29. «Miracolo di Calanda», pittura murale di Ramón Stolz Viciano
(1952) con la restituzione della gamba amputata a Miguel
Pellicer il 29 marzo 1640.
30. Cupola centrale di 80 m. di altezza con affreschi di Montañés,
Abadías, Unceta, Pescador e Lana. Pulpiti di noce (1871).
18. Luogo nel quale il Santo Pilar rimane scoperto incorniciato
da un cerchio d’oro per poter essere baciato dai fedeli. Il
Papa Giovanni Paolo II venerò e baciò il Pilar nel 1986.
19. Assunzione della Vergine, rilievo di marmo di Carlos Salas.
26. Ecce Homo: tavola di scuola fiamminga del XVI secolo.
Nell’attico magnifica tavola fiamminga rappresentante la
Visitazione.
La Virgen de la Esperanza: oleo della Sacra Famiglia con
la Santissima Vergine, chiamata della Speranza, opera di
Cortés de Vega, XVII sec. Sostituisce l’antica cappella della
Speranza nella quale pregavano i poveri questuanti: ci sono
a Zaragoza molti devoti a questa Madonna e lo stesso Goya
si raccomadava a Lei ogni mattina prima di saliere sulle
impalcature per dipingere.
25. Coro maggiore: stalli in legno di rovere delle Fiandre di
stile plateresco, eseguito da Esteban de Obray, navarrofrancese, Nicolás Lobato, saragozzano, e il fiorentino Juan
Moreto, con scene della vita di cristo e dell’Antico Testamento.
I motivi decorativi sono un’amplia mostra della gamma
rinascimentale. L’organo fu intagliato da Moreto, Ropic e
Gillermo Lupe e costantemente ingrandito e rimodellato dal
XVI secolo. Attualmente possiede 4 tastiere, 1 sistema di
pedali, 80 registri, 6500 tubi, alcuni dei quali del XVI secolo.
Sopra il coro, volta dipinta da Ramón Stolz Viciano nel 1952
rappresentante «L’allegoria della Musica».
24. Inferriata del Coro di Tomás Celma (1579).
23 bis. Uscita dalla porta alta del lungofiume e ascensore alla
torre.
23. Cappella di San Agustín, funge da chiesa parrocchiale del
Pilar. Possiede un retablo barocco in legno dorato,
nell’intercolunnio di destra, altorilievo rappresentante San
Judas Tadeo.
22. Museo Pilarista: Contiene dipinti importanti (Goya, Bayeu,
ecc.) e una splendida selezione di corone, gioielli, scialli
ed altri doni fatti alla Vergine.
«La resa di Granada»: pittura murale di Ramón Stolz
Viciano (1952).
21. Santo Cristo, proveniente dall’antica Sala della preghiera,
attualmente sede del Museo Pilarista, XVI sec. e Madonna
Addolorata di Buenaventura Salesa.
Responsabile di atti
Capitolo Metropolitano di Zaragoza.
Sagrestia Maggiore.
Sagrestia della Madonna.
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+34 639 69 38 53
DATI INFORMATIVI
Orari della Basilica
Da lunedì a venerdì: dalle ore 6.45 alle 20.30 (in inverno) e
dalle ore 6.45 alle 21.30 (in estate).
Sabato, vigilia dei festivi, domenica e festivi: dalle ore 6.45 alle
21.30.
Per ulteriori informazioni
• Orario delle messe
• Confessioni
• Rosario
• Avvicinare i bambini al Manto della Madonna
• Visita del Museo Pilarista
• Vista Panoramica della città dalla Torre
33. Volta affrescata da Francisco Bayeu (1781-1782):
«Regina Prophetarum».
32. Cupola decorata da Ramón Bayeu (1781):
«Regina Confessorum».
31. Retablo Maggiore di alabastro policromo delle cave di Escatrón.
Di impianto architettonico gotico, presenta sculture e decorazioni
rinascimentali di Damián Forment (1509-1515). Nella predella
sette composizioni fini e tre grandi scene nel corpo del retablo:
Purificazione della Vergine, Assunzione (al centro) e Natività
di Nostra Signora. Sopra il tabernacolo, dove si conservava il
Santissimo Sacramento, secondo lo stile dei retabli aragonesi.
Sotto il piano dell’altare, sepolcro non i resti del gran vescovo
di Zaragoza San Braulio, gloria della Chiesa aragonese e
della Spagna visigotica.
28. Cappella di San José. riveste importanza perché è una
delle cappelle riservate nella Basilica per amministrare il
Sacramento della Cresima.
17. Volta affrescata da Francisco de Goya (1781):
«Regina Martirum», rappresentazione della Vergine Maria
con i santi aragonesi.
20. Volta decorata da Francisco Bayeu: «Regina Angelorum».
27. Cappella di San Antonio, con splendida statua del Santo opera
di José Ramírez de Arellano.
16. Piccola Sagrestia dalla quale passano i bambini per baciare
il manto della Madonna.
Stampato su carta ecologica
Luglio 2010
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Italiano
El Pilar
de Zaragoza
Secondo una venerabile e
antichissima tradizione, la Vergine
Maria, quando abitava ancora a
Gerusalemme prima della sua
gloriosa Ascensione ai cieli, venne
a Zaragoza per consolare e
incoraggiare l'Apostolo Santiago.
Questi si trovava, insieme ai primi
convertiti, sulle rive del fiume Ebro
predicando il Vangelo. Da tempi
remoti, questi fatti si collocano nella
notte del 2 gennaio dell'anno 40
dell'era cristiana.
Sulle rive del fiume Ebro, a Zaragoza, si erige l'imponente Basilica
del Pilar, gioiello dell'arte barocca aragonese, che sostituisce quella
costruita nel 1515 in stile gotico che, a sua volta, fu edificata dopo
l'incendio dell'originaria basilica romanica nel 1443.
Il tempio attuale si innalza sul progetto di Felipe Sánchez y Herrera
«el Mozo» a partire dal 1681. Nell'anno 1718 si finirono le navate
e fu collocato il retablo maggiore e il coro appartenenti entrambi
al vecchio tempio. Dopo una lunga parentesi, Ferdinando VI
designa architetto del Pilar Ventura Rodríguez, che trasforma
completamente il progetto di Herrera; costruirà la Santa Cappella
e rimodellerà il tracciato esterno con cupole aggiunte a quella
centrale –che al principio si pensava sarebbe stata unica– e torri
che non sarebbero state terminate fino a metà del presente secolo.
Da qualsiasi prospettiva possiamo osservare un impressionante
edificio di singolari caratteristiche per le sue dimensioni, per
l'austerità conferitagli dal ricorso al mattone secondo lo stile arabomudejar, per la policromia delle tegole delle cupole e l'aspetto
bizantino proprio di
tutta la copertura.
L'interno è di una
grande bellezza
e di una serena
grandiosità. Tutto il
disegno del tempio
è condizionato
dall'idea, da
sempre difesa dal
Decano del Pilar,
di non muovere dal
suo posto la Sacra
Colonna della
Madonna.
La Basilica del
Pilar, visitata da
migliaia di persone
ogni giorno,
polarizza la vita
religiosa della
città e costituisce
inoltre, il segno
identificativo di
Zaragoza in tutto
il mondo.
Il secondo tratto caratteristico di
questa tradizione è la colonna o
pilar che la stessa Signora portò
perché su di esso, venisse costruita
la prima cappella di quello che poi
sarebbe di fatto, il primo Tempio
Mariano di tutta la Cristianità. Infine,
esiste un terzo tratto distintivo. È il
vincolo della tradizione pilarista con
la tradizione giacobina. Perciò,
Zaragoza e Compostela, il Pilar e
Santiago sono stati considerati due
assi.
In primo luogo si tratta di una
venuta, non di un'apparizione della
Madonna. A differenza di tante
apparizioni quante, senza dubbio,
ha realizzato per diversi motivi, la
Vergine Maria -Lourdes, Fatima,
Banneux, La Salette, Higüey e tante
altre- nel caso concreto di Zaragoza
la Madonna viene quando vive
ancora in Palestina: «In nessun'altra
nazione fece qualcosa di simile»,
canterà a ragione la liturgia del 2
gennaio, festa della venuta della
Madonna.
Tre sono i tratti peculiari che
caratterizzano questa tradizione e
la distinguono dalle altre.
La tradizione del Pilar
La Basilica Nuestra Señora del Pilar
Lungo-Ebro
TORRE
ASCENSORE
PER SALIRE
ALLA TORRE
PORTA ALTA
CAPELLA DI
SAN PEDRO
ARBUÉS
CAPEPELLA DI
SAN LORENZO
MUSEO
PILARISTA
CAPELLA DI
SAN JOAQUÍN
SAGRESTIA
DELLA
MADONNA
PORTA BASSA
TORRE
CAPPELLA
PARROCCHIALE
CAPPELLA DI
SANTIAGO
SALA
CAPITOLARE ARCHIVIO
CORO
ALTARE
MAGGIORE
MADONNA
DELLA
CAPPELLA
CORETTO DELLA
MADONNA
BATTISTERIO
CAPELLA DI
SAN JUAN
TORRE
PORTA ALTA
CAPPELLA DI
SAN BRAULIO
CAPPELLA DI
SAN ANTONIO
SAGRESTIA
MAGGIORE
CAPPELLA
DI SAN JOSÉ
CAPPELLA DI
SANTA ANA
PORTA BASSA
LIBRERIA E
OGGETTIRICORDO
TORRE
Itinerario: entrata dalla porta bassa della Piazza del Pilar
Piazza del Pilar
15. Sagrestia della Madonna: pitture di Joaquín Inza. Teste di
legno intagliate e policromate da José Ramírez de Arellano.
14. Volta affrescata da Francisco Bayeu (1781):
«Regina Apostolorum».
13. Cupola affrescata da Ramón Bayeu (1781):
«Regina Virginum».
12. Cappella di Santiago nella quale è custodito il Santissimo
Sacramento e la scultura dell’apostolo Paolo (sec. XIX).
11. Due bombe inesplose: furono sganciate sulla Basilica il giorno
3 agosto 1936.
10. Cappelletta dietro l’altare della Madonna con la sacra
immagine di 38 cm. in legno dorato della metà del XV e il
Santo Pilar di 1.80 m. di altezza e 24 cm. di diametro,
ricoperto di argento; il fondo della cappelleta è di marmo di
Tynos con settantasette stelle d’oro zecchino e pietre dure.
9. Gruppo scultoreo della Venuta della Vergine Maria di José
Ramírez de Arellano.
8. Gruppo scultoreo dei sette Convertiti e Santiago. Opera di
José Ramírez de Arellano in marmo di Carrara.
7. Santa Cappella, tempietto di marmo, diaspro e bronzo dorato,
che alberga l’immagine e la Colonna (el Pilar) della Madonna.
Opera di Ventura Rodríguez (1765). La volta ellittica è
traforata in modo da lasciar vedere la decorazione pittorica
della cupola di Antonio González Velázquez. È il centro della
vita religiosa dei saragozzani, molti dei quali visitano
quotidianamente la Santa Cappella per «andare a trovare la
Madonna». Si prega tutti i visitatori di rispettare l’assoluto
silenzio perché questo è uno spazio consacrato, li si prega
inoltre di recitare una preghiera per il Papa ed una per le
Chiese della Spagna e dell’America Latina.
6. Volta affrescata da Francisco Bayeu (1772-1780):
«Regina Sanctorum Omnium».
5. Coretto: piccolo coro della Madonna con stalli disegnati da
José Ramírez e statuine della balaustra di Carlos Sala. Il
soffitto è stato dipinto da Francisco de Goya nel 1722.
4. Fasci di bandiere di Repubbliche Ispanoamericane. La
Madonna del Pilar è, secondo la espressione usata da
Giovanni Paolo II, «Madre della Ispanità».
2. e 3. Cappella di San Juan Battista: retablo barocco
(sec. XVIII). Pitture murali di Revilla. Crocifissione di scuola
granadina, alla quale i saragozzani sono molto devoti
(sec. XVII).
1. Cupola affrescata da Ramón Bayeu (1781):
«Regina Patriarcarum».
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El de Zaragoza