VIA CRUCIS DEI TERZIARI FRANCESCANI
I STAZIONE : GESÙ E’ CONDANNATO A MORTE
Dal Vangelo secondo Giovanni
Pilato disse loro: “Ecco l'uomo!”. Al vederlo i sommi sacerdoti e le
guardie gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo”[…] Pilato fece
condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale… Pilato disse ai
Giudei: “Ecco il vostro re!”. .. Risposero i sommi sacerdoti: “Non
abbiamo altro re all'infuori di Cesare”. Allora egli lo consegnò loro perchè fosse crocifisso.
(Gv 19, 4-16).
Con ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. Chi si affligge per la sua sorte? (Is. 53,8)
“È necessario che noi sopportiamo volentieri tali sofferenz, poiché a noi succede
come all’erba che nasce lungo gli argini del fiume. Quando il fiume straripa e inonda,
l’erba si inclina e si abbassa, mentre l’acqua vi scorre sopra senza danneggiarla.
Cessata l’inondazione, l’erba si rialza e cresce con vigore più rigogliosa e festosa.
Allo stesso modo è necessario che anche noi veniamo piegati e umiliati, per poi
riprenderci con più gioia e con entusiasmo (Santa Elisabetta di Ungheria)
II STAZIONE : GESU’ CARICATO DELLA CROCE
Dal Vangelo secondo Marco
Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver
fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.(Mc 27,15)
“Ho presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi”. (Is 50,6)
Tutti noi, che viviamo, senza eccezioni, abbiamo una croce personale.
Ciascuno ha la sua. Inutile confrontarsi. Ogni croce è fatta su misura per le spalle di
ciascuno. Rappresenta la nostra storia di dolore. E ogni croce ha il suo significato,
solo se, come quella di Gesù, è portata con amore. Diversamente diventa
disperazione. E tutti sappiamo quali pericoli genera la disperazione.
Ogni croce che portiamo, anche se non lo comprendiamo, è una storia e può
diventare una meravigliosa storia di amore: quell’amore che non si racconta come
una favola, che non evade i problemi, ma si celebra con la ferialità della vita, che
sempre contiene gioie e sofferenze. Tutti abbiamo potuto conoscere amici, persone
che, non trovando la via dell’amore, soffrono fino all’inverosimile. (Papa Paolo VI)
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III STAZIONE : GESU’ CADE LA 1A VOLTA
Dal libro del profeta Isaia.
…Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui. (Is 53, 4-8)
“Cristo […] non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro
che ti insultano sono caduti sopra di me (Rm 15,3)
Il nostro «piano» di santificazione è sconvolto –scrive La Pira nel 1945- noi credevamo
che bastassero le mura silenziose dell'orazione! Credevamo che chiusi nella fortezza interiore
della preghiera noi potevamo sottrarci ai problemi sconvolgitori del mondo; e invece
nossignore; eccoci impegnati con una realtà che ha durezze talvolta invincibili. (…)Abbiamo
veramente compreso che la «perfezione» individuale non disimpegna da quella
collettiva?(…) Bisogna trasformarla la società! Non basta la vita interiore; bisogna che
questa vita si costruisca dei canali esterni destinati a farla circolare nella città dell’uomo.
Bisogna lasciare l’orto chiuso dell’orazione…. Trasformare le strutture errate della città
umana; riparare la casa dell’uomo che rovina” (Giorgio La Pira)
IV STAZIONE : GESU’ INCONTRA SUA MADRE
Dal Vangelo secondo Luca.
Simeone parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in
Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te
una spada trafiggerà l'anima" ...Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. (Lc 2,
34-35. 51)
“ Figlioli, ve l’ho dato nel Natale,
perché voi lo amaste. Che cosa ne avete fatto?…
O voi tutti, che passate per la via, guardate
se c’è un dolore simile al mio dolore!..(v. Lam.1, 12)
O Gesù, Re amabile, ricordati del dolore che provasti, quando nudo e dosprezzato
pendesti in Croce, senza avere, fra tanti amici e conoscenti che ti erano accanto, chi
ti consolasse, eccetto la tua diletta Madre, alla quale raccomandasti il discepolo
prediletto, dicendo:Donna ecco il tuo figlioloe al discepolo:Ecco la tua Madre. Fiducioso
ti prego,pietosissimo Gesù, per il coltello del dolore che allora le trapassò l'anima,
che tu abbia compassione di me nelle afflizioni e tribolazioni mie così del corpo come
dello spirito, e mi consoli, porgendomi aiuto e gaudio in ogni prova e avversità
(Santa Brigida)
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V STAZIONE : GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE
Dal Vangelo secondo Marco.
Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna,
padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del
Golgota, che significa luogo del cranio. (Mc 15, 21-22)
“È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; che
gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene
sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo
infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme . (1Pt 2,19 -21)
La virtù di una rinunzia, di un dolore, di una prova, accettati con amore – di
un’ingiustizia subita, di una delusione provata; le lacrime del cuore per una
sofferenza soprannaturale, sostenute in un unico sforzo simultaneo – come
un’offerta, un olocauso, è cemento di vitale elevazione, è fusione completa di anime.
(Maria Corsini Beltrame Quattrocchi)
VI STAZIONE : LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’
Dal libro del profeta Isaia
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi,
non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori
che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.(Is 53, 2-3)
“Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel
modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in
sacrificio di soave odore.” (Ef 5,1-2)
Non dobbiamo regolare il nostro atteggiamento verso i poveri da ciò che appare
esternamente in essi e neppure in base alle loro qualità interiori. Dobbiamo piuttosto
considerarli al lume della fede. Il Figlio di Dio ha voluto essere povero, ed essere
rappresentato dai poveri. Nella sua passione non aveva quasi la figura di uomo;
appariva un folle davanti ai gentili, una pietra di scandalo per i Giudei; eppure egli si
qualifica l'evangelizzatore dei poveri: «Mi ha mandato per annunziare ai poveri un
lieto messaggio» (San Vincenzo de Paoli)
VII STAZIONE : GESU’ CADE LA 2A VOLTA
Dal libro delle Lamentazioni.
Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce...
Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
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ha ostruito i miei sentieri...
Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere. (Lam 3, 1-2. 9. 16)
“era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare
molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha
guidati alla salvezza” (Ef 5,1-2)
Che peccato che si perdano per l’eternità tante anime che sono costate al Buon Dio
tante sofferenze. La lingua di un maldicente è come un verme che rode i buoni frutti,
un bruco che insudicia i più bei fiori lasciandovi traccia della sua schiuma. (San
Giovanni Maria Vianney, il curato d’Ars)
VIII STAZIONE : GESU’ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME
Dal Vangelo secondo Luca.
Gesù , voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili
e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora
cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il
legno verde, che avverrà del legno secco?". (Lc 23, 28-31)
“I nostri delitti e i nostri peccati sono sopra di noi e in essi noi ci consumiamo! In
che modo potremo vivere? Di' loro: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore Dio
- io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e
viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa!” (Ez 33,10)
Molti sono portati a giudicare come mali, e mali assoluti, tutte le sventure fisiche di
quaggiù. Hanno dimenticato che il dolore è retaggio dei figli di Adamo; hanno
dimenticato che il solo vero male è la colpa e che dobbiamo guardare alla croce di
Gesù come la guardarono gli apostoli, i martiri, i santi, maestri e testimoni. Nella
croce vi è conforto e salvezza e nell'amore di Cristo non si vive senza dolore. Grazie
a Dio non sempre vi sono anime che si ribellano sotto il peso del dolore. […]
Occorre avere in voi il dono della grazia, che è la vita propria dell'anima cristiana.
Nella grazia troverete forza, non solo di accettare le sofferenze con rassegnazione,
ma di amarle come le amarono i santi: i vostri dolori non andranno perduti, ma
potranno unirsi ai dolori del Crocifisso, della Vergine, la più innocente delle
creature. La vostra vita potrà così diventare veramente conforme all'immagine del
Figlio di Dio (Papa Giovanni XXIII)
IX STAZIONE : GESU’ CADE PER LA 3A VOLTA
Dal libro delle Lamentazioni.
È bene per l'uomo portare il giogo
fin dalla giovinezza.
Sieda costui solitario e resti in silenzio,
poiché egli glielo ha imposto;
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cacci nella polvere la bocca,
forse c'è ancora speranza;
porga a chi lo percuote la sua guancia,
si sazi di umiliazioni.
Poiché il Signore non rigetta mai...
Ma, se affligge, avrà anche pietà
secondo la sua grande misericordia.(Lam 3, 27-32)
“Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso. (Is 50,7)
“Si vorrebbe sempre star bene, fuggire il dolore, godere… Per la salvezza delle anime non
basta la preghiera, la parola, occorre unire qualcosa di nostro, qualche goccia del nostro
sangue, un po’ di noi stessi. Gesù sia il nostro modello. Portare con gioia ogni giorno la croce
che Gesù ci manda, con gioia”. Nel dolore noi dobbiamo vedere non un elemento da maledire,
ma un elemento benefico che tempra l’anima e la affina per la lotta inevitabile della vita e ci
ricorda che non siamo nati per il solo piacere e ci accosta al dovere del quale è facile scordarsi
quando si vive nel godimento e nella gioia. (Santa Gianna Beretta Molla)
X STAZIONE : GESU’ E’ SPOGLIATO DELLE SUE VESTI
Dal Vangelo secondo Marco.
I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
(Mc 15,29)
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca (Is 53, 6-8 )
Fu povertà ineffabile il tener nascosta la sua potenza e la sua nobiltà divina : si lasciò
bestemmiare, vilipendere, vituperare, imprigionare, trascinare di qua e di là,
flagellare e crocifiggere, mostrando solo l’umana debolezza. Questa sua povertà deve
essere il modello della nostra vita. (Beata Angela da Foligno)
XI STAZIONE : GESU’ E’ CROCIFISSO
Dal Vangelo secondo Marco.
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna
diceva: "Il re dei Giudei". Con lui crocifissero anche due ladroni (Mc15, 25-27)
“Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati
dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di
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Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia uno alla sua destra e uno alla
sinistra.” (1Pt 1-18-19)
Cristo ha costruito sul Calvario una piscina di purificazione e di salvezza che riempì
col sangue da Lui versato; ma se gli uomini non si immergono nelle sue onde e non
vi lavano le macchie delle loro iniquità, non possono certamente essere purificati e
salvati. (Papa Pio XII)
XII STAZIONE : GESU’ MUORE SULLA CROCE
Dal Vangelo secondo Marco.
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù
gridò con voce forte: Eloì , Eloì , lema sabactà ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato?... Ed egli, dando un forte grido, spirò ... Allora il centurione che gli stava
di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse:
"Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!". (Mc 15, 33-34. 37. 39)
“Tale era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai
peccatori ed elevato sopra i cieli; che non ha bisogno ogni giorno, comegli altri sommi
sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché ha
fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso, il Signore nostro Gesù Cristo.” (Eb 7,2627)
Cristiano, se l’amore è incentivo all’amore, se l’amore è il prezzo dell’amore, se
l’amore richiede amore, quale amore ti ha mostrato Cristo! Nessuno mai poté avere
“un amore più grande di questo: dare la vita per i suoi amici”. Cristo ha donato la
vita per te che eri nemico; per te si è immolato l’Agnello immacolato; per te ha
effuso il suo Sangue, tutto il Sangue che gli era rimasti in corpo. Quanto gli devi, tu,
ingrato? Non restituirai niente per l’immensamente molto che hai ricevuto? Sarai
sempre così negligente? (San Carlo Borromeo)
XIII STAZIONE : GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE
Dal Vangelo secondo Marco
Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che
aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla
croce.(Mc 15, 42-43. 46)
”Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda
più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a
questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò
una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna”. (Eb
9,11-12)
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Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i
morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell'abbandono. Non
ti disperare, madre dolcissima che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare,
sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona.
Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che
ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai
accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei
calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei
costretto a ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella
vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra Coraggio,
fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. (Tonino Bello)
XIV STAZIONE : GESU’ E’ POSTO NEL SEPOLCRO
Dal Vangelo secondo Marco
Giuseppe d'Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro
scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria
di Magdala e Maria madre di Joses
stavano ad osservare dove veniva deposto. (Mc 15, 46-47)
Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo (Is 53, 9)
Mistero fecondo e commovente che ci richiama Betlemme. Il sepolcro è la culla dove
nostro Signore nasce alla vita gloriosa, dopo il sonno della morte. Il nostro cuore è
nascosto nel Cuore di Gesù, lontano dagli occhi del mondo e unicamente sotto lo
sguardo del Padre: ecco la realtà della nostra vita interiore. Il Cuore di Gesù è il
nostro sepolcro e anche il nostro paradiso... Anche il nostro cuore diventa il luogo
del riposo di Gesù, specialmente nella comunione eucaristica. Ch'egli trovi in noi le
attenzioni che ha sperimentato sul Golgota: la compassione di sua madre, il tenero
amore di Giovanni, le lacrime e la generosità della Maddalena, le cure di Giuseppe
d'Arimatea. (p. Dehon)
Altissimo glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio.
Et dame fede dricta,
speranza certa e carità perfecta,
senno e cognoscemento,
Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.
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