Innesti/grafting
Se il funzionalismo del secolo scorso
cercava il grado zero, il pensiero
contemporaneo persegue nuovi fini
e valori attraverso una metamorfosi
delle strutture esistenti.
Proprio questo appare il contributo
originale della cultura progettuale
del nostro paese nell’ultimo secolo:
una ‘modernità anomala’, marcata
dalla capacità di innovare
e al contempo di interpretare gli
stati precedenti. Non adattamenti
formali a posteriori del nuovo
rispetto all’esistente, ma piuttosto
‘innesti’ capaci di agire con
efficacia e sensibilità in contesti
urbani stratificati.
Cino Zucchi
COMUNICATO STAMPA
14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
PADIGLIONE ITALIA
Innesti/Grafting
a cura di Cino Zucchi
Tese delle Vergini all’Arsenale, dal 7 giugno al 23 novembre 2014
Roma, 31 marzo 2014.
Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con
la PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti,
l’architettura e l’arte contemporanee annunciano il tema del
Padiglione Italia, che dialoga su più livelli con i temi della 14. Mostra
Internazionale di Architettura e degli altri padiglioni nazionali.
INNESTI/GRAFTING è il titolo, ma soprattutto la chiave di lettura che
Cino Zucchi - nominato dal Ministero curatore del Padiglione Italia per
la Biennale Architettura 2014 - ha scelto per sviluppare la direzione
suggerita da Rem Koolhaas ai padiglioni nazionali, “Absorbing
Modernity 1914/2014”. Un invito ad approfondire i processi che hanno
portato all’attuale carattere omogeneo e atopico dell’architettura
globale, individuando le resistenze e/o le caratteristiche peculiari
che la modernizzazione ha preso nel confronto con le vere o presunte
“identità nazionali”.
In INNESTI/GRAFTING Cino Zucchi parte dall’assunto che
“l’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra
una ‘modernità anomala’, rappresentata dalla grande capacità di
interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi
continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto
all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni
del contesto in una nuova configurazione: un atteggiamento visto
un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi
ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale
della cultura progettuale italiana”.
INNESTI/GRAFTING è quindi un racconto della nostra migliore
architettura da un punto di vista inedito. Opere antiche, recenti e
contemporanee sono scelte con gli occhi di un botanico piuttosto
che con quelli di uno storico, e rilette secondo modalità originali per
svelare la loro capacità di unire indissolubilmente interpretazione e
innovazione, materia esistente e forma futura.
La proposizione fondamentale del Padiglione, l’innesto come
Leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli, è rappresentata sia con
la lettura dei progetti esposti sia attraverso la struttura stessa del
percorso espositivo e del suo impianto scenico, fino creare un unico
grande ritratto dal forte impatto visivo e formale, dove ogni elemento
mette in rappresentazione la tesi secondo modalità proprie.
Nella mostra del Padiglione Italia non c’è l’idea di un’evoluzione
lineare, bensì l’esame di singoli episodi o eventi progettuali legati nel
tempo da relazioni inaspettate. Se la modernizzazione ha coinvolto
nell’ultimo secolo l’intera penisola, il caso di Milano è assunto come
esemplare “laboratorio del moderno” le cui vicende architettoniche
e urbanistiche degli ultimi cento anni – ma anche alcuni momenti
cardine della sua storia passata – mostrano le particolari modalità
assunte da progetti dalla grande carica trasformativa al confronto
con la struttura urbana preesistente. Ma Milano è anche il luogo che
ospita Expo 2015, un esempio di grande trasformazione territoriale
degli ultimi anni che sarà osservata nei suoi diversi contenuti e nei
suoi sviluppi presenti e futuri.
La mostra continua con una serie di collage di architettura e con la
suggestiva rappresentazione di un grande paesaggio contemporaneo
costituito da immagini di progetti recenti dove architetti di varie
generazioni si sono confrontati con contesti impegnativi. Una serie di
“cartoline” autografe di architetti stranieri daranno un’interpretazione
sintetica della particolare condizione italiana vista da diversi angoli
del mondo.
Ad aprire e chiudere la mostra due segni, due “innesti” fisici nel
contesto dell’Arsenale firmati dallo stesso Cino Zucchi: il grande
portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e una grande
panca-scultura che si snoda tra gli alberi nel Giardino delle Vergini.
In occasione della presentazione della mostra, il Padiglione Italia
lancia un invito pubblico teso a raccogliere una serie di video capaci di
interpretare i luoghi della vita collettiva in Italia realizzati da studenti,
persone comuni, videomaker. Una selezione di questi video andrà a
costituire l’opera corale “Paesaggi Abitati” a cura di Studio Azzurro,
volta a indagare come l’uomo interagisce con le trasformazioni dettate
dall’architettura e come a sua volta le adatti ai suoi bisogni quotidiani.
L’insieme del Padiglione mostrerà la ricchezza e la stratificazione del
paesaggio italiano, e la capacità di interpretare i segni del passato da
parte degli attori che più hanno contribuito alla sua trasformazione in
un paese contemporaneo, capace di dialogare con il mondo.
Contatti stampa
MiBACT–DG PaBAAC
Alessandra Pivetti
Tel 366.6482897
alessandra.pivetti@
beniculturali.it
Ufficio Stampa
Padiglione Italia
OTTO Sara Resnati
Tel 02.45470850 –
329.2143000
[email protected]
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Padiglione.Italia.2014.
Innesti.Grafting
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Cino Zucchi
Innesti: il moderno come trasfigurazione
“La tradizione non è che se non la storia di una serie di trasfigurazioni nuove delle cose.”
Massimo Bontempelli, Tradizione, 1934
“Per me non esiste ‘il passato’ perché considero che tutto è simultaneo nella nostra cultura e nemmeno
esistono per me, nel giudicare architettura, fratture tra l’architettura antica e la moderna.”
Gio Ponti, Amate l’architettura, 1957
Il progetto moderno ha spesso perseguito un organismo autonomo
generato dal semplice programma funzionale e potenzialmente
riproducibile in molti esemplari; ma la cultura architettonica italiana
ha sempre dovuto fare i conti con la presenza di ambienti urbani e
territoriali dalla struttura complessa, dove il nuovo intervento è solo
un nuovo strato di un palinsesto più ampio.
Il Padiglione Italia 2014 mostrerà un paese che ha perseguito grandi
innovazioni tecniche e formali riuscendo ad innestare il nuovo su
di un fatto preesistente, sia esso fisico o culturale: una “modernità
anomala”, sofisticata nelle strategie e negli esiti, dove il luogo e i suoi
caratteri non sono solo un limite fisico, quanto un materiale vivo da
trasformare.
Se il concetto di “contestualismo” evoca un semplice adattamento
formale del nuovo alle consuetudini esistenti al fine di renderlo
accettabile, un “innesto” presuppone una ferita nell’organismo ospite,
ma anche una profonda conoscenza della sua fisiologia.
La sezione “Monditalia” ideata da Rem Koolhaas per l’Arsenale, con la
sua lettura acuta e idiosincratica, decostruisce in maniera definitiva
l’immagine da cartolina che il Bel Paese ha accumulato nei secoli e
che ha finito per nasconderne la realtà multiforme e contradditoria.
Il Padiglione Italia esaminerà i tentativi da parte della cultura
progettuale dell’ultimo secolo di agire su questo paesaggio
frammentato in maniera “edificante”, innestando gemme di grande
modernità negli interstizi che separano gli strati precedenti.
L’Italia di questo ultimo secolo ha perseguito momenti di grande
innovazione tecnica e formale, affrontandoli spesso con la coscienza
della responsabilità che ne derivava. Il passato non è quindi solo un
valore da conservare, ma anche un elemento vivo che costituisce lo
sfondo della nostra vita quotidiana insieme ai nuovi ambienti che ogni
giorno costruiamo e trasformiamo per rispondere a nuovi bisogni.
Il Padiglione Italia e le sue parti
Il Portale: un innesto contemporaneo
Sulla facciata delle Tese delle Vergini che ospitano il Padiglione
Italia nello spazio dell’Arsenale, un nuovo portale di ingresso in
metallo dalla forma arcuata e dallo snello profilo annuncia il tema
del Padiglione con un vero e proprio “innesto” sull’edificio esistente,
dialogando con gli archi del contiguo portico delle Gaggiandre
attribuito a Jacopo Sansovino.
Prima Sala
Innesti: il palinsesto Italia
All’ingresso della mostra, una sezione introduttiva descriverà
mediante brevi testi e immagini i caratteri peculiari dell’architettura
moderna italiana dell’ultimo secolo e le sue radici in quella più
antica. Come Michelangelo ingloba i palazzi preesistenti nella
nuova sistemazione del Campidoglio, così secoli dopo i concorrenti
del concorso per il Palazzo del Littorio devono confrontarsi con le
imprescindibile presenze del Colosseo e della Basilica di Massenzio.
EXPO 2015: un laboratorio ambientale
A sinistra dell’ingresso, un allestimento “leggero” mostrerà il grande
“laboratorio Expo” che sta avviandosi verso il proprio ambizioso
traguardo: un nuovo luogo collettivo che con i contributi di grandi
architetti, fotografi e artisti internazionali mostrerà al mondo intero
le diverse forme di una nuova coscienza nei confronti dell’ambiente.
Il concetto urbanistico dell’intera area, i progetti per i cluster
tematici, il Padiglione Italia, mostreranno diverse articolazioni
dell’idea di sviluppo sostenibile che animerà la manifestazione.
Nella consultazione “2040 EXPOST. Tracciare futuri possibili”,
una serie di giovani studi di architettura sono stati chiamati a
immaginare differenti scenari urbani dell’area dopo la manifestazione,
prefigurandone le metamorfosi dopo la manifestazione.
Milano Moderna: un laboratorio urbano
A destra della sezione introduttiva, una serie scelta di trasformazioni
edilizie antiche e nuove mostreranno la complessa dialettica
tra innovazione e rispetto della forma urbana esistente che ha
caratterizzato il passaggio da città a metropoli della capitale
lombarda.
Episodi che attraversano i secoli come la vicenda dei progetti
incompiuti per la facciata del Duomo o quelli della crescita della
grande fabbrica dell’Ospedale Maggiore, altri più legati a vicende
traumatiche - come quella della ricostruzione del centro dopo i
bombardamenti del 1943, o della Triennale “occupata” nel 1968
- mostreranno una città cresciuta “per occasioni” piuttosto che
per pianificazione di lungo periodo. Più che agli architetti moderni
che hanno creato il volto della città contemporanea – tra loro Piero
Portaluppi, Giuseppe Terragni, Gio Ponti, Piero Bottoni, Ignazio
Gardella, i BBPR, Asnago e Vender, Gigi Caccia Dominioni e molti altri
– l’esposizione guarderà al tema dell’inserimento di nuovi edifici alla
ricerca di condizioni moderne di vita all’interno della forma urbana
esistente, riletto attraverso documenti d’epoca e l’interpretazione di
fotografi contemporanei. La sezione dedicata a Milano si concluderà
con il tema de “la città che sale”, nel rapporto dialettico tra edifici
alti e forma urbana, mostrerà con evidenza la trasformazione scalare
della città dal novecento ad oggi.
Seconda sala
Un paesaggio contemporaneo
Se nella prima sala l’allestimento riprodurrà la struttura compatta
e l’ordine geometrico della città storica, la seconda rappresenterà
anche nelle sue modalità allestitive un’interpretazione attuale del
paesaggio italiano che, come diceva Gio Ponti, è fatto “metà da Dio e
metà dagli architetti”. Nella grande penombra del salone esistente,
grandi prismi di diversa forma e profilo sosterranno immagini
retroilluminate di progetti contemporanei integrati in contesti
diversi, che insieme daranno vita ad uno scenario cangiante ed
inatteso. Piuttosto che descrivere i progetti in mostra, l’allestimento
comporrà nelle modalità di un grande collage la diversità delle
condizioni urbane e di paesaggio del nostro paese, e le diverse
risposte individuali al tema comune del rapporto tra l’occasionalità
programmatica dei singoli interventi e la costruzione collettiva del
territorio.
Ambienti Cut and Paste
Su di una delle pareti della seconda sala troverà posto una grande
“quadreria” di collage fisici e digitali realizzati sul tema dell’innesto
da architetti italiani delle generazioni più giovani; riflessioni astratte,
talvolta provocatorie, che documentano la feconda e continua
ridiscussione sui mezzi disciplinari e sul rapporto tra storicità e
contemporaneità.
Paesaggi Abitati: la vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita
Se la cultura architettonica interviene ogni giorno nel tessuto delle
città, i risultati di questo lavoro diventano ogni giorno lo sfondo della
vita quotidiana di tutti noi. Sopra queste trame urbane troviamo
un ordito di trasformazioni più fini che gli utenti portano avanti per
adattare alle loro esigenze le strutture in cui abitano e lavorano. In
occasione della conferenza stampa, viene presentato l’open call per
un contributo collettivo al Padiglione: la produzione di brevi riprese
video a camera fissa di spazi pubblici. Le riprese pervenute di nuclei
antichi vissuti o abbandonati, moderni centri commerciali, luoghi che
si animano per eventi o vicende particolari, verranno scelte e montate
insieme da Studio Azzurro in un grande “mosaico animato” che
documenti l’estrema diversità del paesaggio italiano e delle vite che
ospita.
Cartoline dal mondo
In prossimità dell’uscita verso il giardino, un grande tavolodistributore contiene venti cartoline che rappresentano altrettanto
sintetiche “letture” della modernità italiana da parte di importanti
architetti del mondo (da Steven Holl a Juan Navarro Baldeweg, da
Dominique Perrault a Peter Wilson e molti altri) che hanno in qualche
modo intersecato la cultura italiana nel loro lavoro o nella loro
riflessione teorica.
Esterno
Un giardino ospitale
Nel giardino dell’ex convento delle Vergini sul lato posteriore del
padiglione, la grande scritta in metallo esistente recuperata dal
vecchio Padiglione Italia ai Giardini diventa il punto di partenza fisico
e ideale di un gesto sintetico: un grande panca di metallo che si
snoda attraverso gli alberi per delimitare uno spazio di festa, sosta,
riflessione o dibattito ai diversi visitatori che attraversano la mostra.
Cino Zucchi
Cenni biografici
Nato a Milano nel 1955, ha conseguito il Bachelor of Science in Art and
Design presso il Massachusetts Institute of Technology e la Laurea
in Architettura presso il Politecnico di Milano, dove è Professore
Ordinario di Composizione Architettonica e Urbana e docente al
Dottorato di Progettazione Architettonica e Urbana.
E’ stato John T. Dunlop Visiting Professor in Housing and Urbanization
presso la Graduate School of Design di Harvard nel 2013 ed ha
partecipato in qualità di docente a numerosi seminari di progettazione
e teoria urbana presso la Syracuse University di Firenze, l’ETH di
Zurigo e l’Universidad Politécnica di Madrid. Tiene regolarmente
conferenze e seminari e partecipa a giurie di concorsi di architettura
nazionali ed internazionali.
Ha pubblicato saggi e recensioni sulle maggiori riviste internazionali
ed è membro del forum della rivista “Lotus international” dal 1996.
E’ autore dei libri L’architettura dei cortili milanesi 1535-1706 (Electa
1989), Asnago e Vender. Architetture e progetti 1925-1970 (Skira
1999), Copycat (Marsilio 2012), Cino Zucchi. Inspiration and Process in
Architecture (Moleskine 2012) e curatore del volume Bau-Kunst-Bau
(Clean 1994).
Ha partecipato all’organizzazione e all’allestimento della XV, XVI,
XVIII e XIX Triennale di Milano, ed è membro del comitato scientifico
della XXI Triennale 2016. Il suo lavoro è stato esposto alla 6°, 8°, 12° e
13° Biennale di Architettura di Venezia, dove l’installazione Copycat.
Empathy and Envy as Form-makers ha ricevuto la menzione speciale
della giuria. Nel Novembre 2013 è stato nominato dal Ministero dei
beni e delle attività culturali e del turismo curatore del Padiglione
Italia alla 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di
Venezia.
Con lo studio Cino Zucchi Architetti ha progettato e realizzato negli
anni numerosi edifici pubblici, residenziali e commerciali, una serie
di progetti di spazi pubblici, progetti per il ridisegno di aree agricole,
industriali e storiche ed ha partecipato a numerosi concorsi liberi e a
inviti nazionali e internazionali. Tra i lavori più noti dello studio vi sono
la riforma dell’area ex Junghans a Venezia (che ha conseguito svariati
premi di architettura), il master plan per l’area di Keski Pasila a
Helsinki, gli edifici residenziali e per uffici nell’area dell’ex Alfa Romeo
a Milano, l’edificio per uffici ad Assago (Milano), gli Headquarters
Salewa a Bolzano, i complessi residenziali a Milano, Parma, Ravenna
e Bologna, il nuovo centro direzionale Lavazza e la ristrutturazione e
l’ampliamento del Museo Nazionale dell’Automobile a Torino.
14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
PADIGLIONE ITALIA
INNESTI/GRAFTING
annuncia
PAESAGGI ABITATI
open call per una videoinstallazione corale
Roma, 31 marzo 2014.
Partecipare con la propria opera filmata a una videoinstallazione
a cura di Studio Azzurro che sarà esposta nel Padiglione Italia alla
14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
in collaborazione con la Biennale di Venezia – che dal 7 giugno al 23
novembre 2014 presenta INNESTI/GRAFTING, di Cino Zucchi.
Questo l’invito dell’open call Paesaggi Abitati che il curatore del
Padiglione Cino Zucchi e Studio Azzurro rivolgono a tutte le persone,
di qualsiasi nazionalità ed età.
Per partecipare basta seguire ile istruzioni fornite sul sito
www.innesti-grafting.it e inviare entro il 20 aprile 2014 un filmato
girato in Italia, della durata compresa tra i due e i cinque minuti, a
colori e con audio.
“Paesaggi Abitati: la vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita”
è il titolo dell’opera finale che sarà composta in proiezione simultanea
dai video, o meglio, dalle “cartoline animate” oggetto dell’open call.
Saranno selezionati i video che per originalità e qualità espressiva
meglio interpretano il tema dell’opera, dedicata a documentare il
rapporto di scambio e di osmosi che si crea tra gli spazi e la vita delle
persone che essi ospitano ogni giorno.
Strade, piazze, centri storici o periferie, luoghi urbani o rurali,
stadi, centri commerciali, spiagge, parchi tematici, luoghi di
intrattenimento… sono tutti potenziali soggetti che, densi di vita o
abbandonati, a diverse ore del giorno aiuteranno, nella dimensione
corale dell’opera finale, a leggere la capacità degli ambienti umani
di accoglierci e modificarsi quotidianamente attraverso piccole
trasformazioni spontanee.
La comunicazione dell’ open call Paesaggi Abitati è sostenuta da
Designboom, popolare magazine on line di architettura e design.
Open call Paesaggi Abitati
Raccolta di contributi video per una videoinstallazione corale
INNESTI/GRAFTING
Padiglione Italia
14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
Istruzioni per la partecipazione:
www.innesti-grafting.it
Crediti Padiglione Italia
MiBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Ministro
Dario Franceschini
Sottosegretari di Stato Ilaria Borletti Buitoni Francesca Barracciu
Capo di Gabinetto
Giampaolo D’Andrea
Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia
PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e
l’arte contemporanee
Servizio architettura e arte contemporanee
Direttore:
Maria Grazia Bellisario
Coordinamento
Alessandra Fassio
Comunicazione
Alessandra Pivetti
Amministrazione
Daniela Aquilini
Fotografia
Roberto Galasso
Segreteria
Dora Campisi
Collaborazioni
Gaia Gallotta, Giorgia Magliocchi
Mostra Innesti/Grafting
Curatore Padiglione Italia
Cino Zucchi
Coordinamento scientifico
Nina Bassoli
Progetto di allestimento
CZA Cino Zucchi Architetti
Cino Zucchi, Omar de Ciuceis, Stefano Goffi, Diego Martinelli
Coordinamento generale
Paola Zini
Coordinamento comunicazione
Sara Fortunati, Finola Doyle
Progetto grafico
Studio FM Milano
Installazioni video
Studio Azzurro
Consulenza illuminotecnica
Carlotta de Bevilacqua
Ufficio stampa
Otto Idee e Soluzioni di Comunicazione Globale srl
Sara Resnati
Gestione social media
Pamela Pelatelli
Catalogo della mostra
Marsilio editori
Sezione “Milano Moderna: un laboratorio urbano”
Consulenza scientifica
Federico Bucci con Elisa Boeri
Paola Nicolin
Francesco Rephisti
Ricerca e progettazione modelli della sala “La città che sale”
Onsite studio
Giancarlo Floridi, Angelo Lunati
Fotografi
Vincenzo Castella
Filippo Poli
Filippo Romano
Maurizio Montagna
con il contributo di Politecnico di Milano e Università di IUAV Venezia
Sezione “EXPO 2015. Laboratorio del futuro”
Ordinamento
Luisa Collina
Consulenza per EXPO Milano 2015
Matteo Gatto, Paolo Verri
Progetto di allestimento
MoDus Architects
Matteo Scagnol, Sandy Attia
Consulenza scientifica workshop
“(2040) EXPOST. Tracciare futuri possibili”
Paolo Galuzzi
Proposte progettuali di
Barozzi Veiga
Ma0
Openfabric
StudioErrante Architetture
Yellow Office
con il contributo di Arexpo
Sezione “Ambienti Cut and Paste”
Coordinamento scientifico
Emilia Giorgi
Sezione “Paesaggi Abitati”
Progetto di allestimento dello spazio di sosta
Matilde Cassani
Sponsor
Main sponsor
EXPO Milano 2015, Padiglione Italia EXPO Milano 2015
Sponsor
Artemide
Lavazza
Hines Italia SGR S.p.A.
Fondo Porta Nuova Garibaldi
Arexpo
STO Italia
Sponsor tecnici
De Castelli
Laboratorio Morseletto per l’architettura
Patrocinio
Comune di Milano
Contributi scientifici
Politecnico di Milano
Università IUAV di Venezia
1- Manifesto Padiglione Italia
2
2- Schema generale del progetto
di allestimento Innesti-Grafting
3- Il Portale: un innesto contemporaneo
4- Sala “Milano Moderna: un laboratorio
urbano”
5- Sala ”Un paesaggio contemporaneo”
4
3
5
6
8
7
6- Giò Ponti, Antonio Fornaroli,
Palazzo Montecatini, Milano
1936-1938
7- Luigi Moretti, Casa per
abitazioni, uffici, negozi e
autorimessa Corso Italia, Milano
1949-1955
8- Franco Albini, Franca Helg,
Grandi magazzini La Rinascente,
Roma 1957-1961
9- Gruppo Carminati, Lingeri,
Saliva, Terragni e Vietti, con
Bartolini, Nizzoli e Sironi,
Concorso Palazzo del Littorio,
Roma 1934
10- Non è vero che uno stabile sia
tanto più bello quanto più metri
misuri di altezza, dalla
“Domenica del Corriere”
del 2 ottobre 1955
9
10
13
11
14
15
12
11- MoDus Architects,
Casa e Atelier d’artista,
Castelrotto (BZ) 2013
12- Onsitestudio, Edificio ASL,
Milano 2010
13- Massimo Carmassi,
Ricostruzione di San Michele
in Borgo, Pisa 2001
13- Barozzi / Veiga, Scuola di
musica, Brunico (BZ) 2012
14- Arche Associati, Cantina
Antinori, San Casciano Val di
Pesa (FI) 2012
15- Raimondo Guidacci, Due
Case, Orsara Di Puglia (FG)
2006
16
Paesaggi abitati
Raccolta di contributi video per il
Padiglione Italia
Innesti/grafting
14. Mostra Internazionale di Architettura
della Biennale di Venezia
17 - Cover dell’ Open call Paesaggi abitati
Scarica

Innesti/grafting - La Biennale di Venezia