Silvia Ceccarelli Dante G. Rossetti, interprete e traduttore della lirica italiana antica Al mio papà, che mi ha lasciato troppo presto. Indice Premessa………………………………………………………………………………………pp. 3-4 Introduzione Il valore estetico e culturale delle traduzioni…………………………………………………..pp. 5-9 1. Capitolo Sognando l’Italia: Dante G. Rossetti e il revival medievale dei Preraffaelliti inglesi………pp. 10-17 2. Capitolo Gli adepti del «velame»: Dante, Gabriele Rossetti, e il gergo segreto dei poeti d’amore…..pp. 18-28 2. 1 Il dantismo dei fratelli Rossetti…………………………………………………………pp. 20-28 3. Capitolo The Early Italian Poets, 1861……………………………………………………………….pp. 29-37 4. Capitolo I Rossetti e l’Unità d’Italia…………………………………………………………………..pp. 38-47 4. 1 Gabriele Rossetti e la Scuola Italiana di Giuseppe Mazzini……………………………pp. 38-42 4. 2 L’esperienza ideale e reale dell’esilio…………………………………………………..pp. 42-43 4. 3 Dante G. Rossetti e l’ideologia mazziniana…………………………………………….pp. 44-47 5. Capitolo Strategie di traduzione……………………………………………………………………….pp. 48-53 1. Il metro e la rima………………………………………………………………………….pp. 50-51 2. Adattamento…………………………………………………………………………………...p. 51 3. Conversione……………………………………………………………………………………p. 51 4. Metodo parafrastico……………………………………………………………………………p. 52 5. Modulazione…………………………………………………………………………………...p. 52 6. Traduzione letterale……………………………………………………………………….pp. 52-53 7. Trasposizione…………………………………………………………………………………..p. 53 1 6. Capitolo Lingua e stile poetico………………………………………………………………………..pp. 54-56 1. Amplificatio……………………………………………………………………………………p. 54 2. Diminutive suffixes…………………………………………………………………………….p. 54 3. Doublets………………………………………………………………………………………..p. 54 4. Colori e sensi della parola rossettiana…………………………………………………………p. 54 5. Lessico e varianti poetico-letterarie………………………………………………………pp. 54-55 6. La creazione metaforica……………………………………………………………………….p. 55 7. The inner standing-point………………………………………………………………………p. 55 8. Visione d’insieme…………………………………………………………………………pp. 55-56 7. Capitolo Le traduzioni di Dante G. Rossetti, con apparato linguistico e critico-letterario…………..pp. 57-401 Parte I: poeti prima di Dante………………………………………………………………...pp. 59-66 Parte II: Dante e il suo cenacolo…………………………………………………………….pp. 67-73 Appendice Parte II……………………………………………………………………………….p. 74 Incipitario………………………………………………………………………………..pp. 402-415 Conclusioni……………………………………………………………………………....pp. 416-417 Bibliografia………………………………………………………………………………pp. 418-426 2 Premessa Il volume, Dante Gabriel Rossetti, interprete e traduttore della lirica italiana antica, segue l’ordine prestabilito dal poeta inglese nella sua opera di traduzione, The Early Italian Poets from Ciullo d’Alcamo to Dante Alighieri (1100-1200-1300) in the Original Metres, dove sono raggruppati secondo un dato cronologico i principali rimatori che hanno preceduto Dante e quelli a lui coevi o posteriori. Nelle pagine iniziali del libro è disposto un indice degli autori (con dizione arcaizzante) e delle relative testate (antecedenti le traduzioni), che hanno la funzione di spiegare compendiosamente gli argomenti dei testi originali. In parentesi, e nella riga sottostante ai titoli in inglese conviene la nostra traduzione. La parte centrale del lavoro racchiude l’interpretazione della Vita Nuova dantesca, e anche i testi riconducibili ai poeti del “Circolo di Dante”. Ogni originale – per originale s’intende il testo italiano che abbiamo reperito dalle fonti antiche cui attinse il traduttore – è affiancato nell’estremità destra dalla traduzione corrispondente. Sotto si svolge il commento, che valuta le differenze e le analogie emerse confrontando gli aspetti linguistici e metrici dei rispettivi componimenti. L’introduzione che precede l’analisi del corpus rossettiano intende esaltare vivamente questa prima antologia della letteratura italiana in lingua inglese. Innanzitutto perch’essa ha rappresentato un importante veicolo di conoscenza della nostra cultura in Inghilterra, e successivamente un terreno fertile su cui Rossetti sperimentò le sue abilità traduttive enucleando una serie di strategie vòlte a riconsegnare con prudenza gli artifici della lingua italiana. Un altro dato significativo è riconoscibile nell’anno in cui apparve la raccolta di traduzioni rossettiane: il 1861, che coincise proprio con la celebrazione dell’Unità d’Italia. Le implicazioni inglesi nel processo di unificazione della nostra penisola non interessarono solo le questioni politiche, ma perfino i dibattiti sulla legittimità della letteratura italiana i cui fondamenti furono teorizzati da Giuseppe Mazzini, personaggio centrale del Risorgimento italiano e “figlio” del primo padre della nostra lingua: Dante Alighieri. L’obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere – all’esame linguistico delle traduzioni e al confronto con le edizioni italiane da cui Rossetti traeva i testi originali – le modalità di ricezione della poesia medievale nell’ambito straniero, quindi, la formazione culturale del traduttore e gli orientamenti legati all’epoca in cui visse. Il codice linguistico di Rossetti svela le inclinazioni del suo animo, e quel talento eccezionale ascrivibile principalmente al suo mestiere di pittore. La lingua manifesta altresì l’ardore e lo spirito dantesco che prima ancora aleggiavano in casa Rossetti, la “Casa” di Gabriele Rossetti, dominante tutt’oggi un’area del territorio vastese e dalla quale è possibile godere in serenità dei tesori naturali. Dante Gabriel non fece mai visita in Italia, però raggiunse con la sua immaginazione quei luoghi ideali dove ebbero inizio storie e leggende, amori e antiche passioni. Egli ha saputo riaccendere la fiamma che animò la lirica italiana antica, stimolando il pubblico inglese alla lettura dei versi consacrati alle 3 donne, all’amore, e alla morte. L’esame comparatistico non vuole comunque essere una raccolta di dati linguistici, o un giudizio reciso sull’importazione-esportazione dei massimi temi di una cultura in un’altra lingua; ma un dialogo tra due diverse lingue e due diverse letterature. Un incontro tra il traduttore e i poeti cui egli s’ispira, e ch’egli poi traduce. Rossetti ha trasferito nella lingua amante, l’inglese, quei principi fondamentali e imprescindibili che la lingua madre, l’italiano, aveva già trasmesso nel corso dei secoli alle generazioni successive. Massime di vita, insegnamenti, fonti di scienza e coscienza che spesso inducono il lettore a riflettere sullo stato delle cose e della propria esistenza. Con questi presupposti nasce il mio libro: un modello “visibile” di analisi nel quale anche gli errori di traduzione commessi volutamente o inconsapevolmente da Rossetti (e sui quali magari abbiamo costruito con ingenuità le nostre ipotesi esegetiche) possiedono valore inestimabile, e non per ultimo equivalgono a un momento di riflessione condivisibile nella prospettiva che ogni idea reca una visione particolare del mondo e un insieme di emozioni esprimibili soltanto in una lingua composta, dolce, e perciò imitabile. Dante Gabriel, interprete e traduttore della lirica italiana antica costituisce oltremodo un paradigma “ripetibile”, poiché ciascuna teoria elaborata nei limiti di queste pagine attende nuove premesse e congetture. Ulteriori pensieri, giudizi, e valutazioni che possano confermare il pregio dell’opera rossettiana e il mio tentativo, seppure umile e discreto, di restituire alla nostra letteratura un prezioso gioiello di poesia, arte, e cultura sopranazionale. Roma, 22 novembre 2012 4 Introduzione Il valore estetico e culturale delle traduzioni Tradurre un pensiero, una parola, un’immagine. Ai nostri giorni la scienza della traduzione occupa un ruolo molto importante nell’orizzonte storico, artistico e letterario di una nazione. Tuttavia, nel corso dei secoli, non sempre ha raccolto validi consensi e riconoscimenti che potessero legittimarla alla pari di altre discipline scientifiche e letterarie. Questo è comprensibile alla luce di una duplice e opposta corrente di pensiero: da un lato la convinzione che tradurre significhi tradire un’opera originale nella propria lingua, e perciò, renderla conforme alle personali categorie mentali e ideologiche; d’altra parte, l’idea che il testo tradotto sia un veicolo di conoscenza dell’opera originale riscoperta, a sua volta, nei luoghi più segreti dov’è conservata la vera essenza. Sorge ora spontaneo chiedersi cosa voglia dire concretamente tradurre un testo poetico in un’altra lingua. Innanzitutto significa trasferire il pensiero originale all’interno di una nuova forma linguistica, che ne preservi la natura del testo (un’attività che comporta abitualmente l’uso di alcune strategie – adattamento, parafrasi, parole sinonimiche –). In secondo luogo, capire quali siano i limiti oltre i quali non è consigliabile procedere. Cioè rendersi conto che per realizzare una buona traduzione è spesso necessario allontanarsi dallo stile iniziale e perseguire un nuovo itinerario linguistico, cercando, per quanto sia possibile, di conservare il valore nativo dell’opera. Così entra in gioco il principio di “fedeltà”, che implica la rielaborazione di un testo sia secondo le istanze personali e culturali del lettore sia in base alle intenzioni dell’autore, la cui scrittura è influenzata dalla mentalità della sua epoca – non dimentichiamoci tuttavia che una traduzione “infedele” si rivela a volte un atto di amore e di rispetto verso la fonte –. Quando leggiamo un libro, il primo istinto è quello di pensare all’autore che l’ha scritto: immaginiamo dunque il nostro poeta intento a leggere i versi di una poesia, o le parole ricche e dense di un testo prosaico da cui trae ispirazione per rielaborarne il pensiero. Giorno dopo giorno diventiamo anche noi l’autore che leggiamo, c’impadroniamo della sua vita, impariamo a conoscerlo attraverso le parole ch’egli scrive e di cui egli si fa portavoce. Il traduttore non si limita alla mera imitazione della fonte, piuttosto, cerca di penetrare la materia del testo riconsegnando l’opera nella sua integrità. Si tratta pertanto di ammirazione, appropriazione, innovazione mantenendo la tradizione. Passione per ciò che rappresenta, hic et nunc, una sorgente di ispirazione e un modello per ricreare la materia originaria. Volgendo il nostro sguardo alla lirica italiana antica, ai numerosi canzonieri dei nostri primi poeti e alle opere che hanno rappresentato un paradigma per l’esistenza umana, è facile accorgersi di quanto siano stati fondamentali quei versi per diffondere la varietà della lingua italiana e variamente nella lingua la bellezza delle donne. Belle signore con la chioma bionda e lucente, la carnagione bianca come il latte; inafferrabili. Sensuali, voluttuose, talmente irresistibili da trascinare 5 il poeta verso quei luoghi del piacere: un piacere immaginario, non vissuto carnalmente, bensì con la mente, per la finestra degli occhi che s’affacciano nel cuore del poeta. L’amore è associato sempre a quei sentimenti di malinconia e di inquietudine che dimorano nell’amante, il quale ama, a volte è riamato, e talaltra serve umilmente la donna – bella e superba, ma al contempo spirituale –. Amore su cui si riflettono gli occhi della Morte, che a volte lenisce le pene, attenua le sofferenze dell’animo sensibile strappandone il corpo alla vita e allontanandolo dalle apparenti e fugaci gioie terrene. La continuità tematica, oltre che storica, tra l’antico e il moderno sopravvive allorché la parola manifesti la sincerità delle cose, i fenomeni della Natura e le espressioni dell’anima. Il poeta, l’artista, il traduttore, con il processo di viva immaginazione ricreano, rivivono e ravvivano il passato svelandone i misteri naturali o i fatti dell’esperienza storica conservati e quasi dimenticati in una lontana tradizione. La lettura e l’interpretazione riconoscono, analogamente all’atto del saluto, la stretta complicità tra autore e lettore, i quali condividono – sia pure a distanza di secoli, ma nella fede alle carte su cui è impresso il verbo d’amore – le stesse idee sopra un determinato argomento. La traduzione non è soltanto un mero esercizio letterario; infatti chi, come Rossetti, traduce nella lingua materna un grande poeta straniero apre alla sua nazione la conoscenza morale e culturale dell’altro, contribuendo a formare nuove relazioni tra due popoli, tra due diverse nazioni. Tradurre poesia significa trasportare dalla lingua di partenza alla lingua di arrivo la parola poetica; dare a quest’ultima una forma nuova, mantenendone tuttavia il valore spirituale che la determina fin dalla sua prima comparsa. Davvero, è un lavoro che comporta sacrifici e rinunce. Già l’Alighieri aveva affermato che nessun testo poetico può essere trasposto in altro idioma senza perdere dolcezza e armonia. Infatti nel Convivio, I libro, cap. 7, si legge: «Sappia ciascuno che nulla cosa per legame musaico armonizzata si può de la sua loquela in altra trasmutare, senza rompere tutta sua dolcezza e armonia … E questa è la cagione per che Omero non si mutò di greco in latino…». Ciononostante, le traduzioni poetiche continuano a fiorire nei giardini di tutta Europa. Benedetto Croce, il quale a più riprese aveva affrontato il problema della traduzione, era certo ch’essa fosse un gesto d’amore e come tale non avrebbe risposto a nessuna logica prestabilita1. Tradurre è un’arte impossibile che si può fare soltanto allorché l’interprete sia sospinto da quella intensa passione per il testo poetico – una passione tale da indurlo alla sua conquista e traduzione –. Rossetti trasferisce dalla lingua ch’egli traduce alla lingua nativa le strofe, i versi, l’andamento del ritmo; si balocca nel gioco degli accenti, tra cesure e fonemi, nelle rievocazioni melodiche innescate dalle rime. Per la traduzione in prosa come la Vita Nuova dantesca non fa alcuna differenza se egli decida di cambiare la lingua o far cadere talune condizioni precipue del testo, giacché sopravvivrebbero comunque il 1 Rimando alla lettura di D. VALERI, Del tradurre i poeti, Estratto dall’Annuario dell’Università di Padova per l’anno accademico 1956-1957. 6 racconto e le vicende descritte. Nella traduzione della lirica è fondamentale prestare attenzione a quegli elementi irrinunciabili, come la musicalità, senza cui il testo non avrebbe vita. In linea generale una traduzione in versi rielabora almeno parzialmente il movimento ritmico originale; è altrettanto vero che, quanto più il traduttore s’impegna con mezzi propri a fare sua la tonalità poetica tanto più riuscirà a rievocare quella atmosfera profonda e musicale del testo. Non è soltanto una questione di abilità tecnica, ma di sensibilità poetica, che può accordarsi con quella del rimatore primo sia per una specie di empatia sia per quella innata propensione nei confronti del diverso. L’arte del tradurre consiste in una grande quantità di aggiustamenti e di compromessi, che a volte sembrano discordare con il gusto naturale dello scrivente. In ciò, il traduttore ammette questi accorgimenti senza rinunciare alla sua identità di poeta e di traduttore. Il buon interprete sa ascoltare le ragioni del suo cuore e quelle del poeta ch’egli traduce 1. Per esempio nella lettura dei sonetti danteschi Rossetti non finge di essere Dante, ma rivive la sua scrittura e la sua esperienza entrando all’interno di quella poesia. Dinnanzi all’apparato simbolico e allegorico opera una precisa decodificazione sostituendo le parole con altre parole, così che il messaggio iniziale, pur conservando una specifica organizzazione, assuma un secondo significato. In più l’interprete produce quello che scopre nel testo, poiché sceglie – secondo la sua formazione – il codice nel quale inserire il senso proprio. Analogamente alla forma dialogica, egli prova a mettersi nella posizione dell’autore per capirne il punto di vista e trasportarlo nella propria categoria mentale. Un’intesa che appare certo virtuosa, benché condizionata dalla vita del traduttore, i cui momenti difficili segnano inevitabilmente, nella buona e nella cattiva sorte, la stesura dei testi. Il confronto tra due sistemi linguistici divergenti – nel nostro caso l’originale italiano e la traduzione rossettiana –, dà buoni risultati specialmente quando si è di fronte a una terminologia che descriva azioni comuni e particolari condizioni dell’animo. Le difficoltà sorgono ai margini di una parola il cui senso letterale non corrisponda esattamente a quanto essa voglia realmente significare: a tradurre gentile non basta kind, bensì un corrispondente che restituisca precisamente il senso paradigmatico dell’aggettivo italiano. Questo accade anche con alcune grandi sfere dei sentimenti umani: l’amicizia, l’amore, la libertà, il rispetto2. La traduzione non si limita dunque a una banale manovra di passaggio da una parola all’altra, ma ricerca la componente sintattica e lessicale allo scopo di inquadrarla dentro un contesto storico e sociale. Nella parola si concentra l’esperienza dello scrittore, l’epoca in cui egli scrive; quindi la lingua è l’elemento cardinale attorno cui ruotano le scelte espressive e le istanze poetiche del traduttore3. L’uso ambivalente della lingua è spiegabile con i diversi atteggiamenti dello scrittore di fronte al suo tempo e all’ordine culturale della società 1 Cfr. D. VALERI, Del tradurre i poeti, cit., pp. 9-10. Circa l’argomento cfr. U. ECO, Dire quasi la stessa cosa, Milano, 2010. 3 Cfr. G. BARBERI SQUAROTTI, Il Sogno della Letteratura, Milano, 1988, pp. 29-31. 7 2 cui egli appartiene. L’ambivalenza linguistica permette di distinguere, con buona pace della storia, la virtù poetica che caratterizza ciascuna opera letteraria. Nell’attività traduttiva nessun dato può essere messo in disparte: si debbono infatti considerare la struttura del genere, l’organismo metrico, gli aspetti del lessico, e i dettagli del linguaggio dell’opera d’arte. In questa direzione, la struttura del discorso amoroso può variare continuamente pur mantenendo l’unità concettuale ch’è alla base del testo. Il corpus delle liriche originali è ricambiato da una serie di sistemi verbali: giochi fra significante e significato, invenzioni di messaggi, parole, ritmi e metri. Il piacere della traduzione (e dell’invenzione poetica) consiste nella necessità di fare i conti con il metro, con le forme del linguaggio della poesia, con la memoria della tradizione. Inoltre la traduzione sollecita il lettore; manifesta forme e aspetti diversi, archetipi che ogni volta si adattano alle circostanze mutate e ai nuovi parametri storico-temporali. È un risultato creativo, poiché si affida alla durata della scrittura poetica. Il sogno della poesia non è mai finito, anzi, è una continua esplorazione e riscoperta. Il dialetto, lingua preziosa e sottile, presenta numerosi problemi di traducibilità. Nella comunicazione quotidiana rappresenta efficacemente e con forza verbale il sogno, le immagini della vita e della natura; suscita, non di meno, percezioni sonore e coloristiche. Le parole che non sono traducibili nella lingua dialettale possono compromettere inevitabilmente la liricità del testo poetico, e pertanto, rivelarsi stravaganti e prive di significato. Ci chiediamo allora cosa dovrà compiere il traduttore per difendere nello stesso tempo il valore semantico, la somiglianza fonica e l’evocazione intertestuale. Egli sceglierà, tra la varietà dei sintagmi linguistici, quella porzione dell’enunciato il cui senso, semplice e facilmente intellegibile, possa sottoporsi con minori difficoltà a nuove interpretazioni simboliche. Per citare un esempio, la categoria di parole meno ricche sotto il profilo semantico è quella dei nomi propri e dei nomi stranieri. Così le diverse scelte linguistiche operate dall’interprete permettono di attribuire alla parola un senso nuovo, e di chiarire anche le relazioni di natura storica e sociale (cfr. le traduzioni rossettiane). Inverosimilmente, nell’apparente diversità tra il lemma originale e il lemma tradotto soggiace un unico significato formulato da due opposte prospettive. In ogni caso l’esercizio della lingua è principalmente una questione di sonorità, cui partecipa innanzitutto l’omofonia, cioè quel gioco divertente e costruttivo di somiglianze foniche. Ciascuna unità di suono è associata a stati mentali e psicologici, oltre che a cose, idee, eventi particolari1. Nelle traduzioni le unità di contenuto della fonte originale sono appunto valorizzate dalla combinazione di unità sonore, che determinano uno spazio semantico di maggiore estensione. In realtà, non tutti gli elementi dell’enunciato possono essere messi in evidenza. Tradurre comporta quasi sempre l’eliminazione di talune componenti della proposizione originale. Si dà il caso che il 1 In merito alla questione dei suoni cfr. R. BARILLI, Viaggio al termine della parola, Milano, Feltrinelli, 1981. 8 traduttore, qualora non abbia a disposizione gli strumenti linguistici per interpretare una parola o una intera frase dell’opera, sia obbligato a procedere saltando il passo che può rivelarsi addirittura irrilevante ai fini di comprendere l’andamento complessivo dei versi. Inoltre, in prossimità degli arcaismi e delle parole cadute in disuso la compensazione delle singole perdite avviene secondo il gusto volontario del traduttore che ammette il termine meno distante alla parola utilizzata nel modello. In altre circostanze è spinto dalla necessità o dal desiderio di approfondire l’originale, non per incapacità di comprensione, ma perché vuole evidenziare una particolare dicotomia concettuale ritenuta fondante nello svolgimento del discorso poetico. Le traduzioni rossettiane, in particolare, arricchiscono con ornamenti linguistici la lingua di arrivo, esprimendo – non di rado – una insolita espressività e fresche associazioni di pensieri e sensazioni. 9 1. Sognando l’Italia: Dante G. Rossetti e il revival medievale dei Preraffaelliti inglesi Nell’immaginario poetico e pittorico dei Preraffaelliti Firenze rappresentava la città ideale in cui erano custoditi i tesori più belli dell’arte italiana, oltre che le inestimabili bellezze della natura sulle quali risplendevano i colori, gli odori e i suoni della nostra penisola. Firenze, culla delle arti e madre della nostra lingua, divenne molto presto la meta preferita dei Preraffaelliti inglesi. La città, accogliente e solare, costituiva una fonte di ispirazione artistica e letteraria per tutti quegli artisti di orientamento simbolista volti alla riappropriazione dei temi e dei valori della tradizione passata. In fuga dall’ambiente grigio e cupo della città industriale, i Preraffaelliti amavano crogiolarsi nei luoghi ameni e nei paesaggi toscani dove vissero i nostri primi poeti. Tra le verdi colline e le dimore incantate che costellavano Firenze, gli artisti inglesi andavano alla riscoperta delle proprie emozioni e di quei buoni sentimenti da cui nasce la poesia italiana antica. La lettura dei Mornings in Florence di Ruskin, noto esponente del movimento preraffaellita, apre ai nostri occhi – appassionati di storie e di leggende medievali – una Firenze onirica e nello stesso tempo reale, dove ogni elemento dell’ambiente circostante (le case costruite con pietre e mattoni, l’odore dell’erba e della terra, le rose e la polvere disposte ai margini delle strade) si fonde con l’esperienza personale e culturale dell’artista che attua una ricostruzione poetica della vita e dell’atmosfera cittadina1. I viaggiatori che giunsero a Firenze vi scoprirono un luogo mitico e letterario, dove sperimentare le personali abilità poetiche e pittoriche nell’assiduo confronto con le peculiarità della cultura e del paese ospitante. Oltre al borgo fiorentino, Lucca lasciò nell’animo di John Ruskin un segno indelebile. La tomba di Ilaria del Carretto, realizzata da Jacopo della Quercia e deposta nella cattedrale della città toscana, costituì per il maggiore teorico del Preraffaellismo una “guida suprema per tutta la vita”. Insieme al monumento sepolcrale ebbero una forte attrattiva la chiesa di Santa Maria della Spina; gli affreschi del Cappellone degli Spagnuoli a Firenze (in Santa Maria Novella), i primitivi nel convento di San Marco, Giotto e i giotteschi di Santa Croce. A Venezia, Ruskin colse l’occasione per ammirare i dipinti del Tintoretto che decorano la Scuola di San Rocco. L’arte del Tinoretto sollecitò senz’altro la sua mano, che sembrò accarezzare gli scenari del passato e ogni angolo della bella città italiana2. Rossetti, benché non fece mai ingresso in Italia se non attraverso la memoria, contribuì con le sue traduzioni a far rivivere nei versi inglesi il mito di Firenze e dell’estetica medievale. Nel corso dei secoli l’amore che gli stranieri dimostrarono per Firenze s’è tradotto in opere artistiche e letterarie di valore inestimabile. La città fiorentina piaceva molto agli inglesi, poiché mescolava armoniosamente il senso civico e il valore culturale con il fervente clima umanistico. Nella seconda metà dell’Ottocento Firenze raggiunse l’apogeo incarnando l’ideale della lotta per l’indipendenza, 1 Cfr. I giardini delle regine: il mito di Firenze nell’ambiente preraffaellita e nella cultura americana fra Ottocento e Novecento, Livorno, Sillabe, 2004, p. 42. 2 Cfr. M. Vinciguerra, Il Preraffelismo inglese, Bologna, 1925, pp. 29-32. 10 che si manifestò ancora più apertamente ne La Nazione (giornale fondato nel 1859). L’obiettivo comune del giornale fu quello di unificare la penisola italiana sotto la guida di Firenze, e di permettere che la cultura divenisse l’espressione del benessere della nazione italiana. Nel corso dei moti risorgimentali l’Inghilterra ospitò una buona parte dei nostri rifugiati, e questo concorse a sensibilizzare il popolo inglese dinnanzi alle tendenze nazionalistiche e patriottiche degli esiliati italiani. Venne a costituirsi, in terra straniera, una fitta rete di relazioni tra coloro che volevano a tutti i costi l’unità italiana: pensiamo al Foscolo, al Mazzini, all’americana Margaret Fuller, all’anglo-fiorentina Giorgina Crawford, moglie di Aurelio Saffi (cui Swinburne, autore di A song of Italy, aveva dedicato il suo “Marin Faliero”). Al prof. Pasquale, esule napoletano e storico di grande fama, e alla moglie Linda White cui dobbiamo la nostra riconoscenza per le traduzioni in inglese delle opere del marito su Girolamo Savonarola e su Niccolò Machiavelli. Indimenticabile – e lo ricorderemo a più riprese – l’azione politica e culturale di Gabriele Rossetti, che dopo essere scampato nel 1820 ai Borboni e aver trovato rifugio a Londra fece dell’Alighieri il simbolo dell’unità italiana sentita attraverso la comune appartenenza alla nostra lingua. Per molti il nostro Paese era legato indissolubilmente alla Toscana, e alle battaglie delle sue città per l’indipendenza dal dominio straniero. Ne è testimonianza l’introduzione di Giuseppe Mazzini alla seconda edizione de L’assedio di Firenze di F. D. Guerrazzi, dove all’esaltazione del borgo medievale procedevano fianco a fianco l’idea ruskiniana del gotico e il culto dell’Alighieri1. L’esperienza del viaggio, anche mentale, come prova l’esperienza di Dante Gabriel, permette di svincolarsi dai pregiudizi che la società vittoriana aveva alimentato verso i ceti sociali più bassi. Scorgiamo dunque in associazione all’itinerario del viaggio la lettura e la scrittura, che improntano alla coscienza la memoria della tradizione. Con lo sguardo all’altrove è possibile ricercare in profondità le esperienze individuali, e in questo, la scrittura, incide profondamente sul destino degli uomini forgiandone le consuetudini. Nella contemplazione di un paesaggio o di un’opera artistica l’emozione che questi sono in grado di suscitare non dipenderebbe dagli aspetti esteriori, bensì dalla nostra anima la cui materia è fatta di sogni. Quei luoghi a noi cari, prima ancora di averli visti, sono riconosciuti dall’immaginazione e dall’amore che noi stessi nutriamo nei lori confronti2. Il gusto del colore e della luce, testimoniato dai numerosi documenti medievali pervenutici e nei quali la sensibilità cromatica è incredibilmente percepibile, ritorna ancora una volta nella tradizione estetica dei Preraffaelliti. Bellezze inafferrabili, armonie terrestri, stoffe, fiori colorati, luce, sono tutti ingredienti della tradizione antica ripresi da Rossetti e dalla cultura inglese dell’Ottocento. In poesia il senso del colore pervade ogni testo medievale: il colore verde dell’erba, simbolo della 1 Cfr. I giardini delle regine: il mito di Firenze nell’ambiente preraffaellita e nella cultura americana fra Ottocento e Novecento, cit., p. 15. 2 Ibidem, p. 16 e ss. 11 primavera e della rinascita dello spirito; il colore rosso della rosa, il giallo oro dei capelli della donna, il bianco impalpabile della luce. Tutti i colori sono declinati in una vasta gamma di gradazioni e sfumature, e nessuno di loro perde la sua mirabile efficacia e vivacità. Contestualmente intendiamo rievocare “il dolce colore di oriental zaffiro” di Dante, o “il viso di neve colorato in grana” del Guinizzelli. Il colore si manifesta, al di fuori dell’arte, nelle forme vitali e nelle normali consuetudini (come gli ornamenti, l’equipaggiamento dei cavalieri, le vesti femminili)1. Ricordiamo pure la varietà degli ambienti pittoreschi che Folgore da San Gimignano descrive all’interno della sua corona di sonetti, letti, gustati e tradotti da Rossetti il quale ha rivitalizzato nella sua lingua gli elementi folcloristici e naturali dei testi italiani. Un altro aspetto significativo dell’estetica medievale che riaffiora nel poeta inglese, nei preraffaelliti e nei simbolisti è la visione allegorica dell’universo. Nel Medioevo l’uomo viveva a contatto con un mondo popolato da figure soprannaturali, significati araldici, manifestazioni di Dio nelle cose; in una natura che parlava continuamente un linguaggio misterioso. Proprio nei colori venivano rappresentati simbolicamente i sentimenti dell’uomo: il bianco, il rosso, il verde erano ritenuti colori benevoli, mentre il giallo e il nero esprimevano dolore e penitenza; il bianco era invece simbolo di luce, purezza e verginità. L’aspetto che destò l’interesse di Rossetti e dei simbolisti risiedeva innanzitutto nell’allegorismo, cioè nella comprensione dell’allegoria quale rapporto, esteticamente godibile (grazie all’interpretazione), tra il senso letterale, il simbolo e l’idea-oggetto della rappresentazione. L’interpretazione allegorica non significava inquadrare una poesia dentro un sistema fazioso e incomprensibile, bensì accoglierne e decifrarne i segni che avrebbero potuto manifestare la potenziale rivelazione. I versi, come le immagini, richiamano lo sguardo del lettore che deve procedere oltre la lingua e le vesti a colori per afferrare il messaggio spirituale sotteso rispettivamente alla parola e alla pittura. L’Arte si prefigura allora come specchio della natura, dove sono rappresentate figure allegoriche e creature ultraterrene2. All’alba della cavalleria i valori estetici, concepiti seguendo i canoni di grazia, diventano socialmente utili. La donna è ormai figura centrale della vita sociale e artistica, entrando a pieno titolo nella letteratura e nelle opere pittoriche. Le nuovi correnti dell’Ottocento inglese rivalutarono il Medioevo alla luce di questo sentimento d’amore, e della sensibilità che si manifesta nella poesia e nelle forme dell’infinito. L’Amore detta al poeta e al pittore le forme ch’egli va a rappresentare nelle sue opere artistiche e poetiche, aprendo all’universo dei sentimenti e delle passioni. Nella poesia mistica venivano invece esplorati i segreti dell’anima, dove dimorano l’amore e la volontà, due principi essenziali a fondamento dell’ordine religioso di San Francesco, il “poverello” di Assisi. 1 2 Cfr. U. ECO, Arte e bellezza nell’estetica medievale, Milano, Bompiani, 2009, p. 57 e ss. Ibidem, p. 92. 12 Il richiamo ai “primitivi” si rivela dunque nell’attenta osservazione della natura – spogliata da ogni rigore accademico –, e nella completa dedizione all’arte e agli amici della Confraternita i cui intenti non furono accolti con benevolenza dalla società di impronta vittoriana. Infatti la Rivoluzione Industriale (sin dalla metà del XVII sec.) aveva trasformato radicalmente l’assetto urbano e rurale del Paese: il lavoro agricolo era passato all’attività manifatturiera, il numero della popolazione stava crescendo velocemente, e con esso, problemi di sovrappopolazione e disoccupazione. Inoltre si erano accesi aspri conflitti tra imprenditori e lavoratori. Tutto questo influì sull’arte inglese, che era incline alla rappresentazione del paesaggio naturale con realismo e minuzia di particolari (un espediente, forse, per sfuggire dal divampante malessere sociale). Nella cultura britannica il pensiero visivo, o visual thinking, creò un collegamento tra la cultura inglese del ‘700 e l’arte poetica dei Preraffaelliti. Inteso dapprima come scienza della natura, più tardi e con l’avvento del romanticismo divenne filosofia della natura filtrata dalla tradizione dei primitivi1. Il regno di Vittoria (1837-1901), segnato dalle vicende della rivoluzione industriale e dalle guerre napoleoniche, coincise con la formazione artistica dei Preraffaelliti. Un tempo scandito dagli ideali di democrazia e di benessere sociale, e da una spiritualità innescata sulla visione dualistica del naturale e del soprannaturale, del deismo e del cristianesimo, del materialismo e dello spiritualismo. Di fatto, i vittoriani parteciparono a questa assidua dialettica tra passato e futuro. Ogni rievocazione del passato, ogni revival, volge nella prospettiva di valorizzare il presente e di dare un futuro all’arte. L’adesione ai canoni “primitivi” dei giovani preraffaelliti fu interpretata d’altro canto come un allontanamento dai precetti dell’accademia, e di conseguenza, come propensione alla verità di natura e all’innovazione dell’arte contemporanea. Avversi alla cultura vittoriana, incentrata esclusivamente sulla realtà del lavoro, le rappresentazioni dei Preraffaelliti si riappropriarono del concetto (tanto caro ai trovatori) della mezura e dell’ordine naturale delle cose. Con l’intento di rigenerare l’arte inglese, i tre giovani esponenti del movimento preraffaellita – Hunt, Millais, Rossetti – si dedicarono appassionatamente all’Arte tuffandosi nei grandi maestri del ‘300 e del ‘400. Tuttavia, la loro conoscenza delle opere italiane fu incentrata inizialmente sulle opere esposte nella Galleria Nazionale di Londra che nell’Ottocento accoglieva volentieri il patrimonio dei nostri migliori artisti del Medioevo. Dei giovani Preraffaelliti soltanto Hunt ebbe l’opportunità di recarsi a Firenze. Rossetti, sebbene fosse di origine italiana, non visitò mai la nostra penisola. Il suo legame con l’Italia fu mantenuto sempre vivo dal padre Gabriele e dalla madre Francesca Polidori, figlia del noto poeta toscano Gaetano Polidori (anch’egli, come Gabriele Rossetti, già docente di lingua italiana all’Università di Londra)2. I precetti dell’arte italiana incisero 1 2 Cfr. L. P. FINIZIO – G. VERONESI, La Confraternita dei Preraffaelliti, Roma, Cadmo, 1977, p. 24. L. P. FINIZIO, Moderno Antimoderno. L’arte dei preraffaelliti nella cultura vittoriana, Napoli, Liguori, 2004, p. 7 e ss. 13 inevitabilmente sulla creazione del pensiero romantico inglese, e quindi sulle idee dei Preraffaelliti. Essi influenzarono a loro volta l’arte, e insieme all’arte, la letteratura, che fu arricchita dalle opere di Cristina Rossetti, Morris, Swinburne, e Ruskin (questi gettò le basi della nuova Critica Inglese). Non mancarono aspre critiche e duri attacchi alla scuola preraffaellita: Roberto Buchanan definì la scuola alla stregua di una “fleshly school of poetry” (scuola carnale di poesia), riferendosi soprattutto alle opere di Rossetti nelle quali volle scorgervi una eccessiva sensualità. Nella tela rossettiana di Lady Lilith non sfugge il dato costitutivo dell’opera, cioè la personificazione della bellezza sensuale riferibile altresì a un sonetto della Casa di Vita dov’è decantata la grazia fisica della donna che si pettina nella piena contemplazione di se stessa. La rappresentazione di una bellezza imponente e sensuale caratterizzò la fase più dura della vita e dell’arte di Rossetti, allorché egli andava manifestando i dolori del suo animo. Rossetti fu un uomo appassionato e turbolento. Nelle sue memorie William Rossetti disse del fratello: “Spiritualmente, egli è come un mosaico di qualità opposte, stridenti fra loro, su uno sfondo di grande bontà”. La morte della moglie Elizabeth Siddal nel 1862, per una dosa eccessiva di laudano, lo segnò tragicamente, tanto che prima della sepoltura egli decise di seppellire accanto al corpo adorato della moglie il solo manoscritto dei suoi Poems. Sette anni più tardi, su richiesta degli amici più intimi, fece riaprire la bara riportando alla luce l’opera magistrale della sua anima rara e preziosa. Dante Gabriel condivise con i confratelli Hunt e Millais la passione per l’arte dei grandi maestri italiani e il sogno di raggiungere la bellezza gentile che aveva caratterizzato i dipinti dell’Orcagna, di Fra Angelico, di Masaccio e del Botticelli. I Preraffaelliti guardavano ai pittori italiani con ingegno e ammirazione, però non tentarono mai di imitarli. La natura doveva essere infatti rivissuta attraverso i filtri della propria sensibilità e del proprio carattere. Non poteva essere copiata, ma compresa e interpretata ex novo. Lo spirito religioso che aveva animato i Primitivi italiani fu rievocato con la medesima intensità, e per quel legame unico tra sentimento e simbolo1. Gli acquerelli medievali – specie quelli appartenenti al ciclo dantesco – sono tra i primi a consacrare la fama di Dante Gabriel Rossetti. Essi illustrano scene di vita tratte dalla Vita Nova dantesca, tralasciando tuttavia il valore profondo e sentimentale che il sommo poeta vi aveva riposto. Tra i più famosi, “Beatrice nega il saluto a Dante”, “Giotto dipinge il ritratto di Dante”, il trittico “Paolo e Francesca”, il dittico “Saluto di Beatrice”, “Dante nell’anniversario della morte di Beatrice”, e non per ultimo il “Sogno di Dante”. I personaggi medievali, immersi in uno scenario dalle tinte forti e dalle linee armoniose e naturali, sono disegnati da un pittore moderno con l’animo e il cuore rivolti alla tradizione passata. Nell’arte poetica di Rossetti la visione artistica e fenomenica dei suoi dipinti si manifesta nelle forme più elevate della ballata, un componimento nel 1 Cfr. L. LUXARDO, Preraffaelliti e Preraffaellismo in Inghilterra, Bologna, Zanichelli, 1929, p. 28 e ss. 14 quale si fondono insieme gli elementi fantastici, i miti popolari, le leggende, l’elemento musicale e tracce anche se minime di drammaticità. La “Beata Donzella”, una delle poesie più suggestive di Rossetti, è un inno festoso all’amore puro. La donna si fa simbolo puro, anche se non rappresenta il mezzo con cui raggiungere Dio (come nel caso della Beatrice dantesca). Infatti ne The Blessed Damozel, sarà Dio a intercedere tra le due anime amanti. Mentre Dante si allontana con umiltà da questa vita, Rossetti aspira alla comunione degli amanti nella preghiera e nella penitenza1. Le affinità tra Dante Gabriel Rossetti e i trecentisti italiani nasce in seno all’atmosfera che si respirava nella casa paterna, le cui pareti erano impregnate dei bei ricordi d’Italia che il padre era solito narrare ai suoi figli. L’ammirazione per l’Alighieri e la poesia italiana passò eccezionalmente a Dante Gabriel, che a confronto dei suoi fratelli ebbe doti artistiche ineguagliabili. Gabriele, esponente del movimento liberale-massonico e appassionato di Dante, aveva a cuore la sua famiglia e le sorti della patria. Di contro, le passioni politiche e gli accesi dibattiti sul futuro della nazione italiana non vennero mai accolti entusiasticamente dal figlio Dante Gabriel il cui solo interesse fu rivolto alla poesia (come egli espresse senza indugio nella prefazione a The Early Italian Poets). D’altronde a casa Rossetti egli ascoltava quotidianamente novelle e versi del “Grande Fiorentino”, sia pure in un linguaggio simbolico e allusivo ai moti risorgimentali. Gustò il sapore dolce dello “Stil Novo”, compreso in modo romantico e in linea con le dottrine platoniche. Nella serie di composizioni ispirate ai poeti italiani del ‘300 si annovera Dante a Verona, una composizione metrica di ampia grandezza; e la più ben nota The last confession. Quest’ultimo componimento ha inizio con una introduzione di cinque versi, dove si narra che le contadine lombarde solevano portare nella giarrettiera una lama per difendersi in caso di pericolo. Nello spazio di pochi versi ci si accorge che Dante Gabriel offre un quadro inattendibile dell’ambiente lombardo: innanzitutto la natura marittima del territorio; a seguire, il fatto che le donne lombarde portassero un fendente nella giarrettiera. Poco dopo si dispiega l’immagine di una regione desolata, e un popolo che a causa della miseria lasciava morire i propri figli. Notizie che, è evidente, non avevano avuto riscontro nella realtà storica dell’epoca. Per le informazioni geografiche Rossetti fa riferimento a Iglio, una località marittima che in verità non esiste. Comunque al di là delle notizie fantasiose riportate da Rossetti, il dato significativo è ch’egli intendeva rappresentare nella figura del protagonista i tratti specifici dell’uomo meridionale – condotto spesso per gelosia a commettere atti violenti e sanguinosi –. Il riso della donna, motivo principale del testo, non è quello angelico della fanciulla ma quello malvagio di chi si compiace del dolore dell’amante2. 1 2 Ibidem, p. 124 e ss. M. VINCIGUERRA, Il Preraffaelismo inglese, cit., p. 63. 15 Nel componimento The Blessed Damozel è possibile rintracciare affinità elettive con la Beatrice dantesca, come pure, per quel che riguarda la struttura del testo, il sonetto petrarchesco Levommi il mio pensiero in parte ov’era. La fanciulla che appare in sogno al poeta si affaccia dalla ringhiera del Cielo stringendo i gigli tra le mani e avendo intorno una corona di stelle luminose. Mentre le anime amanti – volte a Dio – circondano la sua figura, ella pronuncia queste parole: “Io desidero che egli venga da me”. Poco dopo enuncia i piaceri mistici di cui godrà con l’anima amante; poi si ferma e sorride, circondata dal volo armonioso degli angeli. Ben presto le creature angeliche si allontanano, e la fanciullina, dopo aver lasciato cadere le braccia giù dalla ringhiera, copre il suo viso con le mani e inizia a piangere. Così d’improvviso, il poeta si risveglia per il pianto di lei. All’interno dell’opera il forte misticismo dà valore a ogni manifestazione dell’anima, permettendo all’uomo di esprimersi a un livello superiore e ideale – quasi al di sopra della natura –. L’arte preraffaellita si prefigura come una sorta di “rinascita dell’animo”, cioè uno spirito nuovo animato dalla fiamma del passato, dai desideri del presente, e dalle aspirazioni per rinnovare l’arte del futuro. Una rinnovamento dietro cui si celano gli aspetti sostanziali di due correnti affini, il Preraffaellismo e il Simbolismo, ambedue pronte a rivivificare il Medioevo attraverso il sogno e l’immaginazione1. Contrari all’arte della Rinascenza i pittori Preraffaelliti giurarono fedeltà ai canoni stilistici del grande maestro Giotto, e intesero difendersi dalle minacce della società contemporanea trovando un dolce rifugio nel Medioevo. Trasferirono il sentimento moderno nelle immagini di fattura medievale, unendo all’elemento arcaico la fantasia, caratteri di una certa stravaganza, e il sogno. Il Preraffaellismo letterario ebbe altrettanta fortuna: sonetti, canzoni, ballate e sestine (modellate sulle liriche dei primi poeti italiani), iniziarono a comparire sui giornali di letteratura rilasciando quasi lo stesso gioco di suoni e di versi in rima che ebbero particolare diffusione nel Medioevo. Riapparvero il tema della donna angelicata, spesso affiancato ad articoli di moda e di attualità; quello dell’amore cantato nei versi cavalcantiani che sembravano fuoriuscire dalle pagine con tutta la loro potenza. Questa fiera apertura al Medioevo fu una prerogativa del Preraffaellismo (e del movimento simbolista), che rifiutava la realtà e cercava riparo nella libertà di pensiero e nell’immaginazione. I simbolisti furono affascinati dalla poesia medievale, poiché essa aveva la virtù di trascinare le anime alla musica, fintanto che le parole erano giusto intese al modo delle note di un pentagramma – disposte quindi secondo criteri musicali –. D’altra parte le parole (in quanto dolci suoni melodici) suscitano sempre nuove emozioni; e nelle emozioni sono condensati i valori primari della vita, e le fervide aspirazioni alla rettitudine morale e alla 1 Cfr. A. GRAF, Preraffaelliti, simbolisti ed esteti, dalla Nuova Antologia, vol. LXVII, serie IV (Fascicoli 1-16 gennaio 1897), Forzani e C. Tipografi del Senato, pp. 8-9. 16 spiritualità. Il sentimento religioso che animò sempre Dante Gabriel è il motore che dà vita a ogni cosa, tanto nelle dimostrazioni reali quanto nella dimensione ultraterrena. 17 2. Gli adepti del «velame»: Dante, Gabriele Rossetti, e il gergo segreto dei poeti d’amore Nel corso dei secoli una folta schiera di poeti ha voluto consacrare i suoi studi alle opere dell’Alighieri, volendovi scoprire verità e messaggi nascosti. Fu proprio Dante a sollecitare i lettori nell’interpretazione allegorica dei suoi testi affinché potessero comprenderne il senso profondo e nascosto. Questi “adepti del velame” capirono che il sommo poeta, facendo uso di un gergo segreto, improntato all’erotismo e alla realtà di personaggi realmente esistiti, intendeva denunciare la trivialità e la corruzione della Chiesa. Fra tanti, Gabriele Rossetti aveva condotto una brillante esegesi sulle opere dantesche, benché i suoi commenti rischiarono spesso di confondersi con ideologie esoteriche e settarie. Egli considerava estremamente importante la retorica dell’allegoria, fintanto che la sua lingua, così criptica e misteriosa, era comprensibile soltanto a una cerchia ristretta di adepti. Il fatto che il linguaggio avesse un valore polisemico spinse il poeta a riconoscere nelle opere dantesche e nelle liriche del ‘200 e del ‘300 significati misteriosi e di matrice politica e settaria. Rossetti stabilì interessanti corrispondenze tra la realtà politica del suo secolo e quella del secolo in cui visse Dante; sovrappose i conflitti tra le due fazioni medievali a quelli nati sul terreno delle conquiste risorgimentali. Nell’interpretazione delle opere dantesche Rossetti si abbandonò a giudizi di carattere settario e massonico, che traevano forza dalle dottrine filosofiche e sovversive del suo tempo. Per l’analisi filologica passò a disaminare con scrupolo le lezioni dei singoli manoscritti, le varianti linguistiche, e gli apporti della critica. Nel volume Sullo spirito antipapale, uscito nel 1832, Gabriele Rossetti mostrò la sua avversione nei riguardi del Papato il cui malcostume era particolarmente diffuso nel Medioevo. Il linguaggio segreto rivelava l’odio dei poeti verso la Chiesa di Roma; per questo le repressioni della curia romana volsero subito a frenare l’impeto dei contestatori, che iniziarono a servirsi di un registro linguistico allegorico e anagogico. Così nella Commedia Dante, ricorrendo all’allegoria e all’ambiguità delle parole, aveva espresso alcuni concetti che difficilmente sarebbero stati accolti nell’ambiente politico e cattolico. L’Alighieri intendeva attuare un rinnovamento spirituale (e morale) della Chiesa, e contribuire al sostegno dell’Impero. Il suo fine era quello di usare un linguaggio che congiungesse i precursori della Chiesa a quelli dell’Impero, formando una vera e propria «Setta d’Amore». Nel gergo amatorio i discepoli simulavano l’amore per una donna che diveniva invece personificazione dei loro ideali politici e religiosi – la setta parlava la «mistica favella» –1. Le sette come i Manichei, i Trovatori, i Patarini usarono forme rituali e simboli esoterici. I trovatori, e i poeti che si strinsero attorno la corte di Federico II celavano nei canti d’amore le loro idee. Questo re di Sicilia perfezionò con una insolita eleganza il gergo erotico idealizzando l’amore, sì, quell’Amore 1 Cfr. P. GIANNANTONIO, Un patriota e un plagiario: Gabriele Rossetti ed Eugène Aroux, in Studi in memoria di Nino Cortese, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1976, p. 231. 18 Platonico che divampò in Italia e al di là delle frontiere. La corrente dei massoni fu ricondotta alla setta di Rossetti, che aveva seguito la trasformazione del linguaggio sensuale della Vita Nuova e del Canzoniere in quello alto e triste della Commedia1. Per Gabriele lo stile dantesco affondava le sue radici nella tradizione platonica, proveniente a sua volta dalla scuola di Pitagora. Rossetti percorse il Medioevo trasferendo la vita e il linguaggio dell’Alighieri nella sua esperienza di poeta settario. I tre viaggi allegorici che compie Dante sono gli stessi previsti dalle scuole d’iniziazione. Le mura poderose che circondano sette volte il castello dove sta Virgilio sono provate dai sette gradi della cabala2. Le sfere si traducono invece nei livelli della massoneria, le cui formule canoniche presentano forti analogie con i simboli danteschi. Rossetti spiega gli eventi ricorrendo alla scienza occulta, e qualora sia impensabile stabilire una relazione tra la dottrina segreta e un episodio del poema cessa di parlare, schivando le cattive interpretazioni degli autori contemporanei 3. Come prova delle sue teorie (quelle secondo cui Dante era un templare e membro dei rosacroce) c’è il simbolo della rosa, su cui v’era inciso unitamente a una croce un pellicano. Secondo la tradizione simbolica antica il pellicano simboleggiava Cristo; la rosa, per la sua fragranza e sensualità, si faceva simbolo dell’amore e della bellezza femminile. Ricordiamo a tal proposito la rosa fresca e aulentissima di Cielo d’Alcamo, e quella erotica del Roman de la Rose. Nella cantica del Paradiso (XXXI) la rosa rappresenta il trionfo della Chiesa. Nella ricerca di significati allegorici Rossetti fornisce uno degli esempi più filosofici del Paradiso: quello per cui i misteri divini, in linea con la tradizione mistica, siano ritratti con le similitudini della luce e delle pietre su cui splende il sole. Quale fu il proposito delle opere di Gabriele Rossetti? Il poeta era convinto che malgrado i secoli di studio delle opere dantesche, nessuno fosse riuscito a succhiarne il midollo. Decise dunque di interpretare le opere dantesche togliendo quel velo sottile dai versi. Per Gabriele Rossetti il velame non fu che il gergo con cui si esprimeva la setta ghibellina, nota per essersi schierata contro il Papa e la Chiesa. Una setta che abbracciava le lingue del “si”, dell’ “oïl”, e dell’ “oc”, e a cui parteciparono esclusivamente uomini potenti e intellettuali. Alla luce di questo, il poeta abruzzese andò alla scoperta del significato politico di ciascun evento tralasciando chiaramente quello morale e allegorico. Rossetti era altrettanto consapevole che a parte la Commedia e le opere minori di Dante, anche le liriche dei poeti coevi o posteriori a Dante parlassero un gergo d’amore: in tal senso Giacomo da Lentini, i rimatori della scuola siciliana e del Dolce Stil Nuovo, Guido delle Colonne, Dante da Maiano, Cino da Pistoia, Francesco da Barberino, Dino Frescobaldi, Lapo Gianni, avrebbero nascosto, dietro il presunto amore per la donna “gentile” e per la donna “angelicata”, le 1 Ibidem, p. 232. Cfr. M STICCO, Dante e Gabriele Rossetti, in Studi su Dante: Dante nel Risorgimento / G. Mazzoni, Prof. G. Galbiati, Milano, Hoepli, p. 95. 3 Ibidem, p. 105. 19 2 aspirazioni, il disincanto, gli odi e le passioni della setta. L’amata rappresentava quindi la setta; il Ghibellinismo, contrariamente al Guelfismo che incarna la morte, simboleggiava la vita 1. Il cielo era il luogo dove l’intera umanità viveva felice a seguito della restaurazione dell’impero; e la terra, uno stato assoluto di miseria. Il canto degli amanti (di Paolo e Francesca) sarebbe interpretabile a questo punto in chiave allegorica, specie nelle terzine, che nell’appassionata atmosfera di amore e dolore alluderebbero in realtà alle lotte partigiane e all’esilio dei ghibellini. Nell’opera Il mistero dell’amore platonico i trovatori e i trovieri sono presentati come eretici e settari; le corti d’amore, quali circoli dove i poeti propagandavano le dottrine massoniche e settarie. Rossetti allude anche a Federico II, il primo precursore della lirica d’amore, e per finire, a Guido Guinizzelli. Rossetti aveva voluto interpretare le opere dei suoi predecessori rivelando in che modo dovessero essere compresi la donna, l’amore e il Cielo cui essi intendevano salire alla morte dell’amata. Un lettore moderno, leggendo una lirica antica, resta di certo colpito dalle particolarità della lingua e dagli schiribizzi linguistici oramai rari e desueti. Così Rossetti, entusiasmato dalle correnti ideologiche del suo tempo, dagli ideali di libertà e di unità – che prima ancora si svilupparono nel secolo di Dante –, dall’uso dell’allegoria – che specie nel Medioevo assunse valore assoluto –, trasferì, o meglio ancora, riconobbe nelle opere dantesche il germe della massoneria2. In Inghilterra l’opera di Gabriele Rossetti trovò sostenitori specialmente negli ambienti protestanti, tanto che il suo volume sullo spirito antipapale fu letto, apprezzato e tradotto da influenti e stimati commentatori. 2. 1 Il dantismo dei fratelli Rossetti La fortuna di Dante oltre i confini dell’Italia è dovuta pertanto a quell’universo misterioso e simbolico che il poeta rappresenta nelle sue opere: il nostro pensiero va alla sorte oltre mondana degli uomini esistiti e per questo ricordati e raccontati nei versi poetici. All’interesse per le questioni politiche e religiose; alle condizioni della vita umana, che oscilla sempre tra gioia e dolore. In ogni parte del mondo il poeta ha incarnato ideali patriottici e umanitari, anticipando quel desiderio di unità politica, letteraria e sociale che molti secoli dopo verrà perseguito dalla figura più rappresentativa del Risorgimento italiano: Giuseppe Mazzini. Per i poeti inglesi l’Italia costituiva una fonte inestimabile di arti e cultura, oltre che la culla dei popoli più antichi. Dunque un crocevia di idee rivoluzionarie, per le quali molti uomini democratici furono costretti a lasciare la patria cercando altrove difesa e conforto. Dante s’ergeva a maestro di vita: i suoi pensieri illuminanti conducevano gli uomini per i sentieri oscuri e inesplicabili dell’anima. D’altronde l’arte del nostro poeta rispecchia l’espressione vera e sincera del cuore, che detta le forme della bellezza corporea e 1 Cfr. G. PERALE, L’opera di Gabriele Rossetti, Città di Castello, 1906, pp. 101-102. 2 Ibidem, p. 122 e ss. 20 spirituale. La contemplazione delle opere dantesche, il cui frutto continua a maturare nella frenesia dell’epoca moderna e lontano dalla nazione che accolse il nobile ingegno toscano, è frequente presso tutti quei popoli il cui studio dell’Alighieri ha ingenerato una pedissequa interpretazione e analisi verbale. La passione per Dante va ricercata nella grandezza delle sue opere, che prefigurano un teatro animato dove l’uomo ha una parte fondamentale sia in rapporto alla società cui egli appartiene sia a quell’ordine divino e provvidenziale posto al di sopra della sua volontà. Nei testi danteschi il lettore si lascia travolgere dalle forze del bene e del male, dal sentimento sublime dell’amore e dall’avarizia; dalla vita e dalla morte; dai vizi e dalle virtù dell’uomo. Scopre vividamente la storia imperiale nelle sue fasi di splendore e decadenza; le condizioni di vita dei cittadini, e i legami tra la sfera temporale e quella spirituale. Le opere dantesche sono un grande esempio di filosofia morale, e presagiscono i sogni e gli ideali dell’umanità nelle forme velate dell’allegoria che permetteva di comunicare – in un’era segnata dall’oscurantismo e dalle credenze popolari – verità e fatti importanti1. Sotto la trama dei suoi versi Dante esprime ogni moto dell’anima umana, nella quale coesistono dissidi e armonie. Rappresenta il destino comune degli uomini che, nella lingua dell’autore – anche laddove essa non sia madre di tutti i popoli –, percepiscono le emozioni del cuore e le ragioni dell’intelletto. Gli studiosi ammettono all’unanimità che la Divina Commedia sia un libro profetico, nel quale si dispiega il verbo di un genio italiano compreso pure all’estero. Dante contribuì alla grande opera di civilizzazione dei popoli, traducendo la cultura e la storia religiosa e civile del suo Paese d’origine nella lingua forestiera 2. Fu idealmente ministro di giustizia, le cui leggi avrebbero dovuto garantire equità e concordia tra le genti. Il poeta restituì a un secolo buio e morente fresche essenze vitali, che ancor’oggi commuovono gli uomini davanti all’imprevedibilità della sorte e alle passioni di cui è costellata la vita. Il desiderio di pace, di libertà e di giustizia che nutriva il nostro poeta accese rapidamente le coscienze dei posteri il cui impegno fu quello di raggiungere una piena solidità nazionale. Certamente la fama di Dante ha subìto, goccia dopo goccia, una varietà di trasformazioni. Nel Medioevo fu ammirato per l’arcaicità e il settarismo della sua lingua, con la quale intendeva divulgare concetti astrusi e talvolta inesprimibili. Nell’evo moderno la figura di Dante sembra legarsi all’idea di un poeta che conquista il pubblico per il messaggio eroico e profetico delle sue opere3. Come antesignano della poesia contemporanea, egli è riuscito a comunicare dottrine morali e religiose presagendo avvenimenti futuri e indicando ai poeti coevi o posteriori nuove strade da percorrere. Mazzini ravvisava nell’Alighieri un poeta di grande moralità, prescelto dall’ordine divino per annunciare delle verità 1 Cfr. Ricordi e Scritti di Aurelio Saffi, pubblicati per cura del Municipio di Forlì, vol. V (1857-1859), Firenze, Barbera, p. 194. 2 Ibidem, pp. 195-196. 3 Cfr. A. GALLETTI, Dante e Mazzini, in Studi su Dante, Dante nel Risorgimento, Milano, Hoepli, 1941 (XIX), p. 31. 21 che potessero sottrarsi all’usura del tempo. Negli scritti mazziniani vediamo infatti ritratta l’immagine di Dante nelle vesti di poeta e di sacerdote, la cui parola restituisce dignità alla vita scoprendone luoghi impercorsi e tutti da esplorare. Una letteratura nazionale vive allorché la missione sociale sia congiunta alle parole: il poeta non deve chiudersi in se stesso, ma partecipare alla vita pubblica di cui si farà precursore1. Il merito dell’Alighieri è stato quello di rappresentare, sotto gli occhi di Dio, il dramma vissuto da ogni cristiano. Nelle sue opere, e sopra tutte nella Commedia, Dante ritrae uomini importanti e sentimenti antitetici come l’odio e l’amore. Ciascuno di essi non ha valore assoluto, poiché risponde alla suprema volontà di Dio che partecipa alla vita degli uomini ricompensati o puniti secondo giustizia. Dante dovette sopportare molte vessazioni; tuttavia le sofferenze rafforzarono il suo animo e accentuarono la potenza della sua indole 2. Il poeta accettò pacificamente la triste realtà dell’esilio, e sostenne con tenacia le avversità della sorte. Sfidò pontefici e imperatori, dichiarando la perfidia della loro condotta. Manifestò doti morali e intellettive che valsero a definire l’autentico stereotipo del genio italiano. Gabriele Rossetti aveva riposto la sua speranza nella nazione adottiva, l’Inghilterra, che parve meno sterile ai principi di libertà e di rinnovamento negatigli a Vasto, il suo paese nativo, la cui memoria lo accompagnò teneramente nelle giornate di solitudine e di turbamento. L’integrazione nella società anglosassone non escluse mai la sua vivida attenzione alle problematiche della terra natale, i cui antichi sapori furono trasmessi nella lingua prescelta – l’inglese –. Gabriele mantenne il suo impegno per la conquista della libertà acclamata calorosamente nella lotta risorgimentale: acquisì le attitudini del popolo britannico, e nello stesso momento rimase legato a quell’amore unico e sincero per la nazione italiana. Sopra ogni cosa, custodì nelle stanze più segrete della sua anima una devozione quasi filiale nei confronti di Dante, le cui inclinazioni spirituali e intellettuali convenivano alla personalità duttile e appassionata del poeta vastese. Dante Gabriel non percepì con la stessa forza l’orgoglio paterno per l’Italia, nondimeno, seguì le orme di suo padre negli studi di arte e di letteratura due-trecentesca. Gabriele Rossetti pubblicò un’edizione in due tomi dell’Inferno dantesco, all’interno della quale venivano esposte alcune teorie su cui fece ritorno negli anni successivi. Il desiderio d’interpretare, sotto il velo de li versi strani, il pensiero dell’Alighieri, trovò compimento nelle sue opere: Dello spirito antipapale, L’amore Platonico, La Beatrice di Dante3. Dante Gabriel è un’artista di intenso fervore religioso, che esprime sempre nelle sue opere pittoriche e letterarie sentimenti di amore e di fede. Non è un caso che nel racconto Hand and Soul, comparso nella prima uscita della rivista «The Germ» (1850), Rossetti “consacra la mano tua e 1 Ibidem, p. 36. Ibidem, pp. 38-39. 3 Cfr. La Vita Nuova di Dante, con illustrazioni di Dante Gabriel Rossetti, Torino-Roma, Roux e Viarengo, 1902. 2 22 l’anima tua e servire l’uomo in Dio”. Per Dante Gabriel il poeta è un essere privilegiato, anche se la sua vita risente della costante tensione tra pittura e poesia; quest’ultima resterà comunque il mezzo principale per afferrare e comprendere il suo animo. L’incontro con Dante è parte integrante della sua biografia, così come la scoperta dei nostri primi poeti tradotti nel volume The Early Italian Poets su cui egli lavorò appassionatamente tra il 1845 e il 1849. L’atmosfera onirica e sentimentale della Vita Nuova influenzò il pittore specialmente nelle opere del 1850: l’artista riprese alcuni tratti caratteristici dell’opera dantesca – come il lasciarsi abbandonare nei ricordi –, arricchendoli con alcune attitudini della sua personalità, tra cui il forte senso di agitazione e lo slancio erotico che s’intravede soprattutto nei suoi quadri. Un clima che coincise con gli anni giovanili del poetapittore, il quale iniziò a sentire gli “spiritelli d’amore” aleggiare nel suo cuore. Questa condizione dell’animo lo condusse a realizzare dei capolavori in cui il rapporto tra parola e immagine è richiamato continuamente all’interno della pagina o ai suoi margini, tra realtà e immaginazione, nella superficie dove compaiono Dante e Beatrice (i due personaggi su cui si riflettono specularmente il poeta vittoriano e la sua amata Elizabeth Siddal). Beatrice, la donna “angelicata”, ed Elizabeth, la donna che incarna le caratteristiche peculiari dell’epoca vittoriana, partecipano a un destino comune segnato dall’amore, dalle sofferenze dell’animo e dalla morte. Il sonetto Dantis Tenebrae, in ricordo del padre, manifesta quel legame ideale tra Dante e Dante Gabriel, quasi a volerne suggellare una medesima sorte, sia nella vita sia nell’attività poetica. Bocca Baciata, il cui titolo italiano è tratto da una novella di Boccaccio, presenta attributi contraddistintivi della scuola di Tiziano, dove era in uso rappresentare le nudità femminili utilizzando colori forti e drappeggi ricamati che ne valorizzassero la sensualità. Il tema della bellezza femminile, rappresentato con eleganza e maestria, scaturisce dalla lettura delle rime antiche italiane. Ne dà prova anche il dipinto L’amante di Fazio (1861), che richiama la lirica di Fazio degli Uberti, nella quale il poeta italiano si diletta rappresentando magnificamente la chioma, gli occhi e la bocca dell’amata1. Dante Gabriel iniziò a rappresentare i soggetti danteschi nel corso della traduzione dei poeti italiani antichi, e della Vita Nuova di Dante. Un lavoro di lettura, interpretazione e traduzione di un materiale inestimabile arricchito con immagini pittoriche. L’universo dantesco – patrimonio di simboli e di allegorie – incise molto sull’arte di Rossetti, sicché egli visse quotidianamente all’interno di questo apparato simbolico in cui sogno e realtà, pensiero e immaginazione, coesistono in armonia. La lingua italiana, nelle sue forme arcaiche e desuete – ricche di suggestioni poetiche e significazioni spirituali –, costituì per Dante Gabriel un laboratorio dove sperimentare le sue creazioni linguistiche e i suoi pensieri fantastici. Contrariamente al padre Gabriele, immerso in 1 Cfr. Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana, a cura di M. T. Benedetti, S. Frezzotti, R. Upstone, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Milano, Electa, 2011, p. 17 e ss. 23 letture filosofiche e mistiche, la poesia dantesca fu per lui una sorgente di acqua pura e naturale, com’egli stesso espresse nella prefazione a The Early Italian Poets pubblicati nel 1861 con il supporto economico dell’amico Ruskin. Nonostante le diversità caratteriali che intercorsero tra Gabriele e suo figlio, la passione per Dante e la materia italiana fu il punto di ritrovo di due menti fortemente inventive. Uno slancio creativo che spinse verso la simbolizzazione dell’arte e della poesia, riconquistando lo spirito religioso e l’eredità passata. Nella linea che collega il simbolo al suono, il sensibile al sovrasensibile, Rossetti opera questa completa fusione tra parola e pittura1. Un linguaggio immaginativo con cui il poeta riesce a fuggire dalla realtà storica nella quale è immerso, rievocando gli antichi miti della letteratura cavalleresca e medievale. Le fonti della poesia pittorica e, viceversa, della pittura poetica, sono da rinvenire nella vasta simbologia delle opere dantesche. In questo modo risuona ancora più efficace la metafora poetica dell’arte per l’arte, secondo cui mentre Amore tende alla sincerità dell’Arte, la donna (che appare all’artista) si profila come l’altra metà della sua anima. Realizzato a inchiostro, Dantis Amor (1860) manifesta il valore simbolico che intercorre tra Beatrice e Amore, e suggerisce, di riflesso, questa magica combinazione di scrittura e pittura. Nella linea diagonale si legge L’amore che muove il sol e l’altre stelle; nella mezzaluna, posta nell’angolo in basso dell’emisfero notturno, spunta la testa di Beatrice su cui v’è impressa Quella beata Beatrice che mira continuamente nella faccia di colui, cioè verso il volto di Cristo che sta nell’anello solare dell’emisfero diurno e Qui est per omnia saecula benedictus (come si può ben leggere). Queste sono citazioni estratte dalla parte conclusiva della Vita Nuova, il cui significato rimanda ad Amore, motore che aziona ogni processo e movimento di vita. Con la stessa energia, mette in moto i versi poetici della Damigella Beata. Trascorso un anno dalla pubblicazione della sua raccolta di Poems, Dante Gabriel ritornò sul motivo di Amore e Morte componendo Il sogno di Dante al tempo della morte di Beatrice (1871). Questa magnifica tela, tratta dal XXIII sonetto della Vita Nova, delinea quella fase di maturazione che condusse Rossetti al perfezionamento della sue abilità compositive. La scena rappresentata ne Il sogno di Dante ha come precedente l’olio di Beata Beatrix (1863/1870), nel quale riaffiora incontrastato il tema di Amore e Morte e questo labile confine tra sogno e veglia. Dall’anno 1863 Rossetti cominciò a identificare la condizione estatica di Beatrice in quella di sua moglie Lizzy, immaginando la sua amata con gli occhi socchiusi e il volto lievemente sollevato (un’espressione indotta dall’uso del laudano, la sostanza allucinogena che causò la morte di Lizzy). Nella Beata Beatrix, la colomba è messaggera di morte. Sullo sfondo della pittura, accanto alla figura di Amore che tiene con sé una debole fiamma, c’è Dante, che mentre cammina per le vie di Firenze è intento a guardarlo. Nella natura espressiva di Rossetti le immagini, come la città e l’ambiente naturale, sono proiezioni dell’animo e rappresentano dunque uno spazio 1 Cfr. L. P. FINIZIO, Moderno Antimoderno, cit., p. 127. 24 di scrittura interiore. La Beata Beatrice è circondata dall’atmosfera cupa di Firenze, il cui tempo è scandito dalla meridiana che segna le ore 9, coincidenti con la morte della donna e la fine di un sogno vissuto. Ne Il sogno di Dante al tempo della morte di Beatrice, la scena del rituale funebre è ripreso dai versi di Dante legati all’episodio della Vita Nova (XXIII) – scritti in basso a destra –: Allor diceva Amor: - Più nol ti celo; / vieni a veder nostra donna che giace. - / Lo immaginar fallace / mi condusse a veder madonna morta; / e quand’io l’avea scorta, / vedea che donne le covrian d’un velo; / ed avea seco umiltà verace, / che parea che dicesse: - Io sono in pace. Nella parte sinistra si legge: Somniun Dantis in extrema Beatricis hora / Junii die 9 anno 1290. Il soffitto è aperto al cielo, dov’è sospeso un angioletto. Dalle due estremità è possibile vedere due piccoli scorci del borgo cittadino, e anche le due colombe, il cui colore ricorda quello caldo e sanguigno di Amore. Dante, con sguardo sognante, avanza a passo morbido sul pavimento cosparso di papaveri e viene condotto (per mano di Amore) alla dimora sepolcrale dove giace la donna. Tra le due ancelle che sollevano un velo pieno di fiori c’è Amore, il quale bacia il viso di Beatrice; Dante posa il suo sguardo sui tre personaggi, anche se pare sfuggirgli la freccia che Amore tiene verso di lui e attorno alla quale è attorcigliato un ramoscello di fiori di melo (simbolo di speranza e di rinascita dello spirito)1. Un’altra fonte letteraria per la realizzazione dell’olio su tela raffigurante La visione di Fiammetta (1878) è il sonetto LXVII di Giovanni Boccaccio, Sovra li fior vermigli, e’ capei d’oro / Veder mi parve un foco alla Fiammetta, in cui il poeta narra l’ultima visione dell’amata Maria d’Aquino (soprannominata Fiammetta), nella chiesa di San Lorenzo a Napoli, alla vigilia di Pasqua del 1336 (prima che la morte raggiungesse precocemente la giovinetta). Fiammetta, circondata da un intreccio di rami di melo, ha una aureola sopra il suo capo, e un abito rosso il cui colore conviene al nome rievocante le rosse fiamme. Nella parte alta dell’opera le farfalle e la colomba accompagnano simbolicamente l’anima nell’aldilà: l’atteggiamento della donna, che sembra danzare dolcemente nel dipinto, è come se volesse designare questo fragile confine tra la vita e la morte. I versi inglesi dedicati a Fiammetta, e la traduzione in italiano del sonetto sono iscritti nella cornice realizzata da Rossetti. Per gli ornamenti floreali, l’artista inglese cercò nel suo giardino e negli spazi verdi e fioriti di Londra2. Nel 1849 Rossetti decise d’illustrare la “mente amorosa” dell’Alighieri abbozzando il quadro Dante sorpreso a disegnare un angelo. Nell’anno successivo, il suo pennello andava rappresentando a piccoli schizzi Il Saluto di Beatrice (1849/1850). L’incontro con Beatrice, che trova espressione nel gesto del saluto, fu per Rossetti una unione paradigmatica tra amore, bellezza e visione, che restano i principi predominanti della sua pittura e della sua poesia. L’inchiostro è ispirato all’episodio iniziale della Vita Nuova, e si conclude con l’incontro di Dante e 1 2 Ibidem, p. 140. Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana, cit., p. 235. 25 Beatrice nella cantica del Purgatorio. La tripartizione, con al centro la visione di Amore, rappresenta il motivo topico e simbolico del saluto ch’è un elemento costitutivo dell’opera dantesca. La particolarità de Il saluto di Beatrice risiede nella fede mentale del traduttore alle suggestioni del testo, ch’egli trasferisce puntualmente nelle creazioni poetiche e figurali. I motivi architettonici e i costumi sono ripresi dalle stampe del Lasinio, che riconducono agli affreschi del Camposanto di Pisa1. Amore svolge una funzione molto importante, poiché vivifica l’arte e simboleggia quel forte legame con Beatrice. La citazione «Manus animam pinxit», leggibile in un racconto trecentista dell’opera Hand and Soul, rivela che Rossetti fu davvero pittore dell’anima. Nei suoi quadri gli occhi profondi delle donne celano segreti impenetrabili; le labbra sensuali, che invitano ai baci e all’amore, sembrano esprimere pensieri e desideri ardenti. Nelle loro figure scorgiamo riflessa l’esistenza solitaria del poeta inglese, il cui temperamento gli permise comunque di esplorare la sua anima restituendo alla facoltà immaginativa lo spirito interiore2. La lirica italiana delle Origini aveva stimolato intensamente la fantasia di Rossetti, che rivitalizzò le forme più elevate della nostra poesia scoprendo altresì un mondo antico fatto di sogni, amori e passioni3. Le rime dei Siciliani, di Dante, e di altri poeti italiani furono avvolte da una fresca veste linguistica che lasciava intravedere dolcemente la sensibilità del traduttore e il suo mondo ideale. L’eredità paterna gli permise di aprirsi alle tendenze estetiche del movimento preraffaellita, la cui spiccata italianità era manifesta nell’esaltazione della verità umana e nelle aspirazioni medievali. Dante Gabriel ritrae una vivida immagine di Dante, o meglio sovrappone all’amante malinconico della Vita Nuova il suo romantico e desideroso uomo che ama. La donna angelicata risponde piuttosto a un’idea romantica dell’amore, cui non manca l’intensa energia passionale. Il giovane artista fa entrare nella sua vita the intelligence of love, associando gli stati d’animo di Beatrice a quelli della sua amata Elizabeth4. Le visioni di Rossetti nascono in seno allo stile dolce e nuovo dei nostri primi poeti; è altrettanto vero ch’esse acquisirono con il trascorrere degli anni attributi comuni, lasciando svanire l’essenza vera e primordiale degli originali. Tra gli aspetti che affascinarono il nucleo famigliare dei Rossetti vogliamo rievocare la limpidezza delle immagini, che sollecitano l’immaginazione del lettore il quale penetra i pensieri della mente e i sentimenti del cuore per l’efficacia espressiva delle parole e la vivacità del ritmo. Dante Gabriel utilizza penna e pennello per raccontare e tradurre in versi o disegni la bellezza delle donne, il cui sguardo mesto e sensuale domina i suoi migliori dipinti. Il carattere figurato delle opere rossettiane conferma la destrezza del traduttore che riesce a intrecciare – come nella visione delle fanciulle intente a legare 1 Cfr. L. P. FINIZIO, Moderno Antimoderno, cit., p. 127 e ss. Cfr. anche La Vita Nuova di Dante, cit., p. 10. 3 Cfr. G. OLIVA, Rossetti e l’Italia, Vasto, 2009, p. 11. 4 Cfr. M. T. BENEDETTI, Dante Gabriel Rossetti, Firenze, Sansoni, 1984, p. 12. 26 2 ghirlande tra i capelli – l’arte inesplicabile della scrittura, e l’universo incantato della pittura. La lettura della Vita Nuova fornì molte occasioni alla realizzazione dei suoi disegni, dacché la lingua iconica dell’Alighieri si prestava bene all’illustrazione. Con la fantasia, il sommo poeta aveva raffigurato la venuta della sua donna e gli angeli che fanno da cornice alla sede del Paradiso celeste. Dante fu, prima ancora di Rossetti, poeta e pittore: nei suoi versi glorifica la bellezza dell’amata, e dopo ne traccia astrattamente il profilo luminoso e splendente. Il sogno di Dante trova esecuzione in questa tendenza della poesia a farsi pittura; individuando nella donna le fattezze angeliche, e spostando l’amore verso qualcosa che sfugge alla realtà e giunge nei cieli. Considerando il tempo in cui visse l’Alighieri, è impossibile dissociare l’arte figurativa da quella poetica giacché gli influssi della pittura (specie quella di Giotto) furono talmente potenti che travalicarono la sfera visiva. Le immagini dantesche esprimono una concezione naturalistica della vita, e testimoniano l’inquietudine dell’uomo che vive a continual stress nel suo giardino interiore come pure al di fuori1. Dante contempla tutte le bellezze del mondo annotando i segreti dell’anima umana, gli oggetti sensibili e ogni piccolo dettaglio della natura. Scruta la mente dell’uomo, e traduce con grande realismo e senso dell’arte le cose che afferra. Trae similitudini dai rumori lievi o fragorosi dei venti; dal fuoco che emette scintille incandescenti. Dell’immensa superficie terrestre raccoglie le foglie verdi fluttuanti e i rami, che s’intrecciano e scendono verso il basso a difesa dei raggi solari. Coglie le rose e i gigli: ornamenti colorati e profumati della Terra. La luce del sole – che splende nell’acqua e nelle gemme – fa brillare i suoi pensieri. Egli restituisce alle parole visioni magnifiche. Quello stesso barlume rende virtuosi i corpi sottili e minuti delle donne, su cui pare irraggiarsi la beatitudine divina2. L’Alighieri verseggia e dipinge ciò che ama; insegue forme nuove e cede alla realtà onirica coltivando la rosa dell’amore, il dolore e il respiro di ogni vita. Nello stesso modo Dante Gabriel percepisce l’universo dei sogni, la superficie terrestre, l’acqua, il sole, e tutti quei fenomeni naturali che influiscono sugli umori dell’uomo foggiandone l’animo 3. Rossetti fa rifiorire temi danteschi e simboli medievali: l’ascetismo pittorico conviene persino nella struttura delle parole, disposte seguendo i criteri mentali e la ricettività del traduttore4. L’interpretazione di Dante e dei fedeli d’amore divenne meta preferita di un’intera famiglia: negli anni giovanili Christina Rossetti comprese il misticismo e le verità segrete racchiuse all’interno delle opere dantesche5. Nelle pagine iniziali del libro A Shadow of Dante6 Maria Francesca Rossetti, la primogenita, sosteneva che «Dante is a name unlimited in place and period. 1 Cfr. P. ROTONDI, Dante critico d’arte, in Latina Gens, anno XI, nn. 10-11, 1933, pp. 33-43. Cfr. Le similitudini dantesche, ordinate, illustrate e confrontate da Luigi Venturi, Firenze, 1921. 3 Cfr. M. T. BENEDETTI, Dante Gabriel Rossetti, cit., p. 29. 4 Cfr. L. MUROLO, Le tenebre di Dante, Vasto, Il Torcoliere, 2004. 5 Cfr. F. MARRONI, Christina Rossetti e la tradizione poetica italiana: innesti e contesti fra Tasso e Metastasio, in Rossetti e l’Italia, cit., pp. 285-286 6 London-Oxford-Cambridge, 1971. 27 2 Not Italy, but the Universe, is his birth-place; not the fourteenth century, but all Time, is his epoch. He rises before us and above us like the Pyramids – awful, massive, solitary; the embodiment of the character, the realization of the science, of his clime and day; yet the outcome of a far wider past, the standard of a far wider future» (Dante è un nome sconfinato nello spazio e nel tempo. Non l’Italia, ma l’universo è il suo luogo di nascita; non il XIV secolo, ma ogni Tempo è la sua epoca. Si erge davanti a noi e sopra di noi come le piramidi – imponenti, massicce, solitarie; l’incarnazione della scrittura, la realizzazione della scienza, del suo clima e dei suoi giorni; tuttora il risultato di un più vasto e lontano passato, l’insegna di un più vasto e lontano futuro)1. Nella sua english home Gabriele Rossetti, che ammirava la Costituzione e il senso civico dell’Inghilterra, era solito esprimersi nella lingua nativa volendo consolidare tra le pareti domestiche la tradizione linguistica e letteraria dell’Italia. Sull’esempio del padre, Maria Francesca donò ai suoi studenti un libricino di esercitazioni in lingua italiana; William Michael, ottimo conoscitore dell’idioma italico, traduceva e correggeva le opere dei suoi affiliati. Christina componeva con rigore poetico ninne-nanne e cantilene in italiano per bambini. Gli scritti rossettiani ci accompagnano dunque a Charlotte Street, il quartiere dove vissero questi fanciulli talentuosi che nell’età azzurra e tenera della loro vita avevano esibito ottime doti compositive2. Gabriele, Dante Gabriel, Maria Francesca, Christina, William Michael: tutti insieme appassionatamente nella ricerca di quel «paradigma del velame»3 dantesco sotto il quale ciascuno di loro ha voluto scorgervi un senso vero e rinnovato della propria esistenza. 1 Cfr. P. DE VENTURA, A Shadow of Dante di Maria Francesca Rossetti, in Rossetti e l’Italia, cit., p. 420. Cfr. anche M. MENNA, Are you still vagheggiando Vasto?, in I Rossetti e l’Italia, cit., pp. 493-505. 3 Cfr. L. MIRALLES, «Dantis amor»: Gabriele Rossetti e il «paradigma del velame», in L’idea deforme. Interpretazioni esoteriche di Dante, a cura di M. P. Pozzato, intr. di U. Eco, postf. di A. Asor Rosa, Milano, Bompiani, 1989, pp. 47-77. 28 2 3. The Early Italian Poets. «Nelle labbra sensuali delle sue figure l’amore ha posato i suoi baci più dolci, più soavi e più caldi; sulla fronte delle sue donne, il dolore ha mosso i riccioli biondi, e nei loro lineamenti è rimasto il segno incancellabile delle anime elette per l’eternità, come uno stupore intenso di chi si è vista vicino la morte». Così scriveva Antonio Agresti, nel 1899, nella sua opera Poesie di Dante Gabriel Rossetti, a proposito di uno degli esponenti della Confraternita dei Preraffaelliti1: Dante Gabriel Rossetti. L’artista guardava agli autori del Trecento italiano con gli occhi del poeta e del pittore: poteva infatti comporre un sonetto a proposito di un suo quadro, o dipingere un quadro per illustrare i versi di una sua poesia. Egli esercitò una profonda influenza sugli uomini e sulle idee artistiche del tempo in cui visse, condividendo con i suoi amici l’entusiasmo nello studio della letteratura cortese e dei poeti italiani2. Scriveva poesie e traduceva in versi inglesi molte rime della Scuola siciliana, di Guittone d’Arezzo, dei rimatori del Dolce Stil Nuovo e tutta la Vita Nuova di Dante. Nel 1861 Rossetti raccolse e pubblicò le sue traduzioni in un volume, The Early Italian Poets from Ciullo d’Alcamo to Dante Alighieri in the original metres3, che costituì per i lettori la prima antologia della letteratura italiana in lingua inglese (dalle origini fino all’Alighieri). Il valore letterario delle traduzioni risiedeva innanzitutto nell’esegesi poetica dei primi tesori della lingua italiana; quindi, nella definizione dei caratteri peculiari della poesia inglese4. Rossetti desiderava rinnovare il genio dei poeti antichi, dando una interpretazione personale di Dante e della sua poesia minore al pubblico inglese5. Nella prefazione a The Early Italian Poets egli diceva che «… the only true motive for putting poetry into a fresh language must be to endow a fresh nation, as far as possible, with one more possession of beauty. Poetry not being an exact science, literality of rendering is altogether secondary to this chief law …»6. La lirica dei poeti italiani delle Origini è la sorgente primaria del suo preraffaellismo pittorico e letterario, dove convengono la delicatezza dell’arte e la spiritualità del sogno. L’opera di Dante ebbe un enorme influsso su Rossetti, che arrivò a identificare la sua vita con quella del poeta fiorentino7. Nel nome, anzitutto: egli adottò quello pubblico di Dante Gabriel facendo ricadere su di di esso un accento visibilmente letterario. L’opera di traduzione dimostra come Rossetti sia riuscito a modernizzare forme antiche della lingua inglese arricchendo il vocabolario di latinismi, 1 Cfr. pure M. VINCIGUERRA, John Ruskin ed i Preraffaelliti, Milano, Quaderni dell’Osservatore, 1969, p. 32 e ss. Vinciguerra illustra, in una prospettiva più realistica e meno convenzionale rispetto ad altre opere, i caratteri distintivi dei preraffaelliti inglesi. 2 Cfr. G. MOUREY, D. G. Rossetti et les Préraphaelites Anglais, Paris, 1909, p. 73. 3 Una seconda edizione apparve nel 1873 con il titolo di Dante and his Circle. Ibidem, p. 173. 4 Cfr. C. CHIARINI, Dante Gabriel Rossetti, Poesie liriche, Bologna, 1919. 5 Cfr. M. L. G. DE COURTEN, I Rossetti. Storia di una famiglia, Alpes, Milano, 1928, p. 342. 6 Cfr. D. G. ROSSETTI, The Early Italian Poets, 1861, pp. 13-14. 7 N’è testimonianza un sonetto di Dante Gabriel Rossetti: Dantis Tenebrae. 29 provenzalismi, termini dell’italiano antico1. Nell’interpretazione della Vita Nuova resta fedele allo spirito dantesco, usando arcaismi e ricorrendo a una sintassi di matrice biblica. Il poeta vittoriano ha saputo recuperare le idee e le immagini di Dante infondendo nella “sua” Vita Nuova un soffio di lirismo, «quel misterioso ingrediente che rende questi sonetti poesie e non prosa»2. Dante Gabriel compiva un’opera altamente patriottica – la cui genesi è segnata in parte dai testi nazionalistici di Giuseppe Mazzini –, scoprendo le bellezze del nostro Paese. Nell’impiego del sonetto si avverte ugualmente l’influsso dei poeti italiani del Duecento, che in questo genere metrico trovarono la loro forma ideale3. Rossetti attribuiva un valore esclusivo al sonetto, identificandolo come «a moment’s monument, memorial from the soul’s eternity to one dead deathless hour»4. Egli mantenne con scrupolo la struttura classica del sonetto italiano introdotto da Giacomo da Lentini, e con una assoluta padronanza della tecnica del verso superò tutti i sonettisti del suo tempo5. Tradizione latina, esperienza provenzale, memoria francese, tutto sarebbe rimasto esanime se la vita della Nazione non avesse dato il suo contributo alla letteratura. Nelle liriche dei nostri primi rimatori sono disseminati i germi di una crescente passione verso gli eventi politici, e quei fatti cui il poeta prendeva parte attiva (pensiamo ai versi guittoniani sulla battaglia di Montaperti). La lingua italiana ha mantenuto nonostante tutto la sua autenticità, costituendo per gli italiani – anche nei secoli sventurati della loro storia culturale e politica – «essa solo la nazione, essa solo la patria»6. Nelle poesie e nelle pitture di Dante Gabriel si ravvisano i temi principali della lirica medievale: l’amore e la morte. Un amore religioso, intellettuale e morale associato all’idea della morte. La morte è però idealizzazione della donna amata, e al contempo vincolo che lega la fugace gioia terrena a quella eterna7. L’amore simboleggia di volta in volta «il fanciullo divino che per mano lo guida attraverso i fioriti sentieri della vita; talvolta il viandante incognito che sul liuto dice i misteri delle anime amanti»8. La poesia di Rossetti è un genere di poesia raffinata, che racconta «le notti angosciose di vane attese, i giorni pieni di gioia, i baci ardenti come gocce di fuoco; desideri, speranze, sogni»9. Nel culto della bellezza appare l’origine italiana del poeta, che dedica i suoi versi 1 Cfr. R. GLYNN GRYLLS, Portrait of Rossetti, London, Macdonald, 1964, p. 79 e ss. Secondo le parole di John Wain nella sua introduzione alle traduzioni di Dante Gabriel Rossetti, pubblicate dalla casa editrice Anvil nel 1981. 3 Cfr. pure C. CHIARINI, Poesie liriche di Dante Gabriel Rossetti, cit., p. 17 e ss. 4 Cfr. G. H. FLEMING, That ne’er shall meet again. Rossetti, Millais, Hunt, London, Michael Joseph, 1971, p. 420. 5 Cfr. anche W. PÖTTERS, Nascita del sonetto: metrica e matematica al tempo di Federico II, presentazione di F. BRUGNOLO, Ravenna, 1998; R. ANTONELLI, La costruzione del testo poetico: metrica e testo, Roma, 2004; A. RUSCHIONI, Il sonetto italiano: morfologia, profilo storico, antologia, Milano, 1985, pp. 7-39; A. BUCK, Italianische Sonette, Tübingen, 1954, pp. 1-11. 6 Cfr. A. MONTEVERDI, Il problema del Duecento in N. SAPEGNO, Antologia della storia e della critica letteraria, vol. I, Roma, 1964, pp. 48-52. 7 Cfr. G. MOUREY, D. G. Rossetti, cit., pp. 209-211. 8 Cfr. A. AGRESTI, Poesie di Dante Gabriele Rossetti, Firenze, 1899, p. 119. 9 Ibidem, p. 118. 30 2 versi e i suoi disegni alle virtù morali e fisiche dell’amata 1. D’altronde la bellezza femminile era la musa ispiratrice dei nostri poeti delle Origini. Giacomino Pugliese evoca il ricordo della dolcezza e dell’eleganza della donna: ov’è Madonna? e lo suo insegnamento? where is my lady, and the lovely face la sua bellezza e la sua canoscienza? she had, and the sweet motion when she walk’d? lo dolce riso, e lo bel parlamento…? 2 her chaste, mild favour - her so delicate grace… Guido Guinizzelli ricorda gli occhi gioiosi e splendenti della fanciulla: la bella donna, che negli occhi splende which in her eyes is glorified del suo gentil talento on which her heart is bent a chi amar da lei non disprende… 3 to me whose service waiteth at her side… Tra i poeti minori, Albertuccio della Viola definisce la sua amorosa la fiore delle fiore4: alla danza la vidi danzare among the dancers I beheld her dance l’amorosa, che mi fa allegrare her who alone is my heart’s sustenance così, come danzava, mi ferìo non mi fallìo la fiore delle fiore so, as she danced, I took this wound of her 5 alas! the flower of flowers, she did not fail… Un preziosismo morfologico – cui convergono elementi arcaizzanti, artifici linguistici che derivano dalla poesia italiana, dalla topica cortese – caratterizza l’universo poetico di Rossetti, nel quale si uniscono sotto una realtà condivisa anima e corpo, amore fisico e ideale, passato e futuro, vita terrena e vita eterna6. Rossetti ha trasferito alla poesia l’analisi intelligente e minuziosa della fisionomia, ch’è uno degli aspetti più interessanti dei prosatori inglesi e il fine precipuo delle loro osservazioni psicologiche7. Nel quadro Giotto dipinge il ritratto di Dante (figura sottostante), 1 Ibidem, p. 95. Morte, perché m’hai fatto sì gran guerra? 3 Al cor gentile ripara sempre Amore. 4 La locuzione la fiore delle fiore, nel valore figurato di ‘la parte più nobile e preziosa di qualcosa’, è già attestato in Federico II (ed. Patavini, a. 1250, 1.40, p. 159: la fiore d’ogne fiore / prego per cortesia, / che più non sia – lo suo detto fallato, / né disturbato – per iniziatore, / né suo valore – non ha menovato, / né rabassato – per altro amadore); Mare Amoroso (XIII, ui. di., fior, 151, p. 492: a racontare insomma a motto a motto / i vostri adornamenti, fior d’i fiori / n’avreb[b]e larga Tullio ed Orfeo). In Dante il sintagma compare nel senso di ‘raccogliere i fiori migliori’ (Comedia, a. 1321, Purg., 28, 41, v. II, p. 481: una donna soletta che si gia / e cantando e scegliendo fior da fiore / ond’era pinta tutta la sua vita). 5 Alla danza la vidi danzare. 6 Cfr. G. MOUREY, D. G. Rossetti cit., p. 220. 7 Ibidem, p. 11. 31 2 Dante siede al centro della tela (intento a tagliare un melograno, simbolo dell’immortalità o della passione)1, mentre alle sue spalle c’è l’amico Guido Cavalcanti nell’atto di leggere un volume di poesie. L’opera evidenzia tre importanti aspetti: il legame di Dante con il suo amore, Beatrice (che nella parte inferiore cammina insieme alle altre donne); quello che tiene stretto il poeta a Guido; e infine il richiamo all’arte elegante e raffinata del pittore fiorentino. Ne L’incontro di Dante con Beatrice, ispirato invece alla cantica del Paradiso dantesco, la donna è avvolta da una veste morbida e leggera i cui colori riprendono gli stessi delle virtù cardinali (immagine sotto): 1 Cfr. anche M. T. BENEDETTI, Dante Gabriel Rossetti, cit., p. 173. 32 Come interprete dell’opera dantesca Rossetti va incontro all’amore, traducendo le fantasie di Dante e la visione eterna del poeta con la sua donna1. Nel 1880 riprese a dipingere Beatrice, un quadro che s’ispira al sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare e nel quale si intravedono la genialità italiana e il sentimento palpitante per i nostri primi canzonieri. La fanciulla amata è gioia pura e divina; l’amore, universo simbolico e forza misteriosa che governa ogni creatura umana e vivente. Il simbolismo di Rossetti compensa il valore assoluto dei numeri, che nell’opera dantesca intendono 1 Cfr. D. G. ROSSETTI, Il Canzoniere di Dante Alighieri, con 12 illustrazioni, Torino, 1921. 33 manifestare implicitamente la natura perfetta e divina della donna. I simboli del tempo – giorno e notte, anni e ore – scandiscono il dolore angosciante del poeta. Invero, nelle opere rossettiane si percepisce costantemente un alone di sofferenza: la sua “casa” di vita è costruita con pietre di malinconia e sconforto. I capolavori sono giusto quelli che traggono ispirazione dalla morte, la cui potenza accompagnerebbe l’essere a better life. Nella Beata Beatrix la donna è ritratta in una condizione estatica: Dante e Amore stanno nell’aura che avvolge il capo di Beatrice; nella penombra appare il borgo cittadino, che ascolterà l’esclamazione in latino pronunciata dal poeta: quomodo sedet sola civitas!. Beatrice, su cui si riflette la luce color oro, sembra essere ancora in vita benché le mani congiunte e l’uccello messaggero di morte preannuncino la sua fine prossima. Il sogno di Dante è un dipinto straordinario (di seguito, la versione watercolour): Rossetti, esploratore dei moti più occulti dell’anima, tradusse con una mescolanza di colori il pensiero che serpeggia tra le creature del sogno. L’idea che la vita e l’amore siano oltre la sfera terrestre assume i colori delle vesti: Dante e le donne viventi hanno abiti scuri; Beatrice è vestita di bianco, invece Amore indossa una tonaca scintillante1. Le donne rossettiane, belle, intelligenti, erudite, non sono altro che le tante Beatrici cui si rifa l’artista. I suoi pensieri danno anche prova ch’egli non apparteneva alla sua epoca, bensì a quella in cui vissero personalità eminenti come 1 Cfr. La Vita Nuova di Dante, con illustrazioni di Dante Gabriel Rossetti, cit., pp. 19-20. 34 Giotto e altri maestri d’arte e di poesia. La serie di dipinti danteschi si conclude con una immagine (p. 31) suggerita dal sonetto che Dante rivolse a Guido Cavalcanti (e di cui riportiamo la versione inglese curata da Rossetti): Guido, I wish that Lapo, thou, and I, Could be by spells conveyed, as it were now, Upon a barque, with all the winds that blow Across all seas at our good will to hie. So no mischance nor temper of the sky Should mar our course with spite or cruel slip; But we, observing old companionship, To be companions still should long thereby. And Lady Joan, and Lady Beatrice, And her the thirtieth on my roll, with us Should our good wizard set, o’er seas to move And not to talk of anything but love: And they three ever to be well at ease, As we should be, I think, if this were thus. 35 L’artista comprese quel cammino immaginario verso il sentimento fin dai primi tempi della sua opera di illustratore dantesco, interpretando le sovrane bellezze della fantasia di Dante e la visione eterna del poeta italiano con la sua Beatrice. Il senso misterioso dell’opera dantesca penetra 36 sensibilmente nelle produzioni di Rossetti: esiste infatti un intimo legame tra la donna gentile cantata nei versi e quella raffigurata nei dipinti; così Amore è nello stesso tempo pellegrino e creatura che scende dall’alto. Le opere dell’Alighieri e di Rossetti sono il dono di Amore: a distanza di secoli il poeta vittoriano ascolta Dante riedificando l’amore sublime che lo tenne stretto a Beatrice, e trasferendo su di lei l’immagine di sua moglie Elizabeth Siddal la cui giovane vita fu presto spezzata da un intenso male di vivere1. Il gesto di Rossetti, che seppellì il manoscritto delle sue poesie (riesumate più tardi) insieme al corpo dell’amata, ha origine dalla fusione dell’arte con la vita e da quegli ideali spirituali e onirici incarnati sempre nella figura mistica della sua donna2. L’arte rossettiana illumina idee e motivi della tradizione, contribuendo a rinsaldare l’identità dell’essere umano. Recupera la vita in ogni sua forma e ricchezza, sottraendola alle insidie del tempo e dell’oblio. L’arte diventa un magazzino della memoria, dove vengono disseppelliti fatti storici e miti lontanissimi. Rossetti indaga negli abissi dell’anima umana e della natura, cercando di raggiungere quella verità che segue nondimeno il corso dei suoi tempi, delle abitudini e della società di cui essa è frutto. Dipinge il mondo sperando che tutte le creature possano vivervi meglio e stare in armonia con se stesse. Ideali che non trovano conferma nella realtà, ma nei sogni e nella varietà dei colori per i quali la vita sembra meno dolorosa e a volte persino migliore. 1 2 Ibidem, p. 27. Cfr. M. TERESA BENEDETTI, Dante Gabriel Rossetti, cit., p. 20. 37 4. I Rossetti e l’Unità d’Italia. Il 1861 fu un anno importante, poiché vide la nascita della prima raccolta di liriche italiane antiche in lingua inglese e il principio di un evento tra i più significativi di quell’epoca: l’Unità d’Italia. Il poeta inglese non era estraneo alle vicende politiche del nostro Paese, e alla rinascita degli ideali di libertà e di unità di cui era sostenitore Giuseppe Mazzini. Egli visse molti anni a Londra e conobbe personalmente il padre di Rossetti, Gabriele Rossetti, che fu un carbonaro, il Tirteo napoletano, come lui stesso amava definirsi1. Nel 1821, con l’intervento degli Austriaci, fu abolita la Costituzione e i principali esponenti della Carboneria furono denunciati e dovettero emigrare: tra questi proprio Gabriele Rossetti2. Egli fu uno dei primi carbonari che aderì alla setta, allorch’essa fece il suo ingresso nel regno di Napoli. Alcune carte documentano la presenza di Rossetti tra coloro che nell’ottobre del 1820 sottoscrissero un editto a favore del «buon cugino segretario dell’assemblea generale del Carbonari delle Due Sicilie»3. Il patriottismo, e la necessità di liberarsi dai soprusi del governo borbonico avevano stimolato Rossetti e l’intera popolazione. 4. 1 Gabriele Rossetti e la Scuola Italiana di Giuseppe Mazzini Nata sul terreno della fugace gloria napoleonica, la prima poesia di Gabriele Rossetti fu dettata dagli episodi occasionali che andavano susseguendosi nella nostra penisola. Solo più tardi, e sotto il regno di Ferdinando egli iniziò a comporre i canti per la libertà. Inaugurò la serie con Sei pur bella cogli astri sul crine, un’ode meravigliosa intessuta dalle immagini antiche che animarono gli spiriti dei napoletani (forse per le suggestioni musicali del decasillabo). Queste trenta strofe, inquisite e ritenute moleste dalla polizia austriaca, valsero al poeta vastese ben trent’anni di esilio e perfino la morte fuori dalla sua patria. L’amore per l’Italia è sentito come una comune partecipazione alle oppressioni del “bel paese”: luoghi infelici ai quali Rossetti rivolse il suo ricordo durante il viaggio che lo condusse in Inghilterra e sui quali proiettò la nostalgia per il mare azzurro della città nativa: O Italia, o primo amor dell’alma mia, Quanto più rosea in te ride l’aurora! Un genio di celeste poesia Sentia fervermi in sen sempre a quest’ora: O pur lo sento, ma non è l’istesso! (Veggente in solitudine, novena I, giorno II) 1 Cfr. Gabriele Rossetti in Poeti Minori dell’Ottocento, vol. I, a cura di L. BALDUCCI, Milano-Napoli, 1958, pp. 73-95. Cfr. Z. BENELLI, Gabriele Rossetti, Firenze, 1898. 3 Cfr. M. L. G. DE COURTEN, I Rossetti. Storia di una famiglia, Milano, Alpes, 1928, p. 29. 38 2 Nel Salterio Iddio e l’uomo si scorgono idee di libertà e di giustizia. Il poeta esorta tutti i cittadini alla buona volontà, e a rispettare diritti e doveri. Con tono imperativo invita l’autorità temporale all’equità e quella spirituale alla santità. Però all’improvviso i toni cambiano, e nell’aria si comincia a percepire il clima sereno e gioioso della primavera. La Pace scende dal cielo, e il sole splende. Sulla Terra è ormai giunto Amore. Sopra le note di pace e di libertà che compongono questo capolavoro di versi introduciamo il Veggente in solitudine, un poema lirico suddiviso in due novene, nelle quali il poeta ricorda, pensa e narra la sua patria e la tanto sospirata libertà. Gabriele si rifugia nella quiete dei campi, e con animo ispirato pensa all’Italia – in preda ormai a sette fiere che ne fanno scempio –, e quindi alla Chiesa, soggiogata dalla tirannide. Cerca allora consolazione nei suoi libri, dove si riaffaccia nondimeno la vexata quaestio tra passato e presente. Nella seconda parte Rossetti narra i moti del 1820, inveisce contro il re che scappò da Napoli e mostra invece la sua riconoscenza agli ospiti della sua dimora di Malta. Durante il viaggio da Malta in Inghilterra, e nel dolce ricordo dei luoghi dell’infanzia vede in apparizione Dante che si apre a lui rivelando i misteri della sua opera. Subito dopo racconta i moti del ’31 attaccando Luigi Filippo, ché non ebbe il coraggio di difendere l’Italia e la Polonia dalle malvagità della Santa Sede. Finalmente il poeta ha una bella visione: quella dell’arcangelo Michele che scende per gettare i troni nello scompiglio, e l’altra della Chiesa romana abbattuta sotto le ali dell’angelo. Nelle sei odi raccolte sotto il titolo Pel meriggio d’Italia (Palermo, F. Ruffino, 1848) si percepisce l’animo commosso di Gabriele Rossetti dinnanzi allo sforzo dei suoi compatrioti per realizzare il sogno di una patria felice e libera dallo straniero. Con i suoi versi accompagnò la rivoluzione napoletana e siciliana del ’48, incoraggiando Napoli a porsi sull’esempio dell’isola siciliana che si era resa indipendente. I tentativi sostenuti anche dal re Ferdinando si rivelarono purtroppo vani, e a Rossetti non rimase che un grido composto di lamento per la sfortuna della sua terra nativa. Da quel momento il poeta vastese cominciò a riporre la sua fiducia in Carlo Alberto, e nell’idea consolidata di “Una Italia, ed uno il re”. Tra gli ultimi canti di battaglia di Gabriele Rossetti si annovera Stabat mater; e il Testamento, dove sono riposte le ultime velleitarie illusioni dell’esule bardo per il rinnovamento politico e morale dell’Italia. D’ora in avanti il poeta lascerà cadere la sua penna e cesserà di scrivere versi in onore della sua cara madre patria. Il 1820 fu dunque ricordato nell’ode rossettiana Sei pur bella con gli astri sul crine: la musicalità dei versi, e il tema della patria fanno da sfondo all’entrata vittoriosa in Napoli di Guglielmo Pepe e all’ordinanza con la quale Ferdinando I preannunciava la Costituzione agli italiani1. Rossetti sollecitò i suoi compatrioti allestendo editti e contrastando l’immoralità e la perfidia del re. I Carbonari istituirono una società politica che accoglieva nobili, preti, combattenti e uomini di lettere con alte doti morali e intellettuali. Dopo la rivoluzione 1 Ibidem, p. 31. 39 francese essa divenne una setta avente come scopo l’unità, la libertà e l’indipendenza delle nazioni1. Il proposito dei carbonari fu quello di riunificare ogni territorio della nazione italiana, e sottrarlo all’egemonia del popolo tedesco. Per giunta, sperarono di costruire un governo monarchico. L’Italia era ancora troppo distante dalla meta agognata, ciononostante, Gabriele Rossetti e i carbonari continuarono a sostenere la causa dell’unificazione italiana. Nel 1824, dopo l’esilio a Malta e le oppressioni del governo borbonico Rossetti rientrò in Inghilterra divenuta un rifugio sicuro per i fautori dell’indipendenza nazionale. Qui comprese il merito degli esuli, che fecero conoscere la lingua e la letteratura italiana alla società inglese2. Gabriele Rossetti, come Dante, visse il dramma dell’esilio. Attraversò luoghi impervi, e assaporò il gusto amaro della realtà e delle cose. L’esilio diede a Dante l’opportunità di raffinare le sue armi poetiche e il suo talento artistico; invece per Rossetti il confino dalla città natale significò la completa dedizione alla lectura Dantis. Al modo dell’Alighieri, il poeta vastese era certo di possedere una forza eccezionale che gli valse a divenire l’annunciatore di una grande profezia3. Nel tragitto Rossetti leggeva il poema; scriveva parole armoniose, e cercava di andare oltre l’aspetto sensibile degli esseri animati e inanimati. Amorevolmente legato alla sua terra, ventre morbido e ospitale, ammirava l’arte poetica di Dante e la religione d’idee che nascondevano vicende reali e politiche. La Commedia – così come la intendeva Rossetti – divenne il simbolo verbale di una setta, che occultava con gli espedienti allegorici e l’enigmatica favella concetti politici, religiosi e filosofici 4. I ghibellini procederono contro la sede papale, trascinando tutti quegli autori medievali intenzionati a favorire la creazione di un impero che riunisse ogni popolo attorno alla città di Roma. Il linguaggio codificato dei poeti siciliani e della scuola bolognese fu essenzialmente d’amore. Solo dopo, con Dante, acquisì gli schemi retorici della dottrina religiosa e cristiana. A Londra la casa dell’esule vastese ospitò tutti coloro che sfuggivano alle forche dei borboni e alle leggi dispotiche dell’Austria. Possiamo solo immaginare quale fosse il sentimento patriottico che infiammava i discorsi di questi uomini, costretti a vivere lontani dai confini di un’Italia mite, calorosa e solare. Nella sua opera Dante Gabriel Rossetti, Letters and Memoir, William Michael Rossetti (figlio di Gabriele e fratello di Dante Gabriel) richiama tutti quegli italiani che frequentarono la casa paterna, alludendo soprattutto alle questioni più dibattute, agli ideali cui ognuno di loro aspirava e ai lunghi momenti di sconforto. Molti furono i sospiri dinnanzi allo stato della povera Italia, e altrettanto numerosi gli uomini che vissero sacrificando la propria vita in 1 Cfr. T. PIETROCOLA ROSSETTI, Gabriele Rossetti, Torino, Utet, 1861, pp. 23-24. Cfr. A. VANNUCCI, I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848, Milano, 1872, p. 161. 3 Cfr. M STICCO, Dante e Gabriele Rossetti, in Studi su Dante: Dante nel Risorgimento / G. Mazzoni, Prof. G. Galbiati, Milano, Hoepli, pp. 53-54. 4 Ibidem, p. 56. 40 2 cambio di libertà1. I poeti definirono l’Italia un inferno: sì, quel regno oscuro dei morti che Dante stesso illustrò magnificamente nel suo Poema2. Nell’anno in cui si celebrava l’anniversario della Scuola italiana gratuita a Londra (1842), Gabriele Rossetti espresse il suo orgoglio italiano pronunciando queste parole: «da che la malvagità de’ tempi e la prepotenza de’ fati mi sbalzarono fuori dell’amata Italia, questa è la prima volta che tanti visi italiani insieme raccolti, e tante voci italiane in un commiste, lusingando ad un tempo i miei occhi e le mie orecchie, empion di tale sensazione il mio cuore che non parmi più essere in terra straniera, ma nella patria stessa […] Ecco l’Italia qual io la bramo, eccola a me dinanzi; poiché qui veggo quasi un compendio della sua estesa geografia: tutti gl’Italiani qui fraternizzano, tutti qui sentiamo esser figli d’una madre sola, tutti c’infervoriamo nell’unico culto di quell’amor santissimo che nasce con l’uomo e con l’uomo muore, l’amore della patria, tanto a noi più cara quanto più bella e sventurata»3. La Scuola Italiana fu istituita da Giuseppe Mazzini per gli esuli italiani e i giovani studenti che non avevano a disposizione sussidi economici. Nella lettera alla madre del 3 settembre 1841, Mazzini riconduce alla memoria il primo anno della scuola e le attività che vi si svolgevano (suonare strumenti musicali, vendere figurine, insegnare a leggere e a scrivere; dare lezioni di grammatica italiana, geografia e storia della patria)4. L’Italia fu riconoscente all’Inghilterra per la stima e l’affetto che gli inglesi dimostrarono al nostro Paese. Robert Browning confessò il suo amore all’Italia scrivendo in versi Italy, my Italy! / Open my heart and you will see / Graved inside of it: Italy! 5. Come lui, molti rimatori inglesi dedicarono le loro poesie alla celebrazione della Penisola e al desiderio di liberazione dallo straniero. Gabriele Rossetti ripeteva sempre «finché vita mi duri, griderò patria, umanità, religione»6. Perciò all’Austria rivolse questo “assalto lirico”: E te la terra tuttavia sostiene, Che spargi il fumo ad offuscar le menti, Fucina infame, ove si fan catene Per tante genti! La fortuna dell’Alighieri in Inghilterra manifesta la solida unione tra Italia e Inghilterra, che nel corso dei secoli s’è andata rinforzando tramite una fitta rete di relazioni politico-economiche, 1 La Vita Nuova di Dante, con illustrazioni di Dante Gabriel Rossetti, cit., p. 10. Cfr. G. ROSSETTI, Dante e il suo Secolo, in Sullo spirito antipapale che produsse la riforma, Arnaldo Forni Editore, Londra, 1882. 3 Cfr. G. MAZZINI, Opere, a cura di L. SALVATORELLI, vol. II, Milano-Roma, 1939, pp. 332-333. 4 Cfr. B. GATTA, Mazzini, una vita per un sogno, Napoli, San Biagio dei Liberi, 2002, pp. 151-152. 5 «Italia, Italia mia! / aprite il mio cuore e ci vedrete / Inciso dentro: Italia!». 6 Cfr. Poesie di Gabriele Rossetti, con un discorso di Gabriele De Stefano, Giosuè Rondinella, Napoli, 1862. 41 2 sociali, scientifiche e letterarie. L’Inghilterra offrì all’Italia un modello di democrazia politica, giacché aveva le migliori istituzioni politiche d’Europa. L’Italia diede agli inglesi la memoria dell’evo antico, e la bellezza di quei luoghi in cui Shelley riconobbe «il paradiso degli esuli»1. Gli studi storiografici sul Risorgimento italiano sostengono tuttora che l’Inghilterra fu incline alla realizzazione dell’unità politica della Penisola, sebbene il governo inglese non esitò a ritardarla per favorire il dominio austriaco e contrastare l’influenza politica della Francia in Europa 2. Gli inglesi videro nella personalità di Giuseppe Mazzini il messaggero di una nuova ideologia, fondata principalmente sulla nazione e sul bene comune del popolo italiano. L’idea di un’Italia unita, anticipata fattivamente nelle correnti politiche del secolo precedente, fu raggiunta a tutti gli effetti con Mazzini il quale si adoperò a diffonderla in piena autonomia. L’Inghilterra ospitò liberalmente il pioniere italiano, che nonostante i guai con la giustizia portò avanti la sua rivoluzione culturale, politica e letteraria dimostrando oltremisura il grande supporto offertogli dalla terra d’Oltremanica per il processo di unificazione italiana3. In Inghilterra Mazzini osservò con interesse le prime corporazioni del ceto operaio, e le condizioni di vita insostenibili degli immigrati. Ammirò l’unità di pensiero e di azione del Paese, di cui però biasimava l’etica industriale e utilitaria. Credeva che in Inghilterra l’affermazione della libertà non fosse proporzionale all’uguaglianza tra i diversi ceti sociali; era altrettanto cosciente della necessità di nuovi impulsi per valorizzare le istituzioni e la tradizione degli inglesi. Mazzini favorì il risveglio del paese d’Oltremanica offrendo – con le sue intuizioni – l’opportunità di credere nello sviluppo e nel miglioramento culturale dell’Inghilterra. La vita di Mazzini sarebbe stata diversa senza l’esperienza del soggiorno londinese, e probabilmente anche il Risorgimento italiano4. 4. 2 L’esperienza ideale e reale dell’esilio L’esilio, il cui archetipo riconduce a Dante esiliato dalla sua Firenze, segna ineluttabilmente l’esistenza del poeta che sta alla continua ricerca del suo paradiso perduto. L’esule viaggia verso mondi sconosciuti, sognando la patria ideale ch’è stato costretto a lasciare e a cui vuole fare ritorno. Con la poesia ricrea un altrove immaginario dimenticando la dura realtà dell’esilio5. Nel Risorgimento l’esilio divenne un elemento centrale per quel che riguardava la formazione politica, etica ed intellettuale del poeta. Per molti scrittori e poeti l’esilio rappresentò il mezzo con cui esprimere liberamente in terra straniera le idee feconde del periodo risorgimentale, e divulgare 1 Cfr. A. LOMBARDO, Gli inglesi e l’Italia, Milano, 1998. Per ulteriori approfondimenti cfr. S. J. WOLF, Il Risorgimento italiano, Torino, 1981, p. 672. 3 Cfr. G. PESCOSOLIDO, Mazzini e Garibaldi nell’opinione pubblica inglese in Gli inglesi e l’Italia, cit., pp. 31-32. 4 Ibidem, pp. 29-36. 5 Cfr. A. LOMBARDO, I romantici come espatriati in Gli inglesi e l’Italia, cit., p. 167. Cfr. anche, M. WICKS, The Italian Exiles in London, 1816-1848, Manchester, 1937. 42 2 altresì alcune opere che in Italia sarebbero state sottoposte a dure condanne. L’esilio permette di straniarsi dalla lingua di origine, attivando un processo di assorbimento della lingua ricevente e stabilendo nuovi contatti tra cultura di partenza e cultura di arrivo. Il poeta è così in grado di riscoprire consapevolmente la propria lingua, acquisendo nello stesso tempo gli strumenti della lingua di destinazione. Attraverso l’esilio il poeta ridefinisce la propria identità, e si fa anche conscio della sua diversità rispetto alla cultura e alla lingua con cui entra a contatto. L’essere al di fuori della propria terra significa comprendere e capire, con spirito critico e obiettivo, le cose della realtà. L’esilio, anche se vissuto da molti poeti come esperienza drammatica, costituì un momento di riflessione sulla propria vita e sulla vita degli altri popoli. La memoria è fondamentale per ricordare al poeta le sue origini culturali e linguistiche, e not the least, per attuare un recupero della propria storia. Nell’esperienza dell’esilio convergono una moltitudine di aspetti, a partire soprattutto dal confronto tra le diversità e le analogie entro lingue e culture diverse. Alla base, comunque, resiste l’ambizione di un progetto politico dove prendono parte esperienze difficili e tormentate (come quella dell’espatrio), ma non sterili per la formazione di una solida unità. Il risveglio del sentimento nazionale segnò l’età dell’emigrazione di patrioti italiani in Inghilterra, dove la libertà e il progresso sociale erano garantiti senza alcuna oppressione 1. Nel soggiorno inglese, Rossetti insegnò la lingua e la letteratura italiana guadagnando i mezzi per vivere in modo sostenibile. L’impegno di Mazzini fu quello di informare la collettività sulle battaglie dei compatrioti, e di trasmettere con eloquenza il passato storico, le mode letterarie e gli usi della nazione italiana. Questo atteggiamento propagandistico gli permise di raggiungere numerosi consensi dall’establishment politica che sostenne la causa dell’unità d’Italia, e in modo particolare, l’adesione simpatizzante degli amici il cui desiderio di liberazione procedeva insieme a quello di rinascita civile e culturale. Tra gli esuli italiani che videro in Dante «il miglior conforto dell’esilio» si distinse anche Antonio Panizzi, patriota e bibliotecario italiano. Nel 1822, sospettato di appartenere alla Carboneria lasciò Modena stabilendosi a Londra. In Inghilterra Panizzi divenne un importante esponente del Risorgimento italiano, attirando le simpatie della classe dirigente inglese. Nel 1828 pubblicò una recensione negativa dell’opera di Gabriele Rossetti, Comento analitico a Dante, rispondendo alle obiezioni mossegli dal poeta vastese che riteneva assurda l’ipotesi di scrivere in inglese. La querelle fra i due rispecchiava forse il contrasto fra un’Italia disposta all’incontro con l’Europa, e un’altra fedele alle origini e refrattaria a ogni altra lingua e cultura 2. 1 2 Cfr. V. GABRIELI, Esuli italiani in Inghilterra in Gli inglesi e l’Italia, cit., p. 63. Cfr. C. DIONISOTTI, Ricordi della Scuola Italiana, Roma, 1998, pp. 185-222. 43 4. 3 Dante Gabriel Rossetti e l’ideologia mazziniana Politica, filosofia, dibattiti religiosi non sollecitarono mai l’interesse di Dante Gabriel, che dimostrava un sentimento di amicizia per l’Italia ma era indifferente alle questioni della politica liberale e conservatrice. Nelle opere poetiche di Dante Gabriel si rinviene soltanto un sonetto di contenuto politico che richiama al soccorso prestato all’Italia dai francesi nel 18591. L’Inghilterra riconosce nelle poesie e nelle pitture di Rossetti l’anima italiana. John Ruskin scrisse di lui: «in verità egli non era inglese, ma un grande italiano tormentato dall’inferno di Londra». Henry Duprè ne esaltò le doti artistiche dichiarando che «per il suo italianismo si stacca in alto rilievo sul suo tempo e l’elemento italiano è in lui così sviluppato ed assorbe gli altri elementi della sua natura che Rossetti gli deve la maggior parte della sua originalità e della sua gloria». I fratelli Rossetti interpretarono Dante e i poeti italiani delle Origini adattando le loro opere alle tendenze del popolo inglese: è in questo modo che l’Inghilterra amò e conobbe l’Italia. La politica non ebbe la stessa forza della cultura italiana, tanto che il prestigio di Gabriele Rossetti e di Giuseppe Mazzini fu minore dell’arte italiana di Dante Gabriel2. L’ipotesi è che Dante Gabriel avesse appreso l’ideologia mazziniana già a partire dal suo primo scritto, Dell’amor patrio di Dante, dove ricorda «quando le lettere formavan, come debbono, parte delle istituzioni, che reggevano i popoli, e non si consideravano ancora come conforto, bensì com’utile ministero». L’opera fu pubblicata a insaputa dell’autore sul Subalpino nel 1837. Nell’età giovanile Mazzini ammirò Dante per le sue doti poetiche, e soprattutto perché il suo amore per la patria non si estendeva solamente ai confini della sua città ma abbracciava tutti i borghi d’Italia. Apprese inoltre il coraggio e la dignità con i quali il sommo poeta soffrì l’esilio. Pure nei momenti in cui fu costretto a vivere poveramente, Dante non scese mai a compromessi sottomettendosi all’autorità dei grandi signori3. Nel De Vulgari Eloquentia Dante intese raggruppare i popoli dell’Europa per la stessa appartenenza culturale, sociale e politica. Un’anticipazione che andò concretizzandosi con Giuseppe Mazzini, il quale distinse i singoli gruppi con l’intento di formare l’Unione degli Stati Europei. Nel 1826 l’entusiasmo politico di Mazzini si riversò nello studio dell’Alighieri, da cui trasse interessanti analogie tra l’Italia passata e presente. Per il patriota, il sogno di Dante fu quello di riunire l’Italia e di affratellare gli uomini da ogni angolo del Paese4. 1 Il sonetto s’intitola After the French liberation of Italy: «As when the last of the paid joys of love / Has come and gone: and with a single kiss / At length, and with one laugh of satiate bless / The wearied man one minute rests above / The wearied woman, no more urged to move / In those long throes of longing, till they glide, / Now lightlier clasped, each to the other’s side, / In joys past acting, not past dreaming of: / So Europe now beneath this paramour / Lies for a little out of use, - full oft / Submissive to his lust, a loveless whore, / He wakes, she sleeps, the breath falls slow and soft. / Wait: the bought body holds a birth within, / An harlot’s child, to scourge her for her sin». Cfr. A. GALLETTI, Studi di letteratura straniera, Dante G. Rossetti e la poesia preraffaellita, Verona, 1903. 2 Cfr. A. PIETRO GIANNINI, Il centenario della nascita di Dante Gabriele Rossetti in «Il Vastese d’Oltre Oceano». 3 Cfr. B. GATTA, Mazzini, una vita per un sogno, cit., pp. 27-29. 4 Cfr. G. SPADOLINI, Autunno del Risorgimento, Firenze, Le Monnier, 1986, p. 184. 44 Prima ancora Federico II di Svevia, imperatore e poeta della corte siciliana, incise sull’idea di liberazione e di rigenerazione della penisola italiana. Egli fu considerato il promotore dello Stato moderno, dal momento che il suo regno prefigurava l’anticamera del Regno d’Italia. La sua repulsione per la Chiesa nacque nell’alveo del mondo cattolico, che s’opponeva all’unità della nostra nazione. L’alba del volgare, apparsa nella reggia federiciana e nelle liriche dei poeti duecentisti, stava provando la sua missione: diffondere la lingua italiana. Federico respinse le norme precedenti – rette sull’ordine feudale –, e aderì all’idea di uno Stato disposto a moderare le funzioni del Re che avrebbe personificato lo Stato ideale e il potere moderno insorgente1. Mazzini lascia affiorare dalle opere dell’Alighieri il profondo legame che il poeta ebbe con la sua patria: nella Monarchia si distinguono simboli di indipendenza e di libertà. Nei versi de La dispietata mente che pur mira, il poeta riconduce alla memoria il dolce paese che ha lasciato. Nelle sue opere il poeta infonde un senso della vita raggiungibile attraverso i sentieri di amore e di carità. Dante e Mazzini vissero due epoche diverse, eppure quella visione umanitaria e idealistica ch’essi avevano dell’Italia e dell’Europa è rimasta la stessa. Nella concezione di entrambi l’identità nazionale, costruita con valori socialmente buoni e giusti, non ricusa le varietà sopranazionali che arrecano invece nuovi archetipi per l’edificazione di una mappa in cui ogni paese è diverso ma non diseguale dall’altro2. Il concetto di umanità racchiude le patrie del mondo: ciascuna nazione dovrebbe essere unita alle altre, e agire compiendo missioni di pace e di amore. I popoli dovrebbero aiutarsi nei momenti più ardui affinché siano assicurati lo sviluppo globale e l’alto volere di Dio3. Il culto dantesco ha promosso da sempre l’amore per la patria: il poeta italiano aveva infatti delineato il profilo di un’Italia unita e solidale con il resto dell’Europa, e benché fosse nato nel Medioevo era colmo di passioni spirituali e poetiche che contribuirono alla crescita della civiltà4. Oggi, come ieri, è doveroso ricordare tutti quegli uomini che sfidarono la sorte per vedere realizzato il progetto utopistico di una nazione unita. Dante e Mazzini furono i primi Padri della nazione italiana e, anzitutto, un modello da cui imparare quei valori imprescindibili – fede, onore, tolleranza, devozione alla patria – con cui ci si sente uomini liberi e di buona volontà. Grazie agli studi danteschi Mazzini rafforza le sue dottrine, che poggiano su un sistema etico, politico e religioso di estremo rigore e legittimità. Perciò rivolge un pensiero a tutti gli italiani, incitandoli allo studio del poeta toscano: «ben diremo che siccom’egli siede, e siederà gran pezza primo fra i poeti, che durano eterni, così la sua vita può presentarsi con tutta fidanza a modello di 1 Ibidem, p. 232. Cfr. anche Ricordi autobiografici di Giuseppe Mazzini, con introduzione e note di Mario Menghini e con proemio di Giovanni Gentile, Imola, 1938, p. 33. 3 Ibidem, p. 198. 4 Cfr. La tradizione unitaria italiana da Dante a Mazzini: conferenza tenuta dal dott. P. Borraro agli allievi ufficiali dell’Accademia Militare, Modena, 16 gennaio 1963, p. 3. 45 2 coloro, che san cos’è patria, e com’essa vuol esser servita […] O Italiani! Studiate Dante; non su’ commenti, non sulle glosse; ma nella storia del secolo, in ch’egli visse, nella sua vita, e nelle sue opere. – Ma badate! V’ha più che il verso nel suo poema; e per questo non vi fidate ai grammatici, e agli interpreti: essi sono come la gente, che dissecca i cadaveri; voi vedete le ossa, i muscoli, le vene che formavano il corpo; ma dov’è la scintilla, che l’animò? […] Studiate Dante da quelle pagine profondamente energiche, succhiate quello sdegno magnanimo, onde l’esule illustre nudriva l’anima. La forza delle cose molto ci ha tolto; ma nessuno può torci i nostri grandi […] Circondiamo d’affetto figliale la loro memoria. – Ogni fronda del lauro immortale, che i secoli posarono su’ loro sepolcri, è pegno di gloria per noi; né potete appressare a quella corona una mano sacrilega, che non facciate piega profonda nell’onore della terra, che vi diè vita. – O Italiani! – non obbliate giammai, che il primo passo a produrre uomini grandi sta nello onorare i già spenti»1. Dante non è soltanto il «padre della nostra lingua», ma colui che «intendendo meglio d’ogni altro la missione dell’uomo italiano, riunì teoria e pratica, potenza e virtù: – Pensiero e Azione»2. Ai poeti del secolo XIX Mazzini innalza la sua voce, ricordando che la poesia dà conforto all’ultimo respiro dei combattenti per la patria: «Abbiamo bisogno di voi che raccogliate, abbelliate, inghirlandiate de’ vostri fiori immortali quella poesia, che a noi tutti freme nell’anima, incapace di crearsi una espressione […] Abbiamo bisogno di sapere che il vostro canto ci conforterà il sospiro ultimo, che daremo alla patria, e che un raggio della vostra luce poserà sui nostri sepolcri»3. Nel volume XXIX degli Scritti rinnova il prestigio delle opere dell’Alighieri per la vita collettiva della Nazione, invocando gli uomini a essere sempre «figli di Dio, innamorati della donna, fedeli alla patria»4. Dante, il breve scritto con cui Mazzini apre il volume XIX delle sue opere nell’edizione nazionale (Scritti editi e inediti, Imola, 1906), invita gli uomini a fare tesoro degli insegnamenti che l’Alighieri arrecò con il suo impegno morale e civile. Le barbarie, i conflitti, la tirannia che la nostra Italia dovette subire non strapparono mai l’onore e la fama del grande poeta a cui ogni popolo straniero china il capo in segno di amore e di riconoscenza5. La passione amorosa va compresa alla luce di questa devozione pura e incondizionata per la nazione. Come pure degli ideali di Giuseppe Mazzini, e della sua profonda unione con Giuditta Sidoli il cui secondo nome sembra rievocare la signora Siddal di Dante Gabriel Rossetti. Una donna che diversamente dalla Beatrice dantesca e dalla Elizabeth rossettiana aveva patito l’esilio con dignità e accettazione, nonostante il profondo dolore per l’allontanamento forzato dai suoi figli. Nella comunione degli stessi sogni, e nelle parole 1 Cfr. G. MAZZINI, Opere, cit., pp. 76-79. Cfr. G. MAZZINI, Dell’amor patrio di Dante, 1826. Cfr. inoltre G. GRANA, Mazzini e la letteratura in Letteratura italiana, i Minori, Milano, Marzorati, 1962, pp. 2585-2626. 3 Ibidem, p. 190. 4 Cfr. A. LODOLINI, Mazzini maestro italiano, Milano, s. a, p. 257. 5 Cfr. A. GALLETTI, Dante e Mazzini, in Studi su Dante, Dante nel Risorgimento, Milano, Hoepli, 1941 (XIX), p. 47. 46 2 commosse che seminano amore, pace e concordia riconosciamo il legame di due anime prostrate innanzi alla condizione di una paese indebolito e sottomesso. Un legame affettivo importante e di intensa spiritualità che li sosterrà nei momenti più duri e inquieti della loro vita, illuminandone il cammino con fede e speranza. Nelle lettere del 1834 e del 1835, e nella fitta corrispondenza epistolare che Mazzini intrattenne con sua madre tra gli anni 1836 e 1849 riscopriamo l’amore del Mazzini per la sua donna, e di riflesso, quello per la sua terra. Una più intensa commozione è percettibile nell’epistola che il Mazzini indirizzò nel 1871 alla Sidoli, quasi a sentire ch’egli, di lì a poco, sarebbe stato raggiunto dalla dolce morte. In quelle parole, dense di affezione e tenerezza nei confronti dell’amata, sono espresse le esperienze e i fatti della sua vita: l’importanza della “Giovine Italia”, e l’illusione politica di rinnovare il paese. Mazzini si fece simbolo del costume romantico incarnando l’ideale della patria e delle lettere1. Tracciò le linee di una filologia nazionale, costruendo una immagine di patria affine alla tradizione letteraria del Paese2. Sotto l’influenza delle teorie mazziniane Rossetti celebrò con le sue opere poetiche e pittoriche Dante Alighieri: il grande poeta della letteratura italiana medievale. 1 Cfr. M. BIONDI, L’incorrotto ideale. Mazzini nella tradizione letteraria in La tradizione della patria, Roma, 2009, pp. 45-67; e SARTI, Giuseppe Mazzini. La politica come religione civile in La tradizione della patria, cit., p. 73. 2 Cfr. CIAN, Mazzinianesimo e filologia nazionale in La tradizione della patria, cit., pp. 77-79. Vedi anche G. PAPINI, Passato remoto (1885-1914), vol. I, Firenze, 1948, pp. 205-206. Nel Medioevo l’idea di una Italia unita si affermò inizialmente nella sfera culturale, e solo più tardi in quella politica. Le idee politiche fanno parte dei modi di reinterpretare la tradizione letteraria e di scrivere la storia della letteratura nazionale. A tal proposito cfr. M. S. SAPEGNO, “Italia”, “Italiani” in A. ASOR ROSA, Letteratura Italiana, Le Questioni, Torino, 1986, pp. 170-218. 47 5. Strategie di traduzione. Gli studi condotti finora su Dante Gabriel Rossetti hanno portato alla luce l’originalità dell’artista, che trasforma le sue idee in immagini e poesie. Il volume, inedito rispetto agli altri scritti sull’autore vittoriano, disamina le traduzioni rossettiane del vasto repertorio di liriche italiane antiche considerando i fenomeni della lingua inglese e le modalità di ricezione delle opere originali. Nella trasposizione l’esperienza personale di Rossetti interviene inevitabilmente nella realizzazione della sua opera, dove si rispecchiano la storia, i sentimenti, le impressioni e gli umori del traduttore. Queste valutazioni inducono a ragionare sulla dicotomia libertà / fedeltà e fedele alla lettera / fedele allo spirito. Nel primo caso, qualora vi siano difficoltà di comprensione della lingua originale l’autore tenta di rielaborarne il senso collocandolo all’interno di una nuova veste linguistica; per converso, la riproduzione fedele del testo trova legittimità nella perfetta corrispondenza tra lettera originale e lettera tradotta1. D’altra parte l’opposizione fedele alla lettera / fedele allo spirito solleva un quesito: è opportuno preservare il carattere testuale dell’opera italiana sacrificandone l’essenza, o accoglierne la sostanza ricorrendo a nuovi parametri stilistici? Domanda cui possiamo rispondere citando le parole di Dante Gabriel Rossetti, che nella prefazione a The Early Italian Poets affermava di non perseguire il principio di «fedeltà» ma quello adatto a un uomo di cultura e di lettere. Il poeta rappresenta una schiera definita di traduttori che ritengono inevitabile la salvaguardia dell’anima di un testo a fronte di una consapevole trasformazione del linguaggio. Ogni traduzione porta con sé alcune problematiche di estrema importanza: innanzitutto l’ambiguità di una espressione, che potrebbe appunto contenere due significati diversi. In un caso il traduttore chiarisce il senso con un equivalente meno incerto, altrimenti, qualora il significato appaia complesso e irreversibile, tenta di risalire all’intenzione accidentale o volontaria del primo poeta. In altre circostanze, e in prossimità di un concetto astruso e singolare il traduttore prova con i suoi mezzi a valorizzarlo. In più esistono casi in cui il traduttore dovrebbe rispettare il testo senza alcuna alterazione (parliamo di eventuali aggiunte o decurtazioni). Nella traduzione di un’opera antica le parole che possiedono una specifica accezione possono avere acquisito, nel trascorrere dei secoli, nuove sfumature o significati. Pertanto l’interprete, nell’impossibilità di recuperare il valore dell’arcaismo originale, ricorre a una definizione corrente che può a volte indurlo all’errore. Tali difficoltà, sentite persino da un autore che parla e scrive la nostra lingua (d’altronde l’italiano moderno non è lo stesso di Dante o dei poeti del Trecento, né quello delle opere divenute gloriose e immortali per l’ingegnosità della lingua e il fascino della materia), saranno maggiori all’occhio e all’orecchio del traduttore il quale deve confrontarsi con un idioma completamente diverso dal suo (proveniente magari da un altro ceppo linguistico, e influenzato dagli apporti di certe lingue in 1 Cfr. F. BUFFONI, La traduzione del testo poetico, Marcos, 2004. 48 particolare). Egli deve guardare all’epoca in cui visse l’autore antico – senza dimenticare la sua –, cercando di armonizzare la propria lingua alla lingua originale1. Rossetti combatte spesso tra il desiderio di prestare il dinamismo dell’inglese ai contenuti originari e quello di rispettare la volontà del primo autore, che adopera un linguaggio ricco e una sintassi predisposta alla varietà delle rime (accolte o rigettate secondo le istanze del verso inglese). Generalmente tende a preservare la melodia, e nello stesso tempo il valore iniziale (tentativo che non sempre giunge a buon porto). Laddove opportuno respinge una o più componenti del verso italiano, siccome la sua lingua non ha a disposizione equivalenti che possano riscattare il significato delle parole. Perciò reinventa il discorso, lasciando cadere il senso primario e aggiungendovene uno nuovo. Per le rime comiche l’impegno profuso del traduttore non è sufficiente – anche se lodevole – a riempire quegli scatti improvvisi d’ironia che Cecco (come altri poeti comici) ha saputo ordinare nei suoi versi. In prossimità delle opere dantesche e dei poeti stilnovisti Rossetti mostra una buona familiarità con la tematica amorosa, attenendosi allo stile dolce e sensuale delle poesie italiane. Comunque la lettera non sempre conviene alla rima, e allora succede che il traduttore (pur di mantenere i legami rimici) adoperi il sistema parafrastico eccedendo con dati complementari. Nelle traduzioni sono certamente visibili le differenze metriche e sintattiche tra l’italiano e la lingua di arrivo, tra l’italiano del Trecento e l’inglese dell’Ottocento. Talvolta Rossetti origina alcune disarmonie nella resa del messaggio: magari colloca a complemento oggetto un elemento che nell’originale ha valore di soggetto (e come tale, di maggiore rilievo all’interno del verso)2. Pertanto, il nucleo tematico attorno cui ruota il testo italiano viene spostato e ricomposto in una insolita prospettiva. Oltre ciascuna scelta interpretativa, è regola generale che il traduttore non debba mai alterare la radice storica della lingua e disgiungere parimenti la musica dalla materia3. Le traduzioni rossettiane attuano una ricostruzione culturale individuando altresì il canone della letteratura straniera tradotta in inglese. La poesia medievale e stilnovistica è stata interpretata e trasposta affinché i valori culturali ormai dimenticati fossero recuperati nell’era moderna. Sicuramente le deviazioni linguistiche dall’italiano migliorano la comprensione della sintassi, che, nell’ipotesi di una traduzione letterale sarebbe minata da insensatezze o improprietà. Rossetti usa inoltre espressioni spirituali e teologiche, idealizzando così la donna e alcuni aspetti tematici della lirica antica4. L’arcaismo non promuove una stretta osservanza delle fonti, né stabilisce una correlazione tra la cultura italiana e quella inglese. L’arcaicità della lingua fatica a colmare secoli di 1 Cfr. anche Dante ne’ tempi di Dante, ritratti e studi di Isidoro Del Lungo, Zanichelli, 1888, pp. 199-200. Cfr. G. L. BECCARIA, L’autonomia del significante, Torino, Einaudi, 1975, p. 70. 3 Cfr. F. MARUCCI, Dante Gabriel Rossetti traduttore e tradotto, in Rossetti e l’Italia, cit., p. 201. 4 Cfr. anche E. POUND, L’abc del leggere, 1969. 49 2 consuetudini per restituire il significato di certe parole, però condivide quel sentimento di intesa che fonda la nazione aprendo alla riscrittura di una fresca tradizione poetica nazionalista1. 1. Il metro e la rima Tra le questioni spinose che si presentano a Rossetti nella sua opera di traduzione c’è quella legata al metro e alla rima. Il metro, che accoglie in sé la storia e principi convenzionali della poesia, è il segno della poesia stessa, strutturata per questo all’interno di categorie validamente riconosciute e condivise dall’immaginario comune. Il metro organizza il discorso poetico tenendo conto della quantità delle sillabe, della durata degli accenti, della musicalità stessa delle parole. Ogni volta che Rossetti traduce poesia, ricrea una nuova musicalità. Nelle traduzioni prevalgono spesso metri brevi, poiché c’è una spiccata ricorrenza di accenti e giochi di rima che permettono di valorizzare le parole-suono (speech-sounds) anziché le parole-significato. Il movimento del ritmo si accorda allora alla musicalità della rima, creando una corrispondenza tra suoni, immagini e significati. Il metro e la rima sono importanti quanto e come la sintassi, e abbelliscono i pensieri attraverso le sensazioni evocate dalle parole onomatopeiche e mimetiche. Non è soltanto una questione di tecnica; al di là del dato metrico compare la volontà del traduttore, che proietta sui moduli metrici e rimici (dotati di valore semantico e stilistico), le ragioni della sua anima2. Il traduttore adotta il genere del sonetto, della canzone o della ballata, modificando tuttavia il corso naturale dei versi e reinventando a piacere i legami rimici tra le singole parole. Nel corpus delle traduzioni impiega il pentametro giambico, verso classico della poesia inglese che riproduce l’endecasillabo italiano3. Per il sonetto (task poem) recupera lo schema rimico dell’originale, mostrando una buona conoscenza delle norme che regolano la metrica italiana. Nelle canzoni e nelle ballate Rossetti varia di frequente la struttura originaria, soddisfando una tendenza soggettiva o le istanze correlate alla rima. Predilige l’impiego di internal rhymes4 e hammer rhymes5. Le rime visive evidenziano incongruenze fonetiche o grafiche; le false rhymes si fondano sulla somiglianza dei suoni (slain / flame; seized / said), e invece le rime forzate eludono le regole della prosodia (measured / desert)6. Nelle versioni inglesi la necessità di rispettare il numero delle sillabe e la collocazione degli accenti ha portato all’uso di alcune figure metriche, tra cui l’elisione. Nelle 1 Cfr. F. BUFFONI, La traduzione del testo poetico Ibidem, cit., p. 142. Cfr. G. BARBERI SQUAROTTI, Il Sogno della Letteratura, Milano, 1988, pp. 37-39. 3 Il pentametro giambico è un verso composto da cinque piedi giambici in cui si alternano sillaba breve e sillaba lunga. In Italia il pentametro venne adoperato da Giosuè Carducci. Per un discorso sulla metrica inglese, cfr. L.- A. CROWLEY, Nozioni di metrica applicata alla lingua inglese, Milano, IULM, 1990, p. 28 e ss. 4 Per esempio: All grace seems stol’n, such perfect grace to swell (verso tradotto dal son. Viso marabil, gola morganata di Dante da Maiano). 5 Sounder and snugger you shall feel at home (verso tradotto dal son. October di Folgore da San Gimignano). 6 Cfr. E. SHULTE, Profilo storico della metrica inglese, Napoli, 1960, p. 168 e ss. 50 2 categorie sottostanti sono descritti i criteri adottati da Rossetti, e la loro applicazione nel dominio della poesia italiana antica. 2. Adattamento. Coincide con una tipologia di traduzione libera dove i contenuti dell’originale sono resi più comprensibili a un pubblico moderno di lettori. Il traduttore s’impegna a modernizzare le forme più arcaiche del linguaggio, ricorrendo a un lessico più semplice e di uso comune. Tra i passi esemplari ricordiamo alcuni versi della canzone di Rinaldo d’Aquino, Venuto m’è in talento (vv. 1-6): venuto m’è in talento a thing is in my mind1 di gio’ mi rinovare to have my joy again2 ch’eo l’avea quasi miso in obrianza… which I had almost put away from me…3 3. Conversione. Prevede la trasformazione di sostantivi, aggettivi e verbi in forme nominali, aggettivali e verbali4. Per esempio i verbi pranzare e cenare entrano nelle relative categorie sostantivali: dinner (nella variante grafica con consonante doppia), e supper5. Nel testo Our Lord Christ: of Order, attribuito erroneamente a S. Francesco, numero e mensura cambiano negli equivalenti verbali were numbered e were measured (vv. 11-13). La conversione è un fenomeno usuale nella lingua inglese, poiché la forma base di molti verbi e sostantivi è quasi sempre la stessa (nell’italiano la varietà morfologica solleva nuove considerazioni). Questo non esclude un’altra importante caratteristica del processo di conversion, vale a dire la metamorfosi della natura di un lemma in rapporto al campo semantico. Quand’è possibile o necessario esprimere un sostantivo con un verbo, o un sostantivo con un’unità lessicale? Si ricorre in genere a una duplice analisi. L’analisi contrastiva distingue il valore semantico e grammaticale di una lingua provando a riportare il corrispondente valore nella seconda lingua. Diverso il criterio stilistico-comparato, che esamina la sequenza di trasformazioni operate nei testi individuandone la validità traduttiva per un numero di casi. Dimostra ch’è impensabile tradurre dall’italiano all’inglese senza la riorganizzazione della frase 6. 1 “Una cosa è nella mia mente”. “Di avere gioia ancora”. 3 “Ch’io l’avevo quasi messa in disparte”. 4 Cfr. G. G. CASTORINA, Note di poetica inglese, Manfredonia, 1979. 5 Cecco Angiolieri, Dante Alighier, s’io son buon begolardo, v. 3. È anche vero che dinner e supper hanno la funzione di verbi denominali. 6 Cfr. R. MENIN, Teoria della traduzione e linguistica testuale, Milano, 1996, p. 51. 51 2 4. Metodo parafrastico. Consiste nella spiegazione dei versi italiani con una trattazione più estesa, che accoglie una terminologia diversa dall’originale. Ecco alcuni casi di traduzione parafrastica: Non stolti: of them that muse aright (“coloro che meditano nel giusto modo”)1 Nobiltà: what is noble (“ciò ch’è nobile”)2 Umiltà: lowly heart (“cuore umile”)3 Imbasciata: thus much must be said (“perciò molto deve essere detto”)4 Desideroso: that my heart implores (“ciò che implora il mio cuore”)5 Savorose: whose savour is most rare (“il cui sapore è tra i più prelibati”)6. Con l’uso della parafrasi Rossetti decodifica il modello originario rendendolo più fruibile al lettore, e qualora sia indispensabile ricostruisce l’ordine sintattico sostituendo gli arcaismi e fornendo una spiegazione più accurata delle figure retoriche presenti nell’opera. 5. Modulazione. Prevede la variazione della forma di un messaggio, che origina a sua volta un cambiamento semantico o di prospettiva. Nel libro IV, cap. XXV, del Dittamondo di Fazio degli Uberti, il poeta inglese sostituisce il sintagma tornando dal (Sepolcro) con l’espressione leaving the (Sepolcro), che conserva il senso originale guardando il verso da un’altra angolazione. 6. Traduzione letterale. Riproduce parola per parola il discorso di un testo (però attenzione, la fedeltà alla lettera può talora generare qualcosa di incomprensibile per il lettore). Nelle versioni rileviamo normalmente una precisa concordanza testuale alle fonti. Di seguito ci sono prove di traduzione letterale: 1 Per te l’uom giusto a tirannìa se adombra: to tyranny the just lord turneth here7 E d’ogni vizio amaro: of every bitter vice8 S’io mordo il grasso, e tu vi succi il lardo: and if I bite the fat you suck the fry9 E diversi animali in boschi folti: and divers beasts that dwell within thick woods1 G. Cavalcanti, O povertà come tu se in manto (v. 44). Dino Frescobaldi, Questa è la giovinetta, ch’Amor guida (v. 12). 3 Ibidem, v. 7. 4 Lapo Gianni, Ballata, poi che ti compose Amore (v. 1). 5 Ibidem, v. 28. 6 Folgore da San Gimignano, Of the Months, June (v. 10). 7 Guido Cavalcanti, O povertà, come tu se in manto (v. 31). 8 Ibidem, v. 33. 9 Cecco Angiolieri, Dante Alighier, s’io son buon begolardo (v. 4). 52 2 O lento, pigro, ingrato, ignar, che fai: o sluggish, hard, ingrate, what does thou?2 O tu, che porti ne gli occhi sovente Amor: o thou that often hast within thine eyes a Love3. 7. Trasposizione. Questa tecnica presuppone una eventuale modifica della struttura grammaticale, lasciando inalterato il significato effettivo della frase. Nella canzone di un poeta minore, Meo Abbracciavacca da Pistoia, il messaggio è rielaborato dentro un nuovo ordine sintattico: viso sovente mostra cor palese / in countenance oft the heart is evident (“sul volto il cuore è spesso manifesto”). 1 Fazio degli Uberti, Libro IV, cap. XXIII del Dittamondo (v. 21). G. Cavalcanti, O lento, pigro, ingrate, ignar, che fai (v. 1). 3 G. Cavalcanti, O tu, che porti ne gli occhi sovente (v. 1). 53 2 6. Lingua e stile poetico. 1. Amplificatio. L’amplificazione del discorso italiano si realizza con l’aggiunta di esclamazioni, parole o interi periodi. È uno strumento necessario per l’attuazione del metodo parafrastico. 2. Diminutive suffixes. Nella lingua inglese i diminutive suffixes non sono molto adoperati, e per questa ragione hanno connotazioni affettive piuttosto marcate. La resa di un diminutivo italiano è possibile unendo insieme aggettivo e sostantivo: per es. la parola giovinetta si trasforma in young maiden1. 3. Doublets. La questione dei sinonimi provoca innumerevoli aporie nel traduttore. Teoricamente non è sempre possibile realizzare una corrispondenza tra il valore denotativo e quello connotativo di una parola, siccome di sovente suscitano nel lettore emozioni e sensazioni diverse. L’inglese offre una serie innumerevole di alternative lessicali e una quantità inusuale di synonyms, dove lemmi di origine anglosassone sono affiancati da una terminologia di trafila romanza, greca o latina. Si deve comunque tenere a mente che ogni traduzione porta con sé non solo il bagaglio linguistico, ma anche tutti quegli aspetti che riguardano il mondo al di fuori del testo. La varietà sinonimica permette di esprimere una stessa idea con differenti gradazioni di significato (o con la voce più idonea alle esigenze del verso), e di capire le ragioni storico-culturali delle varie scelte. 4. Colori e sensi della parola rossettiana. L’arte ha influito fortemente sulla formazione letteraria del poeta-pittore, il quale ha saputo coniugare il linguaggio della pittura con quello della poesia. In questa direzione è interessante considerare il verbo burn, ‘ardere’, che rievoca il calore emanato dalla fiamma; il sintagma «when her ear is graciously inclin’d», con tacito riferimento alla posizione inclinata e umile della donna; e il sostantivo grace, che verbalizza la ‘grazia’ femminile impressa nella mente di Rossetti. 5. Lessico e varianti poetico-letterarie. Nel caso di Dante Gabriel non possiamo parlare di un lessico poetico tout court: la poesia usa gli stessi elementi delle altre forme di comunicazione verbale, pertanto il poeta è libero di attingere ai diversi livelli della lingua creando molteplici significati. Tra gli arcaismi ricorrenti, la 2a pers. 1 Per l’italiano si parla di alterati suffissali e diminutivi suffissali. 54 sing. del pron. pers. thou e thee; gli aggettivi possessivi my / mine e thy / thyne, che accordano un tono affettivo all’enunciato; e i verbi con desinenze -th e -st, a cui si deve l’intensità del verso. 6. La creazione metaforica. L’invenzione metaforica resta un campo di associazioni semantiche indefinito e poco gestibile. Per il traduttore non è semplice ricreare una metafora sulla base di norme consuetudinarie, e ogni tentativo può rivelarsi pernicioso e poco espressivo. L’interpretazione di una metafora dovrebbe avere luogo scomponendo il duplice significato di cui essa è composta: per prima cosa quello letterale, e dopo, sulla base della struttura di segni linguistici, quello figurato. Nell’opinione comune la metafora rappresenterebbe il nostro mondo interiore, poiché è associata ai sensi della vita e dell’esperienza. Metterebbe in scena una particolare visione del mondo espressa linguisticamente e in modo variegato nelle diverse lingue. Il traduttore dovrebbe disporre di un ampio ventaglio di conoscenze che lo aiutino a comprendere qualsiasi dato linguistico e culturale. Spetterebbe a lui sviscerare anche la più complessa delle metafore esistenti nell’ambito poetico, come quelle classiche della lirica italiana antica e della tradizione dantesca. 7. The inner standing-point. Per McGann la formula the inner standing-point delimita la presenza del soggetto poetico anche nei luoghi del testo italiano dov’è implicito o del tutto assente. Una scelta del genere avvalora la figura del poeta-amante, che è l’eroe principale dei versi amorosi consacrati alla donna amata. 8. Visione d’insieme. L’esame linguistico delle traduzioni confessa i segreti e le passioni di Dante Gabriel Rossetti. In questa prospettiva il lemma grace riconduce all’eleganza del volto e dei gesti della donna rossettiana splendente sotto la mano del poeta, una mano magica, che accompagna di volta in volta la penna o il pennello nella rappresentazione della sua grazia1: Wonderful countenance and royal neck. I have not found your beauty’s parallel! Nor at her birth might any yet prevail The likeness of these features to partake. Wisdom is theirs and mildness: for whose sake All grace seems stol’n, such perfect grace to swell. 1 Cfr. Dante da Maiano, Viso mirabil,gola morganata, nella traduzione di Rossetti. 55 L’unità lessicale for God’s sake richiama la fede e l’amore spirituale del poeta verso Dio; l’aggettivo apart esprime formalmente l’attitudine solitaria di Rossetti, raccolto in ‘disparte’ nei suoi pensieri. L’uso predominante degli avverbi temporali è comprensibile nell’ossessione del poeta per il trascorrere inesorabile del tempo. Il tempo trasforma però la realtà in fantasia che «traendo dai segreti della memoria le larve degli oggetti, e rianimandole con le passioni del cuore, abbellisce le cose che si sono ammirate ed amate; rappresenta piaceri perduti che si sospirano […] tenta di mirare oltre il velo che ravvolge il creato […] elude le leggi della morte, e la interroga e interpreta il suo freddo silenzio; percorre al di là del tempo e al fuggitivo attimo presente congiunge lo spazio di secoli e secoli ed aspira all’eternità; sdegna la terra, vola oltre le dighe dell’oceano, oltre le fiamme del sole, edifica regioni celesti, e vi colloca l’uomo e gli dice: «Tu passeggerai sovra le stelle: così lo illude e gli fa obliare che la vita fugge affannosa, e che le tenebre eterne della morte gli si addensano intorno; e lo illude sempre con l’armonia e con l’incantesimo della parola»1. Immaginiamo allora un Rossetti divertito dagli accenti ironici e beffardi dei sonetti di Cecco Angiolieri; travolto dalle bionde chiome che si attorcigliano attorno ai versi del Cavalcanti o del Guinizzelli, e inebriato dal profumo delle rose e degli scenari medievali che lo ispirano nella composizione dei suoi versi così come nei suoi quadri. 1 Cfr. U. FOSCOLO, Dell’origine e dell’ufficio della letteratura italiana, 1809. Sulla fantasia, cfr. V. BRANCA – C. OSSOLA, Gli universi del fantastico, Firenze, 1988, p. 152 e p. 164. 56 Le traduzioni di Dante Gabriel Rossetti 57 Fonti Edizioni italiane originali: Poeti del primo secolo della lingua italiana, 2 vol., Firenze, 1816 Raccolta di rime antiche toscane, 4 vol., Palermo, 1817 Manuale della letteratura del primo secolo, del Prof. V. Nannucci, 3 vol., Firenze, 1843 Poesie italiane inedite di Dugento autori, raccolte da F. Trucchi, 4 vol., Prato, 1846 Opere minori di Dante. Edizione di P. I. Fraticelli, Firenze, 1843 Rime di Guido Cavalcanti, raccolte da A. Cicciaporci, Firenze, 1813 Vita e poesie di Messer Cino da Pistoia. Edizione di S. Ciampi, Pisa, 1813 Documenti d'Amore, di Francesco da Barberino. Annotati da Federico Ubaldini, Roma, 1640 Del Reggimento e dei costumi delle donne, di Francesco da Barberino, Roma 1815 Il Dittamondo, di Fazio degli Uberti, Milano, 1826 Edizione inglese: Dante Gabriel Rossetti, The Early Italian Poets from Ciullo d'Alcamo to Dante Alighieri (11001200-1300) in the Original Metres, London, Smith Elder, 1861. 58 Parte I Poeti prima di Dante Ciullo D’Alcamo Dialogue. Lover and Lady (Amante e Madonna) Folcachiero De’ Folcachieri Canzone. He speaks of his Condition through Love (il poeta parla della sua condizione a causa di Amore) Lodovico Della Vernaccia Sonnet. He exhorts the State to Vigilance (il poeta raccomanda lo stato di allerta) Saint Francis of Assisi Cantica. Our Lord Christ: of order (dell’ordine di Cristo Nostro Signore) Frederick II, Emperor Canzone. Of his Lady in Bondage (alla servitù della sua donna) Enzo, King of Sardinia Sonnet. On the Fitness of Seasons (per l’adeguatezza dei tempi) Guido Guinicelli Sonnet. Concerning Lucy (riguardo a Lucy) Canzone. Of the Gentle Heart (del Cuore Gentile) Sonnet. He will praise his Lady (il poeta loderà la sua donna) Canzone. He perceives his Rashness in Love, but has no Choice (il poeta riconosce la sua imprudenza in amore, ma non ha scelta) Sonnet. Of Moderation and Tolerance (della moderazione e della tolleranza) 59 Sonnet. Of Human Presumption (della presunzione umana) Guerzo Di Montecanti Sonnet. He is out of Heart with his Time (egli è privo di cuore col passare del tempo) Inghilfredi Siciliano Canzone. He rebukes the Evil of that Time (il poeta richiama il male di quel tempo) Rinaldo D’Aquino Canzone. He is resolved to be joyful in Love (egli è certo di essere felice in amore) Canzone. A Lady, in Spring, repents of her Coldness (una donna, in primavera, si pente della sua freddezza) Jacopo Da Lentino Sonnet. Of his Lady in Heaven (della sua donna in Paradiso) Canzonetta. Of his Lady, and of her Portrait (della sua donna, e della sua rappresentazione) Sonnet. No jewel is worth his Lady (nessuna gemma è degna della sua donna) Canzonetta. He will neither boast nor lament to his Lady (egli nemmeno si vanterà né piangerà alla sua donna) Canzonetta. Of his Lady, and of his making her Likeness (della sua donna, e della creazione della sua immagine) Sonnet. Of his Lady’s Face (del volto della sua donna) Canzone. At the End of his Hope (al consumarsi della sua speranza) Mazzeo Di Ricco, Da Messina Canzone. He solicits his Lady’s Pity (il poeta sollecita la pietà della sua donna) 60 Canzone. After Six Years’ Service he renounces his Lady (dopo averla servita sei anni il poeta rinuncia alla sua donna) Sonnet. Of Self-seeing (giudicare se stesso) Pannuccio Dal Bagno, Pisano Canzone. Of his Change through Love (del suo cambiamento per Amore) Giacomino Pugliese Canzonetta. Of his Lady in Absence (in assenza della sua donna) Canzonetta. To his Lady, in Spring (alla sua donna, in primavera) Canzone. Of his Dead Lady (della sua donna morta) Fra Guittone D’Arezzo Sonetto. To the Blessed Virgin Mary (a Maria Vergine Benedetta) Bartolomeo Di Sant’Angelo Sonetto. He jests concerning his Poverty (il poeta si prende gioco della sua miseria) Saladino Da Pavia Dialogue. Lover and Lady (Amante e Madonna) Bonaggiunta Urbiciani, Da Lucca Canzone. Of the True End of Love; with a Prayer to his Lady (della vera fine di amore; con una preghiera alla sua donna) Canzonetta. How he dreams of his Lady (com’egli immagina la sua donna) Sonnet. Of Wisdom and of Foresight (della saggezza e della prudenza) 61 Sonnet. Of Continence in Speech (della misura nel parlare) Meo Abbracciavacca, Da Pistoia Canzone. He will be silent and watchful in his Love (egli sarà quieto e attento in amore) Ballata. His Life is by Contraries (la sua vita è fatta agli opposti) Ubaldo Di Marco Sonnet. Of a Lady’s Love for him (dell’amore di una donna per lui) Simbuono Giudice Canzone. He finds that Love has beguiled him, but will trust in his Lady (egli crede che Amore lo abbia illuso, ma avrà fiducia della sua donna) Masolino Da Todi Sonnet. Of Work and Wealth (del lavoro e della ricchezza) Onesto Di Boncima, Bolognese Sonnet. Of the Last Judgment (del Giudizio Finale) Sonnet. He wishes that he could meet his Lady alone (egli vorrebbe poter incontrare la sua donna da sola) Terino Da Castel Fiorentino Sonnet. To Onesto di Boncima, in Answer to the Foregoing (a Onesto di Boncima, in risposta al precedente sonetto) Maestro Migliore, Da Fiorenza Sonnet. He declares all Love to be Grief (il poeta ammette che ogni amore sia dolore) Dello Da Signa Ballata. His Creed of Ideal Love (la sua confessione di amore ideale) 62 Folgore Da San Geminiano Sonnet. To the Guelf Faction (alla fazione dei Guelfi) Sonnet. To the Same (alla medesima) Sonnet. Of Virtue (della virtù) Twelve Sonnets. Of the Months (dodici sonetti. Dei mesi) Seven Sonnets. Of the Week (sette sonetti. Della settimana) Guido Della Colonne Canzone. To Love and to his Lady (ad Amore e alla sua donna) Pier Moronelli, Di Fiorenza Canzonetta. A Bitter Song to his Lady (una canzone amara rivolta alla sua donna) Ciuncio Fiorentino Canzone. Of his Love; with the Figures of a Stag, of Water, and of an Eagle (del suo amore; con le similitudini di un cervo, dell’acqua, e di un’aquila) Ruggieri Di Amici, Siciliano Canzonetta. For a Renewal of Favours (per una rinascita dei favori) Carnino Ghiberti, Da Fiorenza Canzone. Being absent from his Lady, he fears Death (lontano dalla sua donna, il poeta ha timore della morte) Prinzivalle Doria Canzone. Of his Love, with the Figure of a Sudden Storm (del suo amore, con l’immagine di una tempesta improvvisa) 63 Rustico Di Filippo Sonnet. Of the Making of Master Messerin (della creazione di maestro Messerino) Sonnet. Of the Safety of Messer Fazio (della salvezza di messer Fazio) Sonnet. Of Messer Ugolino (di messer Ugolino) Pucciarello di Fiorenza Sonnet. Of Expediency (dell’impresa) Albertuccio Della Viola Canzone. Of his Lady dancing (della danza della sua donna) Tommaso Buzzuola, Da Faenza Sonnet. He is in Awe of his Lady (il poeta ha timore della sua donna) Noffo Bonaguida Sonnet. He is enjoined to Pure Love (egli è ordinato al puro amore) Lippo Paschi De’ Bardi Sonnet. He solicits a Lady’s Favours (il poeta richiede i favori di una donna) Ser Pace, Notaio Da Fiorenza Sonnet. A Return to Love (un ritorno all’amore) Niccolò Degli Albizzi Prolonged Sonnet. When the Troops were returning from Milan (sonetto prolungato. Mentre le truppe facevano rientro da Milano) 64 Francesco Da Barberino Blank Verse. A Virgin declares her Beauties (una vergine rende note le sue bellezze) Sentenze. Of Sloth against Sin (della pigrizia nel parlare) Sentenze. Of Sins in Speech (dei peccati nel parlare) Sentenze. Of Importunities and Troublesome Persons (delle importunità e delle persone importune) Sentenze. Of Caution (della prudenza) Fazio Degli Uberti Canzone. His Portrait of his Lady, Angiola of Verona (la descrizione della sua donna, Angiola Da Verona) Extract from the “Dittamondo”. Of England, and of its Marvels (estratto dal “Dittamondo”. Dell’Inghilterra, e delle sue meraviglie) Extract from the “Dittamondo”. Of the Dukes of Normandy, and thence of the Kings of England, from William the First to Edward the Third (estratto dal “Dittamondo”. Dei duchi di Normandia, e quindi dei re d’Inghilterra, da William I a Edoardo III) Franco Sacchetti Ballata. His Talk with certain Peasant Girls (conversazione con alcune giovani contadine) Catch. On a Fine Day (ritornello. In una bella giornata) Catch. On a Wet Day (in una giornata piovosa) Anonymous Poems Sonnet. A Lady laments for her Lost Lover, by Similitude of a Falcon (una donna piange per il suo amante perduto, con la similitudine di un falcone) Ballata. One speaks of the Beginning of his Love (qualcuno parla dell’inzio del suo amore) Ballata. One speaks of his False Lady (qualcuno parla della sua donna infedele) 65 Ballata. One speaks of his Feigned and Real Love (qualcuno parla del suo finto e sincero amore) Ballata. Of True and False Singing (del canto autentico e ingannevole) 66 Parte II Dante e il suo cenacolo Dante Alighieri The New Life (La Vita Nuova) Sonnet (to Brunetto Latini). Sent with the Vita Nuova (inviato insieme a La Vita Nuova) Sonnet. Of Beatrice de’ Portinari, on All Saints’ Day (di Beatrice de’ Portinari, nel giorno d’Ognissanti) Sonnet. To Certain Ladies; when Beatrice was lamenting her Father’s Death (a certe donne; mentre Beatrice stava piangendo la morte di suo padre) Sonnet. To the same Ladies; with their Answer (alle medesime; con le loro risposte) Ballata. He will gaze upon Beatrice (egli guarderà fisso Beatrice) Canzone. He beseeches Death for the Life Of Beatrice (il poeta supplica Morte per la vita di Beatrice) Sonnet. On the 9th of June 1290 (il 9 giugno del 1290) Sonnet (to Cino Da Pistoia). He rebukes Cino for Fickleness (rimprovera Cino per incostanza) Sonnet (to Cino Da Pistoia). Written in Exile (scritto in esilio) Sonnet. Of Beauty and Duty (della bellezza e dell’ubbidienza) Sestina. Of the Lady Pietra degli Scrovigni (della signora Pietra degli Scrovegni) Sonnet. To the Lady Pietra degli Scrovigni (alla signora Pietra degli Scrovegni) Sonnet (to Guido Cavalcanti). He imagines a Pleasant Voyage for Guido, Lapo Gianni, and Himself, with their three Ladies (il poeta immagina un piacevole viaggio insieme a Guido, Lapo Gianni, e lui medesimo, con le loro tre signore) Sonnet (to Giovanni Quirino). He answers the Foregoing Sonnet (by Quirino); saying what he feels at the Approach of Death (il poeta risponde al sonetto di Qurino; dicendo cosa prova all’avvicinarsi della morte). 67 Guido Cavalcanti Sonnet (to Dante Alighieri). He interprets Dante’s Dream, related in the First Sonnet of the Vita Nuova (il poeta interpreta il sogno di Dante, relativo al primo sonetto de La Vita Nuova) Sonnet. To his Lady Joan, of Florence (alla sua Giovanna di Firenze) Sonnet. He compares all Things with his Lady, and finds them wanting (il poeta compara tutte le cose alla sua donna, e le trova manchevoli) Sonnet. A Rapture concerning his Lady (un’estasi a proposito della sua donna) Ballata. Of his Lady among other Ladies (della sua donna tra le altre donne) Sonnet (to Guido Orlandi). Of a consecrated Image resembling his Lady (di un’immagine consacrata somigliante alla sua donna) Sonnet. Of the Eyes of a Certain Mandetta, of Thoulouse, which resemble those of his Lady Joan, of Florence (degli occhi di una certa Mandetta, di Tolosa, che assomigliano a quelli della sua Giovanna, di Firenze) Ballata. He reveals, in a Dialogue, his increasing Love for Mandetta (egli rivela, in un dialogo, il suo crescente amore per Mandetta) Sonnet (to Dante Alighieri). He answers the Foregoing Sonnet (by Dante), speaking with shame of his Changed Love (il poeta risponde al precedente sonetto di Dante, dicendo con vergogna che il suo amore è cambiato) Sonnet (to Dante Alighieri). He reports, in a Feigned Vision, the Successful Issue of Lapo Gianni’s Love (egli riferisce, in una visione fittizia, il buon esito dell’amore di Lapo Gianni) Sonnet (to Dante Alighieri). He mistrusts the Love of Lapo Gianni (egli sospetta dell’amore di Lapo Gianni) Sonnet. On the Detection of a False Friend (sulla scoperta di un amico infedele) Sonnet. He speaks of a Third Love of his (egli parla di un terzo amore dei suoi) Ballata. Of a Continual Death in Love (di una morte continua in amore) Sonnet. To a Friend who does not pity his Love (ad un amico che non prova pietà per il suo amore) Ballata. He perceives that his Highest Love is gone from him (egli sente che il suo più grande amore è andato via da lui) Sonnet. Of his Pain from a New Love (del suo dolore per un nuovo amore) 68 Sonnet (to Bernardo Da Bologna). He answers Bernardo, commending Pinella, and saying that the Love he can offer her is already shared by many Noble Ladies (il poeta risponde a Bernardo lodando Pinella, e dicendo che l’amore ch’egli può offrirle è già condiviso da molte nobili signore) Sonnet (to Guido Orlandi). In Praise of Guido Orlandi’s Lady (in lode della donna di Guido Orlandi) Sonnet (to Dante Alighieri). He rebukes Dante for his Way of Life after the Death of Beatrice (il poeta rimprovera Dante per la sua condotta di vita dopo la morte di Beatrice) Ballata. Concerning a Shepherd-Maid (a proposito di una pastorella) Sonnet. Of an Ill-favoured Lady (di una brutta donna) Sonnet. To a Newly-Enriched Man; reminding him of the Wants of the Poor (ad un uomo appena arricchito; per fargli ricordare i bisogni del povero) Sonnet (to Pope Boniface VIII). After the Pope’s Interdict, when the Great Houses were leaving Florence (dopo l’intedizione del Papa, mentre le grandi casate stavano abbandonando Firenze) Ballata. In Exile at Sarzana (in esilio a Sarzana) Canzone. A song of Fortune (canzone di Fortuna) Canzone. A song against Poverty (una canzone contro Povertà) Canzone. He laments the Presumption and Incontinence of his Youth (il poeta lamenta la superbia e l’intemperanza della sua giovinezza) Canzone. A Dispute with Death (una disputa con Morte) Cino Da Pistoia Sonnet (to Dante Alighieri). He answers Dante, confessing his Unsteadfast Heart (il poeta risponde a Dante, confessando il suo amore volubile) Sonnet (to Dante Alighieri). He answers the Foregoing Sonnet (by Dante), and prays him, in the name of Beatrice, to continue his Great Poem (in risposta al precedente sonetto di Dante, il poeta lo esorta, in nome di Beatrice, a continuare il suo grande poema) Sonnet (to Dante Alighieri). He interprets Dante’s Dream, related in the First Sonnet of the Vita Nuova (il poeta interpreta il sogno di Dante, relativo al primo sonetto de La Vita Nuova) 69 Canzone (to Dante Alighieri). On the Death of Beatrice Portinari (sulla morte di Beatrice Portinari) Sonnet (to Dante Alighieri). He conceives of some Compensation in Death (egli concepisce una qualche compensazione nella morte) Madrigal. To his Lady Selvaggia Vergiolesi; likening his Love to a Search for God (alla sua Selvaggia Vergiolesi; paragonando il suo amore alla ricerca di Dio) Sonnet. To Love, in great Bitterness (ad Amore, in grande amarezza) Sonnet. Death is not without but within him (Morte non sta fuori ma dentro di lui) Sonnet. A Trance of Love (un’estasi d’amore) Sonnet. Of the Grave of Selvaggia, on the Monte della Sambuca (della tomba di Selvaggia, sul monte della Sambuca) Canzone. His Lament for Selvaggia (il suo lamento per Selvaggia) Sonnet (to Guido Cavalcanti). He owes Nothing to Guido as a Poet (egli non è per nulla debitore a Guido come poeta) Sonnet. He impugns the verdicts of Dante’s Commedia (il poeta oppugna i verdetti della Commedia di Dante) Sonnet. He condemns Dante for not naming, in the Commedia, his friend Onesto di Boncima, and his Lady Selvaggia (egli condanna Dante per non aver nominato, nella Commedia, l’amico Onesto di Boncima, e la sua Selvaggia) Dante Da Maiano Sonnet (to Dante Alighieri). He interprets Dante Alighieri’s Dream, related in the First Sonnet of the Vita Nuova (il poeta interpreta il sogno di Dante Alighieri, relativo al primo sonetto de La Vita Nuova) Sonnet. He craves Interpreting of a Dream of his (egli supplica d’interpretare uno dei suoi sogni) Sonnet. To his Lady Nina, of Sicily (alla sua Nina, di Sicilia) Sonnet. He thanks his Lady for the Joy he has had from her (il poeta ringrazia la sua donna per la gioia ch’egli ha ottenuto da lei) Cecco Angiolieri Sonnet (to Dante Alighieri). On the Last Sonnet of the Vita Nuova (sull’ultimo sonetto de La Vita Nuova) 70 Sonnet. He will not be too deeply in Love (egli non sarà profondamente devoto in amore) Sonnet. Of Love in Men and Devils (dell’amore negli uomini e nei demoni) Sonnet. Of Love, in honour of his Mistress Becchina (dell’amore, in onore della sua signora Becchina) Sonnet. Of Becchina, the Shoemaker’s Daughter (di Becchina, la figlia di un calzolaio) Sonnet. To Messer Angiolieri, his Father (a Messer Angiolieri, suo padre) Sonnet. Of the 20th June 1291 (il 20 giugno del 1291) Sonnet. In Absence from Becchina (lontano da Becchina) Sonnet. Of Becchina in a Rage (di Becchina in collera) Sonnet. He rails against Dante, who had censured his Homage to Becchina (il poeta rimprovera Dante, che ha censurato il suo omaggio a Becchina) Sonnet. Of his Four Tormentors (dei suoi quattro tormentatori) Sonnet. Concerning his Father (a proposito di suo padre) Sonnet. Of all he would do (di tutto ciò che farebbe) Sonnet. He is past all Help (gli è esaurito ogni aiuto) Sonnet. Of why he is unhanged (delle ragioni per cui egli non è appeso) Sonnet. Of why he would be a Scullion (del perché vorrebbe essere uno sguattero) Sonnet. He argues his Case with Death (il poeta discute del suo caso con Morte) Sonnet. Of Becchina, and of her Husband (di Becchina, e di suo marito) 71 Sonnet. On the Death of his Father (sulla morte di suo padre) Sonnet. He would slay all who hate their Fathers (egli ammazzerebbe tutti coloro che odiano i loro padri) Sonnet (to Dante Alighieri). He writes to Dante, then in Exile at Verona, defying him as no better than himself (il poeta scrive a Dante, allora in esilio a Verona, sfidandolo per quanto non sia meglio di lui) Guido Orlandi Madrigal (to Guido Cavalcanti). In answer to the Foregoing Sonnet (by Cavalcanti) (in risposta al precedente sonetto di Guido Cavalcanti) Prolonged Sonnet (to Guido Cavalcanti). He finds Fault with the Conceits of the Foregoing Sonnet (by Cavalcanti) (sonetto prolungato. Il poeta ha da ridire sui pensieri del precedente sonetto di Cavalcanti) Sonnet (to Guido Cavalcanti). He answers the Foregoing Sonnet (by Cavalcanti), declaring himself his Lady’s Champion (il poeta risponde al precedente sonetto di Cavalcanti, proclamandosi paladino della sua donna) Sonnet (to Dante Da Maiano). He interprets the Dream related in the Foregoing Sonnet (by Dante Da Maiano) (interpreta il sogno connesso al precedente sonetto di Dante Da Maiano) Sonnet. Against the “White” Ghibellines (contro i “bianchi” Ghibellini) Bernardo Da Bologna Sonnet (to G. Cavalcanti). He writes to Guido, telling him of the Love which a certain Pinella showed on seeing him (scriva a Guido, raccontandogli dell’amore che una certa Pinella ha mostrato vedendolo) Gianni Alfani Sonnet (to Guido Cavalcanti). On the Part of a Lady of Pisa (sulla parte di una signora di Pisa) Dino Compagni Sonnet (to Guido Cavalcanti). He reproves Guido for his Arrogance in Love (biasima Guido per la sua arroganza in amore) Lapo Gianni Madrigal. What Love shall provide for him (come Amore provvederà per lui) Ballata. A Message in Charge for his Lady Lagia (un messaggio in carica per la sua Lagia) 72 Dino Frescobaldi Sonnet. Of what is Lady is (di come è la sua donna) Sonnet. Of the Star of his Love (della stella del suo amore) Giotto Di Bondone Canzone. Of the Doctrine of Voluntary Poverty (della dottrina della povertà volontaria) Simone Dall’Antella Prolonged Sonnet. In the Last Days of the Emperor Henry VII (sonetto prolungato. Negli ultimi giorni dell’imperatore Enrico VII) Giovanni Quirino Sonnet (to Dante Alighieri). He commends the Work of Dante’s Life, then drawing to its Close; and deplores his own Deficiencies (loda l’opera della Vita di Dante; attrarrendo poi alla sua conclusione; e deplora le sue stesse lacune) 73 Appendice parte II I. Forese Donati – Cacco D’Ascoli. Sonnet (Dante to Forese). He taunts Forese, by the Nickname of Bicci (schernisce Forese, con il soprannome di Bicci) Sonnet (Forese to Dante). He taunts Dante ironically for not avenging Geri Alighieri (rimprovera ironicamente Dante per non aver vendicato Geri Alighieri) Sonnet (Dante to Forese). He taunts him concerning his Wife (lo rimprovera aspramente riguardo a sua moglie) Sonnet (Forese to Dante). He taunts him concerning the Unavenged Spirit of Geri Alighieri (lo riprende duramente in merito allo spirito invendicato di Geri Alighieri) II. Giovanni Boccaccio Sonnet. To One who had censured his Public Exposition of Dante (a uno che ha censurato la sua interpretazione pubblica – dell’opera – di Dante) Sonnet. Inscription for a Portrait of Dante (iscrizione per un ritratto di Dante) Sonnet. To Dante in Paradise, after Fiammetta’s death (a Dante in Paradiso, dopo la morte di Fiammetta) Sonnet. Of Fiammetta singing (del canto di Fiammetta) Sonnet. Of his Last Sight of Fiammetta (della sua ultima visione di Fiammetta) Sonnet. Of Three Girls and of their Talk (delle tre fanciulle e della loro conversazione) 74 Cielo D’Alcamo Rosa fresca aulentissima Thou sweetly-smelling fresh red rose Ch’appari in ver l'estate That near thy summer art, Le donne te disiano Of whom each damsel and each dame Pulzelle e maritate: Would fain be counterpart; Traemi d’este focora, Oh! from this fire to draw me forth Se t’este a bolontate; Be it in thy good heart: Perchè non aio abento notte e dia For night or day there is no rest with me, Pensando pur di voi, Madonna mia. Thinking of none, my lady, but of thee. Se di meve trabagliati, If thou hast set thy thoughts on me Follia lo ti fa fare. Thou hast done a foolish thing. Lo mar potresti arrompere Yea, all the pine-wood of this world Avanti a semenare, Together might’st thou bring, L’abete d’esto secolo And make thee ships, and plough the sea Tutto quanto assembrare. Therewith for corn-sowing, Avere me non poteria esto monno; Ere any way to win me could be found: Avanti li cavelli m’aritonno For I am going to shear my locks all round. Se li cavelli artonniti, Lady, before thou shear thy locks. Avanti foss’io morto; I hope I may be dead: Cà i’ sì mi perderìa For I should lose such joy thereby Lo solazzo e diporto. And gain such grief instead. Quando ci passo e veioti, Merely to pass and look at thee, Rosa fresca dell’orto, Rose of the garden-bed, Bono conforto donimi tutt’ore, Has comforted me much, once and again. Poniamo che s’aggiunga il nostro amore. Oh! if thou wouldst but love, what were it then! Che il nostro amore aggiungasi Nay, though my heart were prone to love, Non boglio m’attalenti. I would not grant it leave. Se ci ti trova paremo Hark! should my father or his kin Cogli altri miei parenti, But find thee here this eve, Guarda non t’arricolgano Thy loving body and lost breath Questi forti correnti. Our moat may well receive. Como ti seppe bono la venuta, Whatever path to come here thou dost know, Consiglio che ti guardi alla partuta. By the same path I counsel thee to go. Se i tuoi parenti trovammi, And if thy kinsfolk find me here, E che mi posson fari? Shall I be drowned then? Marry, Una difesa mettoci I’ll set, for price against my head, Di dumilia agostari Two thousand agostari. Non mi toccarà patreto I think thy father would not do’t Per quanto avere ha’n Bari. For all his lands in Bari. Viva lo ‘mperadore, grazi’ a Deo; Long life to the Emperor! Be God’s the praise 75 Intendi, bella, quel che ti dich’eo. Thou hear’st, my beauty, what thy servant says. Tu me non lasci vivere And am I then to have no peace Nè sera, nè mattino. Morning or evening? Donna mi son di perperi, I have strong coffers of my own D’auro massa amotino. And much good gold therein; Se tanto aver donassimi, So that if thou couldst offer me Quanto ha lo Saladino, The wealth of Saladin, E per aggiunta quant’ha lo Soldano, And add to that the Soldan’s money-hoard, Toccareme non poterìa la mano. Thy suit would not be anything toward. Molte sono le femine, I have known many women, love, Ch’anno dura la testa, Whose thoughts were high and proud, E l’uomo con parabole And yet have been made gentle by Le dimina e ammodesta; Man’s speech not over-loud. Tanto intorno percacciale If we but press ye long enough, Sinchè l’ha in sua podestà. At length ye will be bow’d; Femina d’uomo non si può tenere For still a woman’s weaker than a man. Guardati, bella, pur di ripentere. When the end comes, recall how this began. Ch’eo me ne pentesse? God grant that I may die before Davanti foss’io auccisa, Any such end do come, - Ch’a nulla bona femina Before the sight of a chaste maid Per me fosse riprisa. Seem to me troublesome! A sera ci passasti, I marked thee here all yestereve Correndo alla distisa: Lurking about my home, A questi ti riposa questi canzoneri; And now I say, Leave climbing, lest thou fall, Le tue paraole a me non piacciono gueri For these thy words delight me not at all. Quante sono le sciantora How many are the cunning chains Che m’hai mise allo core! Thou hast wound round my heart! E solo pur pensandoci Only to think upon thy voice Latr’i’ quando vo fore, Sometimes I groan apart. Femina d’esto secolo For I did never love a maid Non amai tanto ancore, Of this world, as thou art, Quant’amo te, rosa invidiata: So much as I love thee, thou crimson rose. Ben credo che mi fosti destinata, Thou wilt be mine at last: this my soul knows. Se distinta fosseti, If I could think it would be so, Caderìa delle altezze; Small pride it were of mine Chè male messe forano That all my beauty should be meant In te le mie baldezze. But to make thee to shine. Se tutto addivenissemi, Sooner than stoop to that, I'd shear Tagliaràmi le trezze, These golden tresses fine, 76 E con Suore m’arrendo a una magione And make one of some holy sisterhood; Avanti che mi tocchin le persone, Escaping so thy love, which is not good. Se tu con Suore arrendi, If thou unto the cloister fly, Donna, col viso aèro Thou cruel lady and cold, Allo Mostero vengoci, Unto the cloister I will come E tengomi al Mostero. And by the cloister hold; Per tanta prova vincerti For such a conquest liketh me Faràlo volentiero: Much better than much gold; Con teco stao la sera e lo mattino: At matins and at vespers I shall be Mi sogno ch’io ti tenga al mio dimino. Still where thou art. Have I not conquered thee? Oimè tapina misera, Out and alack! wherefore am I Com’ho reo distinato Tormented in suchwise? Geso Cristo, l’altissimo Lord Jesus Christ the Saviour, Del core me’ aitato, In whom my best hope lies, Concepistimi a abbattere O give me strength that I may hush In uomo blestiemato. This vain man’s blasphemies! Cerca la terra, ch’este grande assai, Let him seek through the earth; ‘tis long and broad Chiù bella donna di me troverai. He will find fairer damsels, O my God! Cercat’aio Calabria, I have sought through Calabria Toscana, e Lombardia, Lombardy, and Tuscany, Puglia, Costantinopoli, Rome, Pisa, Lucca, Genoa, Genoa, Pisa, Soria, All between sea and sea: La Magna, e Babilonia, Yea, even to Babylon I went Tutta la Barberia; And distant Barbary: Donna non trovai in tanti paesi; But not a woman found I anywhere Onde sovrana di mene te presi. Equal to thee, who art indeed most fair. Poi tanto trabagliastiti If thou have all this love for me, Faccioti meo pregheri Thou canst no better do Che tu vadi, addomandimi Then ask me of my father dear A mia mare e a mon peri, And my dear mother too: Se dare mi ti degnano They willing, to the abbey-church Menami allo Mosteri; We will together go, E sposami davanti dell’Avvento And, before Advent, thou and I will wed; E poi farò lo tuo comandamento. After the which, I’ll do as thou hast said. Di ciò che dici, vitama, These thy conditions, lady mine, Niente non ti bale; Are altogether nought: Cà delle tue parabole Despite of them, I’ll make a net Fatto n’ho ponti e scale: Wherein thou shalt be caught. Penne pensasti mettere, What, wilt thou put on wings to fly? 77 Son ricadute l’ale; Nay, but of wax they’re wrought, - E dato t’aio la bolta sottana; They’ll let thee fall to earth, not rise with thee: Dunque, se puoi, tieniti villana. So, if thou canst, then keep thyself from me. In paura non mettermi Think not to fright me with thy nets Di nullo manganello; And suchlike childish gear; I’ stommi nelle grolia I am safe pent within the walls D’esto forte castello; Of this strong castle here; Prezzo le tue parabole A boy before he is a man Men che d’uno zitello. Could give me as much fear. Se tu non levi e vattine di quaci, If suddenly thou get not hence again, Se tu ci fossi morto, ben mi chiaci. It is my prayer thou mayst be found and slain. Dunque vorresti, vitama, Wouldst thou in very truth that I Cà per te foss’eo strutto? Were slain, and for thy sake? Se morto essere debboci, Then let them hew me to such mince Od intagliato tutto, As a man’s limbs may make! Di quaci non mi movera But meanwhile I shall not stir hence Se non aio dello frutto, Till of that fruit I take Lo quale stae nello tuo giardino; Which thou hast in thy garden, ripe enough: Disìolo la sera e lo mattino. All day and night I thirst to think thereof. Di quel frutto non abbero None have partaken of that fruit, Conti, nè Cavalieri. Not Counts nor Cavaliers: Molto lo disiano Though many have reached up for it, Marchesi e Giustizieri; Barons and great Seigneurs, Avere non ne pottero They all went hence in wrath because Gir onde molto feri. They could not make it theirs. Intendi bene ciò che boglio dire; Then how canst thou think to succeed alone Men este di mill’onze lo tuo avire. Who hast not a thousand ounces of thine own? Molti son li garofani, How many nosegays I have sent Che a casata mandai. Unto thy house, sweet soul! Bella, non dispregiaremi, At least till I am put to proof, Se avanti non m’assai. This scorn of thine control. Se vento è in proda, e girati, For if the wind, so fair for thee, E giungeti alle prai, Turn ever and wax foul, A rimembrare t’hai este parole, Be sure that thou shalt say when all is done, Cà di esta animella assai mi duole. “Now is my heart heavy for him that’s gone”. Macára, se dolesseti, If by my grief thou couldst be grieved, Che cadesse angosciato; God send me a grief soon! La gente ci accorressono I tell thee that though all my friends Da traverso e da lato; Prayed me as for a boon, 78 Tutt’a meve dicessono: Saying, “Even for the love of us, Accorri esto malnato: Love thou this worthless loon”, Non ti dignàra porgere la mano, Thou shouldst not have the thing that thou dost hope Per quanto avere ha ‘l Papa e lo Soldano. No, verily; not for the realm o’ the Pope. Dio lo volesse, vitama, Now could I wish that I in truth Cà te fos’ morto in casa. Were dead here in thy house: L’arma n’anderia consola; My soul would get its vengeance then; Cade notte, pantasa Once known, the thing would rouse La gente ti chiamàrano A rabble, and they’d point and say, - Oi periura malvasa, “Lo! she that breaks her vows Ch’hai morto l’uomo in casata. Traita, And, in her dainty chamber, stabs!” Love, see: Dammi uno colpo, levami la vita. One strikes just thus: it is soon done, pardie! Se tu non levi, e vattine If now thou do not hasten hence, Colla maledizione, (My curse companioning), Li frati miei ti trovano, That my stout friends will find thee here Dentro questa magione, Is a most certain thing: Bello mio socio, giuroti, After the which, my gallant sir, Perdici la persone Thy points of reasoning Ch’a mene se’ venuto a sermonare; May chance, I think, to stand thee in small stead, Parente a Amico non t’ave ad aitare. Thou hast no friend, sweet friend, to bring thee Aid. A mene non aitano Thou sayest truly, saying that Amici nè parente; I have not any friend: Istranio mi son; carama, A landless stranger, lady mine, Infra esta bona gente; None but his sword defend. Or fa un anno, vitama, One year ago, my love began, Ch’entrata mi se’ in mente; And now, is this the end? Dic’anno, ti vestisti lo traiuto; Oh! the rich dress thou worest on that day Bella, da quello giorno son feruto. Since when thou art walking at my side alway! Ahi tanto innamorastiti So ‘twas my dress enamoured thee! Giù dallo traito, What marvel? I did wear Come se fosse porpora A cloth of samite silver-flowered, Iscarlatto o sciamito! And gems within my hair. Se all’Evangelie giurimi, But one more word; if on Christ’s Book Che mi si’ a marito, To wed me thou didst swear, Avere me non poterà esto monno; There’s nothing now could win me to be thine: Avanti in mare gittomi al profonno. I had rather make my bed in the sea-brine. Se tu nel mare gittiti, And if thou make thy bed therein, Donna cortese e fina, Most courteous lady and bland, Direto mi ti misero: I’ll follow all among the waves, 79 Per tutta la marina: Paddling with foot and hand; Poi che annegasseti Then, when the sea hath done with thee, Tròvareti all’arina I’ll seek thee on the sand. Solo per questa cosa ad impretare: For I will not be conquered in this strife: Con teco m’aio a giungere o’ mpiccare. I’ll wait, but win; or losing, lose my life. Segnomi in Padre e in Figlio For Father, Son, and Holy Ghost, Ed in Santo Matteo. Three times I cross myself. So che non se’ tu eretico, Thou art no godless heretic, O figlio di Giudeo; Nor Jew, whose God’s his pelf: E cotali parabole Even as I know it then, meseems, Non udii dire anch’eo. Thou needs must know thyself Cà, mortasi la femina, allo ‘ntutto That woman, when the breath in her doth cease, Perdesi lo sabore e lo disdutto. Loseth all savour and all loveliness. Bene lo saccio, carama, Woe’s me! Perforce it must be said Altro non posso fare, No craft could then avail: Se chisso non accomplimi So that if thou be thus resolved, Lassone lo cantare; I know my suit must fail. Farlo, mia donna, piacciati Then have some pity, of thy grace! Chè bene lo puoi fare. Thou mayest, love, very well; Ancora tu non m’ami, molto t’amo; For though thou love not me, my love is such Sì m’hai preso, com’è lo pesce all’amo. That ‘tis enough for both – yea overmuch. Saccio che m’ami, ed amoti, Is it even so? Learn then that I, Di core paladino: Do love thee from my heart. Levati suso e vattine, To-morrow, early in the day, Tornaci allo mattino. Come here, but now depart. Se ciò, che dico, facimi, By thine obedience in this thing Di bon cor t’amo e fino. I shall know what thou art, Chisso ben t’imprometto, e senza faglia And if thy love be real or nothing worth; Te’ la mia fede, che m’hai in tua baglia. Do but go now, and I am thine henceforth. Per ciò che dici, carama, Nay, for such promise, my own life, Niente non mi movo. I will not stir a foot. Innanti prendi, e scannami, I’ve said, if thou wouldst tear away Tolli esto cortel nuovo. My love even from its root, Esto fatto far puotesi I have a dagger at my side Innanti scalfi un uovo Which thou mayst take to do ‘t: Ahi compli mio talento, amica bella, But as for going hence, it will not be. Chè l’arma con lo core mi s'infella O hate me not! my heart is burning me. Ben saccio l’arma doleti, Think’st thou I know not that thy heart Com’uom ch’ave arsura. Is hot and burns to death? 80 Esto fatto non potesi Of all that thou or I can say, Per null’altra misura: But one word succoureth. Se non all’Evangelie, Till thou upon the Holy Book Che mo ti dico, giura Give me thy bounden faith, Avere me non puoi in tua podesta; God is my witness that I will not yield: Innanti prendi, e tagliami la testa. For with thy sword ‘twere better to be kill’d. L’Evangelie, carama, Then on Christ’s Book, borne with me still Che io le porto in sino, To read from and to pray, Allo Mostero presile, (I took it, fairest, in a church, Non ci era lo patrino; The priest being gone away), Sora esto libro giuroti, I swear that my whole self shall be Mai non ti vegno mino. Thine always from this day. Ah compli mio talento in caritate, And now at once give joy for all my grief, Chè l’arma me ne sta in sottilitate. Lest my soul fly, that’s thinner than a leaf. Meo Sire, poi giurastimi, Now that this oath is sworn, sweet lord, Eo tutta quanta incendo: There is no need to speak: Sono alla tua presenzia, My heart, that was so strong before, Da voi non mi difendo Now feels itself grow weak. S’eo menespreso abbiti, If any of my words were harsh, Mercè, a voi m’arrendo. Thy pardon: I am meek Allo letto ne gimo alla bon’ora, Now, and will give thee entrance presently. Che chissa cosa n’è data in ventura It is best so, sith so it was to be. Testo italiano: settenari, ottonari e decasillabi, con schema abc bdb ee Testo inglese: trimetri e pentametri, con schema abc bdb ee (aba bcb dd, vv. 136-143) Rossetti neutralizza la lingua siciliana, restituendo ai lettori una forma perspicua e facilmente intellegibile dell’originale. La musicalità del dialetto si disperde, e nei suoni dell’inglese va ricomponendosi il dialogo amoroso tra il poeta e la sua donna. 1. rosa fresca aulentissima: nel verso inglese è definito il colore della rosa ch’è red, ‘rossa’, come la passione amorosa. 2. ch’appari in ver l’estate: l’equivalente, that near thy summer art, evidenzia l’appartenenza della rosa alla stagione estiva dove germogliano fiori e nuovi amori. 3. disiano: il verbo è modulato nell’espressione would fain be counterpart (“sarebbero liete di somigliarti”). 4. pulzelle: si traduce nella natura letteraria dei sostantivi damsel e dame. 6. se t’este a bolontate: conviene all’inglese be it in thy good heart, interpretabile con “e sia nel tuo buon cuore”. 9. se di meve trabagliati: nella versione trova riscontro una maggiore linearità del periodo. Infatti si legge: if thou hast set thy thoughts on me (“se tu hai messo i tuoi pensieri su di me”). 11. lo mar potresti arrompere: il concetto paradossale per cui è impossibile “seminare il mare” ha come precisa rispondenza and plough the sea, anteceduto dal sintagma esplicativo and make thee ship (“e farti le navi”). 16-17. i rimanti cavelli, l’uno a conclusione della II strofe e l’altro nella ripresa di Amante, sono tradotti in rimalmezzo con locks:locks, dove fa da controluce l’idea che i capelli della donna siano una specie di ‘serratura’. 24. poniamo che s’aggiunga il nostro amore: acquista un’intonazione esclamativa: oh! if thou wouldst but love, what were it then! (“o! ma se tu amassi, cosa sarebbe poi!”). 25-30. nelle parole di Madonna la traduzione si discosta dalla lingua di partenza, 81 i cui tratti dialettali scompaiono nella nuova struttura del periodo inglese. Nell’ordine: che il nostro amore aggiungasi / nay, though my heart were prone to love (“anzi, sebbene il mio cuore fosse incline ad amare”); non boglio m’attalenti / I would not grant it leave (“non gli concederei il permesso”); se ci ti trova paremo / hark! should my father or his kin (“ascolta! se mio padre o la sua famiglia”); cogli altri miei parenti / but find thee here this eve (“ti trovassero qui questa sera”); guarda non t’arricolgano / thy loving body and lost breath (“il tuo corpo tenero e il tuo fiato perduto”); questi forti correnti / our moat may well receive (“accoglierebbe bene il nostro fosso”). 34. e che mi posson fari?: è ripreso dalla domanda retorica shall I be drowned then? Marry (“sarò sommerso allora? Diamine”), che suppone la fine prossima del poeta. 35. una difesa mettoci: cambia nella frase I’ll set, for price against my head (“metterò una taglia sulla mia testa”). 45. aver: è circostanziato in the wealth, ‘la ricchezza’. 50. ch’anno dura la testa: le donne hanno dunque pensieri high (‘elevati’) e proud (‘superbi’). 55-56. la traduzione è complementare all’originale. Per semplificare: femina d’uomo non si può tenere / for still a woman’s weaker than a man (“per il lato più debole della donna rispetto all’uomo”); guardati, bella, pur di ripentere / When the end comes, recall how this began (“quando giunge la fine, richiama alla mente come ha avuto inizio”). 63. a questi ti riposa questi canzoneri: è ripreso a distanza dalla coordinativa and now I say, leave climbing, lest thou fall. Il poeta deve smetterla di arrampicarsi, e quindi darsi pace per non cadere dalla sua gloria. 71. rosa invidiata: diventa una crimson rose, “rosa vermiglia”. 72. ben credo che mi fosti destinata: nel verso inglese è l’anima del poeta che preannuncia la conquista futura della donna: thou wilt be mine at last (“sarai mia alla fine”). 74. altezze: si traduce in pride (‘splendore’). Quest’ultimo è concorde all’infinito to shine, poiché indica le bellezze della donna destinate a risplendere nell’amante. 78. trezze: acquisiscono un duplice particolare, golden e fine (‘d’oro’ e ‘fine’). 80. avanti che mi tocchin le persone: è interpretato con la fuga della donna dal suo innamorato: escaping so thy love, which is not good (“sfuggendo al tuo amore, che non è virtuoso”). 82. il volto aèro della donna prende un aspetto cruel e cold (‘crudele’ e ‘freddo’). 86. faràlo volentiero: è introdotto da un termine di comparazione, ossia much better than much gold (“molto più che l’oro”). 88. mi sogno ch’io ti tenga al mio dimino: risuona con evidente sarcasmo nell’interrogativa have I not conquered thee? (“non ti ho forse conquistata?”). 89. il tono esclamativo dei sostantivi tapina e misera è rilanciato dall’antico inglese out and alack. 90. reo distinato: la riflessione della donna sopra il suo destino avverso compare nella domanda wherefore am I tormented in suchwise?, dov’è percepibile il tormento della donna. 99. Puglia, Costantinopoli: sono sostituite dalle città di Roma e Lucca. 100. in luogo di Genoa, Pisa, Soria v’è l’espressione all between sea and sea, che manifesta l’impervio peregrinare dell’amante disposto a solcare i mari pur di raggiungere la donna. 104. onde sovrana di mene te presi: è riammesso nella frase topica equal to thee, who art indeed most fair (“che sei davvero la più bella”). 105. poi tanto trabagliastiti: nel discorso di Madonna i travagli dell’amante sono assunti in un periodo ipotetico, if thou have all this love for me, che presume l’amore assoluto del poeta. 106. faccioti meo pregheri: la preghiera della donna si trasforma in una esortazione dagli accenti perentori: thou canst no better do (“non potresti far di meglio”). 116. ponti e scale: costruiti con le parole della donna, si spezzano per ricomporsi in una rete pronta a catturare la preda: I’ll make a net / wherein thou shalt be caught. 119. e dato t’aio la bolta sottana: non ha degno equivalente. In traduzione le ali di cera (of wax they’re wrought) lasceranno cadere la donna (they’ll let thee fall to earth), impedendole di volare (not rise with thee). 125-126. prezzo le tue parabole / men che d’uno zitello: subiscono una deviazione semantica: a boy before he is a man / could give me as much fear (“un fanciullo susciterebbe in me molto più timore”). 140. Marchesi e Giustizieri: si elevano a grado di Barons e great Seigneurs. 148. m’assai: nel senso antico di ‘assaggi’, cambia nel sost. proof (‘prova’), che, preceduto dal sintagma verbale I am put, è traducibile con “finché non vengo sottoposto a una prova”. 154. che cadesse angosciato: è ripreso con enfasi dall’interiezione God send me a grief soon! (“Dio mi mandi subito un colpo!”). La serie rimica grief-grieved / grief rafforza l’antinomia dolore e amore, quale appunto condizione 82 dell’animo umano. 161. Dio lo volesse, vitama: il richiamo a Dio e l’invocazione alla donna scompaiono nel verso inglese, dove il poeta dichiara “now could I wish that I in truth” (“adesso potrei augurarmi in verità”). 163. l’arma n’anderia consola: in traduzione l’anima would get its vengeance then (“compirebbe la sua vendetta”). 164. cade notte, pantasa: non ha corrispondente. Le invettive lanciate dall’amante nei confronti di Madonna – oi periura malvasa – (166), e lo stile lapidario delle frasi finali – ch’hai morto l’uomo in casata…, / dammi un colpo, levami la vita – (167168) sono argomentati liberalmente: once known, the thing would rouse / a rabble, and they’d point and say, - / “Lo! she that breaks her vows, / and, in her dainty chambre, stabs!” / Love, see: / one strikes just thus: it is soon done, pardie! (“una volta appresa, la cosa solleverebbe / una folla, ed essi indicherebbero, - / Ecco! lei che rompe le sue promesse, / e, nella sua graziosa camera, trafigge!” Amore guarda: / sferra un colpo: è presto fatto, santo Cielo!”). 177178. a mene non aitano / amici nè parente: trovano dimostrazione nel fatto che Amante ritenga giusto e ragionevole il discorso di Madonna: thou sayest truly, saying that / I have not any friends. 179. istranio: l’agg. landless (‘senza terra’) qualifica la condizione di stranger del poeta, la cui unica difesa è his sword (‘la sua spada’) contro la bona gente (da intendersi in senso antifrastico). 181-182. or fa un anno, vitama, / ch’entrata mi se’ in mente: il romanticismo che affiora nella dichiarazione del poeta è a ragione del quesito one year ago, my love began, / and now, is this the end? (“un anno fa, il mio amore è cominciato, / e adesso, è questa la fine?”). 195-196. direto mi ti misero: / per tutta la marina: nei versi citati, il traduttore incrementa il discorso con il particolare delle onde marine (all among the waves) e l’immagine dell’uomo che sguazza in acqua con mani e piedi (paddling with foot and hand). 202. ed in Santo Matteo: in linea con il rito canonico che prevede il segno della croce “nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo”, Rossetti sostituisce il nome dell’evangelista con Holy Ghost. 209. bene lo saccio, carama: è in uso nell’esclamativa woe’s me!, che accentua lo stato di pena dell’amante. 213-214. farlo, mia donna, piacciati, / chè bene lo puoi fare: attraversando il testo inglese, fervono per la supplichevole preghiera del poeta: then have some pity, of thy grace! / thou mayest, love, very well. 216. sì m’hai preso, com’è lo pesce all’amo: la visione metaforica di Amante – preso come pesce all’amo – scompare per essere teorizzata nella pienezza del suo amore that ‘tis enough for both – yea overmuch (“ch’è sufficiente per entrambi – sì molto di più”). 230. innanti scalfi un uovo: non ha una precisa correlazione con il verso inglese, dove la serie verbale ricondurrebbe all’italiano esto fatto far puotesi (229). 235-236. esto fatto non potesi / per null’altra misura: la dimensione negativa è messa a rovescio, e in una realtà affermativa: of all that thou or I can say, / but one word succoureth (“di tutto ciò che tu od io possiamo dire, / una sola parola soccorre”). 239. avere me non puoi in tua podesta: in traduzione l’eco a Dio come testimone – God is my witness that I will not yeld – conferisce un’aura spirituale al verso. 248. chè l’arma me ne sta in sottilitate: nell’interpretazione rossettiana l’amante ha timore che la sua anima, più sottile di una foglia, cominci a volare: lest my soul fly, that’s thinner than a leaf. 250. eo tutta quanta incendo: ne consegue che there is no need to speak, poiché la passione amorosa “non si può esprimere con parole”. 251-252. sono alla tua presenzia / da voi non mi difendo: sono tradotti con una dissertazione della donna sullo stato del suo cuore that was strong before, / now feels itself grow weak (“che era così forte prima, / adesso si sente più fragile”). 83 Folcacchiero Dei Folcacchieri Tutto lo mondo vive sanza guerra, All the whole world is living without war, Ed eo pace non posso aver neiente. And yet I cannot find out any peace. O Deo, come faraggio? O God! that this should be! O Deo, come sostenemi la terra? O God! what does the earth sustain me for? E’ par ch’eo viva in noja della gente: My life seems made for other lives’ ill-ease: Ogn’uomo m’è selvaggio: All men look strange to me; Non paiono li fiori Nor are the wood-flowers now Per me com’ già soleano, As once, when up above E gli augei per amori The happy birds in love Dolci versi faceano agli albori. Made such sweet verses, going from bough to bough. E quand’eo veggio li altri cavalieri And if I come where other gentleman Arme portare e d’amore parlando, Bear arms, or say of love some joyful thing - Ed eo tutto mi doglio. Then is my grief most sore, Solazzo m’è tornato in pensieri: And all my soul turns round upon me then: La gente mi riguardano, parlando Folk also gaze upon me, whispering, S’eo son quel ch’esser soglio. Because I am not what I was before. Non so ciò ch’io mi sia, I know not what I am. Nè so perchè m’avvene I know how wearisome Forte la vita mia: My life is now become, Tornato m’è lo bene – in dolori. And that the days I pass seem all the same. Ben credo ch’eo finisca, e n'ho 'ncomenza, I think that I shall die; yea, death begins; E lo meo male non poria contare, Though ‘tis no set-down sickness that I have, Nè le pene ch’io sento. Nor are my pains set down. Li drappi di vestir non mi s’agenza, But to wear raiment seems a burden since Nè bono non mi sa lo manicare, This came, nor ever any food I crave; Così vivo in tormento: Not any cure is known Non so onde fuggire, To me, nor unto whom Nè a cui m’accomandare. I might commend my case: Convenemi soffrire This evil therefore stays Tutte le pene amare – in dolzori. Still where it is, and hope can find no room. Eo credo bene che l’Amore sia; I know that it must certainly be Love: Altro Deo non m’ha già a giudicare No other Lord, being thus set over me, Così crudelmente. Had judged me to this curse; Chè l'Amore è di tale signoria With such high hand he rules, sitting above Che le due parti a se vuole tirare, That of myself he takes two parts in fee E ‘l torlo è della gente. Only the third being hers. Ed io per ben servire, Yet if through service I S’io ragion ritrovassi, Be justified with God, Non doveria fallire He shall remove this load, A lui così ch’i’ amassi – per cori. Because my heart with immost love doth sigh. 84 Dolce madonna, poich’eo mi morraggio, Gentle my lady, after I am gone, Non troverai chi s’abbia in te servire There will not come another, it may be, Tutta sua volontate. To show thee love like mine: Chè unque non volli, nè vò nè vorraggio For nothing can I do, neither have done, Se non di tutto a fare a piacere Except what proves that I belong to thee Alla vostra amistate. And am a thing of thine. Mercè di me vi prenda, Be it not said that I Che non mi sfidi amando: Despaired and perished, then; Vostra grazia discenda, But pour thy grace, like rain, Però ch’eo ardo e incendo – di fori. On him who is burned up, yea, visibly Testo italiano: versi endecasillabi e settenari, con schema Abc Abc dedX Testo inglese: versi decasillabi e senari, con schema Abc Abc deeD Rossetti elude il criterio dell’autore, che nel verso conclusivo di ogni strofe adotta parole con terminazione in -ori. Nella chiamata a Dio (o Deo, / o Deo, 3-4), e ai vv. 16-17 (non so / nè so) il traduttore riprende la retorica dell’anafora nella sua lingua: o God! / o God!; I know not / I know how. Una ripetizione che intensifica nel primo caso il legame del poeta con Dio, e in quello successivo lo stato d’imprevedibilità in cui si trova l’amante. 10. dolci versi faceano agli albori: nell’equivalente inglese gli uccellini compongono dolci melodie going from bough to bough (“andando di ramo in ramo”). 12. … d’amore parlando: in traduzione l’agg. joyful definisce le cose belle cui ci si richiama parlando d’amore. 19-20. forte la vita mia / tornato m’è lo bene – in dolori: nei passi equivalenti Rossetti converte il sentimento di dolore dell’amante nel tedio della vita (I know how wearisome / my life is now become), che sembra trascorrere sempre allo stesso modo (and that the days I pass seem all the same). 22. contare: è sostituito dall’inf. set down, il cui senso rivela l’impossibilità che gli affanni possano trovare conforto. 24. li drappi di vestir non mi s’agenza: nel verso tradotto, but to wear raiment seems a burden since, la veste di Amante è paragonabile a un carico opprimente che non abbellisce. 26. così vivo in tormento: per la sofferenza del poeta, not any cure is known (“non c’è cura”). 38-39. s’io ragion ritrovassi, / non doveria fallire: sono rielaborati in un discorso appassionato, da cui affiora la speranza che Dio possa assolvere e rimuovere il fardello di Amante (be justified with God / he shall remove this load). 47-48. mercè di me vi prenda, / che non mi sfidi amando: assumono una dose misurata di ottimismo: be it not said that I / despaired and perished, then (“non è detto che io / perda la speranza e muoia, poi”). 49. vostra grazia discenda: in traduzione la grazia femminile scenderà come pioggia sull’amante, che arde e brucia visibilmente (but pour thy grace, like rain, …). 85 Lodovico Della Vernaccia Se ‘l subietto preclaro, o Cittadini, Think a brief while one the most marvellous Dell’atto nostro ambizioso e onesto Of our high-purposed labour, citizens; Volete immaginar, chiosando il testo, And having thought, draw clear conclusions thence; Non vi parrà che noi siamo fantini? And say, do not ours seem but childish parts? S’alli nostri accidenti e intestini Also on these intestine sores and smarts Casi ripenserete, con modesto Ponder advisedly; and the deep sense Aspetto inchinerete il cor molesto; Thereof shall bow your heads in penitence Fien radicati al cor in duri spini. And like a thorn shall grow into your hearts. Quando ragion corregge li difetti If, of our foreign foes, some prince or lord Del diverso inimico; e lor conturba Is now, perchance, some whit less troublesome, Non della spade il trionfar posarse, Shall the sword therefore drop into the sheath? Ma imbratta con forza e’ sensi eretti, Nay, grasp it as the friend that warranteth: Se vuole usar contra la falsa turba, For unto this vile rout, our foes at home, Solo la spade vuol magnificarse. Nothing is high or awful save the sword. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Nell’originale la I e la II quartina hanno valore condizionale, e invece le terzine sono contrassegnate dall’avv. quando e dalla cong. ma. Dapprima Rossetti invoca i cittadini con le forme imperative dei verbi think e ponder, le cui azioni muoverebbero verso l’atto ambizioso e onesto. Poi riprende il discorso, trasformando la temporale quando ragion corregge li difetti (9) in una frase ipotetica: if, of our foreign foes, some prince or lord is now. 1. preclaro: questo arcaismo è reso in termini superlativi: the most marvellous arts. 3. chiosando: l’attività che prevedeva, specialmente nell’epoca medievale, le chiose ai margini del testo, è ripresa nell’esortazione a trarre precise conclusioni: draw clear conclusions thence. 7. cor molesto: si riforma nella visione di heads in penitence (“teste in penitenza”). Il sost. penitence preclude la condizione molesta, e quindi colpevole del cuore. 11. non della spade il trionfar posarse: acquista una tonalità interrogativa, che esprime per parte sua l’ipotesi di un’azione: shall the sword therefore drop into the sheath? (“deporrà dunque la spada nel fodero?”). 86 S. Francesco di Assisi Ordina quest’amore, o tu che m’ami: Set Love in order, thou that lovest Me. Non è virtù senz’ordine trovata: Never was virtue out of order found; Poichè trovare tanto tu me abbrami, And though I fill thy heart desirously, Sia la mente con virtù rinovata. By thine own virtue I must keep My ground: A me amare voglio, che tu chiami When to My love thou dost bring charity, La caritate, quale sia ordinata. Even she must come with order girt and gown’d. Arbore si è provata Look how the trees are bound Per l’ordine del frutto, To order, bearing fruit; Lo qual dimostra tutto And by one thing compute, D’ogni cosa il valore. In all things earthly, order’s grace or gain. Tutte le cose, che aio create All earthly things I had the making of Sì son fatte con numero e mensura, Were numbered and were measured then by Me; Ed al lor fine son tutte ordinate; And each was ordered to its end by Love, Conservansi per ordin in valura: Each kept, through order, clean for ministry. E molto più ancora caritate Charity most of all, when known enough, Si è ordinata nella sua natura. Is of her very nature orderly. Or como per calura, Lo, now! what heat in thee, Alma tu se’ ‘mpazzita? Soul, can have bred this rout? For d’ordin tu se’ uscita; Thou putt’st all order out. Non t’è freno el fervore? Even this love’s heat must be its curb and rein. Testo italiano: ABAB ABB CCD Testo inglese: ABAB ABB CDE Per il traduttore si tratta di una cantica (che nell’edizione italiana cui egli attinge viene attribuita erroneamente a S. Francesco), ma in realtà è una laude iacoponica. La dottrina dell’ordine rappresenta il filo che lega, anche a livello linguistico, il testo italiano alla traduzione. La parola ordine (order), declinata nella forma verbale e sostantivale (e avverbiale nella versione, dov’è attestato orderly – 16 –), si ripresenta ogni volta e per tutta la durata della laude. 1. ordina: la forma imperativa è accolta nella locuzione set in order. 6. la caritate, quale sia ordinata: nel verso inglese la carità appare girt (‘cinta’) e gown’d (‘vestita’) come un’entità reale. 10. d’ogni cosa il valore: prende una duplice valenza: ideale, per order’s grace (‘grazia dell’ordine’), e materiale, per gain (‘guadagno’). 87 Federico II Di dolor mi conviene cantare For grief I am about to sing, Com’altr’uom per allegranza; Even as another would for joy; Ch’io non lo so dimostrare Mine eyes which the hot tears destroy Lo male, ch’i’ ho, per sembianza Are scarce enough for sorrowing: In cantando lo voglio contare To speak of such a grievous thing A tutta gente, e dare dottanza; Also my tongue I must employ, E dico, oimè tapino! Saying: Woe’s me, who am full of woes! Di colei, cui sono al chino, Not while I live shall my sighs cease Di sospirar mai non rifino For her in whom my heart found peace: Della rosa fronzuta I am become like unto those Diventerò pellegrino; That cannot sleep for weariness, Ch’io l’aggio così perduta. Now I have lost my crimson rose. Perduta non voglio che sia, And yet I will not call her lost; Nè di questo secolo gita She is not gone out of the earth;, Ma l’uomo, che l’ha in balìa She is but girded with a girth Da tutte gioie l’ha partita. Of hate, that clips her in like frost. E pens’a ciascuna dia Thus says she every hour almost: - Lo giorno, che fui partita, “When I was born,’twas an ill birth! Non fuss’eo nata nel mondo. O that I never had been born. Ciascun giorno, che m’appressa, If I am still to fall asleep Sospiro ed aggrondo. Weeping, and when I wake to weep; Al mondo non foss’eo nata, If he whom I most loathe and scorn Chè a tal marito son data Is still to have me his, and keep Che d’amore non mette cura. Smiling about me night and morn! Nel mondo non foss’eo nata “O that I never had been born Femina con ria ventura, A woman! a poor, helpless fool, Chè a tal marito son data, Who can but stoop beneath the rule Che d’amare non mette cura. Of him she needs must loathe ans scorn! Se m’allegro alcuna fiata, If ever I feel less forlorn, Tutto ‘l giorno sto in paura I stand all day in fear and dule, Però ch’io non sia veduta Lest he discern it, and with rough Da così sozza paruta: Speech mock at me, or with his smile Incautamente sono battuta. So hard you scarce could call it guile: Non fore chi dicere, basta: No man is there to say, ‘Enough’. Se Dio del Cielo non m’aiuta O, but if God waits a long while, Morta sono e guasta. Death cannot always stand aloof! Dio del Cielo, tu che lo sai, “Thou, God the Lord, dost know all this: Or mi dona il tuo conforto: Give me a little comfort then, Del peggiore, che sia giammai, Him who is worst among bad men Vengiami; il vedess’io morto Smite thou for me. Those limbs of his 88 Con pene e dolori assai, Once hidden where the sharp worm is, Poi ne sarìa a buon porto; Perhaps I might see hope again. Chè io ne sarìa gaudente; Yet for a certain period A tutto lo mio vivente; Would I seem like as one that saith Piangerialo infra la gente, Strange things for grief, and murmureth E batteriami a mano, With smitten palms and hair abroad: Poi diria infra la mia mente, Still whispering under my held breath, Lodo Dio sovrano. ‘Shall I not praise Thy name, O God?’ Sovrano Dio, or tu che ‘l sai “Thou, God the Lord, dost know all this: Gran mestiero mi fa ch’io pianga It is a very weary thing D’un cattivo, ch’io pigliai. Thus to be always trembling: Non mi vale chiave nè stanga, And till the breath of his life cease, Semprechè mi tiene in guai, The hate in him will but increase, Che nel mondo più non rimanga. And with his hate my suffering A ciascuno della magione Each morn I hear his voice bid them Si ranuzza il suo sermone, That watch me, to be faithful spies Che guardin bene la prigione, Lest I go forth and see the skies; Che io non n’esca fore, Each night, to each, he saith the same: - Sì ardente è lo foco And in my soul and in mine eyes Che m’arde infra lo core. There is a burning heat like flame.” Voglio che l’amore mio canti, Thus grieves she now; but she shall wear Di bella Druda si vanti, This love of mine, whereof I spoke, Di mio amore vo che s’amanti, About her body for a cloak, E portine ghirlanda: And for a garland in her hair, Ch’io faro tanti sembianti, Even yet: because I mean to prove, Quanti Amore comanda. Not to speak only, this my love. Testo italiano: ottonari e settenari, con schema aba bab ccc dcd – II strofe, aba bab cdc eef – VI strofe, aaa baa Testo inglese: ottonari, con schema abb aab cdd cdc – VI strofe, abb acc Nell’originale i verbi cantare (1), cantando, e contare (5) alludono alla meta del poeta: raccontare il suo dolore con il canto. Il traduttore fa invece ricorso a tre voci distinte, e sciolte da qualsiasi corrispondenza in rima. Si registrano dunque i modi infiniti dei verbi to sing e to speak, e la forma gerundiva saying, sostenuta dal v. 6, also my tongue I must employ (“devo usare anche la mia lingua”). Il tema della donna «mal maritata» è perseguito altresì da Rossetti, che mette in scena la sofferenza della donna impiegando certe figure etimologiche (woe’s me / woes, 7; weeping / to weep, 21). 8. di colei cui sono al chino: è rivolto a spiegare che for her in whom my heart found peace (“per lei nella quale il mio cuore ha trovato pace”). 11. diventerò pellegrino: nel verso inglese l’azione futura si traduce in un periodo paratattico, dove il soggetto paragona se stesso a coloro that cannot sleep for weariness (“che non riescono a riposare per la fatica”). 15-16. ma l’uomo, che l’ha in balìa / da tutte gioie l’ha partita: l’immagine dell’uomo che ha in suo dominio la donna trattenendola dalle gioie cambia nell’ottica femminile, per cui she is but girded with a girth / of hate, that clips her like frost (“lei è cinta solo da una cinghia di odio, che l’avvolge come gelo”). 22. al mondo non foss’eo nata: in traduzione la donna pronuncia parole di odio e disprezzo al marito (if he whom I most loathe and scorn), e si 89 avvia alla conclusione mettendo in “basso” rilievo la condotta beffarda dell’uomo verso l’amata-non amata (cfr. 24, smiling about me night and morn!). 29. se m’allegro alcuna fiata: Rossetti afferma il concetto negando il valore positivo del verbo italiano. Perciò: if ever I feel less forlorn (“se mai mi sentissi meno sola e infelice”). 32. sozza paruta: l’aspetto turpe del marito viene trasferito alla sua volgare favella – rough speech –. 42. buon porto: presume hope (‘speranza’). 53-54. sempreché mi tiene in guai / che nel mondo più non rimanga: si traducono in un crescendo di odio e di dolore: the hate in him will but increase, / and with his hate my suffering (“l’odio crescerà in lui, / e con il suo odio la mia sofferenza”). 90 Re Enzo Tempo vien di salire e di scendere, There is a time to mount; to humble thee E tempo è di parlare e di tacere, A time; a time to talk, and hold thy peace; È tempo di ascoltare e d’imprendère, A time to labour, and a time to cease; Tempo di molte cose provedere, A time to take thy measures patiently; E tempo è di vegghiare e d’offendère, A time to watch what Time’s next step may be; E tempo di minacce non temere, A time to make light count of menaces E temp’è d’ubbidire e riprendère, And to think over them a time there is; E tempo è d’infinger non vedere. There is a time when to seem not to see. Però io tengo saggio e conoscente Wherefore I hold him well-advised and sage Colui che fa suoi fatti con ragione, Who evermore keeps prudence facing him, E che col tempo si sa comportare, And lets his life slide with occasion; E che si mette in piacer della gente, And so comports himself, through youth to age, Che non si trovi nessuna cagione, That never any man at any time Che sol d’un fatto si possa biasmare. Can say, Not thus, but thus thou shouldst have done. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABBA ABBA CDE Testo inglese: decasillabi, con schema ABAB ABAB CDE CDE Il sonetto di re Enzo mette in rima i tempi delle azioni umane (salire e scendere, 1; parlare e tacere, 2; ascoltare e imprendère, 3; ecc.). Nella I e II terzina lo stile anaforico è interrotto rapidamente, per lasciare spazio al giudizio del poeta. Il traduttore riscopre la dimensione del tempo, la cui ripetizione è anche qui misura di molte cose. 1. scendere: è compreso nel senso figurato di humble thee (‘renderti umile’). 5. e tempo di vegghiare e d’offendère: nell’interpretazione rossettiana c’è un tempo to watch what Time’s next step may be (“per guardare quale possa essere il passo successivo del tempo”). 11. e che col tempo si sa comportare: nella versione si allude a colui che lets his life slide with occasion (“lascia trascorrere la sua vita per accidente”). Nella terzina conclusiva Rossetti estende la variabile del tempo alle stagioni di vita umana (cfr. and so comports himself, through youth to age, 12). 91 Guido Guinizzelli Chi vedesse a Lucia un var cappuzzo When Lucy draws her mantle round her face, In co’ tenere, e come la sta gente, So sweeter than all else she is to see, Non ha uom di qua in terra d’Abruzzo, That hence unto the hills there lives not he Che non innamorasse coralmente. Whose whole soul would not love her for her grace. Par Sirolina, figliuola d’un Tuzzo Then seems she like a daughter of some race Della Magna o di Francia veramente: That holds high rule in France or Germany: E non si batte co’ di serpe muzzo, And a snake’s head stricken off suddenly Come fa lo meo cor sì spessamente Throbs never as then throbs my heart to embrace Di prender lei a forza oltre a suo grato, Her body in these arms, even were she loth; - E basciarle la bocca e ‘l bel visaggio, To kiss her lips, to kiss her cheeks, to kiss E gli occhi suo’ ch’en due fiamme di fuoco. The lids of her two eyes which are two flames. Ma pentomi però che m’ho pensato, Yet what my heart so longs for, my heart blames: Ch’esto fatto porrìa portar dannaggio, For surely sorrow might be bred from this Ch’altrui dispiacerìa forse non poco. Where some man’s patient love abides its growth. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC La creatività del testo è nel linguaggio, caratterizzato da parole vivaci che rievocano immagini eccezionali. Come prova il cappuzzo della donna (1), o il collo del serpente muzzo (7). Quindi l’intensità espressiva degli avverbi coralmente (4), veramente (6), spessamente (8), che accompagnano entusiasticamente il discorso. Il traduttore segue l’originale usando voci letterarie e frasi “in movimento”, dove spicca la gestualità dei soggetti poetici. Nella versione la rima interna throbs / throbs (8) imprime in misura doppia il senso del verbo batte; la ripetizione ternaria dell’inf. to kiss favorisce invece una climax ascendente al v. 10 (to kiss her lips, to kiss her cheeks, to kiss…). 1. vedesse: è assunto dall’inglese draws around, che designa il gesto della donna nell’istante in cui tira intorno al suo collo il cappuccio di pelliccia. 2. gente: il modo ‘gentile’ ha come forma equivalente sweeter (‘più dolce’). 3. terra d’Abruzzo: non ha un corrispondente letterale, però è restituita alla visione dei paesaggi montuosi (unto the hills). 5. par Sirolina, figliuola d’un Tuzzo: s’identifica approssimativamente in a daughter of some race (“una figlia di qualche stirpe”). 6. della Magna o di Francia veramente: il traduttore vi aggiunge il sintagma that holds high rule, che definisce l’alto rango della donna. 92 Al cor gentil ripara sempre Amore, Within the gentle heart Love shelters him Siccome augello in selva alla verdura. As birds within the green shade of the grove. Nè fe Amore anti che gentil core, Before the gentle heart, in nature’s scheme, Nè gentil core, anti che Amor, Natura. Love was not, nor the gentle heart ere Love. Che adesso com fu il Sole, For with the sun, at once, Si tosto fue lo splendor lucente, So sprang the light immediately; nor was, Nè fu davanti al Sole. Its birth before the sun’s. E prende Amore in gentilezza loco And Love hath his effect in gentleness Così propïamente, Of very self; even as Come il calore in chiarità di foco. Within the middle fire the heat’s excess. Foco d’Amore in gentil cor s’apprende, The fire of Love comes to the gentle heart Come virtute in pietra prezïosa; Like as its virtue to a precious stone; Chè dalla stella valor non discende, To which no star its influence can impart Anzi che ‘l Sol la faccia gentil cosa. Till it is made a pure thing by the sun: Poi che n’ha tratto fuore For when the sun hath smit Per sua forza lo Sol ciò che li è vile, From out its essence that which there was vile, La stella i dà valore: The star endoweth it. Così lo cor, ch’è fatto da natura And so the heart created by God’s breath Schietto, puro, e gentile, Pure, true, and clean from guile, Donna, a guisa di stella, lo innamora. A woman, like a star, enamoureth. Amor per tal ragion sta in cor gentile, In gentle heart Love for like reason is Per qual lo foco in cima del doppiero. For which the lamp’s high flame is fanned and bow’d: Splende allo suo diletto chiar, sottile; Clear, piercing bright, it shines for its own bliss; Non li staria altrimenti; tant’è fero. Nor would it burn there else, it is so proud. Così prava natura For evil natures meet Rincontra Amor, come fa l’acqua il foco With Love as it were water met with fire, Caldo per la freddura. As cold abhorring heat. Amore in gentil cor prende rivera Through gentle heart Love doth a track divine, Per suo consimil loco, Like knowing like; the same Com diamante del ferro in la miniera. As diamond runs through iron in the mine. Fere lo Sol lo fango tutto ‘l giorno: The sun strikes full upon the mud all day: Vile riman: nè il Sol perde calore. It remains vile, nor the sun’s worth is less. Dice uom altier: gentil per schiatta torno: “By race I am gentle”, the proud man doth say Lui sembra il fango; e ‘l Sol gentil valore. He is the mud, the sun is gentleness. Che non dee dare uom fè Let no man predicate Che gentilezza sia fuor di coraggio That aught the name of gentleness should have, In dignità di re, Even in a king’s estate, Se da virtute non ha gentil core; Except the heart there be a gentle man’s. Com’acqua ei porta raggio, The star-beam lights the wave, E il Ciel ritien la stella e lo splendore. Heaven holds the star and the star’s radiance. Splende in la intelligenzia dello cielo God, in the understanding of high Heaven, 93 Dio creator più ch’ a’ nostr’occhi ‘l Sole. Burns more than in our sight the living sun: Ella intende ‘l suo fattor oltra ‘l velo: There to behold His Face unveiled is given; E ‘l cielo a lui vogliendo obbedir, cole And Heaven, whose will is homage paide to One E consegue al primero Fulfils the things which live Del giusto Dio beato compimento. In God, from the beginning excellent. Così dar dovria ‘l vero So should my lady give La bella donna, che negli occhi splende, That truth which in her eyes is glorified, Del suo gentil talento On which her heart is bent, A chi amar da lei mai non disprende. To me whose service waiteth at her side. Donna (Dio mi dirà) che presumisti? My lady, God shall ask, “What daredst thou”? (Sendo l’anima mia a lui davante): (When my soul stands with all her acts review’d); Lo ciel passasti, e fino a me venisti, “Thou passedst Heaven, into My sight, as now, E desti in vano amor me per sembiante. To make me of vain love similitude. A me convien la laude, To me doth praise belong, E alla reina del reame degno, And to the Queen of all the realm grace Per cui cessa ogni fraude. Who slayeth fraud and wrong”. Dir gli potrò: tenea d’angel sembianza Then may I plead: “As though from Thee he came, Che fosse del tuo regno; Love wore an angel’s face: Non mi sie fallo, s’io le posi amanza. Lord, if I loved her, count it not my shame”. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABAB cDc EdE Testo inglese: pentametri e trimetri giambici, con schema ABAB cDc EdE Il criterio delle strofe che sono, tranne l’ultima, capfinidas, è ripreso negli stessi luoghi del testo inglese fatta eccezione dei vv. 40-41. Il cor gentil compare in tutte le stanze (escluso il congedo), unitamente a gentilezza e gentil. Il traduttore riprende il topos del gentil core (gentle heart), dispensando l’attributo gentil dai sostantivi con cui è in associazione: pure thing (‘pura cosa’), worth (‘valore’), truth (‘verità’). Per le rime, Rossetti crea nuovi legami tra parole graficamente diverse (him:scheme, 1-3; once:sun’s, 5-7; man’s:radiance, 38-49). 3-4. anti: è tradotta nel primo caso con before, impiegato regolarmente nella comunicazione verbale, e subito dopo con l’avv. poetico ere (‘prima’). 6. fue: l’equivante sprang ha valore fono-simbolico, poiché suggerisce l’immagine di un sole che balza all’improvviso. 18. così lo cor, ch’è fatto da natura: in luogo di natura compare Dio, il cui respiro ha forza creatrice (cfr. l’inglese and so the heart created by God’ breath). 28. rivera: diventa un track divine (‘sentiero divino’). 56. e alla reina del reame degno: nel verso inglese, and to the Queen of all the realm grace, l’uso del sost. grace mette in luce la concezione sublime che Rossetti ha delle donne. 94 Io vo’ del ver la mia donna laudare, Yea, let me praise my lady whom I love: E rassembrarla alla rosa ed al giglio; Likening her unto the lily and rose: Più che stella Diana splende e pare, Brighter than morning star her visage glows; E ciò, che lassù è bello, a lei somiglio. She is beneath even as her Saint above; Verdi rivere a lei rassembro e l’a’re, She is as the air in summer which God wove Tutti i color di fior giallo e vermiglio, Of purple and of vermilion glorious; Oro ed argento, e ricche gio’preclare; As gold and jewels richer than man knows Medesmo Amor per lei raffina miglio. Love’s self, being love for her, must holier prove Passa per via sì adorna e sì gentile, Ever as she walks she hath a sober grace, Cui bassa orgoglio, e cui dona salute Making bold men abashed and good men glad E fal di nostra Fé se non la crede. If she delight thee not, thy heart must err. E non le può appressar uom che sia vile: No man dare look on her, his thoughts being base Ancor ve ne dirò maggior virtute: Nay, let me say even more than I have said; - Nell’uom può mal pensar finchè la vede. No man could think base thoughts who looked on her. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il valore ottativo del v. 1, io vo’ del ver la mia donna laudare, è ridotto lievemente nella formula let me praise (“lasciatemi lodare”). Ai vv. 4-5 il traduttore riprende l’espediente dell’anafora, immettendo per due volte she is / she is. Non è casuale, poiché dapprima evidenzia il paragone della donna con una santa (cfr. she is beneath even as her Saint above) e più tardi con the air in summer (“l’aria in estate”). 3. più che stella Diana splende e pare: per Rossetti la stella Diana è una morning star, ‘stella dell’alba’, dacché appare in Oriente prima del sorgere del sole. 5. verdi rivere a lei rassembro e l’a’re: perde le riviere verdeggianti, e si trasforma nella figura di Dio che intesse fili colorati nell’aria: as the air in summer which God wove. 8. medesmo Amor per lei raffina miglio: è comprovato dall’atteggiamento devoto di Amore: Love’s self, being love for her, must holier prove. 95 Tegno di folle impresa, a lo ver dire, I hold him, verily, of mean emprise, Chi s’abbandona ver troppo possente, Whose rashness tempts a strength too great to bear; Sì come gli occhi miei, che fer rismire As I have done, alas! who turned mine eyes In ver di quelli della più avvenente. Upon those perilous eyes of the most fair Che sol per lor son vinti. Unto her eyes I bow’d; Senza ch’altre bellezze lor dien forza, No need her other beauties in that hour Ch’a ciò far sono spinti: Should aid them, cold and proud: Sì come gran baronìa di signore; As when the vassals of a mighty lord, Quando vuole usar forza What time he needs his power, Tutta s’appresta in donarli valore. Are all girt round him to make strong his sword. Di sì forte valor lo colpo venne, With such exceeding force the stroke was dealt Che gli occhi nol ritenner di neente, That by mine eyes its path might not be stay’d; Ma passò dentr’al cor, che lo sostenne, But deep into the heart it pierced, which felt E sentissi piagato duramente; The pang of the sharp wound, and waxed afraid; E poi gli rendè pace, Then rested in strange wise, Sì come troppo aggravata cosa, As when some creature utterly outworn Che pons’in letto e giace, Sinks into bed and lies Ed ella non si cura di neente, And she the while doth in no manner care, Ma vassen disdegnosa But goes her way in scorn, Che si vede alta e bella ed avvenente. Beholding herself always proud and fair. Ben si può tener alta quanto vuole; And she may be as proud as she shall please, Chè la più bella donna è che si trove; For she is still the fairest woman found: Ed infra l’altre par lucente sole, A sun she seems among the rest; and these E falle disparere a tutte pruove: Have all their beauties in her splendor drown’s. Chè in lei enno adornezze In her is every grace, Gentilezze, savere, e bel parlare, Simplicity of wisdom, noble speech, E compiute bellezze; Accomplished loveliness; Tutto valor in lei par che si metta. All earthly beauty is her diadem, Posso in breve contare: This truth my song would teach, - Madonna è delle donne gioia eletta. My lady is of ladies chosen gem. Ben è gioia eletta da vedere, Love to my lady’s service yeldeth me, - Quando appare infra l’altre più adorna, Will I, or will I not, the thing is so, - Che tutta la rivera fa lucere, Nor other reason can I say or see E ciò, che l’è d’in cerchio, allegro torna. Except that where it lists the wind doth blow La notte, se apparisce, He rules and gives no sign; Come di giorno il sol, rende splendore, Nor once from her did show of love upbuoy Così l’aere sclarisce This passion which is mine Onde il giorno ne porta grande inveggia, It is because her virtue’s strength and Ch’ei solo have il chiarore, So fill her full of joy Ed or la notte egualmente lampeggia. That I am glad to die for love of her. Amor m’ha dato a Madonna servire: 96 O voglia io o non voglia, così este; Nè saccio certo ben ragion vedere Di come sia caduto a ‘ste tempeste. Da lui non ho sembiante, Ed ella non mi fa vista amorosa, Perch’eo divenga amante, Se non per dritta forza di valore, Che la rende gioiosa Onde mi piace morir per suo amore. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABAB cDc EdE – II strofe, ABAB cDc BdB Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABAB cDc EdE La traduzione manca della IV strofe, e riconosce i criteri di cap e fin con cui sono regolate le strofe italiane (I-II, II-III, III-IV) soltanto per la II e la III. La ricchezza di attributi con cui il poeta descrive le bellezze dell’amata, e il luogo comune dell’amante che muore per amore della sua donna costituiscono l’impianto poetico della canzone, riedificata, con le variazioni del caso, nel testo rossettiano. Il motivo degli occhi che guardano verso quelli della più avvenente è accolto ripetendo in rima mine eyes:perilous eyes. 7. ch’a ciò far sono spinti: gli occhi, soggetto implicito dell’originale, si fanno cold and proud (‘freddi’ e ‘superbi’). 14. e sentissi piagato duramente: ha come lettura la metafora di una sharp wound (‘ferita tagliente’). 31-40: assenti in traduzione. 46. vista amorosa: nel verso inglese è un love upbuoy, “sostegno d’amore”. 97 (a Bonaggiunta Orbicciani) Uomo, ch’è saggio, non corre leggiero, He that has grown to wisdom hurries not, Ma pensa e guarda, come vuol misura. But thinks and weighs what Reason bids him do Poi ch’ha pensato, ritien suo pensiero, And after thinking he retains his thought In fino a tanto che ‘l ver l’assicura; Until as he conceived the fact ensue. Uom non si debbe tener troppo altero; Let no man to o’erweening pride be wrought, Ma dee guarder suo stato e sua ventura. But count his state as Fortune’s gift and due. Foll’è chi crede sol veder lo vero, He is a fool who deems that none has sought E non crede, ch’altrui vi pogna cura. The truth, save he alone, or knows it true. Volan per l’aria augei di strane guise, Many strange birds are on the air abroad, Nè tutti d’un volar, nè d’uno ardire; Nor all are of one flight or of one force, Ed hanno in sè diversi operamenti; But each after his kind dissimilar: Dio in ciascun grado sua natura mise, To each was portioned of the breath of God, E fe’ dispari semi e movimenti: Who gave them divers instincts from one source. E però ciò, ch’uom pensa, non dee dire. Then judge not thou thy fellows what they are. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CED Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Nella I e II quartina il poeta italiano raggruppa massime di vita, che hanno come soggetto principale l’uomo e il suo modus vivendi. I sostantivi uomo (1) e uom (5), quest’ultimo nella forma apocopata, sono tradotti prima con la 1a pers. sing. del pron. pers. he e dopo nell’inglese man. Il sost. uom ritorna in sede centrale al v. 14, ma stavolta è sostituito con la 2a pers. sing. del pron. pers. thou (nella variante arcaica). 1. uomo, ch’è saggio, non corre leggier: il traduttore fa suo il pensiero secondo cui he that has grown to wisdom hurries not (“colui ch’è divenuto saggio non si affretta”). 2. misura: nel verso inglese compare Reason, la ‘ragione’, che suggerisce all’uomo come ci si deve comportare. 6. ma dee guarder suo stato e sua ventura: per il traduttore l’uomo deve considerare la sua sorte come Fortune’s gift (‘dono di Fortuna’). 12. Dio in ciascun grado sua natura mise: la natura divina, infusa in ogni specie vivente, è verbalizzata nel sintagma breath of God, il ‘respiro di Dio’. 14. e però ciò, ch’uom pensa, non dee dire: è inquadrato nella prospettiva di non giudicare i propri simili da ciò che sono: then judge not thou thy fellows what they are. 98 Pure a pensar mi par gran maraviglia, Among my thoughts I count it wonderful, Come l’umana gente è sì smarrita How foolishness in man should be so rife, Che largamente questo mondo piglia, That masterly he takes the world to wife Come regnasse qui senza finite. As though no end were set unto his rule: E d’adagiarsi ciascun s’assottiglia, In labour always that his ease be full, Come non fusse mai più altra vita; As though there never were another life; Poi vien la morte e ogni cosa scompiglia, Till Death throws all his order into strife, E tutta sua ‘ntenzion li vien fallita. And round his head his purposes doth pull. E sempre vede l’un l’altro morire, And evermore one sees the other die, E vede ch’ogni cosa muta stato, And sees how all conditions turn to change, E non si sa il meschino rinvenire. Yet in no wise may the blind wretch be heal’d. E però credo, solo che il peccato I therefore say, that sin can even estrange Acceca l’uomo, e sì lo fa finire, Man’s very sight, and his heart satisfy Che vive come pecora nel prato. To live as lives a sheep upon the field. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCD Il mantenimento dello stile originale è visibile soprattutto ai vv. 8, 9, 10 dove le proposizioni, coordinate tra di loro dalla cong. e (and), trasmettono una visione pessimistica e sconfortante dell’umanità. 2. come l’umana gente è sì smarrita: lo smarrimento degli uomini si traduce nel malvezzo di foolishness (‘follia’), che è manifesta nella condotta di chi takes the world to wife (“prende in moglie il mondo”) credendo che no end were set unto his rule (“non fosse posta una fine al suo dominio”). 99 Guerzo di Montecanti Se alcun volesse la cagion savere If any man would know the very cause Perchè aggio obliato il dire in rima, Which makes me to forget my speech in rhyme, E ‘l bel cantare, ch’eo solea far prima, All the sweet songs I sang in other time, - Dorollo in un Sonetto al meo parere. I’ll tell it in a sonnet’s simple clause. Chè veggio d’ora in ora il ben cadere, I hourly have beheld how good withdraws E profondare; e ‘l mal sormonta in cima: To nothing, and how evil mounts the while: Onde ‘l meo core si consuma e lima, Until my heart is gnawed as with a file, Sì che niente più non può valere. Nor aught of this world’s worth is what it was. Or non vi sento più alcun remeggio, At last there is no other remedy Sol che veder finire l’universo: But to behold the universal end; E quest’è l’argomento, che in ciò veggio. And so upon this hope my thoughts are urged: Da po’ che il bene è profondato o perso, To whom, since truth is sunk and dead at sea, Null’altra cosa domando, né cheggio, There has no other part or prayer remain’d, Che il fragil mondo vederlo sommerso. Except of seeing the world’s self submerged. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La traduzione di Guerzo è tra gli esempi più avvincenti di resa letterale del discorso, la cui forza espressiva, promossa dalle azioni dei verbi aggio (2), veggio (5), cheggio (13), delinea l’immagine del mondo dove ogni bene è sprofondato e perso. Per analogia, alcune voci verbali (per es. gnawed, 7; urged, 11; sunk, 12) hanno il potere di rievocare la condizione instabile e precaria del poeta il cui cuore si consuma e tormenta. Il fine catastrofico del v. 8, sì che niente più non può valere, prosegue nella linea allitterante della frase inglese, nor aught of this world’s worth is what it was, su cui ricade l’amara convinzione che nessun valore di questo mondo è com’era. 11. e quest’è l’argomento, che in ciò veggio: è mosso verso l’ideale di speranza, cui sono spinti i pensieri del poeta (and so upon this hope my thoughts are urged). 12. da po’ che il bene è profondato o perso: in traduzione il bene sprofonda at sea (‘in mare’). 100 Inghilfredi, Siciliano Greve puot’uom piacere a tutta gente, Hard is it for a man to please all men: Perch’eo parlo dottoso, I therefore speak in doubt, E sì com’uom, che vive in grande erranza, And as one may that looketh to be chid. Poi veo salire inganno malamente, But who can hold his peace in these days? – when Di tal guisa odioso, Guilt cunningly slips out, Che a chi nol commise n’è data pesanza. And Innocence atones for what he did; Eo veo salir lo non saggio in montanza, When worth is crushed, even if it be no hid; E sovrastar li savj addottrinati, When on crushed worth, guile sets his foot to rise; E li argomenti creduti appensati And when the things wise men have counted wise Mette pazzia per folle oltracuitanza. Make fools to smile and stare and lift the lid. Chi non è saggio non de’ ammaestrare; Let none who have not wisdom govern you: E chi folle comenza For he that was a fool Mal può finir, che a saggio sia approvato; At first shall scarce grow wise under the sun. Perchè ‘l meo cor sovente de’ penare, And as it is, my whole heart bleeds anew Poi mala provedenza To think how hard a school Vuole giacchir natural appensato; Young hope grows old at, as these seasons run. Ed è in tal guise corso sormontato, Behold, sirs, we have reached this thing for one: - Che veo signori a servi star subietti, The Lord before his servant bends the knee, E servi a signoria essere eletti: And service puts on lordship suddenly. Non può finir chi non ha cominciato. Ye speak o’ the end? Ye have not yet begun. Non laudo cominciar senza consiglio, I would not have ye without council ta’en Nè non m’è a piacimento Follow my words; nor meant, Dar lodo a chi commette falligione. If one should talk and act not, to praise him Chi ciò consente cade in gran ripiglio, But who, being much opposed, speaks not again, E chi tace è contento Confesseth himself shent Di no avanzar chi sa mostrar ragione And put to silence, - by some loud-mouthed Mime, Che giusto hae di venir chi nd’ha cagione, Perchance, for whom I speak not in this rhyme. Se bon consiglio crede, va montando Strive what ye can; and if ye cannot all, E di follìa solleva bassando: Yet should not your hearts fall: Lo frutto lauda ‘l fior, quand’è stagione. The fruit commends the flower in God’s good Time. Non piace fior senza frutto a Signore: (For without fruit, the flower delights not God:) A cui falla speranza Wherefore let him whom Hope Considera lo tempo ch’è a venire; Puts off, remember time is not gone by Vana promessa messo m’ha in errore; Let him say calmly: “Thus far on this road E folle sicuranza A foolish trust buoyed up Mi fa del parpaglion risovvenire, My soul, and made it like the summer fly Che per clartà di foco va a morire: Burned in the flame it seeks: even so was I: Così mi spiglio, credendo avanzare, But now I’ll aid myself: for still this trust, Che molti doglion per troppo affidare: I find, falleth to dust: Lo pesce innesca l’amo, ond’ha perire. The fish gapes for the bait-hook, and doth die.” 101 Poi che tant’aggio contrario veduto, And yet myself, who bid ye do this thing, Cangiato m’è il disìo; Am I not also spurn’d E sto com’uom, ch’è di duol quasi vinto; By the proud feet Hope continually; E ciò, che di gioi’ mi donava aiuto, Till that which gave me such good comforting M’ave miso in oblio, Is altogether turn’d In fera vampa di foco m’ha ‘stinto; Unto a fire whose heat consumeth me? E son di pene d’intorno sì accinto I am so girt with grief that my thoughts be Ch’ogni sustanza di ben m’abbandona Tired of themselves, and from my soul I loathe A for del tempo ch’un pensier mi dona, Silence and converse both; Che a me medesmo dispiacciomi pinto. And my own face is what I hate to see. Tant’è lo mal, lo ben da se distinto, Because no act is meet now or unmeet. Che chi più falla di lodo ha corona; He that does evil, men applaud his name, E chi ben opra, di lui mal si suona: And the well-doer must put up with shame: Ogni buon pregio di buon loco è spinto. Yea, and the worst man sits in the best seat. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC CDDC Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC AbC CDDC La complessità linguistica del testo italiano, dove si annidano voci rare e di uso letterario, è la premessa di un discorso altrettanto articolato da cui si ricavano insegnamenti di vita e principi morali. Mi sembra interessante la dicotomia saggio / folle che contrassegna pure la traduzione, e nelle forme di wise e fool. Come la coppia antitetica signori / servi, ripresa dall’inglese Lord / servant (e nelle varianti di service e lordship). 6. che a chi nol commise n’è data pesanza: si ricompone nella figura di Innocence, che ingiustamente atones for what he did (“sconta ciò che ha commesso il colpevole”). 7-8. … veo salir… / e sovrastar… : sono concepiti nella rottura totale dei valori, ch’è messa in evidenza riprendendo i sintagmi worth crushed / crushed worth. 10. mette pazzia per folle oltracuitanza: cambia in una sequenza di nomi e verbi, il cui significato è identico a quello italiano: make fools to smile and stare and lift the lid (“ fa ridere i folli e guardar fisso e alzare le palpebre”). 15. mala provedenza: si rinnova nella locuzione hard school, una ‘dura scuola’ (di pensiero). 23. falligione: il ‘peccato’, è descritto con un modello esplicativo: if one should talk and act not (“se uno dovesse parlare e fingere”). 30. stagione: è sentita come God’s good Time (“il buon tempo di Dio”). 38-39. … credendo avanzare / che molti doglion per troppo affidare: procedono nell’idea che questa speranza falleth to dust (“si polverizza”). 45. m’ave miso in oblio: trova risposta nella moderna veste linguistica di is altogether turn’d (“s’è voltato del tutto”). 49. a for del tempo ch’un pensier mi dona: nel verso inglese il senso appare nuovo, e senza alcuna correlazione con l’originale. Infatti si legge: silence and converse both (cioè il poeta detesta “silenzio e conversazione”). 54. ogni buon pregio di buon loco è spinto: il traduttore spiega che the worst man sits in the best seat (“l’uomo peggiore siede nella sede migliore”). 102 Rinaldo d’Aquino Venuto m’è in talento A thing is in my mind, - Di gio’ mi rinovare, To have my joy again, Ch’eo l’avea quasi miso in obrianza. Which I had almost put away from me. Ben fora fallimento It were in foolish kind Dello ‘n tutto lassare For ever to refrain Per perdanza cantare in allegranza; From song, and renounce gladness utterly. Poichè son dato nella signoria Seeing that I am given into the rule D’Amor, che solo di piacere è nato, Of Love, whom only pleasure nourishes and brings to growth: Piacere lo nodrisce, e dà crescenza. The wherefore sullen sloth Vuol che fallenza Will he not suffer in those serving him; Non aggia l’uomo, poich’è suo servente But pleasant they must seem, Ma sia piacente That good folk love them and their service thrive; Sì che piaccia alli buoni e serva a grato: Nor even their pain must make them sorrowful. A pianger vuol che l’uomo allegro stia. So bear he him that thence Sia di tal movimento, The praise of men be gain’d, - Che si faccia laudare He that would put his hope in noble Love; Chi ‘n fino Amore vuole aver speranza: For by great excellence Chè per gran valimento Alone can be attain’d Si deve conquistare That amorous joy which wisdom may approve. Gioia amorosa di bona intendenza. The way of Love is this, righteous and just; Poichè tal este l’amorosa via. Then whoso would be held of good account, Chi vuole pregio ad essere onorato, To seek the way of Love must him befit, - La via ritegna, onde Amor incomenza, Pleasure, to wit. Cioè piacenza, Through pleasure, man attains his worthiness: Chè per Piacenza avene uomo valente. For he must please Perchè alla gente All men, so bearing him that Love may mount Deve piacere, ad essere inalzato In their esteem; Love’s self being in his trust. L’Amore, che si mette in sua balìa. Trustful in servitude In balìa e in servimento I have been and will be, Sono stato, e vo stare; And loyal unto Love my whole life through A tutta mia vita amare con leanza. A hundred-fold of good Poichè per uno cento Hath he not guerdoned me M’ha saputo mendare For what I have endured of grief and woe? Del mal ch’eo aggio avuto e la pesanza. Since he hath given me unto one of whom A tal m’ha dato, che non si porìa Thus much he said, - Trovare, quando ben fosse tentato, Thou mightest seek for aye Una sì bella con tanta valenza: Another of such worth so beauteous. Onde m’agenza, Joy therefore may keep house Se tuttor l’amo così finamente; In this my heart, that it hath loved so well. Ch’al mio parvente Meseems I scarce could dwell 103 Io non porìa d’affanno esser gravato, Ever in weary life or in dismay Poi di bon cor tal donna servirìa. If to true service still my heart gave room. Servirìa a piacimento Serving at her pleasance La più fina ad amare, Whose service pleasureth, Ond’io son ricco di gioia d’amanza: I am enriched with all the wealth of Love. E lo mio allegramento Song hath no utterance Non si porìa cantare For my life’s joyful breath Per ciò che la mia donna ha perdonanza Since in this lady’s grace my homage throve. E nullo core non lo penserìa, Yea, for I think it would be difficult Ched I’ pensando fosse sì penato. One should conceive my former abject case: - Adunque mi facete conoscenza. Therefore have knowledge of me from this Rhyme. Mia penitenza My penance-time Aggio compiuta ormai e son gaudente, Is all accomplished now, and all forgot, Sicchè niente So that no jot Ho rimembranza dello mal passato, Do I remember of mine evil days. Poi chè a Madonna piace ch’i’ ‘n gio’ sia. It is my lady’s will that I exult. Gioia e confortamento Exulting let me take Di bon cor deo pigliare, My joyful comfort, then, Vedendomi in cotanta beninanza; Seeing myself in so much blessedness. Aver sofferimento, Mine ease even as mine ache E non unque orgogliare Accepting, let me gain In ver l’amore; con umilianza No pride towards Love; but will all humbleness, Piacentemente servir tutta via; Even still, my pleasurable service pay. Chè nullo buon servente è ubriato; For a good servant ne’er was left to pine: Gran guiderdone ha molta sofferenza; Great shall his guerdon be who greatly bears. Chi per temenza But, because he that fears Di troppo dir ne deve esser tacente To speak too much, buy his own silence shent, Talor si pente. Hath sometimes made lament, - A voi mi laudo, donna, a cui son dato, I am thus boastful, lady; being thine Umile e servente notte e dia. For homage and obedience night and day. Testo italiano: endecasillabi, settenari, e quinari con schema abC abC DECc FfED Testo inglese: decasillabi e senari, con schema I sentimenti leali e sinceri della canzone sono trasmessi con un gioco armonico di rime, che ricorrono sia in rimalmezzo sia all’interno del verso. Rossetti tenta un recupero, seppure parziale, dell’originale, stabilendo in alcuni luoghi testuali quei legami rimici che concentrano i motivi precipui del testo. Per esempio, the way of Love / the way of Love (21-23), pleasure / pleasure (24-25), trust / trustful (28-29), serving – pleasance / service – pleasureth (43-44), exult / exulting (56-57). Manca comunque l’unicità espressiva dei versi italiani che già nella resa del v. 1, venuto m’è in talento, con l’inglese a thing is in my mind (“c’è una cosa nella mia mente”) segna il distacco della traduzione dal suo modello. 3. obrianza: è parafrasato nel sintagma verbale I had put away from me (“ho messo in disparte”). 38. onde 104 m’agenza: il richiamo alla donna che abbellisce l’amante ritorna nell’espressione Joy therefore may keep house, dove appare centrale il sost. house quale ‘casa’ di Gioia (residente nel cuore del poeta). 53. gaudente: tale condizione si verifica dal momento che all forgot (“tutto è dimenticato”). 65. gran guiderdone ha molta sofferenza: in traduzione, la grandezza del guiderdone è commisurata alla sofferenza del poeta who greatly bears (“che sopporta molto”). 105 Oramai quando flore, Now, when it flowereth, E mostrano verdura And when the banks and fields Le prata e la rivera; Are greener every day, Gli augei fanno sbaldore And sweet is each bird’s breath, Dentro della frondura, In the tree where he builds Cantando in lor manera, Singing after his way, - La primavera, che vene presente Spring comes to us with hasty step and brief Frescamente sì frondita, Everywhere in leaf, Ciascuno invita ad aver gioia intera. And everywhere makes people laugh and play. Confortami d’amare Love is brought unto me L’aulimento de’ fiori, In the scent of the flower E ‘l canto degli augelli. And in the bird’s blithe noise. Quando lo giorno appare When day begins to be, Sento li dolci amori I hear in every bower E li versi novelli, New verses finding voice: Che fan sì dolci, e belli, e divisati From every branch around me and above, Lor trovati a provagione; A ministrels’ court of love, A gran tenzone stan per gli arbuscelli. The birds contend in song about love’s joys. Quando l’alloda intendo What time I hear the lark E ‘l rusignol vernare And nightingale keep Spring, D’amor lo cor m’affina, My heart will pant and yearn E maggiormente intendo For love (Ye all may mark Ch’è ‘l legno del truffare The unkindly comforting Che d’arder non rifina, Of fire that will not burn.) Vedendo quell’ombrìa del fresco bosco And, being in the shadow of the fresh wood, Bene conosco che accertatamente, How excellently good Sarà gaudente l’amor, che m’inchina. A thing love is, I cannot choose but learn. China, ch’eo sono amata, Let me ask grace; for I, E giammai non amai; Being loved, loved not again. Ma ‘l tempo m’innamora, Now springtime makes me love, E fammi star pensata And bids me satisfy D’aver mercè ormai The lover whose fierce pain D’un fante, che m’adora. I thought too lightly of: E saccio che costui per me sostene For that the pain is fierce I do feel now. Di gran pene; l’un core mi dice And yet this pride is low Che si disdice, e l’altro m’incora. To free my heart, which pity would fain move. Però io prego Amore, Wherefore I pray thee, Love, Che m’intenda e mi svoglia That thy breath turn me o’er, Come foglia lo vento, Even as the wind a leaf; Che non mi faccia fore, And I will set thee above Quel, ch’è preso, mi toglia, This heart of mine, that’s sore 106 E stia di me contento. Perplexed , to be its chief. Quegli, ch’ha intendimento Let also the dear youth, whose passion must Di avere interna gioia, Henceforward have good trust, E certo del mio amore Be happy without words; for words bring grief. Senza romore non dea compimento . Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema abc abc DeC (ricontrollare) Testo inglese: decasillabi e senari, con schema abc abc DdC Il traduttore fa risvegliare nelle forme inglesi la stagione della primavera e dell’amore, mostrando la sua fedeltà ai temi del mondo antico e medievale. Nell’originale le rime sono richiamate nel verso, e spesso possiedono un alto valore simbolico (m’inchina / china, 28; sostene / gran pene, 34-35; amore / romore, 45-46). Stimolante in traduzione la ripresa di alcune voci che annunciano l’arrivo della primavera e del sentimento amoroso: everywhere in leaf / everywhere makes people laugh and play (9); being loved / loved not again (29); be happy without words; for words bring grief (45). 4. sbaldore: è percettibile nella dolce melodia che fanno gli uccellini: and sweet is each bird’s breath. 5. frondura: la parte più ricca della vegetazione si profila in the tree, vale a dire nell’albero dove ogni uccello nidifica. 12. canto: altro non è per il traduttore che blithe noise, un ‘felice frastuono’. 32. aver mercè: passa all’inf. satisfy (verso precedente), che indica piuttosto l’intenzione di soddisfare completamente l’amante. 46. senza romore non dea compimento: ebbene l’amore si manifesta without words, poiché le parole portano solo dolore (for words bring grief). 107 Giacomo da Lentini Io m’aggio posto in core a Dio servire I have it in my heart to serve God so Com’io potesse gire in Paradiso, That into Paradise I shall repair, - Al santo loco, ch’aggio audito dire, The holy place through the which everywhere O’ si mantien sollazzo, gioco e riso. I have heard say that joy and solace flow. Senza Madonna non vi vorria gire, Without my lady I were loth to go, - Quella ch’ha bionda testa e chiaro viso, She who has the bright face and the bright hair Che senza lei non poteria gaudire, Because if she were absent, I being there, Istando dalla mia donna diviso. My pleasure would be less than nought, I know. Ma non lo dico a tale intendimento Look you, I say not this to such intent Perch’io peccato ci volesse fare; As that I there would deal in any sin: Se non veder lo suo bel portamento, I only would behold her gracious mien, E lo bel viso e ‘l morbido sguardare, And beautiful soft eyes, and lovely face, Chè ‘l mi terria in gran consolamento That so it should be my complete content Veggendo la mia donna in gioia stare. To see my lady joyful in her place. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDD ECE Rossetti normalizza le forme siciliane dei verbi in rima (1, 3, 5, 7), adottando, in tre casi su quattro, gli avverbi so, everywhere, there. I sostantivi sollazzo, gioco, e riso (4) sono contraccambiati da una dittologia sinonimica: joy and solace. Gli aggettivi bionda e chiaro (6), riferiti ai capelli e al volto della donna, sono racchiusi in un’unica parola – bright (‘luminoso’) –, che si ripete in rima interna con il suo omologo. 9. ma non lo dico a tale intendimento: al principio del verso il traduttore vi aggiunge l’imperativo look you, che cattura senz’altro l’attenzione dell’interlocutore. 108 Meravigliosamente Marvellously elate, Un amor mi distringe, Love makes my spirit warm E tenemi ad ognora With noble sympathies: Com’uomo, che ten mente As one whose mind is set In altro esemplo, e pinge Upon some glorious form, La simile pintura; To paint it as it is; - Così, bella, facci’ eo; I verily who bear Dentro allo core meo Thy face at heart, most fair, Porto la tua figura. Am like to him in this. Al cor par ch’eo vi porte Not outwardly declared, Pinta, come voi siete, Within me dwells enclosed E non pare di fore; Thine image as thou art. E molto mi par forte. Ah! strangely hath it fared! Non so se voi savete I know not if thou know’st Com’eo v’amo a buon cuore; The love within my heart. Chè son sì vergognoso Exceedingly afraid, Ch’eo pur vi guardo ascoso, My hope I have not said, E non vi mostro amore. But gazed on thee apart. Avendo gran disio, Because desire was strong, Dipinsi una figura, I made a portraiture Bella, voi somigliante. In thine own likeness, love: E quando voi non vio, When absence has grown long, Guardo quella pintura; I gaze, till I am sure E par ch’eo v’aggia avante, That I behold thee move; Sì com’uom, che si crede As one who purposeth Salvar per la sua fede, To save himself by faith, Ancor non vea davante. Yet sees not, nor can prove. Allor m’arde una doglia, Then comes the burning pain: Com’uom, che tene il foco As with the man that hath Allo suo seno ascoso, A fire within his breast, - E quanto più lo invoglia When most he struggles, then Tanto prende più loco, Most boils the flame in wrath, E non può star rinchioso. And will not let him rest. Similemente eo ardo, So still I burned and shook, Quando passo, e non guardo To pass, and not to look A voi, viso amoroso. In thy face, loveliest. S’eo colpo, quando passo, For where thou art I pass, In ver voi non mi giro, And do not lift mine eyes, Bella, per voi guardare. Lady, to look on thee: Andando, ad ogni passo But, as I go, alas! Sì gitto un gran sospiro, With bitterness of sighs 109 Che mi face angosciare; I mourn exceedingly. E certo bene angoscio, Alas! the constant woe! Che appena mi conoscio, Myself I do not know, Tanto forte mi pare. So sore it troubles me. Assai v’aggio laudato, And I have sung thy praise, Madonna, in molte parte, Lady, and many times Di bellezze che avete. Have told thy beauties o’er. Non so se v’è contato Hast heard in anyways, Ch’io lo faccio per arte, Perchance, that these my rhymes Chè voi ve ne dolete. Are song-craft and no more? Aggiatelo per singua Nay, rather deem, when thou Ciò che vo’ dire a lingua, Shalt see me pass and bow, Quando voi mi vedete. These words I sicken for. Mia Canzonetta fina, Delicate song of mine, Va, canta nuova cosa; Go sing thou a new strain: Moviti lo mattino Seek, with the first sunshine, Davanti alla più fina, Our lady, mine and thine, - Fiore d’ogni amorosa, The rose of Love’s domain, Bionda più ch’auro fino. Than red gold comelier. Lo vostro amor, ch’è caro “Lady, in Love’s name hark Donatelo al Notaro, To Jacopo the clerk, Che nato è da Lentino. Born in Lentino here.” Testo italiano: settenari, con schema abc abc ddc Testo inglese: senari, con schema abc abc ddc Le voci portanti della canzonetta italiana, quali pinge (5), pintura (6), pinta (11), dipinsi (20), pintura (23), sono riprese variamente nelle forme inglesi di paint, glorious form, enclosed (con riferimento all’immagine della donna ‘rinchiusa’ nel cuore dell’amante), portraiture. I rimanti vergognoso:ascoso (16-17) sono tradotti nei relativi not said e apart, che verbalizzano, al di fuori di rima, la speranza ‘non detta’ di un amante ‘in disparte’. 1. meravigliosamente: nel verso inglese l’avv. marvellously è seguito dall’agg. elate, che descrive lo stato di euforia in cui si trova l’amante. 2. un amor mi distringe: ne consegue una sensazione fisica diversa a confronto dell’originale. L’espressione corrispondente, Love makes my spirit warm, trasmette il calore intenso della passione amorosa. 22. e quando voi non vio: ha come equivalente la lunga assenza della donna (cfr. when absence has grown long). 46. aggio: rispetto all’originale, il verbo sung definisce propriamente l’azione del cantare le bellezze e le virtù morali della donna. 55. canzonetta: è una forma lirica, pertanto l’agg. delicate traduce il senso attributivo di fina e non quello di canzonetta. 62. Notaro: nel verso inglese è attestato pure il nome dell’autore, Jacopo, identificabile comunque nella persona di Giacomo. 110 Diamante, né smeraldo, né zaffino, Sapphire, nor diamond, nor emerald, Né vernull’ altra gemma prezïosa; Nor other precious stones past reckoning, Topazo, né giacinto, né rubino, Topaz, nor pearl, nor ruby like a king, Né l’aritropia ch’è sì vertudiosa; Nor that most virtuous jewel, jasper call’d, Né l’amatisto, né ‘l carbonchio fino, Nor amethyst, nor onix, nor basalt, Lo quale è molto risplendente cosa, Each counted for a very marvellous thing, Non hanno tante bellezze in domino, Is half so excellently gladdening Quante n’ha in se la mia donna amorosa. As is my lady’s head uncoronall’d. E di vertute tutte l’altre avanza, All beauty by her beauty is made dim; E somigliante a stella è di splendore Like to the stars she is for loftiness; Con la sua conta e gaia innamoranza. And with her voice she taketh away grief. Ed è più bella che rosa e che fiore: She is fairer than a bud, or than a leaf. Cristo le doni vita ed allegranza, Christ have her well in keeping, of His grace, E sì la cresca in gran pregio ed onore. And make her holy and beloved, like Him! Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il coacervo di sostantivi che designano una tipologia particolare di gemme preziose è nulla rispetto al sintagma donna amorosa, il cui fascino sopravanza verbalmente le parole-simbolo della lirica medievale: stella, rosa, fiore. L’alternanza in rima perfetta di voci nominative e aggettivali è contigua alla traduzione, dove confluiscono perfino rime grammaticali e para-rhymes (emerald:call’d, 1-4; basalt:uncoronall’d, 5-8). 8. quante n’ha in se la mia donna amorosa: nell’interpretazione rossettiana la testa della donna è cinta da una corona luminosa di pregi e virtù (as is my lady’s head uncoronall’d). 11. con la sua conta e gaia innamoranza: nel verso inglese è la voce della donna che taketh away grief (“spazza via il dolore”). 111 Amor non vuol ch’io clami Love will not have me cry Mercè, com’uom ch’ama. For grace, as others do; Nè ch’io m’avanti, ch’ami, Nor as they vaunt, that I Che ogn’uom s’avanta, ch’ama: Should vaunt my Love to you. Chè lo server, ch’ogni uomo For service, such as all Sape far, non ha nomo; Can pay, is counted small; E non è pregio laudare Nor is it much to praise Quel che sape ciascuno. The thing which all must know; - A voi, bella, tal duno Such pittance to bestow Non vorria appresentare. On you my love gainsays. Perciò l’Amor m’insigna Love lets me not turn shape Ch’io non guardi all’altra gente, As chance or use may strike; Non vuol ch’io rassembri a scigna As one may see an ape Che a ogni viso tene mente Counterfeit all alike Perciò, Donna mia, Then, lady, unto A voi non dimanderìa Be it not mine to sue, Mercè, nè pietanza; For grace or pitying. Chè tanti son gli amadori Many the lovers be Ch’este sorte di savori; That of such suit are free, - Meno è pro per troppa usanza. It is a common thing Ogni gioia, ch’è più rara, A gem, the more ‘tis rare, Tenut’è più preziosa; The more its cost will mount: Ancora che non sia cara, And, be it not so fair, Dell’altre è più graziosa. It is of more account. Cà, se este orientale, So, coming from the East, Lo Zaffiro assai più vale, The sapphire is increased Ed ha meno di virtute. In worth, though scarce so bright; E però nella mercede I therefore seek thy face Lo mio core non v’accede, Not to solicit grace, Perchè l’uso l’ha invilute. Being cheapened and made slight. Inviluti son li colosmini So is the colosmine Di quel tempo ricordato, Now cheapened, which in fame Ch’erano sì gai e fini. Was once so brave and fine, Nulla gioia non n’è trovato. But now is a mean gem. E le merci siano strette, So be such prayers for grace Che in nulla parte sian dette; Not heard in any place; Perchè paiano gioie vere Would they indeed hold fast In nulla parte sian trovate, Their worth, be they not said, Nè dagli amadori chiamate, Nor by true lovers made Infin che compia anni nove. Before nine years be past. Senza mercè potete Lady, sans sigh or groan, 112 Saver, bella, lo meo disio; My longing thou canst see; Chè assai meglio mi vedete, Much better am I known Ch’io medesmo non mi vio. Than to myself, to thee. E però se a voi paresse, And is there nothing else Ch’altro essere non dovesse That in my heart avails Per lo vostro amore avere For love but groan and sigh? Unque gioia non perdiate. And wilt thou have it thus, Così volete amistate? This love betwixen us? – Innanzi vorria morire. Much rather let me die. Testo italiano: ottonari, con schema ab abc cd eed Testo inglese: senari, con schema ab abc cd eed Il ritmo cadenzato dei verbi in rima clami / ami (1-3) e ama / ama (2-4) attraversa, con effetto minore, i rimanti cry / I e do / you. Negli stessi luoghi testuali osserviamo la rima interna vaunt / vaunt, che si rimodella sulle forme m’avanti / s’avanta. Il grado comparativo espresso dal segno più (21) è riprodotto nell’equivalente more, la cui funzione è risaltare parimenti la rarità e il pregio di ogni gioia. 9-10. a voi, bella, tal duno / non vorria appresentare: il desiderio del poeta si traduce in un rifiuto a concedere such pittance (‘tale miseria’). 22. tenut’è più preziosa: la preziosità della gioia è misurata nei limiti del suo cost(o). 41. senza mercè: acquista un nuovo e duplice significato nei sinonimi sigh e groan (‘sospiro’ e ‘lamento’), preceduti sempre dalla prep. sans. 49. così volete amistate?: è ripreso a sua volta dall’interrogativa this love betwixen us?, che sottolinea l’ambiguità del legame amoroso tra il poeta e la donna. 113 Madonna mia, a voi mando My Lady mine, I send In gioi’ li miei sospiri; These sighs in joy to thee Cà lungamente amando Though, loving till the end, Non vi porea mai diri There were no hope for me Com’era vostro amante, That I should speak my love; E lealmente amava: And I have loved indeed, Ma, però ch’io dottava, Though, having fearful heed, Non vi facea sembiante. It was not spoken of. Tanto sete alta e grande, Thou art so high and great Ch’io v’amo pur dottando, That whom I love I fear; E non ao cui vi mande Which thing to circumstate Per messagger parlando. I have no messenger: Ond’eo prego l’amore, Wherefore to Love I pray, A cui prega ogni amanti, On whom each lover cries, Li miei sospiri e pianti That these my tears and sighs Vi pungano lo core. Find unto thee a way. Ben vorrìa, s’eo potesse, Well have I wished, when I Quando sospiri getto, At heart with sighs have ach’d, Ch’ogni sospiro avesse That there were in each sigh Spirito ed intelletto, Spirit and intellect, Ch’a voi, Donna d’amare The which, where thou dost sit, Domandasser pietanza Should kneel and sue for aid, Da poi ch’eo per dottanza Since I am thus afraid Non m’auso di mostrare. And have no strength for it. Voi, Donna, m’ancidete, Thou, lady, killest me, E fatemi penare, Yet keepest me in pain, Da poi che mi vedete For thou must surely see Ch’io vi dotto parlare. How, fearing, I am fain. Perchè non mi mandate, Ah! why not send me still Madonna, confortando, Some solace, small and slight, Ch’io non disperi, amando, So that I should no quite Della vostra amistate? Despair of thy good will? Vostra ciera piacente, Thy grace, all else above, Mercè quando a voi chiamo, Even now while I implore, M’incalza fortemente Enamoureth my love Ch’io v’ami più ch’io v’amo. To love thee still the more. Ch’io non vi poterìa Yet scarce should I know well – Più coralmente amare, A greater love to gain, Ancor che più penare Even if a greater pain, Porìasi, donna mia. Lady, were possible. In gran dilettanza era, Joy did that day relax 114 Madonna, in quello giorno, My griefs continual stress, Quando vi formai in cera When I essayed in wax Le bellezze d’intorno. Thy beauty’s life-likeness. Più bella mi parete, Ah! much more beautiful Che Isotta la bionda, Than golden-haired Yseult, - Amorosa, gioconda, Who mak’st all men exult, Fior delle donne sete. Who bring’st all women dule. Ben so, che son vostr’uomo, And certes without blame S’a voi non dispiacesse, Thy love might fall to me, Ancora che ‘l meo nomo, Though it should chance my name Madonna, non dicesse. Were never heard of thee. Per vostro amor fui nato, Yea, for thy love, in fine, Nato fui da Lentino: Lentino gave me birth, Donqua debbo esser fino, Who am not nothing worth Da poi che vi son dato. If worthy to be thine. Testo italiano: settenari, con schema ab ab cddc Testo inglese: senari, con schema ab ab cddc Il traduttore non ammette la varietà rimica dell’originale, ma crea libere associazioni tra sostantivi e verbi o avverbi e pronomi. I sospiri rappresentano il leitmotiv del testo (cfr. 2, 15, 18, 19) che torna, un’altra volta, nell’arcaismo sighs. 16. vi pungano lo core: è reinterpretato nell’augurio che i sospiri del poeta trovino un cammino verso l’amata (find unto thee a way). 28. ch’io vi dotto parlare: si traduce nei due stati d’animo dell’amante, che pur temendo è felice (how, fearing, I am fain). 36. ch’io v’ami più ch’io v’ama: il segno mellifluo dell’originale è impresso nei versi corrispondenti, my love – to love… the more, che riproducono in parte l’artificio linguistico. 38-39: più amare e più penare si riformano nei comparativi a greater love e a greater pain. 47. amorosa, gioconda: le due voci aggettivali sono accolte in un costrutto parafrastico – who mak’st all men exult –, che traduce lo stato di esaltazione degli uomini per effetto della donna. 55. donqua debbo esser fino: per analogia, il poeta considera se stesso nothing worth (‘senza valore’). 115 Lo viso mi fa andare allegramente, Her face has made my life most proud and glad; Lo bello viso mi fa rinegare, Her face has made my life quite wearisome; Lo viso mi conforta ispessamente, It comforts me when other troubles come, L’adorno viso, che mi fa penare. And amid other joys it strikes me sad. Lo chiaro viso della più avvenente, Truly I think her face can drive me mad; L’adorno viso riso mi fa fare. For now I am too loud, and anon dumb. Di quello viso parlane la gente, There is no second face in Christendom Chè nullo viso contra li può stare. Has a like power, nor shall have, nor has had. Chi vide mai così begli occhi in viso? What man in living face has seen such eyes, Nè sì amorosi fare li sembianti? Or such a lovely bending of the head, Nè bocca con cotanto dolce riso? Or mouth that opens to so sweet a smile? Quand’eo li parlo, moroli davanti; In speech, my heart before her faints and dies, E paremi ch’i’ vada in paradiso; And into Heaven seems to be spirited; E tegnomi sovrano d’ogni amanti. So that I count me blest a certain while. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Figura dell’insistenza è il viso della donna, che compare sia nella I sia nella II quartina. In traduzione il sost. face non ha valore esclusivo, ma si alterna con il pron. pers. n. it. D’altra parte una frase completa, her face has made my life (1), è ripetuta nel verso successivo. La rima interna viso:riso (6) ritorna nella penultima terzina, ma stavolta in rima alterna. Il traduttore non accoglie questo artificio, anzi, interpreta con libertà l’intero verso e recupera solo una delle tre interrogative italiane, cioè quella che richiama al dolce sorriso della donna: or mouth that opens to so sweet a smile?. 3. ispessamente: succede nella proposizione temporale when other troubles come (“ogni volta che sopraggiungono altri affanni”). 5. lo chiaro viso della più avvenente: in traduzione può far impazzire l’amante (truly I think her face can drive me mad). 6. viso:riso: il parallelismo fonico tra i due sostantivi è tradotto in una sequenza di voci aggettivali (loud, anon, dumb), che rappresentano l’atteggiamento forte e al contempo sciocco del poeta. 7-8. di quello viso parlane la gente / chè nullo viso contra li può stare: s’innalzano a una visione ecumenica di quel volto: there is no second face in Christendom / has a like power, nor shall have, nor has had (“non c’è altro volto nella Cristianità / che ha un potere simile, né c’è stato, né ci sarà”). 116 Membrando ciò che Amore Remembering this – how Love Mi fa soffrire, e’ sento Mocks me, and bids me hoard Tal marrimento, - ond’eo sono al morire. Mine ill reward that keeps me nigh to death, - Chè, amando, sto in dolore, How it doth still behove In lutto e pensamento, I suffer the keen sword, Dal mio tormento – non posso partire: Whence undeplor’d I may not draw my breath Che tutor ardo e incendo In memory of this thing Sospirando e piangendo; Sighing and sorrowing, Chè Amor mi fa languire I am languid at the heart Per quella, a cui m’arrendo, For her to whom I bow, Di me mercè cherendo, Craving her pity now, E non mi degna audire. And who still turns apart. Son morto, chè m’incende I am dying, and through her – La fior, che in Paradiso This flower, from paradise Fu, ciò m’é avviso, - nata, ond’io non poso. Sent in some wise, that I might have no rest. A torto non discende Truly she did not err Ver me, che m’ha conquiso To come before his eyes Lo suo bel riso – dolce ed amoroso. Who fails and dies, by her sweet smile possess’d; Che i suoi dolci sembianti For, through her countenance Gioiosi ed avvenanti (Fair brows and lofty glance!) Mi fanno tormentoso, I live in constant duel. E star sovra gli amanti Of lovers’ hearts the chief In sospiri ed in pianti For sorrow and much grief, Lo meo cor doloroso. My heart is sorrowful. Condotto l’Amor m’ave For Love has made me weep In sospiri ed in pianto: With sighs that do him wrong, Di gioia m’ha affranto – e messo in pene. Since, when most strong my joy, he gave this woe. Son rotto come nave, I am broken, as a ship Che pere per lo canto, Perishing of the song, Che fanno tanto – dolce le Sirene. Sweet, sweet and long, the songs the sirens know. Lo marinaio s’oblia, The mariner forgets, Che tene per tal via Voyaging in those straits, Che perir gli convene. And dies assuredly. Così è la morte mia Yea, from her pride perverse, Quella, che m’ha in balìa, Who hath my heart as hers, Che sì dura si tene. Even such my death must be. Si fera non pensai I deemed her not so fell Che fosse, nè sì dura, And hard but she would greet, Che in sua altura – ver me non scendesse From her high seat, at length, the love I bring; La bella ch’eo amai; For I have loved her well; - Nè che la sua figura Nor that her face so sweet 117 In tanta arsura – languir mi facesse; In so much heat would keep me languishing; Quella, che m’ha in balìa, Seeing that she I serve In cui son tuttavia All honour doth deserve Tante bellezze messe. For worth unparallel’d. Più che stare in travaglia Yet what availeth moan Par che il soffrir mi vaglia: But for more grief alone? O Deo che mi valesse! O God! That it avail’d! Novella Canzon, prega Thou, my new song, shalt pray Quella, che senza intenza To her, who for no end Tuttor s’agenza – di gentil costume, Each day doth tend her virtues that they grow, - Fuor ch’ella d’amar nega: Since she to love saith nay; - Ché in lei regna valenza (More charms she had attain’d E canoscenza – più che rena in fiumi: Than sea hath sand, and wisdom even so); - Che doglia del mio lutto Pray thou to her that she Anzi ch’i’ arda tutto, For my love pity me, Che ‘l suo Amor mi consumi: Since with my love I burn, - Dell’amoroso frutto, That of the fruit of love, Prima ch’io sia distrutto, While help may come thereof, Mi conforti e m’allumi. She give to me in turn. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema abc abc ddc ddc Testo inglese: decasillabi e senari, con schema abc abc dde ffe Il gerundio membrando (1), correlato all’azione del poeta che ricorda le sofferenze d’amore, è rimodellato sull’inglese remembering. La rete di rapporti in rimalmezzo (marrimento:pensamento:tormento, 3, 5, 6; dura:altura:figura:arsura, 38, 39, 41, 42; ecc.) ha una corrispondenza parziale nei richiami interni stabiliti da Rossetti (cfr. thing:sighing:sorrowing, 7-8; paradise:wise, 14-15 – questi riprendono i rimanti Paradiso:avviso –; eyes:dies, 17-18; ecc.). La geminazione dei vv. 23 (in sospiri ed in pianti) e 35 (quella, che m’ha in balìa), riconoscibile ancora nelle linee 26 e 43, intensifica lo stato emotivo del poeta. Rossetti compensa questo procedimento figurativo della sintassi utilizzando espressioni sinonimiche: infatti, i vv. 23 (for sorrow and much grief) e 35 (who hath my heart as hers) sono trasmessi con una terminologia equivalente (with sighs that do him wrong e seeing that she I serve). 4. dolore: è infuso nella metafora della ‘spada tagliente’ (keen sword). 6. tormento: non dà tregua all’amante, e produce un esito fisiologico: I may not draw my breath (“non posso respirare”). 12. e non mi degna di audire: si traduce nella condotta reticente della donna who still turns apart (“che sta ancora in disparte”). 30. che fanno tanto – dolce le Sirene: è valorizzato in un intreccio di ripetizioni e assonanze: sweet, sweet and long, the songs the sirens know. 118 Mazzeo di Ricco, da Messina Lo gran valore e lo pregio amoroso, The lofty worth and lovely excellence, Ch’è in voi, Donna valente, Dear lady, that thou hast, Tuttor m’alluma d’amoroso foco Hold me consuming in the fire of love: Che mi dispera e fammi pauroso, That I am much afeared and wildered thence, Com’uom, che di neiente As who, being meanly plac’d, Volesse pervenire in alto loco. Would win unto some height he dreameth of Ma se gli è distinato, Yet, if it be decreed, Moltiplica lo folle pensamento, After the multiplying of vain thought, E la ventura gli dà piacimento By Fortune’s favour he at last is brought Dello gran bene, ch’ha desiderato. To his far hope, the mighty bliss indeed. Così pensando alla vostra beltate Thus, in considering thy loveliness, Amor mi fa paura: Love maketh me afear’d, Tanto siete alta, e gaia, ed avvenente; So high art thou, joyful, and full of good; - E tanto più che voi mi disdegnate. And all the more, thy scorn being never less. Ma questo m’assicura, Yet is this comfort heard, - Che dentro l’acqua nasce foco arzente That underneath the water fire doth brood, E par contra natura. Which thing would seem unfit Così porrà la vostra disdegnanza By law of nature. So may thy scorn prove Tornare in amorosa pietanza, Changed at the last, through pity into love Se volesse la mia bona ventura. If favourable Fortune should permit. Madonna, se del vostro amor son priso, Lady, though I do love past utterance, Non vi paia ferezza, Let it not seem amiss, Nè riprendete gli occhi innamorati. Neither rebuke thou the enamoured eyes. Guardate lo vostro amoroso viso, Look thou thyself on thine own countenance, L’angelica bellezza, From that charm unto this, E l’adornezze e le vostre beltati, All thy perfections of sufficiencies. E sarete sicura, So shalt thou rest assured Che la vostra bellezza mi c’invita That thine exceeding beauty lures me on Per forza, come fa la calamita, Perforce, as by the passive magnet-stone Quando l’aguglia tira per natura. The needle, of its nature’s self, is lured. Certo ben fece Amore dispietanza, Certes, it was of Love’s dispiteousness Che di voi, donna altera, That I must set my life M’innamorai poi non v’è in piacimento On thee, proud lady, who accept’st it not. Or come trovaraggio in voi pietanza, And how should I attain unto thy grace, Che non veggio manera That falter, thus at strife Com’io vi possa dire ciò ch’io sento? To speak to thee the thing which is my thought? Però, donna avvenente, Thou, lovely as thou art, Per Dio vi prego, quando mi vedete, I pray for God, when thou dost pass me by, Guardatemi: così conoscerete Look upon me: so shalt thou certify, Per la mia cera ciò che ‘l mio cor sente By my cheek’s ailing, that which ails my heart. 119 Sì ‘nnamoratamente m’ha infiammato So thoroughly my love doth tend toward La vostra dilettanza, Thy love its lofty scope, Ch’io non mi credo giammai snamorare: That I may never think to ease my pain; Chè lo cristallo, poi ch’è ben gelato, Because the ice, when it is frozen hard Non può avere speranza, May have no further hope Ch’ello potesse neve ritornare. That it should ever become snow again. E poi ch’Amor m’ha dato But, since Love bids me bend In vostra potestate, Unto thy seigniory, Aggiate a me pietate Have pity thou on me, Acciò ch’aggiate in voi tutto valore. That so upon thyself all grace descend. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC dEED Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC AbC dEED I rimanti italiani sono legati l’uno all’altro per un rapporto di causa-effetto: amoroso:pauroso (1-4), pensamento:piacimento (8-9), disdegnanza:pietanza (18-19). La traduzione accoglie invece le rime impure hast:plac’d (2-5), love:of (3-6), amiss:this (22-25), thought:not (33-36), che hanno suoni identici ma diversa grafia. 21. Madonna, se del vostro amor son priso: il traduttore ritrae la condizione dell’innamorato in un sentimento che oltrepassa i confini (forse) della vita stessa: Lady, though I do love past utterance . 41-42. sì ‘nnamoratamente m’ha infiammato / la vostra dilettanza: nei versi inglesi l’alto fine del poeta è amare la sua donna, e per questo, essere riamato: so thoroughly my love doth tend toward / thy love its lofty scope. 43. ch’io non mi credo giammai snamorare: la voce letteraria snamorare (‘smettere di amare’) non ha un corrispettivo letterale, tuttavia risulta interessante il commento del traduttore che riconosce nell’amante la volontà di non alleviare il suo dolore: that I may never think to ease my pain. 120 Sei anni ho travagliato I laboured these six years In voi, Madonna, amare; For thee, thou bitter sweet; E fede v’ho portato Yea, more than it is meet Più assai, che divisare That speech should now rehearse E dire vi potrìa. Or song should rhyme to thee; Ben ho caro accattato But love gains never aught Lo vostro innamorare; From thee, by depth or length; Chè m’ha così ingannato Unto thine eyes such strength Con suo dolce parlare, And calmness thou hast taught, Che già nol mi credìa. That I say wearily: - Ben mi menò follìa “The child is most like me, Di fantin veramente, Who thinks in the clear stream Che crede fermamente To catch the round flat moon Pigliar lo sole nell’acqua splendiente, And draw it all a-dripping unto him, - E stringere si crede lo splendore Who fancies he can take into his hand Della candela ardente; The flame o’ the lamp, but soon Ond’ello immantenente Screams and is nigh to swoon Si parte, e piange, sentendo l’ardore. At the sharp heat his flesh may not withstand. S’eo tardi mi so’ addato Though it be late to learn Dello mio folleggiare, How sore I was possest, Tegnomene beato, Yet do I count me blest, Poich’io sono a lasciare Because I still can spurn Lo mal, che mi stringìa: This thrall which is so mean. Chè l’uomo, ch’è malato, For when a man, once sick, Poi che torna in sanare, Has got his health anew, Lo male ch’ha passato, The fever which boiled through E lo gran travagliare, His veins, and made him weak, Tutto mette in obrìa. Is as it had not been. Oi lasso! ch’ i’ credìa, For all that I had seen, Donna, perfettamente, Thy spirit, like thy face, Che vostri assettamente More excellently shone Passassero ghìaccio stralucente. Than precious crystals in an untrod place. Or veggio bene che ‘l vostro calore Go to: thy worth is but as glass, the cheat, Di vetro è fermamente, Which, to gaze thereupon, Che sanno saggiamente Seems crystals, even as one, Li Mastri contraffare allo lavore. But only is a cunning counterfeit. Speranza m’ha ingannato, Foil’d hope has made me mad, Com’uomo ch’ha giucato As one who, playing high, E crede guadagnare, Thought to grow rich thereby, E perde ciò ch’avìa. And loses what he had. Or veggio ch’è provato Yet I can now perceive 121 Ciò che avevo a contare, How true the saying is Ch’assai ha guadagnato That says: “If one turn back Chi si sa scompagnare Out of an evil track Da mala compagnìa. Through loss which has been his, A mene addivenìa, He gains, and need not grieve.” Come avvene sovente To me now, by your leave, Chi imprenta buonamente It chances as to him Lo suo a mal debitore e sconoscente Who of his purse is free Imperciocch’è malvagio pagatore. To one whose memory for such debts is dim. Vacci uomo spessamente, Long time he speaks no word thereof, being loth: E non può aver neiente, But having asked, when he Onde alla fine ne faccia richiamore. Is answered slightingly, Then shall he lose his patience and be wroth. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ababc ababc cddD EddE Testo inglese: decasillabi e senari, con schema abbac deedc cabAC ddC I tratti peculiari dell’originale sono distinguibili innanzitutto nella patina meridionale dei condizionali imperfetti in –ia, e quindi nell’uso degli avverbi che hanno la funzione di arricchire o modificare il senso delle parole. Rossetti, pur restituendo il significato dei versi italiani, si allontana dall’ordine strutturale e dai criteri linguistici adottati dal poeta. Elude per esempio la pluralità delle forme avverbiali, e adotta la tipologia del discorso diretto (impegnando a tale fine segni d’interpunzione). 2. l’ossimoro bitter sweet, assente nel testo italiano, introduce la duplice identità della donna ch’è giusto ‘dolceamara’. 4. divisare: gallicismo, trova una più moderna definizione nella relativa that speech should now rehearse (“che parola dovrebbe ora ripetere ad alta voce”). 8. chè m’ha così ingannato: nel verso inglese, la durezza degli occhi femminili – unto thine eyes such strength – è specchio dell’animo ingannevole della donna. 14. la metamorfosi del sole con la luna (moon) è comprensibile alla luce del carattere malinconico di Rossetti. 26-27. lo male ch’ha passato, / e lo gran travagliare: sono mutuati da un linguaggio anatomico. Leggiamo, the fever which boiled through / his veins, and made him weak (“la febbre che ribolliva nelle / sue vene, e lo indeboliva”). 28. tutto mette in obrìa: è compreso as it had not been (“come se non fosse stato”). 50. malvagio pagatore: s’identifica in one whose memory for such debts is dim (“uno la cui memoria per debiti simili è corta”). 122 Chi conoscesse sì la sua fallanza, If any his own foolishness might see Com’uom conosce l’altrui fallimento, As he can see his fellow’s foolishness, Di mal dire d’altrui avrìa dottanza His evil speaking could not but prove less, Per la pessanza del suo mancamento. For his own fault would vex him inwardly. Ma per lo corso della iniqua usanza But, by old custom, each man deems that he Ogni uom si crede esser di valimento; Has to himself all this world’s worthiness; E tal uomo è tenuto in dispregianza, And thou, perchance, in blind contentedness, Che spregia altrui, ma non sa ciò ch’i’ sento. Scorn’st him, yet know’st not what I think of thee. Però vorrìa, che fosse distinato, Wherefore I wish it were so ordered Che ciascun conoscesse il suo onore, That each of us might know the good that’s his, E ‘l disonore, e ‘l pregio, e la vergogna. And also the ill, - his honour and his shame. Talotta si commette tal peccato, For oft a man has on his proper head Che s’uomo conoscesse il suo valore, Such weight of sins, that, did he know but this, Di dicer mal d’altrui non avrìa sogna. He could not for his life give others blame. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La coerenza strutturale e tematica del testo permettono di veicolare il pensiero del poeta con eloquenza e rigore. Ogni verso porta con sé un insegnamento di vita, e richiama al peccato che ogni uomo commette parlando male degli altri. Il sonetto è ricco di gallicismi in –anza, e parole con desinenza –ento e –ore racchiuse in un unico campo semantico: pregi e difetti dell’animo umano. Nella traduzione si disperdono i nessi rimici dell’originale; però i rimanti in –ness (foolishness, 1-2; worthiness, 6; contentedness, 7) rappresentano significatamente le tre condizioni umorali dell’uomo: la ‘stoltezza’, il ‘valore’, e la ‘contentezza’. 7. dispregianza: per litote, diventa una blind contentedness (“cieca contentezza”). 12. talotta si commette tal peccato: nel verso inglese viene dipinta l’immagine dell’uomo-peccatore, sulla cui testa pende un grosso carico di peccati (for oft a man has on his proper head / such weight of sins). 123 Pannuccio dal Bagno, Pisano Madonna, vostr’altero piacimento, My lady, thy delightful high command, E la gran conoscenza, Thy wisdom’s great intent, E la valenza, che’n voi tuttor regna, The worth which ever rules thee in thy sway, E stato han preso altero a compimento, (Whose righteousness of strength hath ta’en in hand Con sì vera potenza, Such full accomplishment Che ognor crescenza in altura degna, As height makes worthy of more height always,) Han conceduto in me servo di voi Have granted to thy servant some poor due Perfezione, in coi Of thy perfection; who Han messo di volere proprio fiso, From them has gained a proper will so fix’d, D’ogni penser diviso, With other thought unmix’d, Di voi solo in servir la signorìa That nothing save thy service now impels Fermato, e ciò meo cor solo disìa. His life, and his heart longs for nothing else. Del vostro signoraggio, donna, sono Beneath thy pleasure, lady mine, I am: Con compiuto volere, The circuit of my will, E col podere intero in lui servire, The force of all my life, to serve thee: E mai che solo ciò, nente ragiono, Never but only this I think or name, Nè già d’altro piacere Nor ever can I fill Porìa avere, potess’onde gioire: My heart with other joy that man may know. Onde sovrana aver dunque gio’ deggio, And hence a sovereign blessedness I draw, Quasi poi certo veggio Who soon most clearly saw Che non v’è solo meo piacer servire, That not alone my perfect pleasure is Ma stimo, al mio sentire, In this my life-service: Ch’amor tanto di voi in me procede, But Love has made my soul with thine to touch Che degno in tanto sia meo cor non crede Till my heart feels unworthy of so much. Degn’esser quanto fo non for’amato For all that I could strive, it were not worth Da voi, Donna piacente, That I should be uplift Sì veramente, com’eo credo fiso, Into thy love, as certainly I know: Ma voi pur degna siete, che sia dato Since one to thy deserving should stretch forth Amor chi fermamente His love for a free gift, Per voi servente di voi è assiso. And be full fain to serve and sit below. E come veramente, donna, è degno And forasmuch as this is verity, Diven che allorchè segno It came to pass with thee Vedeste per sembianza ch’io v’amava, That seeing how my love was not loud-tongued E servir disiava, Yet for thy service long’d – E l’ meo cor conosceste sì com’era As only thy pure wisdom brought to pass, - Di voi per vostra conoscenza altera. Thou knew’st my heart for only what it was. Poi certa, Donna, vi fe’ conoscenza Also because thou thus at once didst learn Del meo e vostro core, This heart of mine and thine, Ch’era d’amore di voi, com’è, priso, With all its love for thee, which was and is; Fu ‘l vostro altero di sì nobile essenza, Thy lofty sense that could so well discern 124 Che mi donò sentore Wrought even in me some sign Quasi color di ben di voi commiso, Of thee, and of itself some emphasis, Dandomi quasi ferma intenzione. Which evermore might hold my purpose fast. Ch’è vostra oppenione For lo! thy law is pass’d Per sembianza vi dovesse amare That this my love should manifestly be Servire e onorare; To serve and honour thee: Ed eo sì fo: ond’ho magna allegrezza, And so I do: and my delight is full, Poi m’ha degnato a servo vostra altezza. Accepted for the servant of thy rule. Senz’alcun quasi par sono in gran gioia, Without almost, I am all rapturous, Poi ferma aggio voglienza Since thus my will was set Servir, fior di Piacenza, vostr’altura; To serve, thou flower of joy, thine excellence: Nè giammai non credo alcuna noia Nor ever seems it anything could rouse, Pesanza, nè doglienza, A pain or a regret, Poi la mia intenza in voi solo dimura, But on thee dwells mine every thought and sense; Considerando, che d’ogni vertude Considering that from thee all virtues spread Siete, u’ si conchiude As from a fountain-head, - Fontana, e di savere pregio, e orranza That in thy gift is wisdom’s best avail Senz’alcuna fallanza, And honour without fail; Regnando in voi per se ciascuno bene, With whom each sovereign good dwells separate, A perfezion con voi tuttor convene. Fulfilling the perfection of thy state. Donna, poi immaginai Lady, since I conceived La piacente di voi nel cor figora, Thy pleasurable aspect in my heart, È stata mia dimora My life has been apart In chiarezza lucente in parte vera, In shining brightness and the place of truth; Che, prima ciò fosse, era Which till that time, good sooth, In tenebre d’errore in parte scora, Groped among shadows in a darken’d place Ove già alcun’ora Where many hours and days Di ben non mi sovvenne quasi mai, It hardly ever had remembered good. Ma poi ch’a voi fermai But now my servitude Servendo, pien di gioi’ son stato intera: Is thine, an I am full of joy and rest. Uom tornado di fera, A man from a wild beast Da voi sì so’, allumato poi v’amai. Thou madest me, since for thy love I lived. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC DdE eFF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC AbC DdE eFF L’originale è percorso da rime interne che confluiscono variamente nelle parole in –enza, –ere, –ente, –are, –anza. La traduzione, per ciò che riguarda la forma e la prosodia, si allontana molto dallo stile del nostro poeta. La rima identica height:height (6) è funzionale all’elevatezza morale della donna; la ripetizione dell’agg. poss. my (14-15) dimostra in entrambi i casi la volontà dell’amante, che mette la sua vita al servizio della donna. I rimanti mine:thine (38) congiungono, anche a livello rimico, il cuore del poeta a quello dell’amata. Il parallelismo fonico law:love (44-45) 125 rivela una sostanziale contrapposizione tra la ‘legge’ della donna e l’ ‘amore’ dell’innamorato. 14. compiuto: ha come equivalente il sost. circuit, che indica un percorso (di volontà interiore) dove la linea di partenza coincide con quella d’arrivo. 23. ch’amor tanto di voi in me procede: prende visione nelle due anime che si toccano per volontà di Amore: but Love has made my soul with thine to touch. 33. ch’io v’amava: nel verso inglese l’espressione my love was not loud-tongued (‘non volgare’) esprime, definendo pure il contrario, l’amore puro dell’amante. 42. colore: è tradotto con il grecismo emphasis, il cui significante è strettamente correlato a ciò ch’esso vuole significare: la vivacità del colore. 43. oppenione: in traduzione ha potere di law (‘legge’). 49. gioia: trova riscontro nell’agg. rapturous, che ritrae la condizione estatica in cui sta il poeta. 63. è stata mia dimora: l’interpretazione dell’originale ha come riflesso la vita di Rossetti, ch’è sempre in disparte e lontano dal mondo esteriore (cfr. my life has been apart). 126 Giacomino Pugliese (di dubbia attribuzione) La dolce ciera piacente, The sweetly-favoured face E li amorosi sembianti She has, and her good cheer, Lo core m’allegra e la mente, Have filled me full of grace Quando mi pare davanti. When I have walked with her. Sì volentier la vio, They did upon that day: Quella cui io amai, And everything that pass’d Quella cui me fidai, Comes back from first to last Ancor l’aspetto e disío. Now that I am away. Dall’aulente bocca venne There went from her meek mouth Un sospir, che mi toccao A poor low sigh which made Sì che il core nol sostenne: My heart sink down for drouth. Piangendo m’addomandao: She stooped, and sobbed, and said, Messere, se venite a gire, “Sir, I entreat of you Non facciate addimoranza; Make little tarrying: Che non è bona usanza It is not a good thing Lassar l’amore e partire. To leave one’s love and go.” Allotta ch’io mi partivi But when I turned about E dissi, a Dio v’accomando, Saying, “God keep you well!” La Bella guardò ver mivi, As she looked up, I thought Sospirava lagrimando, Her lips that were quite pale Tant’erano li sospiri, Strove much to speak, but she Ch’appena mi rispondía: Had not half strength enough: La dolce donna mia My own dear graceful love Non mi lassava partire. Would not let go of me. Io non fuivi sì lontano I am not so far, sweet maid, Che il mio amor v’ubriasse. That now the old love’s unfelt: E non credo che Tristano I believe Tristram had Isotta tanto amasse. No such love for Yseult: Quando veggio venire, And when I see your eyes E l’aulente donna apparire, And feel your breath again, Lo cor mi trae di martire, I shall forget this pain E rallegrarmi la mente. And my whole heart will rise. Testo italiano: settenri, con schema ab ab cd dc; ab ab cc cd Testo inglese: senari, con schema ab ab cd dc Il v. 1, la dolce ciera piacente, introduce subito il tema amoroso della canzonetta, che appare a sua volta nell’inglese the sweetly-favoured face (per l’avv. sweetly, esso ha già un precedente nella traduzione di rosa fresca aulentissima – thou sweetly-smelling fresh red rose – di Cielo d’Alcamo). 6-7. quella cui io amai / quella cui me fidai: sono lasciati in 127 cambio della frase coordinativa and everything that pass’d / comes back from first to last (“e tutto ciò ch’è passato / ritorna dall’inizio alla fine”), riconducibile a quel desiderio che il poeta ha dell’amata. 8. ancor l’aspetto e disío: è riconsiderato nel topos trovatoriano della lontananza: now that I am away (“ora che sono lontano”). 9. aulente: appartiene al codice letterario, e la sua ricorrenza nelle liriche dei primi poeti italiani rafforza la radice stessa del lemma. Il traduttore adopera piuttosto l’agg. meek (‘dolce’). 20. sospirava lagrimando: sono iconizzati nelle labbra pallide della donna (her lips that were quite pale), che a fatica poteva parlare (strove much to speak). 30. aulente: in traduzione il sost. breath appoggia, non senza oscurità, la definizione dell’aggettivo italiano. Può darsi che il termine inglese definisca il ‘respiro’ vitale dell’amata. 128 Quando veggio rinverdire To see the green returning Giardino e prato e rivera, To stream-side, garden, and meadow,- Gli augeletti odo bradire; To hear the birds give warning, Ridendo la primavera, (The laughter of sun and shadow Hanno lor gioja e diporto; Awakening them full of revel,) E io voglio pensare e dire, It puts me in strength to carol Canto per donar conforto, A music measured and level, E li mali d’Amor covrire, This grief in joy to apparel; Che gli amanti perono a gran torto. For the deaths of lovers are evil. L’Amore è leggiere cosa; Love is a foolish riot, Molt’è forte essere amato. And to be loved is a burden; Chi è amato ed ama in posa, Who loves and is loved in quiet Lo mondo ha dal suo lato; Has all the world for his guerdon. Le donne n’hanno pietanza, Ladies on him take pity Chi per lor patisce pene. Who for their sake hath trouble: Se v’è nullo, ch’aggia amanza, Yet, if any heart be a city Lo suo core in gioi’ mantiene, From love embarrèd double, Tuttora vive in allegranza. Thereof is a joyful ditty. In gioi’ vive tuttavia. That heart shall be always joyful; - Al cor sento, ond’io mi doglio, But I in the heart, my lady, Madonna, pur gelosía. Have jealous doubts unlawful, Pensamento mi fa orgoglio. And stubborn pride stands ready. Amor non vuole inveggiamento, Yet love is not with a measure, Ma vuol esser soffritore But still is willing to suffer Di servire a piacimento. Service at his good pleasure: Quello, che tende Amore The whole Love hath to offer Si conviene a compatimento. Tends to his perfect treasure. Vostra fia la ‘ncomincianza, Thine be this prelude-music Che m’invitaste, d’amore; That was of thy commanding; Non guataste in fallanza, Thy gaze was not delusive, - Che comprendeste il mio core. Of my heart thou hadst understanding. Donna, per vostra onoranza Lady, by thine attemp’rance Sicurastemi la vita, Thou heldst my life from pining: Donastemi per amanza This tress thou gav’st, in semblance Una treccia d’auro ponita, Like gold of the third refining, Ed io la porto a rimembranza. Which I do keep for remembrance. Testo italiano: ottonari, con schema ab abc ac ac; ab ab cdc dc; ab a baca ca Testo inglese: settenari e ottonari, con schema ab ab cdc cd La descrizione del locus amoenus inizia con una frase temporale, quando veggio rinverdire, cui succede una serie di 129 sostantivi atti a rappresentare le creature naturali e animali che sono d’intorno. Rossetti avvia il discorso utilizzando i verbi all’infinito to see e to hear, la cui funzione è sostantivale (‘il vedere’ e ‘il sentire’). Le voci verbali in rimalmezzo amato:amato e ama (11-12), che descrivono la condizione dell’amato che ama, compaiono nelle forme inglesi di loved, loves, loved. Le rime ricche pensamento (22), inveggiamento (23), piacimento (25), compatimento (27) sono riprese, ma non tutte, da un lessico di origine francese: measure (‘misura’) per inveggiamento; pleasure in luogo di piacimento; e perfect treasure, che a modo suo riconsegna l’italiano compatimento. 3. bradire: è modernizzato nell’inglese give warning (‘trillare’). 11. molt’è forte essere amato: per il traduttore è addirittura a burden (‘un fardello’). 16-17. se v’è nullo, ch’aggia amanza, / lo suo core in gioi’ mantiene: nel verso inglese il cuore dell’amante è virtualmente una città ideale circondata da Amore (yet, if any heart be a city / from love embarrèd double). 21. la gelosía accende doubts unlawfuld (‘dubbi illeciti’). 23. Amor non vuole inveggiamento: la variante arcaica di invidia non ha uno stretto equivalente, però si rinnova nell’idea che love is not with a measure (“non è senza temperanza”). 130 Morte, perchè m’hai fatto sì gran guerra? Death, why hast thou made life so hard to bear, Che m’hai tolto Madonna, ond’io mi doglio? Taking my lady hence? Hast thou no whit La fior delle bellezze mort’hai in terra, Of shame? The youngest flower and the most fair Perchè lo mondo nè rimaso spoglio. Thou hast plucked away, and the world wanteth it. Villana morte, che non hai pietanza, O leaden Death, hast thou no pitying? Disparti pure amanza, Our warm love’s very spring Affini e dai cordoglio; Thou stopp’st, and endest what was holy and meek; Or la mia allegranza And of my gladdening Post’hai in gran tristanza, Mak’st a most woeful thing, Chè m’hai tolto sollazzo e beninanza And in my heart dost bid the bird not sing Ch’aver soglio. That sang so sweet Solea aver sollazzo e gioco e riso Once the great joy and solace that I had. Più che null’altro Cavalier che sia. Was more than is with other gentlemen: Or n’è gita Madonna in Paradiso; Now is my love gone hence, who made me glad. Portonne la dolce speranza mia. With her that hope I lived in she hath ta’en - Lasciò me in pene e con sospiri e pianti, And left me nothing but these sighs and tears, Levommi gioco e canti, Nothing of the old years E dolce compagnia, That come not back again, Ch’io m’avea degli amanti. Wherein I was so happy, being hers. Or non la veggio, nè le sto davanti, Now to mine eyes her face no more appears, E non mi mostra li dolci sembianti, Nor doth her voice make music in mine ears, Che solìa. As it did then. Oi Deo! perchè m’hai posto in tale stanza? O God, why hast thou made my grief so deep? Ch’io son smarato, nè so ove mi sia; Why set me in the dark to grope and pine? Chè m’hai levata la dolce speranza, Why parted me from her companionship, Partit’hai la più dolce compagnìa. And crushed the hope which was a gift of thine? Oimè, che sia in nulla parte avviso, To think, dear, that I never any more Madonna, lo tuo viso. Can see thee as before! Chi ‘l tene in sua balìa? Who is it shuts thee in? Lo vostro insegnamento e dond’è miso? Who hides that smile for which my heart is sore, E lo tuo franco cor chi me l’ha priso, And drowns those words that I am longing for, Donna mia? Lady of mine? Ov’è Madonna? e lo suo insegnamento? Where is my lady, and the lovely face La sua bellezza e la sua canoscianza? She had, and the sweet motion when she walk’d? – Lo dolce riso, e lo bel parlamento? Her chaste, mild favour – her so delicate grace – Gli occhi, e la bocca, e la bella sembianza? Her eyes, her mouth, and the dear way she talk’d? – Lo su’ adornamento, e la sua cortesìa? Her courteous bending – her most noble air – La nobil gentilìa, The soft fall of her hair? Madonna, per cui stave tuttavia My lady – she to whom my soul In allegranza? A gladness brought! Or non la veggio nè notte nè dia Now I do never see her anywhere, 131 E non m’abbella, sì com’ far solìa, And may not, looking in her eyes, gain there In sua sembianza. The blessing which I sought. Se fosse mio ‘l regname d’Ungarìa So if I had the realm of Hungary, Con Grecia e la Magna infino in Franza, With Greece, and all the Almayn even to France, Lo gran Tesoro di Santa Sofia, Or Saint Sophia’s treasure-hoard, you see Non porìa ristorar sì gran perdanza, All could not give me back her countenance. Che omè in quella dìa, che sì n’andao For since the day when my dear lady died Madonna, e d’esta vita trapassao From us (with God being born and glorified,) Con gran tristanza, No more pleasaunce Sospiri e pene e pianti mi liasciao, Her image bringeth, seated at my side, E giammai nulla gioia mi mandao But only tears. Ay me! the strength and pride Per confortanza. Which it brought once. Se fosse al meo voler, Donna, di voi, Had I my will, beloved, I would say Direi a Dio Sovran, che tutto face, To God, unto whose bidding all things bow, Che giorno e notte istessimo ambondoi. That we were still together night and day: Or sia il voler di Dio, dacchè a lui piace. Yet be it done as His behests allow. Membro e ricordo quand’era con mico, I do remember that while she remain’d Sovente m’appellava dolce amico, With me, she often called me her sweet friend; Ed or nol face. But does not now, Poi Dio la prese, e menolla con sico. Because God drew her towards Him, in the end. La sua vertute sia, Bella, con tico, Lady, that peace which none but He can send E la sua pace. Be thine. Even so. Testo italiano: endecasillabi e quinari, con schema AB AB CCb CCb Testo inglese: decasillabi e quadrisillabi, con schema AB AB CCb CCb Il tema della morte, il cui fascino resta da sempre misterioso e impenetrabile, è veicolato da un intrico di arcaismi e voci poetiche. Le parole in –anza, e le rispettive desinenze dell’inglese –ing racchiudono la vastità dei sentimenti umani: pietanza (pitying), allegranza (gladdening), tristanza (woeful thing). Sparsi nell’originale ritroviamo alcuni segnali d’interiezione (23, 29, 44), il primo dei quali richiama l’attenzione di Dio sulla condizione dolorosa del poeta. Le rime siciliane viso:miso:priso (28, 30, 31) sono neutralizzate nei rimanti before:sore:for, che a confronto dell’originale hanno un senso imprescindibile dal contesto in cui sono inseriti. 2. … ond’io mi doglio?: nel verso inglese l’interrogativa assume toni bruschi e provocatori: … hast thou no whit / of shame? (“non ti vergogni neanche un po’?”). 6. amanza: il sentimento d’amore che lega l’amante all’amata è verbalizzato idealmente in our warm love’s very spring (“fonte ideale del nostro caldo amore”). 10. chè m’hai tolto sollazzo e beninanza: si traduce in modo originale nella metafora degli uccellini: and in my heart dost bid the bird not sing / that sang so sweet (“e nel mio cuore non odo più gli uccellini / che un tempo cantavano così dolcemente”). 17-18. levommi gioco e canti, / e dolce compagnia: il corrispettivo nothing of the old years / that come not back again allude agli anni (già trascorsi) in cui il poeta era felice. 21. i dolci sembianti sono trasferiti al timbro della voce femminile, che un tempo era musica per le orecchie e ora non lo è più (… her voice make music in mine ears…). 24. ch’io sono smarato, nè so ove mi sia: lo smarrimento del poeta è proiezione di un uomo che brancola e si affligge nel buio – in the dark to grope and pine –. 132 33-43. il gruppo di versi racchiude le numerose virtù fisiche e morali della donna. Il traduttore apporta alcune modifiche alla lingua originale, alterando a volte la struttura del testo. Nonostante tutto, nelle forme dell’inglese si distinguono nuovamente quei tratti tipici della donna cantata in versi dai nostri poeti. 44-46. nella resa dei luoghi geografici e dei nominativi propri, l’accordo è quasi pefetto. 49. Madonna, e d’esta vita trapassao: Rossetti vi congiunge in parentesi (with God being born and glorified), che interiorizza a livello testuale l’unione della donna a Dio creatore. 55. direi a Dio Sovran, che tutto face: nella versione, tutte le cose create da Dio sono sottomesse al suo ordine prestabilito (to God, unto whose bidding all things bow). 133 Fra Guittone d’Arezzo Donna del Cielo, gloriosa madre Lady of Heaven, the mother glorified Del buon Gesù, la cui sacrata morte, Of glory, which is Jesus, - He whose death Per liberarci dalle infernal porte, Us from the gates of Hell delivereth Tolse l’error del primo nostro padre; And our first parents’ error sets aside: - Risguarda Amor con saette aspre e quadre Behold this earthly Love, how his darts glide - A che strazio n’adduce ed a qual sorte: How sharpened – to what fate – throughout this earth! Madre pietosa, a noi cara consorte, Pitiful Mother, partner of our birth, Ritra’ne dal seguir sue turbe e squadre. Win these from following where his flight doth guide. Infondi in me di quel divino amore, And O, inspire in me that holy love Che tira l’alma nostra al primo loco, Which leads the soul back to its origin, Si ch’io disciolga l’amoroso nodo. Till of all other love the link do fail Cotal rimedio ha questo aspro furore, This water only can this fire reprove, - Tal’ acqua suole spegner questo foco, Only such cure suffice for suchlike sin; Come d’asse si trae chiodo con chiodo. As nail from out a plank is struck by nail. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nei versi iniziali il traduttore recupera l’enjambement (… gloriosa madre / del buon Gesù…) costruendo il sintagma glorified of glory, la cui identità etimologica accentua lo stato glorioso della madre di Gesù. L’avv. earthly (5) e il sost. earth (6) sostengono il carattere ‘terreno’ di Amore (un dato che manca nell’originale). 2-3. morte:porte: il senso dei rimanti viene ripreso dalla coppia delivereth:death, che prova una condizione di causa-effetto (la morte di Cristo toglie l’uomo dalle porte infernali). 6. strazio: è addotto throughout this earth! (“in ogni parte della Terra!”). 134 Bartolomeo di Sant’Angelo Eo son sì ricco della povertate, I am so passing rich in poverty Che i’ porìa fornir Roma e Parise, That I could furnish forth Paris and Rome, Genova, Pisa, Fiorenza, ed Assise, Pisa and Padua and Byzantium, Asti, Venezia, Padua civitate; Venice and Lucca, Florence and Forli; Perch’i’ ho di possession tante fiate For I possess in actual specie, Tra nihil e niente, ed alter guise, Of nihil and of nothing a great sum; Che i’ recoglio all’anno com’ si dise And unto this my hoard whole shiploads come, Fra nulla e cica ben mille carrate. What between nought and zero, annually. Ed ho in danari liberi ed in gioie In gold and precious jewels I have got Che val ben cento cifre, e fien ne gotta; A hundred cipher’s worth, all roundly writ; E sovra ciò gli amici empio di vento. And therewithal am free to feast my friend. Sì che per spender assai non mi spavento, Because I need not be afraid to spend, Pur ch’i briganti vegnan a dirotta, Nor doubt tha safety of my wealth a whit: - A mia ricchezza tollen tutte noie. No thief will ever steal thereof, God wot. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il poeta italiano gioca sul possesso che ha di nulla o niente come se fossero in realtà ricchezze spendibili. L’originalità espressiva passa inevitabilmente per la ripetizione sinonimica di alcune parole – che ritagliano la condizione miserevole del soggetto poetico (nihil e niente, 6; nulla e cica, 8; gotta, 10) –; l’uso di latinismi, e termini dialettali. Rossetti traduce l’originale conservandone il modulo rimico, e adottando voci di origine latina (come nihil e sum, 6). 1-4. la scelta di scambiare le città di Genova, Asti, e Assisi con Byzantium, Lucca, e Forlì, può ricondurre alle istanze della rima o alle preferenze del traduttore. 11. e sovra ciò gli amici empio di vento: l’ironia del verso è ripresa con parole nuove, ma sempre cariche di spirito: and am free to feast my friend (“e sono libero di festeggiare il mio amico”). 135 Saladino da Pavia Messer, lo nostro amore Fair sir, this love of ours, In gran gio’ fue cominciato, In joy begun so well, Or lo veggio mancato da tua parte I see at length to fail upon thy part: Lassa, lo cor mi parte di pesanza. Wherefore my heart sinks very heavily. Messer, lo nostro amore Fair sir, this love of ours D’un’amorosa voglia fue cominciato. Began with amorous longing, well I ween: D’una mente, e d’un core, e d’un volere Yea, of one mind, yea, of one heart and will Lo nostro amore è stato. This love of ours hath been. Ond’ho mortal dolore; Now these are sad and still; Dalla tua parte veggiolo mancato. For on thy part at length it fails, I see. Che mi se’ straniato, And now thou art gone from me, Di me non curi niente, Quite lost to me thou art; Lassa, lo meo cor sente pena forte, Wherefore my heart in this pain languisheth, Che mi conduce a morte di pesanza. Which sinks it unto death thus heavily. Donna, per meo volere Lady for will of mine Già non forìa mancato il nostro amore; Our love had never changed in anywise, Ma fue vostro piacere Had not the choice been thine Di darmi comiato a disonore; With so much scorn my homage to despise. Non ti conto a sapere I swore not to yeld sign A servir contra grato uomo a signore Of holding ‘against all hope my heart-service. Ch’eo ti fui servidore, Nay, let thus much suffice: - Senza nulla cagione From thee whom I have serv’d, Destimi guiderdone e comiato; All undeserved contempt is my reward, - Così m’hai meritato di tua amanza. Rich prize prepar’d to guerdon fealty! Messer, molte fiate Fair sir, it oft is found Le donne, per provare i loro amanti, That ladies who would try their lovers so, Mostransi corucciate, Have for a season frown’d, Non di cor, ma di vista e di sembianti. Not from their heart but in mere outward show. Or non vi disdegnate, Then chide not on such ground, Chè molte donne il fanno a’ loro amanti. Since ladies oft have tried their lovers so. Partirò voi davanti, Alas, but I will go, Da poi che v’è a piacere; If now it be thy will. Tornami a ben volere in cortesìa Yet turn thee still, alas! for I do fear Ch’e’ ho gelosìa non aggi altra intendanza. Thou lov’st elsewhere, and therefore fly’st from me. Donna, per mia leanza Lady, there needs no doubt Non ti bisogna d’aver gelosìa Of my good faith, nor any nice suspense Ch’eo pigli altra intendanza. Lest love be elsewhere sought. Non fui sì meritato della tia, For thine did yield me no such recompense, - Saccilo per certanza, Rest thou assured in thought, - Che tutto ‘l tempo della vita mia That now, within my life’s circumference, 136 Eo non vo’ signorìa I should not quite dispense Di donna sì follemente, My heart from woman’s laws, Che per neente dà pene e tormente; Which for no cause give pain and sore annoy, Per una gioia dà mille tristanza. And for one joy a world of misery. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con rime che si alternano in modo discontinuo Testo inglese: decasillabi e senari, con libere assonanze e consonanze Il sost. pesanza (4) è attestato un’altra volta al v. 14, e ugualmente nella versione, dove troviamo in duplice copia l’avv. heavily. Per altra intendenza (34), ripresa nel discorso dell’amante al v. 37, il traduttore usa l’avv. elsewhere che rimanda proprio a quell’altrove cui è diretta le mente o il pensiero dell’uomo. L’unione tra donna e messer è suggellata lessicalmente da nostro amore (this love of ours), che batte forte per tutta la durata della I e della II strofe. Gli echi rimici all’interno dei versi italiani sono ricambiati da qualche esempio rilevante: serv’d:undeserved (22-23), will:will (31-32). 27. la variabile del tempo – for a season – è fondamentale nelle traduzioni, poiché misura il trascorrere degli eventi tenendo conto di ciò ch’è sentito e vissuto dal poeta. 44. mille tristanza: sono raccolte entro i confini di una sfera, il mondo, a world of misery. 137 Bonaggiunta Orbicciani Gioia, nè ben non è senza conforto, Never was joy or good that did not soothe Nè senza rallegranza, And beget glorying, Nè rallegranza – senza fino amore. Neither a glorying without perfect love. Ragion è, chi venir vuole a buon porto Wherefore, if one would compass of a truth Della sua disianza, The flight of his soul’s wing, Che in amoranza – metta lo suo cuore: To bear a loving heart must him behove. Chè per lo fiore – spera l’uomo frutto, Since from the flower man still expects the fruit, E per amor ciò ch’è desiderato. And, out of love, that he desireth; Perchè l’amore è dato Seeing that by good faith A gioia e a conforto senza inganno. Alone hath love its comfort and its joy; Che se patisse inganno, - fora strutto For, suffering falsehood, love were at the root Lo ben d’Amor, che tanto è conservato; Dead of all worth, which living must aspire; Nè fora disiato Nor could it breed desire Se avesse men di gioia che d’affanno. If its reward were less than its annoy. Tant’è la gioi’, lo pregio e la piacenza, Even such the joy, the triumph, and pleasaunce, Laond’esce l’onore, Whose issue honour is, E lo valore – e ‘l fino insegnamento, And grace, and the most delicate teaching sent Che nascon d’amorosa conoscenza, To amorous knowledge, its inheritance; Che differenza Amore Because Love’s properties Non prende da verace compimento, Alter not by a true accomplishment; Ma fallimento – fora ad acquistare But it were scarcely well if one should gain, Senz’affannare – sì gran dilettanza; Without much pain so great a blessedness; Cà per la soverchianza He errs, when all things bless, Vive in erranza – quel che s’umilía. Whose heart had else been humbled to implore. Chi giò non dà, non può gioia acquistare, He gets not joy who gives no joy again; Nè bene amare – chi non ha in se amanza, Nor can win love whose love hath little scope; Nè compir la speranza Nor fully can know hope Chi non lassa di quel che più disia. Who leaves not of the thing most languished for. Perchè saria fallire a dismisura, Wherefore his choice must err Alla pintura andare Who seeks the image when Chi può mirare – la propria sustanza. He might behold the thing substantial. Ché di bel giorno vist’ho notte oscura I at the noon have seen dark night to be, Contra natura fare, Against earth’s natural plan, E trasportare – il bene in malenanza; And what was good to worst abasement fall. Onde bastanza – fora, donna mia, Then be thus much sufficient, lady mine; Se cortesia – mercede in voi trovasse, If of thy mildness pity may be born, Che l’affanno passasse, Count thou my grief outworn, E ritornasse – in gioia ed in piacere; And turn into sweet joy this bitter ill; Ché troppo sofferir mi contraría, Lest I might change, if left too long to pine: Com’uom, ch’è in via – per gir, che dimorasse As one who, journeying, in mid path should stay, 138 E ‘nnanti non andasse, And not pursue his way, Nè ritornasse – contra suo volere. But should go back against his proper will. Valore aggio e speranza d’avanzare Natheless I hope, yea trust, to make an end Lo meo cominciamento Of the beginning made, Per tal convento – ch’eo non sia in piacere. Even by this sign – that yet I triumph not. E ben volesse a reto ritornare And if in truth, against my will constrain’d, Contra lo meo talento, To turn my steps essay’d, Nè valimento – n’aggia, nè podere. No courage have I, neither strength, God wot. Così mi fere – l’amor, che m’ha priso Such in Love’s rule, who thus subdueth me Del vostro viso – gente e amoroso, By thy sweet face, lovely and delicate; Per cui vivo gioioso, Through which I live elate, E disioso – sì, ch’eo moro amando; But in such longing that I die for love. E ciò, ch’eo dico, nulla dir m’è avviso, Ah! and these words as nothing seem to be: Sì m’ha conquiso – e fatto pauroso For love to such a constant fear has chid L’amore, ch’aggio ascoso, My heart that I keep hid Più ch’eo non oso – dire a voi parlando. Much more than I have dared to tell thee of. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC DEeF DEeF Testo inglese: pentametri e trimetri, con schema AbC AbC DEef DEef Nel testo italiano le rime fanno rientro all’interno di ogni verso consecutivo: rallegranza:rallegranza (2-3), disianza:amoranza (5-6), inganno:inganno (10-11), onore:valore (15-16), conoscenza:differenza (17-18), compimento:fallimento (19-20), acquistare:affannare (20-21), ecc. Rossetti non ammette sempre questo dispositivo poetico, ma ne dà prova ai vv. 2-3 (glorying:glorying) e in rima interna ai vv. 25 (joy:joy), 26 (love:love), 37-38 (outworn:turn), 45-46 (triumph:truth). 5-6. della sua disianza, / che in amoranza – metta lo suo cuore: sono assunti nell’immagine di un’anima alata che sorregge il cuore amante (the flight of his soul’s wing / to bear a loving heart must him behove). 10. senza inganno: conquista, per litote, il senso contrario di good faith (‘buona fede’). 11. fora strutto: il nodo verbale si scioglie nell’equivalente love were at the root / dead… (“amore sarebbe / morto alla radice”). 25-26. chi giò non dà, non può gioia acquistare / nè bene amare chi non ha in se amanza: la sentenza proverbiale è ripresa letteralmente: he gets not joy who gives no joy again; / nor can win love whose love hath little scope. 27-28. nè compir la speranza / chi non lassa di quel che più desia: come nei versi precedenti, la resa è testuale (nor fully can know hope / who leale not of the thing most languished for. 48. nè valimento – n’aggia, nè podere: qui, il traduttore chiama Dio a testimonio (God wot). 139 La mia amorosa mente, Lady, my wedded thought, Quando voi, bella, sente, When to thy shape ‘tis wrought, Non può in altro pensare, Can think of nothing else Se non di voi piacente: But only of thy grace, Tanto siete avvenente, And of those gentle ways E d’amoroso affare. Wherein thy life excels. Però, bella, mi pare For ever, sweet one, dwells Vedere così voi, Thine image on my sight, Come fosse una gioi’, (Even as it were the gem Ch’ha nome somigliante, Whose name is as thy name) Che mi pare davante. And fills the sense with light. Pensieri e pensamento, Continual ponderings E amoroso talento, That brood upon these things M’adobla lo tormento. Yeld constant agony: E poi che m’addormento, Yea, the same thoughts have crept Forte mi dispavento. About me as I slept. Risguardami la mente, My spirit looks at me, E dicemi, indormente? And asks, “Is sleep for thee? Dolente, non dormire; Nay, mourner, do not sleep, Levati, e va vedire; But fix thine eyes, for lo! Chè nullo amor s’acquista, Love’s fullness thou shalt know Se non per dolce vista. By steadfast gaze and deep”. Risvegliomi infiammato, Then, burning, I awake, Chè al sonno fui tentato Sore tempted to partake D’amor, che mi soddoce. Of dreams that seek thy sight: E poi ch’eo fui svegliato Until, being greatly stirr’d, Rivolsimi in quel lato I turn to where I heard Là ‘nde venìa la voce, That whisper in the night; E parvemi una luce, And there a breath of light Che lucea quanto stella; Shines like a silver star. La mia mente era quella, The same is mine own soul, Ch’al sonno mi tentava Which lures me to the goal Di voi, bella, ch’amava. Of dreams that gaze afar. Perdut’ho lo dormire But now my sleep is lost; Desiando vedire, And through this uttermost Bella, lo vostro viso. Sharp longing for thine eyes Donqua posso ben dire, At length it may be said Che m’ha fatto infollire That I indeed am mad Amor, che sì m’ha priso. With love’s extremities. E poi con dolce riso, Yet when in such sweet wise Quando voi mi sguardate, Thou passes and dost smile, 140 Così m’alluminate, My heart so fondly burns, Che mi torna in dolzore That unto sweetness turns Lo mal, ch’aggio d’amore. Its bitter pang the while. Così mi traie Amore Even so Love rends apart Lo spirito e lo core, My spirit and my heart, Madonna, in voi amando, Lady, in loving thee; Sicchè lo mio sentore Till when I see thee now, Gli occhi miei di fore Life beats within my brow Mandino voi guardando. And would be gone from me. Adonqua dico intando, So hear I ceaselessly, Perchè lo dice Amore, Love’s whisper well fulfill’d – Son quello che lo core, Even I am he, even so, Io che t’alluminai, Whose flame thy heart doth know: Ora difendo e or m’hai. And while I strive I yeld. Testo italiano: settenari, con schema aab aab bcc dd Testo inglese: senari, con schema aab ccb bde ed Rappresenta un archetipo di poesia musicale, dove i versi sembrano configurarsi come le note di un pentagramma. La sostanza del testo è infusa nella serie amorosa – Amor, e nelle parole di matrice antica e letteraria (adobla, 14; in dormente, 18; soddoce, 25; infollire, 38). L’ “affare amoroso” unisce i versi iniziali di ogni strofe: la mia amorosa mente, pensieri e pensamento, risvegliomi infiammato, perdut’ho lo dormire. Il verso finale, così mi traie Amore (lo spirito e lo core), riavvolge il nastro della canzonetta, dove una volta ancora Amore trascina il cuore dell’amante verso Madonna. Rossetti traduce ogni capoverso nella sua forma ideale: lady, my wedded thought; continual ponderings; then, burning, I awake; but now my sleep is lost, even so Love rends apart. Realizza inoltre sostanziali cambiamenti in prossimità delle voci in –ento (per es. grace in luogo di piacente, e agony per tormento). Nella traduzione di somigliante il poeta inglese gioca in rima con gli omologhi name:name, generando un’equazione tra il nome della gemma e quello della donna. 11. che mi pare davante: nel verso corrispondente, and fills the sense with light, Rossetti nobilita l’originale spiegando che il nome della gemma (e quindi della donna) acquista un senso con la luce ch’ella diffonde. 20. vedire: il verbo equivalente fix rinforza l’azione del ‘vedere’, e a ciò concorre l’indicazione prossima dell’oggetto (thine eyes, cioè gli occhi della donna). 38. infollire: si converte nel sost. mad (‘folle’), il cui uso è attestato regolarmente nella comunicazione moderna e quotidiana. 39. Amor, che sì m’ha priso: la forza di Amore, che prende in ogni istante il poeta, è tradotto with love’s extremities (“per i pericoli di amore”). 49. gli occhi miei di fore: in traduzione la vita batte sulla fronte del poeta – life beats within my brow –. È forse questo un nuovo modo per esprimere la gioia amorosa risplendente negli occhi dell’amante. 141 Saver, che sente un picciolo fantino, Such wisdom as a little child displays Esser devrìa in Signor che son seguiti. Were not amiss in certain lords of fame: Schifa lo loco, ov’ello sta al dichino, For where he fell, thenceforth he shuns the place, E teme i colpi, i quali ha già sentiti. And having suffered blows, he feareth them. Chi sì non fa, può perder lo dimino, Who knows not this may forfeit all he sways E li seguaci trovasi periti: At length, and find his friends go as they came. Però muti voler chi non l’ha fino, O therefore on the past time turn thy face, E guardi a’ tempi, che li son transiti. And , if thy will do err, forget the same. Cà pentimento non distorna il fatto: Because repentance brings not back the past: Meglio è volontà stringer, che languire: Better thy will should bend than thy life break: Chi contra face, ciò, ch’eo dico, sente. Who owns not this, by him shall it appear. Lo saggio apprende pur senno dal matto: And, because even from fools the wise may make Uom, ch’ha più possa, più dee ubidire: Wisdom, the first should count himself the last, Catel battuto fa Leon temente. Since a dog scourged can bid the lion fear. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDE DCE Il traduttore riedifica il motivo del fantino operando con disinvoltura anche nei luoghi più oscuri. 1. saver: con funzione sostantivale, è ricambiato da wisdom (‘saggezza’). 12-14: i versi finali, compresi parola per parola, rievocano, con la similitudine del regno animale, una filosofia di vita: “un cagnolino abbattuto sopprime l’orgoglio del leone”. 142 Chi va cherendo guerra, e lassa pace, Whoso abandons peace for war-seeking Ragion è che ne pata penitenza: ‘Tis of all reason he should bear the smart. Chi non sa ben parlar, me’ fa, se tace: Whoso hath evil speech, his medicine Non dica cosa, altrui sia spiacenza. Is silence, lest it seem a hateful art. Chi adasta lo vespaio, follìa face; To vex the wasps’ nest is not a wise thing; E chi riprende alcun senza fallenza Yet who rebukes his neighbor in good part, E’ fra cent’anni si trova verace; A hundred years shall show his right therein. Chi ha invidia di se, d’altrui mal penza. Too prone to fear, one wrongs another’s heart. Se voi sapeste quel ch’io so di voi, If ye but knew what may be known to me, Voi n’avereste gran doglienza al core, Ye would fall sorry sick, nor be thus bold E non diresti villanìa ad altrui. To cry among your fellows your ill thought. Però ne priego ciascuna di voi, Wherefore I would that every one of ye Se avete il mal, tenetelo nel core; Who thinketh ill, his ill thought should withhold: Se nol volete udir, nol dite altrui. If that ye would not hear it, speak it not. Testo italiano: ABAB ABAB CDC CDC Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Bonaggiunta usa tempi al presente e il pron. chi, atto a rappresentare una categoria universale di persone. L’anima gnomica del discorso è valorizzata dall’unione dei rimanti pace:tace (1-3), penitenza:spiacenza (2-4), face:verace (57), fallenza:mal penza (6-8), core:core (10-13). L’opera di Rossetti è apprezzabile, poich’egli non solo recupera la forma dell’originale (visibile già nella ripresa della voce pronominale, e nell’uso degli stessi modi verbali) ma trasmette pure con espressioni vivaci gli insegnamenti di cui si fa portavoce il poeta. Come prova il v. 5, to vex the wasps’nest is not a wise thing, il cui suono sibilante suggerisce il rumore delle api ch’è bene non disturbare. O il v. 13, who thinketh ill, his ill thought should withhold, che, giocando sulla ripetizione strutturale di thinketh ill / ill thought, tramanda una vecchia saggezza: “chi pensa male, dovrebbe nascondere il suo cattivo pensiero”. 3. … me’ fa, se tace: nel verso inglese il sost. medicine inerisce al silenzio quale migliore rimedio per un uso improprio della parola. 143 Meo Abbracciavacca, da Pistoia Madonna, vostra altera conoscenza, Your joyful understanding, lady mine, E l’onorato bene, Those honours of fair life Che ‘n voi convene tutto in piacimento, Which all in you agree to pleasantness, Mise in voi servir sì la mia intenza, Long since to service did my heart assign; Che cura mai non tene, That never it has strife, Nè pur sovenne d’altro pensamento, Nor once remembers other means of grace; E lo talento di ciò m’è lumera. But this desire alone gives light to it. Così piacer mi trasse in voi, compita, Behold, my pleasure, by your favour, drew D’ogni valor gradita, Me, lady, unto you, Di beltate e di gioia miradore All beauty’s and all joy’s reflection here: Dove tuttore prendendo mainera From whom good women also have thought fit L’altre valente donne di lor vita; To take their life’s example every day; Perciò non ho partita Whom also to obey Voglia da intenza di star servidore. My wish and will have wrought, with love and fear. Per servire a voi non seria degno; With Love and fear to yeld obedience, Ma voi, sovrapiacente, I might never half deserve: In vostra mente solo nel meo guardo Yet you must know, merely to look on me, Conoscete, che in cor fedele regno, How my heart holds its love and lives thereby; E ch’eo presi, servente Though, well intent to serve, Di voi, tacente l’amoroso dardo It can accept Love’s arrow silently. Per mevi tardo palese coraggio ‘Twere late to wait, ere I would render plain Fatto serìa, sacciatelo per certo, My heart, (thus much I tell you, as I should,) Per suo mostrare aperto Which, to be understood, Vorrìa vostro sentir, dico d’avviso, Craves therefore the fine quickness of your glance. Vedreste priso me di tal servaggio So shall you know my love of such high strain Per la qual donna mai fora scoperto. As never yet was shown by its own will; Tanto scuro ho proferto, Whose proffer is so still, Ch’odio, servente in core, amore in viso. That love in heart hates love in countenance. Viso sovente mostra cor palese In countenance oft the heart is evident D’allegrezza smirata, Full clad in mirth’s attire, Perchè alla fiata monta in soverchianza. Wherein at times it overweens to waste: Ma quello di piacere over d’offese Which yet of selfish joy or foul intent Covra voglia pensata, Doth hide the deep desire, Perchè doblata grav’è la certanza: And is, of heavy surety, double-faced; Donqua doblanza tenete in sentire. Upon things double therefore look ye twice. Perciò vo’ dico, Amanti: non beltate O ye that love! not what is fair alone Solo desiderate, Desire to make your own, Ma donna saggia, di beltate pura, But a wise woman, fair in purity; Nè di natura signorìa soffrire Nor think that any, without sacrifice Alcun di pari pregio non stimate, Of his own nature, suffers service still; 144 Ma di grand’ amistate, But out of high free-will; Che poggia d’onor, quanto china d’altura. In honour propped, though bowed in dignity. D’altura deggio dir, come poss’eo, In dignity as best I may, must I Lo guighiardon sovrano, The guerdon very grand, Bene dir, sano di nostra intenzione, The whole of it, secured in purpose, sing? Donna, ch’avete sola lo cor meo Lady, whom all my heart doth magnify, Ricevestimi in mano You took me in your hand, Ah non istrano d’altro guigliardone; Ah! not ungraced with other guerdoning: Che di ragione mi donaste posa For you of your sweet reason gave me rest D’affanno, di disìo, d’attezza forte. From yearning, from desire, from potent pain; Sed eo prendesse morte Till, now, if Death should gain A vostro grado, me ne piacerìa, Me to his kingdom, it would pleasure me, Sì meretrìa voi d’alcuna cosa: Having obeyed the whole of your behest. Poi che m’avete tolto e preso in sorte, Since you have drawn, and I am yours by lot, Non dubitate torte I pray you doubt me not Di mio coraggio, ch’esser non porìa. Lest my faith swerve, for this could never be. Essere non porea: chè ‘l core vole Could never be; because the natural heart Istar dove valor ha Will absolutely build La sua dimora di gioioso stallo: Her dwelling-place within the gates of truth; E se ‘l cor pago già nente si dole And, if it be no grief to bear her part, Dunque ‘l partire fora Why, then by change were fill’d Sola mesora sovra ogn’altro fallo. The measure of her shame beyond all truth. Così intervallo non sento potesse And therefore no delay shall once disturb Nel mio servir fedel porgere affanno, My bounden service, nor bring grief to it: Nè voi alcuno inganno: Nor unto you deceit. Chè ‘l gran valore prima si provede True virtue her provision first affords, Che dia mercede, che poi non avesse Ere she yeld grace, lest afterward some curb Loco, nè presa, che trovasse danno; Or check should come, and evil enter in: Chè molti falsi stanno For always shame and sin Coverti, pronti, parlando gran fede. Stand cover’d, ready, full of faithful words. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC DEeF DEeF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC AbC DEeF DEeF Soltanto le rime italiane, disposte nell’ordine del poeta, ritornano all’interno del verso. In traduzione destano maggiore interesse la rima etimologica guerdon (4) / guerdoning (8), e la coppia full / faithful (‘pieno di fedeli’, 70). 2. e l’onorato bene: cambia negli onori di una vita onesta (those honours of fair life). 5. cura: nel senso di ‘affanno’, si riadatta all’inglese strife (‘conflitto’). 6. nè pur sovenne d’altro pensamento: è speculare all’inglese nor once remembers other means of grace, dove il poeta non ricorda alcun valore di grazia se non quello della sua donna. 14-15: nel testo inglese la volontà di servire l’amata è accentuata dal sintagma nominale with love and fear, che ripetendosi all’inizio del verso seguente dà luogo all’anadiplosi. 30. d’allegrezza: la forma corrispondente, mirth’s attire, delinea 145 in modo originale la ‘veste di gioia’. 32. piacere: si accorda a una selfish joy (‘gioia egoistica’). 34. perchè doblata grav’è la certanza: il concetto di doblata è ripreso dal sost. doubled-faced, la ‘doppia faccia’ del cuore. 56. coraggio: acquisisce una dimensione religiosa nell’equivalente faith (‘fede’). 59. la sua dimora di gioioso stallo: in traduzione è una residenza costruita within the gates of truth (“dentro le porte di verità”). 61. ‘l partire: vi conviene il sost. change, poiché il ‘cambiamento’ indica pure una partenza. 69. molti falsi: sono riconosciuti nei vizi di shame (‘vergogna’) e sin (‘peccato’). 146 Per lunga dimoranza, By the long sojourning Ch’ho fatta in gran tormento, That I have made with grief, Ho cangiata natura, I am quite changed, you see; - Ch’ho, piangendo, allegranza, If I weep, ‘tis for glee; E, ridendo, noi sento, I smile at a sad thing; Ogni gioi’ m’è rancura. Despair is my relief. D’aver ben ho pesanza Good hap makes me afraid; E del mal mi contento; Ruin seems rest and shade; Parmi ‘l dì notte scura; In May the year is old; Degli amici ho dottanza; With friends I am ill at ease; Coi nimici ho abento; Among foes I find peace; Per lo cald’ho freddura. At noonday I feel cold. Di quel, ch’altri è sicuro, son temente; The thing that strengthens others, frightens me. Per gran doglienza canto; If I am grieved, I sing; Lo solaccio m’attrista; I chafe at comforting; Credo aver ben per male. Ill fortune makes me smile exultingly. Ciò, ch’ho ditto, m’avven certanamente: And yet, though all my days are thus, - despite Ma anch’ho senno tanto, A shaken mind, and eyes Che, secondo mia vista, Which see by contraries, - Mal si vola senz’ale. I know that without wings is an ill flight. Testo italiano: settenari e due endecasillabi, con schema ABC ABC ABC ABC DEEF DEEF Testo inglese: senari e quattro decasillabi, con schema ABC CAB AAB AAB CDDC EFFE L’originale ha tratti distintivi della scuola siciliana e provenzale; in traduzione scopriamo invece alcune tra le voci più frequenti del vocabolario rossettiano: sojourning (1), grief (2), at ease (10), grieved (14), comforting (15), despite (17). Nei versi italiani le rime hanno terminazioni in –anza, –ento, – ura, –ente, –anto, –sta; nella versione sono ammesse rime perfette (sojourning:thing, 1-5; grief:relief, 2-6; see:glee, 3-4) e unioni rimiche a carattere esclusivamente fonico (me exultingly, 13-16; despite:flight, 17-20). 8. e del mal mi contento: l’idea ossimorica rimane la stessa: ruin seems rest and shade (“il male sembra conforto e protezione”). 9. parmi ‘l dì notte scura: il traduttore recupera dì e notte scura ammettendo che a maggio l’anno è già vecchio (in May the year is old). 12. caldo: si sente a noonday (‘mezzogiorno’), l’ora più calda della giornata. 15. lo solaccio m’attrista: Rossetti trasforma il piacere che rattrista il poeta nella sensazione di fastidio per gli agi della vita (I chafe at comforting). 147 Ubaldo Di Marco Poso ‘l corpo in un loco meo pigliando My body resting in a haunt of mine, Eo svariando la memoria giva, I arranged among alternate memories; U’ viva nobil figura restando What while an unseen noble lady’s eyes E riguardando stave me pensiva. Were fixed upon me, yet she gave no sign; Dubbiosamente grandor dimorando, To stay and go she sweetly did incline, Forte dottando se gente veniva, Always afraid lest there were any spies; E non vedendo me un flor donando, Then reached to me, - and smelt it in sweet wise, Che odorando poi el molto auliva; And reached to me – some sprig of bloom or bine. Ed eo sentendo su l’odor levai, Conscious of perfume, on my side I leant, E riguardai per veder l’albore, And rose upon my feet, and gazed around Che fè tal flore, vidil no già nente. To see the plant whose flower could so beguile. E non vedendol misimi al sentore, Finding it not, I sought it by the scent; E per l’odore l’albore trovai; And by the scent, in truth, the plant I found, E riposai al ombra lungiamente. And rested in its shadow a great while. Testo italiano: ABAB ABAB CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nell’originale le parole fissano legami rimici perfetti tra di loro, e s’inseriscono in una sintassi dove abbondano forme gerundive e particelle di coordinazione. Rossetti elude i criteri sintattici del testo iniziale, privilegiando comunque tempi presenti o passati e introducendo variazioni lessicali. 6. gente: la scelta d’interpretare l’originale con spies (‘spie’) è comprensibile per le ragioni correlate alla personalità del traduttore, restio e avulso al mondo esterno. 148 Simbuono Giudice Spesso di gioia nasce ed incomenza Often the day had a most joyful morn Ciò, ch’adduce dolore That bringeth grief at last Al core umano, e parli gio’ sentire. Unto the human heart which deemed all well: El frutto nascer di dolce semenza, Of a sweet seed the fruit was often born Ch’è d’amaro sapore, That hath a bitter taste: Spess’ore ho veduto addivenire. Of mine own knowledge, oft it thus befell. Dicol per me, che ‘n folle intendimento I say it for myself, who, foolishly Credendom’ aver gioia, Expectant of all joy, Gaudente incominciai Triumphing undertook Amor di donna piacente ed altera To love a lady proud and beautiful, Per uno isguardo, ch’ebbi allegramente, For one poor glance vouchsafed in mirth to me: Laond’eo patisco noia; Wherefrom sprang all annoy: Da poi ch’eo innamorai For, since the day Love shook Sempre m’è stata selvaggia e guerrera. My heart, she ever hath been cold and cruel. Ben mi credetti aver gioia compita, Well thought I to possess my joy complete Quando lo dolce isguardo When that sweet look of hers Vidi ver me piacente e amoroso; I felt upon me, amorous and kind: Ora mispero da che m’è fallita. Now is my hope even underneath my feet. E di mortale dardo And still the arrow stirs Sentomi allo cor colpo periglioso, Within my heart – (oh hurt no skill can bind!) – Che per gli occhi passao similemente, Which through mine eyes found entrance cunningly! Come per vetro passa In manner as through glass Senza lo dipartire, Light pierces from the sun, Ed oltra luce, dello sole spera. And breaks it not, but wins its way beyond, - Come in ispecchio passa immantenente As into an unaltered mirror, free Figura, e non lo cassa. And still, some shape may pass Ma credo, a lo ver dire, Yet has my heart begun Lo meo core partuto, e morte spera. To break, methinks, for I on death grow fond. Sperando morte, ancor porèa guarire But, even though death were longed for, the sharp wound La mia crudel feruta, I have might yet be heal’d, Sì ch’eo non fosse in tutto a morte dato. And I not altogether sink to death. Cà riceputo l’ho per folle ardire, In mine own foolishness the curse I found, Laudando mia veduta, Who foolish faith did yield Credendomene aver gioioso stato. Unto mine eyes, in hope that sickeneth. Penso ch’amor porìa in gio’ tornare Yet might love still exult and not be sad – Per una sembianza, (For some such utterance Che dal core mi vene, Is at my secret heart) – Perseverando da lei mi venisse, If from herself the cure it could obtain, - Ch’a Pellèo la posso assomigliare; Who hath indeed the power Achilles had, Feruta di sua lanza, To wit, that of his lance 149 Non guerrèa mai, se altre The wound could by no art Con ella il loco non si riferisse. Be closed till it were touched therewith again. Dunque m’è uopo di chiamar mercede So must I needs appeal for pity now Dello suo fallimento, From her on her own fault, Ed umiltate in ver di lei usare. And in my prayer put meek humility: Ma il suo gran pregio non lo mi concede For certes her much worth will not allow Dire che tradimento That anything be call’d Potesse loco in tal donna provare, Treacherousness in such an one as she, In cui è senno e tutta conoscenza. In whom is judgment and true excellence. Però mercè le chiamo, Wherefore I cry for grace; Chè fallir non porrìa Not doubting that all good, Mercè, nè senno, nè tutt’altre virtute; Joy, wisdom, pity, must from her be shed; E non devrìa dar morte, a mia parvenza, For scarcely should it deal in death’s offence, Lo viso, ch’io tant’amo, The so-belovèd face Sguardando; anzi devrìa So watched for; rather should Tutt’altre morti guarire e ferute. All death and ill be thereby subjected. Poichè a speranza di mercè mi rendo, And since, in hope of mercy, I have bent E allo suo signoraggio Unto her ordinance Umilemente core corpo e vita, Humbly my heart, my body, and my life, Tutto valore in ella conoscendo, Giving her perfect power acknowledgment, - So che salute avraggio I think some kinder glance E del mio male per mercede aita She’ll deign, and, in mere pity, pause from strife. Che somiglianza tien del buon signore, She surely shall enact the good lord’s part: Quand’uomo a chi combatte When one whom force compels Si rende per suo grato, Doth yield, he is pacified, Ogni fallire e torto gli perdona: Forgiving him therein where he did err. Tanto conosco è in ella nobil core, Ah! well I know she hath the noble heart Che del leone abbatte Which in the lion quells Orgoglio sormontato, Obduracy of pride; E nobilitate ha messo in lei corona. Whose nobleness is for a crown on her. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC CdeF CdeF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC AbC CdeF CdeF Nella trama della canzone s’intessono i fili di una lunga tradizione poetica, che nasce e cresce attorno la figura della donna (piacente e altera), e all’universo simbolico con cui sono rappresentate le gioie e i dolori dell’amore. Lessicalmente, il discorso procede nella continua dicotomia tra gioia (joy) e dolore (grief). Le rime inglesi sono impresse secondo una concordanza di suoni (foolishly:me, 7-11; complete:feet, 15-18; ecc.), o in “rima impura” (heal’d:yeld, 30-33; fault:call’d, 44-47; ecc.). 1. spesso di gioia nasce ed incomenza: la nascita della gioia ha origine dal parallelismo con il principio del giorno, che spesso godeva del più gioioso mattino (often the day had a most joyful morn). 18. ora mispero da che m’è fallita: nel verso inglese l’espressione is my hope underneath my feet vuole dire, in 150 senso figurato, “perdere la speranza”. 39. la figura di Pelleo, eroe greco, viene sostituita da Achilles, suo figlio. 151 Masolino da Todi Ogni uomo deve assai caro tenere A man should hold in very dear esteem Lo primo bene, che ave acquistato; The first possession that his labours gain’d; Che se viene in ricchezza nè in potere, For, though great riches be at length attain’d, Con quello primo l’ave guadagnato. From that first mite they were increased to him. Chi seguita lo suo folle volere Who followeth after his own willful whim Alla fiata trovasi ingannato; Shall see himself outwitted in the end; Però deve dottare di cadere Wherefore I still would have him apprehend Quello, che non travaglia, alto montato. His fall, who toils not being once supreme. Rade fiate trov’uomo follìa Thou seldom shalt find folly, of the worst, Accompagnata con la povertate, Holding companionship with poverty, Perciocchè lo pensieri lo’ nde’stolle Because it is distracted of much care. Ma quello, che fu povero da pria, Howbeit, if one that hath been poor at first Se poi vene in ricchezza e in dignitate, Is brought at last to wealth and dignity, Ispesse fiate trova l’uomo folle. Still the worst folly thou shalt find it there. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nella schiera dei poeti minori annoveriamo Masolino da Todi, con la variante nominativa disposta dal traduttore (infatti nell’edizione italiana si allude a Masarello, di cui Francesco Redi dà notizie nelle Annotazioni al Bacco del 1840). Il messaggio dell’originale induce a riflettere sui comportamenti dell’uomo, e sui valori imprescindibili del lavoro e della ricchezza. 152 Onesto di Boncima, Bolognese Quella crudel stagion, che a giudicare Upon that cruel season when our Lord Verrà il nostro Signor tutto lo mondo; Shall come to judge the world eternally; E non sarà alcun uom, che consolare When to no man shall anything afford Possa il suo cor, e quanto vuol sia mondo. Peace in the heart, how pure soe’er it be; Che ‘l tremerà la terra e lo mare, When heaven shall break asunder at His word, Ed aprirassi il Ciel per lo gran pondo; With a great trembling of the earth and sea; E vorrà il giusto volentier campare; When even the just shall fear the dreadful sword, - E dirà il peccator, dove mi ascondo? The wicked crying, “Where shall I cover me?” E non sarà nessun Angel divino, When no one angel in His presence stands Che non abbia paura di quell’ira, That shall not be affrighted of that wrath, Fuor che la Vergin Donna, nostra guida. Except the Virgin Lady, she our guide; - Or com’ faro, che di peccar non fino How shall I then escape, whom sin commands? Ell’è simile che son presso a sira Out and alas on me! There is no path, Se li suoi giusti preghi non m’aida. If in her prayers I be not justified. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Nell’originale il tempo dell’attesa è introdotto dai verbi al futuro, e quindi nella combinazione di shall + infinito. Il traduttore fa suo il tono solenne e impetuoso del testo, muovendosi in accordo con alcune parole: crudel / cruel (1), tremerà / trembling (5), guida / guide (11), preghi / prayers (14). Per lo gran pondo, il peccatore volge alla domanda retorica dove mi ascondo?; in traduzione mi sembra interessante la consonanza Lord:word, che presenta il Signore quale giudice del mondo. 3. consolare: passa al sost. peace, ideale di pace e di concordia cui aspira l’intera umanità. 6. e vorrà il giusto volentier campare: è modulato nell’ipotesi che even the just shall fear the dreadful sword (“perfino il giusto temerà la spaventosa lama”). 153 Non so, s’è mercè, che mo vene a meno, Whether all grace have fail’d I scarce may scan, O è sventura, o soperchianza d’arte, Be it of mere mischance, or art’s ill sway, Che per la mia Donna Luni, e Marte, That this-wise, Monday, Tuesday, every day, E ciascun dì con se ragiona appieno. Afflicts me, through her means, with bale and ban. Più d’uom vivente crudel vita meno, Now are my days but as a painful span; Nè mai mi disse: dalla morte guarte Nor once “Take heed of dying” did she say. Mercè voi, che son già gli spiriti sparte, I thank thee for my life thus cast away, E che ne avete stanco un uom terreno. Thou who hast wearied out a living man. E se forza di Amor con dritta prova Yet, oh! my Lord, if I were blest no more Mi concedesse di umiltà vestita, Than thus much, - clothed with thy humility, Ch’ i’ la trovasse sol un’ora stando, To find her for a single hour alone, - Fora tanto gioiosa la mia vita, Such perfectness of joy would triumph o’er Che quale mi conosce, riguardando This grief wherein I waste, that I should be Vederìa in me di Amor figura nova. As a new image of Love to look upon. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DEC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il poeta è sempre colui che soffre i tormenti di Amore, e non sa come togliersi dalla sua signoria. Per l’ispirazione e la forma il testo è comune a tutta la prima lirica italiana, sia essa meridionale o guittoniana. Rossetti segue i versi italiani ricreando, con espressioni peculiari della sua lingua, quel senso di dolore che percorre tutta la poesia del verseggiatore bolognese. 9. e se forza di Amor con dritta prova: è tradotto con una frase ipotetica, if I were blest no more, che formalizza il dubbio del poeta nel caso in cui non avesse la benedizione di Amore. 12. fora tanto gioiosa la mia vita: nel verso inglese (such perfectness of joy would triumph o’e), il traduttore suppone il trionfo della gioia sul dolore. 154 Terino Da Castel Fiorentino Se vi stringesse, quanto dite, amore, If, as thou say’st, thy love tormenteth thee, Che vi mettesse in dubio di finita, That thou thereby wast in the fear of death, Voi stareste lontano dal Signore, Messer Onesto, couldst thou bear to be Messer Onesto, che vi può dar vita. Far from Love’s self, and breathing other breath? Voi passereste per lo mar maggiore, Nay, thou wouldst pass beyond the greater sea Non che per l’Alpi, ch’hanno via spedita, (I do not speak of the Alps, an easy path), Per rallegrar di gioia il vostro core For thy life’s gladdening; if so to see Per la veduta, che me non aita. That light which for my life no comfort hath, Anzi mi fa maggiormente dolere, But rather makes my grief the bitterer: Ch’i’ non posso trovar guado, nè ponti, For I have neither ford nor bridge – no course Ch’alla mia donna gir possa o mandare. To reach my lady, or send word to her. Chè maggior pena non si può avere, And there is not a greater pain , I think, Che veder l’acque nelle chiare fonti, Than to see waters at the limpid source, E aver sete, e non poterne bere. And to be much athirst, and not to drink. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDC CDC Il traduttore imita la struttura sintattica dell’originale ammettendo un lessico conforme alla materia trattata. Non mancano parole singolari che rivalutino il senso dei versi italiani: per esempio il v. 4, che vi può dar vita, è tradotto con una figura etimologica, breathing / breath. Le voci maggiore (5), maggiormente (9), e maggior (12) sono rese nelle forme comparative greater e bitterer. 3-4. voi stareste lontano dal Signore, / Messer Onesto, che vi può dar vita: il pensiero acquista un tono interrogativo, e come per dire ch’è impensabile stare lontani da Amore e respirare un altro respiro (couldst thou bear to be / far from Love’s self, and breathing other breath?). 5-8: Rossetti cambia alcune parole: life (‘vita’) per core, e light (‘luce’) anziché veduta. 155 Maestro Migliore, da Fiorenza Amor, s’eo parto, il cor si parte e dole, Love taking leave, my heart then leaveth me, E vuol disamorare e innamura. And is enamour’d even while it would shun; Tant’ho guardato al raggio dello Sole, For I have looked so long upon the sun Che ciò, ch’eo veggio, par di sua natura. That the sun’s glory is now in all I see. Lo cor ciò, ch’ha volute, non disvole To its first will unwilling may not be E lo voler l’aucide, se li dura, This heart (though by its will its death be won), Membrandoli la gioia, ch’aver suole; Having remembrance of the joy forerun: Ch’ogni altra vita a morte lo spaura. Yea, all life else seems dying constantly. Oi lasso, che non è gioia d’Amore Ay and alas! in love is no relief, A nessun uomo, che di bon cor ama, For any man who loveth in full heart, Che non aia più doglia, che dolciore. That is not rather grief than gratefulness. Lo cominciare è doglia a chi lo brama; Whoso desires it, the beginning is grief; E lo finire è doglia, e più dolore; Also the end is grief, most grievous smart E ‘l mezzo è doglia, e conforto si chiama. And grief is in the middle, and is call’d grace. Testo italiano: ABAB ABAB CDE DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il sonetto presenta fenomeni circoscrivibili alla città nativa del poeta, Firenze, dov’erano particolarmente diffusi gli allotropi monottongati. Il parallelismo parto / parte (1), che verbalizza un rapporto di causa-effetto tra il poeta e il cuore, trova riscontro nelle forme dell’inglese taking leave e leaveth. La coesistenza di campi semantici opposti è messa in atto ai vv. 2 (e vuol disamorare e innamura), 5 (lo cor ciò, ch’ha volute, non disvole), 11 (che non aia più doglia, che dolciore), 14 (e ‘l mezzo è doglia, e conforto si chiama), e pure nei luoghi corrispondenti della traduzione (and is enamour’d even while it would shun; this heart (though by its will its death be won; that is no rather grief than gratefulness; and grief is in the middle, and is call’d grace). La doglia, ripetuta in rimalmezzo ai vv. 11, 12, 13, 14, è tradotta con grief, anch’esso replicato a partire dal v. 11 fino alla conclusione del testo. 156 Dello da Signa Levandomi speranza Prohibiting all hope D’aver gioia compita per amore, Of the fulfillment of the joy of love, Piacque alla donna mia ch’eo li sia amante. My lady chose me for her lover still. E dammi sicuranza So am I lifted up Del suo piacente e pietoso core, To trust her heart which piteous pulses move, Dell’amoroso suo gaio sembiante. Her face which is her joy made visible. Sì ch’eo non ho dottanza Nor have I any fear Di star leale amante e servidore Lest love and servive should be met with scorn, E ch’eo non sia di gioi’ più d’altro amante. Nor doubt that thus I shall rejoice the more. E mercè fa pietanza, For ruth is born of prayer; E pieta face d’amar lo dolzore, Also, of ruth delicious love is born; E bon server fa servo bene stante And service wrought makes glad the servitor. Ed eo, che son servente più d’altr’, amo Behold, I, serving more than others, love Donna più d’altra gente, One lovely more than all: Canto ed allegro, e gioi’ attendo e spero And, singing and exulting, look for joy Da lei, cui servo, e cui mi son donato. There where my homage is for ever paid. E se davanti mercede le chiamo, And, for I know she does not disapprove So che non l’è spiacente; If on her grace I call, Però mi riconforto, e non dispero, My soul’s good trust I will not yet destroy Avvegna in tutto gioir m’ha vietato. Though Love’s fulfillment stand prohibited. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema aBC (I-II-III-IV strofe); DeFG (V-VI) Testo inglese: decasillabi e senari, con schema aBC (I-II-III-IV strofe,); DeFG (V-VI) Nella ballata si susseguono un numero considerevole di frasi coordinative. Rossetti sviluppa il discorso congiungendo variamente le proposizioni, e solo per i vv. 12, 15, e 17 ricorre alla cong. and. Provenzalismi, termini con desinenza – ore, latinismi, sono gli ingredienti di un composto linguistico omogeneo la cui sonorità svolge una funzione dominante nella memorizzazione del tema. Vi sono alcune parole contigue all’italiano, come gioi’ / joy (2), pietoso / piteous (5), servo / servitor (12). Ai vv. 10-11 il traduttore ripete due volte il sintagma for ruth is born, rispondendo così alle varianti nominali di mercè e pietà e glorificando la pietà che genera preghiera e amore. 157 Guelfi, per fare scudo delle reni Because ye made your backs your shields, it came Avete fatti i conigli leoni, To pass, ye Guelfs, that these your enemies E per ferir sì forte di speroni, From hares grew lions: and because your eyes Tenendo volti verso casa i freni. Turned homeward, and your spurs e’en did the same, E tal perisce in malvagi terreni, Full many an one who still might win the game Che vincerebbe a dar con gli spontoni. In fevered tracts of exile pines and dies. Fatto avete le bubbole falconi, Ye blew your bubbles as the falcon flies, Sì par che ‘l vento ve ne porti e meni. And the wind broke them up and scattered them. Però vi do consiglio che facciate This counsel, therefore. Shape your high resolves Di quelle del pregiato Re Roberto, In good King Robert’s humour, and afresh Rendetevi in colpa e perdonate. Accept your shames, forgive, and go your way. Con Pisa ha fatto pace, quest’è certo, And so her peace is made with Pisa! Yea, Non cura delle carni malfatate, What cares she for the miserable flesh Che son rimase a’ lupi in quel deserto. That in the wilderness has fed the wolves? Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC L’infinito presente per fare (1), con funzione d’infinito passato, è tradotto appositamente nell’inglese made. La consueta dittologia sinonimica porti e meni (8) è ripresa dai verbi broke e scattered, che rafforzano, soprattutto fonicamente, l’azione vigorosa del vento. 1-4. la diversa organizzazione sintattica del periodo italiano non confuta affatto il senso originale. Anzi, il traduttore acquisisce ancora una volta i maggiori temi della lirica e della storia d’Italia. 2. nella versione compare il sost. exile, che richiama proprio a quei malvagi terreni in cui è confinato l’esule politico (ricordiamo che Rossetti padre visse l’esperienza dell’esilio con dolore e disillusione). 7. bubbole: le ‘upupe’ sono tradotte con l’inglese bubbles, che nel lessico moderno designa le ‘bolle d’aria’. Una definizione convienente al verbo blew, poich’esso indica l’azione del ‘soffiare’ in direzione di qualcosa. Nella sostanza, Rossetti ha voluto esprimere metaforicamente la fragilità dei Guelfi vs la grandigia del falcone. 158 Così faceste voi o guerra o pace, Were ye but constant, Guelfs, in war or peace, Guelfi, come siete in divisione; As in divisions ye are constant still! Che ‘n voi non regna punto di ragione; There is no wisdom in your stubborn will, Lo mal pur cresce, e ‘l bene smonta e tace. Wherein all good things wane, all harms increase. E l’uno contra l’altro isguarda, e spiace But each upon his fellow looks, and sees Suo essere, e stato, e condizione. And look again, and likes his favour ill; Fra voi regna il Pugliese e ‘l Gan fellone, And traitors rule ye; and on his own sill E ciascun soffia nel foco penace. Each stirs the fire of household enmities. Non vi ricorda di Montecatini, What, Guelfs! And is Monte Catini quite Come le mogli e le madri dolenti Forgot, - where still the mothers and sad wives Fan vedovaggio per li Ghibellini? Keep widowhood, and curse the Ghibellins? E babbi, e frati, e figliuoli, e parenti, O fathers, brothers, yea, all dearest kins! E chi amasse bene i suoi vicini, Those men of ye that cherish kindred lives Combatterebbe ancora a stretti denti. Even once again must set their teeth and fight. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il sentimento che guida il poeta nella composizione dei versi è traducibile nell’ordine strutturale del discorso, dove ogni frase porta con sé un tono polemico e ammonitorio. Il traduttore si adegua con altrettanta devozione al tema politico del sonetto, da cui prende le distanze in due luoghi testuali: al v. 6 sostituisce la serie sostantivale suo essere, e stato, e condizione in due proposizioni coordinative (and look again, and likes his favour ill); nel verso successivo, forse per l’assenza di adeguati corrispondenti, fa convergere il Pugliese e ‘l Gran fellon nel sost. traitors (‘traditori’). I rimanti con desinenza –one (divisione:ragione, 2-3; condizione:fellone, 6-7) sono ricambiati da parole terminanti in – ill (still:will, ill:sill). 5. e l’uno contra l’altro isguarda, e spiace: nel verso inglese il sost. fellow, ‘compagno’, è proprio colui che si trova vicino all’altro per qualsiasi tipo di azione. 159 Fior di vertù si è gentil coraggio; The flower of Virtue is the heart’s content; E frutto di vertù si è onore; And fame is Virtue’s fruit that she doth bear; E vaso di vertù si è valore; And Virtue’s vase is fair without and fair E nome di vertù è uomo saggio; Within; and Virtue’s mirror brooks no taint; E specchio di vertù non vede oltraggio; And Virtue by her names is sage and saint; E viso di vertù chiaro colore; And Virtue hath a steadfast front and clear; Ed amor di vertù buon servitore; And Love is Virtue’s constant minister; E dono di vertù dolce lignaggio; And Virtue’s gift of gifts is pure descent. E loco di vertù è cognoscenza, And Virtue dwells with knowledge, and therein E seggio di vertù amor reale, Her cherished home of rest is real love; E poder di vertù è sofferenza; And Virtue’s strenght is in a suffering will; E opra di vertù esser liale; And Virtue’s work is life exempt from sin, E braccio di vertù bella accoglienza; With arms that aid; and in the sum hereof, Tutta vertù è render ben per male. All Virtue is to render good for ill. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Con la ripresa della cong. and, Rossetti imprime alla sua traduzione il ritmo dell’originale che si svolge in una sequenza di frasi coordinative. Il sost. vertù, passato all’inglese virtue, è tracciabile in linea retta per tutta la durata del sonetto. 1. gentil coraggio: è reso con l’accezione di heart’s content, la ‘gioia del cuore’. 3-4. per istanze rimiche, l’ultimo verso della I quartina riponde al v. 1 della seconda quartina (italiana). Il valore del vaso di virtù risplende sia without (‘fuori’) sia within (‘dentro’). Il provenzalismo oltraggio cambia nell’equivalente taint (‘vizio’). 10. seggio: si riforma nella locuzione cherished home, che trasmette l’immagine topica della casa quale ‘dolce rifugio’. 12. esser liale: è interpretato in termini contrari, ma equivalenti: exempt from sin (“esente dal peccato”). 160 Alla brigata nobile e cortese, Unto the blithe and lordly fellowship, E a tutte quelle parte dove sono, (I know not where, but whereso’er, I know, Con allegrezza stando sempre, dono Lordly and blithe,) be greeting; and thereto, Cani, uccelli, e denari per ispese. Dogs, hawks, and a full purse wherein to dip; Ronzin portanti, quaglie a volo prese, Quails struck I’ the flight; nags mettled to the whip; Bracchi, levrier corrier, veltri abbandono. Hart-hounds, hare-hounds, and blood-hounds even so; In questo regno Niccolo corono, And o’er that realm, a crown for Niccolò, Perch’ell'è fior della Città Sanese. Whose praise in Siena springs from lip to lip. Tingoccio, Atuin di Togno, ed Ancaiano, Tingoccio, Atuin di Togno, and Ancaiàn, Bartolo, e Mugaro, e Fainotto, Bartolo and Mugaro and Faënot, Che paiono figliuoli del Re Pano; Who well might pass for children of King Ban, Prodi, cortesi più che Lancillotto; Courteous and valiant more than Lancelot, - Se bisognasse, con le lance in mano To each, God speed! how worthy every man Farìano torneamenti a Cambellotto. To hold high tournament in Camelot. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Nel contesto poetico, l’enumerazione favorisce l’aspetto descrittivo della materia trattata. Rossetti mette in pratica questo procedimento retorico elencando la varietà di oggetti e soggetti designati dal poeta. Nelle quartine si succedono nomi comuni di animali (cani / dogs, uccelli / hawks, quaglie / quails, ecc.), mentre all’interno della penultima terzina sono attestati nomi propri di cavalieri. Le parole composte hart-hounds, hare-hounds, blood-hounds (6) si legano, per omologia del secondo tema, in rima identica e interna. Nello stesso luogo l’originale presenta i rimanti levrier:corrier. 1. nobile e cortese: uno dei binomi più usati nella lirica e nel romanzo cortesi cambia negli aggettivi blithe (‘gentile’) e lordly (‘sfarzosa’). 3. con allegrezza stando sempre… : varia in una formula di benvenuto – be greeting –. 4. denari per ispese: sono raccolti dentro una full purse (‘sacca piena’), cui attingere a ogni evenienza. 8. nell’originale Niccolò è fior della città senese. D’altra parte, la gloria del re si spande from lip to lip (“di bocca in bocca”). 11. Re Pano: è sostituito da Ban, che fu portato in Europa dal popolo degli Avars (conquistatori dei paesi slavi). 161 I’dono vai nel mese di Gennaio, For January I give you vests of skins, Corte con fochi e di salette accese, And mighty fires in hall, and torches lit; Camere e letta d’ogni bello arnese, Chambers and happy beds with all things fit; Lenzuol di seta, e copertoi di vaio; Smooth silken sheets, rough furry counterpanes; Treggea, confetti, e messere Arazzaio, And sweetmeats baked; and one that deftly spins Vestiti di doagio e di rascese Warm arras; and Douay cloth, and store of it; E ‘n questo modo star alle difese And on this merry manner still to twit Mo ch'ha Sirocco, Garbino, e Rovaio. The wind, when most his mastery the wind wins. Uscir di fora alcuna volta il giorno, Or issuing forth at seasons in the day, Gittando della neve bella e bianca Ye ‘ll fling soft handfuls of the fair white snow A le donzelle, che staran dattorno. Among the damsels standing round, in play: E quando fosse la compagnia stanca And when you all are tired and all aglow, A questa Corte facciate ritorno, Indoors again the court shall hold its sway, E si riposi la brigata franca. And the free Fellowship continue so. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Gennaio rappresenta un bell’esempio di accumulazione coordinante ottenuta agganciando l’uno all’altro, con o senza congiunzioni coordinative, gli elementi del discorso. Il traduttore se ne serve con gli stessi intenti giocosi, raffigurando nella sua lingua il coacervo di stereotipi letterari che contraddistinguono la poesia antica. 4. lenzuol di seta, e copertoi di vaio: nel verso inglese gli aggettivi smooth (‘lisci’) e rough (‘ruvidi’) specificano la qualità dei tessuti. 5. il titolo ironico di messere Arazzaio si ricompone in un sistema parafrastico: one that deftly spins warm arras (“uno che fila arazzi luminosi”). 6. vestiti di doagio: nella versione le vesti hanno come provenienza Douay, città delle Fiandre. 8. mo ch’ha Sirocco, Garbino, e Rovaio: Rossetti non traduce i nomi dei venti, ma ne vuole rappresentare l’impeto e la forza: the wind, when most his mastery the wind wins. 10. gittando: l’azione del verbo gerundivo è accompagnata in traduzione da soft handfuls (‘morbide manciate’). 162 Di Febbraio vi dono bella caccia In February I give you gallant sport Di cervi, cavrioli, e di cinghiari; Of harts and hinds and great wild boars; and all Corte gonnelle, e grossi calzari, Your company good foresters and tall, E compagnia, che vi diletti e piaccia. With buskins strong, with jerkins close and short; Con de’ guinzagli e segugi da traccia, And in your leashes, hounds of brave report; E le borse fornite di denari, And from your purses, plenteous money-fall, Ad onta degli scarsi e degli avari, In very spleen of misers’ starveling gall, Che di questo vi dan briga e capaccia. Who at your generous customs snarl and snort. E la sera tornar coi vostri fanti, At dusk wend homeward, ye and all your folk, Carcati della molta salvagina, All laden from the wilds, to your carouse, Avendo gioia, allegrezza, e canti. With merriment and songs accompanied: Far trar del vino e fumar la cucina, And so draw wine and let the kitchen smoke; E fin al primo sonno star raggianti, And so be till the first watch glorious; E po’ posar in fin alla mattina. Then sound sleep to you till the day be wide. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD La scena si apre con l’enumerazione di cervi, cavrioli, cinghiari, che prelude alla lunga serie di sostantivi adoperati per raccontare la battuta di caccia (1-8) e i piaceri della tavola (9-14). 1. caccia: per il traduttore è un gallant sport (‘bel passatempo’). 4. Rossetti omette il sintagma che vi deletti e piaccia dilungandosi sulle qualità fisiche dei guardaboschi – che sono good (‘virtuosi’) e tall (‘alti’) –, e sulla tipologia delle vesti indossate: with buskins strong, with jerkins close and short (“con rigidi stivaletti, corpetti corti e stretti”). 7. la vergogna, nella variante letteraria di onta, è formalizzata nel sost. spleen, usato nel codice letterario con il significato di ‘malcontento’. 163 Di Marzo sì vi do una peschiera In March I give you plenteous fisheries D’anguille, trote, lamprede, e salmoni, Of lamprey and of salmon, eel and trout, Di dentali, delfini, e storioni, Dental and dolphin, sturgeon, all the rout D’ogn’altro pesce in tutta la rivera, Of fish in all the streams that fill the seas. Con pescatori e navicelle a schiera, With fishermen and fishing-boats at ease, E barche, e saettìe, e galeoni, Sail-barques and arrow-barques, and galleons stout, Le qual vi portino tutte stagioni To bear you, while the season lasts, far out, A qual porto vi piace alla Primera, And back, through spring, to any port you please. Che sia fornito di molti palazzi, But with fair mansions see that it be fill’d, D’ogn’altra cosa che vi sie mestero, With everything exactly to your mind, E gente v’abbia di tutti solazzi. And every sort of comfortable folk. Prete non v’abbia mai, nè monastero. No convent suffer there, nor priestly guild: Lasciate predicare i Frati pazzi, Leave the mad monks to preach after their kind Ch’hanno troppe bugìe e poco vero. Their scanty truth, their lies beyond a joke. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Il tableau di Folgore comprende, esaltandole, tutte le forme di un linguaggio che raffigura vivacemente esseri viventi e inanimati; fenomeni fisici e morali. La descrizione “tecnica” messa in atto dal poeta si rinnova nelle espressioni e nei termini inglesi (quest’ultimi soprattutto di origine francese). Il v. 1 è introdotto rispettivamente dalle preposizioni di e in, entrambe con funzione di complemento di tempo determinato. 1. peschiera: nel verso inglese l’agg. plenteous ne determina la copiosa quantità. 6. solo in traduzione l’agg. stout precisa la struttura robusta dei galeoni. 164 D’Aprile vi do la gentil campagna I give you meadow-lands in April, fair Tutta fiorita di bell’erba fresca; With over-growth of beautiful green grass; Fontane d’acqua, che non vi rincresca, There among fountains the glad hours shall pass, Donne e donzelle, per vostra compagna, And pleasant ladies bring you solace there. Ambianti, palafren, destrier di Spagna, With steeds of Spain and ambling palfreys rare; E gente costumata alla francesca; Provençal songs and dances that surpass; Cantar, danzar alla provenzalesca And quaint French mummings; and through hollow brass Con istrumenti novi d’Alemagna. A sound of German music on the air. E dattorno vi sian molti giardini, And gardens ye shall have, that every one E giachito vi sia ogni persona. May lie at ease about the fragrant place; Ciascun con reverenzia adori e ‘nchini And each with fitting reverence shall bow down A quel gentil, ch’ho dato la corona Unto that youth to whom I gave a crown Di pietri preziosi gli più fini, Of precious jewels like to those that grace Ch’ha Presto Giovan, Re di Babilonia. The Babylonian Kaiser, Prester John. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDC CDC Ipotiposi impressionistica di un mese dove la gentile campagna fiorita di bell’erba fresca si sposa bene, soprattutto rimicamente, con vostra compagna di donne e donzelle. Meno persuasivo il verso inglese, che riduce la portata dei rimanti italiani con un legame graficamente imperfetto (fair:there, 1-4). I verbi in rima interna cantar:danzar (7) sono convertiti nei sostantivi songs e dances (che si trovano nella riga precedente). La natura dolce e piacevole dei vocaboli inglesi, le cui radici affondano in terra d’Oltralpe, sostiene bene l’andamento melodico dei versi originali. 4. il francesismo solace (‘sollazzo’) è riferibile alla compagnia di donne e donzelle, in quanto esse sono fonte di gioia e diletto. 7. e gente costumata alla francesca: gli indumenti “alla francesca” sono delle French mummings (‘pantomime francesi’). 4. Presto Giovan: anche in traduzione si tratta di Prester John, Prete Gianni, personaggio leggendario e famoso nel Medioevo poiché ricco e potente signore orientale. 165 Di Maggio sì vi do molti cavagli, I give you horses for your games in May, E tutti quanti siano affrenatori, And all of them well trained unto the course, - Portanti tutti, dritti, e corridori, Each docile, swift, erect, a goodly horse; Pettorali, testiere di sonagli, With armour on their chests, and bells at play Bandiere, e coverte a molti tagli Between their brows, and pennons fair and gay; Di zendadi e di tutti i colori, Fine nets, and housings meet for warriors, Le targhe a modo di armeggiatori, Emblazoned with the shields ye claim for yours; Viole, rose, e fior ch’ogni uomo abbagli. Gules, argent, or, all dizzy at noonday. Rompere e fiaccar bigordi e lance, And spears shall split, and fruit go flying up E piover da finestre e da balconi In merry counterchange for wreaths that drop In giù ghirlande, e in su mele rance, From balconies and casements far above; E pulzellette, giovene, e garzoni And tender damsels with young men and youths Basciarsi nella bocca e nelle guance; Shall kiss together on the cheeks and mouths; D’amore e di goder vi si ragioni. And every day be glad with joyful love. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CCD CCD La cronografia (di tempo) e la prosopografia (di aspetto e movimenti) sono due dispositivi della descrizione che rientrano nel sonetto consacrato al mese di maggio. Rossetti segue le forme descrittive del poeta, connotando la traduzione di francesismi e giochi fonici (favoriti dall’intonazione di parole con sibilante). 1. il verso italiano mantiene la formula prep. + il nome del mese, e invece quello rispondente esordisce con l’azione immaginaria del poeta che parla. 9. rompere e fiaccar: sono condensati unicamente nel verbo split, che evoca il rumore della fenditura. 166 Di Giugno dovvi una montagnetta In June I give you a close-wooded fell, Coverta di bellissimi arboscelli, With crowns of thicket coiled about its head, Con trenta ville e dodeci castelli, With thirty villas twelve times turreted, Che siano intorno ad una Cittadetta; All girdling round a little citadel; Ch’abbia nel mezzo una sua fontanetta, And in the midst a springhead and fair well E faccia mille rami e fiumicelli, With thousand conduits branched and shining speed, Ferendo per giardini e praticelli, Wounding the garden and the tender mead, E rinfrescando la minuta erbetta. Yet to the freshened grass acceptable. Aranci, e cedri, dattili, e lomìe, And lemons, citrons, dates, and oranges, E tutte l’altre frutte savorose, And all the fruits whose savour is most rare, Impergolate siano per le vie. Shall shine within the shadow of your trees; E le genti vi sian tutte amorose, And every one shall be a lover there; E faccianvisi tante cortesie, Until your life, so filled with courtesies, Ch’a tutto il mondo siano graziose. Throughout the world be counted debonair. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Nella I e II quartina sono riconoscibili forme diminutive in –etta (1, 4, 5, 8) e in –elli (2, 3, 6, 7). Il traduttore recupera parzialmente il diminutivo Cittadetta (trasformatosi in little citadel), provando quanto sia complesso tradurre nella sua lingua uno dei fenomeni di alterazione più frequenti nell’italiano. Si riappropria della triade linguistica amorose (12), cortesie (13), graziose (14), permutandone la morfologia nei corrispondenti lover, courtesies, debonair. 2. coverta di bellissimi arboscelli: il verso equivalente, with crowns of ticket coiled about its head (“con corone di alberi attorcigliati attorno la testa”), esalta l’originale favorendo, per catacresi, l’uso estensivo del lemma head. 6. … mille rami e fiumicelli: confluiscono in thousand conduits branched and shining speed (“condotti ramificati che scendono giù rapidamente”). 10. savorose: cambia nella parafrasi whose savour is most rare (“il cui sapore è tra i più prelibati”). 11. impergolate siano per le vie: in traduzione il risultato è che tutti i frutti shall shine within the shadow of your trees (“splenderanno nell’ombra dei vostri alberi”). Il part. pass. Impegolate definisce l’intreccio degli alberi a pergola. 167 Di Luglio in Siena sulla saliciata For July, in Siena, by the willow tree, Dovvi piene inguistare di trebbiani, I give you barrels of white Tuscan wine Nelle canove li ghiacci vaiani, In ice far down your cellars stored supine; E mane e sera mangiare in brigata And morn and eve to eat in company Di quella gelatina ismisurata, Of those vast jellies dear to you and me; Istarne roste, gioveni fagiani, Of partridges and youngling pheasants sweet, Lessi capponi, capretti sovrani, Boiled capons, sovereign kids: and let their treat E cui piacesse, la manza e l’agliata. Be veal and garlic, with whom these agree. E vie trarre tempo e bona vita, Let time slip by, till by and by, all day; E non andar di fuor per questo caldo, And never swelter through the heat at all, Vestir zendadi di bella partita. But move at ease at home, sound, cool, and gay; E quando godi, star pur fermo e saldo, And wear sweet-coloured robes that lightly fall; E sempre aver la tavola fornita, And keep your tables set in fresh array, E non voler la noia per gastaldo. Not coaxing spleen to be your seneschal. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCC Il sonetto riunisce due tecniche della tradizione retorica: sostanzialmente la topografia, giacché nella I quartina il poeta descrive il paese e i luoghi dove si mangiano e gustano trebbiani, e la cronografia, per il fatto che sono esposte circostanze temporali (9-11). Nella versione la serie in rima identica by – by – by (9) scandisce il corso del tempo, invece la ripresa della prep. at esprime una condizione dinamica nello spazio (10-11). 2. trebbiani: il trebbiano non ha un preciso equivalente, ma è definito come white Tuscan wine (“vino bianco di Toscana”). 12. fermo e saldo: sono tradotti con la triade aggettivale sound, cool, e gay, che compendia tre principi di vita equa: ‘sano’, ‘fresco’ e ‘gioioso’. 168 D’Agosto sì vi do trenta castella For August, be your dwelling thirty towers In una valle d’alpe montanina, Within an Alpine valley mountainous, Che non vi possa vento di marina Where never the sea-wind may vex your house, Per istar sani chiari come stella; But clear life separate, like a star, be yours. E palafreni di montar in sella, There horses shall wait saddled at all hours, E cavalcar la sera e la mattina, That ye may mount at morning or at eve: E l’una terra e l’altra sia vicina, On each hand either ridge ye shall perceive, Che un miglio sia la nostra giornatella. A mile apart, which soon a good beast scours. Tornando tutta via verso casa So always, drawing homewards, ye shall tread Per la valle corra una fiumana Your valley parted by a rivulet Che vada notte e dì traente e rasa. Which day and night shall flow sedate and smooth. E star nel fresco tutta meriggiana; There all through noon ye may possess the shade, La vostra borsa sempre al trarre pasa And there your open purses shall entreat Per la miglior vivanda di Toscana. The best of Tuscan cheer to feed your youth. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il poeta focalizza particolari specifici del mese di agosto, per concentrare su di essi l’immaginazione del lettore. Nel testo italiano ritroviamo le rime grammaticali istar:montar:cavalcar (4, 5, 6), e star:trarre (12). In rima ricca, castella:stella:sella:giornatella (1, 4, 5, 8). Nella traduzione rossettiana esistono due coppie che suonano bene all’orecchio ingannando l’occhio: mountainous:house (2-3) e eve:perceive (6-7). 3. possa: rispetto all’originale, il verbo vex rilascia il segno impetuoso del vento marino. 8. che un miglio sia la nostra giornatella: nel verso inglese a mile è la distanza che una bestia sana riesce a percorrere. 14. per la miglior vivanda in Toscana: il traduttore pensa bene che dia quegli effetti benefici to feed your youth (“per nutrire la tua giovinezza”). 169 Di Settembre vi do diletti tanti, And in September, O what keen delight! Falconi, astori, smerletti, sparvieri; Falcons and astors, merlins, sparrowhawks; Lunghi zimbelli siano con carnieri; Decoy-birds that shall lure your game in flocks; Bracchetti con sonagli, pasto, e guanti. And hounds with bells: and gauntlets stout and tight; Bolge, e balestre dritte ben portanti, Wide pouches; crossbows shooting out of sight; Archi, strali, ballotte e ballottieri. Arblasts and javelins; balls and ball-cases; Sianvi mudati vil fangi e asteri All birds the best to fly at; moulting these, Nidiaci, e di tutt’altri uccel volanti, Those reared by hand; with finches mean and slight; Che fosser boni da fidare e prendere; And for their chase, all birds the best to fly; E l’un all’altro tuttavia donando; And each to each of you be lavish still E possasi rubare e non contendere, In gifts; and robbery find no gainsaying; Quando con altra gente rincontrando And if you meet with travellers going by, La vostra borsa sia acconcia a spendere, Their purses from your purse’s flow shall fill; E tutti abbia l’avarizia in bando. And avarice be the only outcast thing. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nel testo sono coordinati per asindeto nomi comuni di volatili, e sostantivi che definiscono il corredo da caccia. Il traduttore si adegua a questa tipologia di coordinazione senza congiunzioni, riprendendo molte volte la morfologia delle parole originali (falcons, astors, merlins, ecc.). La figura etimologica ballotte / ballottieri è riprodotta nell’inglese balls / ball-cases. 7-8. asteri… nidiaci: assumono l’aspetto spregevole e minuto dei cardellini (with finches mean and slight). 10. donando: si sdoppia nella locuzione verbale be lavish (‘siate generosi’) e nel locativo figurato in gifts (‘nei regali’). 170 Di Ottobre nel contà, ch’ha buono stallo, Next, for October, to some sheltered coign Pregovi, figliuoli, che voi andiate: Flouting the winds, I’ll hope to find you slunk; Traetevi buon tempo, ed uccellate, Though in bird-shooting (lest all sport be sunk), Come vi piace, a piè ed a cavallo. Your foot still press the turf, the horse your groin. La sera per la sala andate a ballo, At night with sweethearts in the dance you’ll join, Bevete del mosto, e inebriate; And drink the blessed must, and get quite drunk, Chè non ci ha miglior vita in veritate, There’s no such life for any human trunk; E questo è vero come il fiorin giallo. And that’s a truth that rings like golden coin! E poscia vi levate la mattina, Then, out of bed again when morning’s come, E lavatevi ‘l viso con le mani; Let your hands drench your face refreshingly, Lo rosto e ‘l vino è bona medicina. And take your physic roast, with flask and knife, Allegri in Griele starete più sani, Sounder and snugger you shall feel at home Che pesce in lago, fiume, o in marina, Than lake-fish, river-fish, or fish at sea, Avendo miglior vita di Cristiani. Inheriting the cream of Christian life. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La descrizione ha inizio con la prep. di, che circoscrive il tempo dell’azione. Nel testo a confronto l’avv. next preannuncia gli eventi che si svolgeranno nel mese di ottobre. I rimanti in –ate (andiate:uccellate, 2-3; inebriate:veritate, 6-7) sono contraccambiati da hammer rhymes: slunk:sunk e drunk:trunk. I sostantivi in –allo (stallo, 1, cavallo, 4, ballo, 5, giallo, 8) si trasformano in parole con suono nasale: coign, groin, join, coin. 2. pregovi, figliuoli, che voi andiate: l’apostrofe ai figlioli resta al di fuori del verso inglese, che ha inizio con la forma gerundiva flouting (‘sfidando’ – s’intende – il vento). Però nella seconda metà del periodo, I’ll hope to find you slunk, il tempo futuro esprime la volontà del poeta che vorrà trovare i figlioli già in cammino. 4. a piè ed a cavallo: l’uno è ripreso dalla locuzione your foot still press the turf (“il tuo piede premerà la zolla erbosa”), e il successivo da the horse your groin (“il cavallo l’inguine”). 7. l’unità lessicale human trunk non è casuale, ma stabilisce un rapporto significativo con il rimante drunk, dimostrando che il vino induce a uno stato di stordimento (tale da rendere l’uomo un tronco umano). 11. bona medicina: è rivisitata in senso ironico nell’inglese physic roast (‘medicina arrosto’). 14. miglior vita: è tradotta con una facezia del linguaggio quotidiano, vale a dire the cream of (interpretabile come ‘la parte migliore’). 171 E di Novembre petriuolo e ‘l bagno Let baths and wine-butts be November’s due, Con trenta muli carchi di moneta. With thirty mule-loads of broad gold-pieces; La ruga sia tutta coverta a seta, And canopy with silk the streets that freeze; Coppi d’argento, bottacci di stagno; And keep your drink-horns steadily in view. E dare ad ogni stazonier guadagno Let every trader have his gain of you: Torchi, doppier, che vegnan di Clareta, Clareta shall your lamps and torches send, - Confetti con citriata di Gaeta; Caëta, citron-candies without end; Bea ciascun, e conforti ‘l compagno. And each shall drink and help his neighbour to. E ‘l freddo sia grande e ‘l foco spesso. And let the cold be great, and the fire grand: Fagiani, starne, colombi, mortiti, And still for fowls, and pastries sweetly wrought, Levori, cavrioli, rosto e lesso. For hares and kids, for roast and boiled, be sure E sempre aver acconci gli appetiti, You always have your appetites at hand; La notte e ‘l vento piovere a ciel messo, And then let night howl and heaven fall, so nought Siate nelle letta ben forniti. Be missed that makes a man’s bed-furniture. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La rappresentazione di novembre è innestata da una frase coordinativa, che, percorrendo il testo inglese, procede nella formula convenzionale di let baths and wine-butts be November’s due (il costrutto let + verbo si ripete anche ai vv. 5, 9, e 13). In traduzione i rimanti Clareta:Gaeta (7-8) occupano rispettivamente posizione iniziale. 7. la locuzione integrativa without end suggerisce l’interminabile cascata di dolcetti provenienti dalla città di Gaeta. 172 E di Dicembre una Città in piano, Last, for December, houses on the plain, Sale terrene, grandissimi fochi, Ground-floors to live on, logs heaped mountain-high, Tappeti tesi, tavolieri, e giochi, And carpets stretched and newest games to try, Torticci accesi, star coi dati in mano. And torches lit, and gifts from man to man: E l’oste imbriaco e Catalano, (Your host, a drunkard and a Catalan;) E porci morti, e finissimi cochi, And whole dead pigs, and cunning cooks to ply Morselli ciascun bea e mandochi, Each throat with tit-bits that shall satisfy; Le botti fian maggior che San Galgano. And wine-butts of Saint Galganus’ brave span. Siate ben vestiti e foderati And be your coats well-lined and tightly bound, Di guarnacce, tabarri, e mantelli, And wrap yourselves in cloaks of strength and weight, E di cappucci fini e smisurati; With gallant hoods to put your face through. E beffe far dei tristi cattivelli, And make your game of abject vagabond E miseri cattivi sciagurati Abandoned miserable reprobate Avari: non vogliate usar con elli. Misers; don’t let them have a chance with you. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il traduttore depone la congiunzione iniziale e a favore dell’avv. last, che introduce dicembre, l’ultimo mese dell’anno. Sono enumerati per asindeto la varietà di oggetti, e le creature animate o esanimi. In traduzione, il carattere fonosimbolico del sost. tit-bits riproduce sensibilmente l’idea dei morselli prelibati. Il parallelismo miserable / misers (1314) segue la coppia cattivelli / cattivi. 10. la rima martellante strenght:weight è funzionale alla designazione della tipologia dei mantelli. 11. smisurati: l’aggettivo italiano si scompone ricomponendosi in un sistema parafrastico – to put your face through –, che definisce la misura sovrabbondante dei cappucci. 173 Sonetto mio, anda o’ lo divisi And now take thought, my Sonnet, who is he Colui, ch’è pien di tutta gentilezza: That most is full of every gentleness; Dì da mia parte con tutta allegrezza And say to him (for thou shalt quickly guess Ch’io son acconcio a tutti suoi avvisi: His name) that all his ‘hests are law to me. E più m’è caro, che non val Parisi, For if I held fair Paris town in fee, D’avere sua amistade e contezza: And were not called his friend, ‘twere surely less. Se ello avesse imperial ricchezza Ah! had he but the emperor’s wealth, my place Starei lì me’ che San Francesco in Sisi. Were fitted in his love more steadily Raccomandami a lui tutta fiata, Than is Saint Francis at Assisi. Always Ed alla sua compagna, ed a Caiano, Commend him unto me and his, - not least Chè senza lui non non è lieta brigata. To Caian, held so dear in the blithe band. Folgore vostro da San Geminiano “Folgore da San Geminiano” (say,) Vi manda, dice, e fa questa ambasciata, “Has sent me, charging me to travel fast, Che voi n’andaste con suo core in mano. Because his heart went with you in your hand”. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’invocazione al sonetto (1) si rinnova nell’inglese and now take thought, my Sonnet, who is he. I rimanti in –ezza (gentilezza:allegrezza, 2-3; contezza:ricchezza, 6-7) non trovano validi corrispondenti, salvo gentleness. Parisi:Sisi, le due città in rima ai vv. 5 e 8, sono poste in rima interna ai vv. 5 e 9. Così Caiano:Geminiano (10-12), in rimalmezzo ai vv. 11-12. 3-4. l’aggiunta della frase in parentesi (for thou shalt quickly guess / his name) dà per certo che il sonetto conoscerà tosto il nome di Amore. 4. gli avvisi di Amore sono raccolti nel sost. law, che traduce i medesimi nell’imprescindibilità della legge. 8. Sisi: in traduzione riacquista la sillaba iniziale caduta per afèresi. 174 I’ ho pensato di fare un gioiello, There is among my thoughts the joyous plan Che sia allegro, gioioso, ed ornato; To fashion a bright-jewelled carcanet, E sì ‘l vorrei donare in parte e lato, Which I upon such worthy brows would set, Ch’ogni uomo dica, e’ li sta bene; è bello. To say, it suits them fairly as it can. E or di novo ho trovato un donzello And now I have newly found a gentleman, Saggio, cortese, bene ammaestrato, Of courtesies and birth commensurate, Che gli starebbe meglio l’imperiato, Who better would become the imperial state Che non istà la gemma nell’anello. Than fits the gem within the signet’s span. Carlo di Messer Guerra Cavicciuoli, Carlo di Messer Guerra Cavicciuoli, Quel ch’è valente, ardito , e gagliardo, Of him I speak, - brave, wise, of just award E servente, comandi chi che vuoli. And generous service, let who list command: Leggiero più che lonza o liopardo, And lithelier limbed than ounce or leopard. E mai non fece dei denar figliuoli, He holds not money-bags as children, holy; Ma spende più che ‘l Marchese Lombardo. For Lombard Esté hath no freer hand. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La dedica che prelude ai giorni della settimana ha inizio con l’attestazione del soggetto poetico (1), che ha pensato bene di fare un gioiello. In traduzione il costrutto impersonale (there is) introduce il ‘piano gioiso’ che aleggia tra i pensieri del poeta. Singolare il rapporto analogico tra gioiello / gioioso (1-2), ristabilito nelle forme equivalenti dell’inglese joyous / jewelled. Gli aggettivi che fanno da corona alla figura di Carlo di Messer Guerra Cavicciuoli sono riadattati con efficacia descrittiva nei significanti inglesi. 6. ammaestrato: è tradotto con l’equivalente commensurate, che indica la proporzionalità delle doti morali di Messer Cavicciuoli. 8. anello: diventa un signet’s span, ‘sigillo reale’. 14. ma spende più che ‘l Marchese Lombardo: è interpretato negando il contrario: for Lombard Esté hath no freer hand (“perché Lombardo d’Este non ha una mano più libera” – cioè, che spende in abbondanza –). 175 Quando la luna e la stella diana Now with the moon the day-star Lucifer E la notte si parte, e il giorno appare Departs, and night is gone at last, and day Vento leggiere per polire l’a’re, Brings, making all men’s spirits strong and gay, E fa la gente stare allegra e sana; A gentle wind to gladden the new air. Il Lunedì per capo di semmana Lo! this is Monday, the week’s harbinger; Con istrumenti mattinata fare, Let music breathe her softest matin-lay, Ed amorose donzelle cantare, And let the loving damsels sing to-day, E ‘l Sol ferire per la meridiana; And the sun wound with heat at noontide here. Levati su, donzello, e non dormire; And thou, young lord, arise and do not sleep, Chè l’amoroso giorno ti conforta, For now the amorous day inviteth thee E vuol che vadi tua donna a fruire. The harvest of thy lady’s youth to reap. Palafren e destrier siano alla porta, Let coursers round the door, and palfreys, be, Donzelli e servitor con bel vestire, With squires and pages clad delightfully; E poi far ciò ch’amor comanda e porta. And Love’s commandments have thou heed to keep. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DDC Le immagini cortesi e amorose si traducono in una lingua dolce e piacevole. L’antinomia parte / appare (2), non riconoscibile a livello fonemico, è riprodotta, formalmente, nei verbi departs e brings (condotti per enjambement in due versi distinti). La rima equivoca porta:porta (12, 14) non ha un appropriato equivalente, o meglio negli stessi luoghi i rimanti be e keep sono diversi per forma e significato oltre che al di fuori dello schema rimico originale. 1. stella Diana: è denominata Lucifer, la stella mattutina. 3. polire: antico e letterario, si accorda all’inf. to gladden, che sprigiona nell’aria un sentimento di gioia. 5. l’interiezione aggiuntiva lo! introduce enfaticamente lunedì, the week’s harbinger, “il messaggero della settimana”. 6. con istrumenti mattinata fare: il proposito di comporre una breve melodia è spiegato con una frase densa di suggestioni poetiche: let music breathe her softest matin-lay (“lasciate che la musica infonda la sua più dolce melodia mattutina”). 176 E ‘l Martedì li do un nuovo mondo: To a new world on Tuesday shifts my song, Udir sonar trombetti e tamburelli, Where beat of drum is heard, and trumpet-blast; Armar pedon, cavalier, e donzelli, Where footmen armed and horsemen armed go past, E campane a martello dicer don do: And bells say ding to bells that answer dong; E lui primiero, e gli altri secondo, Where he the first and after him the throng, Armati di loriche e di cappelli, Armed all of them with coats and hoods of steel, Veder nemici, e percotere ad elli Shall see their foes and make their foes to feel, Dando gran colpi, e mettendoli a fondo. And so in wrack and rout drive them along. Destrier veder andare a vote selle, Then hither, thither, dragging on the field Tirando per lo campo lor signori, His master, empty-seated goes the horse, E strascinando fegati e budelle: ‘Mid entrails strown abroad of soldiers kill’d; E sonar a raccolta trombatori, Till blow to camp those trumpeters of yours E suffoli, e flauti, e cennamelle, Who noise awhile your triumph and are still’d, E tornar alle schiere i feritori. And to your tents you come back conquerors. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Un nuovo mondo è descritto con un codice linguistico antico, e ascrivibile al campo bellico. Locuzioni come sonar a raccolta (12) sono interpretabili in senso figurato; mentre una cospicua quantità di sostantivi riconducono specificatamente all’ambito musicale. L’effetto onomatopeico del don do delle campane risuona nel verso inglese con la sinfonia di ding e dong. Rilevante la forma gerundiva tirando (10), che si trascina nel verso successivo per unirsi a strascinando. La traduzione è marcata da una serie di parole in rima identica (armed:armed, 3; bells:bells, 4; foes:foes, 7), e suoni martellanti (hither:thither, 9). 1. il sost. song preannuncia il tono musicale che vige nell’insieme dei quattordici versi. 2. trombetti e tamburelli: anche i sostantivi inglesi drum e trumpet evocano il suono degli strumenti musicali ch’essi designano. Quest’effetto è rinsaldato da beat (‘colpo’) e blast (‘suono’). 9. gli avverbi complementari hither (‘qui’) e thiter (‘là’) supportano l’immagine dei signori trascinati ovunque sul campo di battaglia. 14. il provenzalismo schiere è tradotto con tents, le tende cui fanno rientro i feritori. Questi salgono a gradino di conquerors. 177 Ogni Mercoledì corredo grande And every Wednesday, as the swift days move, Di lepri, starne, fagiani, e paoni, Pheasant and peacock-shooting out of doors E cotte manze, ed arrosti capponi, You’ll have, and multitude of hares to course, E quante son delicate vivande. And after you come home, good cheer enough; Donne e donzelle star per tutte bande, And sweetest ladies at the board above, Figlie di Re, di Conti, e di Baroni, Children of kings and counts and senators; E donzelletti gioveni garzoni And comely-favoured youthful bachelors Servir, portando amorose ghirlande. To serve them, bearing garlands, for true love. Coppe, nappi, bacin d’oro e d’argento, And still let cups of gold and silver ware, Vin greco di riviera e di vernaccia, Runlets of vernage-wine and wine of Greece, Frutta, confetti, quanti li è talento, Comfits and cakes be found at bidding there; E presentarvi uccellagioni e caccia; And let your gifts of birds and game increase: E quanti sono a suo ragionamento And let all those who in your banquet share Sieno allegri e con la chiara faccia. Sit with bright faces perfectly at ease. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Il poeta – e molti secoli dopo Rossetti – raffigura per asindeto un grande corredo di lepri, starne, fagiani, paoni, cotte manze, arrosti capponi, e delicate vivande. In più coppe, nappi, bacin d’oro e d’argento, vin greco di riviera e di vernaccia, frutta, e confetti. 1-2: nei versi inglesi esistono due aspetti estranei all’originale: la rapidità con cui trascorre il giorno (as the swift days move), e il luogo dove avviene la riserva di caccia (out of doors – ‘all’aperto’ –). 7. donzelletti e garzoni sono interpretati nell’accezione letteraria di bachelors (‘baccellieri’). 9. il sost. cups traduce l’italiano coppe, escludendo comunque le varianti arcaiche di nappi e bacin. 178 Ed ogni Giovedì torniamento, For Thursday be the tournament prepar’d, E giostrar Cavalier ad uno ad uno: And gentlemen in lordly jousts compete: La battaglia sia in luogo comuno First man with man, together let them meet, - A cinquanta e cinquanta, a cento e cento. By fifties and by hundreds afterward. Arme, destrier, e tutto guarnimento Let arms with housings each be fitly pair’d, Sien d’un paraggio addobbati ciascuno. And fitly hold your battle to its heat Da terza a vespro passato il digiuno From the third hour to vespers, after meat; Allora si conosca chi ha vento. Till the best-winded be at last declared. E poi tornar a casa alle loro vaghe, Then back unto your beauties, as ye came: Ove seran i fin letti sovrani, Where upon sovereign beds, with wise control E’ medici a fasciar percosse e piaghe; Of leaches, shall your hurts be swathed in bands. E le donne aitar con le lor mani, The ladies shall assist with their own hands, E di vederle sì ciascun si paghe, And each be so well paid in seeing them Che la mattina sien guariti e sani. That on the morrow he be sound and whole. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE ECD Nella dimostrazione di un torniamento che si svolge ogni giovedì della settimana, il poeta aziona un meccanismo retorico comunissimo nel discorso: la ripetizione. La quartina iniziale riunisce in rima identica le coppie di numeri cardinali ad uno ad uno (che sta per ‘uno alla volta’), a cinquanta e cinquanta, a cento e cento. Il traduttore recupera soltanto la prima serie numerale, trasformando però il pron. uno nel sost. man (‘uomo’). Negli altri casi abbandona la ripresa, ordinando by fifties e by hundreds. La rimalmezzo fitly:fitly (5-6) è utilizzata ‘appositamente’ per esprimere la buona disposizione e il perfetto guarnimento dei destrieri. 5. arme, destrier, e tutto guarnimento: la sequenza sostantivale, designante l’equipaggiamento dei cavalieri, è rielaborata in una frase finemente compiuta: let arms with housings each be fitly pair’d (“lasciate che le armi siano unite a ciascuna gualdrappa”). 6. l’arcaismo paraggio segue il proposito di hold your battle to its heat (“mantenere il tuo esercito sul campo”). 7. con ironia di dissimulazione Rossetti traduce passato il digiuno in after meat (‘dopo mangiato’). 8. allora si conosca chi ha vento: che indica una condizione favorevole, si traduce in the best-winded (“il respiro più lungo” – del vincitore –). 179 Ed ogni Venerdì gran caccia e forte Let Friday be your highest hunting-tide, - Di veltri, bracchetti, mastini e stivori, No hound nor brach nor mastiff absent thence, - E bosco basso, miglia di staiori Through a low wood, by many miles of dens, Là o’ si troven molte bestie accorte, All covert, where the cunning beasts abide: Che possano venir cacciando scorte, Which now driven forth, at first you scatter wide, - E rampognar insieme i Cacciatori; Then close on them, and rip out blood and breath: Cornando a caccia presa i cornatori, Till all your huntsmen’s horns wind at the death, Ed allor vegnan molte bestie morte. And you count up how many beasts have died. E poi ricogliere i cani e la gente, Then, men and dogs together brought, you’ll say: E dicer: l’amor meo mandi a cotale: Go fairly greet from us this friend and that, Alle guagnele serà bel presente. Bid each make haste to blithest wassailings. El par che i nostri cani avesser ale; Might not one vow that the whole pack had wings? Te te, belluzza, picciuolo, e serpente, What! Hither, Beauty, Dian, Dragon, what! Chè oggi è il dì della caccia reale. I think we held a royal hunt to-day. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il tema della gran caccia (1) ritorna ancora una volta nel verso finale, ma nella variante della caccia reale. Così in traduzione, che accoglie le forme di highest hunting-tide e royal hunt. La figura etimologica cornando / cornatori (8) è contraccambiata dal genitivo huntsmen’s horns (“i corni dei cacciatori”). Il sost. cani (9) è simmetrico all’omologo cani, situato in posizione centrale al v. 12. Nella versione, whole pack (‘intero branco’) figura come locuzione totalizzante del sost. dogs. 2. di veltri, bracchetti, mastini e stivori: è simulato nell’equivalente no hound nor brach nor mastiff absent thence, che mantiene sempre valore affermativo. 6. e rampognar insieme i Cacciatori: nel verso inglese, then close on them, and rip out blood and breath, viene preannunciato l’arrivo dei cacciatori che, ormai prossimi alle prede, strappano loro sangue e respiro (blood and breath). 8. il verbo count up, inversamente all’originale vegnan, precisa l’azione del computare le bestiole abbattute. 11. alle guagnele… : per i santi vangeli l’augurio è che “ci si affretti a fare la più gioiosa festa (make haste to blithest wassailings). 13. la geminazione del pron. pers. te te si realizza diversamente, o meglio con un esempio di epanadiplosi (what è infatti ripetuto sia all’inizio sia alla fine del verso). 14. i vezzeggiativi belluzza e picciuolo sono richiamati al minimo dai nomi equivalenti dei cani: Beauty, Dian, e Dragon. 180 E il Sabbato diletto ed allegrezza I’ve jolliest merriment for Saturday: - In uccellare e volar de’ falconi, The very choicest of all hawks to fly E percuotere grue, ed aghironi That crane or heron could be stricken by, Scendere e salire grande altezza; As up and down you course the steep highway. Ed all’oche ferir per tal fortezza, So shall the wild geese, in your deadly play, Che perdan l’ale, le coscie, e i gropponi; Lose at each stroke a wing, a tail, a thigh; Corsier e palafren mettere a sproni; And man with man and horse with horse shall vie, Ed isgridar per gloria e per baldezza. Till you all shout for glory and holiday. E poi tornare a casa, e dire al cuoco Then, going home, you’ll closely charge the cook: To queste cose e concia per dimane; “All this is for to-morrow’s roast and stew. E pela, taglia, assetta, e metti al fuoco. Skin, lop, and truss: hang pots on every hook. Ed abbi fino vino e bianco pane, And we must have fine wine and white bread too, Ch’el s’apparecchia di far festa e gioco: Because this time we mean to feast: so look Fa che le tue cucine non sian vane. We do not think your kitchens lost on you”. Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD L’originale procede per accumulazione di verbi all’infinito, che rientrano, in minima parte, all’interno della traduzione. Qui, le voci verbali precedute da shall e da will (con metaplasmo) indicano circostanze future. 1. diletto ed allegrezza: nel verso inglese i rispettivi jolliest e choicest hanno valore superlativo. 5. il gesto di ferire le oche per tal fortezza dà origine a un deadly play (‘gioco mortale’). 6. il sintagma at each stroke, quale aggiunta del traduttore, fissa l’attimo in cui l’uomo batte a duri colpi le creature indifese. 11. … e metti al fuoco: perde i suoi caratteri, e si riforma nell’inglese hang pots on every hook (“appendi le pentole su ogni gancio”). 12-14. nei versi inglesi l’attestazione della 1a pers. pl. del pron. pers. we smussa i toni imperativi, stabilendo un rapporto più diretto con il lettore. 181 Alla domane al parere del giorno And on the morrow, at first peep o’ the day Vegnente, che Domenica si chiama, Which follows, and which men as Sunday spell, - Qual più li piace, damigella o dama, Whom most him liketh, dame or damozel, Abbiane molte, che li sian dattorno. Your chief shall choose out of the sweet array. In un Palazzo dipinto ed adorno So in the palace painted and made gay Cagionare con quella, che più ama: Shall he converse with her whom he loves best; Qualunque cosa, che desìa e brama, And what he wishes, his desire express’d Vegna in presente senza far distorno. Shall bring to presence there, without gainsay. Danzar donzelli, armeggiar cavalieri, And youths shall dance, and men do feats of arms, Cercar Fiorenza per ogni contrada, And Florence be sought out on every side Per piazze, per giardini, e per verzieri. From orchards and from vineyards and from farms: E gente molta per ciascuna strada, That they who fill her streets from far and wide E tutti quanti ‘l veggian volentieri, In your fine temper may discern such charms Ed ogni dì di ben in meglio vada. As shall from day to day be magnified. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD L’enjambement del giorno nel verso successivo è segnato dall’uso del part. pres. vegnente, la cui definizione è illustrata apertamente nell’inglese which follows (“che segue”). I rimanti ama:brama (6-7) sono funzionali al motivo del cavaliere, il cui parlare sarà intrattenuto con dama o damigella ch’egli ama e alla quale verrà soddisfatto ogni desiderio. Nel testo rossettiano questo anello di congiunzione si traduce nella coppia soggetto-predicato: he loves e he wishes. La struttura ternaria della prep. per (10-11), con funzione di compl. di luogo, è ripresa dall’inglese from nel giro di un solo verso. Gli omofoni non omografi dì e di sono tradotti con una parola monosense: day. 182 Guido delle Colonne Amor, che lungiamente m’hai menato O Love, who all this while hast urged me on, A freno stretto senza riposanza, Shaking the reins, with never any rest, - Allarga le tue redini in pietanza, Slacken for pity somewhat of thy haste; Chè soverchianza m’ha vinto e stancato: I am oppress’d with languor and foredone, - Ch’ho più durato, ch’io non ho possanza, Having outrun the power of sufferance, - Più che non fa Assessino assorcetato, Having much more endured than who, through Faith Che si lascia morir per sua credenza. That his heart holds, makes no account of death. Ben este affanno dilettoso, amare, Love is assuredly a fair mischance, E dolce pena ben si può chiamare. And well may it be called a happy ill: Ma voi, Madonna, della mia travaglia, Yet thou, my lady, on this constant sting, Che sì mi squaglia, prendavi mercide, So sharp a thing, have thou some pity still, - Chè ben è dolce il mal, se non m’ancide. Howbeit a sweet thing too, unless it kill. Oi dolce ciera, con sguardo soave, O comely-favoured, whose soft eyes prevail, Più bella d’altra, che sia ‘n vostra terra, More fair than is another on this ground, - Traete lo mio core ormai di guerra, Lift now my mournful heart out of its stound, Che per voi erra, e gran travaglio n’ave: Which thus is bound for thee in great travail: E sì gran trave poco ferro serra. For a high gale a little rain may end. Però, Madonna, non v’incresca e grave, Also, my lady, be not angered thou Se Amor vi sforza ch’ogni cosa inserra. That Love should thee enforce, to whom all bow. E certo non gli è troppo disonore There is but little shame to apprehend Quand’uomo è vinto dallo suo migliore; If to a higher strength the conquest be; E tanto più da Amor, che vince tutto: And all the more to Love who conquers all. Perciò non dutto, che Amor non vi smova Why then appal my heart with doubts of thee? Saggio guerrero vince guerra e prova. Courage and patience triumph certainly. Non dico, ch’alla vostra gran bellezza I do not say that with such loveliness Orgoglio non convegna, e stiavi bene; Such pride may not beseem; it suits thee well, Chè a bella donna orgoglio ben convene; For in a lovely lady pride may dwell, Chè si mantene in pregio ed in grandezza. Lest homage fail and high esteem grow less: Troppa alterezza è quella, che sconvene; Yet pride’s excess is not a thing to praise. Di grande orgoglio mai ben non avvene. Therefore, my lady, let thy harshness gain Però, Madonna, la vostra durezza Some touch of pity which may still restrain Convertasi in pietanza, e si rinfrene; Thy hand, ere Death cut short these hours and days. Non si distenda tanto, ch’io ne pera. The sun is very high and full of light, Lo Sole è alto, e face lumiera, And the more bright the higher he doth ride: E tanto più, quanto in altura pare: So let thy pride, my lady, and thy height, Perciò vostro orgogliare e vostre altezze Stand me in stead and turn to my delight Faccianmi pro, e torninmi in dolcezze. Still immostly I love thee, labouring still E’ l’amo dentro, e sforzo in far sembianza That others may not know my secret smart Di non mostrare ciò, che ‘l mio cor sente. Oh! what a pain it is for the grieved heart Or quant’è dura pena al cor dolente To hold apart and not to show its ill! 183 Istar tacente, e non far dimostranza: Yet by no will the face can hide the soul; Chè la pesanza alla ciera consente And ever with the eyes the heart has need E fanno vista di lor portamente. To be in all things willingly agreed. Così son volentieri in accordanza It were a mighty strength that should control Gli occhi con lo core insembremente. The heart’s fierce beat, and never speak a word: Forza di senno è quella, che soverchia, It were a mighty strength, I say again, Ardir di core, asconde ed incoverchia. To hide such pain, and to be Sovran lord Ben è gran senno, chi lo puote fare, Of any heart that had such love to hoard. Saper celare, ed essere signore For Love can make the wisest turn astray; Dello suo core, quand’este in errore. Love, at its most, of measure still has least; Amor fa disviare li più saggi; He is the maddest man who loves the best; E chi più ama, meno ha in se misura. It is Love’s jest, to make men’s hearts alway Più folle è quello, che più s’innamura: So hot that they by coldness cannot cool. Amor non cura di far suoi dannaggi, The eyes unto the heart bear messages Chè li coraggi mette in tal calura, Of the beginnings of all pain and ease: Che non pon raffreddare per freddura. And thou, my lady, in thy hand dost rule Gli occhi allo core sono li messaggi Mine eyes and heart which thou hast made thine own. De’ lor cominciamenti per ventura. Love rocks my life with tempests on the deep, Dunque, Madonna, gli occhi e lo mio core Even as a ship round which the winds are blown: Avete in vostra man dentro e di fore: Thou art my pennon that will not go down. Chè Amore il viver mio mena e combatte, E batte, come nave il vento inonda: Voi siete il mio pennel, chè non affonda. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABBA BABC CDEE Testo inglese: decasillabi, con schema ABBA CDDC EFEE La canzone di Guido si distingue per il lessico ricercato (contiguo ai modi del trobar clus), e la raffinata elaborazione di immagini e metafore di gusto stilnovistico (tratte soprattutto dalla filosofia naturale). Vi si trovano parole in –anza, voci letterarie (assorcetato, 6; insembremente, 45; incoverchia, 47), e topoi lessicali della lirica cortese: affanno dilettoso (8), dolce pena (9), dolce ciera (13), gran travaglio (16). Sono frequenti le rime siciliane (cfr. 14, 17, 19, 2223, 39-45), tecniche (cfr. 27, 29-30, 39, 42, 46-47), e richiami rimici all’interno del verso (in traduzione alcuni rimanti fanno ritorno al centro del testo. Cfr. 10-12, 15-16, 33-34, 40-41). I tratti siciliani scompaiono, così come alcuni espedienti retorici adottati dal nostro poeta (pensiamo alle endiadi, dissiminate in molti luoghi testuali). 6. Assessino: ha come equivalente il pron. ind. who, cui segue una corretta interpretazione del senso originale (in sostanza, è chi mostra un atteggiamento dissennato). 17. e sì gran trave poco ferro serra: la metafora della trave cambia nella visione di una grande tempesta, che può concludersi con una pioggia leggera (for a high gale a little rain may end). 24. saggio guerrero: è restituito ai sostantivi courage e patience, che di fatto definiscono le doti dell’uomo combattente. 29-30. troppa alterezza è quella, che sconvene; / di grande orgoglio mai ben non avvene: sono condensate in una sola unità: yet pride’s excess is not a thing to praise (“l’eccesso di orgoglio non è una cosa da lodare”). 54. i dannaggi di Amore si stemperano nel genitivo Love’s jest (‘il gioco di Amore’). 62. e batte, come nave il vento inonda: la metafora della 184 tempesta, specie nella lirica antica, rappresenta l’impeto dell’amore nel cuore del poeta. Rossetti se ne fa degno interprete nella sua lingua: Love rocks my life with tempests on the deep. 185 Bonaggiunta Orbicciani Donna amorosa, O Lady amorous, Senza mercede Merciless lady, Per la mia fede, Full blithely play’d ye Di me giocate, These your beguilings. Com’uomo face So with an urchin D’uno fantino, A man makes merry, - Che gio’ li mostra In mirth grows clamorous, E gioco, e ride: Laughs and rejoices, - Da poi che vide But when his choice is Sua volontade To fall aweary, Lo ‘nganna e tace: Cheats him with silence. Ecco Amor fino. This is Love’s portion: - Pur alle noie In much wayfaring Lo fa angosciare, With many burdens Non li vuol dare He loads his servants, Gioia d’amare. But at the sharing, Però mal pare The underservice Lo troppo fare, And overservice Quanto lo mino. Are alike barren. Sicchè giocando, As my disaster Posso perire, Your jest I cherish, E mal soffrire, And well may perish. Come l’astore Even so a falcon Che pezz’ha è priso Is sometimes taken E mal guardato, And scantly cautell’d; E allora quando Till when his master Lo va vedere, At length to loose him, E per tenere To train and use him, Lo suo Signore Is after all gone, - Trovalo impiso, The creature’s throttled E diffilato. And will not waken. Donqua, Madonna. Wherefore, my lady, Se voi m’amate, If you will own me, Or mi guardate. O look upon me! Di me aggiate, If I’m not thought on, Bella, pietate. At least perceive me! Non mi lassate O do not leave me Tanto obliato. So much forgotten! Se voi, Madonna, If, lady, truly Ben mi volete, You wish my profit, 186 Come dicete, What follows of it Di ciò son fello, Though still you say so? – Ch’io pur aspetto For all your well-wishes Bocca parlando. I still am waiting. Ben par che voi I grow unruly, Vi dilettiate And deem at last I’m Di me ch’amate, Only your pastime. Como ‘l zitello A child will play so, Dell’augello Who greatly relishes Va dilettando Sporting and petting Finchè l’auccide. With a little wild bird: Tanto lo tira Unaware he kills it, - E poi lo mira, Then turns it, feels it, Forte s’adira, Calls it with a mild word, E tosto gira, Is angry after, - Tralli dell’ira, Then again in laughter E va giocando. Loud is the child heard. O avvenente O my delightful Madonna mia, My own my lady, In quella dia Upon the Mayday Ch’i’ mi ci addusse; Which brought me to you Li tanti passi Was all my haste then Furo a ventura. But a fool’s venture? Ver’è che voi To have my sight full Veder volea, Of you propitious Ma mi credea Truly my wish was, Che preso fusse, And to pursue you S’io vi guardassi, And let love chasten Per la figura. My heart to the centre. Ma tal si pensa But warming, lady, Scaldar che s’arde; May end in burning. Però ben guardi, Of all this yearning E non più tardi; What comes, I beg you? Dei dolci sguardi In all your glances Ben sente dardi, What is’t a man sees? – Caldo e freddura. Fever and ague. Testo italiano: quinari, con una predominanza di versi a rima baciata Testo inglese: quinari e senari, con assonanze e consonanze Nella canzonetta che il traduttore attribuisce erroneamente a Pier Moronelli da Fiorenza (in realtà l’autore sembra 187 rispondere alla persona di Bonaggiunta Orbicciani), un verbo succede e l’altro lo insegue. Il ritmo del testo è mosso velocemente dalle azioni verbali, che assumono un ruolo dominante nel linguaggio poetico (specialmente in prossimità delle forme gerundive. Cfr. 20, 44, 50, 57). In traduzione gli stessi modi verbali sono mantenuti al v. 44 e al v. 50. Le locuzioni troppo fare e lo mino (18-19) variano in due parole composte: underservice e overservice. La versione ammette un numero ingente di rime interne (cfr. 1-2, 27-28, 33-34, 36-37, 52-53, 58-59), e una presenza costante di voci avverbiali (scantly, 25; truly, 39, 66; unruly, 45; greatly, 49). 13. l’arcaismo wayfaring traduce il senso di agitazione che soggiace al sost. noie. 14-21. il traduttore cambia il lessico con voci innovative, dimostrando inoltre che l’ordine dei versi tradotti non corrisponde linea per linea a quello dei versi italiani (il v. 19 rimanda al v. 17; il v. 22 segue d’un solo verso l’originale, e via di seguito). 30. impiso: nel verso inglese il part. pass. throttled riproduce acusticamente il gesto descritto dal verbo italiano. 41-47: Rossetti inverte nuovamente la disposizione dei versi impedendone una lettura sinottica. La scelta delle parole non è sempre conforme ai criteri linguistici del testo originario: per esempio il fatto che la donna trovi diletto nell’amante si traduce nei termini di un pastime (‘passatempo’). 60. dia: è tradotto con mayday, ‘calendimaggio’. Proprio maggio, il mese delle rose e delle spose. 188 Ciuncio Fiorentino Donna, io forzeraggio lo podere, Lady, with all the pains that I can take, Cantando mio rinnovato desire I’ll sing my love renewed, if I may, well, Tutto in vostra laude. And only in your praise. Lo cervio in vecchiezza serpe chere, The stag in his old age seeks out a snake Poi l’ha mangiato, bee, ciò odo dire, And eats it, and then drinks, (I have heard tell,) Per tema della fraude Fearing the hidden ways Del veneno, sicchè poi rinnovella. Of the snake’s poison, and renews his youth. Similemente è quella Even such a draught, in truth, Vostra dolce accoglienza, che fuor pinse Was your sweet welcome, which cast out of me, E immantinente estinse With whole cure instantly, In me la pena di vostra veduta, Whatever pain I felt, for my own good, Quando per rinnovar fei la venuta. When first we met that I might be renew’d. Cosa ch’è tratta fuor di sua natura A thing that has its proper essence changed Per virtù d’argomento poderoso, By virtue of some powerful influence, Com’acqua per lo foco, As water has by fire, Ritorna tosto a natural statura, Returns to be itself, no more estranged, Cessato l’argomento a lei noioso; So soon as that has ceased which gave offence: Sicchè dipoi non poco Yea, now will more aspire Monta natura più, che in prima essenza. Than ever, as the thing it first was made. Così la non presenza, Thine advent long delay’d Donna, di voi quasi d’amor mi trasse Even thus had almost worn me out of love, Per sua virtù, che stasse; Biding so far above: Ma poi che a me, lasso, è ritornato But now that thou hast brought love back for me, Lo mio desire, è in voi troppo montato. It mounts too much, - O lady, up to thee. Madonna, volentier non moveria I have heard tell, and can esteem it true, Verso la vostra altezza mio lausore, How that an eagle looking on the sun, Da poi vi son donato; Rejoicing for his part Che già non verisimile parria And bringing oft his young to look there too, - Che uomo sol fosse di ciò fattore, On him will set his heart. Che impossibile dato So I am made aware that Love doth lead A ciascheduno è in comunitate. All lovers, by their need, Dunque con veritate To gaze upon the brightness of their loves; Vostra apparenza di voi tutto spanda And whosoever moves Ciò che ragion comanda. His eyes the least from gazing upon her, Che passate natura sì in ciò fare The same shall be Love’s inward minister. Come in esser laudata, ciò mi pare. Udito ho raccontar per veritate, Che l’aquila mirando nello sole Diletto ha per natura, Sicchè v’adduce i figli più fiate; 189 E qual più volentier mirar vi suole, E in lui mette cura. Così l’amor m’è avviso che gli amanti Induca tutti quanti Verso la chiarità di loro amanza; E qual più con leanza La mira, come piace al detto amore, Quello ritien per suo fin servidore. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema Abc Abc DdE eFF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema Abc Abc DdE eFF (Abc AcD dEe) Rossetti compie un salto dal v. 25 al v. 36 per poi ricominciare la traduzione al v. 37. Una omissione che depaupera il testo inglese di una parte sublime della canzone, cioè quella in cui l’amante invoca Madonna. La lingua di Ciuncio è ricca di parole che rinviano ai temi della lirica medievale: il rinnovato desiderio, la natura della donna, la veritate e l’amore. Le rime etimologiche rinnovato / rinnovella / rinnovar (2, 7, 12) sono riacquisite nelle forme di renewed / renews / renew’d. Il sost. natura, variamente ripetuto nell’originale, è reso a volte con voci equivalenti (per es. essence, 13). Nell’epilogo il motivo amoroso, condensato nei rimanti D (amanti), E (amanza), F (amore), è riconosciuto ai vv. 31 (lovers), 32 (loves), 35 (Love’s), dov’è possibile constatare la diversa posizione delle parole all’interno della frase. 1. forzeraggio lo podere: per analogia, l’amante si fa carico oltremodo delle sue pene (with all the pains that I can take). 2. solo nel verso inglese è attestata la formula di cortesia if I may (‘se posso’). 48. fin servidore: è tradotto con Love’s minister (‘servo di Amore’). 190 Giacomo da Lentini Dolce cominciamento I play this sweet prelùde Canto per la più fina, For the best heart, and queen Che sia al mio perimento Of gentle womanhood, Da qui infin a Messina, From here unto Messene; Cioè la più avvenente, Of flowers the fairest one; E stella rilucente, The star that’s next the sun; Che levi la mattina. The brightest star of all. Quando m’appar davanti, What time I look at her, Li suoi dolci sembianti My thoughts do crowd and stir M’incendon la corina. And are made musical. Dolce meo Sir, se incendi, Sweetest my lady, then Or io che deggio fare? Wilt thou not just permit, Tu stesso mi riprendi, As once I spoke, again Se mi vei favellare. That I should speak of it? Chè tu m’hai inamorato My heart is burning me E lo cor m’hai laniato Within, though outwardly Sì che da for non pare. I seem so brave and gay. Chi membrati alla fiata, Ah! dost thou not sometimes Quand’eo t’ebbi abbracciata, Remember the sweet rhymes Ha li dolci basciari? Our lips made on that day? – Ed io basciando stava When I her heart did move In gran dilettamento, By kisses and by vows, Con quella, che m’amava, Whom I then called my love, Bionda e viso d’argento: Fair-haired, with silver brows: Presente me, cantava, She sang there as we sat; E non mi si celava Nor then withheld she aught Tutto suo convenente; Which it were right to give; E disse: io t’ameraggio, But said, “Indeed I will E non ti falliraggio Be thine through good and ill Per tutto il mio vivente. As long as I may live.” Al mio vivente, Amore, And while I live, dear love, Io non ti falliraggio In gladness and in need Pera lo lusingatore, Myself I will approve Che parla di tal fallaggio; To be thine own indeed. Ed io sì t’ameraggio. If any man dare blame Per quello, ch’è selvaggio, Our loves, - bring him to shame, Dio li mandi dolore. O God! and of this year Unqua non vegna a maggio. Let him not see the May. Tant’ha di male usaggio It’s not a vile thing, say, Che di state ha gelore. To freeze at Midsummer? 191 Testo italiano: settenari, con schema I ab, ab; ccb, ddb II ab, ab; ccb ccb III ab, ab; aac ddc IV ab, ab; bba, bba Testo inglese: senari, con schema ab abc cd eed Il traduttore riscrive la canzonetta (ch’egli attribuisce a Ruggieri di Amici Siciliano; in realtà sembra appartenere a Giacomo da Lentini) adattando il siciliano alla lingua inglese, e riducendo l’andamento melodico dei versi italiani. In luogo delle rime siciliane (cfr. vv. 12-14, 17, 20, 11, 13) si registrano assonanze (then:again, 11, 13) e legami rimici assoluti (permit:it, 12, 14; gay:day, 17, 20). 3. l’arcaismo perimento non ha equivalente, però acquisisce una suprema concezione della donna ch’è queen / of gentle womanhood (“regina del gentil sesso”). 9-10. i dolci sembianti che accendono il cuore (la corina) del poeta sono ripresi proprio a partire dal poeta, i cui pensieri, affollandosi nella sua mente, sono fatti per essere musica (my thoughts do crowd and stir / and are made musical). 11. dolce meo Sir… : in traduzione il poeta si rivolge invece alla sua donna – sweetest my lady –. 17. la parvenza dell’innamorato è qualificata con i francesismi brave e gay (‘prode’ e ‘allegro’), assenti nell’originale. 19. la metafora delle ‘dolci rime’ – sweet rhymes – serve a custodire i dolci baci che il poeta un tempo diede all’amata. 21. ed io basciando stava: nel verso inglese il poeta tocca il cuore della donna con kisses (‘baci’) e vows (‘promesse’). 28-29. la rima ricca ameraggio:falliraggio è tradotta in locuzione unitamente a to be: I will be thine through good and ill (“sarò tua nel bene e nel male”). 32-34. i verbi in –aggio sono assorbiti entro i limiti di un rito maritale: in gladness and in need / myself I will approve / to be thine own indeed (“in gioia e povertà / io stesso ammetterò / di essere tuo davvero”). 192 Di Amorozzo da Firenze Lontan vi son, ma presso v’è lo core I am afar, but near thee is my heart; Con gran mercè cherendo, Only soliciting Che non vi grevi lunga dimoranza. That this long absence seem not ill to thee: Che se saveste la pena e l’ardore, For, if thou knew’st what pain and evil smart Che soffro per voi, bella, non veggendo, Tha lack of thy sweet countenance can bring, Ben sovverria di me voi con pietanza. Thou wouldst remember me compassionately. Così m’avven col Cervio, per usanza, Even as my case, tha stag’s is wont to be, Credendosi campare Which, thinking to escape Morte, allungando là ‘v’onde latrare His death, escaping whence the pack gives cry, Fere e va al morire; Is wounded and doth die. Così ‘n pensero voi raffigurando So, in my spirit imagining thy shape, Credo camper la morte, e mi sobranza. I would fly Death, and Death o’ermasters me. Sobranzami la morte qual rimiro I am o’erpower’d of Death when, telling o’er Affigurando la vostra beltate, Thy beauties in my thought, Che parmi aver ciò che non ho; mi tegno I seem to have that which I have not: then Così com’uomo face sigramiro I am as he who in each meteor, Veder lo suo disio per claritate Dazzled and wildered, sees the thing he sought. Simile amor mi mira, e mostra ‘ngegno. In suchwise Love deals with me among men: - Voi, che non aio e siete meo sostegno, Thee whom I have not, yet who doth sustain Mi dona, e tene in braccio spessamente, My life, he bringeth in his arms to me Nè a voi giungo, lasso, nè m’attegno; Full oft, - yet I approach not unto thee. S’eo non m’aggiungo a voi proprio incarnate, Ah! if we be not joined i’ the very flesh. Non può durar, che non pera del tutto It cannot last but I indeed shall die Che troppo greve fascio d’amor aggio. By burden of this love that weigheth so. Com’albore ch’è troppo caricato, As an o’erladen bough, while yet ‘tis fresh, Che frange, e perde sene e lo suo frutto, Breaks, and itself and fruit are lost thereby, - Simile, Amore, eo mi disperderaggio. So shall I, love, be lost, alas for woe! Ahi! dolce Amore, che consiglio avraggio And, if this slay indeed that thus doth rive S’infino eo moro per voi disiare! My heart, how then shall I be comforted? Vorrìa, come Leone Thou, as a lioness Lo figlio a sua nazione Her cub, in sore distress Fare di morte surgere e levare. Might’st toil to bring me out of death alive: Poteste suscitarmi, s’eo morraggio? But couldst thou raise me up, if I were dead? Donqua se ciò fosse, piaceriami morte Oh! But an’ if thou wouldst, I were more glad Più non fa vita, stando dipartuto, Of death than life, - thus kept Nè conveggendo la vostra figura. From thee and the true life thy face can bring. Cà non serìa sì angosciosa e forte, So in nowise could death be harsh or bad; Ma mi sembràra avesse dormuto But it should seem to me that I had slept Risuscitando a vostra parladura. And was awakened with thy summoning. Ma poiche no assicura, Yet, sith the hope thereof is a vain thing, 193 Vorrea, com’ fedel fino, I, in fast fealty, Sì come l’Assessino Can like the Assassin be, Ca per ubbidir suo Signor sen fallo, Who, to be subject to his lord in all, Va, prende morte, e non sinde cura. Goes and accepts his death and has no heed: Così non cureraio che m’avvegna. Even as he doth so could I do indeed. Tuttora affino in ver voi la mia spene, Nevertheless, this one memorial – Da poi che Amor lo vuole e lo comanda. The last – I send thee, for Love orders it. Disavventura ver voi mi rimanda He, this last once, will that thus much be writ Pregarevi la mainera tegnamo In prayer that it may fall ‘twixt thee and me Chente due augel fanno, After the manner of Quando all’amor s’addanno Two birds that feast their love A lor compungimento, e di tanto amo, Even unto anguish, till, if neither quit Che l’un, se l’altro non parte, ne ancide. The other, one must perish utterly. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC ABC CdD eFG Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC ABC CdE eDC La traduzione è conforme allo stile del poeta, che nell’edizione italiana antica cui attinge Rossetti s’identifica davvero nella persona di Carnino Ghiberti da Fiorenza. 12-13: nel verso inglese il carattere maiuscolo della morte – Death – ne sostiene l’ipostatizzazione. 17. i participi passati in rima dazzled (‘abbagliato’) e wildered (‘confuso’) riproducono l’effetto subìto per claritate. 30. la comparazione del poeta con Leone è a somiglianza della donna con lioness(a), che travaglia faticosamente per salvare her cub (“il suo cucciolo”). 46. la spene si traduce nel sost. memorial, il ‘memoriale’, l’ultimo che Amorozzo invia alla sua amata per ordine di Amore. 194 Semprebene da Bologna Come lo giorno quando è al mattino Even as the day when it is yet at dawning Chiaro e sereno, ed è bello a vedire, Seems mild and kind, being fair to look upon, E gli augelletti fanno lor latino While the birds carol underneath their awning Cantare fino, ch’è dolce ad audire, Of leaves, as if they never would have done; E poi a mezzo giorno cangia e muta, Which on a sudden changes, just at noon, E torna in pioggia la dolce venuta, And the broad light is broken into rain Che mostrava; That stops and come again; Lo pellegrino, che securo andava, Even as the traveller, who had held his way Per la speranza del bel giorno, quello Hopeful and glad because of the bright weather, Diventa fello e pien di pesanza; Forgetteth then his gladness altogether; Così m’ha fatto Amore certamente, Even so am I, through Love, alas the day! Ch’allegramente in prima mi mostrao It plainly is through Love that I am so. Sollazzo e tutto ben dall’avvenente; At first, he let me still grow happier Alla più gente lo cor li cangiao. Each day, and make her kindness seem to grow; Credendomi di trar tutta mia vita But now he has quite changed her heart in her. Savio, cortese, di bella partita, And I, whose hopes throbbed and were all astir E gir per quella baldo, For times when I should call her mine aloud, Che passa giacinto e smeraldo, And in her pride be proud Ed ave bellezze, ond’eo disìo. Who is more fair than gems are, ye may say, E saccio e crio, che follìa lo tira, Having that fairness which holds hearts in rule; - Chi lauda ‘l giorno avanti che sia sira. I have learnt now to count him but a fool Assai val meglio lo non cominciare, Who before evening says, A goodly day. Che poi lo fare non val ripentanza. It had been better not to have begun, Per voi m’ha messo, bella, Amore in mare; Since, having known my error, ‘tis too late. Fammi tornare a porto d’allegranza, Thy thing from which I suffer, thou hast done, Che voi m’avete tolto remi e vela Lady: canst thou restore me my first state? E travaglia lo meo cor, nè medela The wound thou gavest canst thou medicate? Spera ei, donna mia. Not thou, forsooth: thou hast not any art Poi m’hai levata la tua compagnia, To keep death from my heart. Rendetelami, Donna, tutta in una O lady! where is now my life’s full meed Che no è in fortuna tuttavia lo Faro, Of peace, - mine once, and which thou took’st away? E presso a notte vene giorno chiaro. Surely it cannot now be far from day: Più bella par la mare, e più sollazza Night is already very long indeed. Quand’è in bonazza, che quand’è turbata: The sea is much more beautiful at rest La vostra cera, che ‘l meo core allazza Than when the storm is trampling over it. Par ch’a voi plaza chè m’è corucciata: Wherefore, to see the smile which has so bless’d Chè non è donna, che sia tanto bella, This heart of mine, deem’st thou these eyes unfit? Che s’ella mostra vista, e gronda fella, There is no maid so lovely, it is writ, Che non disdica. That by such stern unwomanly regard Però vi prego, dolce mia nemica, Her face may not be marr’d. 195 Da voi si mova mercede e pietanza, I therefore pray of thee, my own soul’s wife, Sì che d’erranza mi traggiate, Donna, That thou remember me who am forgot. Chè di mia vita voi siete colonna. How shall I stand without thee? Art thou not The pillar of the building of my life? Testo italiano: versi di varia misura, con prevalenza endecasillabica e un andamento rimico libero e alterno Testo inglese: decasillabi e senari, con schema rimico variabile L’originale, la cui paternità spetta a Semprebene da Bologna e non a Prinzivalle Doria com’è attestato in traduzione, veicola il tema amoroso con un linguaggio arcaico e di matrice letteraria (augelletti e latino, 3; dolce venuta, 6; pellegrino, 8; sollazzo, 13; sira, 21; ecc.). Gli avverbi certamente e allegramente, in rimalmezzo ai vv. 11-12, e con riferimento all’influenza di Amore sul poeta, sono compensati dai rimanti through Love / through Love. 3-4. Rossetti traduce il dettaglio, e quelle piccole realtà da cui trae spunto per approfondire l’originale. Nei passi citati, descrive il luogo dove gli uccellini cantano allegramente – underneath their awning / of leaves (“sotto il loro covo di foglie”) –. 15-16. credendomi di trar tutta mia vita / savio, cortese, di bella partita: prendono forma in un turbinìo di speranze che agitano l’animo del poeta (and I, whose hopes throbbed and were all astir / for times when I should call her mine aloud). 26. la metafora dei remi e della vela, atti a descrivere metaforicamente i mezzi necessari per raggiungere la felicità, si dilegua nel sost. thing, che definisce soltanto la cosa da cui ha origine il dolore del poeta. 41. dolce mia nemica: è sostituita con la tenera invocazione a my own soul’s wife (“sposa della mia stessa anima”). 196 Rustico di Filippo Quando Dio messer Messerin fece, When God had finished Master Messerin, Ben si credette far gran maraviglia, He really thought it something to have done: Ch’uccello e bestia ed uom ne sodisfece, Bird, man, and beast had got a chance in one, Che a ciascheduna natura s’appiglia. And each felt flattered, it was hoped, therein. Che nel gozzo anitrocco ‘l contrafece, For he is like a goose i’ the windpipe thin, E nelle reni giraffa somiglia, And like a cameleopard high i’ the loins; Ed uom sembra, secondo che si dece, To which, for manhood, you’ll be told, he joins Nella piacente sua cera vermiglia. Some kinds of flesh-hues and a callow chin. Ancor rassembra corbo nel cantare, As to his singing, he affects the crow; Ed è diritta bestia nel savere, As to his learning, beasts in general; E ad uomo è somigliato al vestimento. And sets all square by dressing like a man. Quando egli il fece poco avea che fare, God made him having nothing else to do; Ma volle dimostrar lo suo potere, And proved there is not anything at all Sì strana cosa fare ebbe in talento. He cannot make, if that’s a thing He can. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La trattazione ha inizio con un personaggio grottesco, messer Messerin, che fu creato da Dio con le sembianze più bizzarre dell’uomo e della bestia. La comicità del testo è promossa dagli stilemi linguistici della lirica illustre: sembra, piacente, cera vermiglia, rassembra, savere. La locuzione as to his (ripetuta all’inizio del verso consecutivo) introduce i verbi sostantivati singing e learning, che rispondono agli infiniti cantare e savere (9-10). La rima etimologica somiglia / somigliato (6, 11) si riforma in una ordinaria componente di comparazione: like. Il monosillabo goose riproduce gozzo. Nel testo inglese i rimanti nothing:anything:thing condividono uno stesso membro linguistico, thing, la ‘cosa’ fatta da Dio (cioè Messerino). 2. gran maraviglia: è tradotta con il pron. indef. something, che sottintende qualcosa di straordinario. 197 Messer Bertuccio, a dritto uom vi cagiona, Master Bertuccio, you are called to account Che Fazo non guardate dal veleno, That you guard Fazio’s life from poison ill: E ciascun fiorentin di ciò ragiona, And ever man in Florence tells me still Che non va ben sicuro a palafreno. He has no horse that he can safely mount. Un gran destrier di pregio ave a Cremona, A mighty war-horse worth a thousand pound Che mille lire il dice, in tutto, il meno. Stands in Cremona stabled at his will; Fate che venga per la sua persona; Which for his honoured person should fulfil Non siate scarso in sua guardia, nè leno. Its use. Nay, sir, I pray you be not found E questo dico, e vo che sia sentenza, So poor a steward. For all fame of yours Credendo il me’ di voi dicer per vero: Is cared for best, believe me, when I say: - Messer Bertuccio il guardi per Fiorenza, Our Florence gives Bertuccio charge of one Che dell’ingegno suo sta cavaliero; Who rides her own proud spirit like a horse; E il Cocciolo gli deggia far credenza, Whom Cocciolo himself must needs obey; Non ch’io ne dotti, tanto ha il viso fiero. And whom she loves best, being her strongest son. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il parallelismo fiorentin / Fiorenza (3, 11) prefigura il motivo-cardine del testo italiano, cioè le maldicenze divulgate a Firenze dai fiorentini sulla persona disdicevole di Fazio. In traduzione il poeta, parlando della ‘nostra Firenza’ – our Florence – accorda maggiore partecipazione. 4-5. il rapporto in chiasmo tra palafreno e destrier si risolve nella rimalmezzo horse:horse. 13. deggia: la forma siciliana del verbo è resa con must e needs, l’uno complementare all’altro e di pari significato (‘deve’). 14. non ch’io ne dotti, tanto ha il viso fiero: è ricondotto in un’espressione che manifesta l’amore di Firenze per il più valoroso dei suoi figli (and whom she loves best, being her strongest son). 198 Chi messer Ugolin biasma o riprende, If any one had anything to say Perchè non ha fermezza nè misura, To the Lord Ugolino, because he’s E perchè sua promessa non attende, Not staunch, and never minds his promises, Non è cortese, ch’ei l’ha da natura. ‘Twere hardly courteous, for it is his way. Ma fa gran cortesia chi nel difende: Courteous it were to say such sayings nay: Ch’è sì gentile, che non mette cura, As thus: He’s true, sir, only takes his ease E poco pensa se manca od offende; And don’t care merely if it plague or please, E se vuol ben pensar, poco vi dura. And has good thoughts, no doubt, if they would stay. Ma io so ben che s’ei fosse leale, Now I know he’s so loyal every whit Ch’egli è di sì gran pregio il suo valore, And altogether worth such a good word Che meno sen potria dir ben che male: As worst would best and best would worst befit. Ed ama la sua parte di buon core; He’d love his party with a dear accord Se non che punto ben non gliene cale, If only he could once quite care for it, E ben non corre a posta di signore. But can’t run post for any Law or Lord. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Il tono ironico del sonetto è valorizzato dallo stile erudito della lingua (biasma, 1; misura, 2; cortese, 4; cortesia, 5; gentile, 6; pregio e valore, 10; potrìa, 11; buon core, 12; cale, 13). L’interdipendenza tra non è cortese / ma fa gran cortesia (4-5) è ristabilita nei corrispondenti ‘twere hardly courteous / courteous it were, dove si rileva uno scambio tra gli elementi in sede primaria. Notiamo l’uso ripetuto di ben, sia con funzione avverbiale sia aggettivale. Rossetti ne fa ricorso due volte, e soltanto in forma attributiva (cfr. 8 e 10). Negli altri casi impiega l’avv. best, che si lega in rima identica con il suo omologo al v. 11. 2. il nome Lord è da considerarsi come titolo. Per fermezza e misura, qualità che non sembrano convenire a Ugolino, il traduttore usa l’agg. staunch, che richiama la condotta sleale del signore. 199 Pucciarello di Fiorenza Per consiglio ti do de passa passa, Pass and let pass, - this counsel I would give, - Voltar mantello a quel vento che vene; And wrap thy cloak what way the wind may blow; Chi ‘nalzar non se può, multo fa bene Who cannot raise himself were wise to know Ch’a suo vantaggio fiettendo s’abassa. How best, by dint of stooping, he may thrive. Per sempio mostro l’arboscella bassa, Take for ensample this: when the winds drive Quando la piena incontra le vene, Against it, how the sapling tree bends low, Ch’ella si fiette, e così se mantene And, once being prone, abideth even so Per fin che piena dura aspera passa. Till the hard harsh wind cease to rend and rive. Però, quando ti vedi starne abbasso, Wherefore, when thou behold’st thyself abased, Sta ceco, sordo, muto; e sì non meno Be blind, deaf, dumb; yet therewith none the less Ciò ch’odi, e vedi, taci e nota appieno. Note thou in peace what thou shalt hear and see, Finchè Fortuna te leva da basso. Till from such state by Fortune thou be raised. Poi taglia, stronca, mozza, rompi, e batti, Then hack, lop, buffet, thrust, and so redress E fa che mai non torni a simil atti. Thine ill that it may not return on thee. Testo italiano: ABBA ABBA CDD CDD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Al v. 1 il traduttore riprende la rima identica passa:passa nell’equivalente pass:pass, che precorre le azioni successive consigliate dal poeta. L’accumulazione degli aggettivi ceco, sordo, muto (10), e dei verbi taglia, stronca, mozza, rompi, e batti (13) è accolta con pari dignità negli omologhi della categoria aggettivale (blind, deaf, dumb), e verbale (hack, lop, buffet, thrust, redress). La rapida corsa del v. 11, ciò ch’odi, e vedi, taci e nota appieno, rallenta nell’inglese note thou in peace what thou shalt hear and see. 4. vantaggio: viene accordato al sintagma verbale may thrive (‘può fiorire’). 6. la piena: ha come equivalente linguistico the winds, ‘i venti’, che soffiano in direzione de the sapling tree (‘l’alberello’). 14. simil atti: nel verso inglese prendono la natura malevola del sost. ill. 200 Albertuccio della Viola Alla danza la vidi danzare, Among the dancers I beheld her dance, L’Amorosa, che mi fa allegrare. Her who alone is my heart’s sustenance. Così, come danzava, mi ferìo; So, as she danced, I took this wound of her; Non mi fallìo la fiore delle fiore. Alas! the flower of flowers, she did not fail. Addovenir ne voglio Woe’s me! I will be Jew and blasphemer Giudeo pessimo e reo, If the good god of Love do not prevail Se il Deo dell’amore To bring me to thy grace, oh! thou most fair. Non mi conduce con voi, amor meo, My lady and my lord! alas for wail! Non ne camp’eo: omè, donn’ e signore How many days and how much sufferance? Quante pene mi facea durare. Oh! would to God that I had never seen Sir Iddeo, non l’avess’eo mai veduta, Her face, nor had beheld her dancing so! Nè conosciuta danzare alla danza; Then had I missed this wound which is so keen - E al cor m’ha data mortale feruta, Yea, mortal – for I think not to win through E sì aguta, non credo campare, Unless her love be my sweet medicine; Se lo suo dolce amore non m’aiuta. Whereof I am in doubt, alas for woe! Alla postuta stonne in dubitanza Fearing therein but such a little chance. Sì che appena men credo campare. She was apparelled in a Syrian cloth, Vestut’era d’un drappo di Sorìa My lady: - oh! but she did grace the same, La Donna mia, e stavale bene. Gladdening all folk, that they were nowise loth Rallegrava la gente tuttavia, At sight of her to put their ills from them. Che la vedìa, traiea lor di pene, But upon me her power hath had such growth E mi ha data tanta signorìa, That nought of joy thenceforth, but a live flame, Che ‘n quella dìa solazzo nè bene Stirs at my heart, - which is her countenance. Nanti foco ardente mi pare. Sweet-smelling rose, sweet, sweet to smell and see, Tutti gli allegrava l’avvenente Great solace had she in her eyes for all; Rosa aulente, cotanto sapìa, But heavy woe is mine; for upon me E me non riguardava di neente, Her eyes, as they were wont, did never fall. O me dolente, sì com’ far solìa. Which thing if it were done advisedly, Ma s’ella lo facesse accortamente, I would choose death, that could no more appal, Certanamente ben m’anciderìa, Not caring for my life’s continuance. Ed eo più vivo non vorrìa stare. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema xx abcd bdb x Testo inglese: decasillabi, con schema xx aba bab x L’uso di rime costanti in tutte le stanze resta un tratto esclusivo della canzone italiana, poiché le parole inglesi che rimano fra di loro sono relativamente limitate. Le rime grammaticali in –are (danzare, 1; allegrare, 2; durare, 10; campare, 17; pare, 24; stare, 31) cambiano nei rimanti con desinenza –ance (dance, sustenance, sufferance, chance, countenance, continuance). 2. il pregio della donna che fa rallegrare il poeta si traduce nel genitivo heart’s sustenance (‘sostegno del cuore’). 3. ferìo: è parafrasato nell’inglese I took this wound of her (“ho preso questa pena d’amore”). 5201 6. addovenir ne voglio / Giudeo pessimo e reo: il traduttore concentra le due proposizioni in un solo verso, aggiungendovi un’imprecazione esclamativa (woe’s me!). 8. l’apostrofe amor meo varia nella forma superlativa most fair, che ammette la bellezza assoluta della donna. 24. il foco ardente è riconoscibile nella raffigurazione verbale di una live flame (‘fiamma viva’) che agita il cuore del poeta. 26. rosa aulente, cotanto sapìa: nel verso inglese la ripetizione dell’agg. sweet, e la figura etimologica smelling / smell accentuano la dolcezza odorosa della rosa. 30. m’anciderìa: passa al modulo sogg. vb. compl.: I would choose death (“preferirei la morte”). 202 Tommaso Buzzuola, da Faenza Como le stelle sopra la Diana Even as the moon amid the stars doth shed Rende splendor con grande claritate; Her lovier splendor of exceeding light, - Così la mia donna per sovrana Even so my lady seems the queen and head Di tutte le donne ch’aggio trovate. Among all other ladies in my sight. Che la sua angelica figura umana Her human visage, like an angel’s made, Mi par ornata di tutta beltate; Is glorious even to beauty’s perfect height; Umile portatura, soave, e piana And with her simple bearing soft and staid In lei si trova con grande onestate. All secret modesties of soul unite. Però di lei amar aggio temenza, I therefore feel a dread in loving her; Considerando su’ alto valore Because of thinking on her excellence, E ‘l senno e la bellezza, che in lei pare. The wisdom and the beauty which she has. Per Deo la prego, ch’aggia provedenza I pray her for the sake of God, - whereas Di me, che sono suo leal servidore, I am her servant, yet in sore suspense Ma per temenza non l’oso mostrare. Have held my peace, - to have me in her care. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDE EDC La familiarità con il tema della donna (il cui splendore è paragonato alle stelle del firmamento), e lo stile rigoroso dell’originale (composto da parole in –enza) favoriscono senz’altro la letteralità della traduzione. Anche la lingua di Rossetti è caratterizzata da una cospicua presenza di gallicismi (excellence, 10, servant e suspense, 13), e voci predicative che rappresentano la bellezza femminile. 1. Diana: trova identificazione nella luna – moon –. 203 Di Loffo, o Noffo Bonaguida Ispirito d’Amor con intelletto A spirit of Love, with Love’s intelligence, Dentro dallo meo cor sempre dimora, Maketh his sojourn alway in my breast, Che mi mantiene in gran gioia e ‘n diletto Maintaining me in perfect joy and rest; E senza lui non viverìa un’ora. Nor could I live an hour, were he gone thence: Ed hammi fatto amante sì perfetto Through whom my love hath such full permanence Ch’ogn’altro in ver di me d’amore è fuora That thereby other loves seem dispossess’d. Non ho mai pene, nè sospiri getto: I have no pain, nor arm with sighs oppress’d, Cotanto buonamente m’innamora. So calm is the benignant influence. Lo spirito d’Amor, che meco parla Because this spirit of Love, who speaks to me Della mia gentil donna ed avvenente, Of my dear lady’s tenderness and worth, Mi dice: non voler mai più che amarla, Says: “More than thus to love her seek thou not, Sì com’ella ama te coralemente, Even as she loves thee in her wedded thought; E di fin cor servire, ed onorarla; But honour her in thy heart delicately: Che è la gioia del mondo più piacente. For this is the most blessed joy on earth”. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il verso iniziale, a spirit of Love, with Love’s intelligence, ricalca ispirito d’Amor con intelletto. Nel testo inglese ritornano parole di origine francese, e latinismi (spirit, intelligence, 1; sojourn, 2; permanence, 5; benignant influence, 8). Osserviamo la rima identica Love:Love (1), assente nella fonte, e due sole rime interne istituite sul rapporto love / loves (cfr. 5-6, 11-12). 8. buonamente: si traduce in tre nuove componenti del discorso – calm (‘calma’), benignant (‘benevola’), influence (‘influenza’) –, che rinviano all’influsso di Amore sull’innamorato. 12. coralmente: antico e letterario, è tradotto nel senso di wedded thought, ‘devoto pensiero’. 204 Lippo Paschi De’ Bardi Così fossi tu acconcia di donarmi Wert thou as prone to yeld unto my prayer Quel ch’io ti chieggio, pulzella gentile, The thing, sweet virgin, which I ask of thee, Come tu sei di dir con voce umile, As to repeat, with all humility, Tollete senza più dispiacer farmi: “Pray you go hence, and of your speech forbear”; - Ch’allor porrei allegro in gioia starmi Then unto joy might I my heart prepare, Contandomi fra gli altri signorile: Having my fellows in subserviency; Ma ciò, che tu mi gabbi e tieni a vile, But, for that thou contemn’st and mockest me, Si è la cosa che farà finarmi. Wheter of life or death I take no care. Chè rallegrarmi punto non mi posso, Because my heart may not assuage its drouth Nè poterò giammai insino a tanto Nor ever may again rejoice at all Che ‘l viso dolce all’atto, ond’uom la sente Till the sweet face bend to be felt of man, - E quella bella bocca dolcemente Till tenderly the beautiful soft mouth Io basci con tua voglia; e poi mi vanto I kiss by thy good leave; thenceforth to call D’esser di pena e di dolore scosso. Blessing and triumph Love’s extremest ban. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La caratteristica primaria del testo italiano consiste nell’uso di verbi enclitici, che descrivono variamente gli stati d’animo del poeta (cfr. 4-5, 9, 10). I sintagmi nominali pulzella gentile (2), viso dolce (8), bella bocca (9) sono tradotti nelle forme inglesi di sweet virgin, sweet face, beautiful soft mouth. Per voce umile il traduttore fa uso del sost. humility. 8. si è la cosa che farà finarmi: nel verso inglese che sia vita o sia morte, non sembra destare preoccupazione nel poeta (wheter of life or death I take no care). 13-14. e poi mi vanto / d’esser di pena e di dolore scosso: la condizione dolorosa di cui si vanta il poeta è comunione solenne di blessing (‘benedizione’) e triumph (‘trionfo’), che nella versione rossettiana assurgono a maledizione più estrema di Amore (Love’s extremest ban). 205 Ser Pace, Notaio da Fiorenza Novella gioia e nova innamoranza A fresh content of fresh enamouring Mi fa di novo canto risentire: Yields me afresh, at length, the sense of song, Chè m’avea quasi messo in oblianza Who had well-nigh forgotten Love so long: Amore e or vuol ch’eo li deggia servire. But now my homage he will have me bring. La ‘nd’ eo gioioso vivo in allegranza, So that my life is now a joyful thing, Chè tale aspetto m’ha messo in disire: Having new-found desire, elate and strong, Chè di bellezze e pregio ogn’altra avanza In her to whom all grace and worth belong, Quella, cui eo son dato ad ubidire. On whom I now attend for ministering. Membrando la figura con le membra The countenance remembering, with the limbs, Dentro dal core mi fue imaginata She was all imaged on my heart at once Subitamente con un solo isguardo. Suddenly by a single look at her: Quando la veggio un ardor mi rassembra Whom when I now behold, a heat there seems D’un foco e d’una fiamma delicata, Within, as of a subtle fire that runs Che ‘l cor m’ha preso tanto ch’eo tutto ardo. Unto my heart, and remains burning there. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Rossetti segue con scrupolo l’originale, prediligendo frasi semplici e un lessico conforme allo stile cortese del nostro poeta. La rinascita dell’amore è segnata dagli aggettivi novella, nova, novo (1-2), riconoscibili negli omologhi fresh:fresh e quindi afresh. La radice comune di membrando e membra (9) contribuisce a rinforzare il legame tra il ricordo della donna e le parti del suo corpo; una connessione ch’è tradita nel verso inglese dall’aspetto morfologico di remembering e limbs. 206 Niccolò degli Albizzi Fratel, se tu vedessi questa gente If you could see, fair brother, how dead beat Passar per Roma tutti isgominati, The fellows look who come through Rome to-day, - Con visi neri gialli e affumicati, Black yellow smoke-dried visages, - you’d say Diresti: dell’andata ognun si pente. They thought their haste at going all too fleet. Le panche suonan sì terribilmente Their empty victual-waggons up the street Quando son giù dal ponte in qua passati, Over the bridge, dreadfully sound and sway; Volgendo gli occhi a guise d’impiccati, Their eyes, as hanged men’s, turning the wrong way; Nè ‘n dosso, in capo, in piè hanno niente. And nothing on their backs, or heads, or feet. Le coste anco vedresti, e tutto ossame One sees the ribs and all the skeletons De’ loro cavalli, e le lor selle rotte Of their gaunt horses; and a sorry sight Hanno ripiene di paglia e di strame. Are the torn saddles, crammed with straw and stones. E si vergognan, che passan di notte; They are ashamed, and march throughout the night; Vannosi inginocchiando per la fame, Stumbling, for hunger, on their marrowbones; Trottando e saltellando come botte. Like barrels rolling, jolting, in this plight. E le loro armi tutte Their arms all gone, not even their swords are saved; Anno lasciate per fino alle spade; And each as silent as a man being shaved. E stan cheti com’uom quando si rade. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD DEE Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD EE Nell’originale un’altra terzina ha come rimanti DEE, mentre la traduzione ha in coda un distico a rima baciata (EE). Il traduttore usa rime piuttosto regolari, e verbi il cui significante emette il suono dell’azione o del movimento espresso dal significato (crammed, ‘riempito’, 11; stumbling, ‘inciampare’, 13; rolling, ‘rotolando’, 14; jolting, ‘sobbalzando’, 14). 13. vannosi inginocchiando per la fame: nel verso inglese è ritratta un’immagine cruda e al contempo grottesca dei compagni, che per fame inciampano sulle ossa a terra (stumbling, for hunger, on their marrowbone). 207 Francesco Da Barberino Non intendiate, ch’io qui le vi dica Do not conceive that I shall here recount Singolarmente, ma tanto prometto, All my own beauty: yet I promise you Che lo parlar ch’io faro, intenderete, That you, by what I tell, shall understand Quanto conviene, e bisogna savere. All that befits and that is well to know. E qui comincio, intendetemi bene: My bosom, which is very softly made, Lo petto mio è soave, ed umile, Of a white even colour without stain, Bianca la pelle, e macula non sente, Bears two fair apples, fragrant, sweetly-savoured, Ed ha due pomi odorifichi, e dolci; Gathered together from the Tree of Life Che furon colti dall’albore vita, The which is in the midst of Paradise. Lo qual nel mezzo paradise è posto. And these no person ever yet has touched; Questi nessuna persona hà toccata, For out of nurse’s and of mother’s hands Ch’io era fuori di notrice, e di madre; I was, when God in secret gave them me. Quando in segreto me gli diede Iddio. These ere I yield I must know well to whom; Questi non drei, se non sapessi a cui, And for that I would not be robbed of them, E perchè poi non mi fosson furati, I speak not all the virtue that they have; Non vuò dir tutta la virtute, che hanno. Yet thus far speaking: - blessed were the man Ma tanto dico, che beato è quello, Who once should touch them, were it but a little; - Che gli potesse toccar solo un poco; See them I say not, for that might not be. Veder non dico, ch’esser non porria. My girdle, clipping pleasure round about, Nel cingner mio si raggira piacere, Over my clear dress even unto my knees Nettezza, e tenerezza; Hangs down with sweet precision tenderly; Che stende una veste cristallina, And under it Virginity abides. Che pende giuso insino alle ginocchia, Faithful and simple and of plain belief Sotto la qual Verginità dimora. She is, with her fair garland bright like gold; Quella è fedel, credente, e semplicetta, And very fearful if she overhears Colla ghirlanda indorata, e sprendente, Speech of herself; the wherefore ye perceive Hà gran paura, quando ode contare That I speak soft lest she be made ashamed. Di se parole; però voi udirete: Lo! this is she who hath for company Ch’io dico pian ch’ella non si smarrisca. The Son of God and Mother of the Son; Ell’è colei, che con molte siede in cielo, Lo! this is she who sits with many in heaven; Ell’è colei, che in terra ha pochi seco. Lo! this is she with whom are few on earth. Testo italiano: versi sciolti Testo inglese: blank verses Nella mappa delle rime, nettezza:tenerezza (21) sono acquisite da una frase modale – with sweet precision tenderly –, che resta comunque priva del bacio rimico all’interno del verso. 29. Rossetti cede alle sue ascendenze spirituali, nominando la donna che ha per sua compagnia the Son of God e Mother of the Son. Lo stile anaforico dei vv. 30-31 (ell’è colei, che… / ell’è colei, che…) è ricalcato sulle lettere inglesi (lo! this is she who… / lo! this is she…). 208 Un vizio è, che laudato There is a vice which oft Trovo da certi, e tre mal conosciuti. I’ve heard men praise; and divers forms it has; Aggio alquanti veduti And it is this. Whereas Che per lor senno, o maioranza, o possa, Some, by their wisdom, lordship, or repute, Quando una mischia è mossa When tumults are afoot, Porian chetar’, e menovar li mali. Might stifle them, or at the least allay, - Dicon questi cotali; These certain ones will say, Lo savio dice, che fugga romore. “The wise man bids thee fly the noise of men.” Questo, chi vuole onore One says, “Wouldst thou maintain Intenda di fuggir, dove non vale: Worship, - avoid where thou mayst not avail; E che cagion del male And do not breed worse ail Non sia per se del cominciar di quello. By adding one more voice to strife begun.” Gl’altri vanno con quello; Another, with this one, Poter campar’ un per picciola spesa, Avers, “I could but bear a small expense, O leggier difesa: Or yield a slight defence.” Lo terzo, fol per dir certe parole. A third says this, “I could but offer words.” E colui che non vuole Or one, whose tongue records Per sua viltà far’alcuna di queste; Unwillingly his own base heart, will say, Dirà non mi potreste “I’ll not be led astray Tirar’ a cosa, che già non mi tocca. To bear a hand in others’ life or death.” Ben si da sù la bocca: They have it in their teeth! Ch’a tutte queste è tenuto, e legato; For unto this each man is pledged and bound; E fieli computato And this thing shall be found A sua ragion, ne la condannagione. Entered against him at the Judgment Day. Testo italiano: versi polimetrici in rima baciata Testo inglese: " " " 3. il sintagma and it is this prelude alla materia dell’originale, che nei versi inglesi si sviluppa nella piena fedeltà alla lingua e allo stile italiano. 12-13: l’idea di un incontro tra quello e gl’altri è pronunciata by adding one more voice to strife (“unendo una voce in più alla contesa”). 209 Quattro cose chi vole Now these four things, if thou Guardar’a punto, son vizi maggiori: Consider, are so bad that none are worse. Gir tra consigliatori, First, - among counselors Se non vi se’ chiamato, alcuna volta. To thrust thyself, when not called absolutely. E pecca gente molta And in the other three Ne li seguenti tre: per gran viltate; Many offend by their own evil wit. Quando son ragunate When men in council sit, Genti a consiglio, un parla a piagere: One talks because he loves not to be still; Et un’altro a volere: And one to have his will; E l’altro sol, perche vuole apparire. And one for nothing else but only show. Regula breve dire These rules were well to know, Convien noi de lo primo, e dar’a tutti. First for the first, for the others afterward. Se tu vedi redutti Where many are repair’d E stretti insieme alcuni; non v’andar mai, And met together, never go with them Se chiamato non serai. Unless thou’rt called by name. Degl’altri tre corta dottrina prendi. This for the first: now for the other three. Che ciò che dir’attendi, What truly thou dost see Pensa di te, e con fede t’accosta; Turn in thy mind, and faithfully report; E secondo ch’è posta And in the plainest sort In te la gratia del saver, consiglia. Thy wisdom may, proffer thy counselling. Un’altro è che s’appiglia. There is another thing Quasi con questi vizi, e questo occorre: Belongs hereto, the which is on this wise. Ch’a colui, che vuol torre If one should ask advice Da te l’aiuto, e tu li dai consiglio. Of thine for his own need whate’er it be, - Sovra ciò ti consiglio; This is my word to thee: - Che chiaramente serva, o tu glielo niega; Deny it if it be not clearly of use: O ne la scusa piega, Or turn to some excuse Se l’ai sufficiente; e srai piangente. That may avail, and thou shalt have done well. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema aBb CcD dEe e distici in rima baciata Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABb CcD dEe e rime baciate Nella sentenza ai quattro vizi maggiori il traduttore mantiene talvolta le parole-chiave del discorso, in altri casi sostituisce i vocaboli con una terminologia peculiare. Il sost. vizi, che aziona la lunga trattazione del poeta, è soppiantato da things (‘cose’), cui succede un qualificatore meramente negativo, cioè bad (‘cattive’). Una correlazione tra la lingua italiana e quella inglese è favorita dalla ricorrenza dei lemmi consigliatori (3) / a consiglio (8) / consiglio (24), i quali passano rispettivamente a counselors / in council / counselling. Resta fuori della catena linguistica word, che oltre a ‘parola’ designa ‘consiglio’. 8. … un parla a piagere: one talks because he loves not to be still (“una parla poiché non ama stare in silenzio”). 210 Par ch’un’ vizio pur regni, There is a vice prevails Dal qual molto guardar ci converria: Concerning which I’ll set you on your guard; E Quattro, che parria And other four, which hard Forse ad alquanti, non peccary per quegli. It were (as may be thought) that I should blame. El sembla a certi fegli Some think that still of them – Sempre chi parla, mal parlar di loro. Whate’er is said – some ill speech lies beneath; Questa è morte a costoro: And this to them is death: Che i lor difetti per questo vedemo. Whereby we plainly may perceive their sins. Or’ agl’altri verremo: And now let others wince. Che sono alquanti, credendo piacere, One sort there is, who, thinking that they please, Che per picciol savere, (Because no wit’s in these,) Per tutto il giorno t’accompagneranno: Where’er you go, will stick to you all day, E che risponderanno And answer, (when you say, Quando dirai; de non vi fatigate: “Don’t let me tire you out!”) “Oh, never mind – Di ciò non ci parlate, Say nothing of the kind, - Ch’el ci diletta molto a star con voi. It’s quite a pleasure to be where you are!” Lo secondo, che poi A second, - when, as far Che t’averà tutto giorno parlato; As he could follow you, the whole day long Se l’averai ascoltato; He’s sung you his dull song, Quel, che tu sofferai per cortesia And you for courtesy have borne with it, - Credrà diletto fia: Will think you’ve had a treat. Lo terzo penserà piacerti assai, A third will take his special snug delight, - Se quando tu averai Some day you’ve come in sight Un gran pensiero, e vorrai solo stare; Of some great thought and got it well in view, - Verratti acompagnare: Just then to drop on you. Lo quarto, quando ai ricevuta offesa, A fourth, for any insult you’ve received Dirà, che glie ne pesa; Will say he is so grieved, Et ogni giorno t’en farà memora. And daily bring the subject up again. El si conven dunque ora, So now I would be fain Ch’a tutti questi ti mostri riparo, To show you your best course at all such times; E buon consiglio, e caro; And counsel you in rhymes S’ che non pesi nel simil’ ad altri. That you yourself offend not in likewise. In tutti quattro aitarti In these four cases lies Porai, ad altre tue cose pensando; This help: - to think upon your own affair, E talora mostrando Just showing here and there Per alcune parole, che lo’ ntenda. By just a word that you are listening; Et a la fin comprenda And still to the last thing L’ultima cosa la tua parladura: That’s said to you attend in your reply, Dell’altre non far cura; And let the rest go by, - Che rade volte se ne pur ricorda. It’s quite a chance if he remembers them. Ma non aver tu sorda Yet do not, all the same, 211 La tua audienza, se la cosa pesa. Deny your ear to any speech of weight. E se questi ch’à presa But if importunate Cotal maniera, non è d’onor degno; The speaker is, and will not be denied, Partirati dal segno, Just turn the speech aside Trovando verisimile cagione: When you can find some plausible pretence; E s’un ben cura pone, For if you have the sense, Porà, facciendo a quel cotal questioni, By a quick question or a sudden doubt Trarlo sì da sermoni; You may so put him out Che non savrà ritornar dov’egl’era. That he shall not remember where he was, E per questa maniera, And by such means you’ll pass Porai da molti noiosi campare. Upon your way and be well rid of him. Or ti vò ritornare And now it doth beseem A quel consiglio, ch’io dar ti promisi. I give you the advice I promised you. Sien li tuoi pensier fisi; Before you have to do Quando acompagni, o a parlar t’avieni. With men whom you must meet continually, Con cui dimora tieni. Take notice what they be; Et in picciolo star cognoscerai, And so you shall find readily enough S’a color gradirai: If you can win their love, E piglia il sì, o’l nò, come comprendi. And give yourself for answer Yes or No. Ma se del sì tu prendi; And finding Yes, do so Fa sì, che voglian’anzi più che meno. That still the love between you may increase. E se color non sieno Yet if they be of these Disposti sì che conoscer li possa; Whom sometimes it is hard to understand, Fingi cagion; e mossa Let some slight cause be plann’d, Fa di partiti; e vedrai lor volere. And seem to go, - so you shall learn their will: E se solo un sedere And if but one sit still Vedi pensando; lassal se non chiama. As ‘twere in thought, - then go, unless he call. Or del’ offeso brama Lastly, if insult gall Lo mio desir, che tal’ordine servi: Your friend, this is the course that you should take. Che ne la prima osservi At first ‘tis well you make Quel lamentar’, e doler che ti pare As much lament thereof as you think fit, - Poi più non ne parlare; Then speak no more of it, Se dallui prima non si muove il dire. Unless himself should bring it up again; Allor porai seguire And then no more refrain Le tue parole; e dir, come t’en dole. From full discourse, but say his grief is yours. Testo italiano: endecasillabi e settenari in rima baciata Testo inglese: decasillabi e senari in rima baciata L’originale ammette un numero cospicuo di rime grammaticali, invece la traduzione è contrassegnata da una varietà di verbi, sostantivi e avverbi che si avvicendano alternativamente. 11. picciol savere: passa all’equivalente no wit’s, che 212 nega l’esistenza di saggezza in quegli uomini i cui difetti si scorgono per il fatto enunciato nei versi precedenti. 16, 21, 22. in traduzione il piacere è declinato nei sinonimi pleasure, treat, e delight. 31. e buon consiglio, e caro: nel verso rossettiano l’introduzione del locativo figurato in rhymes avvalora il significato pedagogico e gnomico delle rime. 44. … non è d’onor degno: è tradotto con importunate (‘inopportuno’), in uso dal 1520. 45. segno: cambia nell’inglese speech, che conviene al significato italiano di ‘parola’. 213 Vo’ guardar tuo figliolo, Say, wouldst thou guard thy son, Sì che non aggia duolo? That sorrow he may shun? Vanne a la parte prima Begin at the beginning Che lui da vizi lima. And let him keep from sinning. Vuo’ guardar magion tua? Wouldst guard thy house? One door Fagli un’uscio, e non piùa. Make to it, and no more. Vuo’ guardar li tuoi frutti?; Wouldst guard thine orchard-wall? Siene cortese a tutti. Be free of fruit to all. Testo italiano: settenari in rima baciata Testo inglese: senari in rima baciata Il tono sentenzioso del documento italiano si rinnova nei versi inglesi, dove la requisitoria è introdotta dalla forma imperativa del verbo say. Lo stile anaforico dei vv. 1, 5, 7 (vo’ guardar… vuo’ guardar… vuo’ guardar) viene ripreso nei corrispondenti wouldst thou guard… wouldst guard… wouldst guard, per i quali è in uso il condizionale di ‘volere’ (seguito a sua volta dall’inf. ‘guardare’). 214 (canzone apocrifa: in traduzione la paternità sembra appartenere a Fazio degli Uberti) Io miro i crespi e gli biondi capegli, I look at the crisp golden-threaded hair De’ quali ha fatto per me rete Amore Whereof, to thrall my heart, Love twists a net. D’un fil di perle, e quando d’un bel fiore, Using at times a string of pearls for bait, Per me pigliare in luogo ch’egli adesca: And sometimes with a single rose therein. E poi riguardo dentro gli occhi begli, I look into her eyes which unaware Che passan per gli miei dentro dal core Through mine own eyes to my heart penetrate; 215 Con tanto vivo e lucente splendore, Their splendor, that is excellently great, Che propriamente par che dal Sol esca. To the sun’s radiance seeming near akin, Virtù mostra che loro onor più cresca; Yet from herself a sweeter light to win. Ond’io che sì leggiadra star la veggio, So that I, gazing on that lovely one, Così fra me sospirando ragiono: Discourse in this wise with my secret thought: - Oimè! perchè non sono “Woe’s me! why am I not, A sol a sol con lei ov’io la chieggio? Even as my wish, alone with her alone, - Sicch’io potessi quella treccia bionda That hair of hers, so heavily uplaid, Disfarla ad onda ad onda, To shed down braid by braid, E far de’ suoi begli occhi a’ miei du specchi, And make myself two mirrors of her eyes Che lucon sì, che non trovan parecchi. Within whose light all other glory dies?” Poi guardo l’amorosa e bella bocca, I look at the amorous beautiful mouth, La spazïosa fronte e ‘l vago piglio, The spacious forehead which her locks enclose, Li bianchi denti, e ‘l dritto naso e ‘l ciglio The small white teeth, the straight and shapely nose, Polito e brun, talchè dipinto pare. And the clear brows of a sweet pencilling. Il vago mio pensiero allor mi tocca And then the thought within me gains full growth, Dicendo: Vedi allegro dar di piglio Saying, “Be careful that thy glance now goes In su quel labbro sottile e vermiglio, Between her lips, red as an open rose, Che d’ogni dolce saporito pare. Quite full of every dear and precious thing; Deh odi il suo vezzoso ragionare, And listen to her gracious answering, Quanto ben mostra morbida e pietosa, Born of the gentle mind that in her dwells, E come ‘l suo parlar parte e divide; Which from all things can glean the nobler half. Mira che quando ride Look thou when she doth laugh Passa ben di dolcezza ogni altra cosa. How much her laugh is sweeter than aught else.” Così di quella bocca il pensier mio Thus evermore my spirit makes avow Mi sprona; perchè io Touching her mouth; till now Non ho nel mondo cosa che non desse I would give anything that I possess, A tal, ch’un sì con buon voler dicesse. Only to hear her mouth say frankly, “Yes.” Poi guardo la sua svelta e bianca gola, I look at her white easy neck, so well Commessa ben dalle spalle e dal petto, From shoulders and from bosom lifted out; E il mento tondo, fesso e piccioletto, And at her round cleft chin, which beyond doubt Tal che più bel cogli occhi nol disegno; No fancy in the world could have design’d. E ‘l gran disio che sopra lei mi vola, And then, with longing grown more voluble, Mi dice: Vedi allegro il bel diletto, “Were it no pleasant now,” pursues my thought, Aver quel collo fra le braccia stretto, “To have that neck within thy two arms caught E fare in quella gola un picciol segno. And kiss it till the mark were left behind?” Poi sopraggiunge, e dice: Apri lo ingegno; Then, urgently: “The eyelids of thy mind Se le parti di fuor son così belle, Open thou: if such loveliness be given L’altre, che den valer, che dentro copre? To sight here, - what of that which she doth hide? Chè sol per le bell’opre, Only the wondrous ride Che sono in cielo, il Sole e l’altre stelle, Of sun and planets through the visible heaven 216 Dentro da lor si crede il Paradiso: Tell us that there beyond is Paradise. Così se guardi fiso, Thus, if thou fix thine eyes, Pensar ben dȇi, che ogni terren piacere Of a truth certainly thou must infer Si trova in lei, ma tu nol puoi vedere. That every earthly joy abides in her.” Poi guardo i bracci suoi distesi e grossi, I look at the large arms, so lithe and round, - La bianca mano morbida e polita; At the hands, which are white and rosy too, - Guardo le lunghe e sottilette dita, At the long fingers, clasped and woven through, Vaghe di quell’anel, che l’un tien cinto: Bright with the ring which one of them doth wear. E ‘l mio pensier mi dice: Or se tu fossi Then my thought whispers: “Were thy body wound Dentro a que’ bracci, fra quella partita Within those arms, as loving women’s do, Tanto diletto avrebbe la tua vita, In all thy veins were born a life made new Che dir per me non si potrebbe il quinto. Which thou couldst find no language to declare. Vedi ch’ogni suo membro par dipinto; Behold if any picture can compare Formosa e grande quanto a lei s’avvene, With her just limbs, each fit in shape and size, Con un colore angelico di perla, Or match her angel’s colour like a pearl. Grazïosa a vederla, She is a gentle girl E disdegnosa dove si convene; To see; yet when it needs, her scorn can rise. Umile, vergognosa e temperata, Meek, bashful, and in all things temperate, E sempre a virtù grata: Her virtue holds its state; Intra’ suoi be’ costumi un atto regna, In whose least act there is that gift express’d Che d’ogni riverenza la fa degna. Which of all reverence make her worthiest.” Soave a guisa va d’un bel pavone, Soft as a peacock steps she, or as a stork Diritta sopra sè come una grua: Straight on herself, taller and statelier: Vedi che propriamente ben par sua, ‘Tis a good sight how every limb doth stir Quanto esser puote, onesta leggiadria; For ever in a womanly sweet way. E se ne vuoi veder viva ragione “Open thy soul to see God’s perfect work,” (Dice il pensier), apri la mente tua (My thought begins afresh,) “and look at her Ben fisamente allor ch’ella s’indua When with some lady-friend exceeding fair Con donna, che leggiadra o bella sia: She bends and mingles arms and locks in play. E come muove, par che fugga via Even as all lesser lights vanish away, Dinanzi al Sol ciascun’altra chiarezza; When the sun moves, before his dazzling face, Così costei ogni adornezza sface. So is this lady brighter than all these. Or vedi s’ella piace; How should she fail to please,- Chè Amore è tanto, quanto è sua bellezza, Love’s self being no more than her loveliness? E somma e gran beltà con lei si trova. In all her ways some beauty springs to view; Quel che le piace e giova, All that she loves to do È sol d’onesta e di gentile usanza; Tends always to her honour’s single scope; Ma solo in suo ben far prende speranza. And only from good deeds she draws her hope.” Canzon, tu puoi ben dir sicuramente, Song, thou canst surely say, without pretence, Che poi ch’al mondo bella donna nacque, That since the first fair woman ever made, Nessuna mai non piacque Not one can have display’d 217 Generalmente quanto fa costei; More power upon all hearts that this one doth; Perchè si trova in lei Because in her are both Beltà di corpo e d’anima bontate; Loveliness and the soul’s true excellence: - Fuorchè le manca un poco di pietate. And yet (woe’s me!) is pity absent thence? Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABBC CDEeD FfGG; ABb CcDD Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABBC CDEeD FfGG; ABb CcDD Nell’originale la locuzione begli occhi, che formalizza il fenomeno dell’innamoramento per gli occhi della donna, è mantenuto parzialmente dal sost. eyes (disgiunto dalla componente attributiva). La rima identica a sol:a sol viene richiamata all’inglese alone:alone (13), e ad onda:ad onda a braid by braid (15). Per l’omofonia tra (… ‘l vago) piglio, 19, e (dar di) piglio, 23, seguono le relative which her locks enclose (“che i suoi riccioli recingono” – con riferimento alla fronte spaziosa) e that thy glance now goes (“che il tuo sguardo ora vada”). 9. virtù mostra che loro onor più cresca: l’effetto luce si riflette in a sweeter light to win, che prova una dolce e fresca interpretazione del verso italiano. 27. il sintagma nominale gentle mind rivela la contiguità del traduttore ai motivi letterari dei nostri rimatori, la cui fede poetica è riposta nel cuore o nell’intelletto gentile della donna. 28. in luogo di parte e divide si attesta the nobler part, “la parte più nobile” rilasciata dalla mente femminile. 38. il sost. fancy introduce l’immaginazione, che non sempre ha la facoltà di riprodurre e disegnare realisticamente le bellezze della donna. 58. nell’interpretazione di tanto diletto avrebbe la tua vita appare centrale la percezione visiva oltre che fisica delle vene, da cui nasce appunto una nuova vita (cfr. in all thy veins were born a life made new). 72. onesta leggiadria: si manifesta nel movimento dolce e femminile delle sue membra: how every limb doth stir / for ever in a womanly sweet way. 73. viva ragione: sta nella definizione di God’s perfect work, che svela la creazione perfetta della donna per opera di Dio. 218 Fazio degli Uberti Dittamondo (Lib. IV. Cap. 23) Ora si passa nella gran Bretagna, Now to Great Britain we must make our way, Alla qual Bruto lo suo nome diede, Unto which kingdom Brutus gave its name Quando contro a’ giganti la guadagna. What time he won it from the giants’ rule. Albïon prima nominar si crede; ‘Tis thought at first its name was Albion, Anglïa appresso da una donzella, And Anglia, from a damsel, afterwards. Ch’Anglïa si disse, lo nome procede. The island is so great and rich and fair, Tanto è l’isola grande ricca e bella, It conquers others that in Europe be, Che vince l’altre che in Europa sono, Even as the sun surpasses others stars. Come fa il sole ciascun’altra stella. Many and great sheep-pastures bountifully Di molti e grandi ovili largo dono Nature has set there, and herein more bless’d, La natura le ha fatto, e più ancora, That they can hold themselves secure from wolves. Che sicuri da lupi star se pono. Black amber also doth the land enrich, Della gagata pietra ancor si onora, (Whose properties my guide Solinus here Di che solino la natura propia Told me, and how its colour comes to it;) Quivi mi disse, e di che s’incolora. And pearls are found in great abundance too. Perle vi sono ancora in larga copia, The people are as white and comely-faced Le genti vi son bianche e con bei volti, As they of Ethiop land are black and foul. Siccome neri e sozzi in Etiopia. Many hot springs and limpid fountain-heads Chiare fontane e caldi bagni molti We found about this land, and spacious plains, Trovammo nel paese, e gran pianure, And divers beasts that dwell within thick woods. E diversi animali in boschi folti. Plentiful orchards too and fertile fields Diverse frutte, anche larghe pasture, It has, and castle-forts, and cities fair Belle castella e nobili cittadi With palaces and girth of lofty walls. Adorne di palagi e d’alte mure. And proud wide rivers without any fords Alteri fiumi e grandi senza guadi, We saw, and flesh, and fish, and crops enough. Carne, bïada, pesce assai si trova; Justice is strong throughout those provinces. Giustizia è forte per quelli contadi. Now this I saw not; but so strange a thing I’ nol vidi, ma tanto mi fu nova It was to hear, and by all men confirm’d, Cosa ad udir, e per tutti si avvera, That it is fit to note it as I heard; - Che di notar, come l’udii, mi giova, To wit, there is a certain islet here Che fra le alter una isoletta v’era, Among the rest, where folk are born with tails, Dove con coda la gente vi nasce Short, as are found in stags and such-like beasts. Corta, qual l’ha un cervo o simil fera. For this I vouch, - that when a child is freed Vero è, che uscito ciascun dalle fasce From swaddling bands, the mother without stay Propie, le madri senza alcun dimoro Passes elsewhere, and ‘scapes the care of it. Passan altrove, e fuggon quelle ambasce. I put no faith herein; but it is said Non diedi fe’, ma fama è tra costoro, Among them, how such marvellous trees are there Ch’arbor vi son di tanta maraviglia, That they grow birds, and this is their sole fruit. Che fanno uccelli; e questo è il frutto loro. Forty times eighty is the circuit ta’en, 219 Quaranta volte ottanta il giro piglia With ten times fifteen, if I do not err, Con dieci fiate quindici, e non fallo, By our miles reckoning its circumference. È il suo girare delle nostre miglia. Here every metal may be dug; and here Quivi si trova di ciascun metallo, I found the people to be given to God, Quivi divota a Dio vidi la gente, Steadfast, and strong, and restive to constraint. Forte, costante, e schifa a ciascun stallo. Nor is this strange, when one considereth; Maraviglia non par a chi pon mente, For courage, beauty, and large-heartedness, Se prodezza, larghezza e leggiadria Were there, as it is said in ancient days. Vi fur, come si dice, anticamente. North Wales, and Orkney, and the banks of Thames, Tamelide, Norgalles, e Organía, Land’s End and Stonehenge and Northumberland, Listenois, Norborlanda, e Strangorre I chose with my companion to behold. Volsi veder con la mia compagnia. We went to London, and I saw the Tower Noi fummo a Londres, e vidi la torre, Where Guenevere her honour did defend, Dove Ginevra il suo onor difese, With the Thames river which by force was ta’en E il fiume di Tamis che presso corre. With the three shields by gallant Lancelot, Io vidi il bel castel, ch’a forza prese The second year that he did deeds of arms. Con gli tre scudi il franco Lancillotto, I beheld Camelot despoiled and waste; L’anno secondo che a prodezza intese. And was where one and the other had her birth, Vidi guasto e disfatto Camelotto; The maids of Corbonek and Astolat. E fui là dove l’una e l’altra nacque, Also I saw the castle where Geraint Quella di Corbenich e di Scalotto. Lay with his Enid; likewise Merlin’s stone, Vidi il castello dove Rech si giacque Which for another’s love I joyed to see. Con la sua Nida, e il petron di Merlino, I found the tract where is the pine-tree well, Che per amor altrui veder mi piacque. And where of old the knight of the black shield Vidi la landa e la fonte del pino, With weeping and with laughter kept the pass, Là dove il cavaliero al nero scudo What time the pitiless and bitter dwarf Con pianto e riso guardava il cammino. Before Sir Gawaines’s eyes discourteously Io dico, quando il nano acerbo e crudo With many heavy stripes led him away. Dinanzi agli occhi di messer Galvano I saw the valley which Sir Tristram won Battendo il menò via con grande studo. When having slain the giant hand to hand Vidi la valle, che acquistò Tristano, He set the stranger knights from prison free. Quando ‘l gigante uccise allo schermire And last I viewed the field at Salisbury, Traendo di prigion qual v’era strano. Of that great martyrdom which left the world E vidi i campi, ove fu il gran martire Empty of honour, valour, and delight. In Saglibier, quando rimase il mondo So, compassing that Island round and round, Vôto d’onor, di piacer e d’ardire. I saw and hearkened many things and more Così cercando quell’isola a tondo, Which might be fair to tell but which I hide. Vidi ed udii contar più cose e piue, Leggiadre e belle a dir, che qui nascondo. Io mi volsi a Solin, e dissi: O tue! Se bene ti rammenti, mi lasciasti 220 Del buon Guglielmo e delle rede sue. Ed egli a me: Figliuol, ben ricordasti, Chè il tempo è ora; e così déi far sempre, Coglier il frutto al punto che nol guasti. Chè ‘l far e il dir hanno i lor punti e tempre, Che chi prender li sa, fan così frutto, Come il seme che in buona terra assempre. Così quivi rispose al mio construtto, Appresso incominciò per questa guisa, Per di sbramar il mio desio del tutto, Come il seguente capitol divisa. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABA BCB CDC DED (terza rima) Testo inglese: decasillabi sciolti Lo stile enciclopedico e didascalico del testo, dove ogni particolare acquista una dimensione reale e assoluta, è riattualizzato magistralmente nei versi inglesi il cui adattamento alla forma originaria rappresenta uno dei migliori esempi di traduzione letterale. Eppure Rossetti omette il v. 6, ch’Anglïa si disse, lo nome procede, e interrompe il suo lavoro traduttivo al v. 79, io mi volsi a Solin, e dissi: O tue!. Una scelta che il traduttore anticipa già nel verso precedente (which might be fair to tell but which I hide), magari con l’intento di gettare il lettore in uno stato di curiosità e attesa. 11. … e più ancora: prosegue nell’inglese and herein more bless’d, fruibile nel proposito di una gioia compiuta. 13. gagata pietra: è così preziosa da essere ancora onorata. Questa caratteristica suggerisce l’interpretazione della black amber quale fonte di ricchezza per la terra. 49. Land’s End è un capo della penisola di Penwith, in Cornovaglia; Stonehenge, ‘pietra sospesa’, è il complesso megalitico più importante dell’Inghliterra. Northumberland è una contea del Regno Unito, e si trova ai confini della Scozia. 57. prodezza: è nei deeds of arms (‘fatti d’arme’). 65. studo: variante arcaica di ‘fervore’, si trasforma in heavy stripes (‘dure sferzate’). 221 Dittamondo (Lib. IV. Cap. 25) Come udit’hai, due figliuoli ebbe Rollo, Thou well hast heard that Rollo had two sons, Guglielmo Lunga-spada, e poi Riccardo, One William Longsword, and the other Richard, Del qual tu sai, com’io, fino al merollo. Whom thou now know’st to the marrow, as I do. Ardito e destro, quanto mai leopardo, Daring and watchful, as a leopard is, E bel del corpo Guglielmo e del viso, Was William, fair in body and in face, Sollecito e che al far mai non fu tardo, Ready at all times, never slow to act. Di gran battaglie fece; alfine ucciso He fought great battles, but at last was slain Fu dal conte di Fiandra, e nel suo loco By the earl of Flanders; so that in his place Riccardo suo figliuol da’ suoi fu miso. Richard his son was o’er the people set. Dopo costui infiammato dal foco And next in order, lit with blessed flame Dello Spirito Santo seguì il figlio, Of the Holy Spirit, his son followed him, Che giusto vise e ben tra ‘l troppo e ‘l poco. Who justly lived ‘twixt more and less midway, - Al padre in forma e nome l’assomiglio. His father’s likeness, as in shape in name. Appresso di costui rimase reda So unto him succeeded as his heir Roberto Franco, e fu d’alto consiglio. Robert the Frank, high-counselled and august: Seguita ora, che a dir ti proceda And thereon following, I proceed to tell Come Guglielmo nato da Roberto How William, who was Robert’s son, did make Del regno d’Inghilterra si correda. The realm of England his co-heritage. Fortissimo e gentil si vide certo The same was brave and courteous certainly, Largo, benigno e grazïoso a Dio, Generous and gracious, humble before God, Maestro in Guerra e di consiglio esperto. Master in war and versed in counsel too. Da Normandia con gran gente partio He with great following came from Normandy Incontro Araldo, e lui uccise, e prese And fought with Harold, and so left him slain, Lo regno tutto, e tenne al suo disio. And took the realm, and held it at his will. Qui cambiò signoria questo paese, Thus did this kingdom change its signiory; E sappi che ogni re, che poi son stati, And know that all the kings it since has had Da costui solo il suo principio prese. Only from this man take their origin. E perchè meno al tempo ch’era guati, Therefore, that thou mayst quite forget its past, Dico, dal dì che nacque il nostro Amore I say this happened when, since our Lord’s Love, Da mille e sessant’anni eran passati. Some thousand years and sixty were gone by. Vivendo Enrico quarto imperatore While the fourth Henry ruled as emperor, Più battaglie e più fece costui, This King of England fought in many wars, E di tutte acquistò pregio ed onore. And waxed through all in honour and account, Guglielmo Rufo seguì dopo lui, And William Rufus next succeeded him; Grande, forte e bel delle sue membra, Tall, strong, and comely-limbed, but therewith proud Superbo, avaro e micidial d’altrui. And grasping, and a killer of his kind. Al padre molto del corpo rassembra, In body he was like his father much, Ma di costume gli fu più contraro, But was in nature more his contrary Che il foco all’acqua quando sono insembra. Than fire and water when they come together; Tanto ben ebbe, che in arme fu chiaro, Yet so far good that he won fame in arms, 222 Molte battaglie fece a solo a solo, And by himself risked many an enterprise, Che tutte all’onor suo si terminaro. All which he brought with honour to an end, Ma se fu reo, alfin n’ebbe gran duolo, Also if he were bad, he gat great ill; Ch’essendo al bosco e seguitando un cervo For, chasing once the deer within a wood, Ed avendo smarrito ogni suo stuolo, And having wandered from his company, Ferito a inganno fue da un suo servo Him by mischance a servant of his own D’una saetta, e quivi cadde in terra, Hit with an arrow, that he fell and died. La carne fredda e incordato ogni nervo. And after him Henry the First was king, Enrico primo appresso il regno afferra, His brother, but therewith the father’s like, Suo fratel fu, ma al suo padre somiglia, Being well with God and just in peace and war. Che a Dio fu buon e giusto in pace e in Guerra. Next Stephen, on his death, the kingdom seized, Stefano appo costui il regno piglia But with sore strife; of whom thus much be said, Con molta guerra, e tanto di lui dico, That he was frank and good is told of him. Che franco fue, e ben se ne bisbiglia. And after him another Henry reigned, Seguì dietro di lui un altro Enrico, Who, when the war in France was waged and done, Lo qual, dopo la Guerra in Franza fatta, Passed beyond seas with the first Frederick. Passò lo mar col primo Federico. Then Richard came, who, after heavy toil Fu poi Riccardo, e appresso la baratta At sea, was captive made in Germany, Grave del mar fu preso nella Magna, Leaving the Sepulchre to join his host. Tornando dal Sepolcro alla sua schiatta. Who being dead, full heavy was the wrath Costui fu morto, e tanto se ne lagna Of John his brother; and so well he took Giovanni suo fratel, che la vendetta Revenge, that still a moan is made of it. Ne fece tal che ancor par che sen piagna. This John in kingly largesse and in war In far bei doni e Guerra si diletta Delighted, when the kingdom fell to him; Questo Giovanni, poichè fu signore, Hunting and riding ever in hot haste. Ora cacciando ed or fugando in fretta. Handsome in body and most poor in heart, Bello del corpo e misero del core Henry his son and heir succeeded him, Arrigo suo figliuol ne venne appresso, Of whom to speak I count it wretchedness. Del qual parlar a me par un dolore. Yet there’s some good to say of him, I grant; Tanto ben sen può dir, ed io il confesso, Because of him was the good Edward born, Che da lui nacque lo buon Odoardo, Whose valour still is famous in the world. Del cui valor nel mondo è fama adesso. The same was he who, being without dread Costui è quel, che non ebbe riguardo Of the Old Man’s Assassins, captured them, Degli assassin del vecchio, e che gli prese, And who repaid the jester if he lied. E che pagò ‘l buffon se fu bugiardo. The same was he who over seas wrought scathe Costui è quel, che oltra mare offese So many times to Malekdar, and bent Melechdaer più volte, e che conquista Unto the Christian rule whole provinces. Per la fe’ cristïana gran paese. He was a giant of his body, and great Come un gigante fue del corpo, e in vista And proud to view, and of such strength of soul Grande e fïero, e d’animo sì forte, As never saddens with adversity. Che per avversità mai non s’attrista. His reign was long; and when his death befell, 223 Gran tempo regna, e dopo la sua morte The second Edward mounted to the throne, Prese il quinto Odoardo la corona, Who was of one kind with his grandfather. Che con l’avolo suo fu d’una sorte. I say from what report still says of him, Dico per quello che ancor si ragiona, That he was evil , of base intellect, Che fu cattivo e di vil intelletto, And would not be advised by any man. Nè mai consiglio volse da persona. Conceive, good heart! that how to thatch a roof Odi gran cuor, che di coprir un tetto With straw, - conceive! – he held himself expert, Di paglia, intendi, si diceva maestro, And therein constantly would take delight! E qui talor poneva il suo diletto. By fraud he seized the Earl of Lancaster, A inganno prese il conte di Lancastro, And what he did with him I say not here, Quel che ne fece qui ti lascio a dire, But that he left him neither town nor tower. Ma infin non gli lasciò villa nè castro. And thiswise, step by step, thou mayst perceive Così di grado in grado puoi udire, That I to the third Edward have advanced, Che giunto sono ad Odoardo sesto, Who now lives strong and full of enterprise, Che ora vive largo e pien d’ardire. And who already has grown manifest Di costui già per tutto è manifesto, For the best Christian known of in the world. Ch’egli è il miglior cristian ch’uom sappia al mondo. Thus I have told, as thou wouldst have me tell, Ora ti ho ditto, come m’hai richiesto, The race of William even unto the end. La schiatta di Guglielmo infino al fondo. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABA BCB CDC DED (terza rima) Testo inglese: decasillabi sciolti La traduzione riproduce bene la forma dell’originale, mancando però d’un verso, il v. 48 (la carne fredda e incordato ogni nervo), che narra con durezza e realismo di particolari l’avvenuta morte di Guglielmo Rufo. 83. prese il quinto Odoardo la corona: nel verso inglese è attestato the second Edward. Questa soluzione distingue la figura di Edoardo II (re d’Inghilterra tra il 1307 e 1327) da quella di Edoardo V (cui spettò il regno d’Inghilterra nel 1483), che nelle varie edizioni – incluso l’esemplare cui attinge Rossetti – conserva sempre l’aggettivo numerale cinque. 224 Franco Sacchetti O vaghe Montanine pastorelle, “Ye graceful peasant-girls and mountain maids, Donde venite sì leggiadre e belle? Whence come ye homeward through these evening shades?” Qual’è ‘l paese, dove nate sete, “We come from where the forest skirts the ill; Che sì bel frutto, più che gli altri adduce? A very little cottage is our home, Creature d’Amor vo’ mi parete, Where with our father and our mother still Tanto la vostra vista adorna luce. We live, and love our life, nor wish to roam. Nè oro nè argento in voi riluce, Back every evening from the field we come E mal vestite parete Angiolelle. And bring with us our sheep from pasturing there.” Noi stiamo in Alpe presso ad un boschetto: “Where, tell me, is the hamlet of you birth, Povera capannetta è ‘l nostro sito, Whose fruitage is the sweetest by so much? Col padre e con la madre, in picciol letto. Ye seem to me as creatures worship-worth, Torniam la sera dal prato fiorito, The shining of your countenance is such. Dove Natura ci ha sempre nodrito, No gold about your clothes, coarse to the touch, Guardando il dì le nostre pecorelle. Nor silver; yet with such an angel’s air! Assai si de’ doler vostra bellezza, “I think your beauties might make great complaint Quando tra monti e valli la mostrate; Of being thus shown over mount and dell; Che non è terra di sì grande altezza, Because no city is so excellent Dove non foste degne ed onorate. But that your stay therein were honourable. Deh ditemi, se voi vi contentate In very truth, now, does it like ye well Di star ne’ boschi così poverelle? To live so poorly on the hill-side here?” Più si contenta ciascuna di noi “Better it liketh one of us, pardiè, Andar dietro alle mandre alla pasture, Behind her flock to seek the pasture-stance, Che non farebbe qual fosse di voi Far better than it liketh one of ye D’andar a feste dentro a vostre mura. To ride unto your curtained rooms and dance. Ricchezza non cerchiam, nè più ventura, We seek no riches, neither golden chance Che balli, canti, e fiori, e ghirlandelle. Save wealth of flowers to weave into our hair.” Ballata, s’i’ fosse, come già fui, Ballad, if I were now as once I was, Diventerei pastore e montanino: I’d make myself a shepherd on some hill, E prima che io ‘l dicesse altrui, And without telling any one, would pass Sarei al loco di costor vicino; Where these girls went, and follow at their will; Ed or direi Biondella, ed or Martino, And “Mary” and “Martin” we would murmur still, Seguendo sempre dov’andasson elle. And I would be for ever where they were. Testo italiano: endecasillabi, con schema XX AB AB BX Testo inglese: decasillabi, con schema XX AB AB BX Nell’originale il rimante elle (32) è incluso nelle parole che afferiscono alle donne, alle pecore e alla varietà dei fiori (pastorelle, 1, belle, 2, angiolelle, 8, poverelle, 14, ghirlandelle, 20). Per i versi inglesi, l’identità rimica equivale parzialmente all’aspetto grafico delle singole voci (cfr. maids:shades, 1; ecc.). 2. Rossetti intraprende una nuova analisi, sostituendo gli aggettivi leggiadre e belle con la visione delle pastorelle che si muovono nell’oscurità serale 225 (whence come ye homeward through these evening shades?). 7. nè oro nè argento in voi riluce: corrisponde al v. 13, poiché Rossetti dispone le domande del poeta e le risposte delle fanciulle in un ordine differente. Il sintagma coarse to touch introduce la sfera del tatto, precisando altresì l’aspetto grezzo e ruvido delle vesti. 9. non compare il nome proprio della Alpi, ma l’equivalente comune di hill (‘collina’). 13. dove Natura ci ha sempre nodrito: è contraccambiato dalla replica fiera delle pastorelle che, avendo a cuore la proprio vita, non aspirano a vagabondare per altre mete (cfr. we live, and love our life, nor wish to roam). 26. che balli, canti, e fiori, e ghirlandelle: il traduttore ne recupera il particolare dei fiori, che si fissa sull’immagine delle pastorelle intente a intrecciare ghirlande tra i loro capelli: save wealth of flowers to weave into our hair. 32. la consonanza tra where e were ravviva il desiderio del poeta, che resterebbe sempre in compagnia delle giovanni donne. 226 State su, donne; che debbiam noi fare? “Be stirring, girls! we ought to have a run: Il più bel tempo non si vide mai. Look, did you ever see so fine a day? Gittate gli arcolai, Fling spindles right away, I naspi con le rocche; And rocks and reels and wools: Non siate sciocche, Now don’t be fools, - Che cucia nessuna. To-day your spinning’s done. Orsù, orsù! Ad una ad una Up with you, up with you!” So, one by one, Per le man si pigliaro, They caught hands, catch who can, Tutte, cantando, ad un fiume andaro, The singing, singing, to the river they ran, Andaro, andaro, Thay ran, they ran All’acqua, all’acqua; To the river, the river; Alzate alle ritonde And the merry-go-round Su per l’onde, Carries them at a bound Corrono al mulino: To the mill o’er the river. O, mugnaio, o, mugnaio, “Miller, miller, miller, Pesami costei; Weigh me this lady Pesa anche lei. And this other. Now, steady!” Questa pesa cento: “You weigh a hundred, you, E quella ben dugento. And this one weighs two.” Tu se’ una grassa. “Why, dear, you do get stout!” Che ti vegna fracassa. “You think so, dear, no doubt: Tu se’ pur tisicuccia. Are you in a decline?” Che ti crepi la buccia. “Keep your temper, and I’ll keep mine.” O fanciulle, o fanciulle, “Come, girls,” (“Oh, thank you, miller!”) A casa ritorniamo. “We’ll go home when you will.” Sul monte andando, So, as we crossed the hill, Scontra un villano, A clown came in great grief E grida: piglia! piglia! Crying, “Stop thief! stop thief! Al ladro! al ladro! Oh, what a wretch I am!” O Vannello, o Lapino, “Well, fellow, here’s a clatter! Che è? che è? Well, what’s the matter?” Il lupo se ne va col mio agnello. “O Lord, O Lord, the wolf has got my lamb!” A quel romor ristrette, Now at that word of woe, Vennon sì verso me le giovinette, The beauties came and clung about me so Che se apparito fosse il lupo, forse That if wolf had but shown himself, maybe Presa era tal da me, che a me ricorse. I too had caught a lamb that fled to me. Testo italiano: versi di varia misura Testo inglese: " " " Sono facilmente distinguibili rime baciate e rime identiche, ammesse entrambe da Rossetti nel corso della ballata. Tra gli esempi più evidenti, ad una ad una / one by one (7); andaro:andaro:andaro / ran:ran:ran (9-10); 227 all’acqua:all’acqua / to the river:to the river (11); mugnaio:mugnaio / miller:miller:miller (15); al ladro:al ladro / stop thief:stop thief (29). Il ritmo incalzante dell’originale – dove coesistono arcaismi, onomatopee e ripetizioni – batte ancora una volta sotto la trama dei versi inglesi, nei quali s’intrecciano con la stessa vivacità i frammenti del dialogo italiano (che getta un’ombra erotica sull’attività venatoria). 1. state su, donne; che debbiam fare?: cambia in una frase che esprime desiderabilità: we ought to have a run (“noi dobbiamo passeggiare”). 20-21. fracassa, tisuccia: non avendo a disposizione adeguati corrispondenti, il traduttore adotta un periodo interrogativo (“you think so, dear, no doubt / are you in a decline?”) il cui senso complessivo restituisce l’aspetto esile e consunto del corpo. 228 Passando, con pensier, per un boschetto, As I walk’d thinking through a little grove, Donne per quello givan fior cogliendo Some girls that gathered flowers came passing me, Con diletto: to’ quel, to’ quel, dicendo. Saying, “Look here! Look there!” delightedly. Eccol, eccol! “Oh, here it is!” “What’s that?” “A lily, love.” Che è? “And there are violets!” È fior d’aliso. “Further for roses! Oh, the lovely pets – Va là per le viole. The darling beauties! Oh, the nasty thorn! Più cola per le rose. Còle còle. Look here, my hand’s all torn!” Vaghe! amorose! Oimè che ‘l prun mi punge! “What’s that that jumps!” “Oh, don’t! it’s a grass-hopper!” Quell’altra mi v’aggiunge. “Come run, come run, Ve’, ve’! che è quel che salta? Here’s bluebells!” “Oh, what fun!” Un grillo! un grillo! “Not that way! Stop her!” Venite qua, correte: “Yes, this way?” “Pluck them, then!” Raponzoli cogliete. “Oh, I’ve found mushrooms! Oh, look here!” “Oh, I’m Eh! non son essi! Quite sure that further on we’ll get wild thyme”. Sì, son. – Colei, o colei? “Oh, we shall stay too long, it’s going to rain! Vien qua, vien qua per funghi: un micolino There’s lightning, oh there’s thunder!” Più cola per sermollino. “Oh, shan’t we hear the vesper-bell, I wonder?” Noi starem troppo, che ‘l tempo si turba: “Why, it’s not nones, you silly little thing; Ve’, che balena e tuona, And don’t you hear the nightingales that sing E m’indovino che vespero suona. Fly away Oh, die away?” Paurosa! non è egli ancor nona. “Oh, I hear something! Hush!” E vedi e odi l’usignuol che canta “Why, where? What is it, then?” Ah! in that bush!” Più bel ve’, e più bel ve’. So every girl here knocks it, shakes and shocks it, I’ sento non so che. Till with the stir they make O dove è? dove è? Out skurries a great snake. In quel cespuglio. “O Lord! O me! Alack! Ah me! alack!” Ognun qui picchia, They scream, and then all run and scream again, Tocca e ritocca. And then in heavy drops down comes the rain. E mentre il bussare cresce, Each running at the other in a fright, Una gran serpe n’esce. Each trying to get before the other, and crying, Oimè trista! oimè lassa! oimè! oimè! And flying, stumbling, tumbling, wrong or right; Gridan, fuggendo di paura piene: One sets her knee Ed ecco che una folta pioggia viene. There where her foot should be; Timidetta già l’una all’altra urtando, One has her hands and dress E stridendo s’avanza: All smothered up with mud in a fine mess; Va fuggendo e gridando. And one gets trampled on by two or three, Qual sdrucciola, qual cade, What’s gathered is let fall Qual si punge lo piede. About the wood and not picked up at all. Per caso l’una appone lo ginocchio The wreaths of flowers are scattered on the ground; Là ve’ reggae lo frettoloso piede: And still as screaming hustling without rest 229 E la mano e la vesta, They run this way and that and round and round, Questa di fango lorda ne diviene; She thinks herself in luck who runs the best. Quella è di più calpesta. I stood quite still to have a perfect view, Tal, ciò che ha colto lassa, e tal percote, And never noticed till I got wet through. Nè più si prezza, e pel bosco si spande. De’ fiori a terra vanno le ghirlande; Né si sdimette per unquanco il corso; In cotal fuga e ripetute rote, Tiensi beata chi più correr puote. Sì fiso stetti sin ch’io le mirai, Ch’i’ non m’avvidi, e tutto mi bagnai. Testo italiano: versi polimetrici, con schema variabile Testo inglese: versi di misura variabile, ma disposti con maggiore regolarità nello schema delle rime I versi sono congiunti in rima baciata o anche identica (nell’originale: còle còle, 8; un grillo un grillo, 12; colei colei, 15; micolino:serpollino, 17-18; più bel ve’ più bel ve’, 24; dove è dove è, 26; tocca:ritocca, 29; ecc. In traduzione: look here look there, 3; thorn:torn 7-8; come run come run, 10; away away, 21; alack alack, 27; scream scream, 28; ecc.). Riconosciamo effetti di allitterazione ai vv. 33-35 – nella versione rossettiana la climax crescente e la polifonia dei lemmi si registra ai vv. 30-32 –, e una sintassi tipica del parlato nella scena dialogata. Il testo inglese segue il movimento dell’originale, ricorrendo sia alla forma del dialogo sia alle battute condensate in uno stesso verso. 28-29. picchia, tocca e ritocca: conservano il medesimo valore fono-simbolico negli equivalenti knocks, shakes e shocks. 230 Anonima donna duecentista (Estratto dal codice dei Trovatori italiani, detto il libro reale, 3793 Vaticano) Tapina me, che amava uno sparviero; Alas for me, who loved a falcon well! Amaval tanto, ch’io me ne moria: So well I loved him, I was nearly dead: A lo richiamo ben m’era maniero, Ever at my low call he bent his head, Ed unque troppo pascer no ‘l dovia. And ate of mine, not much, but all that fell. Or è montato e salito sì altero, Now he has fled, how high I cannot tell, Assai più altero che far non solia; Much higher now than ever he has fled, Ed è assiso dentro a un verziero, And is in a fair garden housed and fed; E un’altra donna l’averà in balìa. Another lady, alas! shall love him well, Isparvier mio, ch’io t’avea nodrito; Oh, my own falcon whom I taught and rear’d! Sonaglio d’oro ti facea portare, Sweet bells of shining gold I gave to thee Perchè nell’uccellar fossi più ardito; That in the chase thou shouldst not be afeard. Or sei salito siccome lo mare, Now thou hast risen like the risen sea, Ed hai rotti li geti e sei fuggito Broken thy jesses loose, and disappeard’d, Quando eri fermo nel tuo uccellare. As soon as thou wast skilled in falconry. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Il lamento della donna – tapina me, che amava uno sparviero – si traduce in un periodo esclamativo – alas for me, who loved a falcon well! –, che acquisisce in luogo dell’arcaismo tapina l’interiezione di matrice letteraria alas (ripetuta al v. 8). La tradizione latina e meridionale che affiora dalla lingua dell’anonima duecentista percorre con difficoltà il testo d’arrivo, i cui segni linguistici rivelano una neutralizzazione delle forme antiche e dialettali. Sono distinguibili parole in rima identica e in rimalmezzo: sparviero:isparvier (1, 9), amava:amaval (1-2), altero:altero (5-6), uccellar:uccellare (11, 14). Per omologia Rossetti collega in rima interna loved well:well loved (1-2), fled:fled (5, 7), e all’interno dello stesso verso risen:risen (12). 3. maniero: è suggerito dall’immagine del poeta, che piega il capo in segno di sottomissione (… he bent his head). 8. il traduttore lascia decadere la balìa di un’altra donna verso l’amante indicando per converso che un’altra donna shall love him well (“lo amerà completamente”). 11. ardito: nel verso inglese la voce dialettale afeard, preceduta dalla negazione not, scambia l’accezione italiana con quella di ‘non impaurito’. 231 Anonimo trecentista (Codice 535 della Biblioteca Reale di Parigi) La bella stella che sua fiamma tiene This fairest one of all the stars, whose flame, Accesa sempre nella mente mia, For ever lit, my inner spirit fills, Lucida e chiara già del monte uscìa. Come to me first one day between the hills. Meraviglia’ mi assai; ma il signor grande I wondered very much; but God the Lord Disse: nostra virtù tal luce spande. Said, “From Our Virtue, lo! this light is pour’d.” Quando in sogno mi parve esser condotto, So in a dream it seemed that I was led Per un gran sire, in bel giardino adorno By a great Master to a garden spread Di bianchi gigli di sotto e d’intorno. With lilies underfoot and overhead. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABB CCD EE Testo inglese: decasillabi, con schema ABB CCD DD Per quanto non si conosca l’identità dell’autore, nella ballata emergono immagini topiche della letteratura medievale: la stella (metafora della donna), il signor (d’Amore), il sogno (luogo della mente dove il poeta proietta le sue visioni), il giardino (microcosmo adorno di fiori). 1. la bella stella: assume valore superlativo nell’inglese this fairest one of all the stars. 8. … di sotto e d’intorno: sono tradotte in due parole composite, underfoot e overhead, nelle quali spuntano i dettagli del piede e della testa (ebbene, i gigli sono disposti sotto i piedi e sopra la testa). 232 Anonimo (Codice 535 della Biblioteca Reale di Parigi) Quando l’aria comincia a farsi bruna, When the last greyness dwells throughout the air, E appare la stella, And the first star appears, Apparvemi una donna molto bella. Appeared to me a lady very fair. Ben la conobbi alla sembianza onesta: I seemed to know her well by her sweet air; Amor per lei m’ancise; And, gazing, I was hers. Ond’io per farle onor l’andai… To honour her, I followed her: and then… Cambio ti renda iddio del ben che fai. Ah! what thou givest, God give thee again, Com’io rimasi, no ‘l potrei dir mai. Whenever thou remain’st as I remain. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbB CdE EE Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbA AbC DD Nell’esordio sono percettibili i colori di un’aria quando comincia a farsi bruna, e il bagliore della stella su cui riflette una donna molto bella. Improvvisamente il discorso cambia, lasciando spazio alle parole amare e disilluse del poeta il cui stato resta comunque inesplicabile (cfr. 8). In termini linguistici la corrispondenza tra i due testi è stabilita dalla coppia appare / apparvemi (2-3), che riappare negli equivalenti appears / appeared. 1. l’azione del farsi bruna avanza nel sintagma nominale the last greyness: “l’ultimo grigiore” (dell’aria). 5. Amor per lei m’ancise: è spiegato con il totale abbandono dell’uomo alla sua donna: I was hers (“ero suo”). 233 Anonimo (estratta dal codice 1040 strozziano) Non per ben ch’i’ ti voglia, For no love borne by me, Nè per ch’abbia vaghezza Neither because I care Di veder tua bellezza, To find that thou art fair, - Ma i’ ti guardo per far altrui doglia. To give another pain I gaze on thee. Che s’altri pensa ch’i’ sia innamorato And now, lest such as thought that thou couldst move Di tua persona bella, My heart, should read this verse, Ad altra donna i’ ho il cor donato, I will say here, another has my love. Che par un angiolella; An angel of the spheres E tutto son di quella, She seems, and I am hers; Perch’ell’è di bellezza Who has more gentleness E sì di gentilezza And owns a fairer face Compiuta, più ch’ogn’altra alla mia voglia. That any woman else, - at least, to me. Ell’è negli atti vaga, e costumata, Sweeter than any, more in all at ease, E leggiadra, e onesta; Lighter and lovelier. Non isprezzando te, che chi ti guata, Not to disparage thee; for whoso sees Tu piaci più che questa. May like thee more than her. Ma a cui piace una vesta, This vest will one prefer E a cui piace un’altra: And one another vest. A me piace quest’altra. To me she seems the best, Però voglio amar lei, e sia che voglia. And I am hers, and let what will be, be. Non per ben ch’i’ ti voglia, For no love borne by me, Nè per ch’abbia vaghezza Neither because I care Di veder tua bellezza, To find that thou art fair, - Ma i’ ti guardo per far altrui doglia. To give another pain, I gaze on thee. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema abbA CdC ddee; Abc Bccdd AabbA Testo inglese: decasillabi e senari, con schema abbA CdC ddee; Abc Bccdd AabbA Il tema musicale dell’anonima ballata è impresso nei rimanti voglia (1), vaghezza (2), bellezza (3), doglia (4), ripetuti nella conclusione del testo. L’esordio, che procede da una doppia negazione (non per ben ch’i’ ti voglia, / nè per ch’abbia vaghezza), si adatta bene ai versi inglesi (for no love borne by me, / neither because I care). Le voci predicative riferibili alla donna (vaga, costumata, leggiadra, onesta, 13-14) prendono forme comparative e superlative (fairer, sweeter, lighter, lovelier; the best). Troviamo omologhi in rima interna (a cui piace:a cui piace, 17-18; altra:altra, 18-19) e in rima equivoca (voglia:voglia, 1, 12, rispettivamente sostantivo e verbo). Nella versione ecco one vest:one vest (17-18), any:any (12-13), e in rima identica be:be (20). 11. gentilezza: si traduce in un piccolo nucleo di comparazione: a fairer face (“un volto più bello”). 234 M. Iacopo da Bologna pose le note musicali a tre voci (Codice 535 della Biblioteca Reale di Parigi) Augelletto selvaggio per stagione A little wild bird sometimes at my ear Dolci versetti canta con bel modo. Sings his own verses very clear: Tal e tal grida forte, ch’io non l’odo. Others sing louder that I do not hear. Per gridar forte non si canta bene; For singing loudly is not singing well; Ma con soave e dolce melodia But ever by the song that’s soft and low Si fa bel canto; e ciò vuol maestria. The master-singer’s voice is plain to tell. Pochi l’hanno, e tutti fan da maestri, Few have it and yet all are masters now, Fan madrigal, ballate, e mottetti; And each of them can trill out what he calls Tutti infioran filippotti e marchetti. His ballads, canzonets, and madrigals. Sì è piena la terra di magistroli, The world with masters is so covered o’er, Che loco più non trovano i discepoli. There is no room for pupils any more. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABB CDD EFF GG Testo inglese: decasillabi, con schema AAA BCB CDD EE I diminutivi augelletto (1) e versetti (2) sono tradotti senza alterazione nominale nei corrispondenti a little wild bird (‘piccolo uccello selvaggio’) e verses (‘versi’). La rima identica tal:tal (3) è raccolta nel pron. indef. others (‘altri’); la coppia forte:forte (3-4), nelle forme di louder e loudly (l’una con valore comparativo e l’altra avverbiale). 9. infioran: ha come traduzione il verbo trill out, che riproduce il trillo musicale. Mancano invece gli equivalenti inglesi di filippotti e marchetti. 10. magistroli: variante antica e letteraria di maestri, sta nella comune voce di master (-s). 235 La Vita Nuova (The New Life) A ciascuna alma presa, e gentil core, To every heart which the sweet pain doth move, Nel cui conspetto viene il dir presente; And unto which these words may now be brought In ciò, che mi riscrivan suo parvente, For true interpretation and kind thought, Salute in lor Signor, cioè Amore. Be greeting in our Lord’s name, which is Love. Già eran quasi, che atterzate l’ore Of those long hours wherein the stars, above, Del tempo, ch’ogni stella è più lucente: Wake and keep watch, the third was almost nought, Quando m’apparve Amor subitamente; When Love was shown me with such terrors fraught Cui essenzia membrar mi dà orrore. As may not carelessly be spoken of. Allegro mi sembrava Amor, tenendo He seemed like one who is full of joy, and had Mio core in mano, e nelle braccia avea My heart within his hand, and on his arm Madonna involta in un drappo dormendo: My lady, with a mantle round her, slept; Poi la svegliava, e d’esto core ardendo Whom (having wakened her) anon he made Lei paventosa umilmente pascea: To eat that heart; she ate, as fearing harm. Appresso gir lo ne vedea piangendo. Then he went out; and as he went, he wept. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’enjambement ai vv. 9-10 (… tenendo / mio core…) è riammesso nei versi inglesi (… and had / my heart…). I verbi in 236 rima tenendo (9), dormendo (11), ardendo (12), piangendo (14) cambiano tempo entrando nel passato remoto: had, slept, wept. 1. a ciascun alma presa, e gentil core: il traduttore sostituisce l’unità di coordinazione con la relativa which the sweet pain doth move (“che la dolce pena commuove”). 6. lucente: si traduce nei verbi wake e keep watch, che designano l’apparizione chiara delle stelle. 9. allegro: è reso con una parafrasi: one who is full of joy (“uno ch’è pieno di gioia”). 237 O voi, che per la via d’Amor passate, All ye that pass along Love’s trodden way, Attendete, e guardate, Pause ye awhile and say S’egli è dolore alcun, quanto ‘l mio grave: If there be any grief like unto mine: E prego sol, ch’a udir mi soffïate; I pray you that you hearken a short space E poi immaginate, Patiently, if my case S’io son d’ogni dolore ostello, e chiave. Be not a piteous marvel and a sign. Amor, non già per mia poca bontate, Love (never, certes, for my worthless part, Ma per sua nobiltate, But of his own great heart,) Mi puose in vita sì dolce, e soave; Vouchsafed to me a life so calm and sweet Ch’io mi sentia dir dietro spesse fiate: That oft I heard folk question as I went Deh! per qual degnitate What such great gladness meant: - Così leggiadro questi lo core ave? They spoke of it behind me in the street. Ora ho perduta tutta mia baldanza, But now that fearless bearing is all gone Che si movea d’amoroso tesoro; Which with Love’s hoarded wealth was given me; Ond’io pover dimoro Till I am grown to be In guise, che di dir mi vien dottanza: So poor that I have dread to think thereon. Sicchè, volendo far come loro, And thus it is that I, being like as one Che per vergogna celan lor mancanza, Who is ashamed and hides his poverty, Di fuor mostro allegranza, Without seem full of glee, E dentro dallo cor mi struggo, e ploro. And let my heart within travail and moan. Testo italiano: AaB AaB AaB AaB CDdC DCcD Testo inglese: AaB AaB AaB AaB CDdC DCcD Rossetti segue l’ordine sintattico dell’originale, e al contempo, introduce nuovi segnali d’interpunzione (per es. le parentesi ai vv. 7-8). Le parole italiane in rima sono riconducibili alla sfera delle azioni e dei sentimenti umani (cfr. vv. 1, 2, 4, 5, 7, 8, 11, 13, 16, 18, 19). Nella traduzione i rimanti sono legati gli uni agli altri dalla corrispondenza dei suoni, e per questo è possibile riscontrare talune divergenze a livello morfologico. 6. la combinazione ossimorica di piteous marvel sostituisce d’ogni dolore ostello, riferendo in ogni caso alla condizione dolorosa del poeta. 8. nobilitate: la nobiltà di Amore sta per his own great heart (“il suo gran cuore”). 13. ora ho perduta tutta mia baldanza: tanto nel verso inglese, dove la condotta impavida è abbandonata del tutto (but now that fearless bearing is all gone). 19. allegranza: per lo stato del poeta ch’è full of glee (“pieno di gioia”). 238 Piangete, Amanti, poichè piange Amore, Weep, Lovers, sith Love’s very self doth weep, Udendo qual cagion lui fa plorare; And sith the cause for weeping is so great; Amor sente a pieta donne chiamare, When now so many dames, of such estate Mostrando amaro duol per gli occhi fore: In worth, show with their eyes a grief so deep Perchè villana morte in gentil core For Death the churl has laid his leaden sleep Ha messo il suo crudele adoperare, Upon a damsel who was fair of late, Guastando ciò, che al mondo è da lodare Defacing all our earth should celebrate, - In gentil donna, fuora dello onore. Yea all save virtue, which the soul doth keep. Udite, quanto Amor le fece orranza; Now hearken how much Love did honour her. Ch’io ‘l vidi lamentare in forma vera I myself saw him in his proper form Sovra la morta imagine avvenente; Bending above the motionless sweet dead, E riguardava ver lo ciel sovente, And often gazing into Heaven; for there Dove l’alma gentil già locata era; The soul now sits which when her life was warm Che donna fu di sì gaja sembianza. Dwelt with the joyful beauty that is fled. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il v. 1, piangete, Amanti, poiché piange Amore, è riadattato testualmente: weep, Lovers, sith Love’s very self doth weep. Nell’originale i rimanti in –are svolgono una funzione verbale nel modo infinito (cfr. 2, 3, 6, 7); per converso, la traduzione presenta un solo rimante – celebrate (B) – che mantiene il senso del verbo lodare. Le altre parole in rima appartengono invece a diverse categorie grammaticali (cfr. l’agg. great, 2, oppure il sost. estate, 3, ecc.). Nel testo inglese ritroviamo legami rimici tra monosillabi con diversa unità vocalica (come form:warm, 10, 13). 2. il traduttore amplifica il discorso misurando – so great – l’entità della cagion che fa piangere Amore. 6. il crudele adoperare della morte si traduce nella realtà di ciò ch’essa rappresenta: leaden sleep, un ‘sonno profondo’. 12-14. Rossetti enfatizza l’originale rievocando la vita delle donna – che un tempo was warm (‘fu appassionata’) –, e la sua bellezza ormai flad (‘svanita’). I provenzalismi gaja e sembianza sono tradotti con joyful beauty (‘gioiosa bellezza’). 239 Morte villana, e di pieta nemica, Death, always cruel, Pity’s foe in chief, Di dolor madre antica, Mother who brought forth grief, Giudicio incontastabile gravoso; Merciless judgment and without appeal! Poi ch’hai dato matera al cor doglioso, Since thou alone hast made my heart to feel Ond’io vado pensoso; This sadness and unweal, Di te biasimar la lingua s’affatica: My tongue upbraideth thee without relief. E, se di grazia ti vo’ far mendica, And now (for I must rid thy name of ruth) Convenesi, che io dica Behoves me speak the truth Lo tuo fallir d’ogni torto tortoso; Touching thy cruelty and wickedness: Non però che alle genti sia nascoso, Not that they be not known; but ne’ertheless Ma per farne cruccioso I would give hate more stress Chi d’Amor per innanzi si nodrica. With them that feed on love in very sooth. Dal secol hai partita cortesia, Out of this world thou hast driven courtesy, E ciò che in donna è da pregiar, vertute: And virtue, dearly prized in womanhood; In gaja gioventute And out of youth’s gay mood Distrutta hai l’amorosa leggiadria. The lovely lightness is quite gone through thee. Più non vo’ discovrir qual donna sia, Whom now I mourn, no man shall learn from me Che per le proprietà sue conosciute, Save by the measure of these praises given. Chi non merta salute, Whoso deserves not Heaven No’ speri mai d’aver sua compagnia. May never hope to have her company. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AaB BbA AaB BbA CDdC CDdC Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AaB BbA AaB BbA CDdC CDdC La Morte è il soggetto principale che avvia il discorso poetico. Il traduttore si adatta allo stile italiano, ma contemporaneamente dà preminenza al modulo sogg. vb. compl. (cfr. 6, 11, 16). Le parole in –oso (gravoso, 3, doglioso, 4, pensoso, 5, tortoso, 9, nascoso, 10, cruccioso, 11), spie verbali di uno stato apprensivo e tormentoso, non hanno rispondenza. Rossetti adotta lo schema rimico iniziale dispensando però le unioni in rima dalla congruenza semantica dei termini originari (cfr. 3-5, 12, 14-15). 1. il tradizionale epiteto di villana passa all’inglese cruel, che formalizza la disposizione crudele della morte. 9. la slealtà e la perfidia della morte, che ridonda per ogni torto tortoso, sono assunte toccando due aspetti precipui della morte stessa: cruelty (‘crudeltà’) e wickedness (‘cattiveria’). 19. nella salute della donna il traduttore riconosce il Paradiso (cfr. whoso deserves not Heaven / may never hope to have her company). 240 Cavalcando l’altrier per un cammino, A day agone, as I rode sullenly Pensoso dello andar, che mi sgradia, Upon a certain path that liked me not, Trovai Amor nel mezzo della via, I met Love midway while the air was hot, In abito leggier di pellegrino: Clothed lightly as a wayfarer might be. Nella sembianza mi parea meschino, And for the cheer he showed, he seemed to me Come avesse perduto signoria; As one who hath lost lordship he had got; E sospirando pensoso venia, Advancing tow’rds me full of sorrowful thought, Per non veder la gente, a capo chino: Bowing his forehead so that none should see. Quando mi vide, mi chiamò per nome, Then as I went, he called me by my name, E disse: io vegno di lontana parte, Saying: “I journey since the morn was dim Dove era lo tuo cor per mio volere; Thence where I made thy heart to be: which now E recolo a servir novo piacere: I needs must bear unto another dame.” Allora presi di lui sì gran parte, Wherewith so much passed into me of him Ch’egli disparve, e non m’accorsi come. That he was gone, and I discerned not how. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’originale inizia con una perifrasi progressiva che determina l’azione del verbo cavalcando, da cui procedono le frasi consecutive. I rimanti italiani pellegrino:meschino e chino (4-5, 8) qualificano l’aspetto e la condotta di Amore. Per il rapporto tra parte e parte (10, 13), nel primo caso il lemma indica il luogo lontano dal quale proviene Amore e invece in quello successivo rivela la ‘grande parte’ che il poeta prende da Amore (cioè, egli è preso d’Amore). In traduzione la densità concettuale dei rimanti è minore, eppure due legami sono molto interessanti: dapprima midway / wayfarer (3-4), che nella condivisione del lessema way evoca il pellegrino in mezzo alla via; e quindi la rima interna showed / seemed (5), con richiamo alla figura di Amore che suscita una particolare impressione nel poeta. 2. pensoso: si converte nell’avv. sullenly, che definisce l’andatura pensierosa dell’amante. 4. in abito leggier: lascia spazio alla fantasia del traduttore, che considera necessaria la veste leggera per l’aria calda e intensa (cfr. 3, the air was hot). 5. meschino: nel verso inglese è di fatto as one who hath lost lordship (“come uno che ha perso la sua signoria”). 9. lontana parte: corrisponde all’atmosfera ancora buia del mattino (… since the morn was dim). 11. novo piacere: è quello che il poeta deve portare unto another dame (“a un’altra donna”). 241 Ballata io vo’, che tu ritrovi Amore, Song, ‘tis my will that thou do seek out Love, E con lui vadi a Madonna davanti, And go with him where my dear lady is; Sicchè la scusa mia, la qual tu canti, That so my cause, the which thy harmonies Ragioni poi con lei lo mio signore. Do plead, his better speech may clearly prove. Tu vai, ballata, sì cortesemente, Thou goest, my Song, in such a courteous kind, Che senza compagnia That even companionless Dovresti avere in tutte parti ardire: Thou mayst rely on thyself anywhere. Ma, se tu vuogli andar sicuramente, And yet, an thou wouldst get thee a safe mind, Ritrova l’Amor pria, First unto Love address Che forse non è buon senza lui gire: Thy steps; whose aid, mayhap, ‘twere ill to spare, Però che quella, che ti deve odire, Seeing that she to whom thou mak’st thy prayer S’è (come io credo) in ver di me adirata, Is, as I think, ill-minded unto me, Se tu di lui non fossi accompagnata, And that if Love do not companion thee, Leggieramente ti faria disnore. Thou’lt have perchance small cheer to tell me of. Con dolce suono, quando se’ con lui, With a sweet accent, when thou com’st to her, Comincia este parole, Begin thou in these words, Appresso ch’averai chesta pietate: First having craved a gracious audience: Madonna, quegli, che mi manda a voi, “He who hath sent me as his messenger, Quando vi piaccia, vuole, Lady, thus much records, Sed egli ha scusa, che la m’intendiate. An thou but suffer him, in his defence. Amore è qui, che per vostra biltate Love, who comes with me, by thine influence Lo face, come vuol, vista cangiare, Can make this man do as it liketh him: Dunque, perchè gli fece altra guardare, Wherefore, if this fault is or doth but seem Pensatel voi, da che’ non mutò ‘l core. Do thou conceive: for his heart cannot move.” Dille: Madonna, lo suo core è stato Say to her also: “Lady, his poor heart Con sì fermata fede, Is so confirmed in faith Ch’a voi servir gli ha pronto ogni pensiero; That all its thoughts are but of serving thee: Tosto fu vostro, e mai non s’è smagato. ‘Twas early thine, and could not swerve apart.” Sed ella non ti crede, Then, if she wavereth, Di’, che domandi Amor, sed egli è vero: Bid her ask Love, who knows if these things be. Ed alla fine falle umil preghiero; And in the end, beg of her modestly (Lo perdonare se le fosse a noja) To pardon so much boldness: saying too: - Che mi comandi per messo, ch’io muoja: “If thou declare his death to be thy due, E vedrassi ubbidir buon servidore. The thing shall come to pass, as doth behove.” E di’ a colui, ch’è d’ogni pieta chiave, Then pray thou of the Master of all ruth, Avanti che sdonnei, Before thou leave her there, Che le saprà contar mia ragion buona, That he befriend my cause and plead it well. Per grazia della mia nota soave: “In guerdon of my sweet rhymes and my truth” Riman tu quì con lei, (Entreat him) “stay with her; E del tuo servo ciò, che vuoi, ragiona; Let not the hope of thy poor servant fail; E, s’ella per tuo priego gli perdona, And if with her thy pleading should prevail, 242 Fa, che gli annunzj un bel sembiante pace. Let her look on him and give peace to him.” Gentil ballata mia, quando ti piace, Gentle my Song, if good to thee it seem, Muovi in quel punto, che tu n’aggi onore. Do this: so worship shall be thine and love. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABBA CdE CdE Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABBA CdE CdE I rimanti (vista) cangiare / (altra) guardare, 23-24, racchiudono il motivo centrale della ballata. Il traduttore segue il modulo rimico dell’originale, benché l’unione tra i rimanti non produca un esito rilevante per la diffusione del tema. Nondimeno, alcune rime sono richiamate all’interno del verso e questo è un ottimo espediente con cui ricreare l’andamento melodico del testo italiano. 1. ballata: non è tradotta nell’inglese ballad, ma nella misura di song (‘canzone’). 3. il sost. harmonies rimanda al verbo canti, poiché indica gli accordi musicali della ballata. 22-23. lo face, come vuol, vista cangiare / dunque, perché gli fece altra guardare: Rossetti non spiega apertamente il contenuto dell’originale, ma si limita a riflettere sulla possibilità che vi sia o meno this fault (‘questa colpa’). 243 Tutti li miei pensier parlan d’Amore, All my thoughts always speak to me of Love, Ed hanno in lor sì gran varietate; Yet have between themselves such difference Ch’altro mi fa voler sua potestate; That while one bids me bow with mind and sense, Altro folle ragiona il suo valore; A second saith, “Go to: look thou above”; Altro sperando m’apporta dolzore; The third one, hoping, yields me joy enough; Altro pianger mi fa spesse fiate; And with the last come tears, I scarce know whence! E sol s’accordano in chieder pietate, All of them craving pity in sore suspense, Tremando di paura, ch’è nel core: Trembling with fears that the heart knoweth of. Ond’io non so da qual materia prenda; And thus, being all unsure which path to take, E vorrei dire, e non so, che mi dica; Wishing to speak I know not what to say, Così mi trovo in l’amorosa erranza: And lose myself in amorous wanderings: E, se con tutti vo’ fare accordanza, Until, (my peace with all of them to make,) Convienemi chiamar la mia nemica, Unto mine enemy I needs must pray, Madonna la Pietà, che mi difenda. My Lady Pity, for the help she brings. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il v. 1, tutti li miei pensier parlan d’Amore, costituisce il principio basilare che sostiene l’ideologia della fin’ amor. Le proposizioni successive condensano la passione dolorosa, l’amarezza, e l’infelicità. Gli accordi perfetti tra Amore:valore (1, 4) e dolzore:core (5, 8) appartengono al lessico più tradizionale, su cui riecheggiano anche i motivi tipici della poetica cavalcantiana. Il traduttore restituisce una nuova forma ai pensieri del poeta, usando, come al v. 4, il discorso diretto. Oppure affermazioni per inciso (cfr. 12), che interiorizzano la tesi originale. 3. ch’altro mi fa voler sua potestate: nel verso inglese, uno dei pensieri suggerisce all’amante di chinarsi con giudizio dinnanzi ad Amore (one bids me bow with mind and sense). 4. altro folle ragiona il suo valore: il secondo invita a guardare verso l’alto – … look thou above… –. 7. l’aggiunta della locuzione sore suspense (‘attesa dolorosa’) è indicativa per il modo con cui i pensieri s’accordano nella richiesta di pietate. 244 Con l’altre donne mia vista gabbate, Even as the others mock, thou mockest me; E non pensate, Donna, onde si muova, Not dreaming, noble lady, whence it is Ch’io vi rassembri sì figura nova, That I am taken with strange semblances, Quando risguardo la vostra biltate; Seeing thy face which is so fair to see: Se lo saveste, non porria pietate For else, compassion would not suffer thee Tener più contra a me l’usata prova: To grieve my heart with such harsh scoffs as these. Che quando Amor sì presso a voi mi trova, Lo! Love, when thou are present, sits at ease, Prende baldanza, e tanta sicurtate; And bears his mastership so mightly Che ‘l fiere tra’ miei spirti paurosi, That all my troubled senses he thrusts out, E quale ancide, e qual caccia di fora; Sorely tormenting some, and slaying some, Sì ch’ei solo rimane a veder vui; Till none but he is left and has free range Ond’io mi cangio in figura d’altrui; To gaze on thee. This makes my face to change Ma non sì, ch’io non senta bene allora Into another’s; while I stand all dumb, Chi guai de’ discacciati tormentosi. And hear my senses clamour in their rout. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC La traduzione procede nella stessa modalità dell’originale, che ha a disposizione una serie di frasi congiunte dal motivo del gabbo. Nella versione rossettiana è rilevante l’unione di mock e mockest all’interno del v. 1, che imprime doppiamente lo scherno delle donne e in particolare della donna. 2. l’epiteto noble avvalora la concezione stilnovistica che il traduttore ha della donna. 8. baldanza: trova riscontro nella figura di Amore ch’è seduto at ease (‘in pace’). 11. sì ch’ei solo rimane… : nel verso inglese Amore ha free range (‘campo libero’). 14. discacciati tormentosi: sono quei pensieri tumultuosi che fanno clamore (my senses clamour in their rout). 245 Ciò, che m’incontra nella mente, muore, The thoughts are broken in my memory, Quando vegno a veder voi, bella gioja; Thou lovely Joy, whene’er I see thy face; E quand’io vi son presso, sento Amore, When thou art near me, Love fills up the space, Che dice: fuggi, se ‘l perir t’è noja: Often repeating, “If death irk thee, fly.” Lo viso mostra lo color del core, My face shows my heart’s colour, verily, Ch’è tramortendo, dovunque s’appoja: Which, fainting, seeks for any leaning-place; E per la ebrietà del gran tremore Till, in the drunken terror of disgrace, La pietre par, che gridin; muoja, muoja. The very stones seem to be shrieking, “Die!” Peccato fa chi allora mi vide, It were a grievous sin, if one should not Se l’alma sbigottita non conforta, Strive then to comfort my bewildered mind Sol dimostrando, che di me gli doglia, (Though merely with a simple pitying) Per la pieta, che ‘l vostro gabbo occide; For the great anguish which thy scorn has wrought Lo qual si cria nella vista morta In the dead sight o’ the eyes grown nearly blind, Degli occhi, ch’hanno di lor morte voglia. Which look for death as for a blessed thing. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Certe osservazioni muovono subito dal v. 8, dove troviamo in rima gli omologhi verbali muoja:muoja che accentuano il ritmo incalzante della frase. Nello stesso passo Rossetti denota il verso con una tonalità esclamativa: “Die!”. 1. ciò, che m’incontra nella mente… : è compendiato nel sost. thoughts (‘pensieri’). 3. la lettura del sintagma sento Amore conduce alla percezione di un Amore totalizzante che colma spazio e tempo: … Love fills up the space. 14. il traduttore innalza la morte a blessed thing (‘cosa benedetta’), poiché ha forza di alleviare l’animo stanco e inquieto del poeta. 246 Spesse fiate vegnommi alla mente At whiles (yea oftentimes) I muse over L’oscure qualità, che Amor mi dona: The quality of anguish that is mine E viemmene pieta sì, che sovente Through Love: then pity makes my voice to pine, Io dico; lasso! avviene egli a persona? Saying, “Is any else thus, anywhere?” Ch’Amor m’assale subitanamente, Love smiteth me, whose strength is ill to bear; Che la mia vita quasi m’abbandona: So that of all my life is left no sign Campami un spirto vivo solamente; Except one thought; and that, because ‘tis thine, E quei riman, perchè di voi ragiona: Leaves not the body but abideth there. Poscia mi sforzo, che mi voglio atare; And then if I, whom other aid forsook, E così smorto, d’ogni valor voto Would aid myself, and innocent of art Vegno a vedervi, credendo guarire: Would fain have sight of thee as a last hope, E, se io levo gli occhi per guardare, No sooner do I lift mine eyes to look Nel cor mi s’incomincia un terremoto, Than the blood seems as shaken from my heart, Che fa de’ polsi l’anima partire. And all my pulses beat at once and stop. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Rossetti traduce il significato dei versi italiani con un registro linguistico conforme alla materia amorosa, e a sua volta dolorosa. 2. the quality of anguish determina le ‘oscure qualità’ che Amore concede all’amante. 5. ch’Amor m’assale subitanamente: il traduttore commenta la frase dimostrando la potenza nociva e insostenibile di Amore (cfr. Love smiteth me, whose strength is ill to bear). 11. credendo guarire: è per dire last hope, ‘l’ultima speranza’ che ha il poeta di vedere Amore. 247 Donne, ch’avete intelletto d’Amore, Ladies that have intelligence in love, Io vo’ con voi della mia Donna dire; Of mine own lady I would speak with you; Non perch’io creda sua laude finire, Not that I hope to count her praises through, Ma ragionar per isfogar la mente: But telling what I may, to ease my mind. Io dico, che pensando al suo valore, An I declare that when I speak thereof, Amor sì dolce mi si fa sentire; Love sheds such perfect sweetness over me Che, s’io allora non perdessi ardire, That if my courage failed not, certainly Farei parlando innamorar la gente: To him my listeners must be all resign’d. Ed io non vo’ parlar sì altamente, Wherefore I will not speak in such large kind Ch’io divennissi per temenza vile: That mine own speech should foil me, which were base; Ma tratterò del suo stato gentile, But only will discourse of her high grace A rispetto di lei leggieramente, In these poor words, the best that I can find, Donne, e Donzelle amorose, con vui: With you alone, dear dames and damozels: Che non è cosa da parlarne altrui. ‘Twere ill to speak thereof with any else. Angelo chiama il Divino Intelletto, An Angel, of his blessed knowledge, saith E dice: Sire, nel mondo si vede To God: “Lord, in the world that Thou hast made, Maraviglia nell’atto, che procede A miracle in action is display’d, D’una anima, che fin quassù risplende: By reason of a soul whose splendours fare Lo cielo, che non ave altro difetto, Even hither: and since Heaven requireth Che d’aver lei, al suo Signor la chiede: Nought saving her, for her it prayeth Thee, E ciascun Santo ne grida mercede; Thy Saints crying aloud continually.” Sola pietà nostra parte difende: Yet Pity still defends our earthly share Che parla Iddio, che di Madonna intende: In that sweet soul; God answering thus the prayer: Diletti miei, or sofferite in pace, “My well-belovèd, suffer that in peace Che vostra speme sia, quanto mi piace, Your hope remain, while so My pleasure is, Là ove è alcun, che perder lei s’attende; There were one dwells who dreads the loss of her: E che dirà nello inferno a’ mal nati: And who in Hell unto the doomed shall say, Io vidi la speranza de’ Beati. ‘I have looked on that for which God’s chosen pray.’”. Madonna è desïata in l’alto cielo; My lady is desired in the high Heaven: Or vo’ di sua vertù farvi sapere: Wherefore, it now behoveth me to tell, Dico; qual vuol gentil donna parere, Saying: “Let any maid that would be well Vada con lei, che quando va per via, Esteemed keep with her: for as she goes by, Gitta ne’ cor villani Amore un gielo; Into foul hearts a deathly chill is driven Perch’ogni lor pensiero agghiaccia, e pere, By Love, that makes ill thought to perish there: E qual soffrisse di starla a vedere While any who endures to gaze on her Diverria nobil cosa, e si morria: Must either be ennobled, or else die. E quando trova alcun, che degno sia When one deserving to be raised so high Di veder lei, quei prova sua virtute: Is found, ‘tis then her power attains its proof, Che gli addivien ciò, che gli dà salute, Making his heart strong for his soul’s behoof E sì l’umilia, ch’ogni offesa obblia: With the full strength of meek humility. Ancor l’ha Dio per maggior grazia dato, Also this virtue owns she, by God’s will: 248 Che non può mal finir chi l’ha parlato. Who speaks with her can never come to ill.” Dice di lei Amor: cosa mortale Love saith concerning her: “How chanceth it Come esser puote sì adorna, e pura? That flesh, which is of dust, should be thus pure?” Poi la riguarda, e fra se stesso giura, Then, gazing always, he makes oath; “Forsure, Che Dio ne ‘ntende di far cosa nova. This is a creature of God till now unknown.” Color di perla quasi informa, quale Sha hath that paleness of the pearl that’s fit Convene a donna aver, non fuor misura: In a fair woman, so much and not more; Ella è quanto di ben può far natura: She is as high as Nature’s skill can soar; Per essempio di lei biltà si prova: Beauty is tried by her comparison. Degli occhi suoi, come ch’ella gli mova, Whatever her sweet eyes are turned upon, Escono spirti d’Amore infiammati, Spirits of love do issue thence in flame, Che fieron gli occhi a qual, che al lor gli guati. Which through their eyes who then may look on them E passan sì, che ‘l cor ciascun ritrova: Pierce to the heart’s deep chamber every one. Voi le vedete Amor pinto nel viso, And in her smile Love’s image you may see; Là u’ non puote alcun mirarla fiso. Whence none can gaze upon her steadfastly. Canzone io so, che tu girai parlando Dear Song, I know thou wilt hold gentle speech A donne assai, quando t’avrò avanzata: With many ladies, when I send thee forth: Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata Wherefore (being mindful that thou hadst thy birth Per figliuola d’Amor giovene, e piana: From Love, and art a modest, simple child,) Che dove giugni, tu dichi pregando; Whomso thou meetest, say thou this to each: Insegnatemi gir, ch’io son mandata “Give me good speed! To her I went along A quella, di cui loda io sono ornate: In whose much strength my weakness is made strong.” E se non vuogli andar, siccome vana, And if, i’ the end, thou wouldst not be beguiled Non ristare, ove sia gente villana: Of all thy labour, seek not the defiled Ingegnati, se puoi, d’esser palese And common sort; but rather choose to be Solo con donna, o con uomo cortese; Where man and woman dwell in courtesy. Che ti merranno per la via tostana: So to the road thou shalt be reconciled, Tu troverai Amor con esso lei; And find the lady, and with the lady, Love. Raccomandami a lui, come tu déi. Commend thou me to each, as doth behove. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABBC ABBC CDD CEE Testo inglese: decasillabi, con schema ABBC ABBC CDD CEE La lode dell’amata non è rivolta direttamente, ma in seconda persona a donne gentili. La formula del linguaggio della scolastica, io dico che (5), si traduce nell’inglese an I declare. Il modo gerundivo pensando (transitivo, ‘quando considero’) passa all’equivalente I speak. L’ellissi dell’articolo che dovrebbe precedere il sost. Angelo (15) è compensato dalla forma forte dell’art. indet. an. L’iperbole ai vv. 19-20 (lo cielo, che non ave altro difetto, / che d’aver lei, al suo Signor la chiede) approda in traduzione (even hither: and since Heaven requireth / nought saving her, for her it prayeth Thee). I sicilianismi presenti nell’originale (come i condizionali diverria e morria, 36), e alcuni richiami a Giacomo da Lentini (per es. pinto, 55) sono neutralizzati nella lingua del traduttore che utilizza a sua volta un lessico conforme e ragionato. 1. intelletto d’amore: il passaggio dalla prep. d’ all’equivalente in permette d’interpretare il 249 valore dell’intelletto femminile nella prospettiva che le donne abbiano maggiore perspicacia in amore (intelligence in love). 8. farei parlando innamorar la gente: l’ipotesi corrispondente è che gli ascoltatori debbano sottomettersi proprio alla potenza di Amore (to him my listeners must be all resign’d). 15. Angelo chiama Divino Intelletto: nel verso inglese l’angelo ha una blessed knowledge (‘intelligenza benedetta’). 23. Madonna: fa il suo ingresso sotto il velo pregevole di una sweet soul (‘dolce anima’). 43. cosa mortale: è verbalizzata nell’immagine della carne che diventa polvere – that flesh, which is of dust –, e per questo destinata alla consunzione e alla morte. 46. che Dio ne ‘ntende di far cosa nova: nella spiegazione di Rossetti la creatura divina è finora sconosciuta (a creature of God till now unknown); pertanto Dio ne farà una cosa straordinaria. 54. cor: si traduce nell’espressione the heart’s deep chamber, che definisce il luogo più segreto e profondo del cuore. 250 Amore, e ‘l cor gentil sono una cosa, Love and the gentle heart are one same thing, Siccome il saggio in suo dittato pone: Even as the wise man in his ditty saith: E così esser l’un senza l’altro osa, Each, of itself, would be such life in death Com’alma razional senza ragione. As rational soul bereft of reasoning. Fagli natura, quando è amorosa, ‘Tis Nature makes them when she loves: a king Amor per sire, e ‘l cor per sua magione; Love is, whose palace where he sojourneth Dentro alla qual dormendo si riposa, Is called the Heart; there draws he quiet breath Tal volta brieve, e tal lunga stagione. At first, with brief or longer slumbering. Biltate appare in saggia donna pui, Then beauty seen in virtuous womankind Che piace agli occhi, sì che dentro al core Will make the eyes desire, and through the heart Nasce un desio della cosa piacente: Send the desiring of the eyes again; E tanto dura talora in costui, Where often it abides so long enshrin’d Che fa svegliar lo spirito d’Amore: That Love at length out of his sleep will start. E simil face in donna uomo valente. And women feel the same for worthy men. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il verso iniziale, Amore, e ‘l cor gentil sono una cosa, rinnovatosi nell’inglese Love and gentle heart are one same thing, formalizza il pensiero stilnovistico dei poeti italiani del ‘200 (e specialmente di Guido Guinizzelli), che consideravano l’Amore e il cuore gentile una cosa sola. Nello schema delle rime ragione (B) e reasoning (A) sono coincidenti per significato, anche se non ammettono il medesimo coefficiente. 2. saggio: epiteto tradizionale con il quale si definisce il poeta, è assunto nell’inglese wise man (‘uomo saggio’). 7. dentro alla qual dormendo si riposa: nella seconda metà del verso inglese lo stato di quiete in cui giace l’anima prende corpo nella frase there draws quiet breath (“lì vive in pace”). 251 Negli occhi porta la mia Donna Amore; My lady carries love within her eyes; Perchè si fa gentil ciò, ch’ella mira: All that she looks on is made pleasanter; Ove ella passa, ogni uom verso lei si gira; Upon her path men turn to gaze at her; E cui salute fa tremar lo core; He whom she greeteth feels his heart to rise, Sì che bassando il viso tutto smuore; And droops his troubled visage, full of sighs, Ed ogni suo difetto allor sospira: And of his evil heart is then aware: Fugge dinanzi a lei superbia, ed ira. Hate loves, and pride becomes a worshipper. Ajutatemi, donne, a farle onore. O women, help to praise her in somewise. Ogni dolcezza, ogni pensero umile Humbleness, and the hope that hopeth well, Nasce nel core a chi parlar la sente; By speech of hers into the mind are brought, Onde è laudato chi prima la vide. And who beholds is blessed oftenwhiles. Quel, ch’ella par, quando un poco sorride, The look she hath when she a little smiles Non si può dicer, nè tenere a mente; Cannot be said, nor holden in the thought; Sì è nuovo miracolo, e gentile. ‘Tis such a new and gracious miracle. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il legame convenzionale tra Amore e core (1, 4) torna parzialmente nei rimanti eyes:rise, che rimandano a due aspetti peculiari della fenomenologia amorosa: gli occhi attraverso cui si manifesta Amore, e lo stato d’animo del poeta che sente crescere il suo cuore. La specularità dei verbi in rima mira:gira (per i quali tutte le cose che la donna ‘mira’ diventano gentili, e allorch’ella passa ogni uomo ‘si gira’) è visibile approssimativamente nella coppia pleasanter:her (2-3). 9. ogni dolcezza, ogni pensero umile: sono adattati rispettivamente a un sentimento di speranza – that hopeth well (“che attende cose dolci e amabili”) –, e alla virtù di humbleness (‘umiltà’). 252 Voi, che portate la sembianza umile, You that thus wear a modest countenance Cogli occhi bassi mostrando dolore, With lids weigh’d down by the heart’s heaviness, Onde venite, che ‘l vostro colore Whence come you, that among you every face Par divenuto di pietra simile? Appears the same, for its pale troubled glance? Vedeste voi nostra Donna gentile Have you beheld my lady’s face, perchance, Bagnar nel viso suo di pianto Amore? Bow’d with the grief that Love makes full of grace? Ditelmi, donne, che mel dice il core; Say now, “This thing is thus”; as my heart says, Perch’io vi veggio andar senza atto vile: Marking your grave and sorrowful advance. E, se venite da tanta pietate, And if indeed you come from where she sighs Piacciavi, deh, ristar quì meco alquanto: And mourns, may it please you (for his heart’s relief) E che che sia di lei nol mi celate. To tell how it fares with her unto him Io veggio gli occhi vostri, ch’hanno pianto, Who knows that you have wept, seeing your eyes, E veggiovi venir sì sfigutate, And is so grieved with looking on your grief Che ‘l cor mi trema di vederne tanto. That his heart trembles and his sight grows dim. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Rossetti segue l’originale riadattando nella sua lingua il campo semantico dei sentimenti umani (angoscia, dolore, pietà). I rimanti umile (1), simile (4), vile (8), così come gli equivalenti (modest) countenance, (troubled) glance, (sorrowful) advance, descrivono la sembianza esteriore delle donne. La rima dolore:colore (2-3) dà anche prova che il dolore arreca un segno esterno al volto femminile; in traduzione questo aspetto è rivisitato nella coppia heaviness:face. 4. par divenuto di pietra simile?: nel verso inglese manca la similitudine della donna con la pietra, tuttavia è altrettanto eloquente l’espressione pallida e inquieta delle donne (appears the same, for its pale troubled glance?). 6. bagnar nel viso suo di pianto Amore?: nell’interpretazione rossettiana il poeta chiede alle donne se la sua amata fosse vinta dal dolore che Amore rende comunque pieno di grazia (bow’d with the grief that Love makes full of grace?). 9. pietate: si manifesta nella condizione della donna che sighs (‘sospira’) e mourns (piange’). 253 Se’ tu colui, ch’hai trattato sovente Canst thou indeed be he that still would sing Di nostra Donna, sol parlando a nui? Of our dear lady unto none but us? Tu risomigli alla voce ben lui; For though thy voice confirms that it is thus, Ma la figura ne par d’altra gente. Thy visage might another witness bring. Deh! perchè piangi tu sì coralmente, And wherefore is thy grief so sore a thing Che fai di te pietà venire altrui? That grieving thou mak’st others dolorous? Vedestù pianger lei, che tu non pui Hast thou too seen her weep, that thou from us Punto celar la dolorosa mente? Canst not conceal thine inward sorrowing? Lascia piangere a noi, e triste andare, Nay, leave our woe to us: let us alone: (E fa peccato chi mai ne conforta) ‘Twere sin if one should strive to soothe our woe, Che nel suo pianto l’udimmo parlare. For in her weeping we have heard her speak Ella ha nel viso la pietà sì scrota; Also her look’s so full of her heart’s moan Che qual l’avesse volute mirare, That they who should behold her, looking so, Saria dinnanzi a lei caduta morta. Must fall aswoon, feeling all life grow weak. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Gli arcaismi grief, sore, dolorous, weep, sorrowing, woe, moan, sostengono, ma non sempre, le voci originali (per esempio grief e sore succedono all’avv. ant. e letter. coralmente ), rivelando comunque l’atmosfera cupa del sonetto. 56. deh! perchè piangi tu sì coralmente, / che fai di te pietà venire altrui?: il pianto del poeta, così profondo da suscitare pietà in chi lo vede, è sentito come un sentimento di estremo dolore (and wherefore is thy grief so sore a thing / that grieving thou mak’st other dolorous?). 254 Donna pietosa, e di novella etate, A very pitiful lady, very young, Adorna assai di gentilezze umane, Exceeding rich in human sympathies, Era là, v’ io chiamava spesso morte: Stood by, what time I clamour’d upon Death Veggendo gli occhi miei pien di pietate, And at the wild words wandering on my tongue Ed ascoltando le parole vane, And at the piteous look within mine eyes Si mosse con paura a pianger forte: She was affrighted, that sobs choked her breath. E l’altre donne, che si furo accorte So by her weeping where I lay beneath, Di me per quella, che meco piangia, Some other gentle ladies came to know Fecer lei partir via; My state, and made her go: Ed appressarsi per farmi sentire. Afterward, bending themselves over me, Qual dice, non dormire; One said, “Awaken thee!” E qual dice, perchè sì ti sconforte? And one, “What thing thy sleep disquieteth?” Allor lassai la nova fantasia, With that, my soul woke up from its eclipse, Chiamando il nome della Donna mia. The while my lady’s name rose to my lips: Era la voce mia sì dolorosa, But utter’d in a voice so sob-broken, E rotta sì dall’angoscia, e dal pianto, So feeble with the agony of tears, Ch’io solo intesi il nome nel mio core: That I alone might hear it in my heart; E con tutta la vista vergognosa, And though that look was on my visage then Ch’era nel viso mio giunta cotanto, Which he who is ashamed so plainly wears, Mi fece verso lor volgere Amore: Love made that I through shame held not apart, Egli era tale a veder mio colore, But gazed upon them. And my hue was such Che facea ragionar di morte altrui: That they look’d at each other and thought of death; Deh! confortiam costui, Saying under their breath (Pregava l’una l’altra umilemente) Most tenderly, “O let us comfort him.” E dicevan sovente; Then unto me: “What dream Che vedestù, che tu non hai valore? Was thine, that it hath shaken thee so much?” E quando un poco confortato fui, And when I was a little comforted, Io dissi; donne, dicerollo a vui. “This, ladies, was the dream I dreamt,” I said. Mentre io pensava la mia frale vita; I was a-thinking how life fails with us E vedea il suo durar come è leggiero; Suddenly after such a little while; Piansemi Amor nel core, ove dimora: When Love sobb’d in my heart, which is his home. Perchè l’anima mia fu sì smarrita, Whereby my spirit wax’d so dolorous Che, sospirando, dicea nel pensiero: That in myself I said, with sick recoil: Ben converrà, che la mia Donna mora. ‘Yea, to my lady too this Death must come.’ Io presi tanto smarrimento allora, And therewithal such a bewilderment Ch’io chiusi gli occhi vilmente gravati; Possess’d me, that I shut mine eyes for peace; E furo sì smagati And in my brain did cease Gli spirti miei, che ciascun giva errando; Order of thought, and every healthful thing. E poscia immaginando, Afterwards, wandering Di conoscenza, e di verità fora, Amid a swarm of doubts that came and went, Visi di donne m’apparver crucciati, Some certain women’s faces hurried by, 255 Che mi dicien pur; morráti: morráti. And shrieked to me, ‘Thou too shalt die, shalt die!’ Poi vidi cose dubitose molte “Then saw I many broken hinted sights Nel vano immaginare, ov’io entrai: In the uncertain state I stepp’d into. Ed esser mi parea non so in qual loco, Meseem’d to be I know not in what place, E veder donne andar per via disciolte; Where ladies through the streets, like mournful lights, Qual lagrimando, e qual traendo guai, Ran with loose hair, and eyes that frighten’d you, Che di tristizia saettavan foco: By their own terror, and a pale amaze: Poi mi parve vedere a poco, a poco The while, little by little as I thought, Turbar lo sole, ed apparir la stella, The sun ceased, and the stars began to gather, E pianger egli, ed ella: And each wept at the other; Cader gli augelli volando per l’a’re; And birds dropp’d in mid-flight out of the sky; E la terra tremare: And earth shook suddenly; E uom m’apparve scolorito, e fioco, And I was ‘ware of one, hoarse and tired out, Dicendomi: che fai? non sai novella? Who ask’d of me: ‘Hast thou not heard it said?.. Mort’è la Donna tua, ch’era sì bella. Thy lady, she that was so fair, is dead.’ Levava gli occhi miei bagnati in pianti; “Then lifting up mine eyes, as the tears came, E vedea, che parean pioggia di manna I saw the Angels, like a rain of manna, Gli Angeli, che tornavan suso in cielo; In a long flight flying back Heavenward; Ed una nuvoletta avian davanti, Having a little cloud in front of them, Dopo la qual gridavan tutti; Osanna; After the which they went and said, ‘Hosanna’; E, s’altro avesser ditto, a voi dire’ lo. And if they had said more, you should have heard. Allor diceva Amor: più non ti celo; Then Love said, ‘Now shall all things be made clear: Vieni a veder nostra Donna, che giace. Come and behold our lady where she lies.’ L’immaginar fallace These ‘wildering phantasies. Mi condusse a veder Madonna morta; Then carried me to see my lady dead. E, quando l’avea scrota, Even as I there was led, Vedea, che donne la covrian d’un velo; Her ladies with a veil were covering her; Ed avea seco una umiltà verace, And with her was such very humbleness Che parea, che dicesse: io sono in pace. That she appeared to say, ‘I am at peace.’ Io diveniva nel dolor sì umile, “And I became so humble in my grief, Veggendo in lei tanta umiltà formata; Seeing in her such deep humility, Ch’io dicea: morte assai dolce ti tegno; That I said: ‘Death, I hold thee passing good Tu déi omai esser cosa gentile; Henceforth, and a most gentle sweet relief, Poichè tu se’ nella mia Donna stata, Since my dear love has chosen to dwell with thee: E déi aver pietate, e non disdegno: Pity, not hate, is thine, well understood. Vedi, che sì desideroso vegno Lo! I do so desire to see thy face D’esser de’ tuoi, ch’io ti somiglio in fede; That I am like as one who nears the tomb; Vieni, che ‘l cor ti chiede. My soul entreats thee, Come.’ Poi mi partia consumato ogni duolo; Then I departed, having made my moan; E quando io era solo And when I was alone Dicea, guardando verso l’alto regno: I said, and cast my eyes to the High Place: 256 Beato, Anima bella, chi ti vede. ‘Blessed is he, fair soul, who meets thy glance!’ Voi mi chiamaste allor, vostra mercede. Just then you woke me, of your complaisaùnce.” Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABC ABC CDdE eCDD Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABC ABC CDdE eCBB L’analisi testuale mette in luce una serie di punti su cui ragionare: la Donna (1), indeterminata, diventa a lady (‘una donna’); a quest’ultima s’interpongono in rima interna gli aggettivi very, che enfatizzano l’attitudine compassionevole della donna e la sua età giovanile. Il verbo vedestù (26), nella formula contratta caratteristica del linguaggio parlato, si traduce con what dream was thine (“che sogno è stato il tuo?”). La rima composta morráti:morráti (42) è ripresa dall’inglese “shalt die, shalt die!”. Rime identiche e corrispondenti sono da segnalarsi ai vv. 49 (a poco a poco / a little a little) e 58 (manna / manna). Quest’ultimo legame menziona il cibo che Dio fornì miracolosamente agli Ebrei nei quarant’anni delle loro peregrinazioni nel deserto. 11. l’infinito con negazione non dormire è reso con un valore di segno positivo, e dall’accento esclamativo: awaken thee! (‘svegliati’!). 13. allor lassai la nova fantasia: nel verso inglese il sost. eclipse, mutuato dal gergo astronomico, descrive la fase di oscurità (mentale) che il poeta attraversa fino all’istante del risveglio. 14. chiamando il nome della Donna mia: l’azione è richiamata virtualmente dal movimento delle labbra (… my lady’s name rose to my lips). 24. (pregava l’una all’altra umilemente): viene trascinato al di fuori delle parentesi, così che il nuovo discorso, guidato dalla forma gerundiva saying, introduce la preghiera emessa sottovoce e teneramente dalle donne (cfr. … “o let us comfort him”). 34. ben converrà, che la mia Donna mora: nel verso inglese la morte sembra configurarsi come un’entità reale disposta a raggiungere la donna (… to my lady too this Death must come). 39-40. e poscia immaginando, / di conoscenza, e di verità fora: nei versi equivalenti l’immaginazione del poeta traccia, al modo delle api disposte a schiera nell’aria, una moltitudine di pensieri (… wandering / amid a swarm of doubts that came and went). 47. lacrimando, traendo: archetipi linguistici delle rime dantesche, non hanno appropriati corrispondenti. Appaiono comunque le donne, mournful lights (‘luci malinconiche’), i cui occhi hanno il potere di sgomentare chi li osserva (… and eyes that frighten’d you). 55. novella: si rifa in una comune espressione verbale: it said (“ciò ch’è detto”). 63. … più non ti celo: è rivisitato nel proposito di Amore, che vuole rivelare apertamente tutte le cose (… all things be made clear). 257 Io mi senti’ svegliar dentro dal core I felt a spirit of love begin to stir Un spirito amoroso, che dormia; Within my heart, long time unfelt till then; E poi vidi venir da lunge Amore, And saw Love coming towards me fair and fain, Allegro sì, ch’appena il conoscia; (That I scarce knew him for his joyful cheer), Dicendo; or pensa pur di farmi onore; Saying, “Be now indeed my worshipper!” E ‘n ciascuna parola sua ridia: And in his speech he laugh’d and laugh’d again. E poco stando meco ‘l mio signore, Then, while it was his pleasure to remain, Guardando in quella parte, onde ei venia; I chanced to look the way he had drawn near, Io vidi Mona Vanna, e Mona Bice And saw the Ladies Joan and Beatrice Venire in ver lo loco, là v’io era, Approach me, this the other following, L’una appresso dell’altra maraviglia: One and a second marvel instantly. E, siccome la mente mi ridice, And even as now my memory speaketh this, Amor mi disse, questa è Primavera; Love spake it then: “The first is christen’d Spring; E quella ha nome Amor; sì mi somiglia. The second Love, she is so like to me.” Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’esordio rappresenta un topos della lirica d’amore, cioè il risveglio di uno spirito amoroso. Rossetti intende chiaramente le parole dell’innamorato, e perciò riorganizza la sintassi creando nuovi e importanti legami tra le parti del discorso. L’uso ipocoristico dei nomi (pertinente allo stile colloquiale), e la presenza del nome dell’amata (generalmente sostituito con un senhal) fanno pensare che il testo fosse destinato a un amico intimo del poeta. La melodia dell’originale è promossa dalla regolarità delle rime; in traduzione, le norme prosodiche sono interrotte da unioni rimiche “forzate” ma incredibilmente perfette (cfr. 1, 4; 5, 8; 9, 12; 10, 13; 11, 14). 2. lo spirito amoroso che dormia nel cuore del poeta è unfelt (‘non percepito’). 3. Rossetti qualifica Amore con gli attributi di fair (‘bello’) e fain (‘contento’). 5. il sost. worshipper è interpretabile contestualmente all’unità verbale farmi onore, poiché indica ‘colui che onora o venera’. 9. le forme contratte dei nomi Vanna e Beatrice passano a Joan e Bice. 258 Tanto gentile, e tanto onesta pare My lady looks so gentle and so pure La Donna mia, quand’ella altrui saluta, When yielding salutation by the way, Ch’ogni lingua divine, tremando, muta, That the tongue trembles and has nought to say, E gli occhi non ardiscon di guardare. And the eyes, which fain would see, may not endure. Ella sen va, sentendosi laudare, Still, amid the praise she hears secure, Benignamente d’umiltà vestuta: She walks with humbleness for her array; E par, che sia una cosa venuta Seeming a creature sent from Heaven to stay Di cielo in terra, a miracol mostrare. In earth, and show a miracle made sure. Mostrasi sì piacente a chi la mira; She is so pleasant in the eyes of men Che dà per gli occhi una dolcezza al core, That through the sight the immost heart doth gain Che ‘ntender non la può, chi non la prova: A sweetness which needs proof to know it by: E par, che dale sua labia si mova And from between her lips there seems to move Un spirito soave, e pien d’amore; A soothing essence that is full of love Che va dicendo all’anima; sospira. Saying for ever to the spirit, “Sigh!”. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CCD EED Il traduttore rielabora i versi italiani nello stile della loda, anticipando così il soggetto della poesia – my lady –. 3. muta: cioè, the tongue has nought to say (“la lingua non ha nulla da dire”). 6. benignamente d’umiltà vestuta: tale nel verso inglese, dove she walks with humbleness for her array (“lei cammina con umiltà per la sua veste”). 11. che ‘ntender non la può, chi non la prova: la doppia negazione produce un esito affermativo: … which needs proof to know it by (“che ha bisogno di una prova per conoscerla”). 259 Vede perfettamente ogni salute, For certain he hath seen all perfectness Chi la mia Donna tra le donne vede: Who among other ladies hath seen mine: Quelle, che vanno con lei, son tenute They that go with her humbly should combine Di bella grazia a Dio render mercede: To thank their God for such peculiar grace. E sua biltate è di tanta vertute, So perfect is the beauty of her face Che nulla invidia all’altre ne procede; That it begets in no wise any sign Anzi le face andar seco vestute Of envy, but draws round her a clear line Di gentilezza, d’amore, e di fede. Of love, and blessed faith, and gentleness. La vista sua face ogni cosa umile, Merely the sight of her makes all things bow: E non fa sola se parer piacente; Not she herself alone is holier Ma ciascuna per lei riceve onore: Than all; but hers, through her, are raised above. Ed è negli atti suoi tanto gentile, From all her acts such lovely graces flow Che nessun la si può recare a mente, That truly one may never think of her Che non sospiri in dolcezza d’amore. Without a passion of exceeding love. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La traduzione di vede perfettamente ogni salute restituisce con fedeltà i versi italiani. Esistono tuttavia casi in cui Rossetti interviene nella riorganizzazione dei periodi, e nella trasformazione del lessico originale. Per esempio la biltate (5) sta nel particolare del viso femminile – the beauty of her face –; la dolcezza d’amore cambia in exceeding of love (‘eccesso d’amore’, 14), una delle formule più consuete del vocabolario rossettiano. I rimanti perfectness:grace (1, 4) e face:gentleness (5, 8) intendono valorizzare rispettivamente la perfezione e la grazia, la bellezza e la gentilezza della donna. 7. a clear line: è riconducibile al part. pass. vestute (sicilianismo), poiché indica “un chiaro segno” (di amore). 11. ma ciascuna per lei riceve onore: nel verso inglese le cose umili are raised above (“sono elevate”). 260 Sì lungiamente m’ha tenuto Amore, Love hath so long possess’d me for his own E costumato alla sua signoria; And made his lordship so familiar Che così, come ‘l m’era forte in pria, That he, who at first irked me, is now grown Così mi sta soave ora nel core: Unto my heart as its best secrets are. Però quando mi tolle sì ‘l valore, And thus, when he in such sore wise doth mar Che gli spiriti par, che fuggan via, My life that all its strength seems gone from it, Allor sente la frale anima mia Mine immost being then feels thoroughly quit Tanta dolcezza, che ‘l viso ne smuore: Of anguish, and all evil keeps afar. Poi prende Amore in me tanta vertute, Love also gathers to such power in me Che fa gli spiriti miei andar parlando; That my sighs speak, each one a grievous thing, Ed escon fuor chiamando Always soliciting La Donna mia, per darmi più salute: My lady’s salutation piteously. Questo m’avviene, ovunque ella mi vede: Whenever she beholds me, it is so, È sì è cosa umil, che non si crede. Who is more sweet than any words can show. Testo italiano: stanza di canzone, con schema ABBA ABBA CDd CEE Testo inglese: ABAB BCCB DEeD FF La poeticità dell’originale si disperde nella densità linguistica della traduzione, che rivela uno stile prosaico. Soltanto nel testo dantesco rinveniamo le “antiche rime”: Amore:core:valore (1, 4-5) e vertute:salute (9, 12). Il traduttore varia lo schema rimico, e conclude con un distico a rima baciata (so:show). 2. l’agg. familiar, per analogia a costumato, si riferisce ad Amore, che – è ben saputo – tiene l’amante in suo dominio. 4. così mi sta soave ora nel core: nel verso inglese il sentimento d’amore è sbocciato nel cuore del poeta, proprio lì dove sono custoditi i suoi migliori segreti (as its best secrets are). 7-8. allor sente la frale anima mia / tanta dolcezza, che ‘l viso ne smuore: nella versione il senso contrario di anguish e evil è abbattuto dalla voce quit (‘libero’) e dal verbo keeps afar (“si tiene lontano”), che intendono parimenti la liberazione dell’anima dall’angoscia e dal male. 261 Gli occhi dolenti per pietà del core The eyes that weep for pity of the heart Hanno di lacrimar sofferta pena, Have wept so long that their grief languisheth, Sicchè per vinti son rimasi omai: And they have no more tears to weep withal: Ora, s’io voglio sfogare il dolore, And now, if I would ease me of a part Ch’a poco a poco alla morte mi mena, Of what, little by little, leads to death, Convienmi di parlar, traendo guai: It must be done by speech, or not at all. E perchè ‘l mi ricorda, ch’io parlay And because often, thinking I recall Della mia Donna, mentre che vivia, How it was pleasant, ere she went afar, Donne gentili, volentier con vui; To talk of her with you, kind damozels, Non vo’ parlare altrui, I talk with no one else, Se non a cor gentil, che ‘n donna sia: But only with such hearts as women’s are. E dicerò di lei piangendo pui, And I will say, - still sobbing as speech fails, - Che se n’è ita in ciel subitamente; That she hath gone to Heaven suddenly, Ed ha lasciato Amor meco dolente. And hath left Love below, to mourn with me. Ita n’è Beatrice in l’alto cielo, Beatrice is gone up into high Heaven, Nel reame, ove gli Angeli hanno pace, The kingdom where the angels are at peace; E sta con loro; e voi, donne, ha lasciate. And lives with them: and to her friends is dead. Non la ci tolse qualità di gielo, Not by the frost of winter was she driven Nè di calor, siccome l’altre face; Away, like others; nor by summer-heats; Ma sola fu sua gran benignitate, But through a perfect gentleness, instead. Che luce della sua umilitate. For from the lamp of her meek lowlihead Passò li cieli con tanta vertute, Such an exceeding glory went up hence Che fè maravigliar lo eterno Sire; That it woke wonder in the Eternal Sire, Sicchè dolce desire Until a sweet desire Lo giunse di chiamar tanta salute; Entered Him for that lovely excellence, E fella di quaggiuso a se venire; So that He bade her to Himself aspire; Perchè vedea, ch’esta vita nojosa Counting this weary and most evil place Non era degna di sì gentil cosa. Unworthy of a thing so full of grace. Partissi della sua bella persona, Wonderfully out of the beautiful form Piena di grazia, l’anima gentile, Soared her clear spirit, waxing glad the while; Ed essi gloriosa in loco degno. And is in its first home, there where it is. Chi non la piange, quando ne ragiona, Who speaks thereof, and feels not the tears warm Core ha di pietra sì malvagio, e vile, Upon his face, must have become so vile Che entrare non vi può spirto benegno: As to be dead to all sweet symphaties. Non è di cor villan sì alto ingegno, Out upon him! an abject wretch like this Che possa immaginar di lei alquanto; May not imagine anything of her, - E però non gli vien di pianger voglia: He needs no bitter tears for his relief. Ma vien tristizia, e doglia But sighing comes, and grief, Di sospirare, e di morir di pianto, And the desire to find no comforter, E d’ogni consolar l’anima spoglia, (Save only Death, who makes all sorrow brief,) Chi vede nel pensiero alcuna volta, To him who for a while turns in his thought 262 Quale ella fu, e come ella n’è tolta. How she hath been among us, and is not. Donanmi angoscia li sospiri forte, With sighs my bosom always laboureth Quando il pensiero nella mente grave In thinking, as I do continually, Mi reca quella, che m’ha il cor diviso: Of her for whom my heart now breaks apace; E spesse fiate pensando alla morte, And very often when I think of death, Me ne viene un desio tanto soave, Such a great inward longing comes to me Che mi tramuta lo color nel viso: That it will change the colour of my face; Quando l’immaginar mi vien ben fiso, And, if the idea settles in its place, Giugnemi tanta pena d’ogni parte, All my limbs shake as with an ague-fit: Ch’io mi riscuoto per dolor, ch’io sento; Till, starting up in wild bewilderment, E sì fatto divento, I do become so shent Che dale genti vergogna mi parte: That I go forth, lest folk misdoubt of it. Poscia, piangendo sol nel mio lamento, Afterward, calling with a sore lament Chiamo Beatrice, e dico; or sei tu morta? On Beatrice, I ask, “Canst thou be dead?” E mentre ch’io la chiamo, mi conforta. And calling on her, I am comforted. Pianger di doglia, e sospirar di angoscia Grief with its tears, and anguish with its sighs, Mi strugge il core, ovunque sol mi trovo; Come to me now whene’er I am alone; Sicchè ne increscerebbe a chi ‘l vedesse: So that I think the sight of me gives pain. E quale è stata la mia vita poscia, And what my life hath been, that living dies, Che la mia Donna andò nel secol nuovo, Since for my lady the New Birth’s begun, Lingua non è, che dicer lo sapesse; I have not any language to explain. E però, donne mie, perch’io volesse, And so, dear ladies, though my heart were fain, Non vi saprei ben dicer quel, ch’io sono; I scarce could tell indeed how I am thus. Sì mi fa travagliar l’acerba vita; All joy is with my bitter life at war; La quale è sì invilita, Yea, I am fallen so far Che ogn’uom par mi dica: io t’abbandono; That all men seem to say, “Go out from us,” Vedendo la mia labia tramortita. Eyeing my cold white lips, how dead they are. Ma qual, ch’io sia, la mia Donna se ‘l vede, But she, though I be bowed unto the dust, Ed io ne spero ancor da lei mercede. Watches me; and will guerdon me, I trust. Pietosa mia canzone, or va piangendo, Weep, pitiful Song of mine, upon thy way, E ritrova le donne, e le donzelle, To the dames going and the damozels A cui le tue sorelle For whom and for non else Eran usate di portar letizia; Thy sisters have made music many a day. E tu, che sei figliuola di tristizia, Thou, that art very sad and not as they Vattene sconsolata a star con elle. Go dwell thou with them as a mourner dwells. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABC ABC CDE eDEFF; congedo XYyZZY Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABC ABC CDE eDEFF; congedo XYyZZY Il traduttore segue l’ordine dei versi italiani, trasmettendo con un lessico delle affettività quegli stati d’animo che albergano nel cuore del poeta. La rima identica a poco a poco (5) – trasposta nell’inglese little by little – è funzionale 263 rispetto al dolore che conduce il poeta alla morte. La rima vui:altrui (9-10), contraccambiata dall’equivalente damozels:else, lascia intendere che il poeta desidera parlare alle donne e non ad altri. I rimanti voglia:doglia (37-38) sono riprodotti negli equivalenti relief:grief. 3. vinti: gli occhi che have no more tears to weep withal (“non hanno più lacrime per piangere”). 4. il dolore: nel verso inglese i due segmenti linguistici, of a part / of what (“una parte di ciò”), dissimulano quel sentimento di afflizione che mena il poeta verso la morte. 6. traendo guai: scompare nel sintagma or not at all (“o nient’affatto”), giustapposto nella prima metà del verso. 27. … ch’esta vita nojosa: i sinonimi inglesi weary e evil enfatizzano la realtà perversa e tediosa della vita. 31. a loco degno risponde una parola affabile, home, che indica il calore della prima dimora. 40. in traduzione compare inaspettatamente la Morte – only Death –, il cui fine è quello di ridurre ogni sofferenza (cfr. (save only Death, who makes all sorrow brief). 43. l’arcaismo bosom, ‘seno’, definisce il tormento del poeta che ha origine dai sospiri. 50. la conseguenza dirompente della pena si materializza nel sost. limbs, le ‘membra’ umane che tremano per ague-fit (‘attacco di febbre’). 52. e sì fatto divento: l’avv. sì (‘in questo modo’) trova ulteriore specificazione nel part. pass. shent (‘oltraggiato’). 61. la venuta della donna nel secol nuovo è intrapresa come new birth, una ‘nuova nascita’ nell’altra vita (contrapposta a quella del secolo terreno). 65. l’acerba vita: una contesa tra joy (‘gioia’) e bitter life (‘amara vita’). 69. ma, qual, ch’io sia: è riproposto nella visione dell’amante che si piega con umiltà: I be bowed unto the dust. 74. letizia: cambia nel sost. music, la musica che diffonde i suoni prodotti dalle rime sorelle della pietosa canzone. 264 Venite a intender gli sospiri miei, Stay now with me, and listen to my sighs, O cor gentili, che pietà il desia; Ye piteous hearts, as pity bids ye do. Li quali sconsolati vanno via; Mark how they force their way out and press through E se non fosser, di dolor morrei: If they be once pent up, the whole life dies. Però che gli occhi mi sarebber rei Seeing that now indeed my weary eyes Molte fiate più, ch’io non vorria, Oftener refuse than I can tell to you Lasso! di pianger sì la Donna mia; (Even though my endless grief is ever new), Ch’affogherieno il cor, piangendo lei; To weep and let the smothered anguish rise. Voi udirete lor chiamar sovente Also in sighing ye shall hear me call La mia Donna gentil, che se n’è gita On her whose blessed presence doth enrich A secol degno della sua vertute; The only home that well befitteth her: E dispregiare talor questa vita And ye shall hear a bitter scorn of all In persona dell’anima dolente, Sent from the immost of my spirit in speech Abbandonata dalla sua salute. That mourns its joy and its joy’s minister. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nell’esordio il traduttore recupera l’invocazione ai cor gentili, esprimendo così la preghiera del poeta con una terminologia affine all’originale. Consideriamo la maggiore estensione del v. 3, mark how they force their way out and press through, a confronto del passo rapido e lineare del testo italiano (li quali sconsolati vanno via). I valori in rima vertute:salute (11, 14), riferiti alle qualità della donna, sono compensati dalla rima interna joy:joy che sorregge l’anima del poeta il quale lamenta la sua gioia e il ministro della sua gioia. 7. lasso! di pianger sì la Donna mia: è tradotto nella riflessione in parentesi del poeta, che stima il suo dolore sempre nuovo e senza fine (even though my endless grief is ever new). 10. donna gentil: nel verso equivalente, l’uso della 3a pers. sing. del pron. pers. her (caso obliquo di she) riduce il tono cortese con cui il poeta si rivolge all’amata. Nello stesso luogo il sintagma nominale blessed presence (‘presenza benedetta’) traduce la vertute della donna. 11. secol degno: si trasforma in un’espressione convenzionale: the only home that well befitteth her (“la sola dimora che le conviene”). 265 Quantunque volte (lasso) mi rimembra, Whatever while the thought comes over me Ch’io non debbo giammai That I may not again Veder la Donna, ond’io vo sì dolente; Behold that lady whom I mourn for now, Tanto dolore intorno al cor m’assembra About my heart my mind brings constantly La dolorosa mente, So much of extreme pain Ch’io dico: anima mia, che non ten vai? That I say, Soul of mine, why stayest thou? Che li tormenti, che tu porterai Truly the anguish, soul, that we must bow Nel secol, che t’è già tanto nojoso Beneath, until we win out of this life, Mi fan pensoso di paura forte; Gives me full oft a fear that trembleth: Ond’io chiamo la morte, So that I call on Death Come soave, e dolce mio riposo: Even as on sleep one calleth after strife, E dico: vieni a me con tanto amore, Saying, Come unto me. Life showeth grim Ch’io sono astioso di chiunche muore. And bare; and if one dies, I envy him. E si raccoglie negli miei sospiri For ever, among all my sighs which burn, Un suono di pietate, There is a piteous speech Che va chiamando morte tutta via: That clamours upon death continually: A lei si volser tutti i miei desiri, Yea, unto him doth my whole spirit turn Quando la Donna mia Since first his hand did reach Fu giunta dalla sua crudelitate: My lady’s life with most foul cruelty. Perchè ‘l piacere della sua biltate, But from the height of woman’s fairness, she, Partendo se dalla nostra veduta, Going up from us with the joy we had, Divenne spirital bellezza grande; Grew perfectly and spiritually fair; Che per lo cielo spande That so she spreads even there Luce d’Amor, che gli Angeli saluta: A light of Love which makes the Angels glad, E lo ‘ntelletto loro alto, e sottile And even unto their subtle minds can bring Face maravigliar, tanto è gentile. A certain awe of profound marvelling. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AcB BDEe DFF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC AbC CDEe DFF Il dolore, uno degli elementi cavalcantiani disseminati nel testo, è verbalizzato nella serie dolente – dolore – dolorosa (3-5). La triade nominativa mente – anima – cuore (4-6) rappresenta il dramma del dolore sulla scena poetica. In traduzione il dolore è veicolato dal verbo mourn (‘mi duolo’, 3) e dall’unità lessicale estreme pain (‘estremo dolore’, 5). Anima e cuore trovano espressione negli equivalenti soul (6) e heart (4). Gli avverbi in rima perfectly:spiritually (22), al posto dell’originale divenne spirital bellezza grande, esaltano la perfezione e la spiritualità della donna che sta in cielo. 1. il verbo mi rimembra, che fissa l’istante in cui il poeta ricorda, si traduce in the thought comes over me (“il pensiero giunge su di me). Qui il pensiero simboleggia una forza destinata a risvegliare la mente dell’amante. 6…. anima mia, che non ten vai?: Rossetti sostituisce la negazione con una frase affermativa, mantenendo comunque il tono interrogativo: … Soul of mine, why stayest thou? (“Anima mia, perché resti?”). 11. … e dolce mio riposo: è percepito come quiete dopo la tempesta: even as on sleep one calleth after strife. 12. nel verso inglese la morte, desiderata ardentemente dal poeta, è giustapposta alla vita che si rivela grim (‘dura’) e bare (‘spoglia’). 266 Era venuta nella mente mia That Lady of all gentle memories La gentil Donna; che per suo valore Had lighted on my soul; - whose new abode Fu posta dall’altissimo Signore Lies now, as it was well ordained of God, Nel ciel dell’umiltate, ov’è Maria; Among the poor in heart, where Mary is. Amor, che nella mente la sentia, Love, knowing that dear image to be his, S’era svegliato nel distrutto core; Woke up within the sick heart sorrow-bow’d, E diceva a’ sospiri, andate fore: Unto the sighs which are its weary load Perchè ciascun dolente sen partia: Saying, “Go forth.” And they went forth, I wis; Piangendo uscivan fuori del mio petto, Forth went they from my breast that throbbed and ached; Con una voce, che sovente mena With such a pang as oftentimes will bathe Le lagrime dogliose agli occhi tristi: Mine eyes with tears when I am left alone. Ma quelli, che n’uscian con maggior pena, And still those sighs which drew the heaviest breath Venien dicendo: o nobile intelletto, Came whispering thus: “O noble intellect! Oggi fa l’anno, che nel ciel salisti. It is a year to-day that thou art gone.” Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE Nel cielo dell’umiltate (4) Rossetti pone the poor in heart (“i poveri nel cuore”). L’idea che Amor nella mente la sentia prende forma nella cara immagine della donna ch’è impressa nella mente di Amore (cfr. Love, knowing that dear image to be his). Per le rime si distinguono valore:Signore (2-3); e petto:intelletto (9, 13), l’uno riferito al cuore del poeta e l’altro alla pura intelligenza di Beatrice. Quest’ultima unione è corrisposta dalla rima impura ached:intellect (9, 13). 2. la gentil donna: nell’inglese l’epiteto gentle rievoca i gentili ricordi che il poeta ha della sua amata. 8. l’agg. dolente (rapportato ai sospiri) diventa un weary load (‘carico pesante’). 12. maggior pena: la locuzione corrispondente – heaviest breath – riproduce come segno materiale della pena il ‘gravoso respiro’. 267 Videro gli occhi miei quanta pietate Mine eyes beheld the blessed pity spring Era apparita in la vostra figura, Into thy countenance immediately Quando guardaste gli atti, e la statura. A while agone, when thou beheldst in me Ch’io faccio per dolor molte fiate: The sikness only hidden grief can bring; Allor m’accorsi, che voi pensavate And then I knew thou wast considering La qualità della mia vita oscura: How abject and forlorn my life must be; Sicchè mi giunse nello cor paura And I became afraid that thou shouldst see Di dimostrar negli occhi mia viltate: My weeping, and account it a base thing. E tolsimi dinanzi a voi, sentendo, Therefore I went out from thee; feeling how Che si movean le lagrime dal core, The tears were straightway loosened at my heart Ch’eran sommosse dalla vostra vista. Beneath thine eyes’ compassionate control. Io dicea poscia nell’anima trista: And afterwards I said within my soul: Ben è con quella Donna quello Amore. “Lo! with this lady dwells the counterpart Lo qual mi face andar così piangendo. Of the same Love who holds me weeping now.” Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC La posizione in sede primaria del verbo videro (1) è scambiata con il modulo sogg. vb. compl: mine eyes beheld the blessed pity spring. I verbi in rima sentendo:piangendo (9, 14), tradotti nei corrispondenti feeling e weeping, rappresentano i segni e le sensazioni dell’anima amante. 1. pietate: sgorga dalla ‘fonte’, the blessed pity spring, che si riflette nella figura della donna. 3-4. … gli atti, e la statura / ch’io faccio per dolor… : nei versi inglesi il sost. sickness descrive la sofferenza interiore dell’amante nei limiti di una malattia fisica. 7. la 2 a pers. sing. del pron. pers. thou permette d’interpretare anche il punto di vista della donna, che se dovesse vedere il pianto del poeta (that thou shouldst see / my weeping…) potrebbe considerarlo un atto vile (… and account it a base thing). 268 Color d’amore, e di pietà sembianti Love’s pallor and the semblance of deep ruth Non preser mai così mirabilmente Were never yet shown forth so perfectly Viso di donna, per veder sovente In any lady’s face, chancing to see Occhi gentili, e dolorosa pianti; Grief’s miserable countenance uncouth, Come lo vostro, qualora davanti As in thine, lady, they have sprung to soothe, Vedetevi la mia labbia dolente: When in mine anguish thou hast looked on me; Sicchè per voi mi vien cosa alla mente, Until sometimes it seems as if, through thee, Ch’io temo forte non lo cor si schianti. My heart might almost wander from its truth. Io non posso tener gli occhi distrutti, Yet so it is, I cannot hold mine eyes Che non risguardin voi molte fiate, From gazing very often upon thine Per desiderio di pianger, ch’egli hanno: In the sore hope to shed those tears they keep; E voi crescete sì lor volontate, And at such time, thou mak’st the pent tears rise Che della voglia si consuman tutti; Even to the brim, till the eyes waste and pine; Ma lagrimar dinanzi a voi non sanno. Yet cannot they, while thou art present, weep. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La donna e il poeta: due creature che guardano l’una all’altra per la finestra degli occhi. Quest’ultimi rappresentano l’oggetto comune dei rimanti distrutti:tutti (9, 13) e hanno / (non) sanno. In traduzione gli occhi – the eyes – sono ancora una volta il collante che lega le voci eyes:rise (9, 12) e keep:weep (11, 14). 1. color d’amore: è ripreso nel genitivo love’s pallor, che designa il pallore del volto a causa del sentimento amoroso. 5. … qualora davanti: il verbo sprung traduce l’originale specificando il gesto di ‘balzare’ davanti a qualcuno o qualcosa. 8. ch’io temo forte non lo cor si schianti: l’espressione equivalente rievoca il linguaggio della Commedia dantesca: my heart might almost wander from its truth (“come se / il mio cuore possa quasi smarrirsi dalla sua verità”). 269 L’amaro lagrimar, che voi faceste, “The very bitter weeping that ye made Occhi miëi, così lunga stagione, So long a time together, eyes of mine, Facea maravigliar l’altre persone Was wont to make the tears of pity shine Della pietate, come voi vedeste: In other eyes full oft, as I have said. Ora mi par, che voi l’obbliereste, But now this thing were scarce rememberèd S’io fosse dal mio lato sì fellone, If I, on my part, foully would combine Ch’i’ non ven disturbassi ogni cagione, With you, and not recall each ancient sign Membrandovi colei, cui voi piangeste. Of grief, and her for whom your tears were shed. La vostra vanità mi fa pensare, It is your fickleness that doth betray E spaventami sì, ch’io temo forte My mind to fears, and makes me tremble thus Del viso d’una Donna, che vi mira. What while a lady greets me with her eyes. Voi non dovreste mai, se non per morte, Except by death, we must not any way La nostra Donna, ch’è morta, obbliare: Forget our lady who is gone from us.” Così dice il mio core, e poi sospira. So far doth my heart utterm and then sighs. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Ai vv. 3-5 il maravigliar della pietate sta nella visione delle lacrime di pietà che risplendono negli occhi (to make the tears of pity shine… / in other eyes…). Il condizionale obliereste (5) è tradotto per litote nel sintagma verbale this thing were scarce rememberèd (“questa cosa sarebbe appena ricordata”). A proposito delle rime, anche nella versione rossettiana c’è una corrispondenza tra quei verbi che esprimono le facoltà dell’essere umano: faceste:vedeste / made:said (1, 4), obliereste:piangeste / rememberèd:shed (5, 8). 270 Gentil pensiero, che parla di vui, A gentle thought there is will often start, Sen viene a dimorar meco sovente; Within my secret self, to speech of thee: E ragiona d’Amor sì dolcemente, Also of Love it speaks so tenderly Che face consentir lo core in lui. That much in me consents and takes its part. L’anima dice al cor: chi è costui, “And what is this,” the soul saith to the heart, Che viene a consolar la nostra mente; “That cometh thus to comfort thee and me, Ed è la sua vertù tanto possente, And thence where it would dwell, thus potently Ch’altro pensier non lascia star con nui? Can drive all other thoughts by its strange art?” Ei le risponde: o anima pensosa, And the heart answers: “Be no more at strife Questi è un spiritel nuovo d’Amore, ‘Twixt doubt and doubt: this is Love’s messenger Che reca innanzi a me li suoi desiri; And speaketh but his words, from him received; E la sua vita, e tutto il suo valore And all the strength it owns and all the life Mosso è dagli occhi di quella pietosa, It draweth from the gentle eyes of her Che si turbava de’ nostril martiri. Who, looking on our grief, hath often grieved.” Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il motivo topico del gentil pensiero che ragiona d’Amore è riadattato ai versi inglesi, disposti, come nell’originale, all’interno di una rete sintattica coordinata e proporzionale. 6. la nostra mente: è sostituita dai pronomi personali thee e me, che rinsaldano – oltremodo in rima interna – l’unione tra l’anima e il cuore. 9. anima pensosa: non compare esplicitamente, però è desumibile dalla richiesta del cuore: “be no more at strife / ‘twixt doubt and doubt…” (“non sia tu più in lotta con i tuoi dubbi”). 14. che si turbava de’ nostril martiri: nel verso inglese la figura etimologica grief / grieved dimostra che la donna è spesso addolorata per il dolore dell’anima e del cuore. 271 Lasso! per forza de’ molti sospiri, Woe’s me! by dint of all these sighs that come Che nascon di pensier, che son nel core, Forth of my heart, its endless grief to prove, Gli occhi son vinti, e non hanno valore Mine eyes are conquered, so that even to move Di risguardar persona, che gli miri: Their lids for greeting is grown troublesome, E fatti son, che pajon due desiri They wept so long that now they are grief’s home, Di lagrimare, e di mostrar dolore; And count their tears all laughter far above; E spesse volte piangon sì, ch’Amore They wept till they are circled now by Love Gli cerchia di corona di martiri. With a red circle in sign of martyrdom. Questi pensieri, e gli sospir, ch’io gitto, These musings, and the sighs they bring from me, Diventan dentro al cor sì angosciosi, Are grown at last so constant and so sore Ch’Amor vi tramortisce, sì glien duole: That love swoons in my spirit with faint breath; Perocchè gli hanno in se gli dolorosi Hearing in those sad sounds continually Quel dolce nome di Madonna scritto. The most sweet name that my dead lady bore, È della morte sua molte parole. With many grievous words touching her death. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nell’originale annotiamo le tradizionali rime in –ore: core:valore (2-3), dolore:Amore (6-7); e dopo, martiri:desiri (5, 8), angosciosi:dolorosi (10, 12). Per l’inglese, i rimanti breath:death ingenerano un rapporto consequenziale tra il ‘respiro’ debole e la ‘morte’. 2. che nascon di pensier, che son nel core: nella versione il dolore del poeta è un dolore senza fine (… forth of my heart, its endless grief to prove). 4. all’inf. risguardar fa seguito il gesto di move their lids for greeting (“muovere le loro palpebre per il saluto”). 5. il genitivo grief’s home traduce l’italiano mostrar dolore, dimostrando che gli occhi sono la casa del dolore. 8. corona di martiri: nel verso inglese l’agg. red (‘rosso’), che precede il sintagma circle in sign of martyrdom, esprime figuratamente il sangue di sofferenza. 11. il verbo tramortisce è riprodotto with faint breath (“con la fragilità del respiro”). 12. gli dolorosi: rispetto all’originale, those sad sounds sono quei rumori sofferenti che il poeta emette sospirando. 272 Deh! pellegrini, che pensosi andate Ye pilgrim-folk, advancing pensively Forse di cosa, che non v’è presente, As if in thought of distant things, I pray, Venite voi di sì lontana gente, Is your own land indeed so far away – Come alla vista voi ne dimostrate? As by your aspect it would seem to be – Che non piangete, quando voi passate That this our heavy sorrow leaves you free Per lo suo mezzo la città dolente? Though passing through the mournful town mid-way; Come quelle persone, che neente Like unto men that understand to-day Par, che ‘ntendesser la sua gravitate: Nothing at all of her great misery? Se voi restate per volerlo udire, Yet if ye will but stay, whom I accost, Certo lo core ne’ sospir mi dice, And listen to my words a little space, Che lagrimando n’uscireste pui. At going ye shall mourn with a loud voice. Ella ha perduta la sua Beatrice: It is her Beatrice that she hath lost; E le parole, ch’uom di lei può dire, Of whom the least word spoken holds such grace Hanno vertù di far piangere altrui. That men weep hearing it, and have no choice. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il tono interrogativo dei vv. 4 e 6 non è assunto negli stessi luoghi ma provato al v. 8, nothing at all of her great misery? Great misery, la ‘grande miseria’, equivale approssimativamente al sost. gravitate. 2. forse di cosa, che non v’è presente: similmente, of distant things (“di cose lontane”). 12-14. nella conclusione Rossetti porta a compimento il discorso del poeta, affermando che gli uomini have no choice (“non hanno scelta”): chiunque ascolta le parole dette su Beatrice non può fare a meno di piangere. 273 Oltre la spera, che più larga gira, Beyond the sphere which spreads to widest space Passa ‘l sospiro, ch’esce del mio core: Now soars the sigh that my heart sends above, Intelligenzia nova, che l’Amore A new perception born of grieving Love Piangendo mette in lui, pur su lo tira: Guideth it upward the untrodden ways. Quando egli è giunto là, ove ‘l desira, When it hath reached unto the end, and stays, Vede una Donna, che riceve onore, It sees a lady round whom splendours move E luce sì, che per lo suo splendore In homage; till, by the great light thereof Lo Pellegrino spirito la mira. Abashed, the pilgrim spirit stands at gaze. Vedela tal, che quando il mi ridice, It sees her such, that when it tells me this Io non lo intendo, sì parla sottile Which it hath seen, I understand it not, Al cor dolente, che lo fa parlare. It hath a speech so subtile and so fine. So io, che ‘l parla di quella gentile, And yet I know its voice within my thought Perocchè spesso ricorda Beatrice: Often remembereth me of Beatrice: Sì ch’io lo ‘ntendo ben, Donne mie care. So that I understand it, ladies mine. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE Le parole-chiave dell’originale, passando in traduzione, conservano la loro forma linguistica: spera / sphere (1), splendore / splendours (7 e 6), pellegrino / pilgrim (8), sottile / subtile (10 e 11). Le classiche rime in –ore (core:Amore, 2-3; onore:splendore, 6-7) non hanno seguito nel testo inglese; Rossetti ammette infatti un gioco di suoni tra rimanti morfologicamente diversi: space:ways (1, 4), stays:gaze (5, 8), move:thereof (6-7), this:Beatrice (9, 13). 3. intelligenzia nova: passa all’inglese new perception, mantenendo il significato di ‘facoltà intellettiva’. 5. … ove ‘l desira: è interpretato come raggiungimento della meta auspicata: it hath reached unto the end. 8. l’agg. abashed, posto all’inizio del verso (e senza modello iniziale), accentua la condizione di turbamento dello spirito pellegrino. 274 (a M. Brunetto Latini) Messer Brunetto, questa pulzelletta Master Brunetto, this my little maid Con esso voi si vien la pasqua a fare; Is come to spend her Easter-tide with you: Non intendete pasqua da mangiare, Not that she reckons feasting as her due, - Ch’ella non mangia, anzi vuol esser letta. Whose need is hardly to be fed, but read. La sua sentenza non richiede fretta, Not in a hurry can her sense be weigh’d, Né luogo di romor, nè da giullare; Nor mid the jests of any noisy crew: Anzi si vuol più volte lusingare, Ah! and she wants a little coaxing too Prima che in intelletto altrui si metta. Before she’ll get into another’s head. Se voi non la ‘ntendete in questa guisa, But if you do not find her meaning clear, In vostra gente ha molti frati Alberti, You’ve many Brother Alberts hard at hand, D’intender ciò, che porto loro in mano. Whose wisdom will respond to any call. Color, v’ me stringete senza risa, Consult with them and do not laugh at her; E se gli altri de’ dubbj non son certi, And if she still is hard to understand, Ricorrete alla fine a Messer Giano. Apply to Master Janus last of all. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La traduzione prende le distanze dall’originale creando nuovi legami rimici: l’altisonante verbo crew (6) si unisce all’avv. too (7). 1. il diminutivo pulzelletta muta nell’unità lessicale little maid (‘piccola fanciulla’). 3. l’inf. mangiare, che sigla una delle tante azioni prevedibili nel giorno di festa, si traduce feasting as her due (“festeggiando come le conviene”). Un momento di piacere e ilarità che la fanciulla esclude comunque dai suoi buoni propositi. 10-11. la facoltà che hanno i frati Alberti (cioè, i bravi interpreti) d’intendere la sentenza della pulzelletta è contenuta nel sost. wisdom, la ‘saggezza’, il cui effetto sulla realtà implicherebbe la risposta dei frati a qualsiasi appello. 275 Di donne io vidi una gentile schiera Last All Saint’s holy-day, even now gone by, Quest’Ognissanti prossimo passato; I met a gathering of damozels: Ed una ne venia quasi primiera, She that came first, as one doth who excels, Seco menando Amor dal destro lato. Had Love with her, bearing her company: Dagli occhi suoi gittava una lumiera, A flame burned forward through her steadfast eye. La qual pareva un spirito infiammato; As when in living fire a spirit dwells: Ed ‘i ebbi tanto ardir, che la sua cera So, gazing with the boldness which prevails Guardando, vidi un Angiol figurato. O’er doubt, I knew an angel visibly. A chi era degno poi dava salute As she passed on, she bowed her mild approof Con gli occhi suoi quella benigna e piana, And salutation to all men of worth, Empiendo il core di ciascun di virtute. Lifting the soul to solemn thoughts aloof. Credo, che in ciel nascesse esta soprana, In heaven itself that lady had her birth, E venne in terra per nostra salute; I think, and is with us for our behoof: Dunque beata chi l’è prossimana. Blessed are they who meet her on the earth. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD La traduzione, a confronto dell’originale, ha inizio con il tempo dell’azione – last All Sain’ts holy-day – cui segue la frase principale I met a gathering of damozels. Nel testo italiano va da sé la profonda unione tra i rimanti, il cui recupero è attuabile soltanto cambiando la forma linguistica delle parole in rima. Il sost. damozels si unisce al verbo excels, rivelando che tra le fanciulle ne giunge una superiore a tutte le altre. I rimanti eye:visibly (5, 8), difformi l’uno dall’altro, sono riconducibili alla sfera visiva; birth:earth (12, 14) proiettano la potenza della donna sia in Cielo (luogo della sua nascita) sia in Terra (dove chiunque le sta vicino può ottenere salvezza e beatitudine). 5. dagli occhi suoi gittava una lumiera: è trasposto unendovi l’agg. steadfast, che esteriorizza la fermezza espressiva degli occhi della donna. 14. dunque beata chi l’è prossimana: il verso equivalente, who meet her on the earth, indica il luogo dove avviene l’incontro salvifico con la donna – on the earth (“sulla terra”) –. 276 Dante Alighieri Onde venite così pensose? Whence come you, all of you so sorrowful? Ditemelo, s’a voi piace, in cortesia: An it may please you, speak for courtesy. Ch’io ho dottanza, che la Donna mia I fear for my dear lady’s sake, lest she Non vi faccia tornar così dogliose. Have made you to return thus filled with dule. Deh! gentil donne, non siate sdegnose, O gentle ladies, be not hard to school Nè di ristare alquanto in questa via, In gentleness, but to some pause agree, E dire al doloroso, che disia And something of my lady say to me, Udir della sua Donna, alcune cose; For with a little my desire is full. Avvegnachè gravoso m’è l’udire: Howbeit it be a heavy thing to hear: Sì m’ha in tutto Amor da se scacciato For Love now utterly has thrust me forth, Ch’ogni suo atto mi trae a ferire: With hand for ever lifted, striking fear. Guardate bene, s’io son consumato, See if I be not worn unto the earth; Ch’ogni mio spirto comincia a fuggire, Yea, and my spirit must fail from me here, Se da voi, donne, non son confortato. If, when you speak, your words are of no worth. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Lo stile di Dante è frutto della sua anima, che palpita a ogni colpo di Amore. La lingua e la sintassi rispecchiano le varie tendenze della lirica cortese del suo tempo, i cui temi assoluti restano la donna, Amore, e Morte. Le parole in – ose e – oso definiscono sia la condizione delle donne sia quella del poeta. In traduzione le sole voci che rappresentano con una stessa tonalità il sentimento di angoscia sono sorrowful (1) e dule (4). 5-6. l’unità lessicale school in gentleness anticipa quel non siate disdegnose, che sottintende alla “scuola di cortesia”. 11. ch’ogni suo atto mi trae a ferire: l’interpretazione che ne segue è rilevante per l’aspetto iconografico, poiché la mano, nelle culture semitiche, simboleggia il potere sovrano (cfr. with hand for ever lifted, striking fear). 14. se da voi, donne, non son confortato: nel verso inglese Rossetti sottolinea il fine delle parole, che se mancano di valore non possono consolare il dolore umano (cfr. if, when you speak, your words are of no worth). 277 Voi donne, che pietoso atto mostrate, Ye ladies, walking past me piteous-eyed, Chi è esta donna, che giace sì vinta? Who is the lady that lies prostrate here? Sare’ mai quella, ch’è nel mio cor pinta? Can this be even she my heart holds dear? Deh! s’ella è dessa, più non mel celate. Nay, if it be so, speak, and nothing hide. Ben ha le sue sembianze sì cambiate, Her very aspect seems itself beside, E la figura sua mi par sì spenta, And all her features of such altered cheer Ch’al mio parere ella non rappresenta That to my thinking they do not appear Quella, che fa parer l’altre beate. Hers who makes others seem beatified. Se nostra Donna conoscer non puoi, “If thou forget to know our lady thus, Ch’è sì conquisa, non mi par gran fatto; Whom grief o’ercomes, we wonder in no wise, Perocchè quel medesmo avvene a noi: For also the same thing befalleth us. Ma, se tu mirerai al gentil atto Yet if thou watch the movement of her eyes, Degli occhi suoi, cognoscera’ la poi: Of her thou shalt be straightway conscious. Non pianger più, tu sei già tutto sfatto. O weep no more; thou art all wan with sighs.” Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD I verbi in rima mostrate:celate (1, 4), che designano il comportamento delle donne, sono proporzionali a piteouseyed:nothing hide. Nella seconda strofe le corrispondenze rimiche sono riprese nei versi inglesi, che rievocano con la stessa efficacia gli atti della donna di cui parla il poeta. 6. e la figura sua … sì spenta: si manifesta altrettanto chiaramente in and all her features of such altered cheer (“e tutte le sue fattezze connesse all’animo turbato ”). 14. sfatto: procede nell’’inglese won with sighs (“vinto dai sospiri”). 278 Poichè saziar non posso gli occhi miei Because mine eyes can never have their fill Di guardare a Madonna il suo bel viso, Of looking at my lady’s lovely face, Mirerol tanto fiso, I will so fix my gaze Ch’io diverrò beato, lei guardando: That I may become blessed, beholding her A guisa d’Angel, che di sua natura, Even as an angel, up at this great height Stando sù in altura, Standing amid the light, Divine beato sol vedendo Iddio; Becometh blessed by only seeing God: - Così, essendo umana criatura, So, though I be a simple earthly wight, Guardando la figura Yet none the less I might, Di questa Donna, che tiene il cor mio, Beholding her who is my heart’s dear load, Porria beato divenir quì io; Be blessed, and in the spirit soar abroad. Tant’è la sua vertù, che spande, e porge: Such power abideth in that gracious one; Avvegna non la scorge, Albeit felt of none Se non che lei onora desïando. Save of him who, desiring, honours her. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABb CDd EDdE EFfC Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABb CDd EDdE EFfC Nella ballata il legame rimico tra viso e fiso (2-3) è speculare alla presenza di Madonna, che con il bel viso attira su di sé lo sguardo fisso del poeta. Rossetti traduce i rimanti italiani con gli equivalenti face:gaze, e opera similmente per la coppia natura:altura (5-6) tradotta con light:height. 10. nell’originale la donna tiene il cuore dell’amante; in traduzione è il cuore del poeta che sente il peso amabile – my heart’s dear load – della donna. 279 Morte, poi ch’io non truovo a cui mi doglia, Death, since I find not one with whom to grieve, Nè cui pietà per me muova sospiri, Nor whom this grief of mine may move to tears, Ove ch’io miri, o ‘n qual parte, ch’io sia; Whereso I be or whitherso I turn: E perchè tu se’ quella, che mi spoglia Since it is thou who in my soul wilt leave D’ogni baldanza , e vesti di martiri, No single joy, but chill’st it with just fears E per me giri ogni fortuna ria: And makest it in fruitless hopes to burn: Perchè tu, morte, puoi la vita mia Since thou, Death, and thou only, canst decern Povera, e ricca far, come a te piace; Wealth to my life, or want, at thy free choice: - A te convien, ch’io drizzi la mia face It is to thee that I lift up my voice, Dipinta in guisa di persona. Bowing my face that’s like a face just dead. Io vegno a te, come a persona pia, I come to thee, as to one pitying, Piangendo, morte, quella dolce pace, In grief for that sweet rest which nought can bring Che ‘l colpo tuo mi tolle, se disface Again, if thou but once be entered La Donna, che con seco il mio cor porta: Into her life whom my heart cherishes Quella, ch’è d’ogni ben la vera porta. Even as the only portal of its peace. Morte, qual sia la pace, che mi tolli, Death, how most sweet the peace is that thy grace Perchè dinanzi a te piangendo vegno, Can grant to me, and that I pray thee for, Quì non l’assegno: che veder lo puoi, Thou easily mayst know by a sure sign, Se guardi agli occhi miei di pianto molli; If in mine eyes thou look a little space Se guardi alla pietà, ch’ivi entro tegno; And read in them the hidden dread they store, - Se guardi al segno, ch’io porto de’ tuoi: If upon all thou look which proves me thine. Deh! se paura già co’ colpi suoi Since the fear only maketh me to pine M’ha così concio, che farà ‘l tormento? After this sort, - what will mine anguish be S’io veggio il lume de’ begli occhi spento, When her eyes close, of dreadful verity, Che suole essere a’ miei sì dolce guida? In whose light is the light of mine own eyes? Ben veggio, che ‘l mio fin consenti, e vuoi: But now I know that thou wouldst have my life Sentirai dolce sotto il mio lamento; As hers, and joy’st thee in my fruitless strife. Ch’io temo forte già, per quel ch’io sento, Yet I do think this which I feel implies Che per aver di minor doglia strida, That soon, when I would die to flee from pain, Vorrò morire, e non fia chi m’occida. I shall find none by whom I may be slain. Morte, se tu questa gentile occidi, Death, if indeed thou smite this gentle one Lo cui sommo valore all’intelletto Whose outward worth but tells the intellect Mostra perfetto ciò, che ‘n lei si vede; How wondrous is the miracle within, - Tu discacci vertù; tu la disfidi; Thou biddest Virtue rise up and begone, Tu togli a leggiadria il suo ricetto; Thou dost away with Mercy’s best effect, Tu l’alto effetto spegni di mercede; Thou spoil’st the mansion of God’s sojourning. Tu disfai la biltà, ch’ella possiede; Yea, unto nought her beauty thou dost bring La qual tanto di ben, più ch’altra luce, Which is above all other beauties, even Quanto convien, che cosa, che n’adduce In so much as befitteth one whom Heaven Lume di cielo in criatura degna; Sent upon earth in token of its own. Tu rompi, e parti tanta buona fede Thou dost break through the perfect trust which hath 280 Di quel verace Amor, che la conduce: Been always her companion in Love’s path: Se chiudi, morte, la sua bella luce, The light once darkened which was hers alone, Amor potrà ben dire, ovunque regna: Love needs must say to them he ruleth o’er, Io ho perduto la mia bella insegna. “I have lost the noble banner that I bore.” Morte, adunque di tanto mal t’incresca, Death, have some pity then for all the ill Quanto seguiterà, se costei muore; Which cannot choose but happen if she die, Che fia ‘l maggior, che si sentisse mai: And which will be the sorest ever known. Distendi l’arco tuo sì, che non esca Slacken the string, if so it be thy will, Pinta per corda la saetta fore, That the sharp arrow leave it not, - thereby Che per passare il cor già messa v’hai; Sparing her life, which if it flies is flown. Deh! qui mercè per Dio; guarda, che fai; O Death, for God’s sake, be some pity shown! Raffrena un poco il disfrenato ardire, Restrain within thyself, even at its height, Che già è mosso per voler ferire The cruel wrath which moveth thee to smite Questa, in cui Dio mise grazia tanta: Her in whom God hath set so much of grace. Morte (deh) non tardar mercè, se l’hai: Show now some ruth if ‘tis a thing thou hast! Che mi par già veder lo cielo aprire, I seem to see Heaven’s gate, that is shut fast, E gli Angeli di Dio quaggiù venire, Open, and angels filling all the space Per volerne portar l’anima santa About me, - come to fetch her soul whose laud Di questa, in cui onor lassù si canta. Is sung by saints and angels before God. Canzon, tu vedi ben, come è sottile Song, thou must surely see how fine a thread Quel filo, a cui s’attien la mia speranza; This is that my last hope is holden by, E quel, che sanza questa Donna io posso: And what I should be brought to without her. Però con tua ragion piana, e umile Therefore for thy plain speech and lowlihead Muovi, novella mia, non far tardanza; Make thou no pause: but go immediately, Ch’a tua fidanza s’è mio prego mosso: (Knowing thyself for my heart’s minister,) E con quella umiltà, che tieni a dosso, And with that very meek and piteous air Fatti, pietosa mia, dinanzi a morte; Thou hast, stand up before the face of Death, Sì ch’a crudeltà rompa le porte, To wrench away the bar that prisoneth E giunghi alla mercè del frutto bono; And win unto the place of the good fruit. E, s’egli avvien, che per te sia rimosso And if indeed thou shake by thy soft voice Lo suo mortal voler, fa che ne porte Death’s mortal purpose, - haste thee and rejoice Novelle a nostra Donna, e la conforte; Our lady with the issue of thy suit. Sì ch’ancor faccia al mondo di se dono So yet awhile our earthly nights and days Questa anima gentil, di cui io sono. Shall keep the blessed spirit that I praise. Testo italiano: endecasillabi, con schema ABC ABC CDDE CDD FF Testo inglese: decasillabi, con schema ABC ABC CDDE FFE GG La ripetizione della 2a pers. sing. del pron. pers. tu (34-37), che risuona per quattro volte consecutive nelle parole ammonitrici del poeta nei confronti della morte, passa anche in traduzione e nella variante arcaica dell’equivalente pronominale thou. La figura etimologica raffrena / disfrenato (53), che contiene l’eccessivo ardire della morte, è ripresa nel primo termine, cioè restrain. La coppia face:face, in rima al v. 10, ritrae il volto dell’amante che sembra un 281 volto appena morto (nell’originale la faccia è dipinta in guisa di persona). Il lume, se non altro una dolce guida per il poeta, è riproposto nei rimanti light:light (25). 5. … e vesti di martiri: nel corrispettivo inglese la morte fa gelare l’anima del poeta (… but chill’st it with just fears). 6. il leitmotiv della ruota volge nella raffigurazione della morte che brucia le vane speranze dell’uomo (and makest it in fruitless hopes to burn). 33. perfetto: diventa wondrous, ‘meraviglioso’ (voce letteraria). Nello stesso verso il sintagma che ‘n lei si vede entra nel sost. miracle, che ha valore soprannaturale. 60. di questa, in cui onor lassù si canta: nella versione inglese i cantori della lode della donna sono saints e angels. 64. ragion: il sostantivo italiano, che ha una serie illimitata di significati, è tradotto con speech, l’atto proprio del parlare. 65. diversamente dall’originale il verso inglese spicca per la rapidità della lingua, che ordina a sua volta l’immediatezza dell’azione: make thou no pause: but go immediately (“non fermarti: ma vai immediatamente”). 66. ch’a tua fidanza s’è mio prego mosso: la fiducia che il poeta ripone nella sua novella ha come risposta il genitivo heart’s minister, che pertiene alla canzone quale “ministro del cuore”. 282 Un dì si venne a me melanconia, Upon a day, came Sorrow in to me, E disse: voglio un poco stare teco; Saying, “I’ve come to stay with thee a while;” E pare a me, che si menasse seco And I perceived that she had ushered Bile Dolor, ed ira per sua compagnia. And Pain into my house for company. Ed io le dissi: partiti, va via; Wherefore I said, “Go forth – away with thee!” Ed ella mi rispose, come un Greco; But like a Greek she answered, full of guile, E ragïonando a grand’agio meco. And went on arguing in an easy style. Guardai, e vidi Amore, che venia. Then, looking, I saw Love come silently, Vestito di novo di un drappo nero, Habited in black raiment, smooth and new, E nel suo capo portava un cappello, Having a black hat set upon his hair; E certo lacrimava pur da vero: And certainly the tears he shed were true. Ed io gli dissi: che hai, cattivello? So that I asked, “What ails thee, trifler?” Ed ei rispose: io ho guai, e pensero, Answering, he said: “A grief to be gone through; Che nostra Donna muor, dolce fratello. For our own lady’s dying, brother dear.” Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Sono riconoscibili due momenti fondamentali del discorso poetico: il dialogo tra Malinconia e il poeta (1-7), e il colloquio fugace ma intenso tra Amore e l’innamorato. Dei quattro rimanti B, tre appartengono alla classe dei pronomi nella variante antica e letteraria (teco:seco, meco). I rimanti melanconia:compagnia (1, 4) sono tradotti negli equivalenti me:company (1, 4), la cui unione rinsalda l’idea che malinconia, dolore, e ira raggiungono l’animo del poeta. 6. Rossetti commenta il nome Greco usando la perifrasi full of guile, che definisce correttamente la leggendaria tracotanza e superbia dei Greci. 9-10. solo in traduzione la ripresa dell’agg. black accentua l’aspetto nero e funereo di Amore. 12. cattivello: ha come equivalente il francesismo trifler (‘perdigiorno’). 14. il rovesciamento di dolce fratello nell’inglese brother dear serve a mantenere la rima con trifler (ciò avviene nella grande maggioranza di casi). 283 Io mi credea del tutto esser partito I thought to be for ever separate, Da queste vostre rime, Messer Cino, Fair Master Cino, from these rhymes of yours; Che si conviene omai altro cammino Since further from the coast, another course, Alla mia nave più lunge dal lito; My vessel now must journey with her freight. Ma perch’io ho di voi più volte odito, Yet still, because I hear men name your state Che pigliar vi lasciate ad ogni uncino; As his whom every lure doth straight beguile, Piacciavi di prestare un pocolino I pray you lend a very little while A questa penna lo stancato dito. Unto my voice your ear grown obdurate. Chi s’innamora, siccome voi fate, The man after this measure amorous, Ed ad ogni piacer si lega, e scioglie, Who still at his own will is bound and loosed, Mostra, ch’Amor leggermente il saetti: How slightly Love him wounds is lightly known. Se ‘l vostro cuor si piega in tante voglie, If on this wise your heart in homage bows, Per Dio vi priego, che voi ‘l correggiate; I pray you for God’s sake it be disused, Sicchè s’accordi i fatti a’ dolci detti. So that the deed and the sweet words be one. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE 4. l’aggiunta del germanismo freight introduce un dettaglio, cioè il carico del vascello, che potrebbe rievocare figuratamente l’esistenza perturbabile del poeta. 6. che pigliar vi lasciate ad ogni uncino: è reso con un periodo comparativo, che descrive la natura instabile di colui whom every lure doth straight beguile (“cui incanta ogni lusinga”). 7-8. piacciavi di prestare un pocolino / a questa penna lo stancato dito: cambiano registro. Nei versi inglesi il poeta esorta l’amico affinché presti ascolto (nonostante la sua testardaggine) alle sue parole (cfr. I pray you lend a very little while / unto my voice your ear grown obdurate). 9. s’innamora: è spiegato con un sintagma nominale, the man after this measure amorous (“l’uomo dopo questo ritmo amoroso”). 284 Cino da Pistoia Poi ch’io fui, Dante, dal mio natal sito Dante, since I from my own native place Per greve essilio fatto peregrino, In heavy exile have turned wanderer, E lontanato dal piacer più fino, Far distant from the purest joy which e’er Che mai formasse ‘l piacer infinito; Had issued from the Fount of joy and grace, Io son piangendo per lo mondo gito, I have gone weeping through the world’s dull space, Sdegnato del morir come meschino, And me proud Death, as one too mean, doth spare; E se trovat’ho di lui alcun vicino, Yet meeting Love, Death’s neighbor, I declare Dett’ho, che questo m’ha lo cor ferito: That still his arrows hold my heart in chase. Nè dale prime braccia dispietate, Nor from his pitiless aim can I get free, Nè dal fermato sperar, che m’assolve, Nor from the hope which comforts my weak will, Son mosso, perchè aita non aspetti; Though no true aid exists which I could share. Un piacer sempre mi lega e dissolve, One pleasure ever binds and looses me; Nel qual convien, ch’a simil di biltate That so, by one same Beauty lured, I still Con molte donne sparte mi diletti. Delight in many women here and there. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nell’originale i rimanti sono congiunti alla condizione del poeta, la cui figura di uomo esule e pellegrino è ripresa nelle rime inglesi (place:grace, 1, 4; wanderer:e’er, 2-3; space:chase, 5, 8). 3-4. la rimalmezzo piacer:piacer si ripete negli equivalenti joy:joy. Ma il piacer infinito ha come traduzione the Fount of joy (“la fonte di gioia”). 8. … che questo m’ha lo cor ferito: prende visione nelle frecce che catturano il cuore del poeta – his arrows hold my heart in chase –. 10. … che m’assolve: l’espressione corrispondente, which comforts my weak will (“che conforta la mia fragile volontà”), è prossima al significato originale (di fatto, “mi dispensa da un obbligo morale”). 285 Dante Alighieri (a Cino da Pistoia, scritta in esilio) Poich’io non truo’ chi con meco ragioni Because I find not whom to speak withal Del Signor, cui serviam e voi ed io, Anent that lord whose I am as thou art, Convienmi soddisfare il gran disìo, Behoves that in thine ear I tell some part Ch’i’ ho di dire i pensamenti boni. Of this whereof I gladly would say all. Null’altra cosa appo voi m’accagioni And deem thou nothing else occasional Di lungo e di nojoso tacer mio, Of my long silence while I kept apart, Sono in loco ov’io sono, ch’è sì rio, Except this place, so guilty at the heart Che ‘l ben non trova chi albergo gli doni. That the right has not who will give it stall. Donna non c’è ch’Amor le venga al volto, Love comes not here to any woman’s face, Nè uomo ancora, che per lei sospiri, Nor any man here for his sake will sigh, E chi ‘l facesse sarìa ditto stolto. For unto such, “Thou fool!” were straightway said Ah Messer Cino, come ‘l temp’ è volto Ah! Master Cino, how the time turns base, A danno nostro e delli nostri diri, And mocks at us, and on our rhymes says “Fie!” Da poi che ‘l ben ci è sì poco ricolto! Since truth has been thus thinly harvested. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’esperienza dell’esilio lascia nel poeta tracce di nostalgia e rassegnazione. Nell’originale gli omografi non omonimi volto e volto sono ricambiati dalla consonanza tra face e base (9, 12). Al v. 7 la presenza del poeta in un luogo così reo è sostenuta dalla ripetizione del verbo sono, che non segue nella versione. Il ben, attestato due volte, si traduce nei sinonimi di right (‘bene’) e truth (‘verità’). 4. boni pensamenti: acquistano carattere indefinito: some part of this, “qualcosa di questo” (s’intende, di cui il poeta intende parlare volentieri). 6. la locuzione apart, molto frequente nelle traduzioni, costituisce l’esito linguistico di una vita appartata e solitaria. 13. nel testo rossettiano il tempo assume i tratti realistici di un essere vivente, che, sulle rime dei poeti, esclama “Fie!” (‘vergogna!’). 286 Cino da Pistoia (a Dante Alighieri) Dante, io non odo in quale albergo suoni I know not, Dante, in what refuge dwells Il ben, che da ciascun mess’ è in oblio, The truth, which with all men is out of mind; E sì gran tempo è, che di quà fuggio, For long ago it left this place behind, Che del contrario son nati li tuoni; Till in its stead at last God’s thunder swells. E per le varïate condizioni Yet if our shifting life most clearly tells Chi ‘l ben facesse non risponde al fio: That here the truth has no reward assign’d, - Il ben sai tu, che predicava Dio, ‘Twas God, remember, taught it to mankind, E non tacea nel regno de’ Demoni. And even among the fiends preached nothing else. Dunque s’al bene ogni reame è tolto Then, though the kingdoms of the earth be torn, Nel mondo, in ogni parte ove tu giri, Where’er thou set thy feet, from Truth’s control, Vuolmi tu fare ancor di piacer molto? Yet unto me thy friend this prayer accord: - Diletto fratel mio, di pene involto, Beloved, O my brother, sorrow-worn, Mercè per quella Donna, che tu miri: Even in that lady’s name who is thy goal, Di dir non star, se di fè non sei sciolto. Sing on till thou redeem thy plighted word! Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE 4. che del contrario son nati li tuoni: per contrario s’intende il cielo. Nel verso inglese il traduttore indica comunemente il luogo, anch’esso implicito, dove risuona il tuono di Dio (till in its stead at last God’s thunder swells). 5. variate condizioni: rientrano al singolare e nella locuzione shifting life, che indica la condizione mutevole della vita. 287 Dante Alighieri Due donne in cima della mente mia Two ladies to the summit of my mind Venute sono a ragionar d’amore: Have clomb, to hold an argument of love. L’una ha in sè cortesia e valore, The one has wisdom with her from above, Prudenza ed onestate in compagnia. For every noblest virtue well designed: L’altra ha bellezza e vaga leggiadria, The other, beauty’s tempting power refined E adorna gentilezza le fa onore. And the high charm of perfect grace approve: Ed io, mercè del dolce mio signore, And I, as my sweet Master’s will doth move, Stommene a piè della lor signoria. At feet of both their favours am reclined. Parlan bellezza e virtù all’intelletto, Beauty and Duty in my soul keep strife, E fan question, come un cuor puote stare At question if the heart such course can take Infra duo donne con amor perfetto. And ‘twixt two ladies hold its love complete. Risponde il fonte del gentil parlare: The fount of gentle speech yields answer meet, Che amar si può bellezza per diletto, That Beauty may be loved for gladness’s sake, E amar puossi virtù per alto oprare. And Duty in the lofty ends of life. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il testo muove dall’immagine dantesca della cima della mente, che simboleggia la presenza delle donne (bellezza e virtù) «in cima» ai pensieri del poeta. Nel verso inglese il motivo è rielaborato testualmente: two ladies to the summit of my mind. Così il ragionar d’amore (2), tradotto in argument of love. L’adnominatio nelle parole in rima signore / signoria (7-8) ha una corrispondenza nei relativi Master’s e favours, che istituiscono un falso legame in rimalmezzo. 34. i sostantivi wisdom e virtue rappresentano due distinte aree semantiche, entro le quali sono riunite prudenza e onestate, cortesia e valore. 5-6. nella descrizione delle adornezze dell’altra donna il traduttore impiega una vasta gamma di aggettivi (tempting, refined, high, perfect), che magnificano le tre qualità cardinali: bellezza, leggiadria, e gentilezza. 288 Al poco giorno, ed al gran cerchio d’ombra To the dim light and the large circle of shade Son giunto (lasso) ed al bianchir de’ colli, I have clomb, and to the whitening of the hills, Quando si perde lo color nell’erba: There where we see no colour in the grass. E ‘l mio disio però non cangia il verde; Nathless my longing loses not its green, Sì è barbato nella dura pietra, It has so taken root in the hard stone Che parla, e sente, come fusse donna. Which talks and hears as though it were a lady. Similemente questa nova Donna Utterly frozen is this youthful lady, Si sta gelata, come neve all’ombra; Even as the snow that lies within the shade; Che non la move, se non come pietra For she is no more moved than is the stone Il dolce tempo, che riscalda i colli, By the sweet season which makes warm the hills E che gli fa tornar di bianco in verde, And alters them afresh from white to green, Perchè gli copre di fioretti, e d’erba. Covering their sides again with flowers and grass. Quando ella ha in testa una ghirlanda d’erba, When on her hair she sets a crown of grass Trae della mente nostra ogni altra donna; The thought has no more room for other lady, Perchè si mischia il crespo giallo, e ‘l verde Because she weaves the yellow with the green Sì bel, ch’Amor vi viene a stare all’ombra; So well that Love sits down there in the shade, - Che m’ha serrate tra piccioli colli Love who has shut me in among low hills Più forte assai, che la calcina pietra. Faster than between walls of granite-stone. Le sue bellezze han più vertù, che pietra; She is more bright than is a precious stone; E ‘l colpo suo non può sanar per erba; The wound she gives may not be healed with grass: Ch’io son fuggito per piani, e per colli I therefore have fled far o’er plains and hills Per potere scampar da cotal Donna; For refuge from so dangerous a lady; Onde al suo lume non mi può fare ombra But from her sunshine nothing can give shade, - Poggio, nè muro mai, nè fronda verde. Not any hill, nor wall, nor summer-green. Io l’ho veduta già vestita a verde A while ago, I saw her dressed in green, - Sì fatta, ch’ella avrebbe messo in pietra So fair, she might have wakened in a stone L’amor, ch’io porto pure alla sua ombra; This love which I do feel even for her shade; Ond’io l’ho chiesta in un bel prato d’erba And therefore, as one woos a graceful lady, Inamorata, come anco fu donna, I wooed her in a field that was all grass E chiusa intorno d’altissimi colli. Girdled about with very lofty hills. Prima, che questo legno molle, e verde Yet shall the streams turn back and climb the hills S’infiammi, come suol far bella donna, Before Love’s flame in this damp wood and green Di me, che mi torrei dormire in pietra Burn, as it burns within a youthful lady, Tutto ‘l mio tempo, e gir pascendo l’erba, For my sake, who would sleep away in stone Sol per vedere, u’ suoi panni fanno ombra. My life, or feed like beasts upon the grass, Quandunque i colli fanno più nera ombra, Only to see her garments cast a shade. Sotto un bel verde la giovene Donna How dark soe’er the hills throw out their shade, Gli fa sparer, come pietra sotto erba. Under her summer-green the beautiful lady Covers it, like a stone cover’d in grass. 289 Testo italiano: endecasillabi, con schema ABCDEF; AFC Testo inglese: decasillabi, con schema ABCDEF; AFC Sestina con congedo di tre versi. Nella traduzione il procedimento resta invariato, tanto che i rimanti hanno la stessa collocazione (A: ombra / shade; B: colli / hills; C: erba / grass; D: verde / green; E: pietra / stone; F: donna / lady). L’esordio stagionale, metafora dell’età del poeta, si svolge con un lessico adeguato ai criteri linguistici del testo italiano. 28-29. ond’io l’ho chiesta in un bel prato d’erba / inamorata, come anco fu donna: in traduzione i verbi woos (3a pers. sing. dell’ind. pres.) e wooed (1a pers. sing. dell’ind. pass.), l’uno posto all’interno del verso 28 e l’altro all’inizio del verso successivo, valorizzano in due tempi la corte che il poeta fa alla donna. L’adynaton al v. 31, yet shall the streams turn back and climb the hills, per il quale segnaliamo precedenti classici e trobadorici, non ha corrispondenza nel testo dell’edizione cui attinge Rossetti. 35. i panni sono tradotti con il francesismo garments (‘indumenti’), che cela un significato erotico (vale a dire, le parti intime della donna). 290 Cino da Pistoia Io maledico il dì, ch’io veddi prima My curse be on the day when first I saw La luce de’ vostr’occhi traditori, The brightness in those treacherous eyes of thine, - E ‘l punto, che veniste ‘n su la cima The hour when from my heart thou cam’st to draw Del core, a trarne l’anima di fuori: My soul away, that both might fail and pine: E maledico l’amorosa lima, My curse be on the skill that smooth’d each line Ch’ha pulito i miei detti, e bei colori, Of my vain songs, - the music and just law Ch’i’ ho per voi trovati, e messi in rima, Of art, by which it was my dear design Per far che ‘l mondo mai sempre v’onori. That the whole world should yield thee love and awe. E maledico la mia mente dura, Yea, let me curse mine own obduracy, Che ferma è di tener quel, che m’uccide; Which firmly holds what doth itself confound – Cioè la bella e rea vostra figura, To wit, thy fair perverted face of scorn: Per cui Amor sovente si spergiura, For whose sake Love is oftentimes forsworn Sì che ciascun di lei, e di me, ride, So that men mock at him: but most at me Che credo tor la ruota alla ventura. Who would hold fortune’s wheel and turn it round. Testo italiano: ABAB ABAB CDC CDC Testo inglese: ABAB ABAB CDE ECD La paternità di questo sonetto oscilla tra Cino e Dante (Barbi). Lo stile anaforico dell’originale, che ha inizio con il v. 1, io maledico il dì, per poi ripetersi ai vv. 5 e 9, è accolto nella formula inglese my curse be (“la mia maledizione sia”) e nella variante let me curse (“lasciatemi maledire”). 4. del core, a trarne l’anima di fuori: nella versione il costrutto verbale might fail and pine serve a spiegare che l’anima, una volta strappata dal cuore, “potrebbe venire meno e struggersi”. 5. il sost. lima, che nella definizione del Battaglia ha valore figurato di «lavoro paziente, assiduo, meticoloso intorno a un’opera…», è ricambiato dall’inglese skill (‘abilità’). 6. … e bei colori: trova come punto d’arrivo the music and just law / of art. In sostanza, “il giusto canone dell’arte”. 291 Guido Cavalcanti (a Dante Alighieri) Vedesti al mio parere ogni valore, Unto my thinking, thou beheld’st all worth, E tutto gioco, e quanto bene uom sente, All joy, as much of good as man may know, Se fusti in pruova del signor valente, If thou wert in his power who here below Che signoreggia il mondo dell’onore: Is honour’s righteous lord throughout this earth. Poi vive in parte dove noia muore, Where evil dies, even there he has his birth, E tien ragion nella pietosa mente: Whose justice out of pity’s self doth grow. Sì va soave ne’ sonni alla gente, Softly to sleeping persons he will go, Che i cor ne porta sanza far dolore. And, with no pain to them, their hearts draw forth. Di voi lo cor se ne portò, veggendo Thy heart he took, as knowing well, alas! Che vostra Donna la morte chiedea: That Death had claimed thy lady for a prey: Nodrilla d’esto cor, di ciò temendo. In fear whereof, he fed her with thy heart. Quando t’apparve, che sen gía dogliendo, But when he seemed in sorrow to depart, Fu dolce sonno, ch’allor si compiea, Sweet was thy dream; for by that sign, I say, Che ‘l suo contrario lo venia vincendo. Surely the opposite shall come to pass. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Nelle terzine italiane le voci in rima sono tutte trisillabiche, mentre in traduzione si alternano monosillabi e bisillabi. Sempre qui, o meglio nei versi conclusivi la frequenza di parole con consonante iniziale –s accompagna il dolce sonno del poeta (seemed, sorrow, sweet, sign, say, surely, shall). Non molto prima, Amore innalza un ponte di collegamento tra il verso italiano e quello inglese: egli va soave (softly) nei sonni (to sleeping) della gente. 2. il sost. gioco, nell’accezione provenzale di ‘gioia’, è tradotto appropriatamente nell’inglese joy. 12. il gerundio dogliendo, con valore qualificante di ‘dolente’, affiora nella locuzione in sorrow (‘in tormento’). 292 Avete in voi li fiori e la verdura, Flowers hast thou in thyself, and foliage, E ciò che luce, o è bello a vedere. And what is good, and what is glad to see; Risplende più che ‘l Sol vostra figura; The sun is not so bright as thy visage; Chi voi non vede, mai non può valere. All is stark naught when one hath looked on thee; In questo mondo non ha creatura There is not such a beautiful personage Sì piena di beltà nè di piacere: Anywhere on the green earth verily; E chi d’Amor temesse, l’assicura If one fear love, thy bearing sweet and sage Vostro bel viso, e non può più temere. Comforteth him, and no more fear hath he. Le donne, che vi fanno compagnia, Thy lady friends and maidens ministering Assai mi piacen per lo vostro amore; Are all, for love of thee, much to my taste: Ed io le prego per lor cortesia And much I pray them that in everything Che qual più puote, più vi faccia onore, They honour thee even as thou meritest, Ed aggia cara vostra signoria, And have thee in their gentle harbouring: Perchè di tutte siete la migliore. Because among them all thou art the best. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABAB ABAB CDC DCD Nel sonetto il poeta associa le virtù fisiche della donna alle bellezze della natura circostante. Un particolare su cui ricade l’occhio è l’enjambement del v. 7: nell’originale è il bel viso della donna che salta nel verso seguente, invece il traduttore ne anticipa l’arrivo posponendo il sintagma verbale comforteth him (‘lo conforta’), degno equivalente dell’originale l’assicura. 5. Rossetti colora il mondo di verde, scegliendo perciò la definizione di green earth (‘terra verde’). 7. bel viso: trova manifestazione nell’aspetto dolce e saggio della donna – thy bearing sweet and sage –, che dà conforto all’amante timoroso di Amore. 13. ed aggia cara vostra signoria: nel verso inglese s’intende bene che le donne rappresentano un gentile rifugio – gentle harbouring – per l’amata. 293 Beltà di donna di piacente core, Beauty in woman; the high will’s decree; E cavalieri armati e molto genti; Fair knighthood armed for manly exercise; Cantar d’augelli, e ragionar d’Amore; The pleasant song of birds; love’s soft replies; Adorni legni in mar forte correnti; The strength of rapid ships upon the sea; Aere sereno, quando appar l’albore, The serene air when light begins to be; E bianca neve scender senza venti; The white snow, without wind that falls and lies; Rivera d’acqua, e prato d’ogni fiore, Fields of all flower; the place where waters rise; Oro e argento, azzurro in ornamenti: Silver and gold; azure in jewellery: - Passa la gran beltade e la piacenza Weighed against these, the sweet and quit worth Della mia donna, e ‘l suo gentil coraggio; Which my dear lady cherishes at heart Sicchè rassembra vile a chi ciò sguarda. Might seem a little matter to be shown; E tanto ha, più d’ogn’altra, conoscenza, Being truly, over these, as much apart Quanto lo cielo della terra è maggio: As the whole heaven is greater than this earth. A simil di Natura ben uon tarda. All good to kindred natures cleaveth soon. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE La comparazione della bellezza femminile con tutti i beni della natura procede per analogia all’originale, il cui stile riflette la beltà di quei luoghi poetici dove risiedono la donna e certi simboli medievali. 1. la beltà, attestata una seconda volta nella variante antica di beltade, è tradotta con beauty e worth. Quest’ultima parola implica soprattutto il valore morale della donna. Il piacente core non è interpretato letteralmente, ma discende da the high will’s decree (che allude forse alla volontà superiore di Dio). 3. cantar d’augelli, e ragionar d’Amore: cambiano nelle rispettive forme nominali: the pleasant song of birds (“il piacevole canto degli uccelli”) e love’s soft replies (“le dolci risposte d’amore”). 5-8. ogni verso corrisponde a una visione luminosa e suggestiva: l’atmosfera serena dell’alba, when light begins to be (“quando si fa luce”); la neve bianca che scende without wind (‘senza vento’), e lies (‘giace’). Prati d’ogni fiore – fields of all flower –, corsi d’acqua e luoghi where waters rise (“dove affiora l’acqua”). 10. gentil coraggio: è quel franco e gentile valore che la donna cherishes at heart (“tiene caro nel suo cuore”). 11. l’agg. vile è stimato a little matter (“di poco conto”). 12. e tanto ha, più d’ogn’altra, conoscenza: per l’alta conoscenza, la donna è parecchio distante da tutte le altre donne (being truly, over these, as much apart). 294 Chi è questa che vien, ch’ogni uom la mira, Who is she coming, whom all gaze upon, Che fa di clarità l’aer tremare? Who makes the air all tremulous with light, E mena seco Amor, sicché parlare And at whose side is Love himself? that none Null’uom ne puote, ma ciascun sospira? Dare speaks, but each man’s sighs are infinite. Ahi Dio, che sembra quando gli occhi gira? Ah me! how she looks round from left to right, Dicalo Amor, ch’io nol saprei contare; Let Love discourse: I may not speak thereon. Cotanto d’umiltà donna mi pare, Lady she seems of such high benison Che ciascun’altra inver di lei chiam’ira. As makes all others graceless in men’s sight Non si poria contar la sua piacenza, The honour which is hers cannot be said; Che a lei s’inchina ogni gentil virtute, To whom are subject all things virtuous, E la Beltade per sua Dea la mostra. While all things beauteous own her deity. Non fu sì alta già la mente nostra, Ne’er was the mind of man so nobly led, E non s’è posta in noi tanta salute Nor yet was such redemption granted us Che propriamente n’abbiam conoscenza. That we should ever know her perfectly. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Il traduttore riprende la struttura dell’originale, che poggia, soprattutto nell’esordio, sulla sequenza di pronomi relativi e che con valore di congiunzione. L’infinito con negazione contare (6, 9), atto a definire l’azione del poeta che non sa raccontare la bellezza della donna, è reso con may not speak (“non posso parlare”) e cannot be said (“non può essere espresso”). Il testo italiano è arricchito dai genitivi man’s sighs (4) e men’s sight, la cui assonanza discorda però a livello semantico giacché l’uno designa i “sospiri dell’uomo” e l’altro la “vista dell’uomo”. In traduzione la rimalmezzo things virtuous:things beauteous (10-11) promuove di fatto l’unione tra le ‘cose virtuose’ soggette alla donna e le ‘cose belle’ nelle quali si riflette la deità della donna. 5. cambia il soggetto cui è rivolta l’invocazione del poeta: Dio; e me nella lingua d’arrivo. Il verbo looks around traduce l’italiano gira, accentuando il movimento degli occhi della donna from left to right (“da destra a sinistra”). 13. salute: evolve in un processo di redemption. 295 Io vidi donne con la Donna mia: With other women I beheld my love; - Non che niuna mi sembrasre Donna; Not that the rest were women to mine eyes, Ma simigliavan sol la sua ombria. Who only as her shadows seemed to move. Già non la lodo, se non perch’è ‘l vero, I do not praise her more than with the truth, E non biasimo altrui, se m’intendete: Nor blame I these if it be rightly read. Ma ragionando muovesi un pensiero But while I speak, a thought I may not soothe A dir: tosto miei spiriti morrete. Says to my senses: “Soon shall ye be dead, Crudei, se me veggendo non piangete; If for my sake your tears ye will not shed.” Che stando nel pensier gli occhi fan via And then the eyes yeld passage, at that thought, A lagrime del cor, che non la oblia. To the heart’s weeping, which forgets her not. Testo italiano: ballata, con schema ABA CDC DD EE Testo inglese: ballata, con schema ABA CDC DD EE Nella traduzione, al v. 1, le donne rappresentano la compagnia (with other women) e non l’oggetto dell’azione richiamata dal poeta (io vidi donne). In luogo di Donna mia è attestato my love, “il mio amore”. L’esecrazione del v. 8, crudei, se me veggendo non piangete, è attenuata nella frase ipotetica if for my sake your tears ye will not shed (“se per amor mio le tue lacrime non saranno versate”). 296 (a Guido Orlandi) Una figura de la Donna mia Guido, an image of my lady dwells S’adora, Guido, a San Michele in Orto, At San Michele in Orto, consecrate Che di bella sembianza, onesta, e pia, And duly worshipped. Fair in holy state De’ peccatori è refugio, e conforto: She listens to the tale each sinner tells: E quale a lei divoto s’umilìa And among them that come to her, who ails Chi più languisce, più n’ha di conforto: The most doth blessing wait Gl’infermi sana, i Demon caccia via, She bids the fiend men’s bodies abdicate; E gli occhi orbati fa vedere scorto. Over the curse of blindness she prevails, Sana in publico loco gran languori, And heals sick languors in the public squares. Con reverenza la gente l’inchina, A multitude adores her reverently: Due luminara l’adornan di fuori. Before her face two burning tapers are; La voce va per lontane cammina; Her voice is uttered upon paths afar. Ma dicon, ch’è idolatra, i Fra’ Minori, Yet through the Lesser Brethren’s jealousy Per invidia, che non è lor vicina. She is named idol; not being one of theirs. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC I poteri demiurgici della donna cavalcantiana illuminano i versi del sonetto, dove convergono arcaismi e parole che traducono la vasta superficie dei sentimenti. Il v. 1, una figura de la Donna mia, è il filo di un discorso che si riavvolge sempre intorno all’immagine della donna. Nel testo inglese l’esordio avviene subito con l’invocazione a Guido, che partecipa tacitamente all’elogio della “Signora dell’Orto”. L’opposizione fra campi semantici (cfr. 6) si riduce visibilmente, poiché la struttura dei versi tradotti non giustifica una reale conflittualità tra gli stati d’animo evocati. 4. de’ peccatori è refugio, e conforto: nel verso inglese la donna, benevola e materna, dà ascolto ai racconti di ogni peccatore (she listens to the tale each sinner tells). 6. conforto: acquista una valenza quasi divina nell’equivalente blessing (‘benedizione’). 8. gli occhi orbati: sono descritti come the curse of blindness (“la maledizione di cecità”). 297 Guido Orlandi (a Guido Cavalcanti) Se avessi ditto, amico, di Maria If thou hadst offered, friend, to blessed Mary Grazia plena e pia, A pious voluntary, Rosa vermiglia sei plantata in orto, As thus: “Fair rose, in holy garden set,” Avresti scritto dritta similìa; Thou then hadst found a true similitude: E veritate e via, Because all truth and good Del nostro fine fu magione e porto Are hers, who was the mansion and the gate E di nostra salute quella Dia, Wherein abode our High Salvation, Che prese sua contia, Conceived in her, a Son, E l’angelo le porse il suo conforto. Even by the angel’s greeting whom she met. E certo son chi in ver lei s’umilìa, Be thou assured that if one cry to her, E sua colpa grandìa, Confessing, “I did err,” Che sano e salvo il fa, vivo di morto. For death she gives him life; for she is great. Ah qual conforto ti darò che plori Ah! how may’st thou be counseled to implead Con Dio li tuoi fallori, With God thine own misdeed, E non l’altrui; le tue parti diclina, And not another’s? Ponder what thou art; E prendine dottrina And humbly lay to heart Dal Pubblican, che dolse i suoi dolori. That Publican who wept his proper need. Li Fra Minori sanno la divina The Lesser Brethren cherish the divine Iscrittura Latina; Scripture and church-doctrine; E della fede son difenditori, Being appointed keepers of the faith Li buon predicatori: Whose preaching succoureth: Lor predicanza è nostra medicina. For what they preach is our best medicine. Testo italiano: sonetto rinterzato di endecasillabi e settenari, con schema AaBAaB AaBAaB CcDdC DdCcD Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AaBAaB AaBAaB CcDdC EeDdE Nell’originale il codice liturgico è quello usato da Guido Cavalcanti, così come le parole in rima orto (3), via (5), porto (6), conforto (9), umilìa (10). Le voci del poeta assumono in traduzione una nuova veste linguistica: holy garden (3), good (5), gate (6), greeting (9), cry to her (10). Il sicilianismo Dia (7) è tradotto nell’avv. letter. wherein (‘dove’); il verbo s’umilìa, con protrazione d’accento dovuto alla rima, volge all’equivalente cry (‘piange’). 9. e l’angelo le porse il suo conforto: per affinità, by the angel’s greeting (“con il saluto dell’angelo”), che segue il verso in cui compare l’annunciazione del Signore (cfr. wherein abode our High Salvation / conceived in her, a Son). 12. che sano e salvo il fa, vivo di morto: la potenza di Maria è comprovata nella seconda metà del verso inglese, dove leggiamo che she is great (“lei è grandiosa”). 16. e prendine dottrina: diventa una esortazione a sottomettersi umilmente alle ragioni del cuore: and humbly lay to heart. 298 Guido Cavalcanti Una giovene Donna di Tolosa A certain youthful lady in Thoulouse, Bella, e gentil, d’onesta leggiadria, Gentle and fair, of cheerful modesty, Tant’è diritta, e simigliante cosa Is in her eyes, with such exact degree, Ne’ suoi dolci occhi de la Donna mia, Of likeness unto mine own lady, whose Che fatto ha dentro al cor desiderosa I am, that through the heart she doth abuse L’anima in guise, che da lui si svia, The soul to sweet desire. It goes from me E vanne a lei; ma tanto è paurosa, To her; yet, fearing, saith not who is she Che non le dice di qual donna sia. That of a truth its essence thus subdues. Quella la mira nel suo dolce sguardo, This lady looks on it with the sweet eyes Ne lo qual fece rallegrare Amore, Whose glance did erst the wounds of Love anoint Perchè v’è dentro la sua Donna dritta: Through its true lady’s eyes which are as they Poi torna piena di sospir nel core, Then to the heart returns it, full of sighs, Ferita a morte d’un tagliente dardo, Wounded to death by a sharp arrow’s point Che questa Donna nel partir le gitta. Wherewith this lady speeds it on its way. Testo italiano: ABAB ABAB CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE È un testo molto importante, poiché afferma per la prima volta la tesi della fedeltà all’unico amore nella molteplicità degli amori (Contini). L’allitterazione in –d percorre l’intero componimento (donna, 1; diritta, 3; dentro e desiderosa, 5; ecc.) e non oltrepassa, per ovvie ragioni, la traduzione, dove le parole in rima sono inconciliabili con la forma e il significato originale (fatta eccezione di Tolosa / Thoulouse, 1). 299 Era in pensier d’Amor, quand’io trovai Being in thought of love, I chanced to see Due forosette nove: Two youthful damozels. L’una cantave, e piove One sang: “Our life inhales Gioco d’Amore in nui. All love continually.” Era la vista lor tanto soave, Their aspect was so utterly serene, Tanto quieta, cortese, ed umile, So courteous, of such quiet nobleness, Ch’io dissi lor: voi portate la chiave That I said to them: “Yours, I may well ween, Di ciascuna virtute alta, e gentile; ‘Tis of all virtue to unlock the place. Deh forosette, non mi aggiate a vile: Ah! damozels, do not account him base Per lo colpo, ch’io porto, Whom thus his wound subdues: Questo cor mi fa morto, Since I was at Thoulouse, Poichè ‘n Tolosa fui. My heart is dead in me.” Elle con gli occhi lor si volser tanto, They turned their eyes upon me in so much Che vider, come ‘l core era ferito; As to perceive how wounded was my heart; E come un spiritel nato di pianto While, of the spirits born of tears, one such Era per mezzo de lo colpo uscito. Had been begotten through the constant smart. Poichè mi vider così sbigottito, Then seeing me, abashed, to turn apart, Disse l’una, che rise; One of them said, and laugh’d: Guarda, come conquise “Love, look you, by his craft Gioja d’Amor costui. Holds this man thoroughly.” Molto cortesemente mi rispose But with grave sweetness, after a brief while, Quella, che di me prima aveva riso. She who at first had laughed on me replied, Disse: la Donna, che nel cor ti pose Saying: “This lady, who by love’s great guile Con la forza d’Amor tutto ‘l suo viso, Her countenance in thy heart has glorified, Dentro per gli occhi ti mirò sì fiso, Look’d thee so deep within the eyes, Love sigh’d Ch’Amor fece apparire: And was awakened there. Se t’è grave il soffrire, If it seem ill to bear, Raccomandati a lui. In him thy hope must be.” L’altra pietosa piena di mercede, The second piteous maiden, of all ruth, Fatta di gioco in figura d’Amore Fashioned for sport in Love’s own image, said: Disse: il suo colpo, che nel cor si vede, “This stroke, whereof thy heart bears trace in sooth, Fu tratto d’occhi di troppo valore; From eyes of too much puissance was shed, Che dentro vi lassaro uno splendore, Whence in thy heart such brightness entered, Ch’i’ nol posso mirare: Thou mayst not look thereon. Dimmi, se ricordare Say, of those eyes that shone Di quegli occhi ti pui? Canst thou remember thee?” A la dura quistione, e paurosa, Then said I, yelding answer therewithal La qual mi fece questa forosetta, Unto this virgin’s difficult behest: Io dissi: e’ mi ricorda, che ‘n Tolosa “A lady of Thoulouse, whom Love doth call Donna m’apparve accordellata, e stretta, Mandetta, sweetly kirtled and enlac’d, La quale Amor chiamava la Mandetta: I do remember to my sore unrest. 300 Giunse sì presta, e forte, Yea, by her eyes indeed Che ‘nfin dentro alla morte My life has been decreed Mi colpir gli occhi suoi. To death inevitably.” Vanne a Tolosa, Balletetta mia: Go, Ballad, to the city, even Thoulouse, Ed entra quetamente a la dorata: And softly entering the Dauràde, look round Ed ivi chiama, che per cortesìa And softly call, that so there may be found D’alcuna bella Donna sia menata Some lady who for compleasaunce may choose Dinanzi a quella, di cui t’ho pregata; To show thee her who can my life confuse. E s’ella ti riceve, And if she yeld thee way, Dille con voce leve: Lift thou thy voice and say: Per mercè vegno a vui. “For grace I come to thee.” Testo italiano: ballata media di versi endecasillabi e settenari, con schema ABAB Bccx (ripresa uguale alla sirma) Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABAB Bccx (ripresa, Xccx) La combinazione di unità semantiche fisse, tra cui gioia e dolore, movimentano la scrittura del poeta italiano. Inoltre la disposizione visionaria di Guido promuove l’uso di strutturazioni dialogiche, volte a rimarcare una realtà ben precisa. Nell’ordine sintattico Amore è un elemento di specificazione, e lo si trova ai vv. 1, 4, 20, 24. Il traduttore riprende in particolare l’immagine stessa di Amore – Love’s own image –. Un altro dato importante è assunto dal sost. colpo, battuto per tre volte e in tre luoghi diversi del testo (cfr. 10, 16, 31). In traduzione il significato iniziale di ‘colpo’ è restituito ai sinonimi di wound (‘ferita’), constant smart (‘continua sofferenza’), e stroke (‘colpo’). Il diminutivo balletetta (45) lascia affiorare la tenera complicità che lega il poeta alla sua forma poetica; nella versione il sost. ballad esclude qualsiasi connotazione amicale. Per gli altri diminutivi dell’originale, Rossetti non dà prova che ci siano alterazioni di aggettivi o sostantivi con uso vezzeggiativo. 2. nove: è riferito alla giovane età delle donne. Questo elemento giustifica la scelta dell’equivalente youthful (‘giovani’). 4. gioco d’Amore: inteso nell’accezione provenzale di ‘piacere amoroso’, si riforma in un’espressione insolita: our life inhales / all love continually (“la nostra vita respira amore continuamente”). 7. la chiave: è necessaria to unlock the place, “per aprire il posto” – of all virtue – (“d’ogni virtù”). 46. la dorata: tradotta nell’inglese Dauràde, è una chiesetta che si trova a Tolosa lungo le rive della Garonna. 49. dinanzi a quella, di cui t’ho pregata: di contro, Rossetti sostiene l’idea che la donna possa gettare nello scompiglio la vita del poeta (… her who can my life confuse). 301 Dante Alighieri (a Guido Cavalcanti) Guido, vorrei, che tu, e Lappo, ed io Guido, I wish that Lapo, thou, and I, Fossimo presi per incantamento, Could be by spells conveyed, as it were now, E messi ad un vassel, ch’ad ogni vento Upon a barque, with all the winds that blow Per mare andasse a voler vostro, e mio; Across all seas at our good will to hie. Sicchè fortuna, od altro tempo rio So no mischance nor temper of the sky Non ci potesse dare impedimento: Should mar our course with spite or cruel slip; Anzi vivendo sempre in noi talento But we, observing old companionship, Di stare insieme crescesse ‘l disio. To be companions still should long thereby. E Monna Vanna, e Monna Bice poi, And Lady Joan, and Lady Beatrice, Con quella su il numer delle trenta, And her the thirtieth on my roll, with us Con noi ponesse il buono incantatore: Should our good wizard set, o’er seas to move E quivi ragionar sempre d’Amore: And not to talk of anything but love: E ciascuna di lor fosse contenta, And they three ever to be well at ease, Siccome io credo, che sariamo noi. As we should be, I think, if this were thus. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE ECD Il sonetto a Guido Cavalcanti deve la sua importanza al tema dell’amicizia, che non può certo disgiungersi dall’amore cortese. L’assonanza-consonanza tra parole con nesso –ento (incantamento:vento, 2-3; impedimento:talento, 6-7; trenta:contenta, 10, 13) è corrisposta negli stessi luoghi da una nuova catena di rimanti: now:blow, slip:companionship, us:thus; e Beatrice:ease. L’appellativo Monna, la cui designazione pertiene al registro comico, si traduce nella comune accezione di Lady. L’inf. ragionar (12), con valore ottativo, conserva le sue peculiarità nell’equivalente to talk (‘parlare’). 7-8. nei versi inglesi l’unione tra i compagni è rinsaldato, per effetto di rima, nei sostantivi companionship e companions. 10. il numero trenta, con riferimento alla «pistola» (Vita Nuova, VI) che conteneva i nomi delle sessanta donne fiorentine più belle, viene ripreso sia da thirtieth sia dal sost. roll (‘elenco’). 302 Guido Cavalcanti (a Dante Alighieri) S’io fossi quello, che d’amor fu degno, If I were still that man, worthy to love, Del qual non trovo sol, che rimembranza, Of whom I have but the remembrance now, E la donna tenesse altra sembianza, Or if the lady bore another brow, Assai mi piaceria sì fatto segno. To hear this thing might bring me joy thereof. E tu, che se’ de l’amoroso regno But thou, who in Love’s proper court dost move, Là onde di merzè nasce speranza, Even there where hope is born of grace, - see how Riguarda, se ‘l mio spirito ha pesanza, My very soul within me is brought low: Ch’un presto arcier di lui ha fatto segno; For a swift archer, whom his feats approve, E tragge l’arco, che li tese Amore, Now bends the bow, which Love to him did yeld, Sì lietamente, che la sua persona In such mere sport against me, it would seem Par, che di giuoco porti signoria. As though he held his lordship for a jest. Or odi maraviglia, ch’ella fia, Then hear the marvel which is sorriest: - Lo spirito fedìto li perdona My sorely wounded soul forgiveth him, Vedendo, che li strugge il suo valore. Yet knows that in his act her strength is kill’d. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Ogni singolo verso che compone il sonetto di Guido è caratterizzato da una parola-chiave, che apre l’universo dei sensi e dei sentimenti umani. Il poeta esordisce con un presupposto fondamentale della relazione amorosa, l’essere degno d’amore (worthy to love). Compaiono i valori imprescindibili di merzè e speranza (6), tradotti rispettivamente nell’inglese hope e grace. Come pure la pesanza nello spirito dell’amante (7), e l’arco da cui Amore lancia le sue frecce per colpire l’innamorato (9). Tra le parole conformi all’originale si registrano remembrance (rimembranza, 2), archer (arcier, 8), e marvel (meraviglia, 12). 7. … se ‘l mio spirito ha pesanza: prende visione in un’anima trascinata nelle profondità: my very soul within me is brought low. 303 Dante, un sospir messagger del core Dante, a sigh that rose from the heart’s core Subitamente m’assalì dormendo; Assailed me, while I slumbered, suddenly: Ed io mi disvegliai allor temendo, So that I woke o’ the istant, fearing sore Che egli fosse in compagnia d’Amore: Lest it came thither in Love’s company: Poi mi girai, e vidi il servitore Till, turning, I beheld the servitor Di Monna Laggia, che venìa dicendo, Of Lady Lagia: “Help me,” so said he, Ajutimi pieta, sì che dicendo “O help me, Pity.” Though he said no more, Io presi di pietà tanto valore, So much of Pity’s essence entered me, Ch’io giunsi Amore, che affilava i dardi: That I was ware of Love, those shafts he wields Allor lo domandai del suo tormento, A-whetting, and preferred the mourner’s quest Ed elli mi rispose in questa guisa; To him, who straight way answered on this wise: Dì al servente, che la Donna è presa, “Go tell my servant that the lady yelds, E tengola per far suo piacimento, And that I hold her now at his behest: E se nol crede, dì che agli occhi guardi. If he believe not, let him note her eyes.” Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Il tema si concentra nel sost. sospir (sigh), che, nel linguaggio poetico e stilnovistico, rappresenta l’unione tra mente e corpo. I rimanti nella forma gerundiva dormendo:temendo (2-3) e dicendo:dicendo (6-7) non hanno corrispondenti, o meglio sono sostituiti con past tenses (eccetto temendo, tradotto nell’inglese fearing). Viceversa, il gerundio turning (5) è adoperato per esprimere il pass. rem. girai. 6-7. in traduzione la richiesta d’aiuto avanzata dal poeta è ripresa due volte dall’imperativo help me (‘aiutami’). 304 Se vedi Amore, assai ti prego, Dante; I pray thee, Dante, shouldst thou meet with Love In parte, là ‘ve Lappo sia presente, In any place where Lapo then may be, Che non ti gravi di por sì la mente, That there thou fail not to mark heedfully Che mi riscrivi, s’egli il chiama amante: If Love with lover’s name that man approve; E se la Donna gli sembra aitante, If to our Master’s will his lady move E se fa vista di parer servente: Aright, and if himself show fealty: Che molte fiate così fatta gente For ofttimes, by ill custom, ye may see Suol per gravezza d’Amor far sembiante; This sort profess the semblance of true love. Tu sai, che ne la corte, là ove regna Thou know’st that in the court where Love holds sway Non può servire uomo, che sia vile A law subsists, that no man who is vile A Donna, che là dentro sia perduta: Can service yeld to a lost woman there. Se la sofferenza lo servente ajuta, If suffering aught avail the sufferer, Puoi di leggier conoscer nostro stile, Thou straight way shalt discern our lofty style Lo quale porta di mercede insegna. Which needs the badge of honour must display. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Il poeta inglese inverte l’ordine delle frasi, anticipando la proposizione principale I pray thee cui succedono le altre subordinate. Alla base del discorso riconosciamo due aspetti fondanti: l’apparire, formalizzato nei verbi sembra (5), fa vista di parer (6), far sembiante (8), e distinguibile nell’inglese show e profess semblance. Quindi il servire, trasmesso con l’inf. servire e il part. pres. servente. La sofferenza del servente (12) è ripresa dalla figura etimologica suffering / sufferer. 3. quel sì (‘in questo modo’) acquisisce il valore avverbiale di heedfully (‘attentamente’). 305 Amore, e Mona Lagia, e Guido, ed io Love and the Lady Lagia, Guido and I, Possiamo ben ringraziare un ser costui, Unto a certain lord are bounden all, Ch’end’ha partiti, sapete da cui? Who has released us – know ye from whose thrall? Nol vo contar per averlo in oblio, Yet I’ll not speak, but let the matter die: Poi questi tre più non v’hanno disio, Since now these three no more are held thereby, Ch’eran serventi di tal guise in lui, Who in such homage at this feet did fall Che veramente più di lor non fui, That I myself was not more whimsical, Immaginando ch’elle fosse Iddio. In him conceiving godship from on high. Sia ringraziato Amor, che se ne accorse Let Love be thanked the first, who first discern’d Primieramente, poi la Donna saggia. The truth; and that wise lady afterward, Che in quel punto li ritolse il core. Who in fit time took back her heart again; E Guido ancor, che n’è del tutto fore, And Guido next, from worship wholly turn’d; Ed io ancor, che ‘n sua virtute caggia: And I, as he. But if ye have not heard, Se poi mi piacque, non si crede forse. I shall not tell how much I loved him then. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Lo stile anaforico dei vv. 12-13 (e Guido ancor … / ed io ancor …) prosegue nei luoghi corrispondenti (and Guido next … / and I, as he…) per i quali si distingue as, il termine di comparazione tra l’io e l’altro poeta (Guido). 3. ch’ end’ha partiti, sapete da cui?: nella frase incidentale – know ye from whose thrall? –, il traduttore precisa la condizione di sottomissione in cui si trovano i soggetti poetici. 4. but let the matter die (“lascerò cadere il discorso”) traduce, parafrasando, l’italiano oblio. 6. l’umiltà e la dedizione dei serventi figurano nella locuzione aggiuntiva at this feet (‘ai suoi piedi’). 7. più di lor non fui: acquista valore attributivo nell’equivalente whimsical (‘capriccioso’). 9-10. sia ringraziato Amor, che se ne accorse / primieramente…: ne consegue la rima identica first:first, che richiama alle azioni fruttuose e tempestive perpetrate da Amore. 306 (a Dante Alighieri) O tu, che porti ne gli occhi sovente O thou that often hast within thine eyes Amor tenendo tre saette in mano, A Love who holds three shafts, - know thou from me Questo mio spirto, che vien di lontano That this my sonnet would commend to thee Ti raccomanda l’anima dolente: (Come from afar) a soul in heavy sighs, La qual’ ha già feruta ne la mente Which even by Love’s sharp arrow wounded lies. Di due saette l’arcier sorïano, Twice did the Syrian archer shoot, and he E a la terza apre l’arco, ma sì piano, Now bends his bow the third time, cunningly Che non m’aggiunge, essendoti presente. That, thou being here, he wound me in no wise. Perchè saria de l’alma la salute, Because the soul would quicken at the core Che quasi giace infra le membra morta Thereby, which now is near to utter death, Di due saette, che fan tre ferute. From those two shafts, a triple wound that yeld. La prima dà piacere, e disconforta, The first gives pleasure, yet disquieteth; E la seconda desìa la virtute And with the second is the longing for De la gran gioja, che la terza porta. The mighty gladness by the third fulfill’d. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE La solennità della materia si cristallizza nel registro stilnovistico (e figurale) di Guido, che segue un andamento rimico piano e melodico. Il lessico prende corpo in ogni aspetto dell’interiorità: mente, anima, cuore. 2. il valore enfatico del sintagma – know thou from me è comprensibile per le stesse ragioni del sonetto, che raccomanda l’anima dolente. 5. la qual’ha già feruta ne la mente: nel verso inglese il genitivo Love’s sharp arrow esalta la forza di Amore che, colpisce l’innamorato con una freccia acuminata. 307 Se mai del tutto obliato ho mercede, Though thou, indeed, hast quite forgotten ruth, Già però fede il cor non abbandona; Its steadfast truth my heart abandons not; Anzi ragiona di servire a grato But still its thought yelds service in good part Al dispietato core. To that hard heart in thee. E qual ciò sente, simil me non crede; Alas! who hears believes not I am so. Ma chi tal vede? certo non persona; Yet who can know? of every surety, none. Ch’amor mi dona un spirito in suo stato From Love is won a spirit, in some wise, Che figurato more: Which dies perpetually: Che quando lo pensier mi strigne tanto, And, when at length in that strange ecstasy Che lo sospir si mova; The heavy sigh will start, Par che nel cor mi piova There rains upon my heart Un dolce Amor sì bono, A love so pure and fine, Ch’io dico: Donna, tutto vostro sono. That I say: “Lady, I am wholly thine.” Testo italiano: stanza isolata di canzone con versi endecasillabi e settenari, e schema ABCd ABCd Eff gG Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABCd ABCd Dee fF Come nella fonte, alcune delle rime inglesi sono ricondotte all’interno del verso (cfr. ruth:truth, 1-2; part:heart, 3-4; none:won, 6-7, ecc.). 1. a confronto dell’originale (dov’è attestata la 1a pers. sing. del pron. pers. io), la 2a pers. sing. thou pertiene alla donna che ha dimenticato del tutto la pietà. 9. lo pensier: che stringe a sé l’amante diventa strange ecstasy (‘nuova estasi’). 308 S’io priego questa Donna, che pietate If I entreat this lady that all grace Non sia nemica del suo cor gentile, Seem not unto her heart an enemy, Tu dì, ch’io sono sconoscente, e vile, Foolish and evil thou declarest me, E disperato, e pien di vanitate. And desperate in idle stubbornness. Onde ti vien si nova crudeltate? Whence is such cruel judgement thine, whose face, Già rassimigli a chi ti vede umile, To him that looks thereon, professeth thee Saggia, e adorna, ed accorta, e sottile, Faithful, and wise, and of all courtesy, E fatta a modo di soavitate. And made after the way of gentleness? L’anima mia dolente, e paurosa Alas! my soul within my heart doth find Piange nei sospiri, che nel cor trova, Sighs, and its grief by weeping doth enhance, Sicchè bagnati di pianto escon fore: That, drowned in bitter tears, those sighs depart: Allor mi par, che nella mente piova And then there seems a presence in the mind, Una figura di donna pensosa, As of a lady’s thoughtful countenance Che vegna per veder morir lo core. Come to behold the death of the poor heart. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La serie predicativa correlata alla donna (umile, saggia, adorna, accorta, sottile, 6-7) è corrisposta da quegli aggettivi riferiti allo stato d’animo del poeta (sconoscente, vile, disperato, 3-4). A proposito delle rime, il traduttore adatta i rimanti grace:stubbornness ai valori di pietate e vanitate (1, 4). 2. lo stilema guinizzelliano del cor gentile perde vigore, poiché Rossetti, glissando l’agg. gentile, ricusa uno dei paradigmi linguistici del “dolce stile”. 309 La forte, e nova mia disavventura Through this my strong and new misadventure, M’ha disfatto nel core All now is lost to me Ogni dolce pensier, ch’i’ avea d’Amore. Which most was sweet in Love’s supremacy. Disfatta m’ha già tanto della vita, So much of life is dead in its own control, Che la gentil piacevol donna mia That she, my pleasant lady of all grace, Dell’anima distrutta s’è partita; Is gone out of the devastated soul: Sicch’io non veggio là, dov’ella sia: I see her not, nor do I know her place; Non è rimasa in me tanta balìa, Nor even enough of virtue with me stays Ch’io dello suo valore To understand, ah me! Possa comprender nella mente fiore. The flower of her exceeding purity. Vien, che m’uccide un sì gentil pensiero, Because there comes – to kill that gentle thought Che par che dica, ch’io mai non la veggia; With saying that I shall not see her more – Questo tormento dispietato, e fiero, This constant pain wherewith I am distraught, Che struggendo m’incende, ed amareggia: Which is a burning torment very sore, Trovar non posso a cui pietate chieggia, Wherein I know not whom I should implore. Mercè di quel signore, Thrice thanked the Master be Che gira la fortuna del dolore. Who turns the grinding wheel of misery! Pien d’ogni angoscia in loco di paura Full of great anguish in a place of fear Lo spirito del cor dolente giace The spirit of my heart lies sorrowing, Per la fortuna, che di me non cura, Through Fortune’s bitter craft. She lured it here C’ha volta morte, dove, assai mi spiace; And gave it o’er to Death, and barbed the sting; E dà speranza, ch’è stata fallace. She wrought that hope which was a treacherous thing; Nel tempo che si more, In Time, which dies from me, M’ha fatto perder dilettevoli ore. She made me lose mine hour of ecstasy. Parole mie disfatte, e paurose, For you, perturbed and fearful words of mine, Dove di gir vi piace, ve n’andate, Whither yourselves may please, even thither go; Ma sempre sospirando, e vergognose But always burthened with shame’s troublous sign, Lo nome della mia Donna chiamate: And on my lady’s name still calling low. Io pur rimango in tanta avversitate, For me, I must abide in such deep woe Che qual mira di fore That all who look shall see Vede la morte sotto ‘l mio colore. Death’s shadow on my face assuredly. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema XyY ABA BB yY Testo inglese: decasillabi e senari, con schema XyY ABA BB yY La frase principale, la forte, e nova mia disavventura, è sostituita con una proposizione causativa, through this my strong and new misadventure. Il motivo pregnante della fortuna (17), stavolta con riferimento ad Amore che gira la ruota del dolore, torna in posizione iniziale e con valore causale al v. 20. Nel testo inglese sono accolte per sinonimia wheel of misery (“la ruota della miseria”) e Fortune’s bitter craft (“l’arte maligna di Fortuna”). 9-10. l’interiezione ah me! anticipa, esaltando, il giudizio del traduttore, che considera la donna flower of her exceeding purity (“fiore della sua straordinaria purezza”). 16. l’arcaismo thrice (‘tre volte’) risalta per antifrasi la mercè del Signore. 24. la perdita di dilettevoli ore è negazione di un tempo estatico – mine hour of ecstasy –. 31. vede la morte sotto ‘l mio colore: e per 310 questo, si riflette sul volto del poeta (Death’s shadow on my face assuredly). 311 Perchè non furo a me gli occhi miei spenti, Why from the danger did mine eyes not start, - O tolti sì, che de la lor veduta Why not become even blind, - ere through my sight Non fusse ne la mente mia venuta Within my soul thou ever couldst alight A dire; ascolta se nel cor mi senti? To say: “Dost thou not hear me in thy heart?” Una paura di nuovi tormenti New torment then, the old torment’s counterpart, M’apparve allor sì crudele, ed acuta, Filled me at once with such a sore affright, Che l’anima chiamò: Donna or ci ajuta; That, Lady, lady, (I said,) destroy not quite Che gli occhi, ed io non rimagniam dolenti, Mine eyes and me! O help us where thou art! Tu gli hai lasciati sì, che venne Amore Thou hast so left mine eyes, that love is fain – A pianger sovra lor pietosamente Even Love himself – with pity uncontroll’d Tanto, che s’ode una profonda boce; To bend above them, weeping for their loss: La qual dà suon; chi grave pena sente Saying: “If any man feel heavy pain, Guardi costui, e vederà ‘l suo core, This man’s more painful heart let him behold: Che morte ‘l porta in man tagliato in croce. Death has it in her hand, cut like a cross. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La pesanza sensibile dell’esperienza amorosa trapassa i versi del sonetto. Gli occhi esprimono il malessere interiore dell’amante, e sono formalizzati variamente in spenti (1), tolti (2), dolenti (8). L’alta densità retorica è trasmessa con un linguaggio lirico, caratterizzato anche dalla funzione conativa dell’interrogazione (4). Nella versione il motivo degli occhi non ha referenti linguistici di particolare rilievo, ma parole come blind (‘cieco’, 2) che forse riducono l’effetto lirico. Il tormento è veicolato dalla rima interna torment:torment’s (5), il cui termine secondo si unisce al genitivo counterpart. 7-8. nei versi inglesi la climax aumenta: dapprima l’anima implora la donna ripetendo per due volte Lady, lady, e dopo ne invoca l’aiuto con accenti esclamativi – o help us where thou art! –. 11. manca la traduzione del sost. boce (nella variante antica e dialettale); comunque, il pianto di Amore sfoga nelle forme dell’inglese (even Love himself… / to bend above them, weeping for their loss). 12. il modo gerundivo saying riduce la portata del suon, ch’è sempre, per estensione, il risultato acustico dell’articolazione di una parola. 312 Guido Orlandi (a Guido Cavalcanti) Amico, saccio ben che sai limare Friend, well I know thou knowest well to bear Con punta lata maglia di coretto, Thy sword’s-point, that it pierce the close-locked mail: Di palo in frasca come uccel volare, And like a bird to flit from perch to pale: Con grande ingegno gir per loco stretto And out of difficult ways to find the air: E largamente prendere e donare, Largely to take and generously to share: Salvar lo guadagnato, ciò m’è detto, Thrice to secure advantage: to regale Accoglier gente, terra guadagnare; Greatly the great, and over lands prevail. In te non trovo ma che uno difetto, In all thou art, one only fault is there: Che vai dicendo intra la savia gente, For still among the wise of wit thou say’st Faresti Amore piangere in tuo stato. That Love himself doth weep for thine estate; Non credo poi non vede; e quest’è piano. And yet, no eyes no tears: lo now, thy whim! E ben dì ‘l ver, che non si porta in mano, Soft, rather say: This is not held in haste; Anzi per passion punge la mente But bitter are the hours and passionate, Dell’uomo ch’ama, e non si trova amato. To him that loves, and love is not for him. Io per lung’uso disusai lo primo For me, (by usage strengthened to forbear Amor carnale, e non tangio nel limo. From carnal love,) I fall not in such snare. Testo italiano: sonetto prolungato, con schema ABAB ABAB CDE ECD FF Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE FF Il traduttore adotta l’invocazione all’amico, cui fa seguito una fitta rete di rapporti tra parole che convengono a decantare i pregi di Guido Cavalcanti. Il linguaggio proteiforme e a tratti dialettale del poeta fa difficoltà a penetrare nel testo di arrivo, dove confluiscono soprattutto gallicismi. Il gioco linguistico lung’uso disusai (13) non ha riscontro nei versi tradotti, dove osserviamo piuttosto esempi riconducibili alle nostre rime ricche (know:knowest, 1; greatly:great, 7). 4. con grande ingegno gir per loco stretto: nell’interpretazione rossettiana il poeta esce fuori dagli impedimenti (and out of difficult ways to find the air). 11. il difetto di Guido è sostenuto dal sost. whim, la cui definizione chiarisce l’idea fantasiosa del poeta che fa credere ai saggi di indurre Amore alle lacrime. 13. il tempo – are the hours – costituisce la dimensione su cui il poeta proietta il suo stato d’animo, battuto dalle ore amare e al contempo passionali. 313 Gianni Alfani (a Guido Cavalcanti) Guido, quel Gianni, ch’a te fu l’altr’ieri, Guido, that Gianni who, a day agone, Salute quanto piace alle tue risa Sought thee, now greets thee (ay and thou mayst laugh!) Da parte della giovane da Pisa, On that same Pisan beauty’s sweet behalf Che fier d’amor me’ che tu dì trasfieri. Who can deal love-wounds even as thou hast done. Ella mi domandò come tu eri She asked me whether thy good will were prone Acconcio di servir chi l’hae uccisa, For service unto Love who troubles her, S’ella con lui a te venisse in guisa, If she to thee in suchwise should repair Che no ‘l sapesse altri ch’egli e Gualtieri That, save by him and Gualtier, ‘twere not known: - Sì che i suoi parenti da far macco For thus her kindred of ill augury Non potesser giammai lor più far danno Should lack the means wherefrom there might be plann’d Che dir men da te dalla lunge iscacco. Worse harm than lying speech that smites afar. Io le risposi, che tu senza inganno I told her that thou hast continually Portavi pien di tai saette un sacco, A goodly sheaf of arrows to thy hand, Che gli trarresti di briga e d’affanno. Which well should stead her in such gentle war. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Rossetti accoglie l’incipit del testo italiano, seguendo lo schema ordinario dell’epistolografia medievale. 3. nel verso inglese il richiamo non è alla giovane, ma alla dolce bellezza della Pisana (Pisan beauty’s sweet). 9. ill augury: ‘cattivo presagio’, restituisce l’arcaismo macco (‘strage’). 11. iscacco: cioè ‘smacco’, ha come equivalente worse harm, un ‘danno peggiore’. 12. in luogo del sintagma nominale senza inganno compare l’avv. continually, che trasferisce l’azione nella contingenza temporale. 14. che gli trarresti di briga e d’affanno: in traduzione il sacco di frecce apparirebbe utile in such gentle war (‘così gentil contesa’). 314 Bernardo da Bologna (a Guido Cavalcanti) A quella amorosetta foresella Unto that lowly lovely maid, I wis, Passò sì il core la vostra salute, So poignant in the heart was thy salute, Che sfigurò di sue belle parute, That she changed countenance, remaining mute. Ond’io la dimandai, perché Pinella? Wherefore I asked: “Pinella, how is this? Udistù mai di quel Guido novella? Hast heard of Guido? know’st thou who he is?” Sì feci tal, che a pena l’ho credute; She answered, “Yea;” then paused, irresolute; Che s’allargaron le mortal ferute But I saw well how the love-wounds acute D’Amore, e di suo fermamento stella Were widened, and the star which Love calls his Con pura luce, che spande soave. Filled her with gentle brightness perfectly. Ma dimmi, amico, se ti piace, come “But, friend, an’t please thee, I would have it told,” La conoscenza di me da te l’ave? She said, “how I am known to him through thee. Sì tosto come il vidi, seppi il nome, Yet since, scarce seen, I knew his name of hold, - Ben’è così qual si dice la chiave, Even as the riddle is read, so must it be. A lui ne mandi trentamila some. Oh! send him love of mine a thousand-fold!”. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD L’originale spicca per la dolce musicalità, promossa dagli accenti interrogativi e dalle forme diminutive amorosetta e foresella con cui ha inizio il verso. Il traduttore non riproduce esattamente i diminutivi italiani, ma in cambio fa rimare gli omofoni lowly:lovely che hanno valore prossimo di ‘umile’ e ‘incantevole’. Pinella (4), in rima con foresella, si sposta nella metà del verso inglese eludendo qualsiasi legame rimico. 3. che sfigurò di sue belle parute: remaining mute, “restando silenziosa”. 315 Guido Cavalcanti (a Bernardo da Bologna) Ciascuna fresco, e dolce fontanella The fountain-head that is so bright to see Prende in se sua chiarezza, e vertute, Gains as it runs in virtue and in sheen, Bernardo amico mio; e sol da quella, Friend Bernard; and for her who spoke with thee, Che ti rispose a le tue rime acute. Even such the flow of her young life has been: Perocchè in quella parte, ove favella So that when Love discourses secretly Amor de le bellezze, che ha vedute, Of things the fairest he has ever seen, Dice, che questa gentilesca, e bella He says there is no fairer thing than she, Tutte nuove adornezze ha in se compiute. A lowly maid as lovely as a queen. Avvegnachè la doglia io porti grave And for that I am troubled, thinking of Per lo sospiro, che di me fa lume, That sigh wherein I burn upon the waves Lo core ardendo in la disfatta nave, Which drift her heart, poor barque, so ill bested! - Mando io a la Pinella un grande fiume Unto Pinella a great river of love Piena di lamie, servito da schiave, I send, that’s full of sirens, and whose slaves Belle, ed adorne di gentil costume. Are beautiful and richly habited. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Il flusso leggero e armonioso dei versi è solcato dalla chiarezza e dalla virtù della donna. Nella I e II quartina sono raccolte le parole che descrivono la bellezza femminile, ricondotta alla metafora della dolce fontanella. Succedono gli stati d’animo del poeta verbalizzati nei sostantivi doglia (9) e sospiro (10), e nel sintagma verbale core ardendo (11). Nella traduzione la sintassi riduce l’andamento melodico dei versi, benché le rime procedano regolarmente. La forma superlativa the fairest (6), e quella comparativa fairer (7) alterano il valore di bellezze e bella. La consonanza lowly:lovely (8) muove dalle adornezze, indicando con precisione le virtù morali della signora. 1. ciascuna fresco, e dolce fontanella: è tradotto con una frase compiuta: the fountain-head that is so bright to see (“la sorgente ch’è così luminosa da vedere”). 4. che ti rispose a le tue rime acute: il traduttore vi sovrappone the flow of her young life has been, cioè il flusso di vita della giovane donna che ha scorso intensamente e senza freni. 5. l’avv. secretly traduce l’originale in quella parte, presumendo non solo la condotta discreta di Amore ma anche un luogo segreto dove parlare. 8. nel verso inglese la grazia femminile è comparata a quella di una regina: a lowly maid as lovely as a queen. 13. il sost. lamie, nell’accezione di ‘ninfe’ e non in quella medievale di ‘streghe’ (Contini), si riforma nell’inglese sirens (‘sirene’). 316 Dino Compagni (a Guido Cavalcanti) Non vi si monta per iscala d’oro, No man may mount upon a golden stair, Guido Messer, ove tien corte Amore; Guido my master, to Love’s palace-sill: E non vi s’apre porta per tesoro No key of gold will fit the lock that’s there, A chi non porta il buon aire il core. Nor heart there enter without pure goodwill. D’umiltate conviensi ogni lavoro Not if he miss one courteous duty, dare In ver sua donna, aoprando ogni favore, A lover hope he should his love fulfil; E senza cortesia non è innamoro But to his lady must make meek repair, D’alcun amante, che pregi valore. Reaping with husbandry her favours still. Ma voi sentite d’Amor (credo) poco, And thou but know’st of Love (I think) his name: Giovinezza vi strema la ragione: Youth holds thy reason in extremities: Tanto sovente guardate in un loco, Only on thine own face thou turn’st thine eyes; E vi credete più bel, che Assalone: Fairer than Absalom’s account’st the same; Come sovente la farfalla ‘l foco And think’st, as rosy moths are drawn by flame, Credete trar le donne dal balcone. To draw the women from their balconies. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABAB ABAB CDD CCD Il soggetto impersonale del v. 1, non vi si monta per iscala d’oro, trova una precisa identificazione nell’inglese no man may mount upon a golden stair (per il quale man sta per ‘uomo’). Gli omofoni porta:porta (3-4), l’uno con funzione sostantivale e l’altro nella forma verbale preceduta dall’avv. non, sono tradotti senza alcuna rilevanza rimica in lock (‘serratura’) e will enter (anch’esso anteceduto dalla negazione nor, e pertanto interpretabile con ‘né entrerà’). La rimalmezzo there:there (3-4) rinvia per due volte a quel ‘lì’ dove ha sede Amore. Nella conclusione Rossetti ospita la similitudine del poeta con la farfalla e il fuoco, creando un parallelismo tra drawn e draw (il cui senso riconduce all’inf. trar). 5-8. fuorché i vv. 5 e 7, la lettura sinottica permette di tracciare una corrispondenza asimmetrica tra la lettera originale e quella tradotta. A cominciare dal testo italiano, il v. 6 si accorda al v. 8 e il v. 8 al v. 6. 317 Guido Cavalcanti (a Guido Orlandi) La bella donna, dove Amor si mostra, A lady in whom love is manifest – Che tanto è di valor pieno, ed adorno, That Love which perfect honour doth adorn – Tragge lo cor de la persona vostra, Hath ta’en the living heart out of thy breast, E prende vita in far con lei soggiorno. Which in her keeping to new life is born: Perché ha sì dolce guardia la sua chiostra, For there by such sweet power it is possest Che il sente in India ciascun Unicorno: As even is felt of Indian unicorn: E la vertù de l’armi a farvi giostra And all its virtue now, with fierce unrest, Verso di noi fa crudel ritorno. Unto thy soul makes difficult return. Ch’ella è per certo di sì gran valenza, For this thy lady is virtue’s minister Che già non manca a lei cosa di bene, In suchwise that no fault there is to show, Ma creatura lo creò mortale. Save that God made her mortal on this ground. Poi mostra, che in ciò mise provvidenza; And even herein his wisdom shall be found: Che al nostro intendimento si conviene For only thus our intellect could know Far pur conoscer quel, che a lei sia tale. That heavenly beauty which resembles her. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDE EDC In alcuni passi il traduttore ammette la forma del rimante italiano, dando prova che nella lingua inglese è verosimile trovare parole identiche all’italiano (cfr. adorno / adorn, 2; unicorno / unicorn, 6; ritorno / return, 8; mortale / mortal, 11). 3. il sost. breast traduce l’italiano persona, che già nel latino medievale definiva il ‘corpo’. 5. perché ha sì dolce guardia la sua chiostra: la chiostra, voce letteraria, è comprensibile nell’accezione più ampia di ‘rifugio’ e accettabile nei limiti della traduzione che proprio lì by such sweet power it is possest (“è data da sì gran dolce autorità”). 9. ch’ella è per certo di sì gran valenza: cambia lessico, per cui la donna è ora virtue’s minister (“ministro di virtù”). 14. quel: ottiene una precisa qualificazione nel sintagma nominale that heavenly beauty (“quella bellezza divina”). 318 Guido Orlandi (a Guido Cavalcanti) A suon di trombe innanzi che di corno To sound of trumpet rather than of horn, Vorria di fin amor far una mostra I in Love’s name would hold a battle-play D’armati Cavalier di Pasqua il giorno; Of gentlemen in arms in Easter Day; E navicando senza tiro o d’ostra And, sailing without oar or wind, be borne Ver la gioiosa, girle poi d’intorno Unto my joyful beauty; all that morn A sua difesa non cherendo giostra To ride round her, in her cause seeking fray A te, che sei di gentilezza adorno, Of arms with all but thee, friend, who dost say Dicendo ‘l ver, per ch’io la Donna nostra The truth of her, and whom all truths adorn. Dio su ne prego con gran reverenza And still I pray Our Lady’s grace above, Per quella, di cui spesso mi sovvene, Most reverently, that she whom my thoughts bear Ch’allo suo Sire sempre stea leale; In sweet remembrance own her Lord supreme. Servando in se l’onor, come s’avviene Holding her honour dear, ad doth behove, - Viva con Dio che ne sostene ed ale, In God who therewithal sustaineth her Nè mai da lui faccia dipartenza. Let her abide, and not depart from Him. Testo italiano: ABAB ABAB CDE DEC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il tono festoso del sonetto è introdotto dal suon di trombe (1), che accompagna la mostra di cavalieri in un giorno di festa. Nell’originale si rileva una mescolanza di forme verbali diverse, tra cui il condizionale vorria (che indica la disposizione spirituale tipica del plazer) e la variante toscana del gerundio cherendo. In più, la coesistenza di parole in –ostra con voci sporadiche in –enza. Rossetti, sia pure nella variazione dello schema metrico originale, ricrea il discorso con un linguaggio chiaro e intellegibile. Non passa inosservata la ridondanza del v. 6, to ride round her, in her cause seeking fray, che riprende l’italiano ver la gioiosa, girle poi d’intorno. 2. di fin amor: è riadattato all’unità lessicale in Love’s name, “in nome di Amore”. 319 Guido Cavalcanti (a Dante Alighieri) Io vengo il giorno a te infinite volte, I come to thee by daytime constantly, E trovoti pensar troppo vilmente: But in thy thoughts too much of baseness find: Molto mi duol della gentil tua mente, Greatly it grieves me for thy gentle mind, E d’assai tue virtù, che ti son tolte. And for thy many virtues gone from thee. Solevanti spiacer persone molte; It was thy wont to shun much company, Tutor fuggivi la noiosa gente: Unto all sorry concourse ill inclin’d: Di me parlavi sì coralemente, And still thy speech of me, heartfelt and kind, Che tutte le tue rime avei accolte. Had made me treasure up thy poetry. Or non mi ardisco, per la vil tua vita, But now I dare not, for thine abject life, Far mostramento che ‘l tuo dir mi piaccia; Make manifest that I approve thy rhymes; Ne’ n guise vegno a te, che tu mi veggi. Nor come I in such sort that thou mayst know. Se ‘l presente Sonetto spesso leggi, Ah! prythee read this sonnet many times: Lo spirito noioso, che ti caccia, So shall that evil one who bred this strife Si partirà dall’anima invilita. Be thrust from thy dishonour’d soul and go. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE Il concetto di viltà è riassunto nei lemmi vilmente (2), vil (9), invilita (14), la cui alleanza etimologica viene meno in traduzione dove le parole sono indipendenti le une dalle altre: baseness, abject, dishonour’d. Per il valore che Rossetti conferisce agli avverbi, intesi come strumenti per amplificare una determinata percezione nello spazio-tempo, segnaliamo constantly (‘costantemente’, 1) e greatly (‘grandemente’, 3). 320 In un boschetto trovai pastorella Within a copse I met a shepherd-maid, Più che la stella bella al mio parere. More fair, I said, than any star to see. Capegli avea biondetti e ricciutelli, She came with waving tresses pale and bright, E gli occhi pien d’amor, cera rosata: With rosy cheer, and loving eyes of flame, Con sua verghetta pasturava agnelli; Guiding the lambs beneath her wand aright. E scalza, e di rugiada era bagnata: Her naked feet still had the dews on them, Cantava come fosse inamorata, As, singing like a lover, so she came; Era adornata di tutto piacere. Joyful, and fashioned for all ecstasy. D’Amor la salutai immantenente, I greeted her at once, and question made E domandai, s’avesse compagnìa; What escort had she through the woods in spring? Ed ella mi rispose dolcemente, But with soft accents she replied and said Che sola sola per lo bosco gia; That she was all alone there, wandering; E disse: sappi, quando l’augel pia; Moreover: “Do you know, when the birds sing, Allor disia lo mio cor drudo avere. My heart’s desire is for a mate,” said she. Poichè mi disse di sua condizione, While she was telling me this wish of hers, E per lo bosco augelli udìo cantare, The birds were all in song throughout the wood. Fra me stesso dicea: or è stagione “Even now then,” said my thought, “the time recurs, Il mio disìo con sua pace pigliare: With mine own longing to assuage her mood.” Mercè le chiesi, sol che di baciare, And so, in her sweet favour’s name, I sued E d’abbracciare fosse ‘l suo volere. That she would kiss there and embrace with me. Per man mi prese d’amorosa voglia, She took my hand to her with amorous will, E disse, che donato m’avea ‘l core: And answered that she gave me all her heart, Menommi sotto una freschetta foglia, And drew me where the leaf is fresh and still, Là dov’io vidi fior d’ogni colore: Where spring the wood-flowers in the shade apart. E tanto vi sentìo gioi’, e dolzore, And on that day, by Joy’s enchanted art, Che Dio d’Amor mi parve ivi vedere. There Love in very presence seemed to be. Testo italiano: AB ABABBX Testo inglese: AB ABABBX La sequenza met / -maid / more concentra in tre parole la sostanza del testo: ‘incontrai’ (è il poeta che incontra…) / ‘pastorella’ (… la pastorella nel boschetto…) / ‘la più bella’ (… tra le stelle – metafora con cui viene descritta la bellezza della fanciulla –). 4. cera rosata: si conforma all’inglese rosy cheer, che non solo definisce il colore rosaceo del volto ma pure uno stato di allegria. 8. il sost. ecstasy traduce l’italiano piacere, rivelando il misticismo di Rossetti che penetra anche nelle sue traduzioni. 17. fra me stesso dicea…: sottovoce, e con un discorso che sembra personificare l’azione del pensiero: “even now then,” said my thought… (“proprio ora poi, disse il mio pensiero”). 25. tra le espressioni più singolari c’è joy’s enchanted art, “l’arte incantevole della gioia”, che rinnova la comune accezione di gioi’. 321 Guarda, Manetto, quella sgrignutuzza, Just look, Manetto, at the wry-mouth’d minx; E pon ben mente com’è sfigurata, Merely take notice what a wretch it is; E come bruttamente è divisata, How well contrived in her deformities, E quel che par, quand’ella si raggruzza. How beastly favoured when she scowls and blinks. E s’ella fosse vestita d’un’uzza Why, with a hood on (if one only thinks) Con cappellina, e di vel soggolata, Or muffle of prim veils and scapularies, - E apparisse di dì accompagnata And set together, on a day like this, D’alcuna bella donna gentiluzza, Some pretty lady with the odious sphinx; - Tu non avresti iniquità sì forte, Why, then thy sins could hardly have such weight, Nè tanta angoscia, o tormento d’amore, Nor thou be so subdued from Love’s attack, Nè sì rinvolto di malinconia, Nor so possessed in Melancholy’s sway, Che tu non fossi a rischio de la morte But that perforce thy peril must be great Di tanto rider, che aprirebbe il core, Of laughing till the very heart-strings crack: O tu morresti, o fuggiresti via. Either thou’dst die, or thou must run away. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’asprezza sonora delle voci in –uzza, fuorché gentiluzza al v. 8, rispecchia la bruttezza fisica della donna che, inversamente all’archetipo femminile dei poeti cortesi, è ritratta in una figura gobba e rannicchiata (cfr. 4). Rossetti mantiene le coordinate costitutive dell’originale, quindi il valore del discorso e le peculiarità lessicali che ritornano nei suoni forti dell’inglese (wry-mouth’d minx, 1; wretch, 2; sphinx, 8; heart-strings crack, 14). Abbandona tuttavia quella forma di coordinazione che si chiama polisindeto, avvalendosi di certi altri elementi della sintassi. 1. sgrignutuzza: è resa con la visione non meno raccapricciante di una wry-mouth’d minx (‘civetta con la bocca storta’). 2. com’è sfigurata: in traduzione le deformità fisiche vanno a caratterizzare un modello di donna sventurata – what a wretch it is –. 3. l’avv. bruttamente è giustificato dal sost. deformities, che rievoca le parti irregolari del corpo femminile. 6. il sost. scapularies appare strettamente correlato al part. pass. soggolata, poiché indica la fasciatura della veste attorno le scapole della donna. 8. the odious sphinx: (sintagma aggiuntivo), fa riferimento alla natura misteriosa della donna. 10. tormento d’amore: è personificato nella figura di Amore, che diventa una minaccia per l’amante (cfr. nor thou be subdued from Love’s attack). 11. malinconia: nel verso inglese sembra proprio un’entità vivente, che trattiene in suo dominio l’anima del poeta (nor so possessed in Melancholy’s sway). 13. di tanto rider, che aprirebbe il core: la fenditura è spiegata con le corde del cuore, che potrebbero spezzarsi of laughing (per il ridere). 322 Se non ti caggia la tua Santalena As thou wert loth to see, before thy feet, Giù per lo colto tra le dure zolle: The dear broad coin roll all thy hill-slope down, E venga a man di qualche villan folle, Till, ‘twixt the cracks of the hard glebe, some clown Che la stropicci, e rendalati a pena; Should find rub oft, and scarcely render it; - Dimmi, se ‘l frutto, che la terra mena, Tell me, I charge thee, if by generous heat Nasce di secco, di caldo, o di molle; Or clutching frost the fruits of earth be grown, E qual’è ‘l vento, che l’ammorta, e tolle; And by what wind the blight is o’er them strown, E di che nebbia la tempesta è piena? And with what gloom the tempest is replete. E se ti piace, quando la mattina Moreover (an’ it please thee), when at morn Odi la voce del lavoratore, Thou hear’st the voice of the poor husbandman, E ‘l tramazzar dell’altra sua famiglia? And those loud herds, his other family, - Io ho per certo, che se la Bettina I feel quite sure that if Becchina’s born Porta soave spirito nel core, With a kind heart, she does the best she can Del nuovo acquisto spesso ti ripiglia. To wheedle some of thy new wealth from thee. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Facezie argute e disincantate di un amico, che si è trasferito in campagna per dedicarsi al mestiere di contadino. Nell’originale riconosciamo bisillabi (B) e trisillabi (CE); la traduzione ammette soltanto monosillabi, la cui rilevanza rimica sta nel carattere fono-simbolico della parola – sia essa sostantivo o verbo (per es. roll, 2; cracks, 3) –. 1. manca la resa letterale di santalena, moneta con l’effigie di Sant’Elena (madre di Costantino), ch’è però compensata dalla comune definizione di broad coin (‘costosa moneta’). Inoltre osserviamo l’uso paradigmatico di feet (‘piedi’), il cui senso figurato intende a volte una realtà diversa e ben distinta. 323 (a Papa Bonifacio VIII) Novella ti so dire, odi Nerone, Nero, thus much for tidings in thine ear. Che i Buondelmonti trieman di paura, They of the Buondelmonti quake with dread, E tutti e Fiorentin non gli assicura, Nor by all Florence may be comforted, Vedendo, che tu hai cor di lione. Noting in thee the lion’s ravenous cheer; E più treman di te, che d’un dragone, Who more than any dragon giv’st them fear, Veggendo la tua faccia, ch’è sì dura: In ancient evil stubbornly array’d; Che non la riterrian ponti, nè mura, Neither by bridge nor bulwark to be stay’d, Ma sì la tomba del Re Faraone. But only by King Pharaoh’s sepulcher. Oh come fai grandissimo peccato, Oh, in what monstrous sin dost thou engage, - Sì alto sangue voler discacciare, All these which are of lofties blood to drive Che tutti vanno via senza ritegno! Away, that none dare pause but all take wing! Ma bene è ver, che rallargar lo pegno, Yet sooth it is, thou might’st redeem the pledge Di che potresti l’anima salvare, Even yet, and save thy naked soul alive, Se fussi paziente del mercato. Wert thou but patient in the bargaining. Testo italiano: ABBA ABBA CDE EDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nell’originale è possibile raggruppare all’interno di un nucleo tematico quei rimanti il cui significato rievoca la potenza temporale e fisica dell’uomo (o della creatura animale): Nerone (1) è in rima con lione e dragone (4-5), e quindi con Faraone (8). Nel testo inglese va da sé che le parole non sempre sono disposte mantenendo le affinità rimiche originarie (per es. a differenza dei rimanti dread:comforted, che seguono la coppia paura:assicura, la rima fear:sepulcher sembra lontana dall’originale dragone:Faraone). Con misura, la traduzione accoglie il rigore concettuale del sonetto diffondendo altresì notizie di personaggi realmente esistiti. 6. veggendo la tua faccia, ch’è sì dura: nel verso inglese la durezza del volto prefigura il vecchio male duramente arrecato (in ancient evil stubbornly array’d). 11. che tutti vanno via senza ritegno!: procede nella battuta aforistica take wing (“prendono il volo”), comprensibile anche con “vanno via senza riguardo”. 14. il sost. bargaining spiega il principio che anima il mercato, cioè gli ‘affari’ o la ‘trattativa’. 324 (in esilio a Sarzana) Perch’io non spero di tornar giammai, Because I think not ever to return, Ballatetta, in Toscana, Ballad, to Tuscany, - Va tu leggiera, e piana Go therefore thou for me Dritta alla Donna mia, Straight to my lady’s face, Che per sua cortesia Who, of her noble grace, Ti farà molto onore. Shall show thee courtesy. Tu porterai novelle di sospiri Thou sleekest her in charge of many sighs, Piene di doglia, e di molta paura: Full of much grief and of exceeding fear. Ma guarda, che persona non ti miri, But have good heed thou come not to the eyes Che sia nimica di gentil natura; Of such as are sworn foes to gentle cheer: Chè certo per la mia disavventura For, certes, if this thing should chance, - from her Tu saresti contesa, Thou then couldst only look Tanto da lei ripresa, For scorn, and such rebuke Che mi sarebbe angoscia; As needs must bring me pain; - Dopo la morte poscia Yea, after death again Pianto, e novel dolore. Tears and fresh agony. Ti senti, Ballatetta, che la morte Surely thou knowest, Ballad, how that Death Mi stringe sì, che vita m’abbandona; Assails me, till my life is almost sped: E senti come ‘l cor si sbatte forte Thou knowest how my heart still travaileth Per quel, che ciascun spirito ragiona: Through the sore pangs which in my soul are bred; - Tant’è distrutta già la mia persona, My body being now so nearly dead, Ch’i’ non posso soffrire: It cannot suffer more. Se tu mi vuoi servire Then, going, I implore Mena l’anima teco, That this my soul thou take Molte di ciò ti preco, (Nay, do so for my sake,) Quando uscirà del core. When my heart sets it free. Deh Ballatetta, alla tua amistate Ah! Ballad, unto thy dear offices Quest’anima, che triema, raccomando: I do commend my soul, thus trembling; Menala teco nella tua pietate That thou mayst lead it, for pure piteousness, A quella bella Donna, a cui ti mando: Even to that lady’s presence whom I sing. Deh Ballatetta, dille sospirando, Ah! Ballad, say thou to her, sorrowing, Quando le se’ presente; Whereso thou meet her then; - Questa vostra servente “This thy poor handmaiden Vien per istar con vui, Is come, nor will be gone, Partita da colui, Being parted now from one Che fu servo d’Amore. Who served Love painfully.” Tu voce sbigottita, e fieboletta, Thou also, thou bewildered voice and weak, Ch’esci piangendo dello cor dolente, That goest forth in tears from my grieved heart, Con l’anima, e con questa Ballatetta Shalt, with my soul and with this ballad, speak Va ragionando della strutta mente. Of my dead mind, when thou dost hence depart, 325 Voi troverete una Donna piacente. Unto that lady (piteous as thou art!) Di sì dolce intelletto, Who is so calm and bright, Che vi sarà diletto It shall be deep delight Starle davanti ognora. To feel her presence there. Anima e tu l’adora And thou, Soul, worship her Sempre nel suo valore. Still in her purity. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema Ab Bccddx Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AB Bccddx 2. la forma diminutiva ballatetta, che stabilisce il legame affettuoso tra il poeta e la sua ballata, ha come equivalente il sost. ballad. 21. tant’è distrutta già la mia persona: l’abbattimento fisico e morale del poeta trova proiezione in un corpo ormai prossimo alla morte: my body being now so nearly dead. 46. sempre nel suo valore: e per quel valore distinguibile still in her purity (“ancora nella sua purezza”). 326 Io son la donna, che volgo la rota, Lo! I am she who makes the wheel to turn; Sono colei, che tolgo, e do stato; Lo! I am she who gives and takes away; Ed è sempre biasimato Blamed idly, day by day, A torto el modo mio da voi mortali. In all mine acts by you, ye humankind. Colui, che tien la sua mano alla gota, For whoso smites his visage and doth mourn, Quando mi rende quel, ch’io gli ho prestato, What time he renders back my gifts to me, Guarda s’i’ ho mai dato Learns then that I decree Stato ad alcuno a pruova de’ miei strali. No state which mine own arrows may not find. Dico che chi monta, convien che cali, Who clomb must fall; - this bear ye well in mind, E dica cala, e non dica converso Nor say, because he fell, I did him wrong. Mio giudizio è perso; Yet mine is a vain song; Che allor voi troverete la ragione, For truly ye may find out wisdom when Che sia il Re Artù trovato da barone. King Arthur’s resting –place is found of men. Voi vi maravigliate fortemente Ye make great marvel and astonishment Quando vedete un ozioso montare, What time ye see the sluggard lifted up E l’uom giusto calare, And the just man to drop, Lagnandovi di Dio, e di mia possa. And ye complain on God and on my sway. In ciò peccate molto, umana gente; O humankind, ye sin in your complaint; Chè ‘l sommo Sir, che ‘l mondo ebbe a creare, For He, that Lord who made the world to live, Non mi fa tor nè dare Lets me not take or give Cosa ad alcuno senza giusta mossa: By mine own act, but as He wills I may. Ma è la mente dell’uom tanto grossa, Yet is the mind of man so castaway, Che comprender non può cosa divina; That it discerns not the supreme behest. Dunque, gente tapina, Alas! ye wretchedness, Lasciate ‘l lagno, che fate di Dio, And chide ye at God also? Shall not He Che con giustizia tratta ‘l buono e ‘l rio. Judge between good and evil righteously? Se voi sapeste con che duro foco Ah! had ye knowledge how God evermore, Di gran rancure, e di sollecitudine With agonies of soul and grievous heats, Dio batte in su l’ancudine As on an anvil beats Di quei ch’al mondo tengon alti stati, On them that in this earth hold high estate, - Più tosto che l’assai vorreste ‘l poco, Ye would choose little rather than much store, E che li gran palagi, solitudine: And solitude than spacious palaces; Tant’è la moltitudine Such is the sore disease D’affanni forti, c’han questi malnati. Of anguish that on all their days doth wait. Vedete ben se son sciagurati, Behold if they be not unfortunate, Che del figliuolo non si fida ‘l padre. When oft the father dares not trust the son! O ricchezze, che madre O wealth, whit thee is won Sete d’un verme tal, che sempre ‘l core A worm to gnaw for ever on his soul Rodete a lui, che ‘n voi pone ‘l suo amore. Whose abject life is laid in thy control! Anche se riguardate al fine crudo, If also ye take note what piteous death Che fanno una gran parte di coloro, They ofttimes make, whose hoards were manifold, 327 C’hanno città, ed oro, Who cities had and gold E gente molta sotto lor bacchetta; And multitudes of men beneath their hand; Tal m’è nimico, che mi verrà drudo, Then he among you that most angereth Dicendo Dio ti loda, e te adoro, Shall bless me, saying, “Lo! I worship thee Ch’io non fui di costoro, That I was not as he Che morte fanno tanto maledetta. Whose death is thus accurst throughout the land.” Ma vostra mente è d’avarizia smetta, But now your living souls are held in band Che celala d’ogni lume verace, Of avarice, shutting you from the true light Mostrandovi che pace Which shows how sad and slight Sia e fermezza nelli beni mondani, Are this world’s treasured riches and array E che gli trasmuti el dì in cento mani. That still change hands a hundred times a-day. Ma se nel mio albergo usasse invidia, For me, - could envy enter in my sphere, El quale è d’ogni vizio puro e netto, Which of all human taint is clean and quit, - Avre’ lo in diletto. I well might harbour it Moltotta è ch’io veggio il villanello, When I behold the peasant at his toil. Va co’ suo’ buoi sanza ira od accidia, Guiding his team, untroubled, free from fear, E fa el solco suo dritto e perfetto, He leaves his perfect furrow as he goes, Truova el campo suo netto And gives his field repose Di veccia, loglio, e d’ogni reo fuscello; From thorns and tares and weeds that vex the soil: Volge ‘l pensier suo lieto tutto in quello; Thereto he labours, and without turmoil Prende speranza in Dio, che sua fatica Entrusts his work to God, content if so Gli dia sì fatta bica, Such guerdon from it grow Che l’anno reggerà la sua famiglia, That in that year his family shall live: E suo pensiero in altro non s’appiglia. Nor care nor thought to other things will give. Di ragionar con voi più non intendo, But now ye may no more have speech of me, Che ‘l mio ofizio vuol continovo uso, For this mine office craves continual use: Se non abbiate schiuso Ye therefore deeply muse Quel, che avete da me ora udito: Upon those things which he have heard the while: Ed ancor noti tra voi chi ha senno, Yea, and even yet remember heedfully Che la mia rota ha sì volubil fluso, How this my wheel a motion hath so fleet, Ch’al torcere del muso That in an eyelid’s beat Quel, ch’è disopra, mando in basso lito. Him whom it raised it maketh low and vile. Non fu, nè è uom sì scaltrito. None was, nor is, not shall be of such guile Che avesse, o abbia, o possa, dico, avere Who could, or can, or shall, I say, at length Contra me mai podere. Prevail against my strength. Chi non seguita tutte le mie voglie But still those men that are my questioners Sente perversità con grave doglie. In bitter torment own their hearts perverse. Canzon, che fatta fosti sotto un faso Song, that wast made to carry high intent Di matera alta con parlare umile, Dissembled in the garb of humbleness, - Va col tuo dritto stile With fair and open face Tanto che truovi Maestro Tomaso: To Master Thomas let thy course be bent. 328 Digli che molta roba in picciol vaso Say that a great thing scarcely may be pent Caper non può, ond’io vo che mi scusi In little room: yet always pray that he Agli uomin, che son usi Commend us, thee and me, Di parlar cose alte, e dire eroico; To them that are more apt in lofty speech: Chè prima è l’uom discepol, che buon loico. For truly one must learn ere he can teach. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABbC ABbC CDd EE Testo inglese: endecasillabi e settanari, con schema ABbC ABbC CDd EE Il tema centrale del sonetto è la Fortuna, dea provvidenziale che presiede alle vicende umane distribuendo gioie e dolori e volgendo la sua ruota per innalzare o prostrare gli uomini. L’esordio segue con fermezza il modello anaforico dell’originale, imprimendovi pure un tono esclamativo: lo! I am she who makes the wheel to turn; / lo! I am she who gives and takes away. 4. a torto: è convertito nell’avv. idly, che reinterpreta il biasimo dell’uomo nel senso di ‘eccessivamente’. 9. dico che chi monta, convien che cali: nel verso inglese fa da coda il sintagma – this bear ye well in mind (“tenete questo bene a mente”). 21. cosa ad alcuno senza giusta mossa: trova compimento nell’avversativa but as He wills I may, che accentua la volontà di Dio (da cui succedono le azioni di Fortuna). 34. … la moltitudine / d’affanni forti: rappresentano the sore disease, “il male insidioso” che attenta inaspettatamente la vita dei malnati. 44. … che mi verrà drudo: l’arcaismo drudo (‘fedele’) è approvato nei termini di una benedizione (then he… shall bless me…). 47. che morte fanno tanto maledetta: l’interpretazione del passo, il cui risultato è whose death is thus accurst throughout the land, traccia una visione ecumenica della morte condannata in ogni luogo della terra. 48. ma vostra mente è d’avarizia smetta: nel verso equivalente il traduttore immette il motivo dantesco del girone, raffigurando le anime in band of avarice (“nel cerchio di avarizia”). 50-51. mostrandovi che pace / sia e fermezza nelli beni mondani: l’illusorietà dei beni, per cui l’uomo crede di riporre pace e fermezza, svanisce nella traduzione di Rossetti che shows how sad and slight / are this world’s treasured riches and array (“mostra come sia meschina e superflua questa ricchezza accumulata del mondo e la sfarzosità”). 61. volge ‘l pensier… : nel verbo labours, che definisce l’impegno e la dedizione del villanello nella cura dei campi. 76. podere: è potenziale rispetto all’azione di chi volesse sfidare la fortuna. In traduzione la forza – strength – appartiene solo a Fortuna, e per questo nessuno sarà mai così valoroso da sbaragliare la sua potenza eccezionale. 77. chi non seguita tutte le mie voglie: riflette compendiosamente nel sost. questioners, che determina invero la natura tediosa e il fare inquisitorio degli uomini nei riguardi di Fortuna. 87. discepol e loico: l’uno must learn (“deve imparare”), e l’altro can teach (“può insegnare”). 329 O povertà come tu se in manto, O Poverty, by thee the soul is wrapp’d D’ira, d’invidia, e di cosa diversa! With hate, with envy, dolefulness, and doubt. Così sia tu dispersa, Even so be thou cast out, E così sia colui, che ciò non dice. And even so he that speaks thee otherwise. Io dico sol per sodisfarmi alquanto I name thee now, because my mood is apt Di te, o sposa, d’ogni cosa persa, To curse thee, bride of every lost estate, Per la quale è sommersa Through whom are desolate D’onor al mondo ogni viva radice. On earth all honourable things and wise. Tu privazion d’ogni stato felice, Within thy power each blest condition dies: Tu fai la morte altrui sempre angosciosa, By thee, men’s minds with sore mistrust are made Bizzarra e disdignosa; Fantastic and afraid: - Tu più che morte per ragione odiata, Thou, hated worse than Death, by just accord, E nel voler d’ogni animo privata. And with the loathing of all hearts abhorr’d. Con ragion più che morte sei fuggita, Yea, rightly art thou hated worse than Death, Sol perchè morte ogni uom tardo la spera; For he at length is longed for in the breast. Ma di te cruda fera But not with thee, wild beast, Mai non si vide cosa giusta, e diva. Was ever aught found beautiful or good. La morte può ben l’uom privar di vita, For life is all that man can lose by death, Ma non di fama, e di vìrtute altera: Not fame and the fair summits of applause; Anco felice e vera His glory shall not pause, Riman perpetual nel mondo e viva. But live in men’s perpetual gratitude. Ma chi a tue foce sconsolata arriva; While he who on thy naked sill has stood, Sia quanto vuol magnanimo e gentile, Though of great heart and worthy ever so, Che pur tenuto è vile, He shall be counted low. E perciò chi nel tuo abisso cala Then let the man thou troublest never hope Non speri in alcun pregio spander l’ala. To spread his wings in any loft scope. E perciò ha terror mia mente ingombra, Hereby my mind is laden with a fear, Ch’io prenda alquanto studio al mio riparo; And I will take some thought to shelter me. Che s’io discerno chiaro, For this I plainly see: - Per te al furto il leale si conduce, Through thee, to fraud the honest man is led; Per te l’uom giusto a tirannìa se adombra, To tyranny the just lord turneth here, Per te diventa il magnanimo avaro, And the magnanimous soul to avarice. E d’ogni vizio amaro, Of every bitter vice Secondo ‘ l mio parere, tu ne se’ duce. Thou, to my thinking, art the fount and head; Adunque non s’acquista per te luce, From thee no light in any wise is shed, Anzi si vien nel tenebroso inferno; Who bringest to the paths of dusky hell. E come chiar discerno, I therefore see full well, Infermità, prigion, morte, e vecchiezza That death, the dungeon, sickness, and old age, Al tuo rispetto è luce di dolcezza. Weighed against thee, are blessed heritage. E con ipocresia benchè sian molti, And what though many a goodly hypocrite, Che appellan te con verace desio, Lifting to thee his veritable prayer, 330 Ed allegano Iddio, Call God to witness there Come il tuo stato non gli parve grave; How this thy burden moved not Him to wrath. Ma ben si sa per gli uomini non stolti Why, who may call (of them that muse aright) Se è pover chi del tutto può dir mio; Him poor, who of the whole can say, “Tis Mine? Lo m’entendo ben io, Methinks I well divine Che a quello il grande affanno per soave. That want, to such, should seem an easy path Di Dio fu tutto, e tutto ebbe, e tutto ave. God, who made all things all things had and hath; Non dirà alcun che lui povero fù Nor any tongue may say that He was poor. Nel tempo che quaggiù What while He did endure Per dar la gloria a noi visse visibile, For man’s best succour among men to dwell: Perocchè tutto aver gli era possibile. Since to have all, with Him, was possible. Canzon, tu te ne andrai peregrinando, Song, thou shalt wend upon thy journey now: E s’alcun trovi che contro ti dia, And, if thou meet with folk who rail at thee, Che povertà non sia Saying that poverty Assai più fiera ed aspra ch’io non dico, Is not even sharper than thy words allow, - La tua risposta sia breve parlando, Unto such brawlers briefly answer thou, E dì che in lui si move ipocresia, To tell them they are hypocrites; and then E poi con voce pia Say mildly, once again, Dirai, che poco men son che mendico, That I, who am nearly in a beggar’s case, E non poss’esser di me stesso amico. Might not presume to sing my proper praise. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABbC ABcC CDd EE Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABbC ABbC CDd EE Povertà: privazione di ogni stato felice. La rima interna più che morte:più che morte (12, 14) è ricambiata dall’inglese hated worse:hated worse, che rinnova il termine comparativo tra povertà e morte (sostenendo la maggiore avversità degli uomini per una condizione esistenziale di miseria). I rimanti in –ezza (vecchiezza:dolcezza, 36-37) sono ricomposti negli equivalenti di origine francese: age:(blessed)heritage. 2. la cosa diversa incontra due nuovi attributi: dolefulness (‘afflizione’) e doubt (‘dubbio’). 4. … colui, che ciò non dice: parla otherwise (“in modo diverso”). 7 e 9. anche nella lingua di Rossetti è riconoscibile quel senso di angoscia e di morte: per la quale è sommersa / through whom are desolate; tu privazion d’ogni stato felice / within thy power each blest condition dies. 43. stato: è tradotto con il sost. burden, che ha valore figurato di ‘fardello’ (d’affanni). 44. non stolti: sono tutti quegli uomini that muse aright (“che meditano nel modo giusto”). 51. per dar la gloria a noi visse visibile: e anche for man’s best succour among men to dwell (“per dare migliore soccorso agli uomini”). 54. e s’alcun trovi che contro ti dia: è ripreso anche più tardi, e dal sost. brawlers (‘chiassosi’) che per ipotesi fa risuonare le parole avverse degli uomini. 331 L’ardente fiamma della fiera peste, The devastating flame of that fierce plague, Nemica di virtù, che più s’accende The foe of virtue, fed with other’s peace D’altrui pace, che ‘ntende, More than itself foresees, Fermata nel disìo che di sua guerra; Being still shut in to gnaw its own desire; Nè perde suo color, forza, nè veste Its strength not weakened, nor its hues more vague, Per benefizio, che da virtù prende; For all the benison that virtue sheds, Ma dappoi quel comprende But which for ever spreads Sempre più duol, che ‘n se altro non serra, To be a living curse that shall not tire: E quella, che talor volgiendosi erra Or yet again, that other idle fire Di su in giù mutando como i piace, Which flickers with all change as winds may please: Qual sia più verace, One whichsoe’er of these M’ha tolto del bel gir la dolce vista, At length has hidden the true path from me Che mai non si racquista, Which twice man may not see, E spento di piacer sì l’intelletto, And quenched the intelligence of joy, till now Che grave duolo li sera diletto. All solace but abides in perfect woe. Piange la trista mente ognor più forte, Alas! the more my painful spirit grieves, Quant’è più del martir vinta e smarrita The more confused with miserable strife La deliziosa vita, Is that delicious life Che i dolente sospir ‘nanzi le adduce; Which sighing it recalls perpetually: Ma quel che più l’offende assai che morte, But its worst anguish, whence it still receives E confonde ogni spirto che l’aita, More pain than death, is sent, to yield the sting È l’amara ferita Of perfect suffering, Di quel signor, che mio stato conduce, By him who is my lord and governs me; Cui mercè sempre con pietà fu duce, Who holds all gracious truth in fealty, E le Quattro soror furon nutrice, Being nursed in those four sister’s fond caress Che fan ciascun felice, Through whom comes happiness. Della cui grazia mi veggio sì privo, He now has left me; and I draw my breath Che ‘n braccio a morte vivo, Wound in the arms of Death, E quella disioso a voce chiamo Desirous of her: she is cried upon Como diletto, che nel cor più i’ bramo. In all the prayers my heart puts up alone. Quanto fu nella volta aspra ed acerba How fierce aforetime and how absolute La rota che mi preme in capo, e strappa, That wheel of flame which turned within my head, La voce non s’arrappa May never quite be said, A poter dimostrar tanta doglienza; Because there are not words to speak the whole. Chè la mi tolse il ben, che più mi snerba, It slew my hope whereof I lack the fruit, E delle vive membra il sangue aggrappa And stung the blood within my living flesh Con infinita mappa To be am intricate mesh Di quel dolor, ch’è for d’ogni sentenza, Of pain beyond endurance or control: Togliendomi quel Dio, che mi diè essenza Withdrawing me from God, who gave my soul Nel mondo di poter pregiar l’onore To know the sign where honour has its seat Con suo falso colore, From honour’s counterfeit. 332 Onde nel gran disìo speranza perde, So in its longing my heart finds not hope, Che mai non sì rinverde: Nor knows what door to ope; Perchè nel tor di lui la falsa, ahi lasso, Since, parting me from God, this foe took thought Chiusegli d’ogni lato il giro e ‘l passo. To shut those paths wherein He may be sought. L’altra nemica, dispietata, cruda, My second enemy, thrice armed in guile, Cotanto al mio dichino saggia e accorta As wise and cunning to mine overthrow Quando la vista porta, As her smooth face doth show, Con più superba fronte ancor m’assale, With yet more shameless strength holds mastery. Di viva luce l’anima dinuda, My spirit, naked of its light and vile, E quella posa di luce m’è scorta, Is lit by her with her own deadly gleam, Ch’ogni pena fa morta Which makes all anguish seem Con gli gravi flagel, ch’a tanto vale. As nothing to her scourges that I see. O forma di pietà vagliami quale O thou the body of grace, abide with me Io fu’ con voi nel tempo già giocondo: As thou wast once in the once joyful time; Se vi dispiaccio, al mondo And though thou hate my crime, Non morda la mia vita ogni tormento; Fill not my life with torture to the end; Ma giusto sentimento But in thy mercy, bend Retro la spinga per lo vostro onore, My steps, and for thine honour, back again; Che ciò mi fie gran gioja, e non dolore. Till, finding joy through thee, I bless my pain. Se questa rabiosa senza fede Since that first frantic devil without faith Fu vinta da pietà nel primo ponte Fell, in thy name, upon the stairs that mount Del dolce e chiaro fonte Unto the limpid fount Dell’intelletto vostro, ond’io pur sono, Of thine intelligence, - withhold not now E nel secondo perdesi mercede, Thy grace, nor spare my second foe from death. In cui la mente ha posta la sua fronte, For lo! on this my soul has set her trust; Alle virtute conte And failing this, thou must Mancheresti d’onor, c’ha sì gran sono: Prove false to truth and honour, seest thou! Dunque perfetto lume, e dolce trono Then, saving light and throne of strength, allow Dell’una all’altra vinca questa omai: My prayer, and vanquish both my foes at last; Sicchè cotanti guai That so I be not cast Non veggia mia finite quant’io penso, Into that woe wherein I fear to end. E se nel vostro senso Yet if it is ordain’d Manca per mio fallir sì fatta voglia, That I must die ere this be perfected, - Movavi onor dell’onorata spoglia. Ah! yield me comfort after I am dead. Parole disornate in forma oscura Ye unadornèd words obscure of sense, Con quei sospir piangendo, che vi mena, With weeping and with sighing go from me, Mostreratti la pena, And bear mine agony Che parlar non si puote, tanto è dura, (Not to be told by words, being too intense,) Alla dolce figura, To His intelligence Che mossa da virtù mi farà forte Who moved by virtue shall fulfil my breath D’umana vita, o di compiuta morte. In human life or compensating death. 333 Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABbC ABbC CDdE eFF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABbC ABbC CDdE eFF Per il confronto, è possibile stabilire interessanti connessioni tra lingua-madre e lingua-amante (Duranti). Nell’originale si distinguono rime ricche (4, 8, 9; 14-15, 32-33, 36-37, ecc.), e rime derivative (per esempio la coppia onor:onorata, 75). Casi di enjambements sono evidenti perfino nella versione, ma in diversi luoghi testuali – anch’essi ricchi di rime impure (2-3), rimalmezzo (16-17, 40-41, 47-48) e rime identiche (51, 55, 77) – . Si registrano particelle d’interiezione solamente nei versi inglesi (cfr. 16, 66, 75). 8. sempre più duol: sentito come living curse, una ‘maledizione vivente’. 10. il moto espresso dalla locuzione su in giù è tradotto con il sost. flickers, che descrive i ‘guizzi’ della fiamma. 33-34. la voce non s’arrappa / a poter dimostrar tanta doglienza: a fronte del v. 33, l’espressione may never quite be said chiarisce che il dolore arrecato dalla rota “non può essere mai del tutto spiegato”. 35. chè la mi tolse il ben, che più mi snerba: in traduzione it slew my hope (“ha ucciso la mia speranza”), e pertanto I lack the fruit (“manco del frutto”). 37. mappa: si traduce nell’inglese mesh, la cui definizione permette di associare il dolore a una rete intricata. 77. with weeping and with sighing riproducono in rima perfetta il sintagma sospir piangendo. 81. … mi farà forte: nel verso inglese equivale a dire shall fulfil my breath (“sazierà il mio respiro”). 334 O lento, pigro, ingrato, ignar, che fai, “O sluggish, hard, ingrate, what does thou? O peccator in gran peccato involto, Poor sinner, folded round with heavy sin, E solo a dilettar, se puoi, t’assetti? Whose life to find out joy alone is bent. Io pur ti chiamo, tu sordo ti fai I call thee, and thou fall’st to deafness now; Per non udir, credendomi aver tolto And, deeming that my path whereby to win Lo corso del venir, qui ti rassetti. Thy seat is lost, there sitt’st thee down content, Tu credi ch’io al tuo piacer m’aspetti; And hold’st me to thy will subservient. Ed io ti son d’intorno al cor venuta But I into thy heart have crept disguised: Entro per li tuoi spiriti e difetti, Among thy senses and thy sins I went, Siccome tu non sai, disconosciuta; By roads thou didst not guess, unrecognized. Di piangere or non val, perch’io ti lassi Tears will not suffice to bid me go, Mostrar pieta, o star cogli occhi bassi. Nor countenance abased, nor words of woe.” Quand’io sentii quella diversa voce Now, when I heard the sudden dreadful voice Parlar dentro da me sì crudelmente, Wake thus within to cruel utterance, Che l’anima tremava sopra ‘l core, Whereby the very heart of hearts did fail, Lo spirito e ‘l pensier lì fece croce, My spirit might not any more rejoice, Perdendo la virtù subitamente, But fell from its courageous pride at once, Fuggendo ove scamper non ha valore. And turned to fly, where flight may not avail Poi pur riprese tanto di vigore Then slowly ‘gan some strength to re-inhale Quella poca di vita, che sostenne The trembling life which heard that whisper speak, Concetta la parola nel dolore, And had conceived the sense with sore travail, Che molto fragil nella bocca venne, Till in the mouth it murmured, very weak, Dicendo, ricco, bello, e giovan sono, Saying: “Youth, wealth, and beauty, these have I Morte perdonami or mi fa’ esto dono. O Death! Remit thy claim, - I would not die.” Pietosa non m’ha quasi in quello aspetto Small sign of pity in that aspect dwells Lasciando la natura mia disciolta Which then had scattered all my life abroad Sì, che per senso alcun sentìa conforto. Till there was comfort with no single sense: Parole quasi di perdon rispetto And yet almost in piteous syllables, Disse poi ch’ebbe la mia prima e colta: When I had ceased to speak, this answer flow’d: Vedi el camin, che ti vien fare scorto; “Behold what path is spread before thee hence, Un punto è quel, ch’io viver ti comporto; Thy life has all but a day’s permanence. Perchè di perder t’è l’umana vita And is it for the sake of youth there seems Per la tua giovinezza disconforto: In loss of human years such sore offence? Ma guarda a che ritorni, e a che t’invita, Nay, look unto the end of youthful dreams. Quale allegrezza, o qual diletto aria, What present glory does thy hope possess, Che non ti lasci i dolci amari guai. That shall not yeld ashes and bitterness?” Venendo a me di fuor dal cor partita But, when I looked on Death made visible, Dinanzi agli occhi miei quando la vidi From my heart’s sojourn brought before mine eyes, Con quel peccato in man, che in me parea, And holding in her hand my grievous sin, Io vidi la mia faccia scolorita I seemed to see my countenance, that fell, Tremar per ombra, e ‘l cor trar guai e stridi, Shake like a shadow; my heart uttered cries, 335 Pianger la mente nel gran duol ch’avea. And my soul wept the curse that lay therein. Allor mi disse che mi concedea Then Death: “Thus much thine urgent prayer shall win: - El puro tempo della giovanezza I grant thee the brief interval of youth Per natural pietà, che si dovea: At natural pity’s strong soliciting.” Ed io guardando la nuova allegrezza, And I (because I knew that moment’s ruth Che mi dovea lasciar quel tempo lasso, But left my life to groan for a frail space) Piangendo caddi giù col viso basso. Fell in the dust upon my weeping face. Quando così mi vide sbigottito, So when she saw me thus abashed and dumb, Riprese da parlar più grave stile, In loftier words she weighed her argument, Sicchè d’intender m’era nuovo l’uso, That new and strange it was to hear her speak; Dicendo, tu ti togli dal partito, Saying: “The path thy fears withhold thee from Che prender ti conviene; non esser vile, Is thy best path. To folly be not shent, Perchè paur ti sia nel cor diffuso: Nor shrink from me because thy flesh is weak. Tu vedi ch’egli è umano esser confuso, Thou seest how man is sore confused, and eke E solo a caso posto di ruina How ruinous Chance makes havoc of his life, È ‘l mal che de’ venir, com’egli è chiuso: And grief is in the joys that he doth seek; Continua battaglia qui non fina Nor ever pauses the perpetual strife Paura ed ira; e subito, non mento, ‘Twixt fear and rage; until beneath the sun Vene aspettando el male a compimento. His perfect anguish be fulfilled and done.” Morte, tu se’ sì oscura e tenebrosa, “O Death? thou art so dark and difficult, Che per venire al tuo pensier non truova That never human creature might attain Alcun per sua virtù tanto podere, By his own will to pierce thy secret sense, Guardando la tua fine paurosa, Because, foreshadowing thy dread result, Ch’aitar lo possa nè vertù, nè pruova, He may not put his trust in heart or brain, Nè che potenzia vaglia, nè sapere. Nor power avails him, nor intelligence. Guarda dove conduci, e fai cadere Behold how cruelly thou takest hence Cotanta bella e degna creatura, These forms so beautiful and dignified, Onde la levi, e ponla al tuo volere, And chain’st them in thy shadow chill and dense, Correr la fai in una fossa oscura, And forcest them in narrow graves to hide; Conquidi, o aspra, cruda, e dispietata, With pitiless hate subduing still to thee Uom, donna tanto bella e dilicata. The strength of a man and woman’s delicacy.” Io non lascio el venir perchè tu peni, “Not for thy fear the less I come at last, Tremi, sudi, angosci quando pensi: For this thy tremor, for thy painful sweat. Or pensa che lasciar tutto conviene, Take therefore thought to leave (for lo! I call) Lasciar parenti e amici, e ciò che tieni, Kinsfolk and comrades, all thou didst hold fast, - Tuo padre e madre, che così convensi, Thy father and thy mother, - to forget Fratelli, sour, figliuoli e tutti beni. All these thy brethren, sisters, children, all. Lascia el vedere, l’udire e la spene: Cast sight and hearing from thee; let hope fall; Lascia ogni senso, e lo ‘ntelletto tutto, Leave every sense and thy whole intellect, E ciò che umana vista qui sostiene: These things wherein thy life made festival: Ch’io già a tale spero t’ho condutto, For I have wrought thee to such strange effect 336 Che tu non hai poder di più durare That thou hast no more power to dwell with these In questa vita, lasciati passare. As living man. Let pass thy soul in peace.” O Creator di tutto l’universo, Yea, Lord. O thou, the Builder of the spheres, Che m’hai creato, e fatto a simiglianza Who, making me, didst shape me, of thy grace, Dell’immagine tua figura degna, In thine own image and high counterpart; Dirompi lo mio spirito perverso Do thou subdue my spirit, long perverse, A pianger nella tua consideranza To weep within thy will a certain space, Anzi che tuono a fendere el cor vegna: Ere yet thy thunder came to rive my heart. Ponmi di contrizion in man la insegna, Set in my hand some sign of what thou art, E a gloria eternal pena dammi Cristo, Lord God, and suffer me to seek out Christ, - Sì ch’io per la tua via piangendo vegna, Weeping, to seek Him in thy ways apart; E ch’io sia del peccato aver sì tristo, Until my sorrow have at length suffic’d Ch’io abbia in un momento meritato In some accepted instant to atone Per tua pieta el commesso, e l’obligato. For sins of thought, for stubborn evil done. Canzon, discapigliata va’ piangendo, Dishevell’d and in tears, go, song of mine, Rompendo ogni durezza di cor duro: To break the hardness of the heart of man: Dì che nostra natura Say how his life began Ritorna, e si converte pure in terra; From dust, and in that dust doth sink supine. Ma spirto, che non erra, la sciagura Yet, say, the unerring spirit of grief shall guide Che l’anima, ch’è pura, His soul, being purified, Ritorna in Cielo el suo fattor chiedendo. To seek its Maker at the heavenly shrine. Testo italiano: endecasillabi (e settenari nel congedo), con schema ABC ABC CDC DEE; FGhH Hhf Testo inglese: decasillabi (e senari nel congedo), con schema ABC ABC CDC DEE; FGgF HhF Il tema della morte, e la densità concettuale delle rime costituiscono i tratti peculiari del testo cavalcantiano che procede con assoluta omogeneità stilistica. La figura etimologica peccator / peccato (2) rivive nelle forme dell’inglese sinner / sin. Nei casi di Creator / creato (85-86) e durezza / duro (98), il traduttore usa parole con diversa radice etimologica: Builder / making me e hardness / heart (quest’ultime sono tuttavia imparentate dall’omofonia). Richiama quindi un numero cospicuo di assonanze e consonanze: seat:sitt’st (6), senses:sins (9), words:woe (12), fly:flight (18), shake:shadow (41). 15. che l’anima tremava sopra ‘l core: nel verso inglese l’anima, the very heart, è il luogo più intimo e segreto del cuore. 16. lo spirito e ‘l pensier lì fece croce: non ha un apposito equivalente, ma è concepito in uno stato di privazione: my spirit might not any more rejoice (“il mio spirito non poteva affatto rallegrarsi”). 35. quale allegrezza, o qual diletto… : e what present glory (“quale gloria esistente”). 32-33. sono invertiti per ragioni di rima. 46. la nuova allegrezza: è immortalata in moment’s ruth, un “istante di benevolenza”. 54. paur: ha come manifestazione la debolezza della carne umana – because thy flesh is weak –. 59. paura ed ira; e subito, non mento: la seconda parte del verso è tradotta con il sintagma beneath the sun che indica, in senso figurato, l’esseri liberi da ogni dolore (O. E. D.). 84. in questa vita, lasciati passare: fa rientro in una liturgia della parola: let pass thy soul in peace (“lascia andare la tua anima in pace”). 337 Cino da Pistoia (a Dante Alighieri) Naturalmente chere ogn’amadore Each lover’s longing leads him naturally Di suo cor la sua Donna far saccente. Unto his lady’s heart his heart to show; E questo, per la vision presente, And this it is that Love would have thee know Intese di mostrare a te Amore, By the strange vision which he sent to thee. In ciò che dello tuo ardente core With thy heart therefore, flaming outwardly, Pasceva la tua Donna umilemente, In humble guise he fed thy lady so, Che lungamente stata era dormente, Who long had lain in slumber, from all woe Involta in drappo d’ogni pena fore. Folded within a mantle silently. Allegro si mostrò Amor venendo Also, in coming, Love might not repress A te per darti ciò, che ‘l cor chiedea, His joy, to yield thee thy desire achieved, Insieme due coraggi comprendendo; Whence heart should unto heart true service bring. E l’amorosa pena conoscendo, But understanding the great love-sickness Che nella Donna conceputa avea, Which in thy lady’s bosom was conceived, Per pieta di lei pianse, partendo. He pitied her, and wept in vanishing. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’avv. naturalmente inaugura il testo ciniano, la cui essenza è racchiusa entro i confini di una parola che manifesta ciò ch’è naturale per ogni amante (1-2). In traduzione la voce avverbiale è posta alla fine del v. 1, e preceduta dal genitivo each lover’s longing (“il desiderio di ogni amante”). La funzione rilevante degli avverbi trova riscontro pure ai vv. 6 e 7, dove si attestano le forme di umilemente e lungamente. Nel testo di Rossetti – che riprende a sua volta il ‘modo umile’ (humble guise) e il fattore temporale (long) –, gli avverbi contraddistinguono i rimanti A ai vv. 1 (naturally), 5 (outwardly), e 8 (silently). 2. di suo cor la sua Donna far saccente: il desiderio che ha ogni amante di manifestare il suo amore alla donna è ripreso nella concordanza, persino rimica, tra il cuore della donna (his lady’s heart) e il cuore dell’amante (his heart). 9. allegro si mostrò Amore, tanto che might not repress / his joy (“non poteva frenare la sua gioia”). 338 (a Dante Alighieri) Avvenga m’abbia più volte per tempo Albeit my prayers have not so long delay’d, Per voi richiesto pietade e amore But craved for thee, ere this, that Pity and Love Per confortar la vostra greve vita, Which only bring our heavy life some rest; E non è ancor sì trapassato il tempo Yet is not now the time so much o’erstay’d Che ‘l mio sermon non trovi il vostro core But that these words of mine which tow’rds thee move Piangendo star con l’anima smarrita, Must find thee still with spirit dispossess’d, Fra se dicendo: già sarà in ciel gita And say to thee: “In Heaven she now is bless’d, Beata cosa ch’uom chiamava il nome, Even as the blessèd name men called her by;” Lasso me, e quando e come While thou dost ever cry, Veder io vi potrò visibilmente, “Alas! the blessing of mine eyes is flown!” Sì che ancora presente Behold, these words set down Far i’ vi possa di conforto aita? Are needed still, for still thou sorrowest. Dunque mi udite ch’io parlo a posta Then harken; I would yield advisedly D’amor, e a’ sospir ponendo sosta. Some comfort: Stay these sighs; give ear to me. Noi sì proviam che in questo cieco mondo We know for certain that in this blind world Ciascun ci vive in angosciosa noia, Each man’s subsistence is of grief and pain, Chi non ha avversità, ventura il tira. Still trailed by fortune through all bitterness. Beata l’alma che lascia tal pondo, Blessèd the soul which, when its flesh is furl’d E va nel cielo ov’è compiuta gioia, Within a shroud, rejoicing doth attain Gioioso il cor fuor di corrotto e d’ira. To Heaven itself, made free of earthly stress. Or dunque di che ‘l vostro cor sospira, Then wherefore sighs thy heart in abjectness, Che rallegrar si dee del suo migliore? Which for the triumph should exult aloud? Che Iddio nostro Signore For He the Lord our God Volse di lei, com’avea l’angel detto, Hath called her, hearkening what her Angel said, Farne il cielo perfetto. To have Heaven perfected. Per nova cosa ogni santo l’ammira Each saint for a new thing beholds her face, Ed ella istà dinanzi alla salute And she the face of our Redemption sees, E inver lei parla d’ogni sua virtute. Conversing with immortal substances. Di che vi stringe il cor, che pianto a l’opra Why now do pangs of torment clutch thy heart Che dovreste d’amor sopra gioire, Which with thy love should make thee overjoy’d, Che avete in ciel la mente e lo intelletto? As him whose intellect hath passed the skies? Li spirti vostri trapassan di sopra Behold, the spirits of thy life depart Per sua virtù nel ciel; tale è il desire Daily to Heaven with her, they so are buoy’d Ch’amor là su li pinge per diletto. With their desire, and Love so bids them rise. O uomo saggio, o Dio, perchè distretto O God! and thou, a man whom God made wise, Vi tien così l’affannoso pensiero? To nurse a charge of care, and love the same! Per suo onor vi chero I bid thee in His name Che allegramente prendiate conforto, From sin of sighing grief to hold thy breath, Nè abbiate più il cor morto, Nor let thy heart to death, Nè figura di morto in vostro aspetto; Nor harbour death’s resemblance in thine eyes. 339 Però ch’Iddio locata l’ha fra i suoi, God hath her with Himself eternally, E tuttora dimora ella con voi. Yet she inhabits every hour with thee. Conforto, già conforto l’amor chiama, Be comforted, Love cries, be comforted! E pieta prega, per Dio, fate presto. Devotion pleads, Peace, for the Love of God! Or inchinate a sì dolce preghiera, Oh, yield thyself to prayers so full of grace; Spogliatevi di questa veste grama And make thee naked now of this dull weed Da che voi siete per ragion richiesto, Which ‘neath thy foot were better to be trod; Che l’uomo per dolor muore e dispera. For man through grief despairs and ends his days. Come vedreste poi la bella cera, How ever shouldst thou see the lovely face Se vi cogliesse morte in disperanza? If any desperate death should once be thine? Da sì grave pesanza From justice so condign Traete il vostro cor omai, per dio, Withdraw thyself even now; that in the end Che non sia così rio, Thy heart may not offend Ver l’alma vostra che ancora ispera Against thy soul, which in the holy place, Vederla in cielo star nelle sue braccia; In Heaven, still hopes to see her and to be Dunque di speme confortar vi piaccia. Within her arms. Let this hope comfort thee. Mirate nel piacer ove dimora Look thou into the pleasure wherein dwells La vostra donna, ch’è in ciel coronata, Thy lovely lady who is in Heaven crown’d, Ond’è la vostra speme in paradiso, Who is herself thy hope in Heaven, the while E, tutta santa omai vostra, innamora To make thy memory hallowed she avails; Contemplando nel ciel dov’è locata Being a soul within the deep Heaven bound, Il vostro cor, per cui istà diviso, A face on thy heart painted, to beguile Che pinto tiene in sì beato viso. Thy heart of grief which else should turn it vile. Secondo ch’era quaggiù meraviglia, Even as she seemed a wonder here below, Così lassù somiglia, On high she seemeth so, - E tanto più quanto è men conosciuta. Yea, better known, is there more wondrous yet. Come fu ricevuta And even as she was met Dagli angioli con dolce canto e riso, First by the angels with sweet song and smile, Gli spirti vostri rapportato l’hanno, Thy spirit bears her back upon the wing, Che spesse volte quel viaggio fanno. Which often in those ways is journeying. Lassù parla di voi con que’ beati, Of thee she entertains the blessed throngs, E dice loro: mentre ch’io fui And says to them: “While yet my body thrave Nel mondo, ricevetti onor da lui, On earth, I gat much honour which he gave, Laudandomi ne’ suoi detti laudati; Commending me in his commended songs.” E prega Iddio lor signor verace Also she asks always of God our Lord Che vi conforti sì come a voi piace. To give thee pace according to His word. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABC ABC CDdE eCFF; ABB ACC Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABC ABC CDdE eCFF; ABB ACC La canzone dev’essere stata scritta non appena Cino apprese la notizia della morte di Beatrice, databile intorno al 1290. 340 Il testo rossettiano presenta il modulo rimico dell’originale, e accoglie interessanti legami in rima (tra cui bless’d:blessed, inerente la donna ‘benedetta’ e il nome ‘benedetto’ che lei porta). 1. avvenga m’abbia più volte per tempo: la richiesta di pietà e amore è albeit my prayers (“tra le mie preghiere” – s’intende, le preghiere del poeta –). 11-12. sì che ancora presente / far i’ vi possa di conforto aita?: il traduttore spiega che le parole sono necessarie per confortare il dolore della donna: … these words set down / are needed still thou sorrowest. 18-19. beata l’alma che lascia tal pondo / e va nel cielo ov’è compiuta gioia: sono scolpiti nell’immagine topica del corpo femminile, che è avvolto in un velo e s’innalza verso il cielo per raggiungere la felicità: (… when its flesh is furl’d / within a shroud, rejoicing doth attain / to Heaven itself…). 27-28. ed ella istà dinanzi alla salute / e inver lei parla d’ogni sua virtute: in traduzione la donna sta al cospetto di Dio, the face of our Redemption, e conversa con le creature immortali (immortal substances). 35-36. o uomo saggio, o Dio, perché distretto / vi tien così l’affannoso pensiero?: assumono un tono esclamativo, che fa riecheggiare le ragioni per cui Dio ha creato l’uomo saggio: to nurse a charge of care (“sostenere un carico di affanni”) e love the same! (“amare lo stesso!”). 38. … prendiate conforto: nell’azione descritta dal sintagma to hold thy breath, il poeta esorta a “mantenere il respiro”. 50. l’agg. desperate è conforme al provenzalismo disperanza, poiché allude alla morte che non dà speranza. 69-70. i rimanti wing:journeying traducono in rima la visione delle ‘ali’ su cui viaggia l’anima della donna (nell’originale, gli spirti vostri rapportato l’hanno / che spesse volte quel viaggio fanno). 76. che vi conforti sì come a voi piace: nel verso inglese Rossetti confessa la sua fede a Dio, cambiando la forma originaria per la sola (e verace) parola di Dio (… according to His word). 341 (a Dante Alighieri) Dante, quando per caso s’abbandona Dante, whenever this thing happeneth, - Il disío amoroso per la speme, That Love’s desire is quite bereft of Hope, Che nascer fanno gli occhi del bel seme, (Seeking in vain at ladies’ eyes some scope Di quel piacer, che dentro si ragiona, Of joy, through what the heart for ever saith,) – I’ dico poi se morte gli perdona; I ask thee, can amends be made by Death? Se poi ella tien più delle duo streme? Is such sad pass the last extremity? – L’alma gentil, la qual morir non teme, Or may the Soul that never feared to die Se tramutar si può ‘n altra persona? Then in another body draw new breath? E ciò mi fa quella, che è maestra Lo! thus it is through her who governs all Di tutte le cose, e per quel ch’io sent’anco Below, - that I, who entered at her door, L’entrata lascia per la ria finestra; Now at her dreadful window must fare forth. Per lei che ‘l mio creder non è manco Yea, and I think through her it doth befall Che prima stato sia, o dentro, o estra, That even ere yet the road is travelled o’er Rotto mi sono ogni mie ossa e fianco. My bones are weary and life is nothing worth. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’invocazione a Dante, e la sequenza di motivi topici della lirica antica (il desiderio amoroso, la speranza, il piacere) sono ricondotti nella versione. Il legame speme:seme (2-3) affiora nell’equivalente Hope:scope. 8. se tramutar si può ‘n altra persona?: e per questo, draw new breath? (“vivere di nuovo?”). 9. maestra: her who governs all, “colei che governa ogni cosa”. 14. il part. pass. rotto è restituito alle voci predicative di weary e nothing worth, che descrivono rispettivamente la fragilità del corpo e la vacuità della vita. 342 Io mi son dato tutto a tragger oro I am all bent to glean the golden ore A poco a poco del fiume, che ‘l mena, Little by little from the river-bed; Pensandone arricchire, Hoping the day to see E credone ammassar più che ‘l re Poro, When Crœsus shall be conquered in my store. Traendol sottilmente fra l’arena; Therefore, still sifting where the sands are spread, Ond’io potrei gioire, I labour patiently: E penso tanto a questo mio lavoro, Till, thus intent on this thing and no more, - Che s’io trovassi d’ariento vena, If to a vein of silver I were led, Non mi potría gradire; It scarce could gladden me. Però che non è mai maggior Tesoro, And, seeing that no joy’s so warm i’ the core Che quel, che lo cor tragge fuor di pena, As this whereby the heart is comforted E contenta il disire. And the desire set free, - Però contento son pure ad amare Therefore thy bitter love is still my scope, Voi, gentil Donna, da cui mi convene Lady, from whom it is my life’s sore theme Più sottilmente la speranza trare, More painfully to sift the grains of hope Che l’oro di quel fiume. Than gold out of that stream. Testo italiano: madrigale, con versi endecasillabi e settenari e schema ABc ABc ABc ABc DEDf Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABc ABc ABc ABc DEDe La presenza imperante dell’oro emerge nei rimanti Poro (4), lavoro (7), Tesoro (10), ma non solo, è rievocata nella cospicua quantità di parole inglesi in –ore (ore, 1; store, 4; core, 10; ecc.). L’avv. sottilmente (5), ripetuto al v. 15, descrive il modo con cui il poeta trae l’oro dal fiume e più convenientemente, forse, la speranza dall’amata. Gli avverbi patiently (6) e painfully (15) definiscono il lavoro paziente del poeta, e le ulteriori sofferenze ch’egli dovrà patire per raccogliere granelli di speranza dalla donna. 4. il re Poro è sostituito da Crœsus, re della Lidia e famoso anch’egli per le sue numerose ricchezze. 13. a confronto dell’originale, però contento sono pure ad amare, il traduttore aziona un corto circuito semantico, cioè bitter love, l’ ‘amore amaro’ della donna che resta ancora il vero scopo cui tende il poeta. 343 O tu, Amor, che m’hai fatto martíre, O Love, O thou that, for my fealty, Per la tua fè, di langore e di pianto, Only in torment dost thy power employ, Dammi, per Dio, della tua gioja alquanto, Give me, for God’s sake, something of thy joy, Ch’io possa un poco del tuo ben sentire; That I may learn what good there is in thee. E se ti piace pur lo mio languire, Yea, for, if thou art glad with grieving me, Morir mi farai poscia certo tanto, Surely my very life thou shalt destroy Facendomi tornar sotto l’ammanto, When thou renew’st my pain, because the joy Ove poi piagnerò pene e gioire. Must then be wept for with the misery. Uom, che non vide mai ben, nè sentìo, He that had never sense of good, nor sight, Crede, che ‘l mal sia così naturale, Esteems his ill estate but natural, Però gli è più leggier; e così è ‘l mio: Which so is lightlier borne: his case is mine. Quella è la via di conducermi a tale, But, if thou wouldst uplift me for a sign, Ch’i’ senta ‘l mal secondo ch’egli è rio, Bidding me drain the curse and know it all, Provando ‘l suo contrario quanto vale. I must a little taste its opposite. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Nei versi di Cino domina il lessico dei sentimenti umani: gioia, dolore, e languore. Il traduttore adotta lo stile dolce e melodico dell’originale, invitando il lettore a riflettere di nuovo sugli effetti struggenti dell’amore. 7. facendomi tornar sotto l’ammanto: è sostituito con un periodo temporale, when thou renew’st my pain, durante il quale Amore rinnova la pena nel cuore dell’innamorato. 344 Questa leggiadra Donna che io sento This fairest lady, who, as well I wot, Per lo suo bel piacer ne l’alma entrata, Found entrance by her beauty to my soul, Non vuol veder la ferita, ch’ha data Pierced through mine eyes my heart, which erst was whole, Per gli occhi al cor, che sente ogni tormento. Sorely, yet makes as though she knew it not; Anzi si volge di fiero talento Nay turns upon me now, to anger wrought; Fortemente sdegnosa et adirata, Dealing me harshness for my pain’s best dole, E con questi sembianti è sì cambiata, And is so changed by her own wrath’s control, Ch’io me ne parto di morir contento; That I go thence, in my distracted thought Chiamando, per soverchio di dolore, Content to die; and, mourning, cry abroad Morte, si come mi fosse lontana, On Death, as upon one afar from me; Et ella mi risponde nello core. But Death makes answer from within my heart. All’otta ch’odo, ch’è sì prossimana, Then, hearing her so hard at hand to be, Il spirito accomando al mio Signore; I do commend my spirit unto God; Poi dico a lei: tu mi par dolce e piana. Saying to her too, “Ease and peace thou art.” Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE La disposizione armonica dei periodi, la regolarità delle rime, le forme latineggianti sono elementi costitutivi dell’originale, che, passando all’inglese, acquista una nuova forza espressiva. Al v. 1 fairest (‘la più bella’) risponde a leggiadra. I predicativi sdegnosa e adirata (6) sono condensati nel sost. harshness, che ritrae la ‘durezza’ della donna. Il sintagma verbale ch’io me ne parto (8) è reso con la dipartita del poeta in distracted thought (“in confusione”). Gli aggettivi dolce e piana (14) si convertono nei sostantivi ease (‘agio’) e peace (‘pace’), che danno ulteriore rilievo ai poteri benefici della morte. 5. … di fiero talento: ha come interpretazione la condotta ostile della donna, la cui pretesa è quella di far adirare il poeta (nay turns upon me now, to anger wrought). 345 Vinta e lassa era già l’anima mia, Vanquished and weary was my soul in me, E ‘l corpo in sospirar, ed in trar guai, And my heart gasped after its much lament, Tanto che nel dolor m’addormentai; When sleep at length the painful languor sent. E nel dormir piangeva tutta via. And, as I slept (and wept incessantly), - Per lo fiso membrar, che fatto avía, Through the keen fixedness of memory Poi, ch’ebber pianto gli occhi miei assai, Which I had cherished ere my tears were spent, In una nuova visïon entrai, I passed to a new trance of wonderment; Ch’Amor visibil veder mi paría, Wherein a visible spirit I could see, Che mi prendeva, e mi menava in loco, Which caught me up, and bore me to a place Ov’era la gentil mia Donna sola: Where my most gentle lady was alone; Davanti a me parea, che gisse un foco, And still before us a fire seemed to move, Dal qual parea, che uscisse una parola, Out of the which methought there came a moan Che mi dicea: deh mercede un poco, Uttering, “Grace, a little season, grace! Chi ciò mi ‘spon con l’ale d’Amor vola. I am of one that hath the wings of Love.” Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE DCE L’anima, il corpo, i sospiri, e le speranze sono trasmessi con un linguaggio tipicamente stilnovistico, nel quale concorrono la dimensione psicologica e il lato più umano del poeta. La simmetria dei periodi ha riscontro nei versi inglesi, dove la trattazione procede con grazia e misura. Nell’originale i verbi all’infinito – sospirar e trar guai (2), membrar (5) – descrivono le azioni precipue del poeta che dunque sospira, porta pene, e ricorda. Per l’inglese vale la rima interna slept:wept (4), che traduce il sintagma dormir piangeva. 2. trar guai: non è interpretata testualmente, ma con il sost. lament che definisce comunque il gemito del cuore. 7. visïon: a new trance of wonderment (“una nuova estasi”). 8. Amor visibil: uno “spirito visibile” (visible spirit), che si fa sentire nell’anima e nel corpo dell’amante. 13. … deh mercede un poco: è tradotto per epanadiplosi nel corrispettivo grace, a little season, grace!. 346 Io fui ‘n su l’alto e ‘n sul beato monte, I was upon the high and blessed mount, Ov’adorai baciando il santo sasso, And kissed, long worshipping, the stones and grass, E caddi ‘n su quella pietra, ohimè lasso! There on the hard stones prostrate, where, alas! Ove l’Onesta pose la sua fronte, That pure one laid her forehead in the ground. E ch’ella chiuse d’ogni virtù ‘l fonte Then were the springs of gladness sealed and bound, Quel giorno, che di morte acerbo passo The day that unto Death’s most bitter pass Fece la Donna de lo mio cor lasso, My sick heart’s lady turned her feet, who was Già piena tutta d’adornezze conte. Already in her gracious life renown’d. Quivi chiamai a questa guisa Amore: So in that place I spake to Love, and cried: Dolce mio Dio, fa’ che quinci mi traggia “O sweet my God, I am one whom Death may claim La morte a sè che qui giace il mio core. Hence to be his; for lo! my heart lies here.” Ma poi che non m’intese il mio Signore, Anon, because my Master lent no ear, Mi dipartii pur chiamando Selvaggia, Departing, still I called Selvaggia’s name. L’alpe passai con voce di dolore. So with my moan I left the mountain-side. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Sia il verso iniziale, io fui ‘n sul beato monte, sia il verso conclusivo, l’alpe passai con voce di dolore, costituiscono la chiave di lettura di un testo dove traspare l’amore e la devozione del poeta per ‘l santo sasso (la tomba della sua donna). Rossetti si fa interprete di un avvenimento che ha inizio in un paesaggio alpestre, tra le ombre della morte e il dolore del poeta. 2. santo sasso: nel verso inglese la locuzione hard stones (“duri sassi”) rievoca la canzone oimè lasso, quelle trezze bionde, e quindi confessa il ricordo di vita e di morte della donna. 4. onesta: la «nobilissima», epiteto inconfondibilmente dantesco, è tradotto con il francesismo pure. 8. gracious life: si conforma all’italiano adornezze, riconducendo alla vita leggiadra della donna. 347 Ohimè lasso! quelle treccie bionde, Ay me, alas! the beautiful bright hair Da le quai riluceano That shed reflected gold D’aureo color i poggi d’ogni intorno; O’er the green growths on either side the way: Ohimè la bella ciera, e le dolci onde, Which my heart’s core doth hold Che nel cor mi sedeano, With all else of that best-remembered day; Di quei begli occhi al ben segnato giorno; Ay me! the face made gay Ohimè ‘l fresco, et adorno, With joy that Love confers; E rilucente viso, Ay me! that smile of hers Ohimè ‘l dolce sorriso, Where whiteness as of snow was visible Per lo qual si vedea la bianca neve Among the roses at all seasons red! Fra le rose vermiglie d’ogni tempo; Ay me! and was this well, Ohimè senza meve O Death, to let me live when she is dead? Morte, perchè ‘l togliesti sì per tempo! Ay me! the calm, erect, dignified walk; Ohimè caro diporto, e bel contegno; Ay me! the sweet salute, - Ohimè dolce accoglienza, The thoughtful mind, - the wit discreetly worn; Et accorto intelletto, e cor pensato; Ay me! the clearness of her noble talk, Ohimè ‘l bello, umìle, alto disegno, Which made the good take root Che mi crescea l’intenza In me, and for the evil woke my scorn; D’odiare ‘l vile, et amar l’alto stato; Ay me! the longing born Ohimè ‘l desío nato Of so much loveliness, - Di sì bella creanza; The hope, whose eager stress Ohimè quella speranza, Made other hopes fall back to let it pass, Ch’ogn’altra mi facea veder a dietro, Even till my load of love grew light thereby! E lieve mi rendea d’Amor il peso; These thou hast broken, as glass, Ohimè rott’hai qual vetro, O Death, who makest me, alive, to die! Morte, che vivo m’hai morto et impeso. Ay me! Lady, the lady of all worth; - Ohimè, Donna, d’ogni virtù Donna, Saint, for whose single shrine Dea, cui d’ogni Dea All other shrines I left, even as Love will’d; - (Sì come volse Amor) feci rifiuto; Ay me! what precious stone in the whole earth, Ohimè, di che pietra qual colonna For that pure fame of thine In tutto ‘l mondo avea, Worthy the marble statue’s base to yield? Che fosse degna in aer darti aiuto? Ay me! fair vase fulfill’d Ohimè, vasel compiuto With more than this world’s good, - Di ben sopra natura, By cruel chance and rude Per voltar di ventura, Cast out upon the steep path of the mountains Condotto fosti suso gli aspri monti, Where Death has shut thee in between hard stones! Dove t’ha chiusa, ohimè, fra duri sassi Ay me! two languid fountains La morte, che du’ fonti Of weeping are these eyes, which joy disowns. Fatt’ha di lagrimar, gli occhi miei lassi. Ay me, sharp Death! till what I ask is done Ohimè, Morte, sin che non ti scolpa And my whole life is ended utterly, - Di me, almen per li tristi occhi miei, Answer – must I weep on 348 La man tua se mi colpa, Even thus, and never cease to moan Ay me? Finir non deggio di chiamar ohmei. Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema AbC AbC cddEFeF Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AbC bCc ddEFeF È il celebre pianto per la morte dell’amata. La funzionalità retorica domina sull’emozione, e lo stesso criterio è applicato nel testo inglese: partizioni segnate dall’anafora di oimè (ay me), con alternanza delle forme bisillaba e trisillaba; ripetizione più o meno dubbia dei sostantivi donna (27) e dea (28), trasformatisi nei corrispettivi lady e saint. Nella conclusione gli ohmei plurali sommano i tanti ohimè dell’originale, invece la forma singolare dell’inglese ay me resta invariata. 11. fra le rose vermiglie d’ogni tempo: è tradotto al v. 10, among the roses at all season red!. Qui la posizione finale dell’agg. red, e il tono esclamativo contribuiscono a risaltare l’idea che le rose sono rosse in tutte le stagioni dell’anno. 17. alto disegno: è noble talk, un “nobile discorso”, ch’è frutto del pensiero e dell’espressione linguistica della donna. 39. fatt’ha di lagrimar, gli occhi miei lassi: nel verso equivalente, situato invero nella riga che precede, gli occhi del poeta sono intrisi di lacrime e abiurano la felicità (of weeping are these eyes, which joy disowns). 349 (a Guido Cavalcanti) Quai son le cose vostre ch’io vi tolgo What rhymes are thine which I have ta’en from thee, Deh, Guido, che mi fate sì vil ladro; Thou Guido, that thou ever say’st I thieve? Certi bei motti volentieri accolgo, ‘Tis true, fine fancies gladly I receive, Ma funne mai de’ vostri alcun leggiadro? But when was aught found beautiful in thee? Guardate ben ch’ogni carta io rivolgo, Nay, I have searched my pages diligently, S’io dico il vero, io non sarò bugiardo: And tell the truth, and lie not, by your leave. Queste cosette mie da chi le tolgo, From whose rich store my web of songs I weave Ben lo sa Amor, dinanzi a cui le sguardo. Love knoweth well, well knowing them and me. Cuò è palese ch’io non fu’ mai artista, No artist I, - all men may gather it; Nè ch’opro d’ignoranza per disdegno; Nor do I work in ignorance of pride, Ponghiam che ‘l mondo guardi sol la vista; (Though the world reach alone the coarser sense;) Ma son un cotal uomo di basso ‘ngegno But am a certain man of humble wit Che vo piangendo sol con l’alma trista Who journeys with his sorrow at his side, Per un cor, lasso! ch’è fuor d’esto regno. For a heart’s sake, alas! that is gone hence. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’opposizione quasi ironica delle cose (1) alle cosette (7) non ha la medesima efficacia nei versi inglesi, dove si alternano rhymes e songs. 1, 4. i rimanti thee:thee appaiono interessanti per le ragioni connesse all’accusa di plagio mossa da Guido (Cavalcanti) a Cino. 3. bei motti: sono rivestiti da una nuova forma linguistica – ‘tis true, fine facies –, che richiama la definizione del Battaglia: «battuta, frase o risposta, […] mordace, sarcastica». 6. la formula di cortesia by your leave (“con il tuo permesso”) smussa i toni del discorso rivolto a Guido (cfr. versi successivi). 7. queste cosette mie da chi le tolgo: si traduce nell’azione del poeta ch’è dedito a intrecciare la trama delle sue poesie: … my web of songs I weave. 11. ponghiam che ‘l mondo guardi sol la vista: acquista un senso di maggiore pessimismo, poiché the world reach alone the coarser sense (“il mondo raggiunge solamente il lato più superficiale e grezzo delle cose”). 350 In verità questo libel di Dante This book of Dante’s, very sooth to say, È una bella scisma di Poeti, Is just a poet’s lovely heresy, Che con leggiadro e vago consonante Which by a lure as sweet as sweet can be Tira le cose altrui nelle sue reti. Draws other men’s concerns beneath its sway; Ma pur tra Gioviali, e tra Cometi, While, among stars’ and comets’ dazzling play, Riverscia il dritto, e ‘l torto mette avante, It beats the right down, lets the wrong go free, Alcuni esser fa grami, alcuni lieti, Shows some abased, and others in great glee, Com’Amor fa di questo e quello Amante. Much as with lovers is Love’s ancient way. Poi che gli essempi suoi falsi e bugiardi Therefore his vain decrees, wherein he lied, Quai presso pon, quai lungi dal Demonio, Fixing folks’ nearness to the Fiend their foe, Debbano star sì come voti cardi; Must be like empty nutshells flung aside. E per lo temerario testimonio, Yet through the rash false witness set to grow, La vendetta de’ Franchi, e de’ Lombardi French and Italian vengeance on such pride Sì dorrà, qual di Tullio fece Antonio. May fall, like Antony’s on Cicero. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD L’unione poetica e amichevole tra Cino e Dante è suffragata da un intenso scambio epistolare, mediante il quale i poeti riflettono sulla poesia e sopra il valore delle proprie opere. Il discorso italiano risente dello stile dottrinale del poeta pistoiese, che spiega i concetti con l’ausilio di personificazioni. Il legame in rima tra Poeti e reti (2, 4), ripreso nel corrispettivo heresy:sway, è funzionale all’immagine dei poeti che trascinano le cose altrui in loro dominio. La rima identica as sweet as sweet (3) riconduce agli aggettivi italiani leggiadro e consonante. 14. Tullio: è tradotto con Cicero, pur sempre identificabile nella figura del famoso oratore latino. 351 Infra gli altri difetti del libello, Among the faults we in that book descry Che mostra Dante signor d’ogni rima, Which has crowned Dante lord of rhyme and thought, Son duoi sì grandi, che a dritto l’estima, Are two so grave that some attaint is brought Che n’aggia l’alma sua luogo men bello. Unto the greatness of his soul thereby. L’un è, che ragionando con Sordello, One is, that holding with Sordello high E con molt’altri della dotta scrima, Discourse, and with the rest who sang and taught, Non fe’ motto ad Onesto di Boncima, He of Onesto di Boncima nought Ch’era presso ad Arnaldo Daniello. Has said, who was to Arnauld Daniel nigh L’altr’è, secondo che il suo canto dice, The other is, that when he says he came Che passò poi nel bel coro divino, To see, at summit of the sacred stair, Là dove vide la sua Beatrice, His Beatrice among the heavenly signs, - E quando ad Abraam guardò nel sino, He, looking in the bosom of Abraham, Non riconobbe l’unica Fenice, Saw not that highest of all women there Che con Síon congiunse l’Appennino. Who joined Mount Zion to the Apennines. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il tono retorico attraversa l’intero componimento, dove sono riuniti alcuni dei poeti più significativi della poesia antica. La coerenza sintattica, promossa anche dall’uso attento della punteggiatura, coniuga forme arcaiche del linguaggio (di matrice religiosa specialmente nei versi finali). La traduzione è in armonia con lo stile italiano, eccetto i frequenti enjambements che spezzano non di rado il discorso poetico (cfr. 5-6, 7-8, 8-9, 9-10). I ricchi rimanti, Sordello:Daniello (5, 8), si spostano in posizione centrale. 2. il part. pass. crowned (‘incoronato’), in luogo di signor, intende risaltare la figura di Dante ch’è signore della rima e del pensiero. 6. dotta: è tra-dotta con i verbi sang e taught, i cui significati illustrano le attività culturali della scrima (il canto e l’insegnamento). 6. Rossetti mantiene il nome del trovatore Arnauld Daniel, mentre nell’originale il processo di italianizzazione ha come esito la variante di Arnaldo Daniello. 10. coro divino: si trasforma nella sacred stair (“scala santa”), su cui forse sono adagiate le anime beate. 352 Dante Da Maiano (a Dante Alighieri) Di ciò, che stato sei dimandatore Of that wherein thou art a questioner Guardando, ti rispondo brevemente, Considering, I make answer briefly thus, Amico mio, di poco canoscente Good friend, in wit but little prosperous: Mostrandoti del ver lo suo sentore. And from my words the truth thou shalt infer, - Al tuo mistier così son parlatore; So hearken to thy dream’s interpreter. Se san ti truovi, e fermo della mente, If, sound of frame, thou soundly canst discuss Che lavi la tua collia largamente, In reason, - then, to expel this overplus Acciocchè stringa, e passi lo vapore, Of vapours which hath made thy speech to err, Lo qual ti fa favolegiar loquendo: See that thou lave and purge thy stomach soon. E se gravato sei d’infertà rea, But if thou art afflicted with disease, Sol ch’hai farneticato, sappie, intendo. Know that I count it mere delirium. Così riscritto il mio parer ti rendo; Thus of my thought I write thee back the sum: Nè cangio mai d’esta sentenza mea, Nor my conclusions can be changed from these Finchè tua acqua al medico no’ stendo. Till to the leech thy water I have shown. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDC CDC Il sost. dimandatore (1) definisce la posizione di Dante, che richiede informazioni all’amico. Nel verso iniziale della seconda quartina segue invece il rimante parlatore, con riferimento a Dante da Maiano nei panni di commentatore dell’opera dantesca. Rossetti trasforma le parole in rima dimandatore:parlatore nei sostantivi questioner e interpreter. Altrettanto significativa è la corrispondenza tra l’avv. brevemente (2), riferito al proposito del poeta che intende rispondere concisamente all’Alighieri, e largamente (7), con cui Dante da Maiano esorta l’altro poeta a misurare la propria tracotanza. Rileviamo la presenza della forma avverbiale briefly (‘brevemente’). 5. il verbo inglese hearken to (‘dai ascolto a’) è di matrice letteraria, e preannuncia l’intervento di Dante da Maiano in qualità di interprete del mistero dantesco. 11. hai farneticato: si scompone nell’equivalente bimembro mere (‘mero’) e delirium (‘delirio’). 12. il mio parer: ritenuto oltremodo come “summa del mio pensiero” – thus of my thought I write thee back the sum –. 353 Provvedi, saggio, ad esta visione, Thou that art wise let wisdom minister E per mercè ne trai vera sentenza: Unto my dream, that it be understood. Dico: una Donna di bella fazzone, To wit: A lady, of her body fair, Di cui ‘l meo cor grader molto s’agenza, And whom my heart approves in womanhood, Mi fè d’una ghirlanda donagione, Bestowed on me a wreath of flowers, fair-hued Verde fronzuta, con bella accoglienza: And green in leaf, with gentle loving air; Appresso mi trovai per vestigione After the which, meseemed I was stark nude Camiscia di suo dosso a mia parvenza. Save for a smock of hers that I did wear. Allor di tanto, amico, mi francai, Whereat, good friend, my courage gat such growth Che dolcemente presila abbracciare: That to mine arms I took her tenderly: Non si contese, ma ridea la bella: With no rebuke the beauty laughed unloth, Così ridendo molto la basciai. And as she laughed I kissed continually. Del più non dico, che mi fè giurare: I say no more, for that I pledged mine oath, E morta che mia madre era con ella: And that my mother, who is dead, was by. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDC DCD L’originale contiene un numero ragguardevole di arcaismi, tradotti però con voci più moderne del linguaggio. Per esempio di bella fazzone (3) diventa un body fair (“bel corpo”); il verbo riflessivo s’agenza (‘si compiace’, 4) cambia nel senso di approves (‘approva’); verde fronzuta è assunta dal sost. leaf (‘foglia’). L’avv. continually (12), a confronto del pron. indef. molto (con funzione avverbiale), precisa la durata e non la quantità dei baci che il poeta concede alla sua donna. Questo dato apre una finestra sul tempo dell’amore, che scandisce i battiti del cuore palpitante per l’amata. 354 Guido Orlandi (a Dante da Maiano) Al motto diredan prima ragione On the last words of what you write to me Diraggio meo parere alla ‘ncomenza. I give you my opinion at the first, Veder lo morto prova corrozione To see the dead must prove corruption nursed In te di ciò, che ‘l tuo cor vano penza. Within you, by your heart’s own vanity. E sai, che l’alma ha il corpo a defensione, The soul should bend the flesh to its decree: Reggelo, trallo, come il pesce lenza. Then rule it, friend, as fish by line emerced. Del dono e del vestito riprensione As to the smock, your lady’s gift, the worst T’accoglie fortemente per difenza. Of words were not too bad for speech so free. Non bona convenenza è palesare It is a thing unseemly to declare Amor di gentil donna o di donzella; The love of gracious dame or damozel, E per iscusa dicere, io sognai. And therewith for excuse to say, I dream’d Dicer non dico: pensa chi t’appella: Tell us no more of this, but think who seem’d Mammata ti vene a gastigare, To call you: mother came to whip you well. Ama celato: avra ‘ne gioia assai. Love close, and of Love’s joy you’ll have your share. Testo italiano: ABAB ABAB CDE DCE Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC Unicamente nell’originale colpisce la simmetria fra corrozione, cor, corpo (3, 4, 5), che, nella comunione del tema cor, nomina il cuore a sede delle percezioni e il corpo a difesa dell’anima. L’enjambement ai vv. 3-4 salta anche in traduzione, dove le parole con lettera iniziale –w hanno valore fono-simbolico. Per words e write (1) il senso ruota attorno le ultime parole di Dante da Maiano, scritte e indirizzate a Guido. I lemmi worst e words (7-8) sono invece riferiti alla “peggiore delle parole”. Soltanto nella versione scopriamo in rima identica Love:Love, l’uno in qualità di verbo e l’altro di sostantivo. 5. e sai, che l’alma ha il corpo a defensione: nel verso inglese the soul should bend the flesh to its decree (“l’anima dovrebbe piegare il corpo alla sua volontà”). 8. per difenza: ha come interpretazione for speech so free, cioè “per un discorso così disinvolto” (e idoneo a sostenere la validità delle parole). 355 Dante da Maiano Sì m’abbellio la vostra gran piacenza, So greatly thy great pleasaunce pleasured me, Gentil mia Donna, al prim’ ch’eo l’avvisai, Gentle my lady, from the first of all, Che ogn’altra gioja addesso n’obbliai, That counting every other blessing small E demmi tutto in vostra canoscenza: I gave myself up wholly to know thee: Poi vi fui dato, in cui tutt’ora agenza And since I was made thine, thy courtesy Pregio, e valore più che in Donna mai; And worth, more than of earth, celestial, Nè ‘l meo coraggio non considerai I learned, and from its freedom did enthrall Mai, che grader la vostra benvoglienza. My heart, the servant of thy grace to be. Onde umil priego voi, viso giojoso, Whereof I pray thee, joyful countenance, Che non vi grevi, e non vi sia pesanza Humbly, that it incense or irk thee not, S’eo son di voi fedele, e amoroso. If I, being thine, do wait upon thy glance. Di più cherer son forte timoroso; More to solicit, I am all afraid: Ma doppio dono è donna per usanza, Yet, lady, twofold is the gift, we wot, Che dà senza cherer al bisognoso. Given to the needy unsolicited. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDC EDE Il v. 1, sì m’abbellio la vostra gran piacenza, produce un esito sorprendente in traduzione, dove si stanziano le figure etimologiche greatly / great e pleasaunce / pleasured. Le parole in –anza sono accolte dalle forme inglesi in –aunce e –ance (pleasaunce, 1; countenance, 9; glance, 11). Il verbo con negazione n’obbliai (3) è consegnato alla valenza affermativa del gerundio counting (‘considerando’). L’inf. grader (8) cambia nell’archetipo nominativo di servant: il ‘servo’ che è al servizio della donna. Gli aggettivi correlati all’amante – di volta in volta fedele, amoroso, timoroso, bisognoso – hanno la stessa rilevanza nella versione, che a parte afraid (‘spaventato) e needy (‘bisognoso’) ospita una perifrasi di fedele e amoroso: being thine (“essendo tuo”) nel primo caso, e do wait upon thy glance (“attendo il tuo sguardo”) in quello consecutivo. 6. pregio, e valore più che in Donna mai: si muove verso una concezione solenne della donna, i cui pregi la fanno sembrare più celestiale che terrena: thy courtesy / and worth, more than of earth, celestial. 12. forte…: così l’avv. all, che esprime in senso globale il “forte” timore che soggiace nell’animo del poeta. 356 Viso mirabil, gola morganata, Wonderful countenance and royal neck. Non ho trovata tua par di bellezze: I have not found your beauty’s parallel! Al mondo non ne fu nessuna nata Nor at her birth might any yet prevail Che somigliata fosse a tue fattezze. The likeness of these features to partake. Savere e cortesia ti fu donate, Wisdom is theirs and mildness: for whose sake Che’ n ha furata poi dir l’hai tu avezze: All grace seems stol’n, such perfect grace to swell; Dio oltre piacere t’ha formata, Fashioned of God beyond delight to dwell Ed innalzata; ed eo n’aggio baldezze; Exalted. And herein my pride I take Che son del tuo giardino pasturale: Who of this garden have possession, E quanto vale a mia guisa si porta, So that all worth subsists for my behoof E si disporta a tutto meo piacere. And bears itself according to my will. In te, mia Donna, posa piacer tale, Lady, in the such pleasaunce hath its fill Che, quale uomo ad esso s’apporta, That whoso is content to rets thereon Giammai non porta noja, né spiacere. Knows not of grief, and holds all pain aloof. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE ECD I rimanti bellezze:fattezze (2, 4) sono ripresi dagli equivalenti parallel:prevail che, pur avendo una diversa collocazione nello schema delle rime, sostengono comunque la bellezza superiore dell’amata rispetto alle altre donne. 1. countenance: ammette un’interpretazione più ampia dell’italiano viso, poiché definisce l’ ‘espressione’ meravigliosa del volto femminile. L’agg. morganata passa a royal, il cui significato è contiguo all’originale ‘graziosa’. 6. avezze: si traducono nel sost. grace (ripetuto anche all’interno del verso), che verbalizza la bellezza e il fascino della donna. 357 Cecco Angiolieri Dante Alighier, Cecco tuo servo e amico Dante Alighieri, Cecco, your good friend Si raccomanda a te, come a Signore; And servant, gives you greeting as his lord, E sì ti prega per lo Dio d’Amore, And prays you for the sake of Love’s accord, Lo quale è stato tuo signore antico; (Love being the Master before whom you bend,) Che mi perdoni, se spiacer ti dico, That you will pardon him if he offend Che mi dà sicurtà tuo gentil core, Even as your gentle heart can well afford. Quel ch’io vo’ dire in questo mio tenore, All that he wants to say is just one word E al tuo sonetto in parte contradico. Which partly chides your sonnet at the end. Ch’al mio partir nell’una muta dice, For where the measure changes, first you say Che non intendi suo sottil parlare You do not understand the gentle speech Di quel che disse la tua Beatrice. A spirit made touching your Beatrice: E poi hai ditto alle tue donne care, And next you tell your ladies how, straight way, Che tu l’intendi: adunque contradice You understand it. Wherefore (look you) each A se medesmo questo tuo parlare. Of these your words the other’s sense denies. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La risposta all’Alighieri riprende, per una tecnica consueta e canonica, le rime in –ore (2, 3, 6, 7), –ice (9, 11, 13) e – are (10, 12, 14). Nella versione mancano i legami rimici che contraddistinguono l’originale, e pertanto è minore la capacità di imprimere con il ritmo l’oggetto del discorso poetico. Appare centrale, pure a livello topografico, il gentil core, tradotto nell’inglese gentle heart e rappresentativo di una tradizione che vuole Amore nel «cuore gentile». 14. la variante senese di medesmo (prevalente nel XIII secolo) scompare, ma un senso affine pare ricomporsi nel genitivo other’s sense (“il senso delle altre” – parole –). 358 I’ sono inamorato, ma non tanto, I am enamoured, and yet not so much Che non men passi ben leggieremente; But that I’d do without it easily; Di ciò mi lodo, e tegnomi valente, And my own mind thinks all the more of me Che all’Amor non son dato tutto quanto. That Love has not quite penned me in his hutch. E basta ben se per lui roto, e canto, Enough if for his sake I dance and touch Ed amo, e serveria chi gli è servente. The lute, and serve his servants cheerfully: Ogni soperchio val quanto niente, An overdose is worse than none would be: Ero non regna in me, ben mi do vanto. Love is no lord of mine, I’m proud to vouch. Però non pensi donna, che sia nata, So let not woman who is born conceive Che l’ami ligio, com’io vedo molti, That I’ll be her liege slave, as I see some, Sia quanto voglia bella e delicata: Be she as fair and dainty as she will. Che troppo amare fa gli uomini stolti; Too much of love makes idiots, I believe: Però non vo’ tener cotale usata, I like not any fashion that turns glum Che canta il cor, e divisa li volti. The heart, and makes the visage sick and ill. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il v. 1, i’ sono innamorato, ma non tanto, tiene stretto a sé la fitta rete di proposizioni che convergono giust’appunto nel motivo del poeta “innamorato ma non tanto”. Così accade nella traduzione, dove Rossetti sperimenta – talvolta con difficoltà – lo stile linguistico del modello originale. 4. che all’Amor non son dato tutto quanto: nel verso inglese il poeta dichiara che “Love has not quite penned me in his hutch” (“Amore non mi ha imprigionato completamente nella sua gabbia”). 5. … e canto: l’azione del poeta che canta si traduce nella suonata del liuto: … and touch / the lute … (ant. Fr. lute, attest. in Chaucer – 1386 –, Manciple’s T. 268, “For sorwe of which he brak his minstralcye, Bothe harpe, and lute, and giterne, and sautrye”. O. E. D., vol. VI, p. 517). 12. fa gli uomini stolti: altro topos della lirica alta, fa rientro nel sintagma makes idiots (“rende idioti”). 359 Chi non sente d’Amor o tanto, o quanto The man who feels not, more or less, somewhat In tutto il tempo, che la vita dura, Of love in all the years his life goes round Non deve esser sotterrato al santo, Should be denied a grave in holy ground Se non con quello, che non rende usura. Except with usurers who will bate no groat; Ed il medesmo si può dare un vanto, Nor he himself should count himself a jot Ch’egli sia sciagurato fuor misura; Less wretched than the meanest beggar found. E quello, che d’Amore porta manto Also the man who in Love’s robe is gown’d Può dire, che sia pinto da ventura. May say that Fortune smiles upon his lot. Perchè l’Amore è sì nobile cosa, Seeing how love has such nobility Che s’egli entrasse in quello dall’Inferno, That if it entered in the lord of Hell Non ebbe mai, nè deve aver posa. ‘Twould rule him more than his fire’s ancient sting; Egli averebbe Gloria in eterno, He should be glorified to eternity, E la sua vita staria giojosa, And all his life be always glad and well Come ribaldo all’uscita del verno. As is a wanton woman in the spring. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nel testo angiolieresco l’uomo è verbalizzato in tre componenti pronominali: chi, egli, e quello. Il traduttore fa uso esclusivo dei sostantivi man (‘uomo’), usurers (‘usurai’), e lord (‘signore’). Il ritmo dell’originale è scandito dalle voci terminanti in –nto (1, 3, 5, 7, 8), la cui opulenza si rinnova nelle parole inglesi con desinenza –nd e –nt (2, 3, 5, 6, 7). 3. non deve esser sotterrato al santo: cioè in chiesa; pertanto, a colui che non è innamorato gli viene negata a grave in holy ground (“una sepoltura nella terra consacrata”). 14. ribaldo: è tradotto con il genere femminile di wanton woman, che designa invece una ‘donna capricciosa’. 14. dopo l’uscita del verno l’entrata in the spring, la stagione calda e solare della primavera. 360 Qualunque ben sì fa naturalmente, Whatever good is naturally done Nasce d’Amor, come dal fiore il frutto, Is born of Love as fruit is born of flower: Perchè Amor fa l’uomo esser valente, By Love all good is brought to its full power: Ancor fa più, che nol trova sì brutto: Yea, Love does more than this; for he finds none Che per lui non si adorni immantinente, So coarse but from his touch some grace is won, E non par desso poi, sì ‘l muta tutto; And the poor wretch is altered in an hour. Dunque può dire bene veramente So let it be decreed that Death devour Che chi non ama, sia morto e distrutto. The beast who says that Love’s a thing to shun Ch’uom val tanto, quanto ha in se bontate, A man’s just worth the good that he can hold, E la bontà senza Amor non può stare, And where no love is found, no good is there; Dunque ben ho io usato veritate. On that there’s nothing that I would not stake. Or va, sonetto, senza dimorare So now, my Sonnet, go as you are told A tutti innamorati, e innamarate, To lovers and their sweethearts everywhere, E di’ lor, che Bichina ti fa fare. And say I made you for Becchina’s sake. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il tema centrale è Amor (2), in rimalmezzo con Amor del v. 3 e ripreso al v. 10. Nella versione Love si registra ancora ai vv. 4 e 8. Gli avverbi naturalmente (1), immantinente (5), veramente (7), sono a sostegno del discorso sulla forza dell’amore da cui ha origine ogni buona azione. Una tesi avvalorata dalla rima identica born:born (per cui ogni bene nasce da Amore, come il frutto dal fiore), e dal riuso di una sola voce avverbiale (naturally). Rossetti si confronta abilmente con l’originale, adoperando una terminologia convenzionale e il vasto apparato simbolico che contraddistingue la tradizione antica. 8. che chi non ama, sia morto e distrutto: dalla Morte (Death, 7), che divora the beast who says that Love’s a thing to shun (“il cattivo che dice che Amore sia una cosa da evitare”). 11. il senso della veritate è perseguito in questa direzione: there’s nothing that I would not stake (“non c’è nulla ch’io non sarei disposto a rischiare” – per il bene – ). 361 Se di Bechina il cor fosse diamante, Why, if Becchina’s heart were diamond, E tutta l’altra persona d’acciajo, And all the other parts of her were steel, E d’Amor fredda come di gennajo, As cold to love as snows when they congeal In quella parte u’ non può sol levante. In lands to which the sun may not get round; O ella fosse nata d’un gigante, And if her father were a giant crown’d Siccome d’un asinel calzolajo, And not a donkey born to stitching shoes, Ed o fuss’un, che toccasse somajo, Or I were but an ass myself; - to use Non mi dovrebbe dar pene cotante. Such harshness, scarce could to her praise redound Ma s’ella un poco mi stesse ad udita, Yet if she’d only for a minute hear, Ed io avessi l’ardir di di parlare, And I could speak if only pretty well, Direi come son sua spene incarnita. I’d let her know that I’m her happiness; E poi le direi com’io son sua vita, That I’m her life should also be made clear, Ed altre cose, ch’io non vo’ contare; With other things that I’ve no need to tell; Parmi esser certo, che ella direbbe, ita. And then I feel quite sure she’d answer Yes. Testo italiano: ABBA ABBA CDC CDC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il lessico corposo e la sintassi colloquiale muovono alla descrizione di una breve novella in cui Becchina riveste il ruolo da protagonista. Le parole con terminazione in –ajo (acciajo, 2; gennajo, 3; calzolajo, 6; somajo, 7) riconducono a due realtà contrapposte: da un lato l’ipotesi che Becchina fosse d’acciajo e fredda (senza amore) come il mese di gennaio – nel verso inglese questo dato si riflette nei rimanti steel:congeal –, e dall’altro la certezza che lei sia nata d’un calzolajo. Ai vv. 11-12 Cecco replica il costrutto direi come son sua (spene) / direi com’io son sua (vita), volendo dichiarare i suoi propositi a Becchina. Nel testo di arrivo la formula ripetente è I’m her (happiness) / I’m her (life). In certi luoghi possiamo tracciare una coincidenza tra i rimanti italiani e quelli inglesi: diamante / diamond (1), acciajo / steel (2), calzolajo / stitching shoes (6), udita / hear (9), contare / tell (13), ita / yes (14). 6. calzolajo: è colui che si dedica to stitching shoes (“a cucire le scarpe”). 8. non mi dovrebbe dar pene cotante: nel verso corrispondente il soggetto sottinteso (Becchina) e l’azione che ne deriva trasmigrano nella figura del poeta, la cui durezza, qualora egli fosse un asinaio (uno che guida gli asini), potrebbe fare poco onore alle virtù della donna. 11. la spene, facoltà inafferrabile con cui l’uomo attende alla realizzazione dei suoi desideri, diventa un sentimento di happiness (‘felicità’). 362 Se io avessi un sacco di fiorini, If I had a sack of florins, and all new, Che non n’avesse un altro, che de’ nuovi, (Packed tight together, freshly coined and fine,) E fosse mio Arcidosso, e Montegiovi, And Arcidosso and Montegiovi mine, Ed anco cento some d’aquilini. And quite a glut of eagle-pieces too, - Non mi parrebbe aver tre bagattini, It were but as three farthings to my view Senza Bichina, dunque in che ti provi, Without Becchina. Why then all these plots Babbo, di gastigarmi? or che ti muovi To whip me, daddy? Nay, but tell me – what’s Della lor fede tutti i Saracini? My sin, or all the sins of Turks, to you? E potresti anco, s’io non sia anciso, For I protest (or may I be struck dead!) Tanto son fermo in questa opinione, My love’s so firmly planted in its place, * Whipping nor hanging now could change the grain. * * * * * * * Sicchè io vo’ mostrare una ragione, And if you want my reason on this head, E che ‘l sia ver, chi la sguarda nel viso, It is that whoso looks her in the face, Sed el gli è vecchio, diventa garzone. Though he were old, gets back his youth again. Testo italiano: ABBA ABBA CD DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il v. 1, se io avessi un sacco di fiorini, stimola l’immaginazione sugli esiti futuri ipotizzabili proprio dalla dichiarazione del poeta. I toni interrogativi dei vv. 7-8, babbo, di gastigarmi? or che ti muovi / della lor fede tutti i Saracini?, sono acquisiti dal traduttore impegnato nell’adattamento del lessico italiano ai criteri della sua lingua. L’assenza del v. 11 è compensata dal periodo inglese whipping or hanging now could change the grain, per il quale si comprende che né frustata né impiccagione possono cambiare la tendenza del poeta (cioè amare la sua Becchina). Il nome di Montegiovi (3), in rima con nuovi del verso precedente, assume posizione centrale e perciò non lega con il rimante successivo. La regolarità delle rime italiane è contrastata dai legami in para-rhyme: new:too (1, 4), plots:what’s (6-7). 2. … che de’ nuovi: il traduttore ne descrive la fase di confezionamento, dimostrando anche il pregio dei fiorini (packed tight together, freshly coined and fine). 3. Arcidosso e Montegiovi, le due località immerse nel verde della Maremma toscana, erano a quel tempo sotto il controllo degli Aldobrandeschi e dei Buonsignori. 7-8. Rossetti spiega ugualmente l’impresa più facile e meno vana dell’Angiolieri padre, cioè, convertire prima i saraceni piuttosto che indurre il figlio a lasciare la bella Becchina (cfr. to whip me, daddy? Nay, but tell me – what’s / my sin, or all the sins of Turks, to you?). 10. tanto son fermo in questa opinione: si traduce nell’amore che Cecco ha fermamente riposto nel suo cuore – my love’s so firmly planted in its place –. 363 (attribuito a Dante Alighieri) I’ ho tutte le cose ch’io non voglio, I’m full of everything I do not want, E non ho punto di quel che mi piace, And have not that wherein I should find ease; Poich’io non trovo con Bechina pace, For always till Becchina brings me peace Ond’io ne porto tutto il mio cordoglio, The heavy heart I bear must toil and pant; Che non caprebbe scritto su ‘n un foglio, That so all written paper would prove scant Che vi foss’entro la Bibbia capace; (Though in its space the Bible you might squeeze,) Ch’io ardo come fuoco in furnace To say how like the flames of furnaces Membrando quel che da lei aver soglio. I burn, remembering what she used to grant. Chè le stelle del cielo non son tante Because the stars are fewer in heaven’s span (Ancora ch’io torrei esser digiuno), Than all those kisses wherewith I kept tune Quanti baci le diè in un istante All in an instant (I who now have none!) In me la bocca, ed altri non nessuno: Upon her mouth (I and no other man!) E fu di giugno venti dì all’entrante So sweetly on the twentieth day of June Anno mille dugento novant’uno. In the new year twelve hundred ninety. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il ricordo dei baci di Becchina, le similitudini iperboliche, e gli elementi vivaci che contrassegnano l’originale sono rielaborati vivacemente da Rossetti. In particolare, egli enfatizza i versi in cui Cecco giustappone la visione dei baci ch’egli diede un tempo a Becchina con la condizione attuale di non potergliene più dare [than all those kisses… / all in an istant (I who now have none!), 10-11]. Quanto al v. 12, … (I and no other man!), traspare il messaggio che nessun altro uomo eccetto il poeta abbia dato così tanti baci alla sua donna. Il legame tra i rimanti si ripete con la stessa frequenza nei versi inglesi, e specialmente nella prima quartina (voglio / want, piace / ease, pace / peace, cordoglio / pant). 13. all’entrante: ch’è all’inizio; tradotto in the new year (“l’anno nuovo”). 364 Io ho sì tristo il cor di cose cento, My heart’s so heavy with a hundred things Che cento volte il dì penso morire; That I feel dead a hundred times a-day; Avvegna che il morir mi fora abento, Yet death would be the least of sufferings, Ch’io non ho abento se non di dormire. For life’s all suffering save what’s slept away; E nel dormire ho tanto di tormento, Though even in sleep there is no dream but brings Che di tormento non posso guarire; From dream-land such dull torture as it may. Ma ben porría guarire in un momento, And yet one moment would pluck out these stings, Se momento avessi quella, che ire If for one moment she were mine to-day Mi fa tanto dolente in fede mia, Who gives my heart the anguish that it has. Che mia non par, che sia alcuna cosa, Each thought that seeks my heart for its abode Altro che cosa corucciosa e ria. Becomes a wan and sorrow-stricken guest: Ed è sì ria la mia vita dogliosa, Sorrow has brought me to so sad a pass Ch’io son doglioso a chi mi scontra in via, That men look sad to meet me on the road; E via non veggio, che mai aggia posa. Nor any road is mine that leads to rest. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Il lamento del poeta è percepibile nell’andamento monotono e ripetitivo dei versi. La caratteristica precipua dell’originale sta perciò nella relazione a catena tra ogni rimante, che ritorna all’interno del verso e per tutta la durata del testo. Rossetti segue il criterio del nostro poeta, fissando quegli stessi legami tra le singole parole: cento:cento / hundred:hundred (1-2), abento:abento / sufferings:suffering (3-4), tormento:tormento / dream:dream-land (5-6), momento:momento / moment:moment (7-8), mia:mia / my heart:my heart (9-10), ria:ria / sorrow-stricken:sorrow (1112), dogliosa:doglioso / sad:sad (12-13), via:via / road:road (13-14). 2. che cento volte il dì penso morire: il poeta “sente” la morte su di sé cento volte al giorno – that I feel dead a hundred times a-day –. 4. ch’io non ho abento se non di dormire: è ricondotto a for life’s all suffering save what’s slept away (“poiché la vita è sofferenza salvo quello che il sonno ha portato via”). 10-11. che mia non par, che sia alcuna cosa, / altro che cosa corucciosa e ria: nell’interpretazione rossettiana, i pensieri che cercano dimora nel cuore triste del poeta diventano ospiti smorti e corrucciati (each thought that seeks my heart for its abode / becomes a wan and sorrow-stricken guest). 365 Quando veggio Becchina corrucciata, When I behold Becchina in a rage, Purch’io avessi allor cor di leone, Just like a little lad I trembling stand Sì tremerei com’un picciol garzone, Whose master tells him to hold out his hand. Quando il maestro gli vuol dar palmata. Had I a lion’s heart, the sight would wage L’anima mia vorrebbe esser non nata Such war against it, that in that sad stage Nanzi ch’aver cotal afflizione, I’d wish my birth might never have been plann’d, E maledico il punto e la stagione, And curse the day and hour that I was bann’d Che tanta pena mi fu destinata. With such a plague for my life’s heritage. Ma, s’io dovessi darmi allo nemico, Yet even if I should sell me to the Fiend, E’ si conviene ch’io pur trovi via I must so manage matters in some way Ch’io non tema lo suo corruccio un fico; That for her rage I may not care a fig; Però, s’io nol potessi, io mi morria, Or else from death I cannot long be screen’d. Ond’io nol celo, anzi palese ‘l dico, So I’ll not blink the fact, but plainly say Ch’io proverò tutta mia valenzia. It’s time I got my valour to grow big. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il part. pass. corrucciata (1) condensa, a livello linguistico, la materia del testo, fornendo spunto all’asserzione dell’amante pronunciata al v. 11: ch’io non tema lo suo corruccio un fico. In linea con l’originale il traduttore concentra il tema nel sost. rage (1, 11), e riacquisisce pure con valore iperbolico il lemma fico (tradotto nell’inglese fig). 4. palmata: ha come traduzione to hold out his hand, il cui significato rinvia alla scena del maestro che invita il garzone a porgere la sua mano (per dargli giusto un ‘colpo’). 5-6. Rossetti inverte le frasi italiane lasciando però inalterato il modulo delle rime. 8. il part. pass. destinata è tradotto con un caso genitivo – life’s heritage –, per il quale vita e patrimonio rientrano nella concezione univoca di ‘eredità’. 9. darmi allo nemico: si rinnova in una battuta del gergo comune: sell to the Fiend (“vendersi al Diavolo”). 366 Lassar non vo’ lo trovar di Bechina, Dante Alighieri in Becchina’s praise Dante Alighier, e’ dà del mariscalco, Won’t have me sing, and bears him like my lord. Che par fiorino d’oro, ed è oricalco, He’s but a pinchbeck florin, on my word; Par zuccar cafettone, ed è salina. Sugar he seems, but salt’s in all his ways; Par pan di grano, ed è pan di sagina, He looks like wheaten bread, who’s bread of maize; Pare una torre, ed è un vile balco, He’s but a sty, though like a tower in height; Ed è un nibbio, e pare un grifalco, A falcon, till you find that he’s a kite; E pare un gallo, ed è una gallina. Call him a cock! – a hen’s more like his case. Sonetto mio, vattene a Fiorenza, Go now to Florence, Sonnet of my own, Dove vedrai le donne, e le donzelle, And there with dames and maids hold pretty parles, Di’, che il suo fato è solo di parvenza. And say that all he is doth only seem. Ed io per me ne conterò novelle And I meanwhile will make him better known Al buon Re Carlo Conte di Provenza Unto the Count of Provence, good King Charles; E per ‘sto modo i friserò la pelle. And in this way we’ll singe his skin for him. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il poeta gioca sulla dicotomia pare / è (apparire / essere), che segna marcatamente la seconda quartina e il cui effetto rimico sembra ristabilirsi in traduzione dove troviamo looks like (‘sembra’), like (‘come’), e is (‘è’). Rossetti lascia al di fuori alcuni elementi distintivi, tra cui l’infinito di matrice provenzale trovar che non ha degno equivalente. 1. lassar non vo’ lo trovar di Bechina: nel verso inglese le parole di Cecco risuonano come rimprovero all’amico: Dante Alighieri in Becchina’s praise / won’t have me sing (“Dante Alighieri non mi hai lasciato cantare / la lode di Becchina”). 3. l’aggiunta della locuzione on my word (“sulla mia parola”) avvalora la veridicità delle parole pronunciate dal poeta. 8. e pare un gallo… : ne procede una frase esclamativa – call him a cock! –, che accentua forse l’allusione oscena cui mira Cecco. 367 Babbo, Bichina, Amore, e mia Madre I’m caught, like any thrush the nets surprise, M’hanno già come tordo a siepe stretto: By Daddy and Becchina, Mammy and Love. Prima vo’ dir ciò, che mi fa mio Padre, As to the first-named, let thus much suffice, - Che ciascun dì da lui sono maledetto. Each day he damns me, and each hour thereof; Bichina vuol le cose sì leggiadre, Becchina wants so much of all that’s nice, Che non le fornirebbe Macometto: Not Mahomet himself could yeld enough: Amor mi fa invaghir di sì gran ladre, And Love still sets me doting in a trice Che par, che sien figliuole di Gajetto. On trulls who’d seem Ghetto’s proper stuff. Mia Madre lassa per la non potenza, My mother don’t do much because she can’t, Sicchè lo debbo aver per ricevuto, But I may count it just as good as done, Poich’io so chiaramente la sua intenza. Knowing the way and not the will’s her want. L’altrier vedendo lei, dielle un saluto To-day I tried a kiss with her – just one – Per discacciar la sua malevoglienza; To see if I could make her sulks avaunt: Sì disse; va figliuol, che sie fenduto. She said, “The devil rip you up, my son!”. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABAB ABAB CDC DCD Nella traduzione i soggetti principali (Babbo, Bichina, Amore, e Madre) seguono the inner standing-point (I’m), correlato a sua volta all’azione del part. pass. caught (‘afferrato’). I rimanti Madre:Padre (1, 3) assumono una diversa posizione all’interno del verso inglese, eludendo perciò il legame rimico. Tra le varianti linguistiche annoveriamo mammy (2), che interpreta più affabilmente e con minore formalità l’originale madre. Per inciso c’è – just one –, a difesa del poeta che tentò appunto di baciare la donna. 3. first-named allude al padre di Cecco, ch’è il primo nominato a comparire nel verso. 7. ladre: si traduce con valore dispregiativo nell’inglese trulls (‘sgualdrine’). 8. Gajetto: forse ladro senese famoso ai tempi del poeta, ha come rispondente l’omofono Ghetto, la cui definizione rimanda però a un piccolo borgo cittadino. 12. l’altrier è proiettato to-day, nel giorno presente; e il saluto ha il sapore di un kiss (‘bacio’). 368 Il pessimo, e ‘l crudel odio, ch’io porto The dreadful and the desperate hate I bear Con grandissimo dritto al padre meo, My Father (to my praise, not to my shame,) Lo farà viver più che Buradeo, Will make him live more than Methusalem; Di questo già buon dì mi sono accorto. Of this I’ve long ago been made aware. Odi or natura, se terrei gran torto; Now tell me, Nature, if my hate’s not fair. L’altrier gli chiesi un bicchier di raspeo, A glass of some thin wine not worth a name Che n’ha ben cento vece il can giudeo, One day I begged (he has whole butts o’ the same,) E in verità vicin m’ebbe che morto. And he had almost killed me, I declare. Dio! se v’avessi chiesto di vernaccia, “Good Lord, if I had asked for vernage-wine!” Diss’io solamente per lui provare, Said I; for if he’d spit into my face Sì mi volesse sputar in la faccia. I wished to see for reasons of my own. Poi m’è detto, ch’io nol debbo odiare: Now say that I mayn’t hate this plague of mine! Ma chi sapesse bene ogni sua traccia, Why, if you knew what I know of his ways, Direbbe, il cor gli dovresti mangiare. You’d tell me that I ought to knock him down. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’originale è articolato in una sintassi chiara e lineare, mentre il lessico, forte e triviale, comunica sentimenti di odio e disprezzo (cfr. 1, 11, 12, 14). La traduzione ammette alcune varianti linguistiche: Buradeo (3), che nella leggenda medievale incarnava un uomo condannato a vivere in eterno per un’offesa arrecata a Cristo (perciò simbolo di longevità), cambia nel nome di Methusalem (uno dei patriarchi dell’Antico Testamento, la cui età si aggirava intorno ai 969 anni). Il vino raspeo, fatto con i raspi e pertanto di bassa qualità, perde le sue proprietà ricostituendosi nella definizione comune di wine. 2. con grandissimo dritto: che giustifica l’odio di Cecco verso il padre, si traduce in un impulso che dà pregio e non vergogna al figlio (to my praise, not to my shame). 11. provare: è dimostrato con le ragioni proprie del poeta – for reasons of my own –. 14. direbbe, il cor gli dovresti mangiare: Rossetti elude il motivo del «cuore mangiato», ricorrendo soltanto all’infinito to knock down (‘abbattere’) correlato anch’esso all’ipotesi del poeta che dovrebbe colpire brutalmente suo padre. 369 S’io fossi fuoco arderei lo mondo, If I were fire, I’d burn the world away; S’io fossi vento lo tempesterei, If I were wind, I’d turn my storms thereon; Se fossi acqua io l’annegherei, If I were water, I’d soon let it drown; Se fossi Dio mandereil in profondo. If I were God, I’d sink it from the day; Se fossi Papa sarei a lor giocondo, If I were Pope, I’d never feel quite gay Che tutti i Cristiani imbrigherei, Until there was no peace beneath the sun; Se fossi Imperador, sai, che farei? If I were Emperor, what would I have done? – A tutti mozzerei lo capo a tondo. I’d lop men’s heads all round in my own way. Se fossi Morte anderei da mio padre, If I were Death, I’d look my father up; Se fossi Vita fuggirei da lui, If I were life, I’d run away from him; E similmente faria da mia madre And treat my mother to like calls and runs. Se fossi Cecco, com’io sono e fui, If I were Cecco (and that’s all my hope), Torrei le donne più belle e leggiadre, I’d pick the nicest girls to suit my whim, E zoppe e laide lascerei altrui. And other folk should get the ugly ones. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La parodia è subito dimostrata dalla struttura anaforica dei versi, che si ricrea ogni volta nella forma ipotetica s’io fossi e dal genere del plazer, con cui il poeta enumera una serie di cose piacevoli. In linea con l’originale il traduttore apre la sua versione elecando gli elementi naturali secondo una precisa gerarchia fisico-cosmologica, che trova riscontro nell’ordine decrescente degli stati del mondo terreno e ultraterreno (Dio – God –, Papa – Pope –, Imperatore – Emperor –). L’impiego dei condizionali non fa difetto nel testo inglese, dove la funzione ottativa viene svolta dalle forme would + verbo inf. 4. se fossi Dio mandereil in profondo: per litote, è modulato nella volontà di nascondere il mondo dalla luce del giorno (… I’d sink it from the day). 6. che tutti i Cristiani imbrigherei: al contrario, si traduce in un ideale di pace: until there was no peace beneath the sun. Una scelta traduttiva che riconduce all’animo sensibile di Rossetti, e alla sua fede cristiana. 12. (and that’s all my hope): riflette il pensiero del poeta, la cui speranza è riposta giusto nella sua persona. Nell’originale resta comunque una certezza: se fossi Cecco, com’io sono e fui. 14. zoppe e laide: sono racchiuse in una voce organica – ugly (‘brutte’), che ritrae complessivamente il profilo non troppo piacevole di alcune donne… 370 A cosa fatta già non val pentere, For a thing done, repentance is no good, Nè dicer poi, così vorrei aver fatto: Nor to say after, thus would I have done: Che sendo dietro poco può valere, In life, what’s left behind is vainly rued; Però s’avvezza l’uomo innanzi tratto. So let a man get used his heart to shun; E quando l’uomo comincia a cadere, For on his legs he hardly may be stood Se non torna in süo stato di ratto: Again, if once his fall be well begun. Perch’io non seppi tal via tenere, But to show wisdom’s what I never could; Che là onde mi prude, sì mi gratto. So where I itch I scratch now, and all’s one. Io son caduto, e non posso levarmi; I’m down, and cannot rise in any way; Non ho nel mondo parente sì stretto, For not a creature of my nearest kin Che mi porgesse man per sostentarmi. Would hold me out a hand that I could reach. Or non tenete a beffe questo detto, I pray you do not mock at what I say; Che così piaccia alla mia donna aitarmi, For so my love’s good grace may I not win Come non fu giammai sì ver sonetto. If ever sonnet held so true a speech! Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Nel testo italiano il verbo pentere (1), con metaplasmo di coniugazione, è convertito nel sost. repentance. Le rime ricche tratto (4), ratto (6), gratto (8) non hanno appositi equivalenti, ma sono comunque ricambiate da voci omofoniche: shun, begun, one. 6. in suo stato: è tradotto con on his legs (“in piedi”). 7. perch’io non seppi tal via tenere: l’incapacità del poeta riguarda la saggezza ch’egli non ha saputo dimostrare – to show wisdom’s what I never could –. 13. che così piaccia alla mia donna aitarmi: prosegue lasciando intendere ch’è impossibile conquistare la buona grazia della donna if ever sonnet held so true a speech (“giammai sonetto trattenga una sì vera favella!”). 371 Qual’è senza denari inamorato, Whoever without money is in love Faccia le force, e appicchisi se stesso: Had better build a gallows and go hang, Che ‘l non muore una volta, ma più spesso, He dies not once, but oftener feels the pang Chi non fa quel, che da ciel fu cacciato. Than he who was cast down from Heaven above, Ma certo credo per lo mio peccato, And certes, for my sins it’s plain enough, Se v’è nel mondo Amore, io son desso, If Love’s alive on earth, that he’s myself, E non avrei sol da pagare un pesso, Who would not be so cursed with want of pelf S’altri di me si fosse reclamato. If others paid my proper dues thereof. Qual’è la ragion perch’io non m’appicco? Then why am I not hanged by my own hands? Un pensiero, che molto mi par vano: I answer: for this empty narrow chink Ch’io ho un padre vecchio, e molto ricco: Of hope; - that I’ve a father old and rich, Che attendo pur, che muora a mano a mano, And that if once he dies I’ll get his lands; E dee morir quando lo mar sia sicco: And die he must, when the seas dry, I think. Fallo Dio per mio strazio essere sano. Meanwhile God keeps him whole and me i’ the ditch. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La coerenza strutturale della I e II quartina risponde alla necessità di accordare la condizione generale dell’innamorato povero a quella particolare di Cecco, a sua volta innamorato e povero. La rottura si verifica al v. 9, qual è la ragion perch’io non m’appicco?: una frase interrogativa che fa da tramite alle due terzine in cui riecheggia messer Angiolieri, padre vecchio e molto ricco. In traduzione vengono riedificati i motivi del sonetto angiolieresco: dalla simmetria degli elementi all’interno del periodo, allo spirito arguto del discorso, e al pensiero vano del poeta echeggiante nel paradosso del padre che deve morire quando lo mar sia secco. 7. l’arcaismo pesso è ricalcato sull’inglese pelf (‘danaro’), anch’esso di origine antica e letteraria. 8. s’altri di me si fosse reclamato: acquista una tonalità irriverente e villana: if others paid my proper dues thereof (“s’altri pagassero quello che mi spetta”). 12. che attendo pur, che muora a mano a mano: nel verso inglese Cecco auspica la morte del padre, se non altro per ricaverne subito ricchezze – and that if once he dies I’ll get his lands –. 372 La povertà m’ha sì disamorato, I am so out of love through poverty Che s’i’ scontro mia donna nella via, That if I see my mistress in the street I’ non la riconosco in fede mia, I hardly can be certain whom I meet, E ‘l nome ho quasi già dimenticato. And of her name do scarce remember me. Da l’altra parte m’ha il cuor sì ghiacciato, Also my courage it has made to be Che se mi fosse fatto villania So cold, that if I suffered some foul cheat, Dal più agevol villanel che sia, Even from the meanest wretch that one could beat, Di me non avrebbon, se non è il peccato. Save for the sin I think he should go free. Ancor m’ha fatto via più sozzo giuoco. Ay, and it plays me a still nastier trick; Che tal solea usar meco a diletto, For, meeting some who erewhile with me took Che s’io, pur miri, sì gli paio un fuoco: Delight, I seem to them a roaring fire. Ond’io vo’ questo motto aver per ditto; So here’s a truth whereat I need not stick; - Che se si avesse far paggio di cuoco, That if one could turn scullion to a cook, Dovrebbel far per non viverci bretto. It were a thing to which one might aspire. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nei versi italiani il linguaggio proverbioso si svolge in una insistente monotonia di toni. L’analoga costruzione sintattica delle quartine e delle terzine rivela il fine moralistico del sonetto (Marti). La povertà, soggetto principale, rientra in una proposizione causale: through poverty. Nel testo inglese la predominanza di parole con suoni consonantici in –t e –k scandisce in leggeri battiti la trattazione sugli effetti di povertà. 11. l’agg. roaring specifica le proprietà del fuoco, ch’è giusto ‘scoppiettante’. 12. ond’io vo’ questo motto aver per ditto: è riconosciuto nella verità cui resta attaccato il poeta – so here’s a truth whereat I need not stick – 14. dovrebbel far per non viverci bretto: cioè in modo miserabile; comprensibile nella moderna spiegazione del traduttore: it were a thing to which one might aspire (“sarebbe una cosa auspicabile” – s’intende –, passare da sguattero a cuoco). 373 Morte, mercè, sì ti priego, e m’è in grato Gramercy, Death, as you’ve my love to win, Che tu prendi un partito comunale; Just be impartial in your next assault; O s’io non l’ho per bene e non per male, And that you may not find yourself in fault, Purchè tu prenda, faci tu diviato: Whate’er you do, be quick now and begin. Tante volte sia io manganeggiato, As oft may I be pounded flat and thin Quant’ha Grosseto granella di sale: As in Grosseto there are grains of salt, Il partito ch’io ti do sì è cotale, If now to kill us both you be not call’d, - Che tu uccida me e lo ‘ncoiato. Both me and him who sticks so in his skin. Che se t’uccidi me, i’ non n’ho bene; Or better still, look here; for if I’m slain E vedi, morte, ch’oro non guadagno; Alone, - his wealth, it’s true, I’ll never have, Che morte è vita all’uom che vive in pene. Yet death is life to one who lives in pain: Ma se t’uccidi il ladro di Salvagno, But if you only kill Saldagno’s knave, Or vedi, morte, che me n’addiviene; I’m left in Siena (don’t you see your gain?) Ch’i’ starò in Siena come i ricchi al bagno. Like a rich man who’s made a galley-slave. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Mercè, unitamente alla cong. che (2), ha come significato “Morte, ti chiedo la grazia di”. Nel verso inglese la locuzione ellittica è accolta nella voce obsoleta gramercy, con valore di “ti ringrazio”. 2. partito comunale: l’invito a prendere una risoluzione comune si traduce nella forma imperativa just be impartial – “sii giusto imparziale” –. 3-4. o s’io non l’ho per bene e non per male / purché tu prenda, faci tu deviato: Rossetti supera le difficoltà allontanandosi dall’originale. Egli afferma che la morte, per quanto possa agire nel bene o nel male, rinuncia a biasimare se stessa assecondando la sua volontà: and that you may not find yourself in fault / whate’er you do… 8. ‘ncoiato: è parafrasato in him who sticks so in his skin (“colui che resiste nella sua pelle”). 374 Io vorre’ ‘nanzi grazia ritornare I would like better in the grace to be Di quella donna che m’ha ‘n signoria, Of the dear mistress whom I bear in mind Com’io fu’ già, ch’ i’ non vorrei trovare (As once I was) that I should like to find Un fiume che menass’or tuttavia. A stream that washed up gold continually: Che non è cuor, che potessi pensare Because no language could report of me Quanta allegrezza sarebbe la mia. The joys that round my heart would then be twin’d, E or sanza ‘l suo amor mi pare stare Who now, without her love, do seem resign’d Come colui, ch’alla morte s’avvìa. To death that bends my life to its decree. Avvegna ched e’ m’è ben investito, And one thing makes the matter still more sad: Ch’io medesmo la colpa i’ me n’abbo, For all the while I know the fault’s my own, Po’ ch’i’ non fo vendetta del marito; That on her husband I take no revenge, Che le fa peggio ch’a me non fa ‘l babbo: Who’s worse to her than is to me my dad. Perch’io dolente son sì ‘mpoverito, God send grief has not pulled my courage down, Ch’udendo ‘l dir, sì me ne rido e gabbo. That hearing this I laugh; for it seems strange. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE L’iperbole angiolieresca che menass’òr tuttavia (4) è adattata a that washed up gold continually, per la quale l’avv. continually designa opportunatamente il significato di tuttavia. Nei versi italiani si osserva il parallelismo tra or (‘oro’, 4), cuor (5), or (‘adesso’) e amor (7), quindi la rima interna pare:stare (7). Il traduttore elude gli artifici linguistici del testo italiano, mostrando comunque un linguaggio lucido e coerente. 2. il motivo della donna che ha in signoria il poeta è trasferito nella visione topica dell’amata scolpita nella mente dell’innamorato: of the dear mistress whom I bear in mind. 6. quanta allegrezza sarebbe la mia: stimolante la traduzione rossettiana, dove the joys that round my heart would then be twin’d (“le gioie si sarebbero poi attorcigliate intorno al mio cuore”). 8. come colui, ch’alla morte s’avvia: Rossetti vuole dimostrare il carattere fermo e imperturbabile della morte, che piega la vita del poeta ai suoi comandi – to death that bends my life to its decree –. 13. perch’io dolente son sì ‘mpoverito: viene destituito del senso originale, e perciò tradotto in un’espressione dove domina la figura di Dio: God send grief has not pulled my courage down (“Dio manda il dolore che non ha abbattuto il mio coraggio”). Specialmente per le rime dell’Angiolieri il poeta inglese non riesce a colmare quei scatti improvvisi e giocosi, perciò complica e inserisce a piacere frasi o parole nuove. 375 Non si disperin quelli dello ‘nferno, Let not the inhabitants of Hell despair, Po’ che n’è uscito un che v’era chiavato, For one’s got out who seemed to be locked in; Che vi credea stare in sempiterno, And Cecco’s the poor devil that I mean, Il quale è Cecco, ch’è così chiamato. Who thought for ever and ever to be there. Ma in tal guise è rivolto il quaderno, But the leaf’s turned at last, and I declare Che sempre viverò glorificato, That now my state of glory doth begin: Po’ che messer Angiolieri è scoiato, For Messer Angiolieri’s slipped his skin, Che m’affliggea si state e di verno. Who plagued me, summer and winter, many a year. Muovi, nuovo sonetto, e vanne a Cecco, Make haste to Cecco, Sonnet, with a will, A quel che più dimora a la badia: To him who no more at the Abbey dwells; Digli che frate Arrigo è mezzo secco. Tell him that Brother Henry’s half dried up. Che non si dia nulla maninconia, He’ll never more be down-at-mouth, but fill Ma di tal cibo imbecchi lo suo becco, His beak at his own beck, till his life swells Che viverà più ch’Enoc e ch’Elia. To more than Enoch’s or Elijah’s scope. Testo italiano: ABAB ABAB CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Testo comico nella forma del vituperio, con particolari suggestioni moralistiche. Il senso figurato del v. 5, ma in tal guise è rivolto il quaderno, è riportato in traduzione ne the leaf’s turned at last (“la pagina è rivolta alla fine”), per dire che è avvenuto un mutamento di fortuna. Le voci aferesate state e verno (8), impiegate nel dialetto senese, sono tradotte normalmente nei comuni summer e winter. Il sost. malinconia (12), nella forma dissimilata popolare toscana, è reso con l’agg. down-at-mouth (‘depresso’). Il battibecco linguistico al v. 13, imbecchi lo suo becco, si ripete letteralmente nell’inglese his beak at his own beck (interpretabile fig. con “il suo becco a ogni suo ordine”). 3. il traduttore descrive Cecco con un epiteto, the poor devil, il “povero diavolo” dell’inferno. 11. frate Arrigo o Fortarrigo? Il sonetto pare sia diretto a un certo Cecco di Messer Fortarrigo. Nella versione è attestato Henry, scelto forse per omofonia all’originale. 14. Enoc e Elia: i due profeti della Bibbia chiamati al Cielo prima ancora di morire, e per questo divenuti immortali. 376 Chi dice del suo Padre altro, che onore Who utters of his father aught but praise, La lingua gli dovrebbe esser tagliata, ‘Twere well to cut his tongue out of his mouth; Perchè son sette le mortal peccata, Because the Deadly Sins are seven, yet doth Ma infra l’altre quello è lo maggiore. No one provoke such ire as this must raise. S’io fossi prete, o pur frate minore, Were I a priest, or monk in anyways, Al Papa fora la mia prima andata, Unto the Pope my first respects were paid, E direi; Padre Santo, una crociata Saying, “Holy Father, let a just crusade Si faccia in dosso a chi lor fa disnore. Scourge each man who his sire’s good name gainsays.” E s’alcuo fosse per lo suo peccato, And if by chance a handful of such rogues Che in quello stallo gli venisse a mani, At any time should come into our clutch, Vorrei che fosse cotto, e poi mangiato. I’d have them cooked and eaten then and there, Dagli uomini nò, ma da’ lupi, e cani, If not by men, at least by wolves and dogs. Dio mel perdoni, ch’io non ho già usato The Lord forgive me! for I fear me much Motti non bei, ma rustici, e villani. Some words of mine were rather foul than fair. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il linguaggio iperbolico si fonde in un composto di sagacia e comicità. La I quartina inizia con un tema sospeso e accolto altresì nei versi inglesi (who utters of his father aught but praise / ‘twere well to cut his tongue out of his mouth), che rafforzano la sentenza epigrammatica di Cecco rivolta a chi oltraggia il padre. La quartina successiva riprende una formula rituale dei sonetti angioliereschi: s’io fossi… (passata all’inglese were I). Nella conclusione esce fuori il carattere offensivo del testo, che allontana il lettore da qualsiasi analisi morale e psicologica. Rossetti mantiene le caratteristiche della fonte rinnovando con una frase comparativa – some words of mine were rather foul than fair – la scelta stilistica del poeta, che fa uso di parole rustiche e villane. 6. al papa fora la mia prima andata: il senso dell’andata si riforma nel sost. respects, gli ‘omaggi’ che il poeta renderebbe al Papa qualora fosse prete o frate. 9-10. e s’alcuo fosse per lo suo peccato / che in quello stallo gli venisse a mano: sono raccolti nella manica di bricconi che in qualsiasi momento potrebbero cadere nelle “sgrinfie”: … a handful of such rogues / at any time should come into our clutch. 377 (a Dante Alighieri) Dante Alighier, s’io son buon begolardo, Dante Alighieri, If I jest and lie, Tu me ne tien ben la lancia alle reni; You in such lists might run a tilt with me: S’io pranzo con altrui, e tu vi ceni; I get my dinner, you your supper, free; S’io mordo il grasso, e tu vi succi il lardo; And if I bite the fat, you suck the fry; S’io cimo il panno, e tu vi freghi il cardo; I shear the cloth and you the teasel ply; S’io gentilesco, e tu miser t’avvieni; If I’ve a strut, who’s prouder than you are? S’io son sboccato, e tu poco t’affreni; If I’m a foul-mouthed, you’re not particular; S’io son fatto romano, e tu lombardo. And you’re turned Lombard, even if Roman I. Sicchè, laudato Dio, rimproverare So that, ‘ fore heaven! if either of us flings Può l’uno all’altro poco di noi due; Much dirt at the other, he must be a fool: Sventura e poco senno ce ‘ l fa fare. For lack of luck and wit we do these things. E se di tal matera vuoi dir piue Yet if you want more lessons at my school, Rispondi, Dante, ch’io t’avrò a mattare, Just say so, and you’ll find the next touch stings – Ch’io sono il pungiglione, e tu se ‘ l bue. For, Dante, I’m the goad and you’re the bull. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD Il traduttore sperimenta nella sua lingua la verve giocosa di Cecco, dimostrando l’adattamento della sua versione all’originale. La rima ricca begolardo:lardo (1, 4), e la corrispondenza tra cardo e lombardo (5, 8) non oltrepassano i limiti del testo italiano, per ciò Rossetti stabilisce nuovi legami rimici tra parole morfologicamente diverse (cfr. lie:fry e ply:I). L’assonanza dinner:supper (3) è un fenomeno isolato, giacché nell’originale rileviamo pranzo / ceni. Riguardo a lack:luck (11), essi sostituiscono sventura e poco senno. 1. begolardo: ‘ciarlatano’, passa ai verbi jest (‘burlo’) e lie (‘racconto bugie’). 6. s’io gentilesco, e tu miser t’avvieni: nel primo caso assume a strut, “un atteggiamento impettito”, e poco dopo prouder, “più superbo”. 7. il lemma particolar (‘non scrupoloso’) si adatta all’originale tu poco t’affreni, che sottintende un uso volgare della lingua. 8. l’inversione dei periodi, and you’re turned Lombard, even if Roman I, è finalizzata al mantenimento della rima. 10. può l’uno all’altro poco di noi due: è tradotto nell’ipotesi che if either of us flings / much dirt at the other, he must be fool (“se uno di noi getta fango sull’altro, dev’essere matto”). 13. l’inf. mattare, assunto generalmente nel gioco degli scacchi, ha come equivalente il sost. touch stings, che ripropone il ‘tocco pungente’ ricevuto dal nemico nel corso di una partita. 378 Guido Orlandi Color di cener fatti son li bianchi, Now of the hue of ashes are the Whites; E vanno seguitando la natura And they go following now after the kind Degli animali che si noman granchi, Of creatures we call crabs, which, as some find, Che pur di notte prendon lor pastura; Will only seek their natural food o’ nights. Di giorno stanno ascosi, e non son franchi, All day they hide; their flesh has such sore frights E sempre della morte hanno paura; Lest Death be come for them on every wind, Dello Leon per tema non li abbranchi, Lest now the Lion’s wrath be so inclined Che non perdano omai la forfattura: That they may never set their sin to rights. Che furon guelfi, ed or son ghibellini, Guelf were they once, and now are Ghibelline: Da ora innanti sian detti ribelli, Nothing but rebels henceforth be they named, - Nemici del comun come gli Uberti. State-foes, as are the Uberti, every one. Così il nome dei bianchi si declini Behold, against the Whites all men must sign Per tal sentenza, che non vi si appelli, Some judgment whence no pardon can be claim’d Salvo che a san Giovanni sieno offerti. Excepting they were offered to Saint John. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La ricchezza linguistica del discorso ha origine primariamente dalle rime ricche bianchi (1), granchi (3), franchi (5), abbranchi (7). La traduzione fissa invece nei rimanti A, Whites (1), nights (4), frights (5), rights (8), il suono clamoroso della fricativa dentale. L’avverbio temporale now (1), ripetuto nella seconda metà del v. 2, evidenzia lo stato attuale dei bianchi (procedimento identico ai vv. 7 e 9). 5. di giorno stanno ascosi, e non son franchi: la personalità incerta e poco audace dei Bianchi è raffigurata nell’immagine vivida e fattuale delle carni, che tremano per la paura: their flesh has such sore frights. 6. il traduttore amplifica il discorso introducendo on every wind (“con vento favorevole”), che accompagna la Morte verso il popolo dei Ghibellini. 8. forfattura: ‘trasgressione’; la modernizzazione dell’arcaismo italiano ribadisce il concetto per cui they may never set their sin to rights (“non possono correggere il loro peccato”). 379 Lapo Gianni Amor, eo chero mia donna in domino, Love, I demand to have my lady in fee. L’Arno balsam fino, Fine balm let Arno be; Le mura di Fiorenza inargentate, The walls of Florence all of silver rear’d, Le rughe di Cristallo lastricate, And crystal pavements in the public way. Fortezze alte merlate, With castles make me fear’d, Mio fedel fosse ciaschedun Latino, Till every Latin soul have owned my sway. Il mondo in pace, securo ‘l camino, Be the world peaceful; safe throughout each path; Non mi noccia vicino, No neighbour to breed wrath; E l’aira temperate verno e state, The air, summer and winter, temperate. Mille donne e donzelle adornate, A thousand dames and damsels richly clad Sempre d’amor pregiate, Upon my choice to wait, Meco cantasser la sera e ‘l mattino, Singing by day and night to make me glad. E giardin fruttuosi di gran giro Let me have fruitful gardens of great girth, Con grande uccellagione, Filled with the strife of birds, Pien di condutti d’acqua e cacciagione, With water-springs, and beasts that house i’ the earth. Bel mi trovasse come fu Absalone, Let me seem Solomon for lore of words, Sansone pareggiasse e Salamone, Samson for strength, for beauty Absalom. Servaggi di Barone, Knights as my serfs be given; Sonar viole, chitarre, e canzone, And as I will, let music go and come; Poscia dover entrar nel Cielo empiro, Till at the last thou bring me into Heaven. Giovene, sana, allegra, e secura Fosse mia vita, finchè ‘l modo dura. Testo italiano: sonetto doppio con settenari; caudato, e con schema AaBBbA AaBBbA CdDD DdDC EE Testo inglese: decasillabi e senari, con schema AaBAbA AaBAbA CdCD EfEF Omettendo il distico finale a rima baciata, Rossetti esclude dunque aprioristicamente la possibilità che la vita del poeta fosse giovene, sana, allegra, e secura […] finchè ‘l modo dura. Per i participi in rima (e con valore attributivo) inargentate (3) / lastricate (4), il traduttore ricorre nel primo caso a all of silver rear’d (“costruite tutte in argento”) e in quello successivo a crystal pavements in the public way (“pavimenti di cristallo sulla via pubblica”). 6. mio fedel fosse ciaschedun Latino: nel verso inglese il presupposto di fedeltà sta nell’accettazione di un potere superiore – till every Latin soul have owned my sway –. 16. Solomon: sostituisce la figura biblica di Absalone, e si distingue per la sua grande saggezza e sapienza. 19. sonar viole, chitarre, e canzone: il concerto musicale ha come esito linguistico music, la ‘musica’ che va e viene secondo la volontà del poeta (… as I will…). 380 Ballata, poi che ti compose Amore Ballad, since Love himself hath fashioned thee Nella mia mente, ove fa residenza, Within my mind where he doth make abode, Girai a quella, che somma piacenza Hie thee to her who through mine eyes bestow’d Mi saettò per gli occhi dentro al core. Her blessing on my heart, which stays with me. Poi se’ nata d’Amore, ancella nuova Since thou wast born a handmaiden of Love, D’ogni virtù dovresti esser ornata, With every grace thou shouldst be perfected, Dovunque vai, dolce, savia, ed intesa: And everywhere seem gentle, wise, and sweet. La tua vista ne fa perfetta fede; And for that thine aspect gives sign thereof, Però dir non ti compio l’imbasciata, I do not tell thee, “Thus much must be said”: - Che spero sei del mio ‘ntelletto appresa. Hoping, if thou inheritest my wit, Se tu la vedi nel suo viso accesa, And com’st on her when speech may ill befit, Non dicer motto, se fosse adirata; That thou wilt say no words of any kind: Ma quando la vedrai umiliata, But when her ear is graciously inclin’d, Parla soave senz’alcun timore. Address her without dread submissively. Quando cortesemente avrai parlato Afterward, when thy courteous speech is done, Con bello inchino e con dolce salute (Ended with fair obeisance and salute Alla serena fronte di beltate, To that chief forehead of serenest good), Apprendi suo responso angelicato, Wait thou the answer which, in heavenly tone, Che muove lingua di gentil virtute, Shall haply stir between her lips, nigh mute Vestuta manto di soavitate. For gentleness and virtuous womanhood. Se l’è in piacer d’avermi in podestate, And mark that, if my homage please her mood, Non fia suo viso colorato in grana; No rose shall be incarnate in her cheek, Mi fia negli occhi suoi umile e piana, But her soft eyes shall seem subdued and meek, E pallidetta quasi nel colore. And almost pale her face for delicacy. Appresso che lo tuo dire amoroso For, when at last thine amorous discourse Prenderà la sua mente con paura Shall have possessed her spirit with that fear Del pensoso membrar che Amor le dona, Of thoughtful recollection which in love Dirai com’io son sempre disioso Comes first, - then say thou that my heart implores Di far li suoi piaceri oltre misura, Only without an end to honour her, Mentre la vita mia non m’abbandona. Till by God’s will my living soul remove: D’, ch’Amor meco sovente ragiona That I take counsel oftentimes with Love; Che fu principio d’esta benvoglienza, For he first made my hope thus strong and rife, Quei che la mente e ‘l core e mia potenza Through whom my heart, my mind, and all my life, Ha messo in signoria del suo valore. Are given in bondage to her seigniory. Tu vedrai la nobile accoglienza The shalt thou find the blessed refuge girt Nel cerchio delle braccia, ove pietade I’ the circle of her arms, where pity and grace Ripara con la gentilezza umana, Have sojourn, with all human excellence: E vederai, maraviglia sovrana, Then shalt thou feel her gentleness exert Com’en formate angeliche bellezze, Its rule (unless, alack! she deem thee base): E di nuovi miracoli adornezze, Then shalt thou know her sweet intelligence: Onde Amor tragge l’altezza d’onore. Then shalt thou see – O marvel most intense! 381 Muovi, Ballata, senza far sentore, What thing the beauty of the angel is, E prenderai l’amoroso cammino: And what are the miraculous harmonies Quando sei giunta, parla a capo chino: Whereon Love rears the heights of sovereignty. Non mi donar di gelosia errore. Move, Ballad, so that none take note of thee, Until thou set thy footsteps in Love’s road. Having arrived, speak with thy visage bow’d, And bring no false doubt back, or jealousy. Testo italiano: endecasillabi, con schema XZZX ABC ABC CDDX Testo inglese: decasillabi, con schema XZZX ABC ABC CDDX Rossetti ammette lo schema rimico italiano, promuovendo la lessicalizzazione del sentimento amoroso e dei suoi effetti. 3. saettò: la proprietà immaginativa del verbo è mitigata nell’equivalente bestow’d (‘concesse’), cui fa seguito uno stato di blessing (‘benedizione’) e non esattamente di somma piacenza. 9. a l’imbasciata risponde una costruzione parafrastica: thus much must be said (“pertanto molto deve essere detto”). 11. se tu la vedi nel suo viso accesa: l’ipotesi che la ballata possa andare incontro all’ira della donna cambia in una frase temporale, when speech may ill befit (“quando il parlare può essere avverso”), il cui lessico appare difforme dall’originale. 13. ma quando la vedrai umiliata: l’equivalente, when her ear is graciously inclin’d, rappresenta uno degli esempi più suggestivi di linguaggio figurato. In questo caso evoca la posizione inclinata della donna, che mostra a sua volta umiltà e tenerezza. 20. il sost. womanhood conviene all’italiano soavitate, ch’è appunto una qualità propria dell’essere donna. 24. pallidetta: il sost. delicacy, in armonia con l’agg. pale, definisce il colore delicato della carnagione femminile. 30. mentre la vita mia non m’abbandona: si traduce in una espressione squisitamente rossettiana: by God’s will (“se Dio vuole”). 32. la benvoglienza, intesa come ‘buona disposizione d’animo’, è resa con un sentimento forte e pieno di speranza – for he first made my hope thus strong and rife –. 37. gentilezza umana: si prefigura in human excellence, la moltitudine di pregi della natura umana. 38-40. then shalt thou feel her gentleness exert / its rule (unless, alack! she deem thee base): / then shalt thou know her sweet intelligence [“poi sentirai gentilezza esercitare / il suo dominio (a meno che, ahimè! ti giudichi spregevole): / poi conoscerai la sua dolce intelligenza”]: sono segni aggiuntivi del traduttore. 382 Dino Frescobaldi Questa è la giovinetta, ch’Amor guida, This is the damsel by whom love is brought Ch’entra per gli occhi a ciascun che la vede; To enter at his eyes that looks on her; Questa è la donna piena di mercede, This is the righteous maid, the comforter, In cui ogni virtù bella si fida. Whom every virtue honours unbesought. Vienle dinanzi Amor, che par che rida, Love, journeying with her, unto smiles is wrought, Mostrando il gran valor dov’ella siede; Showing the glory which surrounds her there; E quando giunge ove umiltà la chiede, Who, when a lowly heart prefers its prayer, Par che di lei ogni vizio s’uccida. Can make that its transgression come to nought. E quando a salutare Amor la induce, And, when she giveth greeting, by Love’s rule, Onestamente gli occhi move alquanto, With sweet reserve she somewhat lifts her eyes, Che danno quel disio che ci favella. Bestowing that desire which speaks to us. Sol dov’è nobiltà gira sua luce, Alone on what is noble looks she thus, Il suo contrario fuggendo altrettanto, Its opposite rejecting in like wise, Questa pietosa giovinetta bella. This pitiful young maiden beautiful. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE EDC La forma attiva questa è la giovinetta, ch’Amor guida (1) cambia in quella passiva, this is the damsel by whom love is brought. S’intende comunque “questa è la fanciulla che Amore porta con sé”. 3. questa è la donna piena di mercede: nel verso inglese la giovane donna è, al modo dello Spirito Santo, the comforter, ‘consolatrice’. 7. e quando giunge ove umiltà la chiede: ha come varianti lessicali a lowly heart (“un cuore umile”) e its prayer (“la sua preghiera”). 10. l’avv. onestamente è tradotto nella locuzione sweet reserve (“dolce riserbo”); per l’italiano move entra in azione l’equivalente lifts, che indica il movimento degli occhi verso il cielo. 383 Quest’ultima stella, che si vede, That star the highest seen in heaven’s expanse Col suo bel lume mai non m’abbandona. Not yet forsakes me with its lovely light: Costei mi diè chi del suo ciel mi dona It gave me her who from her heaven’s pure height Quanto di grazia il mio intelletto chiede. Gives all the grace mine intellect demands. E ‘l nuovo dardo, che in questa man siede, Thence a new arrow of strength is in my hands Porta dolcezza a chi di me ragiona, Which bears good will whereso it may alight; In altra guise morsa, che persona So barbed, that no man’s body or soul its flight Non fedì mai, nè fedirà, nè fiede. Has wounded yet, nor shall wound any man’s. Perchè mercè aver così mi piace Glad am I therefore that her grace should fall Con questa nuova leggiadria ch’io porto, Not otherwise than thus; whose rich increase Dove mai crudeltà neuna giace. Is such a power as evil cannot dim. Entro quel punto ogni vizio fu morto, My sins within an instant perished all Ch’io tolsi lume di cotanta pace: When I inhaled the light of so much peace. Ed Amor sa; chè io nel feci accorto. And this Love knows; for I have told it him. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nell’originale riconosciamo alcuni topoi della poesia cortese e medievale: la stella, il cui bel lume non abbandona mai il poeta, e il dardo, che porta dolcezza a chi ragiona dell’amante. Il traduttore ricrea il contesto lirico italiano imprimendo nella sua lingua voci poetiche e letterarie (cfr. heaven’s expanse, 1; heaven’s pure height, 3; ecc.). Il bel lume della donna (2), tradotto nell’inglese lovely light, torna senza attributo al v. 13 e anche nella versione dov’è attestato il sost. light. Una scelta che nulla toglie al valore della luce, da cui s’irradia cotanta pace. La corsa dei verbi con negazione, non fedì mai, nè fedirà, né fiede (8), è interrotta da un segmento bimembro, in cui si giustappongono passato – wounded – e futuro – shall wound –. 1. la stella che si vede sta nella “distesa del paradiso” – heaven’s expanse –. 13. ch’io tolsi lume di cotanta pace: in traduzione il verbo inhaled spinge l’italiano tolsi nella dimensione sensoriale: “quando respirai il lume di cotanta pace”. 384 Giotto Dipintore Molti son que’ che lodan povertade, Many there are, praisers of poverty; E ta’ dicon che fa stato perfetto, The which as man’s best state is register’d S’egli è approvato e eletto; When by free choice preferr’d, Quello osservando, nulla cosa avendo. With strict observance having nothing here. A ciò inducon certa autoritade, For this they find certain authority Che l’osservar sarebbe troppo stretto; Wrought of an over-nice interpreting. E pigliando quel ditto, Now as concerns such thing, Duro estremo mi par, s’ i’ ben comprendo; A hard extreme it doth to me appear, E però no ‘l commendo Which to commend I fear, Che rade volte stremo è senza vizio; For seldom are extremes without some vice. E a ben far difizio Let every edifice, Si vuol sì proveder dal fondamento, Of work or word, secure foundation find; Che per crollar di vento, Against the potent wind, O d’altra cosa, così ben si regga, And all things perilous, so well prepar’d Che non convenga poi si ricorregga. That it need no correction afterward. Di quella povertà ch’è contro a voglia Of poverty which is against the will, Non è da dubitar ch’è tutta ria, It never can be doubted that therein Che di peccar è via, Lies broad the way to sin. Facendo ispesso a giudici far fallo; For oftentimes it makes the judge unjust; E d’onor donne e damigelle spoglia; In dames and damsels doth their honour kill; E fa far furto, forza e villania; And begets violence and villanies, E ispesso usar bugia, And theft and wicked lies, E ciascun priva d’onorato istallo: And casts a good man from his fellows’ trust. E in piccolo intervallo, And for a little dust Mancando roba, par che manchi senno, Of gold that lacks, wit seems a lacking too. S’avesse rotto Brenno If once the coat give view O qualvuolsia, che povertà lo giunga, Of the real back, farewell all dignity. Tosto ciascun fa punga Each therefore strives that he Di non voler che incontro gli si faccia, Should by no means admit her to his sight, Che pur pensando già si turba in faccia. Who, only thought on, makes his face turn white. Di quella povertà, ch’eletta pare, Of poverty which seems by choice elect, Si può veder per chiara esperienza I may pronounce from plain experience, - Che senza usar fallenza Not of mine own pretence, - S’osserva o no, non sì come si conta; That ‘tis observed or unobserved at will. E l’osservanza non è da lodare, Nor its observance asks our full respect: Perchè discrezion nè conoscenza, For no discernment, nor integrity, O alcuna valenza Nor lore of life, nor plea Di costume o virtudi le s’affronta. Of virtue, can her cold regard instil. Certo parmi grand’onta I call it shame and ill Chiamar virtute quel che spegne il bene; To name as virtue that which stifles good. 385 E molto mal s’avviene I call it grossly rude, Cosa bestial preporre alle virtute On a thing bestial to make consequent Le qua’ donan salute; Virtue’s inspired advent Ad ogni savio intendimento accetta: To understanding hearts acceptable: E chi più vale, in ciò più si diletta. Fo the most wise most love with her to dwell. Tu potresti qui fare un argomento: Here may’st thou find some issue of demur: Il Signor nostro molto la commenda. For lo! our Lord commendeth poverty. Guarda che ben l’intenda, Nay, what His meaning be Che sue parole son molto profonde, Search well: His words are wonderfully deep, E talor hanno doppio intendimento, Oft doubly sensed, asking interpreter. E vuol che ‘l salutifero si prenda. The state for each most saving, is His will Però ‘l tuo viso sbenda, For each. Thine eyes unseal, E guarda ‘l ver che dentro vi s’asconde; And look within, the immost truth to reap. Tu vedrai che risponde Behold what concord keep La sua parola alla sua santa vita, His holy words with His most holy life. Ch’è podestà compita In Him the power was rife Di sovvenir altrui a tempo e loco; Which to all things apportions time and place. Che però ‘l suo aver poco On earth He chose such case; Si fu per noi scamper dall’avarizia, And why? ‘Twas His to point a higher life. E non per darci via d’usar malizia. But here, on earth, our senses show us still Noi veggiam pur col senso molto spesso How they who preach this thing are least at peace, Chi più tal vita loda manca in pace, And evermore increase E sempre studia e face Much thought how from this thing they should escape. Come da essa si possa partire. For if one such a lofty station fill, Se onori o grande istato gli è concesso, He shall assert his strength like a wild wolf, Forte ‘l’ afferra, qual lupo rapace, Or daily mask himself E ben si contraface. Afresh, until his will be brought to shape; Pur che possa suo voler compire; Ay, and so wear the cape E sassi sì coprire, That direst wolf shall seem like sweetest lamb Che ‘l peggior lupo par miglior agnello, Beneath the constant sham. Sotto ‘l falso mantello: Hence, by their art, this doctrine plagues the world: Onde per tale ingegno è guasto ‘l mondo, And hence, till they be hurl’d Se tosto non va a fondo From where they sit in high hypocrisy, L’ipocrisia, che non lascia parte No corner of the world seems safe to me. Aver nel mondo, senza usar sua arte. Go, Song, to some sworn owls that we have known Canzon, va, e se trovi de’ giurguffi, And on their folly bring them to reflect: Mostrati lor, sì che tu li converti: But if they be stiff-neck’d, Se pure stessono erti, Belabor them until their heads are down. Sie gagliarda, che sotto li attuffi. 386 Testo italiano: endecasillabi e settenari, con schema ABbC ABbC cDd EeFF – ABbC Testo inglese: decasillabi e senari, con schema ABbC ABbC cDd EeFF – ABbA Giotto Dipintore, o Di Bondone com’è impresso nella traduzione rossettiana s’identifica con il pittore fiorentino (allievo di Cimabue) che fu elogiato dai conterranei Dante, Petrarca, e Boccaccio. I verbi osservando e osservar (4, 6) sono rielaborati nella duplice forma dei sostantivi observance e interpreting. Una piena corrispondenza con le voci italiane, per mediazione della lingua francese, si registra ai vv. 9-12: commendo, stremo, vizio, difizio, fondamento, passano infatti agli equivalenti commend, extremes, vice, edifice, foundation. La rima derivativa mancando / manchi (25) ritorna nella serie lacks / lacking. Le rime ricche intendimento (44, 49) e argomento (46) restano un tratto esclusivo dell’originale, così come la rima equivoca faccia:faccia (29, 39). In traduzione gli avverbi (grossly, 41; wonderfully, 49; doubly, 50; daily, 66) intensificano il senso delle parole all’interno del verso. 21-24. Rossetti preserva la struttura coordinativa del testo italiano, scegliendo un lessico conforme alle voci che designano il lato più villano e maligno dell’animo umano. 26. Brenno: forse riferito al capo dei Galli, manca nel verso inglese. Nondimeno, povertà è assunta in un mantello che scopre la schiena togliendo ogni dignità (if once the coat give view / of the real back, farewell all dignity). 35. e l’osservanza non è da lodare: per l’infinito con negazione lodare la scelta del traduttore poggia sulla frase asks our full rispect, che, anteceduta dalla cong. nor, esclude una richiesta di “pieno rispetto”. 58-60. sono tradotti nell’intervallo di due versi, sicché la traduzione s’arresta al v. 78 (uno in meno rispetto all’originale). 71. la metafora del falso mantello è disvelata nella precisa idea di falsità – constant shame –. Nel congedo di quattro versi Rossetti adatta la sua lingua alla gagliardia linguistica dell’originale, indicendo la superbia e la falsità di some sworn owls (“qualche gufo giurato”). 387 Simone dall’Antella Per quella via che l’altre forme vanno Along the road all shapes must travel by, Alla imagine mia repente corre How swiftly, to my thinking, now doth fare Quel pellegrin che edifica la torre That wanderer who built his watchtower there Dove venti con venti si disfanno. Where wind is torn with wind continually! E per partirsi da mondano affanno, Lo! from the world and its dull pain to fly, Quivi si pensa ‘l pellegrin riporre; Unto such pinnacle did he repair, E non s’avvede di colei che ‘l torre And of her presence was not made aware, Guata alla mente pace e darle danno. Whose face, that looks like Peace, is Death’s own lie. Ambizion nemica, che pur trai Alas, Ambition, thou his enemy, Questo folletto peregrin per via, Who lurest the poor wanderer on his way, Che dov’è sommo ben non giunge mai, But never bring’st him where his rest may be, - Abbandona costui, che si disvia O leave him now, for he is gone astray Da se per te, come pe’ sterpi assai Himself out of his very self through thee, Non puote andar com’e’ dove si sia, Till now the broken stems his feet betray, Che tal dinanzi, tal diretro ‘l piglia: And, caught with boughs before and boughs behind, E così colli sterpi s’accapiglia. Deep in thy tangled wood he sinks entwin’d. Testo italiano: sonetto prolungato di due versi a rima baciata, con schema ABBA ABBA CDC DCD FF Testo inglese: ABBA ABBA CDC DCD FF Simone Dall’Antella fa parte di una cerchia ristretta di poeti minori che consacrarono i loro versi a quegli eventi storici celati dietro misteri e leggende. Nel sonetto il poeta descrive gli ultimi giorni dell’Imperatore Enrico VII: una descrizione che, nei versi inglesi, risponde bene ai criteri estetici e rimici dell’originale. 3. quel pellegrin che edifica la torre: ne deriva una esegesi letterale, che acquista valore per l’assonanza tra wanderer e watchtower (rispettivamente ‘pellegrino’ e ‘torretta di guardia’). 8. pace e danno: sembrano personificarsi, con maiuscolo di riverenza, in Peace e Death. 11. sommo bene: ha come interpretazione quel bene agognato dal povero pellegrino, cioè la ‘quiete’ (vedi but never bring’st him where his rest may be). 15-16. la rima ricca piglia:accapiglia è controbilanciata dalla rima identica boughs:boughs, presente all’interno del verso 15 e funzionale alla visione del sovrano che resta impigliato tra i rami. 388 Giovanni Quirino (a Dante Alighieri) Lode di Dio e della Madre pura, Glory to God and to God’s Mother chaste, Amico caro, è ogni tuo lavoro; Dear friend, is all the labour of thy days: Fai come quel, che l’eternal tesoro Thou art as he who evermore uplays Nel temporal acquista, che non dura. That heavenly wealth which the worm cannot waste: Sicchè rendrai ‘l talento con usura, So shalt thou render back with interest Ch’è stato creato a te d’argento e d’oro; The precious talent given thee by God’s grace: Ma in numero mi mett’io di coloro, While I, for my part, follow in their ways Ch’en dati tutti alla mondana cura. Who by the cares of this world are possess’d. Chè come l’ombra della terra scuro For, as the shadow of the earth doth make Fa ‘l globo della luna, quando ‘l tole The moon’s globe dark, when so she is debarr’d Lo chiaro raggio ch’allumar lo suole, From the bright rays which lit her in the sky, - Così a distanza togliendomi il sole So now, since thou my sun didst me forsake, Ch’alluminava, mi fa tardo e duro, (Being distant from me), I grow dull and hard, Quasi animal del gregge d’Epicuro. Even as a beast of Epicurus’ sty. Testo italiano: ABBA ABBA CDD DCC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Con stile chiaro e ricercato il poeta rivolge i suoi versi all’amico Dante, le cui opere sono lode di Dio e della Madre pura. L’esordio, così solenne e benevolo, è interrotto subito dal pensiero gnomico di Giovanni Quirino che riflette sulla fugacità dei tesori mondani. I tre casi di enjambement (3-4, 9-10, 12-13) non hanno rispondenza nella versione. La concordanza etimologica tra i verbi allumar (11) e alluminava (13), di rimando ai raggi del sole che illuminano il globo terrestre (su cui però discenderà l’ombra), resta un elemento esclusivo dell’originale. Nonostante tutto il traduttore fa suo il concetto iniziale, favorendo la similitudine con il poeta che se un tempo era illuminato dal sole ora è invece tardivo e rude come animal del gregge d’Epicuro. 6. il talento, ch’è stato creato a te d’argento e d’oro, viene dato by God’s grace (“dalla grazia di Dio”). 389 Dante Alighieri (a Giovanni Quirino) Lo re che merta i suoi servi a ristoro The King by whose rich grace His servants be Con abbondanza, e vince ogni misura, With plenty beyond measure set to dwell Mi fa lasciare la fiera rancura, Ordains that I my bitter wrath dispel E drizzar gli occhi al sommo concistoro. And lift mine eyes to the great consistory; E qui pensando al glorioso coro Till, noting how in glorious quire agree Dei cittadin de la cittade pura, The citizens of that fair citadel, Laudando il Creator io creatura To the Creator I His creature swell Di più laudarlo sempre m’innamoro. Their song, and all their love possess me. Chè s’io contemplo il gran premio venturo, So, when I contemplate the great reward A che Dio chiama la cristiana prole, To which our God has called the Christian seed, Per me niente altro che quello si vuole: I long for nothing else but only this. Ma di te, caro amico, sì mi duole, And then my soul is grieved in thy regard, Che non rispetti al secolo futuro, Dear friend, who reck’st not of thy nearest need, E perdi per lo vano il ben sicuro. Renouncing for slight joys the perfect bliss. Testo italiano: ABBA ABBA CDD DCC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Le locuzioni più rilevanti, come fiera rancura (3), sommo concistoro (4), glorioso coro (5), cittade pura (6), gran premio (9), cristiana prole (10), ben sicuro (14), compaiano un’altra volta nella lingua di Rossetti. Riconosciamo infatti bitter wrath, great consistory, glorious quire, fair citadel, great reward, Christian seed, perfect bliss. Il francesismo grace (1), che definisce generalmente la ‘grazia’ femminile, è riadattato alle virtù umane del re. I sostantivi Creator e creatura (v. 7) – Creator e creature nell’inglese – convergono in un rapporto che vede Dio creatore della sua creatura. 7-8. volendo esprimere il significato dei verbi laudando e laudarlo, il traduttore ammette il sintagma swell their song (“innalzo il loro canto” – s’intende, degli abitanti della città pura –), con incursione del verbo swell nella riga successiva. 13. che non rispetti al secolo futuro: è reinterpretato nell’inglese who reck’st not of thy nearest need, il cui senso conduce alla miseria prossima di chi abbandona la perfetta beatitudine per vane cose. 390 Appendice Parte II 391 (a Forese Donati) Bicci Novel, figliuol di non so cui, O Bicci, pretty son of who knows whom Se non ne domandassi mona Tessa, Unless thy mother Lady Tessatell, - Giù per la gola tanta roba ha messa, Thy gullet is already crammed too well, Che a forza or gli convien tôrre l’altrui. Yet others’ food thou needs must now consume. E già la gente si guarda da lui Lo! he that wears a purse makes ample room Chi ha borsa a lato là, dove s’appressa, When thou goest by in any public place, Dicendo: Questi c’ha la faccia fessa Saying, “This fellow with the branded face È piuvico ladron negli atti sui. Is thief apparent from his mother’s womb.” E tal giace per lui nel letto tristo And I know one who’s fain to keep his bed Per tema non sia preso all’imbolare, Lest thou shouldst filch it, at whose birth he stood Che gli appartien quanto Giuseppe a Cristo. Like Joseph when the world its Christmas saw. Di Bicci e de’ fratei posso contare, Of Bicci and his brothers it is said Che per lo sangue lor del mal acquisto That with the heat of misbegotten blood Sanno a lor donne buon cognati fare. Among their wives they are nice brothers-in-law. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Per l’aspetto linguistico saltano fuori i lemmi fessa e piuvico (7-8), che rivelano i segni caratteristici di Forese Donati. C’è quindi il gallicismo imbolare (‘rubare’, 10), verbalizzato nell’inglese filch. Il v. 4, che a forza or gli conviene tôrre l’altrui, si traduce in un linguaggio della comunicazione quotidiana: yet others’ food thou needs must now consume (“ma ora ti conviene consumare cibo altrui”). 2. il nome Tessa, cioè Contessa, era diffuso anticamente nella regione Toscana. 5. e già la gente si guarda da lui: nel verso inglese gli uomini concedono a Forese ample room, un “largo spazio” per timore dei suoi furti. 7. fessa: cambia nel participio aggettivato branded, ‘marchiata a fuoco’. 8. … negli atti suoi: è tradotto rappresentando nel ventre materno – his mother’s womb – il luogo da cui nacque ladron Forese. 392 Forese Donati (a Dante Alighieri) Ben so che fosti figliuol d’Alaghieri, Right well I know thou’rt Alighieri’s son; Ed accorgomen pur a la vendetta Nay, that revenge alone might warrant it, Che facesti di lui sì bella e netta Which thou didst take, so clever and complete, De l’aguglin ched e’ cambiò l’altr’ieri. For thy great-uncle who awhile agone Se tagliato n’avessi uno a quartieri, Paid scores in full. Why, if thou hadst hewn one Di pace non dovevi aver tal fretta; In bits for it, ‘twere early still for peace! Ma tu ha’ poi sì piena la bonetta, But then thy head’s so heaped with things like these Che non la porterebber duo somieri. That they would weigh two sumpter-horses down. Buon uso ci ha’ recato, ben til dico, Thou hast taught us a fair fashion, sooth to say, - Che qual ti carica ben di bastone, That whoso lays a stick well to thy back, Colui ha’ per fratello e per amico. Thy comrade and thy brother he shall be. Il nome ti direi de le persone As for their names who’ve shown thee this good play, Che v’hanno posto su; ma del panico I’ll tell thee, so thou’lt tell me all the lack. Mi reca, ch’i’ vo’ metter la ragione. Thou hast of help, that I may stand by thee. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Forese biasima Dante per non aver fatto vendetta del padre, Geri Alighieri, accusato verosimilmente di usura. L’ironia che anima i versi italiani seduce Dante Gabriel, che rafforza la tesi del poeta adoperando l’espediente linguistico della cong. nay (‘anzi’, 2). 5-6. se tagliato n’avessi uno a quartieri / di pace non dovevi aver tal fretta: il v. 6 è tradotto con una frase esclamativa, ‘twere early still for peace!, interpretabile evidentemente in senso ironico: “sarebbe prima ancora per la pace!” – if thou hadst hewn one / in bits (“se tu avessi tagliato uno a pezzetti”) –. 13. a origine del panico c’è all the lack / of help (“mancanza di aiuto”). 393 Dante Alighieri (a Forese Donati) Chi udisse tossir la mal fatata To hear the unlucky wife of Bicci cough, Moglie di Bicci, vocato Forese, (Bicci, - Forese as he’s called, you know, -) Potrebbe dir che la fosse vernata, You’d fancy she had wintered, sure enough, Ove si fa ‘l cristallo, in quel paese. Where icebergs rear themselves in constant snow: Di mezzo Agosto la trovi infreddata: And Lord; if in mid-August it is so, Or pensa che dee far d’ogni altro mese; How in the frozen months must she come off? E non le val perchè dorma calzata To wear her socks abed avails not, - no, Mercè del copertoio cortonese. Nor quilting from Cortona, warm and tough. La tosse, il freddo e l’altra mala voglia Her cough, her cold, and all her other ills, Non le addivien per umor ch’abbia vecchi, Do not afflict her through the rheum of age, Ma per difetto ch’ella sente al nido. But through some want within her nest, poor spouse! Piange la madre, che ha più d’una doglia, This grief, with other griefs, her mother feels, Dicendo: Lassa a me! per fichi secchi Who says, “Without much trouble, I’ll engage, Messa l’avria in casa il conte Guido. She might have married in Count Guido’s house!”. Testo italiano: ABAB ABAB CDE CDE Testo inglese: ABAB ABAB CDE CDE Lo spunto iniziale, chi udisse, con funzione esemplare e formativa, ha luogo con l’inf. to hear. Il verbo dir (3) è tradotto con l’equivalente ‘d fancy, che apre pure uno spiraglio alla percezione visiva dell’azione verbale. Nel testo italiano gli aggettivi in rima ascritti ai diversi stati della donna – fatata:vernata:infreddata:calzata – non sono adattabili ai rimanti inglesi, che appartengono invece a varie categorie grammaticali. 1. il provenzalismo mal fatata (1) è tradotto esattamente con l’agg. unlucky, ‘sciagurata’. 4. il cristallo, che secondo la fisica aristotelica nasceva da un ghiaccio, ha come traduzione il sost. icebergs (‘pezzi di ghiaccio’). 5. infreddata: nel verso inglese l’agg. frozen (‘gelàti’), riferito ora ai mesi dell’anno, serve comunque a ipotizzare lo stato della donna che s’è così in mid-August non apparirà certo migliore nelle stagioni più fredde. 7. calzata: si divide in due membri: to wear (‘indossare’) e her socks (“le sue calze”). 11. poor spouse!: assente nell’originale, enfatizza la condizione disagevole della donna che agli occhi del poeta sembra una “povera sposa”. 13. dicendo: Lassa a me! per fichi secchi: la definizione di fichi secchi, cioè “per nulla” (Battaglia, V, 937), passa all’inglese without much trouble (“senza troppo disturbo”). 394 Forese Donati (a Dante Alighieri) L’altra notte mi venne una gran tosse The other night I had a dreadful cough Perch’i’ non avea che tener a dosso; Because I’d got no bed-clothes over me; Ma incontanente che fu dì, fui mosso And so, when the day broke, I hurried off Per gir a guadagnar ove che fosse. To seek some gain whatever it might be. Udite la fortuna ove m’addosse: And such luck as I had I tell you of. Ch’i’ credetti trovar perle in un bosso For lo! no jewels hidden in a tree E be’ fiorin coniati d’oro rosso; I find, nor buried gold nor suchlike stuff, Ed i’ trovai Alaghier tra le fosse, But Alighieri among the graves I see, Legato a nodo ch’i’ non saccio ‘l nome, Bound by some spell, I know not at whose ‘hest, - Se fu di Salamone o d’altro saggio. At Solomon’s, or what sage’s who shall say? Allora mi segna’ verso ‘l levante: Therefore I crossed myself towards the east; E que’ mi disse: Per amor di Dante, And he cried out: “For Dante’s love I pray Scio’ mi. Ed i’ non potti veder come: Thou loose me!” But I knew not in the least Tornai a dietro, e compie’ mi’ viaggio. How this were done, so turned and went my way. Testo italiano: ABBA ABBA CDE ECD Testo inglese: ABAB ABAB CDC DCD La lingua di Forese sembra ritagliare una veduta dell’Inferno dantesco, dove troviamo legato a nodo il padre di Dante, Geri Alighieri. I rimanti della prima quartina, tosse, dosso, mosso, fosse, sono corrisposti dagli equivalenti cough, over me, hurried off, might be. 9-10. nella definizione del Battaglia, il nodo di Salomone rinvia all’intreccio labirintico di linee cui si attribuiva potere esorcizzante contro gli spiriti malvagi. Quale fosse il nodo metaforico è poco comprensibile – forse allude alla pratica di usuraio –, e pertanto non crea stupore se Rossetti sciolga l’arcano utilizzando some spell, “un incantesimo”, per mezzo del quale Geri Alighieri fu legato a un ordine di cui non si conosce il nome. 395 Giovanni Boccaccio Se Dante piange, dove che ‘l si sia, If Dante mourns, there wheresoe’er he be, Che li concetti del suo alto ingegno That such high fancies of a soul so proud Aperti sieno stati al vulgo indegno, Should be laid open to the vulgar crowd, Come tu di’ della Lettura mia; (As, touching my Discourse, I’m told by thee,) Ciò mi dispiace molto, nè mai fia, This were my grievous pain; and certainly Ch’io non ne porti verso me disdegno, My proper blame should not be disavow’d; Come che alquanto pur me ne ritegno, Though hereof somewhat, I declare aloud Perchè d’altrui, non mia, fu tal follìa. Were due to others, not alone to me. Vana speranza, e vera povertade, False hopes, true poverty, and therewithal E l’abbagliato senno degli amici, The blinded judgment of a host of friends, E gli lor preghi ciò mi fecer fare: And their entreaties, made that I did thus. Ma non goderan guar di tal derrate But of all this there is no gain at all Questi ingrati meccanici nimici Unto the thankless souls with whose base ends D’ogni leggiadro e caro adoperare. Nothing agrees that’s great or generous. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Nella ripresa del v. 4, come tu di’ della Lettura mia, Rossetti introduce tra parentesi il discorso del poeta minimizzando il biasimo di chi ha censurato la sua lectura Dantis al volgo indegno (as, touching my Discourse, I’m told by thee). Casi esemplari di traduzione letterale si registrano alla fine del testo, sfiorando quei sentimenti inafferrabili e invalicabili dell’esistenza umana (vana speranza / false hopes, 9; vera povertate / true poverty, 10; l’abbagliato senno / the blinded judgement, 13; ingrati nimici / thankless souls, 13). Il nesso rimico alto ingegno:vulgo indegno (2-3), e quindi l’equivalente soul so proud:the vulgar crowd rappresentano il contrasto fra l’alto ingegno di Dante e l’indegnità del popolo. 2. … li concetti del suo alto ingegno: si traducono nell’alta fantasia di un’anima fiera per le sue facoltà intellettive (cfr. that such high facies of a soul so proud). 396 Dante Alighieri son, Minerva oscura Dante Alighieri, a dark oracle D’intelligenza e d’arte, nel cui ingegno Of wisdom and of art, I am; whose mind L’eleganza materna aggiunse al segno, Has to my country such great gifts assign’d Che si tien gran miracol di natura. That men account my powers a miracle. L’alta mia fantasia, pronto e sicura My lofty fancy passed as low as Hell, Passò il tartareo e poi ‘l celeste regno, As high as Heaven, secure and unconfin’d; E ‘l nobil mio volume feci degno And in my noble book doth every kind Di temporal e spirital lettura. Of earthly lore and heavenly doctrine dwell. Fiorenza gloriosa ebbi per madre, Renowned Florence was my mother, - nay, Anzi matrigna a me pietoso figlio, Stepmother unto me her piteous son, Colpa di lingue scelerate e ladre. Through sin of cursed slander’s tongue and tooth. Ravenna fummi albergo nel mio esiglio; Ravenna sheltered me so cast away; Ed ella ha il corpo, e l’alma il sommo Padre, My body is with her, - my soul with One Presso cui invidia non vince consiglio. For whom no envy can make dim the truth. Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La traduzione de l’eleganza materna aggiunse al segno (3) nell’inglese has to my country such great gifts assign’d limita la poeticità dell’originale, ammettendo comunque in un linguaggio realistico la grandezza dei beni (identificabili nelle opere dantesche, frutto di una mente saggia e intelligente) assegnati alla patria. 13. il sommo Padre: nel verso inglese è tradotto con One, ‘Uno’, attributo di Dio considerato nella sua unicità (Battaglia, XXI, 556). 397 Dante, se tu nell’amorosa spera, Dante, if thou within the sphere of Love, Com’io credo, dimori riguardando As I believe, remains’t contemplating La bella Bice, la qual già cantando Beautiful Beatrice, whom thou didst sing Altra volta ti trasse là dov’era, Erewhile, and so wast drawn to her above; - Se per cambiar fallace vita a vera Unless from false life true life thee remove Amor con se n’oblia, io t’addimando So far that Love’s forgotten, let me bring Per lei di grazia ciò, che contemplando One prayer before thee: for an easy thing A far ti fia assai cosa leggiera. This were, to thee whom I do ask it of. Io so, che intra l’anime più liete I know that where all joy doth most abound Del terzo ciel la mia Fiammetta vede In the Third Heaven, my own Fiammetta sees L’affanno mio dopo la sua partita: The grief which I have borne since she is dead Pregala, se ‘l gustar dolce di Lete O pray her (if mine image be not drown’d Non la m’ha tolta, in luogo di mercede In Lethe) that her prayers may never cease A se m’impetri tosto la salita. Until I reach her and am comforted. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE La stretta osservanza all’originale vale per tutta la durata del sermone, dove sullo sfondo dell’amorosa spera si muovono le anime femminili del Paradiso dantesco: la bella Bice, e Fiammetta. 5. se per cambiar fallace vita a vera: nel verso inglese il concetto è accessibile grazie alla rima interna false life:true life, che contrappone la falsa vita alla vita vera. 12-13. pregala, se ‘l gustar dolce di Lete / non la m’ha tolta…: sono rinchiusi all’interno delle parentesi, e tradotti ipotizzando che l’immagine del poeta non venga sommersa dal fiume Lete (e quindi dimenticata). 398 Guidommi Amor, ardendo ancora il sole, Love steered my course, while yet the sun rode high, Sopra l’acque di Scilio, in un mirteto, On Scylla’s waters to a myrtle grove: Ed era il mar tranquillo, e il ciel quieto, The heaven was still and the sea did not move; Quantunque alquanto zeffir, come suole, Yet now and then a little breeze went by Movesse agli arboscei le cime sole; Stirring the tops of trees against the sky: Quando mi parve udire un canto lieto, And then I heard a song as glad as love, Tanto che simil non fu consüeto So sweet that never yet the like thereof D’udir giammai nelle mortali scuole. Was heard in any mortal company. Per ch’io; Angiola forse, o Ninfa, o Dea “A nymph, a goddess, or an angel sings Canta con seco in questo loco eletto, Unto herself, within this chosen place, (Meco diceva) degli antichi amori. Of ancient loves;” so said I at that sound. Quivi Madonna in assai bel ricetto And there my lady, ‘mid the shadowings Del bosco ombroso, in sull’erbe e ‘n su’ fiori Of myrtle-trees ‘mid flowers and grassy space, Vidi cantando, e con alter sedea. Singing I saw, with others who sat round. Testo italiano: ABBA ABBA CDE DEC Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Colpiscono senz’altro gli omofoni sole (1) e sole (5): l’uno descrive il ‘sole’, l’altro presumibilmente l’agg. ‘solitarie’ e non l’avv. ‘perfino’, giacché le cime degli alberi svettano sole nel cielo. Nella versione rossettiana certe parole hanno la capacità di riprodurre il suono dell’oggetto designato: il verbo stirring (5) ricrea il fruscio degli alberi mossi dal vento; il sost. breeze (4) è atto invece a definire la brezza o il soffio del venticello. 3. a parte le inversioni lessicali, mar / ciel e heaven / sea, il senso resta invariato. 6. … un canto lieto: ha come equivalente a song as glad as love, che misura equamente la gioia del canto con quella del sentimento amoroso. 399 Sovra li fior vermigli, e’ capei d’oro Round her red garland and her golden hair Veder mi parve un foco alla Fiammetta, I saw a fire about Fiammetta’s head; E qual mutarsi in una nugoletta Thence to a little cloud I watched it fade, Lucida più, che mai argento o oro, Than silver than or gold more brightly fair; E qual candida perla in anel d’oro, And like a pearl that a gold ring doth bear, Tal si sedeva in quella un’Angioletta Even so an angel sat therein, who sped Volando al cielo splendida e soletta, Alone and glorious throughout heaven, array’d D’orïental zaffir vestita e d’oro. In sapphires and in gold that lit the air. Io m’allegrai alte cose sperando, Then I rejoiced as hoping happy things, Dov’io dovea conoscere, ch’a Dio Who rather should have then discerned how God In breve era Madonna per salire, Hah haste to make my lady all His own, Come poi fu; ond’io qui lagrimando Even as it came to pass. And with these stings Rimaso sono in doglia ed in desio Of sorrow, and with life’s most weary load Di morte, per potere a lei salire. I dwell, who fain would be where she is gone. Testo italiano: ABBA ABBA CDE CDE Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Con lo sguardo rivolto alle poesie dantesche e ciniane Boccaccio recupera il procedimento di angelicazione della donna, e dipinge con realismo scenari naturali o immaginari. La parola oro, attestata a più riprese nello schema delle rime, torna in rimalmezzo e con la stessa frequenza nei versi inglesi (andando a spezzare l’epifora creata dalla ripresa del rimante italiano). 1. li fior vermigli: sono disposti a ghirlanda – her red garland –. 8. in appendice all’originale il sintagma that lit the air dà nuova luce alla veste angelica che sublima l’aria circostante. 11. in breve era Madonna per salire: nel verso inglese prevale invece la volontà di Dio, che s’affretta a condurre la donna nella sua direzione (… how God / had haste to make my lady all His own). 13. la condizione miserevole del poeta, rimaso in doglia ed in desio di morte, sta proprio nel duro carico della vita – life’s most weary load – che comporta sofferenza e desiderio di morte. 400 Intorno ad una fonte in un pratello By a clear well, within a little field Di Verdi erbette pieno e di bei fiori, Full of green grass and flowers of every hue, Sedeano tre Angiolette, i loro amori Sat three young girls, relating (as I knew) Forse narrando, ed a ciascuna il bello Their loves. And each had twined a bough to shield Viso adombrava un verde ramoscello, Her lovely face; and the green leaves did yield Che i capei d’or cingea, al qual di fuori. The golden hair their shadow; while the two E dentro insieme i dua vaghi colori Sweet colours mingled, both blown lightly through Avvolgeva un soave venticello. With a soft wind for ever stirred and still’d. E dopo alquanto l’una alle due disse: After a little while one of them said, (com’io udii) Deh! se per avventura (I heard her,) “Think! If, ere the next hour struck, Di ciascuna l’amante or qui venisse, Each of our lovers should come here to-day, Fuggiremo noi quince per paura? Think you that we should fly or feel afraid?” A cui le due risposer: Chi fuggisse To whom the others answered, “From such luck Poco savia saria con tal ventura. A girl would be a fool to run away.” Testo italiano: ABBA ABBA CDC DCD Testo inglese: ABBA ABBA CDE CDE Il cromatismo linguistico, che passa per il verde dei rami e l’oro dei capelli femminili, sembra colpire l’immaginazione di Rossetti il quale non indugia a restituire le qualità pittoriche del poeta italiano. 4. forse: è tradotto senza dubbio nell’unità parentetica (as I knew) – (come sapevo) –. 4-5. … ed a ciascuna il bello / viso adombrava un verde ramoscello: con parole, il traduttore ricrea il gesto di ogni fanciulla intenta a legare verdi ramoscelli per difendersi dalla luce del giorno (… and each had twined a bough to shield / her lovely face…). Il ramoscello diventa quasi un ventaglio, simbolo di seduzione femminile. 10. la locuzione letteraria per avventura (“per caso”, Battaglia, I, 891) è resa con una frase idiomatica, ere the next hour struck, che stabilisce nei limiti temporali l’ipotesi dell’evento. 14. poco savia saria: non subisce attenuazioni, piuttosto from such luck / a girl would be a fool to run away (“sarebbe una sciocca la fanciulla che sfuggisse da questa buona sorte”). 401 Incipitario p. A certain youthful lady in Thoulouse 299 Una giovine donna di Tolosa A day agone, as I rode sullenly 314 Cavalcando l’altrier per un cammino A fresh content of fresh enamouring 206 Novella gioia e nova innamoranza A gentle thought there is will often start 271 Gentil pensiero che parla di vui A lady in whom love is manifest 318 La bella donna dove Amor si mostra Alas for me, who loved a falcon well 231 Tapina me che amava uno sparviero Albeit my prayers have not so long delay'd 339 Avvegna ched io m’aggio più per tempo A little wild bird sometimes at my ear 235 Augelletto selvaggio per stagione All my thoughts always speak to me of Love 244 Tutti li miei pensier parlan d’Amore All the whole world is living without war 84 Tutto lo mondo vive senza guerra All ye that pass along Love’s trodden way 238 O voi che per la via d’amor passate Along the road all shapes must travel by 388 Per quella via che l’altre forme vanno A man should hold in very dear esteem 152 Ogni uomo deve assai caro tenere Among my thoughts I count it wonderful 99 Pure a pensar mi par gran meraviglia Among the dancers I beheld her dance 201 Alla danza la vidi danzare Among the faults we in that book descry 352 Infra gli altri difetti del libello And every Wednesday, as the swift days move 178 Ogni Mercoledì corredo grande And in September, O what keen delight 170 Di Settembre vi do diletti tanti 402 And now take thought, my Sonnet, who is he 174 Sonetto mio, anda o’ lo divisi And on the morrow, at first peep o'the day 182 Alla domane al parere del giorno As I walk'd thinking through a little grove 229 Passando con pensier per un boschetto As thou wert loth to see, before thy feet 323 Se non ti caggia la tua Santalena A spirit of Love, with Love's intelligence 204 Ispirito d’Amor con intelletto A thing is in my mind 103 Venuto m’è in talento At whiles (yea oftentimes) I muse over 247 Spesse fiate venemi alla mente A very pitiful lady, very young 255 Donna pietosa e di novella etate Ay me, alas! the beautiful bright hair 348 Ohimè lasso quelle treccie bionde Ballad, since Love himself hath fashioned thee 381 Ballata poi che ti compose Amore Beauty in woman; the high will's decree 294 Beltà di donna e di saccente core Because I find not whom to speak withal 286 Poich’io non trovo chi meco ragioni Because I think not ever to return 325 Perch’io non spero di tornar giammai Because mine eyes can never have their fill 279 Poichè saziar non posso gli occhi miei Because ye made your backs your shields, it came 158 Guelfi per fare scudo delle reni Being in thought of love, I chanced to see 300 Era in pensier d’amor quand’io trovai Be stirring, girls! we ought to have a run 227 State su donne che debbiam noi fare Beyond the sphere which spreads to widest space Oltre la spera che più larga gira 403 274 By a clear well, within a little field 401 Intorno ad una fonte in un pratello By the long sojourning 147 Per lunga dimoranza Canst thou indeed be he that still would sing 254 Sei tu colui ch’hai trattato sovente Dante Alighieri, a dark oracle 397 Dante Alighieri son Minerva oscura Dante Alighieri, Cecco, your good friend 358 Dante Alighier Cecco tuo servo ed amico Dante Alighieri, if I jest and lie 378 Dante Alighier s’io son buon begolardo Dante Alighieri in Becchina's praise 367 Lassar vuol lo trovare di Becchina Dante, a sigh that rose from the heart's core 304 Dante un sospiro messagger del core Dante, if thou within the sphere of Love 398 Dante se tu nell’amorosa spera Dante, since I from my own native place 285 Poich’io fui Dante dal mio natal sito Dante, whenever this thing happeneth 342 Dante quando per caso s’abbandona Death, always cruel, Pity’s foe in chief 240 Morte villana di Pietà nemica Death, since I find not one with whom to grieve 280 Morte poich’io non trovo a cui mi doglia Death, why hast thou made life so hard to bear 131 Morte perchè m’hai fatto sì gran guerra Do not conceive that I shall here recount 208 Non intendiate ch’io qui le vi dica Each lover's longing leads him naturally 338 Naturalmente chere ogni amadore Even as the day when it is yet a dawning 195 Come lo giorno e al mattino Even as the moon amid the stars doth shed 203 Come le stele sopra la Diana 404 Even as the others mock, thou mockest me 245 Con l’altre donne mia vista gabbate Fair sir, this love of ours 136 Messer lo nostro amore Flowers hast thou in thyself, and foliage 293 Avete in voi li fiori e la verdura For a thing done, repentance is no good 371 A cosa fatta già non val pentire For August, be your dwelling thirty towers 169 D'Agosto sì vi do trenta castella For certain he hath seen all perfectness 260 Vede perfettamente ogni salute For grief I am about to sing 88 Di dolor mi conviene cantare For January I give you vests of skins 162 Io dono vai nel mese di Gennaio For July, in Siena, by the willow tree 168 Di Luglio in Siena sulla saliciata For no love borne by me 234 Non per ben ch’io ti voglia For Thursday be the tournament prepar'd 179 Ed ogni Giovedì torniamento Friend, I well know thou knowest well to bear 313 Amico saccio ben che sai limare Glory to God and to God's Mother chaste 389 Lode di Dio e della Madre pura Gramercy, Death, as you've my love to win 374 Morte mercè si ti priego a m’è in grato Guido, an image of my lady dwells 297 Una figura della donna mia Guido, I wish that Lapo, thou, and I 302 Guido vorrei che tu e Lapo ed io Guido, that Gianni who, a day agone 314 Guido quel Gianni che a te fù l’altrieri Hard is it for a man to please all men 101 Greve puot’uom piacere a tutta gente 405 He that has grown to wisdom hurries not 98 Uomo ch’è saggio non corre leggiero Her face has made my life most proud and glad 116 Lo viso mi fa andare allegramente I am afar, but near thee is my heart 193 Lontan vi son ma presso v’è lo core I am all bent to glean the golden ore 343 Io mi son dato tutto a tragger oro I am enamoured and yet not so much 359 Io sono innamorato ma non tanto I am so passing rich in poverty 135 Eo sono si ricco della povertate I am so out of love through poverty 373 La povertà m’ha sì disamorato I come to thee by daytime constantly 320 Io vegno il giorno a te infinite volte I felt a spirit of love begin to stir 258 Io mi seniti svegliar dentro dal core If any his own foolishness might see 123 Chi conoscesse sì la sua fallanza If any man would know the very cause 100 Se alcun volesse la cagion sapere If any one had anything to say 199 Chi Messer Ugolin biasma o riprende If, as thou say'st, thy love tormenteth thee 155 Se vi stringesse quanto dite amore If Dante mourns, there wheresoe'er he be 396 Se Dante piange dove ch’el si sia If I’d a sack of florins, and all new 363 S’io avessi un sacco di fiorini If I entreat this lady that all grace 309 S’io prego questa donna che pietate If I were fire, I'd burn the world away 370 S’io fossi foco arderei lo mondo If I were still that man, worthy to love 303 S’io fossi quello che d’amor fù degno 406 If thou hadst offered, friend, to blessed Mary 298 Se avessi detto amico di Maria If you could see, fair brother, how dead beat 207 Fratel se tu vedessi questa gente I give you horses for your games in May 166 Di Maggio sì vi do molti cavagli I give you meadow-lands in April fair 165 D’Aprile vi do la gentil campagna I have it in my heart to serve God so 108 Io m’aggio posto in core a Dio servire I hold him, verily, of mean emprise 96 Tegno di folle impresa allo ver dire I know not, Dante, in what refuge dwells 287 Dante io non odo in qual albergo suoni I laboured these six years 121 Sei anni ho travagliato I look at the crisp golden-threaded hair 215 Io miro i crespi e gli biondi capegli I'm caught, like any thrush the nets surprise 368 Babbo Becchina Amore e mia madre I'm full of everything I do not want 364 Io ho tutte le cose ch’io non voglio In February I give you gallant sport 163 Di Febbraio vi dono bella caccia In March I give you plenteous fisheries 164 Di Marzo sì vi do una peschiera In June I give you a close-wooded fell 167 Di Giugno dovvi una montagnetta I play this sweet prelùde 191 Dolce cominciamento I pray thee, Dante, shouldst thou meet with Love 305 Se vedi Amore assai ti prego Dante I thought to be for ever separate 284 Io mi credea del tutto esser partito I've jolliest merriment for Saturday 181 E il sabato diletto ed allegranza 407 I was upon the high and blessed mound 347 Io fui in sull’alto e in sul beato monte I would like better in the grace to be 375 Io vorrei innanzi in grazia ritornare Just look, Manetto, at that wry-mouthed minx 322 Guarda Manetto quella sgrignutuzza Ladies that have intelligence in love 248 Donne che avete intelletto d’Amore Lady, my wedded thought 140 La mia amorosa mente Lady of Heaven, the mother glorified 134 Donna del cielo gloriosa madre Lady, with all the pains that I can take 189 Donna io forzeraggio lo podere Last All-Saints' holy-day, even now gone by 276 Di donne io vidi una gentile schiera Last, for December, houses on the plain 173 E di Dicembre una città in piano Let baths and wine-butts be November's due 172 E di Novembre petriuolo e il bagno Let Friday be your highest hunting-tide 180 Ed ogni Venerdì gran caccia e forte Let not the inhabitants of Hell despair 376 Non si disperin quelli dello Inferno Lo! I am she who makes the wheel to turn 327 Io son la donna che volgo la rota Love and the gentle heart are one same thing 251 Amore e cor gentil son una cosa Love and the Lady Lagia, Guido and I 306 Amore e Monna Lagia e Guido ed io Love hath so long possess’d me for his own 261 Sì lungamente m’ha tenuto Amore Love, I demand to have my lady in fee 380 Amore io chero mia donna in domino Love’s pallor and the semblance of deep ruth 269 Color d’amore e di pietà sembianti 408 Love steered my course, while yet the sun rode high 399 Guidommi Amor ardendo ancora il Sole Love taking leave, my heart then leaveth me 156 Amor s’eo parto il cor si parte e dole Love will not have me cry 112 Amor non vuol ch’io clami Many there are, praisers of poverty 385 Molti son quei che lodan povertade Marvellously elate 109 Maravigliosamente Master Bertuccio, you are called to account 198 Messer Bertuccio a dritto uom vi cagiona Master Brunetto, this my little maid 275 Messer Brunetto questa pulzelletta Mine eyes beheld the blessed pity spring 268 Videro gli occhi miei quanta pietate My body resting in a haunt of mine 148 Poso il corpo in un loco mio pigliando My curse be on the day when first I saw 291 Io maladico il dì ch’io vidi imprima My heart's so heavy with a hundred things 365 Io ho si tristo il cor di cose cento My lady carries love within her eyes 252 Negli occhi porta la mia donna amore My lady looks so gentle and so pure 259 Tanto gentile e tanto onesta pare My lady mine, I send 114 Madonna mia a voi mando My lady, thy delightful high command 124 Madonna vostro altero piacimento Nero, thus much for tidings in thine ear 324 Novella ti so dire odi Nerone Never was joy or good that did not soothe 138 Gioia nè ben non è senza conforto Next, for October, to some sheltered coign 171 Di Ottobre nel contà ch’ha buono stallo 409 No man may mount upon a golden stair 317 Non vi si monta per iscala d’oro Now of the hue of ashes are the Whites 379 Color di cener fatti son li Bianchi Now these four things, if thou 210 Quattro cose chi vuole Now to Great Britain we must make our way 219 Ora vi passa nella Gran Bretagna Now, when it flowereth 106 Oramai quando flore Now with the moon the day-star Lucifer 176 Quando la luna e la stella diana O Bicci, pretty son of who knows whom 392 Bicci novel figliuol di non so cui Often the day had a most joyful morn 149 Spesso di gioia nasce ed incomenza Of that wherein thou art a questioner 353 Di cò che stato sei dimandatore O Lady amorous 186 Donna amorosa O Love, O thou that, for my fealty 344 O tu Amore che m’hai fatto martire O Love, who all this while hast urged me on 183 Amor che lungiamente m’hai menato On the last words of what you write to me 355 Al motto diredan prima ragione O poverty, by thee the soul is wrapp'd 330 O Povertà come tu sei un manto O sluggish, hard, ingrate, what doest thou 335 O lento pigro ingrato ignar che fai O thou that often hast within thine eyes 307 O tu che porti negli occhi sovente Pass and let pass, - this counsel I would give 200 Per consiglio ti do passa passa Prohibiting all hope 157 Levandomi speranza 410 Remembering this – how Love 117 Membrando cio che Amore Right well I know thou'rt Alighieri's son 393 Ben so che fosti figliuol d’Alighieri Round her red garland and her golden hair 400 Sovra li fior vermigli e i capei d’oro Sapphire, nor diamond, nor emerald 111 Diamante nè smeraldo nè zaffino Say, wouldst thou guard thy son 214 Vuoi guardar tuo figliuolo Set Love in order, thou that lovest Me 87 Ordina quest’Amore o tu che m’ami So greatly thy great pleasaunce pleasured me 356 Si m’abbellio la vostra gran piacenza Song, ‘tis my will that thou do seek out Love 242 Ballata io vo che tu ritruovi Amore Stay now with me, and listen to my sighs 265 Venite a intender li sospiri miei Such wisdom as a little child displays 142 Saver che sente un picciolo fantino That lady of all gentle memories 267 Era venuta nella mente mia That star the highest seen in heaven's expanse 384 Quest’altissima stella che si vede The devastating flame of that fierce plague 332 L’ardente fiamma della fiera peste The dreadful and the desperate hate I bear 369 Il pessimo e il crudel odio ch’io porto The eyes that weep for pity of the heart 262 Gli occhi dolente per pietà del core The flower of Virtue is the heart's content 160 Fior di virtù si è gentil coraggio The fountain-head that is so bright to see 316 Ciascuna fresca e dolce fontanella The King by whose rich grace His servants be 390 Lo Re che merta i suoi servi a ristoro 411 The lofty worth and lovely excellence 119 Lo gran valore e lo pregio amoroso The man who feels not, more or less, somewhat 360 Chi non sente d’Amore o tanto o quanto The other night I had a dreadful cough 395 L’altra notte mi venne una gran tosse The sweetly-favoured face 127 La dolce ciera piacente The thoughts are broken in my memory 246 Ciò che m’incontra nella mente more The very bitter weeping that ye made 270 L’amaro lagrimar che voi faceste There is a time to mount; to humble thee 91 Tempo vien di salire e di scendere There is a vice prevails 211 Par che un vizio pur regni There is a vice which oft 209 Un vizio è che laudato There is among my thoughts the joyous plan 175 Io ho pensato di fare un gioiello Think a brief while on the most marvellous arts 86 Sè ‘l subietto preclaro O Cittadini This book of Dante's, very sooth to say 351 In verità questo libel di Dante This fairest lady, who, as well I wot 345 Questa leggiadra donna ched io sento This fairest one of all the stars, whose flame 232 La bella stella che sua fiamma tiene This is the damsel by whom love is brought 383 Questa è la giovinetta ch’amor guida Thou sweetly-smelling fresh red rose 75 Rosa fresco aulentissima Thou that art wise let wisdom minister 354 Provvedi saggio ad esta visione Thou well hast heard that Rollo had two sons 222 Come udit’hai due figliuoli ebbe Rollo 412 Though thou, indeed, hast quite forgotten ruth 308 Se m’hai del tutto obliato mercede Through this my strong and new misaventure 310 La forte e nova mia disavventura To a new world on Tuesday shifts my song 177 E il Martedì li do un nuovo mondo To every heart which the sweet pain doth move 236 A ciascun’alma presa e gentil core To hear the unlucky wife of Bicci cough 394 Chi udisse tossir la mal fatata To see the green returning 129 Quando veggio rinverdire To sound of trumpet rather than of horn 319 A suon di tromba innanzi che di corno To the dim light and the large circle of shade 289 Al poco giorno ed al gran cerchio d’ombra Two ladies to the summit of my mind 288 Due donne in cima della mente mia Unto my thinking, thou beheld'st all worth 292 Vedesti al mio parere ogni valore Unto that lowly lovely maid, I wis 315 A quella amorosetta forosella Unto the blithe and lordly fellowship 161 Alla brigata nobile e cortese Upon a day, came Sorrow in to me 283 Un dì si venne a me Melancolìa Upon that cruel season when our Lord 153 Quella crudel stagion che a giudicare Vanquished and weary was my soul in me 346 Vinta e lassa era già l’anima mia Weep, Lovers, sith Love’s very self doth weep 239 Piangete amanti poi che piange Amore Were ye but constant, Guelfs, in war or peace 159 Così faceste voi o guerra o pace Wert thou as prone to yeld unto my prayer 205 Così fossi tu acconcia di donarmi 413 Whatever good is naturally done 361 Qualunque ben si fa naturalmente Whatever while the thought comese over me 266 Quantunque volte lasso mi rimembra What rhymes are thine which I have ta'en from thee 350 Quai son le cose vostre ch’io vi tolgo Whence come you, all of you so sorrowful 277 Onde venite vosi così pensose When God had finished Master Messerin 197 Quando Iddio Messer Messerin fece When I behold Becchina in a rage 366 Quando veggio Becchina corrucciata When Lucy draws her mantle round her face 92 Chi vedesse a Lucia un var cappuzzo When the last greyness dwells throughout the air 233 Quando l’aria comincia a farsi bruna Whether all grace have fail'd I scarce may scan 154 Non so s’è mercè che vene a meno Whoever without money is in love 372 Chi è senza denari innamorato Who is she coming, whom all gaze upon 295 Chi è questa che vien ch’ogn’uom la mira Whoso abandons peace for war-seeking 143 Chi va cherendo Guerra e lassa pace Who utters of his father aught but praise 377 Chi dice di suo padre altro che onore Why from the danger did mine eyes not start 312 Perchè non furo a me gli occhi dispenti Why, if Becchina's heart were diamond 362 Sè di Becchina il cor fosse diamante Within a copse I met a shepherd-maid 321 In un boschetto trovai pastorella Within the gentle heart Love shelters him 93 Al cor gentil ripara sempre Amore With other women I beheld my love 296 Io vidi donne con la donna mia 414 Woe’s me! by dint of all these sighs that come 272 Lasso per forza de’ molti sospiri Wonderful countenance and royal neck 357 Viso mirabil gola morganata Yea, let me praise my lady whom I love 95 Io vo del ver la mia donna lodare Ye graceful peasant-girls and mountain maids 225 Vaghe le montanine e pastorelle Ye ladies, walking past me piteous-eyed 278 Voi donne che pietoso atto mostrate Ye pilgrim-folk, advancing pensively 273 Deh pellegrini che pensosi andate You that thus wear a modest countenance 253 Voi che portate la sembianza umile Your joyful understanding, lady mine 144 Madonna vostra altera conoscenza 415 Conclusioni Il viaggio lungo i sentieri della lirica italiana antica tradotta in lingua inglese da Dante Gabriel si conclude con una esperienza molto importante per i miei studi rossettiani, ma nello stesso tempo dolorosa, poiché segnata dalla scomparsa di mio padre. Credo anch’io – citando un’aforisma dello scrittore toscano Romano Battaglia – che “l’amore e il dolore siano nati assieme, in un giorno di pioggia, mentre tra le nuvole cupe spuntava il sole”. Con gioia ho scoperto alcune annotazioni di Dante Gabriel Rossetti, raccolte nel MS. Ashley A 17-5768 (XIX-XX secolo) e conservate nella British Library di Londra. Uno scrigno in cui sono custoditi anche i gioielli letterari del poeta vittoriano: per esempio i titoli dei poemi On the French liberation of Italy (1859) e Autumn song (1883). Come pure la lettera scritta da Sir Thomas Henry All Caine e indirizzata a un certo John Cunning Walters, all’interno della quale si allude alle ragioni per cui Dante Gabriel fece seppellire e solo poco dopo riesumare i suoi poemi dalla tomba della moglie Elizabeth. Del manoscritto Ashley A.1404 (vol. IV, pp. 128-129) vorrei ricordare, anche se in modo fugace, la lettera di Rossetti a Swinburne, nella quale il poeta rievoca la dama di Lancillotto. Inaspettatamente, sfogliando le pagine ingiallite dalla mano dei lettori e dal tempo spuntano i versi della poesia All’Italia di Giacomo Leopardi. Versi nei quali il poeta – quasi con rammarico – confida di vedere gli archi e le mura della sua patria ma non la gloria dei nostri padri antichi. Un canto che m’induce a riflettere sull’abilità poetica e traduttiva di Dante Gabriel Rossetti, e quindi, sull’intenzionalità dell’autore il quale torna indietro nei secoli per recuperare il ricco patrimonio della letteratura italiana antica. Le mie conclusioni non rappresentano comunque un punto di arrivo, bensì una nuova partenza. Infatti l’opera di Dante Gabriel non termina con l’interpretazione e la traduzione delle rime italiane antiche, ma prosegue il suo cammino sbarcando sopra altri lidi. Lidi in cui risplende la poesia petrarchesca, e ancora una volta il lauro immortale. Si riparte allora dalla concezione spirituale dell’amore, e dalla speranza dell’amante che desidera ricongiungersi alla donna amata dopo la sua morte. Le creature angeliche che compaiono nella versione poetica e pittorica dell’opera rossettiana The Blessed Damozel, sembrano ricordarci il sonetto petrarchesco “Gli angeli eletti e le anime beate”. Dante Gabriel fa sua l’idea, già manifesta nel Petrarca, della fanciulla che muore giovane e attende nei Cieli il suo poeta. Nella parte introduttiva dell’opera Dante and his Circle1 Rossetti cita il sonetto petrarchesco Piangete, donne, e con voi pianga Amore scritto in lode e in lamento per la morte di Cino, ricordando altresì che nel Trionfo d’Amore del Petrarca Cino e Selvaggia si uniscono a Dante e Beatrice. Un altro riferimento a Francesco Petrarca è riconoscibile nella seconda parte di Dante and his Circle racchiusa sotto la testata di Table of Poets: richiamando al sonetto di Guittone d’Arezzo, consacrato alla gloriosa Vergine Maria (tradotto nell’equivalente inglese to the Blessed 1 Pag. 19. 416 Virgin Mary), il preraffaellita afferma quasi con certezza che il Petrarca avesse riprodotto il verso guittoniano “come d’asse si trae chiodo con chiodo” nel suo Trionfo d’Amore. Allo stesso modo del Canzoniere petrarchesco, The House of Life di Dante Gabriel si suddivide in due parti; però, malgrado la somiglianza con la struttura dell’opera italiana, il pensiero della morte ricorre meno frequentemente. The House of Life, composta tra il 1847 e il 1881, e stampata nel 1881, contiene 101 sonetti (59 nella prima parte e 42 nella seconda). Come il Canzoniere del Petrarca, l’opera rossettiana è completamente dedicata all’universo dell’amore e alla memoria della sua donna. Nella Casa di Vita è possibile rinvenire soltanto la forma del sonetto, mentre nel Petrarca si susseguono alternativamente canzoni, ballate e madrigali. L’anima della donna, specularmente a quella di Laura, è segreta, lontana da ogni presunta contaminazione con la realtà terrena e gli impulsi carnali, e per questo pura e angelica. Dall’alto dei Cieli la potenza divina protegge la sua donna: “Heaven’s own screen Hides her soul’s purest depth and loveliest glow. Closely withheld, as all things most unseen” In Rossetti la lode non è rivolta esclusivamente alla donna, bensì all’amore stesso. Egli crede che Amore – quello nobile e purissimo – sia una forza superiore che governa ogni cosa terrestre, e sopra tutte le due facoltà primarie dell’essere umano: la mente e il cuore. L’amore si prefigura quasi alla stregua di un re che guida e comanda lo spirito degli uomini. Per Dante Gabriel le gioie della vita servono a decorare, inutilmente, “lo scheletro della fine”1. Non invano il mio pensiero si ricongiunge a quello di Rossetti, specie nell’idea che la Bellezza sia compagna di Morte. Una morte che si fa dolce allorché ciascuno di noi possa vedervi riflesso il volto dell’amata, o l’immagine di un padre allontanatosi presto da questa vita e il cui ricordo rimarrà sempre vivido e libero nel cuore. 1 Cfr. F. OLIVERO, Il Petrarca e Dante G. Rossetti, estratto dagli «Annali della cattedra petrarchesca», Firenze, 1933, p. 9. 417 Bibliografia: AGRESTI A. 1899, Poesie di Dante Gabriele Rossetti, Firenze. AGRESTI A. 1908, I Prerafaellisti. Contributo alla Storia dell’Arte, Torino, Società Tipografico Editrice Nazionale. ALIGHIERI D. 1921, Le Opere di Dante. Testo critico della Società Dantesca Italiana, Firenze. ALIGHIERI D. 1984, Opere Minori, vol. I, parte I, a cura di D. De Robertis e G. Contini, Milano-Napoli, R. Ricciardi. ALIGHIERI D. 2005, Rime, a cura di Domenico De Robertis, Firenze, Ed. Galluzzo. ALIGHIERI D. 2007, Rime, a cura di G. 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