30/05/2012 Chiodature Le chiodature si possono distinguere in diversi tipologie: in base all'applicazione - a caldo: il chiodo viene riscaldato fino a 900 °C, poi inserito nel foro e ribadito. Raffreddandosi si accorcia e va ad essere sollecitato a trazione; (attrito tra le superfici). - a freddo: il chiodo è messo nell'alloggiamento e ribadito, così la trazione è modesta, (resistenza a taglio dei gambi dei chiodi). Questo secondo metodo è più usato per le lamiere, ed i chiodi sono detti ribattini. in base all'unione dei lembi - chiodatura a sovrapposizione semplice: i due lembi si ricoprono. - a coprigiunto semplice: i due lembi sono testa a testa e ricoperti su di una superficie da un tratto di lamiera. - a coprigiunto doppio: i due lembi sono testa a testa e ricoperti su entrambe le superfici da tratti di lamiera. 1 30/05/2012 UNIONI BULLONATE Classificazione dei bulloni I bulloni sono organi di unione costituiti da: - vite, con testa per lo più esagonale e gambo completamente o parzialmente filettato (fig. a); - dado, anch’esso di forma per lo più esagonale (fig. b); - rondelle di forma per lo più circolare (fig. c). 2 30/05/2012 Geometria dei bulloni p – passo della filettatura. d – diametro nominale del gambo. dn – diametro del nocciolo. dm – diametro medio. dres = (dn + dm)/2 diametro della sezione resistente. A = π d²/4 area della parte non filettata del gambo. Ares = π d²res/4 area resistente della parte filettata. Geometria dei bulloni Tabella desunta dalla UNI 4534-64. 3 30/05/2012 Tolleranza dei bulloni - I fori devono avere diametro uguale a quello del bullone maggiorato al massimo di 1 mm, per bulloni sino a 20 mm di diametro, e di 1,5 mm per bulloni di diametro maggiore di 20 mm. - Quando necessario, è possibile adottare “accoppiamenti di precisione” in cui il gioco foro-bullone non dovrà superare 0,3 mm per bulloni sino a 20 mm di diametro e 0,5 mm per bulloni di diametro superiore. La lunghezza ottimale della parte non filettata è pari allo spessore delle piastre da unire. I fori potranno essere realizzati mediante trapanatura o punzonatura. Caratteristiche meccaniche Coefficienti di sicurezza per la verifica delle unioni bullonate 4 30/05/2012 Posizione dei fori Serraggio Stato di autotensioni prodotte dal serraggio: - Pretrazione del bullone ↔ precompressione delle piastre -Torsione del bullone ↔ attrito piastra bullone Benefici derivanti dalla precompressione delle piastre - Eliminazione degli scorrimenti tra le piastre (deformazione globale) - Eliminazione del distacco piastra-piastra (corrosione) La curva (1) si riferisce ad una trazione pura, mentre la curva (2) ad una trazione + torsione. 5 30/05/2012 Serraggio σ =N/A Lo sforzo assiale medio; res τ = TS1d / 2Io Lo sforzo tangenziale massimo; Si può definire la condizione limite di resistenza: σid = σ 2 + 3τ 2 = ησ = 1.15 ÷1.25σ ⇒ σ ≤ fe / η Controllo del serraggio: 1) Rigoroso, tramite l’utilizzo di una chiave dinamometrica; 2) Classico, tramite il controllo della rotazione del dado, basato sul numero dei giri; Serraggio METODO RIGOROSO Il momento torcente da applicare vale: M s = k ⋅ d ⋅ Fp,c con F p ,c = 0.7 ⋅ f ub ⋅ As γM7 I valori di Ms e Fp,c sono indicati nella seguente tabella. 6 30/05/2012 Serraggio METODO CLASSICO -Si serra a mano o con una chiave a percussione il dado fino a quando si sono poste a contatto le lamiere interposte fra testa e dado. -Si dà poi una rotazione al dado compresa fra 90°e 120°con tolleranza di 60°in più. Resistenza dell’unione bullonata A riguardo della resistenza si possono distinguere le unioni in: -Unioni in cui il bullone è sollecitato a taglio. -Unioni in cui il bullone è sollecitato a trazione. -Unioni in cui il bullone è sollecitato contemporaneamente a trazione e taglio. Per ognuno di questi tipi di unione si deve distinguere la resistenza nei riguardi: - dello stato limite di servizio; - dello stato limite ultimo. 7 30/05/2012 Unioni a taglio 1a fase: Scorrimento nullo al crescere del carico - trasmissione delle forze per attrito tra le lamiere. La fase termina per un valore FV,f del carico che corrisponde al superamento dell’attrito fra le lamiere. 2a fase: Brusco scorrimento della giunzione in corrispondenza del carico esterno FV ≈ FV, f . La fase ha termine con la ripresa del gioco foro-bullone. 3a fase: Lo scorrimento è proporzionale al carico, evidenziando il comportamento elastico dell’unione. La fase ha termine al raggiungimento del limite elastico o nelle piastre o nel bullone. 4a fase: Grandi scorrimenti per piccoli incrementi di carico. La fase ha termine con il collasso della giunzione in corrispondenza di un carico ultimo FV, u. Unioni a taglio Cambiando il preserraggio del bullone o il trattamento superficiale delle lamiere a contatto: - Cambia il valore del carico FV,f per cui avviene lo scorrimento dell’unione - Si estende o si contrae la fase elastica. - Resta inalterata la fase plastica ed il valore del carico ultimo FV,u. 8 30/05/2012 Unioni a taglio: stato limite di servizio Per limitare la deformabilità delle giunzioni di una struttura è necessario calcolare il valore di progetto della resistenza per attrito della giunzione. Fs , Rd = n ⋅ µ ⋅ Fp ,c Dove: n è il numero di superfici a contatto; γM3 µ è il coefficiente di attrito delle superfici pari a: - 0.45 quando le giunzioni sono sabbiate al metallo bianco e protette sino al serraggio dei bulloni; - 0.30 in tutti gli altri casi; Fp,c è il valore dell’azione assiale conseguente il serraggio Unioni a taglio: stato limite di servizio Se si vuole contare su coefficienti di attrito µ > 0.45, si devono eseguire opportuni controlli sperimentali sulla efficienza della giunzione mediante prove su almeno 5 provini uguali. 9 30/05/2012 Unioni a taglio: stato limite di servizio Quindi con Fs,Rd pari a 0,15 mm si ha: µ = Fs , Rd / 4 Fp , c Dei 5 provini: - 4 devono essere provati secondo valori normali di accrescimento del carico (10 ÷ 20 kN/min); - 1 deve essere sottoposto ad una prova di lunga durata (carico pari al 90% della media di quelli denotanti lo scorrimento dei primi 4 provini, e lasciato caricato per 3 ore). Lo s.q.m. relativo alla media dei dieci valori così misurati deve essere minore dell’8%. Unioni a taglio: stato limite di servizio Se fallisce la prova a lunga durata: Definita la durata ∆tS della vita di progetto della struttura, si potranno interrompere le prove al tempo ti per cui la tangente alla curva sperimentale passa per il punto definito da una ascissa t = log∆tS e un ordinata ∆L = 0.3 mm. Nell’esempio le curve sperimentali dei provini “1” e “2” sono soddisfacenti, quella del provino “3” non è accettabile. 10 30/05/2012 Unioni a taglio: stato limite ultimo Sono possibili i seguenti meccanismi di collasso: - rottura per taglio del bullone (a) - rottura per rifollamento della lamiera (b) - rottura per taglio della lamiera (c) - rottura per trazione della lamiera (d) Unioni a taglio: stato limite ultimo Rottura per taglio del bullone Quando il piano di taglio interessa la parte filettata della vite: Fv , Rd = Fv , Rd = 0.6 ⋅ f tb ⋅ Ares γM2 0.5 ⋅ f tb ⋅ Ares γM2 Per bulloni di classe 4.6, 5.6 e 8.8 Per bulloni di classe 6.8 e 10.9 Quando il piano di taglio interessa la parte non filettata della vite: Fv , Rd = 0.6 ⋅ f tb ⋅ A γM2 Per tutte le classi di resistenza 11 30/05/2012 Unioni a taglio: stato limite ultimo Rottura per rifollamento della lamiera distribuzione reale: - in campo elastico (c) - in campo elasto-plastico (d) - distribuzione di progetto (e) è riferita ad un valore normale medio. Unioni a taglio: stato limite ultimo Rottura per rifollamento della lamiera Indicando tmin (il minore fra t3 e t1 + t2), la resistenza di progetto per rifollamento delle piastre di coprigiunto può essere valutata secondo la formula: t1 t3 t2 Fb ,Rd = k ⋅ α ⋅ f tk ⋅ d ⋅ t γM2 ftk è la resistenza a rottura del materiale della piastra collegata; d è il diametro nominale del gambo del bullone; 12 30/05/2012 Unioni a taglio: stato limite ultimo Rottura per trazione della lamiera Valore della resistenza a rottura della sezione netta Anet in corrispondenza dei fori: N u , Rd = 0.9 ⋅ Anet ⋅ f tk γM2 dove: Ftk = resistenza a trazione di progetto delle piastre; Anet = tmin (b-ϕ) = area della sezione netta. Unioni a taglio: stato limite ultimo Rottura per trazione della lamiera Nel caso che vi siano più bulloni la scelta della sezione critica deve venir fatta sulla base delle resistenze a collasso per trazione e taglio della piastra, in funzione delle possibili linee di rottura (a). La sezione critica della piastra illustrata in figura b, è quella caratterizzata dal valore minimo di area fra 2L1 + 2L2; 2L1 + 2L3 + L4; 2L1 + 2L3 + 2L5. 13 30/05/2012 Unioni a trazione Le unione a trazione tipiche si ritrovano ogni qualvolta si vuole ripristinare la continuità degli elementi strutturali mediante giunzioni flangiate. Si consideri l’unione costituita da due elementi giuntati con un unico bullone e sollecitati da una forza esterna FN. Unioni a trazione - all’agire di FN lo sforzo del gambo del bullone si incrementa di un aliquota x (leggero allungamento del bullone), di conseguenza, la risultante di compressione della lamiera si riduce di una quantità Y; - con Y < NS le parti restano ancora in contatto e l’allungamento ∆L1 del bullone coincide con la decompressione ∆L2 della lamiera. Quindi: ∆L 1 = X / k 1 ∆L 2 = Y / k 2 Dove k1 e k2 sono le rigidezze estensionali del bullone e delle piastre. 14 30/05/2012 Unioni a trazione La rigidezza del bullone vale: 1 L1 L = + k1 EA EA 2 res - A e Ares sono le aree della sezione del gambo e di quella resistente; - L1 e L2 le lunghezze della parte non filettata e di quella filettata. La rigidezza delle piastre vale: k 2 = EAeff / t k 2 ≥ 10k 1 Aeff = area convenzionale della zona soggetta a compressione con diffusione a 45°; t = spessore della piastra. (sperimentale) Unioni a trazione Quindi, per l’equilibrio del bullone deve risultare: X + Y = FN Per la congruenza deve essere: ∆L1 = ∆L 2 = X / k 1 = Y / k 2 Risulta pertanto: X= FN ≤ FN /11 1+ k 2 / k 1 Y = (1− 1 10 ) ≥ FN 1+ k 2 / k1 11 L’incremento X dello sforzo di trazione nel gambo, corrisponde quindi a non più del 10% dello sforzo di trazione esterno FN applicato. 15 30/05/2012 Unioni a trazione Nel primo diagramma è rappresentato il legame che intercorre fra il carico esterno applicato FN e l’allungamento del bullone ∆L, nel secondo quello intercorrente fra FN e l’azione assiale N agente nel gambo del bullone. Unioni a trazione: stato limite di servizio Il completo distacco dell’unione non è mai possibile, ne risulta quindi che: - Np = 1.1 NS (con Ns = Fp,c) rappresenta il limite superiore della forza assegnabile al bullone prima del distacco dell’unione. FN ≤ Fp ,c Da un punto di vista costruttivo, si devono adoperare bulloni ad alta resistenza (classe 8.8, 10.9 o 12.9) per evitare la perdita di serraggio nel tempo per effetti di rilassamento del materiale. 16 30/05/2012 Unioni a trazione: stato limite ultimo Resistenza di progetto dell’unione bullonata soggetta a trazione semplice: Ft , Rd = 0.9 ⋅ f tb ⋅ Ares γM2 dove: Ftb è il valore caratteristico della resistenza del materiale del bullone; Ares è l’area resistente. Il valore γM2 è legato a due fenomeni: - Il pericolo di una rottura del bullone per distacco della testa; - Il pericolo di presenza di flessione parassita. FINE LEZIONE 17 30/05/2012 Unioni a trazione: stato limite ultimo Resistenza al punzonamento della piastra collegata B p , Rd = 0.6 ⋅ π ⋅ d m ⋅ t p ⋅ ftk γM2 dove: Ftk è il valore caratteristico della resistenza a rottura del piatto; dm è il minimo tra il diametro del dado e quello medio della testa del bullone; tp è lo spessore del piatto. La resistenza complessiva della singola unione a trazione è perciò data da: min(B p , Rd ; Ft , Rd ) Unioni a taglio e trazione: stato limite ultimo Nel caso di presenza combinata di trazione e taglio si può adottare la formula di interazione lineare: FV , Ed FV , Rd + Ft ,Ed 1.4 ⋅ Ft , Rd ≤1 Con la limitazione: Ft , Ed Ft , Rd ≤1 18 30/05/2012 Effetti delle caratteristiche di sollecitazione Le unioni bullonate possono essere sollecitate in due modi diversi: - Sollecitazione di taglio e torsione agenti nel piano delle lamiere (a). - Sollecitazioni assiali e flettenti agenti in piani paralleli al gambo dei bulloni (b). La ripartizione di tali effetti sui singoli bulloni viene eseguita sulla base di metodi convenzionali suffragati da risultati sperimentali. Sollecitazioni di taglio e torsione - Si riferisce la forza esterna al baricentro della bullonatura calcolando le componenti tagliante e torcente (a); - Si considera la componente tagliante suddivisa in parti uguali agenti sui bulloni con la stessa direzione (b); - Si considera il momento torcente suddiviso in forze agenti sui bulloni in direzione perpendicolare al segmento che unisce il bullone al baricentro e di entità proporzionale a questa distanza (c); 19 30/05/2012 Sollecitazioni di taglio e torsione L’ipotesi è che i bulloni lavorino tutti a contatto con le piastre; “distribuzione degli sforzi nei bulloni nell’ipotesi di lamiere e bulloni elastici a perfetto contatto e si esclude ogni gioco foro-bullone” Grazie proprio al gioco foro-bullone è invece più aderente alla realtà equiripartire la forza esterna fra tutti i bulloni a patto che il giunto non sia troppo lungo Distribuzione delle componenti taglianti e torcenti La componente tagliante risulta: Con: FV V = - n il numero di bulloni presenti nel giunto; n ⋅ nV - nV il numero di sezioni resistenti per ogni bullone. Il momento torcente è: T ⋅ ai Con: VT,i = n V ⋅ ∑ a i 2 - ai la distanza fra il centro del bullone ed il baricentro della bullonatura. 20 30/05/2012 Effetti combinati: taglio + torsione Ai fini del calcolo conviene operare assumendo un sistema di riferimento x-y. Scomposta la componente tagliante e torcente secondo gli assi si ottiene: VX = VT , i , X = FV , X nV ⋅ n VY = TYi nV ∑ ( xi 2 + yi 2 ) VT , i , Y = FV ,Y nV ⋅ n TXi nV ∑ ( xi 2 + yi 2 ) V i = (VX + VT , i , x ) 2 + (VY + V T , i , y ) 2 Una siffatta distribuzione ha valore per giunzioni per cui la distanza fra il primo e l’ultimo bullone, misurata in direzione della componente tagliante, sia L≤ 15d (essendo d il diametro nominale del bullone). Effetti combinati: taglio + torsione Per lunghezze maggiori: V = Vo ⋅ β dove: -Vo è l’azione calcolata nell’ipotesi di equidistribuzione della componente tagliante; - β ≥ 1 è un coefficiente che può essere assunto pari a: 1 β = 1 + 0.33 1.33 , per L ≤ 15d L −15d , per 15d ≤ L ≤ 65d 50d per L ≥ 65d 21 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione Considerata la più semplice unione soggetta a trazione avremo: - Se la flangia è sufficientemente rigida, è possibile trascurare la sua deformazione: i bulloni risultano semplicemente tesi e privi quindi di flessioni parassite (a). - Se la flangia è più deformabile nascono delle forze Q di contatto e il bullone, per seguire l’inflessione della flangia, è impegnato anche a flessione (b). Sollecitazioni di trazione e flessione Se si analizza il collasso del giunto, si può affermare che le forze di contatto Q dipendono dalla rigidezza della flangia, da quella del bullone, dal carico applicato e che il collasso può avvenire: - per snervamento del bullone penalizzato dall’intervento di flessioni parassite e sollecitato assialmente dalla forza FN = F + Q - per la formazione di una o più cerniere plastiche nella flangia che risulta impegnata a flessione. 22 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione Metodi di Analisi: a) Si può considerare la flangia deformabile e plasticizzabile. I bulloni andranno verificati tenendo conto della flessione parassita nel gambo. b) Si può trascurare la deformabilità della flangia. Si schematizza allora la sezione come parzialmente reagente: - le trazioni sono assorbite dai bulloni , le eventuali compressioni per contatto. - I bulloni potranno essere verificati trascurando l’effetto delle flessioni parassite nel gambo. - Lo spessore delle flange dovrà essere adeguato, non venga superato il limite elastico. Sollecitazioni di trazione e flessione Metodi di Analisi: Si supponga che la forza assiale di trazione FN sia applicata internamente al nocciolo di inerzia. Quindi: Ni = forza agente sul generico bullone; e = eccentricità della forza applicata rispetto al baricentro; Ni = FN + n FN e ⋅ yi n ∑ i yi 2 Yi = la distanza dall’asse baricentrico dal bullone. 1 23 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione Metodi di Analisi: Se la forza assiale FN è applicata esternamente al nocciolo di inerzia (piastra non irrigidita): k è una costante di proporzionalità Ai è l’area del singolo bullone. La sezione ruoto intorno all’asse passante per C. Quindi, la forza agente sui bulloni e la tensione massima di compressione sono: N i = A i ⋅ k ( yi − yc ) ; σ =k⋅y c c Sollecitazioni di trazione e flessione Imponendo l’equilibrio a rotazione e traslazione delle sezioni si ottengono le seguenti equazioni determinatrici dell’asse neutro, in base alle quali è possibile determinare i valori della pressione massima di contatto σc e delle forze assiali agenti sui bulloni: - Flessione semplice (N = 0) n n b yc + yc ⋅ ∑ i Ai − ∑ i Ai yi = 0 2 1 1 byc 3 n σc = Myc / I con I = + ∑ i Ai( yi − yc)2 3 1 M Ni = ( yi − yc) Ai I 2 24 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione - Flessione e azione assiale: n n yc 3b b a a a + yc 2 (e − ) + yc ∑ i Ai(e − + yi ) − ∑ i Aiyi(e − + yi ) = 0 6 2 2 1 2 1 2 Con: e > 0 se N di compressione e < 0 se N di trazione yc σ = c yc 2 b − 2 ∑ FN Ni = σc A i( y i − y c ) Ai ( yi − yc ) yc Sollecitazioni di trazione e flessione Quando è presumibile che la zona a contatto sia di limitata estensione o la flangia è irrigidita, non ha più senso ipotizzare una distribuzione lineare delle pressioni di contatto. Essendo yc determinato a priori ed FN positivo se di compressione, risulta: Ni = k ⋅ Ai ( yi − yc ) a N i ( yi − yc ) = M − FN ( − yc) ∑1 2 n i 25 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione Si ha in definitiva: a − yc) 2 ⋅ A i( y i − yc ) 2 iA i( y i − y c) M − FN( Ni = n ∑ 1 imponendo l’equilibrio alla traslazione orizzontale si ottiene il valore della risultante R delle pressioni di contatto: n R= ∑ N +F i i N 1 Tale risultato può essere ragionevolmente ipotizzato uniformemente distribuito su un area rettangolare di lati b e 2yc di cui il punto C è il n baricentro, quindi: ∑ σ = i Ni + FN 1 c 2 yc ⋅b Sollecitazioni di trazione e flessione Si possono infine ricercare le prestazioni ultime della giunzione. Assumendo per l’azione assiale il valore positivo se di compressione è: − n Nd , o + fd yc b = FN Essendo n il numero di bulloni reagenti a trazione, risulta: yc = F N + n Nd , o fd b 26 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione Noto yc è possibile determinare il momento ultimo sopportabile, concomitante con l’azione assiale FN. Dall’equilibrio alla rotazione attorno a 0 è: n M u = F N e = N d , o ∑ i( yi − 1 yc a yc ) + FN ( − ) 2 2 2 Sollecitazioni di trazione e flessione Comportamento sperimentale: Per comprendere i limiti di applicabilità dei metodi sopra indicati, si deve osservare che questi sono basati sull’ipotesi seguente: - Il comportamento dei bulloni sia indipendente dalle deformazioni della flangia. In verità questa affermazione non è veritiera e per questa ragione le previsioni dei calcoli sono spesso disattese dall’evidenza sperimentale. 27 30/05/2012 Sollecitazioni di trazione e flessione Comportamento sperimentale: la trave con la piastra più spessa raggiunge il massimo valore compatibile con le sue prestazioni flessionali e il collasso avviene per cedimento dell’ala compressa della trave. la trave con flangia di spessore pari a 38mm cede prematuramente per rottura dei bulloni più vicini al lembo teso. Sollecitazioni di trazione e flessione Comportamento sperimentale: La flangia di spessore elevato è praticamente indeformabile e la distribuzione delle forze sui bulloni è lineare. La deformazione della flangia da 38mm provoca invece una zona di contatto anche nella parte inferiore del giunto e pertanto la distribuzione delle forze sui bulloni è sostanzialmente diversa da quella assunta alla base del calcolo. Si può concludere dall’esperienza, dicendo che, al crescere del numero delle file dei bulloni tesi, l’influenza della deformabilità della flangia diventa più significativa. 28