SISTEMI DI UNIONE Walter Salvatore Dipartimento di Ingegneria Civile Università di Pisa Sistemi di unione – Unioni Saldate UNI EN ISO 4063 Procedimenti di saldatura Le unioni realizzate mediante saldatura devono essere realizzate con uno dei procedimenti all’arco elettrico codificati. I procedimenti di saldatura utilizzabili per unire elementi metallici possono essere classificati tenendo in conto del livello di automazione che si applica, distinguendo in questo modo saldatura ossiacetilenica 9 procedimenti manuali saldatura ad arco con elettrodi rivestiti 9 procedimenti semiautomatici saldatura a filo continuo sotto protezione di gas 9 procedimenti automatici saldatura ad arco sommerso SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 2 Sistemi di unione – Unioni Saldate Controlli e qualifica della saldatura EN 288 288--3, EN 12062 9 L’entità L entità ed il tipo di tali controlli sono definiti dal progettista, progettista eseguiti sotto la responsabilità del direttore dei lavori 9 I controlli potranno essere estesi o integrati g che in funzione dell’andamento dei lavori 9 Il collaudatore può accettare tali controlli ed eventualmente integrarli 9 I metodi di controllo e qualifica si dividono in due categorie: 9 metodi di superficie: superficie: esame visivo liquidi penetranti polveri magnetiche 9 metodi volumetrici volumetrici:: raggi X raggi gamma ultrasuoni SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 3 Sistemi di unione – Unioni Saldate Controlli e qualifica della saldatura EN 288 288--3, EN 12062 Esame visivo Nei controlli con metodi visivi l’operatore può valutare la presenza di difetti superficiali sulla saldatura, la qualità della preparazione dei lembi ed il procedimento di saldatura utilizzato. tili t Tale metodo può essere utilizzato quando 9 è possibile accedere ad una distanza della superficie < 60 cm e con una angolazione > 30°, 9 e quando di ha a disposizione una illuminazione compresa tra 150 e 600 lux. Quando non sono soddisfatte le ipotesi precedenti per l’esecuzione degli esami visivi, è passare ad esami remotizzati in cui si utilizzano apparecchiature pp dotate di necessario p una risoluzione almeno equivalente a quella dell’occhio umano. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 4 Sistemi di unione – Unioni Saldate Controlli e qualifica della saldatura EN ISO 3452, EN 288288-3, EN 12062 Esame con liquidi q p penetranti La tecnica sfrutta la capacità di alcuni liquidi di penetrare per capillarità all'interno dei difetti superficiali. Il metodo e suddiviso in 4 fasi: Fessura non visibile 1.Pulitura 1 Pulitura della superficie Indicazione visibile 2. Applicazione del liquido penetrante 3 Rimozione 3. quantità in eccesso con acqua fredda SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 4 Applicazione del 4. “rivelatore” capace di produrre una indicazione visibile del difetto 5 Sistemi di unione – Unioni Saldate Controlli e qualifica della saldatura UNI EN 8930, UNI EN 8375, UNI EN 1291, UNI EN 1290 Esame con p particelle magnetiche g L'oggetto da testare è magnetizzato per cui le discontinuità trasversali al campo magnetico (difetti) determinano una deviazione delle linee di flusso del campo magnetico stesso, rilevata il utilizzando ili d polveri l i ferromagnetiche. f i h Parte da testare Corrente Campo magnetico SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 6 Sistemi di unione – Unioni Saldate Controlli e qualifica della saldatura UNI EN 8930, UNI EN 8375, UNI EN 1291, UNI EN 1290 Esame con metodi radiografici g Tali metodi si basano sulle alterazioni che le radiazioni elettromagnetiche subiscono incontrando un difetto nel loro p percorso all'interno del materiale. 9 Sono utilizzati raggi X o raggi gamma i quali attraversano il campione indagato 9 I raggi impressionano una lastra fotografica con un immagine bidimensionale in scala di grigi 9 Dall’immagine possono rilevarsi: variazioni di spessore, densità, o di composizione del pezzo 9 La valutazione viene eseguita per confronto della densità radiografica con standard radiografici dello stesso oggetto di qualità accettabile Una sola immagine bi-dimensionale non consente una completa individuazione della posizione del difetto all’interno del pezzo indagato per cui occorrono più immagini. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 7 Sistemi di unione – Unioni Saldate Controlli e qualifica della saldatura UNI EN 583, UNI EN 12223, UNI EN 27963, UNI EN 473 Esame con metodi ultrasonici Il metodo è simile a quello radiografico, però sfrutta il principio della riflessione delle onde. 9 Un impulso ad alta frequenza è introdotto nel campione da esaminare 9 La riflessione dell’onda sonora è prodotta dalle discontinuità presenti e dai bordi dell’elemento "Dimensio oni" difetto "Dimensio oni" difetto 9 Le riflessioni sono rappresentate su un diagramma opportuno Distanza da sorgente Elemento privo di difetti Distanza da sorgente Elemento con difetto SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 8 Sistemi di unione – Unioni Saldate Classificazione della saldatura Le saldature possono essere classificate secondo differenti criteri: in base al procedimento di saldatura, ld ed d iin b base alla ll fforma. Classificazione in base al procedimento di saldatura Classificazione in base alla forma la saldatura per fusione è effettuata senza l’applicazione forze esterne; le superfici da saldare devono essere fuse, fuse con o senza l’impiego di metallo d’apporto. la saldatura con pressione è effettuata con applicazione di forza esterna, sufficiente per produrre una deformazione plastica delle superfici fi i a contatto, t tt generalmente l t senza metallo di apporto. Le superfici da saldare possono essere riscaldate. saldature a cordoni d’angolo saldature a piena penetrazione saldature puntuali SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 9 Sistemi di unione – Unioni Saldate Geometria della saldatura EN1993--1-8 (4.5.2) EN1993 Saldature a cordone d’angolo 9 Assenza di penetrazione del materiale di fusione nello spessore degli elementi 9 Elementi in acciaio formanti angoli compresi fra 60° 60 e 120° 120 9 Parametri geometrici: area di gola aw e lunghezza effettiva del cordone leff (evitando estremità mancanti o difettose) aw aw aw aw aw aw Leff SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 10 Sistemi di unione – Unioni Saldate Geometria della saldatura EN1993--1-8 (4.3.1), UNI EN 12345 EN1993 Saldature a piena penetrazione 9 Completa penetrazione e fusione del materiale base e del materiale di apporto attraverso lo spessore del collegamento tra i piatti di acciaio 9 Necessità di preparare i lembi da unire smussandone uno od entrambi in modo opportuno Preparazione dei lembi per giunti testa a testa Preparazione dei lembi per giunti a T Preparazione a lembi retti Preparazione a lembi retti Preparazione a U Preparazione a V Preparazione a V con spalla (Y) Preparazione a ½ V Preparazione a ½ V Preparazione a ½ V con spalla Preparazione a ½ V con spalla Preparazione p aX Preparazione a X con spalla (doppio K) Preparazione a K Preparazione a K Preparazione a K con spalla Preparazione a K con spalla Preparazione a lembi rilevati SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 11 Sistemi di unione – Unioni Saldate Geometria della saldatura EN1993--1-8 (4.3.1), UNI EN 12345 EN1993 Saldature a piena penetrazione Preparazione dei lembi per giunti ad angolo Preparazione dei lembi per giunti a croce Preparazione a V con distacco dei lembi Preparazione a lembi retti Preparazione a lembi retti con contatto Preparazione a V Preparazione dei lembi per giunti a sovrapposizione o parallelo Preparazione dei lembi per giunti di spigolo Preparazione a lembi retti Preparazione con fori o asole nella lamiera Preparazione dei lembi per giunti d’orlo Preparazione a lembi retti SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Preparazione a ½ V Preparazione a lembi retti Preparazione a lembi retti con parziale sovrapposizione 12 Sistemi di unione – Unioni Saldate Forma e tipo delle unioni UNI EN 12345 Tipo di giunto Tipo di saldatura Giunto testa a testa: le parti giacciono nello stesso piano e sono a contatto. Giunto parallelo: le parti sono parallele fra loro. Preparazione lembi Piena/parziale A lembi retti o penetrazione, da rilevati a V o ½V rilevati, ½V, una o entrambe le ad X, ad Y, a K, facce, con o senza con o senza spalla ripresa al rovescio. In foro o in asola con saldatura continua perimetrale. Foro o asola in una lamiera Giunto a sovrapposizione: le Piena penetrazione parti sono parallele fra loro e A lembi retti o a cordoni d’angolo si sovrappongono Piena/parziale A lembi retti (a penetrazione, o a Giunto a T: le parti si contatto o meno), incontrano ad angolo retto cordoni d’angolo, da a V o ½ V, o K con una o entrambe le formando una T p o senza spalla facce SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 13 Sistemi di unione – Unioni Saldate Forma e tipo delle unioni UNI EN 12345 Tipo di saldatura Preparazione l bi lembi Ambedue i lati a piena/parziale p p penetrazione, o a cordoni d’angolo A K o a lembi retti a contatto Piena penetrazione A V con distacco dei lembi o con lembo retto a contatto Giunto di spigolo: le parti si Piena/parziale incontrano in corrispondenza penetrazione da degli spigoli formando un uno a da entrambi i angolo da 0° a 30° lati. A ½ V, o a lembi retti con o senza parziale sovrapposizione Tipo di giunto Giunto a croce: due elementi nello stesso piano incontrano un terzo elemento disposto p perpendicolarmente fra loro, in modo da formare una doppia T. Giunto ad angolo: una parte incontra l’altra sotto un angolo acuto. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 14 Sistemi di unione – Unioni Saldate Forma e tipo delle unioni UNI EN 12345 Tipo di giunto Giunto d’orlo: le parti si incontrano in corrispondenza degli spigoli formando un angolo da 0° a 30° Tipo di saldatura Preparazione lembi Saldatura con i i t ttotale t l ricoprimento dei due lembi. A lembi l bi retti tti Giunto multiplo: tre o più parti Varie combinazioni Varie combinazioni si incontrano sotto vari g angoli. Giunto a croce di fili : due fili tondi a contatto e formano una croce SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 15 Sistemi di unione – Unioni Saldate Posizioni di saldatura (AISC--Manual of steel construction, 1994) (AISC Saldature a piena penetrazione ed a cordone d’angolo Piena penetrazione Cordone d’angolo Piena penetrazione Saldatura piana Saldatura orizzontale Piena penetrazione Piena penetrazione Cordone d’angolo Cordone d’angolo Saldatura sopratesta Cordone d’angolo Saldatura verticale SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 16 Sistemi di unione – Unioni Saldate Posizioni di saldatura (AISC--Manual of steel construction, 1994) (AISC Il materiale di apporto può essere depositato più velocemente, potendo così utilizzare elettrodi più grandi e valori elevati di corrente 9 Saldature piane ed orizzontali 9 Saldature verticali e sopra--testa sopra Saldatura a cordone d’angolo in piano risulta circa 4 volte più veloci delle saldature eseguite in verticale o sopratesta Il diametro degli elettrodi non deve essere superiore a 4mm, 4mm per evitare la caduta per gravità del materiale d’apporto Le saldature in piano o in orizzontale risultano più economiche rispetto alle saldature verticali o sopratesta, poiché più rapide e più comode da realizzare per gli operatori specializzati SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 17 Sistemi di unione – Unioni Saldate Resistenza delle unioni a cordone d’angolo EN1993--1-8 (4.5.3.2) EN1993 Metodo direzionale Si basa sulla scomposizione delle forze trasmesse al cordone di saldatura in componenti agenti normalmente e parallelamente alla direzione del cordone stesso. L’area di gola di progetto complessiva della saldatura a cordone d’angolo è definita come n Aw = ∑ a wii leffff ,i leff i =1 aw,i è l’altezza di gola di ogni cordone costituente la saldatura leff,i è la lunghezza di ogni cordone costituente la saldatura aw SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 18 Sistemi di unione – Unioni Saldate Resistenza delle unioni a cordone d’angolo EN1993--1-8 (4.5.3.2) EN1993 Metodo direzionale Dividendo le forze trasmesse alla saldatura per l’area di gola di progetto Aw si ottengono le tensioni normali e tangenziali agenti nel cordone σ ⊥ : tensione normale agente ortogonalmente all’area di gola σ & : tensione normale agente parallelamente all’asse del cordone di saldatura (non viene considerata) τ ⊥ : tensione tangenziale (agente nel piano dell’area di gola), perpendicolare all’asse del cordone di saldatura τ & : tensione tangenziale (agente nel piano dell’area di gola) parallelo all’asse del cordone di saldatura σ + 3(τ + τ ) ≤ 2 ⊥ 2 // 2 ⊥ SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore fu β wγ M 19 Sistemi di unione – Unioni Saldate Resistenza delle unioni a cordone d’angolo EN1993--1-8 (4.5.3.3) EN1993 Metodo semplificato Il metodo semplificato, permette la verifica della saldatura utilizzando la formula Fw , Ed ≤ Fw , Rd = fu 3 β wγ M aw dove: Fw,Ed Ed è la risultante delle forze agenti sulla saldatura agente per unità di lunghezza del cordone d’angolo, mentre Fw,Rd g p per unità di lunghezza g del cordone. w Rd è la resistenza a taglio SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 20 Sistemi di unione – Unioni Saldate EN1993-1-8 (4.5.3.2), EN1993EN 19931993-1-1 (6.1) Resistenza delle unioni a cordone d’angolo Fattore parziale di sicurezza Il fattore di sicurezza γM è assunto pari ad 1,25 sia per il metodo direzionale sia per il metodo semplificato Fattore di riduzione Il coefficiente di correzione βw dipende dal tipo di acciaio costituente l’unione ed in unioni costituite da differenti classe, si deve considerare la classe di minori proprietà meccaniche Classe di acciaio EN 10025 EN 10210 S235 S235H S235W S275 S275H S275N/NL-M/ML S275NH/NLH S355 S355N/NL S355H S355M/ML S355NH/NLH S355W S420N/NL S420N/M/ML S460N/NL S460M/ML S460NH/NLH S460Q/QL/QL1 Fattore di correlazione βw SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 0,8 0,85 09 0,9 1,0 1,0 21 Sistemi di unione – Unioni Saldate Resistenza delle unioni a piena penetrazione EN1993--1-8 (4.7.1) EN1993 La resistenza L i t di progetto tt di una saldatura ld t a completa l t penetrazione, t i sii considera id parii alla ll resistenza del più debole tra i materiali base connessi dalla saldatura, utilizzando elettrodi e materiale d’apporto tali da avere tensioni di snervamento e rottura maggiori o uguali al materiale base Indicazione delle tensioni su una saldatura a piena penetrazione su giunto a T Indicazione delle tensioni su una saldatura a piena penetrazione su giunto testa a testa SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 22 Sistemi di unione – Unioni Saldate Resistenza delle unioni a parziale penetrazione EN1993--1-8 (4.7.3) EN1993 L’unione L’ i a T ttra d due piatti i tti realizzata li t con d due parziali i li penetrazioni t i i rinforzate i f t con cordoni d i d’angolo può essere trattata come una piena penetrazione rispettando i seguenti requisiti geometrici anom ,1 + anom ,2 ≥ t cnom ⎧t ⎫ ≤ min ⎨ ;3mm ⎬ ⎩5 ⎭ Nel caso in cui tali limitazioni non fossero soddisfatte la saldatura è calcolata a cordone d’angolo SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 23 Sistemi di unione – Unioni Saldate Strappo lamellare (AISC--Manual of steel construction, 1994) (AISC Lo strappo lamellare è la separazione o frattura nel materiale base causato da deformazioni da ritiro indotte da procedimenti di saldatura a piena penetrazione Negli acciai laminati a caldo, solfati o altre inclusioni possono creare lamelle nello spessore del piatto tali da ridurre la resistenza dell’acciaio per azioni applicate ortogonalmente allo p spessore Lesione L i prodotta d tt d dall ritiro iti indotta da una grande saldatura a piena penetrazione SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 24 Sistemi di unione – Unioni Saldate Strappo lamellare (AISC--Manual of steel construction, 1994) (AISC La probabilità di avere strappi lamellari può essere ridotta: 9 riducendo le dimensioni della saldatura ed utilizzando dettagli migliorati 9 indicando un procedimento di saldatura tale da ridurre i fenomeni di ritiro 9 utilizzare tili processii di saldatura ld t con b basso contenuto t t di id idrogeno 9 utilizzare il pre-riscaldo delle parti da unire Dettagli predisposti a strappi SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Dettagli migliorati 25 Sistemi di unione – Unioni Saldate Sollecitazioni agenti sulle unioni saldate a cordoni d’angolo Unioni sollecitate a trazione Cordoni paralleli all’azione Cordoni paralleli ed ortogonali all’azione SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Cordoni ortogonali all’azione 26 Sistemi di unione – Unioni Saldate Sollecitazioni agenti sulle unioni saldate a cordoni d’angolo U i i sollecitate Unioni ll it t a fl flessione i e ttaglio li Cordoni paralleli all’azione Cordoni ortogonali all’azione SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Cordoni paralleli ed ortogonali all’azione 27 Sistemi di unione – Unioni Saldate Sollecitazioni agenti sulle unioni saldate a cordoni d’angolo Unioni sollecitate a torsione, flessione e taglio Cordoni paralleli all’azione Cordoni ortogonali all’azione SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Cordoni paralleli ed ortogonali all’azione 28 Sistemi di unione – Unioni Saldate Sollecitazioni agenti sulle unioni saldate a cordoni d’angolo Trazione l b/2 b/2 2 τ N N τ b/2 b/2 2 l τ 3τ ≤ 2 // τ N N τ // = 2 Aw N SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore fu β wγ M N τ⊥ = 2 Aw 3τ ≤ 2 ⊥ fu β wγ M 29 Sistemi di unione – Unioni Saldate Sollecitazioni agenti sulle unioni saldate a cordoni d’angolo Trazione l N τ τ b//2 b/2 τ N τ per i cordoni paralleli all’azione: 2 Aw1 N N1 = N → τ // = 1 2( Aw1 + Aw 2 ) 2 Aw1 per i co pe cordoni do o ortogonali togo a a all’azione: a o e N2 = N 2 Aw 2 N →τ⊥ = 2 2( Aw1 + Aw 2 ) 2 Aw 2 SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 3τ ≤ 2 // 3τ ⊥2 ≤ fu β wγ M fu β wγ M 30 Sistemi di unione – Unioni Saldate Sollecitazioni agenti sulle unioni saldate a cordoni d’angolo Flessione e taglio – cordoni d d’angolo angolo paralleli all all’azione azione e Ve Ve V V V h V τ // = 2 Aw σ ⊥ max 3 = Ve 2 ahh σ τ h σ 2 ⊥ max + 3τ ≤ 2 // h fu β wγ M Pianta SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 31 Sistemi di unione con organi meccanici Classificazione delle unioni con organi meccanici Le unioni con organi meccanici trovano il loro impiego nell nell’ingegneria ingegneria civile, civile nell nell’ingegneria ingegneria meccanica ed aeronautica e nell’ingegneria automobilistica. In generale si possono raggruppare le unioni bullonate nelle seguenti categorie: 9Unioni elementari per carpenteria leggera 9 Unioni elementari di ancoraggio 9Unioni elementari p per carpenteria p pesante p SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 32 Sistemi di unione con organi meccanici Unioni elementari per carpenteria leggera 9 Caratterizzate da spessori esigui delle lamiere congiunte 9 Larga diffusione organi meccanici di derivazione aeronautica o del settore automotive, capaci di trasmettere prevalentemente sollecitazioni di taglio. 9 I rivetti sono molto utilizzati, se non i più diffusi, sia per le ridotte dimensioni (d<8 mm) sia per il processo di ribattitura eseguito a freddo. 9 Si utilizzano anche viti autofilettanti sia connessioni “clinching” clinching (connessione per pura plasticizzazione dell’elemento e delle lamiere a contatto Unioni con viti autofilettanti U i i rivettate Unioni i tt t Diam. <8mm U i i clinciate Unioni li i t SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 33 Sistemi di unione con organi meccanici Unioni elementari di ancoraggio Le unioni elementari realizzate con organi meccanici trovano largo impiego anche come sistemi di ancoraggio a costruzioni esistenti sia in cemento armato che in muratura: tasselli (chimici e meccanici) e tirafondi tirafondi. 9 Tasselli chimici: la tenuta è garantita da adesivi epossidici 9 Tasselli meccanici: la tenuta sfrutta l’attrito prodotto sulla superficie laterale e/o alla punta a seguito dell dell’espansione espansione nel foro. foro 9 Tirafondi: costituiti da barre filettate dotate di un allargamento di estremità, si differenziano dai tasselli poiché vengono messi in opera prima del getto del cls. Tasselli chimici Tasselli meccanici SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Tirafondi 34 Sistemi di unione con organi meccanici Unioni elementari per carpenteria pesante 9 Bulloni sono g gli organi g meccanici impiegati p g p per le strutture in carpenteria p metallica. Grazie alla loro morfologia dotata di due teste di estremità, sono capaci di trasmettere sia sollecitazioni semplici di trazione e taglio che sollecitazioni composte. 9 Consentono di realizzare sistemi strutturali reversibili. reversibili 9 Le operazioni di assemblaggio risultano molto semplici e per questo possono avvenire senza personale specializzato e senza immettere nell’ambiente circostante sostanze nocive. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 35 Sistemi di unione – Unioni Bullonate Caratteristiche dei bulloni: geometria Le proprietà geometriche dei b ll i sono essenzialmente bulloni i l t rappresentate dal: diametro lordo (M o ( ) dimensione della testa (s); lunghezza del gambo filettatura (B). d); (L); SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 36 Sistemi di unione – Unioni Bullonate Caratteristiche dei bulloni: resistenza e prepre-serraggio UNI EN ISO 898, EN1090EN1090-1 Resistenza dei bulloni Classe di resistenza Bulloni Normali Proprietà meccaniche Tensione di snervamento fyb (N/mm2) Bulloni ad alta resistenza 4.6 4.8 5.6 5.8 6.8 8.8 10.9 240 320 300 400 480 640 900 400 400 500 500 600 800 1000 Tensione ultima ltima a tra trazione ione fub (N/mm2) Rm,nom (N/mm2) Pre--serraggio Pre 9 I bulloni ad alta resistenza devono essere impiegati qualora si voglia sfruttare ll’attrito attrito tra le piastre a contatto per il trasferimento delle azioni (unioni ad attrito). attrito) 9 In questo caso occorrono elevati sforzi di serraggio e quindi acciai con un più alto tenore di carbonio opportunamente trattati termicamente. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 37 Sistemi di unione – Unioni Bullonate Caratteristiche dei bulloni: resistenza e prepre-serraggio UNI EN ISO 898, EN1090EN1090-1 Per non pregiudicare la capacità portante del bullone occorre che lo sforzo di pretrazione induca uno stato tensionale non maggiore al 70% della tensione ultima a trazione. La forza di pre-carico da utilizzarsi è pari a Fp ,C = 0.7 ⋅ fub ⋅ AS mentre la coppia di serraggio è pari a MS = 0.2 ⋅ d ⋅ Fp ,C SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 38 Sistemi di unione – Unioni Bullonate EN1993--1-8 (3.5) EN1993 Posizionamento dei bulloni p1 e1 L p2 > 1,2d0 L > 2,4d 2 4d0 e2 p2 p2 p2 p1,0 p1 p2 p1,i Massimi Distanze e spaziature Minimi e1 e2 e3 e4 p1 p1,0 p1,i p2 1,2 d0 1,2 d0 1,5 d0 1,5 d0 2,2 d0 2,4 d0 Acciai A i i conformi f i alle ll EN 10025 10025-1-2-3-4 1234 Acciai esposti a cause di Acciai non esposti a cause di corrosione corrosione 4 t + 40 mm 4 t + 40 mm min {14 t ; 200 mm} min {14 t ; 200 mm} min {28 t ; 400 mm} min {14 t ; 200 mm} min {14 t ; 200 mm} min {14 t ; 200 mm} SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore A i i conformi Acciai f i alla ll EN 10025 10025-5 5 Acciai posti in opera non protetti max {8 t ; 125 mm} max {8 t ; 125 mm} min {14tmin ; 175 mm} min {14tmin ; 175 mm} 39 Sistemi di unione – Unioni Bullonate EN1090 Lavorazioni delle parti a contatto e tolleranze foroforo-bullone Le superfici ed i bordi delle lamiere dovranno essere lavorate superficialmente se si vuole sfruttare l’attrito tra le parti. Classe delle superfici di attrito Coefficiente di attrito Lavorazione (EN 1993-1-8) 1993 1 8) A Superfici sabbiate 0,5 B Superfici sabbiate e zincate 0,4 C Superfici pulite con spazzola 0,3 D Superfici non trattate 0,2 Prescritte tolleranze più alte per semplificare operazioni di montaggio, ciò comporta riduzione del 15% della resistenza a taglio. Maggiori libertà di manovra possono essere raggiunte con l’impiego di fori asolati. una Tolleranze EN 1993-1-8 Foro asolato Diametro Tolleranza M12 ÷ M14 M16 ÷ M24 > M24 1 mm 2 mm 3 mm SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 40 Sistemi di unione – Unioni Bullonate Categorie di connessioni bullonate e campi di applicazione EN1993--1-8 (3.4) EN1993 Ai fini della valutazione della capacità portante l’Eurocodice 3 differenzia le connessioni bullonate in cinque diverse categorie prestazionali Unio oni a Trazione Unioni a Taglio Tipo Categoria Osservazioni A tipo portante Non è richiesto precarico. Possono essere usati bulloni di classe da 4.6 a 10.9 B Resistente allo scorrimento in condizioni di servizio C Resistente allo scorrimento in condizioni ultime D non-precaricato E precaricato i t SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore Devono essere usati bulloni precaricati 8.8 o 10.9. Devono essere usati bulloni precaricati 8.8 8 8 o 10 10.9. 9 Non è richiesto precarico. Possono essere usati bulloni di classe da 4.6 a 10.9 Devono essere usati bulloni precaricati 8.8 o 10.9. 41 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Meccanismi di collasso e modelli di resistenza 9 I fase: fase scorrimento fra gli elementi collegati; la fase termina non appena viene raggiunta la resistenza allo scorrimento per attrito (Fs,R); 9 II fase: fase brusco scorrimento della giunzione e ripresa del gioco foro-bullone; fase bullone viene sollecitato a taglio; 9 III fase: 9 IV fase: fase prime plasticizzazioni e comportamento dell’unione non lineare. Collasso dell’unione con resistenza ultima FV,u. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 42 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Meccanismi di collasso e modelli di resistenza EN1993--1-8 (3.6) EN1993 La resistenza al collasso FV,u corrisponde al meccanismo di collasso di minor resistenza tra i quattro tt meccanismi i i caratteristici tt i ti i delle d ll unioni i i a taglio t li FV ,U = min{FV ,Rd ,a ; FV ,Rd ,b ; FV ,Rd ,c ; FV ,Rd ,d } SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 43 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Categorie di connessioni bullonate e campi di applicazione EN1993--1-8 (3.4) EN1993 9 Categoria A: indicata qualora eventuali assestamenti dei collegamenti non compromettono la funzionalità della costruzione e/o fanno nascere stati di sollecitazione addizionali 9 Categoria B: progettate in modo da lavorare per attrito in esercizio ed a taglio allo stato limite ultimo 9 Categoria C: lavora sempre per attrito. Si richiedono per strutture ad alta duttilità i i impiegate t in i zona sismica. i i Il collasso ll di dipende d (capacity ( it design) d i ) dalle d ll membrature connesse. V ifi h C Verifiche Categoria t i A FV ,Ed ,SLU ≤ FV ,U V ifi h C Verifiche Categoria t i B V ifi h C Verifiche Categoria t i B FV ,Ed ,SLE ≤ FV ,Scorr FV ,Ed ,SLU ≤ FV ,U FV ,Ed ,SLU ≤ FV ,U Sollecitazione Sollecitazione allo allo SLE SLU Resistenza R i t ““ad ddell’unione attrito” tt it ” d dell’unione ll’a collasso i Resistenza SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 44 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 Resistenza a taglio del bullone In accordo ai modelli di capacità p forniti dall’Eurocodice 3, la resistenza al taglio g ((FRd,a) del singolo bullone FV ,Rd ,a α v ⋅ fub ⋅ A = γ M2 funzione del coefficiente αv è quella di trasformare la resistenza a trazione dell’organo dell organo fub in una equivalente resistenza a taglio fub: resistenza ultima a trazione del bullone; A: area del bullone per piano di taglio; Coefficiente Posizione dei piani di taglio Classe dei bulloni Piani di taglio passanti per la porzione filettata del gambo della vite 4.6 5.6 6.8 8.8 10.9 0,6 0,6 0,5 0,6 , 0,5 Piani di taglio passanti per la porzione non filettata del gambo della vite Tutte le classi 0,6 SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore αv 45 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Resistenza a rifollamento della lamiera EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 In accordo al modello proposto dall’Eurocodice 3, la resistenza delle lamiere (FRd,b) si valuta in modo d convenzionale i l attraverso tt lla fformula: l FV ,Rd ,b = k 1 ⋅ α b ⋅ fu ⋅ d ⋅ t γ M2 k1 è coefficiente di rifollamento il cui valore non può eccedere 2.5; ⎧ fu,bullone ⎫ min⎨α d ; ;1⎬ ⎩ fu,lamiera ⎭ αb è un coefficiente correttivo, valutato come il File esterne di bulloni: ⎧ k 1 = min ⎨ 2 .5; ⎩ 2 .8 ⋅ Coefficiente di rifollamento k1 File interne di bulloni ⎫ e2 − 1 .7 ⎬ d0 ⎭ ⎧ ⎫ p k 1 = min ⎨ 2 .5; 1 .4 ⋅ 2 − 1 .7 ⎬ d0 ⎩ ⎭ Coefficiente αd Bulloni esterni αd = Bulloni interni e1 3⋅ d0 αd = SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore p1 1 − 3⋅ d0 4 Distanze valutate perpendicolarmente alla direzione della forza (e2 e p2) Distanze valutate parallelamente alla di direzione i d della ll fforza (e1 e p1) 46 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Resistenza a rifollamento della lamiera 9Coefficienti di rifollamento e correttivo ottenuti mediante formulazioni empiriche. p 9In particolare il coefficiente di rifollamento k1 è funzione dei parametri di posizione definiti in direzione parallela alla forza di taglio e tiene in conto dell’effettivo fenomeno di plasticizzazione 9Una ulteriore riduzione del 25% della resistenza al rifollamento deve essere considerata nell caso sii realizzi li i una unione i non simmetrica, i i a causa del d l momento parassita i SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 47 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Resistenza a taglio della lamiera EN1993--1-8 (3.5) EN1993 La rottura per taglio della lamiera è automaticamente soddisfatta rispettando i requisiti dimensionali imposti dall’Eurocodice 3 riguardo alla posizione dei fori rispetto ai bordi della lamiera Resistenza a trazione della lamiera EN1993--1-1 (6.2.3) EN1993 In accordo al modello proposto dall’Eurocodice 3, la resistenza delle lamiere (FRd,d) si valuta in modo convenzionale attraverso la formula: FV ,Rd ,d = 0 .9 ⋅ Anet ⋅ fu γ M2 Anet è l’area del piatto in acciaio impiegato nell’unione privata del foro del bullone p g p per il p piatto fu è la resistenza ultima dell’acciaio impiegato SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 48 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Resistenza a taglio per giunti lunghi EN1993--1-8 (3.8) EN1993 Nel caso di un g giunto la distanza tra l’estremità dei dispositivi p di collegamento g misurata nella direzione di trasferimento della forza è maggiore di 15 volte il diametro del bullone, si deve ridurre la resistenza di progetto a taglio FV,U di tutti i dispositivi attraverso il seguente coefficiente: β Lf = 1 − L j - 15 ⋅ d 200 ⋅ d SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 49 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Resistenza ad attrito EN1993--1-8 (3.9.1) EN1993 La resistenza per attrito (Fs,Rd) di una unione bullonata sottoposta a puro taglio è valutata convenzionalmente attraverso la seguente relazione, sia nel caso di collegamenti di categoria B che C Fs , Rd = ks ⋅ n ⋅ μ γM3 ks è il coefficiente di forma del foro; ⋅ F p ,C n è il numero di superfici di attrito o scorrimento; µ è il fattore di scorrimento. Tipo di foratura Bulloni in fori normali. Bulloni in fori sovradimensionati o in fori asolati corti con l’asse dell’asola perpendicolare alla direzione di trasferimento del carico. Bulloni in fori asolati lunghi con l’asse dell’asola perpendicolare alla direzione di trasferimento del carico. Bulloni in fori asolati corti con l’asse dell’asola parallela alla direzione di trasferimento del carico. Bulloni in fori asolati lunghi con l’asse dell’asola parallela alla direzione di trasferimento del carico. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore ks 1,0 0,85 0,70 0,76 0,63 50 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio EN1993--1-8 (3.9.2) EN1993 Resistenza ad attrito Il fattore di scorrimento µ è valutato per via sperimentale attraverso delle indagini di tipo standard. Si assumono valori tra 0.5 e 0.2 a seconda del trattamento superficiale degli elementi collegati. In presenza di trazione (Ft,Ed), si deve ridurre la resistenza di progetto allo scorrimento attraverso le seguenti relazioni Porzione della trazione applicata all’unione ll’ i ttrasferita f it all b bullone ll Fs ,Rd = k s ⋅ n ⋅ μ ⋅ ( Fp ,C − 0 ,8 Ft ,Ed ) γ M3 Il meccanismo di trasferimento degli sforzi tra bullone e lamiera produce uno sforzo di trazione del gambo pari all’80% della trazione applicata all’unione Ft,Ed SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 51 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Coefficiente di sicurezza parziale Valori raccomandati (EN 1993-1-8) - Rottura della sezione da classe 1 a 4 γM0 1,00 - Fenomeni di instabilità γM1 1,00 - Fratture delle sezioni tese indebolite da fori γM2 1,25 γM2 1,25 γM3 1,25 γM3,ser 1,10 Resistenza a flessione di un bullone iniettato (tasselli chimici) γM4 1,00 Resistenza di un giunto di una trave a traliccio a sezioni cave γM5 1,00 γM6,ser 1,00 γM7 1,10 Tipologia prestazionale Resistenza della membrature strutturali nei confronti di: Resistenza dei bulloni Resistenza dei chiodi, rivetti e viti Resistenza del perno Resistenza delle piastre inflesse e/o a contatto Resistenza allo scorrimento - allo stato limite ultimo (Categoria C) - allo stato limite di servizio (Categoria B) Resistenza del perno allo stato limite di servizio Precarico o Serraggio di bulloni ad alta resistenza SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 52 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Metodi di calcolo delle sollecitazioni Le azioni prodotte sul singolo bullone da una azione di taglio applicate ad una unione possono essere calcolate utilizzando due differenti metodi. 9 Metodo del centro di istantanea rotazione Legge taglio-deformazione del bullone (Crawford, 1968) Forze di taglio eccentriche producono rotazioni rispetto ad un centro di istantaneo 9 Metodo elastico (Higgins, 1971) Ignorata deformazione del bullone Le forze di taglio eccentriche sono riportate al baricentro della bullonatura SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 53 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Metodi di calcolo delle sollecitazioni: Centro di istantanea rotazione Baricentro della bullonatura Centro di istantanea rotazione Schema di equilibrio tra forza di taglio e sollecitazioni nei bulloni SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 54 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Metodi di calcolo delle sollecitazioni: Metodo elastico Y e P P CG Pxe Riduzione della forza all b baricentro i d della ll bullonatura X + Distribuzione delle sollecitazioni sui bulloni dell’unione dell unione SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 55 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Metodi di calcolo delle sollecitazioni Metodo del centro di istantanea rotazione V Taglio V, 9 Il metodo di calcolo del centro di istantanea rotazione fornisce una valutazione più accurata del carico di collasso dell’unione. 9 Per la sua applicazione deve essere impiegata una apposita legge carico-deformazione del bullone 9 La distribuzione delle forze agenti interne all’unione all unione deve essere calcolata con una procedura numerica opportuna ( V = VU ⋅ 1 − e −10 Δ ) 0.55 Δ, Spostamento (AISC--Manual of steel construction, 1994) (AISC Metodo elastico 9 Il metodo elastico è un approccio più conservativo. 9 Ignora però la ri-distribuzione delle sollecitazioni nell’unione e la sua duttilità. 9E E’ di facile utilizzo nella pratica progettuale SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 56 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Esempi di calcolo delle sollecitazioni con il metodo elastico Unione a taglio g – forza p passante per p il baricentro della bullonatura V V Vb = nb ns V Gb Vb: taglio singolo bullone nb: numero bulloni, ns: p piani di taglio g Unione a taglio – forza non passante per il baricentro della bullonatura V V e e Gb si deve riportare p lo sforzo normale sull’asse baricentrico ed all’unione si deve applicare anche un momento di trasporto p Mt = V X e SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 57 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a taglio Esempi di calcolo delle sollecitazioni con il metodo elastico Unione a taglio – forza non passante per il baricentro della bullonatura La forza tagliante V si distribuisce sui bulloni come nel caso precedente della forza passante per il baricentro Vb ,V V = nb ns Il momento torcente, torcente nell nell’ipotesi ipotesi di piastra indeformabile, indeformabile si sostituisce con un sistema di forze Fi = kdbi dbi Gb Ve = ∑ Fi dbi Vb , Mt Ve da cui: k = 2 d ∑ bi dbi = Fi = M t 2 d ∑ bi SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 58 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Meccanismi di collasso e modelli di resistenza Comportamento sperimentale dell’unione a trazione soggetta ad un precarico del bullone di intensità pari a Fp,C, è possibile identificare f le seguenti fasi: f I fase : applicazione del carico; solo un aliquota di circa il 10% si traduce in incremento di trazione nel g gambo. Ciò si verifica sino al raggiungimento gg g della forza di distacco delle lamiere (Fp). II fase: fase a seguito del distacco tutto lo sforzo di trazione esterno è assorbito dal bullone fino al collasso dell’unione dell unione. FP = 1.1 × FP ,C SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 59 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Meccanismi di collasso e modelli di resistenza Per quanto riguarda i meccanismi di collasso l’unione a trazione può rompersi per: 9 Rottura per trazione del gambo del bullone; 9 Rottura per punzonamento della lamiera in corrispondenza delle teste del bullone o dado. Il meccanismo di collasso risulta il minore dei due possibili meccanismi FT ,U = min{FT ,Rd ,a ; FT ,Rd ,b } SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 60 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Categorie di connessioni bullonate e campi di applicazione 9 Categoria D: non garantisce la tenuta delle lamiere a contatto, che potrebbero anche distaccarsi per livelli elevati di sollecitazione 9 Categoria E: previsto un pre-carico controllato dei bulloni, necessariamente ad alta resistenza Verifiche Categoria D FT ,Ed ,SLU ≤ FT ,U Sollecitazione allo SLU Verifiche Categoria E FT ,Ed ,SLU ≤ FT ,U Resistenza a collasso dell’unione dell unione SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 61 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Meccanismi di collasso e modelli di resistenza EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 Sulla S ll base b d i modelli dei d lli di capacità ità forniti f iti dall’Eurocodice d ll’E di 3 la l resistenza i t di progetto tt a trazione del gambo del bullone FT ,Rd ,a = k 2 ⋅ fub ⋅ As γ M2 fub è la resistenza ultima a trazione del bullone; As è l’area ridotta del bullone; k2 è un coefficiente che dipende dal livello di serraggio e vale 0.63 nei bulloni presollecitati con chiave dinamometria e 0,9 negli altri casi. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 62 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Meccanismi di collasso e modelli di resistenza EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 La resistenza al punzonamento della lamiera in corrispondenza del dado o della testa del bullone (Bp,Rd) può essere valutata attraverso il seguente modello B p ,Rd = 0 .60 ⋅ π ⋅ d m ⋅ t p ⋅ f u dm diametro medio della testa del bullone o del dado (il minore fra i due); tp è lo spessore della piastra sotto il bullone o il dado; fu è la resistenza ultima a trazione della lamiera. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 63 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Metodi di calcolo delle sollecitazioni Le unioni a trazione sono soggette ad azioni assiali e flettenti parallelamente al gambo dei bulloni che sono quindi tesi, e su cui le azioni vengono ripartite in base a metodi validati sperimentalmente. La ripartizione delle azioni dipende dalla rigidezza della lamiera: 9 lamiera rigida i bulloni sono tesi e privi di flessioni parassite, ed il collasso avviene per snervamento del bullone o punzonamento; 9 lamiera deformabile il bullone è anche inflesso, ed il collasso avviene per snervamento del bullone, bullone o per formazione di cerniere plastiche nella flangia. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 64 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Metodi di calcolo delle sollecitazioni EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 Caso flangia rigida 9 le trazioni sono assorbite dai bulloni; 9 le compressioni sono assorbite per contatto; 9 la l distribuzione di t ib i d ll forze delle f di dipende d dalla d ll geometria t i dell’unione; d ll’ i 9 i bulloni si verificano trascurando le flessioni parassite; 9 la semplificazione è ammissibile se lo spessore delle flange ne garantisce la validità; 9 è necessario verificare che in esse non venga superato il limite elastico. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 65 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Metodi di calcolo delle sollecitazioni EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 Caso flangia deformabile 9la distribuzione delle forze sui bulloni dipende da geometria dell’unione e rigidezza i id d ll flangia della fl i 9i bulloni si verificano considerando la flessione parassita nel gambo e la ridistribuzione idi t ib i d li sforzi degli f i a causa della d ll plasticizzazione l ti i i d i puntiti più dei iù sollecitati ll it ti delle flange 9il metodo di analisi va determinato caso per caso ricercando soluzioni equilibrate e compatibili con resistenza e deformabilità di bulloni e flange. SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 66 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Esempi di calcolo con piastra rigida EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 Forza passante per baricentro della bullonatura N N dbi Nb, N N = nb Gb N trazione totale agente sull’unione nb numero dei bulloni Nb,N trazione agente sul singolo bullone SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore N 67 Sistemi di unione – Unioni Bullonate a trazione Esempi di calcolo con piastra rigida EN1993--1-8 (3.6.1) EN1993 Forza non passante per baricentro della bullonatura N e N Gb C V dbi Nbtot Ve N = nb N trazione totale agente sull’unione numero dei bulloni Nb,M Ne = d 2 bi ∑ dbi nb Nb,N trazione agente sul singolo bullone Nb,M bM trazione agente sul singolo bullone N b ,tot dbi V = + Ne 2 nb d ∑ bi dbi distanza del bullone dal baricentro Nb, N SISTEMI DI UNIONE – W. Salvatore 68