ORGANO UFFICIALE UNIMA
Unione Nazionale Imprese
luglio-agosto 2014
7/8
Conto terzista
di Meccanizzazione Agricola
il
IN AGRICOLTURA
Anno XXIII - N. 5 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. - sped. in A. P. - D.L.353/2003 conv L. 46/2004, art.1 c1; DCB Bologna
SPECIALE
TRATTORI
Mercati europei
verso l’alta potenza
PROVATO
DA VOI
Irroratrice Mazzotti
Ibis 2400 P-Max
SOLLEVATORI
TELESCOPICI
Rischio sorprese
nella formazione
EIMA
INTERNATIONAL
Un nuovo record
all’orizzonte
Conto terzista
LUGLIO/AGOSTO
il sommario di
il
28
IN AGRICOLTURA
40
50
Lo Speciale Trattori di questo numero prende
spunto da un mercato europeo dove cedono le
piccole potenze (sotto i 100 cv) e le macchine
intorno ai 200 cv, mentre resiste il segmento 100-180
cv e volano i trattori di gamma alta.
Questo mese la protagonista del Provato da voi è
una tipologia di macchina insolita per la rubrica. Si
tratta dell’irroratrice Ibis 2400 P-Max di Mazzotti.
Una “piccola” che però ha la tecnologia necessaria
per ben figurare.
Sollevatori telescopici e caricatori frontali
sono al centro della questione della formazione
specifica definita dall’accordo Stato-Regioni del 22
febbraio 2012, non essendo chiaro se prevalgono le
caratteristiche d'uso o l'inquadramento-omologazione.
EDITORIALE
24. Enovitis in campo chiude
55. Vt-Tractor Bridgestone
5. Recuperare competitività
La politica agricola a un bivio
di Silvano Ramadori
eleggendo il miglior trattore
un ingresso in grande stile
di Federico Mercurio
REPORTAGE
26. Nuovo punto vendita Claas
a Vercelli
UNIMA INFORMA
6. Magia o pragmatismo?
di Roberto Guidotti
ATTUALITÀ
12. Aiuti accoppiati, il piano è fatto
di Angelo Frascarelli
16. Macchine, mercato imballato
di Gianni Gnudi
17. Jcb, utile 2013 a quota
313 milioni di sterline
17. Due nuovi stabilimenti cinesi
per Same Deutz-Fahr
56. Poche macchine e sfruttate
di Franco Tesio
al massimo
di Ottavio Repetti
SPECIALE TRATTORI
REPORTAGE DAL CAMPO
28. Più bassi che alti
60. Una strategia aziendale
sul mercato europeo
di Francesco Bartolozzi
in sintonia con la nuova Pac
30. Tre classi di potenza preferite
62. New Holland festeggia
di Roberto Guidotti
i 50 anni di Basildon
36. Mercato difficile
di Gianni Gnudi
i costruttori si adeguano
64. Bkt, dieci anni radiali
di Roberto Guidotti
di Francesco Bartolozzi
PROVATO DA VOI
66. Ercole allontana la diabrotica
40. Irroratrice Mazzotti
di Roberto Bartolini
Ibis 2400 P-Max
INDUSTRIA INFORMA
di Ottavio Repetti
MANIFESTAZIONI
18. Apima Forlì archivia
un anno positivo
di Amleto Rocca
18. Macerata per il riconoscimento
del ruolo del contoterzismo
19. Piacenza, bilancio in ordine
20. Aema, c’è fiducia nella ripresa
quando c'è il gruppo
di Uberto Frondoni
22. Sima 2015 amplia gli orizzonti
di Mariella Caruso
di Roberto Bartolini
NOVITÀ
70. “Incontri ad alta tecnologia”
71. Argo Tractors "digitale"
72. Kramp, non solo ricambi
72. Deutz-Fahr 7250 TTV Agrotron
73. Nuove soluzioni JD Farmsight
73. Avvolgitore Kverneland 7820
74. Due nuove falciatrici da Fella
75. Camilla Pro Maschio Gaspardo
53. Explorer, Same rilancia
TARIFFE
RIVISTO DA VOI
46. Mietitrebbia
New Holland Cx8090
di Rino Bresciani
TECNICA
50. Telescopici a rischio sorprese
di Roberto Guidotti
sulla gamma media
di Gianni Gnudi
76. Forlì-Cesena
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
3
il
Conto terzista
IN AGRICOLTURA
AnnoLV - Numero 7/8 - luglio/agosto 2014
www.agricoltura24.com
shopping su:www.edagricole.it
DIRETTORE DI REDAZIONE: BeatriceToni
REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (capo
redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (capo redattore), Lorenzo Tosi
DIRETTORE RESPONSABILE: Ivo A. Nardella
COMITATO TECNICO: Silvano Ramadori (Presidente Unima),
Massimo Alberghini Maltoni (Vice Presidente Unima), Roberto Guidotti (Area tecnica Unima),
Beatrice Toni
SEGRETERIA DI REDAZIONE:
Tel. +39/051/6575.835 Fax +39/051/6575.856
Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 BOLOGNA - [email protected]
PROGETTO GRAFICO: Anna Macrì
UFFICIO GRAFICO: Emmegi Group srl
PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl
SEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano
DIRETTORE EDAGRICOLE: Eugenio Occhialini
SEDE OPERATIVA: Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna
UFFICIO PUBBLICITÀ: Tel. +39/051/6575.822 - Fax +39/051/6575.853
[email protected]
UFFICIO TRAFFICO: Tel. +39/051/6575.842
[email protected]
STAMPA: Faenza Industrie Grafiche
Via Vittime civili di guerra, 35 - Faenza (RA)
SERVIZIO CLIENTI PERIODICI: [email protected]
Tel. +39/02/3909.0440 - Fax +39/02/3909.0335
Abbonamento annuo cartaceo: Euro 72,00
Abbonamento annuo digitale: Euro 36,00
Estero abbonamento annuo prioritaria: Euro 119,00
MODALITÀ DI PAGAMENTO
Bonifico bancario su IBAN:
IT98G0306909504100000009929
Conto corrente postale: 1017908581
intestati a New Business Media srl
L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile
Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 05/03/2014
(Precedentemente registrata presso il Tribunale di Bologna n. 6111 del 12/06/1992)
ROC “Poste italiane Spa sped. A.P. - DL 353/2003 conv. L. 27/02/2004 n. 46, art.1c.1:DCB Bologna”
ROC n. 24344 dell’1 febbraio 2014 - ISSN 1121 - 8592
Associato a:
Aderente a:
ed è membro italiano di EUROFARM, l’associazione dei più importanti giornali
periodici agricoli europei
Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è
riservata e non può avvenire senza espressa autorizza zione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati
alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per
il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori
contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.
Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e
utilizzati esclusivamente ai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno essere altresì
comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscenza dei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl Via Eritrea 21, 20157
Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi al numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03
EDITORIALE
Silvano Ramadori
Presidente Unima
Recuperare competitività
La politica agricola a un bivio
I
l 6° censimento dell'agricoltura sembra essere stato condotto secondo criteri sorpassati e, per quanto riguarda il
contoterzismo, insufficienti a disegnare un quadro preciso
del fenomeno. Già nel 4° Censimento, in seguito a precise sollecitazioni in tal senso del Prof. Roberto Fanfani, si
gettarono le basi per una prima conoscenza del ruolo delle
imprese agromeccaniche, poi ridimensionato da una discriminante – le giornate di lavoro – non idonea a descrivere
l'esatto valore economico delle prestazioni di servizi, indispensabili per un valido conseguimento delle produzioni.
onsiderando la superficie media delle aziende italiane, il lavoro del terzista potrebbe chiudersi anche nel
volgere di una sola giornata di otto ore, se teniamo conto
della produttività oraria delle moderne macchine agricole
impiegate per conto terzi. I censimenti successivi hanno invece riconosciuto al contoterzismo un ruolo meno
incisivo, tanto da dedicargli un’attenzione assai minore, a
dispetto delle lusinghiere valutazioni di altre prestigiose
istituzioni, dall’Accademia dei Georgofili a Nomisma, per
non parlare di Federunacoma. Chi volesse rendersi conto
di come funziona il nostro sistema agricolo, tuttavia, potrebbe consultare l'annuale rapporto predisposto dall'Inea,
che “dipinge” con una visione obiettiva uno scenario assai
più realistico e, per certi versi, preoccupante. Su oltre 1,6
milioni di soggetti qualificati come “agricoltori”, meno
della metà può definirsi imprenditore, ossia azienda che
opera per il mercato, mentre le aziende agricole di taglio
“professionale”, per usare lo stesso aggettivo dell'Istituto,
pare siano meno di 300.000. Numeri ben diversi da quelli
pubblicati dai media, che tracciano un quadro impietoso,
ma realistico di quella che è la nostra agricoltura. Le scelte
di politica agricola sono state troppo condizionate dai dati
Istat, poco, forse, da quelli ricavati da Inea, con una visione
egualitaria che prevede di destinare le risorse, pur cospicue, al massimo numero possibile di soggetti. Vero è che
la politica agricola comunitaria, nata nel 1992 con riforma
McSharry, aveva il compito di integrare i redditi agricoli,
destinati a crollare dopo l'apertura delle frontiere europee
al mercato globale. Tuttavia, in questi 22 anni gli scenari
sono radicalmente cambiati: abbiamo scoperto con disappunto di non produrre più eccedenze da sostenere, ma di
C
dipendere dai mercati esterni; che anche il mercato globale
soffre di produzioni altalenanti, con periodi di carenza
anche drammatica e successivi momenti di sovrapproduzione; che se esistono gli speculatori sui mercati “chiusi”,
basta allargare il volume delle transazioni e si possono fare
speculazioni anche a livello mondiale: ahimè, su questo
aspetto la politica avrebbe potuto fare di più. Dalla nuova
Pac ci saremmo attesi una visione di lungo periodo, che sapesse cosa voleva e dove voleva arrivare, e ci siamo invece
trovati dinanzi a una riproposizione di modelli sorpassati,
che cercano solo di accontentare tutti e non convergere
verso aziende valide e competitive. Quale sviluppo potrà
portare la nuova Pac? Gli aiuti a pioggia, senza distinzioni
di merito, hanno di certo il vantaggio di non impoverire
direttamente le campagne, obiettivo talvolta condivisibile
da chi vive e lavora al servizio dell'agricoltura, ma che non
guarda al futuro. Questa visione non crea sviluppo: se la
stabilizzazione dei diritti ha il merito di evitare sconvolgimenti, porta con sé, quale sgradevole effetto collaterale,
quello di ingessare il sistema scoraggiando l'evoluzione e
l'innovazione. Fenomeni certamente pieni di incognite, ma,
come accade in ambito genetico con la biodiversità, fondamentali fattori di cambiamento e di sviluppo. Ci sarebbe
voluto, in altre parole, un pizzico di coraggio in più: il coraggio di ammettere che il sistema produttivo sta cambiando, che la funzione dell'agricoltore non è più solo limitata
alla produzione, ma soprattutto alla valorizzazione economica del prodotto; il coraggio di accettare nuove forme di
conduzione, più simili a quelle che interessano altri settori
produttivi, dove conta più il risultato; il coraggio di cambiare la visione tradizionale dell'agricoltura, quale scaturisce
dall'allegato 1 al Trattato di Roma, vecchio di quasi sessant'anni. Sta ora alle politiche agricole regionali trovare la
forma per rendere compatibile questo modello di agricoltura con le esigenze del momento, secondo le sollecitazioni
trasmesse da Unima a tutte le regioni italiane. Le imprese
agromeccaniche, comunque vada, continueranno a operare al servizio dell'agricoltore, ma non potranno esimersi
dal sostenere e promuovere uno sviluppo che, per quanto
frenato da una politica forse troppo “popolare”, è destinato
a modificare sensibilmente l'intero sistema produttivo.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014)
5
UNIMA INFORMA
MAGIA O PRAGMATISMO?
Le disposizioni del Dl n. 91 del 24 giugno meritavano un provvedimento
definitivo e non una procedura d’urgenza “anti-emendamenti”
di Roberto Guidotti
Q
ualche commentatore, con una
punta di cattiveria, ha scritto che
gli ultimi due governi hanno promesso riforme di ogni genere a cui non è
seguita quella rivoluzione che molti
si attendevano: ma se un autotreno
ha maggiori difficoltà di manovra di
un’utilitaria, figuriamoci quanto possa
essere lenta la macchina dello Stato.
In verità, ogni possibilità di cambiamento è frenata dalla mancanza di
denaro: già da qualche mese si assiste
a strani ritardi nei pagamenti degli stipendi di qualche branca della pubblica
amministrazione, segnali certamente
preoccupanti. Senza soldi l’orbo non
canta, recita la saggezza popolare: ogni
provvedimento che vada a incidere sul
bilancio dello Stato è fortemente frenato dalla difficoltà di spostare le risorse
da un capitolo all’altro, senza rischiare
di fermare qualche servizio essenziale.
La crisi economica ha ridotto gli utili
delle imprese, e con questi il gettito
delle imposte, compensato solo in
minima parte dall’aggravamento del
carico fiscale, che ha superato ogni
ragionevole limite, ovviamente per
chi le tasse le paga davvero. Ciò che
infastidisce, tuttavia, è la disparità di
trattamento fra le diverse categorie di
imprenditori: c’è chi viene tassato sugli
utili reali, senza neppure poter andare
in perdita a pena di immediato accertamento, e chi con criteri a forfait che
incidono da tre a dieci volte di meno.
E poi c’è l’evasione, il vero grande
mostro che crea l’ingiustizia fiscale,
alimentata e incoraggiata proprio da
comportamenti anomali di chi dovrebbe combatterla. Dato che è scomodo
dare la caccia agli evasori, è molto più
facile fare le pulci a chi paga, per due
motivi: primo, ci sono norme fatte
apposta per creare il caso; secondo,
chi paga le tasse spesso paga anche le
multe.
Le entrate della PA
Fra gli ostacoli ai cambiamenti non
deve essere dimenticato quello sui
tempi di ritorno dei provvedimenti
legislativi che, salvo per gli interventi
“a gamba tesa” su Iva e carburanti,
NUOVA SEDE PER APIMA FOGGIA
Nel quadro di un generale potenziamento dell'attività di Unima
nel Mezzogiorno, grazie alla fattiva
collaborazione di un gruppo di
imprenditori agromeccanici foggiani, è stata finalmente trovata una
nuova sede per Apima Foggia, che
consentirà di potenziare i servizi ai
soci presenti sul territorio di una
delle province più attive nel settore
agricolo.
La nuova sede, già attiva a Torremaggiore (Fg), in collaborazione
con lo Studio Associato GiordanoBerardo, potrà contare sia sulle fonti informative e di assistenza fornite
da Unima, sia sulle sinergie con lo
6
Studio, che ha messo a disposizione
delle imprese associate le proprie
qualificate capacità professionali,
che spaziano dall'assistenza amministrativa e fiscale a quella tecnica,
legata all'operatività delle imprese
agromeccaniche.
«Un'iniziativa necessaria – ha
commentato il presidente di Apima
Foggia, Matteo Tamburrelli – che
permetterà alle numerose imprese
associate e a quelle che contiamo
di associare di avere un punto di
riferimento sicuro e competente
per affrontare le grandi sfide che ci
prospetta l'evoluzione del sistema
produttivo agricolo».
R.G.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
non sono mai inferiori a un anno. Le
entrate della pubblica amministrazione
derivanti da una nuova disposizione
possono essere paragonate a un grande
fiume, che si riempie a mano a mano
che i suoi affluenti lo alimentano;
viceversa, la spesa pubblica è come un
fiume rovesciato, che si divide in mille
rivoli. Più il fiume è lungo (e quello del
nostro esempio è lunghissimo), più si
dilatano i tempi, nell’uno e nell’altro
verso. Per ovvi motivi di controllo sulle
entrate e sulle uscite, bisogna poi ragionare su base annua e quindi gli effetti
di una nuova norma non si vedono
prima dell’anno successivo.
Infine, la resistenza a cambiare le cose
deriva dalla stessa amministrazione,
sia a livello centrale che periferico, in
misura direttamente proporzionale ai
privilegi: dalla riduzione dei compensi
a dirigenti, fino allo scaricabarile sulla
divisione dei compiti, nessuno vuole
fare il primo passo.
Senza voler trovare troppe giustificazioni al governo centrale, dobbiamo
aggiungere che l’agognato federalismo
fiscale si è risolto in una delega troppo
ampia alle amministrazioni locali, che
si sono inventate tutto e il contrario di
tutto.
Come ha dimostrato l’inquietante
vicenda della Tasi, se lo Stato non
stabilisce criteri precisi e univoci non
se ne viene fuori: ottomila comuni
con 10-20 diversi parametri di calcolo
a testa sarebbero una sfida impossibile anche per la Nasa, che pure ci ha
portato sulla Luna. Le tante promesse
di semplificazione, di razionalizzazione
e di uguaglianza sociale si arenano su
questi ostacoli, per il cui superamento
non basterebbe nemmeno una radicale
modifica dell’ordinamento giuridico, dalla carta costituzionale in poi.
Pensiamo per esempio all’iniziativa
“Campolibero” promossa dal Ministro
Martina per dare una mano al sistema
agricolo: fra tagli, rettifiche, veti e resi-
Per ulteriori informazioni rivolgetevi
alla vostra Associazione Territoriale o all’Unima
tel. 06.8549595 - [email protected]
stenze di ogni genere, il provvedimento
finirà per essere privato dei suoi contenuti più innovativi, con un’incidenza
limitata sui costi di produzione.
I punti fondamentali
del decreto
Su queste premesse diventa davvero
difficile emanare leggi che possano
realmente stimolare l’economia: gli
incentivi all’occupazione sembrano
preoccuparsi più di creare gettito che
posti di lavoro, mentre quelli fiscali,
partiti con le migliori speranze, sono
stati frenati nei loro effetti. Le disposizioni contenute nel decreto legge n. 91
del 24 giugno, più che mai necessarie
per riformare il sistema, meritavano
un provvedimento definitivo – a ben
4 mesi dall’insediamento del governo
Renzi – e non una procedura d’urgenza
nata più per bloccare gli emendamenti,
destinati a modificarne il dettato in
sede di conversione. In mancanza di
strumenti previsionali efficaci, e lasciando la sfera di cristallo ai ciarlatani,
riteniamo comunque opportuno esaminarne i punti fondamentali, rimandando a un prossimo numero l’analisi e la
spiegazione delle singole disposizioni.
Se saranno possibili modifiche operative, non sembrano tuttavia esserci dubbi
sull’istituzione del registro unico dei
controlli ispettivi alle imprese agricole,
che si fonda su un quadro giuridico
comunitario, nazionale e regionale già
ampiamente consolidato.
Il registro nasce dalla necessità di
evitare che un’azienda agricola possa
essere controllata da enti diversi, in uno
stillicidio di verifiche che, in taluni casi,
comportano un dispendio di tempo
non compatibile con l’esercizio dell’attività.
Resta il dubbio se le verifiche si limiteranno alla singola esigenza dell’Ente
che la promuove, o comporteranno
l’accesso di una squadra di personaggi
di amministrazioni diverse, che metteranno “in croce” il malcapitato per un
mese.
TITOLOALL’ASSEMBLEA ANNUALE CEETTAR
UNIMA
I rappresentanti delle imprese agromeccaniche di tutta
Testo
Europa si sono incontrati lunedì 24 giugno a Bruxelles
per l'assemblea annuale della Ceettar, la confederazione
europea delle imprese di meccanizzazione agricola e
del territorio rurale. In rappresentanza dell'Italia hanno
partecipato il presidente Silvano Ramadori e il vicepresidente Massimo Alberghini Maltoni.
L'incontro, che ha visto la partecipazione dei delegati di tutti i Paesi membri della Confederazione, si è
articolato nella fase statutaria, che ha visto la relazione
annuale del presidente Gerard Napias, proseguita con
l'approvazione del rendiconto 2013 e del preventivo di
spesa per il 2014, oltre che nella consueta sessione di
discussione delle principali problematiche del contoterzismo europeo. Da questa sono scaturiti gli spunti più
interessanti, che vedono la Confederazione impegnata
per uniformare i comportamenti nei Paesi membri
Da sinistra, Johan Van Bosch (tesoriere), Gerard Napias
(Presidente Ceettar), Klaus Pentzlin (Vice Presidente), Silvano
Ramadori (Consigliere), Jan Maris (Segretario Generale)
e Eric Dresin (Direttore).
Un momento dell'assemblea.
riguardo all'applicazione delle direttive europee. Un
caso tipico, illustrato dal rappresentante del Cema
(l'organizzazione europea dei costruttori di macchine
agricole), riguarda la libera circolazione dei mezzi agricoli, di fatto fortemente limitata dalle norme nazionali,
estremamente variegate riguardo a dimensioni, pesi,
velocità e obblighi amministrativi. Fra l'altro queste
disarmonie contrastano apertamente con le direttive
europee (nel caso specifico la 2003/37 modificata dalla
2013/167) che ha aperto la porta all'omologazione delle
trattrici veloci (categoria T5), la cui circolazione viene
di fatto resa impossibile dal nostro codice della strada,
che impedisce di immatricolare macchine agricole con
velocità superiore a 40 km/h. Su questo e su altri temi
di particolare importanza per l'operatività delle imprese
agromeccaniche si giocherà la futura attività politica
della Ceettar, volta a fare sì che l'Europa sia e possa
R.G.
sentirsi veramente unita.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
7
UNIMA INFORMA
ENOVITIS 2014, AGROMECCANICI E PAN
L'applicazione, già da quest'anno, del nuovo Piano
d'azione nazionale sull'uso sostenibile degli agrofarmaci è stata discussa in due diversi incontri, organizzati da
Unima attraverso la Federazione veneta, in occasione
dell'edizione 2014 di Enovitis, la principale fiera in
campo delle attrezzature e delle tecnologie per la filiera
vitivinicola. La manifestazione tenutasi a Roncade (Tv)
si colloca in un territorio particolarmente vocato alla
viticoltura e che vede una presenza forte ed incisiva
delle imprese di meccanizzazione agricola, sia nelle fasi
di impianto del vigneto, sia nell'esecuzione delle varie
cure colturali, fino alla raccolta con vendemmiatrici di
ultima generazione. Da segnalare in particolare la difesa fitosanitaria, che si avvale di macchine scavallatrici
plurifilare capaci di assicurare un servizio di altissima
qualità, con una tempestività di intervento paragonabile alla meccanizzazione aziendale. Ma con un valore
in più: i contoterzisti si sono specializzati nell'impiego
delle macchine a recupero totale della miscela, in grado
di assicurare una copertura completa della vegetazione riducendo gli sprechi di prodotto, con un'offerta
di servizi che riesce a garantire al viticoltore la piena
sostenibilità ambientale ed una reale competitività
economica. Il workshop del 19 giugno si è incentrato
sulla relazione di Roberto Limongelli di Enama, che
ha approfondito le principali problematiche operative
legate ai controlli sulle irroratrici, soffermandosi in
particolare sul ruolo dell'Ente come supporto tecnico
del Ministero, in vista della possibile non conformità di numerose macchine, per la cui sostituzione si
dovranno attivare specifiche misure finanziarie; in tal
caso, ha sottolineato Limongelli, si dovranno favorire
le macchine di maggiore livello tecnologico, che garantiscono un effettivo miglioramento delle prestazioni in
termini di sicurezza per l'operatore e per l'ambiente.
Inoltre, Enama è già il punto di riferimento per la
Gli interventi di Limongelli (a sinistra) e di Baldoin.
8
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Lo stand di Unima a Enovitis in campo.
formazione e l'aggiornamento dei tecnici che dovranno
verificare, entro il 26 novembre 2016, ben 600.000
macchine, fra irroratrici e atomizzatori, con prevedibili difficoltà nel controllo degli esemplari più vecchi
e primitivi. Nell'incontro del 20 giugno, Cristiano
Baldoin, dell'Università di Padova, ha introdotto l'argomento partendo dalle basi normative delineate dalla
Direttiva 128/2009, spiegando poi i punti chiave del
Piano d'azione sugli agrofarmaci, con specifico riguardo ai nuovi obblighi per i contoterzisti. Il relatore ha
poi spiegato le modalità di realizzazione delle verifiche
secondo il modello già messo a punto dalla Regione
per il contesto agricolo veneto, che si caratterizza sia
per una certa polverizzazione aziendale, sia per l'estrema variabilità delle colture praticate e delle relative
R.G.
esigenze di meccanizzazione.
Per ulteriori informazioni rivolgetevi
alla vostra Associazione Territoriale o all’Unima
tel. 06.8549595 - [email protected]
UNIMA E TOPCON PER L'AGRICOLTURA DI PRECISIONE
Nel nuovissimo polo tecnologico aperto a Concordia
to gratuito alla rete Rtk per due anni, con un valore agsulla Secchia (Mo), in un territorio che ha saputo recupe- giunto, per chi si avvale di tale servizio, di ben 800 euro.
rare a tempo di record quanto aveva perduto con il sisma Lo stesso relatore, richiamandosi ai dati pubblicati da
di due anni fa, Unima e Topcon si sono incontrate per
Unima sui propri organi di stampa, ha sottolineato i vanavviare un innovativo programma di collaborazione.
taggi economici immediati derivanti dai sistemi di guida
Dopo una breve presentazione dell'azienda nipponica,
satellitare, che consentono di ammortizzare rapidamente
fondata oltre 80 anni fa e da oltre 50 facente parte del
il costo delle apparecchiature necessarie, sia per effetto
gruppo Toshiba, con stabilimenti e centri di ricerca sparsi dei minori tempi di esecuzione (e relativi consumi), sia
in tutto il mondo, Roberto Botti ha spiegato le origini
in termini di risparmio sui mezzi tecnici distribuiti.
del polo di Concordia, nato dall'acquisizione di un'aGuido Fastellini di Topcon ha inoltre ricordato come in
zienda locale (nota per avere inventato il primo cruscotto Umbria sia stato realizzato un intervento, finanziato dal
digitale per le Formula 1 e, più tardi, per il Telepass, oggi programma regionale di sviluppo rurale, che ha inteuniversalmente diffusi). Il polo, divenuto un importanressato un gruppo di aziende agricole e di contoterzisti,
te centro di ricerca (fa parte della Rete Alta Tecnologia
che hanno così potuto beneficiare in forma indiretta dei
dell'Emilia Romagna), collabora con prestigiosi istituti
contributi grazie a uno specifico contratto. Renato Rossi
universitari italiani ed esteri ed ha il suo punto di forza
ha concluso le comunicazioni sull'integrazione fra Topcon
in una struttura fissa, unica al mondo, impiegata per la
ed i costruttori di macchine agricole italiani ed esteri,
taratura dei sistemi di navigazione satellitare.
illustrando le principali applicazioni, dalla guida assistita
Cristiano Volz di Topcon ha illustrato i principali sistemi e automatica al controllo delle funzioni della macchina
di navigazione satellitare, sottolineando in particolare
agricola, fino alla distribuzione di mezzi tecnici a dose vache la società è l'unica
riabile, in funzione dello
in grado di operare
stato della coltura e del
sulla rete Gps (Usa) sia
programma di gestione
su quella Glonass (di
adottato. L'incontro si è
proprietà russa), oltre
chiuso con un dibattito,
a garantire la completa
al quale hanno partecopertura del territorio
cipato imprenditori
nazionale con una rete
e tecnici Unima, nel
di trasmettitori a terra,
corso del quale è emersa
in grado di raggiungere
la necessità di accomuna precisione centimepagnare il cliente con
trica. A tal fine è stata
uno specifico intervento
stipulata un'apposita
formativo, per favorire
convenzione che assicul'introduzione nelle
ra alle imprese agroimprese agromeccaniche
L’incontro si è svolto presso la sede della Topcon
meccaniche aderenti a
delle nuove tecnologie.
a Concordia sulla Secchia.
Unima un abbonamen R.G.
Un’altra disposizione destinata a far
discutere riguarda gli incentivi per
l’assunzione di giovani con carattere
permanente, destinata sia agli operai
a tempo indeterminato (fissi) sia a
quelli contratto stagionale, con durata
stabilita, però, per almeno tre annate. In tal caso la durata di ciascun
periodo di assunzione deve essere di
almeno 102 giornate, e deve riguardare giovani di età compresa fra 18 e
35 anni; le assunzioni devono portare
a un saldo positivo delle ore lavorate
rispetto all’anno precedente. La norma
prevede sgravi contributivi davvero
interessanti: un terzo della retribuzione imponibile è posta a carico dello
Stato, e può essere incassata tramite
credito contributivo, per un numero massimo di 6 mensilità all’anno.
Questo sulla carta, perché il budget di
spesa è talmente ridotto (5,5 milioni
per il 2015, 12 milioni per il 2016,
9 per il 2017 e solo 4,5 milioni per il
2018) da far pensare che saranno ben
poche, di fatto, le aziende agricole che
potranno realmente beneficiare del
provvedimento. Un aiuto indiretto
all’ulteriore incremento dei canoni di
affitto (di cui non sentivamo alcun
bisogno) deriva dalla possibilità, per
gli affittuari con meno di 35 anni, di
detrarre fino a 80 euro dalle imposte
sui redditi per ogni ettaro di terreno
condotto in affitto.
Credito d’imposta
Decisamente più interessante, e utile
per le imprese agromeccaniche, appare
la concessione di un credito di imposta
– pari al 15% – dell’incremento negli
investimenti rispetto alla media degli
ultimi 5 anni, per l’acquisto di macchinari compresi nella divisione 28 della
tabella Ateco. Il riferimento, previsto
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
9
UNIMA INFORMA
da non dimenticare...
20 AGOSTO
termine ultimo, grazie alle proroghe, per il pagamento delle imposte risultanti dalla
dichiarazione dei redditi prodotti nell'anno 2013, con la maggiorazione dello 0,4%, per le ditte
individuali e per quelle soggette agli studi di settore; solita scadenza, anch'essa prorogata al
primo giorno utile dopo la settimana di ferragosto, per i versamenti mensili:
•
•
•
ritenute d'acconto sui compensi corrisposti nel
mese di luglio ai liberi professionisti;
ritenute alla fonte (Irpef) relative alle
retribuzioni effettivamente corrisposte nel mese
di luglio ai lavoratori dipendenti;
Iva risultante dalla liquidazione relativa al mese
di luglio per i contribuenti mensili;
•
•
Iva risultante dalla liquidazione relativa al
secondo trimestre, per i contribuenti con
liquidazione dell'imposta a cadenza trimestrale;
contributi previdenziali dovuti per i lavoratori
dipendenti, da calcolarsi sulle retribuzioni
relative al mese di luglio.
16 SETTEMBRE
scadenza unica per diversi pagamenti:
•
•
ritenute d'acconto sui compensi corrisposti nel
mese di agosto ai liberi professionisti;
ritenute alla fonte (Irpef) relative alle
retribuzioni effettivamente corrisposte nel mese
di agosto ai lavoratori dipendenti;
già alcuni anni fa nella legge “Tremonti
ter”, comprende sia le macchine e le
attrezzature agricole, inclusi i trattori,
sia le macchine movimento terra, ed
esclude i soli mezzi di trasporto. L’acquisto di macchinari deve comportare
un incremento patrimoniale positivo,
come detto, rispetto alla media degli
investimenti analoghi effettuati nei 5
esercizi precedenti: su questo incremento si applica un credito d’imposta del
15%.
L’incidenza della norma, in termini
di risparmio fiscale, è sostanzialmente
analoga a quella della “Tremonti ter”:
in tal caso infatti si aveva una diminuzione del reddito imponibile del
50% che, considerando una tassazione
media del 30%, portava ad un risparmio fiscale simile all’attuale credito
d’imposta. Il credito d’imposta può
essere usufruito in tre rate annuali, per
l’anno in cui viene maturato e per i
due successivi; parimenti, il vincolo a
mantenere in funzione il bene acquistato dura fino al secondo anno d’imposta
successivo a quello in cui è stato fatto
l’investimento. In realtà il divieto non
10
•
•
Iva risultante dalla liquidazione relativa al mese
di agosto, per i contribuenti mensili;
contributi previdenziali dovuti per i lavoratori
dipendenti, da calcolarsi sulle retribuzioni
relative al mese di agosto.
riguarda solo la cessione a terzi, ma
anche la semplice destinazione del
bene a finalità “estranee all’esercizio
dell’impresa”, lasciando intendere che il
credito possa essere revocato anche nel
caso in cui l’acquisto riguardi beni di
dubbia pertinenza aziendale
Più complessa, e quindi meritevole di
ulteriori approfondimenti, sembra essere la norma che prevede una semplificazione delle procedure per la concessione di linee di credito, con alcune
agevolazioni di tipo fiscale finalizzate
a ridurre costo degli interessi applicati
dalle banche in aggiunta al tasso di
riferimento europeo (Euribor). Essendo
questo ormai prossimo allo zero, i tassi
di interesse applicati dagli istituti di
credito appaiono infatti ingiustificati e
rappresentano il principale freno allo
sviluppo, creando differenze significative fra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione
europea.
Un passo indietro, invece, deriva dalla
rimodulazione – da 20 a 24 anni –
della durata della tariffa incentivante
per gli impianti fotovoltaici, anche
se su questo argomento sono già stati
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
predisposti diversi emendamenti. A
fronte di queste limitazioni sono state
previste semplificazioni di carattere
amministrativo per chi realizza interventi di efficienza energetica e piccoli
impianti di produzione energetica da
fonti rinnovabili.
Più significativa appare la modifica
apportata all’articolo 120 del decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385,
sugli istituti di credito, volta a contrastare il fenomeno dell’anatocismo, che
aveva portato ad un abnorme incremento degli interessi pagati da imprese
e privati, a causa dell’applicazione di
interessi sugli interessi già maturati.
Benché non sia facile prevederne gli
effetti pratici, si ritiene che una migliore regolamentazione della materia
sia divenuta indispensabile, anche per
ridurre le dimensioni di un contenzioso
che sta assumendo dimensioni preoccupanti, anche in relazione al fatto che
alcune banche, già in gravi difficoltà
economiche, potrebbero non essere in
grado di restituire le somme indebitamente percepite, vanificando così le
rispettive azioni in sede civile.
ATTUALITÀ
AIUTI ACCOPPIATI, IL PIANO È FATTO
La Stato Regioni ha deciso, con il voto contrario del Veneto. Tra un mese il decreto
di Angelo Frascarelli
L
a Conferenza StatoRegioni del 12 giugno 2014
ha espresso parere favorevole sul documento riguardante gli aiuti accoppiati 20152020, con il voto contrario del
Veneto. Quindi non è stata raggiunta l’unanimità, poiché
il Veneto rivendicava un ulteriore stanziamento per la zootecnia (vitelli macellati prima di 12 mesi), ma non è stato
assecondato. Tuttavia, ormai il dibattito sulle scelte nazionali della Pac si può considerare definitivamente concluso.
Anche in assenza di unanimità, il decreto legislativo 281/97
che regola le funzioni della Conferenza StatoRegioni,
prevede trenta giorni di tempo dopodiché il Governo potrà
procedere all’emanazione del decreto definitivo.
Sulle scelte nazionali della Pac abbiamo già scritto (vedi
Terra e Vita n. 23/2014); in questo articolo entriamo in
alcuni dettagli del nuovo regime di pagamenti
accoppiati 20152020 (art. 52, Reg. 1307/2013).
Risorse: 11% del plafond
Il documento sull’attuazione della nuova Pac in Italia prevede un importo del sostegno accoppiato di 426,8 milioni di
euro, pari all’11% del plafond nazionale.
Il dibattito sugli aiuti accoppiati è stato il più contrastato di
tutta la nuova Pac, sia sulla percentuale di accoppiamento
che sui settori. In merito alla percentuale, si sono scontrate
due posizioni: i favorevoli all’accoppiamento (che volevano
il 15%) e i fautori del disaccoppiamento (che volevano
l’8%). Alla fine, il Ministro e gli Assessori hanno trovato
un compromesso sull’11%. Lo scontro ancora più acceso
è avvenuto sui settori, che alla fine ha visto il mancato raggiungimento dell’unanimità a causa del voto contrario del
Veneto. Il documento finale prevede un sostegno accoppiaTAB. 2 - PIANO ZOOTECNIA
Misure
1. Zootecnia bovina
da latte
2. Zootecnia bovina
da carne
3. Zootecnia ovicaprina
4. Settore bufalino
Sotto-misure
Importo unitario
(euro/capo)
1.1. Vitelli nati da vacche
da latte
56
1.2. Vitelli nati vacche da
latte in zona montagna
40
2.1. Vacche nutrici
202
2.2 Capi bovini macellati
12-24 mesi
46
3.1. Ovini
12
3.2. Agnello IGP
10
Bufalini
25
Totale
Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali).
12
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
TAB. 1 – ITALIA: IL SOSTEGNO ACCOPPIATO 2014-2020
Macrosettori
Plafond (milioni di euro)
%
Piano zootecnica
210,5
49,30%
Piano seminativi
146,3
34,30%
70
16,40%
426,8
100%
Piano colture permanenti
Totale
Percentuale plafond nazionale
11%
Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali).
to, suddiviso in tre piani o macrosettori (piano zootecnia,
piano seminativi e piano colture permanenti) e in 16misure
di sostegno (tabb. 1-2-3-4). La maggiore rilevanza è stata
attribuita alla zootecnia con 210,5 milioni di euro, pari al
49,3% delle risorse del sostegno accoppiato (tab. 1), distribuiti tra i seguenti settori: vacche da latte, vacche nutrici,
bovini macellati, ovicaprini, bufalini. Nonostante la buona
dotazione di risorse, il mondo zootecnico si è comunque
dichiarato insoddisfatto, poiché mirava a un sostegno di
400 milioni di euro.
Il piano seminativi assorbe 146,3 milioni di euro (34,3%),
distribuiti tra i seguenti settori: soia, proteaginose, proteiche, frumento duro, riso, barbabietola
e pomodoro da industria. Il piano colture permanenti
assorbe 70 milioni di euro (16,4%), totalmente destinato
all’olivicoltura.
Bovini da latte
Il premio è concesso alle vacche da latte che hanno partorito e che abbiano prodotto latte per almeno una resa
minima da definire a livello
territoriale. Gli allevatori
dovranno provvedere alla
Plafond
%
registrazione del vitello nato
(milioni di euro)
entro i termini previsti dalla
74,6
17,5
regolamentazione comunitaria e nazionale.
L’importo di base stimato è
10
2,3
56 euro/capo (tab. 2).
40,5
9,5
A questo premio si aggiunge una misura aggiuntiva
66,4
15,6
per la zootecnia da latte in
“zone di montagna”, con
9,5
2,2
un importo stimato di 40
5,5
1,3
euro/capo. Pertanto una
vacche da latte in “zone di
4
0,9
montagna” percepirà circa
210,5
49,3
96 euro/capo. Nella fase di
revisione di metà periodo,
ATTUALITÀ
tenuto conto del mutato
scenario legato alla fine del
regime delle quote latte
e degli obiettivi selettivi
raggiunti, si valuterà la
possibilità di attivare una
misura specifica che incentivi l’utilizzo di seme sessato
anche a sostegno di incroci
con riproduttori da carne.
Vacche nutrici
TAB. 3 - PIANO SEMINATIVI
Misure
1. Piano proteico
Plafond
Sotto-misure
Importo unitario
(Euro/ha)
(Milioni di euro)
1.1. Soia (nord Italia)
97
10
2,3
1.2. Proteaginose e
frumento duro (centro
Italia)
-
30
7
1.3. Proteiche e
frumento duro (sud Italia)
-
55,4
13
Riso
120
22,6
5,3
2. Riso
%
3. Barbabietola
Barbabietola
325
17,1
4
Il premio è concesso alle
vacche nutrici iscritte ai
4. Pomodoro da
Pomodoro da industria
160
11,2
2,6
Libri genealogici e ai Reindustria
gistri anagrafici che hanno
Totale piano seminativi
146,3
34,3
partorito e i cui vitelli sono
Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali).
registrati entro i termini
previsti dalla regolamentazione nazionale e comunitaria.
- 15% delle agnelle della mandria, per gli allevamenti ove
L’importo di base stimato è di 202 euro/capo (tab. 2).
l’obiettivo risulta non adeguato agli standard europei;
- 7% delle agnelle, per gli allevamenti prossimi al raggiungiUn importo aggiuntivo, non superiore al 20% del premio
mento degli standard stabiliti.
di base, può essere concesso con l’obiettivo di attuare appositi piani selettivi o di gestione della razza. Per il biennio
20152016, tale importo è finalizzato all’adesione al piano di Agnello igp
risanamento dal virus responsabile della Rinotracheite Infet- Il premio è concesso agli allevatori che certificano capi
ovicaprini idonei alla macellazione come Igp. L’importo
tiva del Bovino (IBR) per le razze Chianina, Marchigiana,
Maremmana, Romagnola e Podolica anche al fine di gestire stimato è di 10 euro/ capo (tab. 2).
correttamente la biodiversità di tali razze.
Bufalini
Bovini macellati
Il premio è concesso ai bovini di età compresa tra i 12 e
i 24 mesi al momento della macellazione, allevati presso
le aziende dei richiedenti per un periodo non inferiore a 6
mesi prima della macellazione. L’importo di base stimato è
di 46 euro/capo (tab. 2).
Sono previsti importi aggiuntivi:
- del 30% per i capi allevati per almeno 12 mesi nelle
aziende dei richiedenti o aderenti a Sistema di qualità
nazionale o regionale o a sistemi di etichettatura facoltativi
riconosciuti;
- del 50% per capi certificati come Igp.
Ovini
Il premio è assegnato al singolo capo (agnella da riproduzione dell’anno in corso), previa dimostrazione da parte
dell’allevatore della corretta identificazione anagrafica dei
suddetti capi e dell’adesione ai piani regionali di selezione
per la resistenza alla scrapie che prevedano l’esclusione dalla
riproduzione degli arieti omozigoti sensibili. L’allevatore
mantiene nel gregge arieti resistenti ARR/ARQ con densità
minima di un ariete ogni cento femmine. Si propongono
due fasce di contributo sulla base dello stato di avanzamento del piano di controllo della scrapie; fermo restando
il valore del contributo pari a 12,00 euro/capo (tab. 2), si
prevedono due obiettivi di rimonta:
Il premio è concesso alle bufale di età superiore ai 30 mesi
che hanno partorito. L’importo stimato è di 25 euro/ capo
(tab. 2). Per l’ottenimento del premio, l’allevatore deve partecipare al finanziamento con un versamento pari al 1/3 del
contributo annuo ricevuto, di un fondo di mutualizzazione,
per il pagamento di compensazioni finanziarie agli agricoltori in caso di perdite economiche causate dall’insorgenza di
focolai di epizoozie o fitopatie o da infestazioni parassitarie
o dal verificarsi di un’emergenza ambientale o a seguito di
un drastico calo del reddito.
Soia
Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano fino
al 10%della propria superficie a seminativi alla produzione
di soia, con una franchigia su un numero
massimo di ettari a seminativo pari a 510 ettari per azienda.
L’area di intervento interessa le regioni del Nord Italia:
Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna, Piemonte e FriuliVenezia Giulia. L’importo stimato è di 97 euro/ha (tab. 3).
Oleoproteaginose e frumento duro
Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano una
percentuale della propria superficie a seminativi a:
- girasole;
- colza;
- leguminose da granella (lenticchie, cece, veccia);
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
13
ATTUALITÀ
- erbai di sole leguminose;
- frumento duro.
L’area di intervento interessa le Regioni del Centro Italia:
Toscana, Umbria, Marche, Lazio. L’importo non è stato
stimato, ma dovrebbe attestarsi sui 90 €/ha (tab. 3).
Le Regioni si impegnano ad attivare appropriate misure a
supporto della produzione di frumento duro di qualità per
valorizzare la produzione agricola in un’ottica di filiera.
Colture proteiche e frumento duro
Il premio è concesso alle aziende agricole che destinano
una percentuale della propria superficie a seminativi (con
eccezione del riso) alla produzione di colture proteiche. Le
colture ammissibili sono:
- proteiche da granella (pisello proteico, fave, favino, lupino
dolce);
- erbai di sole leguminose;
- frumento duro.
L’area di intervento interessa le regioni: Abruzzo, Molise,
Puglia, Calabria, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
L’importo non è stato stimato, ma dovrebbe attestarsi sui 60
€/ha (tab. 3).
Le Regioni si impegnano ad attivare appropriate misure a
supporto della produzione di frumento duro di qualità per
valorizzare la produzione agricola in un’ottica di filiera.
Riso
Il premio è concesso alle superfici coltivate a riso. L’importo stimato è di 120 €/ha (tab. 3). Laddove la produzione
risulti significativa, le Regioni si impegnano ad attivare
una misura a cui i produttori possano partecipare per favorire l’adesione al sistema di qualità nazionale produzione
integrata, con l’obiettivo di valorizzare la coltivazione del
riso quale elemento caratteristico del paesaggio, dell’ambiente, della cultura, dell’economia e del territorio.
Barbabietola da zucchero
Il premio è concesso alle superfici coltivate a barbabietola da
zucchero. L’importo unitario stimato è di 325 €/ha (tab. 3).
Il settore potrà essere oggetto di specifiche azioni di supporto nell’ambito della politica regolativa nazionale e regionale.
Particolare attenzione potrà essere dedicata all’incremenTAB. 4 - PIANO COLTURE PERMANENTI
Misure
1. Olivo
Sotto-misure
Importo unitario
(Euro/ha)
1.1. Premio base olivo (Liguria,
Puglia e Calabria)
78
1.2. Premio aggiuntivo olivo (Puglia
e Calabria)
70
1.3. Olivicoltura con rilevante
importanza economica territoriale
ed ambientale
130
Totale piano olivicoltura
Fonte: Documento Mipaaf “La nuova PAC: le scelte nazionali).
14
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Uno “Spezzatino”
Il dibattito sull’aiuto accoppiato è stato molto acceso. La
decisione finale è stata il frutto di una mediazione al
ribasso, che ha generato un sostegno accoppiato con poche
decine di euro/ettaro o capo.
I vantaggi per lo sviluppo agricolo saranno limitatissimi, ad eccezione di alcuni comparti zootecnici. Bisogna
ricordare che le scelte sull’accoppiato dovevano tener conto
dell’importante decisione dell’adozione della “regione unica”, di conseguenza non era facile trovare un equilibrio tra
esigenze politiche territoriali e settoriali.
Il disagio per una scelta al ribasso ha fatto emergere la
decisione di una revisione di medio termine nel 2016, allo
scopo di introdurre modifiche per il periodo 2017-2020. to della competitività della filiera nel suo complesso e al
riconoscimento della valenza ambientale della coltura nelle
rotazioni.
Pomodoro da industria
Il premio è concesso alle superfici coltivate a pomodoro da
industria. L’importo unitario stimato è di 160 euro/ha (tab.
3). Laddove la produzione risulti significativa, le Regioni si impegnano ad attivare, anche nell’ambito dei piani
operativi delle Op, una misura, a cui i produttori possano
partecipare per favorire l’adesione al sistema di qualità nazionale produzione integrata, con l’obiettivo di valorizzare
la produzione agricola locale in un contesto di filiera o di
distretto.
Olivo
L’olivicoltura acquisisce un sostegno di 70 milioni di euro,
distribuito in tre misure (tab. 4):
- premio base nelle regioni in cui la superficie olivicola
rappresenta almeno il 25% della Sau regionale (Liguria,
Puglia e Calabria), in quanto l’olivicoltura costituisce
parte rilevante dell’economia agricola regionale, con un
importo stimato di 78 €/ha;
- premio aggiuntivo per le superfici olivicole nelle regioni Obiettivo Convergenza ove è soddisfatto il criterio
“superficie olivo/SA regionale” superiore al 25%, caratterizzate da pendenza media
superiore al 7,5% (Puglia e
Calabria), con un importo
Plafond
%
stimato di 70 €/ha;
(Milioni di euro)
- premio aggiuntivo per
43,8
10,3
l’olivicoltura con rilevante
importanza economica territoriale e di qualità, con un
13,2
3,1
importo stimato di 130 €/ha.
Da notare che l’aiuto all’oli13
3
vicoltura sarà esclusivamente basato sulla superficie e
70
16,4
non sulla produzione di olio
di oliva.
ATTUALITÀ
MACCHINE, MERCATO IMBALLATO
Goldoni: «Dai Psr può arrivare una scossa positiva». Revisione ancora in altomare.
Positivo l’export
di Gianni Gnudi
N
on cambia ancora il ritornello della meccanizzazione agricola italiana: bene l’estero, fermo il mercato
interno. È questa la sintesi emersa dall’assemblea generale di FederUnacoma (l’associazione dei costruttori di
macchine agricole) dalla quale sono usciti numeri di un
certo peso. La produzione di macchine agricole in Italia
continua la sua risalita: nel 2013 ha superato infatti quota 7,7 miliardi di euro, avvicinandosi ai livelli massimi
del 2008 (8,2 miliardi), prima dell’inizio della crisi.
Rispetto al 2012 si è registrato un aumento del 3,3%
della produzione di trattrici, macchine operatrici e
attrezzature, nonché componentistica e ricambi, mentre continua il calo della produzione di macchine per il
movimento terra che, con un fatturato di 2,4 miliardi,
segna un passivo del 5,5%.
In termini complessivi, l’intero comparto sfiora quota
10,2 miliardi di euro, con un incremento dell’1% sul
totale 2012.
Aumento che è da attribuire al buon andamento delle
esportazioni, che segnano nel 2013 un incremento complessivo in valore del 5,8%, a conferma di un trend che
negli ultimi 4 anni ha visto una progressione costante:
+9,4% nel 2010, +12% nel 2011, +7,2% nel 2012. Anche nel primo trimestre del 2014 le esportazioni risultano in crescita, con un incremento in valore del 6,2% per
le trattrici e del 3,1% per le altre macchine agricole.
Nessuna novità sul fronte del mercato nazionale, ancora
depresso, dopo un calo complessivo per le trattrici pari
al 30% negli ultimi sei anni e un 2013 chiuso a 19.017
macchine, il livello più basso in tutta la storia della meccanizzazione dal dopoguerra ad oggi.
Nei primi cinque mesi del 2014 (gennaio-maggio) si registra il calo del 4,6% delle immatricolazioni di trattori,
il crollo delle mietitrebbie, in regresso del 41,8% e il
decremento (4,1%) delle trattrici con pianale di carico,
mentre in linea con il risultato dei primi cinque mesi
2013 risulta il comparto dei rimorchi, che segna +0,5%.
«L’Italia continua a non rispondere adeguatamente e
nella maniera sperata - evidenzia Massimo Goldoni,
presidente di FederUnacoma - alle esigenze di innovazione e rinnovamento del parco macchine. Scendere
nel 2014 sotto i 19mila trattori immatricolati sarebbe
drammatico. Spero in una scossa che potrebbe arrivare
dai nuovi Piani di sviluppo rurale. In tutti i Psr regionali
dovrebbe venire inserita una specifica misura, destinata
anche alle imprese agromeccaniche, che prevede il finanziamento degli investimenti effettuati per il rinnovo del
parco macchine». Un’indicazione precisa che Goldoni
auspica venga recepita da tutte le amministrazioni.
Intanto si sta perdendo fra le nebbie la revisione: del
decreto applicativo atteso entro giugno non ci sono
tracce emolti dubitano anche che l’effettivo avvio della
revisione (già prorogata a gennaio 2015) possa rispettare
le tempistiche.
PARTE BENE L’EIMA SEE
Bilancio positivo per la prima
edizione di Eima South East Europe,
la rassegna della meccanizzazione
agricola svoltasi a Tirana dal 13 al 15
giugno scorso presso il Palazzo delle
esposizioni e dei congressi situato nel
centro della capitale albanese. Alla
manifestazione hanno partecipato
45 industrie costruttrici italiane. Un
pubblico stimato in circa 2.500 persone
ha visitato la rassegna statica, ha
seguito le prove dimostrative sul
campo allestite in un’area esterna nei
pressi dell’aeroporto di Tirana, e ha
preso parte ai convegni organizzati nel
contesto della manifestazione.
«La rassegna di Eima South East
Europe – è stato sottolineato dal
16
presidente di FederUnacoma Massimo
Goldoni – rappresenta un ponte verso
l’intera area balcanica, e punta a
divenire un evento di riferimento anche
per Paesi quali Bulgaria, Croazia,
Grecia, Romania, Serbia, Slovenia
e altri della regione, che registrano
una crescita dell’economia agricola
e che debbono potenziare la propria
dotazione di mezzi meccanici e
attrezzature».
Il numero di macchine agricole
attualmente esportate dall’Italia verso i
Paesi dell’area balcanica ha raggiunto
un certa consistenza – nell’anno 2013
l’Italia ha venduto circa 1.000 trattrici
in Slovenia, oltre 820 in Bulgaria,
oltre 460 in Romania, 450 in Grecia,
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
270 in Croazia, 180 in Albania – ma i
volumi possono aumentare in modo
significativo grazie ad un uso mirato
dei fondi europei e dei fondi per la
cooperazione. La prossima edizione
- già annunciata per il maggio 2015
- sarà il “termometro” di questo
mercato.
ATTUALITÀ
JCB, UTILE 2013 A QUOTA 313 MILIONI DI STERLINE
Il terzo miglior risultato economico nella storia del gruppo inglese
J
cb ha conseguito nel 2013 il terzo maggior risultato
economico nei suoi 68 anni di storia. L’utile operativo
lordo dell’esercizio è di 313 milioni di sterline (era di 365
milioni di sterline nel 2012) su un fatturato di 2,68 miliardi di sterline (2,70 miliardi nel 2012), per un totale di
66.227 macchine vendute (69.250 nel 2012). «Il mercato
globale delle macchine per le costruzioni è stato decisamente
impegnativo nel 2013 – ha commentato il presidente Jcb
Lord Bamford – ma sono lieto del fatto che, nonostante le
difficili condizioni di mercato, Jcb abbia registrato eccellenti
performance, ottenendo il terzo più alto profitto della sua
storia. Il fatturato è rimasto praticamente invariato dal 2012
al 2013, ma il volume e gli utili sono stati penalizzati da un
certo rallentamento nei mercati emergenti, in particolare in
India, dove la presenza di Jcb è particolarmente forte. Questa
dinamica è stata ulteriormente accentuata da una serie di
movimenti valutari negativi in alcune economie. La crescita
del fatturato in Regno Unito, Medio Oriente e Africa nel
corso del 2013 ha contribuito a compensare il calo di India,
Europa ed Estremo Oriente. L’inizio del 2014 ha evidenziato
segnali contraddittori. Alcuni mercati stanno registrando
una crescita della domanda - soprattutto in aree fortemente
sviluppate come Regno Unito e Nord America - che sta
compensando il rallentamento del mercato di economie più
fragili come Asia, America Latina e Russia. La stessa incertezza politica determinata dalle elezioni in India e Brasile sta
avendo un certo impatto sui mercati».
Confermato il management italiano
Nonostante uno scenario mondiale controverso, Jcb sta
continuando a sviluppare i
propri piani a lungo termine
per aumentare il proprio
potenziale produttivo a
livello globale, in particolare
grazie al nuovo insediamento produttivo dell’azienda a
Jaipur, in India, operativo
a partire da maggio. Nel
Lord Bamford.
Regno Unito Jcb sta realizzando un progetto del valore
di 150 milioni di sterline per ampliare le attività produttive
in Staffordshire, con la creazione di ulteriori 2.500 posti di
lavoro entro il 2018 grazie all’avvio entro la fine dell’anno di
un nuovo stabilimento da 32.000 metri quadrati a Uttoxeter,
dedicato alla produzione dei Jcb Cab Systems. Un ulteriore
stabilimento verrà realizzato a Cheadle, in Staffordshire.
L’impegno e la determinazione di Jcb negli investimenti,
così come la fiducia nel proprio management, permangono
tali anche in mercati che stanno vivendo una congiuntura
difficile come quello italiano. In questo senso, una riprova
particolarmente significativa arriva dal CdA di Jcb Italia, che
ha confermato Claudio Fiorentini alla carica di presidente, e
ha nominato Domenico Matrone, già direttore generale della branch italiana, alla carica di amministratore delegato. Un
chiaro segno del fatto che, anche nei momenti di difficoltà,
Jcb continua a considerare strategici mercati tradizionalmente importanti quale quello italiano e, soprattutto, il prezioso
patrimonio rappresentato dalle risorse umane presenti nelle
filiali di tutto il mondo.
DUE NUOVI STABILIMENTI CINESI PER SAME DEUTZ-FAHR
Consentiranno una capacità annua produttiva di 30.000 trattori destinati
prevalentemente al mercato locale
S
ame Deutz-Fahr attraverso la Changlin Deutz-Fahr,
joint venture paritetica con il gruppo cinese Changlin,
ha inaugurato in Cina due nuovi stabilimenti produttivi
per un investimento di 40 milioni di euro. La joint venture,
costituita nel 2011, impiega 350 addetti.
Il nuovo stabilimento di Linshu si sviluppa su una superficie totale di 200.000 m2, di cui 40.000 coperti ed è
destinato alla produzione di un’ampia gamma di trattori
con potenza da 25 a 170 CV. La struttura di Suihua, con
6.000 m2 coperti, è dedicata
Il nuovo stabilimento di Linshu
si sviluppa su una superficie totale
all’assemblaggio e
di 200.000 m2
alla distribuzione
di trattori d’alta
potenza con
specifiche tecniche e prestazioni allineate al mercato europeo, destinati all’impiego nelle aree agricole della provincia
cinese del Heilongjiang.
«L'inaugurazione dei nuovi stabilimenti in Cina – ha
commentato Lodovico Bussolati, amministratore delegato
Same Deutz-Fahr – è frutto della proficua collaborazione
con Changlin e rappresenta un’importante tappa nel processo di internazionalizzazione di Same Deutz-Fahr consentendo inoltre ulteriori opportunità di sviluppo sul mercato
locale».
È stato, inoltre, presentato il primo modello sviluppato
dalla joint venture. Si tratta di un nuovo trattore con motorizzazione da 140 a 170 CV, progettato e prodotto in Cina
che verrà introdotto sul mercato a partire da settembre
2014.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
17
MANIFESTAZIONI
APIMA FORLÌ ARCHIVIA UN ANNO POSITIVO
Soddisfazione per i risultati raggiunti in un momento particolarmente difficile
di Amleto Rocca
I
l 17 maggio 2014, a Meldola, sulle colline di Romagna,
si è tenuta l'assemblea annuale di Apima Forlì, che ha
visto la partecipazione di una numerosa schiera di associati,
nonostante il tempo favorevole alle operazioni agricole, in
un'annata caratterizzata da un'eccezionale piovosità.
Nel corso della riunione il presidente Fabio Mambelli,
che fa parte del direttivo di Unima, ha ricordato con
soddisfazione il buon risultato raggiunto in un momento
particolarmente difficile per gli agromeccanici forlivesi,
ottenuto grazie al decisivo contributo dei soci e alla loro
volontà di lavorare insieme anche dinanzi a un destino
avverso. Dopo l'approvazione del bilancio, chiuso in
sostanziale pareggio, il presidente ha ricordato gli eventi
più salienti dell'ultimo anno, che hanno determinato un
miglioramento della qualità dei servizi prestati ai soci, pur
con significativi risparmi di spesa. Il presidente nazionale,
Silvano Ramadori, ha ricordato che anche nella sede
centrale si è provveduto a una doverosa razionalizzazione
delle risorse e dei costi, in un momento che richiede una
diversa impostazione dell'attività sindacale e di assistenza,
fondata sulla partecipazione, sulla trasparenza, sulla
competenza e sull'efficienza, con la collaborazione dell'intero
sistema Unima. Ramadori ha ricordato i principali temi
dell'agenda politica, in primo luogo quello della definizione
a livello nazionale e regionale della nuova Pac e dell'auspicata
apertura dei programmi di sviluppo rurale alle imprese
agromeccaniche, vero motore dell'agricoltura. Tali obiettivi,
Un momento dell’assemblea.
ha concluso Ramadori, potranno essere perseguiti solo
attraverso una stretta collaborazione con gli altri soggetti
della filiera, dagli agricoltori ai dottori agronomi, dai
costruttori e commercianti di macchine agricole all'industria
agroalimentare. Dopo una breve comunicazione del tecnico
dell'Associazione, Edmondo Chiusoli, sulle iniziative attuate
a livello locale per favorire la circolazione delle macchine
agricole, Roberto Guidotti, responsabile del Servizio
tecnico Unima, ha illustrato ai presenti le principali novità
normative che interessano la categoria, dall'applicazione del
Pan sugli agrofarmaci all'esonero dal Sistri, dalla revisione
delle macchine agricole all'esonero dai collaudi per le trattrici
impiegate nei lavori di tutela e manutenzione del territorio.
L'evento si è concluso con la tradizionale cena sociale, al
quale ha partecipato anche il nuovo staff dell'Associazione
forlivese.
MACERATA PER IL RICONOSCIMENTO DEL RUOLO DEL CONTOTERZISMO
All’assemblea Apimai rivendicato il diritto degli agromeccanici ad accedere
alle risorse dei Psr
N
el quadro del proficuo rapporto instaurato in sede
nazionale con le Organizzazioni dei costruttori
(FederUnacoma) e dei commercianti di macchine agricole
(Unacma), l'Associazione dei contoterzisti maceratesi, aderente
a Unima, ha tenuto il 29 maggio scorso la propria assemblea
annuale nella sede della Violini srl di Sambucheto di Recanati,
concessionaria del gruppo Agco.
L'incontro si è incentrato sulla relazione del presidente
Silvano Ramadori, questa volta nella sua duplice veste di
massimo rappresentante provinciale e nazionale delle imprese
agromeccaniche. Dopo un inquadramento del contesto
socio-economico, Ramadori si è soffermato sulle iniziative
attuate in sede politica per il riconoscimento, da parte delle
autorità nazionali e regionali, del ruolo insostituibile del
contoterzismo nell'assicurare competitività e sostenibilità
alle aziende agricole, nella fase cruciale dell'applicazione
18
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Da sinistra Guidotti, Ramadori, Sandro Violini e Zannotti.
delle politiche di sviluppo rurale. Il Ministero e la Regione,
ha ricordato Ramadori, devono destinare parte delle risorse
alle imprese agromeccaniche per favorire la diffusione delle
MANIFESTAZIONI
nuove tecnologie su base territoriale, evitando che l'intervento
pubblico rimanga circoscritto al ristretto ambito dell'azienda
agricola, al fine di incidere positivamente sull'intero sistema
produttivo.
La sessione assembleare ha poi visto una parentesi dedicata
alle informazioni di carattere tecnico-normativo: in particolare
ha suscitato grande interesse fra i partecipanti la relazione di
Angelo Zannotti, funzionario della Regione Marche, che ha
illustrato il programma di controlli alle irroratrici, derivante
dall'applicazione del Piano d'azione nazionale sull'impiego
sostenibile degli agrofarmaci. Zannotti ha invitato i presenti
ad attivarsi per tempo, in vista della scadenza del 26 novembre
2014, relativa alle macchine operanti per conto terzi, tenuto
conto del fatto che i centri di collaudo riconosciuti dalla
Regione solo solo 4, anche se dal mese di settembre ne
verranno attivati diversi altri, i cui tecnici dovranno frequentare
gli appositi corsi regionali.
A seguire la relazione di Roberto Guidotti, responsabile
dei servizi tecnici Unima, sullo stato dell'arte in materia
di revisione delle macchine agricole e sulla formazione
obbligatoria per la conduzione delle macchine da cantiere e
delle trattrici agricole, definite dall'Accordo della Conferenza
Stato-Regioni del 22 febbraio 2013. Dopo una serie di
Un momento dell’assemblea.
informazioni tecniche sulle novità in arrivo per le macchine
agricole, curate dai tecnici dei vari marchi del gruppo Agco,
della Pöttinger, della Lemken e della Bkt, il proseguimento
dei lavori assembleari ha visto l'approvazione senza riserve
del bilancio preventivo e consuntivo di Apimai Macerata.
É tuttavia divenuto indispensabile, ha concluso Ramadori,
procedere a una revisione delle quote associative, ferme da ben
5 anni, con un'azione più incisiva nei confronti degli associati
che ritardano nei pagamenti, per dare modo all'Associazione
di fornire servizi sempre più precisi e qualificati e di rispondere
ai crescenti bisogni delle imprese rappresentate. L'incontro si
è concluso con il tradizionale momento conviviale, realizzato
con la fattiva collaborazione dei numerosi sponsor e della stessa
ditta Violini, ospite della manifestazione.
A.R.
PIACENZA, BILANCIO IN ORDINE
L'Apima piacentina ha presentato i risultati positivi dell’esercizio 2013
S
i è tenuta il 30 maggio l'Assemblea provinciale degli
agromeccanici piacentini, una delle Associazioni provinciali
più forti e strutturate del sistema Unima, che ha visto una folta
partecipazione di soci nonostante la bella giornata di lavoro.
I lavori assembleari hanno preso avvio con la relazione annuale
del presidente Mario Omati, che ha tracciato un quadro del
contesto economico nazionale e locale, con specifico riguardo
al settore agricolo, nel quale rimane cruciale la coltura del
pomodoro da industria, che vanta proprio nella provincia di
Piacenza un polo di rilevanza nazionale.
Nonostante le difficoltà del momento e dei comparti
Da sinistra Gatti, Omati, Ramadori e Alberghini Maltoni.
in cui operano le imprese associate, ha concluso Omati,
l'Associazione ha chiuso l'esercizio 2013 con un avanzo
significativo, tale da consentire di mantenere inalterate le
quote associative per l'anno in corso.
Il direttore di Apima, Francesco Gatti, ha quindi illustrato
ai presenti il bilancio consuntivo, seguito dalla relazione dei
Sindaci revisori, che hanno rilevato la solidità della struttura
associativa e la buona capitalizzazione; scontata, quindi,
l'unanime approvazione del rendiconto e l'invito dei soci a
proseguire sulla strada intrapresa. Ancora Gatti ha introdotto
l'intervento dei rappresentanti nazionali, sintetizzando i
principali risultati ottenuti da Unima nella definizione
di numerose problematiche in campo amministrativo e
previdenziale.
Massimo Alberghini Maltoni, vicepresidente di Unima, ha
poi condotto una completa analisi sulla questione delle attività
connesse, che non paiono destinate a ulteriore sviluppo nel
quadro normativo presente e futuro; tuttavia, ha concluso
Alberghini, è indispensabile vigilare affinché i provvedimenti
per la semplificazione della burocrazia non si tramutino
in incentivi indiretti verso l'abusivismo e l'evasione fiscale,
favorendo la concorrenza sleale.
L'intervento del presidente di Unima, Silvano Ramadori,
si è aperto con i positivi risultati dell'assemblea Unima,
che incoraggiano a proseguire il cammino già avviato: in
particolare si è data la massima importanza alla trasparenza
ed alla rappresentatività, al contenimento dei costi della
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
19
MANIFESTAZIONI
sede centrale, al coinvolgimento delle strutture periferiche
ed alla difesa della categoria. Per rendere più incisiva la
nostra azione politica, ha proseguito Ramadori, abbiamo
lavorato sull'unità sindacale, attraverso la costituzione del
Cai – Coordinamento Agromeccanici Italiani – e sulla
ricerca di sinergie, dagli agronomi alle Organizzazioni
dei costruttori e distributori di macchine agricole.
Riguardo agli interventi in ambito normativo, Ramadori
ha sottolineato l'importanza della categoria nel sistema
produttivo e nel territorio rurale, pur ricordando che solo
attraverso la qualificazione e la professionalità sarà possibile
acquisire quel potere che la sola forza dei numeri non può
conferire: è sulle proposte, sulle idee, sui bisogni delle
imprese rappresentate che Unima potrà costruire la propria
politica futura.
A seguire Roberto Guidotti, del Servizio tecnico Unima,
ha relazionato sui risultati conseguiti dal gruppo di lavoro
costituitosi in seno a Enama in materia di revisione delle
macchine agricole, oltre che sul quadro normativo riguardante
la formazione specifica per i conducenti di trattrici agricole e di
mezzi da cantiere.
Al termine dell'incontro, prima del tradizionale appuntamento
conviviale, i tecnici di Syngenta hanno presentato i contenuti
del recente accordo di collaborazione siglato con Unima e delle
iniziative destinate a coinvolgere in modo sempre più stretto le
A.R.
imprese agromeccaniche.
AEMA, C’È FIDUCIA NELLA RIPRESA QUANDO C’È GRUPPO
Alla 76a assemblea annuale dell’associazione di Pisa, ora che la Provincia verrà
a mancare, emerge la necessità di rafforzare il gruppo
di Uberto Frondoni
È
iniziata cercando di infondere un minimo di ottimismo
tra i partecipanti la 76esima assemblea dell’Aema di Pisa,
con il presidente Marco Malacarne che ha riportato qualche
dato positivo relativo a Pil mondiale, euro in crescita e timida
ripresa delle assunzioni, anche se il senso di risparmio delle
famiglie tiene bassi i consumi finché permangono incertezza
e restrizioni creditizie. Inoltre, l’andamento climatico fa ben
sperare per i raccolti, ma la redditività in varie zone continua
a essere aggredita da cinghiali e piccioni, anche a seguito di
una normativa non in grado di controllare efficacemente la
fauna. I controlli che invece funzionano sono quelli della
Guardia di Finanza, ha ironizzato Malacarne, che nell’ambito del piano d’azione denominato “Bonifica”, finalizzato al
contrasto dei fenomeni di indebita percezione di finanziamenti nel settore agricolo, hanno purtroppo danneggiato ben
70 aziende, bloccando temporaneamente da Agea tutti i loro
pagamenti in attesa di accertamenti.
Tra le problematiche Malacarne ha sottolineato le difficoltà
nel calcolo di Iuc, Tasi e Imu, come l’incidenza della tassazione dei terreni, per la poca chiarezza nelle norme applicative, nonostante gli incontri formativi organizzati da Aema.
Altri corsi organizzati da Aema hanno invece riguardato la
sicurezza e la circolazione stradale per la definizione dei titoli
abilitativi alla conduzione delle macchine agricole. La chiusura dell’intervento di Malacarne ha riguardato l’olio d’oliva,
dove Aema si unisce al coro dei no all’abolizione delle Camere di Commercio, che porterebbe con sé anche l’inevitabile
chiusura del Panel (Comitato di Assaggio Olio), strumento
importante per tutti i produttori, ma anche garanzia dei
consumatori.
Il presidente dell’Unione Industriale Pisana Federigo
Federighi, nonché agricoltore, ha sottolineato come in
periodo di crisi il problema dell’indebitamento non si risolva
aumentando i carichi contributivi, bensì riducendo le spese
20
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Da sinistra Catassi, Ramadori, Malacarne e Licia Gambini
(presidente Unfo).
improduttive di una burocrazia farraginosa. Sono state abolite le Province, che servivano il territorio con competenza,
invece sarebbe stato meglio abolire le Regioni. Quest’ultimo
concetto è stato ripreso anche da Stefano Berti, direttore Cia
di Pisa, secondo cui la maggior parte delle difficoltà a fare
sistema sono create dall’ente pubblico, specialmente ora che
la fine delle province e delle Cciaa si sta facendo sentire. Per
questo, ora più di prima bisogna sforzarsi a fare sistema nel
mondo agricolo per essere rappresentativi.
Nicola Bovoli, titolare di un frantoio e Consigliere della
Strada dell’olio del Monte Pisano, ha aggiunto che è una
magra consolazione sapere che le province sono state eliminate solo per ridurre i costi, ma non perché non servissero.
E come dirigente della Provincia di Pisa Andrea Acciai ha
ricordato che anche la Provincia ha avuto il compito di fare
sistema, costruendo rete fra gli agricoltori. E portando anche
2,5 milioni di euro nelle loro tasche. Resta da capire se la
Regione saprà portare avanti tutte le attività capillari diffuse
nel territorio come stava facendo la Provincia.
MANIFESTAZIONI
Massimo Terreni, direttore dell’Unione Agricoltori, ha
richiamato la necessità di fare sistema e ha sottolineato come
i fondi Pac vadano distribuiti a vantaggio di chi produce,
non di altri. A proposito di Pac, secondo Aniello Ascolese,
direttore Coldiretti Pisa, è importante fare proposte d’interesse provinciale prima che ne arrivino altre da parti diverse ed
essere pronti a percepire i finanziamenti quando arrivano.
Loreno Catassi, presidente Frimat, dopo aver espresso soddisfazione per il riavvicinamento tra Unima e Confai e per la
loro potenziale riunificazione, ha ricordato come la revisione
delle macchine irroratrici per prodotti fitosanitari vada gestita
dagli agromeccanici e non lasciata in mano ad altri. Occorre
quindi identificare le officine e definire una procedura autorizzativa idonea a rilasciare una certificazione. In chiusura di
assemblea, anche Silvano Ramadori, presidente Unima, ha
sottolineato lo sforzo in atto di riunire Confai con Unima,
perché la divisione porta solo a una riduzione del potere
contrattuale con l’Ente pubblico. Per sostenere questo lavoro
capillarmente su tutto il territorio è stato costituito il Cai,
Coordinamento agromeccanici italiani, per costituire con le
altre organizzazioni un unico e forte fronte agricolo al tavolo
di concertazione. Purtroppo non tutti sono ancora d’accordo.
Forse alcune organizzazioni temono che inserendo i terzisti
nel tavolo della concertazione si riducano le dimensioni
delle fette di una torta già piccola. In realtà si ridurrebbero le
quote di contributo all’agricoltura, che purtroppo ora torna
inutilizzato a Bruxelles. La peculiarità di Unima è il servizio
sul territorio, proprio in sintonia con le richieste di Bruxelles.
Ed è anche un servizio di qualità, perché effettuato con macchine professionali, capaci di ottenere costi di produzione più
bassi e minor inquinamento. Inoltre, rispetto alla sicurezza, le
macchine dei terzisti sono nuove e a norma, causando molti
meno incidenti in agricoltura che non le macchine obsolete
di tanti agricoltori, e Unima ha chiesto all’Enama di collaborare con l’Inail per certificare la sicurezza della macchina, per
il patentino e per la revisione delle macchine.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
21
MANIFESTAZIONI
SIMA 2015 AMPLIA GLI ORIZZONTI
Due nuovi settori (spazi verdi e colture tropicali e specializzate) vanno ad arricchire
il salone parigino. Previsti più di 1500 espositori.
di Mariella Caruso
TREND VISITATORI ED ESPOSITORI AL SIMA
ue nuovi settori
ad arricchirlo
con almeno 600 nuovi
n. ingressi
n. espositori
prodotti in esposizione
260.000
1.800
e l’innovazione come
145 paesi
42 paesi
obiettivo primario degli
1.700
240.000
organizzatori pronti a
1.600
41 paesi
ospitare più delle 1.700
220.000
123
paesi
104
paesi
1.500
aziende che vi hanno
38 paesi
200.000
partecipato nell’edizione
1.400
1.446
1.550
1.700
208.550
209.800
248.800
2013. È il Sima, il
1.300
180.000
Salone mondiale dei
2009
2011
2013
2009
2011
2013
fornitori dell’agricoltura
e dell’allevamento
che si svolgerà dal 22
al 26 febbraio 2015
rinnovabile, si amplierà nel 2015 con le sezioni
al quartiere espositivo Porte de Versailles di Parigi
dedicate agli spazi verdi e alle colture tropicali e
in contemporanea con il Salone internazionale
specializzate.
dell’agricoltura.
«Dopo aver incassato la grande crescita del 2013
Italia in prima linea
con 330 delegazioni ricevute, l’aumento del 25%
«Il nuovo Sima offre un sito in dieci lingue, tariffe
dei visitatori arrivati a quasi 250.000 e del 50%
ridotte per raggiungere Parigi, incontri “match & meet”
degli espositori, l’obiettivo del Sima è spingere il
tra espositori e visitatori e un pacchetto di offerte su
pedale sull’internazionalizzazione, sull’innovazione
misura per la visita della città che gli espositori possono
e sulla promozione», ha affermato la responsabile
offrire ai propri clienti. Su richiesta potranno essere
comunicazione internazionale del Sima-Simagena,
organizzate visite ad aziende agricole – ha continuato
Karine Le Roy, di passaggio in Italia per la
Le Roy –. Inoltre, sarà incrementata la presenza di
presentazione del Salone che vede il nostro Paese
espositori e visitatori stranieri vista la promozione
al secondo posto per numero di espositori e al
del Sima a numerosi saloni analoghi in giro per il
quinto per visitatori. «Il Sima 2015, oltre a essere
mondo. A oggi solo poche aziende hanno ridotto il
un’esposizione di quanto c’è di nuovo, vuole essere
loro spazio al Sima 2015, tutte le grandi però hanno
uno spazio prospettico sull’agricoltura del futuro
mantenuto o ingrandito le metrature», ha aggiunto Le
– spiega Le Roy –. Avranno un ruolo importante
Roy anticipando che l’80% degli spazi sono già stati
l’agricoltura di precisione e i temi della sostenibilità
prenotati. Per questo gli spazi espositivi sono stati
alimentare. Saranno affrontate tutte le tematiche
ampliati con «il nuovo padiglione 7, che è più grande
legate ad attrezzature, uomini e colture nel corso degli
dell’1 e il 2 insieme». Come da tradizione i progressi
incontri internazionali, dei workshop pratici e delle
tecnologici dei costruttori saranno al centro del Sima
conferenze tecniche organizzati nel corso del Sima che
Innovation Awards, il concorso le cui candidature si
dedicherà giornate tematiche a Sudafrica, Giappone
chiuderanno a settembre che premia le più importanti
e Messico, i tre paesi ospiti speciali di quest’edizione.
novità del settore. Per quanto concerne, invece, la
Stiamo valutando anche la possibilità di dimostrazioni
comunicazione «la web tv dell’evento – ha concluso Le
sull’utilizzo dei droni in agricoltura, ma essendo
Roy – trasmetterà per più ore mostrando anche il dietro
gli spazi espositivi troppo vicini allo spazio aereo
le quinte del Sima 2015 e saranno utilizzati anche i
dell’aeroporto Charles De Gaulle potrebbero essere
canali ufficiali Facebook e Twitter del salone».
utilizzati altri luoghi».
Ultima nota per l’Italia, che si conferma paese di assoluIl Sima, che è l’unico salone al mondo a riunire in un
ta rilevanza per il salone parigino: secondo paese rapunico luogo bovini e attrezzature per l’agricoltura,
presentato in termini di espositori e quinto paese come
servizi per le grandi coltivazioni, l’allevamento, la
visitatori.
gestione degli spazi rurali e forestali e le energie
D
22
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
MANIFESTAZIONI
ENOVITIS IN CAMPO CHIUDE ELEGGENDO IL MIGLIOR TRATTORE
Presenti tutti i “big” tra cui è stato votato il Fendt 211 P Vario
di Federico Mercurio
H
a chiuso i battenti anche la nona edizione di
Enovitis In Campo, la manifestazione itinerante
che deve il suo successo, di pubblico e di espositori, alla originale formula che la contraddistingue. I
macchinari sono non solo esposti ma messi alla prova
direttamente nei filari del vigneto: questo permette
ai produttori di dimostrare concretamente, non solo
a parole, la validità della macchina e ai visitatori di
valutare con criterio la possibilità di investire nell’acquisto.
Positivo il giudizio sia degli espositori che dei visitatori, intervenuti numerosi in entrambe le giornate di
manifestazione e che hanno partecipato attivamente
Come sempre discreta l’affluenza di pubblico a Enovitis in campo.
Il Fendt 211 P Vario vincitore del premio “Trattore Enovitis 2014”.
agli appuntamenti proposti. Tra questi spiccava sicuramente il “Trattore Enovitis 2014” scelto tra tutti gli
espositori. E ad aggiudicarsi il premio è stato il Fendt
211 P Vario. Un premio che ha particolare valore perché arriva dal basso, cioè da chi realmente utilizza la
tecnologia esposta e che ha potuto giudicare i trattori
in mostra secondo reali criteri di efficienza e usabilità,
magari proprio dopo averli provati e aver consultato le
schede tecniche disponibili.
A questa edizione erano presenti tutti i costruttori di
trattori leader mondiali, il che ha reso particolarmente
difficile scegliere tra le alternative presenti, ma anche
ha dato un grande valore al premio ricevuto dal Fendt
211 P Vario che aveva competitor di grande peso.
Altre iniziative da segnalate sono state l’incontro
Due “particolarità” di questa edizione: un prototipo di trattrice autolivellante a carreggiata variabile (collaborazione tra Loris Luisotto
e l’Università di Padova, a sinistra) e un minicingolato (Merlo) telecomandato per effettuare trattamenti e altre operazioni.
24
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
MANIFESTAZIONI
Particolare risalto in questa edizione è stato dato alle macchine
per i trattamenti.
Trattori del futuro, ma anche del passato a Enovitis In Campo
2014: qui un Titan International Harvester del 1915.
“Obbligo del controllo funzionale delle macchine per
i trattamenti entro il 2016” a cura di Unima e Enama,
le visite guidate alle macchine irroratrici con il patro-
cinio di FederUnacoma e infine il convegno “Prosecco Doc e Prosecco Superiore Docg: il territorio che
diventa stile”.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
25
MANIFESTAZIONI
NUOVO PUNTO VENDITA CLAAS A VERCELLI
Andrà ad affiancare il preesistente concessionario “Claas Italia” di Corso Torino
di Franco Tesio
C
laas, azienda tedesca con sede ad Harsewinkel
(Vestfalia), fondata nel 1913 e divenuta leader
mondiale nella produzione di trattori e mietitrebbie,
ha deciso di puntare su Vercelli, inaugurando un nuovo punto vendita.
Domenica 8 giugno è stata presentata al pubblico la
nuova area espositiva, che si estende su 5.900 metri
quadrati, curata da uno staff di 11 dipendenti, situata
nella zona strategica tra l’area industriale e il nuovo
polo logistico di Vercelli, in prossimità del casello
autostradale. Questo nuovo punto vendita andrà ad
affiancare il preesistente concessionario “Claas Italia” di Corso Torino, per meglio servire un territorio
importante come quello piemontese, la cui agricoltura spazia dalla coltivazione dei cereali alla vigna. In
particolare, la sede di via Trino è stata concepita non
solo per operare nella provincia vercellese, bensì per
essere il riferimento anche per le province di Novara e
Verbania.
Al taglio del nastro erano presenti il responsabile della
divisione distribuzione del gruppo Claas Jan-Hendrik
Lo stabilimento di Vercelli (foto archivio fotografico Claas).
CLAAS AGRICOLTURA
Claas Agricoltura rappresenta una nuova realtà distributiva
gestita direttamente dalla casa tedesca, che a oggi opera
in tre macro aree del nord Italia, oltre che in Umbria. La
struttura, con quattro sedi operative e 53 dipendenti al suo
attivo, è stata pensata e voluta per garantire un servizio
efficiente ed essere vicino alla sua clientela attuale e
futura.
Nella nuova struttura è presente una show room dove
potranno essere visionate le principali novità, una zona
denominata “shopping system” per l’esposizione e la
vendita dei ricambi e di articoli promozionali, oltre al
magazzino per i ricambi e l’assistenza, e un’area dedicata
all’amministrazione.
26
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Taglio del nastro con i responsabili di Claas, Claas Italia
e Claas Agricoltura. Da sinistra: Giacomo Oppici, Jan-Hendrik
Mohr, Paolo Tencone e Marco Mentigazzi.
Mohr, il direttore regionale Sud Europa e amministratore di Claas Italia Paolo Tencone, l’ex sindaco di
Vercelli Andrea Corsaro e monsignor Marco Arnolfo.
Nel discorso inaugurale, Tencone ha sottolineato l’importanza della politica di Claas Agricoltura, in quanto
è una delle poche realtà che hanno deciso di investire a Vercelli per dare supporto all’agricoltura locale.
Nonostante le difficoltà legate alla crisi economica e
al difficile momento che attraversa la risicoltura, la
casa tedesca ha deciso di consolidare la propria presenza, attiva sin dal 1973, con il principale obiettivo
di fornire un servizio di eccellenza ad agricoltori e
contoterzisti.
L’amministratore di Claas Italia, durante il suo discorso, ha colto l’occasione per sollecitare le autorità
locali a muoversi con rapidità, per permettere alle
aziende agricole di divenire competitive, sia sul mercato nazionale che internazionale. Ha inoltre ricordato
come, in una fase economica particolarmente difficile,
le imprese agricole, soprattutto quelle risicole, abbiano
incrementato la propria professionalità, il livello di
meccanizzazione, e stiano puntando alla massimizzazione dei redditi.
In questo contesto Claas vuole essere per l’agricoltore
un punto di appoggio nei momenti di necessità, non
solo all’atto dell’acquisto di una nuova macchina, ma
anche quando è fondamentale la rapidità dell’assisten
za tecnica, come nel periodo di raccolta.
SPECIALE TRATTORI
PIÙ BASSI CHE ALTI
SUL MERCATO EUROPEO
di Francesco Bartolozzi
In Italia il mercato trattori si mantiene
su un trend purtroppo negativo.
È
un inizio all’insegna degli alti e bassi quello del mercato
trattori nei primi cinque mesi dei principali paesi europei.
O meglio, più bassi che alti, come vedremo dall’analisi
dei dati, e comunque ci sono sia differenze tra i vari mercati,
sia all’interno di ciascun mercato per quanto riguarda i primi
cinque mesi presi singolarmente.
Numericamente parlando la Germania rimane il mercato più
importante, con 14.212 trattori immatricolati da gennaio a
maggio 2014, in calo dell’1,2% sul pari data 2013. Il mese di
maggio, in particolare, con un meno 11,6% rispetto a maggio
2013, ha frenato il buon inizio per il mercato teutonico.
Chi sicuramente perde terreno è il mercato francese, dove tutti
e cinque i primi mesi del 2014 hanno fatto registrare dei cali
pesanti che hanno portato il primo “pentamestre” a chiudere a
-25,1% sul pari data 2013.
Va anche detto che il 2013 per i trattori sul mercato transalpino
è stato un anno eccezionale, quindi il calo a 9.749 immatricolaFIG. 1 - IMMATRICOLAZIONI TRATTORI IN EUROPA (GEN-MAG)
16.000
-1,2%
GERMANIA
14.000
FRANCIA
12.000
ITALIA
10.000
REGNO UNITO
SPAGNA
8.000
AUSTRIA
6.000
2013
14.379
-25,1%
13.019
2014
2013
14.212
2014
-1,2
9.749
-25,117
8.668
8.271
-4,6
5.549
3.164
5.798-4,6%
3.775
19,3
3.016
2.717
-9,9 +4,5%
4,5
+19,3%
4.000
-9,9%
2.000
0
GERMANIA
28
FRANCIA
ITALIA
REGNO
UNITO
SPAGNA
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
AUSTRIA
Primi cinque mesi in positivo
solo per Spagna e Regno Unito.
Germania e Italia
in leggero calo,
forte deficit per l’Austria,
crollo per la Francia
zioni del periodo gennaio-maggio 2014, contro le oltre 13.000
del pari data 2013, può essere considerato fisiologico.
Continuando in ordine numerico al terzo posto si colloca l’Italia,
dove purtroppo il trend in calo non sembra vedere soluzione di
continuità.
Nei primi 5 mesi 2014 sul nostro territorio sono stati piazzati 8.271 trattori, in calo del 4,6% sul pari data 2013. Sembra
mostrare, invece, segnali di ripresa il mercato britannico, dove
il mese di maggio ha registrato un +6,1% che porta il mercato
nei primi cinque mesi a un promettente +4,5% con 5.798 trattori venduti contro i 5.549 del pari data 2013. Ancora meglio va
per la Spagna, che dopo lo straordinario recupero a fine 2013,
sta continuando il trend di crescita, con cinque mesi consecutivi in crescita nel 2014 (l’ultimo a +12,1% a maggio) e un primo
pentamestre a quota 3.775 trattori immatricolati, in aumento
del 19,3% sullo stesso periodo del 2013.
Come ultimo mercato citiamo l’Austria dove, dopo un inizio
scoppiettante, sono seguiti tre mesi in forte calo (l’ultimo, a
maggio, a quota -11,8%) che hanno determinato un -9,9% nei
FIG. 2 - PRODUZIONE EUROPEA DI TRATTORI AGRICOLI
(MILIONI DI EURO)
12.000
10.000
4.337
1.006
1.774
5.805
1.333
3.977
1.004
3.490
1.098
1.886
10.009
1.151
2,4%
1.276
7,4%
1.534
4.801 8.305 1.304
8.000 4.844 3,1% 1.443
11,2%
52,2
6.000
58,0
58,9
4.000
2.000
21,4%
12,1%
54,1
12,1
13,3
18,8%
1.544
21,4
13,3%
18,8
14,9
17,0
17,0
19,8
< 49930
cv
744
258cv
50 -79
241
204
6.756
380
212
6.456
414
296
8.349
446
262
8.539
6.756
11,2 3,0%
6,2%
7,4
17,0%
6,2
5,9 14,9%
> 120 cv
8.539
3,1%
5,2%
18,4%
18,1%
2,4
6.456
3,3%
5,9%
19,8%
15,6%
16,9%
3,0
57,5%
56,7%
2011
2012
3,1
3,3
57,5
15,6
18,4
5,0
3,5
16,9
18,1
58,0%
5,2
3,1
58,9%
100 -120 cv
8.349
3,5%
5,0%
56,7
52,2%
808.305
-99 cv
10.009
420
17,0%
54,1%
0
2007
2008
2009
2010
Fonte: Eurostat, Axema.
primi cinque mesi del 2014, con un totale di 2.717 immatricolazioni contro le 3.016 dello scorso anno.
Tiene l’alta potenza
Guardando più nel dettaglio alcuni di questi mercati, in Germania gli unici segmenti in positivo nei primi cinque mesi sono
risultati quelli di media e alta potenza, ossia tra 101 e 150 cavalli (+1,9%) e oltre 150 cavalli (+5,6%), che rappresentano
rispettivamente il 22% e il 39% del totale trattori. Chiudono,
invece, i primi cinque mesi in negativo i segmenti tra 51 e 100
CV (-10,9%) e fino a 50 cavalli (-4,0%).
Passando alla Francia, il tracollo risparmia esclusivamente
il settore dei trattori vigneto-frutteto, che dopo i primi cinque
mesi segna un +8,2% sul pari data 2013 con 1.280 immatricolazioni, e il segmento dell’altissima potenza, quello sopra i
300 cavalli (+12,9%), anche se quest’ultimo è rappresentato
da numeri ridotti.
Tiene abbastanza, comunque, l’alta potenza anche in Francia,
dal momento che il segmento 250-300 cavalli si è mantenuto
sui valori del 2013 (224 trattori registrati nel gennaio-maggio
2014 contro gli 230 del 2013), mentre dai 250 cavalli in giù tutti
i segni sono negativi, con il calo più significativo (-40,9%) per il
segmento tra 50 e 100 CV.
Per quanto riguarda la Spagna, i primi due gradini del podio
sono saldamente nelle mani di John Deere (23,0% di quota
mercato) e di New Holland (18,1%), mentre il terzo posto è
conteso da più brand, con in testa Kubota (7,6%), Case IH
(7,4%) e Fendt (6,7%).
In conclusione, l’Austria. Come per la Francia si salvano solo
i trattori specializzati, che in realtà rimangono stabili (113 immatricolazioni nei primi cinque mesi contro le 116 del pari data
2013), mentre i trattori standard virano in negativo (-10,2%) e
registrano un cambio al vertice rispetto ai primi cinque mesi
del 2013, nel senso che John Deere perde quota (dal 16,4%
del 2013 al 13,6% del 2014) a vantaggio sia del brand di casa
Steyr (che adesso guida la classifica con il 23,8% di quota) sia
di New Holland (sul secondo gradino del podio con il 16,4%
di quota). Si mantiene invece al quarto posto l’altro marchio
austriaco Lindner, con il 13,0% di quota.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
29
SPECIALE TRATTORI
TRE CLASSI DI POTENZA
PREFERITE
Per il contoterzista
l’acquisto
di una trattrice riguarda
ormai i segmenti
100-130, 150-180
e ben oltre i 200 cavalli
di Roberto Guidotti
I
dati di vendita delle trattrici agricole sul mercato italiano ci fanno comprendere che l’Italia, grande produttrice
di macchine agricole, è divenuta da tempo un Paese
esportatore: anche contando solo gli esemplari effettivamente
costruiti sul nostro territorio, oltre metà viene venduta all’estero.
L’altra considerazione che viene in mente, scorrendo i numeri,
porta invece a trarre alcune conclusioni che dovrebbero interessare la politica economica, se mai ve ne fosse una che potesse chiamarsi tale. Cedono le piccole potenze (sotto i 100
cavalli), resiste dignitosamente alla caduta la classe fra 100 e
180, crollano decisamente le macchine intorno ai 200, compensate da un recupero vistoso da parte di quelle di gamma
alta: un bel rompicapo, non c’è che dire. Eppure, se guardia-
Per il traino, la rotopressa e i servizi comunali il mezzo
d'elezione è il sei cilindri medio, da 150 a 180 cavalli.
30
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
La macchina da semina per eccellenza è un “quattro cilindri”
dai 100 ai 130 cavalli, compatta, versatile e soprattutto leggera.
mo in casa nostra, osserviamo che per il contoterzista l’acquisto di una trattrice riguarda ormai tre classi di potenza ben
distinte: la macchina da semina per eccellenza è un “quattro
cilindri” dai 100 ai 130 cavalli, compatta, versatile e soprattutto leggera. Per il traino, la rotopressa e i servizi comunali il
mezzo d’elezione è il sei cilindri medio, da 150 a 180 cavalli,
potente quanto basta, ma non troppo impegnativo, in grado
di adattarsi, grazie alla gestione elettronica del motore, anche
a sostituire mezzi più leggeri.
Ma dove bisogna tirare sul serio, sia come forzo di trazione
sia come potenza alla Pto, il 200 e dintorni è una “mezza
macchina”: troppo lenta per i lavori pesanti, troppo pesante
per i leggeri.
Uscendo dalle specificità delle imprese agromeccaniche, la
classe di potenza intorno ai 200 cavalli è tipica della media e
grande azienda agricola, nel cui ambito – con le attrezzature
che può portare, e senza fretta – permette di svolgere tutte le lavorazioni su superfici dell’ordine del centinaio di ettari
o poco più. È anche una categoria di macchine che, nell’escalation delle potenze determinata dal controllo elettronico
dell’iniezione, deriva direttamente dalle “medie” di qualche
anno fa: tecnologie collaudate, trasmissioni ancora in parte
meccaniche, che abbinano alla facilità di utilizzo un costo di
acquisto relativamente contenuto.
Il perché di un certo trend
Una contrazione del mercato di questi mezzi, in misura tanto elevata (-14%) significa minor capacità di investimento da
SPECIALE TRATTORI
parte di quelle aziende che costituiscono, se non l’avanguardia, almeno la categoria più significativa dell’agricoltura italiana, quella stessa che per molti agricoltori più piccoli rappresenta un invidiato modello da seguire. Ma che sia solo una
minore propensione agli investimenti o un segnale preciso,
che sottende una più accurata strategia di gestione aziendale? Non stiamo parlando di agricoltori part time o di aziende
marginali condotte da operatori che faticano ad adattarsi a un
quadro economico in rapida evoluzione: stiamo parlando di
fior di imprenditori, sovente dotati un elevato livello culturale,
in possesso di una struttura aziendale articolata e differenziata. Chi produce cereali di qualità, orticole di pieno campo e
altre colture ad alto valore aggiunto sa che la fase produttiva
è, nell’ambito della filiera, quella meno remunerata. Gestire
in proprio fasi come la prima trasformazione (pensiamo ad
esempio alle quotazioni delle patate in cassone e in sacchetti
da 3 kg), la commercializzazione senza intermediari o la diversificazione verso altri settori – in primis, il turismo rurale – richiede un’attenzione e un impiego di tempo incompatibile con
la gestione aziendale della meccanizzazione. Dovendo decidere se investire 200.000 euro in macchine – fra trattore e
attrezzature – e in strutture aziendali decisamente più produttive, la scelta si indirizzerà inevitabilmente verso l’investimento
che garantisce un ritorno più certo e immediato.
Quella che, in una visione tradizionalista e romantica dell’agricoltura, potrebbe sembrare una resa, diventa invece una
scelta vincente: valorizzando la produzione – in termini di
prezzo del venduto o di incremento dei servizi prestati – l’agricoltore sceglie deliberatamente di affidare alcune lavorazioni
al contoterzista, nella consapevolezza che avrà sempre un
maggiore vantaggio economico. Come evidenziammo sul numero di giugno, in cui si mettevano a confronto diversi cantieri
per la lavorazione del terreno, fra un agricoltore che ara da
solo e uno che fa lavorare un contoterzista con una trattrice
di potenza doppia, il risparmio sui costi unitari è significativo,
oltre al vantaggio di vedere terminato il lavoro in pochi giorni.
Non è un caso che da qualche anno, nelle aree più dinamiche
dell’Italia agricola (seguendo una tendenza di respiro internazionale), l’azienda di dimensioni medio-grandi abbia preso
una direzione ben precisa, destinando le proprie risorse alla
valorizzazione della produzione, più che agli investimenti in
macchinari.
La crescita del contoterzismo
La contrazione delle vendite di trattrici fra 180 e 240 cavalli
è dovuta soprattutto a questa nuova tendenza delle frazioni più moderne dell’imprenditoria agricola, una tendenza che
ha portato, accanto all’incremento delle superfici lavorate dal
contoterzismo, anche a una crescita professionale delle imprese coinvolte. Annoverare fra i propri clienti, agricoltori dai
100 ettari in su non è solo un fattore di prestigio, ma è soprattutto uno stimolo a migliorarsi, sia sul piano tecnologico, sia
su quello della qualità dei servizi prestati. Bisogna poi aggiungere che la tecnologia ha un costo indiretto che il contoterzista riesce a sopportare, ma non l’agricoltore: un trattorista di
buon livello professionale, capace di far “rendere” un cantiere
32
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Dove bisogna tirare sul serio, sia come forzo di trazione
sia come potenza alla Pto, occorre andare oltre i 200 cavalli.
da 150.000 euro e oltre, non ci sta a lavorare per 2-300 ore
l’anno, quelle che può offrire un’azienda agricola, seppure di
estensione ragguardevole.
Gli uomini di punta, lo insegna il mondo dello sport (ma con
qualche “zero” in più...), richiedono aziende di punta, e viceversa: per ottenere buoni risultati l’elettronica è di grande
aiuto, ma il “sopramanico” resta un elemento fondamentale.
È chiaro che un bravo operatore è senz’altro disponibile a
investire sulla propria professionalità se ha dinanzi a sé una
prospettiva di lavoro di almeno 1.200-1.500 ore all’anno, un
valore difficile da raggiungere in un’azienda agricola, anche
a patto di adattarsi a mansioni meno appaganti. Le trattrici
di gamma alta rispondono a questi bisogni, tipici dell’animo
umano: quanti giovani, senza i vincoli di una rigida disciplina militare, possono condurre un trattore da 400 cavalli, una
mietitrebbia da 600 o una trincia da 1.000, in un ambiente di
lavoro sicuro, ergonomico e piacevole? Anche senza arrivare
ai vertici di potenza, la necessità di produrre di più in minor
tempo, tipica dell’attività agromeccanica, spinge sempre a
scegliere un giusto compromesso fra economicità di gestione
e tecnologia applicata.
Allestimenti per ogni cliente
Basta interrogare qualunque concessionario per sapere che
il “120” gommato ha un allestimento ben diverso quando
viene venduto a un agricoltore – per il quale rappresenta
sovente il mezzo più potente – o a un professionista della
meccanizzazione, che lo destinerà magari alle semine primaverili. Se la prima macchina è tendenzialmente meccanica,
all’insegna della più collaudata tradizione, la seconda sarà
sempre dotata di un cambio power shift e inversore elettroidraulico, oltre che di sollevatore anteriore, per adattarsi
a impieghi diversi – come le manutenzioni al territorio – in-
SPECIALE TRATTORI
dispensabili per totalizzare quelle 7-800 ore annue che ne
consentono l’ammortamento.
Il valore dei due mezzi può differire parecchio, e spesso cambia anche la serie, o addirittura la marca: per una macchina
da 105-110 cavalli si parte da una media intorno ai 55.000
euro per la trasmissione tutta meccanica, fino a 80.000 per
una trasmissione continua; il tutto senza aggiungere il sollevatore anteriore e allestimenti speciali per gomme e cerchi,
che portano la differenza in aumento oltre il 60%. Salendo di
gamma le differenze tendono a farsi sempre meno sensibili,
fino a ridursi a meno del 10% sui mezzi di alta potenza: ma
chi comprerebbe – ammesso che ci fosse un costruttore che
lo propone – un trattore da 350 cavalli in versione base? In
realtà, avvicinandosi ai limiti fisiologici per la potenza specifica, attualmente intorno ai 25-30 cavalli per litro di cilindrata
e per ogni 1.000 giri di rotazione del motore, le trasmissioni
tendono a essere tutte di tipo continuo, a gestione elettronica. Il lettore noterà che sono gli stessi valori di un motore
automobilistico: un “duemila” con potenza massima a 4.000
giri sfiora i 240 cavalli, una potenza davvero elevata e limitata
dai carichi sul pistone e dalla sua velocità media, che deve
consentire il mantenimento del velo di lubrificante fra la canna
e le fasce elastiche.
Applicando gli stessi parametri a un motore da 8 litri tarato
a 1.800 g/min arriviamo a un massimo intorno ai 400 cavalli,
troppi per un cambio totalmente meccanico: le sole macchine in grado di erogare continuativamente potenze del
genere avevano una trasmissione con ingranaggi di modulo
assai superiore, oltre a motori di cilindrata doppia, in grado
di superare agevolmente i picchi di potenza senza portare i
materiali a fatica. L’elettronica consente infatti di cambiare
il rapporto mantenendo il motore intorno ai valori di massima coppia erogata, con sensori in grado di rilevare, oltre allo
sforzo, anche eventuali surriscaldamenti dovuti a difficoltà di
Dove finisce la trattrice incomincia l'attrezzo ed è questa
la voce di costo che in molti casi può indurre a non cercare
la massima potenza nel mezzo di trazione.
34
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Il “120” gommato ha un allestimento ben diverso quando
viene venduto a un agricoltore – per il quale rappresenta
sovente il mezzo più potente – o a un professionista
della meccanizzazione.
lubrificazione o cicli termici troppo gravosi; la miriade di dati
accumulati durante la messa a punto del motore, nelle prove a caldo, permette sempre di trovare il punto di equilibrio
rispetto alle condizioni di esercizio, evitando di affaticare il
propulsore.
Occhio al costo dell’attrezzo
Questa flessibilità nella determinazione della potenza erogabile ha fatto sì che, nell’ambito di una stessa serie, le differenze
di prezzo fra le varie tarature – un tempo assai sensibili – si
stiano progressivamente riducendo, portando i vari modelli a
prezzi piuttosto vicini. Il restringimento della forbice sta inevitabilmente spingendo le imprese agromeccaniche, principali, se
non unici, acquirenti delle trattrici di gamma alta, a scegliere
i modelli di maggiore potenza. Non bisogna però dimenticare
che i cavalli sotto al cofano non si pagano solo con l’acquisto
della trattrice: dove questa finisce incomincia l’attrezzo, ed è
questa la voce di costo che in molti casi può indurre a non
cercare la massima potenza nel mezzo di trazione.
A parte il rischio di perdere dei pezzi, cosa accaduta di frequente nella scorsa campagna, caratterizzata da una primavera assai umida a cui fece seguito un’estate siccitosa, le attrezzature devono sempre essere proporzionate alla trattrice.
Dover andare piano per non rompere nulla fa perdere il vantaggio della versione più potente e porta a un costo unitario
più elevato, sia per la maggiore incidenza dei costi fissi sia per
l’impossibilità di sfruttare tutta la potenza che il mezzo promette. Infine, la sostituzione di una trattrice con una nuova di
classe maggiore può comportare la sostituzione dell’intera attrezzatura, con un costo la cui entità deve essere attentamente valutata, specie se le superfici dominate restano costanti o
si incrementano in misura non proporzionale.
SPECIALE TRATTORI
MERCATO DIFFICILE
I COSTRUTTORI SI ADEGUANO
Le vendite non accennano
a ripartire. E qualcuno pensa
a ristrutturare le proprie reti
di vendita
di Roberto Guidotti
I
l segnale negativo costante nel mercato dei trattori agricoli, con immatricolazioni scese al minimo storico (un
passo indietro di oltre 40 anni), sta cominciando ad avere
le prime ripercussioni sulle reti di vendita. Pare infatti che un
costruttore estero sia deciso a operare una profonda ristrutturazione nella rete dei propri concessionari che metterà in difficoltà alcune regioni del Sud: un'indiscrezione che, se confermata, potrebbe lasciare scoperti vasti territori dal punto di vista
dell'assistenza post vendita.
È tuttavia un dato di fatto che il mantenimento di una rete di
distribuzione rappresenta una delle componenti più importanti
del costo di acquisto di una macchina agricola, il cui costo di
produzione è molto lontano dal prezzo di listino. Se vogliamo
essere più precisi, una macchina agricola ha un costo al kg
assai più elevato di un autocarro, nonostante la tecnologia – in
termini di sperimentazione e materiali impiegati – sia in buona
parte analoga: nell'uno e nell'altro settore prestazioni, consumi
e affidabilità sono ormai divenuti i principali parametri su cui si
gioca il buon nome di un marchio.
A difesa dei costruttori di trattrici agricole, però, dobbiamo
dire che i numeri sono
ben diversi: un trattore
stradale viene costruito in decine di migliaia
di esemplari, con differenze di allestimento
minime; sulle trattrici agricole le varianti
sono praticamente infinite, mentre i numeri
– al top di gamma –
La riduzione catalitica
selettiva può far
risparmiare anche
il 10% di gasolio
rispetto ai motori
a iniezione diretta
a bassa pressione.
36
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Il mantenimento di una rete di distribuzione rappresenta
una delle componenti più importanti del costo di acquisto
di una macchina agricola.
sono di centinaia o, al massimo, di qualche migliaio di pezzi.
Inoltre, fra limiti di velocità e tempi di guida, l'autocarro pesante
o medio non subisce le sollecitazioni di una macchina agricola,
impegnata spesso al limite delle proprie possibilità e, soprattutto, della potenza nominale.
Macchine agricole come auto da corsa
Mentre il “pesante” da seicento cavalli la dice tutta solo su alcune salite autostradali – valichi alpini e appenninici – e per giunta
solo negli “strappi” più ripidi, chi acquista una trattrice da 300
cavalli la abbina a un'attrezzatura in grado di sfruttare tutta la
potenza, secondo il principio che la macchina deve rendere ciò
che costa.
Questo porta la macchina agricola ad assomigliare più ad
un'auto da corsa che a un mezzo da lavoro, e questo giustifica
il prezzo di vendita; quando ci si lamenta che una trattrice
non dura più di 10.000 ore senza interventi, come accadeva
con certe storiche macchine del passato, dimentica che erano
motori tranquilli, con consumi unitari elevati e con intervalli di
manutenzione frequenti.
Se oggi un motore può lavorare per 500 o 600 ore prima di
cambiare l'olio, i tre cambi in meno hanno un costo che, sulla
vita della macchina, ha un'incidenza economica rilevante, senza contare il minor consumo di gasolio.
Un risparmio di soli 5 euro l'ora (fra materiali e consumi), sempre riferendoci alle 10.000 ore, comporta un minor costo complessivo di ben 50.000 euro: non sono spiccioli e possono
aiutarci a capire che investire sulla tecnologia, a lungo andare,
paga sempre.
Non si tratta di un risparmio da poco: una macchina da 300
cavalli consuma dai 45 ai 50 litri/ora, quando impegna tutta la potenza disponibile. I nuovi motori a riduzione catalitica
selettiva del particolato hanno una temperatura di combustione e un rendimento assai elevati che, oltre a inquinare di
meno, consentono un risparmio di gasolio variabile dal 3 al
5% rispetto ai motori a ricircolo dei gas di scarico, che pure
rappresentavano un notevole progresso rispetto al passato.
Non è azzardato affermare che questa tecnologia, resa obbligatoria dalle norme antinquinamento, possa far risparmiare
anche il 10% di gasolio rispetto ai motori a iniezione diretta a
bassa pressione, che avevano dominato il mercato fino alla
fine del secolo scorso. Merito dell'elettronica di gestione del
motore, il cui sviluppo richiede però tempi lunghi e profusione
di uomini e mezzi: quanto detto sul fabbisogno di potenza,
diverso fra i motori per uso agricolo rispetto a quelli dei veicoli
industriali, impedisce infatti di mettere a frutto le esperienze
attuate per i mezzi stradali.
Molto spesso i motori per impieghi diversi hanno in comune
solo le caratteristiche geometriche – alesaggio e corsa – oltre
alla forma della camera di combustione; cambia invece l'erogazione della coppia e della potenza, oltre alla taratura del regolatore dei giri, in modo che per ogni velocità del cambio la
potenza resti praticamente costante se diminuisce il regime.
L'integrazione fra motore e cambio raggiunge il massimo nelle
trasmissioni continue, dove il rapporto di trasmissione complessivo è stabilito in funzione della coppia resistente, e quindi
della potenza richiesta.
Guasti e fermi macchina
Benché le trattrici attuali siano progettate per garantire la massima affidabilità, le condizioni di impiego sono sempre dure e i
guasti, anche se infrequenti, determinano spesso il fermo della
macchina. Le macchine convenzionali di qualche decennio fa
davano qualche segno premonitore come la difficoltà di inserimento di una marcia o l'aumento della rumorosità a caldo;
l'elettronica in questi casi agisce prontamente, mettendo il
trattore in sicurezza, ma gli effetti immediati non sono particolarmente apprezzati dagli utenti. E dire che una scatola del
cambio che si apre a metà è un grosso guaio, senza contare
il costo: ma anche una fermata apparentemente ingiustificata
viene vissuta come un grave inconveniente.
Il problema sta spesso nell'impostazione di fondo del sistema
di comunicazione: il costruttore tende a semplificare il più possibile l'impiego della macchina, dando per certo che l'utilizzatore non capisca nulla di meccanica. Questo contrasta in parte
con le logiche di gestione degli accessori, dai sollevatori ai
distributori aggiuntivi, le cui funzionalità non sono immediate e
presuppongono la presenza di un operatore esperto, o quanto
meno in possesso di una formazione specifica. Solo le segnalazioni sugli inconvenienti minori vengono reputate all'altezza
del trattorista: per quelli più gravi si fa riferimento unicamente
all'assistenza.
È davvero singolare che si debbano attendere due giorni per
Le trattrici attuali sono progettate per garantire la massima
affidabilità, ma i guasti, anche se infrequenti, determinano
spesso il fermo della macchina.
capire che si è staccato un filo o si è guastato un sensore: o
le macchine non sono “intelligenti” quanto vogliono sembrare,
oppure bisogna cambiare completamente la strategia dell'assistenza. Forse due giorni sono pochi per chi pensa che un
trattore che lavora solo 1.000 ore sulle 8.760 che ci sono in
un anno abbia tutto il tempo per aspettare: ma sono tanti per il
contoterzista che deve lavorare 1.000 ore su 1.050 disponibili
in una stagione, tenendo conto delle colture praticate, dei trasferimenti e dei capricci del tempo.
Le soluzioni ci sarebbero già, e più di una: dotare ogni trattore
di una scheda telefonica di trasmissione dati per trasmettere in
tempo reale la diagnostica all'officina di riparazione, su un server da consultare alla chiamata o tramite allarme; dotare ogni
utilizzatore (sufficientemente esperto) del software di ricerca dei
guasti; dotare direttamente il trattore di un'interfaccia di diagnosi compatibile con smartphone o tablet, se non addirittura
visibile sul display del computer di bordo. Pare invece che la
maggior parte dei costruttori continui a proporre i pacchetti di
manutenzione programmata, a prezzi invero piuttosto elevati,
che tuttavia non risolvono completamente il problema dei guasti accidentali; il famoso connettore del nostro esempio potrebbe infatti staccarsi un'ora dopo che il furgone dell'assistenza è
scomparso alla vista.
Assistenza e garanzia
Le reti di assistenza non sono tutte uguali: accanto a chi si
spende senza risparmio, garantendo la reperibilità continua (7
giorni su 7, 24 ore al giorno), pare ci siano concessionari che se
la prendono più comoda e tirano giù la serranda il venerdì sera
per riaprire il lunedì. Il problema è grave soprattutto nelle aree
più periferiche e caratterizzate dai minori volumi di vendita,
dove la rarefazione dei concessionari rischia di far scomparire
certe marche, al di là della loro effettiva qualità, a vantaggio di
altre assistite con maggiore sollecitudine.
Un altro punto dolente è rappresentato dalla garanzia: se le
norme comunitarie hanno stabilito regole precise a tutela dei
consumatori, i mezzi di impiego professionale continuano a godere di una garanzia di durata troppo breve in relazione al loro
valore intrinseco e alle condizioni di impiego. Dovremo vedere
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
37
SPECIALE TRATTORI
lo stesso fenomeno realizzatosi con le automobili, con marche
emergenti che garantivano ogni esemplare quasi a vita, e che
nel volgere di pochi anni hanno soffiato il primato a marchi prestigiosi?
Probabilmente no, le trattrici sono mezzi estremamente specifici: tuttavia c'è già qualcuno che, in caso di manifesta debolezza costruttiva, ha sostituito il trattore difettoso con uno nuovo
di zecca, senza nemmeno pretendere un indennizzo per l'uso.
Certi comportamenti hanno un valore pubblicitario indiscutibile,
specialmente nell'era della comunicazione, in cui fra cellulari e
internet gli scambi di opinioni fra gli utenti professionali sono
più capillari di quanto si creda.
Dobbiamo inoltre considerare che il mercato italiano di trattrici
oltre i 250 cavalli è piuttosto ristretto e non conta più di qualche
migliaio di imprenditori, prevalentemente contoterzisti e aziende agricole di grandi dimensioni. Senza arrivare alla sostituzione completa di una macchina, una maggiore flessibilità in
termini di garanzia è divenuta ormai indispensabile: un cambio
che cede a sole 2.000 ore rappresenta una perdita, sul piano
dell'immagine, che può essere recuperata solo attraverso una
politica commerciale più accurata in termini di assistenza post
vendita. Fra l'altro la casa automobilistica che garantisce una
utilitaria per 150.000 km non si assume da sola tutto il rischio,
ma si avvale di una copertura assicurativa fornita da una società del settore, in grado di gestire l'accertamento dei guasti, le
riparazioni ed i relativi costi con criteri specifici.
38
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
La maggior parte dei costruttori continua a proporre pacchetti
di manutenzione programmata.
Queste sono le esigenze maggiormente sentite da chi acquista
oggi una trattrice di gamma alta: il rischio d'impresa esiste, è
accettato consapevolmente e nessuno si sogna di tirarsi indietro, ma chi produce un bene o un servizio è tenuto a risponderne di fronte al cliente, in qualunque settore produttivo.
PROVATO DA VOI
La macchina
è stata valutata dopo
900 ore
di lavoro
IRRORATRICE MAZZOTTI
IBIS 2400 P-MAX
di Ottavio Repetti
È
la “piccolina” della sua serie,
ma non per questo è una macchina piccola in senso assoluto. Quando si parla di Mazzotti, infatti,
le dimensioni assumono sempre un
significato relativo, visto che questo
L'irroratrice di Zatti è equipaggiata
con una barra da 21 metri, la più
grande per questo modello di Ibis.
40
costruttore è abituato a lavorare con
l’estero e dunque a realizzare irroratrici
che sopportino almeno 24 metri di barra, con dimensioni e volumi di cisterna
conseguenti.
Dunque, una “piccola” del noto costruttore ravennate non è così piccola
nel panorama italiano. È proprio il caso
della Ibis 2400 P-Max protagonista di
questo Provato da voi, che il costruttore descrive come macchina con
“Motore potente, trazione integrale e
ingombri estremamente ridotti”.
Per vedere quanto questo ritratto corrisponda al vero siamo andati a casa
di Angelo Zatti, contoterzista reggiano, oltre che presidente dell’Apima
provinciale da 15 anni. Zatti gestisce
una società assieme ai cugini Dante e
Giuliano e la Mazzotti è stata acquistata, ovviamente, per dare una risposta
d’alto livello ai clienti che chiedono in-
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
L Ibi
La
Ibis 2400 P
P-Max
M provata per voii
nel Reggiano.
terventi fitosanitari. «La usiamo per i diserbi, ma soprattutto per i trattamenti.
Principalmente su grano e mais, poi su
quel poco di bietole che è rimasto qui
nel Reggiano; inoltre sulla medica e in
parte su soia e sorgo», ci spiega il proprietario. Che aggiunge: «È, in effetti, la
più piccola della sua gamma, ma per
la realtà di questa zona è quasi troppo
grande, nel senso che non riusciamo a
sfruttarla al massimo delle sue potenzialità».
Acquistata nel 2012, l’irroratrice arri-
PROVATO DA VOI
I DIFETTI
I PREGI
+
+
+
Motore e trasmissione
efficienti: permettono di uscire
da situazioni difficili senza
troppi problemi (1)
Ottima precisione di lavoro,
grazie anche al sistema di
guida satellitare con chiusura
automatica delle sezioni in
caso di sovrapposizione
Buona autonomia e buon
sistema di sospensioni (2)
1
-
Rottura di un motore idraulico
durante l'ultima campagna
Comandi piuttosto complicati,
a un primo approccio, ma poi
facili da gestire (3)
2
3
Computer Teejet. Oltre a essere
estremamente preciso, integra
il dispositivo di navigazione satellitare
(che si serve però di un proprio
terminale) ed è in grado di variare
l'erogazione a seconda delle indicazioni
ricevute via Gps.
va dopo un’altra Ibis. Una 1500, che
ai cugini Zatti ha lasciato un ottimo ricordo. «Questa, comunque, è un’altra
cosa: ha il motore più potente e più
forza nella trasmissione. Diciamo che
con la vecchia macchina quando ci si
trovava nel bagnato si potevano avere problemi, mentre con la 2400 se ne
esce sempre bene».
Motore e trasmissione
Merito sia del motore sia, naturalmen1
4
te, della trasmissione; andiamo ad analizzarli più nei particolari. Per il primo,
Mazzotti si affida a Perkins: un quattro
cilindri da 145 cavalli con tecnologia
Egr. Per la seconda abbiamo una pompa Sauer che alimenta quattro motori
Poclain – su cui, come vedremo, si è
avuta l’unica noia della macchina – e
doppia trazione sempre inserita, con
sospensioni e sterzata sulle quattro
ruote e cambio a quattro velocità.
«Il motore è molto valido. Come ho
2
detto, permette di uscire da situazioni
difficili, per esempio in terreni molto pesanti. In 900 ore non ci è mai capitato
di essere a corto di cavalli».
A questo risultato contribuisce ovviamente anche la trasmissione. «Al riguardo, è importante il sistema Srs,
un antislittamento che in caso di difficoltà impedisce all’olio di ritornare nel
circuito. Così continua a spingere e
la macchina viene fuori dal pantano».
Fortunatamente, continua Zatti, queste
3
1. Con le sue dimensioni compatte
e la sterzata su quattro ruote la Ibis
2400 è una delle macchine
più maneggevoli della serie.
2. Manica d'aria di Toselli per trattare
con efficacia anche su prodotto
già sviluppato.
3. Il sistema di regolazione dell'altezza
è manuale. Angelo Zatti nono ha infatti
voluto il bilanciamento automatico
della barra.
4. Sospensioni con accumulatori d'azoto
per ridurre l'effetto delle oscillazioni.
1
PROVATO
DA VOI
2
3
1. Cabina sufficientemente ampia
e con buona visibilità.
3. La leva multifunzioni è, come
sempre, la vera centrale di comando
dell'irroratrice.
2. Condizionatore manuale, una soluzione
standard per questo tipo di macchine
ma comunque efficiente, secondo
il proprietario.
4. Le regolazioni secondarie sono
di fianco al computer, sulla consolle
destra della cabina.
LA PAGELLA
DISTRIBUZIONE 8: eccellente rispetto delle dosi e nessuna
42
4
sovrapposizione grazie al sistema satellitare integrato nel computer
di bordo
ELETTRONICA 7,5: Teejet assicura la massima precisione nei dosaggi e in
più, grazie al satellite, sostituisce l’operatore nella chiusura delle sezioni in
sovrapposizione.
PRESTAZIONI 7: con una barra da a 21 metri a manica d’aria e 2.400 litri
di serbatoio, la Ibis di Mazzotti è un’irroratrice in grado di trattare superfici
importanti, pur mantenendo una buona manovrabilità
VERSATILITÀ 7: lavora su tutti i cereali e poi su medica, bietole, soia. Un
metro di luce da terra rende possibile trattare anche colture già sviluppate.
Grazie alla gommatura da 600, infine, si può lavorare con terreno pesante
TRASMISSIONE 7: idrostatica, con pompa Sauer e motori Poclain: quanto
di più tradizionale (ma anche efficiente), insomma. Elogi per la regolazione
idraulica della carreggiata. Da segnalare il guasto a un motore
MANEGGEVOLEZZA 7: tra le cose migliori della Ibis 2400. Non soltanto
per le quattro ruote sterzanti, ma anche per il passo corto e le dimensioni
contenute
CONDIZIONI DI LAVORO 7: macchina confortevole e ben progettata.
Adatta a un utente professionale e a lunghe permanenze in cabina
ASSISTENZA 7: si è ben comportata in occasione dell'unico guasto subito
dalla Ibis
AFFIDABILITÀ 6,5: un solo guasto, anche se serio: la rottura di uno dei
motori idraulici Poclain. Sostituzione effettuata in garanzia sebbene si fosse
fuori dai tempi. Per il resto, nessun problema in 900 ore di lavoro
BARRA 6,5: in acciaio, con bilanciamento manuale. Comunque efficiente
MOTORE 6,5: Perkins, 145 cavalli. Finora sono sempre stati più che
sufficienti. I consumi, dice il proprietario, sono contenuti
CABINA E COMFORT 6,5: sospensioni indipendenti sulle quattro ruote
e buon comfort sul sedile di bordo. Visibilità elevata su tutti i lati e buon
condizionatore. Anche il volume è adeguato al tipo di macchina
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
situazioni estreme non sono così comuni. «Per migliorare il galleggiamento
la Mazzotti monta pneumatici Michelin
da 600” e devo dire che danno un buonissimo risultato. Ci è capitato, a volte,
di fare trattamenti su bietole già emerse
e grazie ai talloni molto alti e distanziati
i danni sono stati minimi.
Certo, la pianta che si trovava proprio
Piantone dello sterzo «minimale»
per migliorare la visibilità.
PROVATO DA VOI
MAZZOTTI IBIS 2400 P-MAX, COSTO ORARIO PER IL CONTOTERZISTA (€)*
Costi fissi
Costo storico
100.000
Interessi (anni 5)
+25.000
Costi manutenzione e riparazione
+40.000
Recupero per vendita
-30.000
Totale
135.000
- all’anno
16.875
- all’ora
18,7
Costi variabili
Consumo gasolio
9,00
Manodopera
22,00
Costi amministrativi
4,97
Costo fisso all’ora
18,7
TOTALE COSTO ORARIO
Il motore, un Perkins 4 cilindri da 145
cv, fornisce tutta la potenza necessaria,
senza andare in affanno anche
nei momenti difficili.
54,7
* 900 ore annue d'impiego dichiarate
remmo riusciti, perché il terreno era
bagnato».
Sempre a proposito di trasmissione,
un aspetto interessante è la possibilità
di regolare idraulicamente la carreggiata tra 1,5 e 1,8 metri (o, a richiesta,
tra 1,8 e 2,25 metri). «Sulla vecchia
macchina si doveva intervenire manualmente ed era una cosa abbastanza laboriosa. Certamente la comodità
della 2400 non è paragonabile», dice il
contoterzista.
Anche il sistema di sterzatura soddisfa
il proprietario. «È senza dubbio molto
maneggevole, anche perché è corta
di passo e contenuta nella lunghezza
totale, dunque si manovra agevolmente già soltanto con la sterzata anteriore
2
3
1. Impianto di premiscelazione dotato
di movimento idraulico per una gestione
più semplice e sicura.
4
Costi fissi
Per costo storico viene considerato il prezzo effettivamente pagato dal contoterzista e non il
prezzo di listino. L'ammortamento è considerato di 8 anni. Gli interessi sono calcolati considerando un piano di finanziamento di 5 anni al tasso medio del 5%. I costi di manutenzione
sono calcolati imputando al 5% annuo del costo storico. Il recupero di vendita è valutato nel
30% del costo storico.
Costi variabili
Il consumo di gasolio è considerato in litri al prezzo di 0,90 euro/litri e poi trasformato in
costo orario. Il costo della manodopera è stato considerato in 22 euro all'ora. I costi amministrativi (assicurazione, costi burocratici, personale d'ufficio, spese di rappresentanza, oneri
per la sicurezza) sono valutati al 10% del costo storico.
sotto al tallone è rimasta schiacciata,
ma le altre non avevano praticamente nulla. Se avessimo dovuto lavorare
nell’interfila, con ruote strette, non sa-
1
2. La regolazione idraulica della
carreggiata è una delle innovazioni
che più sono piaciute ad Angelo Zatti.
3. Sospensioni indipendenti sulle ruote:
riducono i sobbalzi ed evitano problemi
strutturali anche quando si lavora
con la cisterna piena.
4. Pompa a membrana da 280 litri al
minuto per la distribuzione del prodotto.
PROVATO DA VOI
1
2
3
4
1. L'impianto per lo schiumogeno,
sebbene inutile vista la presenza
del satellite, è stato lasciato in sede.
Potrebbe servire in caso di guasti
al sistema di controllo via Gps.
2. Una pompa dedicata al caricamento
della cisterna riduce i tempi morti.
3. Cofano in vetroresina completamente
ribaltabile: l'accesso a motore e filtri
è assicurato.
La pompa della trasmissione idraulica è
stata collocata sul muso della macchina,
mentre i radiatori si trovano sul fianco
destro, dietro alla cabina.
4. Cabina tutta vetrata: coniuga ottima
visibilità e una linea gradevole.
Anche se spesso dobbiamo lavorare in
appezzamenti di piccola dimensione,
si riesce a operare senza grandi difficoltà».
Completiamo il quadro citando il triplo
circuito di raffreddamento (olio motore, olio idraulico e climatizzatore),
la velocità massima di 32 km orari e
il metro di luce da terra, molto utile
quando si deve lavorare su prodotto
già alto.
La distribuzione
L’aspetto più importante, in un’irroratrice, è naturalmente quello dell’irrorazione. L’Ibis 2400 P-Max si avvale di
una pompa a membrana da 280 litri al
minuto che alimenta una barra Toselli
da 21 metri, con manica d’aria. Il serbatoio, come si intuisce dal nome del
modello, ha una capacità di 2.400 litri,
con 120 litri per il lavaggio dell’impianto, e si carica grazie a una seconda
pompa da 350 litri al minuto.
«La scelta di usare una pompa soltanto per il caricamento è indovinata,
perché riduce di molto i tempi morti»,
fa notare Zatti, che promuove anche la
barra: «21 metri sono fin troppi per le
nostre realtà. Naturalmente è divisa in
sezioni – sette per la precisione – che
si possono chiudere per evitare sovrapposizioni. Un aspetto da sottolineare è che la botte è dotata di sistema
L’azienda
Fondata dal padre e dagli
zii dell'attuale titolare
negli anni Quaranta, la
ditta Zatti è attualmente
gestita da Angelo e dai
cugini Dante e Giuliano,
eredi diretti dei fondatori.
La sede è a Poviglio,
provincia di Reggio Emilia.
Qui gli Zatti eseguono
lavori agricoli di ogni
tipo, oltre a qualche
attività industriale. Per
44
esempio, i livellamenti
con lame agricole.
Queste ultime hanno un
ruolo importante anche
nell'attività a servizio
del settore primario,
sebbene non manchino,
per quest'ultimo, le
tradizionali semine,
arature e preparazioni
del terreno. Senza
scordare, naturalmente, i
trattamenti.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Angelo Zatti.
PROVATO DA VOI
La risposta della casa costruttrice
R
ingrazio innanzitutto Angelo Zatti per il giudizio
sulla nostra macchina, è ovviamente gratificante
quando si sente parlare bene della propria ditta.
Non ho molto da dire relativamente alla presentazione,
che ritengo chiara ed esaustiva, ma ci tengo a precisare
che il motore rotto menzionato è un Poclain, produttore
serissimo francese; da questo fornitore acquistiamo circa
700 motori all'anno e siamo estremamente soddisfatti
della qualità. In questo caso specifico è stato confermato
da Poclain un difetto interno a un cuscinetto, caso
atipico, ma che lavorando può capitare.
La nostra società punta moltissimo sul servizio assistenza
che opera sette giorni su sette e sono molto felice che
anche il Sig. Zatti ne abbia apprezzato la tempestività e
l'efficienza.
Carlo Mazzotti
La macchina
Esemplare più piccolo della
famiglia Ibis, la 2400 P-Max
è una irroratrice che offre
comunque prestazioni assai
interessanti, soprattutto
per il nostro paese. Ha
una cisterna da 2400 litri
e sopporta barre fino a
21 metri (la più piccola ne
misura 14) Equipaggiata con
un motore da 145 cv, monta
trasmissione idrostatica o
a variazione continua. La
pompa, a membrana, ha
una capacità di 280 litri al
minuto, mentre per il carico
è prevista una seconda
pompa, da 350 litri. Si tratta
di una irroratrice adatta a
un impiego professionale
e ad appezzamenti anche
di notevole dimensione,
sebbene la maneggevolezza
unita al passo corto la renda
efficiente anche su spazi
contenuti.
satellitare. Lo monta direttamente la
Teejet, ovvero la ditta che ha realizzato
il computer di gestione. Grazie al Gps
si lavora senza schiumogeno, ma soprattutto senza sovrapposizioni, che
nei trattamenti sono particolarmente
dispendiose. Utilizzando l’integrazione
tra macchina e satellitare, la Mazzotti
può chiudere automaticamente le sezioni, così chi sta al volante si deve
preoccupare soltanto di seguire il
tracciato. Qualche anno fa sembrava
fantascienza, oggi è una dotazione tutto sommato comune, ma della quale
non si può più fare a meno. È finito il
tempo in cui si facevano i trattamenti a occhio, soprattutto in copertura».
Per gli esperti del settore aggiungiamo
che sulla Ibis 2400 P-Max è montato
un Teejet 844. «Un sistema preciso
al 100%. Del resto su questo tipo di
macchine la precisione è una condizione a cui non si può rinunciare», fa
notare il contoterzista.
Che prosegue elogiando il funzionamento della barra. «Anche la manica
d’aria lavora nel migliore dei modi. È
un accessorio importante, soprattutto quando si interviene su colture già
alte. Arrivare alla vegetazione più vicina a terra senza manica d’aria sarebbe
impossibile». Buono anche il bilanciamento, che è però manuale, dal momento che Zatti non ha voluto il sistema di autolivellamento.
Vantaggi e svantaggi
Completiamo la descrizione con un
accenno alla cabina: climatizzata, con
ottima visibilità e comandi raggruppati
sulla leva multifunzioni. «Senz’altro una
cabina in cui si sta bene. Non è enorme, nel senso che c'è spazio per uno
solo, ma su queste macchine è la norma. Per essere una monoposto, anzi,
non è una cabina piccola. La visibilità
è alta su ogni lato e il condizionatore
fa il suo dovere senza grossi problemi.
I comandi sono abbastanza ben organizzati. Non sono tra i più semplici, ma
una volta capito come funzionano, si va
avanti senza problemi».
Tutta la macchina è ben studiata, per
Zatti: «Ha alcuni accorgimenti assai
interessanti. Per esempio la pompa
dedicata al caricamento e il sistema di
guida satellitare. La barra ha prestazioni
molto buone e nel complesso Mazzotti
è sinonimo di affidabilità. Senz’altro un
buon acquisto».
L'affidabilità, nelle prime 900 ore di lavoro, è stata più che accettabile. Con
un neo: la rottura di uno dei motori
idraulici anteriori. «È successo nella
campagna 2013, quando la macchina aveva circa 600 ore. La cosa mi ha
sorpreso parecchio, perché rompere
un motore idraulico a 600 ore non è
normale, a meno che non vi sia un difetto di fabbrica. A ogni modo, la ditta
si è comportata in modo impeccabile:
sebbene fossimo fuori garanzia, hanno
sostituito il pezzo senza chiedere soldi.
La serietà di un costruttore si vede soprattutto in questi frangenti».
Nel prossimo numero
TRATTORE
JOHN DEERE 6210R
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
45
RIVISTO DA VOI
La macchina
è stata valutata dopo
La CX8090 oggetto del Provato da voi
di due anni fa.
2.000 ore
di lavoro
MIETITREBBIA
NEW HOLLAND CX8090
EJ5LQR%UHVFLDQL
U
na mietitrebbia che fa più che degnamente il proprio compito, regala
un prodotto pulito, con poche perdite e in quasi 1.800 ore di lavoro non ha
praticamente avuto guasti, se escludiamo
un problema elettrico all'impianto di climatizzazione. Che altro si può volere di più? Infatti i fratelli Rosina non chiedono molto altro
alla loro CX8090 Elevation, che vedemmo
lavorare già due anni fa in quel di Carceri
(Pd) e per la quale torniamo orai a fare la nostra consueta prova d'appello del Rivisto da
voi. Abbiamo trovato la macchina al lavoro
sulla colza: un prodotto non troppo difficile
ma nemmeno dei più facili, se le condizioni
climatiche e ambientali non sono buone. La
macchina però stava lavorando senza grossi problemi e sfornava una granella pulita,
soprattutto. Ce lo conferma anche Moreno
1
1. La trasmissione era già stata elogiata
due anni fa come una delle cose migliori
della CX e si è confermata al top.
Rosina, operatore abituale della CX: «Per
essere una convenzionale – ci dice – raccoglie colza senza grandi difficoltà e soprattutto senza perdite».
Ma la CX8090 non se la cava bene soltanto su colza, come ci spiega ancora Rosina:
«Lavora ottimamente anche su un prodotto difficile come la soia. Per esempio, nel
2013 ha raccolto molta soia in condizioni
proibitive, vista la cattiva stagione. Abbiamo
lavorato – prosegue Rosina – con prodotto
bagnato, una situazione nella quale la mietitrebbia tende a sporcarsi all'interno. Tuttavia la CX ha dimostrato di saper lavorare
bene e di dare un prodotto sostanzialmente pulito; soprattutto senza grosse perdite.
Naturalmente – conclude il contoterzista –
quando la soia è asciutta il lavoro è migliore:
su soia bagnata qualsiasi macchina ha dei
2
2. Anche dopo duemila ore di lavoro
il prodotto è sempre pulito e le perdite
sono contenute.
problemi». Per questa trebbiatura i Rosina
utilizzano una barra da 7 metri e mezzo specifica per la soia. «La dimensione è adatta
alla potenza del motore, che è di oltre 400
cavalli. Non abbiamo mai avuto difficoltà,
nemmeno sul terreno bagnato; ma questo
non soltanto per merito della barra, ma soprattutto della doppia trazione, che a nostro
avviso è il vero asso nella manica di questa
macchina».
Trasmissione al top
Proprio la trasmissione era già stata elogiata
due anni fa come una delle cose migliori della CX. A quel tempo era stata testata
nella difficile stagione del 2010, quando il
terreno pesante aveva complicato la vita
alle mietitrebbie della zona. L'esperimento
è stato ripetuto, con il medesimo succes3
3. Uno degli aspetti più interessanti
del motore nel compilare questa seconda
prova è la tenuta dei consumi.
RIVISTO DA VOI
so, lo scorso anno, come si diceva soprattutto sulla soia, raccolta quasi tutta sotto il
bagnato. «Con la pioggia tante macchine
hanno avuto difficoltà – ci spiega ancora
il contoterzista – ma non la CX. La 8090
ha raccolto tutto quello che doveva raccogliere, senza mai lasciare indietro neanche
una porzione di campo. Sono soddisfazioni
anche per noi dell'azienda. La 8080, un'altra macchina che abbiamo in azienda, per
esempio, non ha avuto le medesime prestazioni. Il comportamento è diverso, c'è
poco da fare, e a mio parere gran parte del
merito va alla trasmissione».
Naturalmente non possiamo dimenticare il
motore, un Fpt Cursor 10 da 455 cv, ovvero 335 kW. Si tratta di un 6 cilindri in linea
con iniettori-pompa e un volume di 10,3 litri
che fornisce alla macchina tutta la potenza
di cui ha bisogno. Riguardo al motore, uno
degli aspetti più interessanti da considerare
nel compilare questa seconda prova è la tenuta dei consumi. Come si sta comportando da questo punto di vista la 8090? Molto
bene, ci dice Moreno Rosina. «I consumi
sostanzialmente sono rimasti quelli di due
anni fa, quando la macchina era nuova. Ci
vogliono all'incirca 20 litri per ettaro. Naturalmente anche le prestazioni del motore sono
sostanzialmente invariate, ma questa non è
una sorpresa dal momento che la macchina ha lavorato per il momento soltanto per
1.800 ore scarse: troppo poche perché il
motore cominci a soffrire di stanchezza».
Tra le cose che non sono cambiate, fortunatamente, ci sono anche le prestazioni
della trebbiatura. Il prodotto è sempre pulito e le perdite, come abbiamo già detto,
sono comunque contenute. Resta invariato
LA PAGELLA
PRESTAZIONI 7,5 (7,5): prestazioni invariate dopo quasi duemila ore
di lavoro. Sempre efficiente nella qualità e anche nella quantità della
produzione. Trasmissione ancora tra le cose migliori della macchina
VERSATILITÀ 7,5 (7): buona capacità di lavoro anche su prodotti meno
tradizionali dei classici grano e mais. Per esempio, colza o soia
SISTEMA TREBBIANTE 7 (7,5): buon prodotto, in generale. Qualche
difficoltà con la soia umida, ma si tratta di condizioni davvero estreme
ELETTRONICA 7 (7): anche in questo caso, nulla poteva variare rispetto
al test originario
AFFIDABILITÀ 7 (7): un guasto davvero di poco conto in 1.800 ore di lavoro.
La speranza è che continui sulla stessa strada
PRODUTTIVITÀ 7 (7): capacità di lavoro davvero interessante per una
macchina a scuotipaglia
CONDIZIONI DI LAVORO 7 (6,5): pochissimi cambiamenti in cabina.
Il rumore è sempre contenuto e non si è notato aumento di vibrazioni
TAGLIO E RACCOLTA 6,5 (6,5): la barra da soia fa più che degnamente il suo
lavoro, raccogliendo il prodotto anche con cattive condizioni ambientali
N.B. Tra parentesi il voto riportato nel Provato da voi di due anni fa.
anche il trattamento della paglia; che trattandosi di una macchina convenzionale è
sempre buono. Un aspetto interessante
soprattutto per i clienti dell'azienda Rosina.
Le rotture – intendiamo quelle della granella – sono contenute, come era stato detto due anni fa, ed è un po' una sorpresa
per una macchina a scuotipaglia. «Sicuramente sotto questo aspetto la 8090 non
ha naulla da invidiare alle più prestanti CR
e alle macchine assiali in genere», aveva
spiegato Rosina a suo tempo. Oggi, anzi,
con le ore fatte gli organi di trebbiatura si
sono leggermente smussati e danno un
prodotto ancora migliore.
La risposta della casa costruttrice
“2
.000 Ore Non Stop” riassume tutti i contenuti in termini di performance e
affidabilità della CX 8090. Moreno Rosina che ringraziamo, è stato complice
di questo successo portando con la sua elevata professionalità nell’utilizzo della CX a
livelli di performance e qualità della granella oltre ogni aspettativa anche con stagioni
di raccolta non sempre ottimali. L’articolo parla chiaro. Stagione dopo stagione la CX
8090 ha mostrato tutto il suo valore confermandosi a un livello di eccellenza senza
pari. La polivalenza di impiego, le performance in campo, il trattamento del prodotto, i
consumi ridotti, l’efficienza di tutte le parti meccaniche sono ciò che ogni possessore di
una mietitrebbia vorrebbe avere. Bene. Oggi è possibile. Oggi la gamma CX 7000/8000
Elevation si è appropriata del titolo di Super Conventional Combine che la identifica
come l’eccellenza delle mietitrebbie a scuotipaglia.
Paolo Andreone
Marketing and Communication Manager Italia New Holland Agriculture
Un solo guasto
Un'altra cosa che non ha subito cedimenti con il tempo è il comfort in cabina, dove
troviamo naturalmente una visibilità invariata
ma anche una rumorosità ancora contenuta entro limiti molto ridotti. «Non sono aumentate nemmeno le vibrazioni – aggiunge
Rosina – e da questo punto di vista la CX
sembra ancora nuova. Riguardo al comfort
dell'operatore, l’unica pecca si è avuta durante questa stagione e precisamente pochi giorni prima della nostra visita, quando
un relè usurato ha fermato l'attività del climatizzatore, lasciando i Rosina al caldo per
qualche giorno. Il problema è stato risolto
con la sostituzione del pezzo danneggiato
e in breve la cabina è tornata a una temperatura accettabile. Come abbiamo già scritto, questo è stato anche l'unico problema
nei due anni di lavoro da quando facevo
la prima prova, il che fa della CX8090 una
macchina sostanzialmente affidabile, anche
se 1.800 ore non sono molte per questo
tipo di valutazione. «Alla fine non c'è molto da dire – conclude Rosina – perché la
macchina si sta comportando bene, ha una
produttività buona per una macchina tradizionale (fino a 20 ettari al giorno su grano) e
una qualità elevata della granella. Pertanto
sono contento e anzi spero soltanto che
continui su questa strada per i prossimi
anni».
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
47
TECNICA
TELESCOPICI
A RISCHIO SORPRESE
Secondo la definizione comunitaria data dalla
Direttiva 2003/37, il telescopico è inquadrato
fra i “trattori agricoli e forestali a ruote”.
Se dovesse prevalere l’idea
che si rifà alle caratteristiche
d’uso, gli addetti
al telehandler dovrebbero
seguire la formazione,
molto più articolata,
dei caricatori frontali
di Roberto Guidotti
I
l caricatore telescopico si sta affermando come uno
dei mezzi più versatili a disposizione delle aziende
agricole e agromeccaniche, poiché permette la movimentazione di carichi con una maneggevolezza e un’agilità
sconosciuti alle trattrici convenzionali.
50
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
Uno dei motivi risiede ovviamente nello schema costruttivo: il modo migliore per avvicinarsi con precisione a un
dato punto è di limitare gli spostamenti laterali dell’asse
che porta, o che è più vicino all’attrezzatura di lavoro. È lo
stesso principio costruttivo del muletto, della mietitrebbia
o della trincia, dove l’asse sterzante è posteriore, ma con
una differenza sostanziale: il telescopico dispone di diverse
possibilità di orientare le ruote sterzanti, che gli conferiscono una maneggevolezza particolare.
La possibilità di sterzatura opposta riduce il raggio di svolta, facendo sì che le ruote posteriori percorrano la stessa traiettoria di quelle anteriori, senza “tagliare” la curva;
quella concorde consente l’andatura “a granchio” utile in
certe condizioni; quella semplice limita gli spostamenti laterali dell’organo di presa, favorendo l’inserimento in spazi
ristretti.
Il braccio estensibile imperniato posteriormente favorisce
l’equilibrio della macchina con carico sollevato, senza la
necessità di una zavorra troppo pesante ed ingombrante e,
entro certi limiti, senza richiedere la stabilizzazione del corpo macchina, limitata alle sole applicazioni da cantiere, nel-
TECNICA
le quali i piedi idraulici sono spesso abbinati alla rotazione a
360°. In questo caso più che di un semplice movimentatore
si può parlare di una vera gru fuori strada, con un braccio
a sfilo che può raggiungere altezze ragguardevoli. Proprio
questa applicazione, unitamente a una certa somiglianza
con il movimentatore per impiego agricolo, sta inducendo
molti tecnici ad assimilare le due macchine sia dal punto
di vista dell’omologazione sia da quello della sicurezza sul
lavoro.
Inquadramento
Qualcuno ha sollevato dubbi, a nostro avviso ingiustificati,
sull’inquadramento del telescopico fra i “trattori agricoli e
forestali a ruote”, secondo la definizione comunitaria data
dalla Direttiva 2003/37. In realtà questo tipo di macchina rispetta le caratteristiche fondamentali di una trattrice: è atta
a portare attrezzature intercambiabili, al traino di macchine
agricole e rimorchi, è dotata di almeno una presa di forza
(meccanica, idraulica o entrambe), è costruita per un impiego agricolo (ha quattro ruote motrici) ed ha una velocità
massima superiore a 6 km/h.
D’altro canto, se non fosse una trattrice agricola verrebbe da chiedersi perché sia stata regolarmente omologata
come tale, non da un solo costruttore e in diversi periodi.
Certo, ha una struttura diversa da quella di una trattrice
convenzionale, ma rispetta il criterio della polivalenza di
impiego e non sembra quindi classificabile fra le “macchine agricole operatrici”, caratterizzate da una funzione
ben precisa, come l’irroratrice, la mietitrebbia, la trincia o
la vendemmiatrice. Intendiamoci, non è la macchina più
adatta per svolgere le normali operazioni agricole, come le
lavorazioni al terreno, a causa dell’aderenza limitata, della trasmissione idrostatica e di una gommatura inadatta al
traino pesante.
Tuttavia può agevolmente trainare un rimorchio e, nelle versioni più recenti con cabina sospesa, garantisce un buon
comfort di marcia anche nei trasferimenti su strada.
Due quadri di riferimento
Più complessa è invece la questione della formazione specifica, definita dall’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio
2012, non essendo ben chiaro se prevalgano le caratteristiche tecnico-operative o l’inquadramento attribuito in
sede di omologazione.
Tale accordo, come tutti sanno, ha istituito l’obbligo di acquisire una particolare formazione per l’uso delle attrezzature di lavoro complesse, in cui l’assetto della macchina
può variare nelle diverse condizioni di impiego.
Detta formazione – meglio nota con il termine improprio
di “patentino” – è diversa per le trattrici agricole e per i
caricatori, a forche o a braccio telescopico. L’obbligo formativo per le trattrici, che comprende tutte le macchine e
le attrezzature agricole da queste azionate, portate o trainate, è soggetto a una serie di agevolazioni per gli operatori in possesso di un’esperienza significativa acquisita
sul campo. Tale esperienza figura infatti come “formazione
pregressa” ed è destinata a semplificare parecchio la vita
del lavoratore: in primo luogo, consente di lavorare fino al
13 marzo 2017 senza obbligo di frequentare alcun corso;
dopo tale data, l’operatore deve dimostrare di avere partecipato ad un corso di aggiornamento (senza prove pratiche) di sole 4 ore.
L’unica condizione aggiuntiva è che l’operatore sia classificabile fra i “lavoratori del settore agricolo”, definizione
che include ovviamente anche gli agromeccanici, e che
l’esperienza sia documentabile per almeno due anni pieni
nell’ultimo decennio.
Per i caricatori veri e propri, invece, il concetto di formaIl caricatore montato su trattrice rappresenta sempre
la soluzione più economica se l'impiego è limitato
nel corso dell'anno.
Sul piano della sicurezza d’impiego, il telescopico si trova
in una posizione di netto vantaggio rispetto alla trattrice
con struttura convenzionale.
zione pregressa è alquanto limitato e obbliga l’utilizzatore
a frequentare un vero e proprio corso di formazione entro
il 13 marzo 2015, con tanto di esercitazioni pratiche ed
esame finale.
Se non ci sono dubbi sull’esito dell’esame, il costo di un
corso completo, realizzato nei termini dell’accordo e non
con modalità improprie, può comportare un esborso ben
superiore a quello di una semplice serata di aggiornamento. Il riferimento alle modalità non è casuale: in questi ultimi
anni si sono visti corsi che sono tali solo sulla carta e pongono seri interrogativi qualora – in seguito a un incidente
grave – il giudice si metta a indagare se l’infortunato ha
ricevuto una formazione efficace e completa.
I due quadri di riferimento sono, come abbiamo potuto vedere, molto diversi fra loro: se prevale l’impostazione legata
all’omologazione, il telescopico omologato come trattrice
agricola segue le regole delle trattrici.
Se invece dovesse prevalere l’idea che si rifà alle caratteristiche di impiego, gli addetti al telehandler dovrebbero
seguire il canale formativo “industriale”, con i tempi e i costi
a cui si è accennato. Francamente, questa impostazione ci
sembra eccessiva: un caricatore a bracci articolati portato
da trattrice ci sembra assai più pericoloso di un telescopico, progettato e omologato come agricolo. Fra l’altro il
caricatore agricolo, al di là dell’omologazione, ha forti limitazioni nel peso, nelle dimensioni, nello sbraccio raggiungibile e nella portata, rispetto a un mezzo progettato per
l’impiego in un cantiere.
Riflessione
Benché questa interpretazione non sia ancora uscita dai
tavoli tecnici, in attesa di un chiarimento ministeriale che
nessuno sembra avere voglia di sollecitare, ci sembra opportuno stimolare una riflessione sull’argomento, in particolare per quanto riguarda il numero dei soggetti interessati,
52
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
in un momento in cui anche nei palazzi romani si comincia
a parlare di “eccesso di formazione”. Come in tutti i processi culturali, il rischio è che finisca per prevalere la carta
(e i relativi costi) sull’effettivo risultato in termini di riduzione
degli incidenti, ammesso che il telescopico se ne sia reso
responsabile con evidenza statistica. Stiamo parlando di
macchine di recente introduzione, progettate e realizzate
da costruttori di nome in funzione dell’impiego specifico,
dotate di manuali di istruzioni completi ed esaustivi, con
dispositivi di sicurezza efficaci, non di “carrette” costruite
non si sa da chi e adattate alla meno peggio.
Rispetto a una trattrice con caricatore frontale il salto di
qualità è evidente: fino a una decina di anni or sono, i trattori a ruote di classe media (fino a 110-120 cavalli) disponevano di assali anteriori talora inadeguati al peso del solo
caricatore a vuoto.
Le cabine, quando presenti, non sempre sono state progettate per sopportare le sollecitazioni di una rotoballa che
rotola all’indietro; la trasmissione meccanica non è la più
adatta per il carico, mentre la sterzatura anteriore facilita
gli errori di manovra, specialmente quando si richiede una
certa precisione nella sovrapposizione di carichi di forma
irregolare. Col telescopico questi problemi non ci sono: la
trasmissione idrostatica consente un avvicinamento preciso, mentre l’equilibrio del complesso è assicurato dal braccio imperniato posteriormente, e non a mezza macchina;
la struttura è adatta a sopportare le sollecitazioni, con dispositivi di presa che consentono di trattenere il carico evitando manovre rischiose.
Tutto questo pone il telescopico in una posizione di netto
vantaggio sul piano della sicurezza d’impiego rispetto alla
trattrice con struttura convenzionale: per questo è necessaria una semplificazione della normativa, tale da favorire
l’adozione generalizzata di queste macchine rispetto alla
scelta di soluzioni non specializzate.
NOVITÀ SAME DEUTZ-FAHR
EXPLORER, RILANCIO
SULLA GAMMA MEDIA
Presentati a Treviglio i nuovi
trattori del segmento
dei 100 CV, storicamente
strategico per il gruppo.
Debutta anche il Dorado
di Gianni Gnudi
L’esordio, al Cra di Treviglio,
del nuovo Explorer a 4 cilindri.
D
egli storici trattori del gruppo, i nuovi Explorer mantengono solo il nome. Poiché le macchine presentate a fine maggio a Treviglio in effetti hanno diverse
cose innovative. Tocca a Massimo Ribaldone, a capo della
ricerca e sviluppo di Same Deutz-Fahr, condensare il risultato del lavoro di ingegneri e tecnici. Che hanno fatto tesoro
dell’esperienza di oltre 130mila macchine vendute a partire
dal lontano 1983, anno di lancio di questo strategico terrore.
Sotto il cofano debutta il nuovo
motore Farmotion.
Intanto cambia sensibilmente il numero di modelli: in precedenza 2, ora 11, suddivisi in: 3 (90, 105 e 115 CV) nella versione Heavy Duty, 5 nella versione Mid Duty con potenza fra
90 e 115 CV, e 3 nella versione Light Duty (80, 90 e 100 CV).
«In questo modo – evidenzia Ribaldone – cerchiamo di soddisfare il maggiore numero possibile di utenti, proponendo di
fatto una macchina personalizzata, su misura».
La novità maggiore è comunque sotto il cofano, dove alloggia
il nuovo motore Farmotion di ultima generazione. Gli Explorer,
a seconda della versione, montano o il 3 o il 4 cilindri, con
sistema di iniezione Common Rail a elevata pressione (2.000
bar), sistema Egr di ricircolo dei gas di scarico e sistema Doc
di post-trattamento. Un insieme che rende i nuovi motori conformi al Tier 4i. Interessante anche l’impianto idraulico a pompa singola da 55 l/min o l’innovativo sistema 60Eco a doppia
pompa con portata da 60 l/min a 1.600 giri/min. La capacità
di sollevamento posteriore arriva a 4.800 kg, quella anteriore
Completamente rivisitata la disposizione dei comandi in cabina.
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’EXPLORER
Explorer
Mid Duty
90
90.4
100
105.4
115.4
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
Potenza massima (CV)
88
88
97
102
109
Coppia Massima (Nm)
354
354
369
408
436
3 / 2887
4 / 3849
3 / 2887
4 / 3849
4 / 3849
6200
6200
6200
6200
6200
Motore
Cilindri / Cilindrata (n°/cc)
Carico Max. ammissibile (kg)
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
53
NOVITÀ SAME DEUTZ-FAHR
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’EXPLORER
Light Duty
Explorer
80
90
100
FARMotion
- T4i
FARMotion
- T4i
FARMotion
- T4i
Potenza massima (CV)
75
88
97
Coppia Massima (Nm)
342
354
Cilindri / Cilindrata (n°/cc)
3 / 2887
Carico Max. ammissibile (kg)
5500
Motore
Explorer
Heavy Duty
90.4
105.4
115.4
FARMotion
- T4i
FARMotion
- T4i
FARMotion
- T4i
Potenza massima (CV)
88
102
109
369
Coppia Massima (Nm)
354
408
436
3 / 2887
3 / 2887
Cilindri / Cilindrata (n°/cc)
4 / 3849
4 / 3849
4 / 3849
5500
5500
Carico Max. ammissibile (kg)
7000
7000
7400
Motore
CARATTERISTICHE TECNICHE DEL DORADO
Dorado
80
90
90.4
100.4
Motore
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
FARMotion - T4i
Potenza massima (CV)
75
88
88
102
Coppia Massima (Nm)
342
354
354
408
3 / 2887
3 / 2887
4 / 3849
4 / 3849
5200
5200
5200
5200
Cilindri / Cilindrata (n°/cc)
Carico Max. ammissibile (kg)
L’Explorer può montare fino a 8 distributori idraulici.
A Treviglio si è visto anche il nuovo Dorado a 4 cilindri.
54
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
a 1.850 kg. Le trasmissioni Same sono modulari, a 4 velocità
di Pto e con Pto sincronizzata al cambio con albero di uscita
indipendente. Fra le novità c’è anche la cabina in stile Giugiaro, ad alta visibilità, nella quale sono stati riposizionati in
maniera razionale i comandi, seguendo la logica ’color line’
dei gruppi funzione, con opzionali sia il sedile conducente a
sospensione pneumatica sia il sedile passeggero.
«Una macchina centrale per Same, sulla quale contiamo molto – conclude Ribaldone – e che già a luglio entrerà in piena
produzione». Ancora prima, già a giugno, uscirà dalla linea
di montaggio il nuovo Dorado. Quattro modelli da 75 a 102
cavalli con motore Farmotion 3 o 4 cilindri conformi alla normativa Tier 4i, che vanno a sostituire la fascia alta delle gamme Dorado3 e Dorado3 Classic. Nel complesso la famiglia
Dorado si rafforza passando da 8 a 12 modelli.
NOVITÀ BRIDGESTONE
VT-TRACTOR UN INGRESSO
IN GRANDE STILE
Ha debuttato al Reifen 2014
il pneumatico agricolo
premium del marchio
giapponese
B
ridgestone entra nel mercato dei pneumatici premium
dedicati al mondo dell’agricoltura con l’atteso VT-Tractor.
Fino ad ora i pneumatici agricoli radiali prodotti dal gruppo
Bridgestone appartenevano al marchio Firestone, il lancio di questo pneumatico di nuova concezione rappresenta così una chiara
dichiarazione di intenti da parte di Bridgestone Europe per competere ai più alti livelli nel settore delle coperture agricole.
La nuova gamma di pneumatici Bridgestone è stata sviluppata per
consentire a imprenditori agricoli e contoterzisti di coniugare produttività, efficienza e minor compattazione del suolo. Il mercato dei
pneumatici agricoli è in continua evoluzione
e pone nuove sfide alle aziende produttrici,
che devono far fronte a esigenze contrastanti tra loro per aumentare la produttività:
maggiore efficienza e minor compattazione del terreno. Bridgestone risponde a queste richieste presentando una
nuova gamma in grado di lavorare con
VT-Tractor sarà
disponibile
una pressione di gonfiaggio minore e
per l’acquisto
con un’impronta a terra del pneumatico
il prossimo autunno,
più grande, riducendo in questo modo la
nelle dimensioni
da 28 a 42 pollici.
pressione di contatto con il terreno e di
Nuovo sito dedicato
Bridgestone Europe ha
annunciato il lancio del
nuovo sito web dedicato
ai pneumatici autocarro,
agricoltura e movimento
terra. Sul nuovo portale
sono presenti descrizioni
complete e accessibili di tutti
i prodotti, dai pneumatici
per autocarro e autobus
a quelli per l’agricoltura
(http://www.bridgestone.it/
pneumatici-agricoltura/) e
movimento terra, insieme
conseguenza la compattazione del suolo.
«La filosofia alla base della nuova gamma
di pneumatici per agricoltura Bridgestone
è quella di garantire un perfetto equilibrio tra efficienza agricola e salvaguardia
dell’ambiente – ha affermato Lothar SchIl VT-Tractor è
mitt, direttore pneumatici agricoli e Otr stato realizzato nel
di Bridgestone Europe –. Il marchio ’Soil Centro Europeo di
care by Bridgestone’ è garanzia di pneu- Ricerca & Sviluppo
Bridgestone di Roma
matici che permettono agli agricoltori di e viene prodotto nello
lavorare più velocemente, in maniera più stabilimento di Puente
efficiente, ottenendo un risparmio mag- San Miguel in Spagna.
giore con una maggiore sostenibilità».
VT-Tractor, pneumatico di punta della nuova gamma premium per
agricoltura, è stato presentato per la prima volta a Reifen. I test preliminari condotti nel marzo 2014 dall’organizzazione indipendente
Dlg (Società agricola tedesca) – riporta Bridgestone – hanno confermato risultati migliori in molteplici aspetti, rispetto agli altri pneumatici dei marchi leader nel settore, compresi trazione e consumo
di carburante. La trazione superiore del VT-Tractor – sostiene ancora Bridgestone – permette agli agricoltori di lavorare i campi più
rapidamente e di coprire in dieci ore fino a 0,9 ettari in più rispetto ai
concorrenti. Questo pneumatico garantisce inoltre un consistente
risparmio di carburante, fino a 36 litri per 50 ettari rispetto ai concorrenti di riferimento e un costo totale di proprietà inferiore.
Le caratteristiche più importanti del nuovo pneumatico Bridgestone sono la bassa pressione di contatto e la sua distribuzione al
suolo. I test interni – riferisce il marchio giapponese - hanno rivelato
che il VT-Tractor fornisce un’area di contatto del 26% più larga
rispetto ai pneumatici concorrenti testati, con una conseguente
minore compattazione del suolo e una maggiore protezione delle
colture.
allo strumento di ricerca
Trova Pneumatici, ideato per
aiutare i visitatori a trovare
la copertura giusta per ogni
esigenza. Sul sito sono
presenti tutte le ultime novità
quali: la gamma di pneumatici
a basso consumo di
carburante Ecopia, la nuova
generazione di pneumatici
versatili regionali e il primo
pneumatico agricolo a
marchio Bridgestone. Il
nuovo portale offre inoltre
una panoramica sulle
tecnologie e sui processi alla
base dello sviluppo di ogni
pneumatico e sui vantaggi
che essi offrono all’utente
finale. «Abbiamo ascoltato
i nostri clienti e in base ai
loro suggerimenti abbiamo
sviluppato lo strumento
“Trova Pneumatici”, di
facile utilizzo e capace di
rispondere alle esigenze degli
utenti finali” ha detto Harald
Van Ooteghem, direttore
Marketing Planning di
Bridgestone Europe.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
55
REPORTAGE
POCHE MACCHINE
E SFRUTTATE AL MASSIMO
È la strategia di Mirko Bagna
nell’Alessandrino. Grazie
alla quale, a quanto pare
i conti in azienda tornano
di Ottavio Repetti
C
ompra
macchine,
lavora un sacco e
riesce anche a farsi
pagare senza troppi problemi. Sarà Italia o stiamo parlando di un altro paese? No,
è Italia e per di più il protagonista di questa storia di successo ha iniziato a fare lavorazioni in conto terzi meno
di venti anni fa, quand’era
poco più che un ragazzino.
Dunque, non un figlio d’arte
ma il fondatore di una nuova
ditta, sebbene, comunque,
figlio di agricoltori. Il suo
nome è Mirko Bagna e vive
in provincia di Alessandria,
al confine con l’Astigiano,
che è anche il suo territorio principale di lavoro. Fa-
cemmo la sua conoscenza
ormai dieci anni fa, quando
andammo delle sue parti per
la prova di un Landini Vision
95. A quei tempi era agli inizi
della carriera e lavorava con
il padre Giuseppe e poche
macchine.
Lo ritroviamo oggi con due
dipendenti, più un terzo in
corso di assunzione. Intanto il parco macchine è cresciuto, diventando di tutto
rispetto. Senza eccedere
perché, come vedremo, Bagna preferisce avere pochi
trattori che lavorino tanto
piuttosto di un’esposizione
degna di un concessionario,
ma quasi inutilizzata. Andiamo dunque a conoscere
1
1. Il servizio di distribuzione reflui è una delle attività generate
dal boom del biogas.
Da sinistra, Mirko Bagna con il padre Giuseppe
e i dipendenti Andrea Calosso e Bruno Mussano.
meglio questa azienda in
pieno sviluppo e cerchiamo
di scoprirne i segreti.
Dall’azzurro
al verde
Con il passare degli anni il
colore dei trattori è cambiato
e oggi troviamo soprattutto
John Deere sotto i capannoni.
Soprattutto ma non soltanto,
perché Mirko non si affida a
un marchio in modo acritico.
Al contrario, ci spiega, cerca di scegliere il meglio per
le esigenze del momento.
«Con i trattori John Deere mi
trovo bene, soprattutto per
una questione di assistenza», ci spiega. «Inoltre sono
macchine efficienti e affidabili, sebbene non esenti da
qualche difetto». Tra gli ultimi acquisti spicca un 6R 210
che, arrivato a fine gennaio,
ha collezionato nei primi sei
mesi di attività circa mille
ore di lavoro. «Lo usiamo
un po’ per tutto – ci spiega il giovane contoterzista
2
2. Il John Deere 6210R è uno degli ultimi acquisti. In sei mesi
di lavoro ha raggiunto le mille ore, quasi un record.
1
2
3a
3b
1. Per i trattamenti, Bagna impiega
un trampolo Grim Gt7 acquistato due
anni fa. Un altro dei nuovi settori avviati
dal contoterzista piemontese negli ultimi
tempi.
– dai trasporti del trinciato
alla lavorazione del terreno,
senza dimenticare la pressatura con una Big Pack della
Krone e lavori più pesanti
come l’erpice rotante. È una
macchina con un motore
ottimo e un cambio a variazione continua che si sta
dimostrando
eccezionale.
Per esempio, a differenza di
quanto si dice in giro, ho notato che non assorbe molta
potenza e dunque non penalizza la macchina rispetto
a un powershift. Dunque è
ottimo per i trasporti, come
naturale per un Cvt, ma se
la cava molto bene anche
su lavori impegnativi, come
la pressatura in collina, per
esempio».
Mille ore in sei mesi sono
un risultato di tutto rispetto,
2. Il cantiere di trinciatura richiede
l’impiego di un gran numero di trattori
e di molto personale.
soprattutto se consideriamo
che presso molti contoterzisti, un trattore mille ore le
fa, se va bene, in un anno.
E molto spesso non ci si
avvicinano nemmeno. Dunque il primo segreto per fare
reddito in agromeccanica è
avere poche macchine e farle lavorare. «Senza dubbio
– conferma Mirko Bagna dal
momento che i trattori fermi sotto al capannone non
servono a nulla e non fanno
reddito. Anzi sono un costo,
visto che c’è il mutuo da pagare».
Come abbiamo specificato,
Bagna non si affeziona particolarmente a nessun marchio, tanto è vero che per la
trinciatura non ha scelto John
Deere ma Krone: una Big X
700 che ha iniziato a lavo-
3. La trinciatura dei cereali e
dei foraggi per due impianti di biogas
ha spinto l’azienda ad acquistare
una trinciacaricatrice Krone Big X 700,
arrivata a primavera 2014.
rare nella primavera della
2014. Naturalmente, grazie
alla domanda prodotta dal
biogas. «Lavoriamo per due
impianti – ci conferma Bagna – per i quali facciamo la
trinciatura di triticale, sorgo,
mais e altri cereali. Andiamo
però anche oltre la raccolta:
per queste strutture effettuiamo infatti il servizio botte,
ovvero lo smaltimento e la
distribuzione dei liquami in
campo. Cerchiamo, insomma, di adeguarci alla domanda».
Per il resto, le attività sono
quelle classiche dell’agricoltura: si va dall’aratura alla
preparazione del terreno,
seguita ovviamente dalla
semina. Ci sono poi i trattamenti fitosanitari, effettuati
con un trampolo Grim. Non
può mancare, chiaramente,
la trebbiatura: per essa Bagna si affida a Laverda. Ha
infatti un’autolivellante e poi
una M 306 acquistata sei
anni fa.
«La trebbiatura, però, ormai
è un’attività poco redditizia:
si fa perché i clienti ne hanno
bisogno e riesco a tirarci fuori qualcosa soltanto perché
sulla mietitrebbia di solito
vado io. Se dovessi pagare
anche un dipendente, probabilmente sarei in perdita
o in pari. Nelle nostre zone,
dove c’è tanta collina e quindi si fa poco lavoro, fare trebbiatura non conviene».
Lavori nuovi
e vecchi
La trebbiatura è indubbiamente un’attività classica
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
57
Con due sterratrici e un cantiere da montare sul trattore, Bagna è attivo nel settore delle bietole.
per un contoterzista. Lo
stesso non si può dire della trinciatura, esplosa negli
ultimi anni, come abbiamo
scritto, grazie alla domanda
provocata dal biogas. Un
altro settore relativamente
nuovo nonché abbastanza
redditizio è quello dei a trattamenti fitosanitari. Per essi
Bagna si serve di un trampolo Gt 7 della Grim, acquistato un paio di anni fa. «È
un nuovo settore – ci spiega
– ma comunque abbastanza
promettente e interessante».
Nel suo lavoro, comunque,
Bagna mescola attività relativamente recenti ad altre
del tutto tradizionali. Una di
queste è il ciclo della bietola, un classico per i contoterzisti dell’Alessandrino,
ma quasi scomparso da pa-
recchi anni per la chiusura
dello zuccherificio di Casei
Gerola. Oggi il settore si è
parzialmente ricreato grazie
allo zuccherificio Parmense
di San Quirico. Molti contoterzisti hanno rimesso in
funzione scavabietole e cantieri e Bagna è uno di questi:
la sua attività riguarda soprattutto la sterratura, mentre per la raccolta si avvale
di una cantiere montato sul
trattore. «Abbiamo due sterratrici – ci spiega – che sono
poi una Ropa e una Barigelli.
Con esse facciamo davvero
un sacco di lavoro ogni stagione, in tutto il territorio».
L’attività si allarga
Per essere un’azienda con
solo due dipendenti, a parte il titolare e il padre di
quest’ultimo, la ditta dei Bagna fa davvero parecchio.
«In effetti non ci lamentiamo – ci dice l’interessato –
perché di lavoro ce n’è fin
troppo. Seguiamo la zona di
Alessandria, Asti, Voghera e
Castelnuovo Scrivia, principalmente. Non ci spostiamo
molto da casa ma abbiamo
da fare tutto finché vogliamo». Se trovare lavoro spesso non è un problema per
un contoterzista, purtroppo
non si può dire lo stesso dei
pagamenti.
Ma anche sotto questo
aspetto le cose per Bagna
sembrano andare bene. «I
soldi arrivano – spiega – e
pertanto non abbiamo grosse sofferenze. Magari arrivano con un po’ di ritardo, si fa
un po’ fatica a farsi pagare
ma alla fine non si perdono».
L’azienda insomma sembra
indirizzata verso una crescita continua «In effetti, per
adesso le cose stanno funzionando. Stiamo crescendo e facciamo investimenti,
ma stiamo anche attenti a
non esagerare. Spesso nel
nostro settore si fa l’errore
di voler correre troppo: si
acquistano molti macchinari
e per riuscirci si fanno debiti
che poi non si riesce a pagare.
Non è il caso nostro, dal
momento che cerchiamo
di ponderare sempre bene
le spese. Meglio acquistare
un attrezzo in meno e far lavorare parecchio quelli che
già si hanno, casomai». E
questo, in fondo, è un altro
segreto per far funziona Barra Capello per la trinciatura dei foraggi.
Secondo il contoterzista si comporta molto bene.
58
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
REPORTAGE DAL CAMPO
UNA STRATEGIA AZIENDALE
IN SINTONIA CON LA NUOVA PAC
Due giovani imprenditori
nel Bolognese
gestiscono 600 ettari
con un’impostazione
che interpreta già le nuove
direttive comunitarie
di Roberto Bartolini
A
Fiorentina, una frazione agricola in provincia di Bologna,
buona terra forte e generosa
un tempo vocata tutta a bietole e grano, Lucia Perdisa
e il marito Fabrizio Baldazzi
sono due giovani imprenditori che gestiscono direttamente 3 aziende di proprietà,
per un totale di 600 ettari, la
maggiore delle quali è la Società Agricola e Zootecnica
Valletta.
Alla
conduzione
diretta
dell’azienda
aggiungono
come attività connessa quella di contoterzi.
Questi due giovani imprenditori della pianura bolognese
costituiscono un esempio
virtuoso, perché la gestione
aziendale è già in perfetta
sintonia con i nuovi indirizzi che la Pac ha fissato da
oggi sino al 2020. Innovazione tecnologica basata su
attrezzature che consentono
di rispettare il suolo e diminuire i passaggi in campo, di
mirare al meglio la difesa e la
concimazione senza sprechi
di prodotto e nel massimo rispetto dell’ambiente.
Ma anche una rotazione colturale ampia, con tutti i vantaggi che ne conseguono dal
punto di vista agronomico e
dei conti aziendali. Infine una
stretta collaborazione con altre aziende del territorio.
«Per un’azienda agricola con
duecentoventi ettari a seminativo avere nelle vicinanze
ben 7 digestori di biogas
possiamo definirla una coin-
I digestori del biogas assorbono notevoli quantità di insilati
e costituiscono un punto di riferimento importante per aziende
di grandi dimensioni.
Fabrizio Baldazzi (a sinistra) con Lucia Perdisa.
cidenza fortunata, che permette di far quadrare i bilanci in tempi caratterizzati da
prezzi molto altalenanti».
Ampia rotazione
basata sugli insilati
«Noi produciamo soprattutto
insilati per i digestori, tranne
qualche ettaro a bietola da
seme, una decina di ettari
a coriandolo, grano duro, ai
quali si aggiunge quest’anno
una nuova coltura, il sorgo
rosso destinato ad un mangimista che produce becchime. Il mais da trinciato in
primo raccolto occupa il 55%
della superficie e la restante
viene suddivisa tra i secondi
raccolti di sorgo e mais. Teniamo presente che circa 70
ettari sono occupati stabilmente dalla medica che viene
destinata principalmente al
bestiame aziendale costituito
da 120 capi di razza Blonde
Aquiten (detta anche Garronese) e al mercato corrente i
quantitativi in esubero».
Lavorazioni del terreno semplificate per evitare eccessivi
compattamenti e abbassare i
costi? «In un solo passaggio
si prepara il letto di semina
grazie a un cantiere innovativo che abbiamo acquistato
di recente, costituito da un
cingolato Challenger da 360
cavalli abbinato a un pre-
Ecco gli splendidi esemplari da carne della razza Blonde
Aquitaine detta anche Garronese.
1
2
3a
3b
1. Il cantiere per preparare il terreno in un unico passaggio.
Challenger cingolato da 360 cv abbinato a un preparatore
Cultirapid Evo Maag dotato di una serie di attrezzi
particolarmente adatti alle terre del Bolognese.
2. L’allestimento del Maag partendo da destra. Dissodatore
anteriore, seguito da una fila di dischi, da due file di molle
a sezione quadrata da vibro che hanno la funzione di arieggiare
il terreno, due file di dischi frantumatori ed infine un rullo
per pareggiare la superficie. Questa macchina, larga 4 metri,
non impacca il terreno e in dieci ore lavora circa 30 ettari.
Il segreto è andare veloci, non meno di 12 km/ora.
3a-b. La seminatrice Maschio Gaspardo (a sinistra) in assetto
45 cm di interfila e a destra per seminare a interfila 75 cm.
Un particolare della seminatrice che fa anche il sodo
di Maschio Gaspardo che viene usata per i cereali vernini
o per i secondi raccolti.
paratore Maag che ho fatto
allestire appositamente per
questi terreni. Questo attrezzo può operare sia su terreno
lavorato sia direttamente sui
residui colturali e dopo si semina».
Nuove attrezzature arrivate
in azienda? «Una nuova seminatrice Maschio Gaspardo
telescopica che varia l’interfila di semina da 45 a 75 cm.
Naturalmente con guida satellitare che va ad affiancare
le altre due già presenti nel
parco macchine sempre della marca Maschio Gaspardo.
È importante con la stessa
macchina poter seminare
colture diverse come cereali
Ecco la batteria di silos per lo stoccaggio aziendale dei cereali
prodotti, una mossa vincente per spuntare i migliori prezzi
dell’annata.
e oleaginose o bietola, così
come ci chiederà la Pac».
Stoccaggio cereali
scelta strategica
Cinque moderni silos per
una capacità complessiva di stoccaggio di 35 mila
quintali. «Produciamo grano
duro, dice Lucia e da quan-
do abbiamo i silos, pur non
facendo più i contratti di
coltivazione, riusciamo sempre a spuntare prezzi molto
interessanti, portando sul
mercato un prodotto ben
conservato e di alta qualità.
Nei silos stocchiamo anche
prodotto di altri agricoltori
della zona».
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
61
REPORTAGE DAL CAMPO
NEW HOLLAND
FESTEGGIA I 50 ANNI DI BASILDON
La fabbrica inglese rimane
uno stabilimento strategico
nello scacchiere produttivo
del marchio Cnh Industrial
di Gianni Gnudi
É
uno dei centri di eccellenza del marchio
New Holland. Basildon, a due passi da Londra,
festeggia i primi 50 anni della
propria attività (l’acchito è
datato 15 maggio 1964) con
la consapevolezza di essere
rimasta l’unica fabbrica di
trattori del Regno Unito, ma
soprattutto di essere uno
stabilimento strategico per
il gruppo Cnh Industrial, fra i
leader mondiali della meccanizzazione agricola.
Da Basildon sono usciti pezzi della storia trattoristica. Un
rapido excursus può aiutare
a far capire il peso dello stabilimento inglese. È del 1964
l’inizio della produzione delle serie Ford 3000, 4000 e
5000, del 1975 il lancio dei
Ford 2600-7600 con la prima cabina ’Q’, del 1991 il
debutto della serie Ford 40,
trattore da 100mila unità
prodotte, del 1998 l’esordio
del New Holland Ts, primo
trattore Tier 1, per arrivare
al 2009 quando l’Autocommand e la tecnologia Cvt
vengono montate sulla serie
T7000.
Al di là della storia è al futuro
di Basildon che New Holland
guarda con attenzione.
È il direttore dello stabilimento Colin Larkin a spiegare
come la partecipazione di
Basildon al programma di
World Class Manufacturing
(WCM) sia stata fondamentale per il successo dello
stabilimento. «Il WCM, basato sulle migliori tecniche
La produzione giornaliera supera le cento
unità.
Attualmente a Basildon vengono prodotte
le serie T6 e T7 New Holland.
produttive in uso in Giappone - evidenzia Larkin -,
è un sistema di produzione
studiato per limitare tutte le
forme di sprechi e di perdite. È un processo graduale
di miglioramento continuo e
illimitato: più che un progetto, è un vero e proprio modo
di lavorare. Si basa sulle persone, sulle loro competenze,
sulla creazione di conoscenza e sul contributo costante
e capillare di ognuno. È un
programma riuscito perché
si basa sul mantenimento
Nel 2013 sono usciti da Basildon circa 22mila
trattori.
Curioso sistema
di trasporto interno
di materiali.
della semplicità e sulla creazione di un sistema trasparente».
Le prassi del WCM consentono allo stabilimento di
gestire al meglio anche una
notevole complessità. Perché oggi i numeri di Basildon
sono di rilievo: produce 14
gamme di trattori, 133 modelli, 12.000 configurazioni
utilizzando 9.680 componenti. «In un anno - precisa Larkin - dalla catena di
montaggio non escono mai
REPORTAGE DAL CAMPO
Da protagonisti all’Expo 2015
I 50 anni di Basildon sono stati l’occasione per
Carlo Lambro, presidente di New Holland, per
fare il punto sul mercato e anticipare alcune
delle future mosse del marchio che guida.
In primis l’Expo milanese del 2015.
«Presenteremo - evidenzia Lambro - un
innovativo concept su 1.600 mq di superficie.
L’obiettivo è quello di dimostrare che è
possibile la realizzazione di un’impresa
agricola energicamente sostenibile in grado
di rispondere alle nuove esigenze ambientali.
Senza tuttavia tralasciare la necessità di
aumentare la produttività, visti i crescenti
bisogni alimentari del pianeta».
Expo 2015 chiave dell’innovazione? «Siamo
fra i pochi privati al mondo (a oggi solo 8, gli
altri, oltre 100, sono padiglioni-Paese, ndr) ad
avere una nostra struttura alla manifestazione
milanese. Crediamo che questa possa essere
una vetrina strategica e stiamo lavorando
alacremente per presentarci al meglio».
Torniamo al mercato. Il primo trimestre 2014 di
Cnh Industrial si è chiuso con un giro d’affari di
7,5 miliardi di dollari, analogo a quello del 2013.
I marchi agricoli perdono qualcosa sul fronte
fatturato (3,7 miliardi di $ nel 2014, 3,9 nel
2013), ma migliorano in termini di marginalità
(464 milioni pari al 12,5%, in crescita dello
0,6%).
«Dopo un anno particolarmente positivo per
New Holland - prosegue Lambro - nel 2014
pensiamo di migliorare ulteriormente le nostre
quote nel segmento trattori, in particolare nel
continente americano, ma anche in Europa,
L’edizione del Ford Silver del 1989, dedicata ai 25 anni
della fabbrica, in mostra nello showroom di Basildon.
dove Spagna
e Portogallo
sono in
sensibile
ripresa
e dove si
intravedono timidi
segnali positivi anche
per l’Italia. Manterremo la Il New Holland Jubillee
Edition a suggellare
posizione nel comparto
i 50 anni di Basildon.
mietitrebbie e dovremmo
crescere ancora nella
fienagione (big baler e rotopresse)».
In questo ultimo segmento verrà lanciata,
probabilmente già a fine 2014, una nuova Roll
Belt, la Active Sweep, che andrà a rafforzare
una gamma già ampia. In un futuro prossimo
dovrebbe poi approdare a Basildon anche la
produzione del nuovo trattore T7 Heavy Duty di
alta potenza del quale si conoscono solo pochi
dettagli: presentazione a fine 2015, potenza
compresa fra i 260 e i 310 CV, un segmento nel
quale New Holland vuole incidere in maniera
ancora maggiore. Intanto Lambro sottolinea il
via del nuovo piano di investimenti che prevede
fra l’altro la realizzazione, nell’arco di 2-2,5
anni, di una nuova trasmissione a variazione
continua, prodotta interamente all’interno del
gruppo. Dove? Su questo il presidente non
si sbilancia. Potrebbe essere Anversa, sito
nel quale viene realizzata la maggior parte
delle trasmissioni del marchio, ma non è da
escludere una possibile produzione italiana,
nello stabilimento modenese di San Matteo. due trattori perfettamente
uguali».
Larkin ha inoltre messo in
evidenza come il confronto
continuo sia l’elemento chiave del programma WCM,
tramite la condivisione di
best practice tra gli stabilimenti partecipanti e reciproche visite conoscitive.
Da quando ha aderito al programma WCM nel 2008, Basildon ha costantemente migliorato la sua performance,
fino a raggiungere il livello
bronzo nel 2008. Lo stabilimento mira a raggiungere il
livello argento entro il 2015.
In 50 anni da Basildon sono
usciti oltre 1,6 milioni di trattori (fra questi la serie 7600
Ford, la prima a montare il
turbo) e 3,1 milioni di motori. Attualmente nello stabilimento inglese vengono
prodotte due serie di rilievo
per il marchio, T6 e T7.
«Oggi - conclude Larkin produciamo più di cento
trattori al giorno. Nel 2013
sono uscite oltre 22mila
macchine, ma la struttura ci
può consentire, con il raddoppio dei turni di lavorazione, di andare vicino alle
40mila unità».
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
63
REPORTAGE DAL CAMPO
BKT
DIECI ANNI RADIALI
Nel 2004 il gruppo indiano
lanciò il suo primo Agrimax.
Da allora è stata
un’ascesa costante
di Francesco Bartolozzi
P
iù che di un semplice
anniversario
sarebbe corretto parlare di
un doppio festeggiamento.
Quest’anno, infatti, Bkt celebra
sì i dieci anni di produzione di
pneumatici radiali, ma anche
una decade di crescita straordinaria, come sintetizzano efficacemente le tabelle di questa
pagina.
Introdotto da Lucia Salmaso,
direttore generale di Bkt Europe, l’evento celebrativo ha visto
come vetrina il nord della Germania, Marienfeld per la precisione, in concomitanza con il
Reifen 2014 (la fiera del pneumatico di Essen), ed è stata
l’occasione per fare il punto
sui livelli raggiunti dal gruppo
indiano negli ultimi dieci anni. «Il
nostro fatturato – ha spiegato
Arvind Poddar – presidente e
direttore generale di Bkt – ha
raggiunto i 780 milioni di dollari
nell’esercizio finanziario 2013
(in crescita del 30% rispetto a
PROGRESSIONE DI BKT DAL 2004 AL 2014
2004
2014
1.550
7.000
1
4
22.800
165.000*
2
5
Prodotti
550
2.300
Fatturato (mln $)
80
950*
Paesi serviti
30
130
N. dipendenti
Uffici
Produzione (t metriche/anno)
Stabilimenti
*Previsioni
RIPARTIZIONE FATTURATO BKT PER SEGMENTO
2004
2014
%
mln $
%
mln $
Agricoltura
90
72
65
617
Industria e Costruzioni
5
4
14
133
Otr
0
0
13
124
Altro
5
4
8
76
Totale
100
80
100
950
64
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
5 anni fa) e dovrebbe sfiorare il
miliardo di dollari (950 milioni è
la previsione a oggi) nel 2014.
Attualmente Bkt detiene il 6%
della quota di mercato mondiale di pneumatici nel comparto
Off-Highway, con riferimento ai
segmenti macchine e attrezzature agricole, movimento terra,
settore minerario, industria,
porti, Atv e giardinaggio. Rimangono validi gli obiettivi per
il 2020 del 10% di quota e del
fatturato di 2 miliardi di dollari. Il
lavoro svolto per aumentare la
consapevolezza del brand sta
dando quindi i suoi frutti e l’entrata a pieno regime del nuovo
stabilimento di Bhuj a fine 2014
ci consentirà di raggiungere gli
obiettivi programmati».
Poddar ha anche precisato
che il fatturato Bkt al momento
deriva per l’80% dal comparto
ricambi e per il 20% dagli Oem,
ma nel breve periodo quest’ultima percentuale dovrebbe
salire al 30%, perché l’entrata
a regime dell’impianto di Bhuj
risolverà il problema delle limitate quantità di pneumatici
prodotti per il primo equipaggiamento. La ripartizione delle
vendite, invece, tra radiali e
convenzionali varia a seconda
dei mercati, per cui in Europa
i radiali rappresentano il 65%
del fatturato di Bkt, mentre in
America solo il 25%, ma Poddar stesso ha effettivamente
confermato la tendenza all’aumento dei modelli radiali nei
prossimi anni a discapito di
quelli convenzionali. Inoltre, secondo Poddar Bkt nei prossimi
dieci anni dovrà svilupparsi anche in mercati nuovi dove ancora è poco presente, come la
Russia, i paesi ex-Csi, l’Africa e
l’India stessa, per la quale pro-
Il primo Agrimax a uscire
dallo stabilimento di Bhuj
è stato un RT 765 480/70R28.
durrà pneumatici speciali per i
trattori locali.
Da Bhuj mille
Agrimax al giorno
Tornando all’oggetto della
celebrazione di quest’anno, «la produzione dei radiali
Agrimax – ha ricordato Rajiv
Poddar, condirettore generale di Bkt – iniziò nel 2004
nello stabilimento di Bhiwadi,
con 5 pneumatici al giorno,
mentre oggi se ne producono ben 1.150. Nell’impianto
di Chopanki, invece, va ricordato l’inizio della produzione
di pneumatici Otr “all steel”
(carcassa e cinture in acciaio) nel 2009, con una media
di 4 pneumatici al giorno che
oggi sono diventati 50. Infine,
la produzione di stampi, molto
importante, nello stabilimento
di Dombivali iniziata nel 2004
con 100 stampi all’anno e
oggi sono 300. Il nuovo stabilimento di Bhuj – ha concluso
Rajiv Poddar – si concentrerà
sulla produzione di pneumatici
radiali, in quantità di circa 400
t metriche al giorno a regime
(al momento sono 75 t), pari
REPORTAGE DAL CAMPO
Da Essen tre novità
In occasione di Reifen 2014 Bkt ha presentato
in anteprima internazionale tre novità importanti
nella gamma Flotation, oltre a due nuove misure
rispettivamente per l’AgrimaxForce (IF 710/75
R42, per trattori a elevata potenza) e l’Agrimax
Spargo (VF 380/90 R46). Le tre novità Flotation
sono rappresentate da:
FL 635: nasce per l’uso come primo
equipaggiamento per le rotopresse, i ramponi
sono maggiormente distanziati rispetto all’FL
693, le tele sono in poliestere e va utilizzato su
campo asciutto;
FL 630 Super: nasce per i rimorchi e per
mantenere un’impronta costante e uniforme
sul terreno. Le peculiarità costruttive (cinture
in acciaio e rampone basso) e il disegno
del battistrada lo rendono particolarmente
idoneo a un uso su qualsiasi superficie e su
strada, grazie anche alla bassa resistenza al
rotolamento. È disponibile anche la versione FL
630 Plus, per un uso 75% campo e 25% strada,
con ottime doti di autopulitura;
Ridemax FL 698 M: destinato ai rimorchi
e quindi orientato all’uso su strada, ma la
struttura con carcassa e cinture in acciaio,
l’elevata capacità di carico e la grande
resistenza lo rendono ideale per l’uso nei
cantieri delle costruzioni stradali.
Da sinistra FL 635, FL 630 Super e Ridemax FL 698 M.
RIPARTIZIONE FATTURATO BKT PER AREA
GEOGRAFICA
2004
RIPARTIZIONE PRODUZIONE BKT (T METRICHE/ANNO)
PER STABILIMENTO
2014
2004
2014
%
mln $
%
mln $
Aurangabad
12.000
48.000
Europa
95
76
50
475
Bhiwadi
10.800
58.000
Americhe
2
1,6
20
190
Chopanki
2.500
65.000
Resto del mondo
3
2,4
30
285
Bhuj
-
120.000
100
80
100
950
Totale
25.300
291.000
Totale
Gli stampi disponibili per gli Agrimax di Bkt sono 294.
a circa 1.000 pneumatici Agrimax al giorno».
Il grande sforzo comunicativo e
di marketing del gruppo è stato enfatizzato da Carl Casalbore, presidente Bkt Usa, che ha
citato come esempio positivo
ai fini della “costruzione” del
brand Bkt la sponsorizzazione
della manifestazione Monster
Jam (molto nota negli Usa) che
sta già dando i suoi frutti.
Bkt investe il 4-5% del fatturato in Ricerca & Sviluppo e Dilip
Vaidya, presidente e direttore
Tecnologia di Bkt, ha ripercorso i 10 anni della produzione di
Agrimax. «Nel 2004 era prodotto in 12 misure – ha ricordato Vaidya – nel 2009 in 94
misure e infine nel 2014 siamo
arrivati a 155 misure. Praticamente, dalle 3.267 unità del
2004 si è passati alle 325.182
unità nel 2013 (siamo a quota
163.210 per ora nel 2014) per
un totale di quasi un 1.800.000
pneumatici. Nel complesso, la
produzione di radiali agricoli da
parte di Bkt nel 2015 negli stabilimenti di Bhiwadi, Chopanki
e Bhuj, sarà di 2.500 pneumatici/giorno, pari a circa 250 t/
giorno».
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
65
REPORTAGE DAL CAMPO
CON ERCOLE SI TIENE LONTANO
IL PERICOLO DIABROTICA SUL MAIS
Siamo andati nell’azienda
Bombonati di Sustinente (Mn)
per vedere l’applicazione
alla sarchiatura nel momento
della schiusura delle uova
di Roberto Bartolini
S
i chiama Ercole, è prodotto da Sipcam Italia
ed è una novità assoluta della campagna mais
2014, perché è il primo insetticida a base di lambdacialotrina per il controllo dei
terricoli, ma è l’unico registrato su mais per l’applicazione alla rincalzatura. Questo significa che Ercole può
rivelarsi un mezzo prezioso e
decisivo per il controllo della
diabrotica, un’avversità tra le
più temibili per il maiscoltore
che sino a oggi non ha avuto
a disposizione sistemi davvero efficaci per contrastarne i
danni su mais.
E proprio per seguire in diretta il trattamento con Ercole
alla sarchiatura siamo andati
nell’azienda agricola Bombonati Zenari Marco a Sustinente
in provincia di Mantova. «Noi
ogni anno seminiamo circa
1
40 ettari di mais in rotazione
con frumento da seme e soia
– dice Marco Bombonati –.
Da tre anni la diabrotica per
noi costituisce un problema
serio, tant’è che abbiamo anche avuto un appezzamento
completamente allettato per
i danni causati dalle larve alle
radici delle piante».
La distribuzione
in campo nel 2014
Come avete usato Ercole
nel 2014?
«Ercole è stato distribuito alla
semina del mais, avvenuta
nella terza decade di marzo, alla dose di 12 kg/ha nel
solco, insieme al perfosfato triplo, per combattere gli
elateridi e il risultato è stato
ottimo. Ora che il mais è alla
sesta foglia, in concomitanza
con l’operazione di sarchiatura e di distribuzione dell’urea,
2
Marco Bombonati scarica Ercole nella piccola tramoggia
dedicata a questo prodotto innovativo per il controllo
dei terricoli e della diabotrica.
effettuiamo il secondo intervento con Ercole alla dose di
15 kg/ha; in questo periodo
infatti siamo alla schiusura
delle uova e alla fuoriuscita
delle larve di diabrotica, che
corrisponde allo stadio più
pericoloso per i danni che
procurano all’apparato radicale del mais.
Noi entriamo in campo con
una sarchiatrice a 6 file (modello HS della ditta Gaspardo), dotata di elementi sarchianti standard con 5 molle
flex e paratie laterali proteggi
pianta, sulla quale è stato
montato un microgranulatore
per la distribuzione di Ercole:
il microgranulatore presenta
una tramoggia centrale, posta subito dietro la tramoggia
del fertilizzante, su cui sono
installati 6 distributori volumetrici della ditta Gaspardo (ciascun microgranulatore serve
una fila di mais). All’uscita di
ogni microgranulatore è collegato un deviatore a Y che ha
il compito di ripartire il flusso
del prodotto sui 2 lati (destro
e sinistro) della fila di mais.
L’azionamento del microgranulatore viene garantito da un
rinvio a catena che prende il
moto da una ruota dentata a
terra, la stessa che aziona i
distributori del fertilizzante. Al
termine del suo percorso, Ercole viene interrato alla giusta
profondità grazie ad un tubo
di calata posto nella parte
posteriore della molla flex, in
ciascuna delle molle poste sul
1-2. Vista posteriore
della sarchiatrice a 6 file con
telaio pieghevole idraulico
della ditta Gaspardo, mod. HS.
La sarchiatrice è dotata
di cassone per la distribuzione
del fertilizzante e di una piccola
tramoggia centrale
per la distribuzione di Ercole;
si tratta quindi di una macchina
combinata, capace di eseguire
con un solo passaggio
la lavorazione del terreno,
l’apporto del fertilizzante azotato
e l’applicazione di Ercole.
REPORTAGE DAL CAMPO
primo rango del sarchiatore,
ovvero quelle che si trovano
operare con la maggiore vicinanza alle piante di mais.
Con questo sistema Ercole
viene trasportato a terra e interrato, alla giusta profondità,
su ambo i lati delle piante,
in prossimità delle radici del
mais. In questo modo ogni
fila di mais si trova ad avere Ercole sia a destra sia a
sinistra e questo dovrebbe
garantire una efficace difesa
dagli attacchi delle larve di
diabrotica. Grazie a questa
operazione Ercole dovrebbe
garantire una riduzione efficace di danni da diabrotica,
con effetti positivi sulle rese.
Queste misure di contenimento delle larve assieme
all’abbattimento degli adulti
sulla parte aerea e ad opportune misure agronomiche
riteniamo possano condurre
ad una riduzione significativa
delle infestazioni negli anni
successivi».
Salvaguardare
le produzioni
D’altra parte è fondamentale
salvaguardare la produttività che sugli appezzamenti di
Bombonati raggiunge livelli
ragguardevoli. «Come mais
da trinciato, dice Bombonati, abbiamo medie intorno ai
Le peculiarità di Ercole
La lambda-cialotrina presente
in Ercole agisce per contatto
e ingestione e ha un’azione
repellente, quindi contrasta
l’avvicinamento dei parassiti alle
piante con un effetto barriera.
Nel terreno il prodotto si fissa
alla sostanza organica e non si
muove anche in situazioni di forti
precipitazioni, garantendo una
protezione degli apparati radicali
per circa 60 giorni.
Il granulo di Ercole ha
caratteristiche omogenee, è poco
Mais allo stadio di 5-6 foglie che ha appena
ricevuto la sarchiatura e l’applicazione di
Ercole. Da notare l’ottima lavorazione del
suolo e il completo rispetto delle piantine.
700 q/ha per il frumento tenero siamo sui 90 ql/ha e anche
per la soia non ci lamentiamo
con 45-50 q/ha di media».
Lavorazione del terreno e
igroscopico e non si impacca
durante lo stoccaggio. Presenta
un’ottima scorrevolezza e agevola
la taratura delle attrezzatura
di distribuzione. Il prodotto va
distribuito su ambo i lati delle
radici del mais interrato a una
profondità di qualche centimetro
il più possibile vicino all’apparato
radicale e per questo si ricorre
ad assolcatori montati su una
struttura portante collegati al
tubo di calata proveniente dal
microgranulatore.
R.B.
La sarchiatrice così configurata garantisce
una buona capacità operativa, essenziale
per avere tempestività d’intervento,
nel completo rispetto della coltura.
irrigazione: quali percorsi applicate? «Per quanto
riguarda la lavorazione, noi
operiamo su terreni argillosolimosi e quindi continuiamo
con l’aratura perché le prove
con minima lavorazione non
hanno dato i risultati attesi. Per l’irrigazione usiamo il
classico rotolone, anche se
Gli elementi sarchianti
La macchina è dotata di
elementi sarchianti standard
con 5 molle flex per elemento
e paratie laterali proteggi
pianta. Da notare i tubi
spiralati di colore grigio che
trasportano Ercole dall’uscita
del microgranulatore sino alle
parte posteriore della molla
flex, in ciascuna coppia di
molle poste sul primo rango
del sarchiatore. Dietro a
queste è stato posizionato un
tubo di ferro che segue l’ansa
della molla flex e che rilascia
i granuli di Ercole nel solco
aperto dal vomere a lancia
montato nella parte finale
della molla. Ogni fila riceverà
Ercole su ambo i lati, ad una
distanza di circa 12-15 cm dal
centro fila e ad una profondità
di circa 6-10 cm. Questo per
garantire la migliore protezione
dell’apparato radicale delle
giovani piante di mais. R.B.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
67
REPORTAGE DAL CAMPO
La tramoggia
La tramoggia dedicata alla
distribuzione di Ercole,
in acciaio inox avente
una capacità di circa 90
kg di Ercole, è dotata di
6 distributori volumetrici
(microgranulatori) prodotti
dalla ditta Gaspardo. A ogni
microgranulatore è affidato
il compito di dosare Ercole
per ciascuna fila di mais; il
flusso del prodotto che esce
stiamo osservando con interesse il sistema a manichetta.
Dobbiamo fare bene i conti
e capire se è davvero conveniente per la nostra realtà,
dove normalmente riusciamo
a fare un ottimo raccolto di
mais anche solo con due-tre
interventi irrigui e non disponiamo di un pozzo aziendale,
il che comporterebbe una
68
da ciascun microgranulatore
viene ripartito in 2 per mezzo
di un deviatore a Y (non visibile
in foto) ed arriva, per mezzo di
una tubazione dedicata, fino
alle molle flex. L’azionamento
dei microgranulatori viene
garantito da un rinvio a catena
che prende il moto da una
ruota dentata a terra, la stessa
che aziona i distributori del
R.B.
fertilizzante.
spesa rilevante per installare
un impianto di filtrazione».
Acquisti dietro l’angolo?
«Acquisteremo una barra irroratrice a manica d’aria perché
siamo convinti sia il sistema
migliore per i trattamenti fungicidi al frumento, assolutamente indispensabili se si
vuol portare a casa granella
sana e di qualità e per il trat-
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
tamento al ragnetto rosso. Se
si vuole mantenere l’azienda
competitiva occorre fare investimenti mirati dotandosi di
tecnologie innovative, non c’è
altra strada».
Marco Bombonati applicherà
Ercole anche su altri appezzamenti. «Visti i risultati delle
prove effettuate gli scorsi anni
da Sipcam Italia sono convin-
to dell’efficacia di Ercole, pertanto lo distribuirò anche sui
300 ettari a mais dell’azienda
Serravalle Energia della quale
mi occupo per la conduzione
tecnica. Si tratta di un’azienda che ha installato due impianti di biogas da 1 MGW
cadauno e che alimenta
esclusivamente con insilato
di mais e altri cereali».
INDUSTRIA INFORMA
“INCONTRI AD ALTA TECNOLOGIA”
Oltre 12.000 visitatori dal giorno dell’inaugurazione dell’Experience Center Case
IH e Steyr di St. Valentin (Austria)
L
a sede europea di Case IH e Steyr a St. Valentin, in
Austria, è molto più di un modernissimo stabilimento di
produzione dedicato ai trattori Case IH e Steyr: è un luogo
d’incontro fondamentale per diverse filiali Case IH e Steyr
che offre grandi opportunità di formazione ed esperienza
diretta delle macchine. «Oltre 2.000 concessionari e i loro
collaboratori hanno partecipato a eventi formativi e di
addestramento da ottobre 2012, quando è stato inaugurato
il nostro Experience Center, e più di 12.000 visitatori hanno
varcato le soglie dello stabilimento di St. Valentin solo nel
2013» ha affermato Gavin Enright, direttore dell’Experience
Center.
Lo stabilimento Case IH e Steyr di St. Valentin accoglie e
ospita clienti e business partner provenienti da tutta Europa,
dal Medio Oriente e dall’Africa. «Oltre a gruppi di visitatori,
organizziamo e ospitiamo eventi speciali per i mercati locali
e internazionali – ha spiegato Enright –. Fino a oggi, eventi
importanti come quello Puma per il mercato polacco, la
manifestazione dedicata ai grandi trattori per il mercato
dell’Est Europa e il Customer Day per i clienti francesi, solo
per citarne alcuni, sono stati ben accolti e hanno visto la
partecipazione di moltissime persone».
La città di St. Valentin, l’associazione locale di volontari
antincendio e la Business Class Steyr sono tra le molte
organizzazioni che sono state sostenute con l’Experience
Center. «Siamo felicissimi di aver creato un legame così
profondo con il territorio e le autorità locali di St. Valentin
– ha commentato Gabriele Hammerschmid, direttore
marketing per l’Europa Case IH e Steyr –. Con il loro
sostegno possiamo continuare a investire per sviluppare
ulteriormente lo stabilimento, nel quadro del nostro
programma che mira all’eccellenza. Oltre all’ Experience
Center, il programma di sviluppo include la Red Power
Road e una nuovissima attrazione per i visitatori dello
stabilimento di St. Valentin».
Tre diverse vedute
dello Skywalk.
SKYWALK, UNA VISTA DALL’ALTO MOZZAFIATO
Un’attrazione nuova e unica nel suo
genere, già aperta al pubblico, si
staglia sul centro di produzione e
assemblaggio delle cabine per la gioia
dei visitatori: lo Skywalk di St. Valentin.
«Investiamo continuamente sulla
produzione, utilizzando il Wcm (World
Class Manufacturing) per migliorarci
giorno dopo giorno – ha sottolineato
Hammerschmid –. Investiamo sulla
formazione e sull’addestramento, ma
anche sui nostri clienti. Il nuovo Skywalk
permette agli ospiti di osservare la
linea di produzione ‘dall’interno’ pur
rimanendo a distanza di sicurezza.
Case IH e Steyr hanno investito molto
su questa particolare attrazione che fa
parte del tour dello stabilimento di Sankt
70
Valentin: siamo certi che i nostri visitatori,
i clienti e i fan ne saranno entusiasti.
Le ricerche di mercato ci dicono che
i clienti vogliono sapere come e dove
vengono costruite le loro macchine,
e osservare dal vivo i nostri elevati
standard produttivi. Lo Skywalk darà loro
esattamente quello che vogliono».
Con oltre 2.000 m2 di superficie, il
Centro Experience di St. Valentin
offre un auditorium, strutture per la
formazione, sale riunioni e un ampio
spazio espositivo. Ma non finisce qui:
come spiega Enright con orgoglio,
«la gamma di prodotti, eventi e servizi
va molto oltre la gamma di trattori
Case IH e Steyr. Ospitiamo eventi per
i clienti Magirus Lohr, permettendo
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
a questo marchio di mostrare la
sua competenza all’avanguardia nel
campo dei veicoli antincendio; per i
camion e veicoli commerciali Iveco;
per Jeep, Lancia, Fiat Automotive e
molti altri marchi. Quest’ampia gamma
di eventi che si tengono nel nostro
Experience Center offre l’importante
opportunità di dimostrare il vasto
bagaglio di competenze, abilità e
tecnologia posseduto da Case IH e Steyr.
Abbiamo anche inserito un’esposizione
permanente Magirus Lohr nello
showroom del nostro Centro Experience,
il che sottolinea un altro nostro punto
forte: la capacità di fornire soluzioni alle
necessità specifiche di ciascuno dei
nostri clienti».
INDUSTRIA INFORMA
ARGO TRACTORS, INVESTIMENTI MAGGIORI NEL MONDO DIGITALE
TITOLO
sottotitolo
Diversi
gli upgrading del gruppo di Fabbrico (Re) sul fronte della comunicazione
M
T
olto attenta ai nuovi strumenti offerti dall’evoluzione
esto
della tecnologia, Argo Tractors compie un importante
salto in avanti anche nel mondo della comunicazione, con una
presenza sempre più attiva nel mondo digitale.
Landini
Partendo dal marchio Landini, diversi sono gli upgrading
compiuti dalla casa costruttrice di trattori attraverso i nuovi
mezzi a disposizione. Primo tra tutti il sito web www.landini.
it, punto di riferimento dei landinisti, dove possono reperire
informazioni in modo rapido e sempre aggiornate. Il sito è stato
recentemente rinnovato nella grafica, ora più lineare e con una
navigabilità più intuitiva, e arricchito di immagini accattivanti,
video e fotografie. Completamente nuova è la sezione
prodotti, che è stata dotata di un “product selector” per aiutare
l’agricoltore nella scelta del trattore più adatto alle proprie
esigenze in funzione di specifici parametri: campo di impiego,
numero dei cilindri, fascia di potenza e tipo di trasmissione. Il
salto nel mondo digitale Landini passa anche attraverso l’App
Landini Digital Library, scaricabile gratuitamente su tablet e
smartphone e prevista sia per piattaforme Ios sia per piattaforme
Android, dove è stato aggiornato il catalogo gamma trattori con
l’introduzione delle novità degli ultimi mesi. Infine, i Landinisti
possono rimanere in contatto con il mondo Landini tramite la
consueta pagina facebook – ridenominata Landini Tractors –
che a oggi conta più di 8.000 fan e sulla quale nella ricorrenza
dei 130 anni di Landini verrà ripercorsa la storia del mitico e
storico marchio. Nella pagina verranno, inoltre, segnalati fiere,
eventi, rievocazioni, raduni che hanno come protagonisti i
TITOLO
trattori Landini e i Landinisti in generale.
McCormick
esto
T
Passando al marchio McCormick, è da sempre sinonimo di
prestazioni, tecnologia ed evoluzione. Un’evoluzione che il
marchio rivolge anche alla comunicazione, dove McCormick
ha recentemente compiuto un salto di qualità, allineandosi
sempre più ai mezzi messi a disposizione dall’era digitale.
Il rinnovamento parte dal restyling del sito www.mccormick.
it, che a una grafica lineare e a una navigabilità più intuitiva
aggiunge ora immagini più accattivanti, nuovi video e,
soprattutto, aggiunge nella sezione prodotti il nuovo
strumento di selezione prodotti per aiutare l’agricoltore nella
scelta del trattore più adatto alle proprie esigenze in funzione
dell’impiego, del motore e del tipo di trasmissione desiderata.
Per offrire un servizio sempre più completo e performante
McCormick ha anche aggiornato il catalogo gamma
trattori con le novità introdotte negli ultimi mesi nell’app
McCormick Digital Library, scaricabile gratuitamente su
tablet e smartphone e prevista sia per piattaforme IOS sia per
piattaforme Android. Nell’affacciarsi al mondo digitale con
una presenza sempre più importante McCormick ha pensato
anche al social network Facebook, dove è stata recentemente
implementata una pagina ad hoc per i trattori McCormick,
https://www.facebook.com/tractors.mccormick.
Valpadana
Valpadana, nell’ottica di una comunicazione sempre più
evoluta e vicina al cliente, ha lanciato la propria pagina
facebook https://www.facebook.com/valpadana dedicata ai
propri trattori specialistici. Sulla pagina saranno pubblicate
fotografie, video-interviste, immagini storiche, informazioni
su eventi e altre news per rimanere costantemente aggiornati
sul mondo Valpadana.
La rivoluzione ha interessato anche il sito web www.valpadana.it,
reso più semplice nella navigazione, aggiornato nella grafica e nei
contenuti e arricchito di numerose immagini in campo.
VALERIO MORRA CAVALIERE DEL LAVORO
Valerio Morra, presidente e
amministratore delegato del gruppo
Argo, è stato nominato Cavaliere
del Lavoro e a ottobre riceverà l’alta
onorificenza presso il Quirinale.
«Sono onorato di questo riconoscimento
a titolo personale, ma ancor di più lo
sono per l’affermazione di un percorso
di vita e di lavoro condiviso assieme
alle donne e agli uomini che negli
anni hanno costantemente qualificato
l’attività di Landini prima e di Argo
Tractors a tutt’oggi. Un’attività così
lunga e di successo si basa su una
solida piattaforma industriale capace di
dare risposte in linea con l’evoluzione
dei tempi e delle situazioni, oltre ad un
semplice principio: le persone giuste
nel momento giusto e al posto giusto.
Una grande soddisfazione è poi l’aver
trasmesso alle nuove generazioni della
mia famiglia, così come già fecero
mio padre e prima mio nonno, questi
valori e questa passione. Il comparto
trattoristico, in passato tradizionalmente
instabile, è diventato oggi più stabile
e attivo, grazie anche al risveglio
delle economie dei Paesi in via di
sviluppo. Per contro la nuova sfida
della globalizzazione è decisamente
più impegnativa, ma al tempo stesso
stimolante. Argo Tractors è pronta a
cogliere ogni opportunità, facendo
leva sul proprio know-how, sulla
trasformazione delle idee in prodotti e
servizi, sulla flessibilità e sul dinamismo,
nonché sulla capacità di fare ricerca,
innovazione e formazione. E tutto questo
intendiamo realizzarlo mantenendo salda
la prerogativa del Made in Italy, basando
pertanto l’intero processo industriale nei
nostri stabilimenti italiani».
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
71
INDUSTRIA INFORMA
KRAMP, NON SOLO RICAMBI
Il gruppo olandese offre anche servizi tecnici e soluzioni personalizzate
L
eader europeo nella fornitura di ricambi e accessori
per i settori dell’agricoltura, del giardinaggio, della
forestazione, dell’oleodinamica e del movimento terra,
Kramp offre anche servizi tecnici e soluzioni personalizzate
grazie al know how dei propri ingegneri e tecnici
specializzati. Il cliente Kramp deve semplicemente inviare la
propria specifica richiesta al servizio assistenza per ricevere
un progetto tecnico e il preventivo dei costi.
Grazie al vasto assortimento di prodotti disponibili a
magazzino gli ingegneri Kramp sono in grado di realizzare
impianti che rispondano alle esigenze specifiche del
cliente nell’ambito dell’idraulica, quali ad esempio gruppi
idraulici completi, così come in quello della pneumatica e
della tecnica di movimentazione e di comando. Oltre ad
acquistare singoli componenti, i rivenditori Kramp hanno
anche la possibilità di richiederne il montaggio. Esperti
installatori possono eseguire svariati lavori di montaggio e
configurazione di diverse combinazioni di valvole idrauliche
e valvole SD, così come di valvole con azionamento manuale,
elettrico, pneumatico o idraulico. Su richiesta si realizzano
anche valvole PVG complete delle dimensioni necessarie, da
montare direttamente sulla propria macchina.
L’officina Kramp è attrezzata anche per il taglio del metallo
(convenzionale e CNC), con interventi di tornitura possibili
fino a un diametro massimo di 700 mm, una lunghezza di
2,5 m e con la lavorazione di alberi fino a una lunghezza di
7 m. Tipica è ad esempio la fresatura di alberi scanalati di
diverse dimensioni e lunghezze e la fornitura di soluzioni per
la dentatura degli alberi. Un altro esempio riguarda gli alberi
cardanici: è possibile accorciare i cardani, oppure modificarli
con i dispositivi di sicurezza richiesti quali frizioni, limitatori
a bullone di trancio o a nottolini e accoppiamenti a ruota
libera. L’officina Kramp
è inoltre al servizio degli
specialisti nel campo forestale
attraverso la fornitura di catene
per la silvicoltura con il numero
di maglie desiderato.
Riparare o revisionare i cilindri
idraulici non è un problema.
Che si tratti di sostituire le
guarnizioni, l'asta del pistone o
il tubo del cilindro, i moderni
macchinari e le apparecchiature
di controllo a disposizione dei
tecnici Kramp consentono
di effettuare operazioni
standard, come quelle appena
menzionate, ma anche
completamente personalizzate
quali la verniciatura del cilindro
con i colori identificativi
Assemblaggio, revisione
dell’azienda del cliente. Oltre
cilindri e sviluppo prototipi.
a questi numerosi servizi, il
cliente può richiedere la quotazione di cilindri a disegno.
Punto di forza dell’officina Kramp è il servizio di
raccordatura di tubi oleodinamici, che permette di realizzare
in tempi rapidi tubi raccordati nella lunghezza richiesta
pronti per essere utilizzati.
Infine, non sempre la sostituzione di un pezzo di ricambio
è l’unica soluzione. Spesso può valere la pena riparare
componenti o dispositivi difettosi quali pressatubi,
compressori, sollevatori idraulici, cilindri pneumatici e
utensili a mano pneumatici.
DEUTZ-FAHR 7250 TTV AGROTRON VINCE IL COMPASSO D’ORO 2014
D
eutz-Fahr 7250 TTV Agrotron ha vinto il
Compasso d’Oro 2014, uno dei più prestigiosi
premi di design al mondo. Il Compasso d’Oro viene
assegnato dal 1954 con lo scopo di mettere in evidenza
il valore e la qualità dei migliori prodotti in ambito
di design. Da 50 anni il premio è
organizzato dall’ADI, l’Associazione
per il Disegno Industriale.
Il trattore Deutz-Fahr 7250 TTV
Agrotron è stato selezionato dalla
giuria internazionale del XXIII
Compasso d'Oro tra oltre 270
prodotti, confermandosi ancora una
volta all’avanguardia per gli elevati
contenuti tecnologici e, allo stesso
72
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
tempo, per l’attenzione a funzionalità e efficienza, in uno
stile unico firmato Giugiaro Design.
La Serie 7 Deutz-Fahr arricchisce così il proprio medagliere
con questo importante riconoscimento, che va ad
aggiungersi agli altri prestigiosi premi internazionali
ottenuti quali il Tractor of the Year,
il Good Design e il Red Dot Product
Design Award. Questo premio
rappresenta un’ulteriore dimostrazione
dei risultati ottenuti grazie al grande
impegno di Same Deutz-Fahr in
Ricerca e Sviluppo nell’ambito del
design negli ultimi anni, anche
attraverso la collaborazione con partner
prestigiosi come Giugiaro Design. INDUSTRIA INFORMA
NUOVE SOLUZIONI JOHN DEERE FARMSIGHT
Il Remote Display Access (Rda) del Cervo arriva in Europa
J
ohn Deere ha recentemente attivato la funzione Remote
Display Access (Rda), elemento centrale della propria
strategia FarmSight, nei paesi dell’Europa occidentale e
centrale e in alcuni mercati selezionati della Csi. Grazie
all’Rda di John Deere, il concessionario può visualizzare a
distanza il display GreenStar 3 2630 installato nella cabina
di trattori, irroratrici e trince e consigliare all’operatore
come correggere le impostazioni della macchina.
«La completa disponibilità dell’Rda rappresenta un
importantissimo passo in avanti nel nostro cammino
di espansione del portafoglio di soluzioni FarmSight di
John Deere – ha affermato Christoph
Wigger, vicePresidente Vendite &
Marketing di Europa, Nord Africa e
Csi di John Deere –. La connettività
wireless tra l’operatore sul campo e il
concessionario garantisce un notevole
risparmio di tempo, un aumento
dell’operatività e l’ottimizzazione delle
prestazioni della macchina».
L’Rda è parte integrante della soluzione
JDLink di gestione telematica delle
flotte: basata sul CAN-bus integrato
delle macchine, consente di controllarne
a distanza le funzioni e registrarne i dati
operativi principali. Ad esempio, i rapporti e i consigli
operativi offerti da JDLink possono essere impiegati per
analizzare l’utilizzo della macchina, le ore di attività e il
carico medio del motore. Il concessionario può servirsene
per suggerire al cliente di limitare i tempi di inattività
della macchina, intensificare l’utilizzo dei sistemi di
guida o adottare modalità operative in grado di ridurre i
consumi, oppure, può utilizzarli per formare a distanza
operatori, coinvolgendo eventualmente anche soggetti
terzi. Analogamente, gli esperti del servizio di assistenza
possono visualizzare a distanza la schermata dell’operatore,
risolvere eventuali problemi in tempo
reale o fornire consigli proprio come se
si trovassero sul campo. In base ai dati
in possesso di John Deere, l’utilizzo della
tecnologia Rda è in grado di ridurre i
costi collegati al supporto operatori* di
circa il 30%, oltre a ottimizzare l’utilizzo
e le prestazioni della macchina.
La strategia FarmSight di John Deere
è costituita da una serie di servizi
offerti dai concessionari John Deere
e punta all’ottimizzazione delle
macchine, della logistica e delle
decisioni agronomiche.
KVERNELAND 7820, TEMPI MINORI DI AVVOLGIMENTO
CON GRANDE EFFICIENZA
C
on l’avvolgitore semiautomatico Kverneland 7820
potrete avvolgere le balle in campo anche durante
il trasporto. Questo modello è arricchito con il nuovo
kit opzionale bale-on-end, che assicura un corretto
posizionamento della balla all'interno dei rulli e un rilascio
della balla in campo senza danneggiare il film.
Con il sistema di avvolgimento satellitare il lavoro sarà
molto rapido, e permetterà di ridurre notevolmente l’usura.
Il processo di avvolgimento è quindi molto affidabile
e interamente controllato dalla cabina del trattore: il
lavoro sarà molto più semplice per l’operatore. Inoltre,
l’avvolgitore Kverneland 7820 è provvisto di un meccanismo
autocaricante che permette un carico e uno scarico delicato
delle balle, oltre a poter effettuare l’avvolgimento di
quest’ultima mentre viene trasportata al sito di stoccaggio.
Questo sistema solleva la balla verso l'alto in modo da evitare
che venga contaminata durante il contatto con il terreno.
L’avvolgitore Kverneland 7820 è provvisto del nuovissimo
kit “Bale-on-End”. Posizionandola sul lato piano, dove viene
applicata la maggior parte di strati di film, la balla viene
Con il sistema di avvolgimento satellitare il lavoro del 7820
è molto rapido.
protetta maggiormente durante l’immagazzinamento. La
piattaforma rotante è montata internamente all’avvolgitore,
fra i due rulli, e viene azionata idraulicamente. Quando
la balla viene abbassata, la piattaforma la espelle
automaticamente, spingendola delicatamente, senza
danneggiare il film. Il modello Kverneland 7820 è provvisto
di un sistema di taglio film a forbici, in grado di effettuare un
taglio netto e pulito del film. Il controllo avviene tramite un
joystick semiautomatico, per gestire tutte le fasi di lavoro in
modo semplice e intuitivo.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
73
INDUSTRIA INFORMA
DUE NUOVE FALCIATRICI A DISCHI DA FELLA
TITOLO
sottotitolo
Timone
disposto centralmente per le SM 3065 Trans e SM 3575 Trans.
L’ideale per grandi superfici
esto
ell’ottica
di un costante aggiornamento dell’offerta
nei confronti del settore della fienagione, Fella
presenta la sua falciatrice trainata con telaio di
trasporto e timone disposto centralmente. La SM 3065
Trans con larghezza di lavoro di 3,00 m e la SM 3575
Trans con larghezza di lavoro di 3,50 m sono entrambe
disponibili come variante con condizionatore a rulli o
con condizionatore a denti.
Grazie al timone disposto centralmente la falciatrice
può essere orientata facilmente a destra o a sinistra
dietro il trattore. In questo modo l'agricoltore può
adattare in modo flessibile la falciatura al terreno e alle
necessità. Questo è possibile senza fatica anche in caso
di foraggio disteso, in pendenza e su strisce inclinate.
Specialmente la grande altezza di sollevamento della
nuova falciatrice trainata, fino a 600 mm in posizione
di capezzagna, è resa possibile dal sollevamento attivo
delle ruote di trasporto. La grande distanza dal terreno
così ottenuta è perfettamente idonea per superare
comodamente l'andana di falciatura.
La grande libertà di movimento, fino a 400 mm, del
gruppo di taglio in posizione di lavoro impedisce in
modo sicuro l'appoggio e l'inserimento di tale gruppo
nello strato erboso, anche in caso di terreno ondulato.
L'aggancio trainato della SM 3065 Trans / SM 3575
Trans realizza il migliore adattamento al terreno e una
falciatura senza danni al terreno e con basso consumo
di carburante.
La nuova falciatrice offre all'utente non solo un design
robusto, razionale e un eccellente comportamento al
traino sia su strada sia fuoristrada, ma anche la massima
facilità d'impiego, ottenuta attraverso molti dettagli:
T
N
Grazie al timone disposto centralmente la falciatrice può essere
orientata
facilmente a destra o a sinistra dietro il trattore.
dida
74
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
La SM 3065 Trans di 3,00 m e la SM 3575 Trans sono entrambe
disponibili come variante con condizionatore a rulli
o con condizionatore a denti.
- le protezioni frontali ripiegabili rendono la barra
di taglio facilmente e comodamente accessibile e la
regolazione continua senza attrezzo dell'altezza di taglio
consente un adattamento rapido e ottimale di tale
altezza alle più varie condizioni di impiego;
- la trasmissione di forza attraverso un robusta
trasmissione orientabile risparmia l'albero cardanico
anche in curve strette e realizza il minimo possibile di
usura.
- la cassetta attrezzi integrata nel timone è adatta per
custodire in modo ottimale attrezzi e parti di ricambio,
in questo modo si evitano lunghi tempi di sospensione.
La variante della falciatrice con condizionatore a rulli,
particolarmente adatta per il condizionamento di
foraggi con molte foglie, garantisce un eccellente effetto
di condizionamento anche in caso di grandi quantità di
foraggio. Nella variante con condizionatore a flagelli,
la possibilità di regolare senza attrezzi l'intensità di
condizionamento su 5 posizioni garantisce la massima
flessibilità nelle più varie condizioni atmosferiche.
La SM 3065 Trans / SM 3575 Trans è equipaggiata
di serie con la protezione da sovraccarico Fella
driveGuard. Questa offre all'agricoltore una protezione
ottimale della falciatrice a dischi in caso di danni.
Grazie a un semplice, ma geniale elemento, si
impediscono costosi danni alla e nella barra di taglio,
si evitano lunghi tempi di sospensione per guasti e si
rende possibile la sostituzione del driveGuard a costi
contenuti.
INDUSTRIA INFORMA
CAMILLA PRO, PARTNER IDEALE PER AFFIDABILITÀ E ROBUSTEZZA
Il nuovo decespugliatore Maschio Gaspardo è progettato per contoterzisti
e professionisti della manutenzione stradale
I
l gruppo Maschio Gaspardo, da 50 anni al fianco degli
agricoltori di tutto il mondo, offre una gamma completa
di attrezzature per la lavorazione del terreno, semina,
trattamento delle colture, manutenzione del verde e
fienagione.
Nell’ambito della cura del verde, Maschio Gaspardo
dispone di un’ampia gamma di bracci decespugliatori
retroportati, soluzioni polifunzionali adatte a svariate
applicazioni per la manutenzione professionale di
aree verdi, strade, scarpate, giardini e zone arbustive.
Affidabilità, robustezza e precisione sono principi
costruttivi alla base di tutti i modelli della gamma, che
si distinguono altresì per gli elevati contenuti tecnici
e prestazionali. Camilla Pro è la versione high-end dei
bracci decespugliatori Maschio, progettata per soddisfare
alla perfezione le necessità di contoterzisti e professionisti
della manutenzione stradale, definendo nuovi standard di
qualità e sicurezza. Le migliorie tecniche sono state pensate
per facilitare l’operatore nel lavoro quotidiano e rendere
rapidi e sicuri gli interventi di manutenzione, assicurando
agilità e flessibilità nell’utilizzo.
Questo modello rappresenta quanto di più innovativo
si possa trovare sul mercato delle attrezzature per la cura
del verde e la manutenzione del territorio. Camilla Pro si
distingue per l’estrema versatilità d’impiego, adatta allo
sfalcio dell’erba a bordo strada come alla manutenzione di
rive e scarpate o al taglio di siepi e alberature sia su terreni
inclinati che pianeggianti. Inoltre, ripone nella sicurezza
e nella solidità costruttiva i suoi punti di forza. L’ampio
ricorso a elementi in fusione, specialmente laddove sono
maggiori le sollecitazioni di lavoro, ha dato vita a una
macchina robusta dal design filante. L’impianto idraulico
indipendente è stato dimensionato per aver il maggior
rendimento e minimizzare le dissipazioni di potenza. Le
due pompe a ingranaggi in ghisa (testata e movimenti
braccio) garantiscono potenza e reattività. I tubi flessibili
nelle zone più esposte sono coperti da una speciale guaina
anti-usura, nei tratti lungo le sezioni di braccio i tubi sono
coperti da un carter. Le boccole cementate nelle zone più
Camilla Pro si distingue per l’estrema
versatilità d’impiego.
Camilla Pro è la versione high-end dei bracci decespugliatori
Maschio.
sollecitate e i perni trattati e zincati possono far fronte
agli usi più gravosi della macchina, ponendosi a garanzia
di un impiego intensivo. Il sistema a parallelogramma
della prima sezione di braccio garantisce inoltre l’apertura
simultanea di entrambi i segmenti tramite un unico
comando idraulico, mantenendo costante l’altezza della
testata.
Sicurezza in primo piano
Dal punto di vista della sicurezza d’impiego, lo speciale
dispositivo di fine corsa meccanico evita che il braccio
in posizione di trasporto possa urtare contro la parte
superiore della cabina. La sua posizione è infatti
registrabile tramite un tirante regolabile per adattarsi a
qualsiasi conformazione del trattore. Camilla previene
ogni possibile danno alla propria struttura o al trattore
con un’ampia serie di sistemi di sicurezza attiva e passiva
distribuiti su tutta la macchina. Il circuito idraulico della
testata è dotato di valvola di massima, per scaricare l’olio
in caso di arresto improvviso del rotore e conseguente
sovrapressione. In caso d’ingolfamento della testata, invece,
un sensore del numero di giri arresta il rotore quando
scende sotto la soglia di sicurezza.
Allo stesso modo, se all'avvio del
rotore il regime minimo di giri non
viene raggiunto, il rotore stesso viene
arrestato e il sistema elettronico non
consente l'inversione del senso di
rotazione fino ad arresto avvenuto. A
completamento della macchina sono
inoltre disponibili diversi optional
quali testate troncarami, trasmissione
Camilla previene ogni possibile danno alla del rotore a cinghie, pompa e motore
struttura o al trattore con diversi sistemi.
a pistoni ad alta potenza.
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
75
TARIFFE FORLÌ-CESENA
FORLÌ-CESENA
tariffe a ettaro
Terreno arato
€/ha
67,90
Terreno non arato
€/ha
113,10
Apima
Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola
Le presenti tariffe sono state concordate dalle seguenti Associazioni:
Apima Forlì - Unione Trebbiatori Motoaratori Cesena - Associazione
Autonoma Contoterzisti
Agricoli e Industriali di Cesena e circondario Cesena
Le tariffe potranno essere aggiornate in qualsiasi momento in caso di aumento o
diminuzione del 10% sui costi di almeno una delle seguenti voci:
carburanti, manodopera, ricambi. Per altri lavori non contemplati e/o a libera
contrattazione si consideri come base tariffaria per lavori con trattrici fino a 80
CV 45,20 €/ora.
Aggiungendo per ogni 10 CV superiori 3,80 €/ora. Le tariffe sono al netto di Iva,
sulle stesse dovrà essere applicata l’Iva a norma di legge (10%).
APERTURA BUCHE
ARATURA
libera contrattazione
ESTIRPATURA
Meno di 50 balle:
cad.
Con barra falciante o rotativa
€/ha
64,30
Rotoballe fieno
cad.
9,40
Con barra falciante o rotativa o falciacondizionatrice
€/ha
80,30
Rotoballe verde
cad.
10,50
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10% su
tariffe/ha
59,10
Con trattore da 101 a 130 CV
€/ora
72,60
Con trattore da 131 a 160 CV €/ora
81,60
Con trattore oltre 160 CV ora
libera contrattazione
Fresatura completa con interfilare maggiorazione per ogni ora
€/ora
5,50
Fresatura bietole e mais senza spandi
€/ha
104,70
Fresatura bietole e mais con spandi
€/ha
118,20
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10% su
tariffe/ha
Su terreno arato con trattore da 100 a 130 CV
€/ora
72,60
Su terreno arato con trattore da 131 a 160 CV
€/ora
85,50
€/ha
395,20
CARICO GENERICO €/ora
48,50
CIPOLLE : CAVATURA E RACCOLTA
MECCANICA
DISERBI IRRORAZIONE libera contrattazione
€/q
5,10
Con gruppi semoventi allestiti per tutela salute
/ ambiente / produzioni
€/ha
45,20
Infraceppo frutteti e su fossi €/ora
Con atomizzatore
In caso di mancanza o insufficienza di acqua:
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10% su
tariffe/ha; nel caso di utilizzo limitato del
numero di
ugelli, la tariffa a quintale aumenta del 50%
ERPICATURA O FRANGIZOLLATURA
Una passata
Nei frutteti e vigneti 49,60
libera contrattazione
libera contrattazione
Con trattore fino a 80 CV €/ora
45,20
Con trattore da 81 a 130 CV
€/ora
59,60
Oltre 130 CV
Collina, montagna e terreni declivi
SCAVAFOSSI
libera contrattazione
€/ha
56,80
Fosso nuovo per cm di profondità
€/ml
0,04
Fino a 100 CV
€/ora
72,30
Da 101 a 130 CV
€/ora
84,90
Da 131 a 160 CV
€/ora
96,50
Pulizia
€/ml
0,18
€/ha
67,90
ESTIRPATURA E CONTEMPORANEA
ERPICATURA
Una passata sul terreno arato
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10% su
76
FRESATURA, VANGATURA, ERPICE
ROTANTE, FRANGOR, ESTIRPATURA
GEBIATURA
Su terreno arato con trattore oltre 160 CV ora
€/ora
libera contrattazione
45,20
Carico e trasporto con uno spandi fino a 80
CV (due operatori)
86,10
Carico e trasporto con due spandi fino a 80
CV (due operatori)
108,70
LETAME
Solo carico (con trattrice fino a 80 CV)
MIETITREBBIATURA GRANO
45,20
Per ha:
Rotoballe paglia
cad.
8,30
Balloni quadri fieno (big baler)
cad.
12,10
Balloni quadri paglia (big baler)
cad.
9,90
Fino a 40 q/ha
€/kg
0,21
Oltre 41 q/ha
€/kg
0,16
€/q
3,30
€/q
3,30
In campo aperto (con trattrice fino a 80 CV)
€/ora
50,70
In campo aperto (con trattrice fino a 80 CV)
€/ha
50,70
libera contrattazione
Con trattore fino a 80 HP
€/ora
56,50
Con trattore da 81 a 90 HP
€/ora
60,10
Con trattore da 91 a 100 HP
€/ora
66,00
Con trattore da 101 a 110 HP
€/ora
68,30
Con trattore da 111 a 120 HP
€/ora
74,20
Con trattore da 130 HP
€/ora
80,10
Con trattore fino a 150 HP
€/ora
87,40
Con trattore da 160 HP
€/ora
101,30
Con trattore da 180 HP
€/ora
109,00
Con trattore da 200 HP
€/ora
115,00
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 15%
RACCOLTA FAGIOLINI (PER KG DI
PRODOTTO)
Con utilizzo di macchine plurifila riduzione
del 15%
RACCOLTA POMODORI
Con cernita elettronica del prodotto
Senza manodopera e senza cantieri per il
trasporto
RANGHINATURA VOLTAFIENO E
RULLATURA
Per superfici inferiori a mezzo ettaro
RUSPATURA
113,10
Senza pressa
€/q
2,7
Con trincia
€/q
3,30
Con trattore da 240 HP
€/ora
136,10
Senza pressa in collina, montagna e/o
terreni declivi
€/q
4,70
Con trattore da 270 HP
€/ora
146,70
Con trattore da 300 HP
€/ora
161,40
Con trincia in collina, montagna e/o terreni
declivi
€/q
Con trattore da 350 HP
€/ora
203,80
Con trattrice gommata di oltre 250 HP
€/ora
128,40
Su superfici <1 ha si applicherà una tariffa
minima pari a
€/ha
PREPARAZIONE TERRENO SENZA
ARATURA
PRESSATURA PAGLIA E FIENO
€/ora
Scollettatura, estirpatura e raccolta libera contrattazione
56,80
Con trattore fino a 100 CV
0,34
0,70
€/ora
libera contrattazione
€/q
cad.
Con barra falciante o rotativa (e trattore fino
a 80 CV)
FALCIATURA
BARBABIETOLE
Balle
360,60
Carico in un solo monte peso lordo
libera contrattazione
€/ha
tariffe/ha
Profondità media 60 cm
libera contrattazione
265,10
Per lavori a una mano ulteriore aumento
del 20%
91,00
€/ha
Collina e montagna e terreni declivi aumento
del 10%
€/ora
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10% su
Profondità media da 46 a 50 cm
Su secco
50,70
211,00
214,30
70,10
€/ha
COLLINA E MONTAGNA
55,20
€/ha
€/ha
Leggera con polivomere da 36 a 45 cm
libera contrattazione
€/ora
Su secco
€/ha
180,90
Su verde
Per vigneti inferiori al mezzo ettaro o frazionati
88,30
Vibrocultore con diserbo
€/ha
Per aratura su terreno ripperato
€/ha
Vibrocultore
Leggera con polivomere da 20 a 35 cm
Con ripper nei frutteti
POTATURA MECCANICA VIGNETO
Su verde
5,30
Tra i frutteti maggiorazione al
€/q
0,40
Grano duro e avena maggiorazione
€/q
0,40
Con uso del laser: aumento di 4,80 €/ora
Per le macchine operatrici eccezionali che
necessitano
libera contrattazione
di autorizzazioni al trasporto
Altro movimento terra:
libera contrattazione
Qualora le lavorazioni di cui sopra fossero
inferiori a 8
ore, verranno aggiunte le spese di
trasferimento
Grano allettato, danneggiato, infestato
biologico
e quantità inferiori a 50 q aumento tariffa
del 20%
PALI A PRESSIONE
libera contrattazione
€/ha
144,50
Colture varie
€/ha
69,00
€/ha
90,50
A palo:
PATATE
Semina
SARCHIATURA
Rincalzatura
€/ha
180,40
Colture varie con spandi (due operatori)
Escavazione e raccolta (esclusa manodopera)
4 p.
€/ora
144,50
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10%
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
TARIFFE FORLÌ-CESENA
SCASSO
Da 70 cm di profondità
€/ha
Da 80 cm di profondità
€/ha
843,10
Da 90 cm di profondità
€/ha
1.178,30
Da un metro e oltre e per superfici inferiori
a 1 ettaro:
libera contrattazione
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 15%
SEGAGIONE LEGNA
638,60
libera contrattazione
€/ha
62,30
Senza spandiconcime
56,80
Monogerme
71,20
Monogerme con spandiconcime e
disinfestazione
75,00
Monogerme con spandiconcime, disinfestazione e diserbo
91,60
Monogerme per semi minuti
107,60
Semina su sodo:
libera contrattazione
Solo 1 operatore
SEMINA
Con spandiconcime
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10%
SPANDICONCIME
Trattore senza manodopera per carico concime su tramoggia (trattrice fino a 80 CV)
€/ora
45,20
In più per prodotto raccolto
€/q
1,40
Con vendemmiatrice trainata o semovente in
montagna,collina o terreni declivi
€/ha
451,30
In più per prodotto raccolto
€/q
1,40
Per vigneti inferiori al mezzo ettaro o frazionati
Tali tariffe sono applicabili per vigneti con
distanza media di 3 m tra le file e con l’utilizzo
di pali in ferro o in legno
FALCIANDANATURA PER COLTURE
DA SEME
libera contrattazion €/ha
STRIGLIATURA (diserbo meccanico)
Collina, montagna e terreni declivi aumento
del 10%
TRAPIANTATURA
Senza mandodopera a piantina
TRINCIATURA
Raccolta tralci viti, trinciapaglia, trinciatutto
(con trattrice fino a 100 CV)
Interfilare
Mais ceroso, senza trasporto
Decespugliatore con braccio idraulico fino
a5m
Decespugliatore con braccio idraulico fino
a7m
Decespugliatore con braccio idraulico
oltre 7 m
libera contrattazione
€/ha
31,20
0,02
€/ora
53,60
€/ora
56,30
€/q
0,90
€/ora
50,70
€/ora
€/ora
62,30
73,40
Con vendemmiatrice trainata o semovente
in pianura
395,00
7,20
Coriandolo, fieno greco, miglio, pisello da
seme, sorgo
€/q
10,50
gentile, veccia
€/q
Erba medica (in piedi e/o in andana minimo
1 quintale)
Fagiolo
112,50
libera contrattazione
€/q
48,00
libera contrattazione
Fava e favino
€/q
8,80
Finocchio
€/q
28,10
47,40
€/ha
124,10
67,90
Ginestrino (in piedi e/o in andana minimo
1 quintale)
€/q
€/ha
Pisello
€/ha
135,70
Girasole da olio, soia €/q
6,60
Girasole ibrido da seme
€/q
13,80
Indivia (minimo 1 quintale)
€/q
4,40
Lattuga
€/q
41,90
47,40
Collina e montagna aumento del 10%
SEPARAZIONE MECCANICA
PIANTONI MASCHILI
€/ha
90,50
Lattuga da taglio (precoce)
€/q
Inferiore a 1 ha
libera contrattazione
Pisello da fiore
€/q
38,60
Tariffa oraria ora
libera contrattazione
Pisello proteico
libera contrattazione
Collina e montagna aumento del 10% su
valori a ha
Porro (minimo 1 quintale), radicchio (minimo
1 quintale)
€/q
5,20
scarola (minimo 1 quintale)
€/q
41,90
Prezzemolo, rafano e ravanello colorato
€/q
34,20
Ravanello giapponese
€/q
30,90
Rucola selvatica
€/q
84,90
Sedano
€/q
39,70
Sgranatura granone
€/q
4,10
Sorgo ibrido (peso verde)
€/q
3,40
Trifoglio (in piedi e/o in andana minimo 1
quintale)
€/q
47,40
Zucca
libera contrattazione
Collina e montagna aumento del 10%
MOVIMENTO TERRA
Escavatore da 245 q
78,30
Escavatore da 200 q
72,50
Escavatore da 150 q
66,60
Escavatore da 130 q
60,70
Escavatore da 80 q
57,10
Escavatore da 50 q
54,20
Escavatore da 25/30 q
48,30
Escavawwtore da 16 q
45,90
Separazione meccanica piantoni maschili
Granturco e sorgo ibrido con umidità del
20-25%
Le tariffe sottospecificate si intendono per
prodotto
LORDO e con falciandanatura esclusa.
Qualora si
consideri il peso NETTO, la tariffa sarà
aumentata del
60%. In caso di scarsa produzione, l’importo
non potrà
comunque essere inferiore a 250 €/ha
€/q
4,30
Basilico
€/q
39,70
Bietola da orto, da costa, da taglio
€/q
16,50
Bietola 2/4 e 2/6
€/q
17,10
Bietole miscelate
€/q
14,30
Carciofo
libera contrattazione
Carota
€/q
39,70
Cavolo ibrido
€/ha
libera contrattazione
€/q
Erba medica
Cavolo normale
VENDEMMIA MECCANICA
Colza
Cicoria, lattuga, carote
MIETITREBBIATURA
E TREBBIATURA SEMI MINUTI
€/piantina
16,50
36,40
Erba cipollina
ESSICAZIONE SEMI
SRADICAMENTO PIANTE
€/q
€/q
Cipolla giapponese e cipolla ibrida
LAVORAZIONI AGROMECCANICHE
SU SEMI MINUTI
Bietola da seme, erbette, ravanelli e altri
semi minuti
Cima di rapa, rape, rucola, spinaci
Cipolla (minimo 1 quintale)
libera contrattazione
€/q
30,90
Cetriolo
libera contrattazione
Cicoria
€/q
39,70
Qualora le lavorazioni di cui sopra fossero inferiori a 8 ore verranno aggiunte
le spese di traferimento da concordare preventivamente tra le parti
Il nuovo portale dell’agricoltura
www.agricoltura24.com
Il Contoterzista ( n.7/8 luglio-agosto 2014 )
77
Scarica

IN AGRICOLTURA