Il relè
Visti i problemi che si incontrano, quando si
parla di relè, ho deciso di dedicare del tempo
per produrre questo documento; documento
pensato in funzione delle domande che
ricevo dagli studenti.
La “migliore” fonte per reperire materiale è la
rete, evviva; li ho trovato ad esempio questo,
http://web.tiscali.it/altieri_p/Mod-4-Rele.pdf
http://www.electroyou.it/vis_resource.php?
id=83&section=RP
http://www.elektro.it/rele/rele_01.html
http://www.btscuola.bticino.it/it_IT/browser/attachments/page/MinivocabolarioEstrattiGrafici
.pdf
vi consiglio di visitarli.
Avrei detto che contiene tutto, ma poi ho deciso di continuare integrando informazioni, che
in questo sito non sono presenti.
Tratteremo sopratutto i relè monostabili, relè normalmente impiegati nell'automazione industriale a
logica cablata, o come interfaccia in presenza di controllore logico programmabile.
Il relè è un componente elettromeccanico formato da un supporto (custodia), in materiale
isolante, dei terminali a spinotto o morsetto, uno o due solenoidi (bobine), un'ancora
mobile, una serie di lamine metalliche(contatto mobile) azionate dall'ancora, dei contatti,
che si presentano quale fermo per le lamine mobili (quando il solenoide non è
alimentato), un altro gruppo di contatti che si presentano quale destinazione delle lamine
mobili, quando il solenoide è alimentato (eccitato).
Roberto De Faveri vi augura “buon divertimento”
Piccola presentazione del relè di sinistra.
Il componente in figura è un relè interruttore ad eccitazione separata; eccitazione separata sta a
significare che NON c'è continuità elettrica fra il circuito di eccitazione (bobina) ed i contatti.
I morsetti per alimentare la bobina, in questo caso, si presentano al centro, nei posti esterni si
vedono due morsetti; prestando attenzione, quello di sinistra è collegato al contatto fisso mentre
quello di destra è agganciato al contatto mobile.
Il contatto mobile, se non ci fosse la Camma a tenerlo vicino ai morsetti, sarebbe appoggiato al
contatto fisso. Girando la camma, viene rilasciato il contatto mobile ed i due morsetti esterni
vengono messi in collegamento elettrico ( per primo si nota il collegamento meccanico, l'uno si
appoggia sull'altro), in questo caso, se ci fossero collegate alimentazione e carico fra i due morsetti
esterni, noi avremmo il carico alimentato.
Passiamo ora al relè ad eccitazione comune.
Non descrivo le parti che compongono il relè, basta analizzare l'immagine sopra.
Le differenze fra il relè ad eccitazione comune e quello ad eccitazione separata sono
fondamentalmente due: il numero di morsetti e la l
tensione di funzionamento.
Numero di morsetti:
il relè ad eccitazione separata impiega due morsetti per l'eccitazione ed almeno due come
contatti per il carico;
il relè ad eccitazione comune ha bisogno di “soli” tre morsetti: un morsetto per portare la
corrente al carico, un morsetto (comune) per far arrivare la tensione al relè ed un morsetto, da
chiudere a neutro, per l'eccitazione della bobina.
Tensione di funzionamento:
Nel relè ad eccitazione separata, il solenoide può esser realizzato per funzionare a tensione
diversa da quella del carico (in fase di progettazione e realizzazione, dell'impianto elettrico, ed in
fase di acquisto del prodotto, si deve prestare attenzione alle diverse tensioni di utilizzo).
Il relè ad eccitazione comune ha una strana particolarità, ha un morsetto in comune, questo
implica l'impossibilità di alimentare solenoide e carico con tensioni diverse. Se ci riferiamo
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all'impiantistica civile, facendo riferimento alle norme CEI, dove il conduttore di neutro NON deve
essere interrotto, ci troviamo a dover mandare sul carico (lampada) la linea, interrotta dal relè; se il
relè deve interrompere la linea, allora il morsetto comune va collegato alla tensione di rete, per far
si che il relè si ecciti, allora, i pulsanti ad esso collegati, devono chiudere sul neutro del sistema.
Di certo niente è meglio di un disegno a chiarire questo collegamento.
Schema funzionale con impiego di relè interruttore passo passo ad eccitazione separata.
Iniziamo con l'eccitazione separata,
Lo schema 1 ci riporta un classico, sul ramo 1 il circuito di eccitazione del solenoide del relè (K1A),
sul ramo 2, il contatto dello stesso relè che va a chiudere il circuito su una lampada H1; si intende
far presente la numerazione del contatto del relè, 1 e 2, una numerazione da NON ricordare, questo
relè lo si ha fra le mani nel momento dell'installazione, basta pertanto un colpo d'occhio per
comprendere quali morsetti hanno la funzione di contatto.
Lo schema 2 ci porta all'altro caso di collegamento tipico di un relè ad eccitazione separata, la
differenza con il primo schema sta nel fatto che l'alimentazione della bobina avviene impiegando
un'alimentazione diversa da quella della rete.
Lo schema 3 è particolare, sul carico (lampada) non presenta stranezze, sul ramo 1 troviamo
invertita la sequenza pulsante bobina, a quale pro uno schema del genere? È didatticamente errato,
però ha una particolarità, in possesso di un relè ad eccitazione separata, possiamo sostituire anche
quel relè ad eccitazione comune che troviamo guasto, senza doverci spostare in magazzino od in
negozio ad acquistarlo; dobbiamo ricordare che il tempo vale molto più di un semplice relè.
Ed ora l'eccitazione comune.
Il retro del relè si presenta come nella prima figura sotto a sinistra, vi sono disegnati i morsetti per
alimentare il solenoide ed i morsetti da impiegare per accendere la lampada.
Sappiamo che la lampada va collegata al conduttore neutro (celeste) del sistema, sappiamo che il
neutro non va interrotto, ne segue che uno dei due morsetti del contatto deve andare alla lampada,
mentre l'altro di certo alla linea (230V).
Se uno dei due morsetti va ai 230V, di certo è quello in comune con il solenoide, ed ecco che l'altro
morsetto del solenoide deve, per funzionare, chiudere tramite un pulsante sul conduttore di neutro.
Questo è rappresentato dalla seconda figura, quella centrale; la terza immagine rappresenta la
possibilità di aumentare sia il numero dei carichi (lampade) che il numero dei posti di comando
(pulsanti).
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Con una serie di immagini vediamo il funzionamento del relè ad eccitazione separata, per quello ad
eccitazione comune basta collegare le immagini che fin qui abbiamo presentato.
Bobina a riposo
Contatto chiuso
Bobina eccitata
Contatto aperto
Bobina a riposo
Contatto aperto
Bobina eccitata
Contatto chiuso
Bobina a riposo
Contatto chiuso
Bobina eccitata
Contatto aperto
ABBANDONIAMO IL RELE' PASSO PASSO
Per l'installazione dei relè monostabili, e non solo, si fa uso di “zoccoli”, supporti in
materiale isolante che permettono di eseguire il cablaggio senza essere in possesso del
relè.
Quale il problema?
Gli zoccoli molte volte portano
impresse due numerazioni, conviene
apprendere ed utilizzare la
numerazione secondo la Norma
Europea EN 5000 come riportato
nella pagina a seguire.
Roberto De Faveri vi augura “buon divertimento”
Il relè monostabile
qui a fianco abbiamo individuato le parti
che compongono il relè, o meglio questo
relè.
La cosa che io chiedo è fantasia, perché ?
Semplicemente perché uno le cose se le deve
anche immaginare, sognare.
La molla, in questo relè non la si vede, è
nascosta, all'interno della plastica, ed allora?
Non vi chiedo di aver fede ma un po di
fantasia.
Si vedono bene il solenoide ed i suoi due
terminali, i due contatti fissi ed il contatto
mobile con relativi terminali.
Monostabile o, come dice un mio collega, uni-stabile, cioè ha una sola posizione
stabilità, ve lo spiego in diverso modo: se io non alimento la bobina del relè, i
contatti del relè si trovano in una certa posizione, se poi alimento il solenoide
(d'ora in poi, con la dicitura “alimento il relè”, si intende faccio percorrere la
corrente nel solenoide), i suoi contatti (mobili) vengono spostati dall'ancora
mobile, se dopo questo evento, tolgo la corrente alla bobina, il contatto mobile
ritorna nella posizione iniziale (a riposo).
Il comportamento è molto diverso da quello del relè passo passo.
di
Passiamo alle parti, di nostro interesse, del componente: la bobina ed i contatti.
I morsetti della bobina li numeriamo con A1 e A2.
I contatti dei relè “ausiliari“ presentano due realtà, la prima con coppie di morsetti e la seconda con
terne di morsetti.
I contatti normalmente ci presentano in quantità sullo stesso contattore, ne segue che per poter
individuare i contatti, i loro morsetti devono avere lo stesso numero di sequenza; sullo stesso
contattore, tutti i contatti, aventi la stessa funzione, devono aver differente numero di sequenza.
Coppie di morsetti.
Il primo numero dei morsetti indica la posizione nella sequenza.
Il secondo numero indica la tipologia del contatto:
1 – 2 contatto Normally Close (NC)
3 – 4 contatto Normally Open (NO)
nell'immagine a fianco notiamo che il primo ed il quarto sono NO mentre il secondo ed il terzo sono
NC.
Terne di morsetti (commutazione).
Valgono le stesse regole descritte sopra,
l'unica variazione è nella scomparsa del
morsetto numero 3 che sopra era in coppia
con il morsetto 4; ora il 1 e 3 sono
rappresentati dallo stesso morsetto 1.
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