LA TORRE DI GUARDIA MARZO 2013
PAGG.
13-17
“ORA CHE AVETE CONOSCIUTO DIO”, CHE FARETE?
ARTICOLO DI STUDIO 3, PAGINE 13-17
CANTICI 81, 135
Quali passi bisogna compiere per conoscere Dio ed essere conosciuti da lui? Perché il
cristiano deve continuare a crescere anche dopo aver raggiunto la maturità spirituale, e
come può farlo? Nell’articolo troveremo la risposta a queste domande.
“Avete conosciuto Dio”
-- (Ger. 24:7)
COSA RISPONDERESTE?
Qual è l’utilità di avere una lista di controllo spirituale da rivedere periodicamente? [§2]
Perché il cristiano maturo deve continuare a crescere spiritualmente? [§10]
Perché dobbiamo riflettere sulla nostra fede e sulla nostra dedicazione a Geova? [§§15-16]
§§1-2
*** w05 15/2 p. 13 par. 7 Siate fieri di essere cristiani! ***
7
È sbagliato fare un accurato autoesame di tanto in tanto? No. Ricorderete che
l’apostolo Paolo incoraggiò i cristiani a continuare ad autoesaminarsi: “Continuate a provare
se siete nella fede, continuate a provare ciò che voi stessi siete”. (2 Corinti 13:5) Qui
l’apostolo incoraggiava i cristiani a individuare eventuali debolezze spirituali con l’obiettivo
di porvi rimedio. Nell’esaminare se è nella fede, il cristiano deve determinare se le sue parole
e le sue azioni sono in armonia con ciò in cui afferma di credere. Comunque, se l’autoesame
ci porta nella direzione sbagliata, a cercare la nostra “identità” oppure delle risposte al di
fuori della congregazione cristiana o in modo indipendente dalla nostra relazione con
Geova, risulterà inutile e potrà essere spiritualmente letale. Non vorremo mai ‘fare naufragio
riguardo alla nostra fede’! — 1 Timoteo 1:19.
“ORA CHE AVETE CONOSCIUTO DIO” CHE FARETE?
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*** w09 15/10 p. 26 Siete “radicati e stabiliti sul fondamento”? ***
Come possiamo, però, essere “radicati” e “resi stabili nella fede”? Un modo efficace per
far scendere le nostre radici in profondità, per così dire, è quello di studiare diligentemente
l’ispirata Parola di Dio. Geova vuole che “[afferriamo] mentalmente con tutti i santi ciò che è
l’ampiezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità” della verità. (Efes. 3:18) Pertanto,
nessun cristiano dovrebbe accontentarsi di un intendimento superficiale, di conoscere solo
“le cose elementari” contenute nella Parola di Dio. (Ebr. 5:12; 6:1) Al contrario, ciascuno di
noi dovrebbe essere ansioso di approfondire il proprio intendimento delle verità bibliche.
— Prov. 2:1-5.
Questo ovviamente non significa che per essere “radicati e stabiliti” nella verità occorra
solo un grande bagaglio di conoscenza. Dopo tutto anche Satana sa cosa è scritto nella
Bibbia. Ci vuole qualcosa di più. Dobbiamo “conoscere l’amore del Cristo che sorpassa la
conoscenza”. (Efes. 3:19) Pertanto, se studiamo motivati dall’amore per Geova e per la
verità, cresciamo nell’accurata conoscenza della Parola di Dio e come risultato rafforziamo
la nostra fede. — Col. 2:2.
§§3-5
(Galati 4:9) 9 Ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto ora che siete stati
conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo alle deboli e meschine cose
elementari e volete nuovamente essere loro schiavi?
*** w83 1/12 p. 17 Non tornate ‘alle cose deboli e meschine’ ***
8 A quanto pare alcuni cristiani ebrei sostenevano che si doveva tornare ad osservare
la Legge mosaica, o almeno parti d’essa. Paolo invece scrisse che i veri adoratori erano
stati liberati dalla Legge. (Galati 5:1-6) Dato che la Legge non poteva produrre giustizia, era
in un certo senso debole, e doveva essere sostituita da una disposizione o “speranza”
migliore. (Ebrei 7:18, 19) Si poteva quindi dire che coloro che tornavano ad osservare la
Legge ‘si rivolgevano a una cosa debole e ne divenivano di nuovo schiavi’.
9 Fu anche appropriato l’avvertimento di non tornare alle “meschine cose elementari”.
L’espressione greca qui usata fa pensare alle lettere dell’alfabeto messe in fila, all’ABC di
una questione, per così dire. Gli insegnamenti pagani allora diffusi erano senz’altro
“meschine cose elementari”. Nonostante i greci andassero orgogliosi delle loro filosofie,
esse si basavano su concetti umani, idee errate e miti. Ma anche un ritorno alla Legge
mosaica avrebbe significato ‘rivolgersi di nuovo alle meschine cose elementari’. Perché?
10 Sebbene la Legge fosse di origine divina, aveva in gran parte a che fare con realtà
della sfera umana, come il tabernacolo e le sue “esigenze legali relative alla carne”.
L’adorazione cristiana, invece, era imperniata sulle cose spirituali tipificate da quelle
“rappresentazioni tipiche” di natura materiale. (Ebrei 9:6-10, 23) Perché mai i cristiani
sarebbero dunque dovuti tornare a quelle cose elementari, a quei rudimenti? Chi avesse
studiato matematica fino a divenire esperto in algebra o in calcolo differenziale e integrale
tornerebbe a contare sulle dita? — Confronta II Pietro 2:20-22.
PRIMI PASSI PER CONOSCERE DIO
*** it-2 pp. 252-253 Mendicante, Mendicare ***
Il termine greco ptochòs, usato da Gesù in Luca 16:20, 22 a proposito del mendicante
Lazzaro, descrive uno che si accovaccia e si rannicchia, e si riferisce a qualcuno molto
povero, indigente, un mendicante. Lo stesso termine ricorre in Matteo 5:3 a proposito di
quelli “che si rendono conto del loro bisogno spirituale [“quelli che mendicano lo spirito”, nt.]”
(“poveri in spirito”, CEI). A proposito dell’uso di ptochòs in questo versetto, è stato osservato
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che “è qui molto chiaro e appropriato, in quanto denota l’estrema indigenza spirituale, la cui
consapevolezza precede l’ingresso nel regno di Dio, e che non può essere alleviata con i
propri sforzi, ma solo grazie alla misericordia di Dio”. — M. R. Vincent, Word Studies in the
New Testament, 1957, vol. I, p. 36.
Anche Paolo usa questo termine in Galati 4:9, nell’esprimere la sua preoccupazione per
quelli che ‘si volgevano di nuovo alle deboli e meschine [forma di ptochòs] cose elementari’
praticate in precedenza. Tali cose erano “meschine” in confronto alle ricchezze spirituali
ottenibili mediante Cristo Gesù.
§6
PER ARRIVARE AL BATTESIMO E CONTINUARE A CRESCERE
1. Innanzitutto “[acquistiamo] conoscenza” di Geova e di suo Figlio, Gesù Cristo (Giov.
17:3)
2. Con l’aumentare della conoscenza cresce anche la nostra fede (Giov. 3:16)
3. Invochiamo regolarmente Geova in preghiera (Atti 2:21)
4. Comprendiamo la necessità di riunirci regolarmente con chi condivide la nostra fede
(Ebr. 10:24, 25)
5. Ci pentiamo dei nostri peccati (Atti 17:30)
6. Ci convertiamo, respingendo le pratiche malvage (Atti 3:19)
7. La fede ci spinge a predicare pubblicamente (2 Cor. 4:13)
8. Ci dedichiamo a Geova per fare, a imitazione di Gesù, la sua volontà (1 Piet. 4:2)
9. Simboleggiamo la nostra dedicazione con il battesimo in acqua (1 Piet. 3:21)
§7
(1 Timoteo 6:3) 3 Se qualcuno insegna altra dottrina e non approva le sane parole,
quelle del nostro Signore Gesù Cristo, né l’insegnamento che è conforme alla santa
devozione.
*** w08 15/9 p. 31 par. 7 Punti notevoli delle letterea Timoteo ***
1:13: Cos’è “il modello di sane parole”? Le “sane parole” sono “quelle del nostro
Signore Gesù Cristo”, i veri insegnamenti cristiani. (1 Tim. 6:3) Ciò che Gesù insegnò e fece
era in armonia con la Parola di Dio, perciò l’espressione “sane parole” può per estensione
riferirsi a tutti gli insegnamenti biblici. Tali insegnamenti ci aiutano a capire quello che Geova
richiede da noi. ‘Continuiamo a tenere questo modello’ mettendo in pratica ciò che abbiamo
imparato dalla Bibbia.
*** w08 15/8 p. 24 par. 15 Parlate scorrevolmente la “lingua pura”? ***
15 La grammatica. A un certo punto bisognerà studiare la grammatica della nuova lingua,
con le sue regole e la costruzione delle frasi. Questo ci aiuterà a capirne la struttura e ci
permetterà di parlarla correttamente. Proprio come in ogni lingua si seguono certi schemi e
modelli, nella lingua pura della verità scritturale troviamo “il modello di sane parole”. (2 Tim.
1:13) Dobbiamo seguire questo “modello”.
*** w02 15/9 p. 16 par. 6 Continuate a praticare le cose che avete imparato ***
6 Paolo esortò il suo collaboratore Timoteo: “Continua a tenere il modello di sane parole
che hai udito da me con la fede e l’amore riguardo a Cristo Gesù”. (2 Timoteo 1:13) Cosa
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voleva dire Paolo? La parola greca qui resa “modello” indica alla lettera lo schizzo di un
artista. Anche se mancano ancora dei dettagli, una rappresentazione del genere ha già dei
contorni definiti, che permettono all’osservatore attento di vedere la figura nell’insieme.
Similmente il modello della verità che Paolo aveva insegnato a Timoteo e ad altri non mirava
a fornire risposte dettagliate ad ogni possibile domanda. Tuttavia questo corpo di
insegnamenti provvede una guida sufficiente, una specie di schema, così che le persone
sincere possano discernere ciò che Geova richiede da loro. Per piacere a Dio, ovviamente,
occorre attenersi a tale modello di verità mettendo in pratica le cose che si sono imparate.
§§8-9
*** w08 15/9 p. 12 Crescete nell’accurata conoscenza con “premura di mente” ***
L’accurata conoscenza di Dio e della sua volontà rivelata nella Bibbia è la base della
nostra fede. Se non avessimo questo tipo di conoscenza, la nostra fede in Geova sarebbe
come un castello di carte che al minimo soffio di vento può cadere. Paolo ci esorta a rendere
a Dio sacro servizio con la nostra “facoltà di ragionare” e a ‘rinnovare la nostra mente’. (Rom.
12:1, 2) Lo studio regolare della Bibbia può aiutarci in tal senso.
Ewa, una pioniera regolare della Polonia, ammette: “Se non studiassi la Parola di Dio
regolarmente, smetterei di crescere nell’accurata conoscenza di Geova. Perderei
rapidamente la mia identità cristiana e la mia fede in Dio si indebolirebbe: andrei incontro
alla rovina spirituale”. Speriamo che non ci accada mai una cosa del genere!
(2 Tessalonicesi 1:3) 3 Siamo obbligati a rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli,
com’è appropriato, perché la vostra fede cresce straordinariamente e aumenta
l’amore reciproco di ognuno di tutti voi.
(Il Cantico dei Cantici 5:15) 15 Le sue gambe sono colonne di marmo fondate su
piedistalli con incastro d’oro raffinato. Il suo aspetto è come il Libano, scelto come i
cedri.
(Efesini 4:13) 13 finché perveniamo tutti all’unità della fede e dell’accurata
conoscenza del Figlio di Dio, all’uomo fatto, alla misura della statura che appartiene
alla pienezza del Cristo;
*** w01 1/8 p. 14 par. 9 Rendete manifesto il vostro progresso ***
A tal fine non dobbiamo solo accontentarci di conoscere gli insegnamenti basilari della
Bibbia o di avere solo una conoscenza vaga o parziale della verità. Dovremmo invece
avvalerci di tutti i mezzi che Geova provvede attraverso la sua organizzazione per scavare
in profondità nella sua Parola. Dobbiamo sforzarci di avere un intendimento della volontà e
del proposito di Dio il più accurato e completo possibile. Ciò significa anche trovare il tempo
per leggere e studiare la Bibbia e le pubblicazioni bibliche, pregare Dio che ci dia il suo aiuto
e la sua guida, assistere regolarmente alle adunanze cristiane e partecipare pienamente
all’opera di predicare il Regno e fare discepoli. — Proverbi 2:1-5.
*** w85 1/5 p. 10 parr. 10-12 Accettiamo la sfida della maturità cristiana ***
10 Quando l’apostolo Paolo esortò i cristiani ad ‘avanzare verso la maturità’, a cosa si
riferiva? (Ebrei 6:1) Il contesto mostra che Paolo aveva avuto intenzione di dire diverse cose
ai cristiani ebrei sul conto del “sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec”, Gesù
Cristo. Ma riteneva che non fossero pronti per queste informazioni perché ciò che aveva in
mente era “difficile a spiegarsi”. (Ebrei 5:10, 11) Ricordò invece loro: “Siete divenuti tali che
avete bisogno di latte, non di cibo solido. Poiché chiunque partecipa al latte è senza
conoscenza della parola della giustizia, perché è bambino. Ma il cibo solido appartiene alle
persone mature, a quelli che per mezzo dell’uso hanno le loro facoltà di percezione
esercitate per distinguere il bene e il male”. — Ebrei 5:12-14; confronta Giuda 3.
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Significa questo, allora, che la maturità dipende solo dal conoscere le cose più
profonde della Bibbia? Pur includendo la conoscenza e l’intendimento della Bibbia, la
maturità cristiana comporta molto di più. Comprendere il significato delle parole usate
dall’apostolo Paolo ci aiuterà a capire meglio la cosa. La parola greca tradotta “maturità” è
teleiòtes e l’aggettivo “maturo” rende tèleios. Queste parole sono affini a tèlos, che significa
“fine”. Un dizionario biblico (An Expositor Dictionary of New Testament Words, di W. E.
Vine), pertanto, spiega che maturo (tèleios) “significa che ha raggiunto il fine (tèlos), finito,
completo, perfetto”. Perciò un cristiano maturo è un cristiano che ha raggiunto un certo fine
o una certa meta. Qual è questa meta?
12 L’apostolo Paolo, in Efesini 4:11-13, spiegò che Cristo Gesù, in qualità di capo della
congregazione cristiana, ha preso molti provvedimenti per aiutare i “santi” a raggiungere
quella meta, cioè ‘pervenire tutti all’unità della fede e dell’accurata conoscenza del Figlio di
Dio, all’uomo fatto, alla misura della crescita che appartiene alla pienezza del Cristo”. Qui
essere uomini maturi, o fatti (gr. tèleios), viene messo in relazione non solo con l’acquistare
“accurata conoscenza”, ma anche con l’“unità della fede” e col misurarsi in base alla crescita
raggiunta da Cristo.
§10
(Proverbi 12:3) 3 Nessun uomo sarà fermamente stabilito dalla malvagità; ma in
quanto alla radice dei giusti, non sarà fatta vacillare.
*** w03 15/1 p. 29 ‘Chi è buono ottiene l’approvazione di Dio’ ***
…chi ha l’approvazione di Geova è stabile. Ricorrendo alla metafora del robusto
apparato radicale di un albero, Salomone dichiara: “La radice dei giusti non sarà smossa”.
(Proverbi 12:3, La Bibbia Concordata) Le radici nascoste di un albero maestoso, come la
sequoia, possono estendersi fino a coprire una superficie di oltre un ettaro e mezzo e
possono costituire un solido ancoraggio anche in presenza di alluvioni o venti impetuosi.
Una torreggiante sequoia può addirittura resistere a un forte terremoto.
Proprio come tali radici si estendono nel suolo fertile, così la nostra mente e il nostro
cuore devono penetrare in profondità nella Parola di Dio per attingere le sue acque
vivificanti. In questo modo la nostra fede diventa ben radicata e forte, la nostra speranza
sicura e ferma. (Ebrei 6:19) Non saremo “portati qua e là da ogni vento d’insegnamento
[falso]”. (Efesini 4:14) Naturalmente risentiremo gli effetti delle situazioni tempestose e
potremmo anche tremare.nelle avversità. Ma la nostra ‘radice non sarà fatta vacillare’
*** w02 1/5 pp. 16-17 parr. 11-12 Geova odia la condotta sleale ***
11 In quanto a quelli che hanno il privilegio di insegnare la Parola di Dio nelle
congregazioni odierne, Malachia 2:7 dovrebbe servire loro di monito. Dice che le loro labbra
“devono custodire la conoscenza, e la legge è ciò che il popolo deve cercare” dalla loro
bocca. Su tali insegnanti grava una notevole responsabilità, poiché Giacomo 3:1 indica che
‘riceveranno un più grave giudizio’. Anche se devono insegnare con vigore ed entusiasmo,
il loro insegnamento deve basarsi solidamente sulla scritta Parola di Dio e sull’istruzione
che perviene tramite l’organizzazione di Geova. In tal modo saranno “adeguatamente
qualificati per insegnare ad altri”. Pertanto viene dato loro il consiglio: “Fa tutto il possibile
per presentarti approvato a Dio, operaio che non abbia nulla di cui vergognarsi,
maneggiando rettamente la parola della verità”. — 2 Timoteo 2:2, 15.
12
Se non stiamo attenti, possiamo essere tentati di introdurre preferenze od opinioni
personali nel nostro insegnamento. Questo sarebbe particolarmente pericoloso per chi
avesse la tendenza a confidare nelle proprie conclusioni anche quando contraddicono ciò
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che insegna l’organizzazione di Geova. Ma
Malachia capitolo 2 mostra che dovremmo
aspettarci
che
gli
insegnanti
nella
congregazione si attengano alla conoscenza
di Dio e non a idee personali, che potrebbero
far inciampare le pecore. Gesù disse:
“Chiunque fa inciampare uno di questi piccoli
che ripongono fede in me, sarebbe più utile
per lui che gli si appendesse al collo una
macina da mulino come quella che viene fatta
girare da un asino e che fosse affondato
nell’ampio e aperto mare”. — Matteo 18:6.
Come un albero, anche il cristiano deve continuare a crescere
FACCIAMO CRESCERE LA NOSTRA AMICIZIA CON DIO
§11
*** km 11/03 p. 4 parr. 2-5 Coltiviamo l’intimità con Geova ***
2 Stringere un’intima relazione con Geova richiede sforzo. Vuol dire più che
semplicemente seguire un programma di attività cristiane. Se non parliamo regolarmente e
intimamente con Geova, col tempo egli potrebbe diventare come un amico con il quale
abbiamo perso i contatti. (Riv. 2:4) Esaminiamo come lo studio personale della Bibbia e la
preghiera possono aiutarci a coltivare l’intimità con Geova. — Sal. 25:14.
3Fare uno studio personale che nutra il cuore implica più che sottolineare i punti chiave
del materiale e consultare i versetti indicati. Richiede che riflettiamo su ciò che le
informazioni rivelano circa le vie, le norme e la personalità di Geova. (Eso. 33:13)
Comprendere le cose spirituali influisce sui nostri sentimenti e ci fa riflettere sulla nostra vita.
(Sal. 119:35, 111) Dovremmo studiare con l’obiettivo di accostarci a Geova. (Giac. 4:8) Per
studiare seriamente ci vogliono tempo e un ambiente adeguato, e farlo con regolarità
richiede disciplina. (Dan. 6:10) Anche se siete molto impegnati, state riservando un po’ di
tempo ogni giorno per meditare sulle meravigliose qualità di Geova? — Sal. 119:147, 148;
143:5.
4 La fervida preghiera è una parte importante dello studio personale significativo.
Affinché le verità della Bibbia stimolino il nostro cuore e ci spingano a “rendere a Dio sacro
servizio con santo timore e rispetto” abbiamo bisogno del suo spirito santo. (Ebr. 12:28)
Pertanto, tutte le volte che iniziamo a studiare dovremmo chiedere a Geova di darci il suo
spirito. (Matt. 5:3, nt.) Quando meditiamo sulle Scritture e usiamo i sussidi per lo studio
forniti dall’organizzazione di Geova, gli apriamo il nostro cuore. (Sal. 62:8) Studiare in questo
modo è un atto di adorazione tramite il quale esprimiamo la nostra devozione a Geova e
rafforziamo il nostro attaccamento per lui. — Giuda 20, 21.
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Come avviene nei rapporti umani, anche la nostra relazione con Geova va alimentata
continuamente se vogliamo che continui a crescere per tutta la vita. Pertanto, riscattiamo
del tempo ogni giorno per accostarci a Dio sapendo che egli, a sua volta, si accosterà a noi.
— Sal. 1:2, 3; Efes. 5:15, 16.
§12
Leggi (Malachia 3:16) 16 In quel tempo quelli che avevano timore di Geova parlarono
gli uni con gli altri, ciascuno col suo compagno, e Geova prestava attenzione e
ascoltava. E si cominciò a scrivere dinanzi a lui un libro di memorie per quelli che
avevano timore di Geova e per quelli che pensavano al suo nome.
(Geremia 16:19) 19 O Geova, mia forza e mia fortezza, e mio luogo di rifugio nel giorno
dell’angustia, a te le nazioni stesse verranno dalle estremità della terra, e diranno:
“Realmente i nostri antenati vennero a possedere assoluta falsità, vanità e cose nelle
quali non c’era alcun beneficio”.
*** w91 15/7 p. 26 Cosa significa pregare ***
“In ebraico, il principale termine tradotto preghiera deriva dalla radice ‘giudicare’, e la
consueta forma riflessiva . . . significa letteralmente ‘giudicare se stessi’”. (The Authorized
Daily Prayer Book) Ne consegue che una delle funzioni della preghiera è quella di aiutare
chi prega a capire se è all’altezza delle giuste norme e dei requisiti di Dio.
Per questo motivo in tutta la Bibbia leggiamo che, a meno che non si faccia la volontà
di Dio, le proprie preghiere non saranno udite favorevolmente. “Geova è lontano dai malvagi,
ma ode la preghiera dei giusti”. — Proverbi 15:29; 1 Giovanni 5:14.
Il fatto di autoesaminarsi dinanzi a Geova Dio dovrebbe senz’altro rendere chi prega
umile e contrito.
Perciò, che preghiamo Geova per ringraziarlo, per lodarlo o per rivolgergli una richiesta,
la preghiera è sempre un’occasione per autoesaminarci. In questo modo, pregare ci avvicina
a Geova e rafforza la nostra relazione con lui.
§13
(Naum 1:7) 7 Geova è buono, una fortezza nel giorno dell’angustia. E conosce quelli
che cercano rifugio in lui.
(Ebrei 10:24, 25) 24 E consideriamoci a vicenda per incitarci all’amore e alle opere
eccellenti, 25 non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno
l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il
giorno.
*** w12 15/4 p. 31 par. 17 Geova ci custodisce per la salvezza ***
Come tutti noi ben sappiamo, le adunanze ci danno l’incoraggiamento di cui abbiamo
assoluto bisogno. (Ebr. 10:24, 25) Il calore della fratellanza cristiana ci conforta. Una
semplice osservazione fatta durante un discorso o in un commento può toccarci. Prima o
dopo l’adunanza, un compagno di fede può offrirci un orecchio attento e parole di conforto.
(Prov. 15:23; 17:17) Unire le nostre voci nell’intonare un cantico a Geova ci rinfranca. È
soprattutto quando i nostri “inquietanti pensieri” ci affliggono che abbiamo bisogno
dell’incoraggiamento che troviamo alle adunanze, dove Geova ci ‘vezzeggia’ con le sue
“consolazioni” e sostiene la nostra determinazione a rimanergli fedeli. — Sal. 94:18, 19.
§14
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(Romani 3:9, 10) 9 Che dunque? Siamo noi in una posizione migliore? Niente affatto!
Poiché abbiamo già fatto l’accusa che sia giudei che greci sono tutti sotto il peccato;
10 come è scritto: “Non c’è un [uomo] giusto, nemmeno uno;
(Romani 6:12-14) 12 Perciò non lasciate che il peccato continui a regnare nel vostro
corpo mortale per ubbidire ai suoi desideri. 13 Né continuate a presentare le vostre
membra al peccato come armi d’ingiustizia, ma presentate voi stessi a Dio come
viventi dai morti, e le vostre membra a Dio come armi di giustizia. 14 Poiché il peccato
non vi deve signoreggiare, visto che non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata
benignità.
(Filippesi 2:12) 12 Quindi, miei diletti, nel modo in cui avete sempre ubbidito, non solo
durante la mia presenza, ma ora ancor più prontamente durante la mia assenza,
continuate a operare la vostra salvezza con timore e tremore;
(2 Pietro 3:9) 9 Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni
considerano la lentezza, ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno
sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento.
§15
(Atti 5:19-21) 19 Ma di notte l’angelo di Geova aprì le porte della prigione, li condusse
fuori e disse: 20 “Andate e, stando nel tempio, continuate a dire al popolo tutte le
parole di questa vita”. 21 Udito ciò, entrarono all’alba nel tempio e insegnavano....
(Rivelazione 2:19) 19 ‘Conosco le tue opere, e il tuo amore e la tua fede e il tuo
ministero e la tua perseveranza, e che le tue ultime opere sono più numerose di quelle
precedenti.
*** w98 1/10 p. 31 Continua a fare progresso spirituale! ***
Un’altra cosa che aiuta a fare progresso è partecipare al ministero regolarmente, se
possibile ogni settimana. In questo modo diminuisce quell’apprensione che si potrebbe
provare predicando saltuariamente, e che costituisce un ostacolo. Partecipare regolarmente
al servizio di campo ti sarà utile anche in altri modi. Accrescerà il tuo apprezzamento per la
verità, alimenterà il tuo amore per Geova e per il prossimo e ti aiuterà a concentrarti sulla
speranza del Regno.
Ma che dire se a motivo delle circostanze partecipi in misura molto limitata all’opera di
predicazione? Se proprio non ti è possibile fare nessun cambiamento, puoi trovare conforto
sapendo che Dio si compiace di qualsiasi cosa tu sia in grado di fare, purché tu lo serva con
tutta l’anima. (Matteo 13:23) Forse potrai fare progresso in altri modi, ad esempio affinando
la tua capacità di predicare. Nella congregazione la Scuola di Ministero Teocratico e
l’adunanza di servizio forniscono un eccellente addestramento a questo riguardo.
Naturalmente, più sei capace nel ministero, più piacere ne trarrai e migliori risultati avrai.
*** km 8/94 p. 4 parr. 14-16 “Continuiamo a camminare ordinatamente in questa
stessa condotta” ***
14 Per continuare a camminare ordinatamente e fare progresso è indispensabile
partecipare regolarmente al servizio di campo. Tutti noi siamo ben consapevoli della seria
responsabilità che abbiamo di predicare il messaggio del Regno. È questo che ci rende
testimoni di Geova. (Isa. 43:10) Poiché questa è l’opera più urgente e utile che si compia
oggi, non possiamo proprio considerarla un aspetto secondario del nostro programma.
Paolo esortò: “Offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno
pubblica dichiarazione del suo nome”. — Ebr. 13:15.
15 Quando predisponiamo le nostre attività settimanali, dovremmo riservare specifici
giorni e orari per il servizio di campo. Probabilmente la congregazione ha disposto diverse
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adunanze per il servizio di campo durante la settimana, e si tratta solo di decidere quali
possiamo sostenere. Sarebbe bene sforzarsi di prendere parte a tutte le fasi del servizio,
svolgendo l’opera di casa in casa con le riviste e altra letteratura, facendo visite ulteriori e
conducendo studi biblici. Possiamo anche prepararci per dare testimonianza informale
portando con noi delle pubblicazioni ed essendo desti a cogliere le opportunità per iniziare
conversazioni. Dato che di solito usciamo in servizio con altri, è necessario informarci sul
loro programma in modo da prendere accordi che vadano bene sia per noi che per loro.
16 Dovremmo continuare a predicare com’è nostra abitudine nonostante l’indifferenza
nel territorio. Sappiamo in partenza che soltanto pochi accetteranno il messaggio. (Matt.
13:15; 24:9) Ezechiele ricevette l’incarico di predicare a un popolo ‘ribelle, insolente e di
cuore duro’. Geova promise di aiutare Ezechiele rendendo ‘dura la sua fronte esattamente
come le loro fronti’, affinché fosse come il “diamante, più dura della selce”. (Ezec. 2:3, 4;
3:7-9) Ci vuole quindi perseveranza per mantenere regolari abitudini di servizio.
§16
Leggi (Isaia 44:5) 5 Questo dirà: “Io appartengo a Geova”. E quello [si] chiamerà col
nome di Giacobbe, e un altro si scriverà sulla mano: “Appartenente a Geova”. E uno
[si] intitolerà col nome d’Israele’.
*** it-2 p. 199 Mano ***
Geova disse agli israeliti che dovevano legarsi le sue parole “come un segno sulla
mano” (De 6:6-8; 11:18), e che lui stesso aveva scolpito Sion sulle sue palme (Isa 49:1416), per indicare costante ricordo e attenzione. In un senso simile Geova dice agli eunuchi
che si attengono al suo patto che darà loro un “monumento” (o “posto”; lett. “mano”) nella
sua casa. (Isa 56:4, 5) La Bibbia parla di adoratori di Dio che scrivono sulle proprie mani,
simbolicamente, le parole “Appartenente a Geova”, indicando così di essere suoi schiavi.
(Isa 44:5)
*** lv cap. 6 p. 63 par. 4 Come scegliere sane forme di svago ***
4 Tempo fa un Testimone anziano che si era battezzato nel 1946 osservò: “Mi sono
prefisso di assistere sempre a ogni discorso del battesimo e di ascoltare con attenzione,
come se dovessi battezzarmi io”. Perché? Spiegò: “Mantenere vivo il ricordo della mia
dedicazione è stato importante per rimanere fedele”. Senza dubbio sarete d’accordo con lui.
Ricordare a noi stessi che abbiamo promesso a Geova di impiegare l’intera vita per servirlo
ci spinge a perseverare. (Ecclesiaste 5:4; Ebrei 10:7) Infatti meditare sulla nostra
dedicazione influirà sul modo in cui consideriamo non solo il ministero, ma anche ogni altro
aspetto della vita, incluso lo svago. L’apostolo Paolo sottolineò questa verità scrivendo ai
cristiani dei suoi giorni: “Sia che mangiate o che beviate o che facciate qualsiasi altra cosa,
fate ogni cosa alla gloria di Dio”. — 1 Corinti 10:31.
*** w88 15/3 p. 13 parr. 13-14 La fiducia in Geova porta alla dedicazione e al battesimo
***
13 Comunque la dedicazione a Geova Dio non è solo un’altra forma di impegno. Un
impegno è semplicemente “un accordo o una promessa di fare qualcosa in futuro”. Fare una
dedicazione significa invece ‘dedicarsi esclusivamente al servizio o all’adorazione di un
essere divino o a usi sacri’. I più si accontentano di prendere un impegno invece di fare una
dedicazione. Questo senza dubbio spiega perché per loro la religione è poco più di un
sottofondo musicale: è piacevole da ascoltare ma non interferisce in alcuna cosa vogliano
veramente fare.
14 Quando ci si dedica a Dio il fare la sua volontà diventa la cosa più importante della
vita. Bisogna osservare il primo e più grande comandamento, che Gesù citò quando disse:
“Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua
mente e con tutta la tua forza”. Gesù sottolineò la natura esclusiva del servizio a Dio
“ORA CHE AVETE CONOSCIUTO DIO” CHE FARETE?
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dichiarando: “Nessuno può essere schiavo di due signori; poiché o odierà l’uno e amerà
l’altro, o si atterrà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete essere schiavi di Dio e della
Ricchezza”. (Marco 12:30; Matteo 6:24) Chiaramente, dunque, Geova non si accontenta di
un semplice impegno da parte nostra.
TENIAMOCI STRETTI A GEOVA PERSEVERANDO
§17
*** cl cap. 24 pp. 243-244 par. 9 Niente può “separarci dall’amore di Dio” ***
9 Geova apprezza anche la nostra perseveranza. (Matteo 24:13) Ricordate che Satana
vuole che abbandoniamo Geova. Ogni giorno che restiamo leali e fedeli a Geova è un altro
giorno in cui abbiamo contribuito a fornire una risposta agli scherni di Satana. (Proverbi
27:11) A volte non è facile perseverare. Problemi di salute, difficoltà finanziarie, stress
emotivo e altri ostacoli possono rendere ogni giorno che passa una tribolazione. Le
speranze deluse possono pure essere motivo di scoraggiamento. (Proverbi 13:12) La
perseveranza di fronte ai problemi è ancora più preziosa per Geova. Per questo il re Davide
chiese a Geova di conservare le sue lacrime in un “otre” e aggiunse fiducioso: “Non sono
esse nel tuo libro?” (Salmo 56:8) Sì, Geova apprezza e ricorda tutte le nostre lacrime e le
nostre sofferenze per rimanergli leali. Anche queste sono preziose ai suoi occhi.
(Galati 6:9) 9 Non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo
mieteremo se non ci stanchiamo.
(Matteo 7:7-11) 7 “Continuate a chiedere, e vi sarà dato; continuate a cercare, e
troverete; continuate a bussare, e vi sarà aperto. 8 Poiché chiunque chiede riceve, e
chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9 In realtà, se a un uomo fra voi il figlio
chiede del pane, non gli darà una pietra, vero? 10 O, se chiede un pesce, non gli darà
un serpente, vero? 11 Se dunque voi, benché siate malvagi, sapete dare doni buoni ai
vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che
gliele chiedono!
(Matteo 10:29-31) 29 Non si vendono due passeri per una moneta di piccolo valore?
Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza [che] il Padre vostro [lo sappia].
30 Ma gli stessi capelli della vostra testa sono tutti contati. 31 Perciò non abbiate
timore: voi valete più di molti passeri.
§18
Leggi (2 Corinti 13:5, 6) 5 Continuate a provare se siete nella fede, continuate a
provare ciò che voi stessi siete. O non riconoscete che Gesù Cristo è unito a voi? A
meno che non siate disapprovati. 6 Veramente spero che riconoscerete che non
siamo disapprovati.
*** lv cap. 17 pp. 201-202 parr. 14-15 ‘Edificatevi nella vostra santissima fede’ ***
14 Anche una volta raggiunta la maturità, si può sempre crescere spiritualmente. La
crescita dipende dall’alimentazione. Per questo Paolo osservò: “Il cibo solido è per le
persone mature”. Il segreto per edificare la propria fede è continuare a nutrirsi di cibo
spirituale solido. La sapienza sta nell’applicare correttamente quello che si impara, e la
Bibbia dice: “La sapienza è la prima cosa”. Dobbiamo quindi sviluppare un buon appetito in
relazione alle preziose verità dispensate dal nostro Padre celeste. (Proverbi 4:5-7; 1 Pietro
2:2) Naturalmente non abbiamo nessuna ragione di essere compiaciuti o alteri solo perché
abbiamo acquistato conoscenza e santa sapienza. Dobbiamo esaminarci regolarmente,
altrimenti nel nostro cuore metteranno radice e cresceranno orgoglio e altri difetti. Paolo
scrisse: “Continuate a provare se siete nella fede, continuate a provare ciò che voi stessi
siete”. — 2 Corinti 13:5.
“ORA CHE AVETE CONOSCIUTO DIO” CHE FARETE?
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Anche quando la costruzione di una casa è completa, il lavoro non è finito. Sono
indispensabili manutenzione e riparazioni, e se le circostanze lo richiedono si fanno degli
ampliamenti. Cosa è necessario per diventare maturi e rimanere persone spirituali? Prima
di tutto l’amore. Il nostro amore per Geova e per i compagni di fede deve continuare a
crescere. Se non abbiamo amore, tutta la nostra conoscenza e le nostre opere non
serviranno a nulla: saranno solo un gran chiasso inutile. (1 Corinti 13:1-3) Grazie all’amore
possiamo raggiungere la maturità cristiana e continuare a crescere spiritualmente.
“ORA CHE AVETE CONOSCIUTO DIO” CHE FARETE?
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STUDIO TORRE DI GUARDIA (3) 15 marzo 2013