Associazione Docenti Italiani http://www.adiscuola.it La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino ADi Associazione Docenti Italiani INTRODUZIONE A cura dell'ADi Nascerà la valutazione degli insegnanti? E se sì a quale fine? Dalle dichiarazioni del ministro Gelmini e da quanto si legge sulla stampa sembrerebbe che la valutazione degli insegnanti, insieme a quella delle scuole, e in primo luogo il riconoscimento del merito, siano in procinto di essere varati. A questo fine è stato insediato presso il MIUR, un comitato tecnico scientifico con il compito di indagare questi temi e disegnare una proposta. Riusciranno i “nostri eroi” (è il caso di dire) a vincere questa sfida, considerato che ci si prova invano da circa 35 anni? Noi lo speriamo Abbiamo voluto intervistare su questi temi l'economista Andrea Ichino, del quale abbiamo apprezzato recenti articoli sulla scuola e che, come lui ci dice, fa parte di questo comitato. Siamo dunque lieti di offrire ai lettori del nostro sito questa intervista e contemporaneamente dichiariamo l'intenzione di aprire il confronto sulle posizioni espresse, dando contemporaneamente ad Andrea Ichino ogni diritto di replica, se lo desidererà. Per meglio entrare nel vivo della materia, consideriamo utile fare una breve cronistoria dei tentativi di riconoscimento del merito e della valutazione degli insegnanti in Italia, una delle tante storie surreali che hanno costellato le riforme dell'istruzione nel nostro Paese. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 2 ADi Associazione Docenti Italiani Il merito: più volte aggredito, ma mai istituito A partire dagli anni Ottanta il tema del merito e della differenziazione di carriera è stato sottratto alla legge e fagocitato dalla contrattazione sindacale. Da allora si è assistito a un progressivo appiattimento e a una costante deprofessionalizzazione dell'insegnamento, con i docenti omologati al personale ATA in unico contratto, dove persino la formazione è trattata con gli stessi criteri per gli uni e per gli altri. La storia che qui riassumiamo è emblematica di questo processo di proletarizzazione e dimostra clamorosamente la deriva della professione docente costretta all'interno di una visione conservatrice e di un democraticismo miope incapace di immaginare una moderna organizzazione del lavoro funzionale alla scuola dell'autonomia. La storia comincia dall'abolizione del “concorso per merito distinto” nel 1974 con il varo dei così detti Decreti Delegati, di cui il 417 riguardava lo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo. Siamo in pieno clima postsettantotto, permeato dal mito dell'egualitarismo. Da allora fino ai nostri giorni la questione del riconoscimento del merito ha attraversato solo fallimenti. Ma andiamo con ordine. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 3 ADi Associazione Docenti Italiani La cronistoria DPR 417/1974 Stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo Viene abolito, insieme alle note di qualifica, il “concorso per merito distinto”, un istituto nato con la riforma Gentile (art. 9 e 10 del Regio Decreto 6 Maggio 1923, n° 1054) e modificato nel 1958 sotto il ministro della pupblica istruzione Aldo Moro. Il merito distinto era il riconoscimento di competenze culturali e professionali premiate con un'accelerazione di carriera. Consisteva in un concorso per titoli ed esami (uno scritto e una lezione) o per soli titoli (a seconda della fascia stipendiale di appartenenza). Indetto annualmente, vi potevano partecipare insegnanti con determinate anzianità di servizio. La possibilità di accelerazione era prevista per un'aliquota di posti pari al 50 o al 25 per cento del numero degli insegnanti della materia o gruppo di materie cui si riferiva il concorso. Quando fu abolito, quel concorso aveva sicuramente fatto il suo tempo, così come l'avevano fatto le “note di qualifica”. L'errore allora non fu abolirli entrambi, ma il non sostituirli con meccanismi più adeguati. Il mito dell'unicità della funzione docente, e ancor più dell'egualitarismo, sotto cui sono andate via via annidandosi mediocrità e pigrizia, è stato da allora contrapposto a qualsiasi articolazione e differenziazione della carriera docente. CONTRATTO: DPR 209/1987 Vengono bloccati gli scatti di anzianità e viene definito il “ fondo di incentivazione". E contemporaneamente si dichiara: • .. sarà istituita una commissione mista che definirà entro il 30/6/1988 nuove modalità e criteri di progressione professionale." (art. 40) NON SE NE FECE NULLA La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 4 ADi Associazione Docenti Italiani CONTRATTO: DPR 399/1988 Il contratto del 1987 è travolto dal movimento degli insegnanti. Nel 1988 ne viene firmato uno nuovo (il primo contratto firmato anche da GILDA e ANP), che ripristina gli scatti di anzianità e afferma: • .. una successiva contrattazione decentrata nazionale stabilirà anticipazioni di carriera per merito con decorrenza 31/12/1990, attraverso modalità concorsuali. (art. 28) NON SE NE FECE NULLA CONTRATTO: CCNL 4/08/1995 Questo contratto modifica gli scatti biennali in sessennali e settennali, e assume 2 impegni: 1) stabilire anticipazioni di carriera mediante titoli di merito, 2) stabilire figure di sistema ovvero profili di specializzazione della professione docente. Gli articoli 27 e 38 così recitano: Art. 27: Il passaggio tra una fascia e l'altra potrà essere anticipato nel tempo per effetto della valutazione di ulteriori parametri ponderat i secondo le specifiche tipologie professionali, quali: titoli accademici, professionali e culturali coerenti con il profilo professionale di appartenenza; crediti professionali oggettivamente certificabili, derivanti dalle esperienze di servizio e dalle attività di formazione; accertamento di particolari qualità dell'attività professionale, a richiesta dell'interessato. La declaratoria puntuale dei predetti parametri, la loro combinazione, le modalità di accertamento e i criteri di valutazione verranno definiti tra le parti nel successivo accordo entro il 30 Novembre 1995, con decorrenza dal 1.1.96. Art. 38: Per adeguare il profilo professionale della funzione docente ai processi di affermazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e di differenziazione dell'offerta formativa, le parti convengono sulla necessità di procedere ad una articolazione delle competenze e delle responsabilità all'interno di tale professione. Pertanto, la configurazione professionale del docente, ferma restando l'unicità della funzione, può essere articolata attraverso la definizione, al suo interno, di "figure di sistema" ovvero di particolari profili di specializzazione, relativi agli aspetti scientifici, didattici, pedagogici, organizzativi, gestionali e di ricerca. L'individuazione delle suddette articolazioni della professionalità docente è operata in una apposita fase negoziale. NON SE NE FECE NULLA Legge 15 marzo 1997, n. 59 Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa L'art. 21 istituisce l'autonomia delle istituzioni scolastiche e insieme ad essa la dirigenza dei capi d'istituto. Proprio nel paragrafo sulla dirigenza vengono istituite “nuove figure professionali" dei docenti. Quel comma non supera però il tabù dell' unicità della funzione docente: • Nel rispetto del principio della libertà di insegnamento e in connessione con l'individuazione di nuove figure professionali del personale docente, ferma restando l'unicità della funzione, ai capi d'istituto è conferita la qualifica dirigenziale contestualmente all'acquisto della personalità giuridica e dell'autonomia da parte delle singole istituzioni scolastiche. (comma 16 art. 21) MAI REVOCATO MA MAI APPLICATO La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 5 ADi Associazione Docenti Italiani CONTRATTO: CCNL 24/05/ 99 - Il contratto introduce con l'art. 28 le così dedette funzioni obiettivo, in numero predeterminato contrattualmente, che dovrebbero costituire la valorizzazione di alcune competenze professionali (in realtà mai accertate) per l'espletamento di specifiche funzioni riferite a 4 aree predefinite: 1) la gestione del piano dell'offerta formativa, 2) il sostegno al lavoro dei docenti, 3) interventi e servizi per gli studenti, 4) realizzazione di progetti formativi d'intesa con enti ed istituzioni esterni alla scuola. Vengono dati alle scuole fondi specifici. - Ma ciò per cui questo contratto si caratterizza è il famoso “concorsone”, noto come concorsone Berlinguer, allora ministro della Pubblica Istruzione. IL FALLITO CONCORSONE DI BERLINGUER (1999- 2000) CONTRATTO: CCNL 24/05/ 99 La grande novità del CCNNL del 1999 è l'articolo 29 che prevede una maggiorazione economica annua lorda pari a £ 6.000.000, a partire dall'1/01/2001, per il 20% dei docenti con almeno 10 anni di servizio, come "riconoscimento della crescita professionale" "con particolare riferimento all'attività di insegnamento". E' l'avvio di quello che passerà sotto il nome di “Concorsone Berlinguer”. Si legge nell'articolo 29: • E' offerta l'opportunità di riconoscimento della crescita professionale nell'esercizio della funzione docente per favorire una dinamica retributiva e professionale in grado di valorizzare le professionalità acquisite con particolare riferimento all'attività di insegnamento. Essa consiste nella possibilità per ciascun docente, con 10 anni di servizio di insegnamento dalla nomina in ruolo, di acquisire un trattamento economico accessorio consistente in una maggiorazione pari a £ 6.000.000 annue. Il diritto a tale maggiorazione matura a seguito del superamento di una procedura concorsuale selettiva per prove e titoli attivata ordinariamente nell'ambito della provincia in cui è situata la scuola di titolarità. La maggiorazione ha effetto in tutte le posizioni stipendiali successive, salvo esito negativo delle valutazioni periodiche di cui al comma 3. • Alla maggiorazione di cui al comma 1 potrà accedere almeno il 20% del personale di ruolo al 31 dicembre 1999 (…) (Art. 29) CONTRATTO INTEGRATIVO: CCNI 31/08/99 La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 6 ADi Associazione Docenti Italiani L'articolo 38 stabilisce inoltre che il concorso si articolerà in 3 fasi: 1) il curricolo professionale che peserà per il 25% del punteggio totale, 2) la prova strutturata nazionale che peserà per il 25% del punteggio totale, 3) la verifica in situazione che peserà per il 50% del punteggio totale. Si specifica che i docenti da premiare dovranno essere almeno 150.000 e che le commissioni territoriali assegneranno le maggiorazioni retributive in numero corrispondente a quello assegnato al territorio di competenza. A differenza dell'antico concorso per merito distinto dove gli insegnanti erano ammessi all'orale solo se nell'esame scritto avevano ottenuto almeno 8/10, qui non viene fissato nessun punteggio minimo per accedere ai 6.000.000 di lire, così, poiché ciascuna commissione ha in dotazione un numero fisso di quote (corrispondente al 20% dei docenti con 10 anni di ruolo in servizio nelle scuole di propria competenza) che deve comunque assegnare, poteva ipoteticamente capitare che in una zona territoriale in cui tutti i docenti fossero scadenti, insegnanti con punteggi parziali e finali minimi, avrebbero comunque potuto percepire il premio al merito, mentre in un'altra zona in cui ci fosse un numero considerevole di bravi docenti, alcuni sarebbero stati comunque esclusi, pur essendo di gran lunga migliori di quelli della commissione prima considerata. DECRETO DIRETTORIALE 23-12-99 Viene indetto il concorso DECRETO DIRETTORIALE 07-02-2000 Viene sospeso il concorso. Dopo infuocate prese di posizione dei sindacati non firmatari del contratto e con il voltafaccia dei sindacati confederali, che dovevano gestire in quello stesso periodo le prime elezioni delle RSU, quel concorso salta e con esso anche la poltrona del ministro Luigi Berlinguer. NON SE NE FECE MAI PIU' NULLA La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 7 ADi Associazione Docenti Italiani PRIMA ELEZIONE DELLE RSU NEL COMPARTO SCUOLA 15-16 DICEMBRE 2000 Le RSU elette nella scuola assumono compiti di contrattazione sia nella distribuzione del Fondo di istituto, sia, in parte, rispetto alle funzioni obiettivo e più in generale nei confronti dell'organizzazione del lavoro. E' un ulteriore passaggio verso la deprofessionalizzazione: qualsiasi bidello può trattare della condizione professionale degli insegnanti. LEGGE DELEGA 28 marzo 2003, n. 53, RIFORMA MORATTI Un tentativo, non esplicito, di avviare differenziate figure professionali, si trova nell'art. 5 comma 1g della legge 53/2003, riforma Moratti, abrogato dalla legge finanziaria 2008. Quel comma recita: "le strutture di cui alla lettera e) curano anche la formazione in servizio degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutorato e di coordinamento dell'attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e formative" (art. 5 comma 1 lettera g della L.53/2003) CONTRATTO: CCNL 24/07/2003 - Funzioni strumentali al piano dell'offerta formativa. Le funzioni obiettivo, che hanno dimostrato tutta la loro debolezza, diventano funzioni strumentali. Scompare il numero predeterminato (la decisione passa alle scuole, fatto salvo il budget previsto per queste funzioni), scompare la rigidità delle 4 aree e si lascia la responsabilità di determinarle al collegio dei docenti in coerenza con il Piano dell'Offerta Formativa. Anche questo tentativo di togliere rigidità e dare più autonomia alle scuole non ha di fatto funzionato. - Meccanismi di carriera. Dopo la sconfitta del concorsone, pagata dal solo ministro Berlinguer, il CCNL 2002-2005 riprende la questione della valorizzazione del merito e dei meccanismi di carriera. L'art. 22 così recita: • Le parti stabiliscono di costituire, entro 30 giorni dalla firma definitiva del presente CCNL, una commissione di studio tra ARAN, MIUR e OO.SS. firmatarie del presente CCNL, che, entro il 31-12-2003 elabori le soluzioni possibili, definendone i costi tendenziali, per istituire già nel prossimo biennio contrattuale, qualora sussistano le relative risorse, meccanismi di carriera professionale per i docenti. • Le parti convengono che la commissione di cui al comma precedente finalizzi la propria attività alla realizzazione di meccanismi di carriera che contribuiscano alla costruzione di una scuola di alto e qualificato profilo, che assicuri agli alunni i migliori livelli di apprendimento, valorizzi i talenti e prevenga situazioni di difficoltà e disagio. Tra gli strumenti a tal fine necessari si conviene essere utile l'istituzione di un sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico. (art. 22) DOCUMENTO DI LAVORO DELL'ARAN 18-12-03 Il 18-12-03 l'ARAN consegna ai componenti della Commissione di cui all'art. 22 del CCNL 24/07/03 un “Documento di lavoro” di 46 pagine. Si veda il commento ADi. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 8 ADi Associazione Docenti Italiani DOCUMENTO FINALE DELLA COMMISSIONE DI LAVORO 24-05-2004 Il 24 maggio 2004 la Commissione licenzia un documento unitario. Si tratta di un documento pasticciato che non affronta la questione economica, come avrebbe dovuto, e che mescola e confonde 3 questioni: 1. diminuzione della percorrenza retributiva, da 35 a 25 anni 2. “accelerazioni di carriera” per “merito” 3. creazione di nuove figure professionali dei docenti E naturalmente ribadisce l'unicità della funzione docente. NON SE NE FECE NULLA CONTRATTO: CCNL 07/10/2007 Il contratto nazionale firmato il 7/10/2007 ribadisce gli esiti della Commissione di tre anni prima e di nuovo, senza vergogna e senso del ridicolo, ripropone l'impegno a cercare modalità per dare soluzione al problema e chiama in causa il sistema nazionale di valutazione. Così recita l'art. 24: • “ Le parti confermano gli esiti sottoscritti il 24-04-04 della Commissione che ha operato ai sensi dell'art.22 delCCNL 24/07/03. Le parti stesse si impegnano a ricercare in sede contrattuale, in coerenza con lo sviluppo dei processi di valutazione complessiva del sistema nazionale d'istruzione e con risorse specificamente destinate, forme, modalità, procedure e strumenti d'incentivazione e valorizzazione professionale e di carriera degli insegnanti (art.24) In tre anni... NON SE NE È FATTO NULLA! La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 9 ADi Associazione Docenti Italiani INTERVISTA ALL'ECONOMISTA ANDREA ICHINO Pubblicazione dell'anagrafe telematica di tutti i docenti ADi: Prof. Ichino, abbiamo letto, e abbiamo condiviso, la sua posizione a favore dell'anagrafe degli studenti. Ora il MIUR, in un regolamento che riguarda le classi di concorso, ha inserito anche l'anagrafe telematica di tutti i docenti, dalla scuola dell'infanzia alle superiori, che sarà pubblicata sul sito del ministero. Essa conterrà, oltre ai dati anagrafici e ai titoli di studio ed abilitazione, anche altre voci quali la scuola dove il docente insegna e quelle dove ha lavorato prima; le eventuali pubblicazioni di libri o articoli; le eventuali specializzazioni; le certificazioni «con particolare riferimento alle lingue straniere e alle competenze informatiche». Cosa pensa di questa iniziativa e quali ritiene siano le finalità? Una giusta esigenza di trasparenza, utile alle scuole A. Ichino: Penso che questa sia un'ottima idea, soprattutto se ogni famiglia potrà accedere liberamente alle informazioni di questa anagrafe: è bene che le famiglie possano conoscere il curriculum vitae di chi insegna ai loro figli, dalla scuola materna all'università. Nel mondo universitario internazionale, chi non mette il suo CV in internet ha qualcosa da nascondere. E questo a maggior ragione in un sistema scolastico ideale (da cui siamo ben lontani, purtroppo) fondato sul binomio "autonomia-valutazione". Immagino delle scuole pubbliche ma autonome dal punto di vista finanziario e della gestione delle risorse umane. Quindi scuole libere di assumere gli insegnanti più adatti all'offerta formativa che hanno deciso di adottare, libere di pagare questi insegnanti in modo differenziato ed eventualmente di licenziarli se incompatibili con l'offerta formativa prescelta. Scuole che a fronte di questa autonomia siano però soggette ad una severa valutazione dei risultati da parte di una amministrazione centrale capace di indicare chiaramente gli obiettivi da conseguire e sui quali le scuole saranno valutate. In questo contesto, la qualità degli insegnanti sarà uno strumento fondamentale con cui le scuole potranno attrarre gli studenti e al tempo stesso i finanziamenti pubblici o privati. E allora non ci sarà nemmeno bisogno di imporre per decreto un'anagrafe telematica di tutti i docenti. Saranno i docenti stessi e le loro scuole a voler mettere a disposizione della collettività, in internet, i loro Curricula Vitae. Chi non lo farà avrà qualcosa da nascondere. Questa esigenza di trasparenza dovrebbe valere in realtà per tutti i dipendenti pubblici come previsto dalla legge n. 15/2009 (c.d. Legge Brunetta) nella quale la disposizione sulla full disclosure è ripresa dai Freedom of Information Act statunitense e britannico. Ma indipendentemente da questa esigenza, per il MIUR, l'anagrafe degli insegnanti, abbinata a quella degli studenti, costituirà uno strumento essenziale per monitorare il sistema scolastico e per capire quali caratteristiche dei docenti sono associate ad una migliore performance degli studenti. Ad esempio, credo che attualmente in Italia i laureati in biologia possano insegnare matematica alle scuole medie. Qualcuno ha mai provato a verificare statisticamente se questa sia una buona idea? Magari si, non voglio togliere nulla alle competenze matematiche dei biologi, ma varrebbe la pena di verificarlo. Grazie a dati di questo tipo disponibili in altri paesi, che abbinano la performance di ciascun docente a quella di tutti i gli studenti a cui il docente ha insegnato nel tempo, è stato possibile realizzare studi di enorme La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 10 ADi Associazione Docenti Italiani importanza che ci aiutano oggi a capire meglio che cosa caratterizza un buon insegnante e che cosa può migliorare il risultato principale del suo lavoro, ossia gli apprendimenti degli studenti. Valutazione e differenziazione di carriera ADi: L'ADi si batte, fin dalla sua fondazione, per la valutazione dei docenti e per la loro differenziazione di carriera. Siamo tanto convinti di questo obiettivo da averlo inserito nel nostro Statuto. E questo per non dover rimettere costantemente in discussione una questione che si trascina senza soluzione da oltre 35 anni, da quando nel 1974 fu abolito il “Concorso per merito distinto”, senza essere sostituito da nuove modalità di accertamento e di riconoscimento del “merito”. Su questo tema siamo particolarmente interessati a conoscere le sue idee. La cosa più urgente è il riconoscimento del merito A. Ichino: Il problema è ampiamente dibattuto nella letteratura e non è ovvio come risolverlo. Cominciamo innanzitutto col dire che la cosa più urgente è riconoscere il merito affinché la professione di insegnante ricominci ad essere attraente per i migliori giovani laureati, senza bisogno che per fare questa professione essi debbano sentirsi dei missionari pronti a dare il massimo senza alcun riconoscimento. Poiché è possibile creare in tempi brevi un sistema per riconoscere il merito e incentivarlo, iniziamo a farlo subito, prendendo tempo riguardo al definire una progressione di carriera che comporta complicazioni maggiori. Dopo di che dobbiamo chiederci se vogliamo una progressione di carriera solo da un punto di vista salariale e di ''galloni sull'uniforme", ma tale per cui tutti gli insegnanti continuino a fare essenzialmente lo stesso lavoro indipendentemente dal grado; oppure se immaginiamo livelli di carriera a cui siano associati compiti e responsabilità diverse all'interno di una scuola, oltre che retribuzioni e "galloni sull'uniforme". Nei dipartimenti universitari americani, ad esempio, la progressione di carriera da professore associato a professore ordinario è quasi interamente un fatto di salario e di grado: per il resto associati e ordinari fanno esattamente lo stesso lavoro (insegnamento e ricerca) e si dividono eventuali compiti e responsabilità aggiuntive. E anche il ruolo di direttore del dipartimento è normalmente fatto a rotazione tra gli ordinari. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 11 ADi Associazione Docenti Italiani Il falso dilemma fra merit pay e figure con funzioni differenziate ADi: Infatti ci si dibatte tuttora, in molti Paesi, nel dilemma se sia giusto valutare e premiare il singolo insegnante per il suo lavoro individuale in classe, da rilevare in primo luogo attraverso i risultati conseguiti dagli studenti, o se invece la differenziazione, debba comportare una diversa carriera con compiti aggiuntivi o separati dal semplice insegnamento in classe, senza che quest'ultimo debba necessariamente venir meno. In breve: Merit pay o nuove figure con funzioni differenziate? Noi da tempo lo consideriamo un falso problema. Non crediamo al mito del "bravo insegnante" chiuso nella sua classe. Non servono più professionisti "solitari". In qualsiasi professione, la qualità del lavoro si fonda ormai su competenze distribuite, sul lavoro in equipe. I "bravi" sono quelli che sanno fare team, che sanno coinvolgere, che sanno essere guida per le nuove leve di insegnanti. Solo così le innovazioni si consolidano e diventano sistema. Diversamente tutto ciò che di buono fa un insegnante rimane circoscritto alla sua classe e scompare quando se ne va. Per questo è inevitabile, a noi pare, che i bravi assumano anche responsabilità di leadership intermedia. Qual è il suo parere in merito? Affidare alle scuole la decisione A. Ichino: Il mio parere è che sia meglio affidare alle scuole, nella loro piena autonomia a cui facevo riferimento nella risposta alla prima domanda, di decidere se organizzarsi con una progressione di carriera a cui siano associati compiti differenziati per insegnanti con responsabilità diverse (il middle management), oppure seguire il modello di carriera "nominale" dei dipartimenti universitari americani a cui facevo riferimento prima. Nel mio sistema scolastico ideale basato sul binomio "autonomiavalutazione" a cui sopra accennavo, la sperimentazione delle diverse scuole indicherà il sistema migliore per le caratteristiche specifiche del nostro paese. Dal punto di vista giuridico non credo che questa autonomia comporterebbe difficoltà. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 12 ADi Associazione Docenti Italiani Quali passaggi in Italia per uscire dal binario morto? ADi: Noi riteniamo che questa situazione, bloccata da troppo tempo, potrà essere sdoganata solo se preliminarmente si riuscirà a: 1) eliminare il mito dell' unicità della funzione docente; 2) sottrarre al sindacato ciò che compete alla legge (persino in Inghilterra, dove vige il regime privatistico, la carriera è definita per legge); 3) definire la carriera docente entro le norme generali dello stato giuridico nazionale e decentralizzarne la gestione a livello regionale. Questa la premessa, poi ci troviamo di fronte ovviamente alla sostanza: le risorse economiche. Ma andiamo con ordine. Rispetto alla “premessa” qual è il suo pensiero? Si esce dal binario morto puntando sul binomio valutazioneautonomia, decentralizzando alle singole scuole non alla regione A. Ichino: A mio avviso la situazione è bloccata anche perché tutti siamo spaventati dall'idea di una riforma che dal centro decida cosa fare per un'azienda con circa un milione di lavoratori divisi in migliaia di sedi diverse. Fare un errore in un'azienda così grande sarebbe devastante. Al tempo stesso la situazione della scuola italiana è diventata insostenibile. Gli insegnanti che fanno davvero seriamente il loro mestiere sono pagati troppo poco, ma per gli altri la professione di insegnante vuol dire un reddito sicuro con poca fatica. E la dimostrazione di questo sta nel fatto che i concorsi per insegnanti sono molto affollati, mentre quelli per infermieri vanno deserti. È paradossale ma l'Italia è l'unico paese in cui non si osserva una carenza di persone che vogliono fare la carriera di insegnante nonostante la precarietà iniziale. E questo perché è un mestiere conveniente se non lo si prende sul serio. Il risultato è che i migliori laureati non si orientano verso la scuola, ma verso carriere che pur richiedendo maggior lavoro offrono retribuzioni maggiori. Come uscirne? La strada è quella del binomio autonomia-valutazione. Decentralizziamo la gestione del sistema scolastico, ancor più che su base regionale, a livello di singola scuola, mantenendo però a livello centrale la definizione degli obiettivi che le scuole dovranno conseguire, la valutazione del raggiungimento di questi obiettivi e la conseguente erogazione di fondi e premi. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 13 ADi Associazione Docenti Italiani Risorse economiche ADi: E ora non si può sfuggire alla questione tutt'altro che secondaria delle risorse economiche. Senza risorse non si premia il merito e non si istituisce nessuna carriera differenziata. Noi sosteniamo da sempre che non ci si può limitare a chiedere nuove risorse sulla voce del personale, ma occorrono anche forme di razionalizzazione della spesa. Il dramma è che oggi il risparmio non passa attraverso provvedimenti “razionali”. Convogliare e concentrare le poche risorse disponibili solo dove sono maggiormente produttive A. Ichino: Come insegna la recente vicenda della riforma universitaria, il dilemma italiano sta nel fatto che lo stato non può spendere di più, anzi deve spendere di meno. Quindi l'unica soluzione è convogliare e concentrare le poche risorse disponibili solo dove sono maggiormente produttive, sperando che questo rimetta in gioco un circolo virtuoso di ripresa della produttività. Ma per fare questo ci vuole autorevolezza, coraggio e lungimiranza politica, perché bisogna tagliare i rami secchi per potenziare quelli sani. I tagli si vedono subito e ci vuole autorevolezza per imporli. I guadagni di produttività si vedono solo dopo, purtroppo. In un articolo su Il Sole24Ore usavo la metafora della potatura degli ulivi che mi sembra calzante: È un po' come potare gli olivi: la potatura può apparire drastica e feroce agli inesperti, ma è quella giusta solo se da spazio ai rami più produttivi e se li rafforza convogliando su di essi la linfa migliore della pianta. Potature anche meno drastiche ma indiscriminate alleggeriscono temporaneamente i rami, ma riducono la loro capacità di dare frutti. Le risorse per la crescita, quando sono scarse, bisogna farle emergere con una potatura assennata. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 14 ADi Associazione Docenti Italiani Quattro questioni per affrontare la valutazione degli insegnanti ADi: Veniamo infine al tema della valutazione degli insegnanti. Noi crediamo che per intraprendere qualsiasi valutazione degli insegnanti, che peraltro da sempre auspichiamo, occorra avere ben chiarito quattro questioni, che non sono banali: • perché si valuta (le valutazioni reclutamento, carriera, demerito, ecc…), hanno diverse finalità, • che cosa si valuta (quali sono gli standard professionali di riferimento, “che cosa devono sapere e saper fare gli insegnanti” in diverse fasi della loro carriera), • come si valuta (attraverso quali meccanismi e modalità si realizza la valutazione, esame, titoli, osservazione, portfolio ecc..), • chi valuta (dirigente, commissioni interne alle scuole, commissioni esterne, commissioni miste interne ed esterne, ecc…). E' d'accordo? E se è d'accordo, come risponderebbe a queste domande? Saranno avviate due sperimentazioni su scala ristretta: valutazione delle scuole, valutazione degli insegnanti A. Ichino: Concordo, ma rispondere a queste domande richiederebbe ben di più che lo spazio di un'intervista. Permettetemi di rimandare il lettore ad un documento preparato da me insieme a Daniele Checchi e Giorgio Vittadini su incarico dell'Invalsi, nel quale rispondiamo essenzialmente a queste domande (D.Checchi, A.Ichino, G.Vittadini, Un sistema di misurazione degli apprendimenti per la valutazione delle scuole: finalità e aspetti metodologici, 04/12/2008). Due anni sono passati da quando abbiamo scritto questo documento. Continuo a condividerne l'impostazione di fondo, ma con alcune modificazioni, che riflettono le riflessioni e il lavoro svolto nel Comitato Tecnico Scientifico di cui faccio parte presso il Ministero e che ha il compito di disegnare una proposta per un sistema di valutazione delle scuole e degli insegnanti. Come annunciato sui giornali dal Ministro, questo Comitato sta mettendo in piedi delle sperimentazioni su scala ristretta, che ci aiuteranno proprio a rispondere nel modo migliore alle sue quattro domande. Le sperimentazione saranno due e riguarderanno rispettivamente e separatamente la valutazione delle scuole e la valutazione degli insegnanti all'interno di una scuola. Non appena i dettagli di queste sperimentazioni saranno compiutamente definiti sarò felice di parlarne su questo sito se me ne vorrete dare l'opportunità. ADi: Grazie infinite, Professor Ichino, per la sua disponibilità. Saremo ben lieti di ospitarla nuovamente nel nostro sito. La valutazione degli insegnanti, il merito, la carriera Intervista ad Andrea Ichino 15