Programma di preservazione della fertilità in pazienti trattati per tumore in età pediatrica Responsabili Dott.ssa Franca Fagioli, S.C. Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti Cellule Staminali, Ospedale Infantile Regina Margherita, Città della Salute e della Scienza, Torino. Dott. Alberto Garaventa, Dipartimento di Emato-Oncologia Pediatrica, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Giannina Gaslini”, Genova. Introduzione Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 1.400 casi di tumore nei bambini (0-15 anni) e 800 casi negli adolescenti (15-19 anni). Nel corso degli anni si è osservato un progressivo aumento della sopravvivenza: la probabilità di guarigione dopo neoplasia in età pediatrica, che per i casi diagnosticati negli anni ’90 era tra il 50% e il 60%, è attualmente intorno all’80%. I successi registrati in Oncoematologia Pediatrica hanno determinato un continuo aumento di soggetti trattati per tumore infantile nella popolazione di giovani adulti (16-34 anni): dalla stima di 1 su 900, nell’anno 2000, si è passati all’attuale di 1 su 450. Il significativo aumento dei risultati è stato ottenuto grazie a più fattori: diagnosi precoce ed accurata, ottimizzazione delle terapie di supporto e crescente intensità ed efficacia dei protocolli di cura. L’incremento delle possibilità di guarigione aumentano, tuttavia, nella popolazione dei guariti, la probabilità di effetti tossici tardivi, legati alla somministrazione di chemio e/o radioterapia durante la fase dell’accrescimento. Tra le diverse possibili sequele osservate nei soggetti fuori terapia vi è la sterilità. I disturbi della fertilità sono di diversa entità a seconda del protocollo di cura ricevuto; sia la radioterapia che la chemioterapia possono determinare un danno, dose dipendente, sulla componente endocrina e germinale di testicolo e ovaio. Tra i farmaci, alcuni, ad esempio gli alchilanti, hanno maggiore rischio di tossicità sulle gonadi; inoltre i regimi di condizionamento più frequentemente utilizzati prima del trapianto di cellule staminali emopoietiche sono associati a un alto rischio di sterilità. L’infertilità comporta implicazioni significative sulla qualità di vita e sul benessere psicosociale dell’individuo, per cui è importante offrire a questi soggetti un programma di preservazione della fecondità, data anche l'esistenza di procedure sempre più efficaci nel campo della procreazione medicalmente assistita. Per i soggetti di sesso maschile, la possibilità di preservare la fertilità è rappresentata dalla conservazione di quote di sperma congelato utilizzabili, successivamente, per un’inseminazione artificiale o per una fecondazione in vitro; tuttavia, tale metodica presenta difficoltà legate non solo all’età del paziente, o a motivi psicologici, ma anche a ostacoli organizzativi ed economici (è previsto un importo annuale a carico della famiglia per la crioconservazione del liquido seminale). Per i soggetti di sesso femminile, le possibilità di preservare la fertilità sono più complesse e non sempre sufficienti: trasposizione chirurgica delle ovaie o schermatura delle stesse durante radioterapia, terapia farmacologica (analoghi LH-RH) per ridurre la tossicità da chemioterapia. 1 Una nuova promettente metodica è rappresentata dalla crioconservazione e successivo reimpianto di tessuto ovarico: la ricerca, in questa tecnica ancora considerata sperimentale, è molto attiva e i dati raccolti sempre più convincenti; a oggi nel mondo, sono riportate 28 gravidanze di cui 24 concluse con successo (1 presso il Centro di Medicina della Riproduzione dell’Università di Torino) e 4 attualmente in corso. Sono ancora oggetto di discussione e studio la possibile contaminazione neoplastica dell’ovaio congelato ed il successivo rischio di disseminazione con l’impianto dello stesso. Sia per lo sperma congelato, che per il tessuto ovarico, non vi sono dati definitivi sulla vitalità delle cellule criopreservate per lunghi periodi; inoltre bisogna tenere presente che queste tecniche non sono comunque in grado di assicurare con certezza la fertilità una volta raggiunta l’età adulta. Obiettivo del Progetto Mettere a punto un programma di possibile preservazione della fertilità tramite criopreservazione di cellule spermatiche e tessuto ovarico per i pazienti con diagnosi di neoplasia presso i Centri di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova e trattati con protocolli ad alto rischio di tossicità gonadica. Durata del Progetto Due anni. Criteri di inclusione › Criopreservazione sperma: soggetti di sesso maschile puberi con diagnosi di neoplasia che necessita di trattamento chemio e/o radio terapico a dosi gonadotossiche. › Criopreservazione tessuto ovarico: bambine, adolescenti, giovani adulte con diagnosi di neoplasia che necessita di trattamento chemio e/o radioterapico in grado di alterare in modo irreversibile il patrimonio di ovociti. Criteri di esclusione › Controindicazioni cliniche e/o psicologiche alla procedura › Assenza di consenso informato del paziente e/o dei genitori in caso di soggetto minore. Arruolamento dei pazienti › Comunicazione diagnosi neoplasia e iter terapeutico: il medico illustra, alla presenza dello psicologo, i possibili effetti tossici tardivi, tra cui il rischio di sterilità, connesso alla malattia stessa e al suo trattamento. › Colloquio successivo: approfondimento del rischio di infertilità, counselling riproduttivo ed offerta del programma di preservazione. › Consegna scheda informativa e modulo di consenso informato. Tempi dell’arruolamento › Alla diagnosi di neoplasia, prima dell’inizio del trattamento. › Dopo il primo ciclo di trattamento, nei casi in cui la situazione clinica richieda l’inizio immediato della cura. › Prima della terapia mieloablativa, nei soggetti candidati a trapianto di cellule staminali emopoietiche non ancora arruolati nel programma di preservazione della fertilità. Programma Raccolta e criopreservazione sperma › Genova: presso il Centro per la Sterilità, Ospedale San Martino. › Torino: presso il Centro FIVER, Ospedale Sant’Anna. Raccolta e criopreservazione tessuto ovarico › Prelievo di frammenti ovarici in laparoscopia - Genova: Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Giannina Gaslini” - Torino: Ospedale Infantile Regina Margherita, Ospedale Sant’Anna › Congelamento e criopreservazione - Genova e Torino: Centro di Medicina della Riproduzione, Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, Università di Torino, Ospedale Sant’Anna. 2 3