2013 IL LIBRICINO ONLINE DEL JUDO A CURA DEL JUDO CLUB LUGO La storia Dal Jujitzu al Judo passando per Jigoro Kano La storia del Judo e quella del suo fondatore Jigoro Kano sono inseparabili. Nato a Mikage nel 1860, ebbe un’infanzia tutt’altro che semplice. Molto intelligente, ma di corporatura gracile e minuta, era spessovittima della prepotenza e dello scherno dei suoi compagni di classe. Nel 1877, in contrasto con le idee del padre, decise di avvicinarsi al jujitsu, sotto la guida del maestro Fukuda Hachinosuke e Yagi Teinosuke presso la scuola Tenshin-shinyo, il cui nome può essere tradotto come “spirito come il salice” (riferendosi alla flessibilità dell’albero) . In questo dojo le tecniche insegnate vertevano soprattutto sugli shime(strangolamenti) e sui katame (tecniche di immobilizzazione a terra). Alla morte del maestro Fukuda, Kano divenne il maestro del dojo, ma questo non fermò la sua voglia di apprendere le arti marziali e di perfezionare se stesso. Studiò per qualche anno presso il dojo dei maestri Iso e Iikubo, specializzati soprattutto in tecniche di proiezione. Fu proprio durante questi anni di duro allenamento che Jigoro Kano inventò qualche nuova tecnica di proiezione e spostò la sua attenzione sul riformare il jujitsu, convertendolounasorta Da giovane imparai il jujitsu sotto la guida di molti illustri maestri. La loro vasta conoscenza, frutto di anni di pratica e ricerche costanti mi fu di grande aiuto. A quel tempo ogni uomo presentava la propria arte come un insieme di tecniche. Nessuno era in grado di discernere ed interpretare il principio guida alla base del Jujitsu. di nuovo sistema. L’essere stato a contatto con diversi maestri Jigoro Kano e con diversi sistemi di insegnamento lo aveva portatoariflettere sulla natura stessa del jujitsu. “Qual è il principio che è alla base di quest’arte?”. Questa era la domanda alla quale Kano voleva trovare una risposta. Dopo un’attenta analisi delle tecniche che componevano il sistema del jujitsu, sembrò intravedere una caratteristica comune a parte delle tecniche: utilizzare al meglio l’energia mentale e fisica. Solo le tecniche che rispondevano al principio potevano entrare a far parte del nuovo sistema di Kano, le alte dovevano essere eliminate. Nacque quindi il Judo. Le parole Judo e Jujitsu sono scritte con due caratteri cinesi. Il primo ju è comune ad entrambe, e vuol dire cedevole. Il significato del carattere jitsu è tecnica,arte mentre do significa via. Quindi il Jujitsu è l’ “Artedella cedevolezza” , il Judo è la “Via della cedevolezza”. La scuola di Judo fondata da Jigoro Kano , il Kodokan è “la scuola per lo studio della Via”. Immaginiamo di avere una forza fisica pari a sette e di trovarci ad un uomo la cui forza è uguale a dieci. Ora se l’uomo mi spingesse con il massimo della sua forza, sono certo che finirei a terra anche se mi opponessi con tutta la mia resistenza fisica. Ma se invece di oppormi, io cedessi in modo proporzionale alla sua spinta, indietreggiando con il corpo e mantenendo l’equilibrio, sono certo che l’avversario perderebbe il suo equilibrio fisico. Indebolito dalla posizione disagevole in cui si trova, l’avversario non sarà più in grado di utilizzare tutta la sua forza, che in tali condizioni sarà pari a tre. Io avendo mantenuto l’equilibrio fisico, avrò a disposizione una forza sempre pari a sette. A questo punto mi troverò in una situazione di vantaggio sul mio avversario e potrò sconfiggerlo utilizzando solo metà della mia forza, e mantenendo l’altra disponibile per qualunque altra evenienza. Jigoro Kano Nei tempi in cui si allenava al dojo Tenshin-shinyo, si trovò nella situazione di dover affrontare un energumeno di 200 libbre, Kenkichi Fukushima. Essendoci più di 100 libbre di differenza Kano inevitabilmente fu sconfitto. Questa sconfitta lo portò ad una riflessione interiore che si ripercosse anche sul modo di allenarsi del giovane praticante: battere Fukushima era diventato il suo obiettivo principale. Dopo diversi tentativi Jigoro mise a punto una nuova tecnica con la quale battè facilmente il suo avversario: nacque Kata Guruma (o “mulinello sulla spalla”). A questa susseguirono altre tecniche quali Ukigoshi e Tsuri-Komi-Goshi. Fu a 22 anni, nel 1882 che Jigoro Kano fondò il suo dojo. Questo non coincide propriamente con la nascita del Judo. Infatti Kano per istruire i suoi studenti si serviva del maestro Iikubo, quindi il jujitsu era l’arte marziale dominante. La trasformazione del jujitsu in Judo fu lenta e graduale, è difficile stabilire un momento preciso. Molti legano la transizione definitiva all’episodio in cui Jigoro Kanosconfisse per la prima volta il maestro Iikubo: quel giorno, durante un allenamento di randori, Kano bloccò qualsiasi tecnica di Ikubo, poi usò le sue “Ukiwaza” e “Ukiotoshi” per proiettare il maestro non meno di tre volte. Kano spiegò: “Costringi il tuo avversario a rendere il suo corpo rigido e senza equilibro, e allora, quando sarà senza aiuti, tu attacca”. Il maestro Iikubo rispose: “Da ora in avanti, tu insegni a me”. 1 1 Jigoro Kano, “Kodokan Judo”, Edizioni mediterranee, traduzione di Alessio Ristoldi Il Judogi A cosa serve? Proprio come i dottori hanno il loro camice, come i calciatori hanno la loro divisa, anche i Judoka hanno un abito adeguato alla pratica: il Judogi. Esso è composto da pantaloni rinforzati tenuti insieme talvolta da un elastico, specialmente nei bambini, talvolta da un laccio; una giacca chiusa da una cintura, che in giapponese si chiama OBI. Generalmente il Judogi è di colore bianco, tuttavia esiste anche il Judogi di colore blu. 1 I Judogi I gradi di cintura A cosa servono? Le cinture servono per identificare il grado di esperienza acquisito dal Judoka. I gradi vengono attribuiti in base al suo livello tecnico, la sua capacitànel combattimento, ma anche la sua capacità di mettere in pratica gli insegnamenti morali imparati a lezione. Le cinture di colore dal bianco al marrone corrispondono alle classi, chiamate KYU. Al di sopra dei Kyu ci sono altri gradi chiamati Dan: dal I Dan al V Dan, la cintura è nera; dal VI Dan al VIII Dan può essere una cintura a bande rosse e bianche alternate oppure nera; per IX Dan la cintura può essere rossa; per il X è rappresentato da una cintura bianca più fine e larga. Talvolta la cintura rossa può essere usata da atleti agonisti in contrapposizione alla cintura bianca per identificare i due judoka. Come ci si comporta in palestra? Il Judoka che si appresta ad apprendere la disciplina del Judo deve necessariamente seguire poche semplici regole. Cura dell’abbigliamento. Tutti i Judoka che salgono sul tatami devono presentarsi con il Judogi pulito e la cintura correttamente allacciata.Alle ragazze è consentita la pratica del Judo con una maglietta sotto la giacca. Sono severamente vietati accessori quali collane, braccialetti, orologi, orecchini, piercing, occhiali, spille, anelli in quanto potrebbero essere pericolosi sia per noi che per i nostri compagni di corso. Cura dell’igiene personale. Tutti i Judoka sono tenuti a lavarsi i piedi prima di salire sul tappeto. Inoltre è buona norma controllare le proprie unghie e nel caso siano lunghe è preferibile tagliarle, perché durante l’allenamentopotrebberospezzarsi o graffiare inavvertitamente qualche compagno. E’ altresì consigliato di struccarsi, onde evitare di sporcare il tatami e l’abito degli altri, oltre che il proprio. Per lo stesso motivo è sconsigliato l’uso del gel. Non dimenticare la cintura. La cintura è un dono del maestro che ha riconosciuto i vostri miglioramenti, pertanto è estremamente irrispettoso dimenticare la propria cintura a casa, o peggio ancora perderla. Allo stesso modo, evitate di dimenticare calzetti, sciarpe, maglioni, canottiere e qualsiasi altro vestito negli spogliatoi. Abbiate cura delle vostre cose. Il Dojo è un luogo di pratica, ma è anche una scuola morale e culturale. Pertanto sul tatami valgono tutte le regole generali del buonsenso e della cortesia, oltre a quelle particolari del Judo E’ opportuno rispettare le cinture di classe superiore ed accettarne consigli senza obiezioni; dal loro canto le cinture superiori dovranno aiutare il miglioramento tecnico di coloro che sono meno esperti, senza scherno, ma con diligenza e cordialità Non disturbare la lezione. Quando si è sul tappeto è opportuno mantenersi silenziosi, ose necessario parlare, farlo solo con il permesso del maestro, senza interrompere la spiegazione. Quando si è fuori dal tappeto, si può parlare a bassa voce, preferibilmente negli spogliatoi. Mai allontanarsi dal tappeto senza aver prima chiesto il permesso all’insegnante o a chi ne fa le veci. Generalmente in bagno si va prima e dopo la lezione. Per tutta la durata dell’allenamento è necessario tenere una postura composta, sebbene si sia stanchi e affaticati. Rispettare l’orario di inizio della lezione. Il saluto (REI) A cosa serve? Il saluto in giapponese si dice REI ed è la prima cosa che viene insegnata ai neofiti del Judo. Esso sancisce l’inizio e la fine di un allenamento e costituisce un vero e proprio atto di rispetto nei confronti del Maestroe dei ragazzi che si allenano con noi. Per questo motivo tutti i Judoka sono tenuti alla massima serietà durante l’esecuzione del saluto. Esistono due tipologie di saluto. RITZU-REI Il Ritzu-rei è il saluto in piedi. Schiena dritta, braccia distese lungo al corpo, talloni uniti e punte leggermente divaricate; Chinare il corpo di circa 20/30 gradi. Quando si esegue? 2 Ritzu rei Il Ritzu-rei è un saluto usato in diverse occasioni. In particolare è buona norma eseguire il Ritzu Rei : OGNI VOLTA che si sale o si scende dal Tatami, con lo sguardo rivolto al ritratto di Jigoro Kano (generalmente presente in ogni Dojo), OGNI VOLTA che si invita un compagno a combattere con noi, Occasionalmente all’inizio e alla fine di ogni allenamento, All’inizio e alla fine di ogni Shiai. ZA-REI Za-rei è il saluto a terra. Gli allievi si dispongono in riga lungo la “zona rossa”, in ordine di cintura, dal grado più basso al grado più alto in linea di fronte al Maestro e tutte le cinture nere. Il capofila è colui che ha il conseguito il grado di Kyu da più tempo; La schiena deve essere dritta, le braccia vanno distese lungo al corpo, i talloni uniti e punte leggermente divaricate, lo sguardo rivolto al Maestro; Al segnale del capofila SEZA, i Judoka si inginocchiano. Per inginocchiarsi correttamente occorre flettere prima il ginocchio SINISTRO e solo in seguito il ginocchio DESTRO; 3 Za Rei : come ci si inginocchia E’ importante sedersi sui talloni e appoggiare le mani sulle cosce; 4 Za rei : come sedersi correttamente. Notare i talloni Al segnale del capofila REI, flettere il busto in avanti, con lo sguardo verso l’orizzonte; 5 Za Rei Il saluto è una tradizione che risale ai tempi dei Samurai. Questi potenti guerrieri erano soliti portare il fodero della Katana sul lato sinistro del corpo. Secondo l’antico cerimoniale al momento di inginocchiarsi ogni soldato avrebbe dovuto estrarre la Katana dal fodero in segno di rispetto dell’avversario. Se il samurai avesse estratto la spada con il ginocchio sinistro alzato inevitabilmente si sarebbe ferito seriamente. Da qui nasce la tradizione di scendere con il ginocchio sinistro Non alzarsi fino a che il Maestro non avrà autorizzato il capofila a dare il comando KIRIZTU . Per alzarsi si solleva prima il ginocchio destro, e successivamente il ginocchio sinistro. 6 Za rei : Come alzarsi Quando si esegue? Viene anche definito “saluto cerimoniale”, e generalmente si esegue all’inizio e alla fine di ogni allenamento. Le Cadute (UKEMI) A cosa servono? Le cadute sono una parte essenziale ed imprescindibile nella pratica del Judo. Imparare a cadere correttamente significa evitare traumi in seguito alle proiezioni e consentire quindi una pratica del Judo in piena sicurezza. Per questo motivo è essenziale curare ogni aspetto delle cadute, dal passo iniziale, alla battuta finale. Esistono quattro cadute, in giapponese UKEMI. 7 Ecco perchè è importante saper cader correttamente USHIRO UKEMI Il Judoka che si appresta ad eseguire l’ Ushiro Ukemi, cioè la caduta all’indietro, si posiziona in posizione eretta, con le braccia tese in avanti perpendicolari al proprio corpo. Dopo un leggero passettino indietro, l’atleta si siede fino quasi toccare con il sedere il 8 Ushiro Ukemi tatami, dopodiché scivola leggermente all’indietroe batte le braccia con un’angolazione di 15°/20° rispetto al corpo. Cose importanti da ricordare: E’ importante tenere il mento ben attaccato allo sterno in modo da evitare che la testa sbatta sul tatami, E’ importante battere le braccia e non i gomiti E’ importante non anticipare la battuta, per non Battere il braccio è la chiave essenziale per la riuscita di una buona caduta. Quando il nostro corpo cade accumula una forza considerevole. Battere il braccio permette di distribuire questa forza per tutto il corpo, rendendola minima. renderla inefficacie. YOKO UKEMI Per imparare la Yoko Ukemi, la caduta laterale, può essere di aiuto posizionarsi al bordo di una materassina che compone il tatami. La gamba, o destra o sinistra, a seconda del lato su cui vogliamo cadere, avanza e scivola con un angolazione di circa 45° (più o meno, verso l’angolo della materassina). Dopodiché si lascia cadere sul fianco e batte il braccio. Cose importanti da ricordare: E’ importante cadere sul lato, altrimenti si perde il senso della tecnica, E’ importante non buttarsi, ma lasciarsi scivolare, in modo da acquisire padronanza dei movimenti, 9 Yoko Ukemi E’ importante non sbattere la testa E’ importante che la gamba che scivola sia davanti all’altra gamba, altrimenti si rischia di farsi lo sgambetto da soli ZEMPO UKEMI La Zempo Ukemi, può sembrare una sorta di capriola in avanti rotolata sulla spalla. Può essere eseguita con una o due braccia appoggiate sul tatami. Questa caduta può essere svolta sia sul lato destro che sul lato sinistro del corpo. 10 Zempo Ukemi Cose importanti da ricordare: E’ importante rotolare sulla spalla, tenendo il mento ben saldo allo sterno in modo da non sbattere con la nuca, E’ importante non atterrare con le ginocchia in modo da non sforzare i legamenti. MAE UKEMI La Mae Ukemi è una caduta in avanti sugli avambracci. Cose importanti da ricordare: E’ importante che nella parte finale 11 Mae Ukemi della caduta il bacino, le ginocchia e il petto non siano a contatto con il suolo E’ importante battere tutto l’avambraccio e non solo le mani o peggio le dita I principi delle tecniche A cosa servono? Ogni tecnica può essere suddivisa in tre fasi, ognuna di esse è imprescindibile per la riuscita ottimale della tecnica. KUZUSHI Kuzushi è il termine giapponese per indicare lo squilibro. Il nome deriva dal verbo transitivo kuzusu che vuol dire spingere in basso, distruggere o demolire. Quindi non si riferisce solo alla rottura dell’equilibro, ma al processo di portare l’avversario in una posizione in cui la possibilità di attaccare è compromessa irrimediabilmente. Esistono otto direzioni principali in cui muoversi, e ad ogni direzione corrisponde undiversosquilibrio. Ogni tecnica ha un suo specifico squilibrio. 12 Tratto dal libro "A scuola di Judo", Budobooks TSUKURI La fase di Tsukuri comprende tutti i movimenti preparatori necessari per adattare il proprio corpo alla posizione richiesta dalla tecnica: avvicinarsi ad Uke, posizionare bene le braccia, flettere le gambe,eventualmente un cambio di presa, e soprattutto il contatto ( MICHAKU ). Questi movimenti sono specifici per ogni tecnica. KAKE Kake è la fase finale della tecnica, ovvero la parte che comprende la proiezione. In questa fase è essenziale, special-mente in palestra controllare la caduta di Uke, in quanto abbiamo a che fare con persone e nonsacchi di patate. TORI E UKE Chi è Tori? Tori è colui che esegue la tecnica. Chi è Uke? Uke è colui che subisce la tecnica. Il TATAMI Che cos’è il Tatami? Il Tatami è il tappeto su cui pratichiamo Judo. Serve essenzialmente per creare una superficie sufficientemente morbidada attutire la caduta e allo stesso tempo sufficientemente durada non impedire i movimenti. Generalmente, in ogni dojo ci sono materassine di due diversi colori, generalmente o verde e rosso, o giallo e blu. Il colore più chiaro indica l’area in cui si svolge il combattimento, quello piùscurodelimita l’area di combattimento. Le tecniche A cosa servono? Sono il fulcro del Judo. Si suddividono in due grandi gruppi: NAGE WAZA Il Nage Waza comprende tutte le tecniche di proiezione. Si suddivide in due grandi gruppi: Tachi Waza: Sono tutte le tecniche di proiezione partendo dalla posizione eretta. Il Tachi Wazaasua volta si divide in tre grandi categorie: o Te Waza comprende le tecniche di braccia o Ashi Waza comprende le tecniche di gamba o Koshi Waza comprende le tecniche di anca 13 Tachi Waza Sutemi Waza: Sono tutte le tecniche di proiezione cosiddette di sacrificio, ovvero che consistononel sacrificare la nostra condizione di equilibrio e stabilità per proiettare uke. A sua volta il gruppo delle Sutemi Waza si divide in due sottogruppi: o Yoko Sutemi Waza comprende tutte le tecniche di sacrficio sul lato o Ma Sutemi Waza comprende tutte le tecniche di sacrificio sul dorso NE WAZA Il Ne Waza comprende tutte le tecniche in a terra. Si suddivide in : Osae Komi Waza comprende tutte le tecniche di controllo (cioè le prese a terra) Kansetzu Waza comprende tutte le tecniche di leva articolare Shime Waza comprende tutte le tecniche di strangolamento 14 Ne Waza UCHIKOMI A cosa serve? Uchikomi è il termine giapponese che utilizziamo per definire l’esercizio di studiare la tecnica , o meglio ancora, ripetere la tecnica tante volte. Si può fare Uchikomi sia da fermi, che in movimento. Il fulcro di questo esercizio è assimilare e comprendere i movimenti della tecnica. Per questo motivo Uke deve assecondare Tori nei suoi movimenti, senza opporre un’eccessiva resistenza. RANDORI A cosa serve? Randori è il combattimento leggero che si svolge in palestra. L’obiettivo è quello di prendere confidenzacon il combattimento, sia nella lotta in piedi che nella lotta a terra. E’ importante in questo frangente non assecondare i movimenti di Tori, ma di sfruttarli a proprio vantaggio. Randori significa “combattimento libero”.I praticanti si dividono in coppie e lottano tra di loro come se fosse uno scontro reale. Il presupposto fondamentale della pratica del randori è che ogni praticante deve stare attento a non fare male al suo compagno. Inoltre è poco costruttivo usare la forza fisica, o sfruttare la differenza di peso per proiettare il nostro compagno sul tappeto: lo scopo principale è imparare a combattere, non vincere in palestra. SHIAI A cosa serve? Lo Shiai è il combattimento vero e proprio. IL REGOLAMENTO DELLO SHIAI IPPON: L’Arbitro annuncerà Ippon quando: Un combattente proietta l’altro con controllo, con considerevole forza e velocità, facendolo atterrare sulla schiena in manieraevidente Quando un combattente immobilizza l’altro con un OsaekomiWaza per 20 secondi consecutivi Quando un combattente si arrende Quando un combattente è reso incapace di proseguire l’incontro 15 L'arbitro segnala Ippon L’Ippon decreta la fine immediata dell’incontro. WAZA-ARI: L’Arbitro annuncerà Waza-ari quando: Un combattente proietta l’altro con controllo, ma la tecnica manca di uno degli elementi necessari per ottenere l’Ippon Quando un combattente immobilizza l’altro con un OsaekomiWaza per 15 o più secondi consecutivi, ma meno di 20 Se un combattente ottiene due Waza-ari nello stesso incontro, essi decreteranno la fine dell’incontro. L’arbitro pronuncerà il comando Waza-ari- 16 L'arbitro segnala Waza-ari awasete-Ippon. Il Waza-ari è l’unico vantaggio che può essere sommato e convertito. 17 Due Waza-ari formano un Ippon YUKO: L’Arbitro annuncerà Yuko quando: Un combattente proietta l’altro con controllo, ma la tecnica manca di due degli elementi necessari per ottenere l’Ippon Quando un combattente immobilizza l’altro con un OsaekomiWaza per 10 o più secondi consecutivi, ma meno di 15 18 L'arbitro segnala Yuko OSAEKOMI e TOKETA: L’Arbitro darà l’Osaekomi quando uno dei due combattenti controlla l’altro con una tecnica di Osaekomi Waza. Quando l’avversario si liberao riesce a rompere la presa, l’arbitro annuncerà il Toketa. 20 Osaekomi 19 Toketa HAJIME: L’Arbitro annuncerà Hajime per dare inizio al combattimento. MATTE: L’Arbitro annuncerà Matte per dare fermare brevemente il combattimento. Il combattimento si potrà riprendere con il comando Hajime. 22 Hajime 21 Matte SOREMADE: L’Arbitro annuncerà Soremade per terminare il combattimento. Il combattimento non potrà più essere ripreso. 23 Sonomama e Yoshi SONOMAMA: L’Arbitro annuncerà Sonomama per bloccare i due combattenti. Mentre nel Matte i due combattenti interrompono l’azione e si riposizionano al centro del tappeto, con il Sonomama si vuole fermare l’azione momentaneamente e i due combattenti non dovranno muoversi dalla posizione in cui si trovano. Il combattimento riprenderà dall’esatta posizione in cui si trovavano i Judoka al momento dell’interruzione. YOSHI: L’Arbitro annuncerà Yoshi per far ricominciare un combattimento dopo al Sonomama. MAITTA: Quando un combattente decide di arrendersi può urlare Maitta o in alternativa battere ripetutamente con il braccio o col piede sul tappeto. 24 Il combattente con il Judogi blu si arrende battendo sul braccio del suo avversario in seguito ad una tecnica di Shime Waza SHIDO: L’Arbitro annuncerà Shido per segnalare un comportamento scorretto da parte di uno o di entrambi i contendenti. Il quarto Shido comporta la squalifica per comportamento scorretto e la fine immediata di uncombattimento. 26 Shido per inattività 25 Shido per falso attacco HANSOKUMAKE: L’Arbitro annuncerà Hansokumake quando intende squalificare un combattente. La squalifica può essere applicata o per accumulo di sanzioni o per riprendere un comportamento scorretto. i i I contenuti sono stati scritti dal Judo Club Lugo Le immagini sono state prese dai siti: http://www.judo-ch.jp/english/ http://www.judoinfo.com e non appartengono né sono collegate in alcun modo al Judo Club Lugo. Questa dispensa è stata redatta al solo scopo di aiutare gli allievi a comprendere meglio le cose viste a lezione. I riferimenti al Regolamento Federale sono stati scritti in base all’ultimo regolamento redatto dalla FIJLKAM, Anno 2013.