La norma UNI EN ISO 14119:2013 Monza, 17 settembre 2015 Salvatore DI NIQUILO I dispositivi di interblocco dei ripari mobili La norma UNI EN ISO 14119:2013 UNI EN ISO 14119:2013 La norma UNI EN ISO 14119:2013 Sicurezza del macchinario Dispositivi di interblocco associati ai ripari Principi di progettazione e selezione ******** La norma specifica i principi per la progettazione e la scelta, indipendentemente dalla natura della fonte di energia, dei dispositivi di interblocco associati ai ripari. La norma tratta le parti dei ripari che azionano i dispositivi di interblocco. UNI EN ISO 14119:2013 La nuova norma del novembre 2013 sostituisce la UNI EN 1088 del 2008 (data di cessazione della presunzione di conformità della UNI EN 1088 è il 30/04/2015) e fissa nuovi requisiti tecnici finalizzati ad evitare il più possibile l’elusione di questi dispositivi di sicurezza, rendendo non più percorribili determinate soluzioni presenti ancora oggi sulle macchine. Questa norma apporta diverse modifiche alla precedente norma UNI EN 1088 e, essendo armonizzata alla Direttiva Macchine 2006/42/CE, permette il soddisfacimento dei pertinenti requisiti di sicurezza in Allegato I. NOVITA’ – Soggetti coinvolti La novità normativa coinvolge direttamente non soltanto i fabbricanti di macchine, ma anche le aziende utilizzatrici, che dovranno, valutare con il fornitore il fatto che le nuove macchine siano adeguate alle nuova norma tecnica e valutare anche l’opportunità di adeguare, almeno progressivamente, il parco macchine esistente al nuovo stato dell’arte fissato con EN ISO 14119:2013. NOVITA’ – Soggetti coinvolti Si ricorda che il datore di lavoro utilizzatore è obbligato, secondo l’articolo 70 comma 1: Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto. e secondo l’Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all’articolo precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle Direttive comunitarie. NOVITA’ PRINCIPALI • Considerazioni sulle esclusioni dei guasti; • la suddivisione dei dispositivi di interblocco in quattro tipi (meccanici non codificati, meccanici codificati, senza contatto non codificati e senza contatto codificati); • requisiti per i dispositivi elettromagnetici di blocco del riparo; • considerazioni riguardanti l'utilizzo dei dispositivi di interblocco in circuiti di comando aventi funzioni di sicurezza realizzati in accordo alle norme UNI EN ISO 13849-1:2008 o CEI EN 62061:2005 (tra cui le misure per prevenire i guasti da causa comune); • requisiti per i dispositivi di interblocco realizzati mediante chiavi intrappolate. NOVITA’ PRINCIPALI - Elusione • Una delle principali novità trattate dalla norma tecnica UNI EN ISO 14119:2013 relativa ai dispositivi di interblocco associati ai ripari mobili interbloccati, sono appunto le specifiche indicazioni tecniche e progettuali da adottare al fine di evitare fenomeni di elusione degli stessi dispositivi da parte dell’utilizzatore. • La direttiva macchine 2006/42/CE richiede esplicitamente che vengano adottate misure contro l’elusione dei dispositivi di protezione. NOVITA’ PRINCIPALI – Direttiva 2006/42/CE • Caratteristiche richieste per i ripari e i dispositivi di protezione • 1.4.1 Requisiti generali I ripari e i dispositivi di protezione: • devono essere di costruzione robusta, • devono essere fissati solidamente, • non devono provocare pericoli supplementari, • non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci, • devono essere situati ad una distanza sufficiente dalla zona pericolosa, ……………………………………………….. Elusione dell’interblocco – UNI EN ISO 14119:2013, §7 La macchina deve essere costruita e progettata al fine di minimizzare la necessità di eludere i dispositivi di interblocco. I dispositivi di interblocco devono garantire una minima interferenza con le attività svolte durante tutte le fasi di lavoro della macchina, in modo da ridurre qualsiasi incentivo alla loro elusione, in particolare in fase di manutenzione e regolazione. Definizione di elusione - UNI EN ISO 14119:2013, §3.7 & §3.8 Elusione: azione che rende inoperativo un dispositivo di interblocco o lo scavalca con il risultato che la macchina è utilizzata in un modo differente da quello previsto dal fabbricante o senza le misure di sicurezza necessarie Elusione in un modo ragionevolmente prevedibile: elusione effettuata manualmente o mediante l’utilizzo di oggetti facilmente disponibili (ad esempio cacciaviti, chiavi inglesi, chiavi a brugola, pinze, monete, chiavi). La norma riporta un diagramma di flusso che chiarisce i passi progettuali da compiere. Metodologia per la determinazione del possibile incentivo e delle misure attuate dal costruttore della macchina – punto 7.1 1 – Motivazione? 3 – Ultima possibilità («Protezione» interruttore di sicurezza) 2 – Contromisure (sulla macchina) Elusione - Manipolazione Possono esistere diversi gradi di elusione: da quella più semplice operata con oggetti facilmente reperibili (cacciaviti, nastro adesivo, fascette) a quella più complessa, ovvero pianificata, che evidenzia la volontà di modificare il sistema di sicurezza della macchina stabilito dal costruttore (interventi sui circuiti di comando) Elusione dell’interblocco Elusione dell’interblocco - esempi Elusione dell’interblocco Elusione dell’interblocco Motivazioni per l’elusione dell’interblocco Le motivazioni per l’elusione dei dispositivi di interblocco dei ripari mobili comprendono vari aspetti, tra cui: – intralcio all’esecuzione di alcuni compiti sulla macchina – necessità di controlli del processo di lavorazione per evitare scarti o difetti – regolazioni fini della lavorazione Di seguito è riportato un esempio di metodo per identificare le motivazioni di elusione dei dispositivi di interblocco (per una macchina automatica): – devono essere tenute in considerazione tutte le modalità di funzionamento della macchina – se un compito è necessario e non è possibile eseguirlo senza eludere i dispositivi di interblocco, è necessario riconsiderare la progettazione della macchina – se sono presenti potenziali benefici nell’esecuzione delle operazioni senza dispositivi di protezione, bisogna verificare se è possibile migliorare le misure di protezione – se l’incentivo all’elusione dei dispositivi di interblocco non può essere completamente eliminato, bisogna rendere più difficile o impossibile l’elusione dei dispositivi di interblocco Elusione dell’interblocco – esempio di metodo UNI EN ISO 14119:2013 - Allegato H Dispositivo di interblocco - UNI EN ISO 14119:2013, §3.1 • Si definisce dispositivo interbloccato, un interblocco meccanico, elettrico o di altra natura, il cui scopo è quello di impedire l'attivazione delle funzioni pericolose della macchina in specifiche condizioni (generalmente finché una protezione non è chiusa - punto 3.1). [UNI EN ISO 12100:2010, §3.28.1] Tipologie dispositivi di interblocco UNI EN ISO 14119:2013, §4.1 • I dispositivi di interblocco possono essere classificati a seconda della natura del collegamento tra il riparo e l’output del sistema, oppure a seconda della natura del sistema di output. • I dispositivi di interblocco hanno una funzione che monitora lo stato del riparo; se il riparo non è chiuso, genera un comando di arresto. • Alcuni dispositivi di interblocco hanno anche una funzione di blocco del riparo, che mantiene il riparo chiuso fino a che sono presenti delle funzioni pericolose sulla macchina. Tipologie dispositivi di interblocco UNI EN ISO 14119:2013, §4.1 La suddivisione dei dispositivi di interblocco secondo la norma UNI EN ISO 14119:2013, suddivide gli interblocchi in: Tipo 1, Tipo 2, Tipo 3 e Tipo 4. Attuatore codificato Tipologie dispositivi di interblocco Dispositivi di interblocco di Tipo 1 – non codificati UNI EN ISO 14119:2013, Allegato A I dispositivi di Tipo 1 possono essere: Camme rotanti; Camme lineari; Cerniere. Dispositivi di interblocco di Tipo 2 UNI EN ISO 14119:2013, Allegato B I dispositivi di Tipo 2 possono essere: • – sensori di posizione con attuatore a chiavetta; • – interblocco a chiave intrappolata. Attuatore a chiavetta UNI EN ISO 14119:2013, Allegato B Attuatore a chiave intrappolata UNI EN ISO 14119:2013, Allegato B Dispositivi di interblocco di Tipo 3 UNI EN ISO 14119:2013, Allegato C I dispositivi di Tipo 3 sono costituiti da uno o più switch non azionati meccanicamente ad es. (induttivo, magnetico, capacitivo, interruttore di prossimità a ultrasuoni o ottico) azionato da un attuatore non codificato collegato a un riparo mobile Dispositivi di interblocco di Tipo 3 UNI EN ISO 14119:2013, Allegato C • • • • Nessuna parte mobile Alta resistenza ai liquidi e alla polvere Facilmente pulibile A causa della bassa codifica è facilmente eludibile Dispositivi di interblocco di Tipo 4 UNI EN ISO 14119:2013, Allegato D I dispositivi di Tipo 4 sono costituiti da interblocco con un interruttore di posizione azionato da un attuatore magnetico codificato associato alla protezione mobile che apre i suoi contatti quando la protezione non è chiusa Dispositivi di interblocco di Tipo 4 UNI EN ISO 14119:2013, Allegato D • Nessuna parte mobile • Alta resistenza ai liquidi e alla polvere • Facilmente pulibile • Codificato • Tollerante allo scorretto allineamento Selezione del blocco del riparo UNI EN ISO 14119:2013, §6.2.1 I sistemi di interblocco con blocco del riparo devono essere utilizzati ogni qualvolta il tempo di reazione del sistema di arresto è maggiore o uguale al tempo necessario per il raggiungimento di parti pericolose dopo l’apertura dei ripari. Il tempo di accesso può essere calcolato usando quanto descritto nella norma UNI EN ISO 13855:2010. Selezione dell’interblocco di sicurezza del riparo con/senza blocco La maggior parte dei criteri di selezione di un dispositivo di interblocco, considerando tutte le fasi del ciclo di vita della macchina, sono: • • • • • • • • le condizioni di utilizzo e destinazione d'uso (ISO12100) I pericoli presenti sulla macchina (ISO12100) la gravità ed il possibile danno la probabilità di guasto del dispositivo di interblocco Tempo di arresto e le considerazioni sul tempo di accesso La frequenza di accesso La durata dell’esposizione della persona al pericolo considerazioni sulle prestazioni Dispositivi di interblocco senza blocco del riparo Nel caso in cui vengano impiegati dispositivi di interblocco senza il blocco del riparo, allora i ripari possono essere aperti in qualsiasi momento indipendentemente dall’operazione compiuta dalla macchina in quel momento. Dispositivi di interblocco con blocco del riparo • Se il dispositivo di interblocco è dotato di blocco del riparo, allora l’apertura del riparo è impedita fintanto che tutte le funzioni pericolose della macchina protette dal riparo, non sono cessate. • Ci sono due alternative per la progettazione del blocco del riparo: – Sblocco incondizionato: lo sblocco del riparo può essere effettuato in qualsiasi momento dall’operatore. Quando lo sblocco viene avviato, il dispositivo di blocco del riparo genera un comando di arresto. Il tempo necessario per sbloccare il riparo e raggiungere le zone pericolose è maggiore del tempo necessario per far cessare le funzioni pericolose della macchina. – Sblocco condizionato: lo sblocco del riparo è possibile unicamente quando la funzione pericolosa della macchina è cessata. Dispositivi di interblocco con blocco meccanico del riparo • La parte meccanica che blocca il riparo può essere: – inserita e rilasciata manualmente; – inserita da una molla e rilasciata da un attuatore (power -ON); – inserita da un attuatore (power-ON) e rilasciata da una molla; – inserita e rilasciata da un attuatore (power-ON). • I dispositivi di interblocco con blocco del riparo meccanico devono utilizzare il principio dell’azione meccanica diretta; l’attrito e la forza, da soli, non possono essere considerati validi. Dispositivi di interblocco con blocco elettromagnetico del riparo • I dispositivi di blocco del riparo di tipo elettromagnetico, sono mantenuti chiusi senza alcun dispositivo di blocco meccanico ma attraverso una forza elettromagnetica. • I dispositivi di blocco del riparo elettromagnetico operano secondo il principio di inserimento con un attuatore (powerON) e rilascio con un attuatore (power-OFF). Blocco del riparo elettromagnetico UNI EN ISO 14119, §4.3.2 Requisiti di controllo dell’interblocco UNI EN ISO 14119:2013, §8.1 I dispositivi interblocco con o senza bloccaggio del riparo sono parti di sicurezza del sistema di controllo (SRP/CS) di una macchina, così quando vengono utilizzati sono considerati i seguenti parametri : Valutazione dei guasti ed esclusione dei guasti Con le norme EN 13849 e EN 62061, la nuova EN 14119 conferma che per raggiungere un PLr = e l'esclusione guasto dell'attuatore meccanico (unico punto di guasto meccanico) non è possibile. Quando un test funzionale è necessario per rilevare un possibile accumulo di guasti e la protezione interbloccata non viene aperta spesso, deve essere effettuata manualmente entro gli intervalli di prova seguenti: almeno ogni mese per PL = e di Categoria 3 o 4 (o SIL 3); almeno ogni 12 mesi per PL = d di categoria 3 (o SIL 2). Prevenzione dei guasti da causa comune UNI EN ISO 14119:2013, §8.3.2 • Dove sono predisposti dei dispositivi di interblocco ridondanti, devono essere adottate misure contro i guasti da causa comune (CCF). Ad esempio: – impiego di due dispositivi di interblocco di Tipo 1, uno con azione meccanica diretta e uno con azione meccanica non diretta. Definizione • Azione meccanica diretta azione meccanica positiva movimento di un componente meccanico che deriva inevitabilmente dal movimento di un altro componente meccanico sia per contatto diretto o tramite elementi rigidi (punto 3.10) • Azione di apertura diretta apertura positiva <Contact element> raggiungimento di separazione dei contatti come risultato diretto di un movimento specifico dell'attuatore dell'interruttore attraverso i membri non-elastici (per esempio, non dipende da molle – punto 3.11) Azione meccanica diretta Connessioni degli interblocchi UNI EN ISO 14119:2013, §8.6 • Le connessioni logiche in serie dei dispositivi di interblocco sono, per i contatti normalmente chiusi collegati in serie e per i contatti normalmente aperti collegati in parallelo. • Quando dispositivi di interblocco, con contatti ridondanti sono collegati in serie, il rilevamento di un singolo guasto può essere mascherato mediante l’azionamento di un qualsiasi dispositivo di interblocco collegato logicamente in serie con l’interblocco difettoso. • In questo caso, il guasto è mascherato e l’effetto sulla copertura diagnostica (DC) e sulla categoria deve essere tenuto in considerazione (vedi norma UNI EN ISO 13849-1). Mascheramento dei guasti di interblocchi connessi in serie ISO/DTR 24119:2014 • È possibile che vi sia il mascheramento di taluni guasti quando più dispositivi di interblocco sono connessi in serie a una logica che svolge la funzione di diagnostica. • Per tali tipologie di sistemi è necessario procedere al calcolo della copertura diagnostica (DC), in conformità a quanto indicato all’interno della norma UNI EN ISO 13849-1:2008. ISO/DTR 24119:2014 – Questa norma si occupa di chiarire il collegamento logico in serie dei dispositivi ed è attualmente in preparazione Evitare il mascheramento delle avarie ISO/DTR 24119:2014, §7 Per evitare il mascheramento delle avarie di dispositivi di interblocco con contatti senza potenziale, vengono indicati i seguenti metodi: – usare contatti addizionali, connessi individualmente ad un dispositivo di monitoraggio in combinazione con un’appropriata procedura diagnostica per evitare il mascheramento delle avarie; – evitare la connessione in serie degli interblocchi e usare degli ingressi di sicurezza individuali per ciascun dispositivo; – usare dispositivi di interblocco con diagnostica interna e uscite monitorate. Marcatura Secondo la norma, i dispositivi di blocco devono essere contrassegnati da un nuovo simbolo per indicare che la funzione di blocco è monitorata. Conclusione Le soluzioni fornite dalla norma sono diverse; tuttavia l’applicazione di una soluzione piuttosto che un’altra deve essere il conseguente risultato di un processo di valutazione dei rischi effettuata sulla macchina in modo da evidenziare come la soluzione tecnica adottata e fornita dalla norma sia effettivamente quella che permette di esporre l’operatore al minimo rischio residuo. Grazie per l‘attenzione Salvatore Di Niquilo OMRON Europe BV [email protected]