Studio Balistico-Forense
Avv. Terenzio DI CENSO
DETENZIONE DI BOSSOLI E MUNIZIONI MILITARI
A seguito di perquisizione domiciliare, venivano rinvenuti bossoli e munizioni militari. Il
G.U.P. conferiva al sottoscritto Avv. Terenzio DI CENSO, iscritto all’Albo dei Periti Balistici del
Tribunale di Sulmona, l’incarico di rispondere ai seguenti quesiti:
1) “esaminate le munizioni e le bombe in sequestro, accerti il perito la capacità offensiva delle
stesse, valutando la capacità dei congegni esplosivi della bomba e la capacità offensiva dei
proiettili, bossoli e cartucce accertando gli eventuali effetti perforanti che li facessero rientrare
eventualmente tra le munizioni da guerra”;
2) “accerti il perito se il proiettile cal. 9 oggetto del capo A) dell’imputazione possa essere utilizzato
anche su armi comuni da sparo”.
Esaminati gli atti, esaminato il materiale in sequestro ed esperite le necessarie ricerche
bibliografiche, dottrinali e giurisprudenziali, si è giunti alle seguenti conclusioni.
ESAME DEL MATERIALE IN SEQUESTRO E RISPOSTA AI QUESITI
1) Bomba a mano del tipo “ananas”
Trattasi di bomba a mano inglese Mills 36 Mk1. Tale modello di bomba a mano è stato prodotto
dal 1915 al 1970 mentre l’esemplare esaminato, dall’esame dei punzoni presenti, risulta prodotto
nel 1940.
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Sul corpo della bomba e sulle varie componenti sono state rinvenute le iscrizioni, rappresentate
nelle fotografie, che hanno reso possibile l’identificazione dell’ordigno.
È stato eseguito il completo smontaggio della bomba ed è stata rilevata la totale assenza di
qualsiasi carica esplosiva, compresa quella del detonatore.
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Dall’esame della bomba smontata e dal confronto con gli schemi tecnici della bomba Mills 36 Mk1
si può concludere per la totale assenza di capacità offensiva dell’esemplare esaminato.
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2) Cartuccia cal. 9 Parabellum
Cartuccia per pistola e per pistola mitragliatrice calibro 9 x 19 mm. Tale munizione è conosciuta
con vari nomi: 9m38, 9 Parabellum, 9 Luger, 9 x 19 NATO.
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La munizione è di tipo FMJ (Full Metal Jacket), ossia presenta l’ogiva interamente blindata
(standard NATO).
Dall’esame delle scritte presenti sul fondello del bossolo la cartuccia risulta prodotta nel 1993 dalla
Giulio Fiocchi di Lecco ed è destinata ad armi militari, come si evince dalla punzonata croce
circoscritta (identificativa delle forniture NATO).
La munizione si presenta integra e ben conservata per cui la risposta al primo quesito è positiva,
ha piena capacità offensiva ed è da considerarsi munizione da guerra.
Positiva è anche la risposta al quesito posto dal difensore dell’imputato, tale munizione può essere
utilizzata anche in armi comuni da sparo destinate al mercato civile, però con alcune precisazioni
nel senso che tecnicamente ciò è possibile ma legalmente no.
In Italia attualmente sono iscritte nel Catalogo Nazionale delle Armi da Fuoco solamente due armi
che possono impiegare la munizione cal. 9 x 19: il revolver brasiliano Taurus mod. 905 (n. cat.
14258) e la carabina brasiliana Rossi mod. Pomba 022 (n. cat. 14335). Per entrambe, però, è stata
prevista in sede di catalogazione la seguente limitazione: l'arma deve impiegare esclusivamente
munizionamento con palla in piombo nudo privo di qualsiasi tipo di incamiciatura o blindatura,
sia parziale che totale. Quindi la munizione in sequestro, avendo il proiettile blindato, non può
essere legittimamente utilizzata sulle armi comuni da sparo.
Anche sotto l’aspetto prettamente tecnico è comunque possibile utilizzare le munizioni militari 9 x
19 nelle armi civili camerate per il calibro 9 x 21. Nella maggior parte dei Paesi il calibro 9 x 19 non
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è più considerato da guerra in quanto vi sono calibri civili notevolmente più potenti mentre in
Italia è rimasto in vigore tale divieto, seppur ormai non più supportato dal concetto di “micidialità”
che ispirava il Legislatore degli anni ’30. Per poter agevolmente convertire al mercato civile
italiano armi nate in calibro 9 x 19, nel 1986 è stata catalogata la munizione 9 x 21, ottenuta
semplicemente allungando di 2 mm il bossolo della 9 x 19 ma lasciando inalterate la forma conica
del bossolo, il proiettile, la carica di lancio e la lunghezza complessiva della cartuccia, e quindi le
prestazioni.
In tal modo è stato possibile poter convertire per il mercato civile armi nate in calibro 9 x 19
semplicemente alesando di 2 mm la camera di scoppio della canna. È di tutta evidenza che le
prestazioni della munizione da guerra e della munizione civile sono praticamente sovrapponibili
così come uguale risulta la “spiccata potenzialità d’offesa” (art.1 legge 18 aprile 1975, n.110).
Inoltre, camerando le munizioni 9 x 19 (da guerra) nelle armi in calibro 9 x 21 (civili) le stesse
verranno trattenute in sede dall’unghia estrattrice e saranno sparate senza problemi, tranne la
rottura dell’unghia dopo molte utilizzazioni. Non è invece possibile il contrario, cioè sparare
munizioni civili in armi militari, in quanto essendo il bossolo più lungo di 2 mm l’otturatore non
andrebbe in completa chiusura e la sicurezza bloccherebbe il meccanismo di scatto.
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L’intenzione del Legislatore era quella di evitare che civili venuti in possesso di armi militari (specie
di tipo automatico, quali mitra e pistole mitragliatrici) potessero farle funzionare con munizioni
civili; anche se ora, avendo catalogato per il mercato civile armi camerate per il 9 x 19, tale intento
ha perso ogni concreta attuabilità.
Ultima precisazione: mentre la munizione blindata, come quella in sequestro, si caratterizza per
avere il nucleo di piombo rivestito da una camiciatura composta da una lega di rame e zinco che
ne aumenta lievemente la capacità penetrativa ed evita (a scopi umanitari) la dispersione di
schegge di piombo all’interno del bersaglio attinto, la munizione perforante ha il nucleo costituito
da un materiale molto duro (es. tungsteno) o pesante (es. uranio impoverito) che ne aumenta
enormemente la capacità penetrativa anche attraverso bersagli duri, quali corazzature e
blindature.
3) N. 8 bossoli cal. 7,62 NATO
Si tratta di bossoli esplosi di munizioni a salve calibro 7,62 NATO. Detto materiale non presenta
alcuna capacità offensiva sia perché trattasi di semplici bossoli, cioè di meri contenitori privi di
qualsiasi carica esplosiva, sia perché a salve, cioè senza il proiettile.
Dall’esame delle punzonature presenti sui fondelli i bossoli risultato tutti prodotti in Italia dalla
Società Metallurgica Italiana (S.M.I.) nel 1991 ed erano destinati ad armi militari, come si evince
dalla punzonata croce circoscritta (identificativa delle forniture NATO).
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Sono doverose alcune precisazioni circa la legittima detenibilità di tali bossoli. Il problema si è
posto quando, negli anni ’90, sono state smilitarizzate moltissime armi camerate in calibro 7,62
NATO. Tali armi, tra le quali il fucile Garand (ex ordinanza dell’Esercito italiano) sono ora iscritte
nel Catalogo Nazionale delle Armi da Fuoco ed è loro riconosciuta la qualifica di armi per uso
venatorio. Anche le munizioni sono liberamente acquistabili sul mercato civile ed hanno la
denominazione commerciale di calibro .308 Winchester. Per risolvere i nascenti problemi relativi
al possesso di bossoli di origine militare da parte di civili il Ministero dell’Interno, in risposta ad una
interrogazione dell’Ispettorato Logistico dell’Esercito, con circolare N.559/C-50,133-E-99, 22
marzo 1999, sanciva che “la Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi, nella
seduta del 3 marzo 1999, considerato che le munizioni destinate alle armi da guerra sono prodotte
in risposta a rigorosi capitolati emessi dall'Amministrazione Difesa e di conseguenza una cartuccia
allestita ricaricando un bossolo usato di provenienza militare non sarebbe destinabile al
caricamento delle armi da guerra, ha espresso il parere, condiviso da questo Ministero, che in
relazione al 3° comma dell'art. 1 della legge 110/75, i bossoli in argomento non possono essere
considerati parti di munizioni per armi da guerra mancando il requisito della destinazione,
espressamente previsto dalla norma; ad essi, piuttosto, appaiono applicabili le previsioni di cui
all'art. 97 del Regolamento al T.U.L.P.S. (liberamente detenibili in numero illimitato, ancorché
preinnescati), posto che la loro disponibilità derivi da ordinaria procedura di alienazione da parte
dell' Amministrazione Difesa o da rinvenimento quali "res derelictae".
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4) Cartuccia a salve cal. 5,56 NATO
Cartuccia carica a salve calibro 5,56 NATO.
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Dall’esame delle scritte presenti sul fondello del bossolo la cartuccia risulta prodotta nel 1996 dalla
PECA ed è destinata ad armi militari, come si evince dalla punzonata croce circoscritta
(identificativa delle forniture NATO).
La munizione è integra e ben conservata però non presenta alcuna capacità offensiva perché
trattasi di cartuccia a salve, cioè senza il proiettile.
Circa la detenibilità di tale munizione devono ritenersi valide le stesse considerazioni espresse
sulla detenibilità dei bossoli calibro 7,62 NATO perché anche il calibro 5,56 NATO, pur essendo
attualmente ordinanza italiana, è stato smilitarizzato e numerose armi sono ora iscritte nel
Catalogo Nazionale delle Armi da Fuoco ed è loro riconosciuta la qualifica di armi per uso
venatorio. Anche le munizioni sono liberamente acquistabili sul mercato civile ed hanno la
denominazione commerciale di calibro .223 Remington.
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5) Bossolo per cannone contraereo cal. 40/70 M1
Bossolo esploso di munizione per cannone contraereo Breda-Bofors 40/70.
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Sul corpo del bossolo è presente la scritta PROPELLANT M1 mentre sul fondello sono presenti, tra
le altre, le scritte 40/70 M1 e IT-BPD-1-4 I 80 che identificano il bossolo quale residuo di munizione
prodotta nel 1980 e destinata al cannone contraereo Breda-Bofors 40/70.
Sul bossolo esaminato non è presente alcuna carica esplosiva, né di lancio né di innesco, per cui
detto materiale è da ritenersi totalmente privo di capacità offensiva.
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6) Bomba da mortaio cal. 81
Bomba da mortaio cal. 81 prodotta dalla Giulio Fiocchi di Lecco nel 1955. La bomba è priva della
spoletta e non presenta alcuna carica esplosiva. Inoltre sul corpo sono stati praticati n. 4 fori che
l’hanno resa definitivamente inerte. Tale materiale è da ritenersi totalmente privo di capacità
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offensiva.
CONCLUSIONE
A conclusione del giudizio, l’imputato è stato condannato per la detenzione della munizione da
guerra calibro 9 mm parabellum, mentre è stato assolto per la detenzione di tutto il restante
materiale.
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MINISTERO DELL'INTERNO - N.559/C-50,133-E-99, 22 marzo 1999
OGGETTO: Bossoli per armi portatili da guerra sparati. Quesito.
ALL'ISPETTORATO LOGISTICO DELL'ESERCITO,
DIPARTIMENTO DEI TRASPORTI E MATERIALI.
Reparto Materiali per il combattimento.
Ufficio Armamento
R0MA
Con la nota in riferimento codesto Ispettorato ha chiesto di conoscere se i bossoli risultanti dallo
sparo di munizioni per arma da guerra portatile individuale debbano ricomprendersi tra le parti di
munizioni da guerra ai sensi dell'art, 1, 3° comma, legge 18 aprile 1975, n. 110.
Al riguardo. si comunica che la Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi, nella
seduta del 3 marzo 1999, considerato che le munizioni destinate alle armi da guerra sono prodotte in
risposta a rigorosi capitolati emessi dall'Amministrazione Difesa e di conseguenza una cartuccia
allestita ricaricando un bossolo usato di provenienza militare non sarebbe destinabile al caricamento
delle armi da guerra, ha espresso il parere, condiviso da questo Ministero, che in relazione al 3°
comma dell'art. 1 della legge 110/75, i bossoli in argomento non possono essere considerati parti di
munizioni per armi da guerra mancando il requisito della destinazione, espressamente previsto dalla
norma; ad essi, piuttosto, appaiono applicabili le previsioni di cui all'art. 97 del Regolamento al
T.U.L.P.S. (liberamente detenibili in numero illimitato, ancorché preinnescati), posto che la loro
disponibilità derivi da ordinaria procedura di alienazione da parte dell' Amministrazione Difesa o da
rinvenimento quali "res derelictae".
Si gradirà un cortese cenno di ricevuta.
IL DIRETTORE DEL SERVIZIO
(Maddalena)
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