Dante Gabriel Rossetti, "Ecce Ancilla Domini" L'estetismo è un movimento artistico ma soprattutto letterario della seconda metà dell'800. Rappresenta una tendenza del Decadentismo autonomamente sviluppatasi grazie a figure come Walter Pater e John Ruskin, che trova il suo massimo splendore grazie alle opere di Oscar Wilde. Questo movimento è tuttavia riscontrabile anche in vari studi di filosofi o studiosi di discipline umanistiche che ne intendono dare una definizione etimologicamente esatta, dato che si contemplano due categorie riguardanti l'estetismo, ossia quella filosofica e quella morale. Nel corso della storia le due categorie si possono riscontrare separate o legate assieme. Nell'estetismo morale assume un'importanza fondamentale la forma esteriore, il culto della forma prevale sulla virtù, e si tende a rendere piacevole la vita e la socialità. Nell'estetismo filosofico i più importanti pensatori sostengono l'impossibilità di conoscere la verità, di possedere l'assoluto e di vivere nella virtù, quindi l'individuò non può andare oltre il momento estetico, poiché recepisce solo una parzialità del tutto; inoltre l'intuizione prevale sul pensiero e il gusto è preminente alla razionalizzazione. Conseguenza di tutti questi principi è il ricorso alla via e alla vita estetica. Il principio fondamentale dell'estetismo ("l'arte per il gusto dell'arte") consiste nel vedere l'arte come rappresentazione di se stessa, possedente una vita indipendente proprio come il pensiero, che procede solo per le sue vie. Essa non ha alcun rapporto con l'epoca in cui si sviluppa, anzi è spesso contraria ad essa e l'unica storia che la concerne è la storia del suo stesso progresso. Nel momento in cui l'arte rinuncia alla fantasia per la realtà, rinuncia a se stessa. Il realismo è visto dagli esteti come un totale fallimento nella ricerca della bellezza, ed essi sostengono ancora che le uniche cose belle sono quelle che non riguardano valori oggettivi ma i gusti e la sensibilità estetica di una persona. È la vita ad imitare l'arte e questo non deriva solo dall'istinto imitativo della vita ma anche dal fatto che il fine cosciente della vita è quello di trovare espressione, e che l'arte è l'espressione stessa. Da questo consegue anche che la natura stessa si modifica a immagine dell'arte. Gli unici effetti che essa può mostrarci sono quelli visibili grazie alla poesia, o nei dipinti. In questo consiste il segreto del fascino della natura, ma anche la sua debolezza. L'estetismo presenta anche un continuo invito a godere della giovinezza fuggente, un edonismo nuovo in cui l'esaltazione del piacere è morbosamente collegata alla corruzione della decadenza e in cui la bellezza è intesa come manifestazione del genio ma superiore, al contempo, al genio stesso, in quanto categoria sovra-umana. In questi termini l'estetismo si configura come una "pseudo religione del bello". È l'artista che vuol trasformare la sua vita in opera d'arte, sostituendo alle leggi morali le leggi del bello e andando continuamente alla ricerca di piaceri raffinati, impossibili per una persona comune anche attraverso l'utilizzo di alcool e droghe. L'esteta ha infatti orrore della vita comune, dei ceti inferiori, della volgarità borghese, di una società dominata dall'interesse materiale e dal profitto, e si isola in una Torre d'avorio, in una sdegnosa solitudine circondato solo da arte e bellezza. John Ruskin, La sua teoria generale, per la quale l'uomo e la sua arte devono essere profondamente radicati nella natura e nell'etica, fa di lui uno dei fondatori dell' Arts and Crafts Movement, sul quale Ruskin, attraverso William Morris, ebbe una grande influenza. Lungo questa linea fu anche uno dei precursori dell'Art Nouveau. Pre-Raffaelliti "La confraternita dei preraffaelliti è stata una corrente artistica della pittura vittoriana (XIX secolo) nata nel settembre del 1848, sviluppatasi ed esauritasi in Gran Bretagna. Ascrivibile alla corrente del simbolismo, può essere definita - assieme al raffinato simbolismo di Klimt ed alle forme del liberty - l'unica trasposizione pittorica del decadentismo. Tra i suoi esponenti principali Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, Edward Burne-Jones ed il tardivo John William Waterhouse." Dante Gabriel Rossetti Gustave Klimt http://www.istitutoflora.it/files/didattica/presentazioni/quinta/tesine/estetismo.pdf "Il 1848 fu un anno di rivoluzioni in tutta l’Europa, sia in campo politico che economico. Nello stesso anno, in Inghilterra, tre giovani studenti della Royal Academy si riunirono per dare una svolta alla produzione artistica del tempo: i loro nomi erano DG Rossetti, WH Hunt, JE Millais. I giovani, riunitisi in Confraternita nel 1848 dopo aver frequentato The Cyclographic Society (un piccolo club di disegnatori), intesero opporsi all’arte accademica, riacquistare il senso etico dell’operare dei primitivi e, nel contempo, esprimere i contenuti della modernità: connota le loro prime opere un linguaggio vivido e analitico. Avevano obiettivi artistici sostanzialmente differenti (anche dal punto di vista formale), ciò che li univa per davvero era la loro giovane età, l’entusiasmo, la voglia di ribellione (ispirata dalle diatribe dell’eroico W. Blake) verso l’arte ufficiale e il desiderio di “go to nature”. Una volta riunitisi, si manifestò il problema del nome della loro “associazione”. “Preraffaellita” fu scelto perché rispecchiava l’ammirazione per i pittori italiani precedenti a Raffaello (anche se nessuno dei tre era mai stato in Italia), “confraternita” perché i tre si sentivano molto uniti e immaginavano, suggestionati dalle origini di Rossetti (era figlio di un carbonaro italiano), la loro associazione come una società segreta. Fu un a vera e propria fortuna per il movimento che John Ruskin, noto critico d’arte del tempo, desse loro il proprio supporto. Egli aveva infatti esortato i giovani asrtisti, in un famoso articolo di “Modern Painters”, a “go to nature in all singleness of heart ... rejecting nothing, selecting nothing, and nothing; all things to be right and good. And rejoicing always in the truth.” Cioè a imitare la natura, senza rifiutarne alcun aspetto. Tuttavia, già dagli anni 50 si concretizzano nella confraternita vistose contraddizioni : da un lato i cultori tenaci e sempre più ossessivi della “truth to nature”, dall’altro Rossetti che cercava di orientare la comunità verso i canoni dell’estetismo (art for art’s sake)" Dante G. Rossetti, Ecce Ancilla Domini, 1850 Un'interpretazione "moderna" della Vergine e dell'annunciazione, in cui Maria è raffigurata come una ritrosa e spaventata giovane, a cui ha fatto da modello probabilmente, la sorella dell'artista, pallida non tanto per candore spirituale quanto per emaciatezza. La presenza del giglio e della tenda azzurra nel mare di bianco sono elementi che concorrono all'impianto simbolico del dipinto. FORMA / STRUTTURA Luce: la luce, in questo dipinto, è diffusa ed illumina tutta la rappresentazione. Questa viene sottolineata dai colori usati prevalentemente dal Rossetti: il bianco, l’oro e l’azzurro. La luce diffusa è una tipica caratteristica dei pittori preraffaelliti di cui Rossetti fa parte. Colore: i colori prevalentemente usati dal Rossetti per dipingere la scena dell’Annunciazione alla Vergine sono tre: il bianco utilizzato soprattutto nelle vesti della Vergine e dell’Arcangelo Gabriele. Esso sta a rappresentare la purezza e contribuisce a diffondere luminosità al dipinto. Poi vi è l’oro usato soprattutto per sottolineare le aureole dei personaggi e, quindi, il carattere religioso del dipinto. Infine vi è l’azzurro che viene utilizzato come sfumatura del bianco. Anch’esso sta a rappresentare il candore della rappresentazione. I colori, quindi, sono prevalentemente chiari e contribuiscono a dare toni luminosi alla tavola. Linea: le linee che contornano i corpi dei due personaggi rappresentati sono ben definite e sono caratterizzate da tre elementi: dolcezza, sinuosità e morbidezza. Tutto questo fa si che i corpi risultino docili e sinuosi dando quasi un senso di realtà. Volume: il volume in questa tela è dato dalla dimensione dei corpi e degli oggetti ed è sottolineato dai colori chiari e dalla luminosità che essi producono. Prospettiva: l’opera si può suddividere in più piani: sicuramente nel primo piano e al centro della rappresentazione troviamo i due personaggi principali: l’Arcangelo Gabriele e la Vergine Maria. Dietro loro si può osservare, sullo sfondo, parte di una finestra e tutt’intorno a loro possiamo vedere l’arredamento tipico di una casa di quel tempo. Proporzioni: le proporzioni dei personaggi e dell’arredamento domestico vengono ben rispettate dal Rossetti e sia le persone che le cose risultano in armonia tra di loro. Simmetria: non vi è simmetria nell’opera. CONTESTO Contenuto e descrizione dell’opera: la scena rappresentata dal Rossetti è quella dell’Annunciazione in cui i due personaggi più importanti sono l’Arcangelo Gabriele e la Beata Vergine Maria. Il soggetto rappresentato è sacro e domestico allo stesso tempo. Vi si riflette la suggestione per i contenuti anglo-cattolici della religiosità della madre dell’artista e della sorella Christina, la quale aveva posato per la Vergine mentre W. Michael aveva ispirato l’immagine dell’Arcangelo. L’opera è connotata da una sorta di pre-simbolismo sensuale e melanconico. Essa è un’audace composizione bianca prewhistleriana poi definita dallo stesso Rossetti (1874) "l’antenata di tutti quei quadri bianchi, ora così di moda, ma allora c’era una ragione per quel bianco". La tavolozza è in armonia con l’uso simbolico del colore, come singolare è l’aver trasposto in pittura la verticalità della contemporanea grafica a tratto. Reduce da un viaggio con Hunt (altro pittore preraffaellita) nei Paesi Bassi e a Parigi, il Rossetti mescola qui il richiamo a Blake all’ammirazione per le pale d’altare fiamminghe, per gli affreschi parigini di Flaudrin e Delaroche e per l’Ingres di Ruggero e Angelica. Infatti l’espressione di smarrimento e di estetico incanto che emana dal volto della Vergine ricorda quella di Angelica incatenata alla rupe in Ruggero e Angelica di Ingres, opera che aveva impressionato il Rossetti in occasione di questa sua visita a Parigi nel 1849. Il destino fatale della fanciulla, la Vergine Maria, era già definito in alcuni versi rossettiani de "L’adolescenza della Vergine": "... finché un’alba nella casa si svegliò nel suo letto bianco, né ebbe timore ma pianse fino al tramonto e si sentì tremare poiché la sicurezza del tempo era giunta." Il disegno preparatorio di questo dipinto si può ritrovare a Birmingham City Museum and Art Gallery.