ORGANO UFFICIALE UNIMA Unione Nazionale Imprese luglio-agosto 2014 7/8 Conto terzista di Meccanizzazione Agricola il IN AGRICOLTURA Anno XXIII - N. 5 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. - sped. in A. P. - D.L.353/2003 conv L. 46/2004, art.1 c1; DCB Bologna SPECIALE TRATTORI Mercati europei verso l’alta potenza PROVATO DA VOI Irroratrice Mazzotti Ibis 2400 P-Max SOLLEVATORI TELESCOPICI Rischio sorprese nella formazione EIMA INTERNATIONAL Un nuovo record all’orizzonte Conto terzista LUGLIO/AGOSTO il sommario di il 28 IN AGRICOLTURA 40 50 Lo Speciale Trattori di questo numero prende spunto da un mercato europeo dove cedono le piccole potenze (sotto i 100 cv) e le macchine intorno ai 200 cv, mentre resiste il segmento 100-180 cv e volano i trattori di gamma alta. Questo mese la protagonista del Provato da voi è una tipologia di macchina insolita per la rubrica. Si tratta dell’irroratrice Ibis 2400 P-Max di Mazzotti. Una “piccola” che però ha la tecnologia necessaria per ben figurare. Sollevatori telescopici e caricatori frontali sono al centro della questione della formazione specifica definita dall’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012, non essendo chiaro se prevalgono le caratteristiche d'uso o l'inquadramento-omologazione. EDITORIALE 24. Enovitis in campo chiude 55. Vt-Tractor Bridgestone 5. Recuperare competitività La politica agricola a un bivio di Silvano Ramadori eleggendo il miglior trattore un ingresso in grande stile di Federico Mercurio REPORTAGE 26. Nuovo punto vendita Claas a Vercelli UNIMA INFORMA 6. Magia o pragmatismo? di Roberto Guidotti ATTUALITÀ 12. Aiuti accoppiati, il piano è fatto di Angelo Frascarelli 16. Macchine, mercato imballato di Gianni Gnudi 17. Jcb, utile 2013 a quota 313 milioni di sterline 17. Due nuovi stabilimenti cinesi per Same Deutz-Fahr 56. Poche macchine e sfruttate di Franco Tesio al massimo di Ottavio Repetti SPECIALE TRATTORI REPORTAGE DAL CAMPO 28. Più bassi che alti 60. Una strategia aziendale sul mercato europeo di Francesco Bartolozzi in sintonia con la nuova Pac 30. Tre classi di potenza preferite 62. New Holland festeggia di Roberto Guidotti i 50 anni di Basildon 36. Mercato difficile di Gianni Gnudi i costruttori si adeguano 64. Bkt, dieci anni radiali di Roberto Guidotti di Francesco Bartolozzi PROVATO DA VOI 66. Ercole allontana la diabrotica 40. Irroratrice Mazzotti di Roberto Bartolini Ibis 2400 P-Max INDUSTRIA INFORMA di Ottavio Repetti MANIFESTAZIONI 18. Apima Forlì archivia un anno positivo di Amleto Rocca 18. Macerata per il riconoscimento del ruolo del contoterzismo 19. Piacenza, bilancio in ordine 20. Aema, c’è fiducia nella ripresa quando c'è il gruppo di Uberto Frondoni 22. Sima 2015 amplia gli orizzonti di Mariella Caruso di Roberto Bartolini NOVITÀ 70. “Incontri ad alta tecnologia” 71. Argo Tractors "digitale" 72. Kramp, non solo ricambi 72. Deutz-Fahr 7250 TTV Agrotron 73. Nuove soluzioni JD Farmsight 73. Avvolgitore Kverneland 7820 74. Due nuove falciatrici da Fella 75. Camilla Pro Maschio Gaspardo 53. Explorer, Same rilancia TARIFFE RIVISTO DA VOI 46. Mietitrebbia New Holland Cx8090 di Rino Bresciani TECNICA 50. Telescopici a rischio sorprese di Roberto Guidotti sulla gamma media di Gianni Gnudi 76. Forlì-Cesena Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 3 il Conto terzista IN AGRICOLTURA AnnoLV - Numero 7/8 - luglio/agosto 2014 www.agricoltura24.com shopping su:www.edagricole.it DIRETTORE DI REDAZIONE: BeatriceToni REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (capo redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (capo redattore), Lorenzo Tosi DIRETTORE RESPONSABILE: Ivo A. 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A.P. - DL 353/2003 conv. L. 27/02/2004 n. 46, art.1c.1:DCB Bologna” ROC n. 24344 dell’1 febbraio 2014 - ISSN 1121 - 8592 Associato a: Aderente a: ed è membro italiano di EUROFARM, l’associazione dei più importanti giornali periodici agricoli europei Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizza zione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. 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Già nel 4° Censimento, in seguito a precise sollecitazioni in tal senso del Prof. Roberto Fanfani, si gettarono le basi per una prima conoscenza del ruolo delle imprese agromeccaniche, poi ridimensionato da una discriminante – le giornate di lavoro – non idonea a descrivere l'esatto valore economico delle prestazioni di servizi, indispensabili per un valido conseguimento delle produzioni. onsiderando la superficie media delle aziende italiane, il lavoro del terzista potrebbe chiudersi anche nel volgere di una sola giornata di otto ore, se teniamo conto della produttività oraria delle moderne macchine agricole impiegate per conto terzi. I censimenti successivi hanno invece riconosciuto al contoterzismo un ruolo meno incisivo, tanto da dedicargli un’attenzione assai minore, a dispetto delle lusinghiere valutazioni di altre prestigiose istituzioni, dall’Accademia dei Georgofili a Nomisma, per non parlare di Federunacoma. Chi volesse rendersi conto di come funziona il nostro sistema agricolo, tuttavia, potrebbe consultare l'annuale rapporto predisposto dall'Inea, che “dipinge” con una visione obiettiva uno scenario assai più realistico e, per certi versi, preoccupante. Su oltre 1,6 milioni di soggetti qualificati come “agricoltori”, meno della metà può definirsi imprenditore, ossia azienda che opera per il mercato, mentre le aziende agricole di taglio “professionale”, per usare lo stesso aggettivo dell'Istituto, pare siano meno di 300.000. Numeri ben diversi da quelli pubblicati dai media, che tracciano un quadro impietoso, ma realistico di quella che è la nostra agricoltura. Le scelte di politica agricola sono state troppo condizionate dai dati Istat, poco, forse, da quelli ricavati da Inea, con una visione egualitaria che prevede di destinare le risorse, pur cospicue, al massimo numero possibile di soggetti. Vero è che la politica agricola comunitaria, nata nel 1992 con riforma McSharry, aveva il compito di integrare i redditi agricoli, destinati a crollare dopo l'apertura delle frontiere europee al mercato globale. Tuttavia, in questi 22 anni gli scenari sono radicalmente cambiati: abbiamo scoperto con disappunto di non produrre più eccedenze da sostenere, ma di C dipendere dai mercati esterni; che anche il mercato globale soffre di produzioni altalenanti, con periodi di carenza anche drammatica e successivi momenti di sovrapproduzione; che se esistono gli speculatori sui mercati “chiusi”, basta allargare il volume delle transazioni e si possono fare speculazioni anche a livello mondiale: ahimè, su questo aspetto la politica avrebbe potuto fare di più. Dalla nuova Pac ci saremmo attesi una visione di lungo periodo, che sapesse cosa voleva e dove voleva arrivare, e ci siamo invece trovati dinanzi a una riproposizione di modelli sorpassati, che cercano solo di accontentare tutti e non convergere verso aziende valide e competitive. Quale sviluppo potrà portare la nuova Pac? Gli aiuti a pioggia, senza distinzioni di merito, hanno di certo il vantaggio di non impoverire direttamente le campagne, obiettivo talvolta condivisibile da chi vive e lavora al servizio dell'agricoltura, ma che non guarda al futuro. Questa visione non crea sviluppo: se la stabilizzazione dei diritti ha il merito di evitare sconvolgimenti, porta con sé, quale sgradevole effetto collaterale, quello di ingessare il sistema scoraggiando l'evoluzione e l'innovazione. Fenomeni certamente pieni di incognite, ma, come accade in ambito genetico con la biodiversità, fondamentali fattori di cambiamento e di sviluppo. Ci sarebbe voluto, in altre parole, un pizzico di coraggio in più: il coraggio di ammettere che il sistema produttivo sta cambiando, che la funzione dell'agricoltore non è più solo limitata alla produzione, ma soprattutto alla valorizzazione economica del prodotto; il coraggio di accettare nuove forme di conduzione, più simili a quelle che interessano altri settori produttivi, dove conta più il risultato; il coraggio di cambiare la visione tradizionale dell'agricoltura, quale scaturisce dall'allegato 1 al Trattato di Roma, vecchio di quasi sessant'anni. Sta ora alle politiche agricole regionali trovare la forma per rendere compatibile questo modello di agricoltura con le esigenze del momento, secondo le sollecitazioni trasmesse da Unima a tutte le regioni italiane. Le imprese agromeccaniche, comunque vada, continueranno a operare al servizio dell'agricoltore, ma non potranno esimersi dal sostenere e promuovere uno sviluppo che, per quanto frenato da una politica forse troppo “popolare”, è destinato a modificare sensibilmente l'intero sistema produttivo. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014) 5 UNIMA INFORMA MAGIA O PRAGMATISMO? Le disposizioni del Dl n. 91 del 24 giugno meritavano un provvedimento definitivo e non una procedura d’urgenza “anti-emendamenti” di Roberto Guidotti Q ualche commentatore, con una punta di cattiveria, ha scritto che gli ultimi due governi hanno promesso riforme di ogni genere a cui non è seguita quella rivoluzione che molti si attendevano: ma se un autotreno ha maggiori difficoltà di manovra di un’utilitaria, figuriamoci quanto possa essere lenta la macchina dello Stato. In verità, ogni possibilità di cambiamento è frenata dalla mancanza di denaro: già da qualche mese si assiste a strani ritardi nei pagamenti degli stipendi di qualche branca della pubblica amministrazione, segnali certamente preoccupanti. Senza soldi l’orbo non canta, recita la saggezza popolare: ogni provvedimento che vada a incidere sul bilancio dello Stato è fortemente frenato dalla difficoltà di spostare le risorse da un capitolo all’altro, senza rischiare di fermare qualche servizio essenziale. La crisi economica ha ridotto gli utili delle imprese, e con questi il gettito delle imposte, compensato solo in minima parte dall’aggravamento del carico fiscale, che ha superato ogni ragionevole limite, ovviamente per chi le tasse le paga davvero. Ciò che infastidisce, tuttavia, è la disparità di trattamento fra le diverse categorie di imprenditori: c’è chi viene tassato sugli utili reali, senza neppure poter andare in perdita a pena di immediato accertamento, e chi con criteri a forfait che incidono da tre a dieci volte di meno. E poi c’è l’evasione, il vero grande mostro che crea l’ingiustizia fiscale, alimentata e incoraggiata proprio da comportamenti anomali di chi dovrebbe combatterla. Dato che è scomodo dare la caccia agli evasori, è molto più facile fare le pulci a chi paga, per due motivi: primo, ci sono norme fatte apposta per creare il caso; secondo, chi paga le tasse spesso paga anche le multe. Le entrate della PA Fra gli ostacoli ai cambiamenti non deve essere dimenticato quello sui tempi di ritorno dei provvedimenti legislativi che, salvo per gli interventi “a gamba tesa” su Iva e carburanti, NUOVA SEDE PER APIMA FOGGIA Nel quadro di un generale potenziamento dell'attività di Unima nel Mezzogiorno, grazie alla fattiva collaborazione di un gruppo di imprenditori agromeccanici foggiani, è stata finalmente trovata una nuova sede per Apima Foggia, che consentirà di potenziare i servizi ai soci presenti sul territorio di una delle province più attive nel settore agricolo. La nuova sede, già attiva a Torremaggiore (Fg), in collaborazione con lo Studio Associato GiordanoBerardo, potrà contare sia sulle fonti informative e di assistenza fornite da Unima, sia sulle sinergie con lo 6 Studio, che ha messo a disposizione delle imprese associate le proprie qualificate capacità professionali, che spaziano dall'assistenza amministrativa e fiscale a quella tecnica, legata all'operatività delle imprese agromeccaniche. «Un'iniziativa necessaria – ha commentato il presidente di Apima Foggia, Matteo Tamburrelli – che permetterà alle numerose imprese associate e a quelle che contiamo di associare di avere un punto di riferimento sicuro e competente per affrontare le grandi sfide che ci prospetta l'evoluzione del sistema produttivo agricolo». R.G. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) non sono mai inferiori a un anno. Le entrate della pubblica amministrazione derivanti da una nuova disposizione possono essere paragonate a un grande fiume, che si riempie a mano a mano che i suoi affluenti lo alimentano; viceversa, la spesa pubblica è come un fiume rovesciato, che si divide in mille rivoli. Più il fiume è lungo (e quello del nostro esempio è lunghissimo), più si dilatano i tempi, nell’uno e nell’altro verso. Per ovvi motivi di controllo sulle entrate e sulle uscite, bisogna poi ragionare su base annua e quindi gli effetti di una nuova norma non si vedono prima dell’anno successivo. Infine, la resistenza a cambiare le cose deriva dalla stessa amministrazione, sia a livello centrale che periferico, in misura direttamente proporzionale ai privilegi: dalla riduzione dei compensi a dirigenti, fino allo scaricabarile sulla divisione dei compiti, nessuno vuole fare il primo passo. Senza voler trovare troppe giustificazioni al governo centrale, dobbiamo aggiungere che l’agognato federalismo fiscale si è risolto in una delega troppo ampia alle amministrazioni locali, che si sono inventate tutto e il contrario di tutto. Come ha dimostrato l’inquietante vicenda della Tasi, se lo Stato non stabilisce criteri precisi e univoci non se ne viene fuori: ottomila comuni con 10-20 diversi parametri di calcolo a testa sarebbero una sfida impossibile anche per la Nasa, che pure ci ha portato sulla Luna. Le tante promesse di semplificazione, di razionalizzazione e di uguaglianza sociale si arenano su questi ostacoli, per il cui superamento non basterebbe nemmeno una radicale modifica dell’ordinamento giuridico, dalla carta costituzionale in poi. Pensiamo per esempio all’iniziativa “Campolibero” promossa dal Ministro Martina per dare una mano al sistema agricolo: fra tagli, rettifiche, veti e resi- Per ulteriori informazioni rivolgetevi alla vostra Associazione Territoriale o all’Unima tel. 06.8549595 - [email protected] stenze di ogni genere, il provvedimento finirà per essere privato dei suoi contenuti più innovativi, con un’incidenza limitata sui costi di produzione. I punti fondamentali del decreto Su queste premesse diventa davvero difficile emanare leggi che possano realmente stimolare l’economia: gli incentivi all’occupazione sembrano preoccuparsi più di creare gettito che posti di lavoro, mentre quelli fiscali, partiti con le migliori speranze, sono stati frenati nei loro effetti. Le disposizioni contenute nel decreto legge n. 91 del 24 giugno, più che mai necessarie per riformare il sistema, meritavano un provvedimento definitivo – a ben 4 mesi dall’insediamento del governo Renzi – e non una procedura d’urgenza nata più per bloccare gli emendamenti, destinati a modificarne il dettato in sede di conversione. In mancanza di strumenti previsionali efficaci, e lasciando la sfera di cristallo ai ciarlatani, riteniamo comunque opportuno esaminarne i punti fondamentali, rimandando a un prossimo numero l’analisi e la spiegazione delle singole disposizioni. Se saranno possibili modifiche operative, non sembrano tuttavia esserci dubbi sull’istituzione del registro unico dei controlli ispettivi alle imprese agricole, che si fonda su un quadro giuridico comunitario, nazionale e regionale già ampiamente consolidato. Il registro nasce dalla necessità di evitare che un’azienda agricola possa essere controllata da enti diversi, in uno stillicidio di verifiche che, in taluni casi, comportano un dispendio di tempo non compatibile con l’esercizio dell’attività. Resta il dubbio se le verifiche si limiteranno alla singola esigenza dell’Ente che la promuove, o comporteranno l’accesso di una squadra di personaggi di amministrazioni diverse, che metteranno “in croce” il malcapitato per un mese. TITOLOALL’ASSEMBLEA ANNUALE CEETTAR UNIMA I rappresentanti delle imprese agromeccaniche di tutta Testo Europa si sono incontrati lunedì 24 giugno a Bruxelles per l'assemblea annuale della Ceettar, la confederazione europea delle imprese di meccanizzazione agricola e del territorio rurale. In rappresentanza dell'Italia hanno partecipato il presidente Silvano Ramadori e il vicepresidente Massimo Alberghini Maltoni. L'incontro, che ha visto la partecipazione dei delegati di tutti i Paesi membri della Confederazione, si è articolato nella fase statutaria, che ha visto la relazione annuale del presidente Gerard Napias, proseguita con l'approvazione del rendiconto 2013 e del preventivo di spesa per il 2014, oltre che nella consueta sessione di discussione delle principali problematiche del contoterzismo europeo. Da questa sono scaturiti gli spunti più interessanti, che vedono la Confederazione impegnata per uniformare i comportamenti nei Paesi membri Da sinistra, Johan Van Bosch (tesoriere), Gerard Napias (Presidente Ceettar), Klaus Pentzlin (Vice Presidente), Silvano Ramadori (Consigliere), Jan Maris (Segretario Generale) e Eric Dresin (Direttore). Un momento dell'assemblea. riguardo all'applicazione delle direttive europee. Un caso tipico, illustrato dal rappresentante del Cema (l'organizzazione europea dei costruttori di macchine agricole), riguarda la libera circolazione dei mezzi agricoli, di fatto fortemente limitata dalle norme nazionali, estremamente variegate riguardo a dimensioni, pesi, velocità e obblighi amministrativi. Fra l'altro queste disarmonie contrastano apertamente con le direttive europee (nel caso specifico la 2003/37 modificata dalla 2013/167) che ha aperto la porta all'omologazione delle trattrici veloci (categoria T5), la cui circolazione viene di fatto resa impossibile dal nostro codice della strada, che impedisce di immatricolare macchine agricole con velocità superiore a 40 km/h. Su questo e su altri temi di particolare importanza per l'operatività delle imprese agromeccaniche si giocherà la futura attività politica della Ceettar, volta a fare sì che l'Europa sia e possa R.G. sentirsi veramente unita. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 7 UNIMA INFORMA ENOVITIS 2014, AGROMECCANICI E PAN L'applicazione, già da quest'anno, del nuovo Piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile degli agrofarmaci è stata discussa in due diversi incontri, organizzati da Unima attraverso la Federazione veneta, in occasione dell'edizione 2014 di Enovitis, la principale fiera in campo delle attrezzature e delle tecnologie per la filiera vitivinicola. La manifestazione tenutasi a Roncade (Tv) si colloca in un territorio particolarmente vocato alla viticoltura e che vede una presenza forte ed incisiva delle imprese di meccanizzazione agricola, sia nelle fasi di impianto del vigneto, sia nell'esecuzione delle varie cure colturali, fino alla raccolta con vendemmiatrici di ultima generazione. Da segnalare in particolare la difesa fitosanitaria, che si avvale di macchine scavallatrici plurifilare capaci di assicurare un servizio di altissima qualità, con una tempestività di intervento paragonabile alla meccanizzazione aziendale. Ma con un valore in più: i contoterzisti si sono specializzati nell'impiego delle macchine a recupero totale della miscela, in grado di assicurare una copertura completa della vegetazione riducendo gli sprechi di prodotto, con un'offerta di servizi che riesce a garantire al viticoltore la piena sostenibilità ambientale ed una reale competitività economica. Il workshop del 19 giugno si è incentrato sulla relazione di Roberto Limongelli di Enama, che ha approfondito le principali problematiche operative legate ai controlli sulle irroratrici, soffermandosi in particolare sul ruolo dell'Ente come supporto tecnico del Ministero, in vista della possibile non conformità di numerose macchine, per la cui sostituzione si dovranno attivare specifiche misure finanziarie; in tal caso, ha sottolineato Limongelli, si dovranno favorire le macchine di maggiore livello tecnologico, che garantiscono un effettivo miglioramento delle prestazioni in termini di sicurezza per l'operatore e per l'ambiente. Inoltre, Enama è già il punto di riferimento per la Gli interventi di Limongelli (a sinistra) e di Baldoin. 8 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Lo stand di Unima a Enovitis in campo. formazione e l'aggiornamento dei tecnici che dovranno verificare, entro il 26 novembre 2016, ben 600.000 macchine, fra irroratrici e atomizzatori, con prevedibili difficoltà nel controllo degli esemplari più vecchi e primitivi. Nell'incontro del 20 giugno, Cristiano Baldoin, dell'Università di Padova, ha introdotto l'argomento partendo dalle basi normative delineate dalla Direttiva 128/2009, spiegando poi i punti chiave del Piano d'azione sugli agrofarmaci, con specifico riguardo ai nuovi obblighi per i contoterzisti. Il relatore ha poi spiegato le modalità di realizzazione delle verifiche secondo il modello già messo a punto dalla Regione per il contesto agricolo veneto, che si caratterizza sia per una certa polverizzazione aziendale, sia per l'estrema variabilità delle colture praticate e delle relative R.G. esigenze di meccanizzazione. Per ulteriori informazioni rivolgetevi alla vostra Associazione Territoriale o all’Unima tel. 06.8549595 - [email protected] UNIMA E TOPCON PER L'AGRICOLTURA DI PRECISIONE Nel nuovissimo polo tecnologico aperto a Concordia to gratuito alla rete Rtk per due anni, con un valore agsulla Secchia (Mo), in un territorio che ha saputo recupe- giunto, per chi si avvale di tale servizio, di ben 800 euro. rare a tempo di record quanto aveva perduto con il sisma Lo stesso relatore, richiamandosi ai dati pubblicati da di due anni fa, Unima e Topcon si sono incontrate per Unima sui propri organi di stampa, ha sottolineato i vanavviare un innovativo programma di collaborazione. taggi economici immediati derivanti dai sistemi di guida Dopo una breve presentazione dell'azienda nipponica, satellitare, che consentono di ammortizzare rapidamente fondata oltre 80 anni fa e da oltre 50 facente parte del il costo delle apparecchiature necessarie, sia per effetto gruppo Toshiba, con stabilimenti e centri di ricerca sparsi dei minori tempi di esecuzione (e relativi consumi), sia in tutto il mondo, Roberto Botti ha spiegato le origini in termini di risparmio sui mezzi tecnici distribuiti. del polo di Concordia, nato dall'acquisizione di un'aGuido Fastellini di Topcon ha inoltre ricordato come in zienda locale (nota per avere inventato il primo cruscotto Umbria sia stato realizzato un intervento, finanziato dal digitale per le Formula 1 e, più tardi, per il Telepass, oggi programma regionale di sviluppo rurale, che ha inteuniversalmente diffusi). Il polo, divenuto un importanressato un gruppo di aziende agricole e di contoterzisti, te centro di ricerca (fa parte della Rete Alta Tecnologia che hanno così potuto beneficiare in forma indiretta dei dell'Emilia Romagna), collabora con prestigiosi istituti contributi grazie a uno specifico contratto. Renato Rossi universitari italiani ed esteri ed ha il suo punto di forza ha concluso le comunicazioni sull'integrazione fra Topcon in una struttura fissa, unica al mondo, impiegata per la ed i costruttori di macchine agricole italiani ed esteri, taratura dei sistemi di navigazione satellitare. illustrando le principali applicazioni, dalla guida assistita Cristiano Volz di Topcon ha illustrato i principali sistemi e automatica al controllo delle funzioni della macchina di navigazione satellitare, sottolineando in particolare agricola, fino alla distribuzione di mezzi tecnici a dose vache la società è l'unica riabile, in funzione dello in grado di operare stato della coltura e del sulla rete Gps (Usa) sia programma di gestione su quella Glonass (di adottato. L'incontro si è proprietà russa), oltre chiuso con un dibattito, a garantire la completa al quale hanno partecopertura del territorio cipato imprenditori nazionale con una rete e tecnici Unima, nel di trasmettitori a terra, corso del quale è emersa in grado di raggiungere la necessità di accomuna precisione centimepagnare il cliente con trica. A tal fine è stata uno specifico intervento stipulata un'apposita formativo, per favorire convenzione che assicul'introduzione nelle ra alle imprese agroimprese agromeccaniche L’incontro si è svolto presso la sede della Topcon meccaniche aderenti a delle nuove tecnologie. a Concordia sulla Secchia. Unima un abbonamen R.G. Un’altra disposizione destinata a far discutere riguarda gli incentivi per l’assunzione di giovani con carattere permanente, destinata sia agli operai a tempo indeterminato (fissi) sia a quelli contratto stagionale, con durata stabilita, però, per almeno tre annate. In tal caso la durata di ciascun periodo di assunzione deve essere di almeno 102 giornate, e deve riguardare giovani di età compresa fra 18 e 35 anni; le assunzioni devono portare a un saldo positivo delle ore lavorate rispetto all’anno precedente. La norma prevede sgravi contributivi davvero interessanti: un terzo della retribuzione imponibile è posta a carico dello Stato, e può essere incassata tramite credito contributivo, per un numero massimo di 6 mensilità all’anno. Questo sulla carta, perché il budget di spesa è talmente ridotto (5,5 milioni per il 2015, 12 milioni per il 2016, 9 per il 2017 e solo 4,5 milioni per il 2018) da far pensare che saranno ben poche, di fatto, le aziende agricole che potranno realmente beneficiare del provvedimento. Un aiuto indiretto all’ulteriore incremento dei canoni di affitto (di cui non sentivamo alcun bisogno) deriva dalla possibilità, per gli affittuari con meno di 35 anni, di detrarre fino a 80 euro dalle imposte sui redditi per ogni ettaro di terreno condotto in affitto. Credito d’imposta Decisamente più interessante, e utile per le imprese agromeccaniche, appare la concessione di un credito di imposta – pari al 15% – dell’incremento negli investimenti rispetto alla media degli ultimi 5 anni, per l’acquisto di macchinari compresi nella divisione 28 della tabella Ateco. Il riferimento, previsto Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 9 UNIMA INFORMA da non dimenticare... 20 AGOSTO termine ultimo, grazie alle proroghe, per il pagamento delle imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi prodotti nell'anno 2013, con la maggiorazione dello 0,4%, per le ditte individuali e per quelle soggette agli studi di settore; solita scadenza, anch'essa prorogata al primo giorno utile dopo la settimana di ferragosto, per i versamenti mensili: • • • ritenute d'acconto sui compensi corrisposti nel mese di luglio ai liberi professionisti; ritenute alla fonte (Irpef) relative alle retribuzioni effettivamente corrisposte nel mese di luglio ai lavoratori dipendenti; Iva risultante dalla liquidazione relativa al mese di luglio per i contribuenti mensili; • • Iva risultante dalla liquidazione relativa al secondo trimestre, per i contribuenti con liquidazione dell'imposta a cadenza trimestrale; contributi previdenziali dovuti per i lavoratori dipendenti, da calcolarsi sulle retribuzioni relative al mese di luglio. 16 SETTEMBRE scadenza unica per diversi pagamenti: • • ritenute d'acconto sui compensi corrisposti nel mese di agosto ai liberi professionisti; ritenute alla fonte (Irpef) relative alle retribuzioni effettivamente corrisposte nel mese di agosto ai lavoratori dipendenti; già alcuni anni fa nella legge “Tremonti ter”, comprende sia le macchine e le attrezzature agricole, inclusi i trattori, sia le macchine movimento terra, ed esclude i soli mezzi di trasporto. L’acquisto di macchinari deve comportare un incremento patrimoniale positivo, come detto, rispetto alla media degli investimenti analoghi effettuati nei 5 esercizi precedenti: su questo incremento si applica un credito d’imposta del 15%. L’incidenza della norma, in termini di risparmio fiscale, è sostanzialmente analoga a quella della “Tremonti ter”: in tal caso infatti si aveva una diminuzione del reddito imponibile del 50% che, considerando una tassazione media del 30%, portava ad un risparmio fiscale simile all’attuale credito d’imposta. Il credito d’imposta può essere usufruito in tre rate annuali, per l’anno in cui viene maturato e per i due successivi; parimenti, il vincolo a mantenere in funzione il bene acquistato dura fino al secondo anno d’imposta successivo a quello in cui è stato fatto l’investimento. In realtà il divieto non 10 • • Iva risultante dalla liquidazione relativa al mese di agosto, per i contribuenti mensili; contributi previdenziali dovuti per i lavoratori dipendenti, da calcolarsi sulle retribuzioni relative al mese di agosto. riguarda solo la cessione a terzi, ma anche la semplice destinazione del bene a finalità “estranee all’esercizio dell’impresa”, lasciando intendere che il credito possa essere revocato anche nel caso in cui l’acquisto riguardi beni di dubbia pertinenza aziendale Più complessa, e quindi meritevole di ulteriori approfondimenti, sembra essere la norma che prevede una semplificazione delle procedure per la concessione di linee di credito, con alcune agevolazioni di tipo fiscale finalizzate a ridurre costo degli interessi applicati dalle banche in aggiunta al tasso di riferimento europeo (Euribor). Essendo questo ormai prossimo allo zero, i tassi di interesse applicati dagli istituti di credito appaiono infatti ingiustificati e rappresentano il principale freno allo sviluppo, creando differenze significative fra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione europea. Un passo indietro, invece, deriva dalla rimodulazione – da 20 a 24 anni – della durata della tariffa incentivante per gli impianti fotovoltaici, anche se su questo argomento sono già stati Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) predisposti diversi emendamenti. A fronte di queste limitazioni sono state previste semplificazioni di carattere amministrativo per chi realizza interventi di efficienza energetica e piccoli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. Più significativa appare la modifica apportata all’articolo 120 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, sugli istituti di credito, volta a contrastare il fenomeno dell’anatocismo, che aveva portato ad un abnorme incremento degli interessi pagati da imprese e privati, a causa dell’applicazione di interessi sugli interessi già maturati. Benché non sia facile prevederne gli effetti pratici, si ritiene che una migliore regolamentazione della materia sia divenuta indispensabile, anche per ridurre le dimensioni di un contenzioso che sta assumendo dimensioni preoccupanti, anche in relazione al fatto che alcune banche, già in gravi difficoltà economiche, potrebbero non essere in grado di restituire le somme indebitamente percepite, vanificando così le rispettive azioni in sede civile. ATTUALITÀ AIUTI ACCOPPIATI, IL PIANO È FATTO La Stato Regioni ha deciso, con il voto contrario del Veneto. Tra un mese il decreto di Angelo Frascarelli L a Conferenza StatoRegioni del 12 giugno 2014 ha espresso parere favorevole sul documento riguardante gli aiuti accoppiati 20152020, con il voto contrario del Veneto. Quindi non è stata raggiunta l’unanimità, poiché il Veneto rivendicava un ulteriore stanziamento per la zootecnia (vitelli macellati prima di 12 mesi), ma non è stato assecondato. Tuttavia, ormai il dibattito sulle scelte nazionali della Pac si può considerare definitivamente concluso. Anche in assenza di unanimità, il decreto legislativo 281/97 che regola le funzioni della Conferenza StatoRegioni, prevede trenta giorni di tempo dopodiché il Governo potrà procedere all’emanazione del decreto definitivo. Sulle scelte nazionali della Pac abbiamo già scritto (vedi Terra e Vita n. 23/2014); in questo articolo entriamo in alcuni dettagli del nuovo regime di pagamenti accoppiati 20152020 (art. 52, Reg. 1307/2013). Risorse: 11% del plafond Il documento sull’attuazione della nuova Pac in Italia prevede un importo del sostegno accoppiato di 426,8 milioni di euro, pari all’11% del plafond nazionale. Il dibattito sugli aiuti accoppiati è stato il più contrastato di tutta la nuova Pac, sia sulla percentuale di accoppiamento che sui settori. In merito alla percentuale, si sono scontrate due posizioni: i favorevoli all’accoppiamento (che volevano il 15%) e i fautori del disaccoppiamento (che volevano l’8%). Alla fine, il Ministro e gli Assessori hanno trovato un compromesso sull’11%. Lo scontro ancora più acceso è avvenuto sui settori, che alla fine ha visto il mancato raggiungimento dell’unanimità a causa del voto contrario del Veneto. Il documento finale prevede un sostegno accoppiaTAB. 2 - PIANO ZOOTECNIA Misure 1. Zootecnia bovina da latte 2. Zootecnia bovina da carne 3. Zootecnia ovicaprina 4. Settore bufalino Sotto-misure Importo unitario (euro/capo) 1.1. Vitelli nati da vacche da latte 56 1.2. Vitelli nati vacche da latte in zona montagna 40 2.1. Vacche nutrici 202 2.2 Capi bovini macellati 12-24 mesi 46 3.1. Ovini 12 3.2. Agnello IGP 10 Bufalini 25 Totale Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali). 12 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) TAB. 1 – ITALIA: IL SOSTEGNO ACCOPPIATO 2014-2020 Macrosettori Plafond (milioni di euro) % Piano zootecnica 210,5 49,30% Piano seminativi 146,3 34,30% 70 16,40% 426,8 100% Piano colture permanenti Totale Percentuale plafond nazionale 11% Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali). to, suddiviso in tre piani o macrosettori (piano zootecnia, piano seminativi e piano colture permanenti) e in 16misure di sostegno (tabb. 1-2-3-4). La maggiore rilevanza è stata attribuita alla zootecnia con 210,5 milioni di euro, pari al 49,3% delle risorse del sostegno accoppiato (tab. 1), distribuiti tra i seguenti settori: vacche da latte, vacche nutrici, bovini macellati, ovicaprini, bufalini. Nonostante la buona dotazione di risorse, il mondo zootecnico si è comunque dichiarato insoddisfatto, poiché mirava a un sostegno di 400 milioni di euro. Il piano seminativi assorbe 146,3 milioni di euro (34,3%), distribuiti tra i seguenti settori: soia, proteaginose, proteiche, frumento duro, riso, barbabietola e pomodoro da industria. Il piano colture permanenti assorbe 70 milioni di euro (16,4%), totalmente destinato all’olivicoltura. Bovini da latte Il premio è concesso alle vacche da latte che hanno partorito e che abbiano prodotto latte per almeno una resa minima da definire a livello territoriale. Gli allevatori dovranno provvedere alla Plafond % registrazione del vitello nato (milioni di euro) entro i termini previsti dalla 74,6 17,5 regolamentazione comunitaria e nazionale. L’importo di base stimato è 10 2,3 56 euro/capo (tab. 2). 40,5 9,5 A questo premio si aggiunge una misura aggiuntiva 66,4 15,6 per la zootecnia da latte in “zone di montagna”, con 9,5 2,2 un importo stimato di 40 5,5 1,3 euro/capo. Pertanto una vacche da latte in “zone di 4 0,9 montagna” percepirà circa 210,5 49,3 96 euro/capo. Nella fase di revisione di metà periodo, ATTUALITÀ tenuto conto del mutato scenario legato alla fine del regime delle quote latte e degli obiettivi selettivi raggiunti, si valuterà la possibilità di attivare una misura specifica che incentivi l’utilizzo di seme sessato anche a sostegno di incroci con riproduttori da carne. Vacche nutrici TAB. 3 - PIANO SEMINATIVI Misure 1. Piano proteico Plafond Sotto-misure Importo unitario (Euro/ha) (Milioni di euro) 1.1. Soia (nord Italia) 97 10 2,3 1.2. Proteaginose e frumento duro (centro Italia) - 30 7 1.3. Proteiche e frumento duro (sud Italia) - 55,4 13 Riso 120 22,6 5,3 2. Riso % 3. Barbabietola Barbabietola 325 17,1 4 Il premio è concesso alle vacche nutrici iscritte ai 4. Pomodoro da Pomodoro da industria 160 11,2 2,6 Libri genealogici e ai Reindustria gistri anagrafici che hanno Totale piano seminativi 146,3 34,3 partorito e i cui vitelli sono Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali). registrati entro i termini previsti dalla regolamentazione nazionale e comunitaria. - 15% delle agnelle della mandria, per gli allevamenti ove L’importo di base stimato è di 202 euro/capo (tab. 2). l’obiettivo risulta non adeguato agli standard europei; - 7% delle agnelle, per gli allevamenti prossimi al raggiungiUn importo aggiuntivo, non superiore al 20% del premio mento degli standard stabiliti. di base, può essere concesso con l’obiettivo di attuare appositi piani selettivi o di gestione della razza. Per il biennio 20152016, tale importo è finalizzato all’adesione al piano di Agnello igp risanamento dal virus responsabile della Rinotracheite Infet- Il premio è concesso agli allevatori che certificano capi ovicaprini idonei alla macellazione come Igp. L’importo tiva del Bovino (IBR) per le razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Romagnola e Podolica anche al fine di gestire stimato è di 10 euro/ capo (tab. 2). correttamente la biodiversità di tali razze. Bufalini Bovini macellati Il premio è concesso ai bovini di età compresa tra i 12 e i 24 mesi al momento della macellazione, allevati presso le aziende dei richiedenti per un periodo non inferiore a 6 mesi prima della macellazione. L’importo di base stimato è di 46 euro/capo (tab. 2). Sono previsti importi aggiuntivi: - del 30% per i capi allevati per almeno 12 mesi nelle aziende dei richiedenti o aderenti a Sistema di qualità nazionale o regionale o a sistemi di etichettatura facoltativi riconosciuti; - del 50% per capi certificati come Igp. Ovini Il premio è assegnato al singolo capo (agnella da riproduzione dell’anno in corso), previa dimostrazione da parte dell’allevatore della corretta identificazione anagrafica dei suddetti capi e dell’adesione ai piani regionali di selezione per la resistenza alla scrapie che prevedano l’esclusione dalla riproduzione degli arieti omozigoti sensibili. L’allevatore mantiene nel gregge arieti resistenti ARR/ARQ con densità minima di un ariete ogni cento femmine. Si propongono due fasce di contributo sulla base dello stato di avanzamento del piano di controllo della scrapie; fermo restando il valore del contributo pari a 12,00 euro/capo (tab. 2), si prevedono due obiettivi di rimonta: Il premio è concesso alle bufale di età superiore ai 30 mesi che hanno partorito. L’importo stimato è di 25 euro/ capo (tab. 2). Per l’ottenimento del premio, l’allevatore deve partecipare al finanziamento con un versamento pari al 1/3 del contributo annuo ricevuto, di un fondo di mutualizzazione, per il pagamento di compensazioni finanziarie agli agricoltori in caso di perdite economiche causate dall’insorgenza di focolai di epizoozie o fitopatie o da infestazioni parassitarie o dal verificarsi di un’emergenza ambientale o a seguito di un drastico calo del reddito. Soia Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano fino al 10%della propria superficie a seminativi alla produzione di soia, con una franchigia su un numero massimo di ettari a seminativo pari a 510 ettari per azienda. L’area di intervento interessa le regioni del Nord Italia: Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna, Piemonte e FriuliVenezia Giulia. L’importo stimato è di 97 euro/ha (tab. 3). Oleoproteaginose e frumento duro Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano una percentuale della propria superficie a seminativi a: - girasole; - colza; - leguminose da granella (lenticchie, cece, veccia); Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 13 ATTUALITÀ - erbai di sole leguminose; - frumento duro. L’area di intervento interessa le Regioni del Centro Italia: Toscana, Umbria, Marche, Lazio. L’importo non è stato stimato, ma dovrebbe attestarsi sui 90 €/ha (tab. 3). Le Regioni si impegnano ad attivare appropriate misure a supporto della produzione di frumento duro di qualità per valorizzare la produzione agricola in un’ottica di filiera. Colture proteiche e frumento duro Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano una percentuale della propria superficie a seminativi (con eccezione del riso) alla produzione di colture proteiche. Le colture ammissibili sono: - proteiche da granella (pisello proteico, fave, favino, lupino dolce); - erbai di sole leguminose; - frumento duro. L’area di intervento interessa le regioni: Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna. L’importo non è stato stimato, ma dovrebbe attestarsi sui 60 €/ha (tab. 3). Le Regioni si impegnano ad attivare appropriate misure a supporto della produzione di frumento duro di qualità per valorizzare la produzione agricola in un’ottica di filiera. Riso Il premio è concesso alle superfici coltivate a riso. L’importo stimato è di 120 €/ha (tab. 3). Laddove la produzione risulti significativa, le Regioni si impegnano ad attivare una misura a cui i produttori possano partecipare per favorire l’adesione al sistema di qualità nazionale produzione integrata, con l’obiettivo di valorizzare la coltivazione del riso quale elemento caratteristico del paesaggio, dell’ambiente, della cultura, dell’economia e del territorio. Barbabietola da zucchero Il premio è concesso alle superfici coltivate a barbabietola da zucchero. L’importo unitario stimato è di 325 €/ha (tab. 3). Il settore potrà essere oggetto di specifiche azioni di supporto nell’ambito della politica regolativa nazionale e regionale. Particolare attenzione potrà essere dedicata all’incremenTAB. 4 - PIANO COLTURE PERMANENTI Misure 1. Olivo Sotto-misure Importo unitario (Euro/ha) 1.1. Premio base olivo (Liguria, Puglia e Calabria) 78 1.2. Premio aggiuntivo olivo (Puglia e Calabria) 70 1.3. Olivicoltura con rilevante importanza economica territoriale ed ambientale 130 Totale piano olivicoltura Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali). 14 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Uno “Spezzatino” Il dibattito sull’aiuto accoppiato è stato molto acceso. La decisione finale è stata il frutto di una mediazione al ribasso, che ha generato un sostegno accoppiato con poche decine di euro/ettaro o capo. I vantaggi per lo sviluppo agricolo saranno limitatissimi, ad eccezione di alcuni comparti zootecnici. Bisogna ricordare che le scelte sull’accoppiato dovevano tener conto dell’importante decisione dell’adozione della “regione unica”, di conseguenza non era facile trovare un equilibrio tra esigenze politiche territoriali e settoriali. Il disagio per una scelta al ribasso ha fatto emergere la decisione di una revisione di medio termine nel 2016, allo scopo di introdurre modifiche per il periodo 2017-2020. to della competitività della filiera nel suo complesso e al riconoscimento della valenza ambientale della coltura nelle rotazioni. Pomodoro da industria Il premio è concesso alle superfici coltivate a pomodoro da industria. L’importo unitario stimato è di 160 euro/ha (tab. 3). Laddove la produzione risulti significativa, le Regioni si impegnano ad attivare, anche nell’ambito dei piani operativi delle Op, una misura, a cui i produttori possano partecipare per favorire l’adesione al sistema di qualità nazionale produzione integrata, con l’obiettivo di valorizzare la produzione agricola locale in un contesto di filiera o di distretto. Olivo L’olivicoltura acquisisce un sostegno di 70 milioni di euro, distribuito in tre misure (tab. 4): - premio base nelle regioni in cui la superficie olivicola rappresenta almeno il 25% della Sau regionale (Liguria, Puglia e Calabria), in quanto l’olivicoltura costituisce parte rilevante dell’economia agricola regionale, con un importo stimato di 78 €/ha; - premio aggiuntivo per le superfici olivicole nelle regioni Obiettivo Convergenza ove è soddisfatto il criterio “superficie olivo/SA regionale” superiore al 25%, caratterizzate da pendenza media superiore al 7,5% (Puglia e Calabria), con un importo Plafond % stimato di 70 €/ha; (Milioni di euro) - premio aggiuntivo per 43,8 10,3 l’olivicoltura con rilevante importanza economica territoriale e di qualità, con un 13,2 3,1 importo stimato di 130 €/ha. Da notare che l’aiuto all’oli13 3 vicoltura sarà esclusivamente basato sulla superficie e 70 16,4 non sulla produzione di olio di oliva. ATTUALITÀ MACCHINE, MERCATO IMBALLATO Goldoni: «Dai Psr può arrivare una scossa positiva». Revisione ancora in altomare. Positivo l’export di Gianni Gnudi N on cambia ancora il ritornello della meccanizzazione agricola italiana: bene l’estero, fermo il mercato interno. È questa la sintesi emersa dall’assemblea generale di FederUnacoma (l’associazione dei costruttori di macchine agricole) dalla quale sono usciti numeri di un certo peso. La produzione di macchine agricole in Italia continua la sua risalita: nel 2013 ha superato infatti quota 7,7 miliardi di euro, avvicinandosi ai livelli massimi del 2008 (8,2 miliardi), prima dell’inizio della crisi. Rispetto al 2012 si è registrato un aumento del 3,3% della produzione di trattrici, macchine operatrici e attrezzature, nonché componentistica e ricambi, mentre continua il calo della produzione di macchine per il movimento terra che, con un fatturato di 2,4 miliardi, segna un passivo del 5,5%. In termini complessivi, l’intero comparto sfiora quota 10,2 miliardi di euro, con un incremento dell’1% sul totale 2012. Aumento che è da attribuire al buon andamento delle esportazioni, che segnano nel 2013 un incremento complessivo in valore del 5,8%, a conferma di un trend che negli ultimi 4 anni ha visto una progressione costante: +9,4% nel 2010, +12% nel 2011, +7,2% nel 2012. Anche nel primo trimestre del 2014 le esportazioni risultano in crescita, con un incremento in valore del 6,2% per le trattrici e del 3,1% per le altre macchine agricole. Nessuna novità sul fronte del mercato nazionale, ancora depresso, dopo un calo complessivo per le trattrici pari al 30% negli ultimi sei anni e un 2013 chiuso a 19.017 macchine, il livello più basso in tutta la storia della meccanizzazione dal dopoguerra ad oggi. Nei primi cinque mesi del 2014 (gennaio-maggio) si registra il calo del 4,6% delle immatricolazioni di trattori, il crollo delle mietitrebbie, in regresso del 41,8% e il decremento (4,1%) delle trattrici con pianale di carico, mentre in linea con il risultato dei primi cinque mesi 2013 risulta il comparto dei rimorchi, che segna +0,5%. «L’Italia continua a non rispondere adeguatamente e nella maniera sperata - evidenzia Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma - alle esigenze di innovazione e rinnovamento del parco macchine. Scendere nel 2014 sotto i 19mila trattori immatricolati sarebbe drammatico. Spero in una scossa che potrebbe arrivare dai nuovi Piani di sviluppo rurale. In tutti i Psr regionali dovrebbe venire inserita una specifica misura, destinata anche alle imprese agromeccaniche, che prevede il finanziamento degli investimenti effettuati per il rinnovo del parco macchine». Un’indicazione precisa che Goldoni auspica venga recepita da tutte le amministrazioni. Intanto si sta perdendo fra le nebbie la revisione: del decreto applicativo atteso entro giugno non ci sono tracce emolti dubitano anche che l’effettivo avvio della revisione (già prorogata a gennaio 2015) possa rispettare le tempistiche. PARTE BENE L’EIMA SEE Bilancio positivo per la prima edizione di Eima South East Europe, la rassegna della meccanizzazione agricola svoltasi a Tirana dal 13 al 15 giugno scorso presso il Palazzo delle esposizioni e dei congressi situato nel centro della capitale albanese. Alla manifestazione hanno partecipato 45 industrie costruttrici italiane. Un pubblico stimato in circa 2.500 persone ha visitato la rassegna statica, ha seguito le prove dimostrative sul campo allestite in un’area esterna nei pressi dell’aeroporto di Tirana, e ha preso parte ai convegni organizzati nel contesto della manifestazione. «La rassegna di Eima South East Europe – è stato sottolineato dal 16 presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – rappresenta un ponte verso l’intera area balcanica, e punta a divenire un evento di riferimento anche per Paesi quali Bulgaria, Croazia, Grecia, Romania, Serbia, Slovenia e altri della regione, che registrano una crescita dell’economia agricola e che debbono potenziare la propria dotazione di mezzi meccanici e attrezzature». Il numero di macchine agricole attualmente esportate dall’Italia verso i Paesi dell’area balcanica ha raggiunto un certa consistenza – nell’anno 2013 l’Italia ha venduto circa 1.000 trattrici in Slovenia, oltre 820 in Bulgaria, oltre 460 in Romania, 450 in Grecia, Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 270 in Croazia, 180 in Albania – ma i volumi possono aumentare in modo significativo grazie ad un uso mirato dei fondi europei e dei fondi per la cooperazione. La prossima edizione - già annunciata per il maggio 2015 - sarà il “termometro” di questo mercato. ATTUALITÀ JCB, UTILE 2013 A QUOTA 313 MILIONI DI STERLINE Il terzo miglior risultato economico nella storia del gruppo inglese J cb ha conseguito nel 2013 il terzo maggior risultato economico nei suoi 68 anni di storia. L’utile operativo lordo dell’esercizio è di 313 milioni di sterline (era di 365 milioni di sterline nel 2012) su un fatturato di 2,68 miliardi di sterline (2,70 miliardi nel 2012), per un totale di 66.227 macchine vendute (69.250 nel 2012). «Il mercato globale delle macchine per le costruzioni è stato decisamente impegnativo nel 2013 – ha commentato il presidente Jcb Lord Bamford – ma sono lieto del fatto che, nonostante le difficili condizioni di mercato, Jcb abbia registrato eccellenti performance, ottenendo il terzo più alto profitto della sua storia. Il fatturato è rimasto praticamente invariato dal 2012 al 2013, ma il volume e gli utili sono stati penalizzati da un certo rallentamento nei mercati emergenti, in particolare in India, dove la presenza di Jcb è particolarmente forte. Questa dinamica è stata ulteriormente accentuata da una serie di movimenti valutari negativi in alcune economie. La crescita del fatturato in Regno Unito, Medio Oriente e Africa nel corso del 2013 ha contribuito a compensare il calo di India, Europa ed Estremo Oriente. L’inizio del 2014 ha evidenziato segnali contraddittori. Alcuni mercati stanno registrando una crescita della domanda - soprattutto in aree fortemente sviluppate come Regno Unito e Nord America - che sta compensando il rallentamento del mercato di economie più fragili come Asia, America Latina e Russia. La stessa incertezza politica determinata dalle elezioni in India e Brasile sta avendo un certo impatto sui mercati». Confermato il management italiano Nonostante uno scenario mondiale controverso, Jcb sta continuando a sviluppare i propri piani a lungo termine per aumentare il proprio potenziale produttivo a livello globale, in particolare grazie al nuovo insediamento produttivo dell’azienda a Jaipur, in India, operativo a partire da maggio. Nel Lord Bamford. Regno Unito Jcb sta realizzando un progetto del valore di 150 milioni di sterline per ampliare le attività produttive in Staffordshire, con la creazione di ulteriori 2.500 posti di lavoro entro il 2018 grazie all’avvio entro la fine dell’anno di un nuovo stabilimento da 32.000 metri quadrati a Uttoxeter, dedicato alla produzione dei Jcb Cab Systems. Un ulteriore stabilimento verrà realizzato a Cheadle, in Staffordshire. L’impegno e la determinazione di Jcb negli investimenti, così come la fiducia nel proprio management, permangono tali anche in mercati che stanno vivendo una congiuntura difficile come quello italiano. In questo senso, una riprova particolarmente significativa arriva dal CdA di Jcb Italia, che ha confermato Claudio Fiorentini alla carica di presidente, e ha nominato Domenico Matrone, già direttore generale della branch italiana, alla carica di amministratore delegato. Un chiaro segno del fatto che, anche nei momenti di difficoltà, Jcb continua a considerare strategici mercati tradizionalmente importanti quale quello italiano e, soprattutto, il prezioso patrimonio rappresentato dalle risorse umane presenti nelle filiali di tutto il mondo. DUE NUOVI STABILIMENTI CINESI PER SAME DEUTZ-FAHR Consentiranno una capacità annua produttiva di 30.000 trattori destinati prevalentemente al mercato locale S ame Deutz-Fahr attraverso la Changlin Deutz-Fahr, joint venture paritetica con il gruppo cinese Changlin, ha inaugurato in Cina due nuovi stabilimenti produttivi per un investimento di 40 milioni di euro. La joint venture, costituita nel 2011, impiega 350 addetti. Il nuovo stabilimento di Linshu si sviluppa su una superficie totale di 200.000 m2, di cui 40.000 coperti ed è destinato alla produzione di un’ampia gamma di trattori con potenza da 25 a 170 CV. La struttura di Suihua, con 6.000 m2 coperti, è dedicata Il nuovo stabilimento di Linshu si sviluppa su una superficie totale all’assemblaggio e di 200.000 m2 alla distribuzione di trattori d’alta potenza con specifiche tecniche e prestazioni allineate al mercato europeo, destinati all’impiego nelle aree agricole della provincia cinese del Heilongjiang. «L'inaugurazione dei nuovi stabilimenti in Cina – ha commentato Lodovico Bussolati, amministratore delegato Same Deutz-Fahr – è frutto della proficua collaborazione con Changlin e rappresenta un’importante tappa nel processo di internazionalizzazione di Same Deutz-Fahr consentendo inoltre ulteriori opportunità di sviluppo sul mercato locale». È stato, inoltre, presentato il primo modello sviluppato dalla joint venture. Si tratta di un nuovo trattore con motorizzazione da 140 a 170 CV, progettato e prodotto in Cina che verrà introdotto sul mercato a partire da settembre 2014. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 17 MANIFESTAZIONI APIMA FORLÌ ARCHIVIA UN ANNO POSITIVO Soddisfazione per i risultati raggiunti in un momento particolarmente difficile di Amleto Rocca I l 17 maggio 2014, a Meldola, sulle colline di Romagna, si è tenuta l'assemblea annuale di Apima Forlì, che ha visto la partecipazione di una numerosa schiera di associati, nonostante il tempo favorevole alle operazioni agricole, in un'annata caratterizzata da un'eccezionale piovosità. Nel corso della riunione il presidente Fabio Mambelli, che fa parte del direttivo di Unima, ha ricordato con soddisfazione il buon risultato raggiunto in un momento particolarmente difficile per gli agromeccanici forlivesi, ottenuto grazie al decisivo contributo dei soci e alla loro volontà di lavorare insieme anche dinanzi a un destino avverso. Dopo l'approvazione del bilancio, chiuso in sostanziale pareggio, il presidente ha ricordato gli eventi più salienti dell'ultimo anno, che hanno determinato un miglioramento della qualità dei servizi prestati ai soci, pur con significativi risparmi di spesa. Il presidente nazionale, Silvano Ramadori, ha ricordato che anche nella sede centrale si è provveduto a una doverosa razionalizzazione delle risorse e dei costi, in un momento che richiede una diversa impostazione dell'attività sindacale e di assistenza, fondata sulla partecipazione, sulla trasparenza, sulla competenza e sull'efficienza, con la collaborazione dell'intero sistema Unima. Ramadori ha ricordato i principali temi dell'agenda politica, in primo luogo quello della definizione a livello nazionale e regionale della nuova Pac e dell'auspicata apertura dei programmi di sviluppo rurale alle imprese agromeccaniche, vero motore dell'agricoltura. Tali obiettivi, Un momento dell’assemblea. ha concluso Ramadori, potranno essere perseguiti solo attraverso una stretta collaborazione con gli altri soggetti della filiera, dagli agricoltori ai dottori agronomi, dai costruttori e commercianti di macchine agricole all'industria agroalimentare. Dopo una breve comunicazione del tecnico dell'Associazione, Edmondo Chiusoli, sulle iniziative attuate a livello locale per favorire la circolazione delle macchine agricole, Roberto Guidotti, responsabile del Servizio tecnico Unima, ha illustrato ai presenti le principali novità normative che interessano la categoria, dall'applicazione del Pan sugli agrofarmaci all'esonero dal Sistri, dalla revisione delle macchine agricole all'esonero dai collaudi per le trattrici impiegate nei lavori di tutela e manutenzione del territorio. L'evento si è concluso con la tradizionale cena sociale, al quale ha partecipato anche il nuovo staff dell'Associazione forlivese. MACERATA PER IL RICONOSCIMENTO DEL RUOLO DEL CONTOTERZISMO All’assemblea Apimai rivendicato il diritto degli agromeccanici ad accedere alle risorse dei Psr N el quadro del proficuo rapporto instaurato in sede nazionale con le Organizzazioni dei costruttori (FederUnacoma) e dei commercianti di macchine agricole (Unacma), l'Associazione dei contoterzisti maceratesi, aderente a Unima, ha tenuto il 29 maggio scorso la propria assemblea annuale nella sede della Violini srl di Sambucheto di Recanati, concessionaria del gruppo Agco. L'incontro si è incentrato sulla relazione del presidente Silvano Ramadori, questa volta nella sua duplice veste di massimo rappresentante provinciale e nazionale delle imprese agromeccaniche. Dopo un inquadramento del contesto socio-economico, Ramadori si è soffermato sulle iniziative attuate in sede politica per il riconoscimento, da parte delle autorità nazionali e regionali, del ruolo insostituibile del contoterzismo nell'assicurare competitività e sostenibilità alle aziende agricole, nella fase cruciale dell'applicazione 18 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Da sinistra Guidotti, Ramadori, Sandro Violini e Zannotti. delle politiche di sviluppo rurale. Il Ministero e la Regione, ha ricordato Ramadori, devono destinare parte delle risorse alle imprese agromeccaniche per favorire la diffusione delle MANIFESTAZIONI nuove tecnologie su base territoriale, evitando che l'intervento pubblico rimanga circoscritto al ristretto ambito dell'azienda agricola, al fine di incidere positivamente sull'intero sistema produttivo. La sessione assembleare ha poi visto una parentesi dedicata alle informazioni di carattere tecnico-normativo: in particolare ha suscitato grande interesse fra i partecipanti la relazione di Angelo Zannotti, funzionario della Regione Marche, che ha illustrato il programma di controlli alle irroratrici, derivante dall'applicazione del Piano d'azione nazionale sull'impiego sostenibile degli agrofarmaci. Zannotti ha invitato i presenti ad attivarsi per tempo, in vista della scadenza del 26 novembre 2014, relativa alle macchine operanti per conto terzi, tenuto conto del fatto che i centri di collaudo riconosciuti dalla Regione solo solo 4, anche se dal mese di settembre ne verranno attivati diversi altri, i cui tecnici dovranno frequentare gli appositi corsi regionali. A seguire la relazione di Roberto Guidotti, responsabile dei servizi tecnici Unima, sullo stato dell'arte in materia di revisione delle macchine agricole e sulla formazione obbligatoria per la conduzione delle macchine da cantiere e delle trattrici agricole, definite dall'Accordo della Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2013. Dopo una serie di Un momento dell’assemblea. informazioni tecniche sulle novità in arrivo per le macchine agricole, curate dai tecnici dei vari marchi del gruppo Agco, della Pöttinger, della Lemken e della Bkt, il proseguimento dei lavori assembleari ha visto l'approvazione senza riserve del bilancio preventivo e consuntivo di Apimai Macerata. É tuttavia divenuto indispensabile, ha concluso Ramadori, procedere a una revisione delle quote associative, ferme da ben 5 anni, con un'azione più incisiva nei confronti degli associati che ritardano nei pagamenti, per dare modo all'Associazione di fornire servizi sempre più precisi e qualificati e di rispondere ai crescenti bisogni delle imprese rappresentate. L'incontro si è concluso con il tradizionale momento conviviale, realizzato con la fattiva collaborazione dei numerosi sponsor e della stessa ditta Violini, ospite della manifestazione. A.R. PIACENZA, BILANCIO IN ORDINE L'Apima piacentina ha presentato i risultati positivi dell’esercizio 2013 S i è tenuta il 30 maggio l'Assemblea provinciale degli agromeccanici piacentini, una delle Associazioni provinciali più forti e strutturate del sistema Unima, che ha visto una folta partecipazione di soci nonostante la bella giornata di lavoro. I lavori assembleari hanno preso avvio con la relazione annuale del presidente Mario Omati, che ha tracciato un quadro del contesto economico nazionale e locale, con specifico riguardo al settore agricolo, nel quale rimane cruciale la coltura del pomodoro da industria, che vanta proprio nella provincia di Piacenza un polo di rilevanza nazionale. Nonostante le difficoltà del momento e dei comparti Da sinistra Gatti, Omati, Ramadori e Alberghini Maltoni. in cui operano le imprese associate, ha concluso Omati, l'Associazione ha chiuso l'esercizio 2013 con un avanzo significativo, tale da consentire di mantenere inalterate le quote associative per l'anno in corso. Il direttore di Apima, Francesco Gatti, ha quindi illustrato ai presenti il bilancio consuntivo, seguito dalla relazione dei Sindaci revisori, che hanno rilevato la solidità della struttura associativa e la buona capitalizzazione; scontata, quindi, l'unanime approvazione del rendiconto e l'invito dei soci a proseguire sulla strada intrapresa. Ancora Gatti ha introdotto l'intervento dei rappresentanti nazionali, sintetizzando i principali risultati ottenuti da Unima nella definizione di numerose problematiche in campo amministrativo e previdenziale. Massimo Alberghini Maltoni, vicepresidente di Unima, ha poi condotto una completa analisi sulla questione delle attività connesse, che non paiono destinate a ulteriore sviluppo nel quadro normativo presente e futuro; tuttavia, ha concluso Alberghini, è indispensabile vigilare affinché i provvedimenti per la semplificazione della burocrazia non si tramutino in incentivi indiretti verso l'abusivismo e l'evasione fiscale, favorendo la concorrenza sleale. L'intervento del presidente di Unima, Silvano Ramadori, si è aperto con i positivi risultati dell'assemblea Unima, che incoraggiano a proseguire il cammino già avviato: in particolare si è data la massima importanza alla trasparenza ed alla rappresentatività, al contenimento dei costi della Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 19 MANIFESTAZIONI sede centrale, al coinvolgimento delle strutture periferiche ed alla difesa della categoria. Per rendere più incisiva la nostra azione politica, ha proseguito Ramadori, abbiamo lavorato sull'unità sindacale, attraverso la costituzione del Cai – Coordinamento Agromeccanici Italiani – e sulla ricerca di sinergie, dagli agronomi alle Organizzazioni dei costruttori e distributori di macchine agricole. Riguardo agli interventi in ambito normativo, Ramadori ha sottolineato l'importanza della categoria nel sistema produttivo e nel territorio rurale, pur ricordando che solo attraverso la qualificazione e la professionalità sarà possibile acquisire quel potere che la sola forza dei numeri non può conferire: è sulle proposte, sulle idee, sui bisogni delle imprese rappresentate che Unima potrà costruire la propria politica futura. A seguire Roberto Guidotti, del Servizio tecnico Unima, ha relazionato sui risultati conseguiti dal gruppo di lavoro costituitosi in seno a Enama in materia di revisione delle macchine agricole, oltre che sul quadro normativo riguardante la formazione specifica per i conducenti di trattrici agricole e di mezzi da cantiere. Al termine dell'incontro, prima del tradizionale appuntamento conviviale, i tecnici di Syngenta hanno presentato i contenuti del recente accordo di collaborazione siglato con Unima e delle iniziative destinate a coinvolgere in modo sempre più stretto le A.R. imprese agromeccaniche. AEMA, C’È FIDUCIA NELLA RIPRESA QUANDO C’È GRUPPO Alla 76a assemblea annuale dell’associazione di Pisa, ora che la Provincia verrà a mancare, emerge la necessità di rafforzare il gruppo di Uberto Frondoni È iniziata cercando di infondere un minimo di ottimismo tra i partecipanti la 76esima assemblea dell’Aema di Pisa, con il presidente Marco Malacarne che ha riportato qualche dato positivo relativo a Pil mondiale, euro in crescita e timida ripresa delle assunzioni, anche se il senso di risparmio delle famiglie tiene bassi i consumi finché permangono incertezza e restrizioni creditizie. Inoltre, l’andamento climatico fa ben sperare per i raccolti, ma la redditività in varie zone continua a essere aggredita da cinghiali e piccioni, anche a seguito di una normativa non in grado di controllare efficacemente la fauna. I controlli che invece funzionano sono quelli della Guardia di Finanza, ha ironizzato Malacarne, che nell’ambito del piano d’azione denominato “Bonifica”, finalizzato al contrasto dei fenomeni di indebita percezione di finanziamenti nel settore agricolo, hanno purtroppo danneggiato ben 70 aziende, bloccando temporaneamente da Agea tutti i loro pagamenti in attesa di accertamenti. Tra le problematiche Malacarne ha sottolineato le difficoltà nel calcolo di Iuc, Tasi e Imu, come l’incidenza della tassazione dei terreni, per la poca chiarezza nelle norme applicative, nonostante gli incontri formativi organizzati da Aema. Altri corsi organizzati da Aema hanno invece riguardato la sicurezza e la circolazione stradale per la definizione dei titoli abilitativi alla conduzione delle macchine agricole. La chiusura dell’intervento di Malacarne ha riguardato l’olio d’oliva, dove Aema si unisce al coro dei no all’abolizione delle Camere di Commercio, che porterebbe con sé anche l’inevitabile chiusura del Panel (Comitato di Assaggio Olio), strumento importante per tutti i produttori, ma anche garanzia dei consumatori. Il presidente dell’Unione Industriale Pisana Federigo Federighi, nonché agricoltore, ha sottolineato come in periodo di crisi il problema dell’indebitamento non si risolva aumentando i carichi contributivi, bensì riducendo le spese 20 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Da sinistra Catassi, Ramadori, Malacarne e Licia Gambini (presidente Unfo). improduttive di una burocrazia farraginosa. Sono state abolite le Province, che servivano il territorio con competenza, invece sarebbe stato meglio abolire le Regioni. Quest’ultimo concetto è stato ripreso anche da Stefano Berti, direttore Cia di Pisa, secondo cui la maggior parte delle difficoltà a fare sistema sono create dall’ente pubblico, specialmente ora che la fine delle province e delle Cciaa si sta facendo sentire. Per questo, ora più di prima bisogna sforzarsi a fare sistema nel mondo agricolo per essere rappresentativi. Nicola Bovoli, titolare di un frantoio e Consigliere della Strada dell’olio del Monte Pisano, ha aggiunto che è una magra consolazione sapere che le province sono state eliminate solo per ridurre i costi, ma non perché non servissero. E come dirigente della Provincia di Pisa Andrea Acciai ha ricordato che anche la Provincia ha avuto il compito di fare sistema, costruendo rete fra gli agricoltori. E portando anche 2,5 milioni di euro nelle loro tasche. Resta da capire se la Regione saprà portare avanti tutte le attività capillari diffuse nel territorio come stava facendo la Provincia. MANIFESTAZIONI Massimo Terreni, direttore dell’Unione Agricoltori, ha richiamato la necessità di fare sistema e ha sottolineato come i fondi Pac vadano distribuiti a vantaggio di chi produce, non di altri. A proposito di Pac, secondo Aniello Ascolese, direttore Coldiretti Pisa, è importante fare proposte d’interesse provinciale prima che ne arrivino altre da parti diverse ed essere pronti a percepire i finanziamenti quando arrivano. Loreno Catassi, presidente Frimat, dopo aver espresso soddisfazione per il riavvicinamento tra Unima e Confai e per la loro potenziale riunificazione, ha ricordato come la revisione delle macchine irroratrici per prodotti fitosanitari vada gestita dagli agromeccanici e non lasciata in mano ad altri. Occorre quindi identificare le officine e definire una procedura autorizzativa idonea a rilasciare una certificazione. In chiusura di assemblea, anche Silvano Ramadori, presidente Unima, ha sottolineato lo sforzo in atto di riunire Confai con Unima, perché la divisione porta solo a una riduzione del potere contrattuale con l’Ente pubblico. Per sostenere questo lavoro capillarmente su tutto il territorio è stato costituito il Cai, Coordinamento agromeccanici italiani, per costituire con le altre organizzazioni un unico e forte fronte agricolo al tavolo di concertazione. Purtroppo non tutti sono ancora d’accordo. Forse alcune organizzazioni temono che inserendo i terzisti nel tavolo della concertazione si riducano le dimensioni delle fette di una torta già piccola. In realtà si ridurrebbero le quote di contributo all’agricoltura, che purtroppo ora torna inutilizzato a Bruxelles. La peculiarità di Unima è il servizio sul territorio, proprio in sintonia con le richieste di Bruxelles. Ed è anche un servizio di qualità, perché effettuato con macchine professionali, capaci di ottenere costi di produzione più bassi e minor inquinamento. Inoltre, rispetto alla sicurezza, le macchine dei terzisti sono nuove e a norma, causando molti meno incidenti in agricoltura che non le macchine obsolete di tanti agricoltori, e Unima ha chiesto all’Enama di collaborare con l’Inail per certificare la sicurezza della macchina, per il patentino e per la revisione delle macchine. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 21 MANIFESTAZIONI SIMA 2015 AMPLIA GLI ORIZZONTI Due nuovi settori (spazi verdi e colture tropicali e specializzate) vanno ad arricchire il salone parigino. Previsti più di 1500 espositori. di Mariella Caruso TREND VISITATORI ED ESPOSITORI AL SIMA ue nuovi settori ad arricchirlo con almeno 600 nuovi n. ingressi n. espositori prodotti in esposizione 260.000 1.800 e l’innovazione come 145 paesi 42 paesi obiettivo primario degli 1.700 240.000 organizzatori pronti a 1.600 41 paesi ospitare più delle 1.700 220.000 123 paesi 104 paesi 1.500 aziende che vi hanno 38 paesi 200.000 partecipato nell’edizione 1.400 1.446 1.550 1.700 208.550 209.800 248.800 2013. È il Sima, il 1.300 180.000 Salone mondiale dei 2009 2011 2013 2009 2011 2013 fornitori dell’agricoltura e dell’allevamento che si svolgerà dal 22 al 26 febbraio 2015 rinnovabile, si amplierà nel 2015 con le sezioni al quartiere espositivo Porte de Versailles di Parigi dedicate agli spazi verdi e alle colture tropicali e in contemporanea con il Salone internazionale specializzate. dell’agricoltura. «Dopo aver incassato la grande crescita del 2013 Italia in prima linea con 330 delegazioni ricevute, l’aumento del 25% «Il nuovo Sima offre un sito in dieci lingue, tariffe dei visitatori arrivati a quasi 250.000 e del 50% ridotte per raggiungere Parigi, incontri “match & meet” degli espositori, l’obiettivo del Sima è spingere il tra espositori e visitatori e un pacchetto di offerte su pedale sull’internazionalizzazione, sull’innovazione misura per la visita della città che gli espositori possono e sulla promozione», ha affermato la responsabile offrire ai propri clienti. Su richiesta potranno essere comunicazione internazionale del Sima-Simagena, organizzate visite ad aziende agricole – ha continuato Karine Le Roy, di passaggio in Italia per la Le Roy –. Inoltre, sarà incrementata la presenza di presentazione del Salone che vede il nostro Paese espositori e visitatori stranieri vista la promozione al secondo posto per numero di espositori e al del Sima a numerosi saloni analoghi in giro per il quinto per visitatori. «Il Sima 2015, oltre a essere mondo. A oggi solo poche aziende hanno ridotto il un’esposizione di quanto c’è di nuovo, vuole essere loro spazio al Sima 2015, tutte le grandi però hanno uno spazio prospettico sull’agricoltura del futuro mantenuto o ingrandito le metrature», ha aggiunto Le – spiega Le Roy –. Avranno un ruolo importante Roy anticipando che l’80% degli spazi sono già stati l’agricoltura di precisione e i temi della sostenibilità prenotati. Per questo gli spazi espositivi sono stati alimentare. Saranno affrontate tutte le tematiche ampliati con «il nuovo padiglione 7, che è più grande legate ad attrezzature, uomini e colture nel corso degli dell’1 e il 2 insieme». Come da tradizione i progressi incontri internazionali, dei workshop pratici e delle tecnologici dei costruttori saranno al centro del Sima conferenze tecniche organizzati nel corso del Sima che Innovation Awards, il concorso le cui candidature si dedicherà giornate tematiche a Sudafrica, Giappone chiuderanno a settembre che premia le più importanti e Messico, i tre paesi ospiti speciali di quest’edizione. novità del settore. Per quanto concerne, invece, la Stiamo valutando anche la possibilità di dimostrazioni comunicazione «la web tv dell’evento – ha concluso Le sull’utilizzo dei droni in agricoltura, ma essendo Roy – trasmetterà per più ore mostrando anche il dietro gli spazi espositivi troppo vicini allo spazio aereo le quinte del Sima 2015 e saranno utilizzati anche i dell’aeroporto Charles De Gaulle potrebbero essere canali ufficiali Facebook e Twitter del salone». utilizzati altri luoghi». Ultima nota per l’Italia, che si conferma paese di assoluIl Sima, che è l’unico salone al mondo a riunire in un ta rilevanza per il salone parigino: secondo paese rapunico luogo bovini e attrezzature per l’agricoltura, presentato in termini di espositori e quinto paese come servizi per le grandi coltivazioni, l’allevamento, la visitatori. gestione degli spazi rurali e forestali e le energie D 22 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) MANIFESTAZIONI ENOVITIS IN CAMPO CHIUDE ELEGGENDO IL MIGLIOR TRATTORE Presenti tutti i “big” tra cui è stato votato il Fendt 211 P Vario di Federico Mercurio H a chiuso i battenti anche la nona edizione di Enovitis In Campo, la manifestazione itinerante che deve il suo successo, di pubblico e di espositori, alla originale formula che la contraddistingue. I macchinari sono non solo esposti ma messi alla prova direttamente nei filari del vigneto: questo permette ai produttori di dimostrare concretamente, non solo a parole, la validità della macchina e ai visitatori di valutare con criterio la possibilità di investire nell’acquisto. Positivo il giudizio sia degli espositori che dei visitatori, intervenuti numerosi in entrambe le giornate di manifestazione e che hanno partecipato attivamente Come sempre discreta l’affluenza di pubblico a Enovitis in campo. Il Fendt 211 P Vario vincitore del premio “Trattore Enovitis 2014”. agli appuntamenti proposti. Tra questi spiccava sicuramente il “Trattore Enovitis 2014” scelto tra tutti gli espositori. E ad aggiudicarsi il premio è stato il Fendt 211 P Vario. Un premio che ha particolare valore perché arriva dal basso, cioè da chi realmente utilizza la tecnologia esposta e che ha potuto giudicare i trattori in mostra secondo reali criteri di efficienza e usabilità, magari proprio dopo averli provati e aver consultato le schede tecniche disponibili. A questa edizione erano presenti tutti i costruttori di trattori leader mondiali, il che ha reso particolarmente difficile scegliere tra le alternative presenti, ma anche ha dato un grande valore al premio ricevuto dal Fendt 211 P Vario che aveva competitor di grande peso. Altre iniziative da segnalate sono state l’incontro Due “particolarità” di questa edizione: un prototipo di trattrice autolivellante a carreggiata variabile (collaborazione tra Loris Luisotto e l’Università di Padova, a sinistra) e un minicingolato (Merlo) telecomandato per effettuare trattamenti e altre operazioni. 24 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) MANIFESTAZIONI Particolare risalto in questa edizione è stato dato alle macchine per i trattamenti. Trattori del futuro, ma anche del passato a Enovitis In Campo 2014: qui un Titan International Harvester del 1915. “Obbligo del controllo funzionale delle macchine per i trattamenti entro il 2016” a cura di Unima e Enama, le visite guidate alle macchine irroratrici con il patro- cinio di FederUnacoma e infine il convegno “Prosecco Doc e Prosecco Superiore Docg: il territorio che diventa stile”. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 25 MANIFESTAZIONI NUOVO PUNTO VENDITA CLAAS A VERCELLI Andrà ad affiancare il preesistente concessionario “Claas Italia” di Corso Torino di Franco Tesio C laas, azienda tedesca con sede ad Harsewinkel (Vestfalia), fondata nel 1913 e divenuta leader mondiale nella produzione di trattori e mietitrebbie, ha deciso di puntare su Vercelli, inaugurando un nuovo punto vendita. Domenica 8 giugno è stata presentata al pubblico la nuova area espositiva, che si estende su 5.900 metri quadrati, curata da uno staff di 11 dipendenti, situata nella zona strategica tra l’area industriale e il nuovo polo logistico di Vercelli, in prossimità del casello autostradale. Questo nuovo punto vendita andrà ad affiancare il preesistente concessionario “Claas Italia” di Corso Torino, per meglio servire un territorio importante come quello piemontese, la cui agricoltura spazia dalla coltivazione dei cereali alla vigna. In particolare, la sede di via Trino è stata concepita non solo per operare nella provincia vercellese, bensì per essere il riferimento anche per le province di Novara e Verbania. Al taglio del nastro erano presenti il responsabile della divisione distribuzione del gruppo Claas Jan-Hendrik Lo stabilimento di Vercelli (foto archivio fotografico Claas). CLAAS AGRICOLTURA Claas Agricoltura rappresenta una nuova realtà distributiva gestita direttamente dalla casa tedesca, che a oggi opera in tre macro aree del nord Italia, oltre che in Umbria. La struttura, con quattro sedi operative e 53 dipendenti al suo attivo, è stata pensata e voluta per garantire un servizio efficiente ed essere vicino alla sua clientela attuale e futura. Nella nuova struttura è presente una show room dove potranno essere visionate le principali novità, una zona denominata “shopping system” per l’esposizione e la vendita dei ricambi e di articoli promozionali, oltre al magazzino per i ricambi e l’assistenza, e un’area dedicata all’amministrazione. 26 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Taglio del nastro con i responsabili di Claas, Claas Italia e Claas Agricoltura. Da sinistra: Giacomo Oppici, Jan-Hendrik Mohr, Paolo Tencone e Marco Mentigazzi. Mohr, il direttore regionale Sud Europa e amministratore di Claas Italia Paolo Tencone, l’ex sindaco di Vercelli Andrea Corsaro e monsignor Marco Arnolfo. Nel discorso inaugurale, Tencone ha sottolineato l’importanza della politica di Claas Agricoltura, in quanto è una delle poche realtà che hanno deciso di investire a Vercelli per dare supporto all’agricoltura locale. Nonostante le difficoltà legate alla crisi economica e al difficile momento che attraversa la risicoltura, la casa tedesca ha deciso di consolidare la propria presenza, attiva sin dal 1973, con il principale obiettivo di fornire un servizio di eccellenza ad agricoltori e contoterzisti. L’amministratore di Claas Italia, durante il suo discorso, ha colto l’occasione per sollecitare le autorità locali a muoversi con rapidità, per permettere alle aziende agricole di divenire competitive, sia sul mercato nazionale che internazionale. Ha inoltre ricordato come, in una fase economica particolarmente difficile, le imprese agricole, soprattutto quelle risicole, abbiano incrementato la propria professionalità, il livello di meccanizzazione, e stiano puntando alla massimizzazione dei redditi. In questo contesto Claas vuole essere per l’agricoltore un punto di appoggio nei momenti di necessità, non solo all’atto dell’acquisto di una nuova macchina, ma anche quando è fondamentale la rapidità dell’assisten za tecnica, come nel periodo di raccolta. SPECIALE TRATTORI PIÙ BASSI CHE ALTI SUL MERCATO EUROPEO di Francesco Bartolozzi In Italia il mercato trattori si mantiene su un trend purtroppo negativo. È un inizio all’insegna degli alti e bassi quello del mercato trattori nei primi cinque mesi dei principali paesi europei. O meglio, più bassi che alti, come vedremo dall’analisi dei dati, e comunque ci sono sia differenze tra i vari mercati, sia all’interno di ciascun mercato per quanto riguarda i primi cinque mesi presi singolarmente. Numericamente parlando la Germania rimane il mercato più importante, con 14.212 trattori immatricolati da gennaio a maggio 2014, in calo dell’1,2% sul pari data 2013. Il mese di maggio, in particolare, con un meno 11,6% rispetto a maggio 2013, ha frenato il buon inizio per il mercato teutonico. Chi sicuramente perde terreno è il mercato francese, dove tutti e cinque i primi mesi del 2014 hanno fatto registrare dei cali pesanti che hanno portato il primo “pentamestre” a chiudere a -25,1% sul pari data 2013. Va anche detto che il 2013 per i trattori sul mercato transalpino è stato un anno eccezionale, quindi il calo a 9.749 immatricolaFIG. 1 - IMMATRICOLAZIONI TRATTORI IN EUROPA (GEN-MAG) 16.000 -1,2% GERMANIA 14.000 FRANCIA 12.000 ITALIA 10.000 REGNO UNITO SPAGNA 8.000 AUSTRIA 6.000 2013 14.379 -25,1% 13.019 2014 2013 14.212 2014 -1,2 9.749 -25,117 8.668 8.271 -4,6 5.549 3.164 5.798-4,6% 3.775 19,3 3.016 2.717 -9,9 +4,5% 4,5 +19,3% 4.000 -9,9% 2.000 0 GERMANIA 28 FRANCIA ITALIA REGNO UNITO SPAGNA Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) AUSTRIA Primi cinque mesi in positivo solo per Spagna e Regno Unito. Germania e Italia in leggero calo, forte deficit per l’Austria, crollo per la Francia zioni del periodo gennaio-maggio 2014, contro le oltre 13.000 del pari data 2013, può essere considerato fisiologico. Continuando in ordine numerico al terzo posto si colloca l’Italia, dove purtroppo il trend in calo non sembra vedere soluzione di continuità. Nei primi 5 mesi 2014 sul nostro territorio sono stati piazzati 8.271 trattori, in calo del 4,6% sul pari data 2013. Sembra mostrare, invece, segnali di ripresa il mercato britannico, dove il mese di maggio ha registrato un +6,1% che porta il mercato nei primi cinque mesi a un promettente +4,5% con 5.798 trattori venduti contro i 5.549 del pari data 2013. Ancora meglio va per la Spagna, che dopo lo straordinario recupero a fine 2013, sta continuando il trend di crescita, con cinque mesi consecutivi in crescita nel 2014 (l’ultimo a +12,1% a maggio) e un primo pentamestre a quota 3.775 trattori immatricolati, in aumento del 19,3% sullo stesso periodo del 2013. Come ultimo mercato citiamo l’Austria dove, dopo un inizio scoppiettante, sono seguiti tre mesi in forte calo (l’ultimo, a maggio, a quota -11,8%) che hanno determinato un -9,9% nei FIG. 2 - PRODUZIONE EUROPEA DI TRATTORI AGRICOLI (MILIONI DI EURO) 12.000 10.000 4.337 1.006 1.774 5.805 1.333 3.977 1.004 3.490 1.098 1.886 10.009 1.151 2,4% 1.276 7,4% 1.534 4.801 8.305 1.304 8.000 4.844 3,1% 1.443 11,2% 52,2 6.000 58,0 58,9 4.000 2.000 21,4% 12,1% 54,1 12,1 13,3 18,8% 1.544 21,4 13,3% 18,8 14,9 17,0 17,0 19,8 < 49930 cv 744 258cv 50 -79 241 204 6.756 380 212 6.456 414 296 8.349 446 262 8.539 6.756 11,2 3,0% 6,2% 7,4 17,0% 6,2 5,9 14,9% > 120 cv 8.539 3,1% 5,2% 18,4% 18,1% 2,4 6.456 3,3% 5,9% 19,8% 15,6% 16,9% 3,0 57,5% 56,7% 2011 2012 3,1 3,3 57,5 15,6 18,4 5,0 3,5 16,9 18,1 58,0% 5,2 3,1 58,9% 100 -120 cv 8.349 3,5% 5,0% 56,7 52,2% 808.305 -99 cv 10.009 420 17,0% 54,1% 0 2007 2008 2009 2010 Fonte: Eurostat, Axema. primi cinque mesi del 2014, con un totale di 2.717 immatricolazioni contro le 3.016 dello scorso anno. Tiene l’alta potenza Guardando più nel dettaglio alcuni di questi mercati, in Germania gli unici segmenti in positivo nei primi cinque mesi sono risultati quelli di media e alta potenza, ossia tra 101 e 150 cavalli (+1,9%) e oltre 150 cavalli (+5,6%), che rappresentano rispettivamente il 22% e il 39% del totale trattori. Chiudono, invece, i primi cinque mesi in negativo i segmenti tra 51 e 100 CV (-10,9%) e fino a 50 cavalli (-4,0%). Passando alla Francia, il tracollo risparmia esclusivamente il settore dei trattori vigneto-frutteto, che dopo i primi cinque mesi segna un +8,2% sul pari data 2013 con 1.280 immatricolazioni, e il segmento dell’altissima potenza, quello sopra i 300 cavalli (+12,9%), anche se quest’ultimo è rappresentato da numeri ridotti. Tiene abbastanza, comunque, l’alta potenza anche in Francia, dal momento che il segmento 250-300 cavalli si è mantenuto sui valori del 2013 (224 trattori registrati nel gennaio-maggio 2014 contro gli 230 del 2013), mentre dai 250 cavalli in giù tutti i segni sono negativi, con il calo più significativo (-40,9%) per il segmento tra 50 e 100 CV. Per quanto riguarda la Spagna, i primi due gradini del podio sono saldamente nelle mani di John Deere (23,0% di quota mercato) e di New Holland (18,1%), mentre il terzo posto è conteso da più brand, con in testa Kubota (7,6%), Case IH (7,4%) e Fendt (6,7%). In conclusione, l’Austria. Come per la Francia si salvano solo i trattori specializzati, che in realtà rimangono stabili (113 immatricolazioni nei primi cinque mesi contro le 116 del pari data 2013), mentre i trattori standard virano in negativo (-10,2%) e registrano un cambio al vertice rispetto ai primi cinque mesi del 2013, nel senso che John Deere perde quota (dal 16,4% del 2013 al 13,6% del 2014) a vantaggio sia del brand di casa Steyr (che adesso guida la classifica con il 23,8% di quota) sia di New Holland (sul secondo gradino del podio con il 16,4% di quota). Si mantiene invece al quarto posto l’altro marchio austriaco Lindner, con il 13,0% di quota. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 29 SPECIALE TRATTORI TRE CLASSI DI POTENZA PREFERITE Per il contoterzista l’acquisto di una trattrice riguarda ormai i segmenti 100-130, 150-180 e ben oltre i 200 cavalli di Roberto Guidotti I dati di vendita delle trattrici agricole sul mercato italiano ci fanno comprendere che l’Italia, grande produttrice di macchine agricole, è divenuta da tempo un Paese esportatore: anche contando solo gli esemplari effettivamente costruiti sul nostro territorio, oltre metà viene venduta all’estero. L’altra considerazione che viene in mente, scorrendo i numeri, porta invece a trarre alcune conclusioni che dovrebbero interessare la politica economica, se mai ve ne fosse una che potesse chiamarsi tale. Cedono le piccole potenze (sotto i 100 cavalli), resiste dignitosamente alla caduta la classe fra 100 e 180, crollano decisamente le macchine intorno ai 200, compensate da un recupero vistoso da parte di quelle di gamma alta: un bel rompicapo, non c’è che dire. Eppure, se guardia- Per il traino, la rotopressa e i servizi comunali il mezzo d'elezione è il sei cilindri medio, da 150 a 180 cavalli. 30 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) La macchina da semina per eccellenza è un “quattro cilindri” dai 100 ai 130 cavalli, compatta, versatile e soprattutto leggera. mo in casa nostra, osserviamo che per il contoterzista l’acquisto di una trattrice riguarda ormai tre classi di potenza ben distinte: la macchina da semina per eccellenza è un “quattro cilindri” dai 100 ai 130 cavalli, compatta, versatile e soprattutto leggera. Per il traino, la rotopressa e i servizi comunali il mezzo d’elezione è il sei cilindri medio, da 150 a 180 cavalli, potente quanto basta, ma non troppo impegnativo, in grado di adattarsi, grazie alla gestione elettronica del motore, anche a sostituire mezzi più leggeri. Ma dove bisogna tirare sul serio, sia come forzo di trazione sia come potenza alla Pto, il 200 e dintorni è una “mezza macchina”: troppo lenta per i lavori pesanti, troppo pesante per i leggeri. Uscendo dalle specificità delle imprese agromeccaniche, la classe di potenza intorno ai 200 cavalli è tipica della media e grande azienda agricola, nel cui ambito – con le attrezzature che può portare, e senza fretta – permette di svolgere tutte le lavorazioni su superfici dell’ordine del centinaio di ettari o poco più. È anche una categoria di macchine che, nell’escalation delle potenze determinata dal controllo elettronico dell’iniezione, deriva direttamente dalle “medie” di qualche anno fa: tecnologie collaudate, trasmissioni ancora in parte meccaniche, che abbinano alla facilità di utilizzo un costo di acquisto relativamente contenuto. Il perché di un certo trend Una contrazione del mercato di questi mezzi, in misura tanto elevata (-14%) significa minor capacità di investimento da SPECIALE TRATTORI parte di quelle aziende che costituiscono, se non l’avanguardia, almeno la categoria più significativa dell’agricoltura italiana, quella stessa che per molti agricoltori più piccoli rappresenta un invidiato modello da seguire. Ma che sia solo una minore propensione agli investimenti o un segnale preciso, che sottende una più accurata strategia di gestione aziendale? Non stiamo parlando di agricoltori part time o di aziende marginali condotte da operatori che faticano ad adattarsi a un quadro economico in rapida evoluzione: stiamo parlando di fior di imprenditori, sovente dotati un elevato livello culturale, in possesso di una struttura aziendale articolata e differenziata. Chi produce cereali di qualità, orticole di pieno campo e altre colture ad alto valore aggiunto sa che la fase produttiva è, nell’ambito della filiera, quella meno remunerata. Gestire in proprio fasi come la prima trasformazione (pensiamo ad esempio alle quotazioni delle patate in cassone e in sacchetti da 3 kg), la commercializzazione senza intermediari o la diversificazione verso altri settori – in primis, il turismo rurale – richiede un’attenzione e un impiego di tempo incompatibile con la gestione aziendale della meccanizzazione. Dovendo decidere se investire 200.000 euro in macchine – fra trattore e attrezzature – e in strutture aziendali decisamente più produttive, la scelta si indirizzerà inevitabilmente verso l’investimento che garantisce un ritorno più certo e immediato. Quella che, in una visione tradizionalista e romantica dell’agricoltura, potrebbe sembrare una resa, diventa invece una scelta vincente: valorizzando la produzione – in termini di prezzo del venduto o di incremento dei servizi prestati – l’agricoltore sceglie deliberatamente di affidare alcune lavorazioni al contoterzista, nella consapevolezza che avrà sempre un maggiore vantaggio economico. Come evidenziammo sul numero di giugno, in cui si mettevano a confronto diversi cantieri per la lavorazione del terreno, fra un agricoltore che ara da solo e uno che fa lavorare un contoterzista con una trattrice di potenza doppia, il risparmio sui costi unitari è significativo, oltre al vantaggio di vedere terminato il lavoro in pochi giorni. Non è un caso che da qualche anno, nelle aree più dinamiche dell’Italia agricola (seguendo una tendenza di respiro internazionale), l’azienda di dimensioni medio-grandi abbia preso una direzione ben precisa, destinando le proprie risorse alla valorizzazione della produzione, più che agli investimenti in macchinari. La crescita del contoterzismo La contrazione delle vendite di trattrici fra 180 e 240 cavalli è dovuta soprattutto a questa nuova tendenza delle frazioni più moderne dell’imprenditoria agricola, una tendenza che ha portato, accanto all’incremento delle superfici lavorate dal contoterzismo, anche a una crescita professionale delle imprese coinvolte. Annoverare fra i propri clienti, agricoltori dai 100 ettari in su non è solo un fattore di prestigio, ma è soprattutto uno stimolo a migliorarsi, sia sul piano tecnologico, sia su quello della qualità dei servizi prestati. Bisogna poi aggiungere che la tecnologia ha un costo indiretto che il contoterzista riesce a sopportare, ma non l’agricoltore: un trattorista di buon livello professionale, capace di far “rendere” un cantiere 32 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Dove bisogna tirare sul serio, sia come forzo di trazione sia come potenza alla Pto, occorre andare oltre i 200 cavalli. da 150.000 euro e oltre, non ci sta a lavorare per 2-300 ore l’anno, quelle che può offrire un’azienda agricola, seppure di estensione ragguardevole. Gli uomini di punta, lo insegna il mondo dello sport (ma con qualche “zero” in più...), richiedono aziende di punta, e viceversa: per ottenere buoni risultati l’elettronica è di grande aiuto, ma il “sopramanico” resta un elemento fondamentale. È chiaro che un bravo operatore è senz’altro disponibile a investire sulla propria professionalità se ha dinanzi a sé una prospettiva di lavoro di almeno 1.200-1.500 ore all’anno, un valore difficile da raggiungere in un’azienda agricola, anche a patto di adattarsi a mansioni meno appaganti. Le trattrici di gamma alta rispondono a questi bisogni, tipici dell’animo umano: quanti giovani, senza i vincoli di una rigida disciplina militare, possono condurre un trattore da 400 cavalli, una mietitrebbia da 600 o una trincia da 1.000, in un ambiente di lavoro sicuro, ergonomico e piacevole? Anche senza arrivare ai vertici di potenza, la necessità di produrre di più in minor tempo, tipica dell’attività agromeccanica, spinge sempre a scegliere un giusto compromesso fra economicità di gestione e tecnologia applicata. Allestimenti per ogni cliente Basta interrogare qualunque concessionario per sapere che il “120” gommato ha un allestimento ben diverso quando viene venduto a un agricoltore – per il quale rappresenta sovente il mezzo più potente – o a un professionista della meccanizzazione, che lo destinerà magari alle semine primaverili. Se la prima macchina è tendenzialmente meccanica, all’insegna della più collaudata tradizione, la seconda sarà sempre dotata di un cambio power shift e inversore elettroidraulico, oltre che di sollevatore anteriore, per adattarsi a impieghi diversi – come le manutenzioni al territorio – in- SPECIALE TRATTORI dispensabili per totalizzare quelle 7-800 ore annue che ne consentono l’ammortamento. Il valore dei due mezzi può differire parecchio, e spesso cambia anche la serie, o addirittura la marca: per una macchina da 105-110 cavalli si parte da una media intorno ai 55.000 euro per la trasmissione tutta meccanica, fino a 80.000 per una trasmissione continua; il tutto senza aggiungere il sollevatore anteriore e allestimenti speciali per gomme e cerchi, che portano la differenza in aumento oltre il 60%. Salendo di gamma le differenze tendono a farsi sempre meno sensibili, fino a ridursi a meno del 10% sui mezzi di alta potenza: ma chi comprerebbe – ammesso che ci fosse un costruttore che lo propone – un trattore da 350 cavalli in versione base? In realtà, avvicinandosi ai limiti fisiologici per la potenza specifica, attualmente intorno ai 25-30 cavalli per litro di cilindrata e per ogni 1.000 giri di rotazione del motore, le trasmissioni tendono a essere tutte di tipo continuo, a gestione elettronica. Il lettore noterà che sono gli stessi valori di un motore automobilistico: un “duemila” con potenza massima a 4.000 giri sfiora i 240 cavalli, una potenza davvero elevata e limitata dai carichi sul pistone e dalla sua velocità media, che deve consentire il mantenimento del velo di lubrificante fra la canna e le fasce elastiche. Applicando gli stessi parametri a un motore da 8 litri tarato a 1.800 g/min arriviamo a un massimo intorno ai 400 cavalli, troppi per un cambio totalmente meccanico: le sole macchine in grado di erogare continuativamente potenze del genere avevano una trasmissione con ingranaggi di modulo assai superiore, oltre a motori di cilindrata doppia, in grado di superare agevolmente i picchi di potenza senza portare i materiali a fatica. L’elettronica consente infatti di cambiare il rapporto mantenendo il motore intorno ai valori di massima coppia erogata, con sensori in grado di rilevare, oltre allo sforzo, anche eventuali surriscaldamenti dovuti a difficoltà di Dove finisce la trattrice incomincia l'attrezzo ed è questa la voce di costo che in molti casi può indurre a non cercare la massima potenza nel mezzo di trazione. 34 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Il “120” gommato ha un allestimento ben diverso quando viene venduto a un agricoltore – per il quale rappresenta sovente il mezzo più potente – o a un professionista della meccanizzazione. lubrificazione o cicli termici troppo gravosi; la miriade di dati accumulati durante la messa a punto del motore, nelle prove a caldo, permette sempre di trovare il punto di equilibrio rispetto alle condizioni di esercizio, evitando di affaticare il propulsore. Occhio al costo dell’attrezzo Questa flessibilità nella determinazione della potenza erogabile ha fatto sì che, nell’ambito di una stessa serie, le differenze di prezzo fra le varie tarature – un tempo assai sensibili – si stiano progressivamente riducendo, portando i vari modelli a prezzi piuttosto vicini. Il restringimento della forbice sta inevitabilmente spingendo le imprese agromeccaniche, principali, se non unici, acquirenti delle trattrici di gamma alta, a scegliere i modelli di maggiore potenza. Non bisogna però dimenticare che i cavalli sotto al cofano non si pagano solo con l’acquisto della trattrice: dove questa finisce incomincia l’attrezzo, ed è questa la voce di costo che in molti casi può indurre a non cercare la massima potenza nel mezzo di trazione. A parte il rischio di perdere dei pezzi, cosa accaduta di frequente nella scorsa campagna, caratterizzata da una primavera assai umida a cui fece seguito un’estate siccitosa, le attrezzature devono sempre essere proporzionate alla trattrice. Dover andare piano per non rompere nulla fa perdere il vantaggio della versione più potente e porta a un costo unitario più elevato, sia per la maggiore incidenza dei costi fissi sia per l’impossibilità di sfruttare tutta la potenza che il mezzo promette. Infine, la sostituzione di una trattrice con una nuova di classe maggiore può comportare la sostituzione dell’intera attrezzatura, con un costo la cui entità deve essere attentamente valutata, specie se le superfici dominate restano costanti o si incrementano in misura non proporzionale. SPECIALE TRATTORI MERCATO DIFFICILE I COSTRUTTORI SI ADEGUANO Le vendite non accennano a ripartire. E qualcuno pensa a ristrutturare le proprie reti di vendita di Roberto Guidotti I l segnale negativo costante nel mercato dei trattori agricoli, con immatricolazioni scese al minimo storico (un passo indietro di oltre 40 anni), sta cominciando ad avere le prime ripercussioni sulle reti di vendita. Pare infatti che un costruttore estero sia deciso a operare una profonda ristrutturazione nella rete dei propri concessionari che metterà in difficoltà alcune regioni del Sud: un'indiscrezione che, se confermata, potrebbe lasciare scoperti vasti territori dal punto di vista dell'assistenza post vendita. È tuttavia un dato di fatto che il mantenimento di una rete di distribuzione rappresenta una delle componenti più importanti del costo di acquisto di una macchina agricola, il cui costo di produzione è molto lontano dal prezzo di listino. Se vogliamo essere più precisi, una macchina agricola ha un costo al kg assai più elevato di un autocarro, nonostante la tecnologia – in termini di sperimentazione e materiali impiegati – sia in buona parte analoga: nell'uno e nell'altro settore prestazioni, consumi e affidabilità sono ormai divenuti i principali parametri su cui si gioca il buon nome di un marchio. A difesa dei costruttori di trattrici agricole, però, dobbiamo dire che i numeri sono ben diversi: un trattore stradale viene costruito in decine di migliaia di esemplari, con differenze di allestimento minime; sulle trattrici agricole le varianti sono praticamente infinite, mentre i numeri – al top di gamma – La riduzione catalitica selettiva può far risparmiare anche il 10% di gasolio rispetto ai motori a iniezione diretta a bassa pressione. 36 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Il mantenimento di una rete di distribuzione rappresenta una delle componenti più importanti del costo di acquisto di una macchina agricola. sono di centinaia o, al massimo, di qualche migliaio di pezzi. Inoltre, fra limiti di velocità e tempi di guida, l'autocarro pesante o medio non subisce le sollecitazioni di una macchina agricola, impegnata spesso al limite delle proprie possibilità e, soprattutto, della potenza nominale. Macchine agricole come auto da corsa Mentre il “pesante” da seicento cavalli la dice tutta solo su alcune salite autostradali – valichi alpini e appenninici – e per giunta solo negli “strappi” più ripidi, chi acquista una trattrice da 300 cavalli la abbina a un'attrezzatura in grado di sfruttare tutta la potenza, secondo il principio che la macchina deve rendere ciò che costa. Questo porta la macchina agricola ad assomigliare più ad un'auto da corsa che a un mezzo da lavoro, e questo giustifica il prezzo di vendita; quando ci si lamenta che una trattrice non dura più di 10.000 ore senza interventi, come accadeva con certe storiche macchine del passato, dimentica che erano motori tranquilli, con consumi unitari elevati e con intervalli di manutenzione frequenti. Se oggi un motore può lavorare per 500 o 600 ore prima di cambiare l'olio, i tre cambi in meno hanno un costo che, sulla vita della macchina, ha un'incidenza economica rilevante, senza contare il minor consumo di gasolio. Un risparmio di soli 5 euro l'ora (fra materiali e consumi), sempre riferendoci alle 10.000 ore, comporta un minor costo complessivo di ben 50.000 euro: non sono spiccioli e possono aiutarci a capire che investire sulla tecnologia, a lungo andare, paga sempre. Non si tratta di un risparmio da poco: una macchina da 300 cavalli consuma dai 45 ai 50 litri/ora, quando impegna tutta la potenza disponibile. I nuovi motori a riduzione catalitica selettiva del particolato hanno una temperatura di combustione e un rendimento assai elevati che, oltre a inquinare di meno, consentono un risparmio di gasolio variabile dal 3 al 5% rispetto ai motori a ricircolo dei gas di scarico, che pure rappresentavano un notevole progresso rispetto al passato. Non è azzardato affermare che questa tecnologia, resa obbligatoria dalle norme antinquinamento, possa far risparmiare anche il 10% di gasolio rispetto ai motori a iniezione diretta a bassa pressione, che avevano dominato il mercato fino alla fine del secolo scorso. Merito dell'elettronica di gestione del motore, il cui sviluppo richiede però tempi lunghi e profusione di uomini e mezzi: quanto detto sul fabbisogno di potenza, diverso fra i motori per uso agricolo rispetto a quelli dei veicoli industriali, impedisce infatti di mettere a frutto le esperienze attuate per i mezzi stradali. Molto spesso i motori per impieghi diversi hanno in comune solo le caratteristiche geometriche – alesaggio e corsa – oltre alla forma della camera di combustione; cambia invece l'erogazione della coppia e della potenza, oltre alla taratura del regolatore dei giri, in modo che per ogni velocità del cambio la potenza resti praticamente costante se diminuisce il regime. L'integrazione fra motore e cambio raggiunge il massimo nelle trasmissioni continue, dove il rapporto di trasmissione complessivo è stabilito in funzione della coppia resistente, e quindi della potenza richiesta. Guasti e fermi macchina Benché le trattrici attuali siano progettate per garantire la massima affidabilità, le condizioni di impiego sono sempre dure e i guasti, anche se infrequenti, determinano spesso il fermo della macchina. Le macchine convenzionali di qualche decennio fa davano qualche segno premonitore come la difficoltà di inserimento di una marcia o l'aumento della rumorosità a caldo; l'elettronica in questi casi agisce prontamente, mettendo il trattore in sicurezza, ma gli effetti immediati non sono particolarmente apprezzati dagli utenti. E dire che una scatola del cambio che si apre a metà è un grosso guaio, senza contare il costo: ma anche una fermata apparentemente ingiustificata viene vissuta come un grave inconveniente. Il problema sta spesso nell'impostazione di fondo del sistema di comunicazione: il costruttore tende a semplificare il più possibile l'impiego della macchina, dando per certo che l'utilizzatore non capisca nulla di meccanica. Questo contrasta in parte con le logiche di gestione degli accessori, dai sollevatori ai distributori aggiuntivi, le cui funzionalità non sono immediate e presuppongono la presenza di un operatore esperto, o quanto meno in possesso di una formazione specifica. Solo le segnalazioni sugli inconvenienti minori vengono reputate all'altezza del trattorista: per quelli più gravi si fa riferimento unicamente all'assistenza. È davvero singolare che si debbano attendere due giorni per Le trattrici attuali sono progettate per garantire la massima affidabilità, ma i guasti, anche se infrequenti, determinano spesso il fermo della macchina. capire che si è staccato un filo o si è guastato un sensore: o le macchine non sono “intelligenti” quanto vogliono sembrare, oppure bisogna cambiare completamente la strategia dell'assistenza. Forse due giorni sono pochi per chi pensa che un trattore che lavora solo 1.000 ore sulle 8.760 che ci sono in un anno abbia tutto il tempo per aspettare: ma sono tanti per il contoterzista che deve lavorare 1.000 ore su 1.050 disponibili in una stagione, tenendo conto delle colture praticate, dei trasferimenti e dei capricci del tempo. Le soluzioni ci sarebbero già, e più di una: dotare ogni trattore di una scheda telefonica di trasmissione dati per trasmettere in tempo reale la diagnostica all'officina di riparazione, su un server da consultare alla chiamata o tramite allarme; dotare ogni utilizzatore (sufficientemente esperto) del software di ricerca dei guasti; dotare direttamente il trattore di un'interfaccia di diagnosi compatibile con smartphone o tablet, se non addirittura visibile sul display del computer di bordo. Pare invece che la maggior parte dei costruttori continui a proporre i pacchetti di manutenzione programmata, a prezzi invero piuttosto elevati, che tuttavia non risolvono completamente il problema dei guasti accidentali; il famoso connettore del nostro esempio potrebbe infatti staccarsi un'ora dopo che il furgone dell'assistenza è scomparso alla vista. Assistenza e garanzia Le reti di assistenza non sono tutte uguali: accanto a chi si spende senza risparmio, garantendo la reperibilità continua (7 giorni su 7, 24 ore al giorno), pare ci siano concessionari che se la prendono più comoda e tirano giù la serranda il venerdì sera per riaprire il lunedì. Il problema è grave soprattutto nelle aree più periferiche e caratterizzate dai minori volumi di vendita, dove la rarefazione dei concessionari rischia di far scomparire certe marche, al di là della loro effettiva qualità, a vantaggio di altre assistite con maggiore sollecitudine. Un altro punto dolente è rappresentato dalla garanzia: se le norme comunitarie hanno stabilito regole precise a tutela dei consumatori, i mezzi di impiego professionale continuano a godere di una garanzia di durata troppo breve in relazione al loro valore intrinseco e alle condizioni di impiego. Dovremo vedere Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 37 SPECIALE TRATTORI lo stesso fenomeno realizzatosi con le automobili, con marche emergenti che garantivano ogni esemplare quasi a vita, e che nel volgere di pochi anni hanno soffiato il primato a marchi prestigiosi? Probabilmente no, le trattrici sono mezzi estremamente specifici: tuttavia c'è già qualcuno che, in caso di manifesta debolezza costruttiva, ha sostituito il trattore difettoso con uno nuovo di zecca, senza nemmeno pretendere un indennizzo per l'uso. Certi comportamenti hanno un valore pubblicitario indiscutibile, specialmente nell'era della comunicazione, in cui fra cellulari e internet gli scambi di opinioni fra gli utenti professionali sono più capillari di quanto si creda. Dobbiamo inoltre considerare che il mercato italiano di trattrici oltre i 250 cavalli è piuttosto ristretto e non conta più di qualche migliaio di imprenditori, prevalentemente contoterzisti e aziende agricole di grandi dimensioni. Senza arrivare alla sostituzione completa di una macchina, una maggiore flessibilità in termini di garanzia è divenuta ormai indispensabile: un cambio che cede a sole 2.000 ore rappresenta una perdita, sul piano dell'immagine, che può essere recuperata solo attraverso una politica commerciale più accurata in termini di assistenza post vendita. Fra l'altro la casa automobilistica che garantisce una utilitaria per 150.000 km non si assume da sola tutto il rischio, ma si avvale di una copertura assicurativa fornita da una società del settore, in grado di gestire l'accertamento dei guasti, le riparazioni ed i relativi costi con criteri specifici. 38 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) La maggior parte dei costruttori continua a proporre pacchetti di manutenzione programmata. Queste sono le esigenze maggiormente sentite da chi acquista oggi una trattrice di gamma alta: il rischio d'impresa esiste, è accettato consapevolmente e nessuno si sogna di tirarsi indietro, ma chi produce un bene o un servizio è tenuto a risponderne di fronte al cliente, in qualunque settore produttivo. PROVATO DA VOI La macchina è stata valutata dopo 900 ore di lavoro IRRORATRICE MAZZOTTI IBIS 2400 P-MAX di Ottavio Repetti È la “piccolina” della sua serie, ma non per questo è una macchina piccola in senso assoluto. Quando si parla di Mazzotti, infatti, le dimensioni assumono sempre un significato relativo, visto che questo L'irroratrice di Zatti è equipaggiata con una barra da 21 metri, la più grande per questo modello di Ibis. 40 costruttore è abituato a lavorare con l’estero e dunque a realizzare irroratrici che sopportino almeno 24 metri di barra, con dimensioni e volumi di cisterna conseguenti. Dunque, una “piccola” del noto costruttore ravennate non è così piccola nel panorama italiano. È proprio il caso della Ibis 2400 P-Max protagonista di questo Provato da voi, che il costruttore descrive come macchina con “Motore potente, trazione integrale e ingombri estremamente ridotti”. Per vedere quanto questo ritratto corrisponda al vero siamo andati a casa di Angelo Zatti, contoterzista reggiano, oltre che presidente dell’Apima provinciale da 15 anni. Zatti gestisce una società assieme ai cugini Dante e Giuliano e la Mazzotti è stata acquistata, ovviamente, per dare una risposta d’alto livello ai clienti che chiedono in- Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) L Ibi La Ibis 2400 P P-Max M provata per voii nel Reggiano. terventi fitosanitari. «La usiamo per i diserbi, ma soprattutto per i trattamenti. Principalmente su grano e mais, poi su quel poco di bietole che è rimasto qui nel Reggiano; inoltre sulla medica e in parte su soia e sorgo», ci spiega il proprietario. Che aggiunge: «È, in effetti, la più piccola della sua gamma, ma per la realtà di questa zona è quasi troppo grande, nel senso che non riusciamo a sfruttarla al massimo delle sue potenzialità». Acquistata nel 2012, l’irroratrice arri- PROVATO DA VOI I DIFETTI I PREGI + + + Motore e trasmissione efficienti: permettono di uscire da situazioni difficili senza troppi problemi (1) Ottima precisione di lavoro, grazie anche al sistema di guida satellitare con chiusura automatica delle sezioni in caso di sovrapposizione Buona autonomia e buon sistema di sospensioni (2) 1 - Rottura di un motore idraulico durante l'ultima campagna Comandi piuttosto complicati, a un primo approccio, ma poi facili da gestire (3) 2 3 Computer Teejet. Oltre a essere estremamente preciso, integra il dispositivo di navigazione satellitare (che si serve però di un proprio terminale) ed è in grado di variare l'erogazione a seconda delle indicazioni ricevute via Gps. va dopo un’altra Ibis. Una 1500, che ai cugini Zatti ha lasciato un ottimo ricordo. «Questa, comunque, è un’altra cosa: ha il motore più potente e più forza nella trasmissione. Diciamo che con la vecchia macchina quando ci si trovava nel bagnato si potevano avere problemi, mentre con la 2400 se ne esce sempre bene». Motore e trasmissione Merito sia del motore sia, naturalmen1 4 te, della trasmissione; andiamo ad analizzarli più nei particolari. Per il primo, Mazzotti si affida a Perkins: un quattro cilindri da 145 cavalli con tecnologia Egr. Per la seconda abbiamo una pompa Sauer che alimenta quattro motori Poclain – su cui, come vedremo, si è avuta l’unica noia della macchina – e doppia trazione sempre inserita, con sospensioni e sterzata sulle quattro ruote e cambio a quattro velocità. «Il motore è molto valido. Come ho 2 detto, permette di uscire da situazioni difficili, per esempio in terreni molto pesanti. In 900 ore non ci è mai capitato di essere a corto di cavalli». A questo risultato contribuisce ovviamente anche la trasmissione. «Al riguardo, è importante il sistema Srs, un antislittamento che in caso di difficoltà impedisce all’olio di ritornare nel circuito. Così continua a spingere e la macchina viene fuori dal pantano». Fortunatamente, continua Zatti, queste 3 1. Con le sue dimensioni compatte e la sterzata su quattro ruote la Ibis 2400 è una delle macchine più maneggevoli della serie. 2. Manica d'aria di Toselli per trattare con efficacia anche su prodotto già sviluppato. 3. Il sistema di regolazione dell'altezza è manuale. Angelo Zatti nono ha infatti voluto il bilanciamento automatico della barra. 4. Sospensioni con accumulatori d'azoto per ridurre l'effetto delle oscillazioni. 1 PROVATO DA VOI 2 3 1. Cabina sufficientemente ampia e con buona visibilità. 3. La leva multifunzioni è, come sempre, la vera centrale di comando dell'irroratrice. 2. Condizionatore manuale, una soluzione standard per questo tipo di macchine ma comunque efficiente, secondo il proprietario. 4. Le regolazioni secondarie sono di fianco al computer, sulla consolle destra della cabina. LA PAGELLA DISTRIBUZIONE 8: eccellente rispetto delle dosi e nessuna 42 4 sovrapposizione grazie al sistema satellitare integrato nel computer di bordo ELETTRONICA 7,5: Teejet assicura la massima precisione nei dosaggi e in più, grazie al satellite, sostituisce l’operatore nella chiusura delle sezioni in sovrapposizione. PRESTAZIONI 7: con una barra da a 21 metri a manica d’aria e 2.400 litri di serbatoio, la Ibis di Mazzotti è un’irroratrice in grado di trattare superfici importanti, pur mantenendo una buona manovrabilità VERSATILITÀ 7: lavora su tutti i cereali e poi su medica, bietole, soia. Un metro di luce da terra rende possibile trattare anche colture già sviluppate. Grazie alla gommatura da 600, infine, si può lavorare con terreno pesante TRASMISSIONE 7: idrostatica, con pompa Sauer e motori Poclain: quanto di più tradizionale (ma anche efficiente), insomma. Elogi per la regolazione idraulica della carreggiata. Da segnalare il guasto a un motore MANEGGEVOLEZZA 7: tra le cose migliori della Ibis 2400. Non soltanto per le quattro ruote sterzanti, ma anche per il passo corto e le dimensioni contenute CONDIZIONI DI LAVORO 7: macchina confortevole e ben progettata. Adatta a un utente professionale e a lunghe permanenze in cabina ASSISTENZA 7: si è ben comportata in occasione dell'unico guasto subito dalla Ibis AFFIDABILITÀ 6,5: un solo guasto, anche se serio: la rottura di uno dei motori idraulici Poclain. Sostituzione effettuata in garanzia sebbene si fosse fuori dai tempi. Per il resto, nessun problema in 900 ore di lavoro BARRA 6,5: in acciaio, con bilanciamento manuale. Comunque efficiente MOTORE 6,5: Perkins, 145 cavalli. Finora sono sempre stati più che sufficienti. I consumi, dice il proprietario, sono contenuti CABINA E COMFORT 6,5: sospensioni indipendenti sulle quattro ruote e buon comfort sul sedile di bordo. Visibilità elevata su tutti i lati e buon condizionatore. Anche il volume è adeguato al tipo di macchina Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) situazioni estreme non sono così comuni. «Per migliorare il galleggiamento la Mazzotti monta pneumatici Michelin da 600” e devo dire che danno un buonissimo risultato. Ci è capitato, a volte, di fare trattamenti su bietole già emerse e grazie ai talloni molto alti e distanziati i danni sono stati minimi. Certo, la pianta che si trovava proprio Piantone dello sterzo «minimale» per migliorare la visibilità. PROVATO DA VOI MAZZOTTI IBIS 2400 P-MAX, COSTO ORARIO PER IL CONTOTERZISTA (€)* Costi fissi Costo storico 100.000 Interessi (anni 5) +25.000 Costi manutenzione e riparazione +40.000 Recupero per vendita -30.000 Totale 135.000 - all’anno 16.875 - all’ora 18,7 Costi variabili Consumo gasolio 9,00 Manodopera 22,00 Costi amministrativi 4,97 Costo fisso all’ora 18,7 TOTALE COSTO ORARIO Il motore, un Perkins 4 cilindri da 145 cv, fornisce tutta la potenza necessaria, senza andare in affanno anche nei momenti difficili. 54,7 * 900 ore annue d'impiego dichiarate remmo riusciti, perché il terreno era bagnato». Sempre a proposito di trasmissione, un aspetto interessante è la possibilità di regolare idraulicamente la carreggiata tra 1,5 e 1,8 metri (o, a richiesta, tra 1,8 e 2,25 metri). «Sulla vecchia macchina si doveva intervenire manualmente ed era una cosa abbastanza laboriosa. Certamente la comodità della 2400 non è paragonabile», dice il contoterzista. Anche il sistema di sterzatura soddisfa il proprietario. «È senza dubbio molto maneggevole, anche perché è corta di passo e contenuta nella lunghezza totale, dunque si manovra agevolmente già soltanto con la sterzata anteriore 2 3 1. Impianto di premiscelazione dotato di movimento idraulico per una gestione più semplice e sicura. 4 Costi fissi Per costo storico viene considerato il prezzo effettivamente pagato dal contoterzista e non il prezzo di listino. L'ammortamento è considerato di 8 anni. Gli interessi sono calcolati considerando un piano di finanziamento di 5 anni al tasso medio del 5%. I costi di manutenzione sono calcolati imputando al 5% annuo del costo storico. Il recupero di vendita è valutato nel 30% del costo storico. Costi variabili Il consumo di gasolio è considerato in litri al prezzo di 0,90 euro/litri e poi trasformato in costo orario. Il costo della manodopera è stato considerato in 22 euro all'ora. I costi amministrativi (assicurazione, costi burocratici, personale d'ufficio, spese di rappresentanza, oneri per la sicurezza) sono valutati al 10% del costo storico. sotto al tallone è rimasta schiacciata, ma le altre non avevano praticamente nulla. Se avessimo dovuto lavorare nell’interfila, con ruote strette, non sa- 1 2. La regolazione idraulica della carreggiata è una delle innovazioni che più sono piaciute ad Angelo Zatti. 3. Sospensioni indipendenti sulle ruote: riducono i sobbalzi ed evitano problemi strutturali anche quando si lavora con la cisterna piena. 4. Pompa a membrana da 280 litri al minuto per la distribuzione del prodotto. PROVATO DA VOI 1 2 3 4 1. L'impianto per lo schiumogeno, sebbene inutile vista la presenza del satellite, è stato lasciato in sede. Potrebbe servire in caso di guasti al sistema di controllo via Gps. 2. Una pompa dedicata al caricamento della cisterna riduce i tempi morti. 3. Cofano in vetroresina completamente ribaltabile: l'accesso a motore e filtri è assicurato. La pompa della trasmissione idraulica è stata collocata sul muso della macchina, mentre i radiatori si trovano sul fianco destro, dietro alla cabina. 4. Cabina tutta vetrata: coniuga ottima visibilità e una linea gradevole. Anche se spesso dobbiamo lavorare in appezzamenti di piccola dimensione, si riesce a operare senza grandi difficoltà». Completiamo il quadro citando il triplo circuito di raffreddamento (olio motore, olio idraulico e climatizzatore), la velocità massima di 32 km orari e il metro di luce da terra, molto utile quando si deve lavorare su prodotto già alto. La distribuzione L’aspetto più importante, in un’irroratrice, è naturalmente quello dell’irrorazione. L’Ibis 2400 P-Max si avvale di una pompa a membrana da 280 litri al minuto che alimenta una barra Toselli da 21 metri, con manica d’aria. Il serbatoio, come si intuisce dal nome del modello, ha una capacità di 2.400 litri, con 120 litri per il lavaggio dell’impianto, e si carica grazie a una seconda pompa da 350 litri al minuto. «La scelta di usare una pompa soltanto per il caricamento è indovinata, perché riduce di molto i tempi morti», fa notare Zatti, che promuove anche la barra: «21 metri sono fin troppi per le nostre realtà. Naturalmente è divisa in sezioni – sette per la precisione – che si possono chiudere per evitare sovrapposizioni. Un aspetto da sottolineare è che la botte è dotata di sistema L’azienda Fondata dal padre e dagli zii dell'attuale titolare negli anni Quaranta, la ditta Zatti è attualmente gestita da Angelo e dai cugini Dante e Giuliano, eredi diretti dei fondatori. La sede è a Poviglio, provincia di Reggio Emilia. Qui gli Zatti eseguono lavori agricoli di ogni tipo, oltre a qualche attività industriale. Per 44 esempio, i livellamenti con lame agricole. Queste ultime hanno un ruolo importante anche nell'attività a servizio del settore primario, sebbene non manchino, per quest'ultimo, le tradizionali semine, arature e preparazioni del terreno. Senza scordare, naturalmente, i trattamenti. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Angelo Zatti. PROVATO DA VOI La risposta della casa costruttrice R ingrazio innanzitutto Angelo Zatti per il giudizio sulla nostra macchina, è ovviamente gratificante quando si sente parlare bene della propria ditta. Non ho molto da dire relativamente alla presentazione, che ritengo chiara ed esaustiva, ma ci tengo a precisare che il motore rotto menzionato è un Poclain, produttore serissimo francese; da questo fornitore acquistiamo circa 700 motori all'anno e siamo estremamente soddisfatti della qualità. In questo caso specifico è stato confermato da Poclain un difetto interno a un cuscinetto, caso atipico, ma che lavorando può capitare. La nostra società punta moltissimo sul servizio assistenza che opera sette giorni su sette e sono molto felice che anche il Sig. Zatti ne abbia apprezzato la tempestività e l'efficienza. Carlo Mazzotti La macchina Esemplare più piccolo della famiglia Ibis, la 2400 P-Max è una irroratrice che offre comunque prestazioni assai interessanti, soprattutto per il nostro paese. Ha una cisterna da 2400 litri e sopporta barre fino a 21 metri (la più piccola ne misura 14) Equipaggiata con un motore da 145 cv, monta trasmissione idrostatica o a variazione continua. La pompa, a membrana, ha una capacità di 280 litri al minuto, mentre per il carico è prevista una seconda pompa, da 350 litri. Si tratta di una irroratrice adatta a un impiego professionale e ad appezzamenti anche di notevole dimensione, sebbene la maneggevolezza unita al passo corto la renda efficiente anche su spazi contenuti. satellitare. Lo monta direttamente la Teejet, ovvero la ditta che ha realizzato il computer di gestione. Grazie al Gps si lavora senza schiumogeno, ma soprattutto senza sovrapposizioni, che nei trattamenti sono particolarmente dispendiose. Utilizzando l’integrazione tra macchina e satellitare, la Mazzotti può chiudere automaticamente le sezioni, così chi sta al volante si deve preoccupare soltanto di seguire il tracciato. Qualche anno fa sembrava fantascienza, oggi è una dotazione tutto sommato comune, ma della quale non si può più fare a meno. È finito il tempo in cui si facevano i trattamenti a occhio, soprattutto in copertura». Per gli esperti del settore aggiungiamo che sulla Ibis 2400 P-Max è montato un Teejet 844. «Un sistema preciso al 100%. Del resto su questo tipo di macchine la precisione è una condizione a cui non si può rinunciare», fa notare il contoterzista. Che prosegue elogiando il funzionamento della barra. «Anche la manica d’aria lavora nel migliore dei modi. È un accessorio importante, soprattutto quando si interviene su colture già alte. Arrivare alla vegetazione più vicina a terra senza manica d’aria sarebbe impossibile». Buono anche il bilanciamento, che è però manuale, dal momento che Zatti non ha voluto il sistema di autolivellamento. Vantaggi e svantaggi Completiamo la descrizione con un accenno alla cabina: climatizzata, con ottima visibilità e comandi raggruppati sulla leva multifunzioni. «Senz’altro una cabina in cui si sta bene. Non è enorme, nel senso che c'è spazio per uno solo, ma su queste macchine è la norma. Per essere una monoposto, anzi, non è una cabina piccola. La visibilità è alta su ogni lato e il condizionatore fa il suo dovere senza grossi problemi. I comandi sono abbastanza ben organizzati. Non sono tra i più semplici, ma una volta capito come funzionano, si va avanti senza problemi». Tutta la macchina è ben studiata, per Zatti: «Ha alcuni accorgimenti assai interessanti. Per esempio la pompa dedicata al caricamento e il sistema di guida satellitare. La barra ha prestazioni molto buone e nel complesso Mazzotti è sinonimo di affidabilità. Senz’altro un buon acquisto». L'affidabilità, nelle prime 900 ore di lavoro, è stata più che accettabile. Con un neo: la rottura di uno dei motori idraulici anteriori. «È successo nella campagna 2013, quando la macchina aveva circa 600 ore. La cosa mi ha sorpreso parecchio, perché rompere un motore idraulico a 600 ore non è normale, a meno che non vi sia un difetto di fabbrica. A ogni modo, la ditta si è comportata in modo impeccabile: sebbene fossimo fuori garanzia, hanno sostituito il pezzo senza chiedere soldi. La serietà di un costruttore si vede soprattutto in questi frangenti». Nel prossimo numero TRATTORE JOHN DEERE 6210R Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 45 RIVISTO DA VOI La macchina è stata valutata dopo La CX8090 oggetto del Provato da voi di due anni fa. 2.000 ore di lavoro MIETITREBBIA NEW HOLLAND CX8090 EJ5LQR%UHVFLDQL U na mietitrebbia che fa più che degnamente il proprio compito, regala un prodotto pulito, con poche perdite e in quasi 1.800 ore di lavoro non ha praticamente avuto guasti, se escludiamo un problema elettrico all'impianto di climatizzazione. Che altro si può volere di più? Infatti i fratelli Rosina non chiedono molto altro alla loro CX8090 Elevation, che vedemmo lavorare già due anni fa in quel di Carceri (Pd) e per la quale torniamo orai a fare la nostra consueta prova d'appello del Rivisto da voi. Abbiamo trovato la macchina al lavoro sulla colza: un prodotto non troppo difficile ma nemmeno dei più facili, se le condizioni climatiche e ambientali non sono buone. La macchina però stava lavorando senza grossi problemi e sfornava una granella pulita, soprattutto. Ce lo conferma anche Moreno 1 1. La trasmissione era già stata elogiata due anni fa come una delle cose migliori della CX e si è confermata al top. Rosina, operatore abituale della CX: «Per essere una convenzionale – ci dice – raccoglie colza senza grandi difficoltà e soprattutto senza perdite». Ma la CX8090 non se la cava bene soltanto su colza, come ci spiega ancora Rosina: «Lavora ottimamente anche su un prodotto difficile come la soia. Per esempio, nel 2013 ha raccolto molta soia in condizioni proibitive, vista la cattiva stagione. Abbiamo lavorato – prosegue Rosina – con prodotto bagnato, una situazione nella quale la mietitrebbia tende a sporcarsi all'interno. Tuttavia la CX ha dimostrato di saper lavorare bene e di dare un prodotto sostanzialmente pulito; soprattutto senza grosse perdite. Naturalmente – conclude il contoterzista – quando la soia è asciutta il lavoro è migliore: su soia bagnata qualsiasi macchina ha dei 2 2. Anche dopo duemila ore di lavoro il prodotto è sempre pulito e le perdite sono contenute. problemi». Per questa trebbiatura i Rosina utilizzano una barra da 7 metri e mezzo specifica per la soia. «La dimensione è adatta alla potenza del motore, che è di oltre 400 cavalli. Non abbiamo mai avuto difficoltà, nemmeno sul terreno bagnato; ma questo non soltanto per merito della barra, ma soprattutto della doppia trazione, che a nostro avviso è il vero asso nella manica di questa macchina». Trasmissione al top Proprio la trasmissione era già stata elogiata due anni fa come una delle cose migliori della CX. A quel tempo era stata testata nella difficile stagione del 2010, quando il terreno pesante aveva complicato la vita alle mietitrebbie della zona. L'esperimento è stato ripetuto, con il medesimo succes3 3. Uno degli aspetti più interessanti del motore nel compilare questa seconda prova è la tenuta dei consumi. RIVISTO DA VOI so, lo scorso anno, come si diceva soprattutto sulla soia, raccolta quasi tutta sotto il bagnato. «Con la pioggia tante macchine hanno avuto difficoltà – ci spiega ancora il contoterzista – ma non la CX. La 8090 ha raccolto tutto quello che doveva raccogliere, senza mai lasciare indietro neanche una porzione di campo. Sono soddisfazioni anche per noi dell'azienda. La 8080, un'altra macchina che abbiamo in azienda, per esempio, non ha avuto le medesime prestazioni. Il comportamento è diverso, c'è poco da fare, e a mio parere gran parte del merito va alla trasmissione». Naturalmente non possiamo dimenticare il motore, un Fpt Cursor 10 da 455 cv, ovvero 335 kW. Si tratta di un 6 cilindri in linea con iniettori-pompa e un volume di 10,3 litri che fornisce alla macchina tutta la potenza di cui ha bisogno. Riguardo al motore, uno degli aspetti più interessanti da considerare nel compilare questa seconda prova è la tenuta dei consumi. Come si sta comportando da questo punto di vista la 8090? Molto bene, ci dice Moreno Rosina. «I consumi sostanzialmente sono rimasti quelli di due anni fa, quando la macchina era nuova. Ci vogliono all'incirca 20 litri per ettaro. Naturalmente anche le prestazioni del motore sono sostanzialmente invariate, ma questa non è una sorpresa dal momento che la macchina ha lavorato per il momento soltanto per 1.800 ore scarse: troppo poche perché il motore cominci a soffrire di stanchezza». Tra le cose che non sono cambiate, fortunatamente, ci sono anche le prestazioni della trebbiatura. Il prodotto è sempre pulito e le perdite, come abbiamo già detto, sono comunque contenute. Resta invariato LA PAGELLA PRESTAZIONI 7,5 (7,5): prestazioni invariate dopo quasi duemila ore di lavoro. Sempre efficiente nella qualità e anche nella quantità della produzione. Trasmissione ancora tra le cose migliori della macchina VERSATILITÀ 7,5 (7): buona capacità di lavoro anche su prodotti meno tradizionali dei classici grano e mais. Per esempio, colza o soia SISTEMA TREBBIANTE 7 (7,5): buon prodotto, in generale. Qualche difficoltà con la soia umida, ma si tratta di condizioni davvero estreme ELETTRONICA 7 (7): anche in questo caso, nulla poteva variare rispetto al test originario AFFIDABILITÀ 7 (7): un guasto davvero di poco conto in 1.800 ore di lavoro. La speranza è che continui sulla stessa strada PRODUTTIVITÀ 7 (7): capacità di lavoro davvero interessante per una macchina a scuotipaglia CONDIZIONI DI LAVORO 7 (6,5): pochissimi cambiamenti in cabina. Il rumore è sempre contenuto e non si è notato aumento di vibrazioni TAGLIO E RACCOLTA 6,5 (6,5): la barra da soia fa più che degnamente il suo lavoro, raccogliendo il prodotto anche con cattive condizioni ambientali N.B. Tra parentesi il voto riportato nel Provato da voi di due anni fa. anche il trattamento della paglia; che trattandosi di una macchina convenzionale è sempre buono. Un aspetto interessante soprattutto per i clienti dell'azienda Rosina. Le rotture – intendiamo quelle della granella – sono contenute, come era stato detto due anni fa, ed è un po' una sorpresa per una macchina a scuotipaglia. «Sicuramente sotto questo aspetto la 8090 non ha naulla da invidiare alle più prestanti CR e alle macchine assiali in genere», aveva spiegato Rosina a suo tempo. Oggi, anzi, con le ore fatte gli organi di trebbiatura si sono leggermente smussati e danno un prodotto ancora migliore. La risposta della casa costruttrice “2 .000 Ore Non Stop” riassume tutti i contenuti in termini di performance e affidabilità della CX 8090. Moreno Rosina che ringraziamo, è stato complice di questo successo portando con la sua elevata professionalità nell’utilizzo della CX a livelli di performance e qualità della granella oltre ogni aspettativa anche con stagioni di raccolta non sempre ottimali. L’articolo parla chiaro. Stagione dopo stagione la CX 8090 ha mostrato tutto il suo valore confermandosi a un livello di eccellenza senza pari. La polivalenza di impiego, le performance in campo, il trattamento del prodotto, i consumi ridotti, l’efficienza di tutte le parti meccaniche sono ciò che ogni possessore di una mietitrebbia vorrebbe avere. Bene. Oggi è possibile. Oggi la gamma CX 7000/8000 Elevation si è appropriata del titolo di Super Conventional Combine che la identifica come l’eccellenza delle mietitrebbie a scuotipaglia. Paolo Andreone Marketing and Communication Manager Italia New Holland Agriculture Un solo guasto Un'altra cosa che non ha subito cedimenti con il tempo è il comfort in cabina, dove troviamo naturalmente una visibilità invariata ma anche una rumorosità ancora contenuta entro limiti molto ridotti. «Non sono aumentate nemmeno le vibrazioni – aggiunge Rosina – e da questo punto di vista la CX sembra ancora nuova. Riguardo al comfort dell'operatore, l’unica pecca si è avuta durante questa stagione e precisamente pochi giorni prima della nostra visita, quando un relè usurato ha fermato l'attività del climatizzatore, lasciando i Rosina al caldo per qualche giorno. Il problema è stato risolto con la sostituzione del pezzo danneggiato e in breve la cabina è tornata a una temperatura accettabile. Come abbiamo già scritto, questo è stato anche l'unico problema nei due anni di lavoro da quando facevo la prima prova, il che fa della CX8090 una macchina sostanzialmente affidabile, anche se 1.800 ore non sono molte per questo tipo di valutazione. «Alla fine non c'è molto da dire – conclude Rosina – perché la macchina si sta comportando bene, ha una produttività buona per una macchina tradizionale (fino a 20 ettari al giorno su grano) e una qualità elevata della granella. Pertanto sono contento e anzi spero soltanto che continui su questa strada per i prossimi anni». Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 47 TECNICA TELESCOPICI A RISCHIO SORPRESE Secondo la definizione comunitaria data dalla Direttiva 2003/37, il telescopico è inquadrato fra i “trattori agricoli e forestali a ruote”. Se dovesse prevalere l’idea che si rifà alle caratteristiche d’uso, gli addetti al telehandler dovrebbero seguire la formazione, molto più articolata, dei caricatori frontali di Roberto Guidotti I l caricatore telescopico si sta affermando come uno dei mezzi più versatili a disposizione delle aziende agricole e agromeccaniche, poiché permette la movimentazione di carichi con una maneggevolezza e un’agilità sconosciuti alle trattrici convenzionali. 50 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) Uno dei motivi risiede ovviamente nello schema costruttivo: il modo migliore per avvicinarsi con precisione a un dato punto è di limitare gli spostamenti laterali dell’asse che porta, o che è più vicino all’attrezzatura di lavoro. È lo stesso principio costruttivo del muletto, della mietitrebbia o della trincia, dove l’asse sterzante è posteriore, ma con una differenza sostanziale: il telescopico dispone di diverse possibilità di orientare le ruote sterzanti, che gli conferiscono una maneggevolezza particolare. La possibilità di sterzatura opposta riduce il raggio di svolta, facendo sì che le ruote posteriori percorrano la stessa traiettoria di quelle anteriori, senza “tagliare” la curva; quella concorde consente l’andatura “a granchio” utile in certe condizioni; quella semplice limita gli spostamenti laterali dell’organo di presa, favorendo l’inserimento in spazi ristretti. Il braccio estensibile imperniato posteriormente favorisce l’equilibrio della macchina con carico sollevato, senza la necessità di una zavorra troppo pesante ed ingombrante e, entro certi limiti, senza richiedere la stabilizzazione del corpo macchina, limitata alle sole applicazioni da cantiere, nel- TECNICA le quali i piedi idraulici sono spesso abbinati alla rotazione a 360°. In questo caso più che di un semplice movimentatore si può parlare di una vera gru fuori strada, con un braccio a sfilo che può raggiungere altezze ragguardevoli. Proprio questa applicazione, unitamente a una certa somiglianza con il movimentatore per impiego agricolo, sta inducendo molti tecnici ad assimilare le due macchine sia dal punto di vista dell’omologazione sia da quello della sicurezza sul lavoro. Inquadramento Qualcuno ha sollevato dubbi, a nostro avviso ingiustificati, sull’inquadramento del telescopico fra i “trattori agricoli e forestali a ruote”, secondo la definizione comunitaria data dalla Direttiva 2003/37. In realtà questo tipo di macchina rispetta le caratteristiche fondamentali di una trattrice: è atta a portare attrezzature intercambiabili, al traino di macchine agricole e rimorchi, è dotata di almeno una presa di forza (meccanica, idraulica o entrambe), è costruita per un impiego agricolo (ha quattro ruote motrici) ed ha una velocità massima superiore a 6 km/h. D’altro canto, se non fosse una trattrice agricola verrebbe da chiedersi perché sia stata regolarmente omologata come tale, non da un solo costruttore e in diversi periodi. Certo, ha una struttura diversa da quella di una trattrice convenzionale, ma rispetta il criterio della polivalenza di impiego e non sembra quindi classificabile fra le “macchine agricole operatrici”, caratterizzate da una funzione ben precisa, come l’irroratrice, la mietitrebbia, la trincia o la vendemmiatrice. Intendiamoci, non è la macchina più adatta per svolgere le normali operazioni agricole, come le lavorazioni al terreno, a causa dell’aderenza limitata, della trasmissione idrostatica e di una gommatura inadatta al traino pesante. Tuttavia può agevolmente trainare un rimorchio e, nelle versioni più recenti con cabina sospesa, garantisce un buon comfort di marcia anche nei trasferimenti su strada. Due quadri di riferimento Più complessa è invece la questione della formazione specifica, definita dall’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012, non essendo ben chiaro se prevalgano le caratteristiche tecnico-operative o l’inquadramento attribuito in sede di omologazione. Tale accordo, come tutti sanno, ha istituito l’obbligo di acquisire una particolare formazione per l’uso delle attrezzature di lavoro complesse, in cui l’assetto della macchina può variare nelle diverse condizioni di impiego. Detta formazione – meglio nota con il termine improprio di “patentino” – è diversa per le trattrici agricole e per i caricatori, a forche o a braccio telescopico. L’obbligo formativo per le trattrici, che comprende tutte le macchine e le attrezzature agricole da queste azionate, portate o trainate, è soggetto a una serie di agevolazioni per gli operatori in possesso di un’esperienza significativa acquisita sul campo. Tale esperienza figura infatti come “formazione pregressa” ed è destinata a semplificare parecchio la vita del lavoratore: in primo luogo, consente di lavorare fino al 13 marzo 2017 senza obbligo di frequentare alcun corso; dopo tale data, l’operatore deve dimostrare di avere partecipato ad un corso di aggiornamento (senza prove pratiche) di sole 4 ore. L’unica condizione aggiuntiva è che l’operatore sia classificabile fra i “lavoratori del settore agricolo”, definizione che include ovviamente anche gli agromeccanici, e che l’esperienza sia documentabile per almeno due anni pieni nell’ultimo decennio. Per i caricatori veri e propri, invece, il concetto di formaIl caricatore montato su trattrice rappresenta sempre la soluzione più economica se l'impiego è limitato nel corso dell'anno. Sul piano della sicurezza d’impiego, il telescopico si trova in una posizione di netto vantaggio rispetto alla trattrice con struttura convenzionale. zione pregressa è alquanto limitato e obbliga l’utilizzatore a frequentare un vero e proprio corso di formazione entro il 13 marzo 2015, con tanto di esercitazioni pratiche ed esame finale. Se non ci sono dubbi sull’esito dell’esame, il costo di un corso completo, realizzato nei termini dell’accordo e non con modalità improprie, può comportare un esborso ben superiore a quello di una semplice serata di aggiornamento. Il riferimento alle modalità non è casuale: in questi ultimi anni si sono visti corsi che sono tali solo sulla carta e pongono seri interrogativi qualora – in seguito a un incidente grave – il giudice si metta a indagare se l’infortunato ha ricevuto una formazione efficace e completa. I due quadri di riferimento sono, come abbiamo potuto vedere, molto diversi fra loro: se prevale l’impostazione legata all’omologazione, il telescopico omologato come trattrice agricola segue le regole delle trattrici. Se invece dovesse prevalere l’idea che si rifà alle caratteristiche di impiego, gli addetti al telehandler dovrebbero seguire il canale formativo “industriale”, con i tempi e i costi a cui si è accennato. Francamente, questa impostazione ci sembra eccessiva: un caricatore a bracci articolati portato da trattrice ci sembra assai più pericoloso di un telescopico, progettato e omologato come agricolo. Fra l’altro il caricatore agricolo, al di là dell’omologazione, ha forti limitazioni nel peso, nelle dimensioni, nello sbraccio raggiungibile e nella portata, rispetto a un mezzo progettato per l’impiego in un cantiere. Riflessione Benché questa interpretazione non sia ancora uscita dai tavoli tecnici, in attesa di un chiarimento ministeriale che nessuno sembra avere voglia di sollecitare, ci sembra opportuno stimolare una riflessione sull’argomento, in particolare per quanto riguarda il numero dei soggetti interessati, 52 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) in un momento in cui anche nei palazzi romani si comincia a parlare di “eccesso di formazione”. Come in tutti i processi culturali, il rischio è che finisca per prevalere la carta (e i relativi costi) sull’effettivo risultato in termini di riduzione degli incidenti, ammesso che il telescopico se ne sia reso responsabile con evidenza statistica. Stiamo parlando di macchine di recente introduzione, progettate e realizzate da costruttori di nome in funzione dell’impiego specifico, dotate di manuali di istruzioni completi ed esaustivi, con dispositivi di sicurezza efficaci, non di “carrette” costruite non si sa da chi e adattate alla meno peggio. Rispetto a una trattrice con caricatore frontale il salto di qualità è evidente: fino a una decina di anni or sono, i trattori a ruote di classe media (fino a 110-120 cavalli) disponevano di assali anteriori talora inadeguati al peso del solo caricatore a vuoto. Le cabine, quando presenti, non sempre sono state progettate per sopportare le sollecitazioni di una rotoballa che rotola all’indietro; la trasmissione meccanica non è la più adatta per il carico, mentre la sterzatura anteriore facilita gli errori di manovra, specialmente quando si richiede una certa precisione nella sovrapposizione di carichi di forma irregolare. Col telescopico questi problemi non ci sono: la trasmissione idrostatica consente un avvicinamento preciso, mentre l’equilibrio del complesso è assicurato dal braccio imperniato posteriormente, e non a mezza macchina; la struttura è adatta a sopportare le sollecitazioni, con dispositivi di presa che consentono di trattenere il carico evitando manovre rischiose. Tutto questo pone il telescopico in una posizione di netto vantaggio sul piano della sicurezza d’impiego rispetto alla trattrice con struttura convenzionale: per questo è necessaria una semplificazione della normativa, tale da favorire l’adozione generalizzata di queste macchine rispetto alla scelta di soluzioni non specializzate. NOVITÀ SAME DEUTZ-FAHR EXPLORER, RILANCIO SULLA GAMMA MEDIA Presentati a Treviglio i nuovi trattori del segmento dei 100 CV, storicamente strategico per il gruppo. Debutta anche il Dorado di Gianni Gnudi L’esordio, al Cra di Treviglio, del nuovo Explorer a 4 cilindri. D egli storici trattori del gruppo, i nuovi Explorer mantengono solo il nome. Poiché le macchine presentate a fine maggio a Treviglio in effetti hanno diverse cose innovative. Tocca a Massimo Ribaldone, a capo della ricerca e sviluppo di Same Deutz-Fahr, condensare il risultato del lavoro di ingegneri e tecnici. Che hanno fatto tesoro dell’esperienza di oltre 130mila macchine vendute a partire dal lontano 1983, anno di lancio di questo strategico terrore. Sotto il cofano debutta il nuovo motore Farmotion. Intanto cambia sensibilmente il numero di modelli: in precedenza 2, ora 11, suddivisi in: 3 (90, 105 e 115 CV) nella versione Heavy Duty, 5 nella versione Mid Duty con potenza fra 90 e 115 CV, e 3 nella versione Light Duty (80, 90 e 100 CV). «In questo modo – evidenzia Ribaldone – cerchiamo di soddisfare il maggiore numero possibile di utenti, proponendo di fatto una macchina personalizzata, su misura». La novità maggiore è comunque sotto il cofano, dove alloggia il nuovo motore Farmotion di ultima generazione. Gli Explorer, a seconda della versione, montano o il 3 o il 4 cilindri, con sistema di iniezione Common Rail a elevata pressione (2.000 bar), sistema Egr di ricircolo dei gas di scarico e sistema Doc di post-trattamento. Un insieme che rende i nuovi motori conformi al Tier 4i. Interessante anche l’impianto idraulico a pompa singola da 55 l/min o l’innovativo sistema 60Eco a doppia pompa con portata da 60 l/min a 1.600 giri/min. La capacità di sollevamento posteriore arriva a 4.800 kg, quella anteriore Completamente rivisitata la disposizione dei comandi in cabina. CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’EXPLORER Explorer Mid Duty 90 90.4 100 105.4 115.4 FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i Potenza massima (CV) 88 88 97 102 109 Coppia Massima (Nm) 354 354 369 408 436 3 / 2887 4 / 3849 3 / 2887 4 / 3849 4 / 3849 6200 6200 6200 6200 6200 Motore Cilindri / Cilindrata (n°/cc) Carico Max. ammissibile (kg) Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 53 NOVITÀ SAME DEUTZ-FAHR CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’EXPLORER Light Duty Explorer 80 90 100 FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i Potenza massima (CV) 75 88 97 Coppia Massima (Nm) 342 354 Cilindri / Cilindrata (n°/cc) 3 / 2887 Carico Max. ammissibile (kg) 5500 Motore Explorer Heavy Duty 90.4 105.4 115.4 FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i Potenza massima (CV) 88 102 109 369 Coppia Massima (Nm) 354 408 436 3 / 2887 3 / 2887 Cilindri / Cilindrata (n°/cc) 4 / 3849 4 / 3849 4 / 3849 5500 5500 Carico Max. ammissibile (kg) 7000 7000 7400 Motore CARATTERISTICHE TECNICHE DEL DORADO Dorado 80 90 90.4 100.4 Motore FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i FARMotion - T4i Potenza massima (CV) 75 88 88 102 Coppia Massima (Nm) 342 354 354 408 3 / 2887 3 / 2887 4 / 3849 4 / 3849 5200 5200 5200 5200 Cilindri / Cilindrata (n°/cc) Carico Max. ammissibile (kg) L’Explorer può montare fino a 8 distributori idraulici. A Treviglio si è visto anche il nuovo Dorado a 4 cilindri. 54 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) a 1.850 kg. Le trasmissioni Same sono modulari, a 4 velocità di Pto e con Pto sincronizzata al cambio con albero di uscita indipendente. Fra le novità c’è anche la cabina in stile Giugiaro, ad alta visibilità, nella quale sono stati riposizionati in maniera razionale i comandi, seguendo la logica ’color line’ dei gruppi funzione, con opzionali sia il sedile conducente a sospensione pneumatica sia il sedile passeggero. «Una macchina centrale per Same, sulla quale contiamo molto – conclude Ribaldone – e che già a luglio entrerà in piena produzione». Ancora prima, già a giugno, uscirà dalla linea di montaggio il nuovo Dorado. Quattro modelli da 75 a 102 cavalli con motore Farmotion 3 o 4 cilindri conformi alla normativa Tier 4i, che vanno a sostituire la fascia alta delle gamme Dorado3 e Dorado3 Classic. Nel complesso la famiglia Dorado si rafforza passando da 8 a 12 modelli. NOVITÀ BRIDGESTONE VT-TRACTOR UN INGRESSO IN GRANDE STILE Ha debuttato al Reifen 2014 il pneumatico agricolo premium del marchio giapponese B ridgestone entra nel mercato dei pneumatici premium dedicati al mondo dell’agricoltura con l’atteso VT-Tractor. Fino ad ora i pneumatici agricoli radiali prodotti dal gruppo Bridgestone appartenevano al marchio Firestone, il lancio di questo pneumatico di nuova concezione rappresenta così una chiara dichiarazione di intenti da parte di Bridgestone Europe per competere ai più alti livelli nel settore delle coperture agricole. La nuova gamma di pneumatici Bridgestone è stata sviluppata per consentire a imprenditori agricoli e contoterzisti di coniugare produttività, efficienza e minor compattazione del suolo. Il mercato dei pneumatici agricoli è in continua evoluzione e pone nuove sfide alle aziende produttrici, che devono far fronte a esigenze contrastanti tra loro per aumentare la produttività: maggiore efficienza e minor compattazione del terreno. Bridgestone risponde a queste richieste presentando una nuova gamma in grado di lavorare con VT-Tractor sarà disponibile una pressione di gonfiaggio minore e per l’acquisto con un’impronta a terra del pneumatico il prossimo autunno, più grande, riducendo in questo modo la nelle dimensioni da 28 a 42 pollici. pressione di contatto con il terreno e di Nuovo sito dedicato Bridgestone Europe ha annunciato il lancio del nuovo sito web dedicato ai pneumatici autocarro, agricoltura e movimento terra. Sul nuovo portale sono presenti descrizioni complete e accessibili di tutti i prodotti, dai pneumatici per autocarro e autobus a quelli per l’agricoltura (http://www.bridgestone.it/ pneumatici-agricoltura/) e movimento terra, insieme conseguenza la compattazione del suolo. «La filosofia alla base della nuova gamma di pneumatici per agricoltura Bridgestone è quella di garantire un perfetto equilibrio tra efficienza agricola e salvaguardia dell’ambiente – ha affermato Lothar SchIl VT-Tractor è mitt, direttore pneumatici agricoli e Otr stato realizzato nel di Bridgestone Europe –. Il marchio ’Soil Centro Europeo di care by Bridgestone’ è garanzia di pneu- Ricerca & Sviluppo Bridgestone di Roma matici che permettono agli agricoltori di e viene prodotto nello lavorare più velocemente, in maniera più stabilimento di Puente efficiente, ottenendo un risparmio mag- San Miguel in Spagna. giore con una maggiore sostenibilità». VT-Tractor, pneumatico di punta della nuova gamma premium per agricoltura, è stato presentato per la prima volta a Reifen. I test preliminari condotti nel marzo 2014 dall’organizzazione indipendente Dlg (Società agricola tedesca) – riporta Bridgestone – hanno confermato risultati migliori in molteplici aspetti, rispetto agli altri pneumatici dei marchi leader nel settore, compresi trazione e consumo di carburante. La trazione superiore del VT-Tractor – sostiene ancora Bridgestone – permette agli agricoltori di lavorare i campi più rapidamente e di coprire in dieci ore fino a 0,9 ettari in più rispetto ai concorrenti. Questo pneumatico garantisce inoltre un consistente risparmio di carburante, fino a 36 litri per 50 ettari rispetto ai concorrenti di riferimento e un costo totale di proprietà inferiore. Le caratteristiche più importanti del nuovo pneumatico Bridgestone sono la bassa pressione di contatto e la sua distribuzione al suolo. I test interni – riferisce il marchio giapponese - hanno rivelato che il VT-Tractor fornisce un’area di contatto del 26% più larga rispetto ai pneumatici concorrenti testati, con una conseguente minore compattazione del suolo e una maggiore protezione delle colture. allo strumento di ricerca Trova Pneumatici, ideato per aiutare i visitatori a trovare la copertura giusta per ogni esigenza. Sul sito sono presenti tutte le ultime novità quali: la gamma di pneumatici a basso consumo di carburante Ecopia, la nuova generazione di pneumatici versatili regionali e il primo pneumatico agricolo a marchio Bridgestone. Il nuovo portale offre inoltre una panoramica sulle tecnologie e sui processi alla base dello sviluppo di ogni pneumatico e sui vantaggi che essi offrono all’utente finale. «Abbiamo ascoltato i nostri clienti e in base ai loro suggerimenti abbiamo sviluppato lo strumento “Trova Pneumatici”, di facile utilizzo e capace di rispondere alle esigenze degli utenti finali” ha detto Harald Van Ooteghem, direttore Marketing Planning di Bridgestone Europe. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 55 REPORTAGE POCHE MACCHINE E SFRUTTATE AL MASSIMO È la strategia di Mirko Bagna nell’Alessandrino. Grazie alla quale, a quanto pare i conti in azienda tornano di Ottavio Repetti C ompra macchine, lavora un sacco e riesce anche a farsi pagare senza troppi problemi. Sarà Italia o stiamo parlando di un altro paese? No, è Italia e per di più il protagonista di questa storia di successo ha iniziato a fare lavorazioni in conto terzi meno di venti anni fa, quand’era poco più che un ragazzino. Dunque, non un figlio d’arte ma il fondatore di una nuova ditta, sebbene, comunque, figlio di agricoltori. Il suo nome è Mirko Bagna e vive in provincia di Alessandria, al confine con l’Astigiano, che è anche il suo territorio principale di lavoro. Fa- cemmo la sua conoscenza ormai dieci anni fa, quando andammo delle sue parti per la prova di un Landini Vision 95. A quei tempi era agli inizi della carriera e lavorava con il padre Giuseppe e poche macchine. Lo ritroviamo oggi con due dipendenti, più un terzo in corso di assunzione. Intanto il parco macchine è cresciuto, diventando di tutto rispetto. Senza eccedere perché, come vedremo, Bagna preferisce avere pochi trattori che lavorino tanto piuttosto di un’esposizione degna di un concessionario, ma quasi inutilizzata. Andiamo dunque a conoscere 1 1. Il servizio di distribuzione reflui è una delle attività generate dal boom del biogas. Da sinistra, Mirko Bagna con il padre Giuseppe e i dipendenti Andrea Calosso e Bruno Mussano. meglio questa azienda in pieno sviluppo e cerchiamo di scoprirne i segreti. Dall’azzurro al verde Con il passare degli anni il colore dei trattori è cambiato e oggi troviamo soprattutto John Deere sotto i capannoni. Soprattutto ma non soltanto, perché Mirko non si affida a un marchio in modo acritico. Al contrario, ci spiega, cerca di scegliere il meglio per le esigenze del momento. «Con i trattori John Deere mi trovo bene, soprattutto per una questione di assistenza», ci spiega. «Inoltre sono macchine efficienti e affidabili, sebbene non esenti da qualche difetto». Tra gli ultimi acquisti spicca un 6R 210 che, arrivato a fine gennaio, ha collezionato nei primi sei mesi di attività circa mille ore di lavoro. «Lo usiamo un po’ per tutto – ci spiega il giovane contoterzista 2 2. Il John Deere 6210R è uno degli ultimi acquisti. In sei mesi di lavoro ha raggiunto le mille ore, quasi un record. 1 2 3a 3b 1. Per i trattamenti, Bagna impiega un trampolo Grim Gt7 acquistato due anni fa. Un altro dei nuovi settori avviati dal contoterzista piemontese negli ultimi tempi. – dai trasporti del trinciato alla lavorazione del terreno, senza dimenticare la pressatura con una Big Pack della Krone e lavori più pesanti come l’erpice rotante. È una macchina con un motore ottimo e un cambio a variazione continua che si sta dimostrando eccezionale. Per esempio, a differenza di quanto si dice in giro, ho notato che non assorbe molta potenza e dunque non penalizza la macchina rispetto a un powershift. Dunque è ottimo per i trasporti, come naturale per un Cvt, ma se la cava molto bene anche su lavori impegnativi, come la pressatura in collina, per esempio». Mille ore in sei mesi sono un risultato di tutto rispetto, 2. Il cantiere di trinciatura richiede l’impiego di un gran numero di trattori e di molto personale. soprattutto se consideriamo che presso molti contoterzisti, un trattore mille ore le fa, se va bene, in un anno. E molto spesso non ci si avvicinano nemmeno. Dunque il primo segreto per fare reddito in agromeccanica è avere poche macchine e farle lavorare. «Senza dubbio – conferma Mirko Bagna dal momento che i trattori fermi sotto al capannone non servono a nulla e non fanno reddito. Anzi sono un costo, visto che c’è il mutuo da pagare». Come abbiamo specificato, Bagna non si affeziona particolarmente a nessun marchio, tanto è vero che per la trinciatura non ha scelto John Deere ma Krone: una Big X 700 che ha iniziato a lavo- 3. La trinciatura dei cereali e dei foraggi per due impianti di biogas ha spinto l’azienda ad acquistare una trinciacaricatrice Krone Big X 700, arrivata a primavera 2014. rare nella primavera della 2014. Naturalmente, grazie alla domanda prodotta dal biogas. «Lavoriamo per due impianti – ci conferma Bagna – per i quali facciamo la trinciatura di triticale, sorgo, mais e altri cereali. Andiamo però anche oltre la raccolta: per queste strutture effettuiamo infatti il servizio botte, ovvero lo smaltimento e la distribuzione dei liquami in campo. Cerchiamo, insomma, di adeguarci alla domanda». Per il resto, le attività sono quelle classiche dell’agricoltura: si va dall’aratura alla preparazione del terreno, seguita ovviamente dalla semina. Ci sono poi i trattamenti fitosanitari, effettuati con un trampolo Grim. Non può mancare, chiaramente, la trebbiatura: per essa Bagna si affida a Laverda. Ha infatti un’autolivellante e poi una M 306 acquistata sei anni fa. «La trebbiatura, però, ormai è un’attività poco redditizia: si fa perché i clienti ne hanno bisogno e riesco a tirarci fuori qualcosa soltanto perché sulla mietitrebbia di solito vado io. Se dovessi pagare anche un dipendente, probabilmente sarei in perdita o in pari. Nelle nostre zone, dove c’è tanta collina e quindi si fa poco lavoro, fare trebbiatura non conviene». Lavori nuovi e vecchi La trebbiatura è indubbiamente un’attività classica Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 57 Con due sterratrici e un cantiere da montare sul trattore, Bagna è attivo nel settore delle bietole. per un contoterzista. Lo stesso non si può dire della trinciatura, esplosa negli ultimi anni, come abbiamo scritto, grazie alla domanda provocata dal biogas. Un altro settore relativamente nuovo nonché abbastanza redditizio è quello dei a trattamenti fitosanitari. Per essi Bagna si serve di un trampolo Gt 7 della Grim, acquistato un paio di anni fa. «È un nuovo settore – ci spiega – ma comunque abbastanza promettente e interessante». Nel suo lavoro, comunque, Bagna mescola attività relativamente recenti ad altre del tutto tradizionali. Una di queste è il ciclo della bietola, un classico per i contoterzisti dell’Alessandrino, ma quasi scomparso da pa- recchi anni per la chiusura dello zuccherificio di Casei Gerola. Oggi il settore si è parzialmente ricreato grazie allo zuccherificio Parmense di San Quirico. Molti contoterzisti hanno rimesso in funzione scavabietole e cantieri e Bagna è uno di questi: la sua attività riguarda soprattutto la sterratura, mentre per la raccolta si avvale di una cantiere montato sul trattore. «Abbiamo due sterratrici – ci spiega – che sono poi una Ropa e una Barigelli. Con esse facciamo davvero un sacco di lavoro ogni stagione, in tutto il territorio». L’attività si allarga Per essere un’azienda con solo due dipendenti, a parte il titolare e il padre di quest’ultimo, la ditta dei Bagna fa davvero parecchio. «In effetti non ci lamentiamo – ci dice l’interessato – perché di lavoro ce n’è fin troppo. Seguiamo la zona di Alessandria, Asti, Voghera e Castelnuovo Scrivia, principalmente. Non ci spostiamo molto da casa ma abbiamo da fare tutto finché vogliamo». Se trovare lavoro spesso non è un problema per un contoterzista, purtroppo non si può dire lo stesso dei pagamenti. Ma anche sotto questo aspetto le cose per Bagna sembrano andare bene. «I soldi arrivano – spiega – e pertanto non abbiamo grosse sofferenze. Magari arrivano con un po’ di ritardo, si fa un po’ fatica a farsi pagare ma alla fine non si perdono». L’azienda insomma sembra indirizzata verso una crescita continua «In effetti, per adesso le cose stanno funzionando. Stiamo crescendo e facciamo investimenti, ma stiamo anche attenti a non esagerare. Spesso nel nostro settore si fa l’errore di voler correre troppo: si acquistano molti macchinari e per riuscirci si fanno debiti che poi non si riesce a pagare. Non è il caso nostro, dal momento che cerchiamo di ponderare sempre bene le spese. Meglio acquistare un attrezzo in meno e far lavorare parecchio quelli che già si hanno, casomai». E questo, in fondo, è un altro segreto per far funziona Barra Capello per la trinciatura dei foraggi. Secondo il contoterzista si comporta molto bene. 58 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) REPORTAGE DAL CAMPO UNA STRATEGIA AZIENDALE IN SINTONIA CON LA NUOVA PAC Due giovani imprenditori nel Bolognese gestiscono 600 ettari con un’impostazione che interpreta già le nuove direttive comunitarie di Roberto Bartolini A Fiorentina, una frazione agricola in provincia di Bologna, buona terra forte e generosa un tempo vocata tutta a bietole e grano, Lucia Perdisa e il marito Fabrizio Baldazzi sono due giovani imprenditori che gestiscono direttamente 3 aziende di proprietà, per un totale di 600 ettari, la maggiore delle quali è la Società Agricola e Zootecnica Valletta. Alla conduzione diretta dell’azienda aggiungono come attività connessa quella di contoterzi. Questi due giovani imprenditori della pianura bolognese costituiscono un esempio virtuoso, perché la gestione aziendale è già in perfetta sintonia con i nuovi indirizzi che la Pac ha fissato da oggi sino al 2020. Innovazione tecnologica basata su attrezzature che consentono di rispettare il suolo e diminuire i passaggi in campo, di mirare al meglio la difesa e la concimazione senza sprechi di prodotto e nel massimo rispetto dell’ambiente. Ma anche una rotazione colturale ampia, con tutti i vantaggi che ne conseguono dal punto di vista agronomico e dei conti aziendali. Infine una stretta collaborazione con altre aziende del territorio. «Per un’azienda agricola con duecentoventi ettari a seminativo avere nelle vicinanze ben 7 digestori di biogas possiamo definirla una coin- I digestori del biogas assorbono notevoli quantità di insilati e costituiscono un punto di riferimento importante per aziende di grandi dimensioni. Fabrizio Baldazzi (a sinistra) con Lucia Perdisa. cidenza fortunata, che permette di far quadrare i bilanci in tempi caratterizzati da prezzi molto altalenanti». Ampia rotazione basata sugli insilati «Noi produciamo soprattutto insilati per i digestori, tranne qualche ettaro a bietola da seme, una decina di ettari a coriandolo, grano duro, ai quali si aggiunge quest’anno una nuova coltura, il sorgo rosso destinato ad un mangimista che produce becchime. Il mais da trinciato in primo raccolto occupa il 55% della superficie e la restante viene suddivisa tra i secondi raccolti di sorgo e mais. Teniamo presente che circa 70 ettari sono occupati stabilmente dalla medica che viene destinata principalmente al bestiame aziendale costituito da 120 capi di razza Blonde Aquiten (detta anche Garronese) e al mercato corrente i quantitativi in esubero». Lavorazioni del terreno semplificate per evitare eccessivi compattamenti e abbassare i costi? «In un solo passaggio si prepara il letto di semina grazie a un cantiere innovativo che abbiamo acquistato di recente, costituito da un cingolato Challenger da 360 cavalli abbinato a un pre- Ecco gli splendidi esemplari da carne della razza Blonde Aquitaine detta anche Garronese. 1 2 3a 3b 1. Il cantiere per preparare il terreno in un unico passaggio. Challenger cingolato da 360 cv abbinato a un preparatore Cultirapid Evo Maag dotato di una serie di attrezzi particolarmente adatti alle terre del Bolognese. 2. L’allestimento del Maag partendo da destra. Dissodatore anteriore, seguito da una fila di dischi, da due file di molle a sezione quadrata da vibro che hanno la funzione di arieggiare il terreno, due file di dischi frantumatori ed infine un rullo per pareggiare la superficie. Questa macchina, larga 4 metri, non impacca il terreno e in dieci ore lavora circa 30 ettari. Il segreto è andare veloci, non meno di 12 km/ora. 3a-b. La seminatrice Maschio Gaspardo (a sinistra) in assetto 45 cm di interfila e a destra per seminare a interfila 75 cm. Un particolare della seminatrice che fa anche il sodo di Maschio Gaspardo che viene usata per i cereali vernini o per i secondi raccolti. paratore Maag che ho fatto allestire appositamente per questi terreni. Questo attrezzo può operare sia su terreno lavorato sia direttamente sui residui colturali e dopo si semina». Nuove attrezzature arrivate in azienda? «Una nuova seminatrice Maschio Gaspardo telescopica che varia l’interfila di semina da 45 a 75 cm. Naturalmente con guida satellitare che va ad affiancare le altre due già presenti nel parco macchine sempre della marca Maschio Gaspardo. È importante con la stessa macchina poter seminare colture diverse come cereali Ecco la batteria di silos per lo stoccaggio aziendale dei cereali prodotti, una mossa vincente per spuntare i migliori prezzi dell’annata. e oleaginose o bietola, così come ci chiederà la Pac». Stoccaggio cereali scelta strategica Cinque moderni silos per una capacità complessiva di stoccaggio di 35 mila quintali. «Produciamo grano duro, dice Lucia e da quan- do abbiamo i silos, pur non facendo più i contratti di coltivazione, riusciamo sempre a spuntare prezzi molto interessanti, portando sul mercato un prodotto ben conservato e di alta qualità. Nei silos stocchiamo anche prodotto di altri agricoltori della zona». Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 61 REPORTAGE DAL CAMPO NEW HOLLAND FESTEGGIA I 50 ANNI DI BASILDON La fabbrica inglese rimane uno stabilimento strategico nello scacchiere produttivo del marchio Cnh Industrial di Gianni Gnudi É uno dei centri di eccellenza del marchio New Holland. Basildon, a due passi da Londra, festeggia i primi 50 anni della propria attività (l’acchito è datato 15 maggio 1964) con la consapevolezza di essere rimasta l’unica fabbrica di trattori del Regno Unito, ma soprattutto di essere uno stabilimento strategico per il gruppo Cnh Industrial, fra i leader mondiali della meccanizzazione agricola. Da Basildon sono usciti pezzi della storia trattoristica. Un rapido excursus può aiutare a far capire il peso dello stabilimento inglese. È del 1964 l’inizio della produzione delle serie Ford 3000, 4000 e 5000, del 1975 il lancio dei Ford 2600-7600 con la prima cabina ’Q’, del 1991 il debutto della serie Ford 40, trattore da 100mila unità prodotte, del 1998 l’esordio del New Holland Ts, primo trattore Tier 1, per arrivare al 2009 quando l’Autocommand e la tecnologia Cvt vengono montate sulla serie T7000. Al di là della storia è al futuro di Basildon che New Holland guarda con attenzione. È il direttore dello stabilimento Colin Larkin a spiegare come la partecipazione di Basildon al programma di World Class Manufacturing (WCM) sia stata fondamentale per il successo dello stabilimento. «Il WCM, basato sulle migliori tecniche La produzione giornaliera supera le cento unità. Attualmente a Basildon vengono prodotte le serie T6 e T7 New Holland. produttive in uso in Giappone - evidenzia Larkin -, è un sistema di produzione studiato per limitare tutte le forme di sprechi e di perdite. È un processo graduale di miglioramento continuo e illimitato: più che un progetto, è un vero e proprio modo di lavorare. Si basa sulle persone, sulle loro competenze, sulla creazione di conoscenza e sul contributo costante e capillare di ognuno. È un programma riuscito perché si basa sul mantenimento Nel 2013 sono usciti da Basildon circa 22mila trattori. Curioso sistema di trasporto interno di materiali. della semplicità e sulla creazione di un sistema trasparente». Le prassi del WCM consentono allo stabilimento di gestire al meglio anche una notevole complessità. Perché oggi i numeri di Basildon sono di rilievo: produce 14 gamme di trattori, 133 modelli, 12.000 configurazioni utilizzando 9.680 componenti. «In un anno - precisa Larkin - dalla catena di montaggio non escono mai REPORTAGE DAL CAMPO Da protagonisti all’Expo 2015 I 50 anni di Basildon sono stati l’occasione per Carlo Lambro, presidente di New Holland, per fare il punto sul mercato e anticipare alcune delle future mosse del marchio che guida. In primis l’Expo milanese del 2015. «Presenteremo - evidenzia Lambro - un innovativo concept su 1.600 mq di superficie. L’obiettivo è quello di dimostrare che è possibile la realizzazione di un’impresa agricola energicamente sostenibile in grado di rispondere alle nuove esigenze ambientali. Senza tuttavia tralasciare la necessità di aumentare la produttività, visti i crescenti bisogni alimentari del pianeta». Expo 2015 chiave dell’innovazione? «Siamo fra i pochi privati al mondo (a oggi solo 8, gli altri, oltre 100, sono padiglioni-Paese, ndr) ad avere una nostra struttura alla manifestazione milanese. Crediamo che questa possa essere una vetrina strategica e stiamo lavorando alacremente per presentarci al meglio». Torniamo al mercato. Il primo trimestre 2014 di Cnh Industrial si è chiuso con un giro d’affari di 7,5 miliardi di dollari, analogo a quello del 2013. I marchi agricoli perdono qualcosa sul fronte fatturato (3,7 miliardi di $ nel 2014, 3,9 nel 2013), ma migliorano in termini di marginalità (464 milioni pari al 12,5%, in crescita dello 0,6%). «Dopo un anno particolarmente positivo per New Holland - prosegue Lambro - nel 2014 pensiamo di migliorare ulteriormente le nostre quote nel segmento trattori, in particolare nel continente americano, ma anche in Europa, L’edizione del Ford Silver del 1989, dedicata ai 25 anni della fabbrica, in mostra nello showroom di Basildon. dove Spagna e Portogallo sono in sensibile ripresa e dove si intravedono timidi segnali positivi anche per l’Italia. Manterremo la Il New Holland Jubillee Edition a suggellare posizione nel comparto i 50 anni di Basildon. mietitrebbie e dovremmo crescere ancora nella fienagione (big baler e rotopresse)». In questo ultimo segmento verrà lanciata, probabilmente già a fine 2014, una nuova Roll Belt, la Active Sweep, che andrà a rafforzare una gamma già ampia. In un futuro prossimo dovrebbe poi approdare a Basildon anche la produzione del nuovo trattore T7 Heavy Duty di alta potenza del quale si conoscono solo pochi dettagli: presentazione a fine 2015, potenza compresa fra i 260 e i 310 CV, un segmento nel quale New Holland vuole incidere in maniera ancora maggiore. Intanto Lambro sottolinea il via del nuovo piano di investimenti che prevede fra l’altro la realizzazione, nell’arco di 2-2,5 anni, di una nuova trasmissione a variazione continua, prodotta interamente all’interno del gruppo. Dove? Su questo il presidente non si sbilancia. Potrebbe essere Anversa, sito nel quale viene realizzata la maggior parte delle trasmissioni del marchio, ma non è da escludere una possibile produzione italiana, nello stabilimento modenese di San Matteo. due trattori perfettamente uguali». Larkin ha inoltre messo in evidenza come il confronto continuo sia l’elemento chiave del programma WCM, tramite la condivisione di best practice tra gli stabilimenti partecipanti e reciproche visite conoscitive. Da quando ha aderito al programma WCM nel 2008, Basildon ha costantemente migliorato la sua performance, fino a raggiungere il livello bronzo nel 2008. Lo stabilimento mira a raggiungere il livello argento entro il 2015. In 50 anni da Basildon sono usciti oltre 1,6 milioni di trattori (fra questi la serie 7600 Ford, la prima a montare il turbo) e 3,1 milioni di motori. Attualmente nello stabilimento inglese vengono prodotte due serie di rilievo per il marchio, T6 e T7. «Oggi - conclude Larkin produciamo più di cento trattori al giorno. Nel 2013 sono uscite oltre 22mila macchine, ma la struttura ci può consentire, con il raddoppio dei turni di lavorazione, di andare vicino alle 40mila unità». Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 63 REPORTAGE DAL CAMPO BKT DIECI ANNI RADIALI Nel 2004 il gruppo indiano lanciò il suo primo Agrimax. Da allora è stata un’ascesa costante di Francesco Bartolozzi P iù che di un semplice anniversario sarebbe corretto parlare di un doppio festeggiamento. Quest’anno, infatti, Bkt celebra sì i dieci anni di produzione di pneumatici radiali, ma anche una decade di crescita straordinaria, come sintetizzano efficacemente le tabelle di questa pagina. Introdotto da Lucia Salmaso, direttore generale di Bkt Europe, l’evento celebrativo ha visto come vetrina il nord della Germania, Marienfeld per la precisione, in concomitanza con il Reifen 2014 (la fiera del pneumatico di Essen), ed è stata l’occasione per fare il punto sui livelli raggiunti dal gruppo indiano negli ultimi dieci anni. «Il nostro fatturato – ha spiegato Arvind Poddar – presidente e direttore generale di Bkt – ha raggiunto i 780 milioni di dollari nell’esercizio finanziario 2013 (in crescita del 30% rispetto a PROGRESSIONE DI BKT DAL 2004 AL 2014 2004 2014 1.550 7.000 1 4 22.800 165.000* 2 5 Prodotti 550 2.300 Fatturato (mln $) 80 950* Paesi serviti 30 130 N. dipendenti Uffici Produzione (t metriche/anno) Stabilimenti *Previsioni RIPARTIZIONE FATTURATO BKT PER SEGMENTO 2004 2014 % mln $ % mln $ Agricoltura 90 72 65 617 Industria e Costruzioni 5 4 14 133 Otr 0 0 13 124 Altro 5 4 8 76 Totale 100 80 100 950 64 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 5 anni fa) e dovrebbe sfiorare il miliardo di dollari (950 milioni è la previsione a oggi) nel 2014. Attualmente Bkt detiene il 6% della quota di mercato mondiale di pneumatici nel comparto Off-Highway, con riferimento ai segmenti macchine e attrezzature agricole, movimento terra, settore minerario, industria, porti, Atv e giardinaggio. Rimangono validi gli obiettivi per il 2020 del 10% di quota e del fatturato di 2 miliardi di dollari. Il lavoro svolto per aumentare la consapevolezza del brand sta dando quindi i suoi frutti e l’entrata a pieno regime del nuovo stabilimento di Bhuj a fine 2014 ci consentirà di raggiungere gli obiettivi programmati». Poddar ha anche precisato che il fatturato Bkt al momento deriva per l’80% dal comparto ricambi e per il 20% dagli Oem, ma nel breve periodo quest’ultima percentuale dovrebbe salire al 30%, perché l’entrata a regime dell’impianto di Bhuj risolverà il problema delle limitate quantità di pneumatici prodotti per il primo equipaggiamento. La ripartizione delle vendite, invece, tra radiali e convenzionali varia a seconda dei mercati, per cui in Europa i radiali rappresentano il 65% del fatturato di Bkt, mentre in America solo il 25%, ma Poddar stesso ha effettivamente confermato la tendenza all’aumento dei modelli radiali nei prossimi anni a discapito di quelli convenzionali. Inoltre, secondo Poddar Bkt nei prossimi dieci anni dovrà svilupparsi anche in mercati nuovi dove ancora è poco presente, come la Russia, i paesi ex-Csi, l’Africa e l’India stessa, per la quale pro- Il primo Agrimax a uscire dallo stabilimento di Bhuj è stato un RT 765 480/70R28. durrà pneumatici speciali per i trattori locali. Da Bhuj mille Agrimax al giorno Tornando all’oggetto della celebrazione di quest’anno, «la produzione dei radiali Agrimax – ha ricordato Rajiv Poddar, condirettore generale di Bkt – iniziò nel 2004 nello stabilimento di Bhiwadi, con 5 pneumatici al giorno, mentre oggi se ne producono ben 1.150. Nell’impianto di Chopanki, invece, va ricordato l’inizio della produzione di pneumatici Otr “all steel” (carcassa e cinture in acciaio) nel 2009, con una media di 4 pneumatici al giorno che oggi sono diventati 50. Infine, la produzione di stampi, molto importante, nello stabilimento di Dombivali iniziata nel 2004 con 100 stampi all’anno e oggi sono 300. Il nuovo stabilimento di Bhuj – ha concluso Rajiv Poddar – si concentrerà sulla produzione di pneumatici radiali, in quantità di circa 400 t metriche al giorno a regime (al momento sono 75 t), pari REPORTAGE DAL CAMPO Da Essen tre novità In occasione di Reifen 2014 Bkt ha presentato in anteprima internazionale tre novità importanti nella gamma Flotation, oltre a due nuove misure rispettivamente per l’AgrimaxForce (IF 710/75 R42, per trattori a elevata potenza) e l’Agrimax Spargo (VF 380/90 R46). Le tre novità Flotation sono rappresentate da: FL 635: nasce per l’uso come primo equipaggiamento per le rotopresse, i ramponi sono maggiormente distanziati rispetto all’FL 693, le tele sono in poliestere e va utilizzato su campo asciutto; FL 630 Super: nasce per i rimorchi e per mantenere un’impronta costante e uniforme sul terreno. Le peculiarità costruttive (cinture in acciaio e rampone basso) e il disegno del battistrada lo rendono particolarmente idoneo a un uso su qualsiasi superficie e su strada, grazie anche alla bassa resistenza al rotolamento. È disponibile anche la versione FL 630 Plus, per un uso 75% campo e 25% strada, con ottime doti di autopulitura; Ridemax FL 698 M: destinato ai rimorchi e quindi orientato all’uso su strada, ma la struttura con carcassa e cinture in acciaio, l’elevata capacità di carico e la grande resistenza lo rendono ideale per l’uso nei cantieri delle costruzioni stradali. Da sinistra FL 635, FL 630 Super e Ridemax FL 698 M. RIPARTIZIONE FATTURATO BKT PER AREA GEOGRAFICA 2004 RIPARTIZIONE PRODUZIONE BKT (T METRICHE/ANNO) PER STABILIMENTO 2014 2004 2014 % mln $ % mln $ Aurangabad 12.000 48.000 Europa 95 76 50 475 Bhiwadi 10.800 58.000 Americhe 2 1,6 20 190 Chopanki 2.500 65.000 Resto del mondo 3 2,4 30 285 Bhuj - 120.000 100 80 100 950 Totale 25.300 291.000 Totale Gli stampi disponibili per gli Agrimax di Bkt sono 294. a circa 1.000 pneumatici Agrimax al giorno». Il grande sforzo comunicativo e di marketing del gruppo è stato enfatizzato da Carl Casalbore, presidente Bkt Usa, che ha citato come esempio positivo ai fini della “costruzione” del brand Bkt la sponsorizzazione della manifestazione Monster Jam (molto nota negli Usa) che sta già dando i suoi frutti. Bkt investe il 4-5% del fatturato in Ricerca & Sviluppo e Dilip Vaidya, presidente e direttore Tecnologia di Bkt, ha ripercorso i 10 anni della produzione di Agrimax. «Nel 2004 era prodotto in 12 misure – ha ricordato Vaidya – nel 2009 in 94 misure e infine nel 2014 siamo arrivati a 155 misure. Praticamente, dalle 3.267 unità del 2004 si è passati alle 325.182 unità nel 2013 (siamo a quota 163.210 per ora nel 2014) per un totale di quasi un 1.800.000 pneumatici. Nel complesso, la produzione di radiali agricoli da parte di Bkt nel 2015 negli stabilimenti di Bhiwadi, Chopanki e Bhuj, sarà di 2.500 pneumatici/giorno, pari a circa 250 t/ giorno». Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 65 REPORTAGE DAL CAMPO CON ERCOLE SI TIENE LONTANO IL PERICOLO DIABROTICA SUL MAIS Siamo andati nell’azienda Bombonati di Sustinente (Mn) per vedere l’applicazione alla sarchiatura nel momento della schiusura delle uova di Roberto Bartolini S i chiama Ercole, è prodotto da Sipcam Italia ed è una novità assoluta della campagna mais 2014, perché è il primo insetticida a base di lambdacialotrina per il controllo dei terricoli, ma è l’unico registrato su mais per l’applicazione alla rincalzatura. Questo significa che Ercole può rivelarsi un mezzo prezioso e decisivo per il controllo della diabrotica, un’avversità tra le più temibili per il maiscoltore che sino a oggi non ha avuto a disposizione sistemi davvero efficaci per contrastarne i danni su mais. E proprio per seguire in diretta il trattamento con Ercole alla sarchiatura siamo andati nell’azienda agricola Bombonati Zenari Marco a Sustinente in provincia di Mantova. «Noi ogni anno seminiamo circa 1 40 ettari di mais in rotazione con frumento da seme e soia – dice Marco Bombonati –. Da tre anni la diabrotica per noi costituisce un problema serio, tant’è che abbiamo anche avuto un appezzamento completamente allettato per i danni causati dalle larve alle radici delle piante». La distribuzione in campo nel 2014 Come avete usato Ercole nel 2014? «Ercole è stato distribuito alla semina del mais, avvenuta nella terza decade di marzo, alla dose di 12 kg/ha nel solco, insieme al perfosfato triplo, per combattere gli elateridi e il risultato è stato ottimo. Ora che il mais è alla sesta foglia, in concomitanza con l’operazione di sarchiatura e di distribuzione dell’urea, 2 Marco Bombonati scarica Ercole nella piccola tramoggia dedicata a questo prodotto innovativo per il controllo dei terricoli e della diabotrica. effettuiamo il secondo intervento con Ercole alla dose di 15 kg/ha; in questo periodo infatti siamo alla schiusura delle uova e alla fuoriuscita delle larve di diabrotica, che corrisponde allo stadio più pericoloso per i danni che procurano all’apparato radicale del mais. Noi entriamo in campo con una sarchiatrice a 6 file (modello HS della ditta Gaspardo), dotata di elementi sarchianti standard con 5 molle flex e paratie laterali proteggi pianta, sulla quale è stato montato un microgranulatore per la distribuzione di Ercole: il microgranulatore presenta una tramoggia centrale, posta subito dietro la tramoggia del fertilizzante, su cui sono installati 6 distributori volumetrici della ditta Gaspardo (ciascun microgranulatore serve una fila di mais). All’uscita di ogni microgranulatore è collegato un deviatore a Y che ha il compito di ripartire il flusso del prodotto sui 2 lati (destro e sinistro) della fila di mais. L’azionamento del microgranulatore viene garantito da un rinvio a catena che prende il moto da una ruota dentata a terra, la stessa che aziona i distributori del fertilizzante. Al termine del suo percorso, Ercole viene interrato alla giusta profondità grazie ad un tubo di calata posto nella parte posteriore della molla flex, in ciascuna delle molle poste sul 1-2. Vista posteriore della sarchiatrice a 6 file con telaio pieghevole idraulico della ditta Gaspardo, mod. HS. La sarchiatrice è dotata di cassone per la distribuzione del fertilizzante e di una piccola tramoggia centrale per la distribuzione di Ercole; si tratta quindi di una macchina combinata, capace di eseguire con un solo passaggio la lavorazione del terreno, l’apporto del fertilizzante azotato e l’applicazione di Ercole. REPORTAGE DAL CAMPO primo rango del sarchiatore, ovvero quelle che si trovano operare con la maggiore vicinanza alle piante di mais. Con questo sistema Ercole viene trasportato a terra e interrato, alla giusta profondità, su ambo i lati delle piante, in prossimità delle radici del mais. In questo modo ogni fila di mais si trova ad avere Ercole sia a destra sia a sinistra e questo dovrebbe garantire una efficace difesa dagli attacchi delle larve di diabrotica. Grazie a questa operazione Ercole dovrebbe garantire una riduzione efficace di danni da diabrotica, con effetti positivi sulle rese. Queste misure di contenimento delle larve assieme all’abbattimento degli adulti sulla parte aerea e ad opportune misure agronomiche riteniamo possano condurre ad una riduzione significativa delle infestazioni negli anni successivi». Salvaguardare le produzioni D’altra parte è fondamentale salvaguardare la produttività che sugli appezzamenti di Bombonati raggiunge livelli ragguardevoli. «Come mais da trinciato, dice Bombonati, abbiamo medie intorno ai Le peculiarità di Ercole La lambda-cialotrina presente in Ercole agisce per contatto e ingestione e ha un’azione repellente, quindi contrasta l’avvicinamento dei parassiti alle piante con un effetto barriera. Nel terreno il prodotto si fissa alla sostanza organica e non si muove anche in situazioni di forti precipitazioni, garantendo una protezione degli apparati radicali per circa 60 giorni. Il granulo di Ercole ha caratteristiche omogenee, è poco Mais allo stadio di 5-6 foglie che ha appena ricevuto la sarchiatura e l’applicazione di Ercole. Da notare l’ottima lavorazione del suolo e il completo rispetto delle piantine. 700 q/ha per il frumento tenero siamo sui 90 ql/ha e anche per la soia non ci lamentiamo con 45-50 q/ha di media». Lavorazione del terreno e igroscopico e non si impacca durante lo stoccaggio. Presenta un’ottima scorrevolezza e agevola la taratura delle attrezzatura di distribuzione. Il prodotto va distribuito su ambo i lati delle radici del mais interrato a una profondità di qualche centimetro il più possibile vicino all’apparato radicale e per questo si ricorre ad assolcatori montati su una struttura portante collegati al tubo di calata proveniente dal microgranulatore. R.B. La sarchiatrice così configurata garantisce una buona capacità operativa, essenziale per avere tempestività d’intervento, nel completo rispetto della coltura. irrigazione: quali percorsi applicate? «Per quanto riguarda la lavorazione, noi operiamo su terreni argillosolimosi e quindi continuiamo con l’aratura perché le prove con minima lavorazione non hanno dato i risultati attesi. Per l’irrigazione usiamo il classico rotolone, anche se Gli elementi sarchianti La macchina è dotata di elementi sarchianti standard con 5 molle flex per elemento e paratie laterali proteggi pianta. Da notare i tubi spiralati di colore grigio che trasportano Ercole dall’uscita del microgranulatore sino alle parte posteriore della molla flex, in ciascuna coppia di molle poste sul primo rango del sarchiatore. Dietro a queste è stato posizionato un tubo di ferro che segue l’ansa della molla flex e che rilascia i granuli di Ercole nel solco aperto dal vomere a lancia montato nella parte finale della molla. Ogni fila riceverà Ercole su ambo i lati, ad una distanza di circa 12-15 cm dal centro fila e ad una profondità di circa 6-10 cm. Questo per garantire la migliore protezione dell’apparato radicale delle giovani piante di mais. R.B. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 67 REPORTAGE DAL CAMPO La tramoggia La tramoggia dedicata alla distribuzione di Ercole, in acciaio inox avente una capacità di circa 90 kg di Ercole, è dotata di 6 distributori volumetrici (microgranulatori) prodotti dalla ditta Gaspardo. A ogni microgranulatore è affidato il compito di dosare Ercole per ciascuna fila di mais; il flusso del prodotto che esce stiamo osservando con interesse il sistema a manichetta. Dobbiamo fare bene i conti e capire se è davvero conveniente per la nostra realtà, dove normalmente riusciamo a fare un ottimo raccolto di mais anche solo con due-tre interventi irrigui e non disponiamo di un pozzo aziendale, il che comporterebbe una 68 da ciascun microgranulatore viene ripartito in 2 per mezzo di un deviatore a Y (non visibile in foto) ed arriva, per mezzo di una tubazione dedicata, fino alle molle flex. L’azionamento dei microgranulatori viene garantito da un rinvio a catena che prende il moto da una ruota dentata a terra, la stessa che aziona i distributori del R.B. fertilizzante. spesa rilevante per installare un impianto di filtrazione». Acquisti dietro l’angolo? «Acquisteremo una barra irroratrice a manica d’aria perché siamo convinti sia il sistema migliore per i trattamenti fungicidi al frumento, assolutamente indispensabili se si vuol portare a casa granella sana e di qualità e per il trat- Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) tamento al ragnetto rosso. Se si vuole mantenere l’azienda competitiva occorre fare investimenti mirati dotandosi di tecnologie innovative, non c’è altra strada». Marco Bombonati applicherà Ercole anche su altri appezzamenti. «Visti i risultati delle prove effettuate gli scorsi anni da Sipcam Italia sono convin- to dell’efficacia di Ercole, pertanto lo distribuirò anche sui 300 ettari a mais dell’azienda Serravalle Energia della quale mi occupo per la conduzione tecnica. Si tratta di un’azienda che ha installato due impianti di biogas da 1 MGW cadauno e che alimenta esclusivamente con insilato di mais e altri cereali». INDUSTRIA INFORMA “INCONTRI AD ALTA TECNOLOGIA” Oltre 12.000 visitatori dal giorno dell’inaugurazione dell’Experience Center Case IH e Steyr di St. Valentin (Austria) L a sede europea di Case IH e Steyr a St. Valentin, in Austria, è molto più di un modernissimo stabilimento di produzione dedicato ai trattori Case IH e Steyr: è un luogo d’incontro fondamentale per diverse filiali Case IH e Steyr che offre grandi opportunità di formazione ed esperienza diretta delle macchine. «Oltre 2.000 concessionari e i loro collaboratori hanno partecipato a eventi formativi e di addestramento da ottobre 2012, quando è stato inaugurato il nostro Experience Center, e più di 12.000 visitatori hanno varcato le soglie dello stabilimento di St. Valentin solo nel 2013» ha affermato Gavin Enright, direttore dell’Experience Center. Lo stabilimento Case IH e Steyr di St. Valentin accoglie e ospita clienti e business partner provenienti da tutta Europa, dal Medio Oriente e dall’Africa. «Oltre a gruppi di visitatori, organizziamo e ospitiamo eventi speciali per i mercati locali e internazionali – ha spiegato Enright –. Fino a oggi, eventi importanti come quello Puma per il mercato polacco, la manifestazione dedicata ai grandi trattori per il mercato dell’Est Europa e il Customer Day per i clienti francesi, solo per citarne alcuni, sono stati ben accolti e hanno visto la partecipazione di moltissime persone». La città di St. Valentin, l’associazione locale di volontari antincendio e la Business Class Steyr sono tra le molte organizzazioni che sono state sostenute con l’Experience Center. «Siamo felicissimi di aver creato un legame così profondo con il territorio e le autorità locali di St. Valentin – ha commentato Gabriele Hammerschmid, direttore marketing per l’Europa Case IH e Steyr –. Con il loro sostegno possiamo continuare a investire per sviluppare ulteriormente lo stabilimento, nel quadro del nostro programma che mira all’eccellenza. Oltre all’ Experience Center, il programma di sviluppo include la Red Power Road e una nuovissima attrazione per i visitatori dello stabilimento di St. Valentin». Tre diverse vedute dello Skywalk. SKYWALK, UNA VISTA DALL’ALTO MOZZAFIATO Un’attrazione nuova e unica nel suo genere, già aperta al pubblico, si staglia sul centro di produzione e assemblaggio delle cabine per la gioia dei visitatori: lo Skywalk di St. Valentin. «Investiamo continuamente sulla produzione, utilizzando il Wcm (World Class Manufacturing) per migliorarci giorno dopo giorno – ha sottolineato Hammerschmid –. Investiamo sulla formazione e sull’addestramento, ma anche sui nostri clienti. Il nuovo Skywalk permette agli ospiti di osservare la linea di produzione ‘dall’interno’ pur rimanendo a distanza di sicurezza. Case IH e Steyr hanno investito molto su questa particolare attrazione che fa parte del tour dello stabilimento di Sankt 70 Valentin: siamo certi che i nostri visitatori, i clienti e i fan ne saranno entusiasti. Le ricerche di mercato ci dicono che i clienti vogliono sapere come e dove vengono costruite le loro macchine, e osservare dal vivo i nostri elevati standard produttivi. Lo Skywalk darà loro esattamente quello che vogliono». Con oltre 2.000 m2 di superficie, il Centro Experience di St. Valentin offre un auditorium, strutture per la formazione, sale riunioni e un ampio spazio espositivo. Ma non finisce qui: come spiega Enright con orgoglio, «la gamma di prodotti, eventi e servizi va molto oltre la gamma di trattori Case IH e Steyr. Ospitiamo eventi per i clienti Magirus Lohr, permettendo Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) a questo marchio di mostrare la sua competenza all’avanguardia nel campo dei veicoli antincendio; per i camion e veicoli commerciali Iveco; per Jeep, Lancia, Fiat Automotive e molti altri marchi. Quest’ampia gamma di eventi che si tengono nel nostro Experience Center offre l’importante opportunità di dimostrare il vasto bagaglio di competenze, abilità e tecnologia posseduto da Case IH e Steyr. Abbiamo anche inserito un’esposizione permanente Magirus Lohr nello showroom del nostro Centro Experience, il che sottolinea un altro nostro punto forte: la capacità di fornire soluzioni alle necessità specifiche di ciascuno dei nostri clienti». INDUSTRIA INFORMA ARGO TRACTORS, INVESTIMENTI MAGGIORI NEL MONDO DIGITALE TITOLO sottotitolo Diversi gli upgrading del gruppo di Fabbrico (Re) sul fronte della comunicazione M T olto attenta ai nuovi strumenti offerti dall’evoluzione esto della tecnologia, Argo Tractors compie un importante salto in avanti anche nel mondo della comunicazione, con una presenza sempre più attiva nel mondo digitale. Landini Partendo dal marchio Landini, diversi sono gli upgrading compiuti dalla casa costruttrice di trattori attraverso i nuovi mezzi a disposizione. Primo tra tutti il sito web www.landini. it, punto di riferimento dei landinisti, dove possono reperire informazioni in modo rapido e sempre aggiornate. Il sito è stato recentemente rinnovato nella grafica, ora più lineare e con una navigabilità più intuitiva, e arricchito di immagini accattivanti, video e fotografie. Completamente nuova è la sezione prodotti, che è stata dotata di un “product selector” per aiutare l’agricoltore nella scelta del trattore più adatto alle proprie esigenze in funzione di specifici parametri: campo di impiego, numero dei cilindri, fascia di potenza e tipo di trasmissione. Il salto nel mondo digitale Landini passa anche attraverso l’App Landini Digital Library, scaricabile gratuitamente su tablet e smartphone e prevista sia per piattaforme Ios sia per piattaforme Android, dove è stato aggiornato il catalogo gamma trattori con l’introduzione delle novità degli ultimi mesi. Infine, i Landinisti possono rimanere in contatto con il mondo Landini tramite la consueta pagina facebook – ridenominata Landini Tractors – che a oggi conta più di 8.000 fan e sulla quale nella ricorrenza dei 130 anni di Landini verrà ripercorsa la storia del mitico e storico marchio. Nella pagina verranno, inoltre, segnalati fiere, eventi, rievocazioni, raduni che hanno come protagonisti i TITOLO trattori Landini e i Landinisti in generale. McCormick esto T Passando al marchio McCormick, è da sempre sinonimo di prestazioni, tecnologia ed evoluzione. Un’evoluzione che il marchio rivolge anche alla comunicazione, dove McCormick ha recentemente compiuto un salto di qualità, allineandosi sempre più ai mezzi messi a disposizione dall’era digitale. Il rinnovamento parte dal restyling del sito www.mccormick. it, che a una grafica lineare e a una navigabilità più intuitiva aggiunge ora immagini più accattivanti, nuovi video e, soprattutto, aggiunge nella sezione prodotti il nuovo strumento di selezione prodotti per aiutare l’agricoltore nella scelta del trattore più adatto alle proprie esigenze in funzione dell’impiego, del motore e del tipo di trasmissione desiderata. Per offrire un servizio sempre più completo e performante McCormick ha anche aggiornato il catalogo gamma trattori con le novità introdotte negli ultimi mesi nell’app McCormick Digital Library, scaricabile gratuitamente su tablet e smartphone e prevista sia per piattaforme IOS sia per piattaforme Android. Nell’affacciarsi al mondo digitale con una presenza sempre più importante McCormick ha pensato anche al social network Facebook, dove è stata recentemente implementata una pagina ad hoc per i trattori McCormick, https://www.facebook.com/tractors.mccormick. Valpadana Valpadana, nell’ottica di una comunicazione sempre più evoluta e vicina al cliente, ha lanciato la propria pagina facebook https://www.facebook.com/valpadana dedicata ai propri trattori specialistici. Sulla pagina saranno pubblicate fotografie, video-interviste, immagini storiche, informazioni su eventi e altre news per rimanere costantemente aggiornati sul mondo Valpadana. La rivoluzione ha interessato anche il sito web www.valpadana.it, reso più semplice nella navigazione, aggiornato nella grafica e nei contenuti e arricchito di numerose immagini in campo. VALERIO MORRA CAVALIERE DEL LAVORO Valerio Morra, presidente e amministratore delegato del gruppo Argo, è stato nominato Cavaliere del Lavoro e a ottobre riceverà l’alta onorificenza presso il Quirinale. «Sono onorato di questo riconoscimento a titolo personale, ma ancor di più lo sono per l’affermazione di un percorso di vita e di lavoro condiviso assieme alle donne e agli uomini che negli anni hanno costantemente qualificato l’attività di Landini prima e di Argo Tractors a tutt’oggi. Un’attività così lunga e di successo si basa su una solida piattaforma industriale capace di dare risposte in linea con l’evoluzione dei tempi e delle situazioni, oltre ad un semplice principio: le persone giuste nel momento giusto e al posto giusto. Una grande soddisfazione è poi l’aver trasmesso alle nuove generazioni della mia famiglia, così come già fecero mio padre e prima mio nonno, questi valori e questa passione. Il comparto trattoristico, in passato tradizionalmente instabile, è diventato oggi più stabile e attivo, grazie anche al risveglio delle economie dei Paesi in via di sviluppo. Per contro la nuova sfida della globalizzazione è decisamente più impegnativa, ma al tempo stesso stimolante. Argo Tractors è pronta a cogliere ogni opportunità, facendo leva sul proprio know-how, sulla trasformazione delle idee in prodotti e servizi, sulla flessibilità e sul dinamismo, nonché sulla capacità di fare ricerca, innovazione e formazione. E tutto questo intendiamo realizzarlo mantenendo salda la prerogativa del Made in Italy, basando pertanto l’intero processo industriale nei nostri stabilimenti italiani». Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 71 INDUSTRIA INFORMA KRAMP, NON SOLO RICAMBI Il gruppo olandese offre anche servizi tecnici e soluzioni personalizzate L eader europeo nella fornitura di ricambi e accessori per i settori dell’agricoltura, del giardinaggio, della forestazione, dell’oleodinamica e del movimento terra, Kramp offre anche servizi tecnici e soluzioni personalizzate grazie al know how dei propri ingegneri e tecnici specializzati. Il cliente Kramp deve semplicemente inviare la propria specifica richiesta al servizio assistenza per ricevere un progetto tecnico e il preventivo dei costi. Grazie al vasto assortimento di prodotti disponibili a magazzino gli ingegneri Kramp sono in grado di realizzare impianti che rispondano alle esigenze specifiche del cliente nell’ambito dell’idraulica, quali ad esempio gruppi idraulici completi, così come in quello della pneumatica e della tecnica di movimentazione e di comando. Oltre ad acquistare singoli componenti, i rivenditori Kramp hanno anche la possibilità di richiederne il montaggio. Esperti installatori possono eseguire svariati lavori di montaggio e configurazione di diverse combinazioni di valvole idrauliche e valvole SD, così come di valvole con azionamento manuale, elettrico, pneumatico o idraulico. Su richiesta si realizzano anche valvole PVG complete delle dimensioni necessarie, da montare direttamente sulla propria macchina. L’officina Kramp è attrezzata anche per il taglio del metallo (convenzionale e CNC), con interventi di tornitura possibili fino a un diametro massimo di 700 mm, una lunghezza di 2,5 m e con la lavorazione di alberi fino a una lunghezza di 7 m. Tipica è ad esempio la fresatura di alberi scanalati di diverse dimensioni e lunghezze e la fornitura di soluzioni per la dentatura degli alberi. Un altro esempio riguarda gli alberi cardanici: è possibile accorciare i cardani, oppure modificarli con i dispositivi di sicurezza richiesti quali frizioni, limitatori a bullone di trancio o a nottolini e accoppiamenti a ruota libera. L’officina Kramp è inoltre al servizio degli specialisti nel campo forestale attraverso la fornitura di catene per la silvicoltura con il numero di maglie desiderato. Riparare o revisionare i cilindri idraulici non è un problema. Che si tratti di sostituire le guarnizioni, l'asta del pistone o il tubo del cilindro, i moderni macchinari e le apparecchiature di controllo a disposizione dei tecnici Kramp consentono di effettuare operazioni standard, come quelle appena menzionate, ma anche completamente personalizzate quali la verniciatura del cilindro con i colori identificativi Assemblaggio, revisione dell’azienda del cliente. Oltre cilindri e sviluppo prototipi. a questi numerosi servizi, il cliente può richiedere la quotazione di cilindri a disegno. Punto di forza dell’officina Kramp è il servizio di raccordatura di tubi oleodinamici, che permette di realizzare in tempi rapidi tubi raccordati nella lunghezza richiesta pronti per essere utilizzati. Infine, non sempre la sostituzione di un pezzo di ricambio è l’unica soluzione. Spesso può valere la pena riparare componenti o dispositivi difettosi quali pressatubi, compressori, sollevatori idraulici, cilindri pneumatici e utensili a mano pneumatici. DEUTZ-FAHR 7250 TTV AGROTRON VINCE IL COMPASSO D’ORO 2014 D eutz-Fahr 7250 TTV Agrotron ha vinto il Compasso d’Oro 2014, uno dei più prestigiosi premi di design al mondo. Il Compasso d’Oro viene assegnato dal 1954 con lo scopo di mettere in evidenza il valore e la qualità dei migliori prodotti in ambito di design. Da 50 anni il premio è organizzato dall’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale. Il trattore Deutz-Fahr 7250 TTV Agrotron è stato selezionato dalla giuria internazionale del XXIII Compasso d'Oro tra oltre 270 prodotti, confermandosi ancora una volta all’avanguardia per gli elevati contenuti tecnologici e, allo stesso 72 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) tempo, per l’attenzione a funzionalità e efficienza, in uno stile unico firmato Giugiaro Design. La Serie 7 Deutz-Fahr arricchisce così il proprio medagliere con questo importante riconoscimento, che va ad aggiungersi agli altri prestigiosi premi internazionali ottenuti quali il Tractor of the Year, il Good Design e il Red Dot Product Design Award. Questo premio rappresenta un’ulteriore dimostrazione dei risultati ottenuti grazie al grande impegno di Same Deutz-Fahr in Ricerca e Sviluppo nell’ambito del design negli ultimi anni, anche attraverso la collaborazione con partner prestigiosi come Giugiaro Design. INDUSTRIA INFORMA NUOVE SOLUZIONI JOHN DEERE FARMSIGHT Il Remote Display Access (Rda) del Cervo arriva in Europa J ohn Deere ha recentemente attivato la funzione Remote Display Access (Rda), elemento centrale della propria strategia FarmSight, nei paesi dell’Europa occidentale e centrale e in alcuni mercati selezionati della Csi. Grazie all’Rda di John Deere, il concessionario può visualizzare a distanza il display GreenStar 3 2630 installato nella cabina di trattori, irroratrici e trince e consigliare all’operatore come correggere le impostazioni della macchina. «La completa disponibilità dell’Rda rappresenta un importantissimo passo in avanti nel nostro cammino di espansione del portafoglio di soluzioni FarmSight di John Deere – ha affermato Christoph Wigger, vicePresidente Vendite & Marketing di Europa, Nord Africa e Csi di John Deere –. La connettività wireless tra l’operatore sul campo e il concessionario garantisce un notevole risparmio di tempo, un aumento dell’operatività e l’ottimizzazione delle prestazioni della macchina». L’Rda è parte integrante della soluzione JDLink di gestione telematica delle flotte: basata sul CAN-bus integrato delle macchine, consente di controllarne a distanza le funzioni e registrarne i dati operativi principali. Ad esempio, i rapporti e i consigli operativi offerti da JDLink possono essere impiegati per analizzare l’utilizzo della macchina, le ore di attività e il carico medio del motore. Il concessionario può servirsene per suggerire al cliente di limitare i tempi di inattività della macchina, intensificare l’utilizzo dei sistemi di guida o adottare modalità operative in grado di ridurre i consumi, oppure, può utilizzarli per formare a distanza operatori, coinvolgendo eventualmente anche soggetti terzi. Analogamente, gli esperti del servizio di assistenza possono visualizzare a distanza la schermata dell’operatore, risolvere eventuali problemi in tempo reale o fornire consigli proprio come se si trovassero sul campo. In base ai dati in possesso di John Deere, l’utilizzo della tecnologia Rda è in grado di ridurre i costi collegati al supporto operatori* di circa il 30%, oltre a ottimizzare l’utilizzo e le prestazioni della macchina. La strategia FarmSight di John Deere è costituita da una serie di servizi offerti dai concessionari John Deere e punta all’ottimizzazione delle macchine, della logistica e delle decisioni agronomiche. KVERNELAND 7820, TEMPI MINORI DI AVVOLGIMENTO CON GRANDE EFFICIENZA C on l’avvolgitore semiautomatico Kverneland 7820 potrete avvolgere le balle in campo anche durante il trasporto. Questo modello è arricchito con il nuovo kit opzionale bale-on-end, che assicura un corretto posizionamento della balla all'interno dei rulli e un rilascio della balla in campo senza danneggiare il film. Con il sistema di avvolgimento satellitare il lavoro sarà molto rapido, e permetterà di ridurre notevolmente l’usura. Il processo di avvolgimento è quindi molto affidabile e interamente controllato dalla cabina del trattore: il lavoro sarà molto più semplice per l’operatore. Inoltre, l’avvolgitore Kverneland 7820 è provvisto di un meccanismo autocaricante che permette un carico e uno scarico delicato delle balle, oltre a poter effettuare l’avvolgimento di quest’ultima mentre viene trasportata al sito di stoccaggio. Questo sistema solleva la balla verso l'alto in modo da evitare che venga contaminata durante il contatto con il terreno. L’avvolgitore Kverneland 7820 è provvisto del nuovissimo kit “Bale-on-End”. Posizionandola sul lato piano, dove viene applicata la maggior parte di strati di film, la balla viene Con il sistema di avvolgimento satellitare il lavoro del 7820 è molto rapido. protetta maggiormente durante l’immagazzinamento. La piattaforma rotante è montata internamente all’avvolgitore, fra i due rulli, e viene azionata idraulicamente. Quando la balla viene abbassata, la piattaforma la espelle automaticamente, spingendola delicatamente, senza danneggiare il film. Il modello Kverneland 7820 è provvisto di un sistema di taglio film a forbici, in grado di effettuare un taglio netto e pulito del film. Il controllo avviene tramite un joystick semiautomatico, per gestire tutte le fasi di lavoro in modo semplice e intuitivo. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 73 INDUSTRIA INFORMA DUE NUOVE FALCIATRICI A DISCHI DA FELLA TITOLO sottotitolo Timone disposto centralmente per le SM 3065 Trans e SM 3575 Trans. L’ideale per grandi superfici esto ell’ottica di un costante aggiornamento dell’offerta nei confronti del settore della fienagione, Fella presenta la sua falciatrice trainata con telaio di trasporto e timone disposto centralmente. La SM 3065 Trans con larghezza di lavoro di 3,00 m e la SM 3575 Trans con larghezza di lavoro di 3,50 m sono entrambe disponibili come variante con condizionatore a rulli o con condizionatore a denti. Grazie al timone disposto centralmente la falciatrice può essere orientata facilmente a destra o a sinistra dietro il trattore. In questo modo l'agricoltore può adattare in modo flessibile la falciatura al terreno e alle necessità. Questo è possibile senza fatica anche in caso di foraggio disteso, in pendenza e su strisce inclinate. Specialmente la grande altezza di sollevamento della nuova falciatrice trainata, fino a 600 mm in posizione di capezzagna, è resa possibile dal sollevamento attivo delle ruote di trasporto. La grande distanza dal terreno così ottenuta è perfettamente idonea per superare comodamente l'andana di falciatura. La grande libertà di movimento, fino a 400 mm, del gruppo di taglio in posizione di lavoro impedisce in modo sicuro l'appoggio e l'inserimento di tale gruppo nello strato erboso, anche in caso di terreno ondulato. L'aggancio trainato della SM 3065 Trans / SM 3575 Trans realizza il migliore adattamento al terreno e una falciatura senza danni al terreno e con basso consumo di carburante. La nuova falciatrice offre all'utente non solo un design robusto, razionale e un eccellente comportamento al traino sia su strada sia fuoristrada, ma anche la massima facilità d'impiego, ottenuta attraverso molti dettagli: T N Grazie al timone disposto centralmente la falciatrice può essere orientata facilmente a destra o a sinistra dietro il trattore. dida 74 Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) La SM 3065 Trans di 3,00 m e la SM 3575 Trans sono entrambe disponibili come variante con condizionatore a rulli o con condizionatore a denti. - le protezioni frontali ripiegabili rendono la barra di taglio facilmente e comodamente accessibile e la regolazione continua senza attrezzo dell'altezza di taglio consente un adattamento rapido e ottimale di tale altezza alle più varie condizioni di impiego; - la trasmissione di forza attraverso un robusta trasmissione orientabile risparmia l'albero cardanico anche in curve strette e realizza il minimo possibile di usura. - la cassetta attrezzi integrata nel timone è adatta per custodire in modo ottimale attrezzi e parti di ricambio, in questo modo si evitano lunghi tempi di sospensione. La variante della falciatrice con condizionatore a rulli, particolarmente adatta per il condizionamento di foraggi con molte foglie, garantisce un eccellente effetto di condizionamento anche in caso di grandi quantità di foraggio. Nella variante con condizionatore a flagelli, la possibilità di regolare senza attrezzi l'intensità di condizionamento su 5 posizioni garantisce la massima flessibilità nelle più varie condizioni atmosferiche. La SM 3065 Trans / SM 3575 Trans è equipaggiata di serie con la protezione da sovraccarico Fella driveGuard. Questa offre all'agricoltore una protezione ottimale della falciatrice a dischi in caso di danni. Grazie a un semplice, ma geniale elemento, si impediscono costosi danni alla e nella barra di taglio, si evitano lunghi tempi di sospensione per guasti e si rende possibile la sostituzione del driveGuard a costi contenuti. INDUSTRIA INFORMA CAMILLA PRO, PARTNER IDEALE PER AFFIDABILITÀ E ROBUSTEZZA Il nuovo decespugliatore Maschio Gaspardo è progettato per contoterzisti e professionisti della manutenzione stradale I l gruppo Maschio Gaspardo, da 50 anni al fianco degli agricoltori di tutto il mondo, offre una gamma completa di attrezzature per la lavorazione del terreno, semina, trattamento delle colture, manutenzione del verde e fienagione. Nell’ambito della cura del verde, Maschio Gaspardo dispone di un’ampia gamma di bracci decespugliatori retroportati, soluzioni polifunzionali adatte a svariate applicazioni per la manutenzione professionale di aree verdi, strade, scarpate, giardini e zone arbustive. Affidabilità, robustezza e precisione sono principi costruttivi alla base di tutti i modelli della gamma, che si distinguono altresì per gli elevati contenuti tecnici e prestazionali. Camilla Pro è la versione high-end dei bracci decespugliatori Maschio, progettata per soddisfare alla perfezione le necessità di contoterzisti e professionisti della manutenzione stradale, definendo nuovi standard di qualità e sicurezza. Le migliorie tecniche sono state pensate per facilitare l’operatore nel lavoro quotidiano e rendere rapidi e sicuri gli interventi di manutenzione, assicurando agilità e flessibilità nell’utilizzo. Questo modello rappresenta quanto di più innovativo si possa trovare sul mercato delle attrezzature per la cura del verde e la manutenzione del territorio. Camilla Pro si distingue per l’estrema versatilità d’impiego, adatta allo sfalcio dell’erba a bordo strada come alla manutenzione di rive e scarpate o al taglio di siepi e alberature sia su terreni inclinati che pianeggianti. Inoltre, ripone nella sicurezza e nella solidità costruttiva i suoi punti di forza. L’ampio ricorso a elementi in fusione, specialmente laddove sono maggiori le sollecitazioni di lavoro, ha dato vita a una macchina robusta dal design filante. L’impianto idraulico indipendente è stato dimensionato per aver il maggior rendimento e minimizzare le dissipazioni di potenza. Le due pompe a ingranaggi in ghisa (testata e movimenti braccio) garantiscono potenza e reattività. I tubi flessibili nelle zone più esposte sono coperti da una speciale guaina anti-usura, nei tratti lungo le sezioni di braccio i tubi sono coperti da un carter. Le boccole cementate nelle zone più Camilla Pro si distingue per l’estrema versatilità d’impiego. Camilla Pro è la versione high-end dei bracci decespugliatori Maschio. sollecitate e i perni trattati e zincati possono far fronte agli usi più gravosi della macchina, ponendosi a garanzia di un impiego intensivo. Il sistema a parallelogramma della prima sezione di braccio garantisce inoltre l’apertura simultanea di entrambi i segmenti tramite un unico comando idraulico, mantenendo costante l’altezza della testata. Sicurezza in primo piano Dal punto di vista della sicurezza d’impiego, lo speciale dispositivo di fine corsa meccanico evita che il braccio in posizione di trasporto possa urtare contro la parte superiore della cabina. La sua posizione è infatti registrabile tramite un tirante regolabile per adattarsi a qualsiasi conformazione del trattore. Camilla previene ogni possibile danno alla propria struttura o al trattore con un’ampia serie di sistemi di sicurezza attiva e passiva distribuiti su tutta la macchina. Il circuito idraulico della testata è dotato di valvola di massima, per scaricare l’olio in caso di arresto improvviso del rotore e conseguente sovrapressione. In caso d’ingolfamento della testata, invece, un sensore del numero di giri arresta il rotore quando scende sotto la soglia di sicurezza. Allo stesso modo, se all'avvio del rotore il regime minimo di giri non viene raggiunto, il rotore stesso viene arrestato e il sistema elettronico non consente l'inversione del senso di rotazione fino ad arresto avvenuto. A completamento della macchina sono inoltre disponibili diversi optional quali testate troncarami, trasmissione Camilla previene ogni possibile danno alla del rotore a cinghie, pompa e motore struttura o al trattore con diversi sistemi. a pistoni ad alta potenza. Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 75 TARIFFE FORLÌ-CESENA FORLÌ-CESENA tariffe a ettaro Terreno arato €/ha 67,90 Terreno non arato €/ha 113,10 Apima Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola Le presenti tariffe sono state concordate dalle seguenti Associazioni: Apima Forlì - Unione Trebbiatori Motoaratori Cesena - Associazione Autonoma Contoterzisti Agricoli e Industriali di Cesena e circondario Cesena Le tariffe potranno essere aggiornate in qualsiasi momento in caso di aumento o diminuzione del 10% sui costi di almeno una delle seguenti voci: carburanti, manodopera, ricambi. Per altri lavori non contemplati e/o a libera contrattazione si consideri come base tariffaria per lavori con trattrici fino a 80 CV 45,20 €/ora. Aggiungendo per ogni 10 CV superiori 3,80 €/ora. Le tariffe sono al netto di Iva, sulle stesse dovrà essere applicata l’Iva a norma di legge (10%). APERTURA BUCHE ARATURA libera contrattazione ESTIRPATURA Meno di 50 balle: cad. Con barra falciante o rotativa €/ha 64,30 Rotoballe fieno cad. 9,40 Con barra falciante o rotativa o falciacondizionatrice €/ha 80,30 Rotoballe verde cad. 10,50 Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% su tariffe/ha 59,10 Con trattore da 101 a 130 CV €/ora 72,60 Con trattore da 131 a 160 CV €/ora 81,60 Con trattore oltre 160 CV ora libera contrattazione Fresatura completa con interfilare maggiorazione per ogni ora €/ora 5,50 Fresatura bietole e mais senza spandi €/ha 104,70 Fresatura bietole e mais con spandi €/ha 118,20 Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% su tariffe/ha Su terreno arato con trattore da 100 a 130 CV €/ora 72,60 Su terreno arato con trattore da 131 a 160 CV €/ora 85,50 €/ha 395,20 CARICO GENERICO €/ora 48,50 CIPOLLE : CAVATURA E RACCOLTA MECCANICA DISERBI IRRORAZIONE libera contrattazione €/q 5,10 Con gruppi semoventi allestiti per tutela salute / ambiente / produzioni €/ha 45,20 Infraceppo frutteti e su fossi €/ora Con atomizzatore In caso di mancanza o insufficienza di acqua: Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% su tariffe/ha; nel caso di utilizzo limitato del numero di ugelli, la tariffa a quintale aumenta del 50% ERPICATURA O FRANGIZOLLATURA Una passata Nei frutteti e vigneti 49,60 libera contrattazione libera contrattazione Con trattore fino a 80 CV €/ora 45,20 Con trattore da 81 a 130 CV €/ora 59,60 Oltre 130 CV Collina, montagna e terreni declivi SCAVAFOSSI libera contrattazione €/ha 56,80 Fosso nuovo per cm di profondità €/ml 0,04 Fino a 100 CV €/ora 72,30 Da 101 a 130 CV €/ora 84,90 Da 131 a 160 CV €/ora 96,50 Pulizia €/ml 0,18 €/ha 67,90 ESTIRPATURA E CONTEMPORANEA ERPICATURA Una passata sul terreno arato Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% su 76 FRESATURA, VANGATURA, ERPICE ROTANTE, FRANGOR, ESTIRPATURA GEBIATURA Su terreno arato con trattore oltre 160 CV ora €/ora libera contrattazione 45,20 Carico e trasporto con uno spandi fino a 80 CV (due operatori) 86,10 Carico e trasporto con due spandi fino a 80 CV (due operatori) 108,70 LETAME Solo carico (con trattrice fino a 80 CV) MIETITREBBIATURA GRANO 45,20 Per ha: Rotoballe paglia cad. 8,30 Balloni quadri fieno (big baler) cad. 12,10 Balloni quadri paglia (big baler) cad. 9,90 Fino a 40 q/ha €/kg 0,21 Oltre 41 q/ha €/kg 0,16 €/q 3,30 €/q 3,30 In campo aperto (con trattrice fino a 80 CV) €/ora 50,70 In campo aperto (con trattrice fino a 80 CV) €/ha 50,70 libera contrattazione Con trattore fino a 80 HP €/ora 56,50 Con trattore da 81 a 90 HP €/ora 60,10 Con trattore da 91 a 100 HP €/ora 66,00 Con trattore da 101 a 110 HP €/ora 68,30 Con trattore da 111 a 120 HP €/ora 74,20 Con trattore da 130 HP €/ora 80,10 Con trattore fino a 150 HP €/ora 87,40 Con trattore da 160 HP €/ora 101,30 Con trattore da 180 HP €/ora 109,00 Con trattore da 200 HP €/ora 115,00 Collina, montagna e terreni declivi aumento del 15% RACCOLTA FAGIOLINI (PER KG DI PRODOTTO) Con utilizzo di macchine plurifila riduzione del 15% RACCOLTA POMODORI Con cernita elettronica del prodotto Senza manodopera e senza cantieri per il trasporto RANGHINATURA VOLTAFIENO E RULLATURA Per superfici inferiori a mezzo ettaro RUSPATURA 113,10 Senza pressa €/q 2,7 Con trincia €/q 3,30 Con trattore da 240 HP €/ora 136,10 Senza pressa in collina, montagna e/o terreni declivi €/q 4,70 Con trattore da 270 HP €/ora 146,70 Con trattore da 300 HP €/ora 161,40 Con trincia in collina, montagna e/o terreni declivi €/q Con trattore da 350 HP €/ora 203,80 Con trattrice gommata di oltre 250 HP €/ora 128,40 Su superfici <1 ha si applicherà una tariffa minima pari a €/ha PREPARAZIONE TERRENO SENZA ARATURA PRESSATURA PAGLIA E FIENO €/ora Scollettatura, estirpatura e raccolta libera contrattazione 56,80 Con trattore fino a 100 CV 0,34 0,70 €/ora libera contrattazione €/q cad. Con barra falciante o rotativa (e trattore fino a 80 CV) FALCIATURA BARBABIETOLE Balle 360,60 Carico in un solo monte peso lordo libera contrattazione €/ha tariffe/ha Profondità media 60 cm libera contrattazione 265,10 Per lavori a una mano ulteriore aumento del 20% 91,00 €/ha Collina e montagna e terreni declivi aumento del 10% €/ora Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% su Profondità media da 46 a 50 cm Su secco 50,70 211,00 214,30 70,10 €/ha COLLINA E MONTAGNA 55,20 €/ha €/ha Leggera con polivomere da 36 a 45 cm libera contrattazione €/ora Su secco €/ha 180,90 Su verde Per vigneti inferiori al mezzo ettaro o frazionati 88,30 Vibrocultore con diserbo €/ha Per aratura su terreno ripperato €/ha Vibrocultore Leggera con polivomere da 20 a 35 cm Con ripper nei frutteti POTATURA MECCANICA VIGNETO Su verde 5,30 Tra i frutteti maggiorazione al €/q 0,40 Grano duro e avena maggiorazione €/q 0,40 Con uso del laser: aumento di 4,80 €/ora Per le macchine operatrici eccezionali che necessitano libera contrattazione di autorizzazioni al trasporto Altro movimento terra: libera contrattazione Qualora le lavorazioni di cui sopra fossero inferiori a 8 ore, verranno aggiunte le spese di trasferimento Grano allettato, danneggiato, infestato biologico e quantità inferiori a 50 q aumento tariffa del 20% PALI A PRESSIONE libera contrattazione €/ha 144,50 Colture varie €/ha 69,00 €/ha 90,50 A palo: PATATE Semina SARCHIATURA Rincalzatura €/ha 180,40 Colture varie con spandi (due operatori) Escavazione e raccolta (esclusa manodopera) 4 p. €/ora 144,50 Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) TARIFFE FORLÌ-CESENA SCASSO Da 70 cm di profondità €/ha Da 80 cm di profondità €/ha 843,10 Da 90 cm di profondità €/ha 1.178,30 Da un metro e oltre e per superfici inferiori a 1 ettaro: libera contrattazione Collina, montagna e terreni declivi aumento del 15% SEGAGIONE LEGNA 638,60 libera contrattazione €/ha 62,30 Senza spandiconcime 56,80 Monogerme 71,20 Monogerme con spandiconcime e disinfestazione 75,00 Monogerme con spandiconcime, disinfestazione e diserbo 91,60 Monogerme per semi minuti 107,60 Semina su sodo: libera contrattazione Solo 1 operatore SEMINA Con spandiconcime Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% SPANDICONCIME Trattore senza manodopera per carico concime su tramoggia (trattrice fino a 80 CV) €/ora 45,20 In più per prodotto raccolto €/q 1,40 Con vendemmiatrice trainata o semovente in montagna,collina o terreni declivi €/ha 451,30 In più per prodotto raccolto €/q 1,40 Per vigneti inferiori al mezzo ettaro o frazionati Tali tariffe sono applicabili per vigneti con distanza media di 3 m tra le file e con l’utilizzo di pali in ferro o in legno FALCIANDANATURA PER COLTURE DA SEME libera contrattazion €/ha STRIGLIATURA (diserbo meccanico) Collina, montagna e terreni declivi aumento del 10% TRAPIANTATURA Senza mandodopera a piantina TRINCIATURA Raccolta tralci viti, trinciapaglia, trinciatutto (con trattrice fino a 100 CV) Interfilare Mais ceroso, senza trasporto Decespugliatore con braccio idraulico fino a5m Decespugliatore con braccio idraulico fino a7m Decespugliatore con braccio idraulico oltre 7 m libera contrattazione €/ha 31,20 0,02 €/ora 53,60 €/ora 56,30 €/q 0,90 €/ora 50,70 €/ora €/ora 62,30 73,40 Con vendemmiatrice trainata o semovente in pianura 395,00 7,20 Coriandolo, fieno greco, miglio, pisello da seme, sorgo €/q 10,50 gentile, veccia €/q Erba medica (in piedi e/o in andana minimo 1 quintale) Fagiolo 112,50 libera contrattazione €/q 48,00 libera contrattazione Fava e favino €/q 8,80 Finocchio €/q 28,10 47,40 €/ha 124,10 67,90 Ginestrino (in piedi e/o in andana minimo 1 quintale) €/q €/ha Pisello €/ha 135,70 Girasole da olio, soia €/q 6,60 Girasole ibrido da seme €/q 13,80 Indivia (minimo 1 quintale) €/q 4,40 Lattuga €/q 41,90 47,40 Collina e montagna aumento del 10% SEPARAZIONE MECCANICA PIANTONI MASCHILI €/ha 90,50 Lattuga da taglio (precoce) €/q Inferiore a 1 ha libera contrattazione Pisello da fiore €/q 38,60 Tariffa oraria ora libera contrattazione Pisello proteico libera contrattazione Collina e montagna aumento del 10% su valori a ha Porro (minimo 1 quintale), radicchio (minimo 1 quintale) €/q 5,20 scarola (minimo 1 quintale) €/q 41,90 Prezzemolo, rafano e ravanello colorato €/q 34,20 Ravanello giapponese €/q 30,90 Rucola selvatica €/q 84,90 Sedano €/q 39,70 Sgranatura granone €/q 4,10 Sorgo ibrido (peso verde) €/q 3,40 Trifoglio (in piedi e/o in andana minimo 1 quintale) €/q 47,40 Zucca libera contrattazione Collina e montagna aumento del 10% MOVIMENTO TERRA Escavatore da 245 q 78,30 Escavatore da 200 q 72,50 Escavatore da 150 q 66,60 Escavatore da 130 q 60,70 Escavatore da 80 q 57,10 Escavatore da 50 q 54,20 Escavatore da 25/30 q 48,30 Escavawwtore da 16 q 45,90 Separazione meccanica piantoni maschili Granturco e sorgo ibrido con umidità del 20-25% Le tariffe sottospecificate si intendono per prodotto LORDO e con falciandanatura esclusa. Qualora si consideri il peso NETTO, la tariffa sarà aumentata del 60%. In caso di scarsa produzione, l’importo non potrà comunque essere inferiore a 250 €/ha €/q 4,30 Basilico €/q 39,70 Bietola da orto, da costa, da taglio €/q 16,50 Bietola 2/4 e 2/6 €/q 17,10 Bietole miscelate €/q 14,30 Carciofo libera contrattazione Carota €/q 39,70 Cavolo ibrido €/ha libera contrattazione €/q Erba medica Cavolo normale VENDEMMIA MECCANICA Colza Cicoria, lattuga, carote MIETITREBBIATURA E TREBBIATURA SEMI MINUTI €/piantina 16,50 36,40 Erba cipollina ESSICAZIONE SEMI SRADICAMENTO PIANTE €/q €/q Cipolla giapponese e cipolla ibrida LAVORAZIONI AGROMECCANICHE SU SEMI MINUTI Bietola da seme, erbette, ravanelli e altri semi minuti Cima di rapa, rape, rucola, spinaci Cipolla (minimo 1 quintale) libera contrattazione €/q 30,90 Cetriolo libera contrattazione Cicoria €/q 39,70 Qualora le lavorazioni di cui sopra fossero inferiori a 8 ore verranno aggiunte le spese di traferimento da concordare preventivamente tra le parti Il nuovo portale dell’agricoltura www.agricoltura24.com Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 ) 77