Istruzioni per montaggio e
regolazione della pressa con
torretta a tre o quattro fori.
Dies
Pomello in legno
Bullone(3 in dotazione)
Torretta a 3
o 4 fori
Leva
Anello di montaggio
della torretta
Colonnine
(3 in dotazione)
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Ritegno dello
Shell Holder
Pistoncino
(nella foto con
Auto Index)
Bullone di fissaggio
della pressa
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Braccetto per l’inserimento
di inneschi
Base
Piastrina di collegamento
Bullone ed asse di
montaggio della leva
(sia sul lato destro
che sul sinistro)
La ricarica di munizioni può essere pericolosa se fatta impropriamente e
non dovrebbe essere tentata da persone incapaci di attenersi esattamente
alle seguenti istruzioni. Non permettere di ricaricare munizioni ai bambini senza la diretta supervisione di un adulto. Indossare sempre occhiali
protettivi sia durante la ricarica che durante i tiri. Le munizioni caricate
con queste attrezzature e dati dovrebbero essere usate in armi moderne in buone condizioni.
Noi non ci assumiamo alcuna responsabilità per le munizioni caricate con queste attrezzature e
istruzioni in quanto non abbiamo il controllo sulla fabbricazione e conservazione dei componenti o delle procedure e tecniche di caricamento utilizzati. Gli inneschi e le polveri da sparo, al pari
della benzina o dei fiammiferi, possono essere pericolosi se maneggiati o misurati impropriamente.
Prima di iniziare a caricare.
Montaggio della pressa
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Installazione su banco
Montare la pressa sul bordo frontale di un robusto banco da lavoro usando tre bulloni da 1/4 di pollice, dotati di
dado, di sufficiente lunghezza. Assicurarsi che il meccanismo d’azione della leva non tocchi il bordo del banco.
3
Montare la leva con il bullone da 5/16 x 2 /4 ed inserire il dado. Il modo migliore di montare la leva è quello di
tenere tutto il tempo sollevato l’elevatore della cartuccia e, in questa posizione, montare la leva posizionandola
in modo da assicurare la massima comodità di movimento. Stringere il dado con una chiave. Con un po’ di
esperienza, sarà possibile trovare soluzioni più adatte alle proprie esigenze.
CARICARE IN SICUREZZA
Tenere sempre la polvere lontano da fonti di calore o fiamme - Non fumare
Conservare polvere ed inneschi nei loro contenitori originali, in luogo fresco e asciutto
Leggere e seguire esattamente le seguenti istruzioni
Assicurarsi di utilizzare polveri adatte alle munizioni da caricare. Tentativi di miscelazioni possono rivelarsi molto pericolosi.
Utilizzare bossoli e proiettili di dimensioni e peso corretti.
Usare cautela e buon senso per tutta la durata delle operazioni
INDOSSARE OCCHIALI DI PROTEZIONE DURANTE TUTTE LE OPERAZIONI
DI RICARICA, COME DURANTE IL TIRO.
ATTENZIONE AL PIOMBO. Anche gli inneschi contengono piombo, sostanza
nota perché può essere all’origine di difetti alla nascita, danni alla riproduzione
e altri seri problemi fisici. Lavarsi le mani dopo ogni contatto.
SEZIONE SCHEMATICA DI UNA CARTUCCIA
Spalla
Bocca
Corpo (parete laterale)
Scanalatura per
l’estrazione
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Proiettile
Sede dell’innesco
Innesco
(primer)
Collo
Polvere
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Foro di vampa
Testa del bossolo
(fondello)
Le semplici fasi del processo di ricarica
Fase 1
Fase 1 - Ricalibrare il bossolo riportandolo
alle dimensioni originali, rimuovendo contemporaneamente l’innesco spento
Fase 2
Fase 2 - Montare
un nuovo innesco
Fase 3
Fase 4
Fase 3 - Aggiungere Fase 4 - Inserire una nuova
la dose di polvere palla e, se necessario, stringerla crimpandola
CAUTELE DA ADOTTARE: alcune condizioni possono incrementare la
pressione all’interno delle munizioni, e ciò può essere causa di pericolo.
Pertanto si consiglia vivamente di:
1) Non usare più polvere di quella raccomandata
2) Non usare palle più pesanti di quelle raccomandate
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3) Non inserire palle più profondamente del normale
4) Non usare inneschi magnum a meno che non si utilizzi una polvere a lenta
progressività
5) Pressioni eccessive possono essere originate anche dall’utilizzo di palle
troppo sovracalibrate, da palle troppo dure, o da bossoli troppo allungati
6) Temperature alte, come quelle che possono determinarsi all’interno di
vetture o di contenitori lasciati al sole, possono causare pressioni molto
elevate nelle cartucce
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I BOSSOLI
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La maniera più semplice di procurarsi i bossoli è quella di raccogliere quelli sparati da munizioni
commerciali. E’ chiaro che è sempre possibile acquistarne di nuovi o, ad un prezzo inferiore, di
usati.
I bossoli, prima di essere utilizzati, devono essere puliti e integri. La pulizia può
indifferentemente essere effettuata manualmente, strofinandoli con un panno contenente
prodotti detergenti non abrasivi, o utilizzando un apposita lavatrice (case tumbler) contenente un
miscuglio abrasivo granulare che, per effetto combinato di rimescolamento e vibrazione, in
poche ore di funzionamento rende i bossoli puliti e lucidi sia al loro interno che all’esterno.
Non devono essere utilizzati bossoli che presentino crepe o siano visibilmente segnati.
In particolare le parti da controllare con più attenzione sono il collo, la spalla (per i bossoli a
“bottiglia”), il corpo e la parte più vicina al fondello (parte questa molto importante perché
qualsiasi segno di possibile distacco del fondello dal resto del bossolo può comportare
pericolosissimi effetti, derivanti dalla fuoriuscita violenta di gas dalla parte posteriore dell'arma:
quest’ultimo problema si verifica soprattutto per errata, in quanto eccessiva, misura del
cosiddetto “head space”, cioè, in generale, la misura che intercorre tra l'otturatore e la zona in cui
il bossolo si arresta nella camera di cartuccia (corrispondente alla spalla nelle camere a
“bottiglia”, al risalto in cui va a battere il collarino nelle pistole semiautomatiche, ecc.).
Maggiore attenzione andrà prestata nel caso in cui i bossoli siano stati raccolti da terra (dunque di
dubbia provenienza) o se sono stati usati più volte.
Qualora si verifichi che i bossoli si presentano allungati a tal
Sbavatura
punto da comprometterne la sicurezza, si dovrà procedere
all’operazione di accorciamento, utilizzando, per esempio, un
particolare attrezzo della Lee (Case Trimmer) che li riporta alla
Accorciamento
dimensione corretta: questo attrezzo elimina facilmente,
tagliandola, la parte in eccedenza dalla bocca del bossolo,
riportandolo ad una predeterminata misura, senza la necessità
di doverla verificare di volta in volta col calibro. Dopo averli
accorciati, bisognerà eliminare le sbavature presenti sia all’interno che all’esterno della bocca
dei bossoli. Un piccolo ed economico attrezzo (Lee Chamfer Tool) consente di ottenere lo scopo,
ma l’operazione può anche essere effettuata utilizzando la lama di un coltello.
Bossoli tubolari, quali quelli utilizzati dalla maggior parte delle pistole, vengono ricaricati
utilizzando un set composto da tre dies, meglio se scelti al carburo di tungsteno (carbride) che
rende non necessaria la lubrificazione dei bossoli.
Tale operazione invece è necessaria per i bossoli a bottiglia, per i quali la totale ricalibratura
comporta notevoli attriti tra essi ed il die. Si può utilizzare allo scopo qualunque olio minerale ad
alta viscosità oppure l’apposito lubrificante ad acqua. Per facilitare l’operazione, il prodotto
lubrificante scelto può essere sparso su un tampone (tipo quello utilizzato per inchiostrare i
timbri), sul quale andranno fatti rotolare i bossoli. Non occorre lubrificare la spalla del bossolo.
Nei bossoli a bottiglia andrà lubrificata anche la parte interna del collo al fine di impedire forti
attriti tra l’oliva ricalibratrice ed il collo del bossolo (si può utilizzare un fiocchetto di cotone
intriso leggermente di lubrificante) .
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LA POLVERE
Tra i vari tipi di polvere presente in commercio, quella che si utilizza per la ricarica delle munizioni è quella
definita “infume” o “smokeless”.
Prima di iniziare l’attività di ricarica vera e propria, bisognerà munirsi dei cosiddetti “dati di ricarica”, cioè
bisognerà sapere che tipo di polvere più di altre si adatta ad essere utilizzata per il tipo di munizionamento che ci
si accinge a caricare, e le “dosi” di polvere consigliate (in genere vengono forniti due valori, rispettivamente la
dose minima e quella massima).
Procurarsi questi dati non è molto difficile: in genere gli stessi produttori di polveri e di palle rendono disponibili
delle “tabelle” di ricarica in cui, per ciascun tipo di cartuccia, vengono consigliate le tipologie di polvere da
utilizzare e le quantità da impiegare, anche in funzione, vedremo meglio in seguito, del tipo e del peso di palla
scelta. Il consiglio è quello di attenersi scrupolosamente a tali valori.
In via generale diremo: palle lunghe di stretto diametro richiedono polveri più lente, cioè meno progressive, al
fine di poter ottenere sufficienti picchi pressori, tali da determinare massime accelerazioni pur rimanendo nei
limiti delle pressioni di lavoro previste per la munizione.
Viceversa, per palle corte o leggere bisognerà utilizzare una polvere vivace affinché possa avvenire interamente
la combustione mentre la palla è ancora all’interno della canna.
Tanto per citare un’errata teoria, spesso sentita tra neofiti, è assolutamente errato il concetto che, a parità di
calibro e tipo di polvere, l’utilizzo di palle di peso superiore rispetto a quello di cui si hanno i dati di ricarica possa
essere compensato aumentando la dosi di polvere in cartuccia: anzi, è vero l’opposto!
La polvere va sempre conservata nel proprio contenitore originale. Per quanto le polveri infumi non siano
esplosive come lo è la benzina e si prestino più di questa ad essere maneggiate, è sempre bene prestare molta
attenzione nel loro uso ed evitare di ammassarne troppe insieme. Mai conservarle in cassaforte o armadi
ermeticamente chiusi: in caso di incendio saturerebbero tale involucro in pochi istanti, fino a farlo esplodere.
Indicazioni più dettagliate saranno consigliate dal produttore della polvere acquistata.
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GLI INNESCHI
Diciamo subito che il tipo di innesco da scegliere è strettamente correlato al tipo di cartuccia che ci si accinge a
ricaricare. Una prima differenza riguarda la distinzione tra inneschi per munizioni da fucile e inneschi per
munizione da pistola.
Quelli da fucile presentano una capsula più spessa e dura per resistere alle più alte pressioni generate in queste
munizioni. Gli inneschi per pistola hanno una capsula più sottile per facilitare la detonazione con percussione del
cane più leggera.
Variano poi le dimensioni: troviamo inneschi di tipo small (più piccoli) o di tipo large sia per le cartucce da
pistola che per quelle da fucile. Gli inneschi small, come i large, hanno le stesse dimensioni sia nella versione per
pistola che in quella da fucile. Quello che cambia è, come detto, il tipo di capsula che li contiene. Bisognerà
prestare molta attenzione a non utilizzare gli uni al posto degli altri. Le conseguenze sono facili da immaginare:
se l’uso di inneschi per fucile (più duro) in una pistola potrebbe comportare la non riuscita della percussione e
quindi il mancato sparo, più pericoloso è lo scambio inverso: una capsula più sottile in una cartuccia da fucile
potrebbe essere sfondata dalla forte azione del percussore, originando una pericolosa fuoriuscita di gas e residui
dalla parte posteriore della canna, in direzione del tiratore.
Per entrambi i tipi sono disponibili sia inneschi normali che inneschi magnum. Vanno utilizzati gli inneschi
standard per tutte le munizioni, ad eccezione di quelle per cui i dati di ricarica prevedano specificatamente
l’impiego di inneschi magnum.
Gli inneschi vanno sempre tenuti nella loro confezione originale perché, pur contenendo quantità minime di
sostanza, l’accumulo di grossi quantitativi può originare seri pericoli di incidente causato da accensioni.
Tenuto conto che ad ogni sparo l’innesco lascia visibili residui solidi nella sede ricavata nel fondello dei bossoli,
sarà sempre opportuno pulire tale sede con la punta di un cacciavite o, meglio, con l’apposito ed economico
accessorio chiamato “primer pocket cleaner” (nell’immagine sotto).
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Attrezzo per la pulizia della sede dell’innesco
LE PALLE
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Le palle commerciali sono in genere realizzate in lega di piombo. Possono essere poi rivestiste, interamente o in
parte, con uno strato di rame o ottone, oppure con altri materiali, per favorirne la scorrevolezza in canna.
Il rivestimento (incamiciatura) assolve una duplice funzione: tenere sotto controllo l’espansione del proiettile ed
agire come superficie portante nell’attraversamento della canna, favorendone il passaggio ad altissima velocità.
Alcune palle dispongono di una scanalatura anulare, detta cannelure o crimp goove (vedi il paragrafo relativo al
crimpaggio), realizzata ad una determinata altezza sulla sua superficie, che serve a favorire un migliore
bloccaggio della palla mediante una chiusura piegata del bordo del bossolo.
Tale scanalatura deve essere inserita quasi interamente all’interno del bossolo se si desidera crimpare la palla,
così che il bordo superiore del bossolo possa venir ripiegato al suo interno dall’apposito die (vedi oltre) durante
l’operazione di inserimento del proiettile.
Molto spesso chi ricarica usa palle in lega di piombo nudo, cioè non rivestito: sia per una questione di risparmio
economico, sia perché in molti poligoni ne viene prescritto l’uso, ma anche perché, essendo realizzate di
materiale tenero, non usurano la rigatura delle canne.
Le palle si differenziano per dimensioni, materiali che le compongono e rivestono, per peso e per forma.
Avremo così, per ciascun calibro commerciale, palle distinte per diametro (una misura di poco superiore al
calibro della canna in cui andranno sparate), per materiali (lega di piombo nudo, incamiciate, semi-incamiciate,
teflonate, moly coated, ecc.), per forma (tronco conica, round nose, wad cutter, flat nose, ecc.) e per peso ( in
genere espresso in “grani”, oppure in grammi).
Taper crimp
IL CRIMPAGGIO
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Il crimpaggio è il procedimento che permette diserrare meglio la palla nel collo del bossolo impedendole
qualsiasi possibile movimento: consente quindi di aumentare notevolmente la sicurezza nel tiro, incrementa la
precisione, migliora l’accensione della carica di polvere, la velocità, la pressione e la consistenza balistica.
Le palle possono essere crimpate utilizzando due sistemi: agendo sul die di inserimento della palla (roll crimp) o
utilizzando uno specifico die (taper crimp).
Il primo procedimento consiste nel ripiegare il bordo del bossolo all’interno della scanalatura, chiamata appunto
solco di crimpaggio (crimp groove per le palle in piombo, cannelure in quelle incamiciate) prevista allo scopo nel
proiettile.
Questo procedimento dovrebbe essere sempre effettuato quando si realizzano cartucce per revolver (bossolo
tubolare) e nei fucili a ripetizione semiautomatica, cioè in quelle munizioni che non utilizzano il bordo del collo
del bossolo per il controllo del loro inserimento in camera di cartuccia.
Il secondo metodo, invece di ripiegare l’orlo del bossolo, agisce stringendo uniformemente, dall’esterno, la
bocca del bossolo, un po’ sotto il suo bordo, sulla palla ivi inserita.
Si sostiene che questo secondo metodo sia da preferire al primo perché, costringendo meno il proiettile, specie se
in lega nuda, e, dunque, non danneggiandolo, si ottengono traiettorie più precise.
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Presentazione della Pressa e Nozioni preliminari