MINIMA DANTESCA Direttore Massimo S MINIMA DANTESCA La Collana ospita volumi d’esegesi dantesca ed edizioni critiche di testi inerenti all’opera e al pensiero dell’Alighieri, di consistenza agevole (di norma non superiore al centinaio di pagine) e corredati degli strumenti critico–bibliografici indispensabili per approfondire e ampliare le questioni trattate dagli studiosi. Massimo Seriacopi Mostri e diavoli nell’Inferno di Dante Alighieri Con commenti inediti trecenteschi Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno Indice Introduzione. Un mondo “mostruoso” e la sua trasposizione infernale I mostri dell’Inferno ∗ L’inizio. Le tre fiere e le loro derivazioni (canto I), – Caronte (canto III), – Minosse (canto V), – Cerbero (canto VI), – Pluto (canti VI–VII), – Flegiàs (canto VIII), – I Diavoli, le Furie, Medusa (canti VIII–IX), – Il Minotauro e i Centauri (canto XII), – Le Arpie (canto XIII), – Gerione (canto XVII), – Ancora i Diavoli (canti XVIII e XXI–XXIII), – I serpenti e Caco (canti XXIV–XXV), – Il diavolo con la spada (canto XXVIII), – I Giganti (canto XXXI), – Lucifero (canto XXXIV), . Conclusioni Bibliografia Introduzione Un mondo “mostruoso” e la sua trasposizione infernale Vivere all’interno di una società avvertita come “sviata”, ingiusta, improntata ormai solo alle regole dell’arrivismo egoistico e dell’arroganza (e quindi al sovvertimento delle corrette regole di convivenza civile), e ricevere di fronte al proprio tentativo di portare un contributo costruttivo la persecuzione e l’esilio coatto non può, evidentemente, che far percepire il proprio luogo d’origine e il mondo circostante come una realtà aberrante e popolata da figure “infernali”. È questa, in sostanza, l’esperienza vissuta e trasposta poeticamente nell’Inferno da Dante Alighieri; è questa l’essenza di quella “finzione” poetica che prevede la creazione di una “realtà altra”, quella ultraterrena, suddivisa in tre “regni” specularmente costituiti che però in effetti altro non sono che descrizione dell’Inferno in cui abbiamo fatto scivolare la nostra attualità, del difficile percorso ricostituivo di ordine, solidarietà e giustizia che in effetti è la risalita purgatoriale, del riconformarsi alla legge divina che è l’accordo espresso nei cieli paradisiaci. È per questo dunque, per meglio comprendere il messaggio trasmesso dal poeta, che varrà la pena di affrontare quanto con la sua splendida inarrivabile immaginazione ha saputo creare ed esporre nel corso del proprio poe Mostri e diavoli nell’Inferno di Dante Alighieri ma, personaggio demoniaco per personaggio demoniaco, situazione “mostruosa” per situazione “mostruosa”, confrontandosi con questa “regionalità infernale” che impone necessariamente un confronto serrato con i meandri più oscuri — ma non per questo meno presenti — dell’animo umano; ognuno di questi sarà riflesso di ciò che consegue non solo al “vizio”, al peccato, ma all’infrazione di leggi e regole anche in senso giuridico e, come dicevo, di convivenza civile: è conseguenza di questo caos il nostro imbestiamento, la nostra discesa a gradi inferiori dell’esistenza, il nostro divenire “bruti”, mostri e diavoli, e infine addirittura macchinari, oggetti. A dimostrazione della validità di tali assunti, basterà riflettere sul fatto che i mostri infernali mantengono una base umana con installazione di mostruosità specifiche, individuali, caratterizzanti; e anche i diavoli, rappresentati secondo delineazioni tradizionali, ma con specificità individuali, mantengono sempre e comunque una componente antropomorfa, e tutta una serie di elementi ben presenti perfino nella loro denominazione. Ognuno di essi dunque, a ben guardare, contiene quella parte istintiva, aberrante, brutale, che può albergare in ogni uomo, che deve essere snidata, conosciuta, valutata e contrastata, con il coraggio del confronto e della tenzone con se stessi, una volta che siano stati acquisiti i mezzi per riconoscere e controbattere, per far valere le migliori virtù umane, pure compresenti in ognuno, le forze che hanno portato il consorzio umano al caos, alla “selva oscura”, al rischio della totale consegna al disumano e all’infernalità, alla dimensione del mostruoso e del diabolico. I mostri dell’Inferno Davvero mai nessuno scrittore, di nessuna epoca e di nessuna parte del mondo, ha saputo costruire e proporre con un risultato così eccezionale un intero universo popolato di dannati, mostri e diavoli come, nel primo ventennio del XIV secolo, ha saputo fare l’esule che si autodefinisce, se davvero le Epistole che gli vengono da molti attribuite sono scritte di suo pugno, “fiorentino per nascita, non per costumi”. Gran parte di questa realtà infernale rappresentata, come già si diceva, seppure ripresa dai testi sacri cristiani e dalla mitologia letteraria e artistica greco–latina (e anche precedente, in realtà, poiché gli archetipi letterari e artistici hanno radici spesso antichissime, come tante scoperte archeologiche di continuo testimoniano: si pensi solo all’immagine del Karun–Caronte rinvenuta nella tomba etrusca di Sarteano, in provincia di Siena, nel ), rispecchia deformandolo, ma mantenendone l’essenza allegorico–simbolica e morale, il mondo terreno sperimentato e spesso sofferto dall’Alighieri nel corso della propria esistenza. Varrà quindi la pena di prendere in considerazione, come già accennavo, “creatura” per “creatura” quanto è stato capace di “inventare” il poeta che forse più di ogni altro, in ogni tempo e in tutto il mondo, ha lasciato la propria individuale impronta nell’immaginario e nella “grammatica poetica” in modo indelebile da settecento anni a questa parte. Mostri e diavoli nell’Inferno di Dante Alighieri Alle considerazioni offerte verranno aggiunte, dove possibile, indicazioni rintracciate all’interno di due volgarizzamenti di commenti in latino alla Commedia fino a pochi anni fa inediti da me rintracciati all’interno di due codici della Biblioteca Mediceo Laurenziana di Firenze: Ashb. Appendice Dantesca per quanto concerne il volgarizzamento del Comentum di Pietro Alighieri, Pluteo . per quanto riguarda il volgarizzamento del commento di Benvenuto da Imola. . Ora rispettivamente in M S, Volgarizzamento inedito del Commento di Pietro Alighieri alla «Commedia» di Dante. Il Proemio e l’«Inferno» e Un volgarizzamento del commento di Benvenuto da Imola all’«Inferno» e al «Purgatorio» di Dante, Reggello (FI), FirenzeLibri/Libreria Chiari, .