La sicurezza urbana Lezione 05 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 11 dicembre 2007 “La polizia. La si approva o la si critica. Non la si studia” (Denis Szabo) L’esperienza di ricerca Esiguità delle ricerche sociologiche su polizia Studio dell’organizzazione-polizia dall’interno Comparazione fra Italia (Polizia di Stato) e Francia (Police Nationale): polizia di prossimità a Milano e Parigi. Alle radici della prossimità Progetto di legge di sir Robert Peel (1828): polizia civile come istituto di welfare al servizio del cittadino, in sintonia con le esigenze della comunità (prime lotte operaie) Dalla metà degli anni ’60 negli USA: svariate esperienze di community policing (movimenti diritti civili minoranze) Rapporto Peyrefitte (1977): esigenza di rafforzamento dell’îlotage (nuova urbanizzazione e insicurezza nelle banlieue) Approccio di prossimità: possibili cause Necessità di ri-legittimazione dell’operato delle polizie (crisi dello stato-nazione; tensioni con minoranze) Inadeguatezza ed inefficienza dell’organizzazione polizia (decentramento del comando) Emersione di un nuovo modello di cittadinanza (individualismo nel rapporto con le istituzioni) Difficoltà di conoscenza del territorio urbano (complessità dell’era postmoderna; migrazioni) Community Policing: caratteristiche * Decentramento organizzativo e decisionale * Dimensione territoriale limitata * Mission: problem solving (attraverso intelligence) * Atteggiamento dell’agente preventivo-proattivo * Coinvolgimento dei cittadini * Ricerca di una partnership locale * Formazione specifica * Accountability Community Policing: valutazioni Dubbia efficacia nella prevenzione del crimine Difficoltà di applicazione nei quartieri a rischio Rischi di fratture interne al corpo Alti costi di gestione Abbassamento della percezione di insicurezza Miglioramento dell’immagine della polizia Responsabilizzazione delle comunità locali Polizia di Prossimità: breve storia Attenzione alla sfera locale: dal ruolo dei sindaci alla contrattazione interistituzionale Si parla di prossimità: dalle riviste di polizia al “contratto con gli italiani” Una riforma epistolare: nessuna legge, tanti comunicati stampa Rapida sperimentazione, implementazione a ondate successive Polizia di Prossimità: caratteristiche * Decentramento limitato; comando rigidamente centralizzato * Territorio limitato (quartiere?), ma fortemente selezionato * Mission: intelligence (attraverso problem solving) * Atteggiamento dell’agente polivalente (ma prev. preventivo) * Approccio conviviale con i cittadini e sviluppo confidenzialità * Ricerca di una partnership locale limitata * Formazione-persuasione di durata limitata * Accountability inesistente Polizia di Prossimità: prime valutazioni Istituzione rigidamente gerarchica e centralizzata Prossimità relazionale, ma riservata a determinati territori e categorie di cittadini Operazione di marketing, ma non fine a se stessa Confidenzialità in cambio di intelligence e rassicurazione Complementarietà con gli altri servizi di polizia, ma emersione di subculture confliggenti Miglioramento dei rapporti con i cittadini Qualche interrogativo di fondo… Cosa significa “polizia democratica” in paesi a tradizione rigidamente centralista? Come misurare l’efficacia di una polizia rivolta (anche) alla prevenzione? Ambiguità nel rapporto con il cittadino: come declinare prevenzione e repressione? Per ulteriori approfondimenti… CARRER F. – “La polizia di prossimità. La partecipazione del cittadino alla gestione della sicurezza nel panorama internazionale”, FrancoAngeli, 2003 PALIDDA S. – “Polizia postmoderna. Etnografia del nuovo controllo sociale”, Feltrinelli, 2000 PAVARINI M. – “L’amministrazione locale della paura. Ricerche tematiche sulle politiche di sicurezza urbana in Italia”, Carocci, 2006: pagg. 65-140 Per ogni ulteriore domanda o suggerimento relativamente alla ricerca presentata: [email protected]