Bilancio di Mandato 2003-2007 Bilancio di Mandato 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana La salute, costruiamola insieme. Azienda ULSS 9 - Treviso Borgo Cavalli, 42 - 31100 Treviso Tel +39 0422 323217 - Fax +39 0422 547664 www.ulss.tv.it Bilancio di Mandato Bilancio di Mandato 2003-2007 Percorsi ed evoluzione della Sanità e dei Servizi Socio-Sanitari per le persone e il territorio. SOMMARIO 7 Presentazione del Direttore Generale 8 Nota metodologica 12 1. CONTESTO DI RIFERIMENTO 26 2. PROFILO AZIENDALE 42 2.1 Identità, mission, vision, valori 2.2 Atto aziendale e organizzazione dipartimentale 2.3 Risorse umane 2.4 Interlocutori aziendali 3. OBIETTIVI ISTITUZIONALI E STRATEGIE AZIENDALI 64 1.1 Storia 1.2 Popolazione e territorio 1.3 Stato di salute 3.1 Il percorso della programmazione aziendale 3.2 La persona al centro del sistema 3.3 Aspetti etici 4. ELEMENTI QUALIFICANTI DELLA GESTIONE 4.1 Qualità 4.2 Progetti ICT e Telemedicina 4.3 Ricerca e Sviluppo 4.4 Formazione del personale 4.5 Rapporti con l’Università 4.6 Cittadella Sanitaria 4.7 Aree vaste Sommario 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana 80 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 134 5.1 A ssistenza sanitaria collettiva e promozione della salute in ambiente di vita e lavoro 5.2 Assistenza Primaria e Socio-Sanitaria 5.3 Assistenza ospedaliera 5.4 Gestione delle liste d’attesa 6. SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, FINANZIARIA, PATRIMONIALE 6.1 Aspetto economico della gestione: ricavi e costi 6.2 Patrimonio aziendale: attività e passività 6.3 Finanziamenti in conto capitale 6.4 Investimenti in tecnologie e infrastrutture 6.5 Gestione del capitale immobiliare 6.6 Valorizzazione del patrimonio artistico e culturale 158 7. SFIDE PER IL FUTURO 160 Conclusioni 161 Ringraziamenti 162 Glossario 167 Questionario di valutazione Direzione strategica Direttore Generale Claudio Dario Direttore Amministrativo Giovan Battista De Dominicis Direttore Sanitario Paola Corziali Direttore dei Servizi Sociali Giuseppe Dal Ben Collegio Sindacale Gian Quinto Perissinotto, Presidente Conferenza dei Sindaci Liviana Scattolon, Presidente Progetto Responsabile Gianluigi Scannapieco, SC Qualità, Piani e Programmi Comunicazione e Marketing Coordinamento Marina Donadi, SC Qualità, Piani e Programmi Comunicazione e Marketing Gruppo di Lavoro Camillo Barbisan, Giuseppe Battistella, Claudio Beltramello, Paola Bernardi, Paolo Betteti, Fabrizio Biral, Fabio Bruno, Laura Cadorin, Antonio Carlini, Andrea Castagnotto, Annamaria Ciaglia, Paola Corziali, Alessandra Da Re, Giuseppe Dal Ben, Roberto De Nes, Luca Del Ninno, Giovanni Di Giacomo, Pietro Paolo Faronato, Annarita Furlanetto, Giovanni Gallo, Francesca Gambino, Elisabetta Ghiotto, Silvia Giovannetti, Carlo Liva, Francesco Marini, Giuseppe Migotto, Francesco Rizzardo, Giorgio Roberti, Elisabetta Roncoroni, Mario Secolo, Michele Tessarin, Stefano Vianello, Annalisa Visentin, Massimo Visentin. Direttori di Dipartimento Nicolò Bassi, Paolo Boldrini, Giovanna Bragagnolo, Giuseppe Di Falco, Enrico Di Giorgi, Fabio Fabi, Gerardo Favaretto, Giancarlo Foscolo, Pietro Legovini, Attilio Mottola, Onofrio Sergio Saia, Giorgio Santelli, Carlo Sorbara, Nello Spinella, Paolo Tasso, Carlo Valfrè, Germano Zanusso, Pier Luigi Zorat. Responsabili Struttura Complessa 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Presentazione del Direttore Generale Dopo cinque anni di lavoro, il bilancio di un’attività complessa come quella svolta in un’azienda socio-sanitaria – complessa per molteplicità di interventi, per pluralità di professionalità e per la vastità del contesto sociale, economico e culturale in cui si sviluppa – difficilmente può essere colta nella sua dimensione con la lettura del solo bilancio economico consuntivo. Ho ritenuto pertanto di rappresentare questo percorso con il metodo del bilancio sociale1, anche alla luce degli indirizzi di modernizzazione delle Amministrazioni pubbliche, che vedono nella trasparenza il modo per costruire un rapporto aperto e proficuo con cittadini ed utenti. Nei primi giorni di questo mandato paragonai l’Azienda Ulss 9 ad un transatlantico, anzi ad una portaerei. Lo feci pensando alle dimensioni, al numero di dipendenti, equiparabile ad un equipaggio di oltre quattromila persone, all’infinità di ruoli, così diversi ma tutti coordinati e protesi al raggiungimento di un’unica meta: per raggiungerla è necessario studiare la rotta ma anche definire periodicamente il punto nave. La rotta è rappresentata dai nostri piani triennali (Piano Attuativo Locale e Piano di Zona), piani annuali e budget di dipartimento. Ora, a distanza di cinque anni, con questo Bilancio di Mandato definiamo il punto nave per verificare come si è mossa l’Azienda. Da questo punto la nuova Direzione potrà tracciare la rotta per i prossimi cinque anni. Abbiamo proceduto alla redazione del Bilancio di Mandato 2003-2007 con uno spirito di confronto e di apertura verso chi si relaziona con la nostra realtà aziendale, nell’ottica di tradurre quanto realizzato attraverso uno sforzo di misurazione e comunicazione, al fine di favorire un confronto sereno e trasparente con gli interlocutori. Pur trattandosi di uno strumento volontario, ritengo che tale documento sia di fondamentale importanza per poter valutare i risultati raggiunti dall’Azienda nell’offerta dei servizi sanitari e socio-sanitari ai cittadini, nell’attenzione ai bisogni di salute e al miglioramento della qualità della vita. La sua stesura ha inoltre fornito un’ulteriore occasione di dialogo e di collaborazione fra tutti i Dipartimenti Aziendali e con molti interlocutori esterni e ci ha consentito di fissare l’immagine del lavoro svolto in questi cinque anni e di renderci conto di come la nostra Azienda è cambiata. Per concludere, ritengo fondamentale ribadire che per la nostra Azienda – in quanto struttura pubblica - il Bilancio di Mandato vuole essere la rendicontazione ai “soci” (i cittadini e le amministrazioni regionale e locali), nonché agli organismi di controllo sociale e a tutti coloro che, a vario titolo, interagiscono con la nostra organizzazione. Il Direttore Generale Dr. Claudio Dario La Direttiva del 17.02.2006 del Ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni Pubbliche indica che “Il bilancio sociale serve a rendere conto ai cittadini in modo trasparente e chiaro cosa fa l’Amministrazione per loro. Rispetto al bilancio tradizionale, che riporta dati economico-finanziari difficilmente comprensibili dal cittadino, il bilancio sociale deve dunque rendere trasparenti e comprensibili le priorità e gli obiettivi dell’Amministrazione, gli interventi realizzati e programmati e i risultati raggiunti”. “Elemento fondamentale del bilancio sociale è il processo che porta alla sua realizzazione. La qualità del processo di rendicontazione incide direttamente sulla capacità del documento di rispondere alle esigenze conoscitive dei diversi interlocutori e di costruire con essi un dialogo permanente, dando piena attuazione al principio della responsabilità sociale”. 1 Nota metodologica La predisposizione del presente documento, alla sua prima edizione, è partita dall’analisi delle principali pratiche sviluppate nel Paese in materia di rendicontazione sociale nel settore pubblico. A partire dalla seconda metà degli anni ’90 si è infatti assistito ad una crescente affermazione delle teorie di gestione aziendale improntate ad una maggiore trasparenza e responsabilizzazione (Accountability) con particolare riferimento ad una maggiore responsabilità in campo sociale ed ambientale (Social and Environmental Responsibility)2. Ispirandosi alle best practices attualmente in essere, il presente rapporto prevede un’articolazione in sette capitoli principali: Capitolo 1. Contesto di riferimento Descrive lo scenario storico-territoriale in cui opera l’Azienda Socio-Sanitaria e lo stato di salute della popolazione. Tale scenario è rappresentato dalla popolazione assistita, dalle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali nonché dallo stato di salute. Capitolo 2. Profilo aziendale È dedicato alla presentazione dell’assetto istituzionale ed organizzativo dell’Azienda, e del contesto in cui ha operato negli anni 2003-2007. L’Azienda si confronta quotidianamente con associazioni, enti, istituzioni ed organizzazioni che collaborano, stimolano e integrano i processi di assistenza alla popolazione. Capitolo 3. Obiettivi istituzionali e strategie aziendali Illustra gli obiettivi e le strategie che hanno guidato i principali cambiamenti organizzativi e le maggiori innovazioni a livello aziendale, a partire dai basilari documenti di Programmazione Aziendale. Capitolo 4. Elementi qualificanti della gestione In questo capitolo vengono descritti gli elementi che hanno caratterizzato la gestione nel quinquennio 2003-2007, con particolare riferimento ad alcuni progetti qualificanti per l’Azienda Socio-Sanitaria. Il particolare impegno nelle attività di Information and Communications Technology (ICT) e il numero dei progetti in corso in questo ambito strategico per l’Azienda ha permesso di raggruppare le informazioni in uno speciale FOCUS allegato al presente Bilancio di Mandato. Capitolo 5. Bilancio delle attività e dei servizi In questa sezione viene fatto il punto sui risultati raggiunti in materia di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e attività socio-sanitarie, garantendo la più ampia integrazione dei processi sanitari e socio-assistenziali. Vanno in particolare segnalate le linee guida dell’Istituto Europeo per il Bilancio Sociale (IEBS), gli orientamenti della dottrina e le prassi applicative secondo i più accreditati modelli di rendiconto sociale proposti a livello nazionale dal Gruppo di Studio sul bilancio sociale (GBS) e internazionale (AA1000 e Global Reporting Iniziative); inoltre le linee guida del Programma Cantieri, espresse nel manuale “Rendere conto ai cittadini, il Bilancio Sociale nelle Amministrazioni pubbliche” (2004) nonché la successiva Direttiva sulla Rendicontazione sociale da parte del Ministro della Funzione Pubblica del 17.02.2006. 2 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Capitolo 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale È il capitolo dedicato alle cifre; risponde al bisogno di far conoscere in quali tipologie di assistenza sono stati spesi i soldi, riclassificando il bilancio secondo le principali aree di intervento del sistema sanitario e socio-sanitario. Capitolo 7. Sfide per il futuro Descrive le sfide future per l’Azienda Ulss 9 e il suo territorio. I dati presentati in questo volume si articolano in un arco temporale di riferimento di cinque anni: si è lavorato per inserire informazioni, dati e risultati il più possibile aggiornati; per la natura dei dati trattati e per le tempistiche relative alla disponibilità degli stessi è stato possibile aggiornare i risultati al primo semestre del 2007, laddove non altrimenti specificato; nei casi in cui si è ritenuto attendibile, si è creata una proiezione annua. Il documento è stato realizzato con un’ampia collaborazione di tutti i Dipartimenti aziendali che hanno fornito dettagliate relazioni delle attività svolte nel quinquennio. L’opportunità di rendere il documento sintetico e facilmente fruibile dal lettore, ha reso necessario condensare spesso in modo importante le informazioni raccolte: i documenti originari sono consultabili sul sito aziendale (www.ulss.tv.it). Si ricordano infine le principali fonti utilizzate per la stesura di questo documento, in particolare i principali documenti di pianificazione e programmazione: l’Atto Aziendale3, il Piano Attuativo Locale (PAL)4, il Piano di Zona dei Servizi alla persona (PDZ), le Direttive aziendali, il Bilancio di Salute, le Delibere aziendali, i Patti aziendali, i Progetti di ricerca sanitaria finalizzata, la rassegna stampa e il portale dell’Azienda Ulss 9 di Treviso (www. ulss.tv.it). Indicatori Allo scopo di allinearsi con le migliori pratiche e consentire un confronto con altre realtà del mondo della sanità e dei servizi sociali, l’Azienda Ulss 9 ha scelto di redigere il proprio Bilancio di Mandato seguendo principi di rendicontazione concordati sul bilancio sociale a livello regionale. L’Azienda ha aderito all’iniziativa sul bilancio sociale promossa dall’ARSS - Agenzia Regionale Socio-Sanitaria del Veneto5, con l’obiettivo di definire le linee guida e quindi un modello di riferimento secondo cui far evolvere i progetti di Responsabilità Sociale nelle Aziende Ulss e Ospedaliere. In particolare, sono stati adottati alcuni tra i più significativi indicatori sanitari di risultato e di misurazione di performance in questo documento che si articola su cinque anni di attività. L’Atto Aziendale, previsto all’art. 3, comma 1-bis, del DL.vo 30.12.1992, n. 502, e successive modificazioni ed integrazioni, si propone di fornire le linee generali dell’organizzazione e del funzionamento dell’Azienda Sanitaria. PAL 2003-2005 e PAL 2007-2009. 5 Vedi www.arssveneto.it 3 4 Nella tabella si riproducono gli indicatori cui ci si è adeguati nella stesura della rendicontazione evidenziando i requisiti minimi definiti nel gruppo di lavoro coordinato dall’ARSS. CAPITOLO INDICATORE 1. CONTESTO DI RIFERIMENTO Popolazione di riferimento 1.2 Comuni afferenti 1.2 Superficie 1.2 Densità 1.2 Percentuale anziani maggiori di 75 anni 1.2 Indice di invecchiamento 1.2 Indice di dipendenza anziani 1.2 Indice di ricambio 1.2 Indice di struttura 1.2 Percentuale di stranieri residenti PARAGRAFO 1.2 Anni di vita potenziali persi 1.3.1 Suicidi 1.3.1 Tasso grezzo di natalità 1.3.1 % parti cesarei 1.3.2 Gravidanze in minori 1.3.2 Basso peso alla nascita 1.3.2 2. PROFILO AZIENDALE Personale part time 2.3 Numero dipendenti 2.3 Composizione personale per profili 2.3 Dipendenti per classi di età e sesso 2.3 Tasso di turnover del personale 2.3 Numero di associazioni 2.4 Numero dei fornitori 2.4 Tempo medio di pagamento 2.4 3. OBIETTIVI ISTITUZIONALI E STRATEGIE AZIENDALI Tasso di reclamo 3.2.2 Tempo medio di risposta al reclamo scritto 3.2.2 4. ELEMENTI QUALIFICANTI DELLA GESTIONE 4.1 Numero partecipanti attività formative 4.4 Numero giornate di formazione 4.4 Numero eventi formativi interni 4.4 Numero corsi di laurea 4.5 Numero iscritti 4.5 5. BILANCIO DELLE ATTIVITÀ E DEI SERVIZI Indice di copertura vaccinale al 24° mese 5.1 Percentuale di popolazione target coperta da programmi di screening 5.1 10 Personale dedicato alla qualità 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana CAPITOLO INDICATORE PARAGRAFO Controlli di sicurezza luoghi di lavoro Interventi di promozione della salute Numero prestazioni specialistiche erogate 5.2.1 Numero MMG PLS MCA SAI 5.2.1 Assistenza domiciliare integrata 5.2.1 Assistenza residenziale 5.2.1 Utenti sert 5.2.2 % utenti sert in comunità 5.2.2 Numero ricoveri totali 5.3 Numero ricoveri ordinari 5.3 Numero ricoveri diurni 5.3 Numero dimissioni di residenti totali e per area medica, chirurgica, terapie intensive, materno infantile 5.3 Accessi in pronto soccorso 5.3 Mobilità % fughe 5.3 Mobilità indice di attrazione 5.3 Infezioni ospedaliere 5.3 Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) Ricoveri in SPDC 5.3 Tasso utilizzo posti letto 5.3 Indice di rotazione 5.3 Indice di case mix 5.3 Dimessi da reparti chirurgici con drg medico 5.3 Incidenza drg complicati 5.3 Indice comparativo di performance 5.3 % ricoveri potenzialmente inappropriati 5.3 % ricoveri ripetuti 5.3 % giornate outliers 5.3 Finanziamento regionale 6.1 Elasticità investimenti 6.2 Indice di liquidità 6.2 Indice di disponibilità 6.2 Indice rotazione debiti 6.2 ROI 6.2 Indice di vita utile 6.4 Indice di capacità di investimento nel triennio 6.4 Capitalizzazione netta 6.4 Spesa per le attrezzature 6.2 5.1 5.1 1.3.2 6. SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, FINANZIARIA, PATRIMONIALE 11 1. CONTESTO DI RIFERIMENTO 13 1.1 Storia 15 1.2 Popolazione e territorio 18 1.3 Stato di salute 18 1.3.1 Mortalità evitabile 23 1.3.2 Gravidanze e nascite 12 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Sulla sua storia l’Azienda Ulss 9 di Treviso ha costruito il suo presente e sta preparando il suo futuro. La storia è tradizione, continuità e legame col territorio. La storia è conoscenza e fonte di insegnamento. Per questo va considerata come un patrimonio da valorizzare. 1.1 Storia6 L’Azienda Ulss 9 di Treviso discende direttamente dal grande ospedale insediato nel 1332 all’interno della cinta muraria medioevale, in riva al fiume Sile e tra i canali Cagnan e Buranelli. L’ospedale di Treviso fu fondato dalla Confraternita dei Battuti, costituita a Treviso nel 1260; i loro associati partecipavano attivamente alla vita religiosa delle città, prestavano assistenza ai confratelli, soccorso ai poveri, cura agli ammalati, mantenendo vedove e orfani. Con la raccolta di elemosine la Confraternita provvide all’acquisto del terreno su cui venne costruito l’ospedale. Fino al 1797, anno della caduta della Serenissima Repubblica di Venezia, l’organizzazione della struttura ospedaliera rimase sostanzialmente invariata. Con l’occupazione francese del Veneto, venne soppressa l’antica Confraternita e ad essa subentrarono le nuove istituzioni di assistenza e beneficenza di concezione napoleonica che continuarono sotto l’occupazione austriaca per poi confluire all’interno delle nuove tipologie di organizzazione previste dallo stato unitario. Durante la Prima Guerra Mondiale l’Ospedale venne trasferito prima ad Orvieto e poi a Viggiù in provincia di Varese, ove rimase fino alla fine del conflitto. Altri ammalati furono dislocati in edifici di Preganziol, Canizzano, Morgano e Dosson. Alle ore sei del mattino del 2 febbraio 1918, la parte superiore dell’ingresso dell’ospedale venne pesantemente colpita e parzialmente abbattuta da aerei austriaci, dopo un lungo bombardamento notturno su tutta la città7. Il 23 ottobre 1932, al termine di un intenso dibattito che coinvolse le amministrazioni ospedaliera e comunale, oltre che l’intera comunità, fu inaugurato appena fuori le mura in località Ca’ Foncello, il primo nucleo della attuale sede ospedaliera principale. I fabbricati del nuovo ospedale, in considerazione dell’oramai imminente scoppio della Seconda Guerra Mondiale, vennero successivamente espropriati dall’Autorità Militare per essere adibiti ad Ospedale Militare. Nel 1944, una porzione del vecchio edificio ospedaliero venne distrutta dalle bombe degli aerei alleati che devastarono, per quasi un anno, anche l’intera città. I reparti ospedalieri, evacuati da Treviso, furono concentrati soprattutto nella zona di Dosson di Casier e solo dopo alcuni anni incominciarono a rientrare nella vecchia sede cittadina ed in quella di Ca’ Foncello, che nel frattempo era stata riacquistata dall’Amministrazione Ospedaliera. In questi anni iniziò anche il rapido evolversi di tutta la struttura edilizia, gli ampliamenti degli edifici e l’aumento dei reparti che portarono la sede ospedaliera alla sua attuale conformazione. Verso la fine degli anni ’90 venne attuato il definitivo trasferimento di tutto l’ospedale dalla vecchia sede ubicata all’interno delle mura cinquecentesche della città, presso l’attuale sede di Ca’ Foncello. A seguito dell’entrata in vigore della L. n.132/1968 in materia di riforma ospedaliera, l’ospedale di Treviso venne classificato “Ospedale Generale Regionale”; 6 7 Per tutti i dettagli relativi alla storia dell’Azienda Ulss 9 si rimanda a quanto pubblicato sul sito Internet aziendale www.ulss.tv.it; nel presente documento si riporta un estratto che evidenza i principali cenni storici. Fu in questo periodo che operò presso l’ospedale di Treviso Suor Bertilla Boscardin, umile e giovane religiosa infermiera morta nel 1922 che, già in fama di santità per la sua particolare dedizione alla cura degli ammalati e per il suo alto senso del sacrificio e del dovere, venne proclamata beata da Pio XII e santa da Giovanni XXIII. 13 con la L. n.180/1978 vennero abolite le istituzioni manicomiali, le cui attività passarono alla competenza delle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. Con la riforma sanitaria (L. n. 833/1978) l’ospedale confluì, con tutte le altre strutture territoriali che erogavano a diverso titolo prestazioni sanitarie, nella nuova struttura che assunse la denominazione di Unità Locale Sanitaria n.10. Il suo territorio era limitato al Comune capoluogo ed ai Comuni dell’area circostante. Successivamente a leggi nazionali e regionali di riordino della sanità pubblica fu approvata la nuova organizzazione delle Unità Sanitarie Locali: l’Ulss divenne pertanto una Azienda con a capo un Direttore Generale e con una struttura dotata di ampia autonomia organizzativa, gestionale ed economica. Il 01.01.1995 l’Ulss di Treviso venne unita con quella di Oderzo-Motta di Livenza (ex Ulss n.11) e assunse la nuova denominazione di Azienda Unità Locale Socio Sanitaria della Regione Veneto n.9. Nella lunga storia dell’Azienda Ulss 9 si inserivano quindi anche gli Ospedali di Oderzo e di Motta di Livenza. Ospedale di Oderzo Già nel Medioevo l’assistenza ad Oderzo era affidata ai Frati Eremiti che amministravano i sacramenti nella chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, che sorgeva vicino all’Ospedale. Nel 1880 iniziarono le pratiche per l’istituzione di un “Ospedale distrettuale”. All’epoca esisteva una sezione ospedale nella Casa di Ricovero; il fabbricato adibito a lazzaretto venne ceduto alla Congregazione di carità per il ricovero degli indigenti. Lo statuto organico, approvato con decreto reale del 01.08.1900, ricorda la generosità dei primi benefattori, in particolare il lascito delle proprie sostanze disposto con testamento dal munifico cav. avv. Tomitano nob. Pompeo fu Clementino, scomparso il 15.05.1898, che portò alla nascita dell’Ospedale “Pompeo Tomitano”. Nel 1915 la guerra: il vicino Piave diventò teatro di scontri, con morti e feriti8. Dopo vari colloqui con la Direzione della Sanità Militare, si raggiunse nel 1940 un accordo per mettere a disposizione dell’Ospedale Militare un reparto completamente attrezzato, considerato lo scopo “più che patriottico”; si insediò il Commissario Prefettizio, che rilevava i poteri del Consiglio d’Amministrazione. Terminato il conflitto, gli anni ’60 registrarono il boom economico, la chiusura del sanatorio, simbolo della miseria da dimenticare, e l’apertura dell’ostetricia-ginecologia che trovò sede, di lì a poco, in un moderno complesso materno-infantile. La donazione di reni artificiali da parte di una benefattrice costituì la premessa per l’istituzione del servizio di dialisi che accolse per alcuni anni lo scrittore Goffredo Parise. Gli anni ’80 portano al trasferimento di Pediatria e Maternità a Motta di Livenza e all’istituzione di una divisione geriatrica, nella prospettiva di concentrare il polo chirurgico e l’urgenza ad Oderzo. Il 01.01.1995 gli Ospedali di Oderzo e di Motta di Livenza diventarono parte dell’Unità Locale Socio-Sanitaria n. 9. A partire dal 2001 si è proceduto inoltre, con capitale misto pubblico e privato, alla costituzione dell’Ospedale di Alta Specializzazione di Motta di Livenza, destinato prevalentemente a funzioni di recupero e di rieducazione funzionale. Alcune curiosità. 1927: in applicazione delle leggi del Governo Nazionale Fascista, anche nel Comune di Oderzo viene insediato il Podestà; la campagna per il ribasso di tutti i prezzi, dettata e voluta dal regime quale risposta alla crisi mondiale del 1929, consiglia all’Amministrazione di appoggiare con tutti i mezzi la “nobilissima battaglia ingaggiata dal Regime Fascista”. Si riduce la retta di degenza. Poiché nelle forme tubercolari, oltre alla cura medica, vigile e solerte dei sanitari, occorre sollevare lo spirito degli ammalati, distraendoli il più possibile dalla preoccupazione per la gravità del male, si decide di acquistare un apparecchio radio da installarsi nel padiglione per malattie polmonari aperto nel 1932. 8 14 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Ospedale di Motta di Livenza Nel gennaio 1567 la comunità di Motta di Livenza deliberò la nomina di un “Proveditor sopra l’Ospedal”. Nel libro dell’amministrazione della Confraternita di Santa Maria e di San Nicolò, degli anni 1580-1605, si trovano vari cenni all’ospedale nuovo; anzi la Confraternita ne gestiva uno fatto risalire già al 1510. Mentre la peste del 1630-31 che colpì pesantemente l’intera Europa lasciava indenne la città di Motta, il colera del 1835 fu micidiale: in quell’occasione i religiosi del Santuario si offrirono di prestare servizio agli ammalati. Nel 1869 il Comune di Motta di Livenza ottenne dallo Stato il possesso del convento e di tutti i locali annessi e ne affidò l’amministrazione alla locale Congregazione di Carità. Nel 1878, fece ridurre una parte dei locali ad uso infermeria e servizi relativi; dopo due anni ottenne che fosse accordata all’Ospedale la personalità giuridica e venisse approvato uno statuto organico: nasceva così il nuovo Ospedale di Motta. Negli ultimi anni, allo scopo di dare un migliore servizio all’utenza ed alla ricerca di una più efficace utilizzazione delle risorse finanziarie a disposizione, si è proceduto ad una riorganizzazione della struttura operativa aziendale, così come descritto nel presente documento. L’Azienda Ulss 9 di Treviso serve un territorio di 37 Comuni, con una popolazione di circa 400 mila abitanti, cresciuta nel decennio 1993-2002 di 30 mila unità, per effetto soprattutto del fenomeno dell’immigrazione. I comuni del territorio di pertinenza si estendono su una superficie di 986 Kmq con una densità di 407 abitanti per kmq. La popolazione residente al 31.12.2006 è di 400.870 abitanti (49,3% maschi). Anche il territorio trevigiano segue l’espansione demografica in atto in Italia con il progressivo incremento dell’età della popolazione (cittadini al di sopra dei 75 anni), come dimostra la tabella sottostante che mette a confronto gli anni 2002 e 2006. Il minore aumento percentuale si ha nelle classi centrali, in particolare la fetta di popolazione 15-44, che rimane comunque la più numerosa. La quota di persone a carico sta aumentando, così come l’indice di dipendenza senile9 è aumentato passando da 25,37 maggiori di 65 anni su 100 persone in età 15-64 a 26,98. I maggiori di 75 anni sono 34.495 e rappresentano l’8,6% della popolazione (8,1% nel 2002); i viventi oltre 90 anni sono 3.431, di cui 2.712 donne (79%). Classi di età 9 Anno 2002 1.2 Popolazione e territorio Incremento Incremento assoluto % Anno 2006 Maschi Femm. Totale % Maschi Femm. totale % 0 - 14 26.998 25.561 52.559 14,0 30.178 28.458 58.636 14,6 6.077 11,5 15 - 44 83.744 78.474 162.218 43,1 86.091 80.863 166.774 41,6 4.556 2,8 45 - 64 47.764 48.145 95.909 25,5 51.268 51.467 102.735 25,6 6.826 7,1 65 - 74 15.960 18.995 34.955 9,3 17.782 20.448 38.230 9,6 3.275 9,3 > 75 10.453 20.143 30.596 8,1 12.203 22.292 34.495 8,6 3.899 12,7 Totale 184.919 191.318 376.237 100 197.522 203.528 400.870 100 24.633 6,5 L’indice di dipendenza senile è un sottoinsieme dell’indice di dipendenza: misura il rapporto tra la parte della popolazione che non lavora e con età > 64 anni, rispetto alla popolazione potenzialmente attiva (15-64 anni). 15 Nella Marca trevigiana si vive a lungo: la speranza di vita alla nascita è di 77,9 anni per i maschi, e di 84,6 anni per le femmine10, indici leggermente superiori rispetto a quelli regionali (77,5 e 83,7 anni rispettivamente). Le migliori performance nella Comunità Europea sono 77,9 anni per gli uomini svedesi e 83,6 per le donne spagnole11. All’aumentare dell’età aumenta anche la speranza di vita: gli uomini che oggi hanno 65 anni supereranno mediamente gli 82 anni, le donne sfioreranno gli 87 anni. La popolazione dell’Ulss 9 ha avuto una crescita pressoché costante nell’ultimo periodo pari a circa 6.000 abitanti per anno. Tale crescita è dovuta in parte al saldo naturale (differenza tra numero di nati e deceduti nell’anno): nel 2006 il tasso di natalità era 10,7 nati per mille residenti (stime ISTAT per Italia 2006: 9,5) e quello di mortalità del 7,8 (stime ISTAT per l’Italia 2006: 9,4). I nati sono più dei deceduti di circa 1.000 per anno. Il saldo migratorio12 è di circa 5.000 residenti. In particolare i residenti immigrati regolari provenienti dall’estero sono passati da 17.161 del 31.12.2002, ai 33.808 del 31.12.2006 e la loro numerosità incide per l’8,4% della popolazione residente. La popolazione straniera è prevalentemente giovane, il 22% è al di sotto dei 15 anni mentre la fascia in età lavorativa 15–64 è pari a 25.800 individui (76%). Di quest’ultima fascia 21.671 (84%) sono tra i 15 e 44 anni. Nella seguente figura viene rappresentata la distribuzione percentuale della popolazione straniera residente nel territorio dell’Azienda Ulss 9. Stranieri nei comuni dell’Ulss 9 al 31.12.2006 3 - 6% 7 - 9% 10 - 11% 12 - 16% Dati ISTAT 2003 - tavole di mortalità. Fonte EUROSTAT. Va segnalato che il tasso migratorio netto è la differenza tra il numero degli iscritti e il numero dei cancellati relativamente ad un determinato periodo (es. un anno solare)/popolazione residente * 1000. 10 11 16 12 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Gli indicatori demografici temporali seguenti descrivono la popolazione dell’Azienda Ulss 9, sempre più anziana. L’indice di vecchiaia13 è di 124 anziani ogni 100 giovani. Il suo valore, pur con qualche oscillazione, è costante negli ultimi anni ed indica che per ogni 4 giovani al di sotto dei 15 anni, ci sono 5 anziani oltre i 64. L’indice di dipendenza14 è in lieve ma costante crescita ed è passato dal 45,76% del 2002 al 48,74% del 2006, rilevando ormai che il numero delle persone in età non lavorativa equivale a quello delle persone in età lavorativa. L’indice di struttura15 è una misura dell’invecchiamento della popolazione in età lavorativa. Il suo valore nel 2002 era 94,96%, nel 2006 è diventato 105,40%. (Per ogni 100 residenti di età 15-39 attualmente vi sono 105 residenti di età 40-64). L’indice di ricambio16 è fortunatamente in diminuzione. Si evidenzia quindi un lieve recupero della classe 15-19 sulla fascia 60-64 che sta lasciando il lavoro. Nel 2002 per ogni 100 residenti che si affacciavano all’età lavorativa, quelli che uscivano erano 134; nel 2006 sono scesi a 126. Anche l’indice di carico di figli per donne in età feconda17 è in leggero aumento ed è passato da 20,32 figli ogni 100 donne del 2002 ai 22,08 del 2006. La situazione è bene illustrata dalla seguente piramide per età: Composizione dell’età della popolazione, anno 2006 NBTDIJ GFNNJOF Il grafico mostra la composizione delle età della popolazione residente nel territorio dell’Azienda Ulss 9. Si è passati da una forma strettamente piramidale dell’inizio secolo, tipica di alte natalità e mortalità, a quella ad albero attuale, con basse natalità e mortalità. Si notano ancora i segni lasciati dalle guerre mondiali, le profonde lacerazioni della curIndice di vecchiaia: residenti di età superiore ai 64 anni su residenti di età inferiore ai 15 anni. Indice di dipendenza: residenti in età non lavorativa/residenti in età lavorativa x100 (residenti in età non lavorativa: popolazione 0-14 e > 65 anni; residenti in età lavorativa: popolazione tra i 15 e i 64 anni). 15 Indice di struttura della popolazione attiva: misura il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa (residenti tra i 40-64 anni/residenti tra 15-39 anni x100. 16 Indice di ricambio: indicatore del rapporto tra il n. dei posti di lavoro che la popolazione lascerà liberi con quelli che la popolazione entrante nel mondo del lavoro richiederà (residenti tra i 60-64 anni/residenti tra i 15-19 anni x100). 17 Indice di carico di figli per donne in età feconda: residenti di età 0-4 anni per 100 donne in età 15-39 (residenti di età 0-4 anni/donne residenti 15-39 anni x100). 13 14 17 va corrispondenti alle età 88-90 (I guerra) e 61-65 (II guerra) e la successiva immediata ripresa. Il boom demografico degli anni ’60 corrisponde all’età 35-45. Si nota anche la caduta delle nascite a partire dagli anni ’80 con minimo attorno agli anni ’90, attualmente in leggero recupero. La parte esterna del grafico è l’apporto dato dai residenti stranieri che, come si vede, incide maggiormente sulle fasce giovani e sull’età lavorativa. 1.3 Stato di salute La principale finalità dell’Azienda Ulss 9 è di far star bene i propri assistiti. I risultati, quindi, si misurano sulla capacità di rispondere ai problemi di salute della popolazione e di farla vivere di più e meglio. Tali risultati sono ottenuti con attività gestite direttamente (ad esempio l’erogazione delle prestazioni sanitarie preventive e di cura), con altre condotte in modo integrato da altri soggetti, quali i Comuni ed il Terzo settore nell’ambito socio-sanitario e con attività di promozione dei determinanti di salute. È noto, infatti, che la salute è garantita solo in parte dalle attività di prevenzione igienico-sanitaria, di diagnosi, cura e riabilitazione. Molti dei determinanti di salute competono ad altre istituzioni e con esse l’Azienda interagisce e collabora in modo diversificato. Si iniziò nel 2002 con la stesura di un “Profilo di Salute” con l’obiettivo di fotografare la situazione di partenza; successivamente nell’anno 2004 è stato redatto il “Bilancio di Salute” contenente una prima valutazione dei risultati per giungere nel 2006 alla seconda valutazione degli stessi. È stato così documentato il percorso aziendale finalizzato a mettere al centro il cittadino e a superare l’autoreferenzialità dell’organizzazione sanitaria18. In questa sede si descrivono la mortalità evitabile e le nascite, in modo da contestualizzare la ristrutturazione aziendale avvenuta nel quinquennio 2003-2007. 1.3.1 Mortalità evitabile19 Quali le cause prevenibili di mortalità più importanti? Tumori, malattie del sistema circolatorio, traumatismi ed avvelenamenti determinano la quasi totalità della mortalità prevenibile nell’Azienda Ulss 9 di Treviso. Sono i tumori a determinare la maggior quota di mortalità evitabile in ambedue i sessi. Nei maschi hanno un particolare peso i tumori dell’apparato respiratorio, nelle femmine quelli della mammella. Nei maschi le malattie del sistema circolatorio hanno un peso proporzionale maggiore che nelle femmine: particolare importanza assumono le malattie ischemiche. I traumatismi e gli avvelenamenti hanno un peso quasi doppio nei maschi rispetto alle femmine. Il Bilancio di Salute è disponibile sul sito www.ulss.tv.it nell’area “documenti aziendali”. I dati di mortalità presentati in questo capitolo sono forniti dal Gruppo di Lavoro ERA su dati ISTAT (demografici al 30.06.2004; schede di morte del triennio 2000-2002). Essi sono in parte pubblicati nell’“Atlante 2007 della Mortalità evitabile per genere e Usl - ERA”, liberamente disponibile sul sito www.atlantesanitario.it. 18 19 18 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Mortalità evitabile 0-74 anni. Peso relativo dei tassi standardizzati x 100.000 residenti, per sesso e gruppi di cause. Azienda Ulss di Treviso Maschi Femmine Tumori 44% 52% Tumori maligni apparato digerente e peritoneo 38% 28% Tumori maligni apparato respiratorio e organi intratoracici 49% 20% Tumori della donna (mammella e organi genitali) 43% Altri tumori 12% 8% Sistema circolatorio 29% 23% Malattie ischemiche del cuore 65% 43% Malattie cerebrovascolari 23% 41% Altre malattie del sistema circolatorio 12% 16% Traumatismi e avvelenamenti 18% 10% Malattie dell’apparato digerente 2% 4% Malattie infettive e parassitarie 1% 2% Malattie dell’apparato respiratorio 2% 3% Malattie del sistema genito-urinario 1% 1% Comparazione tra i principali indicatori demografici di Azienda Ulss 9, Provincia di Treviso e Regione Veneto Per l’analisi demografica dell’Azienda Ulss 9 si rimanda al paragrafo 1.2 “Popolazione e territorio”. Nella tabella che segue sono riportati i principali indicatori che permettono la comparazione del fenomeno della mortalità. Indicatori demografici Maschi Femmine Ulss 9 Prov. TV Reg. Ven Ulss 9 Prov. TV Reg. Ven Indice di vecchiaia (x 100) 98,5 96,7 107,4 152,3 151,1 168,4 Indice di dipendenza (x 100) 41,8 42,2 42,7 52 53,2 53,9 Tasso grezzo di natalità (x 1.000 ab.) 11,7 11,6 10,6 10 10,1 9,6 Tasso grezzo di mortalità(x 1.000 ab.) 8,2 8,3 9,1 8 8,1 8,8 - - - 21,1 21,3 20 Bimbi 0-5 anni x 100 donne feconde 15-49 anni Indice di ricambio (× 100) 124 120,3 127,5 140,5 133,4 143,3 Tasso migratorio netto (x 1.000 ab.) 19,4 16,7 12,6 14,5 12,3 9,6 Popolazione 0-14 anni (× 100 ab.) 14,9 15,1 14,4 13,6 13,8 13 Popolazione 15-64 anni (× 100 ab.) 70,5 70,3 70,1 65,8 65,3 65 Popolazione > 64 anni (× 100 ab.) 14,6 14,6 15,5 20,7 20,9 22 Popolazione > 74 anni (× 100 ab.) 5,9 5,9 6,2 10,7 11 11,3 Popolazione > 84 anni (× 100 ab.) 1 1 1 2,8 2,9 2,9 73 72,9 72,8 80,4 80,8 80,3 60 59,6 60,2 60,6 60,4 60,8 83,2 83,3 83,2 86,4 86,5 86,2 39,8 39,7 40,4 43 43 43,8 Età media alla morte (in anni) Età media alla morte 0-74 anni Cause evitabili (in anni) Età media alla morte > 74 anni Tutte le cause (in anni) Età media al 31.12.2004 (in anni) 19 Mortalità evitabile per cause prevenibili: confronto tra Azienda Ulss 9, Provincia di Treviso e Regione Veneto Mortalità evitabile 0-74 anni. Tassi standardizzati x 100.000 residenti, per sesso e tipologia di intervento prevalente (cause evitabili) Maschi Area Femmine Prevenzione Diagnosi Igiene e Tutte le Prevenzione primaria precoce e assistenza cause primaria terapia sanitaria Diagnosi Igiene e Tutte le precoce assistenza cause e terapia sanitaria Ulss 9 155,0 21,9 51,8 228,7 35,4 33,4 27,7 96,4 Prov. TV 158,5 20,2 49,6 228,3 36,8 35,2 26,0 97,9 Reg. Veneto 161,9 19,7 52,5 234,0 38,6 35,3 24,3 98,2 Giorni di vita persi per cause evitabili: confronto tra Azienda Ulss 9, Provincia di Treviso e Regione Veneto L’indicatore più sensibile utilizzato per misurare la mortalità evitabile è costituito dai giorni perduti per cause evitabili pro-capite (0-74 anni): si calcola dividendo il numero di giorni che avrebbero vissuto i soggetti morti prima dei 75 anni per il totale della popolazione residente con meno di 75 anni. Questo indicatore, riportato nella tabella che segue, consente di confrontare realtà differenti nel valore totale per i vari gruppi di cause evitabili. Giorni perduti per cause evitabili pro-capite (0-74 anni) Maschi Ulss 9 Tutte le cause** (1996-1998) Tutte le cause ** (2000-2002) Femmine Prov. TV Reg. Ven Ulss 9 Prov. TV Reg. Ven 27,34 26,8 27,22 11,74 11,71 12,49 22,49 22,77 23,08 11,03 11,22 11,23 Prevenzione primaria * 15,52 16,33 16,27 3,85 4,24 4,47 Diagnosi precoce e terapia * 1,94 1,78 1,72 3,63 3,88 3,85 Igiene e assistenza sanitaria * 5,03 4,66 5,09 3,56 3,1 2,91 Tumori ** 8,12 8,1 8,36 5,32 5,4 5,57 Sistema cardiocircolatorio ** 5,2 4,91 5,22 1,99 2,04 2,03 Traumatismi e avvelenamenti ** 6,64 7,31 6,85 1,35 1,88 2 Altre cause ** 2,53 2,45 2,66 2,38 1,9 1,62 * Giorni perduti per tipologia di intervento prevalente ** Giorni perduti per causa di morte Fonte: Elaborazioni ERA su dati ISTAT - Triennio 2000-2002 20 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Giorni di vita persi e livelli di prevenzione Prevenzione primaria: in Provincia ed in Regione i giorni di vita persi dai maschi per questo tipo di cause (es. scarsa attività fisica, fumo di sigaretta, dieta, incidenti stradali, infortuni sul lavoro, esposizione lavorativa…) sono oltre il 70% dei totali; a livello aziendale il 69%. Nelle femmine questa classe di cause di mortalità evitabile ha valori nettamente inferiori ai maschi. Essa determina circa 1/3 dei giorni di vita persi totali. Anche in questo caso la mortalità è più bassa in Azienda Ulss 9 rispetto alla Provincia (-9%) ed alla Regione (-14%). Diagnosi precoce e terapia: i giorni di vita persi per malattie prevenibili con la diagnosi precoce e la terapia (patologie identificabili con screening e trattabili quali l’ipertensione e le neoplasie della mammella e del colon…) pesano meno del 10% sul totale nei maschi. Il valore locale è più alto del 13% rispetto a quello regionale ma lo scostamento ha scarsa rilevanza in quanto i valori assoluti sono molto bassi. Nelle femmine questa classe di cause di mortalità evitabile ha valori doppi rispetto ai maschi e ne determina un terzo del totale. Il valore aziendale è inferiore al provinciale e regionale del 6%. Igiene e assistenza sanitaria: queste sono le morti dovute a carenze nella diagnosi e nella terapia, imputabili quindi a problematiche nei servizi di diagnosi e cura, nella loro accessibilità ed universalità. Questa mortalità evitabile è tripla nei maschi rispetto alle femmine. Sempre nei maschi è leggermente inferiore al valore regionale ma superiore del 7% a quello provinciale. Determina il 22% delle giornate di vita perse. Nelle femmine il valore aziendale è superiore del 15% a quello provinciale e del 22% a quello regionale. Le cause della perdita di giorni di vita I tumori determinano il 36% dei giorni di vita persi nei maschi e circa il 50% nelle femmine in tutte e tre le aggregazioni territoriali. Il valore aziendale è inferiore a quello regionale del 3% nei maschi e del 4,5% nelle femmine. Il valore nei maschi è superiore a quello delle femmine del 53%. Le malattie cardiovascolari determinano il 23% dei giorni di vita persi nei maschi ed il 18% nelle femmine in tutte e tre le aggregazioni territoriali. Il valore aziendale si discosta in modo minimo da quello regionale e provinciale. Nei maschi è superiore a quello delle femmine del 161%. I traumatismi e gli avvelenamenti determinano il 30% dei giorni di vita persi nei maschi in tutte e tre le aggregazioni territoriali (il solo valore provinciale è leggermente più alto). L’indicatore nelle femmine è quattro volte più basso dei maschi. Questo dato, sempre nelle femmine, è inferiore del 27% rispetto al valore provinciale e del 49% rispetto a quello regionale. Si osserva che le “altre cause” per le femmine a Treviso hanno un valore particolarmente alto; se si somma il valore dei “traumatismi ed avvelenamenti” a quello delle “altre cause” si ottiene un valore quasi identico in tutte e tre le aggregazioni territoriali. In questo caso la mortalità evitabile nei maschi rimarrebbe comunque molto più alta di quella delle femmine, allo stesso modo del resto della Provincia e della Regione. 21 I tumori I tumori sono una delle principali cause di morte in Azienda Ulss 9. Come evidenziato nella tabella che segue hanno causato il 40% dei decessi nei maschi ed il 31% nelle femmine. Rispettivamente 44% e 52% dei decessi evitabili sono dovuti ai tumori. Maschi Ordine cause Tumore Femmine Numero decessi % Ordine cause Tumore Numero decessi % 1 Bocca-laringe-polmone 704 32% 6 Mammella 263 15% 4 Colon-retto-ano 269 12% 7 Colon-retto-ano 237 14% 6 Fegato-vie biliari 215 10% 8 Bocca-laringe-polmone 222 13% 10 Linfoproliferativi e leucemie 164 8% 10 Linfoproliferativi e leucemie 166 10% 11 Altre neopl. app. urinario 151 7% 12 Pancreas 132 8% 12 Pancreas 149 7% 14 Fegato-vie biliari 120 7% 14 Stomaco 135 6% 18 Stomaco 98 6% 1.702 31% 5.508 Totale decessi per neoplasia 2.178 Totale decessi 5.378 40% Totale decessi per neoplasia Totale decessi Numero decessi per neoplasie aggregate per organo ed eziopatogenesi Decessi - Azienda Ulss 9 - anni 2002-2005 Fonte: Registro nominativo delle Cause di Morte Aziendale La principale causa di decesso nei maschi, in assoluto, è rappresentata dai tumori dell’apparto respiratorio (702 contro i 222 delle femmine). La causa di questo fenomeno è collegata al fumo. L’eccesso di casi nei maschi di tumori del fegato e delle vie biliari (215 contro 120) è principalmente attribuibile, oltre al fumo, ad un consumo più elevato di alcolici e all’esposizione lavorativa a sostanze tossiche. Fumo ed esposizione lavorativa sono i principali determinanti anche dell’eccesso di tumori all’apparato urinario. Nel caso dei tumori linfoproliferativi (linfomi e leucemie), come atteso, il numero di morti è quasi identico, non essendovi specifici fattori di rischio differenziati per sesso. Per ridurre il numero di morti da tumori della mammella e del colon-retto sono stati attivati gli screening. I suicidi Tra il 2001 ed il 2005 vi sono stati mediamente 22 suicidi l’anno. Le modalità di suicidio più frequenti sono l’impiccagione (52%, 57 casi) e l’autolesione con arma da fuoco (15%, 16 casi). L’84% dei suicidi è di sesso maschile (76% la media italiana nel triennio 2001-2003). Nel triennio 2001-2003 il tasso annuale grezzo di suicidio nei maschi dell’Azienda Ulss 9 è superiore a quello nazionale (9,9 verso 8,4 x 100.000) e nelle femmine è inferiore (1,7 verso 2,5 x 100.000). Tra il 2001 ed il 2003 i dati a livello nazionale indicano un andamento in aumento, con un tasso di suicidio nel sesso maschile cresciuto dal 7,7 x 100.000 al 9,2 x 100.000 (ISTAT). A livello locale non è evidenziabile tale andamento. L’età non risulta correlata alla frequenza dei suicidi nelle classi d’età successive. Solo il sesso maschile è associato in modo significativo al suicidio. In età pediatrica non c’è stato alcun suicidio. 22 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Nel 2006 sono state dimesse per parto mille residenti in più rispetto al 1998 (4.167 rispetto a 3.179)20. Rispetto alle 3.773 persone dimesse del 2002 vi è stato un incremento del 10%. L’età media alla dimissione è aumentata da 31,6 a 32,2 anni compiuti. Le diverse tipologie di parto per modalità di procedura hanno andamenti diversi, come evidenziato nel grafico che segue. Si nota la progressiva diminuzione delle episiotomie e, soprattutto, il raddoppio del numero di parti fisiologici21. 1.3.2. Gravidanze e nascite Andamento del numero di parti per tipologia - residenti dell’Azienda Ulss 9 Fisiologici Cesarei Indotti Operativi Episiotomie 2500 2000 1500 1000 500 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Anno I nati vivi22 da assistite dall’Azienda Ulss 9 passano dai 3.864 nel 2002 ai 4.277 nel 2006. Osservando il grafico che segue si nota il progressivo incremento. La proporzione di nati in punti nascita posti fuori dal territorio dell’Azienda Ulss 9 negli ultimi anni è in diminuzione. Nati da assistite dell’Azienda Ulss 9 Punto nascita Ulss 9 Non Ulss 9 % Fuga 3500 29% 3.175 2.934 3000 2.932 28% 2.690 2.557 3.032 2.924 2.550 2500 27% 2000 26% 1500 967 1000 924 928 1.059 1.182 25% 1.055 1.102 24% 812 500 0 23% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 22% Soggetti dimessi con ricovero totalmente o in parte a carico dell’Ulss 9 almeno una volta nell’anno con meno di 7 giorni d’età al ricovero per punto nascita. Le pazienti dimesse per parto sottostimano il numero di parti in quanto in alcuni casi complessi l’evento parto non è identificabile in modo univoco nella scheda nosologica. Questa è compilata in funzione del calcolo del DRG e, per tale fine, debbono essere codificate le patologie più rilevanti al fine dell’utilizzo delle risorse, non tutti gli eventi clinicamente rilevanti. I casi di dimissione per parto sono stati identificati con i DRG 370-375). Le pazienti sono contate, in ogni caso, solo una volta nell’anno. 21 Si è utilizzata la definizione del NICE, National Institute for Health and Clinical Excellence (parti non indotti per i quali non sono state utilizzate pratiche chirurgiche (cesarizzazione ed episiotomia) od operative (utilizzo di forcipe, ventosa…). 22 I neonati sono definiti come tutti gli assistiti, identificati dal Codice Fiscale, con almeno una Scheda di Dimissione Ospedaliera con età al ricovero inferiore ai 7 giorni nel periodo di riferimento. I ricoveri in questo caso includono anche i trasferimenti in Unità Intensiva Neonatale dalle strutture che ne sono prive, ma la cosa è priva di rilevanza in quanto i soggetti sono contati una sola volta, indipendentemente dal numero di ricoveri avuti nella prima settimana di vita. 20 23 Tra il 2002 ed il 2006 vi è stato un incremento della proporzione dei bambini con un peso alla nascita particolarmente basso o particolarmente elevato. Questo indica un aumento della complessità dei casi. Il carico di lavoro sanitario ed assistenziale è stato quindi superiore a quello che si sarebbe avuto dal solo aumento dei nati. Peso alla nascita (grammi) <1000 2002 % % Incremento % 21 0,5% 37% 0,5% 25 0,6% 14% 5,0% 220 5,3% 6% 3.505 93,5% 3.819 92,9% -1% 20 0,5% 28 0,7% 28% - - 14 0,4% 1000-1500 20 1500-2500 189 2500-4500 >4500 Totale nati con peso noto 3.748 2006 - 4.113 La proporzione di nati nel 2006 con peso estremamente basso alla nascita (<1.000 grammi) è superiore ai valori regionali23 (0,3%). Le proporzioni di nati con peso molto basso o basso alla nascita (1.000-1.500 grammi e 1.500-2.500 grammi) sono invece molto vicine ai valori regionali (rispettivamente 0,6 e 5,2%). L’aborto Gli aborti possono essere di varie tipologie: legati a problematiche specifiche, spontanei, volontari provocati legalmente (Interruzioni Volontarie della Gravidanza o IVG) o illegalmente (non noti all’Azienda). Nella tabella che segue si riportano i ricoveri per aborto di donne residenti con cittadinanza italiana avvenuti in qualsiasi ospedale pubblico o convenzionato tra il 1999 e il 2006 suddivisi per tipologia. Tipologia di aborto 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Aborto ritenuto 317 256 288 362 323 346 375 384 Gravidanza ectopica 30 33 31 47 41 53 46 44 Aborto spontaneo 143 202 181 199 196 204 144 171 IVG 438 404 406 457 424 446 414 434 Gli aborti ritenuti e le gravidanze ectopiche sono in aumento24. Nella tabella che segue si riportano i ricoveri per aborto di donne residenti con cittadinanza straniera avvenuti in qualsiasi Ospedale pubblico o convenzionato tra il 1999 e il 2006, suddivisi per tipologia. Tipologia di aborto 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Aborto ritenuto 19 30 30 32 54 75 75 74 Gravidanza ectopica 1 7 13 5 16 11 11 10 Aborto spontaneo 9 31 39 44 59 59 54 53 IVG 77 92 122 130 213 214 165 181 Salmaso L. e altri “Può l’informazione corrente orientare la programmazione per l’area materno infantile? Fonti e metodi a confronto” E&P anno 30 (3) maggio-giugno 2006 178-190). Tendenza lineare aborto ritenuto: R2 = 0,6263 y = 14,274x + 267,14; tendenza lineare gravidanza ectopica: R2 = 0,5945 y = 2,6548x + 28,679 23 24 24 1. Contesto di riferimento 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Tra le straniere vi sono variazioni nel tempo per tutte le tipologie d’aborto. Ad esclusione delle IVG, è ragionevole ritenere che l’aumento di frequenza sia dovuto all’incremento del numero totale di gravidanze tra le straniere. Le IVG dopo il picco del 2003-2004 sono diminuite, nonostante l’aumento del numero di straniere presenti nel nostro territorio. Il tasso d’IVG25, in rapporto a tutta la popolazione dell’Azienda Ulss 9, stimato dalle schede di dimissione ospedaliera del biennio 2004-2005 è del 6,1‰, inferiore al 6,9‰ del biennio 2002-2003. Tra le italiane il tasso di IVG nel 2004-2005 è del 4,1‰ (5‰ nel 20022003). Le IVG delle straniere sono il 29% delle totali nel biennio 2002-2003, il 32% nel biennio 2004-2005. Il rapporto d’IVG26 è del 20% (19% per la nazionalità italiana, 23% straniera). Il Distretto con il rapporto più alto è quello di Treviso (24% in totale, 21% per la sola nazionalità italiana, 32% per quella straniera), segue quello di Mogliano (21% totale, 19% nazionalità italiana, 34% straniere), Paese - Villorba (18% totale, 16% nazionalità italiana, 21% straniere) e Oderzo (17% totale, 19% nazionalità italiana, 13% straniere). Le IVG delle adolescenti dal 1999-2000 al 2004-2005 sono quasi raddoppiate (da 47 ad 86). Tale incremento è dovuto soprattutto all’apporto delle ragazze di nazionalità straniera (da 2 a 22). Per le sole adolescenti di nazionalità italiana il tasso di IVG27 annuale medio aziendale del biennio 2004-2005 è del 3,8‰. Non vi sono rilevanti differenze a livello di Distretto per le sole italiane (il tasso varia dal minimo di 2,2‰ del Distretto di Mogliano al 4,9‰ di quello di Treviso). Considerando anche le straniere, il tasso di IVG aziendale è del 5,1‰ (il tasso in Veneto nel 2004 è 5,6‰, Italia settentrionale 9,1‰, nel 2002 in Francia è 14,3‰, in Inghilterra 22,2‰, in USA 30,3‰28). Mentre il Distretto di Treviso ha un tasso del 7,2‰, gli altri Distretti hanno un tasso compreso tra il 4,2‰ ed il 4,7‰. La bassa numerosità rende scarsamente significative le variazioni a livello comunale. Tra le minori (età 15-17) vi sono state nel 2004-2005 22 IVG (2 di straniere) con un tasso del 2,2‰ (nel 2004 in Veneto era del 3,4‰). Analizzando le IVG delle minori del periodo 2001-2005 non si evidenziano Comuni con numerosità inaspettatamente elevate. I parti tra le adolescenti italiane sono diminuiti progressivamente da una media annua di 17,7 del triennio 1998-2000 a 11,3 nel 2003-2005 (solo 7 nel 2005). Per le straniere sono aumentati da 6,3 a 16,7: dal 2001 sono stabili attorno ai 15 (con l’eccezione dei 21 nel 2003). Considerando le sole minori i parti sono un evento raro sia tra le italiane (5 casi nel 2001-2005) sia tra le straniere (3 casi). Numero di IVG/donne 15-49 anni. Numero di IVG/numero di parti. Numero di IVG effettuate in qualsiasi struttura italiana a totale o parziale carico del SSN dalle nostre assistite residenti di 15-19 anni ogni mille ragazze di pari età residenti. 28 Dati tratti dalla “Relazione del Ministero della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza”, Roma 21.09.2006. 25 26 27 25 2. PROFILO AZIENDALE 27 2.1 Identità, mission, vision, valori 28 2.2 Atto aziendale e organizzazione dipartimentale 31 2.3 Risorse umane 38 2.4 Interlocutori aziendali 26 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana La ragione sociale dell’Azienda è: Azienda Unità Locale Socio-Sanitaria n. 9 di Treviso. La sua sede legale è in: Treviso, Borgo Cavalli, 42. Il logo è l’elemento base del sistema d’identità visiva aziendale. Il simbolo rimanda all’antico scudo riportante il “flagello” affiancato dalle lettere SM29. L’ Azienda Ulss 9 di Treviso, quale ente strumentale della Regione del Veneto, ha come finalità, nel rispetto del livelli essenziali di assistenza (LEA) sanitaria e sociale, il perseguimento del benessere fisico, psichico e sociale della popolazione nel proprio ambiente di vita e di lavoro. Tale benessere è garantito dallo sviluppo di un sistema impegnato a promuovere la qualità dell’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale in un’ottica di garanzia di equità e di accessibilità da parte dei cittadini, di mantenimento di adeguati livelli scientifici e tecnologici e condizioni di appropriatezza ed economicità. ■ La mission dell’Azienda è quella di erogare prestazioni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale così come definito dalla programmazione regionale, secondo parametri di efficienza ed efficacia, orientando l’organizzazione alla centralità ed unicità di ciascuna persona e all’unicità dell’Azienda. ■ La vision consiste nel riconoscersi quale parte di un sistema socio-sanitario regionale orientato al miglioramento continuo della qualità dell’assistenza così da soddisfare più compiutamente i bisogni sempre più complessi ed articolati dei propri cittadini, mantenendo sempre alta l’attenzione sullo sviluppo del sapere medico e del progresso tecnologico, per essere in grado di introdurre senza ritardi innovazioni nel proprio assetto. ■ I valori aziendali rappresentano i principi da rispettare nell’operato quotidiano e devono permeare le modalità di organizzazione e conduzione dei processi aziendali. L’Azienda Ulss 9 assicura lo svolgimento delle proprie diverse attività istituzionali nella prospettiva di: - mantenere elevati livelli di qualità dell’assistenza riducendo i costi; - perseguire la soddisfazione dei reali bisogni delle popolazioni residenti nel proprio ambito territoriale e dei singoli cittadini; - realizzare un’organizzazione idonea a consentire l’espressione del potenziale professionale ed umano disponibile. ■ I Principi di assistenza che presiedono all’azione gestionale dell’Azienda sono i seguenti: - la centralità della persona che beneficia del servizio; - l’attenzione ai diritti del cittadino; - l’appropriatezza dell’attività di assistenza; - l’adeguamento della pratica professionale e clinica alle più aggiornate tecniche e procedure; - l’innovazione; - la formazione continua; - la trasparenza nei processi decisionali; Il logo fa riferimento a Santa Maria di Battuti, patrona della Scuola o Compagnia dei Battuti, sorta verso il 1260 in Umbria in un clima di acceso fervore religioso. Lo stemma del vecchio Ospedale di Treviso consiste in un flagello, posto in verticale su un campo d’argento, con il manico rosso ed avente nella parte inferiore attaccate due catenelle di colore nero affiancate dalle lettere S.M. sormontate a loro volta da un accento circonflesso; il flagello era lo strumento di penitenza con il quale, camminando in processione per le vie della città tra la fine del ’200 e gli inizi del secolo seguente, si battevano il corpo i penitenti che la voce popolare chiamò con il nome di “battuti”. Le lettere SM indicano invece la scuola di S. Maria, proprietaria della più importante istituzione ospedaliera pubblica trevigiana. Sulle motivazioni della scelta di questo simbolo si precisò che mancava, negli atti di archivio, una qualsiasi “figura di stemma nel senso araldico della parola”, ma che i documenti portavano invece da sempre la rappresentazione di “un sigillo nel quale è raffigurato il flagello affiancato dalle lettere SM”. Di qui la decisione conseguente di usare il sigillo stesso come simbolo dell’Ospedale. Lo stesso simbolo è scolpito sulla colonna di marmo ubicata al centro del piazzale antistante la vecchia sede ospedaliera di S. Leonardo. Nel periodo fascista allo scudo dello stemma venne aggiunta superiormente una fascia nera caricata da un piccolo fascio littorio circondato da un ramoscello di alloro, da una quercia e da un nastro tricolore svolazzante. (Fonte: articolo uscito sul Periodico del circolo ricreativo aziendale dipendenti Ulss 9, Anno 37, Numero 2, Luglio 1998). 2.1 Identità, mission, vision, valori 29 27 - la partecipazione dei professionisti; - il coinvolgimento dei cittadini. I tre principi fondamentali dell’azienda, enunciati nel Piano Attuativo Locale (PAL) 20032005 e ripresi nell’Atto Aziendale sono i seguenti: - Centralità del paziente, - Unicità dell’Azienda, - Approccio multiprofessionale. Nel PAL 2007-2009 i tre principi sono ripresi con forza, spostando in particolare l’attenzione dalla centralità del paziente alla centralità della persona. Compito dell’Azienda sanitaria è infatti non solo prendersi cura dei soggetti affetti da patologie, ma anche impegnarsi per mantenere lo stato di salute della popolazione e prevenire la comparsa degli stati patologici. 2.2 Atto aziendale e organizzazione dipartimentale L’atto aziendale dell’Azienda Ulss 9, dopo aver illustrato gli elementi identificativi caratterizzanti l’Azienda, delinea gli organi aziendali quali il Direttore Generale (al quale è attribuita autonomia gestionale e imprenditoriale) e il Collegio Sindacale, i componenti la Direzione Generale (Direttore Amministrativo, Direttore Sanitario, Direttore dei Servizi Sociali), organismi collegiali quali Collegio di Direzione, Consiglio dei Sanitari, Conferenza ed Esecutivo dei Sindaci, indicando, per ciascuno le rispettive funzioni e competenze30. L’atto definisce l’organizzazione dell’Azienda, analizzando in primis le strutture tecnico funzionali, le c.d. macrostrutture, dotate di autonomia gestionale, cui spetta la gestione caratteristica dell’Azienda, che sono: i Distretti31, l’Ospedale32, il Dipartimento di Prevenzione33. Per il dettaglio delle funzioni e competenze di ciascuno si rimanda all’Atto Aziendale disponibile al sito www.ulss.tv.it La nuova articolazione dei Distretti in 4 aree è descritta nel paragrafo 5.2 “Assistenza primaria e socio-sanitaria”. È stato previsto il Coordinamento dei Direttori di Distretto con incarico affidato con Deliberazione n. 386 del 27.02.2003. Ogni distretto si avvale di un Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali (UCAD) il cui regolamento è stato approvato con Deliberazione n. 779 del 20.06.2005. Particolare attenzione è stata dedicata alla parte riguardante il Comitato dei Sindaci di Distretto, all’integrazione e coordinamento dei servizi socio sanitari di assistenza, ove spicca il ruolo svolto dalla Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale (UVMD), per l’accesso alla rete dei servizi, le cui modalità di funzionamento sono state approvate con deliberazione n. 1005 del 26.07.2006. 32 L’Ospedale si articola nei due Presidi Ospedalieri (PO) di Treviso e Oderzo. Nella articolazione organizzativa interna è preposto un Dirigente Medico responsabile delle funzioni igienico organizzative e un Dirigente Amministrativo per l’esercizio delle funzioni di coordinamento amministrativo, che concorrono al conseguimento degli obiettivi fissati dal Direttore Generale, supportando in particolare i Responsabili Medici nella gestione del processo di budgeting e delle componenti amministrative. Il governo della funzione ospedaliera è garantito dal Dipartimento Servizi Ospedalieri, nel quale confluiscono le strutture complesse Direzione Sanitaria di Ospedale con funzioni di programmazione e di controllo e la Struttura Complessa (SC): Direzione Medica dei Presidi Ospedalieri con funzioni di gestione e igienico-organizzativi per entrambi i Presidi. 33 Il DP, in applicazione della DGRV n. 3415/2002, è articolato nelle SC: Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, Servizio Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei luoghi di Lavoro, Servizio Sanità animale, Servizio Igiene degli alimenti di origine animale, Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche e competenze ex multizonali. La direzione del Dipartimento è affidata ad un Direttore scelto dal Direttore Generale tra i dirigenti con incarico di direzione di una della strutture complesse del Dipartimento. Lo strumento attraverso il quale il Direttore del DP attua le proprie direttive con la condivisione e la partecipazione dei Responsabili dei diversi Servizi, è il Comitato di Dipartimento istituito con deliberazione n. 900 del 05.07.2006; è costituito dai Responsabili di tutte le strutture complesse e semplici afferenti al Dipartimento e dai titolari delle funzioni: coordinamento personale sanitario e tecnico del comparto; coordinamento del personale delle professioni tecniche della prevenzione del Servizio Igiene e Sanità Pubblica; funzione amministrativa territoriale. Con deliberazione del Direttore Generale n. 1083 del 23.08.2006 è stato disposto di prendere atto dell’organizzazione e degli incarichi di responsabilità affidati nel DP alla luce dell’atto aziendale. 30 31 28 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Riveste una particolare connotazione il Dipartimento di Salute Mentale (DSM), organizzato come dipartimento strutturale34. Nell’organigramma aziendale spiccano le strutture di staff che supportano la Direzione Generale con strumenti di programmazione e controllo e di regolazione del funzionamento aziendale per il miglioramento dei processi35. I servizi tecnici, professionali, amministrativi e sociali svolgono funzioni di supporto. Rappresentano lo strumento mediante il quale vengono acquisite, organizzate e gestite le risorse destinate alle unità coinvolte nella gestione delle attività sanitarie e socio sanitarie. In applicazione della DGRV n. 4080/2000 “Progetto obiettivo per la tutela della Salute Mentale”, il DSM è stato articolato in 4 SC (Unità Operative Autonome), corrispondenti ai Centri di Salute Mentale (CSM), dislocati nei 4 Distretti Socio Sanitari. Ad ogni CSM afferiscono diverse strutture territoriali, quali Comunità Terapeutiche, Gruppi appartamento, Comunità Alloggio, Centri Diurni e, ad eccezione del CSM di Mogliano, anche Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC). Il nuovo Regolamento di funzionamento del DSM è stato approvato con deliberazione n. 968 del 19.07.2006. L’incarico di direzione del DSM è stato conferito con deliberazione n. 978 del 26.07.2006. 35 SC nell’ambito delle unità di staff della Direzione Generale, sono i Servizi: Controllo di Gestione, Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing e Servizio Informativo e Informatico. Da ricordare anche la Struttura Semplice Servizio Protezione e Prevenzione. 34 29 L’organizzazione dipartimentale36 persegue le finalità di tutela del paziente e dell’efficienza organizzativa favorendo l’efficacia e l’appropriatezza dell’intervento sanitario e socio-sanitario, l’accessibilità dell’utente ai servizi sanitari, il livello di umanizzazione e l’attenzione ai bisogni globali del malato, sviluppando il coordinamento delle attività cliniche, di ricerca e formazione, perseguendo l’efficienza dell’organizzazione, favorendo l’efficienza e l’integrazione delle attività delle unità operative, perseguendo l’integrazione con gli altri livelli assistenziali e un più razionale e agevole processo decisionale e di controllo, promuovendo i processi di responsabilizzazione della dirigenza. Il Dipartimento strutturale è costituito da un minimo di 3 ad un massimo di 7 Unità Operative (UO), omogenee per profilo di attività, risorse umane o tecnologiche impiegate. Il Dipartimento funzionale è costituito da UO semplici o complesse che concorrono ad obiettivi comuni, adottando un codice comune di comportamento clinico-assistenziale, didattico e di ricerca finalizzata. I Dipartimenti possono essere anche transmurali, per il perseguimento di obiettivi di rilevanza strategica comuni a più strutture tecnico funzionali complesse sanitarie o sociali aziendali e interaziendali, per il raggiungimento di specifici obiettivi comuni a più Aziende Sanitarie quale il Dipartimento interaziendale di medicina trasfusionale. Organi del dipartimento strutturale sono: il Comitato di Dipartimento e il Direttore. Organi del dipartimento funzionale sono: il Comitato di Dipartimento e il Coordinatore. Il funzionamento dei Dipartimenti è stato demandato ad apposito regolamento37. I Dipartimenti possono essere costituiti da una serie di UO: strutture complesse, semplici, semplici a valenza dipartimentale. Le strutture complesse e le semplici dipartimentali costituiscono centri di responsabilità di budget alle quali è attribuita la responsabilità di gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie per l’assolvimento delle funzioni e degli obiettivi da realizzare. Possono essere inserite o meno nei dipartimenti strutturali38. Le strutture semplici possono essere articolazioni interne delle strutture complesse o articolazioni di un Dipartimento; le strutture semplici, pur non avendo responsabilità budgetaria, sono dotate di responsabilità e autonomia nella gestione delle risorse umane, tecniche e finanziarie ad esse attribuite dal responsabile della struttura cui afferiscono. Le strutture semplici a valenza dipartimentale sono UO che costituiscono articolazioni interne del dipartimento e centri di responsabilità di gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie per l’assolvimento delle funzioni e degli obiettivi da realizzare. Il Direttore di Dipartimento gestisce le risorse economiche ed umane all’interno del Dipartimento, decide sulle questioni operative, negozia il budget di Dipartimento con il Direttore Generale e partecipa alla valutazione dei Direttori delle UO e dei dirigenti sanitari afferenti al proprio Dipartimento. Durante il periodo d’incarico, il Direttore del Dipartimento continua a svolgere le funzioni inerenti alla direzione della propria SC. L’organizzazione in dipartimenti è stata prescritta dall’art.17 bis del DL.vo 502/1992 quale “modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività delle Aziende sanitarie”. In applicazione della DGRV n. 3574 del 21.12.2001, con deliberazione del DG n. 1427 del 17.11.2005 è stato adottato il regolamento generale di organizzazione dipartimentale, sulla base del quale si sono andati via via costituendo gli organi dei vari dipartimenti. 38 Nell’atto aziendale si rinvengono anche SC non inserite in dipartimenti strutturali che costituiscono centri di responsabilità di budget alle quali è attribuita la responsabilità di gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie per l’assolvimento delle funzioni e degli obiettivi da realizzare: ad es. il Servizio Farmeceutico Territoriale che fa riferimento alla Direzione Sanitaria Aziendale; le SC Programmazione, Gestione Amministrativa; Politiche di comunità; Integrazione Sociale, che fanno riferimento alla Direzione dei Servizi Sociali, le strutture di staff alla Direzione Generale. 36 37 30 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Con l’Atto Aziendale sono state organizzate le aree Ospedale, Amministrativa, Distretti, Prevenzione e Salute Mentale come illustrato in tabella. Dipartimenti Strutturali dell’Azienda Ulss 9 AREA OSPEDALE AREA AMMINISTRATIVA Dipartimento dei Servizi Ospedalieri Dipartimento Servizi Amministrativi Generali Dipartimento di Anestesia e Rianimazione Dipartimento Risorse Umane Dipartimento Cardio-vascolare Dipartimento Risorse Materiali Finanziarie e per i Servizi Tecnici 1° Dipartimento di Chirurgia AREA DISTRETTI 2° Dipartimento di Chirurgia con attività di urgenza Distretto Socio-sanitario n°1 3° Dipartimento di Chirurgia Distretto Socio-sanitario n°2 Dipartimento Materno-Infantile Distretto Socio-sanitario n°3 1° Dipartimento di Medicina Distretto Socio-sanitario n°4 2° Dipartimento di Medicina AREA PREVENZIONE 3° Dipartimento di Medicina Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Patologia Clinica AREA SALUTE MENTALE Dipartimento di Radiologia Clinica Dipartimento di Salute Mentale Dipartimento di Riabilitazione e Lungodegenza post-acuzie Unico Dipartimento funzionale39 in Azienda Ulss 9 è il Dipartimento delle Dipendenze. Secondo le indicazioni regionali è stato costituito un Dipartimento interaziendale di medicina trasfusionale40 tra le Aziende Ulss 7 Pieve di Soligo, 8 Asolo e 9 Treviso. La politica di gestione delle risorse umane negli anni 2003-2007 è stata orientata alla massima garanzia del turnover del personale, pur in un contesto storico orientato alla contrazione degli addetti delle Pubbliche Amministrazioni. Sono stati incrementati, in collaborazione con la Regione Veneto, gli organici per i servizi di nuova attivazione, quali ad esempio l’UO di Ematologia, il Laboratorio di Citogenetica, il Centro Disabili di Castagnole, il Centro per la fibrosi cistica, l’UO Invalidi Civili, le attività di screening, e per altri sono in corso analoghe procedure. Si è lavorato inoltre per l’adeguamento degli organici all’evoluzione della domanda di salute per alcuni servizi già esistenti quali il Pronto Soccorso, il Servizio tecnico progettazione, il raddoppio del servizio di guardia medica nelle aree di Medicina, Radiologia e Pediatria/Neonatologia. Sono altresì in corso le procedure per potenziare, sempre in collaborazione con la Regione, gli organici del personale medico del SUEM, dei servizi di Anestesia di Treviso e Oderzo, della Ginecologia/Ostetricia, dei Centri di Salute Mentale, della Gastroenterologia (per lo screening del carcinoma colon retto), per l’ulteriore potenziamento del servizio di guardia medica ospedaliera e, infine, per definire in forma stabile l’organico del servizio 39 40 In applicazione a specifiche disposizioni regionali, quali la DGRV n. 2217/1999. DGRV n. 4303 del 29.12.2004; Deliberazione del DG n.1586 del 15.12.2005. 2.3 Risorse umane 31 di Ingegneria clinica e quello finalizzato all’applicazione a regime della LR n. 22/2002 sull’accreditamento. Negli anni 2003-2007 si è verificato inoltre un significativo ricambio dei responsabili di SC (meglio noti in ambito ospedaliero come “primari”): la Direzione Aziendale ha selezionato a tale scopo professionisti provenienti da varie parti d’Italia, e professionisti “cresciuti” all’interno dell’Azienda. In entrambi i casi si è scelto di affidare la Direzione delle SC a Dirigenti con riconosciute competenze sia professionali che manageriali, in grado di garantire lo sviluppo delle linee progettuali dell’Azienda, secondo il principio della centralità dell’utente e dell’integrazione tra Ospedale e Territorio. Struttura Complessa Nuovo Responsabile Ospedale Anestesia e Rianimazione - Treviso Carlo Sorbara Attività riabilitative territoriali Paolo Boldrini Cardiologia Zoran Olivari Centro Trasfusionale Giovanni Battista Gajo Direzione Sanitaria di Ospedale Michele Tessarin Geriatria Massimo Calabrò Ginecologia e Ostetricia - Treviso Giuseppe Dal Pozzo Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Maurizio Chiesa Laboratorio analisi Attilio Mottola Microbiologia Roberto Rigoli Nefrologia Carmelo Cascone Neurologia Bruno Giometto Neurochirurgia Pierluigi Longatti Oncologia Giovanni Rosti Pediatria - Treviso Silvana Agostini Radiologia - Treviso Giovanni Morana SUEM Paolo Rosi Urologia Luigino Maccatrozzo Territorio UO autonoma di salute mentale di Treviso e Dipartimento Salute Mentale Gerardo Favaretto UO autonoma di salute mentale di Paese Villorba Roberto Lezzi UO autonoma di salute mentale di Mogliano Veneto Giampietro Rupolo UO autonoma di salute mentale di Oderzo Massimo Semenzin Servizio Igiene e Sanità Pubblica Giovanni Gallo Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione Luca Gino Sbrogiò Poliambulatorio Annalisa Visentin Distretto 2 Paese-Villorba Pietro Paolo Faronato Distretto 3 Mogliano Veneto Nello Spinella Distretto 4 Oderzo Enrico Di Giorgi Servizi di staff Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing Gianluigi Scannapieco Servizio Informativo e Informatico Silvia Giovannetti 32 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Struttura Complessa Nuovo Responsabile Servizi Amministrativi Direzione Amministrativa del Presidio Ospedaliero Francesco Rizzardo Servizi Amministrativi Sociali Michela Conte Servizi Amministrativi Territoriali Alessandra Da Re Servizio Affari Legali Giovanna Bragagnolo Servizio Convenzioni Roberto De Nes Servizio Gestione del Personale Mario Francesco Messina Servizio Provveditorato Giorgio Roberti Servizio Tecnico-progettazione Stefano Vianello Turnover del personale e politica delle assunzioni: La politica delle assunzioni ha sostanzialmente garantito il mantenimento della consistenza complessiva dell’organico aziendale, con incrementi per alcuni profili sanitari, come evidenziato anche dalle macro rilevazioni riportate nelle tabelle di seguito. Negli anni 2003-2007 è stato inoltre consolidato un proficuo rapporto di collaborazione con i Servizi provinciali per l’impiego che ha portato alla sottoscrizione di due convenzioni per l’assunzione di personale delle categorie protette, in applicazione della L. n. 68/1999. La prima convenzione è stata completata, portando a 181 il numero complessivo di dipendenti delle categorie protette. Nel 2007 ha avuto inizio l’applicazione della seconda convenzione, che prevede l’assunzione in tre anni di altre 38 unità, completando la copertura della quota di organico a tal fine riservata dalla legge. Composizione ed andamento di tutto il personale dipendente in organico dell’Azienda Ulss 9, esclusi i supplenti, alla data di riferimento: 01.01.2003 Tipologie profili 01.01.2005 TP PT TOT M F TP 544 - 544 388 156 541 - Veterinari 23 - 23 22 1 23 Farmacisti 9 - 9 5 4 9 Biologi 17 - 17 6 11 Chimici 3 - 3 3 Fisici 4 - 4 3 36 - 36 - - - Medici Psicologi Altri dirigenti sanitari F TP PT TOT M F 541 380 161 554 - 554 376 178 - 23 22 1 22 - 22 21 1 - 9 5 4 9 - 9 5 4 14 - 14 5 9 12 - 12 3 9 3 - 3 3 - 3 - 3 3 - 1 4 - 4 4 - 4 - 4 3 1 15 21 36 - 36 15 21 35 - 35 14 21 - - 1 - 1 - 1 1 - 1 - 1 1498 Personale tecnico sanitario 164 20 184 117 67 164 21 Personale vigilanza e ispez 63 12 75 29 46 59 14 130 53 183 29 154 125 55 Ruolo Sanitario OTAA-OSS 2491 01.07.2007 M Personale inf.co-ostetrico Personale riabilitazione 379 1877 435 1442 1407 PT TOT 464 2955 1052 1903 2386 465 1872 416 1456 1423 454 1877 391 1486 185 110 75 167 22 189 102 73 29 44 49 15 64 26 38 180 28 152 122 54 176 26 150 555 2941 1017 1924 2401 545 2946 87 970 1976 337 36 373 71 302 376 48 424 75 349 378 65 443 78 365 Assistenti sociali 30 10 40 4 36 30 12 42 3 39 29 14 43 4 39 Dirigenti tecnico-profession. 11 - 11 3 8 11 - 11 8 3 11 - 11 8 3 Personale tecnico Ruoli TecnicoProfessionale Dirigenti amministrativi 475 67 542 262 280 433 71 504 240 264 290 39 329 185 144 853 113 966 340 626 850 131 981 326 655 708 118 826* 275 551 16 - 16 2 14 17 - 17 13 4 - 16 10 6 Personale amministrativo 272 81 353 84 269 277 75 352 81 271 378 111 489 117 372 81 369 86 283 294 75 369 94 275 394 111 505* 127 378 Ruolo Amministrativo TOTALE AZIENDA 288 3632 658 4290 1478 2812 3530 16 761 4291 1437 2854 3503 774 4277 1372 2905 *Nel corso dell’anno 2006 sono stati realizzati percorsi di riqualificazione, a parità di organico complessivo, dal ruolo tecnico al ruolo amministrativo TP: Tempo Pieno; PT: Part Time a 18, 24 e 30 ore (Non vi è in Azienda Ulss 9 personale part time inferiore alle 18 ore) TOT: Totale; M: Maschio; F: Femmina 33 Composizione ed andamento del personale: ETÀ 2003 2004 2005 2006 GENERE M F M F M F M F < 19 0 0 0 0 0 0 0 0 19 - 23 6 53 24 41 29 33 32 25 24 - 28 68 302 41 178 33 149 25 133 29 - 34 134 574 125 526 109 450 100 381 34 - 38 194 667 167 661 157 633 149 610 39 - 43 290 530 252 608 233 647 210 659 44 - 48 315 388 294 428 273 474 284 497 49 - 53 314 210 341 309 331 332 313 386 54 - 58 102 62 167 91 202 126 222 143 59 - 63 37 11 39 12 47 14 52 17 > 65 5 0 11 0 8 0 11 0 Tasso di turn over realizzato in Azienda Ulss 9 negli anni 2003-2006*: Medici e altri dirigenti sanitari Entrati Usciti Personale infermieristico, tecnico sanitario, riabilitazione, vigilanza ispezione, e di supporto (OTAA/OSS) Tasso Entrati Usciti turn over Anno 2003 16 23 69,57% 119 Anno 2004 18 24 75,00% Anno 2005 27 28 96,43% Anno 2006 29 32 Totale 90 107 Personale tecnico e amministrativo Tasso Entrati Usciti turn over Totale Tasso Tasso turn Entrati Usciti turn over over 98 121,43% 14 58 24,14% 149 179 83,24% 138 93 148,39% 22 45 48,89% 178 162 109,88% 103 114 90,35% 29 29 100,00% 159 171 92,98% 90,63% 96 110 87,27% 16 34 47,06% 141 176 80,11% 84,11% 456 415 109,88% 81 166 48,80% 627 688 91,13% *si intende il rapporto tra il personale dipendente in entrata nell’organico dell’Azienda e quello in uscita, esclusi i supplenti, nel periodo di riferimento Al personale dipendente si aggiungono altre figure di professionisti sanitari reclutati con rapporti libero professionali per far fronte, di volta in volta, a esigenze specifiche dei servizi. Si descrivono di seguito i rapporti libero professionali, di varia durata, intercorsi negli anni 2003-2007 in Azienda: INCARICHI LIBERO PROFESSIONALI Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 (Gennaio-Maggio) Medici 58 56 62 57 54 Altri professionisti sanitari 17 12 14 13 11 34 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Valutazione delle competenze e del personale I sistemi di valutazione permanente del personale possono riferirsi alla verifica dei risultati conseguiti, oppure alla professionalità e ai comportamenti organizzativi. In Azienda Ulss 9 sono applicati due sistemi di valutazione permanente del personale dirigente, in applicazione delle disposizioni dei Contratti Collettivi di Lavoro: uno è riferito al conseguimento dei risultati da parte di ogni Servizio dell’Azienda, l’altro si riferisce ad una valutazione più ampia della professionalità e dell’operato del dirigente e si attiva per tutti dopo i primi cinque anni di attività e successivamente al raggiungimento dei 15 anni di anzianità per i dirigenti sanitari. Viene effettuata inoltre la verifica alla scadenza degli eventuali incarichi ricoperti, per la Direzione di strutture semplici o complesse, con effetto sull’eventuale rinnovo dell’incarico. Il personale non dirigente viene valutato considerando mansioni e comportamento. È stato consolidato un sistema di valutazione annuale che coinvolge sia i dirigenti responsabili di servizio che i coordinatori (caposala). Tali verifiche hanno anche un’incidenza sulle progressioni economiche orizzontali (passaggi di fascia). I coordinatori e funzionari titolari di posizione organizzativa vengono valutati ogni due anni, con effetto sull’eventuale rinnovo dell’incarico. Per la valorizzazione delle professionalità sono stati realizzati diversi processi di sviluppo delle professionalità interne, che hanno coinvolto sia il personale dirigente con l’attribuzione degli incarichi di Direzione di struttura semplice, sia il personale del comparto, con percorsi di riqualificazione di diversa natura, l’assegnazione di incarichi di coordinamento sia di UO che di Dipartimento, l’attribuzione delle “posizioni organizzative”. Per il personale del Comparto vengono attivate le progressioni economiche orizzontali, alle scadenze contrattuali definite a livello nazionale e sulla base dei criteri stabiliti dalla contrattazione collettiva aziendale. Relazioni Sindacali Gli anni 2003-2007 sono stati caratterizzati, in un contesto sindacale in rapida e costante evoluzione nel comparto sanitario, da relazioni molto intense tra l’Azienda Ulss 9 e le organizzazioni sindacali, tanto che il confronto si è significativamente ampliato anche a materie ed ambiti che in passato non erano abitualmente oggetto di discussione al tavolo sindacale. Sono stati raggiunti numerosi e importanti accordi, che hanno contribuito ad ammodernare l’impianto normativo e gestionale del personale, oltre che a dare applicazione ai contratti nazionali di lavoro per le parti demandate alla contrattazione aziendale. Di seguito viene riportata la spesa complessiva per il personale dipendente, compresi gli oneri: Anno 2003 Personale sanitario Personale professionale 123.622.336 Anno 2004 122.680.090 Anno 2005 132.827.713 Anno 2006 143.355.658 607.441 625.545 546.312 624.180 Personale tecnico 20.144.296 20.661.037 22.755.580 23.425.236 Personale amministrativo 12.472.790 13.391.370 14.148.782 17.224.999 Oneri diversi del personale 3.831.824 15.917.767 20.587.796 5.649.576 Fonte: Conto economico consuntivo, valori dell’intero anno. 35 Sicurezza nei luoghi di lavoro L’attività di Medicina Preventiva: scopo della Sorveglianza Sanitaria in medicina del lavoro è quello di prevenire le malattie professionali e le malattie correlate al lavoro, di impedire che malattie dovute a qualsiasi causa possano peggiorare per effetto del lavoro e di contribuire alla prevenzione degli infortuni sul lavoro. Con la Valutazione dei Rischi41 sono state identificate le mansioni lavorative svolte nelle singole UO ed i relativi rischi professionali associati ed è stato predisposto il protocollo di Sorveglianza Sanitaria che prevede un controllo, al momento di inizio della assunzione, e successivi controlli in funzione di tipologia ed entità dei rischi professionali. In Azienda Ulss 9 la sorveglianza sanitaria obbligatoria coinvolge circa il 70% del personale lavorativo. Il restante 30%, pur non soggetto a sorveglianza sanitaria in quanto non esposto a rischi lavorativi, viene invitato ad un controllo non obbligatorio all’inizio dell’attività lavorativa e successivamente ogni 5 anni. Si ricordano inoltre il controllo sanitario periodico per i lavoratori adibiti al lavoro notturno e specifici controlli post-esposizione in caso di incidenti che provocano l’esposizione a liquidi biologici potenziale veicolo di trasmissione di agenti biologici o nei confronti di pazienti affetti da malattie a trasmissione via aerea. Percentuale di dipendenti, suddivisi per categoria, esposti ai principali fattori di rischio Movimentazione carichi 0,5% 2,0% laureato sanitario - Mobilizzazione manuale pazienti 6,8% 58,0% - Descrizione rischio: Ammin.vo/altro infermiere op. tecnico ausiliario 19,9% Tecnici (san/vig/riab) 5,3% Totale 37,2% 34,7% 36,9% 5,4% Gas anestetici - 12,1% 38,0% 2,9% 1,5% 11,7% Farmaci antiblastici - 19,3% 2,5% 9,1% - 10,8% Numero di valutazioni post esposizione per incidente a rischio biologico* Anno 2003 2004 2005 2006 2007** Totale Totale 334 234 247 164 44 1023 * il totale comprende: solo controllo basale, controllo a 3-6 mesi, controllo a 3-6-12 mesi ** al 30.06.2007 Numero di dipendenti sottoposti a controllo dell’infezione tubercolare* Anno 2003 2004 2005 2006 2007** Totale Totale 254 189 159 130 48 780 * il totale comprende: il contatto con paziente a rischio e lo screening periodico ** al 30.06.2007 36 41 Eseguita ai sensi dell’art.4 del DL.vo 626/1994. 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Mobilizzazione manuale di pazienti e movimentazione manuale di carichi: complessivamente sono 623 i dipendenti che presentano affezioni congenite o acquisite della colonna vertebrale, specie del tratto lombare, di cui 139 presentano pluripatologie; nel 4,2% degli infermieri e nel 4,4% del personale di assistenza è stata riscontrata la presenza di ernia discale lombare, il 4,6% degli infermieri ed il 6,3% del personale di assistenza è affetto da patologie degenerative del disco lombare. Per tali patologie è stato espresso un giudizio di idoneità limitato con esclusione dalle attività di movimentazione manuale per il 5,1% degli infermieri ed il 7,4% degli addetti all’assistenza; inoltre per il 2,7% degli infermieri e 3,8% degli addetti all’assistenza è stata predisposta una periodicità più breve dei controlli sanitari. Negli anni 2005-2006 è stato realizzato un corso di formazione sulle corrette tecniche di mobilizzazione manuale di pazienti che ha visto coinvolti circa 600 operatori. Esposizione a gas anestetici: interessa circa 500 operatori, fra medici, infermieri e addetti all’assistenza; tutto il personale è sottoposto a sorveglianza sanitaria annuale. Non sono mai state riscontrate alterazioni riconducibili all’esposizione a gas anestetici; in un solo caso è stata posta una non idoneità all’esposizione a gas anestetici per l’aggravamento di una patologia pre-esistente. Negli anni 2005-2006 è stato realizzato un intervento di formazione sui rischi lavorativi, sulle procedure di monitoraggio del rischio e sulle procedure organizzative per la gestione del rischio rivolto a tutti gli addetti di sala operatoria. Manipolazione di farmaci antiblastici: riguarda circa 450 fra infermieri e addetti all’assistenza, sottoposti a sorveglianza sanitaria annuale o triennale sulla base dell’entità dell’esposizione. Rischio biologico: lo stato di immunizzazione del virus HBV viene controllato per ogni nuovo operatore e per tutti coloro che svolgono attività di tirocinio presso le strutture aziendali; risulta immunizzato circa l’86% del personale sanitario ospedaliero ed il 71% di quello extraospedaliero. Negli anni 2005-2006 si sono registrati 226 incidenti dei quali circa l’80% è stato considerato a rischio e inserito nel programma di follow-up: in nessun caso si sono osservate sieroconversioni per una delle tre infezioni controllate (HBV, HCV, HIV). Un analogo programma di controllo post-esposizione esiste nel caso di contatto con pazienti affetti da tubercolosi: nel biennio 2005-2006 non si sono osservati casi di acquisizione di malattia tubercolare da pazienti fra gli operatori sanitari. Esposizione a lattice: può essere diretta o indiretta in quanto le proteine di lattice, veicolate dalla polvere lubrificante, possono inquinare l’ambiente di lavoro. Pertanto si utilizzano due diverse formulazioni di idoneità: una per i soggetti con sintomatologia meno importante che prevede l’impiego di guanti a basso contenuto o privi di lattice libero, la seconda indirizzata a coloro che presentano una sintomatologia più grave, che prevede l’esclusione anche dal contatto indiretto. Negli anni 2003-2007 l’attività del Servizio di Prevenzione e Protezione ha portato alla rivalutazione di parte integrale del Documento di Valutazione del Rischio aziendale (81 documenti rivalutati; 83 relazioni su argomenti specifici) e alla realizzazione di numerosi interventi, contando l’avvio di 95 procedure di piano di emergenza. 37 Gestione delle attività inerenti ambiente e sicurezza: individuazione di un team stabile Nell’anno 200742 l’Azienda Ulss 9 ha provveduto alla costituzione di un team stabile per la gestione delle attività inerenti ambiente e sicurezza. Obiettivo del team è fornire linee di intervento necessarie in tema di sicurezza ambientale, monitorando i risultati ottenuti. Il team comprende competenze relative a: gestione delle risorse, manutenzione attrezzature, automezzi e apparecchiature elettromedicali, gestione degli impianti, formazione su salute e sicurezza, prevenzione degli incendi, gestione dei sinistri, manipolazione di sostanze pericolose, pulizia. 2.4 Interlocutori aziendali Gli interlocutori aziendali, i cosiddetti stakeholder, si possono distinguere fra interlocutori interni (le risorse umane) ed interlocutori esterni, in primis i cittadini, in quanto utenti o potenziali utenti del sistema. Altri significativi interlocutori esterni sono: Pubbliche Amministrazioni (Regione Veneto, Conferenza dei Sindaci etc.); Fornitori; Associazioni; Enti e Istituzioni; Terzo Settore; Cooperative. Regione Veneto: è l’ente con cui l’Azienda intrattiene il maggior numero di rapporti istituzionali. Ha specifiche competenze in materia sanitaria e socio-sanitaria. La Regione determina i principi in merito all’organizzazione dei servizi e i criteri di finanziamento, fornisce gli indirizzi per la definizione del Piano Attuativo Locale (PAL) e provvede alla sua approvazione. Definisce l’articolazione territoriale delle Aziende Socio-Sanitarie, i principi e i criteri per l’adozione dell’atto aziendale volto a disciplinare l’organizzazione ed il loro funzionamento. Provvede a determinare il finanziamento, sulla base di una quota capitaria calibrata in relazione alle caratteristiche della popolazione residente, utilizzando criteri coerenti con quelli indicati dalla Legge di riferimento. Il dialogo tra l’Azienda e la Regione è costante e si esplica attraverso uno scambio continuo di informazioni relative a flussi del personale, report per il controllo di gestione, dati di natura economica, nonché quelli relativi alle dimissioni ospedaliere, alla mobilità sanitaria, alle prestazioni ambulatoriali e di Pronto Soccorso. Conferenza dei Sindaci: è l’organismo di verifica dell’indirizzo politico a livello locale per il tramite di una rappresentanza composta da cinque componenti, denominata Esecutivo. Provvede alla definizione, nell’ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività, esamina il bilancio pluriennale di previsione dell’Azienda ed il bilancio di esercizio. Verifica l’andamento generale delle attività e contribuisce alla definizione dei piani programmatici trasmettendo le proprie valutazioni e proposte alla Regione ed al Direttore Generale. Commissione Mista Conciliativa (CMC): interviene in questioni di particolare gravità riguardanti la violazione dei principi contenuti nel regolamento dei diritti e doveri del malato, sottoscritto dall’Azienda Ulss 9 e dalle Associazioni di Volontariato e tutela. È composta da due rappresentanti dell’Azienda (Responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico - URP e Direttore del PO o loro delegati) e da due rappresentanti delle Associazioni di Volontariato. 38 42 Deliberazione del DG n. 1112 del 12.09.2007. 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Il Difensore Civico regionale nomina il Presidente fra i quattro membri. Funge da segretario un funzionario dell’URP. La commissione potrà estendere la partecipazione ad altre persone in relazione all’argomento trattato. La CMC può avere anche compiti propositivi sulle materie riguardanti il miglior funzionamento delle struttura sanitarie. In tal senso sarà cura del segretario della Commissione far pervenire le osservazioni emerse al Direttore Generale. 2003 2004 2005 2006 2007 1 2 2 2 1 N convocazioni della CMC Altri organismi: L’Azienda interagisce con le altre istituzioni locali partecipando a programmi che coinvolgono settori diversi della PA, sottoscrivendo protocolli di collaborazione o attivando progetti sperimentali e non. In quanto PA, mantiene rapporti istituzionali con Prefettura, Questura etc. Fornitori: L’Azienda opera nel rispetto della normativa di riferimento, assicurando imparzialità, trasparenza di comportamento e i principi della concorrenza nella selezione dei contraenti, unitamente all’economicità dei risultati. Ai fornitori è garantita uniformità di trattamento come espressamente previsto dalla normativa. L’Azienda, nella scelta dei fornitori, si attiene al principio volto ad assicurare la massima partecipazione alle gare d’acquisto per beni e servizi, mediante la pubblicazione di bandi di gara e relativi avvisi su quotidiani nazionali e locali, lettere di invito a partecipare alle gare, pubblicazione sul sito Internet aziendale (in apposita sezione relativa alle gare), limitatamente alle forniture il cui importo sia superiore alla soglia di rilevanza comunitaria. In accordo con le linee guida regionali, vengono inoltre attivate gare di quadrante ove le tipologie delle forniture lo consentono. ANNO numero Fornitori tempo medio di pagamento (giorni)* 2003 2122 73,89 2004 2056 75,92 2005 2134 78,25 2006 2169 78,01 2007 (1 sem.) 1756 81,64 *sono stati considerati come termini la data di registrazione della fattura e la data di mandato del pagamento Associazioni: Nel territorio di pertinenza dell’Azienda Ulss 9 sono presenti molte forme associative, che riguardano vari aspetti della vita sociale. L’Azienda si è dimostrata puntualmente aperta alla collaborazione con tutte le associazioni che hanno voluto, negli anni, avviare iniziative in ambito sanitario. Enti e istituzioni: Numerosi sono gli altri interlocutori che, a vario titolo, vengono in contatto con l’Azienda. Fra questi si ricordano: l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Treviso; l’Ordine Medici Veterinari; l’Ordine dei Farmacisti; l’Ordine degli Avvocati; l’Ordine degli Psicologi; Organizzazioni Sindacali; la Fondazione Cassa di Risparmio; Veneto Banca; Unicredit Banca. 39 Terzo settore: Nel terzo settore confluiscono molteplici forme organizzative. Il riferimento normativo più organico è la L. 328/2000, che considera il terzo settore come area di particolare interesse per la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali e ne definisce i soggetti che sono: ■ le organizzazioni di volontariato ■ le associazioni e gli enti di promozione sociale ■ gli organismi della cooperazione ■ le cooperative sociali ■ le fondazioni ■ gli enti di patronato ■ altri soggetti privati non a scopo di lucro Le Cooperative: L’Azienda Ulss 9 ha tra i propri interlocutori e partner principali le cooperative che progettano e gestiscono, in forma imprenditoriale, interventi e servizi ad alto contenuto professionale e organizzativo. In linea con le più recenti indicazioni programmatiche e normative, che indicano il terzo settore come interlocutore privilegiato del servizio pubblico, l’Azienda Ulss 9, oltre ad aver affidato alle cooperative sociali importanti servizi al cittadino, ne ha coinvolto le rappresentanze all’interno del processo di programmazione partecipata relativo alla stesura del Piano di Zona 2007-2009. Le cooperative stesse sono particolarmente attive nell’area della disabilità, dove gestiscono Centri Educativi Occupazionali Diurni, Comunità Alloggio, Gruppi Appartamento, progetti domiciliari e di aiuto personale per le persone con disabilità grave e progetti di integrazione sociale in contesto lavorativo; e nell’area della Salute Mentale, all’interno della quale sono impegnate nei tre assi fondamentali: Casa - Lavoro - Socialità. Affidati a cooperative sono inoltre il servizio di pulizia dei locali di pertinenza dell’Azienda e la manutenzione delle aree verdi nella quale sono anche impegnate persone svantaggiate. Complessivamente le cooperative che, a diverso titolo, forniscono servizi all’Azienda Ulss 9, sono 40. Associazioni di volontariato e gruppi di auto mutuo aiuto nel territorio dell’Azienda Ulss 9: Le Associazioni di Volontariato a carattere socio-sanitario che a vario titolo operano nell’Ambito dell’Azienda Ulss 9 sono 132, impegnate in vari ambiti: ■ assistenza ospedaliera come supporto ai familiari ■ assistenza domiciliare come supporto ai familiari ■ trasporto dei malati, anziani e/o persone che vivono da sole sprovviste di patente in zone difficilmente raggiunte dai mezzi di trasporto pubblici ■ area della disabilità ■ interventi a favore degli anziani (compagnia, spesa) ■ accoglienza degli immigrati ■ area dipendenze ■ area salute mentale ■ promozione e supporto della maternità ■ sostegno dei minori ■ tutela dei diritti del malato. Nel territorio operano inoltre 110 Gruppi di Auto Mutuo Aiuto43, la maggior parte dei quali 40 2. Profilo aziendale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana fa riferimento ad associazioni di volontariato, altri invece sono formati da persone che si incontrano per specifiche aree problematiche. Il vasto panorama del self-help consente di trovare molteplici risposte: ■ gruppi che si rivolgono a mamme e papà per condividere gioie e difficoltà dell’essere genitori, per condividere accoglienza e convivenza con gli immigrati ■ gruppi attivi nell’ambito delle dipendenze che operano promuovendo stili di vita sani e liberi. ■ gruppi attivi nell’ambito della disabilità nei quali i soggetti interessati e le loro famiglie si confrontano e condividono le proprie difficoltà per affrontare con serenità il quotidiano. ■ gruppi attivi nell’ambito della disabilità fisica e psichica nei quali le persone con handicap e le loro famiglie si confrontano e condividono le proprie difficoltà per affrontare con serenità il quotidiano ■ gruppi attivi nell’ambito della salute mentale e dell’autostima ■ gruppi dedicati a chi affronta una malattia o un decorso post-chirurgico ■ gruppi dedicati agli anziani e alle famiglie, alle patologie fisiche ma anche quelle psicologiche, quali la solitudine ■ gruppi che aiutano ad affrontare il dolore della perdita, quali la fine di un legame, la separazione, il lutto Il volontariato partecipa alla programmazione e al monitoraggio delle attività dell’Azienda Ulss 9 prioritariamente attraverso il contributo dato alla stesura del Piano di zona. Relativamente ai Piani di zona 2007-2009, il volontariato ha partecipato ai tavoli di lavoro istituzionali per la stesura dei piani stessi, in parallelo ha comunque precisato le proprie posizioni intorno ai bisogni prioritari e alle azioni conseguenti. Sono organismi di coordinamento e collegamento, nonché supporto e finanziamento, per le Associazioni di Volontariato a livello provinciale il Coordinamento associazioni di volontariato e il Centro di Servizio per il Volontariato. Entrambi questi organismi sono diventati nel corso di questi ultimi anni interlocutori sempre più significativi per l’Azienda Ulss 9. Università: Le istituzioni scolastiche e universitarie con le quali l’Azienda sottoscrive numerose convenzioni per l’inserimento di allievi in tirocinio o stage fanno capo al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Si rimanda al paragrafo 4.5 “Rapporti con l’Università”. 43 Fonte: “Giro di Boa” - Una guida ai gruppi di auto aiuto e auto mutuo aiuto nel territorio dell’ Azienda Ulss 9. 41 3. OBIETTIVI ISTITUZIONALI E STRATEGIE AZIENDALI 43 3.1 Il percorso della programmazione aziendale 54 3.2 La persona al centro del sistema 55 3.2.1 Comunicazione e Informazione 57 3.2.2 Accoglienza, tutela e partecipazione 61 3.3 Aspetti etici 61 3.3.1 Comitato di Bioetica 62 3.3.2 Comitato etico per la sperimentazione clinica 42 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana L’Azienda indica gli obiettivi (strategici e operativi) e le possibili modalità per raggiungerli, lasciando ai singoli Responsabili di UO la possibilità di elaborare progetti finalizzati al raggiungimento di tali obiettivi. Nella convinzione che un’attenta definizione degli obiettivi, degli indicatori per misurarli e delle strategie per raggiungerli rappresenti un’attività fondamentale che deve coinvolgere tutti i livelli aziendali, l’Azienda Ulss 9 ha posto particolare attenzione, nel corso di questo quinquennio, alle attività di Pianificazione e Programmazione, intese come strumento essenziale della Direzione Strategica e momento di ampio coinvolgimento degli operatori aziendali. La Giunta Regionale del Veneto44 ha assegnato ai Direttori Generali delle Aziende Ulss ed Ospedaliere della Regione Veneto45 i seguenti obiettivi di salute e di funzionamento per il quinquennio 2003-2007: ■ impegno a non superare la soglia dell’1% di budget definito in sede di riparto del fondo sanitario regionale e nell’ambito del procedimento di cui all’art. 39 della LR 55/1994 per l’anno 2003; ■ rigoroso rispetto delle indicazioni programmatorie regionali, con particolare riferimento alla delibera di Giunta regionale46 relativa alle modifiche delle schede di dotazione ospedaliera ed all’allora emananda delibera di riprogrammazione della residenzialità, semiresidenzialità per la non autosufficienza47. Annualmente, vengono poi assegnati ai Direttori Generali alcuni obiettivi da raggiungere in base alle esigenze della programmazione regionale. La Regione Veneto è successivamente intervenuta con le seguenti note fornendo indicazioni programmatorie di breve periodo: 1) ha assegnato dieci obiettivi ai Direttori Generali per gli anni 2006-2007, da completare entro il 31.12.200748, con una prima valutazione quali-quantitativa al 31.12.2006: definizione dei patti aziendali per la medicina convenzionata; attivazione di almeno due UTAP; completare la realizzazione degli Hospice e delle strutture per gli stati vegetativi permanenti secondo le previsioni della programmazione regionale; rispetto dei vincoli economici49 in materia di personale; riequilibrare il rapporto infermieri/operatori socio-sanitari a favore di questi ultimi; attuazione delle linee regionali di indirizzo in materie riconducibili ai contratti collettivi nazionali di lavoro; realizzazione del progetto codici bianchi; realizzazione delle aree vaste ed operatività dei progetti dedicati attivati dalla Regione; attivazione ed operatività dei consorzi relativi a servizi ed esternalizzazioni; rispetto degli obiettivi dei tetti della mobilità. Delibera n. 3975 del 30.12.2002, in conformità a quanto previsto dall’art. 3 bis, comma 5 del DL.vo 502/1992 e successive modifiche ed integrazioni. Nominati con decreti del Presidente della Giunta regionale n. 1509 e seguenti del 31.12.2002. 46 DGRV n. 3223 dell’08.11.2002, in attuazione delle disposizioni contenute nel DL n. 347 del 18.09.2001, convertito nella legge n. 405 del 16.11.2001. 47 DGRV n. 751 del 10.03.2000. 48 DGRV n. 2686 del 07.08.2006. 49 Stabiliti dalla DGRV n. 919/2006 del 28.03.2006. 3.1 Il percorso della programmazione aziendale 44 45 43 2) ha approvato il Piano attuativo del Commissario Straordinario per la programmazione regionale50. 3) ha fornito indicazioni sul bilancio economico preventivo e sul budget generale 200751 individuando un set di indicatori che saranno utilizzati per valutare le performance aziendali per l’anno 2007, sulla base dei quali le Aziende dovranno predisporre eventuali piani di rientro. Per realizzare gli obiettivi assegnati dalla Regione Veneto e nell’ottica di una gestione manageriale, l’Azienda Ulss 9 utilizza i seguenti strumenti di programmazione aziendale, in ossequio alle normative di riferimento: ■ Piano attuativo locale (PAL); ■ Direttive del Direttore Generale; ■ Budget e monitoraggio; ■ Piano di Zona dei Servizi alla Persona; ■ Programma delle attività territoriali; ■ Bilancio Pluriennale di Previsione; ■ Piani di Settore. Piano attuativo locale (PAL): il percorso di programmazione e controllo all’interno dell’Azienda Sanitaria parte dalla definizione degli obiettivi strategici, che sono contenuti all’interno del PAL. Il PAL rappresenta il documento base per la programmazione triennale, nel quale sono definite le linee strategiche dell’Azienda e vengono recepiti i documenti di programmazione socio-sanitaria, ovvero il Piano di Zona dei Servizi alla Persona e il Programma delle attività territoriali di ogni Distretto. È stato elaborato un primo PAL 2003-200552, nel quale viene enunciato che l’obiettivo generale dell’Azienda è quello di assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), così come definito dalla programmazione regionale, secondo parametri di efficienza ed efficacia, orientando l’organizzazione alla centralità di ciascuna Persona ed all’unicità dell’Azienda, secondo un approccio multiprofessionale. Nel 2006 è stato deliberato il PAL 2007-200953, nel quale vengono ripresi con forza i principi di centralità del paziente, unicità dell’Azienda e approccio multidisciplinare; in particolare viene sancita la transizione dai bisogni di salute della popolazione ai bisogni di salute della singola persona, che viene quindi a rappresentare l’elemento centrale della programmazione aziendale. Gli obiettivi strategici sono stati enunciati in modo discorsivo e senza la presenza di indicatori, in modo da comunicare le scelte strategiche a tutto il personale dell’Azienda e fornire gli indirizzi da utilizzare per la formulazione degli obiettivi annuali (detti anche obiettivi operativi). Gli obiettivi strategici sono quindi stati pensati e scelti in modo da essere il più possibile vicini alla sensibilità di medici, infermieri e di tutti coloro che lavorano in Azienda, in modo che possano essere sentiti “propri” e siano facilmente comprensibili da tutti. ■ DGRV n. 3101 del 03.10.2006. Nota regionale n. 654029 del 14.11.2006. Deliberazione del DG n. 63 del 22.01.2004. 53 Deliberazione del DG n. 1657 del 29.12.2006. 50 51 44 52 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Per la formulazione degli obiettivi strategici sono state individuate sette fonti di input come illustrato nella figura seguente: 2 3 Punto di vista dell’Utenza 4 Analisi Bisogni di Salute (Epidemiologia) 5 Esito Autovalutazione CCHSA 1 6 Piani di Settore Analisi Progetti 2006-2007 7 Piano Sanitario Nazionale 2006-2007 Documento Direttive 2006 Percorso di Pianificazione Aziendale Piani di Settore PAL 2007-2009 Piano dei Servizi Sanitari alla Persona 2007-2009 Obiettitvi Regionali del Direttore Generale 2006-2007 Documento delle Direttive 2007 Programma delle attività territoriali Contrattazione di Budget 2007 1. Piano Sanitario Nazionale 2006-2008. 2. Punto di vista dell’utenza rilevato attraverso: - Analisi delle Segnalazioni all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP); - rilevazioni di Soddisfazione dell’Utenza (interna ed esterna); - Conferenza dei Servizi; - indagine sull’Umanizzazione (“La persona al centro del percorso di cura. Umanizzazione dell’assistenza ospedaliera”). 3. Analisi dei bisogni di salute: sono stati costituiti undici gruppi di lavoro multiprofessionali e trasversali (ospedale-territorio) per differenti tematiche (la nascita, la salute riproduttiva nelle donne, la salute di bambini e adolescenti, i principali fattori di rischio, le malattie cardiovascolari, il diabete, le neoplasie…); questi ultimi sulla base del Bilancio di salute54, hanno elaborato proposte operative per la programmazione aziendale sottoposte alla Direzione Strategica che ne ha definito le priorità. 4. Programma di Accreditamento d’eccellenza (vedi paragrafo 4.1 “Qualità”): l’esito dell’autovalutazione rappresenta un’approfondita analisi clinico-organizzativa di dettaglio delle attività aziendali e delle prestazioni erogate, che costituisce un prezioso elemento di input per la programmazione aziendale. Le proposte di miglioramento sono state condivise con la Direzione Strategica e inserite nella programmazione aziendale, individuando processi e strutture coinvolti nelle azioni di miglioramento. 5. Stato di avanzamento dei piani di settore. 6. Analisi dei progetti aziendali in corso. 7. Documento delle Direttive 2006: è stato valutato il livello di raggiungimento degli obiettivi del Documento delle Direttive 2006. Come descritto nel paragrafo 1.3 “Stato di salute” l’Azienda Ulss 9 ha prodotto e diffuso nell’anno 2004 e aggiornato nell’anno 2006 il “Bilancio di Salute”. 54 45 L’analisi degli elementi di input sopra evidenziati ha portato alla definizione di 5 obiettivi strategici: 1) Analizzare i bisogni di salute della popolazione per programmare i servizi con approccio integrato Ospedale/Territorio in un’ottica di area vasta. 2) Utilizzare le migliori pratiche cliniche ed assistenziali per garantire l’appropriatezza dell’erogazione delle prestazioni e dell’uso delle risorse (erogare prestazioni appropriate in tempi adeguati nei contesti assistenziali adeguati a chi ne ha effettivamente bisogno). 3) Adottare le migliori pratiche gestionali per il governo del sistema e della rete aziendale. 4) Sviluppare l’informatizzazione del sistema come strumento di supporto all’erogazione delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e al governo del sistema. 5) Sviluppare in modo razionale ed organizzato le infrastrutture in funzione dei servizi sanitari, socio-sanitari, dei percorsi logistici del paziente e dei processi interni. "OBMJ[[BSFJCJTPHOJ EJTBMVUFEFMMB QPQPMB[JPOFQFS QSPHSBNNBSFJ TFSWJ[J 4WJMVQQBSFJONPEP SB[JPOBMFF PSHBOJ[[BUPMF JOGSBTUSVUUVSFJO GVO[JPOFEFJTFSWJ[J EFJQFSDPSTJMPHJTUJDJ EFMQB[JFOUFFEFJ QSPDFTTJJOGFSNJ %BJCJTPHOJEJ TBMVUFEFMMB QPQPMB[JPOFBJ CJTPHOJEJTBMVUF EFMMBQFSTPOB 4WJMVQQBSF MJOGPSNB[JPOFEFM TJTUFNBDPNF TUSVNFOUPEJTVQQPSUP BMMFSPHB[JPOFEFMMF QSFTUB[JPOJTBOJUBSJFF BMHPWFSOPEFMTJTUFNB "EPUUBSFMFNJHMJPSJ QSBUJDIF DMJOJDPBTTJTUFO[JBMJ QFSHBSBOUJSF MBQQSPQSJBUF[[B EFMMFSPHB[JPOFEFMMF QSFTUB[JPOJ "EPUUBSFMFNJHMJPSJ QSBUJDIFHFTUJPOBMJ QFSJMHPWFSOPEFM TJTUFNBFEFMMBSFUF B[JFOEBMF Per ognuno di questi obiettivi strategici, sono stati definiti gli obiettivi operativi per gli anni 2007, 2008 e 2009, ovvero gli obiettivi sui quali dovranno convergere gli sforzi degli operatori al fine di raggiungere nel triennio gli obiettivi strategici prefissati55. Direttive del Direttore Generale Il Documento di Direttive, partendo dagli obiettivi strategici del PAL e dagli obiettivi operativi per l’anno di riferimento, definisce le “leve”, ovvero le modalità attraverso le quali attuare il loro raggiungimento. Ha validità annuale. Dal 2003 al 2007 sono stati deliberati cinque Documenti di Direttive. Nel Documento di Direttive per ogni obiettivo operativo sono indicati i processi aziendali ■ 46 Per gli approfondimenti si rimanda al Documento PAL 2007-2009 disponibile sul sito www.ulss.tv.it tra i “documenti di programmazione aziendale”. 55 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana e le strutture organizzative interessate, al fine di favorire l’identificazione degli obiettivi di budget. L’identificazione degli obiettivi e delle leve è avvenuta attraverso l’analisi dei dati di attività e costo da parte della Direzione Strategica. Nel Documento di Direttive sono indicati anche i progetti della Direzione Strategica che coinvolgono trasversalmente le diverse aree aziendali. Si riporta il percorso che ha guidato la definizione degli obiettivi operativi, leve e processi partendo dal primo obiettivo strategico del PAL 2007-2009. Come indicato nello schema, per ogni obiettivo strategico sono stati individuati una serie di obiettivi operativi da realizzare nel corso del 2007. Per ogni obiettivo operativo sono state individuate le leve da attivare per raggiungerlo, i processi coinvolti e le strutture interessate56. Per gli approfondimenti si rimanda al Documento delle Direttive 2007 disponibile sul sito www.ulss.tv.it nella sezione “documenti di programmazione aziendale”. 56 47 Budget e monitoraggio Il documento delle Direttive rappresenta la base di partenza per la formulazione del processo di budget. Le schede di budget dei centri di responsabilità sono infatti compilate tenendo conto degli obiettivi assegnati e dei progetti sui quali sono impegnate le varie SC I Responsabili di SC, attraverso i Direttori di Dipartimento, negoziano gli obiettivi da perseguire nell’anno in corso con il Direttore Generale, tenendo conto non solo dell’impegno nello svolgimento dell’attività routinaria ma anche dell’impegno nelle attività progettuali. Alla fase di negoziazione segue la fase di monitoraggio, che prevede: 1. un monitoraggio degli obiettivi indicati nel Documento delle Direttive attraverso la valutazione dell’andamento di opportuni indicatori aziendali contenuti nel “cruscotto” (es. ricoveri inappropriati, degenza media), la valutazione dell’andamento di opportuni indicatori scelti ad hoc (es. codici bianchi di accesso al PS), la valutazione dello stato di attuazione dei progetti e la valutazione dello stato di avanzamento lavori per i piani di settore; 2. un monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di budget assegnati alle singole SC con cadenza trimestrale. ■ Progetti aziendali Nel 2003 l’Azienda Ulss 9 ha dato avvio alla gestione per progetti secondo la metodologia GPMO (Gestione Progetti Mirando agli Obiettivi). Nel corso del primo anno, la gestione progetti ha riguardato quelli della Direzione Strategica con impatto trasversale alle diverse aree (Ospedale, Territorio e Prevenzione) e con forte rilevanza strategica. Negli anni successivi (2004-2007) la gestione per progetti è stata sviluppata anche all’interno delle singole SC e ha visto come protagonisti tutti i professionisti dell’Azienda (circa 420 tra medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi). L’aspetto più rilevante è la forte correlazione tra il processo di programmazione aziendale e la gestione per progetti quale strumento e modalità per la realizzazione dei risultati desiderati. Durante il percorso di budget i responsabili di SC sono chiamati a definire non solo gli obiettivi di attività e costo per l’anno successivo ma anche, laddove necessario, a definire uno o più progetti che consentano il raggiungimento di tali obiettivi; i responsabili coinvolgono quindi per la definizione dei progetti i propri collaboratori (medici, infermieri e personale di supporto, etc.), quindi tutta la base aziendale, rendendo così la programmazione delle varie attività condivisa tra le varie componenti professionali dell’Azienda e favorendo una partecipazione quanto più allargata possibile. Il numero di progetti avviati è stato notevole: da 102 nel 2004 a 187 a Settembre 2007. 48 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Progetti attivi dal 2004 a settembre 2007 Numero Progetti 250 200 191 187 2006 set-07 145 150 102 100 50 0 2004 2005 Molti di questi progetti sono stati studi di fattibilità, che consentono di verificare le condizioni di fattibilità prima di sottoporre alla Direzione Strategica un progetto potenzialmente impegnativo che può richiedere risorse anche ingenti. In altri casi i progetti riguardano la riorganizzazione di un servizio o la revisione di una procedura: si tratta quindi di miglioramenti sul “come” viene svolta una certa attività. Altri progetti consistono nella implementazione di un nuovo servizio o di una nuova attività: lo studio di fattibilità è già stato effettuato o comunque la Direzione ha preso la decisione di mettere a disposizione risorse per “qualcosa di nuovo”. Infine molti progetti riguardano l’aspetto più strettamente clinico, come la definizione di protocolli e linee guida e il monitoraggio della loro implementazione. I progetti “Coaching”: l’istituzione dei Dipartimenti ha fatto emergere l’esigenza di fornire un adeguato supporto ai Direttori di Dipartimento quali gestori di risorse e attività complesse. Per soddisfare questa esigenza sono stati creati due progetti aziendali specifici: il progetto “Coaching Tecnico-Manageriale per i Direttori di Dipartimento” e il progetto “Coaching Farmaceutico per i Direttori di Dipartimento”. Coaching Tecnico-Manageriale per i Direttori di Dipartimento: il progetto, avviato nel 2005, prevede l’affiancamento dei Direttori di Dipartimento da parte di laureati in economia al fine di consentire loro di sviluppare competenze gestionali e assumere un ruolo attivo nelle dinamiche aziendali di sviluppo. Il progetto nasce dalla necessità di supportare il Direttore di Dipartimento nell’assunzione del ruolo manageriale al quale è chiamato in seguito alle riforme sanitarie degli anni ’90 e che risulta però di fatto estraneo all’ordinario campo di conoscenze ed esperienze proprie dei dirigenti medici. Da una rilevazione sulla soddisfazione dei Direttori di Dipartimento per il “progetto coaching”, fatta attraverso un questionario anonimo, è emerso un ampio consenso sulle modalità con le quali il progetto è stato svolto. Coaching Farmaceutico per i Direttori di Dipartimento: il progetto, avviato nel 2006, ha l’obiettivo di ottimizzare la spesa farmaceutica ospedaliera, importante capitolo di spesa aziendale in costante crescita, e di diffondere una corretta e indipendente informazione sul farmaco, attraverso l’affiancamento di un farmacista ai Direttori di Dipartimento e Responsabili di SC: non solo quindi contenimento della spesa, ma anche e soprattutto appropriatezza dell’uso dei farmaci e stretto rapporto di collaborazione tra clinici e far- 49 macisti. Il farmacista svolge un’attività informativa sulle novità introdotte in campo farmaceutico e sulle interazioni tra i farmaci, nonché un’attività di supporto al controllo e analisi della spesa farmaceutica. Piano di Zona dei Servizi alla Persona57 È uno strumento di programmazione per conseguire l’integrazione delle attività tra servizi sociali e servizi socio-sanitari e tra soggetti pubblici e privati nell’ambito territoriale dell’Azienda Ulss. La normativa nazionale e regionale58 in tema di Servizi Sociali ne sottolinea la valenza strategica quale strumento primario dei Comuni, d’intesa con le Aziende Ulss, per la realizzazione della rete dei servizi sociali e dell’integrazione socio-sanitaria locale. Il Piano di Zona è un documento di programmazione finalizzato a: - la conoscenza, l’analisi e la valutazione dei bisogni della popolazione, sia per gli aspetti quantitativi che qualitativi; - l’individuazione, qualificazione e quantificazione delle risorse - materiali, umane e finanziarie - pubbliche e private (profit e non profit), disponibili e/o attivabili all’interno di un’unica progettualità globale; - la definizione di priorità e politiche di intervento; - la definizione dei servizi e dei progetti territoriali. La Conferenza dei Sindaci, nella seduta del 19.04.2007, ha approvato il Piano di Zona dei Servizi alla Persona 2007-2009 che programma gli interventi a favore delle seguenti aree: Infanzia, Minori, Famiglia; Anziani; Disabilità; Dipendenze patologiche; Salute mentale; Politiche giovanili; Disagio e marginalità sociale (immigrazione, nomadismo, prostituzione); Integrazione al lavoro e fasce deboli; Politiche di continuità Ospedale-Territorio. Per ciascuna Area si è proceduto ad aggiornare e censire i bisogni della popolazione, definendo priorità, politiche e azioni intorno alle quali finalizzare le risorse disponibili; si sono individuate e stimate le risorse (materiali, umane, finanziarie), pubbliche e private (profit e non profit), disponibili o attivabili per l’attuazione dei singoli progetti. La normativa regionale identifica la titolarità della formulazione del Piano di Zona prioritariamente in due soggetti: - I Comuni, chiamati prioritariamente ad affrontare i problemi inerenti l’esercizio unitario delle funzioni in materia di assistenza e promozione sociale; - La Regione, per il tramite delle Aziende Ulss, per la pianificazione degli interventi integrati di ambito socio-sanitario. ■ La definizione è contenuta nella LR 56/1994 ed il Piano Socio Sanitario Regionale 1996/1998. L. 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali”, “Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali”, Maggio 2001, DPCM 29.11.2001 “Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza”, “Piano Sanitario Nazionale 2003-2005”; LR 5/1996 “Piano socio sanitario regionale per il triennio 1996/1998”, LR 11/2001 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del DL.vo 31.03.1998”; DGRV n. 3702 del 28.11.2006 “Approvazione delle specifiche indicazioni per la valutazione dei piani di zona dei servizi alla persona e proroga termine presentazione dei piani di zona 2007-2009”. 57 58 50 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana La predisposizione del Piano di Zona dei Servizi alla Persona ha visto il coinvolgimento di diverse istanze territoriali, organizzate per gruppi di lavoro, che hanno operato con il supporto della Direzione dei Servizi Sociali dell’Azienda: - Gruppo guida: composto dall’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e dalla Direzione dei Servizi Sociali dell’Azienda, ha operato con compiti di governo sull’attività di programmazione. - Gruppo centrale a livello aziendale: ha il compito di individuare attori, tempi e percorsi per l’attuazione del programma di lavoro; è composto da: Esecutivo dei Sindaci, Direttore dei Servizi Sociali, Direttore Sanitario, Responsabili di Distretto, Referenti di Area e Rappresentanti del Volontariato. - Gruppi operativi centrali: uno per ciascuna area di cui alla LR 56/1994, composti dai soggetti sociali maggiormente significativi in ragione dell’area tematica trattata, che nel tempo dovrebbero assumere il ruolo di veri e propri osservatori sulla tematica di competenza, con il compito di individuare le priorità fra i bisogni di salute e pianificare/monitorare gli interventi. - Gruppi di lavoro a livello distrettuale; presieduti dal Referente Distrettuale dell’Esecutivo dei Sindaci e composti da: Sindaci del Distretto, Responsabile di Distretto, Referenti di Area, Responsabili dei Settori Comunali interessati, altri operatori dei Comuni e dell’Azienda nonché di altre Istituzioni ritenuti utili per un’adeguata predisposizione del Piano. Principi di riferimento del Piano di Zona 2007–2009 CONTINUITÀ ASSISTENZIALE COOPERAZIONE EFFICACIA ED EFFICIENZA INTERVENTI COPERTURA FINANZIARIA E PATRIMONIALE SUSSIDIARIETÀ 51 I pilastri del Piano di Zona 2007-2009 Sulla base delle priorità nazionali e regionali sono stati costruiti i quattro pilastri “naturali” su cui è orientata la programmazione locale dell’Azienda Ulss 9: - forte sostegno alla famiglia e tutela dei minori; - integrazione delle fasce deboli; - gestione partecipata dei servizi; - uniformità e qualità dei servizi. Il Piano di Zona dei Servizi alla Persona 2007-2009 include, conformemente alle indicazioni regionali, i seguenti Piani locali di settore, prevedendo altresì una progressiva armonizzazione con i tempi previsti per l’attuazione degli stessi: Piano per la Famiglia, Infanzia e Adolescenza59, Piano Triennale Dipendenze60, Piano Locale della Non Autosufficienza per la Residenzialità61, Piano Locale per la Domiciliarità62, Piano Locale della Disabilità63. I Piani locali di settore sono il prodotto dell’attività concertata delle Amministrazioni Comunali e dell’Azienda Ulss 9 grazie alla partecipazione collaborativa dei vari attori istituzionali presenti sul territorio; l’obiettivo è quello di migliorare il sistema dei servizi attraverso l’inserimento in un quadro di programmazione locale e regionale. Monitoraggio, verifica e valutazione: i soggetti titolari del Piano di Zona ne verificano l’impatto attraverso la valutazione sistematica delle risorse disponibili, degli esiti di intervento e di efficacia così da poter monitorare lo stato di avanzamento del Piano stesso. La metodologia per la programmazione e il monitoraggio è rappresentata dal cosiddetto ciclo PDCA (Plan “pianificare in ragione degli obiettivi”, Do “porre in essere”, Check “controllare e confrontare”, Act “agire in ragione della fase CHECK ed in funzione degli obiettivi da raggiungere”). Strumenti e linee di sviluppo: nel periodo 2003-2005 sono state utilizzate schede semestrali che hanno consentito il monitoraggio dei risultati raggiunti per ciascun progetto attraverso un’analisi delle fasi e dei tempi pianificati e del raggiungimento degli standard previsti per ciascun indicatore dichiarato. Le verifiche effettuate hanno fornito le informazioni necessarie per la stesura di relazioni sullo stato di avanzamento dei progetti e di un volume di valutazione annuale e ripianificazione successiva. Dal mese di giugno 2006 il sistema di monitoraggio è stato informatizzato all’interno dell’Intranet aziendale e permette sia di valutare lo stato di avanzamento delle progettualità che di storicizzare negli anni le informazioni, consentendo statistiche sulla generalità del processo di pianificazione64. Delibera del DG n. 477 del 14.4.2005. Delibera del DG n. 862 del 28.6.2006. Delibera del DG n. 489 del 24.4.2007. 62 Delibera del DG n. 1664 del 29.12.2006. 63 Delibera del DG n. 1663 del 29.12.2006. 64 Tali documenti sono stati oggetto di analisi nell’ambito dei Gruppi di Lavoro di Area e di valutazione ed approvazione da parte della Conferenza dei Sindaci; sono inoltre reperibili in rete all’indirizzo http://servizisociali.ulss.tv.it. A partire dal 2006 sono stati adottati anche gli strumenti (schede informatizzate) proposti dalla Regione Veneto per dare evidenza alle attività svolte rispetto a quelle pianificate, con particolare riguardo ai dati di spesa e agli obiettivi di salute e di sistema perseguiti. 59 60 61 52 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Programma delle Attività Territoriali65 È lo strumento operativo di programmazione del Distretto Socio-Sanitario ed è basato sul principio della intersettorialità degli interventi cui concorrono diverse strutture operative. Nel Programma delle Attività Territoriali trovano esplicitazione: la localizzazione dei servizi e dei presidi distrettuali; i bisogni e gli obiettivi di salute prioritari; gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria necessari per affrontarli; la determinazione del budget di Distretto e la copertura economica delle attività socio-sanitarie definite nel Piano di Zona. ■ Bilancio Pluriennale di Previsione66 Viene elaborato con riferimento al piano generale e agli strumenti della programmazione adottati dall’Azienda e ne rappresenta la traduzione in termini economici, finanziari e patrimoniali nell’arco temporale considerato. Ha una durata corrispondente a quella del piano generale ed è annualmente aggiornato. Il Bilancio Pluriennale di Previsione è strutturato in modo da consentire la rappresentazione degli equilibri economici, finanziari e patrimoniali in analogia alla struttura e ai contenuti del bilancio economico preventivo e del budget generale. ■ Piani di Settore Sono documenti che espongono, nel dettaglio della singole attività, la programmazione di ambiti aziendali specifici e costituiscono il modo in cui la Direzione Aziendale intende esplicitare le attività da realizzare su una determinata materia. Al loro interno i piani di settore devono indicare le strutture aziendali coinvolte, ed inoltre le modalità, la tempistica e il responsabile del monitoraggio per il raggiungimento degli obiettivi. I Piani di settore sono generalmente sviluppati e gestiti da parte delle strutture di staff (sanitarie e tecnico-amministrative). Il budget delle strutture responsabili della realizzazione dei piani è collegato allo stato di raggiungimento del piano stesso e/o ad alcuni aspetti specifici descritti nel piano. Per ogni piano di settore l’iter di emissione prevede le seguenti fasi: a) Redazione, a cura dei responsabili delle strutture organizzative di riferimento. b) Verifica a cura di: - Direttori dei dipartimenti/strutture complesse di cui fanno parte le strutture organizzative che hanno redatto il Piano; - Direttore del Dipartimento Risorse materiali, finanziarie e per i servizi tecnici, qualora il piano preveda un impiego specifico di risorse economiche, il quale sarà in tal modo corresponsabile della buona riuscita del piano per quanto attiene la disponibilità delle risorse concordate; - Direttore del Dipartimento Risorse Umane, qualora fosse necessario coinvolgere risorse umane aggiuntive. c) Approvazione a cura della Direzione Strategica. ■ Art. 3 quater DL.vo n. 502/1992 e art. 120 LR n. 11/2001. Il Programma delle Attività Territoriali è proposto dal Direttore del Distretto alla Direzione Aziendale, previo parere del Comitato dei Sindaci di Distretto; è approvato dal DG d’intesa con il Comitato dei Sindaci di Distretto; viene elaborato a cadenza annuale in stretto raccordo con il budget di Distretto ed è recepito dal DG nel PAL. 66 Art. 5 DL.vo n. 502/1992 e art. 10 LR n. 55/1994. 65 53 I piani di settore deliberati da quest’Azienda sono: Piano Annuale Piano Qualità Percepita Triennale Piano della qualità Triennale Piano della comunicazione Triennale Programma triennale dei lavori pubblici Piano investimenti delle apparecchiature elettromedicali 3.2 La persona al centro del sistema Durata Piano della formazione Triennale Responsabile SC Servizio Formazione e Aggiornamento SC Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing SC Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing SC Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing Dipartimento Risorse Materiali, Finanziarie e per i Servizi Tecnici Triennale Dipartimento dei Servizi Ospedalieri Piano triennale dei sistemi informativi Triennale SC Servizio Informativo ed Informatico Piano per la salute e sicurezza sul luogo di lavoro Triennale SS Servizio Protezione e Prevenzione L’Azienda Ulss 9 ribadisce con forza nei documenti di programmazione e pianificazione i principi fondamentali enunciati per la prima volta nel Piano Attuativo Locale 2003-2005. Il primo dei tre principi è stato riformulato proprio nell’ultimo documento aziendale (PAL 2007-2009), spostando l’attenzione dalla centralità del paziente alla centralità della persona. Porre la persona al centro del sistema e agire in termini di promozione dell’espressione di competenze e di consapevolezza per aumentare la capacità di controllo sul proprio stato di salute, è uno degli elementi distintivi di un’azienda socio-sanitaria. Centralità della persona significa conoscerne i bisogni e rispondere a questi in modo adeguato, equilibrato, integrato e concreto. I bisogni della persona non possono essere sovrapponibili alle forme organizzative: è necessario adeguare queste ultime ai bisogni. È dunque astratto, e quindi non soddisfacente al reale bisogno di salute, il considerare la persona come oggetto di una sommatoria di prestazioni, le quali possono essere ciascuna soddisfacente di per sé, ma non rispondenti nel loro complesso alle necessità del cittadino. Per questo, nel PAL 2007-2009 è stato inserito per la prima volta, tra gli aspetti da considerare e su cui basare la programmazione aziendale, anche il “punto di vista dell’utenza”. 54 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana La Comunicazione Pubblica67 ha tre importanti finalità: ■ informare: diffondere notizie e indicazioni utili alla fruizione dei servizi; ■ educare: sensibilizzare i cittadini su temi o problemi rilevanti; ■ rafforzare l’immagine dell’ente (il ruolo dello stesso ente, verso l’esterno e verso l’interno). La comunicazione nella pubblica amministrazione vede il “declino della deferenza” (il pubblico nella società post-moderna si inserisce nella logica della qualità) e un arena pubblica più competitiva (privato - pubblico); è inoltre fortemente condizionata dalla presenza di nuove e sempre più sofisticate tecnologie (queste non sono solo un mezzo tra tanti mezzi, il mezzo diventa il messaggio, ad esempio il sito Internet è un nuovo modo di pensare all’organizzazione). Rispetto a una domanda di informazione complessa e difficilmente prevedibile, le nuove tecnologie consentono infatti: flessibilità, interattività, accesso e aggiornamento continuo, il superamento della logica testuale (è superato il vecchio concetto di Carta dei Servizi cartacea). La Comunicazione ha implicazioni sul piano del miglioramento della qualità e dello sviluppo organizzativo poiché, allorquando si debbano definire e rendere espliciti obiettivi, contenuti e mezzi della comunicazione stessa rispetto ai diversi interlocutori, obbliga a riconsiderare aspetti peculiari dei servizi e dell’organizzazione. 3.2.1. Comunicazione e Informazione Tra le attività di comunicazione e informazione più significative avviate in questo quinquennio ricordiamo: ■ Ufficio Stampa: attività di informazione a supporto dei Media; ■ Informazione interna: newsletter; ■ Notiziario televisivo; ■ Sito Aziendale; ■ Progetto Comunicazione Coordinata: pianificazione dell’informativa all’utente. Ufficio Stampa: attività di informazione a supporto dei Media Negli anni 2003-2007 è stato formalmente definito il ruolo dell’Ufficio Stampa, presente in Azienda sin dagli anni Settanta, individuando in esso il soggetto deputato alla redazione e diffusione di comunicati, alla organizzazione di conferenze stampa ma anche al coordinamento di tutte le informazioni destinate all’esterno attraverso giornali ed emittenti radiotelevisive. Si è scelto di non mirare ad una informazione “presenzialista” ma di caratterizzarsi presso le varie redazioni per la correttezza e la puntualità delle notizie qualora effettivamente rilevanti e di interesse per il pubblico e la stampa. Informazione interna: newsletter In questi ultimi anni sono stati avviati percorsi per dotare l’azienda di alcuni strumenti mirati alla miglior comunicazione anche con i dipendenti: da febbraio 2005 dipendenti, collaboratori, professionisti convenzionati e personale a contratto ricevono mensilmente insieme alla busta paga la newsletter “Treviso Ulss Nuove”; si tratta di uno strumento agile che contiene le principali informazioni aziendali, rivolto ai componenti della “famiglia” della Sanità trevigiana. Quell’insieme di processi che permettono la circolazione, all’interno della comunità Stato, delle informazioni sui problemi di pubblica utilità e su quelli socialmente rilevanti e l’attivazione di flussi di comunicazione tra i cittadini, le istituzioni pubbliche e il sistema dei media. 67 55 Notiziario televisivo Si è riservata particolare attenzione anche all’informazione istituzionale grazie alle trasmissioni radiotelevisive, create appositamente dall’Azienda per affrontare, nel modo più condiviso possibile, tematiche di carattere socio-sanitario: nel 2003 si ricordano il ciclo di trasmissioni “Saper stare in salute” in onda su Antenna 3 Nordest, nonché le trasmissioni di un proprio notiziario su Radio Vita, seguito da un approfondimento settimanale e da uno speciale mensile; dall’ultimo trimestre del 2005 a tutto il 2006, su Rete Veneta, è stato proposto un notiziario, in onda ogni mercoledì in coda a tutte le edizioni del TG dell’emittente; nel 2007 si è ripresa la collaborazione con Antenna 3 Nordest, con 2 puntate mensili su argomenti socio-sanitari della trasmissione “Ore 13” e la partecipazione al programma “Panorama Sanità” insieme all’Azienda Ulss 7 Pieve di Soligo. Sito Aziendale L’Azienda Ulss 9 ha lavorato per la realizzazione del nuovo portale web aziendale, disponibile on line dal 04.04.2007. www.ulss.tv.it mira a offrire le informazioni e i servizi on line aziendali in maniera intuitiva e rapida, sfruttando la metafora degli “eventi della vita” nella classificazione dei servizi, che consente una navigazione che parte dal bisogno dell’utente. Il sistema permette la creazione di una rete di siti ‘’satelliti’’ che potranno essere definiti “ad hoc” per tematiche, strutture, esigenze di informazione e di comunicazione che emergeranno in futuro, autonomamente e a costo zero. Per la realizzazione di questo servizio, coordinato dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP), è stata creata un rete di circa un centinaio di referenti aziendali che assicurano l’aggiornamento in tempo reale del sistema, grazie ad un facile strumento di gestione (Content Managemet System, CSM). Il sito Internet rappresenta non solo uno strumento di informazione, ma anche un vero servizio all’utenza essendo prevista la possibilità di accesso allo scarico referti e modulistica varia; traguardo da raggiungere sarà la possibilità di effettuare prenotazioni on line delle prestazioni e pagamenti del ticket on line. L’utilizzo del portale da parte del pubblico ha raggiunto rapidamente picchi elevati: nel mese di giugno 2007 si sono registrati 24.245 56 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana visitatori, con un numero di accessi medio al giorno pari a circa 700. Sono già in fase di sviluppo ulteriori servizi e aree del portale: il sistema viene infatti riutilizzato per la creazione della nuova Intranet aziendale che risponde alle esigenze di pubblicare informazioni aziendali, eventi, avvisi, documenti aziendali, offrire l’accesso a banche dati scientifiche collegate a siti specializzati interni cercando di essere a servizio del personale, con possibilità di accesso anche per il personale presente sul territorio quali MMG, Pediatri, operatori in strutture convenzionate, distretti, farmacie, comuni, etc., con significativi risparmi sui costi. All’interno del sito è prevista infine un’area esclusivamente dedicata ai professionisti dell’informazione, sul modello di una vera e propria agenzia di stampa telematica; la pubblicazione di notizie e comunicati on line ne ha favorito la diffusione e l’utilizzo da parte dei giornalisti come fonte aggiornata e completa di informazioni. Progetto Comunicazione Coordinata: pianificazione dell’informativa all’utente Dall’analisi del contesto del Piano della Comunicazione 2003-2005 era emersa l’esigenza di conoscere tutti gli strumenti informativi all’utente realizzati dai vari servizi aziendali (pieghevoli, cartelli, brochure…) e di coordinare, anche dal punto di vista grafico e di linguaggio dei contenuti, la realizzazione e la diffusione di questi strumenti. Obiettivo del progetto è definire gli elementi chiave per consentire a tutti coloro che entrano in contatto con l’Azienda Ulss 9 di ricevere un’informazione corretta, ma anche chiara, ordinata e, possibilmente, gradevole. È stato definito così un tono della comunicazione che renderà riconoscibili e coerenti le informazioni provenienti dall’Azienda. Nel corso del 2007 sono stati realizzati i primi strumenti informativi all’utente che rispettano lo standard aziendale. Accoglienza, tutela e partecipazione sono le aree che, assieme alla comunicazione, caratterizzano le attività svolte dagli URP. Il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 favorisce le forme di partecipazione del cittadino, in particolare attraverso il coinvolgimento dei pazienti e delle associazioni dei familiari68. Oltre al raggiungimento di obiettivi quali: realizzazione di un piano di sensibilizzazione e informazione al personale al tema della donazione organi, realizzazione e coordinamento di corsi di formazione per gli operatori di front-office, valorizzazione della Conferenza dei Servizi, e allo svolgimento di attività istituzionali previste dalla normativa, tra le iniziative relative ai temi di accoglienza, tutela e partecipazione del cittadino avviate dall’Azienda Ulss 9, si segnalano le seguenti iniziative: “La partecipazione è intesa in senso ampio, sia come diretta partecipazione del cittadino/paziente/utente alle scelte terapeutiche e assistenziali che lo riguardano, sia come partecipazione delle organizzazioni che esprimono la società civile e, in primo luogo, delle associazioni dei pazienti e delle loro famiglie alla determinazione delle politiche assistenziali, sia, infine, come valorizzazione del ruolo del terzo settore come una delle componenti cui affidare la erogazione di servizi socio-sanitari con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il SSN deve garantire la partecipazione dei cittadini quale vero e proprio strumento di pratica democratica esercitata dalla comunità che finanzia un servizio destinato a soddisfare i suoi stessi bisogni di tutela della salute. (…) Va pertanto previsto un ruolo attivo delle organizzazioni dei cittadini con riferimento agli organismi di tutela dei diritti, a quelli del terzo settore ed alle associazioni di categoria, di soggetti che si rivolgono al SSN, in modo da valorizzare esperienze, conoscenze e punti di vista destinati ad arricchire il processo decisionale, operativo e valutativo, anche tenuto conto del programma di azione della UE nel campo della salute e della tutela dei consumatori” (PSN 2006-2008). 3.2.2. Accoglienza, tutela e partecipazione 68 57 Pubblicità in azienda: raccolta e gestione di spazi pubblicitari L’Azienda Ulss 9 ha avviato, dal mese di giugno 2006, le attività inerenti il progetto di Pubblicità Commerciale69, autorizzando spazi e messaggi pubblicitari da esporre nei modi e nei tempi concordati nelle varie sedi dell’Azienda Ulss 9. L’attività di gestione degli spazi pubblicitari è coordinata dalla SC Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing e monitorata dal Comitato Pubblicità, che vede tra i suoi membri anche un rappresentante dell’associazionismo di volontariato presente nel territorio dell’Azienda Sanitaria, quale membro esterno del Comitato stesso. Con i ricavi l’Azienda finanzia i costi del punto informativo del Ca’ Foncello e altre attività di comunicazione istituzionale. Accoglienza e Accompagnamento in Ospedale Si è individuata la necessità di sperimentare un primo livello di informazione/orientamento che aiuti il fruitore dei servizi ospedalieri in generale, ed alcuni target d’utenza specifici in particolare, a indirizzare la propria richiesta di sostegno al servizio specifico, mettendo progressivamente in rete tutte le risorse informative già presenti, sia istituzionali che non. L’innovatività del progetto risiede nell’attivazione di: 1. un servizio di informazione e consulenza per gli utenti che accedono all’ospedale; 2. un servizio di accompagnamento dell’utente in difficoltà presso i vari servizi dell’ospedale; 3. un sistema di autofinanziamento delle attività sopraelencate attraverso gli introiti della vendita di spazi pubblicitari. L’iniziativa nasce dalla constatazione che, per semplificare l’accesso dei cittadini ai servizi, risulta strategico fornirgli informazioni specifiche, mirate e complete; informazioni che devono essere date nei tempi, nei modi e nei luoghi adeguati. L’obiettivo, ad oggi raggiunto, era di migliorare l’accoglienza dell’utente presso il PO Ca’ Foncello di Treviso e di creare sinergie reali all’interno dell’Azienda e con il volontariato presente nel territorio, in un’ottica di efficacia ed efficienza del sistema. Punto Informativo: è costituito da un box mobile installato nell’area interna dell’ingresso principale del PO di Treviso. Il box è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Il servizio, gestito dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico, è finanziato grazie ai proventi raccolti dall’Azienda tramite cessione di spazi pubblicitari. Servizio Accompagnamento: i volontari sono preparati per svolgere le seguenti funzioni: 1. accompagnare l’utente in difficoltà alle varie UO (senza disturbare l’attività delle stesse); 2. aiutare il cittadino in caso di bisogno (es.: pagare il ticket alle emittitrici automatiche); 3. supportare lo sportello telefonico dell’URP. I Volontari, appositamente formati, appartengono ad una delle Associazioni di volontariato attiva nel territorio dell’Azienda, oppure, seguendo l’esperienza già avviata dall’URP, sono ex-dipendenti in pensione che mettono a disposizione dei cittadini l’esperienza maturata in azienda. Il coinvolgimento delle associazioni avviene attraverso il Centro di Servizio per il Volontariato e il Coordinamento Provinciale delle Associazioni. 58 69 Deliberazioni del DG n. 1232 del 06.10.2005 e n. 1607 del 23.12.2005. 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Progetto Aziendale di Umanizzazione: La persona al centro del percorso di cura Il principio del costante adeguamento delle strutture e delle prestazioni alle esigenze dei cittadini utenti e fa esplicito riferimento alle dimensioni qualitative di personalizzazione e umanizzazione dell’assistenza. L’Umanizzazione è quel processo che avviene all’interno dei servizi alla persona, nel nostro caso ci si riferisce a quelli sanitari, finalizzato a dare primato alla dimensione relazionale. Umanizzare significa migliorare l’accoglienza, la soddisfazione del paziente rispetto al processo diagnostico terapeutico e rispetto alle cure, migliorare la gestione psicologica, la qualità tecnica della terapia, ma anche la qualità tecnica del lavoro. In linea con le indicazioni regionali70 in materia di umanizzazione l’Azienda Ulss 9 ha supportato un progetto dei padri Camilliani con l’intento di “parlare di umanizzazione con gli operatori professionali”, conoscere più da vicino questa dimensione, tanto vicina a noi eppure apparentemente lontana, e capire le eventuali esigenze o idee che gli operatori manifestano in merito a questo tema. L’obiettivo della ricerca era di sensibilizzare il personale sanitario al tema dell’umanizzazione stimolando la proposta di iniziative volte a rendere più accogliente e confortevole l’ambiente ospedaliero. Si è realizzata un’indagine qualiquantitativa tra settembre e novembre 2005 volta a conoscere cosa gli operatori pensano e conoscono della dimensione di umanizzazione dell’assistenza ospedaliera. Gli strumenti di rilevazione utilizzati sono stati: schema di intervista aperta e questionario autocompilato con domande a modalità di risposta precodificate. I risultati dell’indagine sono stati presentati, insieme a un dibattito sul tema, il 07.12.2005. È emersa una notevole coincidenza nel modo di vedere, analizzare e giudicare la realtà dell’ambiente per quanto riguarda l’argomento umanizzazione. Risulta una carenza nella formazione umanistica durante la formazione universitaria, che non prende nella dovuta considerazione il malato come persona e si concentra su una formazione eccessivamente fisicista, meccanicista e poco personalizzante. Progetto: L’Azienda Ulss 9 in rete con gli sportelli dei cittadini Il progetto, avviato nel 2006, costituisce71 una rete che vede la collaborazione dell’Azienda Ulss 9 con organizzazioni, enti e associazioni che operano nel territorio aziendale, a vari livelli, con diverse finalità e modalità (attività di supporto e assistenza ai cittadini anche con sportelli aperti al pubblico, corsi e incontri). Per una non trascurabile percentuale di cittadini questi centri aggregatori sono un punto di riferimento: quando il singolo cittadino manifesta una criticità che può interessare la comunità sociale, questa viene veicolata all’Azienda Sanitaria al fine di trovare risposte anche solo informative. Il progetto utilizza tutti i canali comunicativi già esistenti: posta elettronica, portali e, in particolare, gli sportelli per pensionati, donne, giovani, etc. già attivi e gestiti dalle varie organizzazioni sindacali che operano nel territorio provinciale. Prevede inoltre incontri periodici per affrontare in modo sistematico le tematiche più nuove o che siano potenziale DGRV n. 2319 del 30.07.2004. In coerenza con quanto previsto dalla DGRV n. 3535 del 12.11.2004, dall’accordo stato-regioni del 28.03.2006, dal verbale d’intesa con le OS del 2006 in tema di “comunicazione e informazione”, dalla DGRV n. 600/2007 ”Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa-attribuzione della classe di priorità per le prestazioni ambulatoriali” e relativa nota regionale attuativa del 28.06.2007 prot. 367920/50.08.00, e in attuazione di quanto previsto in materia di Comunicazione Istituzionale. 70 71 59 fonte di conflittualità. Obiettivo del progetto è condividere e rendere disponibili informazioni rivolte ai cittadini attraverso sia gli sportelli dell’Azienda Ulss 9, sia sportelli per i cittadini di altre istituzioni (es. sportelli provinciali dell’URP regionale) presenti nel territorio o di organizzazioni sindacali (ad esempio gli sportelli giovani, donne, pensionati, etc.). L’obiettivo è quindi di creare un canale biunivoco di informazioni da e verso l’Azienda al fine di conoscere i bisogni e le criticità reali dei cittadini, come pure di creare le condizioni per una partecipazione attiva dei cittadini al raggiungimento degli obiettivi aziendali: il benessere e la salute del cittadino. Piano di settore della qualità percepita Dal 2003 nell’Azienda Ulss 9 sono state realizzate circa 30 rilevazioni volte a conoscere la soddisfazione dell’utenza. L’obiettivo, entro il 2007, è di centralizzare, pianificare e monitorare tutte le rilevazioni di soddisfazione dell’utenza. In sede di programmazione aziendale è stato pertanto previsto anche uno specifico Piano di settore per la qualità percepita. Nell’ottica di rilevare la soddisfazione dell’utente finale e dell’operatore attraverso l’analisi dei processi di supporto, ovvero impostare un sistema di monitoraggio con strumenti rivolti sia all’utenza esterna che interna. Le modalità scelte per lo sviluppo del contenuto del piano della qualità percepita sono state: 1. Sistematicità e continuità dell’analisi; 2. Fissare delle prioritarizzazioni alle attività (ISO 9000); 3. Costruzione e condivisione della metodologia, degli strumenti di lavoro e, soprattutto, dei contenuti degli strumenti con gli operatori; 4. Individuazione di metodologie di indagine (quantitative o qualitative) mirate e calibrate sullo specifico obiettivo da raggiungere; 5. Scelta delle metodologie supportate da prove di efficacia/letteratura/esperienze; 6. Valorizzare e quindi “ascoltare” sia l’utente finale (esterno), sia quello interno (operatore). Definizione e implementazione della procedura per la gestione delle segnalazioni dell’utente A conclusione del percorso di unificazione delle procedure dell’URP nelle sedi di Treviso e Oderzo, in una prospettiva di centralizzare e standardizzare la gestione e il monitoraggio delle segnalazioni positive e negative, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico ha steso una “procedura per la gestione delle segnalazioni”. Scopo della procedura è definire le modalità, le responsabilità, gli strumenti adottati dall’Azienda Ulss 9 per la “Gestione delle segnalazioni”, negative e positive, che pervengono all’Azienda, al fine di semplificare al massimo l’iter istruttorio di qualsiasi segnalazione e dare risposte adeguate in tempi possibilmente brevi ai cittadini. La procedura è l’esplicitazione e l’implementazione di quanto già previsto dalla normativa vigente in tema di tutela del cittadino, alla luce delle più recenti pubblicazioni scientifiche in materia. L’obiettivo è di semplificare al massimo l’iter istruttorio di qualsiasi segnalazione e dare risposte adeguate ai cittadini in tempi possibilmente brevi. 60 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana È prevista anche un’attività di monitoraggio delle segnalazioni: report settimanale per la gestione interna all’ufficio, report mensile per la Direzione Aziendale. 2003 2004 2005 2006 2007* Numero reclami scritti 117 174 260 189 300 Tempo medio di risposta ai reclami (stima del valore in giorni) 25 37 40 25 28 *stima a fine 2007 L’Azienda Ulss 9 ha da molto tempo individuato l’esigenza di considerare in maniera appropriata le problematiche di natura etica riferite alla sperimentazione ed alla pratica clinica. Per affrontare le questioni emergenti, già nel 1996 era stato attivato un gruppo di lavoro coordinato dalla Direzione Medica con lo scopo di predisporre struttura, regolamento e attività di un futuro Comitato di Bioetica; a nel 199772 è stato pertanto insediato il primo Comitato di Bioetica, rinnovato nel 200073. Nello stesso anno74, in ottemperanza alla normativa ministeriale e regionale, è stato costituito un Comitato etico per la sperimentazione clinica dei farmaci e dei dispositivi medici. 3.3 Aspetti etici Il decennio trascorso di attività ha permesso di consolidare la presenza ed il ruolo del Comitato di Bioetica e di poter offrire un punto di riferimento per altri Comitati a livello regionale. Il Comitato di Treviso sin dalla sua nascita ha considerato come espressione fondamentale della sua mission tre importanti aspetti: ■ Proposte di formazione per tutti gli operatori sanitari, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di relazione all’interno delle equipes di lavoro, con i pazienti e con i famigliari. Questi eventi sono stati gestiti in proprio dal Comitato, che ha inoltre dato il suo contributo a convegni e congressi organizzati dall’Azienda; si ricordano in particolare: “Bioetica e sistemi sanitari”, Treviso, 05.06.1999; “Informazione e consenso all’atto medico”, 16.11.2004; “Il limite alle attività diagnostico - terapeutiche”, 24.02.2006. ■ Elaborazione di documenti di orientamento, alla luce di questioni e dilemmi etici ricorrenti segnalati dal personale. Si ricordano in particolare i documenti relativi a: “Rifiuto di trasfusione”; “Limitazione delle attività dialitiche”; “Limitazione della nutrizione artificiale”; “Accanimento terapeutico”. ■ Risposte a quesiti specifici. La presenza e il ruolo del Comitato è stato progressivamente preso in considerazione dagli operatori sanitari nelle circostanze che fanno emergere situazioni di interrogativi o dilemmi di natura bioetica. 3.3.1. Comitato di Bioetica75 Deliberazioni del DG n. 1096 del 02.05.1997 e n. 2726 del 05.10.1997. Deliberazione del DG n. 1409 del 21.09.2000. Deliberazione del DG n. 1036 del 12.05.2000. 75 Le attività del Comitato di Bioetica sono disponibili sull sito www.ulss.tv.it/comitatobioetica con cui sono stati messi a disposizione degli operatori e della popolazione i documenti elaborati, gli articoli prodotti ed altre informazioni. 72 73 74 61 Il Comitato di Bioetica nel corso di questi ultimi anni ha curato in modo particolarmente attento i rapporti con l’esterno. Si segnalano gli aspetti maggiormente considerati: ■ Rapporti con i mezzi d’informazione (stampa e televisioni locali) allo scopo di offrire contributi di riflessione ed elementi di garanzia alla pubblica opinione; ■ Relazione con i Comitati di bioetica delle altre Aziende Sanitarie della Provincia di Treviso e della Regione Veneto, in particolare per quanto riguarda la valorizzazione di eventi formativi. ■ Coinvolgimento delle Associazioni di volontariato che svolgono la loro attività nell’ambito di problematiche legate a esperienze di malattia e cura. ■ Presenza nell’ambito delle attività educative di alcuni Istituti Scolastici Superiori della città. È inoltre in fase di avanzata progettazione l’attività di collegamento in videoconferenza tra un Liceo della città ed il Comitato di Bioetica nel corso di una sua seduta ordinaria. 3.3.2. Comitato etico per la sperimentazione clinica Nell’anno 200076 è stato istituito in Azienda il Comitato Etico per la sperimentazione clinica dei farmaci in applicazione del Decreto Ministeriale della Sanità del 18.03.1998. Sulla base dell’evoluzione della normativa77, che ha previsto una sempre più puntuale attenzione da parte del personale sanitario ed amministrativo alle diverse fasi dell’iter delle sperimentazioni, nel 2004 è stato costituito il nuovo Comitato e approvato il relativo Regolamento78. Il Comitato esprime pareri relativi a richieste di autorizzazione alla sperimentazione di farmaci di fase II, III, IV, dispositivi medici e tecniche invasive. Le richieste possono riguardare studi da effettuare su protocolli stesi e promossi da: ■ Soggetti committenti appartenenti all’industria che produce e commercializza farmaci e dispositivi medici e che prevedono o meno contributi per il medico sperimentatore o per l’intera UO ove viene effettuato lo studio; ■ Società Scientifiche, Istituti pubblici e privati di Ricerca o gruppi autonomi di professionisti non appartenenti a questa Azienda Ulss; ■ Medici appartenenti alle Strutture dell’Azienda senza alcuna promozione da parte di sponsor industriali o costituiti da società scientifiche o istituti di ricerca o altri soggetti. Deliberazione del DG n. 1036 del 12.05.2000. In particolare il DL.vo 211/2003 del 24.06.2003. Deliberazione del DG n. 1305 del 26.08.2004. 76 62 77 78 3. Obiettivi istituzionali E STRATEGIE AZIENDALI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Il Comitato Etico esprime il proprio parere anche relativamente a richieste di autorizzazione alla sperimentazione che coinvolgono i MMG e i PLS, a seguito del DM 10.05.2001, e per le case di cura convenzionate site nel territorio dell’Azienda stessa. In attuazione delle indicazioni regionali79 che hanno determinato la riorganizzazione dei Comitati Etici per la sperimentazione su scala provinciale, al fine di evitare un eccessivo numero di Comitati Etici e per promuovere la collaborazione tra Aziende Sanitarie limitrofe, coerentemente con gli indirizzi per la costituzione dell’area vasta, sono stati istituiti i Comitati Etici per la sperimentazione su scala provinciale, con sede nell’Azienda Ulss 9 del Capoluogo, competente in merito a tutte le richieste di sperimentazione afferenti al territorio di riferimento. È stato così costituito80 il Comitato Etico Provinciale per la sperimentazione clinica della Provincia di Treviso (Aziende Ulss 7 Pieve di Soligo, 8 Asolo e 9 Treviso) e approvato il relativo regolamento81. Sulla base delle stesse indicazioni regionali82 è stato contemporaneamente istituito in Azienda Ulss 983 il Nucleo per la Ricerca Clinica84 al fine di garantire una presenza locale di supporto ai ricercatori, promuovere la ricerca indipendente ed assicurare una gestione organica degli studi (vedi paragrafo 4.3 “Ricerca e Sviluppo”). DGRV n. 4049 del 22.12.2004 “Interventi in materia di bioetica. Istituzionalizzazione del Comitato regionale per la Bioetica. Linee-guida per la costituzione ed il funzionamento dei Comitati etici per la sperimentazione dei farmaci. Linee-guida per la costituzione ed il funzionamento dei Comitati per la pratica clinica”. DGRV 4430 del 28.12.2006 detta nuove indicazioni sulla organizzazione della rete dei Comitati Etici. 80 Deliberazione del DG n. 616 del 30.05.2007. 81 Deliberazione del DG n. 1015 del 23.08.2007 82 DGRV n. 4430 del 28.12.2006. 83 Deliberazione del DG n. 1016 del 23.08.2007. 84 Sulla base delle indicazioni di cui alla DGRV n. 4430 del 28.12.2006 e del Decreto del Ministero della Salute del 12.05.2006. 79 63 4. ELEMENTI QUALIFICANTI DELLA GESTIONE 65 4.1 Qualità 68 4.2 Progetti ICT e Telemedicina 68 4.3 Ricerca e Sviluppo 70 4.4 Formazione del personale 73 4.5 Rapporti con l’Università 74 4.6 Cittadella Sanitaria 78 4.7 Aree vaste 64 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana In questo capitolo si descrivono i principali elementi che hanno caratterizzato la gestione nel quinquennio 2003-2007, con particolare riferimento ad alcuni progetti qualificanti. 4.1 Qualità Per l’Azienda Ulss 9 qualità significa il soddisfacimento dei bisogni del singolo cittadino. Per raggiungere tale obiettivo l’Azienda ha adottato modelli di sviluppo della qualità che potessero: ■ coinvolgere tutto il personale aziendale; ■ fare in modo che fossero coinvolte le diverse strutture organizzative che nel loro complesso costituiscono l’intera organizzazione aziendale; ■ individuare i bisogni di salute della popolazione come punto di riferimento; ■ ottenere un riconoscimento da parte di un ente terzo indipendente, di carattere nazionale e/o internazionale. In base a questi presupposti l’Azienda Ulss 9 ha inizialmente deciso di sviluppare il Sistema di Gestione per la Qualità ISO 9001. L’applicazione del sistema è partita dal Dipartimento di Patologia Clinica (costituito da Laboratorio di Analisi, Centro Trasfusionale, Anatomia Patologica e Microbiologia) e successivamente è stata estesa alla Day Surgery della III Chirurgia, al Servizio Formazione e Aggiornamento, al Laboratorio Analisi di Oderzo, al Centro di Procreazione Medico-Assistita, al Servizio di Medicina Nucleare, al Servizio di Ingegneria Clinica, alla Banca dei Tessuti. Parallelamente all’ampliamento del sistema qualità a diverse UO aziendali, è stata attuata la normativa regionale85 che definisce i requisiti di carattere strutturale, tecnologico ed organizzativo per le organizzazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali operanti all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Sono previsti tre livelli: ■ l’autorizzazione, ■ l’accreditamento istituzionale; ■ l’accreditamento di eccellenza (adesione volontaria). Per aderire a questo modello, obbligatorio per l’autorizzazione e anche per l’accreditamento istituzionale, nel settembre del 2007 l’Azienda ha inviato in Regione tutta la documentazione necessaria per dimostrare il rispetto dei requisiti richiesti. Nell’ambito dello sviluppo del modello di miglioramento continuo della qualità, la Regione Veneto ha individuato l’Azienda Ulss 9 quale sito pilota per la applicazione sperimentale del programma di accreditamento di eccellenza Canadese del CCHSA (Canadian Council for Health Service Accreditation), uno dei principali enti di accreditamento internazionali, senza fini di lucro e indipendente. La prima fase di sperimentazione, necessaria per l’adattamento al contesto culturale e legislativo del Veneto, ha visto l’Azienda impegnata tra il 2002 ed il 2003 ed ha portato: ■ al certificato di riconoscimento; LR n. 22 del 16.08.2002. 85 65 al recepimento del modello CCHSA da parte della Regione Veneto, avvenuto nel corso del 2005, a seguito del quale è stato possibile scegliere l’adozione del modello CCHSA di accreditamento di eccellenza da parte dell’Azienda nel 2006. ■ L’accreditamento di eccellenza è un percorso di valutazione e miglioramento dei servizi socio-sanitari offerti; esso conferisce all’organizzazione il riconoscimento del rispetto dei criteri di eccellenza e costituisce quindi per il cittadino garanzia di qualità, sicurezza ed eticità delle cure erogate. È un processo continuo di apprendimento e di miglioramento che si rinnova ogni tre anni. Viene dapprima condotta un’autovalutazione rispetto agli standard d’eccellenza; in seguito l’organizzazione si sottopone ad una visita di accreditamento condotta da valutatori canadesi. Al termine della visita il CCHSA consegna all’Azienda valutata un report finale, comprensivo delle raccomandazioni per il futuro e della decisione in merito all’accreditamento. Programma di accreditamento di eccellenza CCHSA Fare l’autovalutazione Programmare e ricevere la visita Informarsi/ documentarsi Prepararsi CICLO DI 3 ANNI Introdurre miglioramenti continui Utilizzare il rapporto A questo punto l’Azienda utilizza il report per apportare i miglioramenti ai propri servizi. Il progetto è stato coordinato dal Servizio Qualità e ha coinvolto 19 team di autovalutazione composti complessivamente da 225 professionisti dell’Ospedale di Treviso e Oderzo e dei quattro Distretti Socio-Sanitari dell’Azienda. Ogni team ha svolto la fase di autovalutazione, nella quale sono stati analizzati dettagliatamente i servizi offerti rispetto a quanto richiesto dagli standard e sono stati individuati, per ogni standard, i principali punti di forza e le aree di miglioramento. In Azienda sono stati analizzati gli standard di Leadership & Partnership, di Servizi di Supporto (Gestione dell’Ambiente - Gestione delle Risorse Umane - Gestione dell’Informazione) e di Assistenza Ospedaliera e Territoriale. In seguito i team hanno condiviso con la Direzione Aziendale le priorità di intervento, emerse dalla fase di autovalutazione, finalizzate al miglioramento dei servizi offerti alla popolazione. Le azioni di miglioramento prioritarie emerse dalla fase di autovalutazione sono state recepite dalla Direzione Aziendale ed inserite nei documenti programmatori aziendali. Dal 22.10 al 02.11.2007 l’Azienda ha accolto quattro valutatori canadesi in visita, nel corso della quale si sono svolte: ■ l’intervista a tutti i team di autovalutazione; ■ la visita nelle strutture complesse dell’ospedale, nei distretti e nei servizi; 66 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana l’esame delle cartelle cliniche; i colloqui con i pazienti ricoverati e assistiti a domicilio; ■ tre gruppi di discussione (Focus Group) con il personale, con i clienti/utenti e con i partner; ■ un incontro con la direzione aziendale per discutere i riscontri della visita; ■ una riunione finale per la relazione conclusiva della visita. Al momento della stampa di questo documento, siamo in attesa del risultato ufficiale della visita dei valutatori canadesi. È da sottolineare che si tratta del primo esempio in Europa di accreditamento di eccellenza di un’Azienda Socio-Sanitaria secondo il modello CCHSA. ■ ■ Il personale dedicato al Servizio qualità è rappresentato da due unità: la scelta strategica di strutturare un Servizio qualità “snello” è dettata dalla convinzione che sia più opportuno coinvolgere di volta in volta ulteriori risorse umane in funzione dei progetti da sviluppare e sulla base delle specifiche competenze richieste dal raggiungimento degli obiettivi. Personale dedicato alla qualità. Fonte: Relazione sulla qualità Arss Dotazione organica dell’UO per la Qualità anni 2003-2007: Profilo professionale Ruolo / funzioni svolte Personale laureato ruolo sanitario: 1 Biologo Personale infermieristico: 1 Responsabile Struttura Semplice Promozione e controllo della qualità Collaboratore Struttura Semplice Promozione e controllo della qualità Personale assegnato temporaneamente all’UO per la Qualità nel 2006: Profilo professionale Ore lavorate nell’anno 2006 (stima) Infermiere 113,92 Infermiere 603,68 Dietista 401,52 Medico 970,88 Psicologo 364,08 Rapporto di lavoro Ruolo / funzioni svolte Componente gruppo di progetto Accreditamento di eccellenza CCHSA Componente gruppo di progetto Assegnato temporaneamente Accreditamento di eccellenza CCHSA Componente gruppo di progetto Assegnato temporaneamente Accreditamento di eccellenza CCHSA Componente gruppo di progetto Applicazione LR n. 22/2002 Assegnato temporaneamente Autorizzazione e Accreditamento Istituzionale Componente gruppo di progetto Applicazione LR n. 22/2002 Convenzione con “Istituto Gris” Autorizzazione e Accreditamento Istituzionale Assegnato temporaneamente Riconoscimenti: Primo premio DEDALO, V edizione, Anno 2004, assegnato ad un’equipe di professionisti dell’Azienda Ulss 9 per il lavoro “La visione sistematica applicata alla realtà sanitaria: il programma di accreditamento di eccellenza nell’Azienda Ulss 9”. 67 4.2 Progetti ICT e Telemedicina Nell’applicazione dell’Information and Communications Technology (ICT) nella sanità e nei servizi di assistenza, l’Azienda Ulss 9 dedica un impegno non occasionale e isolato, ma volontario, sistematico e condiviso. Il particolare impegno nelle attività di ICT e il numero dei progetti in corso ha portato l’Azienda a raggruppare le informazioni relative in uno speciale Focus allegato al presente Bilancio di Mandato. Le principali iniziative di informatizzazione realizzate, che hanno determinato il riconoscimento di nuovi servizi verso i cittadini, e che sono ampiamente descritte all’interno del Focus, riguardano: Firma digitale e ambiti di applicazione; informatizzazione in Ospedale; ■ Informatizzazione del territorio; ■ Applicazioni di Telemedicina ed esperienze internazionali. ■ ■ 4.3 Ricerca e Sviluppo Le attività di Ricerca e Sviluppo sono coordinate dalla Struttura “Qualità, Piani e Programmi, Comunicazione e Marketing”. Ne fanno parte: ■ Progetti aziendali: finanziati con fondi aziendali secondo quanto descritto nel paragrafo 3.1 “Il percorso della programmazione aziendale“. ■ Progetti finanziati con fondi non aziendali: fondi regionali, ministeriali, AIFA (Agenzia Italiana del farmaco), Commissione Europea, Esa (Agenzia Spaziale Europea), etc. Le aree e le tematiche di ricerca sono direttamente attinenti alle esigenze della programmazione, allo scopo di sviluppare progetti condivisi dalle Aziende Sanitarie, in un’ottica di holding che favorisca l’ottimizzazione degli investimenti ed eviti possibili sprechi nel campo della ricerca. Nel corso del quinquennio sono state avviate quarantuno iniziative che hanno coinvolto l’Azienda in vari ambiti*: Anno 2003 2004 2005 68 Progetti di innovazione tecnologica 2 1 fondi ministeriali, 1 fondi regionali 4 3 fondi regionali, 1 fondi europei 2 1 fondi ministeriali 1 regionali Progetti in ambito clinico Progetti in ambito organizzativo e Totale gestionale Fondi ottenuti 4 fondi regionale 5 fondi regionali 11 2.379.453 € 1 fondi esteri 3 fondi regionali 8 2.091.920 € 2 fondi regionali 7 1.195.383 € 3 2 fondi regionali 11 2.113.393 € 3 1 fondi esteri 2 fondi regionali 5 2 fondi europei 2 regionali, 1 esteri 2006 3 2 fondi regionali 1 fondi comunitari 2007* 2 1 fondi europei 1 fondi regionali/ europei - 2 fondi regionali 4 4.417.400 € TOT. 13 13 15 41 12.197.549 € *dati aggiornati al primo semestre 2007 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Progetti di cooperazione umanitaria Numerosi professionisti dell’Azienda Ulss 9 si sono impegnati in progetti di cooperazione. È fondamentale ricordare che, in un contesto di organici ristretti quali quelli degli ospedali dell’Ulss 9, la “sensibilità di chi parte” è necessariamente accompagnata dalla “sensibilità di chi resta” che solo a fronte di una condivisione di valori riesce a superare i disagi un una equipe ancora più ristretta. Tra le varie iniziative si ricorda a titolo esemplificativo: ■ il Progetto “Peja-Pec Hospital Training Project” in Kosovo: un progetto di riqualificazione e formazione del personale sanitario, medico ed infermieristico della Regione. Il progetto, finanziato dal Ministero per gli Affari Esteri italiano, è implementato dalla Regione Veneto con personale medico ed infermieristico della UO di Gastroenterologia e della UO di IV Chirurgia dell’Azienda Ulss 9. Un medico è stato presente in qualità di capo-progetto occupandosi principalmente di organizzare i moduli di formazione per il personale nell’area materno-infantile secondo le direttive OMS ed Unicef e di seguire la parte chirurgica; è stata organizzata non solo la parte teorica di chirurgia oncologica ma anche la parte pratica di sala operatoria con applicazione di tecniche chirurgiche. Il progetto ha portato l’avvio di un ambulatorio di senologia per lo screening del cancro alla mammella; in un anno sono state visitate seicento donne e operati sette tumori alla mammella, seguendo il trattamento di un centinaio di casi clinici con patologie benigne. A Peja, nell’area materno infantile ove si gestivano circa 3.000 parti l’anno e ove si riscontrava una percentuale di mortalità altissima, pari a 27/1000, è stata registrata una diminuzione al 20/1.000. L’iniziativa ha avuto un buon impatto sull’utenza, come testimoniato dal numero degli accessi all’ambulatorio senologico che hanno portato a dover triplicare la presenza di personale. ■ Rilevanti le iniziative avviate da parte dell’UO di Malattie Infettive che ha addirittura avviato un progetto per la realizzazione dell’Ospedale Tongo Etani nella Repubblica Democratica del Congo, nonché l’attività umanitaria svolta da alcuni componenti della Div. di Chirurgia Pediatrica, in collaborazione con Wopsec (Organizzazione Internazionale per l’Aiuto Chirurgico Pediatrico ai Paesi Emergenti) nel periodo 1995-2007: l’attività è finalizzata a prestare cure mediche specialistiche (chirurgia pediatrica, plastica ed ortopedica) ai bambini che non possono ricevere nel loro paese un’assistenza pediatrica adeguata. Le missioni sono effettuate da gruppi di 4-6 persone (1-2 chirurghi pediatri, 1 strumentista, 1-2 anestesisti, 1 chirurgo plastico o ortopedico in Colombia Bogotà, Colombia S. Marta, Colombia Medellin, Guatemala Antigua, Bolivia Potosì, Costa d’Avorio Alepè, Kenya Karungu, Pakistan Smile, Pakistan Lahore). ■ Tra le altre iniziative si ricordano: invio aiuti umanitari a Beslan (Ossezia), 2004; Ricovero a Ca’ Foncello di irakeni feriti, 2004; professionisti dell’Ulss 9 presenti in: Bosnia, Colombia (3 missioni), Guatemala (6 missioni), Bolivia, Costa d’Avorio, Kenya, Repubblica Centroafricana, Camerun, Albania, Egitto, India. Reparti coinvolti: Pediatria, Chirurgia pediatrica, Orl, Oculistica, Chirurgia, Gastroenterologia. 69 Ricerca clinica La convinzione che la ricerca clinica rappresenti un importante momento di crescita per il personale sanitario coinvolto, ma anche un’opportunità per l’Azienda di mantenersi all’avanguardia nel panorama sanitario e, soprattutto, una garanzia per il paziente di essere trattato con le migliori pratiche cliniche, ha portato ad incentivare lo sviluppo di questa attività. La ricerca clinica ha riguardato sia studi “profit” (finanziati ad esempio da aziende farmaceutiche per lo sviluppo di nuove molecole), sia “non profit”, promossi da singoli ricercatori o società scientifiche e finanziati da enti/associazioni senza fini di lucro. A seguito dell’istituzione del Comitato Etico Provinciale per la sperimentazione clinica della Provincia di Treviso (vedi paragrafo 3.3.2 “Comitato etico per la sperimentazione clinica”), l’Azienza Ulss 9 ha istituito nel settembre 2007 il Nucleo per la Ricerca Clinica (NRC) al fine di garantire una presenza locale di supporto ai ricercatori, promuovere la ricerca indipendente ed assicurare una gestione organica della ricerca clinica. A tale struttura, accanto ai compiti generali e di consulenza per le ricerche non profit, sono stati affidati anche il supporto e la gestione degli studi di ricerca osservazionale/epidemiologica che non prevedono il coinvolgimento diretto di pazienti e che pertanto non richiedono autorizzazioni o notifiche al Comitato Etico Provinciale. Il NRC è stato collocato in staff alla Direzione Generale per sottolineare il ruolo strategico che viene attribuito in Azienda alla ricerca clinica come strumento di crescita e miglioramento della pratica clinica. In considerazione delle attività svolte, il NRC è costituito da figure professionali con competenze diverse: un farmacista, due clinici, un epidemiologo, un medico di Direzione Sanitaria con competenze medico-legali, un infermiere, un amministrativo. Protocolli valutati dal 2003 al 31 Marzo 2007 (Totale 139) 86 non profit profit 50 40 30 20 10 0 4.4 Formazione del personale 16 7 12 20 17 2003 2004 25 19 2005 2006 58% 2 8 2007 I processi di innovazione, l’evoluzione della domanda e l’ampliamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche presenti in azienda, richiedono personale formato e competente. La formazione può realmente diventare uno strumento capace di produrre cambiamenti non solo nell’organizzazione ma anche nelle persone. Il Servizio Formazione e Aggiornamento aziendale è stato istituito con Deliberazione del Direttore Generale n. 1 del 08.01.200487. Nel 2007 l’attività è stata ferma per alcuni mesi per la transizione a livello provinciale. Con il nuovo servizio è stata unificata l’UO Formazione e Aggiornamento del Personale Dipendente, afferente al Servizio Gestione del Personale, con l’Area Formazione del Servizio Infermieristico. Il nuovo Servizio Formazione e Aggiornamento è quindi una SC del Dipartimento Risorse Umane: la sua mission è quella di garantire a tutti gli operatori dell’Azienda la possibilità di effettuare, internamente ed esternamente all’Azienda, formazione continua in linea con le strategie aziendali; la sua vision è quella di fornire gli strumenti per sviluppare e migliorare le competenze organizzative e gestionali, tecniche e relazionali, al fine di ottenere una maggiore efficacia, appropriatezza ed efficienza dei processi di erogazione dei servizi. 86 87 70 42% 13 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Principali attività Regolamento per la Formazione e l’Aggiornamento88: deliberato nel 2003, ha dettato le linee di indirizzo generali per la gestione della formazione in Azienda, definendo i principali attori coinvolti quali Direzione Generale, Servizio Formazione e Aggiornamento, Commissione Unica per la Formazione, Referenti Aziendali, i principi per l’attribuzione del Budget per la Formazione, le modalità di realizzazione della formazione obbligatoria aziendale e della formazione esterna all’Azienda e per le sponsorizzazioni. Piano Formativo Aziendale (PFA): predisposto nel 2003 insieme alla prima pianificazione formativa aziendale. Il PFA, negli anni successivi, è diventato il vero strumento per la programmazione formativa in quanto in esso sono inserite tutte le attività formative del periodo di riferimento. A partire dal 2006, tale programmazione è stata strettamente collegata agli obiettivi aziendali indicati nel Documento delle Direttive e all’atività progettuale aziendale. Nel PFA 2007 il 55% dei progetti Residenziali89 e l’86% di quelli di Formazione sul campo (FSC)90 sono strettamente collegati agli obiettivi contenuti nei documenti di programmazione aziendale. Obiettivi della pianificazione aziendale sono in particolare lo sviluppo di competenze professionali, organizzativo-gestionali e comunicativo-relazionali. Per la realizzazione delle diverse attività formative contenute nel PFA, fino all’anno 2006 è stata privilegiata la modalità formativa residenziale; dall’anno 2007, riconoscendo il valore aggiunto della FSC, si è dato avvio alla realizzazione di: ■ progetti formativi identificati dalla Regione Veneto: collaborazioni a ricerche (ricerca sperimentale, ricerca epidemiologica, ricerca azione, altro), stage - tirocinio, partecipazione a progetti di miglioramento (progetti di miglioramento e audit clinico); ■ progetti formativi collegati ad attività progetttuali aziendali: accreditamento di eccellenza, informatizzazione della cartella clinica, informatizzazione dei magazzini di reparto e di sala operatoria etc. Eventi di formazione aziendale realizzati in Azienda Ulss 9 negli anni 2003-2007 (PFA): Anni 2003 2004 2005 2006 Progetti Residenziali (N. Edizioni) Progetti Formazione sul Campo (Fsc) 125 166 230 590 2007 Primo semestre 238 0* 0* 0* 2 26 N. Partecipanti 3584 5536 6000 7500 7900 10 9,5 14 35 50 Non rilevato Non rilevato 87% 88% 91% N. Crediti Ecm assegnati per partecipante (Media) Soddisfazione Partecipanti (Valore Obiettivo 80%) * Tipologia di formazione non prevista Informatizzazione: nel corso del 2006 il Servizio Formazione ed Aggiornamento, in collaborazione con il Servizio Controllo di Gestione, ha realizzato un progetto di informatizzazione per la gestione e il monitoraggio delle attività e dei costi della formazione; tale iniziativa ha permesso sia la gestione amministrativo-contabile della formazione interna ed 88 89 90 Deliberazione del DG n. 924 del 26.05.2003. Si intende la formazione effettuata “in aula” presso l’Azienda Ulss 9. Formazione sul campo: si intendono le iniziative di formazione effettuate non in aula ma nelle varie sedi in base all’oggetto del corso. 71 esterna all’Azienda, che il monitoraggio dei costi per Struttura/Dipartimento/Distretto/UDR e relativa reportistica, nonché la creazione di una banca dati aziendale per la registrazione di tutti i corsi ECM, con indicazione del numero di crediti per dipendente, e possibilità di stampa automatica delle diverse intestazioni/certificazioni. Il Tavolo di concertazione interaziendale: dall’anno 2004 all’interno del Tavolo di concertazione delle Aziende Ulss 7 Pieve di Soligo, 8 Asolo e 9 Treviso è operativo il Gruppo di Lavoro “Formazione” che ha presentato due progetti interaziendali: il primo relativo alla realizzazione delle attività formative interaziendali e il secondo per la realizzazione di procedure condivise per la gestione della formazione permanente obbligatoria. Le collaborazioni: L’Azienda Ulss 9, a partire dal 2004, ha aderito alla società consortile denominata CUOA Sanità, al fine di “ottenere un’economia di scala sovra-aziendale e di contenuti di alta qualità didattico formativa o di elevata complessità tecnologica (es. elearning mediante l’impiego di ICT) che le singole aziende Ulss o non sono in grado di organizzare in proprio o non ne hanno la convenienza”. La certificazione del Servizio Formazione: Il 21.12.2006 il Servizio Formazione e Aggiornamento ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001/2000 per i seguenti macroprocessi: ■P rogettazione ed erogazione di eventi formativi aziendali interni con modalità residenziali, di Formazione sul Campo ed e-learning; ■ Coordinamento e controllo degli eventi obbligatori e facoltativi esterni all’Azienda. Collaborazioni internazionali Grazie alla collaborazione in atto tra Italia e Romania, sono stati anche organizzati dall’Azienda Ulss 9, tra la Scuola infermieristica Christiana di Timisoara e l’Università degli Studi di Padova, corsi di formazione per il personale infermieristico rumeno91, con il contributo della Regione Veneto e della Banca Italo-Romena. La libera circolazione nell’Unione Europea per gli infermieri (garantita sin dall’accordo di Strasburgo), nonché il riconoscimento del titolo di infermiere acquisito in Italia rappresentano un “precedente” importante in questo campo (Laurea infermieristica per 25 studenti rumeni). La Regione del Veneto, attraverso un protocollo di cooperazione sottoscritto dalle parti92, si è impegnata a garantire un supporto per l’organizzazione di una rete di servizi sanitari in Romania sul modello dei servizi sanitari veneti e a collaborare allo sviluppo di un sistema formativo del personale infermieristico su standard europei. Due le tipologie di intervento considerate: a) la formazione infermieristica in Romania dovrà essere portata ai livelli e caratteristiche della formazione infermieristica in Europa; b) la collaborazione con l’Università di Padova riguarda la frequenza del Corso straordinario in Infermieristica con adeguamento del curriculum formativo e acquisizione di un titolo italiano di laurea in infermieristica; collaborazione alle attività didattiche attraverso forme di teledidattica. Ricerca Sanitaria Finalizzata n. 191/2004 “Modello di collaborazione per la formazione infermieristica, l’e-learning e l’attivazione di un centro sperimentale per la diagnostica”. Come indicato nella “Lettera di intenti” sottoscritta dalla Regione Veneto dall’Assessore per le politiche sanitarie il 25.01.2003 e recepita nella DGRV 196/2003 e nel “Protocollo di collaborazione 1068 del 06.05.2002 a firma del Presidente del Consiglio Regionale di Timis e del Vice Presidente Assessore alle Politiche Sanitarie della regione del Veneto. 91 92 72 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Nel quinquennio 2003-2007 i rapporti fra l’Azienda Ulss 9 e il mondo accademico universitario hanno registrato importanti sviluppi, in particolare nei confronti della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, con la quale i rapporti sono iniziati nel lontano 1992. Nel settembre del 200593 è stata approvata una convenzione quadro con l’Università di Padova che regola e favorisce la presenza nelle strutture sanitarie trevigiane di medici specializzandi delle diverse discipline. Questa convenzione ha consentito di superare le singole convenzioni poste in essere dalle Strutture ospedaliere con le corrispondenti Scuole di Specialità universitarie, permettendo di incrementare il numero di specializzandi frequentanti le nostre strutture sanitarie fino ad arrivare a 80 unità. 4.5 Rapporti con l’Università I corsi di laurea presenti a Treviso che comprendono sia l’insegnamento teorico che le attività di tirocinio clinico sono: ■ laurea in Medicina Umanistica94: attivazione del quarto anno di corso nell’anno accademico 2006-2007; ■ laurea triennale in infermieristica (intero triennio attivo); ■ laurea triennale in Tecniche di Radiologia medica per immagini e radioterapia (intero triennio formativo); ■ laurea triennale in audiometria e audioprotesi. È stato inoltre attivato il master in coordinamento delle professioni sanitarie in collaborazione con l’Università di Padova (edizione dell’Anno Accademico 2006-2007); un’ulteriore edizione è già stata approvata per il prossimo Anno Accademico. Sono inoltre attivi i tirocini delle professioni sanitarie di: ■ assistente sanitaria ■ logopedista ■ dietista ■ ostetrica ■ fisioterapista ■ terapista occupazionale ■ tecnico di laboratorio biomedico ■ tecnico della prevenzione ■ master in area critica per infermieri. Sono infine attivi i tirocini dei corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie (Classe 1 - infermieri e ostetriche, classe 3 - professioni tecniche, per le università di Padova, Verona e Udine). Oltre all’Università di Padova, gli atenei con cui l’Azienda ha attivato rapporti di collaborazione sono: Verona, Udine, Trieste, Roma TorVergata, Ferrara, Venezia, Milano Bocconi, Bologna, Urbino, Parma, Napoli-Caserta, Trento. In particolare con la Facoltà di Economica Aziendale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia è stato avviato un percorso di collaborazione per favorire lo sviluppo delle competenze manageriali dei dirigenti sanitari che ha portato all’attivazione del progetto “Coaching tec- Deliberazione del DG n. 1151 del 15.09.2005. Corso di Laurea in Medicina Umanistica istituito con la sottoscrizione in data 13.06.2007 di una “Convenzione per lo svolgimento in Treviso di attività didattiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia per il corso di laurea a ciclo unico in Medicina e Chirurgia - AA 20062007”. 93 94 73 nico manageriale” con l’obiettivo di supportare i Direttori di Dipartimento e Responsabili di Struttura Complessa nello sviluppo delle competenze manageriali. La collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, ha favorito la presentazione delle strategie di sviluppo manageriali dell’Azienda Ulss 9. Dal 2006 l’Azienda Ulss 9 aderisce al Consorzio Universitario Trevigiano (CUT), struttura voluta dal Comune di Treviso cui partecipano attualmente Comune, Camera di Commercio, Provincia di Treviso e l’Autorità Ambito Territoriale Ottimale (AATO) Veneto Orientale, che si prefigge di favorire la nascita di vari corsi universitari e istituti di istruzione superiore. A conferma della qualità dei professionisti che operano all’interno della nostra Azienda, ricordiamo che alcuni dei nostri medici, seguendo un percorso inverso a quanto avviene abitualmente, sono passati dall’Ospedale all’Università: ■ Elisabetta Genovese, UO Foniatria e Audiologia, Professore all’Università di Modena; ■ Pierluigi Longatti, Direttore UO di Neurochirurgia, Professore all’Università di Padova; ■ Paolo Michielin, Psicologo, Centro Salute Mentale, Professore all’Università di Padova. Di seguito si riportano le scuole di specializzazione dirette da Responsabili di UO dell’Azienda Ulss 9: Scuola di Specializzazione Università di Padova UO Direttore Audiologia e Foniatria Audiologia e Foniatria Prof. Edoardo Arslan Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Gastroenterologia Prof. Lajos Okolicsanyi Neurochirurgia Neurochirurgia Prof. Pierluigi Longatti Otorinolaringoiatria Otorinolaringoiatria Prof. Carlo Marchiori Totale iscritti corsi AA 2007/2008: 300 (213 Infermieri, 55 Tecnici Radiologi, 32 Tecnici Audiometria, Audioprotesi del primo anno). ■ Totale tirocinanti AA 2006/2007: 72 (fisioterapisti, dietisti, ostetriche, tecnici della prevenzione, tecnici di laboratorio, logopedisti, assistenti sanitari e terapisti occupazionali e tirocini delle professioni sanitarie relative a lauree specialistiche). ■ Totale iscritti al Master di coordinamento, con sede a Treviso: 53. ■ 4.6 Cittadella Sanitaria 74 Il quinto obiettivo strategico del PAL 2007-2009 prevede di “Sviluppare in modo razionale e organizzato le infrastrutture in funzione dei servizi sanitari, socio-sanitari, dei percorsi logistici del paziente e dei processi interni”. È infatti necessario “ripensare” all’edilizia quale elemento caratterizzante dell’Azienda, in modo che sia funzionale ai percorsi del paziente e ai servizi da erogare. La sede di S. Leonardo nel centro cittadino è stata trasformata nel 2000 in sede universitaria, facendo terminare così una secolare tradizione dell’edificio a uso ospedaliero. Nonostante lo sforzo di far confluire a Ca’ Foncello tutte le attività di degenza, le UO Psichiatria, Oncologia, Dermatologia, e Malattie Infettive sono state accolte in stabili “fuori le mura” dell’Ospedale. L’Azienda Ulss 9 nel quinquennio 2003-2007 ha messo in atto una serie di iniziative volte a dare una risposta complessiva alle problematiche in questi ambiti: ■ Area ospedaliera caratterizzata da notevole dispersione e scarsa razionalità, dovute alla progressiva evoluzione dell’offerta sanitaria ospedaliera, peraltro di elevata qualità e fortemente attrattiva sia all’interno della Regione Veneto che da altre regioni; ■ Area tecnologica ospedaliera fatiscente con strutture spesso obsolete, tutte collocate a ridosso della sponda destra del fiume Sile; 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Attività amministrative e distrettuali collocate in nove sedi, quattro delle quali dentro la cinta muraria, sedi spesso molto lontane tra loro e due delle quali utilizzate a titolo oneroso; ■ Attività di formazione: circa cinquecento studenti universitari e momenti formativi che coinvolgono annualmente più di cinquemila persone vengono erogati in dieci sedi diverse alcune delle quali a titolo oneroso; ■ Sale operatorie in otto sedi diverse; ■ Terapie Intensive in sedi diverse; ■ Ambulatori ospedalieri in ventisei sedi diverse; ■ Day Surgery distribuite e non centralizzate; ■ Pronto Soccorso da ristrutturare; ■ Percorsi interni inadeguati. Nell’anno 2002 veniva approvata la legge regionale95 che detta i criteri cui devono attenersi le strutture pubbliche e private al fine dell’autorizzazione all’esercizio. Da una prima esaustiva analisi l’Ospedale di Treviso non ha attualmente più del 60% delle aree accreditabili e, con gli interventi pianificati entro il 2008, tale percentuale si collocherà verosimilmente al 75%. Ciò significa che per rendere accreditabile il restante 25% è necessaria una spesa pari a molti milioni di euro senza nessun intervento migliorativo rispetto alla caotica distribuzione interna. A ciò si aggiunge che nell’anno 200496 il “Progetto inerente l’analisi e la valutazione dei livelli di umanizzazione dei servizi socio sanitari erogati dalle Aziende Ulss ed Ospedaliere del Veneto”, ha evidenziato nell’Ospedale di Treviso la presenza di duecento posti letto privi di bagno, sessantasette stanze a quattro posti letto, ventitrè stanze a cinque posti letto e ventuno stanze a sei posti letto, rispetto allo standard ottimale pari a uno o due posti letto per stanza. A fronte di tale situazione complessiva l’Azienda Ulss 9 nell’anno 2004 aveva inizialmente valutato la proposta della Fondazione Cassamarca di unificare le attività amministrative e distrettuali nell’Area Appiani, nella cosiddetta “Cittadella delle Istituzioni”. Su tale ipotesi lavorarono due importanti Gruppi di Lavoro, uno dei quali coordinato dall’Università Bocconi di Milano; nonostante tali sforzi, nel luglio 2005 l’ipotesi sfumò; nel frattempo, per risolvere parte dei problemi dell’area tecnologica, nel 2005 prendevano il via i lavori della nuova lavanderia e centrale di sterilizzazione nell’area “Ex Pesce”. Nell’anno 2006 si concluse un accordo di programma con il Comune di Treviso per il ridisegno della viabilità dell’area Ca’ Foncello e attivato un terzo gruppo di lavoro che presentò la sua macroanalisi nel giugno 2006 con tre valutazioni conclusive: ■ Necessario unificare tutte le attività, sanitarie e non, presso l’area di Ca’ Foncello; ■ Per ridare all’Ospedale Ca’ Foncello una configurazione efficiente e moderna è necessario pensare alla edificazione di un nuovo corpo di fabbrica per accentrarvi sale operatorie e terapie intensive; ■ La Cittadella Sanitaria di Treviso verrà organizzata in un’area unica e all’interno di tale superficie dovranno essere individuate cinque aree: - Tecnologica; - Ospedaliera; - Distrettuale; - Formazione e Struttura recettiva; - Direzionale e Amministrativa. ■ N. 22 del 16.08.2002. DGRV n. 2319 del 30.07.2004. 95 96 75 Area Servizi di Direzione Area Formazione Area Attrezzature Ricettive Area Ospedaliera Area Tecnologica Area Distrettuale Si trattava quindi di acquisire un progetto “leggibile” per tutti gli interlocutori istituzionali, in modo da giungere ad un ampio consenso sull’iniziativa. Si giunse così alla redazione del progetto “Cittadella Sanitaria”, un progetto operativo di riorganizzazione dell’area Ca’ Foncello che, facendo tesoro dei precedenti lavori, individua nella sopraelevazione del blocco delle sale operatorie e delle terapie intensive, la realizzazione dell’accoglienza di tutta l’area chirurgica del Ca’ Foncello con trecento posti letto. Tale Progetto venne presentato a tutti gli organi istituzionali dell’Azienda e del Territorio e, a seguito del consenso ottenuto, venne assunto come atto programmatorio aziendale97 e trasmesso alla Regione Veneto per il recepimento. La Regione Veneto ha approvato il progetto dell’Azienda Ulss 9 per la realizzazione della “Cittadella Sanitaria”98, lo ha inserito nel piano decennale degli interventi regionali e lo ha finanziato con iniziali venti milioni di euro. Pertanto, a conclusione dell’anno 2007, risultano ultimate o in fase di ultimazione le seguenti iniziative: - Piano Urbanistico dell’area della Cittadella Sanitaria; - Completamento della nuova lavanderia e della centrale di sterilizzazione; - Avanzata realizzazione della nuova cucina accanto alla lavanderia; - Affidamento dei lavori di nuova viabilità esterna alla Cittadella; - Progetto preliminare della nuova sede del Distretto Treviso-Centro; - Progetto di ristrutturazione di Villa Olivotti per accogliere le religiose oggi ospiti in Villa Carisi; - Progetto preliminare di ristrutturazione di Villa Carisi come nuova sede della Direzione Strategica; 76 Deliberazione del DG n. 1420 del 08.11.2006. DGRV n. 2054 del 03.07.2007. 97 98 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana - Affidamento dei lavori di adeguamento del Pronto Soccorso; - Completamento del layout distributivo delle attività del futuro Ospedale di Treviso come passaggio obbligato per giungere ad un progetto preliminare. A commento dell’immagine progettuale qui sotto va precisato come siano rispettate le premesse delle cinque aree della Cittadella e, segnatamente per quanto riguarda l’Ospedale, questo viene completato sostanzialmente fra il monoblocco e il blocco dove attualmente insiste il Pronto Soccorso. L’intera riva destra del fiume Sile verrà liberata e destinata a parco pubblico; con analogo approccio verrà affrontata l’ottimizzazione dell’Ospedale di Oderzo. Stato attuale Proiezione fase finale 77 4.7 Aree vaste Con il termine “Area Vasta” si individua un bacino sovra-aziendale per la gestione di attività ospedaliere, territoriali e amministrative: i primi riferimenti a questa modalità di gestione sono stati forniti dalla Regione Veneto nel Giugno 2003 con riferimento all’attività svolta dai servizi territoriali ed ospedalieri in rete finalizzata all’emergenza/urgenza e alle attività ospedaliere per aree di afferenza sovra-aziendale. Nel 2003 le Aziende Socio-Sanitarie della Provincia di Treviso (Ulss 7 Pieve di Soligo, 8 Asolo e 9 Treviso) hanno firmato un protocollo di intesa per un Tavolo di concertazione provinciale con il compito di proporre progetti relativi a sette aree di intervento: servizio farmaceutico, sviluppo informatico, servizi territoriali, formazione, provveditorato, integrazione socio-sanitaria, collaborazione, integrazione ospedali, che hanno portato all’individuazione di 32 iniziative di massima. La Regione Veneto ha riconosciuto99 che le sole Province di Treviso e Vicenza avevano intrapreso il percorso di ottimizzazione assieme alla Ulss 16 Padova e all’Azienda Ospedaliera di Padova. Tra le iniziative di area vasta avviate in Azienda Ulss 9, accanto al Tavolo di concertazione provinciale che ha permesso di sviluppare in particolare il Progetto Dipartimento Trasfusionale, il CUP Provinciale, il Progetto Protocollo informatico e gestione documentale, si ricordano le Procedure di gare regionali; la Regione Veneto100 ha avviato strategie di razionalizzazione della spesa sanitaria finalizzate all’avvio di procedure regionali centralizzate per l’approvvigionamento di beni e servizi per le Aziende Socio-Sanitarie della Regione. È stato approvato il nuovo schema di Convenzione tra Aziende Ulss e Aziende Ospedaliere della Regione, sulla base del quale sono state avviate numerose procedure, quali, a titolo esemplificativo, suture linea meccanica, guanti, aghi e siringhe, pannoloni, materiale per sterilizzazione, aghi speciali, materiali per anestesia, pace-maker e defibrillatori, protesi valvolari cardiache, stent medicati e non medicati, amministrazione giuridica ed economica del personale, sistemi per prelievo sottovuoto, farmaci in concorrenza, elaborazione e registrazione ricette farmaceutiche. L’Azienda Ulss 9 è stata individuata quale capofila per le seguenti procedure: ■ Farmaci in privativa (gara già espletata); ■ Protesi vascolari (gara in corso); ■ Elisoccorso sanitario (gara in corso). Inoltre, nell’ambito della collaborazione tra le Aziende della Provincia di Treviso, l’Azienda Ulss 9 ha espletato, in qualità di Capofila, le seguenti procedure: ■ Servizio di tesoreria e cassa; ■ Vaccini ad uso territoriale; ■ Sistema di raccolta e separazione di sangue intero ed emocomponenti. La Regione Veneto101 ha successivamente approvato le azioni per l’avvio di attività finalizzate alla razionalizzazione ed alla integrazione dei processi gestionali tecnico-amministrativi tra le Aziende del Sistema Socio-Sanitario Regionale. In particolare si è dato ulteriore DGRV n. 3456 “Linee di indirizzo per la costituzione dell’Area Vasta” in data 05.11.2004. DGRV n. 702 del 09.04.2002. DGRV n. 2846 del 12.09.2006 99 78 100 101 4. Elementi qualificanti della gestione 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana impulso al processo di riorganizzazione sovra aziendale dei servizi tecnico-amministrativi delle Aziende Sanitarie Venete, con priorità assegnata alle attività di approvvigionamento e logistica (movimentazione, stoccaggio e distribuzione) dei beni di consumo, sanitari e non sanitari. La Regione Veneto ha avviato e concluso un progetto di benchmarking sui processi di Acquisti e Logistica delle Aziende Sanitarie, individuando102 cinque Aree Vaste. L’Azienda Ulss 9 è stata individuata quale capofila per l’Area Vasta relativa alle Province di Treviso e Belluno. Le indicazioni regionali prevedono la presentazione di uno specifico progetto da parte dell’Azienda per la riorganizzazione sovra aziendale delle attività relative alle aree di Approvvigionamento e Logistica. L’Azienda ha organizzato specifici incontri tra le Aziende interessate al fine di predisporre il progetto di cui sopra. Nell’ambito di detti incontri sono stati previsti due distinti gruppi di lavoro, uno per l’area “Approvvigionamenti” e uno per l’area “Logistica” che hanno già provveduto a pianificare le proprie attività. Oltre alle citate attività di ordine tecnico-amministrativo, vi sono state iniziative di area vasta anche relativamente all’organizzazione sanitaria: oltre ai servizi di alta specializzazione (Cardiochirurgia, Neurochirurgia, Radioterapia, Ematologia etc.) che già da tempo operano in questo senso, si sono sviluppate in questi anni logiche di rete tra molti servizi presenti in diverse Aziende (sia della Provincia trevigiana che di altre) che hanno visto rafforzarsi rapporti di collaborazione interaziendale, di economia di scala, di rafforzamento delle competenze dei professionisti, anche grazie allo scambio di informazioni e di esperienze. Infatti, per molte patologie e problemi sanitari, a causa della loro complessità o bassa frequenza, è necessario vi sia una dimensione di popolazione assistita che solitamente supera quella di una singola Azienda. In questo senso, va segnalata l’attivazione del Dipartimento interaziendale di medicina trasfusionale103. Nella stessa direzione si colloca l’approvazione, nel giugno 2007, del Piano Provinciale per il contenimento dei tempi d’attesa, sottoscritto dalle tre Aziende Ulss della provincia di Treviso ed approvato dalla Regione. Il Piano prospetta una migliore condivisione delle strategie e delle iniziative tra le Aziende, permette una migliore efficienza, maggiore omogeneità delle procedure, favorendo anche l’orientamento del cittadino, la semplificazione e la trasparenza. Tra gli obiettivi previsti dal Piano vi è anche la possibilità per i cittadini della provincia di poter prenotare le prestazioni necessarie presso un qualunque CUP della provincia, senza più doversi recare presso la specifica sede aziendale. Inoltre, lo stesso monitoraggio del piano verrà realizzato su base provinciale, in collaborazione con rappresentanti del mondo professionale medico e delle organizzazioni dei cittadini. 102 103 Nota prot. n. 154168/50.00.03 del 16.03.2007. Vedi paragrafo 2.2 “Assetto istituzionale e organizzativo”. 79 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 81 5.1Assistenza sanitaria collettiva e promozione della salute in ambiente di vita e lavoro 87 5.2Assistenza Primaria e Socio-Sanitaria 88 5.2.1 Cure primarie 98 5.2.2 Attività Socio-Sanitarie Integrate 117 5.3Assistenza ospedaliera 131 5.4Gestione delle liste d’attesa 80 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Questo capitolo descrive le prestazioni rese ai cittadini e le principali attività, facendo riferimento ai diversi livelli di assistenza: ■ Assistenza sanitaria collettiva e promozione della salute in ambiente di vita e lavoro; ■ Assistenza Primaria e Socio-Sanitaria: Cure Primarie e Attività Socio-Sanitarie Integrate; ■ Assistenza ospedaliera. Successivamente viene trattata la gestione delle liste d’attesa in Azienda Ulss 9, in linea con le indicazioni regionali; poichè rappresenta uno dei problemi maggiormente avvertiti dai cittadini, nonchè tema prioritario e trasversale per il raggiungimento delle finalità istituzionali delle organizzazioni sanitarie vi è stato dedicato un apposito paragrafo Il Bilancio di Salute104 elaborato in Azienda Ulss 9 evidenza come, analogamente a quanto sta succedendo nei Paesi maggiormente industrializzati, si stia verificando un cambiamento delle esigenze di salute delle persone e, nel complesso, di tutta la popolazione. Tale transizione epidemiologica, conseguente sia all’evoluzione demografica che al modificarsi dei fattori di rischio e delle caratteristiche di vita delle persone, identifica nuove priorità per l’azione dei servizi di Prevenzione. Oggi i fattori che contribuiscono maggiormente alle malattie sono fortemente modificati rispetto al passato: i servizi di Prevenzione hanno quindi un orientamento diverso nelle attività. 5.1 Assistenza sanitaria collettiva e promozione della salute in ambiente di vita e lavoro Fattori che maggiormente contribuiscono alle principali malattie: Malattie Contributo dei fattori Malattie cardiache Stili di vita / Genetici Cancro Genetici / Stili di vita / Ambiente Ictus Stili di vita / Genetici Incidenti Stili di vita / Ambiente Malattie broncopolmonari croniche Stili di vita / Ambiente Diabete mellito Stili di vita / Ambiente Suicidi Genetici / Stili di vita Malattie epatiche Stili di vita / Ambiente / Genetici Per garantire un’efficace attività di prevenzione, i Servizi devono continuare il miglioramento delle attività consolidate, ma anche sviluppare nuove azioni ed acquisire nuove competenze, in particolare nella promozione di corretti stili di vita e di ambienti più salubri e sicuri. Riorganizzazione generale Per agevolare questi sviluppi, l’Azienda Ulss 9 ha profondamente modificato l’organizzazione del Dipartimento di Prevenzione, la cui mission è quella di garantire la tutela della salute collettiva e di fornire una risposta unitaria ed efficace alla domanda, anche inespressa, di salute della popolazione. È stata attuata una nuova organizzazione del Dipartimento di Prevenzione ed è stata quasi completamente ridefinita la dirigenza dei diversi servizi nonché il coordinamento del personale del comparto. Per agevolare la rior- Documento aziendale periodicamente aggiornato in Azienda Ulss 9, descritto nel paragrafo 1.3 “Stato di Salute”. 104 81 ganizzazione e l’individuazione delle aree di miglioramento, nel corso del triennio 20052007 è stato condotto un corso di formazione relativo alla “Gestione dei processi” che ha coinvolto gran parte del personale del Dipartimento di Prevenzione. Si riportano di seguito le attività ordinarie svolte dal Dipartimento di Prevenzione: Servizio di Igiene e Sanità Pubblica Profilassi malattie dei viaggiatori Pareri di edilizia civile Pareri sull’agibilità di insediamenti di cui al cod. 26 Commissioni medico legali collegiali (numero visite effettuate ) Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 528 1.249 1.154 1.613 1.554 525 944 873 1.276 14.000 15.080 16.261 6.721 7.437 7.827 Numero inviti spediti per screening mammografico 32.681 24.345 31.796 Numero mammografie eseguite per screening mammografico I livello 19.066 Numero visite commissione patenti 15.167 18.928 Numero colloqui/predisposizione cartelle per screening mammografico II livello Idoneità dipendenti enti pubblici e privati 1.092 824 805 11.805 14.830 9.215 Vaccinazioni 58.229 56.310 67.570 Indagini epidemiologiche Numero visite mediche per attività sportiva agonistica Interventi educativi in ore per attività sportiva Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione Valutazione/predisposizione menu Acqua destinata al consumo umano DPR 236/68 Alimenti/cosmetici/prodotti dietetici e di erboristeria, acque minerali Ispezioni di iniziativa Interventi educativi Servizio Educazione e promozione della salute Consulenze/Incontri su progetti e attività in ore Interventi educativi/informazione /conduzione Allestimento materiale didattico/informativo/valutazione Servizio Igiene degli alimenti di origine animale (Area A) 168 156 158 3.894 4.300 4.769 120 120 120 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 166 69 146 1.025 1.064 1.099 699 595 716 1.390 1.411 1.341 138 190 68 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 379 98 143 350 242 103 3.032 756 40 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Profilassi di Stato, bonfica sanitaria, piani di monitoraggio, altri accertamenti Segnalazioni di animali di proprietà morti per cause naturali o incidentali Vigilanza su animali soggetti a scambi di importazioni - 58.233 98.00 - 1.434 1.483 - 950 891 Campionamenti - 6.512 891 Certificazioni sanitarie per spostamenti animali (bovini, suini, ecc) - 3.504 3.775 82 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Servizio Igiene degli alimenti di origine animale (Area B) Controlli ufficiali Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 3.830 3.120 3.498 Visita ispettiva in macelli riconosciuti (DL 286/94) 579 567 461 Visita ispettiva in macelli a capacità limitata (DL 286/94) 739 567 461 Visita ispettiva in laboratori di sezionamento riconosciuti 236 223 175 Visita ispettiva in laboratori di sezionamento a capacità limitata 107 116 59 Visita ispettiva su carcasse da macellazione speciali d’urgenza 137 140 97 Istruttoria per impianti che necessitano di riconoscimento CEE 31 30 35 Istruttoria per impianti o attivtà regolamentate dalla L.283/62 167 185 222 Certificazione sanitaria per scambi extra-comunitari di prodotti di origine animale Macellazione suini a domicilio 200 201 229 1.309 1.012 1.162 Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche e competenze ex multizonale (Area C) Tutela igienico-sanitaria del latte prodotto in allevamento Vigilanza sull’alimentazione degli animali Farmaco vigilanza compresa sull’alimentazione medica Gestione anagrafe canina Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 1.702 152 231 383 253 36 865 415 314 5.000 4.200 4.500 Identificazione cani mediante microchip - 996 1.039 Operazioni clinico chirurgiche - 1.915 1.014 955 805 981 132.170 105.000 120.000 Vigilanza su ricoveri animali, circhi, stalle di sosta mercati, fiere ed esposizioni Anagrafe degli allevamenti zootecnici Servizio Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Interventi di prevenzione e vigilanza completi (aziende, imprese edili) 288 289 240 Inchieste infortuni complessi 106 85 113 Autorizzazioni e pareri sanitari 661 679 690 1.354 1.160 1.000 Piani rimozione MCA 235 283 300 Interventi di formazione 161 131 150 Pareri NIP (Nuovi Insediamenti Produttivi) Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) ■ Attività di vaccinazione: La campagna di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita è stata condotta con ottimi risultati: nel secondo anno di vita la copertura vaccinale è pari al 94%. Il nuovo calendario vaccinale che ha introdotto l’offerta attiva di 3 nuove vaccinazioni (da marzo 2006: antivaricella e antimeringococco ai nuovi nati e ai tredicenni, antipneumococcica universale ai nuovi nati) e un aumento di quasi il 70% degli accessi vaccinali è stato realizzato pienamente grazie alla riorganizzazione delle attività di vaccinazione. Le coperture vaccinali a 24 mesi (nati 2004) raggiunte nel corso del 2006 sono: - Antipoliomielite: 95% - Antidifterite-tetano: 96% - Antipertosse 96% - Antiepatite B 96% - Antihaemophilus 95% - Antimorbillo-parotite-rosolia 94% 83 A fine 2006 risultavano vaccinati antivaricella il 58% dei bambini nati nell’anno 2005 (1.339 vaccinati su 2.325 nati nel primo semestre 2005). A Giugno 2007, la copertura vaccinale di tutti i bambini della coorte 2005 è arrivata a 67%. La vaccinazione antipneumococcica rivolta ai 65enni ha interessato la coorte di nascita 1941: dei 4.300 circa anziani residenti, 2.048 (47%) hanno accettato di sottoporsi alla vaccinazione. Si è anche superato il problema della bassa copertura della annuale vaccinazione contro l’influenza, consentendo di raggiungere oggi livelli che ci pongono nella media regionale (70%); migliori rispetto ad altre Aziende Sanitarie sono i risultati di copertura vaccinale del personale sanitario ottenuti nell’ultima stagione (vedi paragrafo 5.2 “Assistenza primaria e socio-sanitaria”). ■ Prevenzione e controllo delle malattie infettive e dispensario funzionale: predisposti protocolli comuni (Malattie Infettive, Direzione Ospedaliera, PLS, etc.). È stato definito un “Dispensario funzionale” per consentire una gestione continua ed attiva dei casi inerenti a malattie Infettive, Pneumologia, Microbiologia, Radiologia, SISP e MMG. ■ Prevenzione delle infezioni da HIV e AIDS: Si è condotto un progetto di educazione sanitaria relativo alla prevenzione delle infezioni da HIV nelle classi terze degli istituti superiori che si coordina con un programma di informazione sulla sessualità che è stato condotto da altri servizi dell’Azienda Ulss 9. Nell’anno scolastico 2006-2007 il progetto è stato condotto in 33 classi. Nel 2007 è stato realizzato un corso di formazione per la preparazione del personale in vista dell’estensione del programma a tutte le scuole superiori con l’obiettivo di raggiungere l’80% delle classi target (circa 85). ■ Screening del tumore del colon retto: lo screening delle persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni costituisce ormai in tutti i Paesi il principale intervento sanitario finalizzato a ridurre sia l’incidenza che la mortalità legata a questa importante e frequente patologia. Nel corso del 2006 è stata condotta la parte sperimentale dello screening nel Distretto di Mogliano e successivamente si è iniziato ad estenderlo alla restante popolazione dell’Azienda Ulss 9. Il programma coinvolgerà complessivamente circa 100.000 residenti. I dati riferiti alla prima parte dello screening dimostrano una adesione del 68%; l’adesione alla proposta di colonscopia nelle persone positive al test di screening è stata superiore al 95%. Il valore predittivo positivo è stato pari al 37,5%. Dal mese di settembre 2006 a giugno 2007 hanno aderito al programma circa 20 mila persone e l’attività di screening ha permesso di scoprire ben 26 neoplasie maligne e 330 neoplasie benigne a vario rischio di degenerazione. ■ Screening mammografico: è un’attività ormai consolidata in Azienda Ulss 9, dove è garantita l’offerta attiva a tutta la popolazione target, con round regolare di 2 anni. Attualmente è in corso il 3° round e ogni anno vengono chiamate circa 22.000 donne. In questo periodo si è riorganizzato lo screening con lo spostamento delle attività, della organizzazione e della gestione del 1° livello di screening al Dipartimento di Prevenzione. Presso la sede della Madonnina, dopo la ristrutturazione dell’area, si è posizionato il mammografo per l’attività di screening dell’area Treviso. Il tasso di adesione è del 70%, il tasso di richiamo è del 5% e il tasso di identificazione è del 6,3‰. Annualmente lo screening ha consentito di diagnosticare circa 100 tumori: circa il 75% di questi è diagnosticato allo stadio 0 o 1. 84 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Lotta alla sedentarietà: è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cronico degenerative. Nel corso del 2007 si è iniziato a costruire un progetto di base per migliorare l’attività motoria nell’infanzia, all’interno e al di fuori della scuola, nelle persone con patologie e nella popolazione adulta/anziana. Dall’anno 2007 si partecipa al progetto “Mobil school”. ■ Progetto sei più uno: iniziato nel 2007, vuole dare pratica attuazione al Programma regionale “Genitori più” che interviene nelle seguenti sette aree di attività preventiva che hanno dimostrato di essere efficaci nella prima infanzia: uso di acido folico, alimentazione, fumo, sedentarietà, incidenti da traffico e domestici, prevenzione della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome, sindrome della morte improvvisa del lattante - morte in culla), vaccinazioni e lettura precoce. ■ Promozione della salute nelle comunità: nel 2007 si è predisposto un progetto generale, per la promozione di corretti stili di vita in ambienti più salubri e sicuri, coinvolgendo un Comune pilota per ciascuno dei 4 Distretti dell’Azienda Ulss 9. ■ Servizio Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei luoghi di Lavoro (SPISAL) ■ Tutela della salute delle lavoratrici in gravidanza: il progetto individua criteri e procedure semplificate e condivise con la Direzione Provinciale del Lavoro (DPL); sono stati organizzati interventi formativi rivolti alle figure aziendali preposte alla sicurezza e ai medici competenti mediante l’utilizzo di materiale informativo appositamente realizzato. ■ Promozione della sicurezza sul lavoro nelle scuole e tra i giovani lavoratori. Il progetto ha riguardato: predisposizione di strumenti di valutazione di rischi a scuola, predisposizione di modelli di percorsi didattici, predisposizione di modelli di percorsi formativi rivolti alle figure scolastiche preposte alla sicurezza, costituzione di reti per la promozione della cultura della sicurezza nelle scuole nelle altre province sul modello di Treviso, costituzione di un sistema di riferimento regionale per la sicurezza nelle scuole. ■ Intervento regionale nel comparto della lavorazione del legno: in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e i sindacati, il progetto ha presentato la guida all’autovalutazione dei rischi tipici del comparto legno; sono stati condotti sopralluoghi di verifica su un campione statisticamente rappresentativo della congruità delle misure di sicurezza adottate. Servizio Educazione e Promozione della Salute (SEPS) Nel biennio 2006-2007 le aree di attività sono state ampliate rispondendo alle nuove esigenze dettate dai documenti ministeriali di prevenzione attiva aderendo al progetto regionale sperimentale sul tema della “prevenzione cardiovascolare primaria” e divenendo riferimento nazionale del programma di counselling ostetrico “Mamme libere dal fumo” del Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute. La “Prevenzione patologie fumo correlate” ha coinvolto numerosi servizi aziendali (Seps, Sisp, SPisal, Sian, UO Pneumologia, Affari Generali, Medicina Preventiva, Prevenzione e Protezione dei Lavoratori), enti ed istituzioni quali scuole e comuni, nonché la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Dal 2003 è stata curata la formazione degli insegnanti e sono stati raggiunti circa 15.000 studenti. Per favorire la disassuefazione, sono stati condotti periodicamente in ciascuna sede distrettuale corsi 85 per smettere di fumare, coinvolgendo di media circa 100 fumatori per anno. Dall’anno 2005 è attivo un ambulatorio di II livello per smettere di fumare (oltre 150 contatti ad oggi). Per l’attività di verifica della normativa (L. 3/2003) è stata condotta la formazione degli incaricati alla vigilanza dell’Azienda Ulss 9 (173 agenti accertatori), con la realizzazione di materiale informativo specifico, ed è stata coordinata anche la verifica extra aziendale, con particolare riferimento alle sedi municipali e alle imprese produttive. La “Prevenzione cardiovascolare primaria” impegna l’Azienda Ulss 9, con le Aziende Ulss 17 Este e Ulss 4 Alto Vicentino, a sperimentare una modalità di screening dei soggetti afferenti alle Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP) per l’identificazione dei soggetti, nella fascia 50-59 anni, con uno o più fattori di rischio specifici quali fumo di tabacco, sedentarietà, sovrappeso, al fine di proporre attivamente efficaci modalità di prevenzione primaria. Il progetto è stato presentato ufficialmente ai MMG dell’UTAP di Ponzano, in attesa della costituzione dell’analoga UTAP a Motta di Livenza. Ai pazienti identificati sarà proposta la partecipazione ai gruppi nutrizionali, ai corsi per smettere di fumare e ai gruppi cammino presso le sedi territoriali di competenza UTAP a seconda del rischio specifico. È previsto inoltre il coinvolgimento attivo delle Amministrazioni comunali e delle Associazioni di volontariato (LILT, Associazione Dimagrire Insieme, Amici del Cuore, etc.). Il programma CCM del Ministero della Salute “Mamme libere dal fumo” ha affidato all’Azienda Ulss 9 l’organizzazione della formazione di tutte le ostetriche d’Italia al counselling antitabagico, con particolare riferimento al sostegno delle donne in gravidanza. Proprio a Treviso è nata nel 2001 l’attività sperimentale di counselling ostetrico. Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) Garantisce la sicurezza alimentare mediante controlli ufficiali richiesti dalla normativa e favorisce comportamenti e organizzazioni che indirizzino all’assunzione di alimenti qualitativamente e quantitativamente sani; il progetto “Sensazioni, emozioni, relazioni con il cibo” rivolto ad insegnanti ed educatori degli asili nido e delle scuole dell’infanzia è finalizzato a promuovere l’autonomia didattica nelle azioni educative. Il progetto “Pappe da favola” si rivolge agli asili nido comunali e privati per aiutare i genitori a preparare cibi sani e salutari per i propri bambini, in collaborazione e continuità con i cuochi delle strutture scolastiche. 86 Servizi Veterinari: ■ Anagrafe zootecnica e Gestione dei report delle attività e dei pagamenti delle prestazioni veterinarie: si rimanda al Focus allegato “Progetti ICT e Telemedicina”. ■ Protocolli: si è provveduto a stilare una serie di protocolli operativi per migliorare e rendere omogenee le attività soggette a vigilanza, controllo e promozione. In particolare sono state considerate le seguenti aree: - il benessere animale negli allevamenti; - l’uso dei farmaci e dei medicinali e la valutazione dei residui; - l’alimentazione; - il controllo delle malattie infettive; - il benessere animale durante il trasporto. ■ Canile: si è portata avanti la ristrutturazione e la riorganizzazione del canile sanitario e sono state definite le principali procedure operative di gestione: 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana - attività legate alla cattura, al riscatto e all’affidamento degli animali; - modalità di detenzione, identificazione, cura e riscatto da privati ed enti; - protocolli per alimentazione, pulizia e disinfezione; - teleanestesia e modalità di cattura con fucile narcotico. Incendio De Longhi: Il Dipartimento di Prevenzione ha gestito le criticità relative al disastroso incendio della fabbrica De Longhi del 18.04.2007: la gestione di questa emergenza ha coinvolto in modo unitario i servizi del Dipartimento di Prevenzione (SISP, SIAN, SPISAL e Servizio veterinario Area C). Ci si è avvalsi della collaborazione e consulenza di alcuni tra i maggiori professionisti di valore internazionale operanti presso le istituzioni del nostro Paese: il Reparto Chimica Tossicologica dell’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento Ambiente dell’Istituto Mario Negri. Si sono individuate due aree di miglioramento: ■ la definizione, in collaborazione con l’Istituto Superiore di sanità e le istituzioni locali (Regione, Provincia, ARPAV, Comuni) di linee guida operative per la gestione di eventi di emergenza da cui possono derivare pericoli per la popolazione generale e l’ambiente a causa della presenza di fattori di rischio chimico particolarmente significativi; ■ il miglioramento della comunicazione istituzionale anche attraverso azioni di pianificazione preventiva per la gestione delle emergenze ambientali e non ambientali. L’assistenza distrettuale comprende tutti i servizi e le prestazioni rese alla persona che non sono riconducibili ad un ricovero ospedaliero o all’area della prevenzione. Si va dalle prestazioni di specialistica ambulatoriale ai servizi per disabili, dall’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) ai servizi erogati nei consultori. Negli ultimi anni in Azienda Ulss 9 si è realizzata una riorganizzazione degli ambiti distrettuali, in ottemperanza alle indicazioni regionali e nazionali che hanno portato il distretto ad assumere sempre più risalto e qualificazione, soprattutto con la finalità di migliorare i livelli di integrazione socio-sanitaria in ambito locale. Rispetto alla 5.2 Assistenza Primaria e Socio-Sanitaria Nuovo assetto territoriale Distretti Azienda Ulss 9 Porto Buffolé Mansué S. Paolo di Piave Ci Ormelle m Spresiano ad ol Oderzo m o Maserada sul Piave Povegliano Ponte di Piave Villorba Meduna di Livenza Motta di Livenza Chiararo Breda di Piave Ponzano Veneto Gorgo al Arcade Montican o Fontanelle Cessalto Salgareda Paese S. Biagio di Callalta Carbonera Istrana Zenson di Piave Monastier Treviso Quinto Morgano di Treviso Si le a Casier Zero Branco Preganziol Casale sul Sile Roncade Mogliano Veneto 87 preesistente configurazione distrettuale105 articolata in sei ambiti, il territorio dell’Azienda Ulss 9 è stato successivamente106 suddiviso in cinque aree distrettuali, recependo le indicazioni regionali su dimensione, funzioni e collocazione dei distretti. La definitiva articolazione in quattro distretti si è avuta con Deliberazione del Direttore Generale n. 123 del 03.02.2005: DISTRETTI SEDE N. 1 Treviso Treviso N. 2 Paese Paese Villorba N. 3 Mogliano N. 4 Oderzo COMUNI AFFERENTI Treviso, Silea, San Biagio di Callalta Istrana, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Quinto di Treviso, Spresiano, Arcade, Breda di Piave, Carbonera, Maserada, Povegliano, Villorba Mogliano Casale sul Sile, Casier di Treviso, Mogliano Veneto, Preganziol, Monastier, Roncade, Zenson di Piave, Zero Branco Oderzo Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, Salgareda, S. Polo di Piave POPOLAZIONE AL 31.12.2003 103.967 POPOLAZIONE AL 31.12.2006 104.138 122, 49 112.388 119.237 268,44 89.617 95.673 239,39 77.893 81.822 355,51 388.865 400.870 985,83 Totale 5.2.1. Cure primarie Le attività sanitarie e socio-sanitarie erogate sul territorio107 comprendono le attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione erogate in regime domiciliare, ambulatoriale diurno, semiresidenziale e residenziale. Sono articolate in: ■ Assistenza Sanitaria di base: Medicina di base e continuità assistenziale; ■ Assistenza farmaceutica attraverso le farmacie territoriali: fornitura di specialità medicinali e prodotti galenici; ■ Assistenza integrativa attraverso la fornitura di prodotti dietetici a categorie particolari e presidi sanitari ai soggetti affetti da diabete mellito; ■ Assistenza protesica: fornitura di protesi e ausili a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali; ■ Assistenza programmata a domicilio; ■ Attività sanitaria e socio-sanitaria ambulatoriale a donne, coppie e famiglie; ■ Attività sanitaria e socio-sanitaria ambulatoriale residenziale e semi residenziale a: persone anziane non autosufficienti, con problemi psichiatrici, con disabilità fisica psichica e sensoriale, dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope, in fase terminale, con infezione da HIV; Deliberazione del DG n. 2659 del 16.11.1995. Tale articolazione era stata effettuata ai sensi dell’art. 3 DL.vo n. 502/1992, DL.vo n. 517/1993 e LR n. 56/1994. Deliberazione del DG n. 565 del 27.06.2002 e n. 851 del 10.10.2002 recependo le indicazioni regionali previste dalla DGRV n. 3242/2001 avente oggetto “Programma settoriale relativo all’assistenza territoriale”, art. 13 LR n. 56/1994. In particolare relativamente alla dimensione demografica del distretto si era cercato di rispettare l’indicazione della soglia minima tendenziale di 60.000 abitanti. 107 Tali attività trovano una dettagliata articolazione all’interno del dpcm 29.11.2001 “Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza”. 105 106 88 KMQ 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Assistenza specialistica ambulatoriale, prestazioni terapeutiche e riabilitative, diagnostica strumentale e di laboratorio; ■ Assistenza termale; ■ Emergenza sanitaria. Secondo la definizione dell’OMS108, ripresa anche dall’Organizzazione Mondiale dei medici di famiglia109, le cure primarie rappresentano l’ambito nel quale avviene il primo contatto con un professionista sanitario. Le cure primarie rappresentano una parte rilevante delle attività territoriali, sono caratterizzate dall’accesso diretto ai servizi, rappresentano il sistema di cure erogato vicino ai luoghi di vita delle persone (ambulatorio del proprio medico, domicilio, strutture ambulatoriali, strutture residenziali), assumono in carico l’aspetto globale della salute della persona ed indirizzano, quando opportuno, a vari livelli di approfondimento, per garantire le risposte più appropriate al bisogno di salute. Il Distretto può garantire le risposte più articolate agli utenti all’interno di processi di integrazione professionale che coinvolgono sia gli operatori presenti nel territorio, nella componente sanitaria e sociale, sia gli operatori degli altri punti della rete assistenziale, di cui l’ospedale è un importante riferimento. Le Cure Primarie sul territorio sono garantite prevalentemente da risorse professionali che hanno con l’Azienda Ulss 9 un rapporto convenzionale: Medici di Medicina Generale (MMG), Pediatri di Libera scelta (PLS), Medici dei Servizi di Continuità assistenziale, Specialisti ambulatoriali interni: ■ 300 250 282 278 Medici di Medicina Generale 280 279 Pediatri di Libera Scelta 200 150 128 100 50 0 47 2003 107 62 49 2004 Specialisti Ambulatori Interni 146 117 68 48 2005 70 44 60 Medici del servizio di Continuità Assistenziale 2006 Il MMG ed il PLS sono i principali attori dell’assistenza primaria in quanto “medici della persona”, con un’attività caratterizzata da un approccio globale al paziente e dalla continuità della cura; hanno la responsabilità della gestione della domanda di salute, danno una prima risposta ai bisogni sanitari della popolazione e svolgono una funzione di filtro per l’accesso alle prestazioni di secondo livello. Il “Medico di continuità assistenziale” garantisce la continuità dell’assistenza territoriale per gli interventi non differibili nei giorni pre-festivi e nelle ore notturne di tutti i giorni feriali. Le attività dei Distretti Un distretto deve: ■ essere il punto di incontro tra domanda di salute dei cittadini ed offerta di cure, benessere e nuova socialità; ■ rappresentare l’Area-Sistema comprensiva di tutti i presidi e servizi finalizzati a dare risposte territoriali ai problemi di salute e di cura dei cittadini; Organizzazione Mondiale della Sanità, Alma Ata 1978. Wonca 2002: definizione europea della Medicina Generale. 108 109 89 rendere possibile la reale presa in carico del cittadino offrendo risposte tempestive ed efficaci alle sue necessità socio-assistenziali; ■ esercitare il governo di tutte le attività extraospedaliere rendendo possibile l’integrazione tra le attività sanitarie e quelle di tipo sociale; ■ essere infine il luogo della partecipazione dei cittadini deputato in quanto tale alla definizione degli obiettivi di salute e alla valutazione dei risultati ottenuti. La rete d’offerta specifica per l’anziano è costituita principalmente da tre tipologie di strutture e servizi: Strutture residenziali (RSA), Istituti di riabilitazione e centri diurni integrati, Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata. Quando il cittadino necessita di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) l’Azienda offre cure gratuite a domicilio ai cittadini di ogni età le cui condizioni sanitarie o socio-sanitarie, temporanee o permanenti, impediscono loro di accedere alle strutture ambulatoriali territoriali. L’accesso è assicurato senza lista d’attesa. ■ Numero pazienti assistiti in ADI Sono state considerate tutte le richieste pervenute, non considerando invece i prelievi estemporanei. 90 Obiettivi principali dell’ADI sono: favorire la deospedalizzazione, sostenere il recupero funzionale ed il mantenimento dell’autonomia, supportare il nucleo familiare, evitare e/o ritardare l’istituzionalizzazione, razionalizzare le risorse. Le prestazioni e le forniture assicurate sono: farmaci, alimenti per la nutrizione artificiale, materiale di medicazione, ausili per incontinenza, presidi che si integrano, quando necessario, con le prestazioni socio-assistenziali erogate dai comuni e con il coinvolgimento sia dei privati accreditati che del terzo settore. La visione moderna di assistenza domiciliare si integra con il concetto di educazione terapeutica, che ha lo scopo di informare pazienti e familiari sulle possibilità e modalità di gestione delle malattie, sulle caratteristiche e storia, in modo da poter gestire la malattia in livelli di sicurezza. Le Cure Palliative (CP), secondo la definizione dell’OMS, “sono una serie di interventi terapeutici e assistenziali finalizzati alla cura attiva e totale di malati la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. Fondamentale è il controllo del dolore e degli altri sintomi e in generale dei problemi psicologici sociali e spirituali. L’obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie”. Nella maggior parte dei malati suscettibili di CP è sufficiente, adeguata e preferibile un’assistenza ambulatoriale e domiciliare. Per i malati di cancro inguaribili in fase avanzata per i quali non è necessario un ricovero presso le UO ospedaliere per pazienti acuti ma che necessitano di protezione e assistenza continua sanitaria e/o sociale, temporanea o permanente, la modalità assistenziale più appropriata è rappresentata dall’Hospice, centro residenziale di CP. L’Hospice è parte integrante della rete dei servizi socio-sanitari territoriali 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana ed ha stretti legami funzionali con i servizi di cura domiciliari. La Regione del Veneto110 ha ridefinito la programmazione regionale in materia di assistenza residenziale extra ospedaliera, in particolare per l’area della residenzialità con assistenza intensiva sono stati definiti i requisiti minimi degli Hospice e l’indice di fabbisogno. Per l’Azienda Ulss 9 l’indice di fabbisogno individuato è pari a diciotto posti letto. La Giunta Regionale del Veneto ha previsto anche il coinvolgimento di organizzazioni non profit “…in particolare quelle caratterizzate dalla presenza di volontari, auspicando che le attività di tali organizzazioni si integrino in un quadro complessivo di rapporti con le amministrazioni locali”. In Azienda Ulss 9 è attiva dall’anno 1998 l’Associazione ADVAR che con una èquipe multidisciplinare specialistica assicura un’assistenza domiciliare gratuita, completa e qualificata ai malati terminali di cancro, in collaborazione con i MMG, i Distretti e i reparti ospedalieri. L’Ulss 9 ha rilasciato alla Fondazione “Amici dell’Associazione ADVAR” l’autorizzazione al funzionamento per la gestione della struttura denominata Hospice “Casa dei Gelsi” ubicata a Treviso in via Fossaggera, limitatamente al numero di dodici ospiti parzialmente autosufficienti e non autosufficienti. Sulla base delle linee guida regionali111, al fine di dare una risposta organica ed efficiente alle richieste di cura per malati neoplastici in fase terminale l’Azienda Ulss 9 ha ritenuto opportuna l’attivazione di un Nucleo Interdistrettuale di Cure Palliative (NICP) quale struttura operativa di raccordo tra le diverse realtà presenti e operanti nel territorio112, con le seguenti funzioni: definizione di una referenza unica per il malato, la sua famiglia e i vari operatori coinvolti in questo tipo di assistenza; valutazione multidimensionale e multidisciplinare delle richieste di assistenza; assegnazione del malato ad una delle modalità assistenziali previste dalla rete dei servizi; predisposizione di un piano assistenziale di massima che sarà poi personalizzato dalle varie equipe che avranno in cura il malato e di una cartella clinica strumento di lavoro e collegamento fra tutti gli operatori coinvolti; controllo sul programma assistenziale stabilito e valutazione periodica dell’attività delle singole equipe. Per incrementare le attività ed estendere la rete di assistenza anche nel territorio opitergino mottense, l’Azienda113 ha attivato dodici posti letto di residenzialità extra ospedaliera in hospice con assistenza intensiva, stipulando una convenzione con l’Associazione ADVAR per l’assistenza domiciliare e con la Fondazione “Amici dell’Associazione ADVAR” per le attività di gestione dell’Hospice. Numero pazienti assistiti negli anni 2004-2007 Deliberazioni n. 751 e 752 del 2000. Con nota n. 2989/2000 “Linee di indirizzo per l’avvio di programmi integrati per l’assistenza al malato neoplastico grave e in condizioni di terminalità e per lo sviluppo delle Cure Palliative” sono stati stabiliti requisiti minimi strutturali, tecnologici e standard organizzativi dell’Hospice. 111 La DGRV n. 5273 del 29.12.1998 fa riferimento all’UO Distrettuale per la presa in carico dell’assistito, ribadita anche dalla Deliberazione n. 2989 del 2000. 112 Deliberazione del DG n. 981 del 24.06.2004. 113 Deliberazione del DG n. 1005 del 01.07.2004. 110 91 Il governo delle cure primarie: I Patti Aziendali. La Regione Veneto si è distinta negli ultimi anni per il riconoscimento di un ruolo prioritario del MMG come fulcro del sistema complesso delle cure primarie. Al MMG viene affidata una funzione strategica, sia sul versante del governo della domanda sia su quello della produzione di cure primarie. Sin dall’anno 2001 sono stati attivati i cosiddetti Patti Aziendali114 aventi lo scopo di coinvolgere i medici a perseguire obiettivi di governo clinico definiti a livello aziendale. Anche l’Azienda Ulss 9 ha realizzato un’attività di integrazione tra i protagonisti impegnati nelle cure primarie, grazie all’applicazione dei Patti Aziendali115, inserendo tali obiettivi di integrazione nel PAL 2007-2009 che descrive gli Obiettivi Strategici dell’Azienda. In Azienda, le cure primarie sono state oggetto di costante attenzione ed in particolare negli ultimi anni quando è stato realizzato, tra i MMG, il progetto “Gruppi Audit” e, tra i PLS, il progetto Gruppi Territoriali Omogenei (GTO), che sono stati finalizzati al miglioramento della qualità dell’assistenza e all’uso appropriato delle risorse; dapprima sperimentali, sono poi divenuti “modus operandi” prevedendo l’introduzione, per aree tematiche, di nuovi metodi di lavoro condivisi (incontri, percorsi diagnostico terapeutici, etc.) ed innovativi, quali l’introduzione di nuovi sistemi informatici. Le vaccinazioni antinfluenzali: L’Azienda Ulss 9 si è impegnata per incrementare la vaccinazione antinfluenzale nella popolazione anziana, in linea con le raccomandazioni regionali116 e nazionali117. La vaccinazione antinfluenzale viene attivamente offerta nell’ambito di una specifica campagna vaccinale nel periodo autunnale, da metà ottobre a fine dicembre, ai soggetti di età pari o superiore ai 65 anni e alle persone di età inferiore ai 65, compresi i bambini, a rischio di complicanze da influenza, in quanto affette da Copertura vaccinale della popolazione anziana negli ultimi dieci anni di Campagna Antinfluenzale in Azienda Ulss 9 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1997/’98 1998/’99 1999/’00 2000/’01 2001/’02 2002/’03 2004/’05 2005/’06 2006/’07 Il “Patto Aziendale” viene definito nell’Accordo Integrativo regionale “un’alleanza molto forte tra i Medici di Famiglia convenzionati, i Pediatri di Libera Scelta convenzionati, e il Sistema Socio-sanitario Regionale” rappresentato dall’Azienda Ulss 9. Sono patti triennali, in vigenza degli ACCNN del 25.03.2005 (Accordo Collettivo di Lavoro), della DGRV 3889/2001 (Accordo Regionale) e della DGRV 3731/2004 (Indirizzi per la definizione dei Patti Aziendali per l’esercizio 2005). 116 Nota della Regione Veneto del 06.07.2006 “Trasmissione Circolare Ministero della Salute e programmazione della Campagna di vaccinazione contro l’influenza nella Regione Veneto per la stagione 2006-2007”. 117 Circolare Ministeriale n. 2/2006 “Prevenzione e controllo dell’influenza. Raccomandazioni per la stagione 2006-2007” 114 115 92 2003/’04 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana patologie croniche o perché in condizione di rischio “sociale” (personale sanitario, personale di assistenza a persone ad alto rischio, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, personale a contatto con animali, possibile fonte di infezioni da virus influenzali non umani). Sono coinvolte le Unità Territoriali di Igiene e Sanità Pubblica, i MMG, il Servizio di Medicina Preventiva e Direzioni Mediche, UO Malattie Infettive e Servizio di emodialisi, le Case di riposo e gli Istituti per disabili. La spesa farmaceutica territoriale: L’Azienda Ulss 9 assicura l’erogazione dei farmaci con le modalità di partecipazione alla spesa (ticket) previste dalla normativa in vigore attraverso la rete delle farmacie convenzionate e alcuni servizi dell’Azienda. La LR n. 5/1996 di riferimento stabilisce che l’Assistenza farmaceutica viene erogata sia a livello territoriale che ospedaliero; il miglioramento di questa forma di assistenza richiede quindi l’impegno congiunto dei Distretti e dei Presidi Ospedalieri, opportunamente coordinati dalla Direzione Strategica. L’assistenza farmaceutica è orientata al controllo della domanda e della spesa per prodotti farmaceutici attraverso MMG, PLS, la distribuzione diretta tramite il Servizio ADI e l’Ambulatorio per farmaci particolari, e la distribuzione indiretta tramite le strutture residenziali extra ospedaliere convenzionate. La dinamica della spesa farmaceutica rappresenta una dinamica complessa, in quanto dipende non solo dalle prescrizioni ma anche dal variare dei prezzi dei singoli farmaci, rendendo difficile un confronto nel corso degli anni. Grazie anche all’impegno dei MMG nel prestare attenzione ai consumi farmaceutici e nel favorire la distribuzione diretta dei farmaci, la spesa farmaceutica convenzionata dell’Ulss 9 si è collocata stabilmente in modo significativo sotto la media regionale (- 9,6% nel 2006). Gli accordi aziendali hanno consentito inoltre di ridurre in modo significativo il tasso grezzo di ospedalizzazione, passato da 182 per 1000 abitanti nel 2002 a 167 nel 2006. Il progressivo aumento dell’età media della popolazione e l’aumentare delle patologie cronico-degenerative hanno portato ad un importante incremento del numero di utenti cui sono stati forniti protesi ed ausili118, con conseguente incremento dei costi. La definizione di nuove e diverse procedure per la fornitura di protesi ed ausili, quali ad esempio il progetto Auxilium119 ha permesso di erogare un maggior numero di prestazioni riducendo, al contempo, i tempi medi di attesa per la fornitura. Numero dei pazienti con ausili: Assistenza protesica Normativa di riferimento per l’erogazione dei dispositivi protesici agli assistiti: DM n. 332 del 27.08.1999. Si rimanda al Focus allegato “I progetti ICT e Telemedicina”. 118 119 93 Specialistica ambulatoriale Le prestazioni ambulatoriali dei LEA sono erogate nell’Azienda Ulss 9 dai Poliambulatori, dagli Ospedali e da 14 strutture private preaccreditate. La tabella rappresenta il trend degli ultimi 5 anni. 2003 2004 2005 2006 2007 (I semestre) 2.157.123 Pubblico 3.768.578 3.881.847 3.982.628 4.200.603 Privato 1.091.862 1.294.841 1.332.011 1.349.503 653.255 Totale 4.860.440 5.176.688 5.314.639 5.550.106 2.810.378 Nel 2003 le prestazioni erogate ai residenti sono state 4.806.409 di cui 420.451 da strutture esterne al territorio dell’Azienda Ulss 9 (fuga); nel 2006 sono state rispettivamente 5.598.432 e 586.959. Il grado di copertura del fabbisogno sfiora il 90%. Il numero di prestazioni per abitante è passato dal 12,6 dell’anno 2003 a 14,0 del 2006; per l’anno 2007 la stima è di 13,9. Nelle seguenti tabelle sono riportate le prestazioni più frequenti, nell’anno 2006, suddivise per branca specialistica e per tipologia di istituto. Istituti pubblici Branca Descrizione 03 Laboratorio Istituti privati preaccreditati Numero prestazioni 3.052.146 Branca Descrizione Numero prestazioni 519.938 03 Laboratorio 56 418.228 69 Recupero e riabilitazione funzionale Radiologia 35 Stomatologia 56.118 26 Medicina 209.372 69 Radiologia 174.984 48 Nefrologia 129.967 56 91.501 32 Neurologia 53.628 34 Recupero e riabilitazione funzionale Oculistica 60.476 08 Cardiologia 42.459 70 Radioterapia 55.726 38 Otorinolaringojatria 24.512 Oculistica 21.843 124.060 37 Ostetricia e Ginecologia 53.076 34 08 Cardiologia 52.700 14 Chirurgia vascolare 16.658 Chirurgia plastica 15.350 36 Ortopedia 47.421 12 38 Otorinolaringoiatria 35.080 52 Dermatologia 14.406 Gastroenterologia 8.184 35 Stomatologia 23.724 58 52 Dermatologia 22.584 09 Chirurgia generale 8.024 Urologia 6.426 32 Neurologia 18.642 43 09 Chirurgia generale 18.390 37 Ostetricia e ginecologia 5.230 19 Diabetologia 18.019 36 Ortopedia 3.536 68 Pneumologia 15.922 14 Chirurgia vascolare 15.198 39 Neonatologia 14.096 43 Urologia 13.740 12 Chirurgia plastica 12.461 58 Gastroenterologia 11.829 94 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Il Poliambulatorio dell’Azienda Ulss 9 è una SC che comprende molteplici sedi operative distribuite in tutto il territorio aziendale. Nell’anno 2000 la struttura comprendeva le sedi di Borgo Cavalli a Treviso (Distretto 1) e la sede di Via Tommasini a Mogliano Veneto (Distretto 3). Nell’anno 2003 si è aggiunta la sede riabilitativa di Via Roma a Mogliano Veneto e nell’anno 2005 la sede di Villorba presso il Distretto 2. Nell’anno 2006 sono state accorpate al Poliambulatorio anche le due sedi presenti nel Distretto 4, Oderzo e Motta di Livenza. Grazie all’applicazione dell’Atto Aziendale120 è stata così definita la nuova organizzazione delle strutture con l’integrazione dei diversi Poliambulatori esistenti e l’apertura di nuove sedi nelle zone territoriali scoperte. Ciò ha determinato una riorganizzazione delle attività dei singoli ambulatori specialistici territoriali favorendo un percorso di integrazione nelle diverse attività del personale operante e la condivisione delle procedure. Nell’anno 2007, nell’ottica di realizzare un modello organizzativo comune idoneo a far fronte alla crescente domanda di prestazioni, sono state affidate nuove responsabilità al Direttore del Poliambulatorio aggiungendo le Sale Prelievi collocate nel territorio del Distretto 1 e del Distretto 4. L’attività attualmente erogata presso il Poliambulatorio è di circa 205.000 prestazioni/anno di diagnosi e cura erogate in 30 diverse attività specialistiche. Vengono inoltre eseguiti prelievi ematochimici e microbiologici nelle due diverse sale prelievi di Treviso e Oderzo a circa 171.000 utenti per anno, pari a 1.300.000 prestazioni per anno. Gli Specialisti sono circa 150 con diversi rapporti contrattuali: Specialisti Ambulatoriali Interni a tempo indeterminato e determinato, Medici Dipendenti, Liberi professionisti. Di seguito si descrivono le tipologie di specialità presenti nelle sei sedi ambulatoriali del Poliambulatorio: Sede di Via Roma, Mogliano Veneto: Centro di Medicina Fisica e Riabilitazione; Sede di via Tommasini, Mogliano Veneto: Angiologia, Cardiologia, Endocrinologia, Ginecologia-Ostetricia, Oculistica, Odontoiatria, Ortopedia, Otoiatria, Proctologia; Sede di Motta di Livenza: Ecografia Ostetrico-Ginecologica; Sede di Treviso: Allergologia, Angiologia, Cardiologia, Chirurgia, Chirurgia plastica, Dermatologia, Centro Ecografico (Internistico e Ginecologico-Ostetrico), Endocrinologia Genetica, Genetica Medica, Ginecologia-Ostetricia, Neurologia, Oculistica, Odontoiatria, Ortopedia, Otoiatria, Proctologia, Psichiatria, Reumatologia, Centro di Senologia, Terapia antalgica, Urologia. È inoltra assicurata attività di supporto infermieristico, strumentale, logistico ed organizzativo ad alcune UO Ospedaliere per l’attività ambulatoriale indirizzata agli utenti esterni nelle specialità di: Chirurgia plastica, Chirurgia proctologica, Pneumologia, Radiologia per mammografia clinica e densitometria; Sede di Oderzo: Angiologia, Cardiologia, Dermatologia, Ematologia, Endocrinologia, Geriatria (visite per decadimento cognitivo), Ginecologia-Ostetricia, Neurologia, Oculistica, Odontoiatria, Otoiatria, Reumatologia, Urologia. È inoltre assicurata attività di supporto infermieristico, strumentale, logistico ed organizzativo ad alcune UO Ospedaliere per l’attività ambulatoriale per gli utenti esterni nelle specialità di: Allergologia, Anestesia, Chirurgia, Chirurgia plastica, Diabetologia, Dietologia, Endoscopia digestiva, Nefrologia, Neurochirurgia, Oncologia, Ortopedia, Pneumologia, Psichiatria, Radiologia, Radioterapia; Sede di Villorba: Cardiologia, Endocrinologia, Neurologia. Deliberazione del DG n. 500 del 01.04.2004 “Adozione della proposta di Atto Aziendale” di cui all’Art. 3, Comma 1Bis, del DL.vo n. 502/1992 e successive modificazioni ed integrazioni. 120 95 Negli ultimi anni alcune branche specialistiche sono andate incontro a riorganizzazione: ■ Fisiopatologia Respiratoria: con decorrenza 31.10.2004 la Fisiopatologia respiratoria è confluita nell’attività dell’omonimo Servizio del PO di Treviso. ■ Medicina Fisica e Riabilitazione: in funzione dal 15.09.2003 mediante convenzione con il “Centro di Fisiokinesiterapia Srl” di Treviso a Mogliano Veneto121. ■ Radiologia: è stata realizzata una riorganizzazione dell’attività radiologica122, definendo i vari percorsi diagnostici in rapporto alle esigenze del paziente: con decorrenza 01.06.2005 l’attività di Radiologia effettuata presso il Poliambulatorio, è confluita nell’attività del Servizio di Radiologia del PO di Treviso, con conseguente gestione unica delle risorse umane (personale medico e tecnico) e delle attrezzature radiologiche. La riorganizzazione del Centro Unico Prenotazioni (CUP) Fino al 31.05.2004 erano attivi in Azienda tre centri di prenotazione in diverse sedi123 per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, di diagnostica strumentale e di laboratorio: CUP Borgo Cavalli (istituito nel 1982, afferente al Servizio Gestione delle Convenzioni), CUP Oderzo (istituito nel 1982, afferente alla Direzione Amministrativa del PO di Treviso), COP presso Ospedale Ca’ Foncello di Treviso (istituito nel 1995, afferente alla Direzione Amministrativa del PO di Treviso). In linea con gli orientamenti di programmazione aziendale (centralità del cittadino, semplificazione dell’accesso alle strutture da parte dell’utente, unificazione della gestione delle sedi di prenotazione, potenziamento del servizio di prenotazione telefonica, etc.) a partire dal 1 giugno 2004 è stato istituito124 il Centro Unico di Prenotazione dell’Azienda Ulss 9 con tre sedi (Borgo Cavalli, Ospedale Ca’ Foncello, Ospedale di Oderzo). Il processo è stato realizzato tramite la società mista pubblico-privata denominata S.i.s.t.e.r. srl. L’accesso diretto alle prestazioni di laboratorio analisi presso la sede di Borgo Cavalli A partire dal mese di ottobre 2005 è stato istituito l’accesso diretto alle prestazioni di Laboratorio analisi presso la sede di Borgo Cavalli con l’obiettivo di offrire un miglior servizio all’utenza riducendo gli accessi dei cittadini alle strutture aziendali, eliminando la fase di prenotazione e limitando la fase di ritiro del referto mediante incoraggiamento dei nuovi canali digitali. Sulla base dei flussi dell’utenza e delle segnalazioni rilevate si sono successivamente avviate le seguenti azioni: sono stati separati i flussi di accesso dell’utenza con spostamento di orario delle prenotazioni delle visite specialistiche e distribuzione dei referti a partire dalle ore 9.30; sono stati abilitati più sportelli all’accesso rapido con conseguente aumento degli sportelli dedicati a bambini, donne in gravidanza e soggetti in terapia anticoagulante; è stato aumentato il numero degli utenti che possono accedere tramite prenotazione chiedendo il pagamento del ticket contestualmente alla prenotazione per agevolare l’accesso alla sala prelievi senza dover ripassare per gli sportelli del Cup per il controllo del ticket. Deliberazione del DG n. 1370 del 08.08.2003. Deliberazione del DG n. 541 del 06.05.2005. A partire dal mese di maggio 2003 il sistema di registrazione informatico, prima differente nelle tre sedi, è stato progressivamente unificato consentendo un’unica modalità di prenotazione. Dal 1998 è attivo anche il Call center consentendo per la maggior parte delle prestazioni la prenotazione anche via telefono 0422 322693. 124 Deliberazione del DG n. 576 del 22.04.2004. 121 122 123 96 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Dal 01.09.2007 l’accesso diretto è stato esteso anche all’esecuzione dei “collaudi degli ausili e protesi” presso gli ambulatori ortopedici di Treviso Borgo Cavalli (nella giornata di lunedì dalle 12.30 alle 13.30) e presso la sede poliambulatoriale di Mogliano Veneto (nella giornata di martedì dalle 12.30 alle 13.30). Come difendere i cittadini dalla burocrazia: il caso dell’esenzione ticket per patologia La normativa nazionale e regionale125 che regola il rilascio dell’esenzione ticket per patologia costringe i cittadini a dotarsi di un certificato redatto da un medico specialista della struttura pubblica attestante la forma morbosa. Un’indagine condotta presso l’Azienda Ulss 9 evidenziava come, in determinate branche specialistiche (es. Cardiologia ed Oncologia), circa il 30% delle visite specialistiche fosse finalizzata al rilascio del certificato di esenzione; inoltre, in un rilevante numero di casi la patologia oggetto di esenzione risultava già diagnosticata durante un ricovero ospedaliero, nel corso del quale non veniva però rilasciato il certificato di esenzione. Nell’ottica di ridurre i disagi all’utente, eliminare accessi ambulatoriali inutili, ridurre le liste d’attesa, a partire da ottobre 2004 l’Azienda Ulss 9 ha attivato una nuova procedura: gli utenti che hanno diritto all’esenzione ticket per una patologia diagnosticata durante un ricovero ospedaliero ricevono direttamente a casa il certificato di nuova esenzione, evitando dopo il ritorno a casa dall’ospedale, la richiesta dell’impegnativa del medico di base, la prenotazione, la lista di attesa, un’ulteriore visita specialistica fino al ritiro finale dell’esenzione. Nell’anno 2006 si sono registrate 9.976 esenzioni per un totale di 6.995 assistiti. Ai primi di settembre 2007 si sono registrate 6.487 esenzioni per un totale di 4.731 assistiti. Unità territoriali di Assistenza primaria (UTAP) La Regione Veneto, nell’assegnare gli obiettivi ai DG delle Aziende Ulss ed Ospedaliere126, ha previsto, tra gli altri, l’attivazione di almeno due UTAP. Le UTAP sono formate dall’aggregazione di più medici convenzionati, secondo un concetto di continuità assistenziale, che rappresenta un obiettivo strategico per l’organizzazione dei servizi e l’operatività dei professionisti; l’attivazione di tale modello di risposta al bisogno si configura potenzialmente in grado di gestire con efficacia le necessità di salute di una comunità; le UTAP rappresentano, altresì, l’evoluzione logica delle forme associative127 verso modelli a più alta complessità finalizzati a migliorare la qualità e la continuità dell’assistenza, a garantire l’appropriata erogazione dei servizi e l’efficace integrazione socio-assistenziale. Sulla base di quanto previsto dalla Regione Veneto, l’Azienda Ulss 9 ha attivato per il momento una UTAP che ha coinvolto cinque MMG operanti nel comune di Ponzano; un’altra UTAP è in fase di attivazione a Motta di Livenza. DM 28.12.2001 “Istituzione della scheda di dimissione ospedaliera”; DM 28.05.1999 n. 329 “Regolamento recante norme di individuazione delle malattie croniche e invalidanti”; DM 21.05.2001 n. 296 “Regolamento di aggiornamento del DM n. 329/1999”. DGRV n. 2686 del 07.08.2006, sulla scorta delle linee guida di cui alla DGRV n. 4395 del 30.12.2005. 127 Accordo Regionale per la Medicina Generale del 28.08.1997; Accordo Regionale per la Medicina Convenzionata del 31.12.2001. 125 126 97 Le rilevazioni di soddisfazione dell’utenza La misurazione della qualità percepita dai cittadini, attraverso le indagini di customer satisfaction, ha assunto un ruolo di rilievo nel processo di miglioramento delle PA avvalorato in particolare dalle indicazioni ministeriali128; inoltre le indagini di customer satisfaction rappresentano uno strumento per individuare priorità di intervento nelle fasi di pianificazione, per verificare l’impatto di interventi di miglioramento dei servizi ed, infine, possono essere adottate come strumento di controllo e di valutazione interni. Nel corso del quinquennio 2003-2007 sono state eseguite importanti ed ampie rilevazioni della qualità percepita daigli utenti in tre tipologie di servizi erogati in regime di cure primarie: ■ Distribuzione diretta dei farmaci129 (1.300 pazienti); ■ Servizio di Assistenza Domiciliare distrettuale (578 utenti); ■ Pazienti con Alzheimer (30 caregivers di pazienti affetti da Alzheimer). Complessivamente è stato rilevato un elevato grado di soddisfazione dei servizi erogati e, nel contempo, sono state individuate aree di criticità che hanno consentito di dar luogo ad azioni di miglioramento. 5.2.2. Attività Socio-Sanitarie Integrate Nel presente paragrafo si riprendono le aree descritte nel Piano di Zona dei Servizi alla persona, dando evidenza delle maggiori innovazioni realizzate nel quinquennio. Area Materno Infantile130 Si è sviluppata sul territorio una politica di interventi a favore della famiglia e di differenti forme di genitorialità, come adozioni ed affidi, secondo le linee programmatiche regionali. Nell’ambito degli interventi a sostegno dei genitori in grave difficoltà dal punto di vista educativo o per il deterioramento della relazione con i figli, si sono identificati come elettivi gli interventi di sostegno educativo, offerto da educatori al domicilio dei ragazzi oppure attraverso l’accoglienza, per alcune ore giornaliere, dei ragazzi stessi in strutture dedicate. A partire dal 2004 la Regione ha intrapreso una politica a sostegno della genitorialità adottiva131. Dal 2006, inoltre, la Regione Veneto ha affidato all’Azienda Ulss 9 la realizzazione del progetto “nemmeno le balene…….”132, che porta l’attenzione sul periodo di attesa della coppia già idonea all’adozione, quando il bambino è già stato identificato e si sta perfezionando il ricongiungimento. L’iniziativa prevede interventi a sostegno delle coppie venete, anche nell’adozione internazionale: gruppi di aiuto, percorsi organizzati e facilitati per l’accesso ai servizi nelle Aziende Sanitarie. La direttiva del 2004 del Ministro della Funzione Pubblica “sulla rilevazione della qualità percepita dai cittadini” propone l’adozione sistematica di indagini di customer satisfaction che permettano, attraverso l’ascolto dei giudizi e la comprensione dei bisogni dei cittadini, il miglioramento della capacità di dialogo e di relazione tra chi eroga il servizio e chi lo riceve”. 129 Allegato 2 al DM 22.12.2000. 130 Mission: prevenzione e cura delle famiglie, dei minori e dei singoli individui attraverso la progettazione di interventi ed il coordinamento delle risorse territoriali per garantire qualità dei servizi ed equità di accesso. Competenze e ambiti di intervento: gestione dell’Ufficio Affidi e delle equipe Adozioni, tutela minorile, gestione di progetti regionali (Piano di Area Minori, Progetto per la riorganizzazione di Consultori familiari, Progetto adozioni, Progetto interventi per lo sviluppo dell’affido familiare), responsabilità del Piano di zona di Area specifica. 131 DGRV n. 2161 del 12.04.2005 e n. 1855 del 13.06.2006. 132 Informazioni al sito www.venetoadozioni.it e al numero verde 800 413 060. Per promuovere l’iniziativa sono stati realizzati convegni nei mesi di marzo e novembre 2007; sono state realizzate inoltre tre missioni a contenuto tecnico e politico in Etiopia. Sono inoltre previste una missione tecnica in Russia dal 14 al 20 ottobre ed una in Colombia dal 10 al 18 novembre 2007. 128 98 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Di seguito si riporta il numero di utenti per alcune delle tipologie di intervento sopra citate. Interventi a favore di minori: Tipologia di intervento anno 2003 anno 2004 anno 2005 anno 2006 Affido familiare residenziale 40 37 32 32 Ricovero in struttura tutelare 63 54 57 48 Affido diurno in famiglia 5 5 5 10 Interventi educativi domiciliari 24 30 34 29 - - 109 108 Frequenza a centri pomeridiani educativi Affidi preadottivi e adozioni realizzati nel territorio dell’Azienda Ulss 9: Paesi di provenienza Italia Stati esteri Totale 2003 N. minori % 4 26 30 2004 N. minori 13,3 86,7 100 4 28 32 % 12,5 87,5 100 2005 N. minori % 2006 N. minori % 5 30 35 5 30 35 14,25 85,75 100 14,25 85,75 100 Progetto per la riorganizzazione dei consultori familiari133: L’Azienda Ulss 9 ha elaborato un piano di sviluppo delle attività consultoriali che prevede: a) Estensione dell’orario di apertura del consultorio familiare e servizio di orientamento dell’utenza: disponibilità in ogni distretto di uno psicologo e di un assistente sociale in orario serale per due pomeriggi alla settimana, il sabato mattina ogni quindici giorni; disponibilità di un operatore presso i distretti per 36 ore settimanali complessive per garantire un servizio di orientamento dell’utenza e di gestione omogenea dell’attività consultoriale in entrata ed in uscita. b) Promozione del benessere in età adolescenziale: i ragazzi accedono liberamente ai consultori; in ogni distretto è previsto un pomeriggio di apertura settimanale di “spazio adolescenti” per complessive 12,30 ore/settimana sull’intero territorio aziendale e con la compresenza di almeno 2 operatori; in una delle sedi consultoriali i ragazzi possono contattare i consultori anche tramite SMS. Da settembre 2005 ad aprile 2007 hanno utilizzato il servizio 1.124 ragazzi di 17-18 anni. In collaborazione con le scuole è attiva un’iniziativa di educazione all’affettività e alla sessualità per la quale è previsto anche il coinvolgimento di insegnanti e genitori; in questa iniziativa nel periodo settembre 2005aprile 2007 sono stati coinvolti 11.873 ragazzi. c) Mediazione Familiare/“Spazio Neutro”: sono due modalità differenti ma integrabili di intervento a sostegno delle famiglie negli eventi separativi conflittuali. Per quanto concerne la mediazione familiare, da settembre 2005 ad aprile 2007 sono state prese in carico 67 coppie (134 utenti complessivi, per una media di 8 incontri per singola coppia). Per il progetto “Spazio Neutro”, finalizzato a garantire il diritto dei figli minori di età a mantenere i rapporti con entrambi i genitori, da giugno 2006 al 30.04.2007 sono stati attivati 11 progetti. 133 DGRV n. 389 e 392 del 11.02.2005 e n. 2104 del 02.08.2005. 99 Utenza dei Consultori familiari 2004 2005 2006 Totale utenti 13.564 15.195 14.228 % di nuovi utenti 37,81% 35,86% 44,76% Area Anziani134 Per quanto riguarda la rete dei servizi si segnala l’incremento dei posti letto di residenzialità extraospedaliera autorizzati dalla Regione Veneto per non autosufficienti (22 case per anziani): ANNO 1.494 2003 2004 1.551 2005 1.551 1.850 2006 1000 1100 1200 1300 1400 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 NUMERO POSTI Anche nei centri diurni si è assistito ad un aumento dei posti: attualmente i centri diurni sono 10, per un totale di 146 posti, di cui 79 riconosciuti dalla Regione Veneto. Azioni di sviluppo per il sistema territoriale della residenzialità extraospedaliera: in linea con gli indirizzi nazionali e regionali l’orientamento è quello di garantire alle persone che invecchiano, seppure in condizioni di scarsa autonomia, la possibilità di farlo nel proprio ambiente di vita rinforzando tutte le attività mirate a questo obiettivo. Il ricorso alla istituzionalizzazione dovrebbe avvenire solo quando non risulti più possibile la permanenza a domicilio. Secondo le indicazioni regionali135, a partire dal 2004 è stato implementato e regolamentato il sistema di emissione dell’impegnativa di residenzialità extraospedaliera per ricoveri a tempo indeterminato. Dal luglio 2006 la progettualità è stata ampliata con l’attivazione dei ricoveri temporanei programmati (36 posti) e un polo di disponibilità in residenza protetta per anziani con urgenza sociale-sanitaria (10 posti); tali posti prevedono la possibilità di ricoveri temporanei in strutture protette per anziani. Il ricovero temporaneo rappresenta un’alternativa all’istituzionalizzazione, un’offerta di ospitalità a termine (massimo 3 mesi) che consente un periodo di sollievo alle famiglie che assistono l’anziano e, allo stesso tempo, un trattamento di riabilitazione o riattivazione con rientro a casa al termine del periodo concordato. Le richieste di inserimento nei posti di emergenza sociale pervenute da luglio 2006 a luglio 2007 sono state complessivamente 80, alcune delle quali sono state ritirate per motivi quali decessi, inserimenti in residenze protette per anziani o non conformità ai criteri definiti nel regolamento. Mission: contribuire alla costruzione di un progetto anziani globale che coinvolga tutti gli attori che intervengono a favore della popolazione di riferimento; obiettivo generale è garantire la migliore qualità di vita possibile alla persona anziana, con particolare attenzione al benessere percepito, predisponendo tutte le iniziative atte a mantenerla, nel rispetto del principio di libera scelta e di autodeterminazione all’interno del proprio contesto sociale ed ambientale. 135 In materia di residenzialità e mobilità a favore di anziani non autosufficienti vanno segnalate le DGRV n. 751/2000 e n. 3632/2002. 134 100 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Nel maggio 2007 è stato attivato il polo di disponibilità in residenza protetta per anziani (l’Istituto Menegazzi dell’ISRAA) con sei posti letto disponibili. Qualora la persona si trovi nelle condizioni previste per il ricovero post ospedaliero viene valutata dall’Unità Valutativa Ospedaliera (UVO) che, oltre all’accesso al polo di disponibilità nei sei posti dedicati all’Ospedale, predispone anche il progetto di rientro a domicilio o inserimento definitivo in residenza protetta al termine del soggiorno temporaneo, la tempistica e le verifiche da fare in itinere. Fanno parte dell’UVO, oltre agli operatori socio-sanitari dell’ospedale, anche un referente per la Casa di Riposo, l’Assistente Sociale del Comune di residenza della persona in carico all’Ospedale, un referente per l’Area Anziani dell’Azienda Ulss 9 e il medico coordinatore della struttura ospitante il polo. Si prevede inoltre di attivare un secondo polo di disponibilità in residenza protetta per anziani presso la Casa di Riposo “M. Tomitano e N. Boccassin” di Motta di Livenza. “Costruzione rete Alzheimer”: l’invecchiamento della popolazione è il dato demografico più rilevante della nostra società. La demenza è una malattia ancora poco conosciuta e per la quale non sono ancora disponibili rimedi efficaci; comporta gravi conseguenze sul piano psicologico, sociale ed economico, con particolare riferimento alla famiglia di appartenenza; è la causa primaria di istituzionalizzazione dell’anziano malato. Sulla base delle indicazioni regionali136 si stima che in ambito nazionale siano oltre 500.000 le persone affette da demenza: Ambito territoriale Regione Veneto Provincia di Treviso Azienda Ulss 9 N. anziani età > 64 anni Stima anziani affetti da demenza (6,5%) Posti letto nelle residenze per anziani Stima anziani affetti da demenza in residenza per anziani (60%) Stima anziani affetti da demenza nel territorio 857.432 55.733 21.485 12.891 42.844 138.704 9.015 3.655 2.193 6.822 65.256 4.242 1.536 921 3.321 Si nota che solo il 20% delle persone anziane affette da demenza viene assistito in strutture per anziani, mentre quasi l’80% viene assistito, totalmente o parzialmente (ad es. attraverso il ricorso all’assistenza privata) a domicilio. Nel corso degli anni 2004/2006 è stata avviata una strategia volta a creare una “rete Alzheimer” intesa come punto di riferimento, qualificato e diversificato, per i malati e le loro famiglie. Negli anni 2005 e 2006, oltre alle attività connesse all’erogazione del contributo economico alle famiglie che assistono familiari affetti da demenza, sono stati sviluppati anche in collaborazione con l’ISRAA le seguenti iniziative: ■ Cicli di incontri di informazione e sensibilizzazione dei familiari e degli operatori sul tema delle demenze realizzati su base distrettuale. ■ Servizio SAPA (Sezione Alta Protezione Alzheimer o altri ricoveri temporanei): risponde alle esigenze di garantire la continuità della presa in carico, da parte dei servizi, ai malati ed alle loro famiglie anche dopo le dimissioni dei malati dai ricoveri temporanei per “Documento sulle linee guida regionali per l’assistenza alle persone affette da malattia di Alzheimer e altre demenze” del 05.02.2000 indica che è clinicamente diagnosticabile una percentuale di anziani ultrasessantacinquenni che varia dal 5 all’8% (media del 6.5%). 136 101 malati di demenza e di fornire alle UVMD la possibilità di poter contare su servizi ed interventi alternativi rispetto all’inserimento dei malati di demenza nella graduatoria unica aziendale per la residenzialità temporanea o definitiva. Al pari del SAPA, il SAPAD (SAPA Domiciliare) è un servizio della rete. ■ Cafè Alzheimer a Paese e Motta di Livenza: è un luogo di incontro per persone dementi, i loro familiari, i volontari e coloro che assistono i malati. Sotto la guida di un esperto essi possono parlare della loro malattia, scambiarsi le proprie esperienze ed avere informazioni sulle varie forme di assistenza. Gli incontri sono mensili, sempre nella stessa giornata ed alla stessa ora, per lo più di sera, della durata di circa due ore. ■ Punto telefonico LineAlzheimer tel 0422 414522 attivo tutto l’anno presso l’istituto Menegazzi (ISRAA), per dare suggerimenti ed informazioni legate all’assistenza ed ai servizi esistenti nel territorio. Per gli anni 2007-2009 si prevedono: Unità di erogazione Soggetto Gestore Sede Sotto progetto “cicli di incontri informativo/formativi per familiari ed operatori” Sotto progetto “SAPAD” ISRAA Treviso ISRAA Treviso Sotto progetto “Cafè Alzheimer” ISRAA Sotto progetto “Laboratorio di Riabilitazione Cognitiva” ISRAA Paese - Motta Mogliano Treviso - Oderzo Sotto progetto “Osservatorio delle Demenze” ISRAA Treviso Area disabilità Compiti della programmazione territoriale nell’Area della Disabilità sono: ■ il sostegno della domiciliarità delle persone disabili e il supporto alle loro famiglie, con particolare attenzione alle situazioni di gravità; ■ la promozione di interventi e prassi innovative sulla tematica della residenzialità; ■ la promozione di opportunità che garantiscano la possibilità di libera partecipazione alla vita scolastica, lavorativa e sociale. Destinatari degli interventi sono persone con disabilità intellettiva, motoria e/o sensoriale; per accedere alla rete dei servizi, la persona disabile deve essere in possesso della certificazione di invalidità civile o certificazione di handicap ai sensi della legge104/1992, art. 3. Persone disabili attualmente conosciute dai servizi nell’area Disabilità: Età (anni) Numero assistiti % 0-18 19-64 >65 Totale al 31.12.2006 882 878 5 1.765 49,98% 49,74% 0,28% 100% Nel quinquennio 2003/2007 si è riscontrato un maggiore ricorso a progetti di sostegno alla domiciliarità per persone non autosufficienti (ad es. progetti di aiuto in ambito domiciliare, inserimenti presso i centri diurni, richieste di assegni di sollievo). Sono aumentati anche gli inserimenti presso piccole strutture residenziali territoriali. 102 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Si presume che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, il bisogno di essere supportati sia da parte dei familiari che delle persone disabili sia in ulteriore aumento. Si rileva un aumento anche dei progetti relativi all’integrazione sociale, scolastica e lavorativa. Utenza coinvolta nei progetti dal 2003 al 2007 (1° semestre) Progetti 2003 2004 2005 2006 2007 Tipologia di utenza Gruppi Auto Mutuo Aiuto 70 66 67 68 Interventi di sollievo a famiglie che assistono persone non autosufficienti Pronta Accoglienza ed Accoglienza Programmata presso Comunità Alloggio Centri diurni 13 48 92 114 53 61 69 76 422 448 466 482 64 Persone disabili adulte temporaneamente mancanti di sostegno familiare 501 Persone disabili 13 16 15 14 14 Persone cieche pluriminorate 54 61 68 62 / 14 27 42 240 249 253 285 86 98 110 134 149 169 166 178 89 105 90 112 Integrazione sociale: inserimento sociale in contesto lavorativo 27 36 39 43 Integrazione sociale: percorsi vita adulta Integrazione sociale: inserimento nei Centri Ricreativi Estivi Integrazione sociale: soggiorni integrati 18 29 29 40 41 49 48 55 73 70 70 98 Interventi domiciliari assistenziali e di aiuto personale L. 284/97 Interventi domiciliari di aiuto personale, L. 162/98 Progetti di Vita Indipendente L. 162/98 Servizio di trasporto Residenzialità in Comunità Alloggio e gruppi appartamento Integrazione scolastica: Servizio Assistenza Scolastica Integrazione lavorativa 68 Familiari di persone disabili 0 Persone disabili non autosufficienti 55 Persone disabili in situazi one di gravità 49 Persone con disabilità fisicomotoria in situazione di gravità 291 Persone disabili non autonome che accedono a servizi diurni e riabilitativi 140 Persone disabili adulte mancanti di sostegno familiare 166 Minori disabili non autosufficienti 90 Persone disabili con capacità lavorativa 43 Persone con gravi disabilità e residuali capacità lavorative e relazionali 40 Persone con lieve disabilità intellettiva 0 Minori disabili non autosufficienti 0 Persone disabili frequentanti i servizi diurni e residenziali gestiti dall’Ulss. Sviluppo della residenzialità delle persone disabili - “il dopo di noi ”: sono state aperte nel territorio le seguenti piccole strutture residenziali territoriali per le persone disabili prive di sostegno familiare, con diminuzione del ricorso agli istituti; complessivamente sono stati attivati 98 nuovi posti di residenzialità a lungo termine e 18 posti di Pronta Accoglienza e Accoglienza Programmata per le emergenze e le necessità di sollievo delle famiglie. 103 Strutture residenziali territoriali 2003 2004 2005 2006 2007 1° lotto Comunità Alloggio della Cooperativa “La Primula”, a Casier Comunità Alloggio della Fondazione “Il Nostro Domani” a Cavrié di San Biagio Gruppo Appartamento della Cooperativa Sociale Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza 2° lotto Comunità Alloggio di Casier, Cooperativa “La Primula” X - - - - X - - - - - X - - - - - X - - Comunità Alloggio “Spigariol Minatel” della Fondazione “Il Nostro Domani” a Breda di Piave Gruppo Appartamento “Casa Masetto” di Spresiano - - - X - - - - X - Comunità Alloggio “Casa Codato” della Fondazione “Il Nostro Domani” a Preganziol Comunità Alloggio della Cooperativa “Solidarietà” a Treviso - - - - X - - - - X Gruppo Appartamento Oderzo ( previsto da novembre 2007) - - - - X Persone disabili in Istituti e Comunità Alloggio: Anno 2003 Istituti (con quota a carico Azienda Ulss 9) Residenzialità in Comunità Alloggio e gruppi appartamento del territorio Azienda Ulss 9 2004 2005 2006 132 127 122 2007 1° sem. 113 105 86 98 110 131 140 Supporto alla domiciliarità delle persone disabili: accanto alla costruzione di nuove strutture per la residenzialità, si è lavorato soprattutto per favorire la permanenza della persona disabile a casa propria, attivando nuovi inserimenti nei centri diurni e progetti di sostegno alla domiciliarità (progetti domiciliari di aiuto personale, programmi “Vita Indipendente”, assegni di sollievo). Nel quinquennio gli inserimenti presso i centri diurni sono passati dai 422 progetti del 2003 ai 501 del 1° semestre 2007, con un aumento complessivo pari a 79 posti. I progetti di sostegno alla domiciliarità, in particolare per le persone non autosufficienti, sono passati dai 133 del 2003 ai 281 del 2006. Costruzione della Carta dei Servizi per persone con disabilità: attraverso un percorso formativo rivolto a tutti gli operatori, sono state presentate a febbraio 2006 le Carte del servizio dei Centri diurni, dei Servizi residenziali, del Servizio Integrazione Sociale e del Servizio Integrazione Lavorativa. Entro il 2007 verrà definita la Carta dei Distrettuali Età Adulta, e verrà presentata la Carta dei Servizi diurni e residenziali convenzionati. Le Carte dei Servizi prevedono in modo specifico la costruzione del progetto individuale per realizzare la piena integrazione della persona disabile, inteso come “complesso di azioni ed interventi che vengono attivati, con la definizione dei soggetti, delle modalità, dei tempi e della spesa, al fine di rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie”. Il progetto viene predisposto a partire dall’UVMD e da una valutazione basata sull’approccio ICF, per essere poi sviluppato dai singoli servizi con modalità condivise. 104 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Area Dipendenze137 Le Aree terapeutico-riabilitativa e riabilitativa-occupazionale trovano collocazione e attuazione specifica in ogni Distretto, mentre l’Area Penale e la Prevenzione hanno carattere di trasversalità dipartimentale e territoriale. Nel periodo 2003-2007 l’utenza tossicodipendente è oscillata tra le 500 e le 700 unità con una prevalenza maschile (90%) ; sono significative le fasce di età 25-29 e 30-34, periodo in cui emerge la consapevolezza e conseguente richiesta d’aiuto. Si conferma inoltre il fenomeno dell’invecchiamento di una fascia d’utenza che permane in trattamento, sviluppando spesso periodi di remissione protratta dall’uso di sostanze e chiedendo progetti d’inclusione sociale e lavorativa. L’utenza alcooldipendente è compresa tra le 300 e le 600 unità con una prevalenza maschile (70%). Le fasce di età più numerose riguardano gli utenti che superano i 50 anni anche se, a partire dall’anno 2006, vi è stato un notevole aumento della fascia 30-40 anni per gli invii di utenza da parte della Commissione Medica Locale Patenti. È preoccupante la tipologia di utenza, non più solo tossico o alcooldipendente, ma dedita al poliuso di sostanze sia lecite che illecite, nonché affetta da disturbi psicotici. Numero utenti in carico al SerT 1 (Villa dal Bò, Alcologia e sede di Mogliano Veneto) e SerT 2 (Oderzo): Anno Utenti Inserimenti in comunità 2003 1.295 132 2004 1.449 98 2005 1.438 123 2006 1.528 79 2007 (1° semestre) 1.101 53 Totale 6.811 485 Utenti tossicodipendenti 2003-2006 Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 Distretto 4 Distretto 5 Fuori Ulss** 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 191 189 190 184 184 160 152 94 77 84 165 158 154 91 198 187 199 73 72 74 2003 2004 2005 2006* * Come descritto nel paragrafo 5.2 “Assistenza distrettuale”, a partire dal 03.02.2005 i distretti dell’Azienda Ulss 9 sono stati riorganizzati da 5 a 4. ** A partire dal 2006 l’Azienda Ulss 9 ha dato importanza anche ad utenti “fuori Ulss” che si sono rivolti all’Azienda Ulss 9. Nel 2006 sono stati 73. Utenti tossicodipendenti al 31.07.2007 Maschi Femmine 74 Totale 697 623 Mission: assicurare assistenza alle persone che usano, abusano e consumano sostanze stupefacenti ed alcoliche, alle loro famiglie e di migliorarne la qualità della vita, promuovendone la salute fisica e psichica nella comunità locale. 137 105 Utenti alcoldipendenti 2003-2006 250 Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 Distretto 4 Distretto 5 Fuori Ulss** 236 181 200 176 170 150 176 153 165 118 100 96 88 50 92 81 87 57 50 32 84 86 85 34 23 0 2003 2004 2005 2006* * Come descritto nel paragrafo 5.2 “Assistenza distrettuale”, a partire dal 03.02.2005 i distretti dell’Azienda Ulss 9 sono stati riorganizzati da 5 a 4. ** A partire dal 2005 l’Azienda Ulss 9 ha dato importanza anche ad utenti “fuori Ulss” che si sono rivolti all’Azienda Ulss 9. Nel 2005 sono stati 23. Nel 2006 sono stati 34. Utenti alcoldipendenti al 30.06.2007 Maschi Femmine 149 Totale 556 407 Nell’ambito delle iniziative dell’area penale del Dipartimento per le Dipendenze dell’Azienda Ulss 9 si evidenziano le seguenti peculiarità: ■ Produzione di una linea guida per l’avvio di percorsi terapeutico-trattamentali del detenuto dipendente da sostanze ristretto presso la Casa Circondariale di Treviso, costruita dai tre Dipartimenti per le Dipendenze della provincia di Treviso, dall’équipe della Casa Circondariale di Treviso, dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Venezia in collaborazione con il Privato Sociale, e di una linea guida sul percorso terapeutico-trattamentale degli utenti dipendenti da sostanze in ingresso all’Istituto Penale per i Minori (IPM) e al Centro di Prima Accoglienza (CPA) definita insieme all’équipe dell’Istituto stesso. ■ Costruzione di un comune spazio di confronto e ricerca con la Magistratura di Sorveglianza di Venezia attraverso incontri periodici fra magistrati e operatori e l’organizzazione di specifiche giornate di studio, orientato alla possibilità di modalità di collaborazioni significative ed efficaci, come la realizzazione di percorsi terapeutico riabilitativi finalizzati alla concessione di misure alternative alla detenzione per i pazienti dipendenti. Progetto Kriptos: ha come oggetto i consumatori di “nuove droghe”, giovani non rientranti nella tipologia classica degli utenti SerT. L’Azienda Ulss 9, in collaborazione con il Centro Italiano di Solidarietà (CEIS) titolare del progetto, ha scelto di cercare una pronta operatività clinica: è stato costituito un gruppo di lavoro, diffondendo l’iniziativa presso i vari ambiti istituzionali. 106 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Informatizzazione: a partire dal 2003, al SerT di Treviso si è provveduto ad informatizzare la cartella clinica con la piattaforma regionale MFP, caricando tutto l’archivio storico e successivamente è stato possibile informatizzare la gestione delle terapie sostitutive. Attualmente la prescrizione medica del farmaco, la somministrazione ed affido infermieristico e la compilazione del registro carico/scarico stupefacenti vengono gestiti per via informatica. In parallelo è stata anche organizzata la trasmissione per via informatica dei referti delle analisi tossicologiche eseguite dall’ARPAV. Progetto kambio marcia: campagna di sensibilizzazione sul tema alcol e guida. Il progetto promuove azioni e strategie di salute e prevenzione del rischio di incidenti su strada, causati in particolare dagli effetti dell’alcol nei conducenti. Nell’ambito di questa iniziativa sono state intraprese azioni mirate al target specifico dei segnalati per “guida sotto l’influenza dell’alcol”, corsi/itinerari di sensibilizzazione su alcol e fattori di rischio individuali alla guida, corsi “Guida in Sicurezza” (ogni mese, 3 incontri settimanali, a conduzione unica); azioni volte alla popolazione, con particolare riferimento a giovani e possessori di patenti di guida. Informazioni sono disponibili sul sito www.kambiomarcia.it . Tra le varie innovazioni realizzate, si segnala inoltre l’approvazione138 di un Protocollo operativo tra Dipartimento Dipendenze, Dipartimento di Salute Mentale e UO di Medicina Generale d’Urgenza per gli utenti con cosiddetta “Doppia Diagnosi”. Da luglio 2006 è attivo il gruppo di lavoro interdipartimentale sulla doppia diagnosi con gli obiettivi di costituire un riferimento per le rilevazioni epidemiologiche e per le criticità, monitorare il protocollo aziendale e proporre eventuali modifiche, elaborare un programma di formazione interdipartimentale, contribuire al miglioramento dei programmi comunitari per soggetti con “doppia diagnosi”. Attività del Servizio di Alcologia: impatto sui ricoveri ospedalieri Utenti Servizio Alcologia Ricoveri alcol-correlati 500 400 300 200 100 0 Deliberazione del DG n. 873 del 03.06.2004. 138 2003 2007 107 Area Salute Mentale Comprende un insieme di attività a favore della tutela della salute mentale che hanno un elevato valore di integrazione socio-sanitaria; l’attività riabilitativa e di prevenzione nonché di inclusione sociale comprende infatti interventi di ampia sinergia con i soggetti della comunità (distretti, quartieri, associazioni, privato sociale)139. Anno Numero Utenti 2003 3.254 % Psicotici 44,90 2007 3.845* 48,14 % Nevrotici 51,75 % Popolazione 0,85 % 18-34 24,92 % 35-65 55,90 49,28 0,96* 20,49 58,47 * Stima al 31.12.2007 I dati relativi alla rilevazione dei bisogni evidenziano che, nel corso del 2003-2004, ad un aumento complessivo della presa in carico del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) corrisponde anche un aumento degli utenti ad alto carico assistenziale, ossia utenti che esprimono bisogni contemporaneamente su tutti gli assi (casa, lavoro, socialità). Tale dato però scende notevolmente alla fine del 2005, passando da un 13,31% nel 2004 ad un 10,46% nel 2005. Il 2005 ha visto infatti l’implementazione della rete dei servizi del DSM attraverso la quale è stato possibile offrire risposte diversificate ai diversi bisogni espressi dall’utenza. Anche rispetto all’asse socialità possiamo notare una diminuzione del bisogno che passa da un 20,01% nel 2004 ad un 15,28% nel 2005 e ciò pare dovuto sia alla maggior strutturazione del centro di aggregazione “Liberamente” di Merlengo e all’attivazione di un analogo centro a Dosson di Casier, sia ad una maggior attenzione a questo aspetto da parte degli operatori delle équipe. Diminuiscono inoltre, anche se di poco, i bisogni riferiti agli assi casa e all’autonomia economica. Invariato rimane il dato relativo all’asse lavoro che esprime ancora un bisogno molto consistente. In linea con la programmazione aziendale si è cercato di promuovere la partecipazione dei soggetti coinvolti alla discussione ed alla programmazione degli interventi. I progetti sono stati concepiti secondo aree diverse. Con riferimento alla residenzialità si evidenziano: ■ Appartamenti Protetti: dotazione e gestione per ogni UOA di posti residenziali per supportare i percorsi terapeutico riabilitativi dell’utenza in carico. ■ Emergenza familiare: dotare ogni UOA di un appartamento per fornire risposta all’emergenza o a una crisi familiare. ■ Inserimento Eterofamiliare Supportato per Adulti (IESA): supportare percorsi terapeutico riabilitativi attraverso l’accoglienza familiare. ■ Habitat Alloggi Popolari: individuazione di strategie per l’accesso agli alloggi popolari da parte di utenti in carico al DSM, al termine del percorso riabilitativo. Se le Unità Operative Autonome (UOA) rappresentano l’organizzazione unitaria di base, il Consiglio di Dipartimento rappresenta l’organo di programmazione, discussione e integrazione delle attività e dei soggetti coinvolti nel complesso lavoro della tutela della salute mentale. La salute mentale è infatti una dimensione della salute che riguarda in generale la popolazione residente relativamente alla propria condizione di benessere psichico, anche in relazione al proprio inserimento nella comunità ed alla tutela dei propri diritti, che può essere turbata da molteplici condizioni o problemi. 139 108 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Con riferimento alle attività di inserimento lavorativo e di riabilitazione professionale si ricordano: ■ Protocollo d’intesa DSM-SIL: Sperimentare forme di integrazione lavorativa e sociale nel contesto produttivo territoriale con persone con disabilità psichiatrica. ■ Convenzioni con Cooperative Sociali di tipo b: Sperimentare forme di integrazione lavorativa e sociale attraverso le Cooperative b. ■ Progetto sperimentale L. 68/69 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”: individuare strategie per rendere realmente applicabile il diritto al lavoro previsto dalla normativa anche nella disabilità psichiatrica (Progetto Integra). Infine, un’ulteriore area di intervento ha riguardato tutti i progetti relativi alla inclusione sociale e alla promozione del protagonismo dell’utenza, dell’informazione e della lotta allo stigma: ■ Centro di Aggregazione Liberamente di Merlengo: finalizzato a favorire lo sviluppo dell’autoorganizzazione del tempo libero, della socializzazione e dell’espressione individuale e di gruppo. ■ Centro di Aggregazione Liberamente di Dosson: finalizzato a favorire lo sviluppo dell’autoorganizzazione del tempo libero, della socializzazione e dell’espressione individuale e di gruppo. ■ Centro Sociale I Tigli: promosso e gestito dall’A.I.T.Sa.M. finalizzato all’auto mutuo aiuto e a costituirsi come agenzia del Self-Help. ■ Da Vicino Nessuno è Normale: progetto di promozione della salute rivolto alle scuole medie superiori. L’attività del DSM proprio per il suo porsi all’incrocio di competenze e soggetti diversi ha comportato la definizione di protocolli di collaborazione e di intesa tra soggetti diversi quali: Servizi territoriali (SerT, Disabili, Distretti per le UVMD), MMG, Casa circondariale, SIL, intervento nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare. L’attività del DSM ha previsto momenti di iniziativa culturale e di confronto di cui si segnalano alcuni eventi principali: ■ Con riferimento al progetto IESA, lezioni Università della terza età di Oderzo e di Treviso; serate culturali con cineforum, spettacolo teatrale e cortometraggio sul disagio mentale con progetto giovani Comune Zero Branco, articoli sui quotidiani, e periodici locali, interviste radiofoniche e televisive. ■ “Parliamone”: incontri di riflessione su tematiche riguardanti la salute mentale aperti alla popolazione. ■ Convegno: “Curare la schizofrenia, sinergie fra interventi sanitari e politiche sociali”. ■ Giornata Nazionale della Salute Mentale: Campagna d’informazione contro il pregiudizio e lo stigma della malattie mentali attraverso iniziative culturali e di spettacolo organizzate da utenti e operatori nei 4 distretti. ■ Convegno nazionale e rete europea dello IESA sull’accoglienza familiare di una giornata e mezza a Treviso sull’accoglienza familiare: confronto dell’esperienza trevigiana con quelle nazionali ed europee. ■ Mostra “Il malato mentale: da oggetto di custodia a soggetto sociale”: 100 pannelli illustrativi del percorso fatto dall’Azienda in tema di strategie di risposta al problema della salute mentale, a partire dalla chiusura dei manicomi, presentati a Treviso e Oderzo. 109 Il DSM conta su collaborazioni nazionali (progetto Progres, progetto Picos) e internazionali (IESA), ha aperto convenzioni con le principali scuole di specializzazione in Psicoterapia nonché con l’Università di Padova per la scuola di Specializzazione in Psichiatria ed in Psicologia Clinica. Numero assistiti per tipologia di servizio residenziale annua dal 2003 a Giugno 2007: CTRP 2003 Comunità Alloggio 80 Gruppi Appartamenti appartamento Emergenza 1 13 7 IESA Totale 2 103 2004 83 24 14 8 3 132 2005 80 33 18 7 7 145 2006 88 38 20 9 6 161 2007 (1° semestre) 50 22 23 4 6 105 Area politiche giovanili e azioni di inclusione sociale Con l’avvio nel 2003 del progetto “Coordinamento distrettuale delle politiche giovanili”, l’Area Politiche Giovanili si è impegnata a costruire e gestire, all’interno di ognuno dei Distretti aziendali, uno specifico Tavolo Tecnico Interistituzionale che mettesse periodicamente in comunicazione fra loro i rappresentanti dei diversi Progetti Giovani comunali, i referenti di servizi territoriali a vario titolo rivolti ai giovani (in particolare l’attività preventiva del SerT e i Servizi per l’Età evolutiva), le rappresentanze dell’associazionismo e del volontariato. Ciò ha consentito di attivare un progressivo percorso di progettazione partecipata in ciascuno dei nostri Distretti Socio Sanitari che si è andata via via esprimendo mediante l’analisi condivisa dei problemi e bisogni giovanili locali, mediante la ricognizione delle attività e delle risorse territorialmente presenti e attraverso la promozione e la concertazione di specifici progetti adolescenziali e giovanili estesi su base distrettuale (per la prevenzione primaria della devianza e delle dipendenze, per la socializzazione dei preadolescenti e degli adolescenti, per l’accoglienza e l’integrazione dei ragazzi stranieri). Si riportano a titolo esemplificativo alcuni progetti nati sulla scorta delle sinergie prodotte dai Tavoli interistituzionali distrettuali, capaci di raggiungere complessivamente nel periodo 2003-2006 un numero superiore a 4.000 adolescenti e giovani del territorio: ■ Distretto 1: “Treviso in strada” e Sperimentazione interventi con mediatori interculturali; ■ Distretto 2: “Prevenzione selettiva e comunità competente”; ■ Distretto 3: “Creatività ed impegno sociale: i giovani si organizzano”; ■ Distretto 4: “Lavori musicali in corso: giovani attivi nella comunità”. Si ricorda infine che, grazie alla mobilitazione degli operatori per le politiche giovanili e dei giovani dei vari Distretti, presso il Parco delle Piscine di Mogliano Veneto, veniva allestito e realizzato, nell’anno 2005, il 1° Forum Giovani Locale (Filtroforum) a valere per il territorio aziendale dove 300 ragazzi hanno avuto occasione di rappresentare e diffondere la propria creatività artistica e musicale, ma anche il proprio protagonismo sul fronte del volontariato e dell’impegno sociale locale. Le politiche giovanili e il mondo della scuola: le iniziative progettuali attivate e gestite dall’Area Politiche Giovanili a favore degli studenti e degli insegnanti degli Istituti Scolastici Superiori sono state un crescendo: a partire dall’anno 2003 la collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale (ex Provveditorato agli Studi), le singole Direzioni scolastiche, i docenti e gli studenti, ha determinato l’avvio di un processo di sviluppo che vede oggi 110 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana le nostre politiche giovanili interagire con 21 Istituti scolastici superiori e coordinare, sul piano progettuale, quattro specifiche iniziative volte a promuovere e sostenere i percorsi di crescita responsabile e di cittadinanza dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Si tratta di progetti come “Dal gruppo classe al gruppo di lavoro” e “Essere rappresentanti in classe” dove le sollecitazioni e l’accompagnamento dei nostri operatori al lavoro di gruppo e alla “educazione tra pari” sostengono e orientano nelle classi l’approccio relazionale cooperativo tra studenti, valorizzando la dimensione della solidarietà e difendendo il rispetto reciproco e il senso di responsabilità personale e sociale. Nel mese di febbraio 2007 l’Azienda Ulss 9 ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Istituto “Duca degli Abruzzi” di Treviso, l’Istituto “Alberini” di Villorba e l’Istituto “Sansovino” di Oderzo, mettendo a disposizione due educatori delle politiche giovanili, chiamati a partecipare al monitoraggio del programma interscolastico provinciale “Cittadini a scuola: percorsi di educazione alla rappresentanza” e a gestire, in qualità di docenti, la formazione di 60 allievi sulle modalità di gestione delle assemblee di classe, la mediazione dei conflitti, il tutoraggio dei compagni e la formazione di un gruppo di insegnanti sulle tecniche di conduzione dei gruppi di adolescenti in contesti non formali. Dall’altra va segnalato il progetto “Shout-ragazzi da urlo”, un percorso di sensibilizzazione che, oramai da 5 anni, vede gli allievi delle Scuole Secondarie Superiori del nostro territorio rendersi protagonisti di un’iniziativa tanto valida sotto il profilo della promozione della salute, quanto originale e significativa sotto quello della partecipazione ideativa, organizzativa e realizzativa; coordinato dalle Politiche Giovanili aziendali, il programma delle attività consente di “dar voce” ai sentimenti e alle emozioni degli studenti, favorendo un modo creativo di intendere e di ‘trasmettere’ il concetto di divertimento sano, orientato al benessere, alla sobrietà e contrario all’eccesso e allo ‘sballo’. Dopo un itinerario di informazione nelle scuole e di preparazione delle performance espressive da parte dei ragazzi (con il supporto degli insegnanti e degli educatori Ulss), l’iniziativa approda ad una ‘Convention’ teatrale annuale presso il Teatro Ariston di Treviso, dove 50/60 studenti, per gruppi di esibizione, rappresentano ad un pubblico di loro compagni intuizioni creative, forme di comunicazione, modalità relazionali (in musica e in danza, in prosa ed in poesia) che illustrano come sia sciocco e irresponsabile associare il tempo libero ed il divertimento a comportamenti irresponsabili, alla trasgressione eccessiva e all’abuso di alcol e di altre sostanze psicoattive. Gli studenti coinvolti nei progetti sono passati dalle 600 unità dell’inizio anno scolastico 2004-2005 a più di 3.850 al primo semestre 2007. Azioni di inclusione sociale Il Programma d’Integrazione Scolastica e Sociale dei cittadini stranieri: il Programma, finanziato dall’Assessorato Regionale ai Flussi Migratori e delegato, nella gestione del coordinamento tecnico e amministrativo, dalla nostra Conferenza dei Sindaci ai Servizi Sociali aziendali, ha consentito sin dall’anno 2005 di avviare ed implementare nel territorio dei 37 Comuni una serie di iniziative volte a favorire: ■ l’integrazione dei ragazzi stranieri di seconda generazione (con particolare attenzione alle modalità di accoglienza e inserimento scolastico); ■ l’alfabetizzazione italiana delle donne e delle ragazze straniere e l’attività informativa a loro dedicata per l’accesso al mondo occupazionale locale; 111 la diffusione e la specializzazione nell’utilizzo dei mediatori linguistico culturali; la collaborazione con le realtà associative di diversa rappresentanza etnica. Le azioni in favore degli adolescenti (studenti stranieri e italiani tra 14 e 19 anni) sono state implementate all’interno degli Istituti Scolastici Superiori, ed hanno complessivamente raggiunto e coinvolto a giugno 2007 (in attività di mediazione tra genitori e insegnanti, di socializzazione integrata, di laboratorio interculturale e di cooperazione nei lavori di gruppo) ben 1.523 ragazzi, dei quali 1.070 italiani e 453 immigrati appartenenti a 18 diverse nazionalità; 229 sono stati invece i giovani oltre i 20 anni destinatari delle prestazioni di sostegno da parte di mediatori ed operatori, per l’indirizzo alla riqualificazione professionale, all’orientamento al lavoro e all’accompagnamento ai servizi. Gli interventi per l’emancipazione scolastica, lavorativa e sociale delle donne straniere si sono sviluppati in percorsi di carattere formativo (due corsi di prima alfabetizzazione italiana per donne analfabete) e informativo (tre tipologie d’incontro riferite alle opportunità di accesso al mondo del lavoro) che hanno registrato la partecipazione di 56 donne e ragazze immigrate e 20 italiane residenti nel nostro territorio. Vanno quindi menzionate le quattro azioni relative all’impiego dei mediatori interculturali ed alla collaborazione con le associazioni. In questo caso l’utenza italiana e immigrata complessivamente coinvolta nelle iniziative all’interno delle carceri di Treviso (Casa Circondariale per adulti e Istituto Penale Minorile), nelle attività promozionali di sensibilizzazione ed educazione alla legalità e convivenza, negli interventi di sportello informativo e nell’aggiornamento degli operatori interistituzionali. è stata pari a 1.171 unità, di cui 962 di provenienza straniera e 209 di cittadinanza italiana. Il Programma d’Integrazione Scolastica e Sociale dei cittadini stranieri ha quindi gradualmente coinvolto un numero sempre maggiore di persone, passando da 560 unità nel II semestre 2005 a 1233 nel I semestre 2006 e da 1804 nel II; così come evidenziato nel grafico sottostante. ■ ■ L’UO Programmazione e Gestione Amministrativa della Direzione dei Servizi Sociali, configurata come struttura complessa nell’ambito dell’organizzazione aziendale, si occupa di gestione amministrativa, di piani e programmi di intervento strategici di interesse socio-sanitario e sociale e di terzo settore. Il piano locale per la domiciliarità La Regione Veneto140 ha inteso definire “il sistema della domiciliarità” per le persone in condizioni di fragilità; il Piano Locale per la domiciliarità dell’Azienda Ulss 9141 si configura come strumento settoriale di programmazione incluso nel Piano di Zona dei Servizi alla Persona 2007-2009 e, più in generale, negli altri strumenti di programmazione locale (quali il Piano Attuativo Locale, il Piano delle Attività Territoriali e il Piano Locale per la Non Autosufficienza per la Residenzialità). L’obiettivo del Piano Locale per la domiciliarità è quello di favorire la promozione e la tutela della qualità della vita dei cittadini in situazione di fragilità, in particolare delle persone che rischiano l’esclusione dal contesto familiare, rendendo il mantenimento della persona non autosufficiente in famiglia meno difficile, più conveniente e soddisfacente. DGRV n. 39 del 17.01.2006. Approvato con visto di congruità di cui al Decreto del Dirigente Regionale n. 300 del 20.11.2006 e recepito con Deliberazione del DG n. 1664 del 29.12.2006. 140 112 141 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Sportello Integrato di accesso ai Servizi Socio Sanitari Rappresenta una modalità di lavoro oltre che un luogo fisico unitario, cui il cittadino possa rivolgersi, evitando di esaurire energie nel procedere alla ricerca di risposte adeguate ai propri bisogni. Garantisce le seguenti funzioni: fornire informazioni rispetto ai servizi del sistema della domiciliarità, raccogliere domande di accesso a prestazione e servizi inoltrandole ai servizi competenti, effettuare una prima lettura dei bisogni, offrire le risposte possibili, inviare ai servizi ed agli operatori specialistici la gestione delle situazioni complesse e delicate. Lo sportello integrato risponde alle richieste relative ai servizi di: Assistenza domiciliare, Assistenza Domiciliare Sociale (SAD, queste le principali prestazioni: fornitura pasti caldi a domicilio, trasporto della persona anziana, igiene dell’abitazione, igiene personale ivi compresa la lavanderia, supporto ed educazione del caregiver) e Assistenza Domiciliare Integrata (ADI: fornitura di prestazioni sanitarie integrate con prestazioni sociali del Comune); sostegno economico; telesoccorso e telecontrollo; persone con demenza accompagnata da gravi disturbi comportamentali; contributi regionali per famiglie che assistono in casa persone non autosufficienti; assegni di cura; assegni di sollievo e buoni di servizio; collegamento con reti solidaristiche della comunità del territorio dell’Azienda Ulss 9; accesso ai centri diurni; accoglienze residenziali temporanee; gestione pratica residenzialità; protesi ed ausili. Nell’interesse del cittadino e per un’efficace ed efficiente attività dello sportello unico, sono previsti per i suddetti servizi modalità organizzative uniformi tra i 37 Comuni di Treviso e i quattro Distretti Socio Sanitari afferenti il territorio dell’Azienda Ulss 9 e tra distretti e MMG. Lo Sportello Integrato si articola in due aree: a) Sito istituzionale informativo rivolto al cittadino: disponibile sul seguente link www.ulss.tv.it/magnoliapublic/categorie/link-utili/sportello-integrato.html; contiene informazioni relative a risorse sociali disponibili nel territorio dell’Azienda Ulss 9, diritti, prestazioni erogabili e modalità di accesso, servizi per l’assistenza domiciliare. b) Sito di servizio riservato agli operatori del sociale: è un’area web all’interno del sito aziendale www.ulss.tv.it riservata agli operatori dei servizi sociali che potranno accedervi attraverso opportuni sistemi di identificazione. Sono attive funzioni relativamente a: modulistica omogenea suddivisa per area di intervento, descrizione degli iter dei diversi servizi presenti nel territorio, invio dell’informazione ai servizi competenti, prima lettura dei bisogni, notifica ai servizi ed agli operatori specialistici delle situazioni complesse e delicate. La prima fase, conclusa nel 2006, in carico all’Azienda Ulss 9 ha previsto il collegamento in rete tra i cinque punti Cure Sanitarie Domiciliari dell’Azienda Ulss 9: raccolta e condivisione materiale informativo, legislazione e modulistica, incarico a ditta esterna per il collegamento in rete tra i punti Cure Sanitarie Domiciliari, creazione di un portale dedicato, fase di sperimentazione. La seconda fase che si concluderà entro il 2007, in carico ai rispettivi Comuni prevede il collegamento in rete tra gli sportelli comunali, i punti Cure Sanitarie Domiciliari e gli sportelli comunali; in contemporanea all’interno degli sportelli comunali si avvia la stessa fase progettuale: raccolta e condivisione del materiale informativo, legislazione e modulistica, incarico a ditta esterna per il collegamento in rete tra i punti Cure Sanitarie Domiciliari, creazione di un portale dedicato, fase sperimentale per alcuni comuni guida, applicazione a tutti i comuni della messa in rete. La terza fase, che si concluderà entro il 2008, prevede la messa a regime del sistema informativo: completa integrazione tra gli sportelli comunali e i punti Cure Sanitarie Domiciliari. 113 Sistema Informativo territoriale dei Servizi Socio Assistenziali (SIT): si rimanda al Focus allegato “Progetti ICT e Telemedicina”. Definizione criteri comuni per l’accesso ai servizi L’accesso agli interventi socio-sanitari presuppone la presa in carico sociale con la valutazione, consulenza, orientamento ed attivazione dell’intervento specifico individuato. In particolare, per gli interventi erogati a domicilio e di supporto alla famiglia, quali il Servizio di Assistenza Domiciliare Sociale (SAD) e il servizio di telesoccorso/telecontrollo, il Piano Locale per la Domiciliarità, prevede l’individuazione di criteri omogenei per la predisposizione dei regolamenti delle Amministrazioni Locali, con particolare riferimento a: requisiti d’accesso, modalità di accesso e di valutazione dei bisogni, criteri per la definizione delle priorità, soglie ISEE per l’eventuale compartecipazione al costo da parte degli utenti. I Comuni hanno disciplinato con propri regolamenti il Servizio di Assistenza Domiciliare Sociale e il servizio di telesoccorso/telecontrollo, definendo sia le modalità di accesso che i criteri per la definizione delle priorità, nonché le soglie ISEE per l’eventuale compartecipazione al costo da parte degli utenti. Le prestazioni di aiuto domiciliare (SAD), relative ai bisogni personali dell’utente, possono essere: assistenza all’igiene e cura della persona; supporto ed educazione del caregiver; assistenza domestica; accompagnamento per mobilità esterna e piccole commissioni. Tali prestazioni sono rivolte a: ■ persone autosufficienti (in grado di gestire da sole, con limitato ed episodico aiuto fornito da familiari e/o vicini, la propria esistenza e che godono prevalentemente di condizioni di salute sufficienti) nei momenti e/o per i bisogni particolari e contingenti in cui vengono a mancare tali caratteristiche; ■ persone parzialmente autosufficienti (sanno gestire in modo parziale la propria salute ed abbisognano di un intervento stabile esterno per provvedere alle proprie necessità, siano esse igieniche e/o ambientali); ■ persone non autosufficienti e/o a rischio di ricovero (non sono assolutamente in grado di gestire la propria situazione personale, perché allettate e/o in particolari condizioni psicofisiche, ed esposte all’eventualità di un ricovero in struttura protetta o bisognose di assistenza continua); ■ nuclei familiari con minori o soggetti a rischio di emarginazione in condizione di difficoltà di assolvere gli impegni connessi alla vita quotidiana. Il servizio di telesoccorso - telecontrollo è finalizzato invece a prevenire e rimuovere situazioni di bisogno, di emarginazione derivanti da insufficienti risorse economiche o da uno stato di solitudine dei cittadini e delle cittadine che sono portatori/trici di handicap o che sono anziani/e. Negli anni 2006-2007 l’Azienda Ulss 9 e i Comuni hanno lavorato per proporre uno schema tipo unico di regolamento per l’assistenza domiciliare sociale (SAD) e per il servizio di telesoccorso/telecontrollo, con l’obiettivo di contenere gli elementi di disomogeneità e di difformità territoriale, come da indicazione regionale. L’adeguamento a comuni criteri di accesso è vincolato all’approvazione di un regolamento unico per tutti i Comuni; tale fase prevede la condivisione dei suddetti criteri di accesso 114 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana omogenei sul territorio da parte di tutti i 37 Comuni e si conclude con l’approvazione finale del regolamento unico per il servizio di assistenza sociale e il telesoccorso/telecontrollo entro l’anno 2007. Il passaggio dell’ex ospedale psichiatrico S. Artemio all’amministrazione provinciale Con atto di compravendita del 17.02.2005 il complesso immobiliare ex Ospedale Psichiatrico S. Artemio è passato dall’Azienda Ulss 9 all’Amministrazione Provinciale di Treviso, previa autorizzazione rilasciata dalla Soprintendenza Regionale per i Beni Ambientali ed Architettonici e dalla Regione Veneto. L’alienazione del S. Artemio ha impegnato la Direzione dei Servizi Sociali nella delicata operazione di inserimento presso idonee strutture degli ospiti. Per le possibili soluzioni abitative dei 51 utenti ospitati l’Azienda Ulss 9 ha indicato come criterio prioritario la necessità di usufruire, da un lato, della continuità di un modello assistenziale, dall’altro, della possibilità di migliorare la qualità di vita offrendo un graduale ritorno alla comunità locale, nel pieno rispetto della dignità della persona. Per gli ospiti con prevalenti problematiche comportamentali legate alla patologia psichiatrica si è previsto il trasferimento presso la RSA “Pancrazio” di Mogliano Veneto, per gli ospiti con profilo geriatrico e prevalenti bisogni di tipo assistenziale è stato preferito l’inserimento in strutture del territorio con un “target” rivolto alle persone anziane. Nel gennaio 2005 è avvenuto positivamente il trasferimento dei primi 24 ospiti presso la RSA di “Pancrazio” di Mogliano Veneto; per i restanti 27 ospiti è stata identificata come migliore soluzione la RSA di Maserada (la struttura dispone di 3 nuclei abitativi, di cui uno per 24 posti letto). Previo parere positivo del Consorzio dei Comuni di Maserada, Breda e Carbonera, nel maggio 2005 si è svolto un incontro con i familiari dei 27 ospiti della RSA di S. Artemio ancora rimasti in quella sede, per comunicare loro, e ricevere da quest’ultimi il consenso, l’accompagnamento dei propri congiunti come segue: ■ 24 ospiti presso la nuova RSA di Maserada sul Piave; ■ 3 ospiti presso la RSA “Pancrazio” di Mogliano Veneto. All’interno del complesso immobiliare S. Artemio era inoltre situato il “Condominio Aurora” che ospitava 12 utenti del Dipartimento di Salute Mentale dotati di un buon livello di autosufficienza; per 11 di questi l’Azienda Ulss 9 ha provveduto all’inserimento presso la Comunità Alloggio di Paese mentre per l’ultimo è stato individuata la RSA “Pancrazio”. All’interno del complesso erano inoltre ospitate delle Associazioni che, con il supporto della Direzione dei Servizi Sociali, hanno provveduto al trasferimento in una nuova idonea sede. Un traguardo importante: il riordino dell’istituto Costante Gris. È una Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (IPAB) che rientra fra le tipologie di offerta che la Regione del Veneto ha riconosciuto come dedicate alla residenzialità extraospedaliera per le persone non autosufficienti; svolge attività di cura e riabilitazione per soggetti affetti da patologie e disabilità psico-fisiche nell’area dell’handicap e nell’area anziani. L’Istituto, situato nel territorio del Comune di Mogliano Veneto, versava ormai da molto tempo in condizioni di precarietà finanziaria causata dal credito pregresso sia sanitario che sociale, regionale ed extraregionale, che non permetteva allo stesso di raggiun- 115 gere un equilibrio di gestione. A tal fine la Regione Veneto142 ha approvato il Documento di Riordino e ha preso atto del “Piano Industriale 2004-2008” prodotto dall’Istituto Gris, approvando143 inoltre l’Accordo di Programma finalizzato alla realizzazione di un Piano di riorganizzazione complessiva delle attività svolte dall’IPAB. L’Azienda Ulss 9144 ha approvato l’Accordo di Programma suindicato assumendosi i seguenti impegni: ■ Attivare in collaborazione con l’Istituto Gris, un percorso di riqualificazione e rivalutazione degli ospiti e di individuazione dei servizi attivabili ulteriormente; ■ Acquisire, anche con l’avvallo della Regione del Veneto, i servizi sanitari/sociosanitari diretti al mantenimento e alla riabilitazione di persone disabili e psichiatriche, impegnandosi nella continuità assistenziale verso gli attuali degenti e nella riqualificazione di processo dei servizi, garantendo continuità e valorizzazione professionale del personale impiegato; ■ Acquisire le strutture ed il personale sanitario da dedicare ad attività di mantenimento e di riabilitazione di soggetti disabili e/o psichiatrici; ■ Riqualificare i servizi sanitari offerti implementandoli con altri servizi sanitari diretti al territorio; ■ Partecipare all’integrazione funzionale tra le gestioni diverse che si andranno a realizzare come evoluzione dell’attuale IPAB. L’Accordo di Programma per il riordino dell’Istituto Gris è finalizzato a realizzare un piano di riorganizzazione complessiva delle attività svolte nell’istituto, garantendo la continuità assistenziale alle persone disabili accolte e assicurando una riqualificazione dei servizi ed una revisione degli standard strutturali ed organizzativi relativi che ne determinino un progetto assistenziale adeguato ed a lungo termine. La sottoscrizione dell’Accordo è coerente con l’attuale programmazione regionale avviata con DGRV 751/2000 e perseguita con la DGRV 464/2006 attraverso i provvedimenti della Legge 22/2002, che prevede di avviare percorsi di specializzazione della tipologia d’offerta, al fine di meglio rispondere alle esigenze espresse dalla collettività, superando anche il contesto delle “grandi strutture” considerate inadeguate allo spirito attuale dei servizi alla persona. Le attività assicurate con la nuova organizzazione sono volte a: ■ attivare non solo un’assistenza di mantenimento, ma anche e per quanto possibile, perseguire obiettivi di riabilitazione e di riattivazione funzionale al fine di accrescere le potenzialità e l’autonomia delle persone accolte, assistite e curate. ■ garantire una qualificata assistenza commisurata ai bisogni assistenziali delle persone accolte, offrendo alle medesime valide alternative alla ospedalizzazione e all’istituzionalizzazione. L’Azienda Ulss 9, al fine di dare attuazione all’Accordo di Programma, ha individuato un organismo tecnico per la valutazione e riqualificazione degli ospiti con meno di 65 anni che, in base al suddetto Accordo, saranno di competenza della stessa. L’Azienda Ulss 9 e l’Istituto Gris hanno provveduo alla stesura di un testo di convenzione quadro con validità decorrente dal 01.07.2007 al 31.12.2007. La stessa dispone che, con decorrenza 1 luglio 2007, i servizi e le attività assicurati alle persone accolte, curate e assistite vengano distinte nelle seguenti due aree di intervento: DGRV n. 243 del 04.02.2005. DGRV n. 2141 del 04.07.2006. Deliberazione del DG n. 1196 del 15.09.2006. 142 116 143 144 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Area a) “Polo delle disabilita’”: ospiti assegnati 323, titolarità: Azienda Ulss 9. Costituito dai servizi ed attività alle persone che necessitano di interventi di rilievo sanitario, sociosanitario e sociale appartenenti all’area della disabilità adulta e della salute mentale. Area b) “Polo geriatrico”: ospiti assegnati 135, titolarità: Istituto Gris. Costituito dai servizi alle persone anziane non autosufficienti e alle persone disabili assimilabili agli anziani per caratteristiche funzionali e tipologia di bisogni assistenziali, che necessitano di interventi di rilievo sanitario, socio-sanitario e sociale. Nell’ambito dell´assistenza ospedaliera sono comprese tutte le prestazioni e i servizi di diagnosi, cura, riabilitazione effettuati nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate, in regime di ricovero (ordinario, day hospital, lungodegenza riabilitativa) e ambulatoriale. L’Ospedale, la cui mission è assicurare l’assistenza ospedaliera in modo unitario e integrato, si articola nei due PO di Treviso e di Oderzo, a ciascuno dei quali è preposto un Direttore Medico, responsabile delle funzioni igienico organizzative, e un Direttore Amministrativo per l’esercizio delle funzioni di coordinamento amministrativo; essi concorrono, per le parti di rispettiva competenza, al conseguimento degli obiettivi fissati dal Direttore Generale, supportando in particolare i Responsabili di UO nella gestione del processo di budget e delle componenti amministrative connesse con i processi produttivi ospedalieri, assicurando l’uniformità delle procedure amministrative ospedaliere e la loro integrazione in ambito aziendale. Il governo della funzione ospedaliera è garantita dal Dipartimento dei Servizi Ospedalieri, nel quale confluiscono le strutture complesse “Direzione Sanitaria di Ospedale” con funzioni di programmazione e di controllo e la struttura complessa: “Direzione Medica dei Presidi Ospedalieri” con funzioni di gestione e igienico-organizzative per entrambi i PO. L’ospedale, attraverso le sue articolazioni organizzative, garantisce le risposte: di urgenza ed emergenza, di ricovero ordinario e di day-hospital/day-surgery, di assistenza specialistica ambulatoriale, di diagnostica di laboratorio e per immagini, di radioterapia, di ricovero in riabilitazione e lungodegenza post acuzie, di raccolta, lavorazione, controllo e distribuzione di emocomponenti, nonché di erogazione di servizi trasfusionali, di prelievo, conservazione, trapianto e distribuzione di organi e tessuti, di prevenzione ed educazione alla salute in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione, di integrazione sanitaria con le attività territoriali. L’Ospedale è in grado di rispondere alle diverse tipologie di bisogni di salute in modo diversificato: ■ per problemi indifferibili, in emergenza nei casi di pericolo di vita145: mediante il Servizio Urgenza Emergenza Medica 118 (SUEM) e Pronto Soccorso (PS); ■ in urgenza, per patologie acute che richiedono percorsi di accertamento e cura, qualora la mancata effettuazione di una prestazione porti aggravamenti o complicanze146: mediante ricovero ospedaliero in regime ordinario e diurno (Day Hospital e Day Surgery); Ad esempio: coma, shock, insufficienza cardio respiratoria, aritmie cardiache. Ad esempio: fratture, lesioni osteoarticolari importanti, lesioni cutaneo muscolari. 145 146 5.3 Assistenza ospedaliera 117 in caso di patologie croniche o che necessitino di percorso riabilitativo: mediante attività di ricovero per attività di riabilitazione o lungodegenza; ■ nel caso di patologie che non necessitano di ricovero ospedaliero: mediante erogazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali. ■ L’inizio del quinquennio 2003-2007 è coinciso con importanti indicazioni regionali147 relative al riassetto delle strutture e delle funzioni degli ospedali nella Regione Veneto. Le principali indicazioni riguardavano: ■ il tetto sul numero dei posti letto (5 per 1000 abitanti di cui 1 dedicato alla riabilitazione); ■ il tasso dei ricoveri (contenimento a 160 per 1000); ■ le prestazioni offerte (stabiliti tetti di attività); ■ l’unificazione di diversi presidi in poli ospedalieri unici (con organizzazione interna caratterizzata da forti strutture dipartimentali); ■ l’istituzione di ospedali a esclusivo indirizzo riabilitativo; ■ il riassetto del Pronto Soccorso e dell’emergenza in generale; ■ l’istituzione di nuovi rapporti con le strutture e i servizi del territorio (tra i quali la scorporazione dei reparti di Psichiatria dall’ospedale); ■ la spesa sanitaria per gli ospedali (massimo il 46% del totale dei fondi disponibili). In ottemperanza alle disposizioni regionali si è avviato un percorso per l’unificazione, ottenuta nell’anno 2003, di tutte le attività di ricovero per acuti dell’area opitergino-mottense presso il PO di Oderzo con l’avvio, da gennaio 2004, della sperimentazione gestionale per attività riabilitative presso l’Ospedale riabilitativo di alta specializzazione di Motta di Livenza con 120 posti letto. La struttura aziendale è stata trasformata in struttura non aziendale (a capitale misto, pubblico e privato) con indirizzo riabilitativo. La modifica relativa alla distribuzione dei servizi nel territorio ha comportato il trasferimento dei reparti di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria ad Oderzo. Il secondo passaggio fondamentale è stata l’unificazione in un’unica macrostruttura aziendale dei due PO di Treviso e Oderzo, avvenuta nell’anno 2003, come descritta nell’Atto Aziendale148, con lo scopo di arrivare ad una maggiore condivisione delle risorse e degli obiettivi tra le varie UO, a tal punto da creare alcuni dipartimenti transmurali (Radiologia, Laboratorio) e da istituire un dipartimento trasversale tra strutture ospedaliere e territoriali (Dipartimento di Riabilitazione). Lo stesso Atto Aziendale ha attuato anche una revisione delle responsabilità e ha istituito le Strutture Semplici Dipartimentali, Unità con completa autonomia all’interno dell’organizzazione del Dipartimento. Alla luce del riconoscimento regionale dell’Ospedale di Treviso quale Centro di riferimento e di eccellenza, è stata istituita la Struttura Complessa di Ematologia che rappresentava una delle ultime discipline specialistiche ancora non riconosciute a Treviso come UO autonoma e che rapidamente è divenuto centro di riferimento a livello provinciale. Negli anni 2003-2007, parallelamente alla revisione dell’organizzazione istituzionale suggellata dall’Atto Aziendale, è stata effettuata una revisione nell’offerta dei servizi rivolta ai cittadini. 118 DGRV n. 3223 del 2002 Si veda il paragrafo 2.2. “Assetto istituzionale ed organizzativo”. 147 148 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Attività di Pronto Soccorso L’Azienda Ulss 9 dispone di due strutture di PS, entrambe pubbliche, ubicate nei due P.O. di Treviso e Oderzo. Nel 2006 le due strutture anno ricevuto 117.256 accessi, di cui 22.251 accolti al PS di Oderzo e 97.005 presso il PS di Treviso, collocando quest’ultimo tra le strutture a maggior afflusso nel Veneto. Di questi, 23.133 sono stati ricoverati (19,7%); i codici rosso e giallo, del triage, sono stati pari al 12,80% degli accessi. Il numero di accessi per residente è risultato del 29,25%. Accessi al Pronto Soccorso: Priorità di accesso anno 2006 Totale Treviso Oderzo 80.000 71.431 70.000 58.073 60.000 50.000 40.000 31.014 26.505 30.000 20.000 10.000 0 12.726 10.562 2.071 1.846 225 Codice Rosso 2.164 Codice Giallo 4.509 Codice Verde 13.358 Codice Bianco Codice Rosso: situazione di emergenza che richiede un intervento immediato per grave pericolo di vita del paziente alla quale si attribuisce massima urgenza. Codice Giallo: situazione di urgenza, si tratta di pazienti con lesioni gravi per i quali esiste il rischio di un peggioramento delle condizioni tali da comprometterne la vita. Codice Verde: il caso non presenta pericolo di vita, ma per le caratteristiche cliniche richiede una risposta sollecita. Priorità di chiamata rispetto ai codici inferiori e nell’attesa della visita medica sarà tenuto in osservazione ricevendo i primi interventi volti a ridurre il disagio. Codice Bianco: si tratta di casi meno gravi per i quali non esiste rischio evolutivo. Verrà visitato dopo i codici sopra elencati secondo l’ordine di arrivo. All’interno del PS, area strategica di erogazione di prestazioni, l’aumento nel quinquennio degli accessi non ha modificato la percentuale di accessi con codice bianco o verde (che sono da considerare non appropriati). Per far fronte all’aumento complessivo di accessi, è stato avviato un percorso di riassetto del PS presso entrambi i Presidi, che comprende: la creazione della figura del “Medico dell’emergenza”, l’analisi e la revisione dei percorsi assistenziali del paziente critico, l’informatizzazione del PS e l’avvio di una importante ristrutturazione edilizia. In tale ottica è stato inoltre consolidato, per il PS il percorso di Osservazione Breve Intensiva, che coinvolge direttamente, oltre il PS, anche le UO di Pediatria e Ostetricia-Ginecologia. Di fatto tale periodo ha confermato una netta progressione dei PO di Treviso e Oderzo verso la connotazione di “ospedale per acuti” inteso come luogo dedicato al trattamento dei pazienti con immediato bisogno di una risposta sanitaria e non trattabili in altri contesti assistenziali. In particolare, i progressi nella capacità e tempestività diagnostico-trerapeutica e il fatto di rappresentare un punto di riferimento sovraprovinciale per numerose discipline, hanno spostato il baricentro dell’assistenza verso le patologie acute urgenti, e quindi non programmabili. Questa tendenza, inevitabile e per molti aspetti emblematica del ruolo dell’Ospedale di Treviso nel contesto regionale, ha comportato necessariamente una revisione delle attività svolte in elezione. 119 I ricoveri ospedalieri La tipologia degli istituti di ricovero dell’Azienda Ulss 9 è articolata in: ■ Ospedali Pubblici: Ospedale di Treviso con 1.084 posti letto; Ospedale di Oderzo con 188 posti letto; ■ Case di Cura private pre-accreditate: Ospedale Classificato S. Camillo con 120 posti letto; Casa di Cura Giovanni XXIII con 130 posti letto; Casa di Cura Park Villa Napoleon con 70 posti letto; ■ Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza, struttura a Sperimentazione Gestionale Pubblico-Privato (dal 2004) con 120 posti letto. In totale 1.712 posti letto (4,25 posti letto ogni 1.000 residenti). Nelle strutture private pre-accreditate e nell’Ospedale Riabilitativo di Motta la produzione sanitaria è a carico del Servizio Sanitario Regionale. Il degente può accedere alle cure ospedaliere senza alcun onere mentre gli istituti ottengono la tariffa corrispondente al DRG. L’andamento temporale dei ricoveri ospedalieri è rappresentato nella seguente tabella: Anno Ospedali di Treviso e Oderzo 2003 2004 Residenti 48.289 44.739 44.708 43.376 42.492 non residenti 12.700 11.688 11.250 10.836 10.898 totali 60.989 (3.377) 56.427 (3.445) 55.958 (3.551) 54.212 (3.650) 53.390 (3.762) 8.094 9.869 10.539 10.629 9.671 (di cui n. parti) Strutture private convenzionate Totale Residenti non residenti 2005 2006 2007* 6.730 8.014 8.622 9.162 9.327 totali Residenti 14.824 56.383 17.883 54.608 19.161 55.247 19.791 54.005 18.998 52.163 non residenti 19.430 19.702 19.872 19.998 20.225 totali 75.813 74.310 75.119 74.003 72.388 * Proiezione a fine anno sulla base dei dati del primo semestre. Il trend sottolinea la deospedalizzazione attuata dall’Azienda Pubblica a partire dal 2003. Le azioni che hanno portato a questo risultato sono: ■ L’incremento dell’assistenza domiciliare e l’attivazione dell’Hospice; ■ Il trasferimento dal regime di Day Surgery ad attività ambulatoriale degli interventi per tunnel carpale, cataratta e varici; ■ L’attivazione dell’Osservazione Breve Intensiva ed il potenziamento del Pronto Soccorso. Il fenomeno è messo ancor più in rilievo se consideriamo il tasso grezzo di ospedalizzazione (calcolato escludendo i neonati sani) che passa da 182 per 1000 residenti del 2002 ai 167 del 2006 (la previsione per il 2007 è di 163). 120 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Indicatori legati all’atività di ricovero Le seguenti tabelle forniscono la situazione analitica dei ricoveri nel 2006 ed alcuni indicatori di efficienza. Ricoveri Presidi Pubblici Anno 2006 Ordinari Casi Ricoveri per Acuti Presidi Privati Diurni Dm Ordinari Casi durata ciclo 13.426 4,12 Casi Diurni Dm Casi durata ciclo 7.114 1,72 36.321 8,39 7.982 7,77 379 49,24 16 5,50 2.515 20,00 1.418 13,10 552 11,34 158 11,56 809 29,40 - - Ricoveri per Riabilitazione e Lungodegenza Ricoveri Psichiatrici Dm: Degenza media. Indicatori 2003 2004 2005 2006 % parti cesarei 20 19 22 23 Regione 2006 29 Tasso % utilizzo posti letto 77 85 89 86 81 Indice di rotazione 32 37 38 37 36 1,05 1,03 1,00 1,00 0,97 % dimessi da reparti chirurgici con drg medico 36 35 36 36 29 % drg complicati 15 16 13 13 12 Indice comparativo di performance (ICP) 1,04 1,05 1,05 1,05 0,98 % ricoveri potenzialmente inappropriati 1,67 1,47 1,57 1,29 1,54 % ricoveri ripetuti 0,55 0,44 0,41 0,30 0,51 % giornate outliers 7,2 8,44 9,2 9,35 7,06 Indice di case mix (ICM) Come si nota, l’andamento temporale degli indicatori dimostra l’appropriatezza nell’uso del ricovero; le percentuali di ricoveri potenzialmente inappropriati e di ricoveri ripetuti sono entrambe basse con trend ancora in diminuzione. Rimane costante la percentuale di pazienti dimessi dai reparti chirurgici senza alcun intervento. Il valore è superiore alla media regionale in quanto sono attivi reparti che gestiscono le urgenze come la traumatologia, la neurochirurgia, la chirurgia d’urgenza e la ginecologia. La percentuale di parti cesarei è in linea con le indicazioni internazionali e si pone al di sotto della media regionale. L’utilizzo ottimale delle risorse è evidenziato dall’alto tasso percentuale di utilizzo dei posti letto (86% nel 2006) e dall’elevato numero di pazienti che utilizzano un posto letto, come dimostrato dall’incremento dell’indice di rotazione dei posti letto. Gli indicatori costruiti sui DRG mostrano che la degenza media standardizzata dell’Azienda Ulss 9 è leggermente superiore a quella dello standard utilizzato (ICP=1,05), il fatto è però giustificato da una maggiore complessità del case mix trattato (ICM=1,00 nel 2006 il valore regionale è 0,97). Va sottolineato come, con la sola eccezione di due indicatori (% dimessi da reparti chirurgici con drg medico e % giornate outliers), gli indicatori rilevati nei nostri ospedali risultano migliori rispetto alla media regionale. 121 Ricoveri 2006 - Maggiori Categorie Diagnostiche mdc Descrizione Pubblici 01 malattie e disturbi del sistema nervoso 02 malattie e disturbi dell’occhio 03 malattie e disturbi dell’orecchio, naso, bocca, gola 04 malattie e disturbi dell’apparato respiratorio 05 06 Privati Totale 3.893 1.423 5.316 858 461 1.319 1.896 32 1.928 3.402 627 4.029 malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio 7.307 3.881 11.188 malattie e disturbi dell’apparato digerente 5.320 1.101 6.421 07 malattie e disturbi epatobiliari e del pancreas 1.778 539 2.317 08 malattie e disturbi del sistema muscolo-scheletrico e connettivo 4.979 7.472 12.451 09 malattie e disturbi della pelle, tessuto sottocutaneo e della mammella 1.825 1.404 3.229 10 malattie e disturbi endocrini, nutrizionali e metabolici 964 199 1.163 11 malattie e disturbi del rene e delle vie urinarie 2.738 250 2.988 12 malattie e disturbi dell’apparato riproduttivo maschile 893 292 1.185 13 malattie e disturbi dell’apparato riproduttivo femminile 1.899 754 2.653 14 gravidanza, parto e puerperio 6.212 43 6.255 15 malattie e disturbi del periodo neonatale 3.773 1 3.774 16 655 100 755 17 malattie e disturbi del sangue, degli organi emopoietici e del sistema immunitario malattie e disturbi proliferativi e neoplasie scarsamente differenziate 2.742 157 2.899 18 malattie infettive e parassitarie (sistemiche o di sedi non specificate) 641 74 715 19 malattie e disturbi mentali 899 864 1.763 20 abuso di alcool/droghe e disturbi mentali organici indotti 123 14 137 21 traumatismi, avvelenamenti ed effetti tossici dei farmaci 454 38 492 22 ustioni 23 fattori che influenzano lo stato di salute ed il ricorso ai servizi sanitari 24 25 25 - 25 606 64 670 traumatismi multipli rilevanti 98 - 98 infezione da hIv 61 - 61 54.041 19.790 73.831 totale mdc: categoria diagnostica principale Nel 2006 si sono avuti: ■ Ricoveri di residenti (ovunque ricoverati): 66.685; ■ Ricoveri di residenti (nei presidi della Ulss 9): 51.060; ■ Ricoveri per non residenti (nei presidi della Ulss): 19.563; ■ Ricoveri totali Ulss 9 (escluso nido): 70.643; ■ Grado di copertura del fabbisogno interno: 76,6%; ■ Indice di attrazione: 27,7%. Numero Dimissioni dei Residenti per area* anno 2006 Area Riabilitativa Area Chirurgica Terapie Intensive 656 580 - - CC San Camillo 1.167 225 1.091 - 79 - - - 439 295 1.381 - 13.611 351 8.995 347 CC Park Villa Napoleon CC Giovanni XXIII PO Treviso/Oderzo 122 Area Medica Motta di Livenza * DGRV n. 3223 del 2002. 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Mobilità Sanitaria: La scelta del luogo dove farsi curare nelle Aziende Sanitarie genera un importante flusso di persone e di risorse (“mobilità sanitaria”), calcolata a partire dal 1994. Le attività considerate sono quelle dei LEA e riguardano i ricoveri, la medicina di base, la specialistica, la farmaceutica territoriale, la somministrazione di farmaci a pazienti non ricoverati, le cure termali, i trasporti con ambulanza e l’elisoccorso, la riabilitazione in età evolutiva e per gli anziani, le Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta per psichiatrici (CTRP), la quota sanitaria per gli invalidi nelle case di riposo, l’assistenza ai disabili, il recupero delle tossicodipendenze ed i ricoveri in hospice. Nella seguente tabella sono riportati i volumi dal 2003 al 2006 in termini di fatturato delle prestazioni eseguite (dati espressi in euro): Andamento temporale della mobilità sanitaria nell’Azienda Ulss 9 Anno Veneto Extra Veneto Totale 2003 2004 2005 2006 Attrazione 54.474.494 57.217.436 62.922.888 67.922.461 Fuga 38.758.624 43.281.598 44.417.732 45.033.158 Saldo Attrazione 15.715.870 18.023.787 13.935.838 19.135.176 18.505.156 19.561.571 22.889.303 18.985.537 Fuga 13.188.270 13.626.978 14.838.293 15.158.519 Saldo Attrazione 4.835.517 72.498.281 5.508.198 76.352.612 4.723.278 82.484.459 3.827.018 86.907.998 Fuga 51.946.894 56.908.576 59.256.025 60.191.677 Saldo 20.551.387 19.444.036 23.228.434 26.716.321 Nel periodo 2003-2006 l’attrazione complessiva è incrementata del 20% e la corrispondente fuga del 16%. Il maggior peso per la mobilità è rappresentato dai ricoveri ospedalieri che incidono per l’84% dell’attrazione e per il 70% della fuga. I dati sono riportati nella seguente tabella: Mobilità Sanitaria – attività di ricovero Attrazione Veneto Fuga Extraveneto Casi Importo Casi Veneto Importo Extraveneto Anno Importo 2003 45.023.314 14.371 16.875.544 4.652 29.068.814 Casi 12.713 10.713.961 Importo Casi 3.612 2004 46.185.809 14.613 17.863.242 4.811 30.944.944 13.247 10.700.903 3.908 2005 50.814.425 14.806 18.304.601 4.594 31.738.565 12.754 11.673.773 4.221 2006 55.361.658 15.180 17.436.681 4.536 31.149.504 12.345 11.342.591 4.239 L’attrazione per i ricoveri è passata dai 19.023 casi del 2003 ai 19.716 del 2006 (+3,6%); la fuga era nel 2003 di 16.325 ricoveri e nel 2006 di 16.584 (+1,6%). Nel quinquennio 2003-2007 è stato registrato un incremento importante delle prestazioni ambulatoriali e della diagnostica sia strumentale che di laboratorio. L’evoluzione nell’offerta dei servizi di diagnosi e cura ha visto quindi un aumento considerevole delle prestazioni al di fuori del regime di ricovero ordinario. La presa in carico del paziente viene inoltre ulteriormente differenziata con il previsto avvio del Day Service, attraverso il quale la struttura ospedaliera, al di fuori del regime di ricovero, si fa carico del paziente in modo integrato nella fase di diagnosi e terapia delle patologie più complesse. 123 A partire dall’anno 2004, al fine di perseguire la massima integrazione tra le diverse strutture/livelli Aziendali, è attiva una Commissione per l’integrazione tra Ospedale e Territorio. La commissione multidisciplinare comprende medici dell’Ospedale, dei Distretti e della Medicina Convenzionata ed ha lo scopo di facilitare la presa in carico globale del paziente attraverso le varie fasi del processo assistenziale offerto. Tale commissione ha identificato e strutturato, coinvolgendo molti professionisti, percorsi assistenziali per le patologie più frequenti e/o complesse e ha creato importanti momenti istituzionali di dialogo e scambio tra gli stessi professionisti. Significativa in tal senso è stata la definizione di percorsi assistenziali condivisi riguardanti le principali patologie, come il diabete, lo scompenso cardiaco cronico, la broncopneumopatia cronica ostruttiva. La commissione ha dato inoltre avvio a “percorsi di priorità” per alcune prestazioni ambulatoriali o di diagnostica strumentale, nonché a processi di appropriatezza per le richieste di prestazioni di laboratorio. Nel corso del quinquennio si è realizzata inoltre un’importante riorganizzazione della attività riabilitative aziendali. I punti salienti della riorganizzazione del Dipartimento di Riabilitazione e Lungodegenza post-acuzie149 sono i seguenti: ■ Unificazione delle funzioni ospedaliere e territoriali in una unica struttura dipartimentale “transmurale”, con conseguente partecipazione ai percorsi di continuità nella presa in carico ospedale territorio e di deospedalizzazione (domiciliazione, inserimento in strutture protette…) ■ Riorganizzazione dell’area di degenza, con trasferimento dei posti letto della Lungodegenza nella sede ospedaliera di Ca’ Foncello e loro piena integrazione nell’ambito del Dipartimento di Riabilitazione e Lungodegenza post-acuzie; avvio presso l’ospedale Ca’ Foncello della funzioni di degenza riabilitativa intensiva di 3° livello (cinque letti, altri venti sono stati attivati presso l’Ospedale riabilitativo di Motta di Livenza). ■ Avvio del progetto di costituzione del Dipartimento interaziendale con l’Ospedale Riabilitativo di Motta di Livenza. ■ Messa in rete delle strutture riabilitative ambulatoriali, pubbliche e private convenzionate che operano nel territorio dell’Azienda Ulss 9. ■ Collegamento con le attività del settore sociale (ad esempio attivazione di un progetto per il reinserimento lavorativo dei gravi traumatizzati cranici) ■ Adozione di un software dedicato per la gestione integrata ospedale/territorio del paziente (“ArkiMede”)150. ■ Attivazione di percorsi di cura trasversali ospedale/territorio (già operativi quelli per gravi cerebrolesioni acquisite, ictus e frattura di femore). Un ulteriore importante ambito di integrazione è quello fra l’Ospedale e i Servizi Sociali che hanno reso disponibili sei posti letto di residenzialità extraospedaliera per accogliere pazienti dimissibili dalle strutture ospedaliere ma con problematiche sociali e/o sanitarie che impediscono il diretto rientro a domicilio. Si tratta di una sperimentazione innovativa per la nostra Azienda che consente di ridurre l’utilizzo improprio dei posti letto ospedalieri e nel contempo di migliorare la presa in carico globale del paziente sino alla definizione della sua capacità di inserimento in un appropriato contesto sociale. 124 Delibera del DG n.500 del 02.05.2007. Si rimanda al Focus in allegato “Progetti ICT e Telemedicina”. 149 150 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana L’erogazione dei servizi ospedalieri nell’ambito della nostra Ulss non può prescindere da una lettura complessiva del contesto di tutti gli erogatori di analoghi servizi presenti nel territorio di riferimento. Negli anni 2003-2007 si sono rafforzati il dialogo e la collaborazione con le strutture private preaccreditate (Ospedale San Camillo, Casa di Cura Giovanni XXIII e Park Villa Napoleon). Sono stati condivisi percorsi nell’area di ricovero di medicina interna, di ortopedia, di riabilitazione, nonché nell’integrazione dei servizi di diagnostica strumentale e ambulatoriali, tesi a far fronte alla crescente domanda di prestazioni. In un contesto di sanità su una prospettiva territoriale allargata che esige servizi uniformi e con standard di qualità definiti in un ambito sovra-aziendale, è stato costituito a livello provinciale il gruppo di Area Vasta per l’integrazione tra tutti i PO della Provincia di Treviso. Tale gruppo, composto da professionisti delle tre Aziende Ulss 7 Pieve di Soligo, 8 Asolo e 9 Treviso ha focalizzato la sua attenzione principalmente su tre ambiti: 1. percorsi assistenziali: sviluppata la linea guida per uniformare la richiesta di esami per la preparazione all’intervento chirurgico e un protocollo per l’assistenza dei pazienti affetti da lesioni da decubito; 2. soccorso territoriale di emergenza e urgenza: è stato elaborato un documento di analisi e prospettive per migliorare le attività coordinate dalla centrale operativa per il soccorso di emergenza provinciale; 3. Medicina Trasfusionale: in tale area si è costituito un vero e proprio Dipartimento interaziendale dotato di propri organismi e obiettivi sulla base delle indicazioni regionali. In una prospettiva territoriale ancora più vasta va collocata l’attività della Banca dei Tessuti che ha consolidato la sua posizione di Banca di riferimento Nazionale e Internazionale e che, in questi cinque anni, ha incrementato la sua attività di distribuzione del 251%. Gli aspetti che maggiormente influiscono sul livello clinico e sulla qualità dei servizi offerti dagli Ospedali dell’Azienda Ulss 9 sono molteplici: A - Risorse umane Gli Ospedali di Treviso e Oderzo vantano storicamente professionisti preparati e motivati: ne è prova che nel territorio veneto viene citata spesso la “scuola trevigiana” sia per l’ambito medico che infermieristico. I livelli di eccellenza raggiunti dai professionisti che operano nell’ambito dell’Azienda Ulss 9 sono testimoniati dall’intensa attività di organizzazione di prestigiosi convegni e congressi, anche a carattere internazionale, dal coinvolgimento di molti di loro nello svolgimento di importanti sperimentazioni cliniche, dalle prestigiose collaborazioni cliniche e scientifiche con centri d’eccellenza nazionali e internazionali. Va inoltre ricordato che l’elevato livello professionale è stato formalizzato a livello regionale con l’istituzione presso la nostra Azienda di tre Centri Regionali di Alta Specializzazione: Denominazione Coordinamento Centro Regionale Specializzato in Chirurgia epatobilaire-pancreatica Centro Regionale Specializzato per la studio e la cura della Disfagia Centro Regionale Specializzato di Riferimento per l’Oncologia cervico-facciale UO IV Chirurgia UO III Chirurgia UO ORL 125 Negli anni 2003-2007 molti professionisti dell’Azienda Ulss 9 sono stati chiamati a ricoprire funzioni di responsabilità apicale in questa e altre Aziende. I responsabili di UO vedono nell’avanzamento e nella responsabilizzazione dei propri collaboratori una chiave di volta per trasferire e aumentare le loro competenze e mantenere in tal modo l’eccellenza nel tempo; sono state cruciali le nomine dei nuovi Responsabili di Struttura Complessa e dei nuovi Coordinatori infermieristici, come descritto nel paragrafo 2.3 “Risorse Umane”. La possibilità di avere medici in grado di dare risposte appropriate sia per patologie “comuni” che per quadri estremamente complicati o rari rende l’Ospedale dell’Azienda Ulss 9 una struttura peculiare e punto di riferimento per un bacino di utenza di livello sovraprovinciale pari a circa un milione di abitanti. A titolo esemplificativo si ricorda che l’Ospedale è l’unica struttura delle due Provincie di Treviso e Belluno in grado di eseguire angiografie urgenti notturne o risonanza magnetica nucleare notturna o festiva; la patologia neonatale, unica per le due Province fa sì che i parti complicati vengano ricondotti a Treviso con “trasporto in utero” del nascituro; il SUEM provinciale, e la particolare posizione geografica di Treviso, fanno dell’Ospedale la sede privilegiata per tutta la patologia traumatica grave dell’alto Veneto con impegno notevole da parte di molteplici equipe (chirurgia generale, neurochirurgia, chirurgia vascolare, ortopedia, terapie intensive e altre ancora). Va infine ricordato che l’Ospedale di Treviso funge da centro di riferimento per le attività di cardiochirurgia, angioplastica primaria per i pazienti con infarto miocardio, trombolisi dell’ictus e per le attività di emato-oncologia. Va precisato che i risultati clinici raggiunti dalle varie equipe, anche qualora abbiano avuto particolare rilevanza per la loro unicità o per la particolare complessità clinica e organizzativa (ad esempio il primo trapianto da cadavere di articolazione temporo-mandibolare o i trapianti di organi e tessuti151) sono comunque il frutto di una collaborazione tra vari reparti e professionisti e devono essere considerati solo la punta dell’iceberg di quell’impegno e dedizione al paziente che gli operatori manifestano quotidianamente. B - Strumenti gestionali Il secondo elemento chiave per il mantenimento di standard di qualità deriva dal miglioramento continuo del contesto organizzativo attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti gestionali. Si ricordano: ■ il sistema per la gestione della qualità aziendale e il percorso di Accreditamento di eccellenza152. ■ L’affinamento del processo di budget e la gestione per progetti153 ■ A partire dalla fine del 2006 sono stati avviati numerosi gruppi multidisciplinari e multiprofessionali finalizzati alla elaborazione e applicazione di Protocolli Clinici e Percorsi Assistenziali riguardanti patologie o condizione cliniche di particolare rilevanza per frequenza o complessità. I Percorsi Assistenziali prevedono una revisione delle attività legate all’intero processo clinico, allo scopo di rendere il più possibile “logico” e “corretto” il percorso dei pazienti all’interno dei servizi sanitari. Essi rappresentano quindi uno strumento attraverso L’Azienda Ulss 9 è al 3° posto nel Veneto per le attività di prelievo multiorgano, dopo le Aziende Ospedaliere di Verona e Padova. Vedi paragrafo 4.4.1 “Qualità”. Vedi paragrafo 3.1 “Il percorso della programmazione aziendale”. 151 126 152 153 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana cui garantire al paziente, le “migliori” risposte diagnostico-terapeutiche. Si ricorda che in molti casi questi gruppi di lavoro sono stati formalmente istituiti dalla Direzione proprio per sottolineare la rilevanza aziendale delle attività svolte; fra i principali si ricordano: - Comitato per la gestione della corretta prassi sanitaria - Comitato per la malattia tromboembolica - Comitato per la diagnosi e il trattamento dell’ictus ischemico - Comitato per la lotta alle infezioni ospedaliere - Comitato aziendale per il buon uso del sangue Riscontrata la necessità di disporre di uno strumento di registrazione e consultazione dell’attività clinica di ricovero, pratico, di utilità assistenziale, uniforme nell’ambito dell’Azienda Ulss 9, completo, chiaro e di semplice visione, nell’anno 2004 è stato avviato, in collaborazione con l’Ospedale Riguarda di Milano, il progetto Cartella Clinica, che ha portato ad una semplificazione e uniformazione dei moduli utilizzati per la cartella clinica di ricovero. ■ C - Tecnologia e informatica Gli anni 2003-2007 hanno visto l’attuazione del piano di acquisizione delle grandi attrezzature154 a carattere strategico per l’Azienda Ulss 9. Elenco delle principali acquisizioni di grandi attrezzature: UO Neuroradiologia Data Collaudo 05.04.2004 Modello Axiom Artis Ba Radiologia Treviso 08.06.2004 Somatom Emotion 6 (16 Strati) Neuroradiologia 22.10.2004 Somatom Sensation 16 (6 Strati) Tomografo computerizzato multistrato a rotazione continua per esami total body. Acquisizione simultanea di 6 strati per ogni rotazione completa di 360°, contigui o sovrapposti Radiologia Treviso 21.02.2005 Magnetom Avanto Neuroradiologia 16.06.2005 Magnetom Avanto Risonanza da 1,5 T con sistema Tim (total imaging matrix) e AudioComfort (sistema per l’ottimale riduzione del rumore). Fornito di pacchetti dedicati (Neuro, Angio, Cardiac, Body, Onco, Ortho, Pediatric) Radioterapia 23.01.2004 Simulix Hq Simulatore per la verifica dei piani di trattamento della Radioterapia Radioterapia 08.06.2004 Oncor Radioterapia 09.12.2004 Primus Acceleratore con collimatore multi lamellare a doppia energia di fotoni 6/15MV ed elettroni 6/19 MeV multienergie Acceleratore con collimatore convenzionale a singola energia di fotoni 4 MV Radioterapia 30.09.2005 Oncor 154 Caratteristiche Sistema angiografico biplanare con sistema di immagine digitale, dotato di telecamera ad alta risoluzione con tecnologia a CCD con matrice da 1K, generatore di alta tensione per applicazioni angiografiche ad alta frequenza da 100kW, connettività con reti in formato DICOM Tomografo computerizzato multistrato a rotazione continua per esami total body. Acquisizione simultanea di 6 strati per ogni rotazione completa di 360°, contigui o sovrapposti Acceleratore con collimatore multi lamellare a doppia energia di fotoni 6/15MV ed elettroni 6/19 MeV multienergie Deliberazione del DG n. 749 del 24.04.2003 e n. 461 del 01.04.2004. 127 Il Servizio per le Tecnologie Sanitarie, attraverso l’applicazione sistematica dei metodi dell’Health Technology Assessment, ha provveduto al mantenimento qualitativo e quantitativo della tecnologia ospedaliera, garantendo l’adeguamento costante di essa nelle varie specialità e nel rispetto di quanto previsto dagli standard internazionali di riferimento. Gli investimenti annuali per le tecnologie di proprietà (escludendo le grandi attrezzature sopramenzionate) si aggirano sui 4 milioni di euro. Negli anni 2003-2007 vi è stato inoltre un importante rinnovo del parco tecnologico per le “attrezzature in service” in particolare della Radiologia, servizio di emodialisi, del laboratorio analisi e della microbiologia. Va infine ricordato l’affidamento del Servizio di assistenza e manutenzione tecnica relativo alla gestione delle apparecchiature elettromedicali in dotazione ai servizi sanitari e di supporto al servizio di Ingegneria Clinica dell’Azienda Ulss 9155. Il Servizio riguarda, per le apparecchiature di proprietà dell’Azienda Ulss 9, le attività di manutenzione preventiva, correttiva, straordinaria e dismissione; gestione informatizzata degli interventi nonché supporto alla funzione di controllo di gestione attraverso la registrazione ed il reporting relativo a tempi di fermo macchina, costi di manutenzione; gestione archivio denominato “libro macchina”; verifica di sicurezza elettrica al collaudo; formazione. Per le apparecchiature presenti all’interno dell’Azienda Ulss 9 a titolo diverso dalla proprietà (service, comodato, leasing...), il Servizio svolge attività di supervisione dell’attività svolta da ditte terze, e verifica di sicurezza elettrica al collaudo. Per quanto riguarda la descrizione di tutte le iniziative di informatizzazione attivate presso i PO dell’Azienda Ulss 9 si rimanda al Focus in allegato “Progetti ICT e Telemedicina”. Va in questa sede segnalato che in particolare l’Ospedale di Oderzo ha rappresentato la realtà ideale per l’avvio di sperimentazioni di progetti di innovazione tecnologica, come testimoniato dalle numerose sperimentazioni avviate inizialmente in forma di prototipo proprio nell’Ospedale di Oderzo. D - Infrastrutture Coerentemente con le mutate esigenze dei due PO negli anni 2003-2007 sono state attivate importanti realizzazioni riguardanti le infrastrutture edilizie. In particolare ad Oderzo, in previsione della trasformazione del Presidio di Motta di Livenza, è stato necessario ristrutturare un intero padiglione divenuto sede dei reparti di Ginecologia-Ostetricia e Pediatria. È stato inoltre ampliato il blocco operatorio realizzando due nuove sale includendo anche l’area travaglio e parto. Al fine di migliorare i percorsi verticali e orizzontali, sono state realizzate le nuove colonne ascensori e il nuovo ingresso dell’Ospedale. Il completamento di tali realizzazioni è in corso e consentirà ulteriori miglioramenti organizzativi; si segnala anche la ristrutturazione del padiglione Altinate, dapprima per l’ampliamento dell’attività dialitica e poi per la riunificazione di tutte le attività dell’ambito psichiatrico. È stata inoltre realizzata nel quinquennio 2003-2007 una nuova struttura obitoriale attrezzata in modo completo anche per le attività di anatomia patologica in ottemperanza alla normativa di riferimento. Con medesima logica, presso il PO di Treviso sono state avviate rilevanti ristrutturazioni al fine di accorpare le attività di degenza per acuti all’interno dei tre padiglioni centrali del Presidio, nonché di completare le realizzazioni per le sale operatorie del blocco del secondo 128 Deliberazione del DG n. 727 del 31.05.2006. 155 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana piano e di alcuni reparti di degenza (ematologia, ortopedia e neurologia). La consapevolezza della necessità di dare un organico sviluppo al PO di Ca’ Foncello individuando aree a diverse intensità delle cure ha portato all’avvio di una storica riflessione sugli sviluppi edilizi e tecnologici dei prossimi anni: è stata infatti avviata l’iniziativa denominata “Cittadella Sanitaria”156. Ponendo attenzione anche alle problematiche di risparmio energetico e di rispetto dell’ambiente, in collaborazione con la Regione Veneto e il Ministero per l’Ambiente, è stato completato nel luglio 2007 un impianto di tri-cogenerazione157 all’avanguardia nel nostro Paese che consente di produrre energia elettrica in un ciclo ad alto rendimento attraverso la combustione di gas metano158. Tale opera ha visto anche un coinvolgimento diretto, finalizzato alla sensibilizzazione, di numerosi studenti delle scuole del Trevigiano159. Particolare attenzione è stata riservata alle strutture di Pronto Soccorso di entrambi i Presidi che, seppur per diverse motivazioni, si dimostrano “non più adeguate” alla moderna gestione quali-quantitativa dei pazienti in emergenza. Per entrambe le sedi è stata completata la fase progettuale preliminare e sono avviate le procedure per procedere alla ristrutturazione. Il nuovo Pronto Soccorso di Treviso comporterà un raddoppio della superficie utilizzabile e avrà struttura completamente rinnovata con percorsi e modalità di accesso e di cura differenziate a seconda della gravità dei pazienti. Per la sede di Oderzo oltre alla ristrutturazione interna, verrà realizzata anche una nuova rampa di accesso. Vanno infine ricordati gli interventi per la sicurezza dell’Ospedale Ca’ Foncello (costruzione dell’anello antincendio e avvio del servizio di videosorveglianza, settembre 2006) e l’inaugurazione del parco di Villa Carisi (ottobre 2006), completamente recuperato e riportato al suo antico splendore, collocato nell’area lungo il Sile destinata a diventare il futuro cuore direzionale e amministrativo dell’Azienda Ulss 9. E - Gestione del rischio L’avvio dell’attività di gestione del rischio clinico è certamente coerente con i percorsi di miglioramento della qualità sviluppati dall’Azienda e rappresenta un’importante iniziativa a diretto vantaggio di pazienti e operatori. La filosofia alla base della gestione del rischio clinico prevede la responsabilizzazione degli operatori per identificare e modificare i processi di lavoro che consentono il verificarsi di errori potenzialmente pericolosi per pazienti o operatori. Nello specifico il servizio di Medicina Legale e Gestione del Rischio Clinico, a partire dal 2004, ha avviato sia corsi di formazione per i professionisti dell’Ospedale su tale tematica, che attività di rilevazione del rischio basato sull’analisi della documentazione sanitaria. Inoltre, in collaborazione con il Servizio per la Qualità, il Servizio per l’Informatica e la Farmacia, è stato realizzato il progetto di prescrizione informatizzata della terapia farmacologica in ospedale (vedasi Focus allegato “Progetti ICT e Telemedicina”) ed è stata valutata la riduzione del rischio clinico derivante dall’introduzione di questa pratica. Un secondo progetto del Servizio di Medicina Legale, che risponde anche a direttive regionali, è l’identificazione sistematica a livello di reparto dei processi “critici” attraverso la metodica detta “incident reporting”. Tale progetto, avviato nel corso 2007, ha previsto il coinvolgimento iniziale di quattro UO di area chirurgica con relative sale operatorie. Al termine della fase sperimentale, tale metodica di rilevazione sarà progressivamente estesa a tutte le UO dei due Presidi. Per i dettagli si rimanda al paragrofo 4.6 “Cittadella Sanitaria”. Vedi www.ulss.tv.it/magnoliaPublic/azienda/sala-stampa/notizie/notizia-35.html Vedi paragrafo 6.5 “Gestione del capitale immobiliare”. 159 Vedi www.ulss.tv.it/magnoliaPublic/azienda/sala-stampa/notizie/notizia-30.html 156 157 158 129 F - Percorsi di accoglienza e umanizzazione Le iniziative volte a favorire l’accessibilità e la fruibilità dell’Ospedale da parte dell’utenza sono state descritte nel paragrafo 3.2.2 “Accoglienza, tutela e partecipazione”. Si ricordano: l’apertura di uno sportello informativo all’ingresso del PO di Treviso, l’attivazione del servizio di mediazione culturale per favorire l’integrazione dei cittadini stranieri, l’inizio di una attività di supporto a tutte le problematiche sociali per i pazienti non autosufficienti dimessi dall’ospedale (Sportello sociale). Menzione particolare va riservata all’ampliamento e consolidamento delle collaborazioni con le organizzazioni di volontariato, estremamente preziose per avvicinare i servizi sanitari ai cittadini e per creare sinergia tra pubblico e privato sociale che rende i servizi sanitari più “umani”. Si ricordano, tra le altre, le collaborazioni con: ■ Associazione Volontari Ospedalieri (AVO) che presta la sua opera di supporto ai pazienti ricoverati non autosufficienti e privi di una adeguata rete familiare; ■ Associazione Italiana contro le Leucemie (AIL), che ha contribuito in modo determinante alla realizzazione dell’area di degenza e del Day Hospital dell’UO di Ematologia e del Laboratorio di Biologia Molecolare (UO Anatomia Patologica), dando un impulso fondamentale all’inizio e allo sviluppo delle attività di emato-oncologia nell’Azienda Ulss 9; ■ il consorzio “Per Mio Figlio” che ha contribuito alla ristrutturazione dell’UO di Pediatria e alla realizzazione, nel Dipartimento Pediatrico, della cosiddetta “Oasi pediatrica” che include attività didattiche, ricreative e di intrattenimento per i bambini con patologie che richiedono lunghe permanenze in ospedale; collaborano inoltre per alcune parti delle attività ricreative un gruppo di volontari della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori; ■ Associazione Nazionale Emodializzati (ANED) che sostiene il paziente in dialisi e la sua famiglia; ■ Federazione Associazione Nazionale Diabetici (FAND) per la promozione di una vita “normale” dei malati di diabete; ■ Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) che promuove la raccolta di emoderivati e ha una importante funzione di educazione alla salute nella popolazione; ■ Associazione Italiana Donatori Organi (AIDO) con una forte campagna di promozione dei donatori di midollo osseo; ■ Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori (LILT) che promuove iniziative di prevenzione nella popolazione e accompagna i malati di tumore nel difficile percorso terapeutico e riabilitativo; ■ Associazione Italiana Celiachia (AIC); ■ Associazione Donatori Midollo Osseo e Ricerca (ADMOR); ■ Associazione Nazionale Oncologica Mutilati della Voce che promuovono riabilitazione fonetica e sociale per pazienti e familiari (ORL); ■ S. VINCENZO che effettua assistenza in pediatria a favore di bambini soli; ■ Vivere Insieme il Tumore Al Cervello (VITAC) (Neurochirurgia). 130 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana La Regione Veneto160 con il Piano Regionale di Contenimento dei tempi di attesa per il triennio 2006-2008 ha avviato una strategia regionale per il pieno raggiungimento degli obiettivi di cui al Piano Nazionale di Contenimento dei tempi di attesa, aggiornando il programma di riorganizzazione nell’erogazione delle prestazioni sanitarie secondo tre distinte direttive: dell’informazione e comunicazione, della domanda e dell’offerta di prestazioni. L’Ulss 9 nell’anno 2007, in ottemperanza alle direttive regionali e in un’ottica di progettualità di Area Vasta, ha adottato con le Aziende della Provincia di Treviso (Ulss 7 Pieve di Soligo e 8 Asolo) in maniera congiunta il Piano Attuativo per il contenimento delle liste di attesa161, che prevede: A. Informazione e comunicazione: è stato approvato162 il regolamento aziendale per la libera professione intramuraria con relative procedure operative; nel corso degli anni 2005 e 2006 sono state effettuate alcune rilevazioni del livello di soddisfazione dell’utenza: come descritto nel paragrafo 3.2.2 “Accoglienza, tutela e partecipazione”. Dal 2005 vengono pubblicati sul sito www.ulss.tv.it i dati della rilevazione aziendale dei tempi di attesa, sia per le diverse sedi delle strutture pubbliche che per le strutture private preaccreditate. B. Governo della domanda: rappresenta il percorso che l’Azienda Ulss 9 ha intrapreso nel tentativo di intervenire sui comportamenti prescrittivi e sulle aspettative dei cittadini. Le linee di direzione sono state: coinvolgimento degli agenti della domanda, individuazione delle priorità cliniche, accessibilità (prenotazione, orari, struttura di erogazione, distanze). Nel corso del 2005 hanno trovato compimento importanti progetti di coinvolgimento dei MMG e di collaborazione con gli Specialisti nella definizione di percorsi di appropriatezza prescrittiva. ■ Progetto Day Surgery (DS): ideato presso la DS dell’UO III Chirurgia del PO di Treviso e successivamente esteso a tutto l’Ospedale, si è posto l’obiettivo di migliorare il percorso assistenziale del paziente operato in regime di DS, grazie al coinvolgimento del MMG nelle varie fasi del processo. Dopo un capillare percorso formativo per i MMG, è stato possibile prevedere, per il paziente candidato ad un intervento in regime di DS, l’invio diretto all’ambulatorio dedicato, tramite contatto telefonico del MMG, senza effettuare la visita chirurgica ambulatoriale; la prima visita e la medicazione dopo la dimissione, tradizionalmente eseguita dal reparto, è stata affidata allo stesso MMG. Il risultato di questo progetto è stato di evitare, per ciascun utente che ha subito un intervento di DS, due accessi ospedalieri. ■ Accordo (maggio 2006) con gli Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI), che prevede: - sistemi di overbooking, per ridurre gli effetti delle mancate presentazioni sulle liste di attesa: in caso di assenze non programmabili dello Specialista sono inoltre previste possibili modalità di recupero parziale degli Utenti tramite inserimento in overbooking e/o prolungamento dell’orario d’accesso; - un sistema più flessibile di pianificazione delle ferie, finalizzato a permettere una programmazione più prolungata delle agende e a superare il fenomeno delle liste chiuse; - un orientamento dell’offerta verso le prime visite rispetto ai controlli, al fine di migliorare l’appropriatezza prescrittiva, soprattutto nelle specialità maggiormente critiche per DGRV n. 3535 del 12.11.2004, n. 2066 del 27.06.2006 e n. 600 del 13.03.2007. Deliberazione del DG n. 835 del 29.06.2007. In data 03.08.2005: www.ulss.tv.it/varie/regolamentoLiberaProfessione 5.4 Gestione delle liste d’attesa 160 161 162 131 tempi di attesa (cardiologia, endocrinologia, ortopedia, reumatologia, ecc). - inizio dell’informatizzazione degli ambulatori, che porterà, al termine dell’anno 2007 a: prenotazione diretta dei controlli programmati da parte di alcuni specialisti; incontri per la programmazione della cartella clinica informatica per specialità. ■ Accordo con i MMG: è stata completata la procedura di presa in carico dei diabetici tipo 2 da parte di un gruppo di MMG, dei diabetologi ospedalieri, della Direzione di Ospedale e dei Distretti; il progetto diverrà operativo e verrà applicato da tutti i MMG nel corso del 2007. ■ Accordo con i PLS: prosegue il progetto di “continuità assistenziale diurna”, con la possibilità, da parte dell’utenza, di contattare telefonicamente il proprio pediatra dalle ore 8 alle 20 di tutti i giorni feriali. ■ Programmazione aziendale e discussione budget: dal 2006 è stato attivato, presso tutte le UO dell’Azienda il percorso di budget, con la definizione di obiettivi anche nei seguenti ambiti: “Ottimizzazione dell’uso delle risorse”, “Appropriatezza della domanda”, “Riduzione del rischio clinico”. A tali obiettivi sono stati agganciati la retribuzione di risultato per i Dirigenti e la valutazione periodica dei responsabili di struttura. ■ Sono stati attivati i percorsi di prioritarizzazione per l’ecodoppler dei tronchi sovraaortici, l’ecografia addominale, la Risonanza Magnetica Nucleare e l’endoscopia digestiva (gastro e colonscopie). ■ Il percorso di prioritarizzazione per gli interventi di DS (per i PO di Treviso e Oderzo) e Ortopedia (per il PO di Oderzo) si è sviluppato attraverso la definizione e la condivisione di criteri per l’attribuzione della classe di priorità per gli interventi di più frequente esecuzione. Per gli interventi di cataratta il percorso ha visto la condivisione fra oculisti ospedalieri e specialisti ambulatoriali dei criteri di attribuzione delle priorità: è stata attivata la valutazione dell’applicazione dei percorsi di prioritarizzazione introdotti nel 2005. I dati finora raccolti evidenziano come più del 60% dei MMG utilizzano correttamente tale strumento, con risultati percepibili sui tempi d’attesa. La necessità di ottemperare alla normativa regionale163 ha successivamente richiesto l’attribuzione della classe di priorità a tutti gli interventi eseguiti in ricovero programmato ■ Nel corso del 2006, per i ricoveri programmati eseguiti presso le UO del PO di Treviso e Oderzo si è dato adempimento a quanto disposto dal decreto regionale n. 32/2005 circa l’inserimento sulla scheda di dimissione ospedaliera delle informazioni “data di prenotazione” e “classe di priorità”164. Questo ha comportato l’adeguamento del verbale di accettazione, la revisione della procedura informatica di accettazione del paziente e registrazione della scheda di dimissione ospedaliera e l’informazione-formazione dei professionisti coinvolti. Il percorso di prioritarizzazione ha coinvolto, come prima ricordato, le prestazioni erogate in regime di DS presso i PO di Treviso e di Oderzo, gli interventi di chirurgia ortopedica eseguiti presso il PO di Oderzo e gli interventi di cataratta eseguiti presso il PO di Treviso. C. Azioni sull’offerta: L’ospedale gode ancora di una posizione centrale nel sistema dell’offerta sanitaria nella nostra Azienda, ma è in atto la tendenza a mantenere in ospedale le prestazioni di una certa complessità demandando a livello territoriale le prestazioni 132 5. BILANCIO DELLE ATTIVITà E DEI SERVIZI 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana diagnostiche e terapeutiche che vi possono essere eseguite secondo criteri di efficacia e di sicurezza. L’Azienda si è impegnata ad acquistare prestazioni aggiuntive dai propri medici dipendenti con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa delle prestazioni a maggiore rischio di allungamento e di maggiore impatto sulla popolazione residente. Nel 2004 sono stati acquistati pacchetti di prestazioni aggiuntive nelle aree di maggiore criticità: radiologia, anestesia, gastroenterologia, ecografia, risonanza magnetica nucleare (RMN), cardiochirurgia. Successivamente sono state acquistate prestazioni ambulatoriali aggiuntive di radiologia, anestesia, gastroenterologia, ecografia, RMN, cardiochirurgia, radioterapia, ginecologia e ortopedia. ■ Sono stati confermati gli accordi aziendali con gli erogatori privati pre-accreditati per l’acquisto di prestazioni “extra-budget” per gli anni 2005 e 2006, per le prestazioni di diabetologia (visite, esami strumentali) e per le prestazioni urologiche. ■ Le attività di sospensione e apertura delle prenotazioni di un servizio sono regolamentate: si è disposto affinché le liste siano sempre aperte, dal 01.06.2004 è attivo il CUP dell’Azienda Ulss 9165. Il 25.09.2006 è stato attivato il nuovo call-center aziendale per la prenotazione telefonica delle prestazioni, risolvendo definitivamente le problematiche di accesso telefonico da parte dell’utenza. In particolare, il rinnovamento del call center ha consentito di: unificare modalità e procedure di prenotazione tra le sedi di Oderzo e Treviso; unificare i numeri di telefono a cui gli utenti possono rivolgersi; aumentare il numero di postazioni tramite il decentramento degli operatori telefonici (cosiddette postazioni remote); ridurre i tempi di operatività degli sportellisti; garantire, all’utente/cliente, di entrare sempre in contatto con un operatore, a meno che non scelga di abbandonare spontaneamente. Ciò è possibile attraverso l’utilizzo dell’opzione di “richiamata”, in automatico, che si attiva dopo un periodo predefinito di attesa in linea: in particolare 120 secondi (Prenotazione di prestazioni istituzionali), 90 secondi (Prenotazioni di prestazioni in Libera Professione), 20 secondi (annullamento della chiamata), durante i quali, comunque, l’utente non viene “trascurato” ma ascolta messaggi e/o informazioni e/o musica; differenziare il sistema di prenotazione tra l’attività istituzionale e quella libero professionale. In tal senso è stato predisposto un nuovo numero di telefono per le prenotazioni e le disdette delle prestazioni erogate in regime di libera professione (0422 328400), mentre rimane invariato quello per il SSN e per la Commissione medica patenti (0422 322693). Dal 10.10.2006 è stato attivato il nuovo sistema eliminacode presso la sala di attesa della sede CUP di Ca’ Foncello, identico a quello già installato presso la sede CUP di Borgo Cavalli e presso i locali dedicati all’accesso diretto alle analisi di Oderzo. Con questo sistema è stato possibile ottimizzare il flusso degli utenti che accedono alla sala di attesa del CUP, riducendo i disagi per l’utenza, e proseguire nella politica di unificazione, anche a livello di apparecchiature, dei centri di prelievo. ■ CUP Provinciale: per la descrizione dell’iniziativa si rimanda al Focus allegato “Progetti ICT e Telemedicina”. DGRV n. 32 del 19.12.2005. DGRV n. 32 del 19.12.2005 e DGRV n. 2066/2006. Deliberazione del DG n. 576 del 22.04.2004. 163 164 165 133 6. SOSTENIBILITà ECONOMICA, FINANZIARIA, PATRIMONIALE 135 6.1Aspetto economico della gestione: ricavi e costi 144 6.2Patrimonio aziendale: attività e passività 151 6.3 Finanziamenti in conto capitale 152 6.4 Investimenti in tecnologie e infrastrutture 154 6.5 Gestione del capitale immobiliare 156 6.6 Valorizzazione del patrimonio artistico e culturale 134 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana L’Azienda Ulss 9 eroga in modo diretto e indiretto prestazioni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale che riguardano gli ambiti di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. A questo scopo, acquista beni e servizi che organizza e utilizza nel processo produttivo. Al pari delle aziende che operano in altri settori, è importante considerare la gestione dell’attività dal punto di vista economico, inteso quale confronto fra costi sostenuti e ricavi realizzati in un dato periodo temporale, corrispondente all’anno solare, che dà luogo al risultato economico di esercizio. In senso economico, il costo rappresenta l’utilizzo o consumo di un fattore produttivo (es. beni sanitari, personale, energia, ecc.) ed il ricavo rappresenta la valorizzazione del servizio che viene erogato all’utente (es. prestazioni ospedaliere, analisi, cure, ecc.), espressi in valori monetari per renderli omogenei e consentire comparazioni nel tempo. 6.1 Aspetto economico della gestione: ricavi e costi Le risorse afferenti l’area sanitaria, finalizzate a garantire le prestazioni rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) previsti dalla Regione Veneto, sono costituite per la maggior parte dalla quota derivante dalla ripartizione del Fondo Sanitario Regionale. La tabella seguente riporta l’andamento e la composizione per LEA della quota di Fondo Sanitario Regionale assegnata all’Azienda Ulss 9 negli anni 2003-2007. Livello di assitenza Assistenza collettiva preventiva ambienti di vita e di lavoro Assistenza sanitaria collettiva distrettuale 2003* 22.533.000 5,0% 2004* 23.498.000 5,0% 2005* 25.524.000 4,9% 2006* 27.811.000 5,2% 2007* Variazione 2007/2003 29.408.000 5,2% 30,51% 209.682.000 223.698.000 247.717.000 260.068.000 284.611.000 46,8% 47,9% 48,0% 48,5% 50,5% 35,73% Assistenza di base (medicina di base, assistenza distrettuale e territoriale altra assistenza) 68.303.000 70.312.000 82.032.000 82.836.000 97.768.000 43,14% Assistenza farmaceutica 61.806.000 61.745.000 70.481.000 70.481.000 74.604.000 20,71% Assistenza specialistica 41.284.000 43.963.000 54.968.000 54.968.000 60.080.000 45,53% 38.289.000 47.678.000 40.236.000 51.783.000 Altra assistenza territoriale Assistenza sanitaria ospedaliera 52.159.000 36,22% 215.778.000 219.370.000 242.864.500 248.702.000 249.207.000 48,2% 47,0% 47,1% 46,3% 44,2% 15,49% Totale 447.993.000 466.566.000 516.105.500 536.581.000 563.226.000 25,72% Quota pro-capite media 1.191 1.215 1.320 1.353 1.420 19,23% * nelle colonne viene riportato il valore assoluto del finanziamento in € e la percentuale sul totale del finanziamento Si nota come, in linea con gli indirizzi nazionali e regionali di spostamento delle attività dall’Ospedale al Territorio, sia progressivamente aumentata la quota assegnata per l’Assistenza sanitaria territoriale (+ 3,7% dal 2003 al 2007), mentre si è andata riducendo quella per l’Assistenza ospedaliera (- 4% dal 2003 al 2007). 135 Si è assistito ad un incremento della quota procapite assegnata all’Azienda Ulss 9 (+ 19,23% dal 2003 al 2007), comunque inferiore del 2,22% all’incremento medio regionale della quota procapite (+ 21,44% dal 2003 al 2007). Le Leggi statali e regionali, nel disporre la disciplina per la gestione economico-finanziaria e patrimoniale delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere secondo i principi del codice civile, prescrivono la compilazione del conto economico nel quale evidenziare gli elementi positivi (ricavi) e negativi (costi) che incidono sul risultato economico di esercizio. Le voci di ricavo e di costo individuate dalla Regione Veneto vengono di seguito descritte negli aggregati principali, maggiormente significativi ai fini espositivi. RICAVI (componenti positive) I contributi in conto esercizio: rappresentati dalla quota del Fondo Sanitario Regionale per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie garantite dai LEA, dalle elargizioni dei Comuni per le prestazioni sociali delegate dagli stessi alle Aziende Sanitarie, dagli apporti di altri soggetti pubblici e privati, tutti finalizzati alla copertura dei costi di esercizio per l’attività tipica dell’Azienda COSTI (componenti negative) Acquisto di beni: sia di natura sanitaria (prodotti farmaceutici, emoderivati, vaccini, diagnostici, presidi chirurgici, ecc.) che non sanitaria (alimentari, cancelleria, materiali per manutenzioni, ecc.) Mobilità passiva: derivanti dalle prestazioni sanitarie richieste dai propri residenti ed erogate da altre Aziende sanitarie intra ed extra Regione Mobilità attiva: ricavi derivanti dalle prestazioni sanitarie effettuate a pazienti di altre Aziende Sanitarie intra ed extra Regione Acquisto di servizi sanitari e socio sanitari: da soggetti/strutture private sanitarie (accreditate e convenzionate) o da soggetti pubblici, necessari alla produzione ed erogazione di prestazioni sanitarie (esempio: medici di base, assistenza farmaceutica, specialistica, a favore di anziani, disabili etc.) Prestazioni sanitarie e socio-sanitarie: Acquisto di servizi non sanitari: raggruppano i ricavi derivanti da specifiche prestazioni acquisto di servizi di carattere non sanitario, in genere richieste dagli utenti, da altre aziende sanitarie, da appaltati a terzi, quali lavanderia, pulizia, mensa, strutture sanitarie private (esempio prestazioni del riscaldamento, manutenzioni, vigilanza, utenze, ecc. dipartimento di prevenzione, consulenze e servizi ad altre aziende sanitarie, prestazioni libero professionali) Godimento beni di terzi: fitti, noleggi e canoni di beni da destinare all’esercizio delle attività aziendali Ticket: ricavi originati dalla quota di compartecipazione stabilita dalla vigente normativa a carico dell’utente Altri proventi non sanitari: originati dalla gestione del patrimonio non strumentale per l’attività dell’azienda sanitaria, dalle diverse modalità di recupero di costi sostenuti per conto di terzi, dai proventi conseguenti ad attività/servizi non sanitari, dai ricavi relativi a fatti accaduti negli esercizi precedenti Proventi finanziari: interessi attivi e altri ricavi generati dalla gestione finanziaria dell’azienda Personale: oneri retributivi e contributivi del personale dipendente a tempo determinato e indeterminato Oneri diversi di gestione: riferiti ai compensi agli organi direttivi e di controllo ed ai costi amministrativi, le imposte, le tasse ed i tributi ed i costi sempre della gestione ordinaria ma relativi a esercizi precedenti Ammortamenti: per quote determinate che esprimono il contributo dei cespiti al processo produttivo Variazione delle rimanenze: quale componente a rettifica o ad integrazione dei costi di esercizio connesse alle rimanenze di beni sanitari e non sanitari 136 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana RICAVI (componenti positive) Proventi straordinari: ricavi la cui fonte è estranea all’attività ordinaria svolta dall’Azienda sanitaria per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali COSTI (componenti negative) Accantonamenti: quote di costo contabilizzate nel conto economico necessarie a coprire oneri, spese e perdite connesse a fatti aziendali di natura determinata e accaduti nell’esercizio, per i quali la relativa manifestazione finanziaria, ancorché di ammontare indeterminato, si concretizzerà certamente (oneri) o probabilmente (rischi) negli esercizi futuri Plusvalenze da cessione beni immobilizzati: Oneri finanziari: differenza positiva tra valore di vendita e valore interessi passivi e altri costi generati dalla gestione contabile, al netto del fondo ammortamento, di un finanziaria dell’azienda bene durevole (es. fabbricato, attrezzatura sanitaria, automezzi) Oneri straordinari: costi la cui fonte è estranea all’attività ordinaria svolta dall’Azienda sanitaria per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali Minusvalenze da cessione beni immobilizzati: differenza negativa tra valore di vendita e valore contabile al netto del fondo ammortamento di un bene durevole (es. fabbricato, attrezzatura sanitaria, automezzo). Sulla base delle categorie di ricavo e costo dello schema di conto economico adottato dalla Regione Veneto, viene riportata la gestione economica del quinquennio 2003 – 2007 utilizzando una configurazione a valore aggiunto che, mediante una riclassificazione delle voci, evidenzia i risultati intermedi e il risultato netto di esercizio. Conto economico (area sanitaria e sociale) Contributi in conto esercizio Mobilità attiva Ricavi per prestazioni sanitarie e socio sanitarie Ticket Altri proventi non sanitari A) Valore della Produzione Acquisti di beni Mobilità passiva Acquisti di servizi sanitari e socio sanitari Acquisti di servizi non sanitari Manutenzioni Godimento di beni di terzi Oneri diversi di gestione Variazione delle rimanenze B) Costi della Produzione C=A-B Valore aggiunto Personale Compenso agli organi direttivi D) costi operativi interni E=C-D Margine operativo lordo Ammortamenti e svalutazioni Accantonamenti dell’esercizio 2003 (consuntivo) 2004 (consuntivo) 2005 (consuntivo) 2006 (consuntivo) 2007 (preventivo*) 465.839.240 69.480.946 11.978.603 485.235.132 72.949.716 13.334.602 536.389.503 80.267.649 13.618.040 555.984.508 85.479.338 12.876.831 593.291.041 84.950.159 15.767.075 10.707.175 5.631.594 563.637.558 51.383.956 49.665.119 220.574.124 10.268.794 14.013.565 595.801.809 57.745.729 54.381.526 245.166.125 10.492.592 7.621.597 648.389.381 60.442.700 58.837.054 270.541.100 10.655.599 6.847.334 671.843.610 62.919.561 57.836.497 292.313.876 10.709.856 5.678.153 710.396.284 73.978.718 57.354.407 318.347.753 37.800.195 8.371.671 3.986.881 5.392.571 395.486 377.570.003 186.067.555 160.678.687 672.703 161.351.390 24.716.165 40.613.501 10.095.638 4.023.147 5.492.353 - 3.657.739 413.860.280 181.941.529 173.275.809 735.291 174.011.100 7.930.429 43.902.660 9.759.133 2.852.464 10.456.963 - 210.029 456.582.045 191.807.336 190.866.183 774.577 191.640.760 166.576 47.780.386 10.641.010 2.781.677 7.086.664 - 22.370 481.337.301 190.506.309 190.279.649 801.676 191.081.325 - 575.016 48.731.784 12.796.000 2.634.899 973.544 0 514.817.105 195.579.179 188.528.705 725.000 189.253.705 6.325.474 14.152.855 1.154.855 15.411.930 150.000 16.505.822 875.017 16.596.050 1.025.307 17.920.000 2.231.851 137 Conto economico (area sanitaria e sociale) F) costi strutturali interni G=E-F reddito operativo Proventi finanziari Oneri finanziari (-) Rivalutazioni finanziarie Svalutazioni finanziarie (-) H) saldo proventi e oneri finanziari I=G-H risultato ordinario Proventi straordinari Oneri straordinari Plusvalenze da cessione beni immobilizzati Minusvalenze da cessione beni immobilizzati L) saldo proventi e oneri straordinari M=I-L risultato lordo N) imposte e tasse dell’esercizio O=M-N RISULTATO NETTO D’ESERCIZIO 2003 (consuntivo) 2004 (consuntivo) 2005 (consuntivo) 2006 (consuntivo) 2007 (preventivo*) 15.307.710 9.408.455 0 78.046 11.074 193.155 - 260.127 15.561.930 -7.631.501 38.236 61.088 0 559.717 - 582.569 17.380.839 -17.214.263 24.888 94.972 266.867 376.076 - 179.293 17.621.357 -18.196.373 80.023 45.114 0 0 34.909 20.151.851 -13.826.377 0 0 0 0 0 9.148.328 268.695 1.881.724 5.619.111 -8.214.070 0 185.380 1.418.741 -17.393.556 0 13.632 8.830.624 -18.161.464 0 38.927 1.074.095 -13.826.377 0 0 3.300.000 82.339 85.053 122.369 135.204 0 3.923.743 1.148.308 8.694.623 899.964 3.300.000 13.072.071 12.172.625 -7.065.762 13.568.250 -8.698.933 13.900.825 -17.261.500 14.126.919 -10.526.377 13.923.345 899.446 -20.634.012 -22.599.758 -31.388.419 -24.449.722 * conto economico preventivo aggiornato al secondo trimestre 2007 Tale riclassificazione consiste in una riesposizione dei valori di conto economico diretta a trasformare una struttura mirata alla dimostrazione dei risultati (secondo lo schema del codice civile e della Regione) in una struttura finalizzata all’analisi, costruita per evidenziare delle grandezze reddituali. Lo schema di riclassificazione a valore aggiunto si propone di evidenziare la ricchezza prodotta e distribuita dall’Azienda Ulss 9 tra i vari conferenti di fattori produttivi: i dipendenti, sotto forma di salari, stipendi, contributi; lo Stato, sotto forma di imposte; i finanziatori, sotto forma di interessi; l’autofinanziamento, in forma di accantonamenti nei fondi ammortamento e negli altri fondi. Inoltre, ricavi e costi vengono distinti in ordinari e straordinari e, nell’ambito di quelli ordinari, tra componenti caratteristici e accessori a seconda delle diverse aree gestionali cui si riferiscono, allo scopo di misurare l’incidenza di ogni funzione aziendale. Vengono quindi a delinearsi: ■ l’area caratteristica o tipica cui sono riconducibili tutti quei valori economici collegati al campo di attività specifica o tipica dell’impresa e che sono ricorrenti nello svolgimento delle operazioni aziendali (gestione ordinaria); ■ l’area finanziaria che comprende i valori relativi al finanziamento della produzione; ■ l’area accessoria o extra-caratteristica che contiene tutti i costi e i ricavi relativi al settore non tipico della gestione (proventi e oneri legati a cespiti patrimoniali che generano redditi autonomi rispetto a quelli prodotti dalla gestione ordinaria); ■ l’area straordinaria che include i costi e i ricavi dipendenti da avvenimenti eccezionali, da fatti non ricorrenti verificatesi nelle altre aree gestionali 138 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana I risultati intermedi sono costituiti dal: ■ valore aggiunto, ricchezza concretamente prodotta dall’azienda nell’esercizio della sua attività tipica e/o caratteristica, quale differenza tra valore e costo della produzione; (il valore che un’azienda aggiunge, impiegando i fattori produttivi, al valore dei beni e servizi che acquista da altre aziende); ■ margine operativo lordo, ottenuto sottraendo dal risultato precedente il costo del personale e degli organi direttivi, esprime la capacità dell’azienda di produrre un autofinanziamento lordo; ■ reddito operativo, ottenuto deducendo dal margine operativo gli ammortamenti e gli accantonamenti e rappresenta in definitiva il risultato della gestione tipica dell’azienda, ossia la ricchezza generata e assorbita dalla sua specifica attività a prescindere dalla politica finanziaria e da eventi di natura straordinaria. Tale reddito è influenzato solo dai componenti di reddito inerenti all’attività tipica e ordinaria dell’azienda; ■ risultato ordinario, deriva dall’impatto del saldo delle componenti finanziarie originate dagli oneri finanziari relativi ai finanziamenti ottenuti e dai proventi finanziari relativi all’impiego delle disponibilità liquide (depositi bancari o altri investimenti temporanei di liquidità); ■ risultato lordo, esprime il valore economico prima delle imposte considerando l’apporto dei ricavi e costi di carattere straordinario, nel senso di non appartenenti alla gestione ordinaria, e da proventi e oneri legati ad eventi eccezionali, nonché delle plusvalenze e minusvalenze originate dalla cessione di immobilizzazioni; ■ risultato netto, risultato dell’esercizio sottratte le imposte. La composizione del valore della produzione negli anni considerati viene di seguito illustrata mediante un grafico a colonne. Composizione del valore della produzione Contributi in conto esercizio Prestazioni Sanitarie (compresa mobilità) Tickets Altri proventi 600 500 400 300 200 100 0 2003 2004 2005 2006 2007 139 I contributi in conto esercizio costituiscono la parte più rilevante del valore della produzione. Sono formati dai: ■ contributidella Regione relativi alla quota del Fondo Sanitario Regionale per assicurare le prestazioni ai cittadini secondo i livelli essenziali di assistenza e alla quota per il bilancio sociale; ■ contributidei Comuni prevalentemente per l’attività socio assistenziale delegata all’azienda socio-sanitaria; ■ contributierogati da altri soggetti pubblici e privati; L’andamento temporale dei contributi in conto esercizio, in valore assoluto e in percentuale d’incremento sull’anno precedente, viene descritto nella tabella sottostante: 2003 2004 2005 2006 2007 Contributi dalla Regione 457.000.414 475.174.762 3,98% 525.251.891 10,54% 544.334.130 3,63% 578.279.340 6,24% - Fondo Sanitario indistinto 447.993.000 466.566.000 4,15% 516.106.000 10,62% 536.581.000 3,97% 563.226.000 4,97% - Fondo Sanitario vincolato 5.365.830 4.328.901 -19,32% 5.120.920 18,30% 4.741.095 -7,42% 7.126.550,00 50,31% - Bilancio Sociale indistinto 1.494.711 1.494.711 0,00% 1.555.596 4,07% 1.445.264 -7,09% 1.445.624 0,02% - Bilancio Sociale vincolato 2.146.873 2.785.150 29,73% 2.469.375 -11,34% 1.566.771 -36,55% 6.481.166 313,66% Contributi da Comuni 8.579.465 9.642.937 12,40% 10.289.934 6,71% 10.743.226 4,41% 10.976.433 2,17% - indistinti 5.706.398 6.899.299 20,90% 7.612.102 10,33% 8.279.439 8,77% 8.320.369 0,49% - vincolati 2.873.067 2.743.638 -4,50% 2.677.832 -2,40% 2.463.787 -7,99% 2.656.064 7,80% 259.361 417.433 60,95% 847.678 103,07% 907.152 7,02% 4.035.268 344,83% 465.839.240 485.235.132 4,16% 536.389.503 10,54% 555.984.508 3,65% 593.291.041 6,71% Contributi da altri soggetti pubblici o privati Totale Altrettanto significativo è l’apporto fornito dalla mobilità attiva alla formazione del valore della produzione. Il confronto con la mobilità passiva determina un saldo costantemente positivo nel periodo considerato, confermando la capacità di attrarre utenti afferenti ad altre Aziende Sanitarie regionali ed extraregionali a dimostrazione della qualità delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie erogate dall’Azienda Ulss 9. Mobilità passiva Mobilità attiva 2007 2006 2005 2004 2003 0 140 . 20.000 40.000 60.000 80.000 Valori espressi in migliaia di euro, dati 2007 stimati 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 100.000 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Altra grandezza di notevole impatto sul risultato economico è costituita dal valore delle plusvalenze da cessione di beni immobilizzati, vale a dire la differenza positiva tra il prezzo di vendita di un bene immobile ed il suo valore iscritto nell’attivo dello stato patrimoniale dell’Azienda al netto del fondo ammortamento. Le plusvalenze realizzate nel periodo sono da attribuirsi prevalentemente alla vendita di terreni e fabbricati di cui l’Azienda Ulss 9 è divenuta proprietaria per effetto del trasferimento attuato dalla Regione, con una serie di deliberazioni dal 1994 al 1999, di tutti i beni che costituivano patrimonio dei Comuni con vincolo di destinazione alle disciolte Aziende Ulss 10 Treviso e 11 Oderzo. Plusvalenza fabbricati terreni altri beni totale 2003 2004 2005 2006 2007** 2.701.963* 671.291 8.039.338 982.524 - 2.899.382 734.650 655.066 86.051 3.300.000 18.403 12.800 136.220 5.520 - 5.619.748 1.418.741 8.830.624 1.074.095 3.300.000 * valore costituito dal conferimento dell’Ospedale di Motta di Livenza e delle attrezzature ivi contenute nella sperimentazione gestionale dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione ** dati preventivo Si precisa che l’alienazione di terreni e fabbricati disponibili, cioè non destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale, è sempre subordinata all’autorizzazione regionale alla vendita. Tali proventi, quindi, non sono generati dall’attività caratteristica dell’Azienda Ulss 9 ma costituiscono il risultato della politica aziendale che prevede il reperimento di risorse finanziarie da reinvestire anche attraverso la dismissione del proprio patrimonio, ossia con mezzi propri senza il ricorso a fonti di finanziamento esterne. Nella formazione del costo della produzione partecipano in modo importante le voci costituite dall’acquisto di beni, dagli acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari e dagli acquisti di servizi non sanitari. Gli acquisti di beni (in prevalenza sanitari), il cui valore si è mantenuto nel quinquennio attorno al 13% sul totale del costo della produzione, si caratterizzano per un aumento costante negli anni dovuto prevalentemente ad un maggior consumo di farmaci ad elevato costo (es. area oncoematologica, farmaci anti HIV), dall’aumento dei pazienti trattati (volume di attività) e all’aumentato costo di alcuni tipologie di prodotti a seguito dell’aggiudicazione di nuove gare appalto. Tale tipologia di acquisto è quella fino ad oggi maggiormente interessata agli acquisti centralizzati a livello regionale o provinciale al fine di realizzare efficienze ed economie negli approvvigionamenti. Gli acquisti di servizi sanitari e socio sanitari, in particolare da soggetti privati, influiscono per il 58-61% sul costo della produzione nel periodo considerato. Nella tabella sottostante viene illustrato l’andamento delle principali voci. 141 Acquisti di Servizi Sanitari e Socio-Sanitari (da soggetti prvati) Prestazioni di ricovero ordinario e diurno in strutture convenzionate e accreditate) Prestazioni di medicina di base (MMG, pediatri, continuità assistenziale) Prestazioni di assistenza farmaceutica (erogazione tramite farmacie) Prestazioni di assistenza specialistica (convenzionata interna e da strutture accreditate) Prestazioni di riabilitazione ex 26 L. 833/1978 Prestazioni e servizi a favore di soggetti affetti da disabilità fisica o psichiatrica, anziani, tossicodipendenti Prestazioni di assistenza protesica Prestazioni di Assistenza Integrativa Regionale 2003 2004 2005 2006 2007* 44.438.955 54.228.927 63.452.261 68.387.686 70.400.000 30.293.263 31.538.387 35.258.750 37.521.107 36.820.000 52.258.280 57.292.224 57.319.172 60.957.873 63.000.000 14.568.108 15.848.671 19.255.717 22.193.796 27.640.420 7.996.438 8.697.757 8.127.891 10.015.438 15.011.096 18.730.274 19.991.936 22.740.009 45.690.219 55.088.575 4.383.144 4.979.465 5.373.867 5.506.213 5.202.000 2.440.689 2.890.879 3.307.812 3.927.082 4.465.000 * dati di preventivo al 2° trimestre 2007 Lo sviluppo temporale di tali servizi risente di una molteplicità di fattori. A - I costi per le strutture preaccreditate sono influenzati dalla determinazione da parte della Regione di un tetto del volume di attività a loro disposizione e dal meccanismo della regressione tariffaria che consente di superare tale limite riducendo però progressivamente il corrispettivo loro dovuto fino all’azzeramento oltre una certa soglia. Va precisato che dall’esercizio 2004 ha preso avvio la sperimentazione gestionale dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza (Spa controllata dall’Azienda Ulss 9) che, nascendo come struttura preaccreditata, sconta il meccanismo suddetto per l’attività di ricovero e specialistica. Per converso si è ottenuta la riduzione dei costi legati alla gestione dell’Ospedale di Motta, non più a carico di questa Azienda, ed un progressivo aumento della mobilità attiva, intra ed extraregionale, data la collocazione geografica della struttura stessa. B - I costi della medicina di base e dell’assistenza specialistica interna scontano gli effetti economici conseguenti all’applicazione nel 2005 dei rinnovi contrattuali a seguito dell’Accordo Collettivo Nazionale 2001-2005 (pari a € 7.389.526 di oneri complessivi nel 2005). Connessi ai rinnovi contrattuali sono gli accantonamenti previsti dalla Legge 248/2005, pari a € 707.427 per l’anno 2006 e a € 1.539.693 per il 2007. C - La spesa farmaceutica mostra un incremento nel 2004, conseguenza del generalizzato aumento del prezzo dei farmaci di classe C, dell’allargamento delle fasce dell’esenzione Indice di Situazione Economica Equivalente (ISEE) e manifesta un ulteriore incremento nel 2006 a ragione della scadenza di alcuni farmaci, dell’aumento del numero delle prescrizioni nonché della decadenza dello sconto del 4,12% (verso la fine del 2005). L’incremento nel tempo risulta contenuto dall’attività di distribuzione diretta dei farmaci, per cui il paziente dimesso può ricorrere alla farmacia ospedaliera in luogo di quelle convenzionate territoriali, consentendo al Servizio Sanitario Nazionale di realizzare un notevole risparmio e che, per quanto riguarda l’Azienda Ulss 9, è andato via via aumentando fino a stabilizzarsi negli ultimi esercizi 2005-2006. 142 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana D - Le prestazioni a favore di soggetti affetti da disabilità, di anziani e tossicodipendenti hanno risentito dell’aumento delle rette nonché del riconoscimento di nuove quote aventi rilievo sanitario e le prestazioni di riabilitazione e di assistenza protesica di una accresciuta domanda da parte degli assistiti. E - Per l’assistenza integrativa regionale, l’incremento negli anni più recenti è da attribuire essenzialmente all’aumento del numero di pazienti con richieste di prodotti dietetici, all’aumento dei pazienti diabetici e dei prezzi di listino. Gli acquisti di servizi non sanitari, comprensivi delle manutenzioni, si mantengono attorno al 12% del costo di produzione. Il loro sviluppo nel periodo è dovuto al concorso di più elementi tra i quali l’aumento dei corrispettivi dei servizi appaltati a causa dell’inflazione, l’avvio del nuovo appalto per la lavanderia nel 2004 con l’estensione dei contenuti contrattuali, entrato poi a regime negli anni successivi, il maggior consumo di utenze (energia elettrica, telefono, ecc.) legato all’accresciuto numero di linee trasmissione dati negli ospedali e nel territorio e alla maggior potenza richiesta a fronte dell’aumentata tecnologia all’interno dei PO. I costi relativi al “Personale” presentano un trend nel periodo in considerazione in cui spiccano gli esercizi 2004 e 2005 per un evidente incremento dovuto agli effetti dei rinnovi dei contratti per il comparto e la dirigenza, previsti dai CCNL relativi a bienni 2002-2003 e 2004-2005, con un impatto di € 16.202.597 nel 2004 e di € 23.693.652 nel 2005. Altri costi collegati agli oneri per rinnovi contrattuali del Personale sono gli accantonamenti a tale scopo previsti dalla L. 248/2005, la cui incidenza è di € 2.189.771 per il 2006 e € 7.331.418 per il 2007. L’andamento del costo del personale per l’Azienda viene illustrato nel grafico seguente: Costo del personale 200.000 190.866 188.529 190.280 180.000 173.276 150.000 140.000 160.679 2003 2004 2005 2006 2007 valori espressi in migliaia di euro; dati da preventivo per il 2007 I costi descritti in precedenza dipendono da variabili esogene, quali normative regionali (limiti ai volumi di attività delle strutture accreditate) o statali (Contratti collettivi Nazionali di Lavoro, L. 248/2005), non direttamente gestibili dall’Azienda Ulss 9 e tali da incidere fortemente sul risultato finale. Tuttavia, pur dovendo sopportare i loro effetti, la gestione economica dell’Azienda Ulss 9 nel periodo si è sempre caratterizzata per l’efficiente utilizzo 143 delle risorse e per la ricerca di azioni dirette a contenere la crescita dei costi (tra le quali si ricordano l’adesione a gare centralizzate a livello regionale, area vasta o provinciali, il potenziamento della distribuzione diretta di farmaci, l’avvio della sperimentazione gestionale dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza). Se ora si analizza come sono state impiegate le risorse per erogare i livelli di assistenza il prospetto sottostante dà una rappresentazione sintetica dell’andamento dei costi della produzione riclassificati secondo il modello LA: Livello di assistenza Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro Assistenza distrettuale: Assitenza di base Assistenza farmaceutica Assistenza specialistica Assistenza residenziale e semiresidenziale Altra assitenza distrettuale Assistenza ospedaliera Totale 2003 2004* 2005 2006 13.582.026 2,45% 16.523.863 2,74% 17.499.727 2,63% 17.594.584 2,55% variazione 2006/2003 29,54% - 259.200.753 46,68% 30.233.608 5,44% 60.626.553 10,92% 74.497.981 13,42% 47.119.331 8,49% 46.723.279 8,41% 282.514.232 50,88% 555.297.011 253.566.092 42,04% 35.390.926 5,87% 65.958.629 10,94% 51.344.109 8,51% 58.223.613 9,65% 42.648.814 7,07% 333.017.748 55,22% 603.107.702 319.082.863 48,01% 40.889.410 6,15% 66.820.396 10,05% 98.843.530 14,87% 64.448.599 9,70% 48.080.928 7,23% 328.093.441 49,36% 664.676.030 329.998.968 47,85% 38.871.520 5,64% 70.026.576 10,15% 105.325.161 15,27% 57.105.651 8,28% 58.670.060 8,51% 342.067.329 49,60% 689.660.880 27,31% 28,57% 15,50% 41,38% 21,19% 25,57% 21,08% 24,20% * Si specifica che a partire dall’anno 2004 sono stati modificati i criteri di ripartizione dei costi indiretti per livelli di assistenza I costi complessivi della produzione sono aumentati negli anni del 24%, ma l’incremento del costo relativo alla spesa per assistenza ospedaliera risulta più contenuto, pari al 21%. Anche la composizione percentuale dei costi, pur non subendo sostanziali variazioni nel tempo (come viene evidenziato dai prospetti), dà dimostrazione del raggiungimento degli obiettivi aziendali di rafforzare le attività di prevenzione e le cure primarie, nonché di migliorare l’appropriatezza delle prestazioni erogate tese a ridurre i costi correlati all’assistenza ospedaliera. 6.2 Patrimonio aziendale: attività e passività 144 La situazione patrimoniale dell’Azienda Ulss 9 viene rappresentata nel suo insieme nello Stato Patrimoniale, documento nel quale vengono evidenziate le attività (impieghi), le passività e il patrimonio netto (fonti) esistenti in un determinato momento, di norma fatto corrispondere al 31 dicembre dell’anno, in base alle voci patrimoniali determinate dalla Regione. Per il quinquennio 2003-2007 viene riportato lo stato patrimoniale dell’Azienda classificato secondo i requisiti di liquidità delle poste attive e di esigibilità delle poste passive, esposte in ordine decrescente in base alla loro attitudine a trasformarsi rispettivamente in entrate o uscite di cassa. Ciò comporta la distinzione tra attività e passività “a breve” dette anche correnti (entro l’anno) e quelle invece a “medio e lungo termine” dette immobilizzate o non correnti (oltre l’anno), assumendo per convenzione quale regola generale la durata annua del periodo amministrativo. 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana 2003 2004 2005 2006 2007 (stima) DISPONIBILITÀ LIQUIDE Denaro e valori in cassa Depositi bancari Depositi di tesoreria Depositi postali TOTALE DISPONIBILITÀ LIQUIDE 90.980,00 100.658,00 58.042,00 132.339,75 58.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 47.496.499,00 36.249.442,00 49.926.648,00 36.225.618,75 49.927.000,00 314.118,00 267.619,00 281.739,00 257.242,26 282.000,00 47.901.597,00 36.617.719,00 50.266.429,00 36.615.200,76 50.267.000,00 ATTIVITÀ FINANZIARIE Partecipazioni 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Altri titoli 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 TOTALE ATTIVITÀ FINANZIARIE 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6.304.840,00 6.340.338,07 6.498.000,00 RIMANENZE Rimanenze di beni sanitari Rimanenze di beni non sanitari TOTALE RIMANENZE 2.586.867,00 6.323.330,00 541.153,00 462.428,00 690.947,00 677.819,45 635.000,00 3.128.020,00 6.785.758,00 6.995.787,00 7.018.157,52 7.133.000,00 CREDITI Crediti verso Regione 71.855.803,00 60.855.956,00 69.984.067,00 94.440.505,44 69.984.000,00 Crediti verso Comuni 4.686.672,00 2.974.551,00 3.879.032,00 1.826.824,38 3.879.000,00 Crediti verso Aziende socio-sanit. ed osped. della Regione 1.437.018,00 2.922.728,00 3.657.050,00 3.860.554,59 3.657.000,00 Crediti verso Aziende socio-sanit. ed osped. extra Regione 107.518,00 259.816,00 471.219,00 499.598,93 471.000,00 Crediti verso Erario 285.435,00 974.978,00 988.758,00 1.004.368,22 989.000,00 18.840.514,00 22.857.263,00 25.168.929,00 19.191.333,02 25.169.000,00 0,00 0,00 5.165,00 6.025,33 5.000,00 Altri crediti Ratei attivi (annuali) Risconti attivi (annuali) TOTALE CREDITI ATTIVO CIRCOLANTE O CORRENTE 883.538,00 1.094.727,00 186.675,00 204.020,93 187.000,00 98.096.498,00 91.940.019,00 104.340.895,00 121.033.230,84 104.341.000,00 149.126.115,00 135.343.496,00 161.603.111,00 164.666.589,12 161.741.000,00 IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI * Costi di impianto e di ampliamento 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Costi di ricerca e di sviluppo 0,00 0,00 509.086,00 591.030,13 509.000,00 2.053.137,00 2.681.700,00 2.508.148,00 2.812.040,67 2.380.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.752.027,00 2.371.851,00 3.117.733,00 2.162.882,84 3.918.000,00 Immobilizzazioni immateriali in corso e acconti 0,00 127.422,00 0,00 0,00 200.000,00 TOTALE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 3.805.164,00 5.180.973,00 6.134.967,00 5.565.953,64 7.007.000,00 Diritti di brevetto e di utilizz. delle opere dell’ingegno Concessioni, licenze, marchi e diritti simili Altre immobilizzazioni immateriali * al netto dei fondi ammortamento IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI * Terreni 3.030.085,00 3.007.547,00 3.308.337,00 3.259.302,11 3.150.000,00 Fabbricati 93.671.663,00 94.852.490,00 92.061.443,00 94.106.411,45 96.420.000,00 Impianti e macchinario 14.776.147,00 16.384.914,00 17.258.069,00 16.959.195,25 19.602.000,00 Attrezzature sanitarie 15.959.232,00 18.986.505,00 21.010.127,00 20.043.134,02 21.394.000,00 Mobili e arredi 2.453.555,00 2.332.303,00 2.037.459,00 1.761.273,17 2.011.000,00 Macchine d’ufficio 1.485.815,00 1.530.797,00 1.610.210,00 2.116.272,40 2.001.000,00 145 2003 Automezzi 2004 2005 2006 2007 492.061,00 590.595,00 399.658,00 331.349,21 753.000,00 Altri beni 2.169.150,00 2.157.228,00 2.236.808,00 2.571.678,24 5.880.000,00 Immobilizzazioni materiali in corso e acconti 2.912.168,00 568.168,00 851.446,00 2.298.173,95 900.000,00 136.949.876,00 140.410.547,00 140.773.557,00 143.446.789,80 152.111.000,00 TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI * al netto dei fondi ammortamento IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE Partecipazioni 8.712.142,00 6.598.425,00 6.498.347,00 6.503.632,51 6.498.000,00 Crediti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Altri titoli 0,00 4.132,00 0,00 0,00 0,00 8.712.142,00 6.602.557,00 6.498.347,00 6.503.632,51 6.498.000,00 TOTALE ATTIVO IMMOBILIZZATO 149.467.182,00 152.194.077,00 153.406.871,00 155.516.375,95 165.616.000,00 TOTALE ATTIVO 298.593.297,00 287.537.573,00 315.009.982,00 320.182.965,07 327.357.000,00 TOTALE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE DEBITI Mutui 747.993,00 402.125,00 15.098,00 0,00 0,00 Debiti verso Regione 6.330.293,00 4.360.334,00 3.607.485,00 3.350.128,71 3.607.000,00 Debiti verso Comuni 1.180.071,00 1.580.088,00 1.445.512,00 902.064,59 1.450.000,00 Debiti verso Aziende socio-sanit. ed osped. della Regione 2.123.812,00 3.956.328,00 1.714.996,00 3.850.317,69 1.715.000,00 Debiti verso Aziende socio-sanit. ed osped. extra Regione 69.679,00 65.285,00 100.040,00 102.751,88 100.000,00 85.555.967,00 99.073.114,00 108.597.184,00 132.220.036,26 133.443.000,00 4.880,00 0,00 5,00 0,00 0,00 8.997.034,00 9.877.913,00 11.744.519,00 12.182.151,06 15.551.000,00 Debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale 14.260.830,00 8.018.583,00 18.825.194,00 22.539.850,02 24.642.000,00 Debiti verso dipendenti 36.650.697,00 38.168.002,00 55.395.196,00 56.006.850,62 62.628.000,00 4.148.510,00 8.634.502,00 5.923.644,00 6.061.252,22 7.772.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Debiti verso fornitori Debiti verso Istituti bancari Debiti verso Erario Altri debiti Ratei passivi (annuali) Risconti passivi (annuali) 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 160.069.766,00 174.136.274,00 207.368.873,00 237.215.403,05 250.908.000,00 1.000.000,00 1.000.000,00 1.000.000,00 1.245.486,00 1.856.000,00 Fondo debiti in contestazione 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Altri fondi 0,00 0,00 0,00 707.427,00 2.287.000,00 TOTALE FONDI RISCHI ED ONERI 1.000.000,00 1.000.000,00 1.000.000,00 1.952.913,00 4.143.000,00 Fondo premio operosità SUMAI 1.409.303,00 1.378.962,00 2.074.630,00 1.754.785,09 2.860.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.409.303,00 1.378.962,00 2.074.630,00 1.754.785,09 2.860.000,00 125.460.856,00 109.032.425,41 106.566.737,00 TOTALE DEBITI O PASSIVO CORRENTE Fondo per imposte Fondi equivalenti TFR (trattamento di fine rapporto) TOTALE Fondo Operosità Medici SUMAI ed equivalenti TFR. PATRIMONIO NETTO Fondo di dotazione Riserve 130.694.982,00 59.855,00 961.367,00 1.614.359,00 1.615.857,22 2.214.000,00 899.446,00 -20.634.012,00 -22.508.736,00 -31.388.418,70 -39.334.737,00 TOTALE PATRIMONIO NETTO 136.114.228,00 111.022.337,00 104.475.457,00 79.259.863,93 69.446.000,00 TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVO 298.593.297,00 287.537.573,00 315.009.982,00 320.182.965,07 327.357.000,00 Risultati economici dell’esercizio 146 135.154.927,00 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana L’attivo circolante raggruppa le attività caratterizzate da una pronta liquidità (disponibilità liquide) e gli impieghi la cui realizzazione potrà avvenire entro l’anno, periodo di norma corrispondente al ciclo produttivo aziendale. Il peso relativo delle componenti tale grandezza trova evidenza nella tabella. Disponibilità liquide 2003 2004 2005 2006 2007 32% 27% 31% 22% 31% Rimanenze 2% 5% 4% 4% 4% Crediti 66% 68% 65% 74% 64% Attivo circolante 100% 100% 100% 100% 100% La cassa dell’Azienda, costituita dalle disponibilità liquide, presenta una dimensione importante in termini sia assoluti che relativi; si evidenzia, però, che la gestione da parte della Regione delle rimesse finanziarie in conto esercizio (di cui si è già parlato nell’aspetto economico della gestione), caratterizzata, negli ultimi anni, per esigenze di equilibrio finanziario complessivo, da erogazioni inferiori a quanto spettante all’Azienda e conguaglio finale annuale, ha indotto l’Amministrazione a gestire, diversamente da quanto fino ad ora successo, la dinamica dei flussi finanziari in modo da evitare il ricorso all’anticipazione di cassa (che comporta un aggravio per il conto economico dell’Azienda) rispettando al contempo i termini di pagamento con i fornitori. La voce Crediti dello Stato Patrimoniale risulta composta per la parte più rilevante da quelli esistenti nei confronti della Regione e dei Comuni e da quelli inclusi in “altri crediti”. I crediti verso la Regione rappresentano prevalentemente quanto ancora deve riscuotersi per i finanziamenti assegnati dall’Ente stesso all’Azienda per l’attività corrente e in conto capitale e per la mobilità attiva. I crediti verso i Comuni esprimono, per la maggiore, la quota da incassare dei finanziamenti per lo svolgimento dell’attività a carattere sociale delegata all’azienda sanitaria o per l’acquisto di sue prestazioni. L’entità dei crediti verso tali enti pubblici risente della situazione delle loro disponibilità monetarie e della gestione circa la loro erogazione, come detto sopra a proposito delle rimesse finanziarie in conto esercizio della Regione. Le posizioni creditorie comprese nella voce “altri crediti” sono costituite in prevalenza da crediti verso clienti pubblici e privati nei cui confronti sono state erogate le prestazioni caratteristiche dell’azienda sanitaria. Le immobilizzazioni immateriali sono composte dai diritti di brevetto e di utilizzazione delle opere dell’ingegno che costituiscono gli investimenti effettuati in software necessario per il funzionamento e la gestione dei servizi informativi aziendali La voce “altre immobilizzazioni immateriali” riguarda gli interventi su fabbricati di terzi, in prevalenza Comuni, concessi in uso all’Azienda Ulss 9 quali sedi per lo svolgimento o l’erogazione dei servizi sanitari o di carattere socio-sanitario (in maggior parte distretti, centri diurni). I costi di ricerca e sviluppo si riferiscono ad attività relative a progetti destinati alla ottimizzazione dei processi sanitari attraverso la telemedicina, la teleassistenza, nonché a studi, esperimenti, indagini e ricerche di utilità generica all’impresa o la cui applicazione consentirà la produzione di materiali, strumenti, prodotti, processi, sistemi o servizi nuovi o sostanzialmente migliorati. 147 Le immobilizzazioni materiali sono costituite dagli investimenti in beni strumentali allo svolgimento delle attività istituzionali e dagli investimenti non strumentali, distinti secondo le caratteristiche dei beni e la loro destinazione ed uso. I terreni ed i fabbricati di proprietà sono confluiti in Azienda all’atto della sua costituzione tramite assegnazione da parte della Regione del patrimonio degli enti locali con vincolo di destinazione all’attività sanitaria, la cui composizione è andata in seguito modificandosi per effetto di acquisizioni, ampliamenti e alienazioni. I fabbricati si distinguono a loro volta in “strumentali” e “non strumentali”; ciò in dipendenza della loro destinazione (diretta o indiretta) all’attività caratteristica propria dell’Azienda sanitaria e socio sanitaria oppure della loro connotazione quali investimenti patrimoniali. Per quanto riguarda i terreni sono prevalentemente di natura non strumentale. La dinamica delle immobilizzazioni materiali per valore iscritto nello stato patrimoniale viene di seguito illustrata: terreni 2003 acquisizioni 2005 2006 impianti attrezzature sanitarie mobili e arredi macchine d’ufficio automezzi altri beni 0 2.616.322 5.242.372 4.004.453 364.340 501.444 90.703 585.113 467.880 12.777.393 147.819 3.463.876 236.660 517.565 134.224 73.839 0 4.495.783 4.853.307 7.637.728 436.136 646.711 307.162 463.300 alienazioni 22.538 1.296.379 2.951 3.246.881 113.753 331.514 5.470 27.870 acquisizioni 377.552 3.081.634 4.557.664 6.724.381 238.040 744.825 24.552 636.004 alienazioni 30.576 1.808.471 253.075 3.816.030 106.218 298.941 0 203.035 0 6.109.658 3.716.688 3.553.255 268.900 1.228.626 95.739 943.328 53.601 652.992 37.033 2.952.760 9.901 346.174 87.089 5.918 alienazioni 2004 fabbricati acquisizioni acquisizioni alienazioni Nelle acquisizioni vengono considerate anche le manutenzioni straordinarie che rappresentano interventi aventi carattere incrementativo; nelle alienazioni sono compresi anche i fuori uso Tra le alienazioni di fabbricati merita di essere menzionata la vendita dell’ex ospedale psichiatrico di S. Artemio, avvenuta nel 2005, acquistato dall’ente Provincia di Treviso per complessivi € 9.023.138,00, che ha fornito risorse finanziarie destinate al programma di investimenti in strutture aziendali destinate alla pischiatria. Le immobilizzazioni finanziarie, costituiscono investimenti durevoli di natura finanziaria. Il totale delle immobilizzazioni può essere confrontato con il totale dell’attivo. Con questo rapporto si vuole esprimere l’indice di elasticità degli investimenti. Le immobilizzazioni (immateriali, materiali e finanziarie) costituiscono la metà circa dell’attivo patrimoniale. L’attivo è bilanciato tra attivo circolante e immobilizzazioni. Più tale indice si avvicina a 100, maggiore è la rigidità dell’attivo, dipendendo da attività immobilizzate e non velocemente monetizzabili. Indice di elasticità degli investimenti 148 2003 2004 2005 2006 50,06% 52,93% 48,70% 48,57% L’Azienda Ulss 9 detiene porzioni di capitale in forma di azioni o di quote (partecipazioni) in varie società e consorzi. Nel corso degli anni l’Azienda ha concretizzato la possibilità ammessa dal legislatore per gli enti pubblici, tra cui le Aziende Sanitarie, di gestire determinati servizi pubblici o di effettuare sperimentazioni gestionali mediante la costituzione di società per azioni o a responsabilità limitata a partecipazione mista pubblico-privata, al fine 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana di ottenere da questo coinvolgimento tra soggetti pubblici e privati un apporto qualificato in termini di efficienza, economicità ed efficacia della gestione dei servizi. Analogamente, partecipa ad alcuni consorzi, costituiti tra tutte o alcune aziende socio-sanitarie venete e altri enti pubblici, allo scopo di realizzare sinergie nonché di procurarsi determinati servizi a condizioni migliori. L’insieme delle partecipazioni è sintetizzato nel prospetto seguente: Società Quota Gestione Immobiliare Ca’ Foncello Spa Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione Spa S.I.S.T.E.R. Srl Villa Rieti Rota Srl Consorzio Consorzio Telemedicina Attività 100% Anno costituzione 1982. Gestione in affitto dei terreni e fabbricati rurali di proprietà dell’Azienda Ulss 9; esecuzione di tutte le attività tecnico/ amministrative necessarie ad una razionale ed efficace gestione sia dei fondi di proprietà aziendale che degli immobili strumentali e non strumentali dell’Azienda. 75% Anno costituzione 2003. L’ospedale accoglie in regime di ricovero ordinario o day hospital persone che necessitano di progetti riabilitativi individualizzati per disabilità complesse di varia origine. Scopo dei progetti riabilitativi è di assistere le persone con disabilità transitorie o permanenti aiutandole a raggiungere il massimo di autonomia, integrazione sociale e qualità di vita concessi dalla disabilità. Tali progetti riguardano le patologie disabilitanti di origine neurologica, ortopedica, cardiologia, pneumologica, angiologica. 51% Anno costituzione 2002. Fornitura di servizi di supporto amministrativo/ sanitario tra cui: attività organizzativa e amministrativa dell’assistenza protesica/integrativa agli invalidi civili, di guerra e di servizio, dell’assistenza agli stranieri e degli italiani all’estero; attività del centro unico prenotazioni e del centro ospedaliero prenotazioni; attività di supporto presso il poliambulatorio di Treviso/Mogliano Veneto, compreso il servizio della sala prelievi di Treviso, Motta di Livenza e Mogliano Veneto. 15% Anno costituzione 2002 e inizio partecipazione 2003. Erogazione di servizi di formazione e informazione e di prestazioni di servizi amministrativi, tecnici ed organizzativi a soggetti terzi, in particolare ad enti pubblici e privati, consorzi, associazioni e società. Anno costituzione 2005 Consorzio Energia 2005 Cuoa Sanità 2005 Consorzio Istituto Oncologico Veneto 2005 Attività Supporto alle strutture sanitarie e all’Amministrazione regionale per la diffusione della telemedicina, distribuzione di servizi ai consorziati quali attività di fund raising, trasferimento di know how, condivisione delle esperienze di telemedicina maturate. Consentire risparmi nell’acquisto di fonti energetiche. Assicurare a favore delle Aziende Ulss consociate, da sola o in collaborazione con altri soggetti, la progettazione e la gestione di piani di formazione e di qualificazione professionale del personale sociosanitario e amministrativo, dipendente e convenzionato, a costi inferiori rispetto alla concorrenza. Avanzare richiesta di riconoscimento di un Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto. Il Patrimonio netto rappresenta la differenza tra il valore attribuito alle poste attive e quello attribuito alle poste passive dello stato patrimoniale. Tale elemento esprime il valore dei mezzi propri dell’Azienda. Le parti ideali in cui viene distinto sono il Fondo di Dotazione, le riserve e il risultato economico dell’esercizio. ■ Il Fondo di Dotazione è costituito dal valore del complesso dei beni apportati in sede di costituzione dell’azienda socio sanitaria per effetto del trasferimento del patrimonio degli enti locali destinato all’attività sanitaria, dai contributi in conto capitale vincolati a investi- 149 menti e al ripiano delle perdite d’esercizio e dal riporto dei risultati di esercizio conseguiti negli anni. ■ Lavoce “Riserve” accoglie le donazioni ed i lasciti di immobilizzazioni ricevuti dall’Azienda da soggetti pubblici e privati, nonché i beni durevoli ceduti dalle ditte fornitrici a titolo gratuito166. L’incremento di tale parte ideale del patrimonio netto registrato negli anni 2004 e 2005 viene illustrato nella seguente tabella a seconda del bene oggetto di liberalità: natura categoria immobilizzazione lascito fabbricati non strumentali donazione donazione donazione mobili e arredi donazione macchine d’ufficio donazione altri beni 2004 2005 - 652.992 diritti di brevetto e di utilizzazione opere ingegno 177.200 - attrezzature sanitarie 702.901 - 1.474 - 4.270 - 15.667 - Gli atti di liberalità a favore dell’Azienda Ulss 9 sono stati e sono molteplici ed hanno il contenuto più vario: dalle donazioni di importi in denaro, considerati contributi in conto esercizio se non vincolati dal donatore all’acquisto di beni d’investimento, a beni durevoli semplici (per esempio coperte) fino a quelli dotati di tecnologia (per esempio computers, attrezzature scientifiche). Nell’ambito delle passività dello stato patrimoniale può essere interessante soffermarsi sui debiti verso i fornitori. Trattasi della posizione debitoria nei confronti di soggetti pubblici e privati in seguito all’acquisto di beni e servizi da utilizzare nel processo produttivo aziendale il cui pagamento non è ancora stato effettuato alla fine dell’anno. La situazione debitoria può essere confrontata con alcuni indici o quozienti di struttura patrimoniale finanziaria quali l’indice di liquidità e l’indice di disponibilità. L’indice di liquidità viene calcolato come rapporto tra le liquidità ed il passivo corrente. Le liquidità rappresentano gli impieghi monetizzabili nel breve periodo e sono determinate considerando le disponibilità liquide e i crediti mentre sono escluse le rimanenze. Le passività correnti formate solitamente dai debiti verso i fornitori e altri debiti scadenti entro l’anno. Tale indice esprime la capacità dell’Azienda Ulss 9 di far fronte ai debiti di funzionamento con i mezzi monetari generati dall’esercizio della sua attività caratteristica. Il valore di questo indice è migliore quanto più si avvicina all’unità. Un cittadino che intendesse donare beni (immobili, attrezzature, denaro etc) può comunicare la sua intenzione con lettera indirizzata alla Direzione Generale dell’Azienda Ulss 9 contenente una descrizione della donazione senza porre vincoli o condizioni di alcun genere. Beneficiario della donazione è l’Azienda Ulss 9 e non altri (singole persone). La Direzione si riserva di accettare o meno la donazione. Le somme di denaro dovrebbero essere possibilmente trasmesse dal donante tramite assegno circolare non trasferibile oppure tramite bonifico bancario presso il conto corrente della Tesoreria dell’Azienda Ulss 9, Veneto Banca ABI 05418, CAB.61821, CCB.095570232882, CIN M. 166 150 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Indice di liquidità 2003 2004 2005 2006 0,91 0,74 0,75 0,66 2003 2004 2005 2006 0,93 0,78 0,78 0,69 Indice di disponibilità L’indice di disponibilità confronta l’attivo corrente sul passivo corrente, come considerato dall’indice precedente. Le attività correnti includono anche le rimanenze di beni oltre le liquidità di cui sopra, che determina l’incremento del valore dell’indice rispetto a quello di liquidità. Il valore standard di riferimento viene posto a 2. Infine vengono prese in considerazione grandezze risultanti dalle riclassificazioni del conto economico e dello stato patrimoniale per la costruzione del cosiddetto indice di redditività. Questo indice rapporta il reddito operativo sul totale dell’attivo. Il significato che si attribuisce a tale indice è di esprimere il rendimento netto dell’investimento connesso con la gestione economica caratteristica o tipica, cioè il rendimento al netto di proventi oneri estranei alla gestione predetta, tra cui figurano gli oneri connessi alla gestione finanziaria. I valori negativi sono il riflesso dei risultati economici negativi conseguiti nei relativi anni. Indice di redditività 2003 2004 2005 2006 3,15% -2,65% -5,46% -5,68% Per lo svolgimento della sua attività, l’Azienda Ulss 9 beneficia anche di un insieme di finanziamenti di provenienza pubblica e privata che, in base alla loro destinazione, vengono distinti in contributi di parte corrente e contributi in conto capitale. Mentre i contributi di parte corrente sono costituiti dalle risorse ricevute per la copertura dei costi di esercizio, i contributi in conto capitale rappresentano risorse finanziarie erogate al fine di incrementare il capitale proprio dell’Azienda Ulss 9 mediante l’impiego vincolato nelle immobilizzazioni (ossia in quei beni il cui utilizzo non si esaurisce nel breve periodo ma si protrae nel tempo, per esempio i fabbricati, le attrezzature, i mobili e gli arredi, etc.) o a ricostituirlo a seguito delle diminuzioni subite per effetto di risultati di esercizio negativi. Nell’ambito dei contributi in conto capitale pubblici assumono un ruolo prevalente, per l’entità del finanziamento, quelli assegnati dalla Regione e dallo Stato. I finanziamenti in conto capitale finalizzati agli investimenti sono concessi a seguito dell’ammissione a finanziamento di taluni progetti di investimento in infrastrutture e tecnologie, per i quali è stata presentata domanda ai suddetti Enti, o perché rientranti in quanto viene previsto da leggi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico. 6.3 Finanziamenti in conto capitale 151 Tali finanziamenti erogati dalla Regione alle aziende sanitarie rappresentano aumenti di capitale con cui la Regione stessa partecipa alla crescita del patrimonio dell’azienda. Si tratta in altri termini di finanziamenti specifici con natura economica di mezzi propri dell’Azienda sanitaria vincolati all’impiego in immobilizzazioni, non comportando per tale natura né alcun obbligo di restituzione né il sostenimento di oneri finanziari. Questa caratteristica vale anche per i finanziamenti per investimenti ricevuti a tale titolo dallo Stato e da altri soggetti pubblici o privati. La seconda tipologia di finanziamento in conto capitale è data dai contributi per ripiano perdite, consistenti nell’erogazione da parte della Regione di risorse finanziarie destinate a ricapitalizzare il patrimonio netto ridotto per effetto del conseguimento di perdite di gestione, rappresentando in sostanza apporto di capitale proprio. L’insieme dei finanziamenti in conto capitale erogati dalla Regione viene sintetizzato in un prospetto che ne illustra per gli anni dal 2003 al 2006 l’importo acquisito, mentre nello stato patrimoniale vengono esposti gli importi progressivi. 2003 Contributi in conto capitale Contributi per ripiano perdite TOTALE 2004 2005 2006 75.000 1.537.643 296.313 1.692.982 36.432.549 545.448 13.838.384 4.801.545 36.507.549 2.083.091 14.134.697 6.494.527 L’entità dei contributi in conto capitale e per ripiano perdite dipendono dalle risorse a disposizione nel Bilancio della Regione e nel Bilancio dello Stato che possono variare nei diversi anni. I contributi in conto capitale, assieme alle risorse provenienti da disinvestimenti aziendali, vengono considerati ai fini della predisposizione del budget degli investimenti, nel quale vengono definite le fonti di finanziamento e gli investimenti da realizzare. Il budget degli investimenti rappresenta cioè lo strumento tecnico di pianificazione e programmazione dell’utilizzo di queste risorse per la realizzazione degli indirizzi di sviluppo in infrastrutture e tecnologie definiti dalla Direzione dell’azienda sanitaria. 6.4 Investimenti in tecnologie e infrastrutture 152 Il complesso dei beni durevoli, che hanno la caratteristica di partecipare a più processi produttivi (presidi ospedalieri, macchinari per radiografie ed ecografie, ambulanze) è rappresentato nello stato patrimoniale alla voce immobilizzazioni e può intendersi come l’insieme degli investimenti in tecnologie e infrastrutture. Alcuni aspetti riguardanti gli investimenti possono essere messi in mostra con determinati indicatori, costruiti considerando il valore lordo ed il relativo fondo ammortamento, che vengono presentati con riferimento al capitale tecnologico e alle infrastrutture. Negli investimenti in tecnologie vengono compresi le attrezzature sanitarie, il sistema informativo dato dagli investimenti in software ed hardware, gli altri beni (mobili e arredi, automezzi ed altri beni); negli investimenti in infrastrutture sono considerati le manutenzioni straordinarie su edifici di terzi in uso, i fabbricati e gli impianti. I valori presi a riferimento sono quelli dei consuntivi per gli anni dal 2003 al 2006, in quanto per il 2007 alcuni dati non sono al momento disponibili. 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Gli indicatori presi in considerazione sono: Indice di capacità di investimento nel triennio* 2003 - 2005 2004 - 2006 Capitale tecnologico 13,48% 9,09% attrezzature sanitarie sistema informativo altri beni 11,26% 5,07% 25,95% 23,66% 9,71% 9,20% Infrastrutture 9,65% 8,16% fabbricati 5,59% 4,97% impianti 28,45% 21,56% * valore lordo finale (anno n + 2) meno valore lordo iniziale (anno n) diviso il valore lordo iniziale (anno n) Questo indice esprime l’investimento in percentuale realizzato nel triennio, al lordo degli ammortamenti, sul valore storico iniziale del periodo nella categoria di cespiti considerata. Il capitale tecnologico è aumentato più del 13% nel primo triennio e del 9% nel secondo, mentre gli investimenti in infrastrutture rispettivamente del 9% e 8%. Indice di capitalizzazione netta nel triennio* 2003 - 2005 2004 - 2006 Capitale tecnologico 21,08% 4,80% attrezzature sanitarie sistema informativo altri beni 31,65% 5,57% 16,37% 16,99% -8,62% -8,19% Infrastrutture 2,03% -0,34% fabbricati -0,26% -0,98% impianti 16,80% 3,50% * rapporto tra valore netto finale (anno n + 2) meno valore netto iniziale (anno n) sul valore netto iniziale (anno n). Il valore netto è dato dal valore lordo meno i fondi ammortamento L’indice di capitalizzazione netta nel triennio esprime la variazione netta che ha subito la categoria d’investimento per effetto di nuovi investimenti, disinvestimenti e anche del processo di ammortamento. Può assumere anche un valore negativo, anche se l’indice precedente è positivo: una causa potrebbe essere che l’investimento realizzato nel periodo è stato comunque inferiore alla perdita di valore dovuta al processo di ammortamento. Indice di vita utile* 2003 2004 2005 2006 Capitale tecnologico attrezzature sanitarie sistema informativo altri beni 34,80% 33,86% 34,78% 34,44% 36,82% 37,69% 40,40% 39,90% 10,12% 31,62% 29,47% 27,90% 22,51% 21,36% 19,00% 22,19% Infrastrutture 0,21% 0,16% 2,29% 2,35% - - - - 0,21% 0,16% 2,29% 2,35% fabbricati impianti * rapporto fra il totale valore lordo dei beni completamente ammortizzati sul totale del valore lordo dei beni, per la categoria di appartenenza 153 L’indice di vita utile esprime la percentuale sul valore dei beni per categoria che hanno completato il ciclo di vita utile e quindi dal punto di vista meramente economico avrebbero esaurito la loro capacità produttiva. Più l’indice di avvicina a 100 maggiore è la senescenza dei beni immobilizzati: 100 significa che tutti i beni hanno esaurito il ciclo di vita utile; 0 significa che nessun bene ha completato il ciclo di vita utile e risulta “contabilmente attivo”. Indice di ammortamento totale* 2003 2004 2005 2006 Capitale tecnologico attrezzature sanitarie sistema informativo altri beni 80,06% 79,54% 80,36% 82,55% 75,37% 72,56% 70,86% 72,43% 78,71% 77,76% 80,33% 78,96% 69,89% 71,37% 74,92% 76,49% Infrastrutture 39,15% 40,87% 43,38% 45,02% fabbricati 35,92% 37,32% 39,47% 40,87% impianti 54,08% 55,75% 58,24% 62,32% * rapporto fra il fondo ammortamento della categoria e il valore lordo della categoria L’indice di ammortamento totale segnala il grado di ammortamento complessivo di tutti i beni della categoria in esame. Il grado di ammortamento per il capitale tecnologico si mantiene vicino all’80%, mentre quello in infrastrutture varia dal 39% al 45%. Gli investimenti in infrastrutture e tecnologie sono realizzati con risorse proprie dell’Azienda o provenienti da terzi. Le prime sono costituite dalla destinazione a questo fine dell’eventuale risultato economico positivo, da alienazioni, autorizzate dalla Regione, del patrimonio disponibile vincolato al reinvestimento, dai contributi in conto capitale da soggetti pubblici e privati vincolati all’impiego in immobilizzazioni. Le risorse esterne sono quelle che provengono dal mercato del credito, in particolare da mutui il cui ricorso è soggetto a vincoli amministrativi (autorizzazione della Regione) ed economico (limiti massimi al loro ammontare). 6.5 Gestione del capitale immobiliare 154 Alla gestione del patrimonio immobiliare può attribuirsi un duplice significato: uno finanziario, concernente la gestione ed alienazione di terreni e fabbricati disponibili quale attività per il reperimento di risorse proprie per la realizzazione degli investimenti programmati; l’altro costituito dall’insieme di interventi finalizzati a migliorare la dotazione degli edifici di proprietà (ampliamenti negli ospedali, apertura nuovi reparti, recupero funzionale, edificazioni o acquisti, ecc.) e quindi ad aumentare la qualità delle prestazioni erogate dall’Azienda. Nei paragrafi iniziali si è già avuto modo di dire che l’Azienda sanitaria è titolare di terreni e fabbricati, trasferiti ad opera della Regione dal patrimonio degli enti locali al momento della costituzione dell’azienda sanitaria. I terreni e fabbricati non specificamente destinati all’attività istituzionale costituiscono il cosiddetto patrimonio disponibile dell’Azienda che è stato in parte alienato dal 2003 al 2007. Sono stati altresì acquisiti alcuni beni di importanza strategica per il completamento delle funzioni ospedaliere del PO di Treviso per consentire la realizzazione di servizi di supporto alle attività ospedaliere stesse (es. Area Mattarollo, Scarabel). 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Elenco delle principali acquisizioni e alienazioni dal 2003 al 2007 (Importi superiori a 100.000,00 Euro) 2003 Vendita Chiesa Santa Croce in San Leonardo (TV) Vendita terreni in Sant’Antonino Vendita terreni in Paese Vendita terreni in San Biagio Vendita terreni in Silea 2004 Vendita immobile in via dell’Ospedale 1.035.195 136.150 1.214.689 182.309 377.013 1.010.190 Vendita immobile Ex Casa Podestà in Treviso 796.500 Vendita immobile in via Cal di Breda in Treviso 619.748 Vendita terreni in Santa Bona 113.620 2005 Vendita Ospedale Sant’Artemio 9.023.138 Vendita immobile Castelmenardo in Treviso 546.531 Vendita terreni in Sant’Antonino 275.533 Vendita terreni in Chiarano 403.095 Acquisto immobile in Piazzale Ospedale 757.615 Acquisto terreno in Villorba per Nuovo Centro Salute Mentale Nord di Villorba 359.846 2006 Acquisto immobile piazzale Ospedale in Treviso 1.594.480 Acquisto immobile ex Provincia in via Cal di Breda in Treviso 959.000 Vendita immobili in Treviso e Casale – Lascito testamentario Maraschi 739.043 Vendita terreni in Sant’Antonino 680.000 Vendita terreni in Povegliano 154.937 In relazione al secondo aspetto segnalato all’inizio, si riportano alcuni dei principali interventi realizzati o in corso di realizzazione, nei quali hanno trovato impiego le risorse derivanti dalle alienazioni e i contributi in conto capitale finalizzati agli investimenti erogati da altre amministrazioni pubbliche (Ministeri, Regione, Comuni) e da soggetti privati: ■ Nuovo distretto di Villorba: realizzato in compartecipazione con il Comune di Villorba: la struttura è entrata in funzione nel 2006. ■ Nuovo Centro Salute Mentale di Villorba: collocato vicino al nuovo distretto, si articolerà su tre piani e un piano interrato e sarà il centro di riferimento per più di 900 utenti. Oltre ai locali tecnici e di servizio, ospiterà ambulatori medici, laboratori, ambulatori di Day Hospital e aree di residenzialità e semiresidenzialità fino a 11 posti letto. Tale edificio si propone quale spazio aperto alla comunità e luogo di incontro per le associazioni impegnate nell’ambito socio-sanitario della salute mentale. La realizzazione è prevista per la fine del 2008 ed è finanziato con le risorse provenienti dalla vendita dell’ex ospedale psichiatrico di S. Artemio. ■ Comunità alloggio in via Pinelli, mediante la ristrutturazione di un edificio prospiciente il Centro Salute Mentale di “Casa Calamai” a Treviso, quale nuova sede per ospitare una Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta; anche tale intervento è finanziato con i proventi di S. Artemio e la conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2007. ■ Centro salute mentale di Oderzo: mediante la ristrutturazione del “Padiglione Altinate” del Presidio Ospedaliero di Oderzo, la cui inaugurazione è prevista per la fine dell’anno 2007. ■ Immobile in via Cal di Breda: acquistato dalla Provincia, è stato oggetto di ristrutturazione al fine di sistemare in un’unica struttura le comunità alloggio che attualmente sono collocate in diverse sedi sparse nel territorio. 155 Impianto di tri-cogenerazione: entrato in funzione nel 2007 e realizzato presso il PO di Treviso con i fondi stanziati dal Ministero dell’ambiente e destinati alla Regione Veneto, rappresenta la realizzazione di un progetto pilota nazionale. Tale impianto, oltre alla produzione di energia (2 milioni di watt di energia elettrica) è in grado di sfruttare contemporaneamente il calore emanato nel raffreddamento per riscaldare gli ambienti nei mesi invernali e per la refrigerazione nel periodo estivo. Attraverso questo intervento, che consente un’efficiente sfruttamento energetico unito alla riduzione delle emissioni, l’Azienda Ulss 9 persegue la sua mission mirata alla salute ed al benessere dei cittadini. ■ Nuova lavanderia ospedaliera con annessa centrale di sterilizzazione per tutte le strutture dell’Azienda Ulss 9 e nuova cucina che avrà la capacità di fornire pasti anche extraospedale. Hanno sede nello stesso edificio collocato in prossimità della tangenziale sud e la loro entrata in funzione è prevista per il prossimo anno. Tale intervento fa parte di un progetto più ampio di razionalizzazione del presidio ospedaliero di Treviso e di riunificazione delle attività aziendali diversamente localizzate nella città di Treviso denominato “Cittadella Sanitaria” (vedi paragrafo 4.6 “Cittadella Sanitaria). ■ Nel quinquennio 2003-2007 è stata infine eseguita la progettazione di tutte le opere oggetto di finanziamento regionale e statale (finanziamenti risalenti al precedente mandato). Si tratta di interventi di razionalizzazione e miglioramento dei PO di Treviso e Oderzo per un importo complessivo di circa 11 milioni di euro, tutti in fase di affidamento, per cui si può affermare che nei primi mesi del 2008 saranno iniziati i lavori. Principali interventi progettati e in fase di affidamento nel quinquennio 2003-2007 Progetto Importo (€) Ristrutturazione Sale Operatorie 3 Chirurgia (PO Treviso) 1.437.000,00 Pediatria: sistemazione Day Hospital e studi medici (PO Treviso) 1.550.000,00 Adeguamento degenze Ortopedia (PO Treviso) 960.000,00 Completamento Livello A PO di Oderzo – Spogliatoio Sala Operatoria 630.000,00 Ristrutturazione Ambulatorio ORL (PO Treviso) 1.378.000,00 Microbiologia – adeguamento impianti finanziamento L. 135/90 (PO Treviso) Viabilità – parcheggi (PO Treviso) 3.600.000,00 Realizzazione di una nuova elisuperficie nel PO di Oderzo 880.000,00 250.000,00 TOTALE 10.685.000,00 6.6 Valorizzazione del patrimonio artistico e culturale Il riassunto più emblematico dei sette secoli di storia delle istituzioni sanitarie trevigiane è rappresentato dal patrimonio artistico e culturale che si è composto con continuità dai tempi della trecentesca Scuola dei Battuti fino all’odierna Azienda Ulss 9. Un patrimonio non solo dall’ingente valore economico ma soprattutto morale, in quanto rappresenta la traduzione materiale del legame fra l’antico ospedale prima, l’amministrazione ospedaliera poi e la società trevigiana. Obbiettivo primario per l’Amministrazione, fin dall’inizio del quinquennio, è stato di prendere coscienza dell’entità di questo patrimonio e procedere ad una sua valo- 156 6. Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana rizzazione e divulgazione. Un’operazione molto sentita e indiscutibilmente necessaria se si considera il momento storico in cui l’Amministrazione ha avviato l’attività, ovvero l’alienazione dell’antico complesso che per secoli ha ospitato l’Ospedale in centro e dello storico ex ospedale psichiatrico di S. Artemio. Operazioni finanziarie mirate a nuovi obiettivi, ma che celavano il rischio di far perdere all’azienda il legame con le proprie radici. Da quella data quindi, l’Azienda Ulss 9 ha avviato una serie di operazioni perché il legame storico non solo non si dissolvesse ma soprattutto perchè - con la sua testimonianza - rimanesse il propulsore della vita aziendale. Le opere d’arte più preziose di proprietà aziendale sono già da tempo patrimonio a disposizione della comunità trevigiana e di chi ad essa si avvicina per turismo, essendo esposte al Museo Civico (come ad esempio alcune preziose tele tra cui “Riposo nella Fuga in Egitto” di Paris Bordon) o nell’antica chiesa di Santa Croce oggi auditorium dell’Università (come il ciclo pittorico dell’Orioli o il settecentesco organo Nacchini, il più antico tra quelli ancora attivi nella Marca). Una commissione nominata dal Direttore Generale ha proceduto nel 2004 alla ricognizione di tutte le opere d’arte, del mobilio antico, di qualsiasi oggetto di pregio artistico o storico. Ne è scaturito un inventario di circa 300 pezzi dall’interesse più svariato, da pale con soggetto religioso di alta epoca a tele di autori contemporanei come Gina Roma, Arturo Malossi ed altri ancora. L’occasione ha consentito di recuperare anche tutti i mobili ottocenteschi in legno scolpito della vecchia sala del Consiglio d’Amministrazione dell’Ospedale e riunirli in nuova sede dopo il restauro. Molti altri pezzi come antichi vasi, suppellettili e oggettistica varia sono stati fotografati, aprendo la strada ad una accurata catalogazione. Nello stesso periodo i reparti ospedalieri ed altre strutture aziendali sono stati invitati a segnalare se conservassero attrezzatura clinica, scientifica o ospedaliera di interesse storico. La conoscenza delle dotazioni aziendali si è ampliata sulla base di quanto è stato segnalato accrescendo le prospettive di una possibile - per quanto contenuta - esposizione museale sulla storia della Sanità trevigiana nell’ala più vecchia dell’ospedale di Ca’ Foncello. Nel 2007, infatti, la Direzione Generale concretizzava il progetto di avviare la demolizione dei deturpanti corpi aggiunti all’antico cuore dell’ospedale al fine di recuperare la forma originaria dell’edificio e ricavare in esso un luogo sede di attività culturali legate alla memoria storica della sanità trevigiana. Operazione non secondaria da parte dell’Amministrazione è stato l’aver scongiurato la dispersione delle lapidi a ricordo dei benefattori e dei personaggi illustri rimosse durante i lavori di restauro dell’antico ospedale di San Leonardo e mai più ricollocate nella sede originaria. Intervenendo con l’impresa edile si è riusciti a radunarle in un’unica sede e a inventariarle in attesa che il vivace dibattito apertosi in città sul loro destino e sulla collocazione più opportuna fornisca agli organi preposti tutti quegli elementi per la corretta valorizzazione. Dibattito al quale l’Azienda ha ritenuto di dare un contributo con la nomina di un gruppo di lavoro che oltre alla catalogazione filologica ha individuato alcuni suggerimenti per la loro collocazione. Con queste azioni l’Azienda Ulss 9 ha voluto testimoniare che ogni impegno rivolto alla valorizzazione del suo passato risponde ad un dovere sociale verso la comunità che ha contribuito nei secoli alla crescita di un modello sanitario. 157 7. SFIDE PER IL FUTURO 158 7. sfide per il futuro 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Nella prospettiva di un continuo miglioramento, questo documento rappresenta il primo tentativo dell’Azienda Ulss 9 di dotarsi di uno strumento di verifica e rendicontazione dei propri risultati negli ambiti socio-sanitari. Per tale motivo sarebbe inappropriato e riduttivo considerare i risultati conseguiti nel quinquennio trascorso come un punto d’arrivo: essi sono stati certamente importanti e rilevanti, ma non possono considerarsi esaustivi rispetto ad un percorso che deve continuare. A conclusione di tale elaborato è parso dunque segno di responsabilità riportare anche le criticità e le progettualità ancora aperte che rappresentano le fondamentali sfide per chi sarà chiamato a dirigere l’Azienda Ulss 9 nei prossimi cinque anni. Individuare risposte nuove e appropriate ai nuovi bisogni di salute, prendendo atto del fatto che negli ultimi decenni si è verificato un profondo cambiamento delle patologie e dei pazienti: continuare ad utilizzare le stesse soluzioni che potevano essere adeguate in passato porterebbe inevitabilmente ad un sistema sanitario non più sostenibile. Il rigore scientifico e metodologico, l’individuazione di modelli gestionali innovativi, l’utilizzo dell’informatica e della tecnologia come strumenti di supporto all’erogazione delle prestazioni sanitarie, lo sviluppo razionale delle infrastrutture in funzione dei nuovi modelli di servizi sanitari, sono le fondamentali premesse per poter affrontare la sfida di una sanità sostenibile. ■ Impegnarsi sul fronte del personale dell’Azienda, al fine di porre gli operatori sanitari al centro dell’organizzazione in quanto erogatori “in prima linea” di quel servizio ai pazienti e ai cittadini per i quali l’Azienda Ulss esiste istituzionalmente. Questo significa cercare di creare una situazione lavorativa il più possibile motivante e soddisfacente, condizione necessaria per erogare un servizio di qualità ai cittadini. A tal fine riveste un ruolo importante anche una migliore gestione della comunicazione interna, in un processo di coinvolgimento che consenta di rendere più intelligibile a tutto il personale la complessa realtà aziendale. ■ Garantire i Livelli Essenziali di Assistenza e un’adeguata gestione delle liste d’attesa in una prospettiva di appropriatezza dell’erogazione delle prestazioni e di un razionale uso delle risorse (erogare prestazioni appropriate, in tempi adeguati, nei contesti assistenziali adeguati, a chi ne ha effettivamente bisogno). ■ Aprirsi maggiormente alla società e ai cittadini in un contesto di scambio e integrazione tra i Servizi Socio-Sanitari e le altre realtà istituzionali presenti nel territorio, nella convinzione che lo stato di salute e i suoi determinanti dipendono anche e soprattutto dagli ambienti/ stili di vita e di lavoro e dalle condizioni sociali in generale. ■ Portare a compimento i progetti e gli investimenti avviati sul fronte dell’Edilizia (Cittadella Sanitaria). ■ 159 Conclusioni È ormai ricorrente nella “miglior pratica” d’impresa la redazione, in aggiunta al bilancio civilistico, di un Bilancio Sociale o di Mandato per portare a conoscenza dei terzi la pluriennale attività delle aziende. Non a caso ho sopra indicato la parola azienda con riguardo a quest’Ente ed a commento del presente Bilancio di Mandato, poiché posso con soddisfazione asserire che la parola azienda che precede la burocratica terminologia “Unità Locale Socio Sanitaria”, qui a Treviso non è un dato nominale, ma ben rappresenta lo spirito informatore di questa Ulss, spirito che, la sua apprezzata attività sanitaria, il suo buon nome, i numerosi progetti e le realizzazioni descritte nel citato documento ben testimoniano e che tengo qui a sottolineare nella mia veste di Presidente del Collegio Sindacale, organo di controllo e vigilanza sulla regolarità amministrativa e contabile e sulla gestione economica, finanziaria e patrimoniale. Trattasi, ovviamente, di un’azienda speciale, anzi specialissima, che deve contemperare l’efficienza e l’efficacia economica che il Legislatore e le carenti risorse finanziarie richiedono, con la specialità e preziosità del suo prodotto (salute) e dei suoi utenti (pazienti), e che deve in ogni caso porre al centro del suo operato l’Ospedale e l’erogazione di appropriate prestazioni sanitarie, i medici e gli operatori sanitari, gli altri suoi collaboratori, ed i bisogni del cittadino, tenendo nel contempo presenti i rilevanti vincoli di natura normativa ed economica. Credo che la riconosciuta qualità dell’assistenza sanitaria trevigiana ben testimoni questo mix di attenzione alla persona e di efficienza, e che il Bilancio di Mandato in questione rappresenti un significativo contributo per una sempre migliore comprensione della complessa attività dell’Azienda Ulss 9, dell’impegno della Direzione e di tutto il personale per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali e di ulteriori traguardi, al fine di conservare e migliorare lo stato di salute della popolazione trevigiana, in presenza peraltro di dotazioni economiche men che proporzionali rispetto agli investimenti in uomini e mezzi che alti standard qualitativi di cura ed assistenza richiedono. Concludo augurando, unitamente agli altri componenti del Collegio Sindacale, un sereno proseguimento della loro attività lavorativa a tutte le persone che, ad ogni titolo, collaborano con questo Ente. Il Presidente del Collegio Sindacale Dr. Gian Quinto Perissinotto 160 ringraziamenti e conclusioni 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Ringraziamenti A conclusione della stesura di questo lavoro ritengo di dover uscire dalla formalità che l’importanza del documento impone per porgere personalmente un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato per l’Azienda Ulss 9 in questo quinquennio. Un ringraziamento che desidero giunga ad ognuno perché solo attraverso la sinergia e l’impegno quotidiano di ciascuno è stato possibile raggiungere i risultati che abbiamo ripercorso nel Bilancio di Mandato. Il documento delinea infatti un quadro che è frutto dell’impegno di tutti coloro che hanno lavorato e lavorano in questa Azienda con professionalità, dedizione, spirito di sacrificio, motivazione e orgoglio. Le parole possono sembrare di circostanza ma sono le uniche in grado di rispecchiare l’approccio di tanti professionisti e operatori in un’azienda come quella sanitaria, dove la grande complessità affida il raggiungimento di obbiettivi comuni al lavoro dei singoli. Un lavoro che trova il suo propulsore nella scala di valori che caratterizza da sempre le nostre comunità e in una sensibilità che altro non è se non la consapevolezza che tutte le mansioni – nessuna esclusa - hanno come oggetto persone che si rivolgono a noi per sottoporci un’esigenza e risolvere un problema. Soprattutto sapendo che a noi si affidano in situazioni di disagio e sofferenza, pur tra le inevitabili e molteplici difficoltà e tensioni legate alla complessità organizzativa e all’approccio relazionale tipico di un’azienda socio-sanitaria. Cinque anni fa durante la presentazione della mia Direzione, ci facemmo fotografare ai remi di una barca. Come dire: si inizia a remare. La vogata è stata lunga, appassionante e impegnativa. Siamo stati coinvolti tutti: coloro che operano nei presidi ospedalieri e nelle strutture territoriali, il personale degli uffici amministrativi di supporto e dei servizi logistici, i religiosi che operano in azienda, i professionisti della medicina convenzionata, i nostri fornitori e partners, i volontari delle tante associazioni. Grazie a tutti per l’impegno profuso e per il lavoro svolto - spesso in circostanze difficili - e per il tempo dedicato all’Azienda. Tempo questo che non si consuma solo dentro le mura aziendali ma che spesso sacrifica spazio alle stesse famiglie. Soprattutto quando si è coinvolti in situazioni di tensione empatica e di confronto interiore con la sofferenza e gli interrogativi del dolore, ci sono segni ed emozioni che non si riescono a contenere nella sola sfera professionale e spesso si portano a casa. La condivisione di valori è la forza che ci consente di camminare verso gli obbiettivi pianificati. Obbiettivi oggi raggiungibili anche grazie allo sviluppo tecnologico e all’innovazione scientifica, ma verso i quali puntiamo con una predisposizione culturale che ci viene da una tradizione secolare di spirito di servizio e attenzione alla persona nel suo complesso. Grazie ancora. E proprio perché la nostra stella polare rimane la Persona, sento di dover dimostrare tanta gratitudine anche ai cittadini della nostra azienda che hanno compreso lo sforzo del nostro personale spesso confortandoci e altre volte sopportandoci nel pieno dello sforzo organizzativo con i suoi inevitabili momenti di criticità. Infine indirizzo un grato pensiero alle Istituzioni e ai loro organi: alla Regione della quale siamo parte e condividiamo il cammino, all’Amministrazione provinciale e a tutte le amministrazioni locali con i loro sindaci che ci hanno supportato e stimolato senza farci mai dimenticare che la sanità trevigiana è una grande realtà del territorio soprattutto se è sentita tale dai suoi abitanti. Il Direttore Generale Dr. Claudio Dario 161 Glossario A AATO ADI ADMOR ADVAR AIC AIDO AIDS AIL ANED ARPAV ARSS AVIS AVO Autorità Ambito Territoriale Ottimale Assistenza domiciliare integrata Associazione Donatori Midollo Osseo e Ricerca Assistenza Domiciliare Volontari “Alberto Rizzotti” Associazione Italiana Celiachia Associazione Italiana Donatori Organi Acquired Immune Deficiency Syndrome Associazione Italiana contro le Leucemie Associazione Nazionale Emodializzati Agenzia regionale Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto Agenzia Regionale Socio-Sanitaria Associazione Volontari Italiani Sangue Associazione Volontari Ospedalieri C CC CCHSA CEIS CCM CMC CP CPA CSM CTRP CUP CUT Casa di Cura Canadian Council on Health Services Accreditation Centro Italiano di Solidarietà Centro Controllo Malattie Commissione Mista Conciliativa Cure Palliative Centro di prima Accoglienza Centro di Salute Mentale Comunità Terapeutica Residenziale Protetta Centro Unico di prenotazione Consorzio Universitario Trevigiano D DG DGRV DH DL.vo DRG Dm DM DP DPCM DPL DS DSM Direttore Generale Deliberazione Giunta Regionale Veneto Day Hospital Decreto Legislativo Diagnosis Related Groups Degenza media Decreto Ministeriale Dipartimento di Prevenzione Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Direzione Provinciale del Lavoro Day Surgery Dipartimento di Salute Mentale E ECM Educazione Continua in Medicina 162 GLOSSARIO 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana F FAND FSC Federazione Associazione Nazionale Diabetici Formazione sul campo G GTO Gruppi Territoriali Omogenei H HIV Human Immunodeficiency Virus I ICF ICM ICP ICT IEBS IESA IPAB IPM ISEE ISRAA ISTAT IVG International Classification of Functioning, Disability and Health Indice di Case Mix Indice Comparativo di Performance Information and Communications Technology Istituto Europeo per il Bilancio Sociale Inserimento Eterofamiliare Supportato per Adulti Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza Istituto Penale per i Minori Indice di Situazione Economica Equivalente Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani Istituto Nazionale di Statistica Interruzione volontaria di gravidanza L LA LEA LILT LR Livello di Assistenza Livelli Essenziali di Assistenza Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Legge Regionale M MCA MDC MFP MMG Medico di Continuità Assistenziale Major Diagnostic Category Multi Functional Platform Medici di Medicina Generale N NICE NICP NRC National Institute for Health and Clinical Excellence Nucleo Interdistrettuale di Cure Palliative Nucleo per la Ricerca Clinica O OMS ONLUS ORL OTAA-OSS Organizzazione Mondiale della Sanità Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale Otorinolaringoiatria Operatore Tecnico Addetto all’Assistenza - Operatore Socio-Sanitario 163 P PA PACS PAL PAT PDZ PFA PLS PO PS PSN Pubbliche Amministrazioni Picture Archiving and Communication System Piano Attuativo Locale Piani Attuativi Territoriali Piano di Zona Piano Formativo Aziendale Pediatri di Libera Scelta Presidio Ospedaliero Pronto Soccorso Piano Sanitario Nazionale R ROI RSA Return On Investment Residenza Sanitaria Assistenziale S SAD SAI SAPA SAPAD SC SS SEPS SerT SIAN SIDS SIL SISP SPDC SPISAL SSD SSN SUEM SUMAI Sostegno a distanza Specialisti Ambulatoriali Interni Sezione Alta Protezione Alzheimer Sezione Alta Protezione Alzheimer Domiciliare Struttura Complessa Struttura Semplice Servizio Educazione e Promozione della Salute Servizio Tossicodipendenza Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione Sudden Infant Death Sindrome Servizio Inserimenti Lavorativi Servizio di Igiene e Sanità Pubblica Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura Servizio Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei luoghi di Lavoro Struttura Semplice Dipartimentale Servizio Sanitario Nazionale Servizio Urgenza Emergenza Medica Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana U UCAD UDR UEPE UO UOA URP UTAP UVMD UVO Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali Unità Di Ricerca Ufficio Esecuzione Penale Esterna Unità Operativa Unità Operativa Autonoma Ufficio Relazioni con il Pubblico Unità Territoriali di Assistenza Primaria Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale Unità Valutativa Ospedaliera 164 GLOSSARIO 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana Questa pubblicazione è stata realizzata in collaborazione con Roche Diagnostics S.p.A., V.le G.B. Stucchi, 110, 20052 Monza (MI) Tel. +39 039 2817175 - Fax +39 039 2817652 www.roche-diagnostics.it Copma Scrl, Via Veneziani, 32 Ferrara Tel. +39 0532 970611 - Fax +39 0532 970612 www.copma.it 165 Concept, progetto grafico e impaginazione Coordinamento editoriale Meneghini & Associati www.meneghinieassociati.it Stampa 166 IGVI srl Bolzano Vicentino (VI) novembre 2007 2003-2007 2003-2007 Cinque anni di sanità trevigiana Cinque anni di sanità trevigiana QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE A quale categoria sociale/stakeholder appartiene? ❏ Dipendenti/collaboratori ❏ Cittadinanza ❏ Fornitori ❏ Istituzioni (PA, Università etc.) Ritiene che la redazione del Bilancio di Mandato sia un’opportunità di valutazione reale e accurata delle relazioni che l’Azienda Ulss 9 intrattiene coi suoi collaboratori? ❏ Si ❏ No perché Come valuta il Bilancio di Mandato? Contenuto informativo Buono Discreto Contesto di riferimento ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Profilo aziendale ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Obiettivi istituzionali e strategie aziendali ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Elementi qualificanti della gestione ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Bilancio delle attività e dei servizi ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Chiarezza del linguaggio Ottimo Ottimo Buono Suff. Discreto Suff. Insuff. Insuff. Contesto di riferimento ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Profilo aziendale ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Obiettivi istituzionali e strategie aziendali ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Elementi qualificanti della gestione ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Bilancio delle attività e dei servizi ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Ritiene che l’Azienda Ulss 9 abbia operato in coerenza con la missione e i valori esplicati, nel rispetto delle aspettative e dei diversi interlocutori? ❏ Si ❏ No perché Considerata la prima esperienza realizzata, l’Azienda Ulss 9 si propone di estendere il coinvolgimento dei principali interlocutori in vista del Bilancio Sociale del prossimo anno. Quali osservazioni e suggerimenti si sente di sottoporre per migliorarne la stesura e/o la qualità delle relazioni tra l’Azienda Ulss 9 e i suoi stakeholder? Il presente questionario può essere restituito compilato al Punto Informativo presso entrata Ospedale Ca’ Foncello, Piazza Ospedale 1, orari 8.00-13.00, 14.00-17.00, lunedì-venerdì. Il Form è scaricabile anche dal Sito Internet aziendale www.ulss.tv.it QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE 167