INDICE Sicignano degli Alburni...........................pag. 2 Monti Alburni..........................................pag.12 Sagra della Castagna.............................pag.14 Castelluccio............................................pag.16 Galdo.....................................................pag.18 Scorzo....................................................pag.20 Terranova...............................................pag.22 Zuppino..................................................pag.24 Ricette...................................................pag.26 Foto: Luigi Abbamonte e Felice Scala Impaginazione e Progetto Grafico: Benedetto Gerbasio Stampa: Vigepa.com Fonti realizzazione dell’opuscolo: “Sicignano, all’ombra del virgiliano Alburno” Ringraziamenti: Antonio Scarpone SICIGNANO DEGLI ALBURNI SICIGNANO DEGLI ALBURNI SICIGNANO DEGLI ALBURNI Varie sono le ipotesi formulate sul nome di Sicignano. Molti storici hanno voluto dire la loro ma, il nome ha avuto sicuramente origine latina: in età augustea, nella zona, viveva un ricco possidente terriero,un dominio,PRSICINIANUS (nome prediale), come risulta dalla seconda colonna della TABULA VOLCEIANA del 323 d.c. (museo di BUCCINO) risalente ad un momento in cui il bene apparteneva a questo nucleo familiare. Affascinante, al riguardo, è la leggenda con cui il poeta sicignanese,GIROLAMO BRITTONIO, vissuto intorno al XVI secolo, ha voluto avvolgere di fantastica suggestione l’origine del paese natio. Nel suo libro in versi “INNO AL SOLE”, dice che Sicignano sarebbe di origine romana in quanto fondata dal tribu- no LUCIO SICINIO DENTATO, valoroso eroe, degno di essere paragonato ad Achille. Egli, dopo centoventi battaglie vinte, era caduto vittima di un’imboscata tesagli dai suoi nemici. Ma torniamo alle fonti storiche. Secondo Ebner, Sicignano ha origini medioevali: nell’XI secolo fu sede della curia di Guglielmo, conte di Principato. Altre ricerche storiche (De Crescenzo- Carucci) riconoscono la matrice medievale , che il borgo, così come si presenta, convalida. Basta osservare attentamente il Castello ed i rioni più antichi: San Matteo, Rupa e Fontanelle, disposti a semicerchio sotto di esso per riconoscere la tipica disposizione dei borghi medioevali. 2 SICIGNANO DEGLI ALBURNI 3 SICIGNANO DEGLI ALBURNI CASTELLO GIUSSO Il castello, di stampo tre- quattrocentesco, a pianta poligonale e, unico esempio di architettura normanno- sveva in provincia di Salerno , che domina il paese dall’alto di uno sperone roccioso, fu sicuramente fatto costruire dai Principi Longobardi di Salerno. Dopo la conquista del principato da parte dei Normanni, fu affidato al conte Asclettino, come attesta il documento”Ascettinus comes Siciniani”. Alla fine del XII secolo signore di Sicignano è Giacomo Teodoro, valoroso servitore dell’imperatore Enrico VI, dal quale riceve la concessione di usare per arma un’aquila accompagnata da due stelle in campo rosso è con bordature dentate in oro. Verso la metà del XIII secolo la storia ci dà come proprietario del feudo Riccardo Marchiafava, il quale partecipò alla congiura di 4 SICIGNANO DEGLI ALBURNI capaccio contro Federico II. Nella seconda metà del XII secolo Carlo I D’ Angio non prima di averlo fatto restaurare nomina signore del luogo Giovanni Scilliati o Stellati. I secoli successivi, tra alterne vicende, vedono Sicignano governata dal Cavaliere Provenzale Guglielmo Porcellotto e dal conte Petraccone Caracciolo di Brienza, al quale viene concesso da Alfono d’Aragona. Alla metà del XVII secolo passa ai signori Tocco, principi del Montemiletto prima ed alla famiglia Falletti poi. La storia del castello si conclude nel 1851, quando Luigi Giusso del fu Girolamo, per notar Martucci, acquista il 6 novembre dal conte Piossasco della Volvena (marito della marchesa Anna Falletti) tutti i beni compresi nel territorio di Sicignano. curiosita’ Intorno alla storia del Castello si narra di due giovani innamorati che vollero sposarsi. Tutto inizia e finisce nella leggenda. A quel tempo tutte le ragazze che si sposavano dovevano trascorrere la prima notte con il signore del posto (“IUS PRIMAE NOCTIS”). Palianedda, come tutte le altre ragazze, non poteva esimersi dal volere del signore. Per non subire questo ricatto, si buttò da una delle finestre laterali del Castello. Questo suicidio d’ amore è rimasto per tanti secoli nella storia del paese, infatti si narra che la sua anima voli nei cieli di Sicignano. Itinerario 1 SICIGNANO DEGLI ALBURNI 5 SICIGNANO DEGLI ALBURNI CONVENTO Raggiungibile da Sicignano attraverso una strada lastricata in pietra, un tempo ricco di fascino e splendore, oggi un rudere, il Convento fu costruito nella seconda metà del secolo XVI. Una bella ed espressiva immagine della Madonna, che schiaccia il serpente, di mediocre pennello, posta sopra l’abside della navata maggiore, ha guardato e protetto, per circa un secolo, i cittadini di Sicignano, che erano soliti recarsi al Convento per la messa mattutina. Un rito invece erano le tredici giornate vissute in onore di S. Antonio; tale periodo, dal primo al tredici giugno, detto tredicina, vedeva tutti, grandi e piccoli, correre a recare omaggio con canti, preghiere, fiori di giglio, petali di papavero e fiori di ginestra alla statua del Santo, che oggi viene conservata nella chiesa di S. Margherita di Sicignano. Il convento fu soppresso in ottemperanza al decreto papale del 10 Dicembre 1652 che prevedeva la chiusura dei conventi piccoli d’Italia; l’annessa chiesa fu trasformata in asilo infantile. curiosita’ Un‘ antica storia, che accompagna la sua origine, parla di una disputa sorta tra gli abitanti dei paesi di Galdo e Sicignano per la scelta del luogo. La lite fu composta dalla volontà divina, che fece posare lì il lungo raggio di una strana stella. che sostò per due notti consecutive su Buccino, e dall’assenso terreno del vescovo di Capaccio, Emilio Varalli. La scelta cadde sulla proprietà del sacerdote Don Antonio ; Maffeo di Sicignano, in località Grottapagnano. Inoltre si racconta che pernottò per un breve periodo Padre Pio e San Gerardo Maiella. 6 SICIGNANO DEGLI ALBURNI SEMINARIO Camillo Ferramiento arciprete di Sicignano morendo nel 1673 dispone per testamento che i suoi beni andassero alla chiesa di S. Michele Arcangelo ad eccezione dalla sua abitazione da destinarsi a convento femminile. L’amministrazione dei beni fu affidata a Giovanni Galoppo e Domenico Apice. Sulla fondazione di detto monastero si aprì una lunga vertenza che si concluse nei primi decenni del’ 700 allorchè il Vescovo Raimondi ottenne sia dal papa che dal re il permesso di costruire non più un convento femminile ma un seminario di studi umanistici e teologici ritenendolo maggiormente utile alle sue esigenze pastorali. Fu abitato fino al 1866 anno della sua soppressione. Affianco al seminario è possibile ammirare una croce in pietra del 1520. Il maestro che la realizzò fu Antonio Giovanni Rotundo. Composta da un plindo rettangolare, da una stele alla cui sommità si trova Cristo sulla croce. Sul plindo in pietra sono scolpiti: sul lato “sud” Monti Alburni con sole nascente( stemma di Sicignano); Sul lato “nord” un epigrafe dedicatoria di cui portiamo la traduzione (“nell’anno del signore 1520, i cittadini di Scignano posero a Cristo in trionfo a cui così (messo in croce) accorrete e portate fede.”); sul lato “est” protomi vegetali in Basso rilievo. 7 SICIGNANO DEGLI ALBURNI PIAZZA UMBERTO I LAVATOIO PUBBLICO MONUMENTO DEI CADUTI Ubicato alle spalle della Basilica dei Serroni, risale al XIX secolo. All’ interno riscontriamo vasche in pietra. Oggi non è più utilizzato e si trova in condizioni di vero degrado. Sicignano incide i nomi dei suoi figli EROICI caduti vittoriosamente per la patria nella prima guerra mondiale 1915-1918 (statua di fante in bronzo alta 2,60 dal peso di 8 quintali). 4 FONTANE Fontana monumentale del XVI secolo in località “Aria” ( Piazza Umberto I). Il luogo più amato dai Sicignanesi dove si respira un’aria genuina e alle sue fonti si può bere un’ acqua freschissima in qualsiasi stagione. 8 SICIGNANO DEGLI ALBURNI ta da un arco a tutto sesto sul transetto, si trova, ceNotevole importanza sto- mentata su pietra, nell’abrica riveste la chiesetta sidiola, una Madonna in diroccata di S. Maria dei trono con bambino (fine Serroni, documentata fin XV secolo), avente neldal XII secolo, come prio- la mano destra un glorato con lo stesso nome bo, simbolo di sovranità. “alias de Acquavinta”, come testimonia il manoscritto cartaceo, che si trova nell’ Arca XII, n. 247 dell’ Abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni. Ubicata fuori dalle mura del castrum Siciniani a circa un tiro di arco (100150 metri) dalla porta della Terra, aveva alle sue dipendenze diversi casali, ovvero appezzamenti di terreno che costituivano all’ epoca il territorio di un feudo. Le attività più rinomate che ivi venivano esercitate erano quella conciaria (in qua exercet conciariam pellarum) e la coltivazione dei gelsi, indispensabili per la produzione della seta. Oggi nei ruderi della chiesetta, a navata unica sormontaBASILICA DI S. MARIA DEI SERRONI 9 Dall’aspetto bizantineggiante, essa presenta nel panneggio, che la riveste, un forte e delicato movimento di forme che ricorda il realismo espressivo tipico delle sculture romaniche dell’Italia meridionale nella prima metà del XII secolo. I morbidi lineamenti del volto e lo sguardo di protezione ne hanno il sapore della dolcezza: pochi minuti di raccoglimento sono sufficienti per sentire pervasi da quella tranquillità serafica, che si instaura sovente nel rapporto tra visitatori sensibili e capolavori d’arte. curiosita’ La leggenda narra che l’eventuale caduta del globo dalla mano protettrice della madonna segni la fine dell’umanità. SICIGNANO DEGLI ALBURNI CHIESA SANTA MARGHERITA La chiesa di Santa Margherita venne eretta il 14 gennaio 1577 da Belio Vescovo di Capaccio. Un tempo in occasione della festività di S. Margherita (20 luglio) nei pressi della chiesa si teneva una fiera di animali e merci. Tra le opere d’arte ivi conservate, di notevole importanza una serie di tavole rinascimentali nonché il pregevole coro ligneo a 18 stalli riccamente scolpito risalente alla fine del ‘500. la chiesa è composta da tre navate longitudinali il cui piano di calpestio risulta al di sotto del livello stradale a cui si accede tramite una scalinata già 10 facente parte della chiesa stessa che testimonia una serie di trasformazioni da essa subita nel corso dei secoli. Il crocifisso situato all’interno, sopra l’altare, è stato realizzato dal professore Luigi Ciccone; una sua copia è custodita nella chiesa della SS. Trinità a Napoli. PER SAPERNE DI PIU’ Sentiero “Santa Domenica” Di incredibile bellezza paesaggistica è il sentiero “Santa Domenica”, di origine romana, dedicato alla santa protettrice dei viandanti, che partendo dalla frazione Galdo, lambisce un torrente dove è possibile visitare i resti di un mulino ad acqua; si inerpica attraverso i ruderi di Galdo antica oramai del tutto abbandonata (i cosiddetti “casalini”), e conduce insinuandosi nella macchia locale a Sicignano nei pressi del Castello Giusso o, deviando, al convento dei frati Cappuccini. Le “Nares Lucanae” Tra le frazioni Zuppino e Scorzo era la stazione di traffico (Statio) delle Nares (narici), fondate probabilmente da una stirpe indoeuropea, durante la grande migrazione verificatasi nei secoli XI e X a. C., poi divenute Nares lucanae (narici della Lucania), assunsero notevole importanza con la costruzione nel 131 a.C. della Via Popilia, che collegava S. Antonio di Pontecagnano al borgo di S. Pietro di Polla, importante perchè consentiva i traffici tra le zone costiere e l’interno (la Lucania). MONTI ALBURNI MONTI ALBURNI Il massiccio dell’Alburno, che si eleva dai 200 metri della piana del Sele fino a raggiungere i 1742 metri del monte Panormo, è morfologicamente limitato a Nord dalla piana del fiume Tanagro, ad est dal vallo di diano, ad Ovest dalle prime propaggini della piana del Sele ed a Sud-Ovest dal fiume calore. A Sud non si può fissare un limite ben preciso in quanto si passa, gradatamente, da quelli che sono i contrafforti dell’Alburno a quelli dei monti del Cilento. L’Alburno taglia l’orizzonte elevandosi, con sovrana maestà, in mezzo ad un frastagliato di guglie e ciglioni. Da lontano appare come una gigantesca muraglia grigia, appoggiata su di una basa piramidale, che domina tutte le montagne che la circondano. Ai fianchi dell’Alburno si scoprono valli e burroni ai quali, dove più, dove meno, succedono dolci declivi, colli verdeggianti, boschetti di olivo campi ricchi di cereali, di frutta e di vigne, casini di campagna. Tutto, insomma, un contrasto di vedute diverse da cui nasce quella bellezza naturale , che nessuna arte può ritrarci e farci godere. Nelle sue “Peregrinazioni storiche nel tenimento dei Lucani” Canale Parola così si esprime:” Gli Alburni danno l’idea delle nostre Alpi e la natura vi ha collocato tutte le meraviglie di quei maestosi monti: nervi eterne e rilucenti ghiacciai dormienti tra le rupi, crepacci spaventevoli, insidiose cascate biancheggianti di spuma, grotte inestricabili , torrenti che ingolfansi sabbiosi: orrori scenici, bellezze senza numero e senza fine”. 12 MONTI ALBURNI Dopo aver attraversato il territorio di Petina e SiciIL FIUME TANAGRO gnano degli Alburni, sfoA valle del Massiccio, in cia a sud di Contursi. La località scalo Sicignano fauna presente si adegua incassato tra pareti roc- rive sono state rinvenu- al continuo variare delle ciose, scorre, impetuoso, te tombe Lucane dell’età sue condizioni ambientali. il fiume Tanagro. Conside- del bronzo (fine IX sec ini- Nella classe dei mammirevole è la sua importanza zio IV sec a. C.). Il fiume feri, testimonianza di un storica, al tempo dei Ro- “Tanagro” è un affluente ecosistema integro, è la mani fu chiamato Tana- destro del Sele, lungo 72 presenza della lontra, che ger, per la natura ferrosa Km. Nasce alle pendici del vive nelle zone tranquille dei minerali. Ultimamente monte Serino e incanalato, dove la vegetazione arriva a poca distanza dalle sue attraversa il Vallo di Diano. fin sulla riva del fiume. 13 La fascia collinare che abbraccia Sicignano dai 500 ai 900 metri e’ caratterizzata da immensi castagneti, seguiti piu’ in alto da faggeti fino alle cime dei monti Alburni. I boschi di castagno costituiscono per Sicignano una vera e propria miniera, infatti in parte vengono utilizzati per la castanicoltura ed in parte, quelli selvatici, offrono lavoro per le imprese boschive. Inoltre offrono ristoro nel periodo estivo e autunnale, quando il sottobosco ospita molte specie di funghi, in modo particolare porcini. La castagna e’ un frutto il cui valore economico si e’ riscoperto negli ultimi anni, diventando una vera e propria fonte di reddito. In questo contesto e’ inserita da molti anni la SAGRA DELLA CASTAGNA diventata ormai una delle manifestazioni piu’ importanti di Sicignano e dell’intero comprensorio degli Alburni. In occasione della sagra programmata sempre per la Terza Domenica di ottobre, si possono degustare prodotti a base di castagne, nonche’ tutti i prodotti tipici locali presso gli stand gastronomici allestiti appositamente per l’occasione. L’attrattiva principale della sagra e’ il famoso “Palio dei muli” legato alle antiche usanze locali. Il fascino del palio apporta alla sagra un elevatissimo numero di turisti e visitatori perche’ è l’unico esempio in Italia per il genere. CASTELLUCCIO CASTELLUCCIO È la frazione più distante da Sicignano (circa 12 KM). Situato sulla sommità di uno sperone roccioso, domina, dal lato Nord, la base valle del Tanagro e del Bianco e l’ansa particolare in cui si mescolano le loro acque. Si sviluppa in lunghezza su una strada carreggiabile che termina nella piazza principale e si snoda in vari vicoli. L’origine del paese risalirebbe al XIII sec., situato in collina per questioni strategiche. Il paese fu fondato dagli Abitanti del casato Cusentinorum (Cosentini, da cui deriva il nome Castelluccio Cosentino) in quel periodo sotto il comando di De Laurentiis, per rifugiarsi dagli attacchi di Felice Barbarossa. Il casale fu anticamente fondato da gente proveniente da Cosenza. Il paese è costituito totalmente da un abitato medioevale, con alcuni portali in pietra ed archi. L’unica via principale del borgo porta davanti ad una chiesetta costruita nel 1538, anno in cui, presumibilmente, gli abitanti del casale Cosentino, abbandonarono il posto, forse in seguito a scorribande, per rifugiarsi in luoghi più sicuri. La chiesetta si presenta a navata unica con affreschi murali sotto l’abside ed un’immagine dolcissima della Madonna con bambino, cementata su pietra. Ad essa viene dato il nome di S. Maria dei Martiri. 16 CASTELLUCCIO Dai libri che parlano del nostro territotrio abbiamo scoperto che una chiesa dedicata al Madonna Incoronata, esisteva già a Castelluccio Cosentino, ma era più a valle. Risulta che questa chiesa riceveva molte donazioni dai fedeli. Infatti il nome di questo Santiario viene citato per la prima volta in un documento del 1625 per una donazione di beni avvenuta per opera di un certo Vito Ciano. Verso la metà del 1700, Tommaso Del Grippo che si faceva chiamare frà Tommaso, abitò nella chiesa e, sapendo leggere e scrivere, cantava la litania e raccoglieva le offerte fatte dai fedeli nei giorni di festa. In una relazione del 14 marzo 1762 si parla di una cappella dedicata alla “Gran Vergine Coronata”, all’interno della chiesa della Santissima Annuziata di Castelluccio, dove si celebrava la massa il dispense per ospitare una lunedì dopo pasqua e l’8 ventina di orfanelli che egli stesso educò e istruì. settembre. Nel 1960 furono eseguiti altri lavori di abbellimento . Restò aperta al culto fino al 23 novembre 1980 quado fu dannegiata dal terremoto. Nel 2008 è stata resturata e ogni domenica si celebra la santa messa. Nel 1857 questa chiesa fu distrutta dal terremoto e fu ricostruita e riconsacrata nel 1860. Nel 1938 il sacerdote Costantino Cassaneti la fece restaurare, abbelire e decorare. Nel 1941 la custodia del bel tempio fu affidata a un religioso bresciano: Giuseppe Martinelli. Egli, oltre a curare la chiesa, modificò un edificio adiacente, le cui stalle senza porte e finestre diventarono stanze da pranzo, uffici, cucina e 17 curiosita’ La legenda narra che il santuario fu costruito là perché nei pressi, su una pianta di alloro, apparve la Mandonna a un Contadino il giorno dopo Pasqua. Proprio in ricordo di quella celeste apparizione, si usa festeggiare nella chiesa dell’Incoronata il lunedì dell’Angelo. GALDO GALDO È situata al ridosso di Sicignano e del suo castello, con la quale è congiunta da un ripido sentiero a scalinata (“Santa Domenica”). La frazione è in linea d’aria vicinissima a Sicignano, ma è raggiungibile attraverso una strada carreggiabile (12 Km) terminale che snoda l’abitato in una forma a “ventaglio”. Galdo è stato comune autonomo fino al 13 dicembre del 1928 quando, con Regio Decreto N. 3170, fu aggregato al comune di Sicignano, che assunse allora la denominazione di Sicignano degli Alburni. Il tessuto urbano presenta la tipica configurazione di Borgo medioevale sviluppatosi intorno alla chiesa di S. Maria dei Magi. L’aspetto di questa mette in mostra la semplicità della sua architettura, impreziosita da un portale barocco incorniciato da intagli e volute. Il campanile è a quattro 18 ordini di monofora di cui l’ultimo è ad ottagono terminante con un cupolino a cipolla. L’interno è suddiviso in tre navate e presenta opere in pittura di notevole valore. Tra esse possiamo annoverare, nella navata destra, un “Morte di San Giuseppe”, tela di un ignoto maestro della fine del XVII secolo, che richiama, attraverso la plasticità delle sue forme, i temi conduttori della Scuola di Francesco Solimena. Si notano inoltre in paese diversi portali in pietra di notevole valore architettonico e scultoreo. Si conserva ancora in buono stato un bel selciato rustico, chiamato “SanTa Domenica” in onore della santa protettrice dei viandanti, che un tempo permetteva di raggiungere il centro capoluogo di Sicignano in pochi minuti. GALDO FONTANA DELLA REGINA Piccola ma suggestiva, la fontana, cosidetta della Regina, è situata sul confine dei comuni di Sicignano, e Petina. Si racconta che fu fatta costruire da Ferdinando IV di Borbone nel 1793, durante uno dei suoi frequenti viaggi in Sicilia, ad imperituro ricordo di una sorgente , che aveva colmato la sete della regina Carolina. 19 SCORZO SCORZO E’ la frazione più popolosa del comune di Sicignano da cui dista 4 Km. Scorzo sorge sulla SS19 assieme alla vicina Zuppino con la quale è quasi contigua urbanisticamente; il nucleo abitato si estende a raggiera, che si dirama in varie piccole contrade. Il suo maggiore sviluppo si è verificato negli utlimi 20 anni grazie anche alla sua posizione strategica lungo una via di transito. Vanta di una storia che ha antiche origini. Si conservano ancora diversi borghi, fra cui quello della piccola contrada di Arestusa. Non distante dall’ abitato di Scorzo si trova la riserva naturale foce Sele-Tanagro, raggiungibile dalla strada di Corticelle in “località difesa”. La frazione è parzialmente ricompresa nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Importante da ricordare il passaggio di personaggi celebri, da Cicerone a Ga- ribaldi, che all’epoca già apprezzavano i nostri luoghi e le nostre pietanze. Prima della costruzione dell’autostrada, qui c’era il passaggio obbligato fra sud e nord d’Italia., ed era una tappa per il viaggio nel Sud del Grand tour dei giovani inglesi e tedeschi dell’Ottocento. curiosita’ Con ironia riferendosi agli abitanti di Scorzo si ripete ancora oggi un antico proverbio: “Chi passa pù Scuorzo e nun è sfruculiato, o è muorto o è carcerato” 20 SCORZO 21 TERRANOVA TERRANOVA A livello ambientale si trova nel territorio del parco nazionale ed a ridosso dei boschi degli Alburni. La frazione Terranova era in epoca feudale una fortezza di Sicignano: il suo nome infatti deriverebbe da torrinove , ossia Torri di vedetta. Il paese risalente alla prima metà del XV sec. è interamente costituito da un abitato medievale ben conservato;edifici cinquecenteschi, con numerosi portali in pietra (tra cui quello della famiglia Corrieri); la piccola chiesa, con campanile barocco, costituisce un punto d’incontro, liturgico e sociale della piccola popolazione; durante l’ultimo restauro è stato ritrovato un affresco raffigurante S. Lucia, per secoli nascosto dall’intonaco ed una lastra sepolcrale ricorda che, un tempo, essa si offriva anche come luogo di sepoltura dei suoi fedeli. Degna di essere ricordata è poi una 22 semplice e modesta fontana di tipo monumentale della fine del XIX sec., situata in località “Pozzillo”, un tempo indispensabile per lavare biancheria ed indumenti e per irrigare i campi. Grande è la devozione per San Giovanni Battista, patrono del villaggio, in onore del quale si celebra una particolare funzione liturgica, che termina con una festa (29 di agosto). TERRANOVA 23 ZUPPINO ZUPPINO Come Scorzo anche la frazione di Zuppino vede incrementare il suo sviluppo urbanistico negli ultimi 20-30 anni del XX sec., grazie alla posizione, lungo la statale, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dallo svincolo autostradale. Il toponimo Zuppino deriva probabilmente dal nome di un’antica taverna, detta “dello Zoppino”, che un tempo serviva ai viandanti che passavano da quelle parti oppure da “sub-pinus”(sotto il pino), un’ombrosa e secolare conifera,che, al tempo dei Romani, offriva refrigerio ai milites che si fermavano in quella che doveva essere la “statio Nares Lucanae”. Addirittura, si pensa che in questo posto si fermò per riposare, Marco Tullio Cicerone; come egli stesso ci descrive nell’epistola III all’amico Attico, (58 a.C.) per gustare le famose “lucaniche” (salsiccia di maiale alla brace) prima di raggiungere l’amico Sicca a Vibo Valentia in un momento assai triste per lui. Durante alcuni lavori di scavo nel primo dopoguerra, fu ritrovato un termine graccano, oggi purtroppo scomparso,in cui si faceva riferimento ai tresviri, che effettuarono la centuriazione nell’anno 131 a.C., oltre ai vasi di terracotta,semplici e decorati, monete e statuine ex voto, oggi conservate in un armadietto nell’attuale sede comunale di Sicignano. Si può anche visitare ed ammirare un vecchio mulino ad acqua, il mulino “Pantuliano” che custodisce congegni ancora ben conservati ed una ruota in ferro situata nel locale sottostante chiamato “inferno”. 24 ZUPPINO CASTELLO DI SAN (NICANDRO) LICANDRO Il castello di S. Nicandro fu costruito dai Longobardi intorno all’anno 1000 ed è il segno tangibile del pericolo che venivano a rappresentare le incursioni saracene, dopo un periodo di relativa tranquillità per le nostre zone: questo castello permetteva di controllare eventuali risalite saracene dal fiume Tanagro. Troviamo il castello già citato da Amato di Montecassino nella sua “Historia Normannorum”, per le note vicende del 1054, quando Guglielmo ed Unfredo di Altavilla, mercenari del principe longobardo di Salerno Gisulfo II, espugnarono il castello e sancirono l’inizio della conquista normanna dell’Italia meridionale completata nel 1077 con la resa di Salerno a Roberto il Guiscardo, fratellastro dei due. Nel 1290 il territorio di questo castello si spopolò per le scorrerie di soldati mercenari, provenienti dalla costa tirrenica. Tra il XIV ed il XV secolo il casale di S. Nicandro diventò un feudo, non appartenendo più alla Chiesa. Nel 1521 fu riadattato da un certo Bernabò Caracciolo, figlio di Giacomo. In un apprezzo del 169697 troviamo per la prima volta il “feudo di S. Licandro (non più Nicandro)”. Nel 1851 il castello di S. Licandro e i territori annessi, di proprietà del Conte Piossasco della Volvena, furono acquistati da Luigi Giusso. La famiglia Giusso era originaria di Genova: nel 1857 il conte Luigi Giusso fu insignito dal re Ferdinando II di Borbone del titolo di “duca del Galdo”. Il castello si eleva su tre livelli: i sotterranei erano adibiti a cantine e depositi di armi; il piano terra comprendeva l’ingresso, 25 l’atrio, la chiesa e i locali dove, in tempi più recenti, avveniva la lavorazione del tabacco; al primo piano vi erano le abitazioni vere e proprie. Dal sisma del 23 novembre 1980 il castello è inagibile. RICETTE castagna in tavola 50 g di olio; 1 bicchiere di vino bianco Ripieno: 1 Kg di castagne; 175 g di Caldarroste cioccolata; 60 g di cacao; 200g di Zucchero; 1 buPolenta con castagne (660 g di farina di casta- stina di vanillina, un po’ di gne, 2l di acqua, sale, ri- cannella, mezzo bicchiere di liquore strega, 6 tazzine cotta). di caffè). Zuppa di fagioli e castagne (500 g di castagne Castagne all’ amaretto secche, 250 g di fagioli, 2 (330g castagne secche, spicchi di aglio, olio d’oli- ½ litro di latte, 1 stecca va, sale, pepe, peperonci- di vaniglia, 8 cucchiaini di liquore all’amaretto). no forte). Castagne bollite Bucconotti di Sicignano Dolce gelato alla casta(sfoglia: 250 g di farina; 2 gna (800g di castagne,1/4 tuorli; 50 g di zucchero; l di latte. 300g panna 26 montata, 80 g di zucchero, 20 g alloro, ½ bicchiere di maraschino e un pizzico di sale. Marmellata di castagne (1 kg di castagne, zucchero, 1 bicchiere di rum, sale). Tronco di castagna (castagne bollite, cioccolata, rhum, zucchero, caffè, scorza di limona e di arancia, crema al burro, pan di spagna, vanillina). RICETTE antichi sapori Lagan e’ cicir’ (pasta: farina di grano tenero, sale ed acqua; ceci lessati, passata di pomodoro, olio d’ oliva, peperoni secchi, 2 spicchi di aglio) O’ suffritt (ingredienti: frattaglie di capretto, peperoncino piccante, aglio, passata di pomodoro,olio d’oliva) O’ mbrugliatiello involtino di agnello/capretto (ingredienti:intestino Fasuli c’ ‘a coria fratlessare i fagioli con aglio, dell’agnello, di capretto, pomodorini, basilico e taglie sedano. A mezza cottura formaggio,prezzemolo, pulire e taglare la cotica aglio, pepe) e cuocerla insieme ai faA’ Stracciata gioli. (ingredienti: brodo prefeSfrionzola cu ‘i pupa- ribilmente di pollo, uova ruoli friggere la carne di sbatutte) maiale tagliata a pezzi, a metà cottura aggiungere i Maccaruni ‘ a pignata pasta fatta in casa lunga peperoni sotto aceto. e sottile, cucinata in vasi di terracotta con l’ osso Ciambotta (ingredienti: peperoni, del prosciutto e cotica di patate, melanzana, aglio, maiale. pomodori freschi e basilico) Patate Zac’ zac’ (ingredienti: patate lesse, peperoni secchi o papaccelle, sale, aglio, olio) 27 Tagliolini cu’ latte e cannella – tagliolini fatti in casa conditi con latte, zucchero e cannella Zeppul cu re mèle (ingredienti:500 g di farina, 500 g di acqua, un pizzico di sale, un pizzico di zucchero, mezzo cucchiaino di cannella, un po’ di limone ed il miele) Struffoli dadini di pasta fatta in casa, fritti nell’olio bollente e cosparsi di miele. 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Arestusa Sicignano degli Alburni (SA) tel/fax 0828 1990147 AGRITURISMO IL CASALE Vendita diretta prodotti tipici Via Vignali - Sicignano (SA) tel. 3402543943 AGRITURISMO L’ANTICO CASTAGNETO Via Tollalonga, 3 Sicignano degli Alburni (SA) tel. 0828 972558 PIZZERIA LA BAITA info@pizzerialabaita www.pizzerialabaita.it tel. 0828 1990289 VALITUTTO PRODUZIONE FRUTTI DI BOSCO Sicignano degli Alburni (SA) tel. 0828/976335 COME RAGGIUNGERCI ASSESORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI L’iniziativa è finanziata dalla Regione Campania - settore politiche giovanili e del forum regionale della gioventù e rientra nelle linee operative per i giovani- Anno 2008-Azione B- partecipiamo- promozione e incentivazione della partecipazione. Quest’opuscolo è stato realizzato dal forum dei giovani di Sicignano degli Alburni in collaborazione con tutte le aziende locali che hanno contribuito economicamente alla spesa . Comune di Signano degli Alburni In auto Il comune si trova a 11km dall’autostrada A3 SA-RC, con uscita al casello di Sicignano degli Alburni, Oppure mediante la strada statale SS19 delle Calabrie , direzione Cosenza (bivio di Scorzo). Forum dei giovani Cell.380/6357577340/1853818 Visitate il nostro blog: http//forumgiovanisicignano.spaces.live.com e-mail [email protected] sito www.forumdeigiovani.weebly.com In treno Linea Napoli-Potenza stazione di Sicignano de- NUMERI UTILI gli Alburni. Info: Bar Ber- Guardia medica: 0828978122 tone (0828-978012). In autobus Linea Napoli-SalernoSicignano-Petina Info: “Autolinee Mansi“ (0828-976040 ) PER INFO Comune di Sicignano degli Alburni Piazza Municipio Tel. 0828/973002 www.comune.sicignanodeglialburni.sa.it 29 Banca della Campania: 0828973741 Carabinieri: 0828973001 Comando Forestale: 0828973175 Direzione didattica: 0828973514 Farmacia “Garofalo Pesca”: 0828973255 Polizia Municipale: 0828973002 Poste e telecomunicazioni: 0828973097 (capoluogo) Pro - loco “Monti Alburni”: 0828973755 Protezione Civile: 0828.978363