IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI
NELL’UNIONE EUROPEA
05-ESP01-S2G01-00154-1
05-ITA01-S2G01-00265-1
GR2-620-2304-2005
Luglio 2006
INDICE
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII:
PROGRAMMA SOCRATES
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IMPRESE E
LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UE”
PANORAMICA SULL’IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI
INDAGINE: INTRODUZIONE E RISULTATI
PAESI DI ORIGINE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN
SPAGNA, ITALIA E SVEZIA
LEGISTLAZIONE IN MATERIA D’IMMIGRAZIONE A
LIVELLO NAZIONALE, EUROPEO E INTERNAZIONALE
BIBLIOGRAFIA
2
I
PROGRAMMA SOCRATES
3
PROGRAMMA SOCRATES
GRUNDTVIG II: Partenariati di Apprendimento
La seconda fase del programma Socrates per la formazione a livello europeo ha avuto
inizio il 1 gennaio 2000 per una durata di sette anni.
I sistemi e le attività formative variano enormemente da paese a paese. Questa è una
caratteristica dell’Europa in cui viviamo. In questo ambito, la cooperazione a livello europeo
offre notevoli vantaggi. Fornisce terreno fertile per l’innovazione, la ricerca della qualità e la
realizzazione di nuove idee.
Grundtvig II è un’iniziativa del programma Socrates volta alla promozione di Gruppi di ricerca
(Learning Partnership) all’interno di organizzazioni di piccole dimensioni, al fine di permettere
una loro collaborazione su scala ridotta.
Il progetto “Imprese e lavoratori immigrati nell’UE” viene attualmente implementato all’interno
del programma Socrates, attraverso un Gruppo di ricerca composto dagli enti indicati a
seguire:
INSTITUTO DE FORMACIÓN INTEGRAL (Madrid, Spagna): http://www.ifionline.com
CARPIFORMAZIONE (Carpi, Italia): http://www.carpiformazione.it
EUROPAHUSET (Axvall, Svezia):http://www.europavg.se
4
II
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
“IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI
NELL’UE”
5
ABSTRACT DEL PROGETTO
Il progetto “Imprese e lavoratori immigrati nell’UE” ha lo scopo di supportare lavoratori
e datori di lavoro a comprendere meglio le differenze culturali presenti sul posto di
lavoro.
Prende in considerazione l’origine e il background culturale dei paesi di provenienza
dei lavoratori immigrati.
La filosofia del progetto è "diffondere la conoscenza per combattere l’ignoranza" per
dare un contributo importante al mantenimento della pace in Europa e per combattere le
ideologie razziste e xenofobe.
Obiettivo del progetto è migliorare l’integrazione degli immigrati nell’ambiente di
lavoro del paese ospitante. Come? Sviluppando all’interno delle aziende la
consapevolezza di lavorare in un ambiente multiculturale.
6
OBIETTIVI DELLA GUIDA

Scopo prioritario del progetto è rendere le aziende consapevoli di operare in
un
ambiente multiculturale. A tale scopo, la guida raggrupperà i principali risultati
ottenuti dal Gruppo di ricerca:

Analisi dell’attuale situazione dei lavoratori immigrati in Spagna, Italia e Svezia.

Indagine generale condotta in Italia, Spagna e Svezia: questionari compilati da
lavoratori/immigrati e datori di lavoro.

Alcuni dati relativi ai principali paesi di provenienza degli immigrati che vivono in Spagna,
Italia e Svezia.

Studio della legislazione in materia d’immigrazione a livello nazionale, europeo e
internazionale.
7
DIFFUSIONE DELLA GUIDA

In ogni paese che partecipa all’iniziativa (Spagna, Italia e Svezia) verranno distribuite
200 guide.

Modalità di distribuzione della guida:

Sito web del progetto: www.unihost.org/grundtvig, dove sarà disponibile la guida in
formato elettronico
Reti locali presenti in Spagna, Italia e Svezia

Siti web dei partners:

INSTITUTO DE FORMACIÓN INTEGRAL (Madrid, Spain): http://www.ifionline.com
CARPIFORMAZIONE (Carpi, Italy): http://www.carpiformazione.it
EUROPAHUSET (Axvall, Sweden): http://www.europavg.se
8
III
QUADRO GENERALE RELATIVO ALL’
IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI
9
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO
“I lavoratori immigrati sono un patrimonio importante di ogni paese a cui offrono il
proprio lavoro. Facciamo in modo di dare loro la dignità che meritano come
esseri umani e il rispetto che meritano come lavoratori”
(Juan Somavia. Direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro)
Dinamiche attuali dell’immigrazione di lavoratori
internazionale secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro:
a
livello

Il tasso di crescita della popolazione immigrata, a livello mondiale, è più che
raddoppiato tra gli anni 60 e gli anni 90, raggiungendo il 2,6% nel periodo
compreso tra il 1985 e il 1990.

Ci sono tutti i presupposti per ritenere che questo sia solo l’inizio di una
tendenza che andrà via via aumentando nel corso del XXI secolo.

Ad oggi l’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, stima che il numero di
immigranti e dei membri delle loro famiglie raggiunge circa i 20 milioni in
Africa, 18 milioni nel Nord America, 12 milioni nell’America Centrale e
Meridionale, 7 milioni nell’Asia Meridionale e Orientale, 9 milioni in Medio
Oriente e 30 milioni in Europa.
10
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO
I vantaggi dell’immigrazione di lavoratori a livello internazionale:

L’immigrazione internazionale ha contribuito alla crescita e alla prosperità sia del paese
ospitante che del paese di origine.

L’invio di denaro da parte dei lavoratori immigrati rappresenta il secondo maggiore
flusso monetario a livello internazionale, superato solo dal petrolio.

I lavoratori immigrati sono una fonte preziosa di manodopera non specializzata o semispecializzata per numerosi paesi industrializzati e rappresentano una fonte di
manodopera altamente specializzata nei paesi più avanzati.
11
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO
l problemi connessi all’immigrazione:

Immigrazione irregolare e sfruttamento della manodopera: il problema principale a livello globale
nell’ambito dell’immigrazione della manodopera internazionale è l’incremento delle forme irregolari di
immigrazione registratesi negli ultimi anni.

Perdita di manodopera altamente specializzata: un numero significativo di immigrati con qualifiche
professionali viene sempre più spesso reclutato nei paesi più sviluppati, nei quali è richiesta una
manodopera specializzata per far fronte alla crescita delle industrie.

Forza negativa della globalizzazione: i paesi in via di sviluppo devono ora sfruttare i vantaggi del
processo di globalizzazione in termini di riduzione del divario nel reddito pro capite tra Nord e Sud.
“Una politica di gestione del movimento migratorio, basata su accordi siglati con i paesi di origine,
potrebbe creare un clima più rilassato a livello regionale. In un primo momento, contribuirebbe
all’aumento dei flussi migratori senza influenzare, tuttavia, l’attuale percentuale d’immigrazione
clandestina. D’altra parte, ciò costituirebbe un potente strumento per la lotta a questa forma di
immigrazione, eliminando un numero considerevole di potenziali clandestini. Questo potrebbe poi essere
utilizzato come strumento di tipo pedagogico per combattere i fenomeni di xenofobia e razzismo (…)
Se si intende ridurre l’immigrazione dei lavoratori clandestini come pure quella dei rifugiati, è
necessario mettere a punto programmi di mobilità organizzati e cercare di incentivare
l’immigrazione legale”*.
*(“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr)
12
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA
Libro verde
L’approccio dell’Unione Europea alla gestione dell’immigrazione
“… se l’immigrazione in sè non costituisce una soluzione al problema dell’invecchiamento della
popolazione, flussi migratori più consistenti potrebbero essere richiesti per soddisfare le
esigenze del mercato del lavoro nell’Unione Europea e garantire il benessere economico
dell’Europa. Inoltre, l’immigrazione ha un impatto sempre maggiore sull’imprenditorialità. L’UE
deve poi considerare il fatto che le principali regioni del mondo sono già in competizione tra
loro per attirare immigrati al fine di soddisfare le proprie necessità economiche. Questo
fatto sottolinea l’importanza di una politica economica sull’immigrazione nell’Unione Europea che
garantisca una condizione di legalità e sicurezza oltre a una serie di diritti che favoriscano
l’integrazione di coloro che vengono accettati nei diversi paesi …”
13
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA

Nuove caratteristiche dell’immigrazione in Europa: Negli ultimi dieci anni in Europa, i
flussi migratori, legali e illegali, sono aumentati considerevolmente. Questa tendenza si
è amplificata negli ultimi cinque anni e ciò non indica soltanto l’entità della “frattura
economica e demografica” presente nel Mediterraneo ma anche la pressione del
fenomeno immigratorio nell’Europa Meridionale e Orientale. L’evoluzione di questi flussi
migratori presenta caratteri similari ed è caratterizzata dall’aumento dell’immigrazione
femminile, da lavoratori maggiormente qualificati, dall’aumento del numero delle
richieste d’asilo, dalla tendenza alla formazione di movimenti anarchici e clandestini”. (*)

“Attualmente, Portogallo, Spagna sembrano essere le principali porte d’ingresso per gli
immigrati, sia legali sia illegali, provenienti dall’Africa. Il rapporto SOPEMI del 2004
riporta: “Si può prevedere un aumento degli immigrati provenienti dall’Africa fintanto
che le dinamiche geografiche del continente rimarranno sostenibili e le differenze di
reddito tra i paesi OECD rimarranno così grandi”. (OCDE, Tendenze delle migrazioni
internazionali, SOPEMI 2004). Le rotte preferite dagli immigranti sono lo Stretto di
Gibilterra come pure le coste della Tunisia e della Libia che si affacciano sull’Italia”. (*)

I paesi dell’Europa meridionale – Italia, Grecia, Portogallo e Spagna - devono
affrontare situazioni similari: in pochi anni si sono trasformati in paesi ad alto tasso
d’immigrazione. Tuttavia, ci sono alcune differenze. Spagna e Italia sono passate dalla
condizione di paese d’emigranti a quella di paese d’immigrazione. (*)
(*) “Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr
14
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA

La bozza del Trattato Costituzionale stabilisce che: “il presente articolo (III-267) non pregiudicherà il
diritto degli Stati Membri di determinare il volume degli ingressi nel proprio territorio di cittadini
provenienti da paesi terzi alla ricerca di un lavoro dipendente o autonomo”.

Nel 1999, il Trattato di Amsterdam ha assegnato all’UE la competenza in materia di immigrazione.
Pertanto, l’immigrazione non è più una questione gestita dalla cooperazione intergovernativa ma prevede
l’adozione di regolamenti comunitari a cura del Consiglio.

In occasione del Consiglio Europeo di Tampere nell’ottobre 1999, i leader degli Stati Membri
dell’Unione Europea hanno concordato gli elementi di base necessari per una politica dell’immigrazione a
livello europeo.

Nel novembre 2000, la Commissione ha sottoposto un comunicato al Consiglio in materia di politica
dell’immigrazione.

La politica dell’Unione in materia di immigrazione non trova applicazione in paesi quali Regno Unito,
Irlanda e Danimarca che non hanno recepito il Titolo IV del Trattato costitutivo della Comunità
Europea.

Nel corso degli ultimi vent’anni, il ricongiungimento familiare ha costituito una delle principali fonti
d’immigrazione verso i paesi dell’Unione Europea. Le misure di ricongiungimento familiare non solo
consentono la riunificazione dei nuclei familiari, ma sono indispensabili pure per favorire l’integrazione
dei cittadini di paesi terzi all’interno dell’UE.
15
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA
Il ricongiungimento familiare costituisce il fattore principale correlato
all’immigrazione legale in Europa ed è ancora più importante dell’immigrazione legata a
motivi di lavoro (una delle sue conseguenze). Interessa centinaia di migliaia di persone
ogni anno (almeno 700.000, vale a dire la metà degli ingressi legali in Europa che
raggiunge quota 1,4 milioni di persone). Negli Stati Uniti è considerato un diritto
fondamentale, tuttavia è quantitativo (un numero fisso ogni anno) e diversificato
(l’Amministrazione ha il diritto/la facoltà di stabilirne i beneficiari). In Europa, è il
frutto di una concezione diversa: è un diritto fondamentale e qualitativo e interessa
tutti coloro che godono di tale diritto. Tuttavia, è in aumento la tendenza verso una sua
limitazione: esso è subordinato alla disponibilità di un alloggio, alla presenza di un
reddito regolare, ecc. della persona che presenta la domanda. Nonostante il
ricongiungimento familiare sia regolamentato dalla Convenzione Europea per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che tutela “il diritto alla
vita privata e familiare”, questo è soggetto a condizioni specifiche in ogni paese. (*)
Di conseguenza, la politica della gestione dei flussi migratori deve affiancarsi ad
una vera e propria strategia d’integrazione degli immigrati nel paese ospitante, essendo
questo il modo per ottenere la cittadinanza. Tuttavia, al momento, la politica della
cittadinanza non è predominante nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa. (*)
(*)“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr.
16
DEFINIZIONE DI IMMIGRATO USATO NELLA PRESENTE GUIDA
IMMIGRATO:
Ø
Persona che si trasferisce in un paese, diverso dal proprio paese d’origine, alla ricerca di
un lavoro / per ragioni economiche.
Ø
Immigrato di prima generazione – tenendo conto del fatto che la seconda generazione è
più integrata rispetto alla prima arrivata nel nuovo paese .
Ø
Persona proveniente da un paese terzo, esterno all’Unione Europea.
Ø
termine "lavoratore immigrato" fa riferimento ad una persona che verrà assunta, è
assunta o è stata assunta per svolgere un’attività retribuita in uno stato di cui non è
cittadino/a. Definizione tratta dalla Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sulla
salvaguardia dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.
17
IMMIGRAZIONE - INTEGRAZIONE
“Le istituzioni ufficiali classificano l’immigrazione in varie categorie:
Immigrazione legale, immigrazione per motivi di lavoro, di studio, di ricerca,
immigrazione di dirigenti; immigrazione illegale e clandestina e, infine, immigrazione di
rifugiati e richiedenti asilo” (*)
“Il concetto storicamente indicato come “immigrazione” tende in generale a definire la
condizione di una persona in cerca di lavoro tramite uno spostamento temporaneo che
termina nel momento in cui l’immigrante fa rientro nel proprio paese. Anche se ciò
continua a verificarsi, alcuni aspetti non sono più gli stessi. Gli immigranti che lasciano il
proprio paese senza intenzione di farvi rientro sono sempre più numerosi, in particolare
quelli provenienti dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia, di conseguenza si tratta per
loro di un “viaggio di sola andata”. (*)
“E’ possibile definire l’integrazione in due modi: dal punto di vista sociale, una persona
si ritiene integrata se la sua posizione è essenziale per l’avanzamento del sistema sociale.
Tuttavia, si può affermare che una persona è pienamente integrata a livello umano
quando viene riconosciuta dagli altri simili e si sente riconosciuta dalla comunità in cui
vive, vale a dire nel momento in cui questa persona si sente a proprio agio all’interno della
comunità, in considerazione dei propri diritti e dei propri doveri.” (*)
(*)“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr.
18
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE IN SPAGNA

Fino a pochi anni fa la Spagna era un paese di emigranti. E’ stato alla fine degli anni
Ottanta che la Spagna si è trasformata in paese ospitante; inoltre, questa tendenza è
andata aumentando negli ultimi quattro anni.

Lo stereotipo dell’emigrante (uomo, giovane, proveniente da un paese del Nord Africa)
nonsi adatta all’attuale realtà spagnola dato che sono sempre più numerose le donne
immigrate.

Principali settori di impiego degli emigranti: edilizia, collaborazione domestica,
settorealberghiero, agricolo, alimentare, pulizie, ecc.
 La legislazione spagnola sugli stranieri prevede più modalità per l’ingresso degli immigrati:
-Contingente
-Regime generale
-Lavoratori stagionali

La Spagna ha siglato accordi sull’immigrazione con i seguenti paesi:
Ecuador,Colombia, Repubblica Dominicana, Romania, Polonia.
Marocco,
19
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE IN SPAGNA
- Report del Ministero del Lavoro e Affari Sociali ,Aprile 2006 -
2006, Marzo : 2.873.250 foreign people with a card or authorization of residence in force.

Paesi d’origine degli stranieri a quella data:







20,85% da UE
12,53% da Paesi Europei non comunitari
23,40% dall’ Africa
36,11% dall’ America Latina
0,61% dal Nord America
6,45% dall’ Asia
0,06% dall’ Oceania.

Per quanto riguarda la nazionalità specifica, i gruppi più numerosi, alla fine del marzo 2006, erano quelli
provenienti da Marocco, Ecuador, Colombia, Romania e Regno Unito. Per quanto concerne il genere, il
54,33% degli stranieri erano uomini e il 45,67% donne.

L’ età media degli stranieri nel primo trimestre del 2006 era di 34 anni .
20
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID
Ø
Nella regione, il flusso migratorio aumenta ogni mese di circa 10.000 stranieri. Nel maggio
2005, nell’area di Madrid, sono stati registrati 881.000 stranieri, mentre nello stesso
periodo dell’anno precedente, gli stranieri registrati erano 766.000; vale a dire un
aumento di 115.000 stranieri in un anno.
Ø
Per quanto riguarda la popolazione lavorativa, nel 1991 Madrid contava 81.164 lavoratori
stranieri. Attualmente questo numero è aumentato raggiungendo quota 376.268, il 13,3%
della popolazione che versa i contributi all’Istituto Nazionale di Previdenza. Madrid è la
regione spagnola con la maggior presenza di lavoratori immigrati.
Ø
Per quanto riguarda le nazionalità maggiormente presenti a Madrid, le cifre mostrano
una notevole variazione negli ultimi anni. Nel 2005, secondo il Governo Regionale di
Madrid, la comunità più numerosa era quella ecuadoriana che nel maggio 2005 ha
raggiunto quota 185.031 persone.
21
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID
Il numero di rumeni poi è triplicato negli ultimi tre anni. Al terzo posto,
troviamo i colombiani che contano 80.847 residenti e al quarto i marocchini
con 78.395 residenti. I peruviani sono al quinto posto con 44.160 residenti,
seguiti dai boliviani (31.291 residenti). Infine, al settimo posto, i cinesi con
28.244 residenti.
Secondo i dati dell’indagine condotta sulla popolazione attiva (INE) nel 2004, i
settori di attività che concentrano il maggior numero di lavoratori immigrati
sono: il settore edilizio per gli uomini (41,9%) e le collaborazioni domestiche
per le donne (46%).
L’attività professionale degli immigrati varia a seconda del paese
d’origine, i marocchini lavorano prevalentemente nel settore dell’edilizia come
pure i rumeni, i polacchi e gli ucraini.
22
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID
Nel 2004, gli immigrati ispano-americani, provenienti specialmente da Ecuador, Perù e
Colombia lavoravano principalmente nei settori alberghiero e dei servizi per le imprese
(manutenzione, pulizia, corrieri e vendita di proprietà…).
- Queste tre nazionalità, inoltre, sono quelle maggiormente rappresentate
nell’ambito delle collaborazioni domestiche in cui si è registrato un aumento dei posti di
lavoro dovuto soprattutto al processo di regolarizzazione intrapreso dal Governo
Centrale nel 2005. Questo processo ha fatto emergere numerosi posti di lavoro
sommerso (mercato nero).
- Alla fine del 2005 i lavoratori impiegati nel settore delle collaborazioni
domestiche erano il 22% dei contribuenti stranieri (83.393 su un totale di 376.288
lavoratori stranieri).
23
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE DI IMMIGRATI A MADRID
Fonte: informazioni pubblicate sul quotidiano El País” (16-11-2005)
2003
2004
2005
169.402
169.375
185.031
Colombia
69.128
71.410
80.847
Romania
67.647
95.644
11.669
Marocco
60.684
67.716
78.395
Perù
33.527
38.827
44.160
Repubblica
Dominicana
20.502
23.203
26.651
Argentina
19.126
21.163
23.980
Bulgaria
17.594
21.646
24.143
Cina
16.762
23.342
28.244
Bolivia
15.886
17.707
31.291
Ecuador
24
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA
1° gennaio 2005: 2.402.157 stranieri (1.226.712 uomini e 1.175.445 donne) in possesso di
carta o permesso di soggiorno valida/o.
Paesi d’origine degli stranieri a quella data:
-8,7% dall’UE
-38,5% da un paese non comunitario.
-26,5% dall’Africa
-8,6% dall’America Centrale e dall’America Latina
-0,68% dal Nord America
-16,9% dall’Asia
-0,12% dall’Oceania
Per quanto riguarda la nazionalità, i gruppi più numerosi, nel dicembre 2004, erano quelli
provenienti da Albania, Marocco, Romania, Cina, Ucraina, Filippine e Tunisia. Per quanto concerne
il genere, il 54,33% degli stranieri erano uomini e il 45,67% donne.
L’ età media degli stranieri nel dicembre 2004 era di 30 anni.
25
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA

In Italia, l’immigrazione è un fenomeno recente. Infatti, ha avuto inizio alla fine degli
anni Ottanta. Attualmente è in aumento e si prevede che continuerà ad aumentare a
causa dell’invecchiamento della popolazione e all’internazionalizzazione del mercato del
lavoro.

Da un punto di vista qualitativo, il fenomeno dell’immigrazione da assunto implicazioni
diverse rispetto al “boom” dell’immigrazione degli anni Novanta. Ad esempio, la massiccia
presenza tra gli immigrati di donne e giovani, legata soprattutto al ricongiungimento
familiare, apre scenari complessi.

Non è semplice descrivere un fenomeno come quello dell’immigrazione, caratterizzato da
una grande mobilità e da una grossa fetta di “lavoro nero”, occorre, però, ricordare che i
dati riportati si riferiscono alle registrazioni presso gli uffici delle anagrafi comunali
(dove non tutti gli immigrati sono iscritti).

E’ necessario sottolineare inoltre che in Italia i poli d’attrazione per gli immigrati non
sono solo le grandi metropoli ma anche le piccole città o i distretti industriali che
richiamano lavoratori immigrati con la promessa di un lavoro facile da trovare e sicuro.
26
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA

Secondo i dati nazionali, l’immigrazione dall’Europa (paesi comunitari e non comunitari)
(45,2%) equivale circa all’immigrazione da tutti i paesi del resto del mondo (54,8%).

L’Italia, fino agli anni Sessanta, è stato un paese di emigranti. E’ solo alla fine degli
anni Ottanta (soprattutto dai paesi limitrofi) che ha inizio l’immigrazione di stranieri e
l’Italia diventa un paese ospitante; questa tendenza è andata sempre aumentando negli
ultimi 15 anni (alla fine del 2006 si prevedono oltre 3 milioni di stranieri).

Lo stereotipo dell’immigrante (uomo, giovane, proveniente dai paesi nordafricani o
asiatici) non si adatta più alla realtà italiana; il numero di donne immigrate è in aumento
data la richiesta di personale destinato all’assistenza di anziani e disabili.

Generalmente, i datori di lavoro italiani offrono posti di lavoro che richiedono una
qualifica di livello medio-basso (il 52% svolge lavori non qualificati). Nel Nord del paese,
sono richiesti pure lavoratori qualificati, specialmente nel settore industriale.

I settori in cui lavorano solitamente gli immigrati sono: industria (in particolare
settore metalmeccanico e metallurgico), edilizia, collaborazioni domestiche e assistenza
domiciliare, agricoltura (ad oggi l’8%, una percentuale che non comprende i lavoratori non
in regola).
27
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA

Secondo i dati ISTAT, nel marzo 2006, i lavoratori stranieri assunti sono il 5,4% della
forza lavoro totale; si tratta di 1,2 milioni di persone, il 66% delle quali vive nel Nord
Italia .

Fino all’ultimo decennio degli anni Novanta, l’immigrazione dai paesi dell’Africa era quella
prevalente; negli ultimi anni, al contrario, si è registrata un’inversione di tendenza con un
significativo movimento migratorio proveniente dall’Asia (in particolare da Pakistan e
Cina).

Più recentemente, ha assunto sempre maggiore importanza l’immigrazione dai paesi
dell’Europa Orientale, dovuta in particolare alla regolarizzazione delle donne che
prestano servizio di assistenza domiciliare ad anziani e disabili .

Negli ultimi anni, i flussi migratori provengono soprattutto dall’Asia, in particolare dal
Pakistan, anche se significativa è pure l’immigrazione dai paesi dell’Europa Orientale e
dall’Africa.

Rispetto ai dati nazionali, la distribuzione degli immigrati a Carpi, in base al paese
d’origine, mostra dati estremamente diversi; viene confermata la tendenza degli ultimi
anni e si nota un costante aumento degli immigrati provenienti dalla regione asiatica
(38%), seguiti dagli immigrati africani (34%), dell’Unione Europea (4%), del resto
d’Europa (21%) e dell’America (3%).
28
SITUAZIONE IMMIGRAZIONE



L’Italia è divisa in regioni, province e
comuni. Il distretto di Carpi appartiene
alla Provincia di Modena, in
Emilia
Romagna; i dati presentati
fanno
riferimento
all’Associazione
intercomunale, comprendente i Comuni di
Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e
Soliera).
Da un punto di vista qualitativo il
distretto, con una popolazione id 95.500
abitanti ha, nel Dicembre 2004, una
percentuale di immigranti del 6,7% sulla
popolazione totale (la media nazionale è
del 4,3%).
L’incremento, comparato con i dati
dell’anno precedente è di 1.273 persone;
la crescita, dovuta anche alla Legge
189/2002 relativa alla legalizzazione degli
immigrati
clandestini,
conferme
le
tendenze degli anni precedenti .
A CARPI
Area
Foreign Population
% on the total of
population
Distretto di Carpi
6.401
6,7
Provincia di
Modena
41.674
6,4
Regione Emilia
Romana
150.635
3,7
Italia (immigrati
alla fine del
2003)
1.515.163
2,6
Italia: stima del
numero totale di
stranieri, legali e
illegali- anno2003
2.470.000
4,3
29
SITUAZIONE IMMIGRAZIONE
A CARPI

Nel giugno 2005, sul totale degli immigrati presenti nel distretto (7.270), i più numerosi
erano quelli di origine pakistana (19,8% del totale della popolazione di immigrati) seguiti
dai nordafricani: marocchini e tunisini (25,3%) e dai cinesi (20,8%).

Nella prima metà del 2005, la popolazione degli immigrati è aumentata del 13,6% in
seguito al processo di regolarizzazione avviatosi nel 2002 che ha permesso la
regolarizzazione di 1.273 immigrati .

Nel 2005, la percentuale di donne immigrate era il 44,5% della popolazione totale.
L’aumento dell’immigrazione femminile, dovuta in particolare al ricongiungimento
familiare, richiederà un rafforzamento delle politiche sociali e occupazionali
Secondo i dati forniti dai Centri per l’Impiego, nel 2003, la situazione è la seguente :




11,9% degli immigrati sono impiegati nel settore dell’agricoltura. .
37,8% degli immigrati sono impiegati nell’industria
50,3% degli immigrati sono impiegati nel settore dei servizi .
30
NAZIONALITA’ DEGLI STRANIERI NEL DISTRETTO DI
CARPI (2004-2005). I DIECI PAESI PIU RILEVANTI
Paese
2005
2004
Variazione
% Variazione
Pakistan
1574
1314
260
19,8
Marocco
1035
910
125
13,7
Tunisia
945
847
98
11,6
Cina
587
486
101
20,8
India
512
458
54
11,8
Albania
307
273
34
12,5
Turchia
272
228
44
19,3
Romania
244
195
49
25,1
Ucraina
217
172
45
26,2
Ghana
188
154
34
22,1
31
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA

Le donne immigrate, in particolare quelle provenienti dai paesi del Nord Europa, svolgono
la propria attività professionale nell’ambito delle collaborazioni domestiche e
dell’assistenza domiciliare. Al contrario, la maggior parte delle donne immigrate di origine
asiatica non lavora o lavora nel settore tessile.

Gli uomini immigrati, in particolare quelli provenienti dal Nord Africa e dall’Asia, lavorano
nell’industria. Gli immigrati di origine asiatica sono impiegati, inoltre, nel settore tessile
mentre quelli provenienti dall’Europa Orientale nell’edilizia e nell’agricoltura .

Le caratteristiche dell’immigrazione in Svezia sono cambiate dal 1800 ad oggi.
Storicamente, la Svezia è sempre stata un “paese di emigranti”. Dal 1850 al 1930 circa
1.500.000 svedesi emigrarono negli Stati Uniti, 400.000 dei quali ha fatto, in seguito,
ritorno in patria
Subito dopo la seconda Guerra mondiale, il fenomeno dell’immigrazione in Svezia è
cambiato drasticamente. Nel 1945, il numero delle nascite di stranieri in Svezia si
aggirava attorno a 100.000. Oggi questo numero supera il milione


Nel 2003, la popolazione totale della Svezia era di 8.975.670 abitanti, 1.078.075 dei quali
erano stranieri (circa il 12 %)
32
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA
Le ragioni dell’emigrazione verso la Svezia si sono modificate nel corso degli ultimi 50
anni:

Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta l’emigrazione era legata a motivazioni di
tipo economico come pure alle esigenze del mercato del lavoro in seguito allo sviluppo
dell’industria e all’assenza di manodopera locale. Questa situazione spingeva le autorità
nazionali e le imprese svedesi a ricercare manodopera straniera.

Dagli anni Settanta ad oggi, le ragioni alla base dell’emigrazione sono da ricercarsi nella
situazione politica del paese d’origine degli immigrati. Pertanto, i gruppi predominanti di
immigrati in Svezia sono costituiti dai rifugiati e dalle loro famiglie come pure dagli
immigrati per motivi umanitari
33
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA
Svezia
Finlandia


Sulla destra, dati del 2004 relativi alla
popolazione svedese divisa per Paese
di origine.
Il numero di immigrati registrati dal
1985 è di 630.000, 93.000 dei quali
hanno ottenuto il permesso di soggiorni
per motivi umanitari o asili politico.
Yugoslavia
7.911.130
186.589
74.559
Iraq
70.117
Bosnia-Herzegovina
54.514
Iran
53.982
Norvegia
45.000
Polonia
43.452
Danimarca
41.663
34
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA

Nel passato, la Svezia è stato un “paese di emigranti”; tuttavia lo sviluppo industriale
successivo alla Seconda Guerra mondiale ha trasformato la Svezia in un paese ospitante
per lavoratori stranieri provenienti soprattutto dai paesi nordici e dalla ex-Yugoslavia .

Il mercato del lavoro svedese è cambiato negli ultimi decenni e oggi il settore
industriale non è in grado di offrire impiego ad un elevato numero di lavoratori al di
fuori del mercato del lavoro nazionale.

Negli anni Novanta, la Svezia ha affrontato una crisi economica che è coincisa con
l’ingresso nel paese di numerosi immigrati e rifugiati

Principali comunità di immigrati in Svezia: stranieri provenienti dall’area dei Balcani e
dall’Iraq
35
IV
INDAGINE: INTRODUZIONE E
RISULTATI
36
INTRODUZIONE

L’indagine si prefiggeva di conoscere più a fondo chi sono gli immigrati, da dove
vengono, cosa pensano dei nostri costumi e della nostra cultura, quale è la loro condizione
personale e professionale. Inoltre, l’obiettivo era quello di conoscere l’opinione dei
lavoratori e dei datori di lavoro nazionali riguardo alla convivenza con gli immigrati.

Per svolgere la presente indagine, il Gruppo di ricerca (Learning Partnership) ha
messo a punto tre tipologie di questionario rivolte a:




Imprenditori
Lavoratori locali e
Lavoratori immigrati.
L’indagine condotta è stata una sorta di esperienza pilota; il quadro ottenuto, pertanto,
non è molto ampio, seppur significativo, dato che si è focalizzata l’attenzione sulle
nazionalità precedentemente identificate come le più rilevanti in ciascuno dei paesi
interessati.
37
INDAGINE IN SPAGNA
IMMIGRATI: Situazione personale
L’ indagine in Spagna si è concentrata sui cittadini latino americani provenienti da Perù,
Ecuador e Colombia, dalla zona del Magreb e dalla Romania per il fatto che, da uno
studio precedente, queste risultavano essere le nazionalità più rappresentative tra la
popolazione di immigrati a Madrid.







Le percentuali degli immigrati uomini e donne si avvicinano molto.
L’età dei lavoratori immigrati, uomini e donne, è compresa tra i 26 e i 44 anni.
Gli immigrati che si trasferiscono nel paese per lavoro sono principalmente rumeni e
marocchini. Questi rappresentano rispettivamente il 37,14% e il 20,00% del totale dei
lavoratori immigrati .
I rumeni e i marocchini sono quelli che hanno la peggiore conoscenza della lingua,
mentre gli ecuadoriani e gli uruguaiani hanno il vantaggio di essere di madre lingua
spagnola.
La maggior parte dei lavoratori immigrati vive con il proprio partner o con
moglie/marito e figli, solo il 17, 14% vive solo e l’8,57% con altri parenti
Il 40% dei lavoratori immigrati ha ottenuto il ricongiungimento familiare contro il
42,86% che non ha considerato tale opportunità
Per quanto riguarda l’istruzione, il 34,29% dei lavoratori immigrati ha frequentato la
scuola media inferiore; il 22,86% corsi di formazione professionale e il 20,00%
possiede un diploma di laurea .
38
INDAGINE IN SPAGNA
IMMIGRATI: Condizione professionale





Poco più del 50,00% dei lavoratori immigrati lavora in Spagna da oltre 5 anni.
Poco più del 60,00% dei lavoratori immigrati lavora nell’attuale posto di lavoro da meno
di 2 anni .
Sebbene il 20,00% dei lavoratori immigrati abbia trovato il proprio impiego tramite
offerte di lavoro, il 60,00% ha trovato lavoro grazie a conoscenze. Solo il 2,86% ha
trovato lavoro tramite Agenzie di Lavoro Temporaneo/Interinale
Gradualmente le società spagnole stanno cominciando ad assumere sempre più lavoratori
immigrati, che a volte costituiscono il 40% dell’organico totale. Ciò avviene soprattutto
nelle società di piccole dimensioni
Il 74,29% si dichiara soddisfatto del proprio lavoro .
39
INDAGINE IN SPAGNA
Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante

I lavoratori immigrati affermano di abbandonare il proprio paese d’origine per trovare condizioni di
vita migliori .

Il 40,00% dei lavoratori immigrati è in possesso di una qualifica mentre il 45,71% non ne ha.

I contratti di lavoro temporaneo sono i più diffusi e vengono offerti al 54,29% dei lavoratori
immigrati, mentre i contratti a lungo termine vengono offerti al 42,86% dei lavoratori immigrati .

La maggior parte dei lavoratori stranieri è ben integrato nell’azienda per cui lavora. .

La maggior parte dei lavoratori immigrati ritiene che nel futuro potrà aspirare ad una posizione
migliore all’interno dell’azienda.

Alla maggior parte dei lavoratori immigrati viene offerta la possibilità di frequentare
formazione; almeno il 30% di loro non ha questa opportunità. .

I lavoratori immigrati ritengono di essere considerati dai loro colleghi spagnoli grandi lavoratori che
intendono adattarsi ai costumi e alle tradizioni spagnole .

Il 94% degli immigrati dichiara di apprezzare lo stile di vita spagnolo
corsi di
40
INDAGINE IN SPAGNA
Questionari rivolti ai Lavoratori Spagnoli: analisi dei dati

Apparentemente, tra lavoratori locali e stranieri si respira un’atmosfera amichevole
nella maggior parte delle aziende, tuttavia il 37,50% degli intervistati ritiene di aver
perso alcuni diritti di lavoratore o cittadino a causa della presenza di stranieri nella
propria città o sul luogo di lavoro .

Il 75,00% dei lavoratori locali ritiene che i colleghi stranieri siano ben integrati
all’interno delle rispettive aziende. Solo il 37,50 % di loro hanno assistito a incidenti tra
lavoratori locali e stranieri. .

D’altra parte, ritengono che la scarsa conoscenza della lingua costituisca un problema
per l’integrazione dei lavoratori stranieri nelle aziende .

Sono tutti d’accordo sul fatto che è necessario fare uno sforzo per rendere più
semplice l’integrazione ma, allo stesso tempo, poco più del 40,00% dei lavoratori locali
considera l’aumento dell’immigrazione una possibile minaccia per l’occupazione.
41
INDAGINE IN SPAGNA
Punti di vista dei lavoratori immigrati e locali –domande comuni :

Oltre la metà dei lavoratori stranieri ritiene di ricevere la stessa retribuzione di un
lavoratore locale a parità di tipologia di lavoro e categoria professionale, mentre il
37,14% è convinta del contrario.

I lavoratori stranieri mostrano rispetto per la cultura e i costumi spagnoli .

La maggior parte degli immigrati ritiene che gli spagnoli rispettino la loro cultura e le
loro usanze e che vorrebbero addirittura conoscerle di più

La maggior parte dei lavoratori immigrati può esprimere liberamente i propri costumi e la
propria religione .

I lavoratori stranieri svolgono lavori che i lavoratori locali non vogliono svolgere e circa il
35,00% ritiene di contribuire al miglioramento del Sistema Previdenziale e al suo
funzionamento.

Un’elevata percentuale, tra il 20,00% e il 30,00%, ritiene che la loro presenza
contribuisca ad un taglio/riduzione dei costi di retribuzione e che questi lavoratori
offrano esperienza e qualifiche professionali.
42
INDAGINE IN SPAGNA
Punti di vista dei lavoratori immigrati e locali –domande comuni

La maggior parte dei lavoratori sostiene di essersi adattato facilmente al posto di lavoro
e, inoltre, che l’integrazione potrebbe essere più semplice se i colleghi conoscessero
alcune parole della loro lingua madre.

La maggior parte dei lavoratori immigrati è informato sui propri doveri e propri diritti
sul posto di lavoro .

Modalità che potrebbero facilitare l’integrazione sul lavoro degli stranieri: migliore
conoscenza della cultura del paese tramite organizzazione di eventi quali conferenze,
congressi o attività rivolte ai lavoratori immigrati al fine di agevolare la loro conoscenza
della cultura e delle usanze del paese
43
INDAGINE IN SPAGNA
Profili dei Lavoratori Stranieri
ROMANIA:
Uomo di età compresa tra i 16 e i 44 anni
Vive in Spagna da oltre cinque anni
Livello intermedio di conoscenza della lingua spagnola
Vive con marito/moglie e figli ; ha presentato richiesta e ottenuto il ricongiungimento familiare
Nella maggior parte dei casi, la formazione professionale sostituisce quella universitaria
MAGREB:
Uomo e donna di età compresa tra i 26 e i 44 anni
Vive in Spagna da oltre cinque anni
Livello avanzato di conoscenza della lingua spagnola
Vive con marito/moglie e figli; ha presentato richiesta e ottenuto il ricongiungimento familiare
Il livello di istruzione varia da una formazione di base agli studi universitari
SUD AMERICA :
Uomo e donna di età compresa tra i 26 e i 44 anni
Vive in Spagna da oltre cinque anni
Spagnolo come madrelingua
La maggior parte di loro vive solo/a; non considerano l’ipotesi del ricongiungimento familiare
Studi di scuola media inferiore
44
INDAGINE IN SPAGNA
Questionari rivolti agli imprenditori spagnoli- Analisi dei Dati:

Nessun datore di lavoro ritiene che i contributi versati dai lavoratori stranieri migliorino
il Sistema di Previdenza sociale né lo sostengano .

Nessuna impresa dispone di un protocollo di accoglienza per i lavoratori stranieri che
vengono assunti dall’azienda. Tuttavia, la metà delle aziende, prima dell’assunzione,
fornisce ai lavoratori nozioni base sul lavoro.

Solo il 12, 50% delle aziende dichiara che i lavoratori locali hanno maggiori opportunità di
avanzamento professionale rispetto all’87,50% che ritiene che tutti i lavoratori abbiano
le stesse opportunità .

La metà delle imprese afferma che i lavoratori stranieri non sono sufficientemente
qualificati per svolgere le mansioni previste dal proprio lavoro. Questa è una delle ragioni
che per cui si tende a non assumere lavoratori stranieri.

Un altro motivo che spinge a non assumere stranieri è il possibile aumento dei conflitti
sul posto di lavoro, la scarsa conoscenza della lingua, come specificato in precedenza, e la
diminuzione della domanda nel proprio settore d’attività.

La maggior parte delle aziende non ha mai ricevuto alcuna lamentela da parte dei
lavoratori locali nei confronti dei costumi e delle usanze degli stranieri.
45
INDAGINE IN SPAGNA
Questionari rivolti agli imprenditori spagnoli- Analisi dei Dati

Alcuni aspetti positivi indicati dai datori di lavoro circa l’assunzione di immigrati :




Migliore qualifica professionale
Migliore immagine dell’impresa
Salari e costi per la previdenza sociale inferiori .
Tuttavia, molti datori di lavoro indicano alcuni aspetti negativi relativi allo stesso
tema:

Difficoltà di comunicazione con gli altri lavoratori

Difficoltà di comunicazione con clienti/fornitori

Aumento dei conflitti sul lavoro

Minore qualifica professionale
46
INDAGINE IN ITALIA
Situazione personale degli immigrati
.
L’indagine è stata condotta su cittadini pakistani, indiani e nordafricani per il fatto che, dai
dati rilevati, queste risultano essere le nazionalità più rappresentative tra la
popolazione degli immigrati nel distretto di Carpi.

Occorre sottolineare innanzitutto che la quasi totalità degli immigrati che hanno
completato il questionario erano uomini (90%); ciò è dovuto essenzialmente al fatto
che i principali gruppi etnici che lavorano nel distretto di Carpi sono originari del
Pakistan (30%) e dell’Africa del Nord (23%) e le donne appartenenti a tali etnie
raramente lavorano sia per motivi religiosi sia perché l’immigrazione femminile dai
paesi asiatici è un fenomeno estremamente recente.

La forbice di età degli intervistati va dai 26 ai 44 anni (57%).

Pakistani e Nord africani (Tunisia e Marocco) sono i più numerosi tra gli stranieri che
vengono a lavorare nel nostro paese. Essi rappresentano una percentuale
rispettivamente del 30% e del 23% del totale dei lavoratori immigrati.
.

47
INDAGINE IN ITALIA
Situazione personale degli immigrati

La maggior parte degli immigrati compilatori vive (47%) e lavora (40%) in Italia da
oltre cinque anni; nonostante ciò quello della lingua rimane un problema grave: infatti,
anche se il 45% dichiara di avere un livello intermedio di conoscenza della lingua italiana,
il 31% ha una conoscenza di base, vale a dire una scarsa padronanza della lingua parlata

La maggior parte dei lavoratori vive ancora con parenti o amici (45%); tuttavia il 31%
ha ottenuto l’autorizzazione al ricongiungimento familiare e vive con moglie/marito e figli
e questo è un dato in costante aumento.

Per quanto riguarda il livello d’istruzione, i risultati indicano che circa un terzo degli
immigrati presi in esame ha una licenza di scuola elementare, un terzo di scuola media
inferiore e un terzo di scuola media superiore. I dati relativi alla formazione
professionale (0%) e agli studi universitari (7%) non sono significativi
48
INDAGINE IN ITALIA
Condizione professionale degli immigrati

Nessuno degli intervistati ha specificato il nome e l’indirizzo dell’azienda presso cui
lavora; ciò probabilmente è dovuto al fatto che non vogliono rendere note le proprie
opinioni all’impresa in cui lavorano.

Il 70% degli immigrati lavora nell’industria (in particolare nel settore metalmeccanico,
tessile e dell’abbigliamento); gli altri settori non sono molti significativi; edilizia (13%),
settore alberghiero (7%) e quello delle pulizie (3%).

Questo dato conferma che gli immigrati, una volta regolarizzati, preferiscono lavorare
nel settore industriale, in particolare nelle aziende in cui i turni di lavoro sono
suddivisi tra notte, mattino e pomeriggio; ciò consente loro di avere un secondo lavoro,
solitamente in nero, per integrare le entrate
49
INDAGINE IN ITALIA
Condizione professionale degli immigrati

Come indicato in precedenza, il 40% degli immigrati lavora in Italia da oltre 5 anni (il
22% nella stessa azienda da più di 5 anni), anche se il 38% non lavora in un settore
direttamente collegato al proprio titolo di studio o abilità.

Per quanto riguarda la modalità di ricerca del lavoro, circa la metà di loro (47%) ha
trovato un impiego tramite contatti personali; solo il 17% si è affidato ai canali
tradizionali, quali ad esempio i centri per l’impiego ed è diffusa l’abitudine del
“passaparola” tra le persone appartenenti allo stesso gruppo etnico.

Circa il 63% lavora in piccole e medie imprese la cui dimensione varia da 1 a 50
dipendenti; nonostante la scarsa presenza di aziende di grandi dimensioni nel territorio,
il 20% di loro lavora in aziende che contano oltre 250 dipendenti .

Per quanto concerne la presenza di lavoratori immigrati all’interno delle aziende, il dato
è estremamente interessate: di fatto, nelle piccole imprese (meno di 5 dipendenti) la
presenza di immigrati è del 43% e la percentuale diminuisce all’aumentare della
dimensione aziendale (nelle società con oltre 50 dipendenti la percentuale scende al
10%).
50
INDAGINE IN ITALIA
Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante

Il 73% dichiara di essere soddisfatto dell’attuale lavoro

Relativamente alle ragioni alla base dell’immigrazione, il 57% dichiara che la decisione è legata
alle condizioni economiche del proprio paese d’origine; il 20% al desiderio di un salario più
elevato .

Per quanto riguarda la tipologia dei contratti, il 53% dei lavoratori immigrati ha un contratto a
tempo indeterminato, il 40% un contratto temporaneo; con ogni probabilità, ciò è dovuto al
fatto che i datori di lavoro temono di perdere risorse umane impiegate in attività non
qualificate. Infatti il 63% di loro svolge lavori non qualificati e il 37% lavori con una bassa
qualifica; nessuno svolge mansioni di tipo amministrativo, tecnico o gestionale.

La maggior parte dei lavoratori immigrati (83%) dichiara di essere stato accolto bene dai
colleghi italiani; la stessa percentuale ritiene di essere ben integrata nell’azienda in cui lavora,
anche se il 60% è consapevole che le opportunità di carriera sono estremamente limitate

La stessa percentuale del 60% dichiara di non aver accesso a programmi di formazione,
tuttavia si tratta di una situazione diffusa anche tra i lavoratori locali delle aziende del
distretto.
51
INDAGINE IN ITALIA
Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante

Per quanto riguarda la retribuzione, il 67% dei lavoratori immigrati ritiene che il proprio
salario corrisponda a quella dei lavoratori locali.

Per quanto concerne il proprio contributo al mercato del lavoro italiano, il 43% degli
intervistati dichiara di svolgere lavori che i locali non vogliono più svolgere; il 30%
sostiene che il lavoro degli immigrati contribuisce a mantenere il Sistema di Previdenza
Sociale italiano e solo il 16% afferma di offrire un contributo grazie alla propria
esperienza/qualifica

La maggior parte degli immigrati (84%) sostiene di rispettare la nostra cultura e i
nostri costumi, il 7% li apprezza e solo il 6% afferma di non apprezzare e di non
comprendere le nostre usanze. Per di più, l’83% dichiara di poter esprimere liberamente
le proprie opinioni e il proprio credo religioso/politico sul posto di lavoro

Il 68% dei lavoratori immigrati ritiene di essere considerato dai colleghi italiani un
gran lavoratore che cerca di integrarsi nella realtà italiana; è diffusa, tuttavia, la
consapevolezza che il 16% dei colleghi italiani ritiene che gli immigrati non siano
interessati ad impegnarsi per raggiungere l’integrazione ma preferiscano rimanere con le
persone appartenenti allo stesso gruppo etnico.
52
INDAGINE IN ITALIA
Opinioni degli immigrati sul Paese ospitante

Parlando d’integrazione, l’83% si sente integrato sul posto di lavoro anche se l’84% degli
intervistati è conscio del fatto che la mancata conoscenza della lingua costituisce un
grave ostacolo alla completa integrazione con i colleghi italiani; gli immigrati sostengono,
inoltre, che l’opportunità di poter scambiare qualche parola nella propria lingua potrebbe
sicuramente facilitare l’integrazione insieme ad una migliore conoscenza da parte dei
colleghi italiani della situazione politica, economica e sociale del loro paese d’origine.

Tra i vari aspetti che potrebbero facilitare l’integrazione, la maggior parte degli
intervistati (64%) indica una migliore conoscenza della lingua come il più importante,
insieme ad attività sociali sul posto di lavoro e conferenze/incontri rivolti sia ai
lavoratori immigrati sia italiani allo scopo di scambiare informazioni e conoscenze sulle
diverse culture e usanze

Infine, il 77% dichiara di conoscere i propri diritti e doveri sul lavoro; su questo
argomento, abbiamo trovato un unico commento scritto nell’ultima parte dei questionari:
uno degli intervistati, infatti, ritiene che i lavoratori immigrati abbiano molti doveri e
pochi diritti. .
53
INDAGINE IN ITALIA
Questionari rivolti ai lavoratori nazionali
II. - QUESTIONNAIRES ADDRESSED TO ITALIAN WORKERS: DATA ANALYSIS:

I lavoratori italiani che hanno completato il questionario lavorano prevalentemente nel
settore industriale, il 38% in aziende con 10-50 dipendenti e il 38% in aziende con oltre
250 dipendenti.

Per quanto concerne il contributo che i lavoratori immigrati apportano al mercato del
lavoro, il 44% dei lavoratori italiani dichiara che questo è un modo che consente alle
aziende di risparmiare denaro dato che i salari e i costi sostenuti per gli immigrati sono
inferiori rispetto a quelli per i lavoratori italiani. Il 22% sostiene che gli immigrati
ricoprono posizioni che gli italiani non vogliono più ricoprire e solo l’11% riconosce il
contributo che l’esperienza/qualifica di un lavoratore immigrato può apportare
all’azienda.
Peraltro, il 38% ritiene che l’aumento del numero di immigrati possa costituire un rischio
sia per l’economia italiana, dato che si assisterà ad un aumento del lavoro nero, sia
per i lavoratori italiani stessi in termini di perdita di diritti (ad esempio, nei
commenti viene indicata la diminuzione di posti disponibili negli asili, la carenza di alloggi
pubblici e l’indebolimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori).

54
INDAGINE IN ITALIA
Questionari rivolti ai lavoratori nazionali

Per quanto riguarda la possibilità per gli immigrati di esprimere liberamente
la propria opinione, l’88% dei lavoratori italiani ritiene che questo sia loro
consentito anche se lo stesso 88% sostiene che la mancata conoscenza della
lingua costituisca un grave problema sia per la possibilità di esprimere le
proprie opinioni sia ai fini di una buona integrazione.

La maggior parte degli intervistati (75%) dichiara che la convivenza sul
posto di lavoro è buona e l’88% ritiene che gli immigrati siano ben integrati
sul lavoro. In un commento, uno degli intervistati ha scritto di sperare in una
migliore integrazione dato che crede in un società multi-etnica .

Gli intervistati concordano pure sul fatto che il Governo dovrebbe fare
degli sforzi per facilitare l’integrazione degli immigrati anche se (si veda
sopra) gli stessi ritengono che un aumento del numero degli immigrati nel
distretto possa costituire una minaccia.
55
INDAGINE IN ITALIA
Questionari rivolti ai lavoratori nazionali

Essi suggeriscono di organizzare incontri/conferenze rivolte ai lavoratori
immigrati allo scopo di fornire informazioni in merito alla cultura e alle
usanze del paese ospitante. Il 75% degli intervistati, inoltre, dichiara di
essere interessato a conoscere la cultura e i costumi degli immigrati.

Metà dei lavoratori italiani afferma con certezza che il salario degli
immigrati è uguale al proprio; tuttavia, l’88% di loro ritiene che i lavoratori
immigrati non conoscano i loro diritti e doveri sul posto di lavoro

Infine, solo il 25% ha assistito ad incidenti e problemi di convivenza tra
lavoratori immigrati e locali
56
INDAGINE IN ITALIA
Questionari rivolti agli imprenditori
– Analisi dei dati:

I datori di lavoro italiani sono titolari di piccole imprese operanti principalmente nei
settori tessile e dell’abbigliamento e meccanico

Il 100% di loro afferma che gli immigrati ricoprono posizioni che gli italiani non
vogliono più ricoprire; il 50%, inoltre, dichiara che i lavoratori immigrati forniscono un
utile contributo grazie alla loro qualifica e alla loro esperienza .

Circa la possibilità da parte degli immigrati di esprimere liberamente le proprie
opinioni non sono concordi; infatti, alcuni di loro ritengono che lo possano fare mentre
altri sostengono di no; tuttavia, si trovano d’accordo sul fatto che la mancata conoscenza
della lingua costituisce un problema sul lavoro sia a livello di comunicazione con i colleghi
italiani, sia a livello di scambio di informazioni sulle mansioni da svolgere.
57
INDAGINE IN ITALIA
Questionari rivolti agli imprenditori

La maggior parte dei datori di lavoro ritiene che i dipendenti italiani e stranieri
convivano tranquillamente, tuttavia solo in pochi sostengono che ci sia una buona
integrazione e pensano che il proprio paese debba fare più sforzi per facilitare il
processo d’integrazione. and think his Country should do some more efforts to
facilitate the integration.

Essi sostengono di non aver mai ricevuto lamentele sugli usi e costumi degli immigrati
sottolineando, allo stesso tempo, il fatto che, nonostante la buona integrazione, sia i
lavoratori immigrati sia quelli italiani tendono a relazionarsi con persone del proprio
paese, formando in questo modo gruppi separati.

Il 100% dei datori di lavoro crede fermamente che una migliore conoscenza della
lingua del paese ospitante possa facilitare l’integrazione degli immigrati sul posto di
lavoro congiuntamente, ad esempio, a incontri e conferenze rivolte agli stranieri volte a
fornire informazioni sui costumi e la cultura del paese ospitante. E’ interessante notare
che nessuno degli intervistati ritiene che i lavoratori italiani dovrebbero conoscere la
cultura dei lavoratori immigrati.
58
INDAGINE IN ITALIA
Questionari rivolti agli imprenditori

Relativamente alla presenza in azienda di protocolli o attività di accoglienza e
inserimento degli immigrati, essi affermano che al momento non sono presenti né sono
previsti per il futuro dato che, a loro avviso, non sono necessari; in ogni caso, dichiarano
che ai lavoratori immigrati vengono fornite informazioni relative al lavoro, ai processi e
all’organizzazione.

Per quanto concerne la qualifica/formazione dei lavoratori immigrati, i datori di lavoro
affermano che la loro qualifica equivale a quella dei lavoratori locali; pertanto, i
lavoratori immigrati hanno le stesse opportunità di promozione e avanzamento
professionale.

Alla domanda “Perché alcune aziende non assumono stranieri?”, gli imprenditori
rispondono che è ancora diffuso un senso di diffidenza e sfiducia nei confronti
dell’esperienza/formazione degli immigrati; essi affermano, inoltre, che in alcuni
settori produttivi non occorre assumere immigrati dato che vi è ancora un’ottima offerta
di lavoratori locali.

Infine, alla domanda sugli aspetti positivi e negativi connessi alla presenza di
lavoratori immigrati, i datori di lavoro indicano esclusivamente gli aspetti negativi; di
fatto, sottolineano le difficoltà legate alla mancata conoscenza della lingua, alla ridotta
stabilità lavorativa e, infine, ma non meno importante, alla scarsa qualifica professionale.
59
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
Un punto di vista generale:
“In termini generali, si può affermare che non esiste una definizione precisa del termine
“immigrato”; per quanto tempo una persona viene ritenuta un “immigrato”; qual è la
differenza tra essere un “immigrato” ed avere un “passato da immigrato”; il
problema della cittadinanza; quali sono le basi per la definizione del concetto di
immigrato: lingua, etnicità, ecc.“
Commenti ai questionari rivolti agli imprenditori:
√
Tutti hanno un’immagine positiva degli immigrati e, in generale, non sembrano fare
alcuna differenza tra Svedesi e immigrati.
√
Per quanto riguarda la domanda relativa alla condizione degli immigrati nel mercato del
lavoro, tutti gli intervistati affermano che gli immigrati offrono la loro competenza e
cercano di integrarsi nella società svedese
60
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
√
Il quadro positivo che risulta dalle prime domande si riflette nelle risposte alle altre
domande sulla libertà d’espressione delle proprie opinioni, come pure dei propri costumi
e delle proprie idee
√
I datori di lavoro confermano l’importanza della conoscenza della lingua quale
principale fattore d’integrazione, per capire e farsi capire.
√
Tutti gli intervistati ritengono, dal loro punto di vista, che la convivenza tra lavoratori
locali e immigrati funzioni bene e questo dato differisce parzialmente dall’opinione dei
lavoratori svedesi.
√
La risposta alla domanda “Ritiene che il paese dovrebbe fare uno sforzo per
facilitare l’integrazione degli immigrati?” non è unanime: il 60% è favorevole mentre il
resto è contrario. Ciò è dovuto ad una diversa interpretazione di cosa la società è in
grado di fare. Con ogni probabilità, in questo tipo di domande, si riflette una certa
opinione negativa circa le azioni portate avanti dallo Stato.
61
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto agli imprenditori svedesi
Conferenze, incontri etc. rivolti sia ai lavoratori immigrati che agli svedesi allo scopo
di conoscere le reciproche tradizioni e culture, così come la conoscenza della lingua
(svedese in questo caso) sono considerate azioni positive per migliorare l’integrazione.
Svedesi e immigrati sono trattati allo stesso modo, dal punto di vista degli
imprenditori. Secondo loro infatti, i lavoratori immigrati operano nelle imprese da tempo,
per cui non necessitano di specifici programmi di informazione/formazione.
Gli imprenditori pensano che i loro dipendenti immigrati possiedano competenze
adeguate al ruolo ricoperto; ritengono però che i lavoratori immigrati abbiano meno
possibilità di carriera dei loro colleghi nazionali
62
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto agli imprenditori svedesi

Il 40% afferma di essere a conoscenza di lamentele sia da parte degli svedesi sia
degli immigrati relativamente ai rispettivi usi e costumi. Queste lamentele non
vengono riportate e, con ogni probabilità, variano in base al grado di serietà/gravità.

La maggior parte (60%) degli imprenditori ritiene che le imprese abbiano una particolare
responsabilità nel processo di integrazione degli immigrati.

Sebbene le risposte ad altre domande mettano in evidenza il bisogno di una maggiore
conoscenza del background e della cultura degli immigrati, non ci sono attività
speciali a supporto dell’integrazione sul posto di lavoro

I datori di lavoro ritengono che gli immigrati forniscono un contributo positivo
all’azienda, in particolare in termini di lealtà, buona volontà ed elevato livello di
competenza. .

L’84% degli intervistati ritiene che gli immigrati possano incontrare delle difficoltà
nella comunicazione con gli altri dipendenti/clienti e solo il 17% di loro menziona il rischio
di conflitto sul posto di lavoro.
63
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto ai lavoratori svedesi

Il 64% degli intervistati dichiara che gli immigrati contribuiscono con competenza allo
sviluppo dell’impresa e al benessere della società. Essi affermano, inoltre, che gli
immigrati sono gran lavoratori e fanno del loro meglio per integrarsi nella società
svedese.

La maggior parte dei lavoratori svedesi ritiene che gli immigrati possano esprimere
liberamente la propria opinione sul posto di lavoro. Tuttavia, l’86% di loro afferma che
gli immigrati non possono esprimere le proprie usanze e il proprio credo sul posto di
lavoro, probabilmente per il fatto che gli svedesi ritengono che la religione debba essere
praticata in appositi luoghi.

Il 100% dei lavoratori svedesi sottolinea l’importanza della conoscenza della
quale principale fattore a sostegno dell’integrazione sul posto di lavoro.

In generale, la maggioranza dei lavoratori svedesi ritiene esistere una buona convivenza
tra lavoratori locali e stranieri.
lingua
64
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto ai lavoratori svedesi

Tutti gli intervistati ritengono che gli immigrati sono ben integrati sul posto di lavoro.
Alla domanda “Il popolo svedese dovrebbe fare uno sforzo per facilitare l’integrazione
degli immigrati?”, le risposte sono state varie (il 57% dice sí) probabilmente per il fatto
che la domanda è molto generica e include un ampio spettro di possibili azioni politiche da
intraprendere a livello di società.

Il 42% degli intervistati ritiene che la lingua sia un fattore chiave per l’integrazione.
Tuttavia, circa il 20% indica la necessità di una maggiore conoscenza degli
immigrati/immigrazione e della loro situazione da parte della maggioranza della
popolazione.

I lavoratori locali ritengono che le principali cause dell’immigrazione sono di natura
politica (33%) ed economica (28%).

Il 57% dei lavoratori locali ritiene che l’immigrazione possa costituire una minaccia. (il
termine “minaccia” deve essere interpretato, con ogni probabilità, come minaccia di
perdita del lavoro, del benessere, ecc.).
65
INDAGINE IN SVEZIA
Questionario rivolto ai lavoratori svedesi

Un limitato numero di lavoratori svedesi ritiene che gli immigrati percepiscano il loro
stesso stipendio e il 71% sostiene che gli immigrati sono ben informati circa i propri
diritti e doveri sul posto di lavoro.

Una grande maggioranza non sente affatto il bisogno di imparare qualche parola nella
lingua madre degli immigrati. Questo dato differisce in modo significativo rispetto alla
risposta degli immigrati alla stessa domanda.

D’altra parte il 71% ritiene che potrebbe essere interessante
relativamente ad usi e cultura degli immigrati

Oltre il 75% dei lavoratori svedesi ritiene che i rapporti con gli immigrati siano buoni.
Tuttavia, circa il 20% ha un’opinione negativa rispetto agli immigrati a causa del
precedente concetto di “minaccia”. Per di più, la stessa percentuale di lavoratori locali
ritiene che gli immigrati non rispettino le usanze e la cultura svedese.

Il 42% degli intervistati ha assistito a incidenti tra immigrati e lavoratori svedesi.
imparare qualcosa
66
INDAGINE IN SVEZIA
Situazione personale degli immigrati
L’ indagine è stata condotta su cittadini iracheni, curdi iracheni, bosniaci, croati, serbi,
montenegrini e iraniani per il semplice fatto che, da uno studio precedente, queste
risultano essere le nazionalità più rappresentative tra la popolazione degli immigrati nella
regione della Vastra Götaland.

SITUAZIONE PERSONALE:
La maggior parte degli intervistati è di età compresa tra i 26 e i 44 anni; ciò si spiega
col fatto che questo gruppo di immigrati è molto presente nel settore industriale e,
proprio per motivi d’età, può ottenere più facilmente un lavoro.

La maggior parte degli intervistati vive in Svezia da molti anni.

Rispetto alle abilità linguistiche, è presente un’elevata percentuale di soggetti bilingui e
ciò grazie al fatto che la maggior parte degli intervistati ha vissuto a lungo nel paese e
ha partecipato al progetto “Swedish for foreigners” (Svedese per stranieri).
67
INDAGINE IN SVEZIA
Condizione professionale degli immigrati

La percentuale di lavoratori che vive in famiglia è più elevata tra gli immigrati
rispetto alla popolazione svedese in generale. Ciò è legato, con ogni probabilità, alle
tradizioni e alla cultura del paese d’origine.

Il 40% degli intervistati non ha risposto alla domanda relativa al “ricongiungimento
familiare”.

In generale, gli immigrati non svolgono un lavoro equivalente al proprio livello
d’istruzione. La maggior parte degli intervistati ha svolto studi universitari e lavora nel
settore industriale.
68
INDAGINE IN SVEZIA Condizione professionale degli immigrati

SITUAZIONE PROFESSIONALE:
Il 100 % degli intervistati lavora nel settore industriale (settore metalmeccanico). A
livello nazionale, gli immigrati lavorano nell’ambito dei servizi, del commercio e nel
settore alberghiero.

La maggior parte di loro (63%) ha ottenuto il lavoro tramite contatti personali (con
ogni probabilità amici, altri dipendenti o parenti) con una raccomandazione per un
determinato impiego. Solo il 25% degli intervistati ha ottenuto il lavoro tramite
un’agenzia d’impiego.

La maggior parte di loro lavora da oltre cinque anni per l’azienda in cui è attualmente
impiegato.

La maggior parte degli immigrati lavora in aziende di medie o grandi dimensioni. Le
piccole imprese sono meno rappresentate. Le imprese di piccolissime dimensioni non sono
rappresentate per il fatto che solitamente non assumono immigrati.

Il 43% degli intervistati lavora in aziende con meno di 50 immigrati.
69
INDAGINE IN SVEZIA
Condizione professionale degli immigrati

La maggior parte di loro si dichiara soddisfatta del proprio impiego, probabilmente
perché svolgono lo stesso lavoro da parecchio tempo, si sono adattati alle condizioni
svedesi e sono consci delle difficoltà che comporta cambiare lavoro e dell’elevato tasso
di disoccupazione presente nella società in generale e non solo tra gli immigrati.

Una minoranza (2%) indica che le motivazioni che lo hanno spinto ad emigrare in
Svezia sono di tipo economico. La causa principale è rappresentata dalla situazione
politica (guerra, conflitti e oppressione) nel paese d’origine.

La maggioranza si definisce “lavoratore” e non “lavoratore qualificato”. Tuttavia la
risposta riflette molto probabilmente il modo in cui i lavoratori svedesi considerano la
loro posizione.

Il 97% degli intervistati ha un lavoro a tempo indeterminato.

La lingua non costituisce un ostacolo per la maggior parte degli intervistati in quanto
ritengono di avere una buona padronanza della lingua svedese.

Il 46% degli immigrati ritiene di avere possibilità di carriera all’interno dell’azienda
per la quale lavora.
70
INDAGINE IN SVEZIA
Condizione professionale degli immigrati

La possibilità di accedere a programmi formativi è vista come una realtà riservata a
pochi.

Ad una grossa fetta degli intervistati (49%) è preclusa l’opportunità di ampliare la
propria formazione/sviluppare le proprie competenze.

La conoscenza dell’ammontare del salario dovuto, nella propria mansione di lavoro, è
buona. Questo è probabilmente il risultato delle attività svolte dai sindacati.

Il 90% degli intervistati afferma di rispettare e apprezzare le usanze e la cultura
svedese .

Il 56 % di loro ritiene che i propri colleghi svedesi non rispettino le loro usanze e la
loro cultura ma solo in pochi affermano di essere discriminati.

Il 71% degli immigrati, relativamente all’integrazione, ha scelto la seguente risposta:
“Cerco di integrarmi e sono un gran lavoratore”.
71
INDAGINE IN SVEZIA
Condizione professionale degli immigrati

Il diritto svedese alla libera espressione delle proprie opinioni pare aver influito sulle
risposte. Naturalmente, ciò che non è stato preso in esame sono quegli argomenti che
possono urtare la sensibilità/risultare indiscreti

Sul posto di lavoro, molti immigrati si adeguano alle condizioni svedesi. Con ogni
probabilità, permangono differenze nella sfera privata dove le persone possono
esprimere le proprie usanze, la propria cultura e le proprie idee senza alcuna pressione
esterna.

Un elevato numero di intervistati ritiene di contribuire allo sviluppo della società e al
benessere della Svezia e ciò è positivo e costituisce un segnale di autostima.

Una significativa maggioranza di loro si ritiene integrata sul posto di lavoro, tuttavia
sarebbe interessante esaminare la loro integrazione all’interno della società in generale

La maggior parte degli immigrati (74%) ritiene che i lavoratori locali non conoscano
affatto la situazione degli immigrati
72
INDAGINE IN SVEZIA
Condizione professionale degli immigrati

L’86% degli immigrati conosce bene i propri diritti e doveri. Probabilmente questo è il
risultato delle attività svolte dai sindacati.

Dal punto di vista degli immigrati, interventi formativi volti all’apprendimento della
lingua svedese associati alla conoscenza di altre culture potrebbero essere la strada
migliore verso l’integrazione .
73
V
INFORMAZIONI RELATIVE AI
PRINCIPALI PAESI DA CUI GLI
IMMIGRATI PROVENGONO
74
INFORMAZIONI SUI PRINCIPALI PAESI DA CUI PROVENGONO GLI IMMIGRATI
“Gli immigrati provenienti da Magreb, Africa, Medioriente e Asia, a maggioranza
musulmana, hanno sostituito quelli originari di Spagna, Portogallo, Italia e Polonia di
religione cattolica. (...). La presenza di una popolazione musulmana così massiccia crea
una serie di domande a cui tutti gli stati dovranno dare una risposta nel futuro: Come
gestire l’Islam?, Quale tipo di rapporto potrà avere con la tradizione secolare dello
stato in Europa? E con le altre religioni? ….”
“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles”. Sami Naïr.
75
MAGREB
MAROCCO:
POSIZIONE:
Africa del Nord, confina a nord con l’Oceano Atlantico e il
Mar Mediterraneo ed è compreso tra l’Algeria e il Sahara
Occidentale.
CAPITALE:
Rabat
AREA:
446.550 km² (posizione nella classifica mondiale 56º)
POPOLAZIONE:
31.480.000 (posizione nella classifica mondiale 36º)
LINGUE:
Arabo (ufficiale), tre dialetti berberi, Francese
MONETA:
Dirham (tasso cambio:100 dirham = 9,05 €)
FORMA DI GOVERNO:
Regno
76
MAGREB
MAROCCO::
SISTEMA DI GOVERNO:
Monarchia costituzionale.
CAPO DELLO STATO:
Re MOHAMED VI (Luglio 1999).
PRIMO MINISTRO:
Driss Jettu (Ottobre 2002).
Reddito pro capite:
4.819 US $
FORZA LAVORO:

Agricoltura: 40%

Industria : 15%

Servizi: 45% (stima 2003)
77
MAGREB
MAROCCO:
GRUPPI ETNICI:
Arabi-Berberi 99.1 %, altri 0.7 %, Ebrei 0.2 %
RELIGIONE:
maggioranza Musulmana (98.3%; sunniti). Minoranza
Cristiana (0,6%), Ebrei (0,4%), altri (1,8%).
FESTA NAZIONALE:
Incoronazione (ascesa al trono di Re MOHAMED VI),
30 Luglio (1999)
78
MAGREB
MAROCCO:
STORIA:

Romani, vandali, greci bizantini e, infine, controllo arabo

1912 (Trattato di Protettorato tra Francia e Spagna) : l’Impero viene suddiviso in 3
protettorati: spagnolo, francese e internazionale.

Nel 1956, la Francia è obbligata a riconoscere l’indipendenza del protettorato francese.
In Aprile, il governo spagnolo riconosce l’indipendenza del protettorato spagnolo .

1957, l’antica denominazione viene sostituita da quella attuale, Regno del Marocco, e il
sultano prende il nome di re Mohamed V. Nel 1961 succede a Mohamed V il figlio Hassan
II.

Nel gennaio 1969 la Spagna restituisce al Marocco il territorio di Ifni

1976-1979: anche la regione del Sahara Occidentale viene annessa al Regno.
79
MAGREB
TUNISIA:
POSIZIONE:
Africa del Nord, confina con il Mar Mediterraneo ed è situata tra
l’Algeria e la Libia.
CAPITALE:
Tunisi
AREA:
163.610 km² (posiz. classif. mondiale 89º)
POPOLAZIONE:
10.100.000 (posiz. nella classifica mondiale 81º)
LINGUE:
Arabo (ufficiale), Francese.
MONETA:
Dinar ( tasso di cambio: 1 dinar = 0.60 €)
FORMA DI GOVERNO: Repubblica
80
MAGREB
TUNISIA:
SISTEMA DI GOVERNO:
Repubblica presidenziale con forti poteri.
CAPO DELLO STATO:
Zine-el-Abidin Ben Ali (dal 7 Novembre 1987)
PRIMO MINISTRO:
Mohamed Ghannuchi (dal 17 Novembre 1999).
Reddito pro capite:
8.809 US $
OCCUPAZIONE:
Agricoltura: 55%
Industria: 23%
Servizi:
22%
TASSO DISOCCUPAZIONE:
13.5% (stima 2005.)
81
MAGREB
ALGERIA:
POSIZIONE:
Africa del Nord, confina con il Mar Mediterraneo ed è situata tra il
Marocco e la Tunisia.
CAPITALE:
Algeria
AREA:
381 740 km² (posizione nella classifica mondiale 11º)
POPOLAZIONE:
32.850.000 (posiz. nella classifica mondiale 35º)
LINGUE:
Arabo (ufficiale) tamazight, Francese (secondo Paese Francofono nel
mondo)
Dinar (tasso di cambio: 100 dinars = 1.08 €)
MONETA:
TIPO DI GOVERNO:Republic, Islam is the State’s religion.
82
MAGREB
ALGERIA:
SISTEMA DI GOVERNO:
Presidenziale. Altrettanto importante è il ruolo del
Dipartimento di informazione e sicurezza (DRS).
CAPO DELLO STATO:
Abdelaziz Buteflika, presidente (8/04/2004)
PRIMO MINISTRO:
Ahmed Uyahya (dal 5 Maggio 2003).
Reddito pro capite:
7.612 US $.
OCCUPAZIONE:
Agricoltura 14%; industria 13.4%; costruzioni 10%;
commercio 6 %; pubblico impiego 32%; altro 16%
TASSO DISOCCUPAZIONE: 22.5% (stima 2005.)
83
MAGREB
ALGERIA:
GRUPPI ETNICI:
Arabi-Berberi 99%, meno dell’ 1% di europei
RELIGIONE:
Maggioranza musulmana (religione ufficiale) 99%;
Cristiani ed Ebrei, 1%.
FESTA NAZIONALE: Revolution Day, 1 November (1954)
84
MAGREB
ALGERIA:
STORIA:







Occupazione da parte di popoli Berberi, Cartaginesi, Arabi e Turchi.
14° secolo: Algeri viene trasformata in un covo di predatori. Carlo V (1541 .
1830: la Francia dà il via alla conquista del paese che si conclude nel 1844
Seconda Guerra mondiale (1939-1945): il territorio algerino è teatro dello sbarco 1945:
delle truppe nordamericane e viene istituito un governo francese in Algeria.
1945: inizio della guerra d’indipendenza.
Luglio 1962: l’Algeria viene dichiarata una Repubblica
1976: Repubblica Democratica Popolare d’Algeria
85
MAGREB
ALCUNE PAROLE IN ARABO:
Ciao:
Marhaba
PER FAVORE:
min faDlik
BUON GIORNO:
sabaH ul-khayri
GRAZIE:
Shukran
SI’:
Na’am
NO:
Laa
COME STAI ?
kayfa haal-louk?
86
AMERICA LATINA
ECUADOR:
POSIZIONE:
Sud America occidentale, confina con l’Oceano Pacifico
all’equatore, è situata tra Colombia e Perù.
CAPITALE:
Quito
AREA:
km² (Posizione classifica mondiale 71º)
POPOLAZIONE:
13.710.234 km² (Posizione classifica mondiale 62º)
LINGUE:
Spagnolo (ufficiale), quechua, shuar e
altre lingue amerinde.
87
AMERICA LATINA
ECUADOR:
MONETA:
Dollaro americano (currency rate:1 dollar = 0,79 €)
TIPO DI GOVERNO:
Repubblica
SISTEMA DI GOVERNO:
Repubblica presidenziale.
CAPO DELLO STATO:
Alfredo Palacio, presidente (20 Aprile 2005).
REDDITO PRO-CAPITE:
4.466 $ americani
Occupazione:



Agricoltura: 7,4%
Industria: 31,8%
Servizi: 60,8% ( stima 2003.)
88
AMERICA LATINA
ECUADOR:
Tasso disoccupazione:
9.7% (stima 2005.)
GRUPPI ETNICI:
Meticci 65%, Amerindi 25%, Spagnoli e altri 7%, neri 3%
RELIGION:
Cattolica 95%, altre 5%
FESTA NAZIONALE:
Giorno dell’indipendenza (indipendenza di Quito), 10
Agosto (1809)
89
AMERICA LATINA
ECUADOR:
Storia:

Fu originariamente abitata dall’etnia dei Quitus, seguiti dai Caras, conquistati poi dagli
Incas che tentarono di annettere l’intero paese all’Impero.

Durante il periodo della conquista spagnola, l’Ecuador venne annesso al Viceregno del
Perù.

1563: l’intero paese forma la Reale Udienza di Quito durata fino al 1822, quando il
paese ottiene l’indipendenza e viene annesso alla Repubblica della Grande Colombia
insieme a Venezuela e Colombia

1830: dopo la sua dissoluzione, diventa una Repubblica estremamente instabi .

grazie ad un referendum viene istituita una costituzione democratica
90
AMERICA LATINA
COLOMBIA:
POSIZIONE:
America Latina settentrionale, confina con il Mar dei Caraibi, è situata
tra Panama e Venezuela, è lambita dall’Oceano Pacifico settentrionale e
è situata tra Ecuador e Panama.
CAPITALE:
Bogotá
AREA:
1.138.910km² (World ranking: 25º)
POPOLAZIONE:
45.600.000 (World ranking 28º)
LINGUA:
Spagnolo
91
AMERICA LATINA
COLOMBIA:
MONETA:
Peso (tasso di cambio: 1.000 pesos = 0,30 € )
TIPO GOVERNO:
Repubblica.
SISTEMA DI GOVERNO:
Repubblica presidenziale.
CAPO DELLO STATO:
Álvaro Uribe Vélez (Maggio2006).
REDDITO PRO-CAPITE:
OCCUPAZIONE:

Agricoltura: 22.7%

Industria: 18.7%

Servizi: 58.5%
7.898 $ americani
TASSO DISOCCUPAZIONE:
10.2 % (STIMA 2005 .)
92
AMERICA LATINA
COLOMBIA:
GRUPPI ETNICI:
meticci/ispano-americani 58%, bianchi 20%, mulatti 14%,
neri 4%, neri 3%, amerindi 1%
RELIGIONE:
cattolica 90%, altre 10%
FESTA NAZIONALE:
Giorno dell’indipendenza, 20 luglio (1810).
STORIA:

La storia di questo paese viene spesso confusa con quella della maggior parte degli stati dell’America
Latina .

Il nome del paese viene scelto da Amerigo Vespucci in onore di Cristoforo Colombo.

1538: Quesada nomina il paese Nuovo Regno di Granata che rimane sotto il controllo del vice re
peruviano

1654: la colonia di Nuova Granada diviene una provincia autonoma poi proclamata Vicereame nel 1718.
93
AMERICA LATINA

1810: inizio della Guerra d’Indipendenza, proclamazione della Repubblica di Colombia nel
1819

La Gran Colombia viene suddivisa in tre repubbliche ad opera di Bolivar

1858: viene nominata Confederazione Granadina per diventare, nel 1863, Stati Uniti di
Colombia, nome che rimarrà invariato fino al 1886, anno in cui viene assunto il nome di
Repubblica di Colombia

La Guerra civile del 1899 consente al paese di conquistare la propria indipendenza

1953: con un colpo di stato, la presidenza del paese viene assunta dal generale Rojas
Pinilla, la cui dittatura durerà fino al maggio del 1957 .

Alla guida del paese si alternano per 16 anni i rappresentanti del partito liberale e
conservatore

Il governo del paese adotta infine un sistema democratico costituzionale .
94
AMERICA LATINA
PERU:
POSIZIONE:
America Latina occidentale, confina con l’Oceano Pacifico meridionale,
è compreso tra Cile ed Ecuador.
CAPITALE:
Lima
AREA:
1.285.220 km² (Posizione mondiale 19º)
POPOLAZIONE:
27.970.000 (Posizione mondiale 39º)
LINGUE:
Spagnolo (ufficiale), quechua, aymara.
MONETA:
Nuevo sol (tasso cambio: 0,24 €)
95
AMERICA LATINA
PERU:
TIPO DI GOVERNO:
Repubblica.
SISTEMA DI GOVERNO:
Repubblica presidenziale.
CAPO DELLO STATO:
Alejandro Toledo (July 2001)
CAPO DEL GOVERNO:
Alan García Pérez (June 2006).
REDDITO PRO-CAPITE:
6.289 $ americani
OCCUPAZIONE:
Agricoltura: 9 %; industria: 18 %; servizi: 73 %
(stima 2003.)
TASSO DISOCCUPAZIONE :
8.7% (stima 2005.)
96
AMERICA LATINA
Alcune parole spagnole:
Ciao:
Hola
Per favore:
Por favor
Buon giorno:
Buenos días
Grazie:
Gracias
Sì:
Sí
No:
No
Come stai?
¿Qué tal?
97
ASIA
PAKISTAN:
POSIZIONE:
Asia meridionale, confina con il Mar Arabico, situato tra India
a est, Iran e Afghanistan a ovest e Cina a nord.
CAPITALE:
Islamabad
AREA:
803,940 km²(posizione classifica mondiale 34º)
POPOLAZIONE: 165,803,560 (posizione classifica mondiale 6º)
MONETA:
rupia pakistana (currency rate:100 rupees =1.29599 €)
TIPO DI GOVERNO: Repubblica federale
CAPO DELLO STATO: Presidente e capo dell’esercito Staff Pervez Musharraf
PRIMO MINISTRO: Shaukat Aziz
PIL :
$ 404,6 Billion (26th) (2005 estimate)
98
PAKISTAN
PAKISTAN:
ETHNIC GROUPS:
Punjabi, Sindhi, Pashtun (Pathan), Baloch, Muhajir (immigrati dall’India al
tempo della scissione e relativi discendenti)
RELIGION:
Musulmani 97% (Sunniti 77%, Sciiti 20%), Cristiani, induisti e altri 3%
OFFICIAL LANGUAGE: Urdu, Inglese
SOME WORDS IN URDU:
Ciao:
Per favore:
Buon Giorno:
Grazie:
Sì:
No:
Come stai?:
Adaab
Merher-bani seh
Aadaab
Shukriya
Haan
Nahin
Ap kaise hain?
99
PAKISTAN

La Repubblica Islamica del Pakistan è situata in quell’area dell’Asia meridionale che corrisponde al
Grande Medio Oriente. Confina a ovest con l’Afghanistan e l’Iran, a est con l’India e con la Repubblica
Popolare Cinese nell’estremo nord-est. Il Pakistan conta 150 milioni di abitanti, la maggior parte dei
quali è di religione mussulmana essendo l’Islam la religione ufficiale.

Il nome Pakistan è stato coniato nel 1933 da Choudhary Rahmat Ali come acronimo delle cinque province
mussulmane dell’India del Nord: P per Punjab, A per Afghania, K per Kashmir, S per Sindh e tan per
Baluchistan.

Il Pakistan è il sesto paese al mondo per numero di abitanti e il secondo paese musulmano più popoloso.
Il Pakistan è stato fondato, nella sua forma attuale, nel 1947, ma la regione vanta una lunga storia di
colonizzazione e civilizzazione che include alcune delle culture più antiche. La regione è stata invasa da
greci, persiani e arabi e, nel diciannovesimo secolo, è stata annessa all’India Britannica.

Dalla proclamazione della sua indipendenza, il Pakistan ha vissuto periodi di instabilità, con la perdita
del Pakistan orientale, e periodi di rilevante crescita economica e militare. Nel 2005 è stato dichiarato
il secondo paese con la maggiore crescita economica tra i dieci paesi più popolosi al mondo e ha
raggiunto il venticinquesimo posto nella classifica relativa alla parità del potere d’acquisto.
100
PAKISTAN

Dal punto di vista climatico, il Pakistan presenta una grande varietà. La zona delle alte
catene montuose a nord e nord-ovest è caratterizzata da inverni estremamente rigidi e
temperature più miti nei mesi estivi da aprile a settembre. Le pianure della valle
dell’Indo presentano estati molto calde e inverni freddi e asciutti. La fascia costiera a
sud presenta un clima moderato. In generale, le precipitazioni sono scarse. Le piogge
sono d’origine monsonica e si registrano verso la fine dell’estate.

Il paese si basa su un’economia agricola con un’estesa rete di canali di irrigazione che
raggiungono la maggior parte delle terre coltivate. Frumento, cotone, riso, miglio e canna
da zucchero sono le principali colture. Tra i frutti: mango, arance, banane e mele
crescono in abbondanza in diverse zone del paese. Le principali risorse sono gas naturale,
carbone, sale e ferro. .

Il settore industriale è in espansione. Cotone, tessuti, zucchero, cemento e prodotti
chimici giocano un ruolo importante nell’economia. Le industrie vengono alimentate con
energia idroelettrica.

Un’ampia area del paese è considerata la culla delle più antiche civiltà del mondo. I suoi
siti archeologici, dall’età della pietra fino al ventesimo secolo d.C., rispecchiano la vita
della popolazione che li ha abitati, per natura semplice, forte, ospitale e dedita al lavoro.
I siti archeologici di Taxila, Harappa, e Moenjodaro testimoniano il ricco contesto
culturale del Pakistan, che risale al 3.000 A.C.
101
ASIA
INDIA:
POSIZIONE:
India has a coastline of over seven thousand kilometres, and borders
Pakistan to the west, Nepal, the People’s Republic of China and Buthan
to the north-east, and Bangladesh and Myanmar to the east.
CAPITALE:
New Delhi (largest city Mumbay –Bombay)
AREA:
3.287.590 (posizione mondiale7°)
POPOLAZIONE:
1.103.000 (posizione mondiale 2°)
MONETA:
Rupia
TIPO DI GOVERNO: Repubblica federale
CAPO DELLO STATO: APJ Abdul Kalam
102
INDIA
INDIA:
PRIMO MINISTRO:
Manmohan Singh
PIL:
$ 3.633 trillion (posizione mondiale 4°)
REDDITO PRP-CAPITE:
$ 3.344 (posizione mondiale 122°)
LINGUE UFFICIALI:
I gruppi linguistici più importanti sono due: indo-ariano
(parlato da circa il 74% della popolazione) e dravidico (parlato da circa il 24% della
popolazione). Altre lingue parlate in India derivano dal gruppo austro-asiatico e
tibetano-birmano. La costituzione indiana riconosce 23 lingue ufficiali. L’indi e l’inglese
vengono utilizzate dal governo per scopi ufficiali. Le lingue classiche native del paese
sono il sanscrito e il tamil. I dialetti in India sono 1.652 .
RELIGIONE: induisti 80,5%, musulmani 13.4%. Altri gruppi religiosi sono i sikh (2%), cristiani,
buddisti, giainisti e altri.
103
INDIA
INDIA:

L’India, ufficialmente Repubblica Indiana, è un paese dell’Asia meridionale. E’ il settimo paese per
estensione geografica, il secondo paese più popoloso al mondo e la democrazia più popolosa al mondo. .

Le coste dell’India si estendono per oltre settemila chilometri, confina a ovest con il Pakistan, a nordest con il Nepal, la Repubblica Popolare Cinese e il Bhutan mentre a est con il Bangladesh e il Myanmar.
Sull’Oceano Indiano, è vicina allo Sri Lanka, alle Maldive e all’Indonesia.

Culla della civiltà della Valle dell’Indo, interessata da importanti tratte commerciali e vasti imperi, a
lungo l’India ha giocato un ruolo di prestigio nella storia dell’umanità .

Induismo, Sikhismo, Buddhismo e Giainismo hanno origine in India, mentre l’Islam e il Cristianesimo
godono di un forte patrimonio culturale.

Colonizzata come parte dell’Impero Britannico nel diciannovesimo secolo, l’India ha ottenuto
l’indipendenza, come nazione unificata, nel 1947 dopo una lotta estenuante. Il paese è caratterizzato da
un’estrema varietà di popolazione, natura, morfologia del territorio e clima
104
INDIA
INDIA:

Si parla dell’India come della più grande democrazia del mondo, in virtù del fatto che
possiede la popolazione votante più numerosa tra i paesi democratici. Il paese ha un
governo federale e un parlamento bicamerale sul modello di quello di Westminster. Il
sistema di governo è suddiviso in tre rami: legislativo, esecutivo e giudiziario. Il
Presidente è il capo dello Stato, sebbene il ruolo che detiene sia principalmente formale.
Ricopre anche il ruolo di Comandante Supremo delle Forze Armate indiane. Il consenso
del Presidente è necessario affinché una legge o un’ordinanza approvata dal Parlamento
entri in vigore. Il Primo Ministro è di fatto il capo del governo e detiene ampi poteri
esecutivi. Egli viene eletto dal Presidente e deve avere il supporto della maggioranza del
partito o della coalizione con il maggior numero di seggi alla Camera bassa del
Parlamento. Il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Primo Ministro, supporta e consiglia
il Presidente sulle questioni di interesse governativo.
105
INDIA
INDIA:

L’India ha un patrimonio culturale unico al mondo. Nel corso della storia è riuscita a
conservare le proprie tradizioni pur assorbendo allo stesso tempo le usanze e i costumi
di colonizzatori e immigrati. Le diverse tradizioni culturali, lingue, usanze e monumenti
sono testimonianza di questa fusione avvenuta nel corso dei secoli. Alcuni famosi
monumenti come il Taj Mahal e altri esempi di architettura di ispirazione islamica sono
eredità della dinastia dei Mughal e testimonianza di una tradizione che combina elementi
provenienti da ogni parte del paese.

L’economia indiana è al quarto posto nella classifica mondiale per parità di potere
d’acquisto (PPP), con un PIL di 3,63 trilioni di dollari. Calcolato al tasso di cambio del
dollaro statunitense, il PIL dell’India è pari a 775 miliardi (nel 2005) e occupa la
dodicesima posizione nella classifica mondiale. L’India è il secondo paese al mondo per
crescita economica.
106
INDIA
INDIA:

Per gran parte della sua storia come nazione indipendente, l’India ha adottato un
approccio semisocialista, con un rigido controllo da parte dello stato sul settore privato,
sul commercio estero e sugli investimenti. A partire dal 1991, l’India ha gradualmente
aperto i propri mercati grazie a riforme economiche che hanno limitato il controllo dello
stato sul commercio estero e sugli investimenti .

L’India dispone di una forza lavoro di 496,4 milioni di persone, il 60% delle quali è
impiegata nell’agricoltura o nell’attività industriale legata all’agricoltura, il 17%
nell’industria tradizionale e il 23% nell’industria dei servizi. La produzione agricola
indiana include riso, cereali, semi oleiferi, cotone, iuta, tè, canna da zucchero e patate. I
maggiori settori industriali sono il tessile, il chimico, l’alimentare, la metallurgia, il
settore dei mezzi di trasporti, quello cementizio, minerario, petrolifico e
metalmeccanico.

La classe media indiana di lingua inglese ha contribuito alla crescita del paese nel
Business Process Outsourcing (BPO). L’India è anche un importante esportatore di
software, ricerca finanziaria e servizi tecnologici.
107
EUROPE
EUROPA
ROMANIA:
BOSNIA ERZEGOVINA:
POSIZIONE:
LOCATION:
Europa
sud-orientale,
confina
con ilthe
Mar
Nero, situata
Southeastern
Europe,
bordering
Adriatic
Sea andtra Bulgaria e
Ucraina.
Croatia
CAPITAL:
Sarajevo
CAPITALE:
Bucarest.
AREA:
51,197 km²(world ranking 128º)
AREA:
238.390 km² (posizione classifica mondiale 78º)
POPULATION:
4,498,9762 (world ranking 127º)
POPOLAZIONE:
21.710.000 (posizione classifica mondiale 47º)
CURRENCY:
Convertible Marka (currency rate: €)
LINGUE: Rumeno; numerose minoranze parlano anche l’ungherese, il tedesco e la lingua rom.
GOVERNMENT TYPE: Emerging federal democratic republic
MONETA:
Leu, plurale lei
HEAD OF STATE:
Sulejman Tihić,rotating Presidency of Bosnia-Hergegovina,
TIPO DI GOVERNO :Repubblica
representing that nation's Bosniak community.
PRIME MINISTER:
dnan Terzic
108
EUROPE
EUROPA
SISTEMA DI GOVERNO: Parlamento con orientamento presidenziale .
BOSNIA ERZEGOVINA:
CAPO DELLO STATO: Raian Basescu (Dicembre 2004).
PRIMO
MINISTRO: Calin
Popescu (Dicembre
2004). the Adriatic Sea and
LOCATION:
Southeastern
Europe, bordering
Croatia
REDDITO
CAPITAL: PRO CAPITE:
Sarajevo 9.446 US $
FORZA
occupazione:
agricoltura:
31.6 %
AREA: LAVORO – per51,197
km²(world
ranking 128º)
industria: 30.7 %
servizi: 37.7 % ( stima 2003.)
POPULATION:
4,498,9762 (world ranking 127º)
Tasso disoccupazione: 5.5% (stima 2005.)
CURRENCY:
Convertible Marka (currency rate: €)
Ethnic groups:
rumeni 89,5%, ungheresi 6,6%, rom 2,5 %, ucraini 0,3%, tedeschi 0,3%,
GOVERNMENT TYPE:russi
Emerging
democratic
republic
0,2%, federal
turchi 0,2%,
altre 0,4%
HEAD
OF STATE:
Religion:
Sulejman86,8%,
Tihić,rotating
Presidency
of Bosnia-Hergegovina,
ortodossi
protestanti
7,5%, cattolici
romani 4,7%, altre
representing
that
nation's
Bosniak
community.
(principalmente musulmani) e non specificati 0,9%, atei 0,1%
PRIME
dnan Terzic
NationalMINISTER:
holiday:
Unification
Day (of Romania and Transylvania), 1 December (1918)
109
EUROPE
EUROPA
ROMANIA:
BOSNIA ERZEGOVINA:
LOCATION:
STORIA:
Southeastern Europe, bordering the Adriatic Sea and
Croatia
CAPITAL:
Sarajevo

Territorio della Dacia colonizzato dai Romani e annesso all’Impero Romano
dall’imperatore Traiano.
AREA:
51,197 km²(world ranking 128º)

Occupata dai Barbari e dai Turchi
POPULATION:
ranking

Trattato del 1856:4,498,9762
Moldavia e (world
Valacchia
sotto127º)
il controllo delle potenze firmatarie

1861: unione di Moldavia e Valacchia a formare il Principato di Romania .
CURRENCY:
Convertible Marka (currency rate: €)

Indipendenza riconosciuta con il trattato di Berlino del 1878

1881: diventa
un regno.
Carlofederal
I di Hohenzollern
al trono.
GOVERNMENT
TYPE:
Emerging
democratic sale
republic

1913: interviene nella guerra tra la Bulgaria e i suoi alleati per riportare l’ordine e la
HEADspartizione
OF STATE:
Sulejman
Tihić,rotating Presidency of Bosnia-Hergegovina,
di territori
.
representing that nation's Bosniak community.
PRIME MINISTER:
dnan Terzic
110
EUROPE
ROMANIA
BOSNIA ERZEGOVINA:
ROMANIA:
LOCATION:
Southeastern Europe, bordering the Adriatic Sea and
Croatia

1916:
entra
in
guerra
a fianco delle forze occidentali; occupazione del territorio da
CAPITAL:
Sarajevo
parte delle forze tedesche e austro-ungariche .

1918: la Romania ottiene
del proprio
AREA:
51,197 l’espansione
km²(world ranking
128º)territorio.

Re Carlo II abdica a favore del figlio Michael I .
POPULATION:
4,498,9762
(world
ranking
127º) stipulato tra Germania, Italia e

1940:  la Romania
partecipa
al Patto
Tripartito
Giappone.
CURRENCY:
Convertible Marka (currency rate: €)

1945: viene istituito il Governo Nazionale, presieduto dal presidente democratico
Groza; nel 1946 viene emessa la sentenza di condanna a morte per Antonescu, in seguito
GOVERNMENT TYPE: Emerging federal democratic republic
giustiziato.

1947, viene
proclamata
la Repubblica.
HEADdicembre
OF STATE:
Sulejman
Tihić,rotating
Presidency of Bosnia-Hergegovina,
representing
that
nation's Bosniak community.

1965- 1989: dittatura
di Nicolae
Ceaucescu
PRIME MINISTER:
dnan Terzic
111
EUROPA
BOSNIA ERZEGOVINA:
POSIZIONE:
Europa sud-orientale, confina con il Mar Adriatico e la Croazia
CAPITALE:
Sarajevo
AREA:
51,197 km²(posizione classifica mondiale 128º)
POPOLAZIONE:
4,498,9762 (posizione classifica mondiale 127º)
MONETA:
marco convertibile
TIPOI DI GOVERNO: Repubblica democratica federale emergente
CAPO DELLO STATO: Sulejman Tihić, attuale capo della presidenza a rotazione della BosniaErzegovina, rappresentante della comunità bosniaca.
PRIMO MINISTRO: Dnan Terzic
112
EUROPA
BOSNIA ERZEGOVINA:
GRUPPI ETNICI:
bosniaci 48%, serbi 37,1%, croati 14,3%, altri 0,6% (2000)
RELIGIONE:
musulmani 40%, ortodossi 31%, cattolici romani 15%, altri 14%
ALCUNE PAROLE IN BOSNIACO/SERBO/CROATO:
Ciao: Zdravo
Per favore: Molim
Buon giorno: Dobro jutro
Grazie: Hvala
sì: Da
No: Ne
Come stai?: Kako ste?
113
EUROPA
CROAZIA:
POSIZIONE:
Si affaccia sul Mar Adriatico e confina con la Slovenia, l’Ungheria, la
Serbia e la Bosnia Erzegovina La regione delle Alpi Dinariche è
caratterizzata da un territorio arido e roccioso.
CAPITALE:
Zagabria
AREA:
56.542 Km
POPOLAZIONE:
4.551.000
MONETA:
kuna
TIPO DI GOVERNO:
Repubblica
114
EUROPA
CROAZIA:
PRESIDENTE:
Stjepan Mesic
PRIMO MINISTRO:
Ivo Sanader
INDIPENDENZA:
dalla ex Yugoslavia Giugno 1991
RELIGIONE:
cattolici romani, 85 %; cristiani ortodossi, 6 %; musulmani 1
%; ebraici1 %; altri, 4 %; e atei, 2 %.
115
EUROPA
SERBIA:
POSIZIONE: la Serbia si trova nell’Europa sud-orientale, al centro della penisola balcanica
e nella parte meridionale della Pianura Pannonica. La Serbia confina a nord con l’Ungheria;
a est con Romania e Bulgaria; a sud con la Repubblica di Macedonia e l’Albania; a ovest
con il Montenegro, la Croazia, la Repubblica Srpska (parte della Bosnia-Erzegovina).
CAPITALE:
Belgrado
AREA:
88.361 Km
POPOLAZIONE:
MONETA:
9.778.991
Dinaro ( nella provincia del
Kosovo-Metohia
è usato l’Euro)
116
EUROPA
SERBIA:
TIPO DI GOVERNO:
Repubblica di Serbia
PRESIDENTE:
Boris Tadic
PRIMO MINISTRO:
Vojislav Kostunica
LINGUA UFFICIALE:
Serbo (Serbo-Croato secondo la Costituzione serba; nella
provincia di Vojvodina sono considerate ufficiali anche le
seguenti lingue: rumeno, ruteno, ungherese, slovacco e
croato; nel Kosovo-Metohia, l’albanese).
RELIGIONE:
Cristiano ortodossa
INDEPENDENZA:
dalla dominazione ottomana, nel luglio 1878; dalla SerbiaMontenegro dal 2006
117
EUROPA
MONTENEGRO:
POSIZIONE : E’ un paese situato nell’Europa sud-orientale. Si affaccia a sud sul Mar Adriatico e
confina a ovest con la Croazia, a nord-ovest con la Bosnia-Erzegovina, a nord-est con la Serbia e
a sud-est con l’Albania.
CAPITALE:
Podgorica
AREA:
14.026 Km
POPOLAZIONE : 630.548
118
EUROPA
MONTENEGRO:
TIPO DI GOVERNO :
Repubblica
PRESIDENTE :
Filip Vujanovic
PRIMO MINISTRO:
Milo Dukanovic
INDEPENDENZA:
dallaSerbia - Montenegro giugno 2006
RELIGIONE:
La maggior parte della popolazione del Montenegro è,
cristiana, tuttavia la minoranza musulmana è significativa. La
principale Chiesa cristiana è la Chiesa ortodossa orientale,
Serbo
LINGUA UFFICIALE :
119
ASIA
IRAK:
POSIZIONE :
Medio Oriente, confina con il Golfo Persico, situato tra l’Iran e il
Kuwait
CAPITALE:
Baghdad
AREA:
437.0742 km²(posiz. classifica mondiale 58º)
POPOLAZIONE :
28.807.000 (posiz. classifica mondiale 40º)
MONETA :
dinaro iracheno
120
IRAQ
IRAK:
TIPO DI GOVERNO :
Governo democratico di transizione
PRESIDENTE :
Jalal Talabani
PRIMO MINISTRO:
Nouri Al-Maliki
GRUPPI ETNICI:
Arabi 75%-80%, Kurdi 15%-20%, Turcomanni, Assir o
altri 5%
RELIGIONE:
Musulmani 97% (Sciiti 60%-65%, Sunniti 32%-37%),
Cristiani o altri 3%
121
IRAQ
Alcune parole in Arabo/Curdo:
CIAO:
Marhaba/Rozhbash
PER FAVORE:
min fadlik/Fermo
BUON GIORNO:
sabaH ul-khayri/Sibebash
GRAZIE:
Shukran/Shukur
SI:
na’am/Beli
NO:
laa/Na
COME STAI?:
kayfa haal-louk?/ Tu chawa yi?
122
VI
LEGISLAZION RELATIVA ALLA
IMMIGRAZIONE A LIVELLO
NAZIONALE, EUROPO E
INTERNAZIONALE
123
LEGISLAZIONE SPAGNOLA
LEGISLAZIONE SPAGNOLA:



Nuovo testo della Legge sugli stranieri (BOE 7/01/05) )
Legge sugli stranieri 14/2003, del 20 novembre .
Legge in materia di sicurezza dei cittadini, violenza domestica e integrazione degli
stranieri nella società.
Legge sui diritti e le libertà degli stranieri in Spagna (Legge sugli stranieri):
Immigrati legali: i diritti e le libertà degli immigrati legali sono praticamente quelli
dei cittadini spagnoli. L’unica eccezione è il diritto al voto che viene riconosciuto
solo per le elezioni comunali. La legge stabilisce inoltre il diritto al ricongiungimento
delle famiglie.
Immigrati illegali: la legge non modifica la politica restrittiva sui flussi migratori.
Tuttavia, apporta modifiche sostanziali alla situazione precedente: gli immigrati
possono regolarizzare la propria situazione automaticamente se dimostrano di aver
risieduto in Spagna per due anni e di disporre di mezzi di sostentamento.
124
LEGISLAZIONE SPAGNOLA

(1)
Nel 2003 sono state introdotte due riforme alla Legge spagnola sugli stranieri. I
risultati più rilevanti sono(1):

Rafforzamento del regime sanzionistico – allargamento della sanzione di espulsione,
riduzione delle garanzie previste e accelerazione dei processi.

Blocco di tutti i meccanismi di regolarizzazione per coloro che lavorano e risiedono
in Spagna. .

Incremento nel numero di impedimenti per l’accesso al diritto d’asilo previsto nella
Convenzione di Ginevra sui rifugiati.
Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights. Geneva, Switzerland.
125
LEGISLAZIONE SPAGNOLA
“Nella nuova legge sulla condizione degli stranieri, promulgata nel 2005, il
governo spagnolo dichiara che il fenomeno immigratorio in Spagna ha
sostanzialmente una matrice socio-lavorativa che si fonda su due realtà: le
necessità del mercato del lavoro e un’ampia fetta di immigrati non regolari. La
Legge stabilisce che gli stranieri che giungono in Spagna devono essere in
possesso di un contratto di lavoro e fissa quindi tre possibili modalità di
accesso al paese: il regime generico (assunzione di individui dietro compenso),
il regime contingente e il regime stagionale. La nuova disposizione modifica
l’attuale Legge sugli stranieri che entrerà in vigore a partire dal 7 febbraio
2005”
(“Y vendrán tiempos hostiles”. Sami Naïr).
126
LEGISLAZIONE ITALIANA

Legislazione italiana:




Legge n. 40/marzo 1998 che regola l’ingresso, la permanenza, il lavoro nonché i diritti e
i doveri degli stranieri
Decreto legislativo n. 286/98 che stabilisce le norme di legge relative agli stranieri .
Legge 189/2002 (Legge Bossi-Fini), la più recente legge sull’immigrazione, che
comprende alcune importanti limitazioni alla concessione del permesso di soggiorno.
Alcuni articoli della Legge 189/2002 (Legge Bossi-Fini):

Permesso di soggiorno: viene concesso agli immigrati già in possesso di un regolare
impiego. Le ambasciate e i consolati fungono in questo caso da uffici di collocamento,
cercando di far fronte alle richieste di aziende e/o famiglie italiane che necessitano di
manodopera. La durata del permesso è di due anni; se il soggetto perde il lavoro, è
autorizzato a rimanere in Italia per altri sei mesi, avendo così la possibilità di cercare
un nuovo impiego; se questo non avviene, il soggetto è obbligato a rientrare nel proprio
paese di origine o assume lo status di immigrato irregolare.
127
LEGISLAZIONE ITALIANA

Quote: il Presidente del Consiglio promulga ogni anno un decreto sui flussi migratori con
le relative quote, vale a dire il numero di extra comunitari richiesti. Il decreto è tuttavia
opzionale.

Ricongiungimento familiare: i cittadini stranieri, una volta in regola, possono richiedere
il ricongiungimento familiare. Di recente, il governo ha introdotto la possibilità di far
entrare nel paese i genitori degli immigrati, qualora questi non dispongano di mezzi di
sussistenza.

Irregolare: si definisce “irregolare” lo straniero che dispone di documenti in regola ma
non del permesso di soggiorno. Viene “accompagnato al confine” e obbligato a fare
rientro al proprio paese .

Illegale: gli immigrati illegali (privi di documenti) vengono portati in centri di accoglienza
per un periodo massimo di 60 giorni; durante questo periodo la polizia cerca di
identificarli per rinviarli al proprio paese di origine. Nel caso la polizia non riesca ad
identificarlo, il soggetto viene invitato a lasciare il paese entro 15 giorni.
128
LEGISLAZIONE ITALIANA

Ingresso illegale: un soggetto extra comunitario che rientra in Italia dopo
essere stato espulso e commette un crimine punibile con il carcere. .

Minori: se soli, vengono inseriti in un progetto di integrazione sociale gestito
da un ente pubblico o privato per un periodo di tre anni. Al compimento del 18
anno di età viene assegnato loro il permesso di soggiorno; inoltre,
l’organizzazione che si è occupata dell’accoglienza dovrà dichiarare che l’ex
minore ha vissuto in Italia per almeno 4 anni, che ha preso parte al progetto
per almeno 3 anni, che dispone di un alloggio ecc.

Nota sulla Legge Bossi-Fini: un’indagine svolta dalla fondazione ISMU, per
conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pubblicata il 28 aprile
2006 rivela che, allo scadere del permesso di soggiorno, il 98,5% dei
lavoratori regolari ottiene il rinnovo. Il 48,3% di questi continua a lavorare
per la stessa azienda, il 40% rinnova il permesso con un nuovo datore di
lavoro. Tuttavia, i lavoratori illegali sono ancora più di 500.000 (il 16%).
129
LEGISLAZIONE SVEDESE

Legge svedese sugli stranieri del 29 settembre 2005
Definizioni:




Asilo:
Nella Legge, il termine ‘asilo’ indica la concessione di un permesso di soggiorno ad
uno straniero in quanto rifugiato.
Stato EU :
Nella Legge, il termine ‘stato UE’ indica uno stato membro dell’Unione Europea (UE
Stato EEA e cittadino EEA
Nella Legge, il termine ‘stato AEE’ indica uno stato che rientra nell’Area Economica
Europea (AEE). ‘Cittadino AEE’ indica uno straniero cittadino di uno stato AEE.
Cittadino di un paese terzo
Nella Legge, l’espressione ‘cittadino di un paese terzo indica uno straniero che non
è cittadino di uno stato UE, di uno stato AEE o della Svizzera .
130
LEGISLAZIONE SVEDESE

Convenzione di Schengen e Stato di Schengen
In questa Legge, l’espressione ‘Convenzione di Schengen’ indica la convenzione che
applica l’accordo di Schengen del 14 giugno 1985. ‘Stato di Schengen’ indica uno
stato che ha adottato o accettato la Convenzione di Schengen o che ha stipulato un
accordo di cooperazione con gli stati della Convenzione.

Ingresso
In questa Legge, il termine ‘ingresso’ indica il superamento del confine del
territorio svedese da parte di uno straniero.

.
Casi di sicurezza
Per la legge in questionee, i ‘casi di sicurezza’ sono quei casi per cui il Servizio di
Sicurezza Svedese, per motivi legati alla sicurezza nazionale o che influiscono in
altro modo sulla sicurezza pubblica, raccomanda di negare l’ingresso o di espellere
uno straniero, di rifiutare una richiesta di permesso di soggiorno o di ritirare un
permesso di soggiorno.
131
LEGISLAZIONE EUROPEA

Direttiva del Consiglio 2003/86/CE
ricongiungimento familiare .
del
22
settembre
2003
sul
diritto
al

Direttiva del Consiglio 2003/109/CE del 25 novembre 2003 sullo status dei cittadini di
paesi terzi residenti da lungo tempo.

Proposta di Direttiva del Consiglio sulle condizioni di ingresso e permanenza di cittadini
di paesi terzi per la ricerca di un’occupazione retribuita o l’apertura di attività
economiche autonome-COM (2001) 386.

Normativa del Consiglio (CEE) nº1612/1968 sulla libera circolazione dei lavoratori.

Direttiva del Consiglio 2000/43/CE del 29 giugno 2000 sull’attuazione del principio di
parità di trattamento degli individui, indipendentemente da razza o etnia .
132
LEGISLAZIONE EUROPEA

Primo rapporto annuale su immigrazione e integrazione – COM(2004) 508 finale.

Comunicazione
l’occupazione.

Comunicazione da parte della Commissione sull’inclusione dei temi legati all’immigrazione
nei rapporti tra l’UE e i paesi terzi – COM(2002) 703 finale.

Comunicazione da parte della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al
Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni: “Programma comune per
l’integrazione: basi per l’integrazione nell’Unione Europea di cittadini provenienti da paesi
terzi” COM (2005) 389 finale, Bruxelles, 1.9.2005.

Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
da
parte
della
Commissione
sull’immigrazione,
l’integrazione
e
133
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea

Premessa:
“La popolazione europea, nel tentativo di rafforzare la propria unione, si
impegna a condividere un futuro di pace basato su valori comuni.
Consapevole del proprio patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda su
valori universali inscindibili di dignità umana, libertà, uguaglianza e
solidarietà; si basa pure sui principi della democrazia e sul rispetto delle
leggi. Pone l’individuo al centro delle proprie attività, infondendo il senso di
appartenenza all’Unione e creando un’area di libertà, sicurezza e giustizia”.

L’Unione contribuisce alla salvaguardia e allo sviluppo di questi valori comuni,
pur rispettando le diversità culturali e le tradizioni dei popoli d’Europa,
nonché le identità nazionali degli Stati Membri e l’organizzazione delle
rispettive autorità pubbliche a livello nazionale, regionale e locale; si
impegna a promuovere uno sviluppo equo e sostenibile e assicura la libera
circolazione di persone, merci, servizi e capitali e la libertà di insediamento.
134
Charter of Fundamental Rights of the European Union

A tale scopo, è necessario rafforzare la tutela dei diritti fondamentali alla
luce dei cambiamenti nella società, del progresso sociale, dello sviluppo
scientifico e tecnologico, definendo tali diritti su una Carta.(…)”

To this end, it is necessary to strengthen the protection of fundamental rights in the
light of changes in society, social progress and scientific and technological developments
by making those rights more visible in a Charter.(…)”
135
CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI
DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI

Questa Convenzione è entrata in vigore il 1 luglio 2003. E’ stata approvata nel 1990, ma la
sua entrata in vigore ha richiesto la ratifica da parte di 20 stati.

Nonostante l’entrata in vigore, il numero di ratifiche è scarso:


Nessun paese occidentale che accoglie immigrati ha ratificato la Convenzione,
sebbene la maggior parte dei lavoratori immigrati viva in Europa e Nord America.

Altri importanti paesi ospitanti, quali ad esempio India, Giappone, Australia e Paesi
del Golfo, non hanno ratificato la Convenzione.
La Convenzione non è il primo strumento internazionale per la tutela dei diritti dei
lavoratori stranieri. Esistono due convenzioni ILO – del 1949 e del 1975- che stabiliscono
una serie di norme per questa speciale categoria di lavoratori.
136
CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI
DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI

Articolo 2 della Convenzione: :
1. Il termine "lavoratore immigrante" si riferisce ad un soggetto che svolgerà, ha svolto o svolge
un’attività retribuita in uno stato di cui non è cittadino.
2.
(a) Il termine "lavoratore frontaliero" si riferisce ad un lavoratore che mantiene la propria residenza in uno
stato confinante, facendovi rientro ogni giorno o almeno una volta alla settimana;
(b) Il termine "lavoratore stagionale" si riferisce a un lavoratore emigrante la cui attività ha carattere
stagionale e viene svolta solo in una parte dell’anno;
(c) Il termine "lavoratore marittimo", che include anche la figura del pescatore, si riferisce a un lavoratore
emigrante impiegato a bordo di navi registrate in uno stato di cui non è cittadino;
(d) Il termine "lavoratore su piattaforma offshore" si riferisce a un lavoratore emigrante impiegato su una
piattaforma offshore che risulta sotto la giurisdizione di uno stato di cui non è cittadino
(e) Il termine "lavoratore itinerante” si riferisce a un lavoratore emigrante che, a causa della natura del
proprio lavoro, è costretto a spostarsi per brevi periodi in uno o più stati esteri;
(f) Il termine "lavoratore a progetto" si riferisce ad un lavoratore emigrante a cui viene concesso l’ingresso in
uno stato per un determinato periodo di tempo e unicamente per un progetto specifico sviluppato in
quello stato dal datore di lavoro;
137
CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI
DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI
(g) Il termine "lavoratore specializzato" si riferisce ad un lavoratore emigrante:
(i)
(ii)
(iii)
inviato dal proprio datore di lavoro in un altro stato per un periodo di tempo
limitato e definito, al fine di svolgere una mansione o un incarico specifico;
oppure
impiegato per un periodo di tempo limitato e definito in un’occupazione che
richiede competenze professionali, commerciali, tecniche specifiche; oppure
che, su richiesta del proprio datore di lavoro nello stato in cui lavora, viene
impiegato per un periodo di tempo limitato e definito in un’occupazione a carattere
transitorio e al quale viene richiesto di lasciare il paese allo scadere del periodo di
soggiorno autorizzato o precedentemente se non più occupato in quella mansione
specifica;
(h) Il termine "lavoratore autonomo" si riferisce a un lavoratore emigrante che svolge
un’attività remunerata o altra occupazione senza contratto di lavoro, il quale svolge
abitualmente questa attività da solo o insieme a familiari, nonché ogni altro lavoratore
emigrante considerato lavoratore autonomo ai sensi della legge applicabile dello stato in
cui esercita la professione oppure di accordi bilaterali o multilaterali.
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CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI
DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI

Articolo 5: q
Ai fini della presente Convenzione, i lavoratori emigranti e i
membri delle loro famiglie:
(a)
si intendono registrati o regolarizzati se autorizzati all’ingresso, alla permanenza e
all’impiego in un’attività remunerata nello stato ospitante ai sensi della legge di tale
stato e degli accordi internazionali ratificati da tale stato;
(b)
si intendono privi di documenti o irregolari se non soddisfano le condizioni di cui al
comma (a) del presente articolo.
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CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI
DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI
1.
Articolo 25
I lavoratori immigrati dovranno godere di un trattamento non meno favorevole di quello
applicato ai cittadini dello stato in cui sono assunti relativamente alle condizioni di
remunerazione, nonché:
Alle altre condizioni di lavoro, vale a dire straordinari, ore di lavoro, riposo settimanale,
ferie retribuite, sicurezza, sanità, trattamento di fine rapporto e condizioni di altro tipo
che, ai sensi della legge e degli usi nazionali, sono regolate da queste clausole;
Altre clausole di impiego, vale a dire età minima, limitazioni sul lavoro a domicilio e
qualsiasi altra questione che, sulla base della legge e degli usi nazionali, è considerata un
termine di assunzione.
2.
Nella stipula di contratti privati d’impiego non è considerato legale
3.
Gli stati firmatari dovranno adottare adeguate misure al fine di assicurare che i
lavoratori immigrati non siano privati dei diritti previsti da questo principio a causa di
irregolarità legate al loro soggiorno o all’impiego. In particolare, i datori di lavoro non
dovranno esimersi da alcun obbligo legale o contrattuale, tanto meno potranno limitare in
alcun modo detti obblighi a causa di tale irregolarità.
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CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE SULLA TUTELA DEI
DIRITTI DEI LAVORATORI IMMIGRANTI E DEI LORO FAMILIARI
Articolo 86
1. La presente Convenzione è aperta alla sottoscrizione di tutti gli stati. E’ soggetta a ratifica.
2. La presente Convenzione è aperta all’adesione di tutti gli Stati .
3. Gli strumenti di ratifica o adesione saranno depositati presso il Segretario Generale delle
Nazioni Unite .
141
VII
BIBLIOGRAFIA
142
BIBLIOGRAFIA









“El estado del mundo 2006”. AA.VV (Akal)
Sito Internet dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: www.ilo.org
Sito Internet Wikipedia : www.wikipedia.org
Sito Internet del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali spagnolo: www.mtas.es
Convenzione internazionale delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti di tutti i
lavoratori immigrati e dei membri delle loro famiglie.
Legge spagnola sugli stranieri. 14/2003 del 20 novembre + Normativa (2005)
“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles”. Sami Naïr.
Nazioni Unite. Consiglio Economico e Sociale -E/CN.4/2004/NGO/215
Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
143
BIBLIOGRAFIA

Osservatorio “Cittadini Stranieri nel Distretto di Carpi” – dicembre 2005 Comune di
Carpi – Centro servizi immigrazione.

Legge italiana n. 40/marzo 1998 che regola l’ingresso, la permanenza e il lavoro degli
immigrati, insieme alle disposizioni relative ai diritti e ai doveri degli stranieri.

Decreto legislativo italiano n. 286/98 che fissa le disposizioni di legge per gli stranieri.

Legge italiana 189/2002 (Bossi-Fini)

ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) – “Demografia in Cifre – Cittadini stranieri:
popolazione residente al 1º Gennaio 2005”.
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