quando nel corso delle demolizioni degli
intonaci compaiono tracce di antiche decorazioni o lacerti di elementi architettonici
preesistenti.
10. A tutti i proprietari di razionalizzare o eliminare gli impianti urbani e le componenti
degli stessi quando siano inservibili o dismessi (telefoni, TV, energia elettrica, insegne
e supporti, etc.) e seguendo le istruzioni impartite dalle aziende pubbliche o private
responsabili.
11. A tutti i proprietari rimuovere prontamente dai prospetti degli edifici, o dei manufatti,
tutti i graffiti deturpanti il decoro urbano.
12. A tutti i proprietari di mantenere in buono stato di conservazione i fronti dei loro
edifici o di manufatti, come prescritto dagli artt. nn. 1120 - 1122 - 1127 del codice
civile; nel caso di inadempienza con ordinanza del Sindaco può essere fatto obbligo
entro e non oltre trenta giorni al rifacimento delle coloriture e dei restauri necessari
delle facciate. In subordine qualora le fronti, o manufatti siano ancora in buono stato, i
proprietari
saranno
obbligati
alla
ricoloritura
degli
elementi
accessori
o
complementari.
Articolo 8
Sanzioni pecuniarie
Nel caso in cui il committente esegua dei lavori in assenza o parziale o totale difformità
rispetto al nulla osta o all'autorizzazione rilasciata dall'Ufficio Tecnico, sarà soggetto ai
provvedimenti sanzionatori previsti dalla normativa vigente, che si differenziano come di
seguito:
–
Per gli interventi di tipo A:
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- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE -
obbligo di rifacimento della tinteggiatura eseguita e non conforme al nulla osta o al
parere espresso dall' U.T.C, a cura e spese dell'interessato;
–
Per gli interventi di tipo B:
Valgono i provvedimenti sanzionatori previsti dalla legislazione vigente per gli
interventi sottoposti ad autorizzazione o concessione edilizia e nel caso di immobili
vincolati ad autorizzazione paesaggistica e/o nulla osta della Soprintendenza.
Articolo 9
Poteri del Sindaco
Al fine di garantire condizioni di decoro urbano il Sindaco, con propria ordinanza, può, ai
sensi del vigente Regolamento, obbligare i proprietari a provvedere al rinnovo delle facciate
quando il degrado o l'incuria ne deturpi l'aspetto e crei pregiudizio all'ambiente circostante,
ovvero obbligare alla rimozione di materiali e finiture che siano in conflitto con la
configuarazione formale ed architettonica dell'edificio e del contesto urbano in cui è inserito,
ricorrendo eventualmente all'esecuzione d'ufficio in danno del proprietario inottemperante.
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APPENDICE
Stralci delle Norme di Attenzione del Piano Particellareggiato di recupero del centro storico
riguardanti gli interventi sui prospetti.
Art.27 - Modalità di intervento sui prospetti
Gli interventi sui prospetti esterni degli edifici devono in generale tendere ad assicurare:
- il rispetto dell’originario schema compositivo (allineamento e dimensioni delle aperture rispetto alla
superficie muraria);
- il mantenimento degli elementi di partitura architettonica (basamenti, cantonali, lesene, paraste, fasce,
cornici e cornicioni, portali), delle opere di finitura (cornici delle porte delle finestre, balconi, infissi e
ringhiere, fregi, iscrizioni, stemmi e mostre in pietra), e degli elementi funzionali esterni (scale e ballatoi
esterni, marciapiedi rialzati o incassati);
- l’uso dei materiali tradizionali nelle opere di integrazione e sostituzione di elementi fatiscenti;
- l’esclusione di elementi di finitura non adeguati alle caratteristiche tradizionali degli edifici del centro
storico (serrande avvolgibili, ringhiere ed infissi in alluminio anodizzato ed in lamierino). In particolare
dovrà escludersi l’impiego di intonaci plastici, mentre dovrà privilegiarsi l’impiego di intonaci in gesso a
fasce orizzontali, tipici della tradizione locale, ovvero di intonaci a base di malta di calce, sabbia e pigmenti
naturali di colore idoneo e comunque non in contrasto con l’ambiente circostante. Dovranno essere
salvaguardate eventuali modanature realizzate con lo stesso impasto dell’intonaco originario o eventualmente
ricostituite con lo stesso materiale e lo stesso colore;
- la conservazione dei paramenti murari esterni in pietra a faccia vista, ove esistenti, con la sostituzione di
conci mancanti;
- la eliminazione dei volumi chiusi aggettanti che alterano il prospetto (latrine su balconi e simili);
- la rifinitura degli stipiti delle aperture, quando non siano in pietra squadrata, con intonaco, evitando
l’impiego di rivestimenti in marmo;
- il mantenimento e/o la realizzazione di balconi di tipo tradizionale con mensole in ferro con soprastante
lastra di marmo bianco, sporgenti non più di cm. 70 e larghi al massimo quanto le aperture più cm.70 per
lato. Quando si tratti di nuove costruzioni e comunque non in presenza di un tessuto edilizio circostante con
caratteristiche omogenee di edilizia tradizionale, l’eventuale struttura in c.a. esistente dovrà essere riportata
ad un spessore massimo di cm. l0 all’estremità, nel rispetto delle misure sopra specificate. Le balconate
uniche di nuova costruzione andranno riconfigurate in più unità secondo le indicazioni sopra dette;
- l'impiego di ringhiere in ferro o in ghisa di disegno lineare, secondo i modelli in uso nella tradizione locale
e tinteggiate nei colori tradizionali;
- l'impiego di grondaie e pluviali di laterizio, rame o lamiera zincata, dello stesso colore del prospetto, se
tinteggiata, adattandosi anche ai rifasci di diverso colore;
- l'eliminazione degli scarichi delle acque nere posti esternamente;
- il posizionamento interno delle canne fumarie;
- il posizionamento sottotraccia delle tubazioni e dei cavi elettrici;
- la collocazione dei serbatoi per l’acqua in posizione non visibile dalla strada;
- il mantenimento o la realizzazione di cornicioni di coronamento in coppi aggettanti, con sporgenza
massima di cm 30 e alloggiamento per la grondaia, secondo i modelli tradizionali.
Art.28 - Coloritura dei prospetti
Le coloriture da adottare negli interventi sia di recupero che di nuova progettazione, fatte salve le specifiche
prescrizioni che potranno essere formulate nel piano del colore di cui al precedente articolo 23, devono
essere determinate con riferimento alle seguenti indicazioni:
- per gli edifici la cui facciata possiede elementi architettonici in rilievo (lesene, cornici, fasce, fondi e piani
di risalto) la colorazione policroma sarà di massima obbligatoria per poter così dare risalto alle decorazioni,
conferire il massimo della visibilità alla facciata; la colorazione dunque, deve completare, migliorare e
vivacizzare l'edificio. Dovranno essere ripristinati tutti gli affreschi e le decorazioni pittoriche esistenti;
- nel caso di interventi riguardanti più unità edilizie adiacenti è necessario evidenziare e conservare le
caratteristiche di ciascuna unità anche nelle tinteggiatura, dovendo ogni immobile mantenere le proprie
caratteristiche architettoniche e cromatiche;
- non devono essere rivestiti nè tinteggiati i mattoni a vista, le terracotte, le pietre naturali e i cementi
decorativi costituenti la decorazione di facciata o la facciata stessa. Essi dovranno solamente essere puliti e
lasciati a vista o riportati all'originario se necessario;
- le zoccolature e le decorazioni, costituite da bugne in malta o in conglomerati cementizi, se colorate,
dovranno riprendere le tonalità delle parti in pietra;
- nel caso in cui debbano essere rifatti i serramenti esterni, sarà privilegiato l’uso di infissi di tipo tradizionale
con persiane e/o scuri interni di legno verniciato a smalto nei colori bianco o beige per gli scuri interni, verde
o marrone per le persiane, bianco o beige per gli infissi esterni; questi ultimi, in mancanza di persiane,
potranno essere dipinti a smalto verde o marrone. Possono ammettersi anche, in edifici non prospettanti su
piazze pubbliche e non aventi caratteristiche monumentali, infissi in alluminio preverniciato anodizzato
colore verde e/o marrone, con persiane o scuri. I portoni d'accesso e le vetrine, se di legno pregiato ovvero di
disegno tradizionale, devono essere mantenuti e lucidati con la vena a vista o verniciati di colore marrone.
Gli infissi al piano terreno dovranno comunque essere realizzati in legno ovvero, nel caso di vani di accesso
ai garage, anche in ferro, aventi le caratteristiche delle tradizionali “carretterie” (portone a doppio battente
con sopra luce), ovvero ad unica anta bascullante, verniciati di colore marrone o nero;
- per la colorazione delle parti in ferro (ringhiere, inferriate, ecc...), in linea di massima si adotterà il colore
nero;
- il manto di copertura dei tetti deve essere costituito esclusivamente di coppi siciliani di tipo tradizionale;
–
le colorazioni devono essere eseguite con pittura a calce o l'impiego di intonaci cementizi
preconfezionati, con l'esclusione di quelli plastici ed usando le dovute precauzioni con la
preparazione preventiva di tutto il materiale necessario all'intonacatura della superficie di facciata, in
modo che al termine del lavoro la medesima risulti perfettamente uniforme.
ALLEGATI
Comune di Cammarata - Piano del colore
Tavolozza cromatica di riferimento n.1
Pietra calcarea
grossolanamente sbozzata
con legante di malta chiara
Pietra calcarea informe
Bianco opaco
Malta di gesso
Beige
Avorio
Vaniglia
Grano
Rosa pallido
Rosa perlato
Facciate
Pietra calcarea
grossolanamente sbozzata
con legante di malta grigia
Sabbia
Comune di Cammarata - Piano del colore
Legni
Tavolozza cromatica di riferimento n.2
Noce
Marrone scuro
Verde
Verde scuro
Grigio scuro
Nero
Ferri
Nocciola
Terra di Siena
Grigio medio
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PIANO DEL COLORE del centro storico