1ᵃ MAPPATURA
DELLE REALTÁ DI CALCIO SOLIDALE
(10 aprile 2015)
Primi risultati
1. Premessa
Carico di elementi simbolici immediatamente condivisibili tra le persone e così interno alla cultura
del nostro paese, il calcio rappresenta da sempre un potente passepartout in grado di veicolare i
valori dell’inclusione sociale e dell’integrazione di persone vulnerabili e/o con disabilità,
generando impatti profondi nei nostri territori. Lo sport, assunto nei suoi significati culturali,
educativi ed etico-sociali, introduce riflessioni ed espone orizzonti e concetti innovativi sul valore
dell’educazione motoria e sportiva per la promozione della salute e della cittadinanza.
Da qui si rileva una nuova cultura dello sport secondo profili di forte valenza antropologica e
umanistica: il corpo come espressione della personalità e come condizione relazionale,
comunicativa, espressiva e operativa; il movimento come strumento privilegiato di maturazione
dell’autonomia personale che concorre al processo di formazione integrale della persona.
Su iniziativa dell’Assessorato “Scuola, Sport, Politiche giovanili e Partecipazione” di Roma Capitale,
la Fondazione Roma Solidale ha avviato una prima ricerca finalizzata alla mappatura delle realtà
che nel territorio romano rappresentano esempi concreti di azione sportiva “solidale”, con
particolare riferimento all’attività calcistica.
I dati sono stati rilevati nel periodo che va dal 04 marzo al 10 aprile 2015, con l’obiettivo di
fornire, secondo definizioni armonizzate, una panoramica generale dell’universo delle
organizzazioni appartenenti ai diversi mondi dello Sport e del Sociale, attraverso la
somministrazione tramite e-mail di una scheda di rilevazione.
Non essendo interamente noto, al momento dell’avvio dell’indagine, il numero delle realtà
operanti nel settore, si è utilizzato un campionamento “a valanga” a partire da 6 organizzazioni
“capofila” (Ardita ASD, Calciosociale SSDaRL, FRS Sporting United, Liberi Nantes ASD, Spartak
Lidense ASD, Totti Soccer School SSDaRL). L’attività censuaria, esercitata fino al 10 aprile, ha
identificato un totale di 42 organizzazioni, tutte interpellate. Il tasso di risposta è stato pari al 55%.
Le informazioni raccolte, riferite alle 23 realtà rispondenti, consentono di offrire un primo
spaccato delle organizzazioni romane impegnate nell’ambito del “calcio solidale”, focalizzando
l’attenzione su aspetti significativi quali le finalità perseguite, i destinatari, il personale coinvolto,
l’ambito territoriale e la rete attivata.
1
2. Le principali caratteristiche delle organizzazioni di Calcio Solidale a Roma
Dal 4 marzo al 10 aprile 2015, il censimento ha rilevato 8 Associazioni Sportive Dilettantistiche, 2
Cooperative Sociali, 3 Società Sportive Dilettantistiche a Responsabilità Limitata, 4 Centri Diurni in
capo ai Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL, 3 Onlus, 3 Associazioni (prospetto 1). L’insieme di
queste unità è costituito da un totale di 23 organizzazioni, di cui 19 afferenti all’ambito del privato
sociale (pari all’83% del totale) e 4 all’ambito della sanità pubblica (17%).
Prospetto 1. Natura giuridica delle organizzazioni di Calcio Solidale
Associazione
3
Onlus
3
Centri Diurni DSM
4
Società Sportiva Dilettantistica a r.l.
3
Cooperativa Sociale
2
Associazione Sportiva Dilettantistica
8
0
2
4
6
8
10
Riguardo al periodo di costituzione, e quindi all’anzianità delle organizzazioni, si osserva che ben 7
organizzazioni su 10 sono nate dal 2000 in poi; in particolare, la maggior parte di queste tra il 2010
e il 2015. Il restante 30% colloca il suo atto di nascita tra il 1970 e 1999. Ciò conferma che il 70%
delle realtà qui rappresentate sono di recente formazione.
Più generali e al tempo stesso impegnative risultano le finalità perseguite dai soggetti rispondenti:
quasi la totalità delle organizzazioni opera per favorire l’inclusione sociale delle persone
vulnerabili e per promuovere lo sport come strumento educativo. A questi due filoni maggioritari
si accostano, in piena coerenza, finalità più circostanziate che, almeno in una certa misura,
possono essere considerate come declinazioni specifiche delle prime (e quindi come elementi
caratterizzanti in maniera più precisa l’operato delle organizzazioni di riferimento). Altro scopo
rilevato con una certa frequenza è la promozione dell’attività sportiva quale strumento di
riabilitazione e di risocializzazione tra tutte le forme di diversità.
Tali finalità si traducono, poi, in azioni specifiche che si realizzano in ben determinati ambiti
operativi di intervento. L’attività sportiva delle organizzazioni rispondenti è principalmente rivolta
alle fasce di età 14-25 anni e oltre 25 anni (solo 5 organizzazioni su 23 si rivolgono alla fascia 6-14
anni).
Il target principale è la disabilità, di natura soprattutto psichiatrica (9 sono le organizzazioni che si
rivolgono a persone con problemi di salute mentale). Seguono: 4 organizzazioni che operano
nell’ambito dell’immigrazione, 4 nella categoria “altro” (aggregazione in territori problematici e
“sport per tutti”), 1 nella tossicodipendenza e 1 nell’azionariato popolare (prospetto 2).
2
Prospetto 2. Ambito di attività delle organizzazioni di Calcio Solidale
17%
18%
4%
immigrazione
4%
tossicodipendenza
disabilità
azionariato popolare
altro
57%
Inoltre, considerando le dimensioni organizzative con riferimento al numero del personale
coinvolto, si può notare come il 74% delle organizzazioni rispondenti sia di piccole dimensioni
(almeno 10 operatori), e tra queste 5 su 10 dichiarano di disporre di un personale non superiore
alle 5 unità. Il restante 26% si caratterizza per un numero di personale coinvolto oltre le 10 unità.
Dall’approfondimento del dato, emerge un’altra caratteristica interessante. Pur essendo
organizzazioni sportive, oltre alla presenza di allenatori e istruttori, si rileva che 7 organizzazioni
su 10 dispongono di un gruppo di lavoro multidisciplinare e integrato, rappresentativo di tutte le
figure professionali coinvolte di ambito sanitario, sociale e sportivo (medici, psicologi, mediatori,
educatori, animatori, tecnici della riabilitazione, personal trainer, preparatori atletici, ecc.).
In relazione all’ambito territoriale di attività, risultano interessati dagli interventi delle
organizzazioni in esame ben 11 municipi di Roma Capitale e i comuni afferenti al distretto sociosanitario RM G5. Dalla correlazione dei dati, emerge un forte legame con il territorio: infatti la
maggior parte delle organizzazioni (il 70%) dichiara di svolgere attività in ambito cittadino
(prospetto 3).
Prospetto 3. Dimensione dell’intervento delle organizzazioni di Calcio Solidale
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
3
Quanto invece al coinvolgimento del territorio, le organizzazioni rispondenti dichiarano di
intrattenere rapporti collaborativi con un numero variabile di enti, coinvolgendo in particolar
modo il mondo associativo. Seguono poi i rapporti intercorsi con enti istituzionali (municipi e ASL),
centri sportivi, famiglie e scuola.
Si sottolinea, inoltre, che l’insieme delle organizzazioni in esame raggiunge all’anno oltre 3.400
beneficiari (diretti e indiretti) con azioni di “calcio solidale”. Nello specifico, 7 organizzazioni
riferiscono un numero annuo di beneficiari tra i 200 e i 500. Le restanti si mantengono in una
media di 35 beneficiari raggiunti.
In conclusione, anche se la presente mappatura non può considerarsi esaustiva dell’intero
universo del calcio solidale, in quanto tuttora in corso, l’analisi di questi primi risultati ha
consentito di prendere consapevolezza di un universo estremamente interessante e vario.
Una ricchezza straordinaria di incontri e di scambio, che se per un verso rende ancora più
complessa la sfida dell’integrazione, per l’altro contribuisce in modo sostanziale al miglioramento
della qualità del territorio e della vita dell’uomo.
CESDIM
Centro Studi sulla Disabilità e Marginalità Sociale
di Fondazione Roma Solidale onlus
Materiale elaborato dalla Fondazione Roma Solidale attraverso il Cesdim. Vietata la riproduzione senza
espressa autorizzazione.
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