www.aracne-­‐rivista.it Rubriche 2015 – Ricerche
Iscritta nel Pubblico Registro della Stampa del Tribunale di Rimini: n° 11 del 24-­‐05-­‐2011
ISSN: 2239-­‐0898 Francesca Bianchi Viaggio alla scoperta dei culti legati alla Dea Madre mediterranea con Fernanda Facciolli
Ricerche Viaggio alla scoperta dei culti legati alla Dea Madre mediterranea con Fernanda Facciolli di Francesca Bianchi Varcando la soglia del Dictynneion, sembra di essere immersi in uno spazio sacro, in cui prendono corpo le forze primordiali della natura, venerate nel mondo dalla presenza di antiche spiritualità femminili, a cui è stata preclassico del Mediterraneo. dedicata una lunga appassionata ricerca artistica che ha Con la cortesia e l'ospitalità che la contraddistinguono, la riguardato in particolare i temi cardine: l'amore, i miti greci e pittrice e docente veneziana Fernanda Facciolli e suo il culto preistorico della Grande Madre mediterranea. marito Emmet ci hanno aperto le porte di questo spazio Donna di straordinaria cultura ed eleganza, nel corso della espositivo, sito in Campiello del Sole, a Rialto, permeato nostra entusiasmante chiacchierata la pittrice ha ripercorso 1
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le tappe più importanti della sua vita e della sua carriera. Con All'epoca del passaggio dal periodo arcaico, permeato da orgoglio ci ha anche raccontato la genesi del suo libro "Con una visione religiosa matriarcale, al periodo classico, Pausania sulle tracce di Esiodo", frutto delle scoperte fatte caratterizzato da una visione religiosa patriarcale, tutte le nei suoi numerosi viaggi in Grecia in compagnia del marito, dee madri delle popolazioni marginali delle campagne e dei sotto la guida fedele del geografo greco Pausania (II sec. monti sono state abbassate al rango di ninfe oppure d.C.). mascolinizzate, a volte persino demonizzate, come Medea, I viaggi di studio nel Mediterraneo hanno portato alla letteralmente Dea Madre, che viene trasformata in una scoperta di testimonianze poco note e poco esaminate, strega malvagia che uccide i suoi stessi figli; Medusa, che da come i santuari preistorico-­‐arcaici in grotta nei fianchi Dea Luna diventa una ninfa orrenda che pietrifica chiunque dell'Acropoli di Atene o i resti delle antiche città minoiche e la guardi; Arianna, la Signora delle Altezze, anticamente dea micenee. Ne è scaturita una ricostruzione delle religioni del cielo e madre della pioggia fecondatrice, che viene praticate in Grecia in tempi preistorici e protostorici. trasformata in una principessa cretese traditrice della sua Associando le indagini sul territorio all'esame delle patria e per questo giustamente sedotta e abbandonata da testimonianze dei miti greci scritte in età classica, Teseo a Nasso; o Circe, che da divinità lunare patrona degli soprattutto dal geografo Pausania il Periegeta, e animali viene abbassata al rango di maga ammaliatrice che analizzando il significato in antica lingua greca dei nomi, la trasforma gli uomini in animali. pittrice ha ricostruito, sulla base di indizi e ragionamenti Mossa da una grande desiderio di conoscenza e da logici, quelli che dovevano essere gli esordi dei culti locali un'inesauribile energia, la pittrice è fortemente persuasa che della Grecia, di cui non abbiamo, purtroppo, prove scritte. con l'eterno e universale linguaggio dell'arte possa rendere 2
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partecipi delle sue scoperte gli ammiratori dei suoi dipinti, Con mio marito Emmet abbiamo trascorso tre mesi e mezzo trasmettendo loro la stessa gioia di vivere che da sempre a Tebe, guidati come sempre da Pausania, alla ricerca di anima la sua creatività. testimonianze archeologiche e naturalistiche. Le opere realizzate hanno tratto ispirazione dai miti della città di Tebe Come è nata l'idea di trasporre il mito greco nei Suoi e sono state allestite in una mostra a Venezia in quattro sedi dipinti? diverse. Ho poi scritto personalmente un libro corredato di I miti greci sono la mia grande passione. Il mito racconta trentasei opere pittoriche, con annesse fotografie dei siti degli inizi dell’avventura umana; per comprenderlo archeologici, un saggio a metà strada tra il catalogo d'arte e interamente occorre risalire i tempi della storia fin oltre la la trattazione scientifica e filologica. In esso svelo l’originaria storia, ben prima dei testi scritti, e imparare nuovamente a essenza dei miti e delle religioni dell’età del Bronzo in leggere ed ascoltare la Natura, novello Oracolo Beozia, ripercorrendo i luoghi degli antichi santuari. assolutamente attendibile. Percorrendo la Grecia, le Studiando l’etimologia dei nomi e associandola ad primigenie voci della Natura sono ovunque, sottolineate da osservazioni in loco, dimostro che re, principesse ed eroi una religiosità millenaria che ha conservato, con i segni della mitologici erano in realtà elementi della natura: fiumi, fonti, fede, i luoghi degli antichi santuari delle Dee Madri. montagne ed alberi pluricentenari. Dopo il Medioevo Ellenico i Greci non capivano più che si trattava di elementi Come è nata l'idea di dare alle stampe il libro "Con Pausania naturali, ma li interpretavano come esseri umani. sulle tracce di Esiodo"? 3
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Nel catalogo c'è un dipinto a cui è particolarmente legata? Sì, il quadro a cui tengo di più è quello intitolato "La Sfinge di Tebe". Ai tempi di Pausania era sopravvissuto il ricordo di una dea dal corpo mostruoso, la Sfinge appunto, nemica degli stranieri, che difendeva i confini di Tebe. In realtà, però, la Sfinge era una montagna a forma di leonessa alata in procinto di spiccare il volo. Esiodo, che scriveva in dialetto beotico, nella sua Teogonia chiama la Sfinge Φίξ, genitivo Fikòs. Figòs significa "quercia", figoon "querceto". Ne ho dedotto che il monte della Sfinge, lo Sfinghion, il monte beota di Tebe, era il monte del querceto, ricoperto di Visitando gli scavi archeologici del santuario dei Cabiri, di cui splendide querce, alberi simbolo della forza che viene parla Pausania, abbiamo potuto ammirare una montagna donata dal cielo attraverso le acque. Probabilmente, in enorme, modellata dalla natura in forma di leonessa alata epoca preistorica, lì sorgeva un santuario dedicato alla che sta per emergere dalla pianura, allargando le possenti Signora del Querceto o della Montagna, una dea del cielo e ali. Nel mio dipinto ho umanizzato la montagna, che ho della fertilità che veniva rappresentata come un animale voluto effigiare come la dea egizia Sekmet, con corpo di ibrido con testa umana, corpo di leonessa e ali d'aquila. 4
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donna e testa di leonessa, a cui ho aggiunto ali d'uccello. Così la Sfinge per me era la montagna che dall'alto guardava la città di Tebe e la proteggeva con il suo corpo imponente. Nel dipinto, in basso a destra, ho inserito anche il geroglifico egizio che simboleggia la città: un cerchio tagliato in due da una croce centrale. Come mai nei Suoi quadri spesso compaiono animali, quali l'asina e la scrofa, associati a divinità? Perché penso fermamente che bisogni restituire la dovuta dignità ad alcuni animali che oggi sono profondamente disprezzati, ma che nell'antichità erano considerati sacri. Nelle società antiche l'asino era un animale preziosissimo e quasi l'unico mezzo di trasporto dei poveri. A Tebe esisteva un santuario dedicato ad Atena Onka, come attesta Pausania. Nell'antico linguaggio beotico, Onka Asina la vedevano come dea lunare madre e dispensatrice doveva significare "Asina", poiché il verbo greco "onkaomai" delle acque del cielo e delle fonti. significava "ragliare", e forse gli antichi adoratori di Atena 5
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Del resto l'asina donava un latte molto simile al latte umano, adatto quindi a sostituire nella nutrizione dei neonati il latte materno, quando questo non era disponibile. Invocare una dea Asina era come invocare una madre amorevole e una efficiente nutrice e salvatrice di bambini. Nel dipinto "Atena Onca bacia la fonte" ho voluto accentuare con il bacio la dolcezza di questo animale. Con i suoi colori bianco e blu richiamo la dette "megari", ho realizzato il quadro "Demetra Potniade e Signora del Cielo e della pioggia e il suo riflesso nelle acque la scrofa sacra". della ninfa sua figlia. La nostra mentalità moderna stupisce di fronte Altro animale da riabilitare è la scrofa, che con le sue 14-­‐18 all'abbinamento dea-­‐scrofa, poiché per la nostra cultura mammelle doveva essere considerata la madre delle madri, questo animale è simbolo di gola smodata, comportamento simbolo per eccellenza di ricchezza ed abbondanza della incivile, scarsa igiene. Gli antichi probabilmente adoravano la Madre Terra che nutre i suoi figli. Memore di Pausania che ci dea madre anche in forma di scrofa e probabilmente parla di un bosco sacro di Demetra e di Core presso le vedevano le montagne con le loro cime appuntite come il rovine di Potnie, dove in un determinato periodo dell'anno corpo enorme di una dea suina dispensatrice di acqua da gli antichi abitanti celebravano tutti i loro riti tradizionali, bere, che esce dai suoi capezzoli. Il termine per indicare la facendo entrare dei maiali appena nati nelle fosse sacre, 6
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madre dei maialini deriva da due parole greche molto dominatrice delle acque, o alla Madre Terra, dispensatrice di antiche: ma, "madre", e rie, che significa "scorre", ossia "la vita per tutti gli esseri viventi. A Volos, in Tessaglia, ho avuto madre di ciò che scorre", con riferimento all'animale che modo di ammirare le statuine votive della Dea Madre, allatta e alla montagna sacra che fa scorrere i torrenti dalle risalenti al 6000 a.C. sue fonti. Ad un certo punto la dea Montagna è stata Nei tempi più antichi della colonizzazione umana del identificata con la dea Terra e Marie si è fusa con Demetra. Il territorio greco, i primi abitanti cercavano l'acqua dolce, rispetto e la gratitudine per questo generoso animale non è prima di stanziarsi in un determinato luogo. Quando la mai venuto meno e ancora ai tempi di Pausania si offrivano trovavano, erano profondamente grati verso la roccia che in dono a Demetra dei maialini. Io ho dipinto la dea Demetra donava la fonte o alla Madre Terra che faceva scaturire in forma umana e la sua controfigura Marie in forma l'acqua dal suolo. In cambio di questo prezioso dono, gli animale, mentre dona acqua ai suoi devoti. antichi Greci onoravano la fonte, il fiume o la montagna con offerte di primizie o fiori. La montagna era considerata il La presenza di divinità femminili e una profonda e sincera seno della Dea Madre Terra e il fiume o la fonte era la Dea venerazione per l'antica Dea Madre mediterranea dei tempi Figlia. Pure gli alberi selvatici o coltivati erano Figlie della preistorici sono temi costanti della Sua arte. Quando e Montagna, che a loro volta divenivano le madri dei frutti che come ha deciso di fare propri questi temi? nutrivano i nostri antenati. Anche il Cielo veniva riconosciuto Ho trovato grande ispirazione nei testi di Robert Graves e di come donatore dell'acqua, poiché la terra e la montagna, Marija Gimbutas, dove si dice chiaramente che le varie per donarla agli uomini, dovevano prima raccogliere la divinità femminili facevano capo o alla Dea Luna, creatrice e pioggia dal cielo. Per questo motivo la volta celeste era per i 7
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Greci l'Alta Signora Madre delle acque e la Luna era la sua quelli cristiani: girando per i paesini della Beozia, nella ricerca testa e il suo volto. dell'ubicazione esatta degli antichi santuari, siamo stati E' sorprendente notare la continuità tra i culti preistorici e aiutati molto dalla presenza di chiesette ed edicole votive cristiane, che ci segnalavano la presenza dei luoghi sacri antichi e moderni. La sacralità di un luogo derivava dalla presenza di una fonte o di un torrente antichi: allora si ringraziava la Ninfa della fonte o qualche divinità delle acque, oggi si ringrazia la Madonna o qualche santo cristiano, specialmente di sesso femminile, come Santa Paraskevì, ossia Santa Venerdì che, come la dea Venere, favorisce i concepimenti. Un Suo quadro è intitolato "Demetra Tesmofora e le tavolette micenee"; chi era questa divinità? Demetra, letteralmente "Madre-­‐Terra", da Ge-­‐meter, era una delle dodici divinità olimpiche capeggiate da Zeus ed era la sorella maggiore di quest'ultimo. Era la dea della terra, colei che faceva maturare i frutti dei campi, la dea dell'agricoltura. Il suo epiteto di "Tesmofora", ossia Legislatrice, alludeva alle 8
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leggi della natura e della terra fertile, leggi legate alle riproponendo in forme classiche un modo miceneo di stagioni e alle operazioni di aratura, semina, irrigazione, rappresentare la dea della terra, generosa nutrice. mietitura che dovevano essere compiute in determinati Oppure potrebbe essere stata una scultura di una donna periodi, secondo un calendario ricorrente, stabilito dalla dea scolpita solo dalla cintura in su, dando l'impressione di stessa. Pausania ci parla dell'esistenza, a Tebe, di un emergere dalla terra, in modo simile alla figura di Gea santuario di Demetra Tesmofora, "che un tempo fu casa di nell'altare ellenistico di Pergamo. Ho deciso allora di Cadmo", e ci informa della presenza di una "statua di disegnarla dalla cintola in su, evidenziando uno dei suoi seni, Demetra scoperta fino al petto". I Tebani che si accingevano che hanno sempre simboleggiato la sua funzione di madre e a costruirlo dovevano aver notato delle tavolette iscritte nutrice. affiorare dalle macerie del palazzo cadmeo e, non essendo Ho aggiunto la mano e l'avambraccio, che nelle mie pitture più in grado di interpretarne la scrittura, dovevano aver rappresentano la chioma e il tronco degli alberi, figli della supposto che riportassero il testo di antiche leggi. terra e parte di essa. Si vedono poi tre caratteri di scrittura Da qui la decisione di intitolare il nuovo tempio non discendere dalla chioma dell'albero: sono tre segni della semplicemente a Demetra, ma a Demetra Legislatrice. Nel scrittura sillabica micenea, detta "lineare B", realmente mio quadro ho cercato di dare una nuova interpretazione contenuti nelle tavolette di Tebe, e simboleggiano le alla statua classica di Demetra vista da Pausania. Il fatto che tavolette stesse che si trovavano sotto al tempio di Demetra fosse "scoperta fino al petto" potrebbe farci pensare a una Tesmofora, come se la dea delle stagioni donasse le sue statua intera di una donna vestita solo dalla cintola in giù, sacre leggi della natura agli uomini. come le figure delle varie "Dee dei serpenti" minoiche, 9
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Ha dedicato una grafopittura alla festa delle querce sacre di degli Eroi alberi. A Platea si onoravano i dedali, cioè i pini Platea in età matriarcale, che secondo Lei è all'origine delle locali, ad Alalcomene le querce, come a Dodona, dove erano attuali danze popolari in cerchio greche ed europee. Come sacre a Dione, moglie di Zeus. In questa occasione gli alberi è arrivata a questa conclusione? venivano ringraziati, appendendo ai rami nastri colorati, Il quadro in questione si chiama "La festa dei Dedali di Platea collanine, ghirlande di fiori. A gennaio, invece, quando gli in età preistorica”. Le Daìdala dovevano essere in origine le alberi erano privi di frutti e di foglie, i nostri antenati li feste dei pini. Il mitologico Dedalo era, secondo me, il rallegravano, appendendo ai loro rami oggetti colorati simili simbolo dell'albero di pino e, come tutti gli alberi, in età a pomi e gomitoli di lana rossa. Nella mia grafopittura matriarcale era sacro, era un Eroe. Robert Graves era rappresento una festa dei Dedali di primavera ad convinto che la parola greca "eroe" (hroos) derivasse da Era Alalcomene, in cui i Plateesi e gli Alalcomenii ringraziano la (Hra) e significasse "figlio di Era". Se Era significa "quella che quercia più vecchia del bosco e le sue figlie, danzando sta su", cioè dea del cielo, gli eroi erano esseri viventi di intorno ai loro tronchi in cerchi aperti, e cantando inni di specie non umana, ma vegetale e minerale, che erano lode alla dea Ninfeuomene, la dea della Luna Piena, che considerati dono della dea del cielo che li genera e li nutre rende fertili le querce e tutte le creature. con le sue piogge. Il bosco delle querce sacre di Alalcomene era un tempio a cielo aperto, in cui si raccoglieva solo ciò che la dea donava spontaneamente. Probabilmente una volta all'anno, quando gli alberi a primavera fiorivano, o in estate, quando davano frutti, si faceva una grande festa in onore 10
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Opere di Fernanda Facciolli Fernanda Facciolli, figlia d'arte, è nata nel 1950 a Venezia dove Pag. 1 – “Luna di miele su fondo grigio”, olio e acrilico su attualmente vive e lavora. Diplomatasi al Liceo Artistico di tela, cm. 100 x70, 2009. Venezia, ha studiato al Corso Superiore di Disegno Industriale Pag. 4 -­‐ "La Sfinge di Tebe", acrilico su tela, cm. 150x100, Sezione Grafica di Venezia, ha successivamente frequentato i Corsi Internazionali sulle tecniche incisorie nella scuola del Centro 2013. Internazionale della Grafica di Venezia, il Corso di Xilografia presso Pag. 5 -­‐ "Atena Onka bacia la fonte", acrilico su tela, l'Istituto di Belle Arti di Urbino e la Scuola Libera del Nudo presso cm. 20x20, 2013 l'Accademia di Belle Arti di Venezia con il Maestro Luigi Tito. Dal Pag. 6 -­‐ "Demetra Potniade e la Scrofa Sacra", grafopittura a 1972 al 2007, anche a seguito della vincita di una cattedra in un olio e acrilico su tela, cm. 50x20, 2013. concorso nazionale, ha insegnato Discipline Pittoriche al Liceo Pag. 8 -­‐ "Demetra Tesmofora e le tavolette micenee", Artistico di Venezia. acrilico su tela, cm. 100x100, 2014. Come artista, ha esordito nel 1971, partecipando alla Mostra Pag. 10 -­‐ "La festa dei Dedali di Platea in età preistorica", Collettiva di Grafica Sperimentale della Fondazione Artistica grafopittura a olio e acrilico su tela, cm. 80x30, 2013. Bevilacqua La Masa di Venezia; mentre ha allestito la sua prima mostra personale alla Galleria Segno Grafico di Venezia nel 1974. Da allora ha partecipato a mostre collettive e ha allestito mostre personali in varie città italiane e particolarmente a Venezia. Le opere di Fernanda Facciolli sono esposte al pubblico nello spazio espositivo "Il Dictynneion", in campiello del Sole, 911/a, presso Rialto-­‐Sant'Aponal a Venezia. 11
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Francesca Bianchi nasce a Genzano di Roma nel 1988. Si è laureata con lode in Lettere Classiche, presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", con una tesi in lingua e letteratura latina dal titolo "La tecnica dell'excursus nelle opere minori di Tacito". Attualmente sta preparando una tesi magistrale sul pitagorismo (relatore prof. Albio Cesare Cassio), con particolare riguardo al commento linguistico e filologico di un trattato anonimo, che si suppone composto da una donna, e all'inserimento del medesimo nel contesto storico-­‐culturale dell'epoca. Ritiene che lo studio del mondo antico, greco-­‐romano in particolare, sia una delle chiavi fondamentali per comprendere l'uomo e la civiltà di oggi e per ritrovare quel filo sottile che ci lega al passato. Attratta dal mondo della scrittura, da due anni collabora con alcune testate online, recensendo notizie di cultura, arte e moda. Pubblicato nel mese di maggio 2015 12
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