Anno I – Numero 9 – Mensile allegato al foglio “In Cammino” – Settembre 2006 – Realizzato dal gruppo “giovani” di Langhirano – E-mail: [email protected] Dalla Redazione: Stiamo indubbiamente vivendo giorni di forti tensioni. In momenti come questi sembra quasi impossibile trovare le giuste parole per esprimere il proprio punto di vista senza rischiare di alimentare sempre più un fuoco già troppo grande. Come gruppo del Divieto di Sosta, vogliamo però dimostrare la nostra vicinanza al Santo Padre Benedetto XVI e desideriamo sostenerlo nella preghiera perché il Signore lo aiuti nel portare questo grande peso. L’odio e la violenza portano solo morte e distruzione ma l'amore che ci ha insegnato Gesù Cristo è il più grande e suor Leonella, assassinata qualche giorno fa in Somalia, ce lo ha ricordato dicendo "perdono, perdono, perdono” mentre stava morendo. Mirco ANCORA CRONACA NERA A PARMA Parma ancora una volta è stata colpita da un fatto indescrivibile: Silvia una ragazza di 28 anni adesso non c'è più, uccisa a coltellate dal suo ex fidanzato, una famiglia distrutta e una città che ha paura. Questo nuovo omicidio deve farci riflettere molto. Fino a dove può arrivare la crudeltà umana? Fino a che punto si deve arrivare per fare finire questo scempio, quante altre persone devono perdere la vita per colpa di criminali? Ancora una volta queste domande sono state scritte sui giornali, dette alla televisione e uscite dal nostro cuore. Ognuno di noi ha una risposta dentro di se. A mio avviso prevenire è meglio di curare e lo stato si dovrebbe forse attivare per impedire a certi elementi di nuocere. Purtroppo Silvia si è aggiunta a una lunga lista di morti ingiuste, premature difficili da accettare. Maio ----------------------------------------------------------------------- PREMIAZIONE !!! Eccoli qui i nostri sorridenti vincitori del CRUCIVERBONE di luglio. In prima fila (da sinistra) Davide Del Soldato, Enrica Malmassari, Sergio Pelagatti, Roberto Pasciuti, accompagnati dai nostri instancabili giornalisti Enrico Devodier e i tre fratelli Marchiani Francesco, Davide (autore del gioco) e Luca. Alla prossima. Un saluto a Oriana Fallaci Come tutti sappiamo Oriana Fallaci, è morta il 15 settembre nella sua amata Firenze. La Fallaci è stata la scrittrice italiana più famosa al mondo e io vorrei soffermarmi sulla risposta all’ultima domanda che lei si è auto-rivolta nel libro “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”; ecco alcuni dei passaggi più significativi: “Non è giusto morire, visto che siamo nati! (…) Amo troppo la vita, mi spiego? Sono convinta che la Vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere il regalo dei regali (…) Il fatto è che pur conoscendola bene, la Morte io non la capisco. Capisco soltanto che fa parte della Vita e che senza lo spreco che chiamo Morte non ci sarebbe la Vita”. Penso che queste poche parole bastino per farci riflettere. Io personalmente non riuscirei a dire se la morte mi fa paura o meno. Lei invece era consapevole che la morte anche se brutta è necessaria perché senza morte non ci sarebbe vita. Inoltre sapeva che la morte è l’unica certezza della vita, infatti noi non sappiamo quanto a lungo vivremo, sappiamo solo che dovremo morire. Vorrei concludere dicendo che Oriana Fallaci dei giudizi altrui se ne infischiava, per questo ha ricevuto sia critiche che elogi, io penso che sia meglio una persona che ti dice le cose in faccia piuttosto che una che ti “sparla dietro” ma, questi sono giudizi personali. Sappiamo però che una grande scrittrice ci ha lasciato e quindi si sentirà in futuro questa mancanza. Addio Oriana riposa in pace. Francesco M. L’AMICIZIA COME L’AMORE ? CHI SONO? E’ luogo comune dire che l’amore non ha età, non ha né barriere né vincoli, è incondizionato, niente e nessuno riesce a fermarlo, né razza, né colore o religione. Il privilegiare l’amore (e la carità) è anche una delle prerogative del cristianesimo che fa di questa piccola gemma di sentimenti, la sua essenza. E l’amicizia? Vale la stessa cosa per l’amicizia? Quale ruolo ricopre? Avere un amico è qualcosa di più di una semplice uscita, di una telefonata, un messaggino ogni tanto, di un regalo per il compleanno, di una banale chiacchierata. Ci vuole intesa e comprensione, capacità di apertura verso un altro diverso da noi e soprattutto è un legame forte che non si spezza con il tempo e con l’età. Le vicissitudini della vita ci portano a volte a non vedersi, a litigare, a mutare atteggiamento, a interpretare in modo diverso i pensieri, nulla resta come prima. Incomprensioni e dissapori sono ormai alla base delle nostre giornate, ma alla fine, per quanto problematico sia stato il rapporto, e per quanto si voglia scappare dalla realtà, non ci sarà niente che spezzerà l’amicizia che lega due persone, niente potrà essere di intralcio, né ora, né mai, né la lontananza, né il tempo, né l’età. Un vero amico ci sarà sempre. Sono un ragazzo che ha fatto delle scelte, scelte che mi hanno portato a decidere cos’è meglio per la mia vita. Mentre passano gli anni queste decisioni incominciano a diventare sempre più numerose e spesso aumentano i ripensamenti. L'unica volta che ho preso una decisione senza esitazioni è stata quando ho dovuto scegliere se proseguire con il catechismo. Era autunno, avevo iniziato da qualche settimana la seconda media, da quel momento non ero più obbligato a frequentare l’incontro settimanale di catechismo. Mi fu comunque proposto di continuare il mio cammino ed io accettai. Per due anni ho partecipato anche alle varie iniziative organizzate dalla parrocchia e la crescita mi ha portato a diventare ora animatore e successivamente catechista. Non saprei dirvi con sicurezza come mai ho continuato ad andare a catechismo ma credo che il motivo principale fosse lo stare bene insieme agli altri miei coetanei. E Dio che fine ha fatto? Non dovrebbe essere lui a spingere i ragazzi a continuare catechismo? A queste due domande non saprei dare una risposta precisa. So con certezza però che la prima volta in cui mi sono accorto della forte presenza del Signore nella mia vita è stato in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 2005 a Colonia. Proprio qui, durante il discorso del Santo Padre e dei vari Vescovi che facevano la catechesi, ho capito che il mio ruolo all’interno della Comunità era quello di trasmettere l’insegnamento di Gesù agli altri. Ora questa presenza è più sentita grazie anche a tutte quelle persone che mi stimolano a continuare nel servizio che faccio in parrocchia e alle varie proposte che mi vengono fatte e che mi servono per comprendere meglio la parola del Signore. Vorrei dire a tutti i ragazzi che hanno appena cominciato la seconda media di non avere paura e di provare questa nuova esperienza che gli viene proposta per due motivi: il primo è che ci si diverte insieme agli altri, il secondo è per cercare di saperne un po’ di più sulla religione a cui apparteniamo, per capire la bellezza della parola del Signore. Ora vi lascio, fatemi sapere qual è stata la vostra scelta. Luca M. Laura DIVIETO DI SOSTA CAMBIA FACCIA Grazie all’impegno dei nostri giornalisti abbiamo pensato di migliorare Divieto di Sosta, d’altronde “anche l’occhio vuole la sua parte”. Già dal prossimo numero ce la metteremo tutta affinché sia ancor più apprezzato da grandi e piccini. Per non gravare troppo sul bilancio parrocchiale abbiamo però bisogno di tutto il vostro sostegno e aiuto. Sarà un duro lavoro per tutti ma il vostro appoggio ci aiuterà a migliorare. Per chi vuole contattarci la mail [email protected] è sempre valida e la cassettina in Chiesa attende solo voi. Grazie infinite fin da ora. Gli animatori By Michela Lo scorso 8 settembre nella cattedrale di Massa è stato ordinato sacerdote don Luka Lesar. Un giorno ricco di emozioni. La cattedrale era gremita di persone, fin troppo piccola per accogliere i cinque ordinandi con al seguito parenti, amici e curiosi di ogni genere attirati dalle ormai rare cerimonie di questo tipo. Cerimonia toccante sotto ogni punto di vista, molto solenne. Con gioia ho partecipato anche alla sua prima Messa ed ho potuto cogliere tutta la concentrazione, mista alla profonda gioia che portava con se, nel celebrare per la prima volta. Sono cresciuto insieme a Luka e sin da piccolo è stato per me ben più di un semplice amico. Ho potuto vivere tutta l’evoluzione del suo cammino vocazionale e vederlo giungere al culmine è stato per me motivo di profonda commozione. Qualche sera fa, dopo una cena in compagnia, abbiamo ricordato “i tempi passati”, abbiamo riso, abbiamo scherzato. In quell’occasione gli ho rivolto alcune brevi domande nella speranza di aiutare i nostri lettori a conoscere meglio una persona davvero speciale. Quali sono le origini della tua vocazione? A dire il vero ho scoperto che una mia bisnonna ha sempre pregato per avere un sacerdote in famiglia. A parte questo posso dire sintetizzando che c’è stato un momento nella mia vita in cui ho capito che non mi bastava più vivere alla giornata; mi servivano delle risposte che dessero un senso vero e non fittizio, come la società ci propone, alla mia esistenza. Per sviscerare tutto il cammino che mi ha portato a diventare sacerdote, non basterebbe una collana di volumi. Come ti senti dopo l’ordinazione e cosa senti cambiato nella tua vita? Devo ammettere che vivo una condizione assolutamente privilegiata; è difficile descrivere in poche parole quello che sento ma potrei sintetizzarlo dicendo che mi sento “l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto”. Sento in me una grande pace e una grande gioia date dal fatto di avere piena coscienza che sto realizzando il piano che Dio ha su di me. Di cambiamenti esterni ce ne sono diversi, basta pensare all’impegno pastorale che ora è aumentato, ma devo ammettere che il cambiamento più significativo è quello che percepisco interiormente. Sento che l’ordine sacro nel grado sacerdotale mi ha in qualche modo reso più vicino al Signore. Quale sarà l’aspetto a cui darai più importanza nel tuo ministero sacerdotale? Sarà quello della celebrazione dei Sacramenti, in particolare della S. Messa, proprio perché il sacerdote è primariamente istituito per offrire ogni giorno il Santo Sacrificio per se e per tutto il popolo di Dio. Quel Santo Sacrificio dal quale proviene ogni grazia celeste e per cui le nostre mancanze e i nostri peccati sono rimessi. Ritengo che ci sia bisogno anzitutto di ben celebrare la S. Messa restituendo quel senso del sacro e del mistero che deve adombrare la celebrazione e che deve nutrire l’anima dei fedeli. Il tuo impegno sarà solo liturgico? Ovviamente no. L’impegno di evangelizzazione va anche al di là della celebrazione dei Santi misteri. L’impegno culturale è oggi più che mai necessario per far fronte alle istanze della società odierna, sempre più scristianizzata e relativista. Ciò nonostante, tale impegno di catechesi e di evangelizzazione trova la sua prima e più radicale espressione nella liturgia, in particolare nella celebrazione del Santo Sacrificio Eucaristico. Purtroppo si è affermata tra i cattolici un’errata convinzione, che l’evangelizzazione sia qualcosa di meramente intellettuale e nozionistico. In realtà la prima evangelizzazione dovrebbe essere fatta proprio nella celebrazione dei sacramenti. E’ noto l’antico detto “lex orandi lex credendi”, cioè ciò che si prega è ciò che si crede. Che consigli ti sentiresti di dare ai giovani della nostra parrocchia? Dedicate tempo alla preghiera. Solo con la preghiera infatti il cuore di una persona si può disporre all’ascolto della voce di Dio. Non accontentatevi delle soluzioni che il mondo vi propina, ma interrogatevi seriamente sul fine ultimo della vostra esistenza. Sembrerebbero parole difficili riferite a dei giovani, in realtà sono convinto che il parlare chiaro sia uno dei segreti per essere presi sul serio da loro. Conosci Divieto di Sosta? Ti piace? Hai qualche consiglio da darci? Lo leggo spesso, mi piace la linea adottata. Un consiglio? Non cedete mai al motto “politicamente corretto” allo schierarsi per l’idea che di volta in volta va per la maggiore sui media, perché generalmente è quella sbagliata. Vorrei ricordare a tutti che don Luka può essere contattato per approfondimenti e/o dubbi all’indirizzo e-mail: [email protected] Che dire…approfittatene! Mirco SULLA STRADA PER SANTIAGO … “DIARIO DI BORDO” parte prima Quello che segue è il racconto dell’avventuroso viaggio di un gruppo di pellegrini di Langhirano e dintorni sul cammino di Santiago che ci accompagnerà per quattro mesi, alla scoperta di uno dei più antichi percorsi di fede della cristianità. Buona lettura. Venerdì 11-08-2006 il giorno della partenza e “se il buon giorno si vede dal mattino…”!!! Una prima serie di vicissitudini si abbatte sui pellegrini. Dopo una mattinata trascorsa come da programma, improvvisamente …. nel pomeriggio …. il fattaccio!!! Al momento di montare il portapacchi sull’auto ci rendiamo improvvisamente conto che l’universalità con la quale ci era stato presentato, di fatto era molto limitata. Con scatto felino il Bona (al secolo Nicola Bonati), il Tolle (al secolo Davide Bonati), il Colto (al secolo Andrea Coltorti) ed io ci siamo catapultati dal buon Gambetta. Problema risolto. Si procede al montaggio del guscio portapacchi: mentre faticosamente si issano zaini e zainetti, una vocina timida anzi timidissima si leva in quel di Case Carretti - Ma l’assicurazione è scaduta? - A parlare era Cristina (al secolo Cristina Carretta in Coltorti). Una sgradevole sensazione di gelo colse i presenti. Immediata la reazione: telefonata alla Pave (al secolo Roberta Pavesi) la quale, superato un primo momento di sensibile imbarazzo, prende in pugno la situazione e nel giro di dieci minuti ci risolve l’impiccio riducendo il tutto ad un semplice allungamento di percorso. Tutto sembrava risolto. Sono le 15:00 quando dal parcheggio ex Uba Uba la comitiva parte, destinazione Nimes. Il Viaggio è stato tutto sommato buono, il traffico più che scorrevole in Italia, qualche coda in più nel tratto francese. Alle ore 24:00 circa arrivo a Nimes. Sabato 12-08-2006 Ore 07:00 La sveglia. Che notte!!! In una camera 3x2 abbiamo dormito in 3, udite bene: io, il Barbie (al secolo Damiano Barbieri) e il Nelly (al secolo Andrea Bertinelli), chi ha avuto trascorsi a Lugagnano non ha di certo bisogno di altre spiegazioni. Alle 08.00 siamo in macchina. L’obbiettivo prefissato è quello di raggiungere Roncisvalle (circa 600 Km) nel primo pomeriggio in modo che, con tutta calma, si potesse trovare un posto per dormire, mangiare e in serata prendere la S. Messa del pellegrino delle ore 20:00. Abbiamo percorso a malapena 10 Km quando troviamo il primo casello (il primo dei numerosissimi). Una piccola coda ma questo non attenua i nostri istinti primari. Bisogna fare colazione!!! Sosta di 45 minuti e si riparte… col cavolo!!! Nemmeno il tempo di uscire dall’area di servizio e … colonna. Eravamo solo alle pendici del Calvario!!! Dopo esattamente 11 ore e 55 minuti siamo arrivati a Roncisvalle. Pioggia, vento e un freddo novembrino ci accolgono ma … obbiettivo centrato; almeno la messa delle 20:00 era salva. Dimenticavo …. al sabato e alla domenica la S.Messa è alle ore 19:00. Lo scoramento stava per impadronirsi di noi, ma …. la ragione ancora una volta ha prevalso … siamo pellegrini … Ultreia!!! La nuova priorità ora è trovare da dormire. Roncisvalle è formata da una chiesetta, il convento, un paio di “hostal” e alcune abitazioni private. Non potevamo di certo pretendere di trovare li, ma proseguendo sulla strada per Pamplona ( 50 Km ). Ore 22:00 Arriviamo a Pamplona e non dico altro. Ci fermiamo nel primo albergo che troviamo; ovviamente completo ma, molto, molto gentilmente, la titolare si offre di cercarci un alloggio. Pamplona è una grande città, capoluogo della Navarra, famosa per la corsa dei tori che si svolge in occasione della festa di S. Firmino. A Pamplona arriva gente da tutto il mondo per sfidare i bianchi tori tipici di questa splendida zona, quindi offre una grande ricezione alberghiera. Tutto esaurito!!! Dopo aver preso in considerazione diverse ipotesi siamo giunti alla conclusione che avremmo trascorso il maggior numero di ore possibili all’interno di un grande centro commerciale, tra Burgher King’s e una super sfida a bowling, dopo di che il pulmino e la macchina ci avrebbero fatto da albergo. Atty ------------------------------------------------------------Atti degli Apostoli – Cap 13 – Con il capitolo tredicesimo inizia la seconda parte degli Atti degli Apostoli; i primi 12 capitoli erano incentrati sulla nascita delle prime comunità cristiane, quelli dal 13° alla fine parlano delle prime missioni evangeliche svolte dai discepoli in Europa. Possiamo trovare molte analogie con il mondo odierno; oggi non si evangelizza più come facevano i primi discepoli solo l’Europa mediterranea, ma le missioni di evangelizzazione sono soprattutto in Africa dove prelati e suore aiutano il popolo africano anche a guarire dalle malattie, a leggere e scrivere. Anche i nostri parroci evangelizzano il paese facendo prendere coscienza ai popoli della bontà del Signore. Anche questo lo fecero Saulo e Bàrnaba a Cipro e Antiochia dove, nonostante i giudei tentavano di discriminarli dicendo che la loro parola non era giusta ma calunniosa (lo stesso avviene nella nostra società riguardo alle parole del Santo Padre), fortunatamente i popoli di Antiochia e Cipro videro il Signore e cedettero. L’evangelizzazione era molto semplice, si parlava della Vita del Signore e dell’importanza della resurrezione e dell’eucaristia; anche oggi durante la S. Messa noi ci affidiamo a questi semplici concetti ma ormai le chiese sono sempre più vuote; tendenza che dobbiamo certo perdere per riscoprire quello che più di duemila anni fa hanno scoperto le popolazioni delle città evangelizzate, ovvero che la vita ma soprattutto la parola del Signore, sono due elementi indispensabili per vivere bene in serenità, ma sono anche bellissime da ripercorrere e ascoltare. Francesco Marchiani