Innesti/grafting Se il funzionalismo del secolo scorso cercava il grado zero, il pensiero contemporaneo persegue nuovi fini e valori attraverso una metamorfosi delle strutture esistenti. Proprio questo appare il contributo originale della cultura progettuale del nostro paese nell’ultimo secolo: una ‘modernità anomala’, marcata dalla capacità di innovare e al contempo di interpretare gli stati precedenti. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di agire con efficacia e sensibilità in contesti urbani stratificati. Cino Zucchi COMUNICATO STAMPA 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia PADIGLIONE ITALIA Innesti/Grafting a cura di Cino Zucchi Tese delle Vergini all’Arsenale, dal 7 giugno al 23 novembre 2014 Roma, 31 marzo 2014. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee annunciano il tema del Padiglione Italia, che dialoga su più livelli con i temi della 14. Mostra Internazionale di Architettura e degli altri padiglioni nazionali. INNESTI/GRAFTING è il titolo, ma soprattutto la chiave di lettura che Cino Zucchi - nominato dal Ministero curatore del Padiglione Italia per la Biennale Architettura 2014 - ha scelto per sviluppare la direzione suggerita da Rem Koolhaas ai padiglioni nazionali, “Absorbing Modernity 1914/2014”. Un invito ad approfondire i processi che hanno portato all’attuale carattere omogeneo e atopico dell’architettura globale, individuando le resistenze e/o le caratteristiche peculiari che la modernizzazione ha preso nel confronto con le vere o presunte “identità nazionali”. In INNESTI/GRAFTING Cino Zucchi parte dall’assunto che “l’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra una ‘modernità anomala’, rappresentata dalla grande capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni del contesto in una nuova configurazione: un atteggiamento visto un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale della cultura progettuale italiana”. INNESTI/GRAFTING è quindi un racconto della nostra migliore architettura da un punto di vista inedito. Opere antiche, recenti e contemporanee sono scelte con gli occhi di un botanico piuttosto che con quelli di uno storico, e rilette secondo modalità originali per svelare la loro capacità di unire indissolubilmente interpretazione e innovazione, materia esistente e forma futura. La proposizione fondamentale del Padiglione, l’innesto come Leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli, è rappresentata sia con la lettura dei progetti esposti sia attraverso la struttura stessa del percorso espositivo e del suo impianto scenico, fino creare un unico grande ritratto dal forte impatto visivo e formale, dove ogni elemento mette in rappresentazione la tesi secondo modalità proprie. Nella mostra del Padiglione Italia non c’è l’idea di un’evoluzione lineare, bensì l’esame di singoli episodi o eventi progettuali legati nel tempo da relazioni inaspettate. Se la modernizzazione ha coinvolto nell’ultimo secolo l’intera penisola, il caso di Milano è assunto come esemplare “laboratorio del moderno” le cui vicende architettoniche e urbanistiche degli ultimi cento anni – ma anche alcuni momenti cardine della sua storia passata – mostrano le particolari modalità assunte da progetti dalla grande carica trasformativa al confronto con la struttura urbana preesistente. Ma Milano è anche il luogo che ospita Expo 2015, un esempio di grande trasformazione territoriale degli ultimi anni che sarà osservata nei suoi diversi contenuti e nei suoi sviluppi presenti e futuri. La mostra continua con una serie di collage di architettura e con la suggestiva rappresentazione di un grande paesaggio contemporaneo costituito da immagini di progetti recenti dove architetti di varie generazioni si sono confrontati con contesti impegnativi. Una serie di “cartoline” autografe di architetti stranieri daranno un’interpretazione sintetica della particolare condizione italiana vista da diversi angoli del mondo. Ad aprire e chiudere la mostra due segni, due “innesti” fisici nel contesto dell’Arsenale firmati dallo stesso Cino Zucchi: il grande portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e una grande panca-scultura che si snoda tra gli alberi nel Giardino delle Vergini. In occasione della presentazione della mostra, il Padiglione Italia lancia un invito pubblico teso a raccogliere una serie di video capaci di interpretare i luoghi della vita collettiva in Italia realizzati da studenti, persone comuni, videomaker. Una selezione di questi video andrà a costituire l’opera corale “Paesaggi Abitati” a cura di Studio Azzurro, volta a indagare come l’uomo interagisce con le trasformazioni dettate dall’architettura e come a sua volta le adatti ai suoi bisogni quotidiani. L’insieme del Padiglione mostrerà la ricchezza e la stratificazione del paesaggio italiano, e la capacità di interpretare i segni del passato da parte degli attori che più hanno contribuito alla sua trasformazione in un paese contemporaneo, capace di dialogare con il mondo. Contatti stampa MiBACT–DG PaBAAC Alessandra Pivetti Tel 366.6482897 alessandra.pivetti@ beniculturali.it Ufficio Stampa Padiglione Italia OTTO Sara Resnati Tel 02.45470850 – 329.2143000 [email protected] www.innesti-grafting.it Facebook: www.facebook.com/ Padiglione.Italia.2014. Innesti.Grafting Twitter: @Pad_ITALIA_2014 Cino Zucchi Innesti: il moderno come trasfigurazione “La tradizione non è che se non la storia di una serie di trasfigurazioni nuove delle cose.” Massimo Bontempelli, Tradizione, 1934 “Per me non esiste ‘il passato’ perché considero che tutto è simultaneo nella nostra cultura e nemmeno esistono per me, nel giudicare architettura, fratture tra l’architettura antica e la moderna.” Gio Ponti, Amate l’architettura, 1957 Il progetto moderno ha spesso perseguito un organismo autonomo generato dal semplice programma funzionale e potenzialmente riproducibile in molti esemplari; ma la cultura architettonica italiana ha sempre dovuto fare i conti con la presenza di ambienti urbani e territoriali dalla struttura complessa, dove il nuovo intervento è solo un nuovo strato di un palinsesto più ampio. Il Padiglione Italia 2014 mostrerà un paese che ha perseguito grandi innovazioni tecniche e formali riuscendo ad innestare il nuovo su di un fatto preesistente, sia esso fisico o culturale: una “modernità anomala”, sofisticata nelle strategie e negli esiti, dove il luogo e i suoi caratteri non sono solo un limite fisico, quanto un materiale vivo da trasformare. Se il concetto di “contestualismo” evoca un semplice adattamento formale del nuovo alle consuetudini esistenti al fine di renderlo accettabile, un “innesto” presuppone una ferita nell’organismo ospite, ma anche una profonda conoscenza della sua fisiologia. La sezione “Monditalia” ideata da Rem Koolhaas per l’Arsenale, con la sua lettura acuta e idiosincratica, decostruisce in maniera definitiva l’immagine da cartolina che il Bel Paese ha accumulato nei secoli e che ha finito per nasconderne la realtà multiforme e contradditoria. Il Padiglione Italia esaminerà i tentativi da parte della cultura progettuale dell’ultimo secolo di agire su questo paesaggio frammentato in maniera “edificante”, innestando gemme di grande modernità negli interstizi che separano gli strati precedenti. L’Italia di questo ultimo secolo ha perseguito momenti di grande innovazione tecnica e formale, affrontandoli spesso con la coscienza della responsabilità che ne derivava. Il passato non è quindi solo un valore da conservare, ma anche un elemento vivo che costituisce lo sfondo della nostra vita quotidiana insieme ai nuovi ambienti che ogni giorno costruiamo e trasformiamo per rispondere a nuovi bisogni. Il Padiglione Italia e le sue parti Il Portale: un innesto contemporaneo Sulla facciata delle Tese delle Vergini che ospitano il Padiglione Italia nello spazio dell’Arsenale, un nuovo portale di ingresso in metallo dalla forma arcuata e dallo snello profilo annuncia il tema del Padiglione con un vero e proprio “innesto” sull’edificio esistente, dialogando con gli archi del contiguo portico delle Gaggiandre attribuito a Jacopo Sansovino. Prima Sala Innesti: il palinsesto Italia All’ingresso della mostra, una sezione introduttiva descriverà mediante brevi testi e immagini i caratteri peculiari dell’architettura moderna italiana dell’ultimo secolo e le sue radici in quella più antica. Come Michelangelo ingloba i palazzi preesistenti nella nuova sistemazione del Campidoglio, così secoli dopo i concorrenti del concorso per il Palazzo del Littorio devono confrontarsi con le imprescindibile presenze del Colosseo e della Basilica di Massenzio. EXPO 2015: un laboratorio ambientale A sinistra dell’ingresso, un allestimento “leggero” mostrerà il grande “laboratorio Expo” che sta avviandosi verso il proprio ambizioso traguardo: un nuovo luogo collettivo che con i contributi di grandi architetti, fotografi e artisti internazionali mostrerà al mondo intero le diverse forme di una nuova coscienza nei confronti dell’ambiente. Il concetto urbanistico dell’intera area, i progetti per i cluster tematici, il Padiglione Italia, mostreranno diverse articolazioni dell’idea di sviluppo sostenibile che animerà la manifestazione. Nella consultazione “2040 EXPOST. Tracciare futuri possibili”, una serie di giovani studi di architettura sono stati chiamati a immaginare differenti scenari urbani dell’area dopo la manifestazione, prefigurandone le metamorfosi dopo la manifestazione. Milano Moderna: un laboratorio urbano A destra della sezione introduttiva, una serie scelta di trasformazioni edilizie antiche e nuove mostreranno la complessa dialettica tra innovazione e rispetto della forma urbana esistente che ha caratterizzato il passaggio da città a metropoli della capitale lombarda. Episodi che attraversano i secoli come la vicenda dei progetti incompiuti per la facciata del Duomo o quelli della crescita della grande fabbrica dell’Ospedale Maggiore, altri più legati a vicende traumatiche - come quella della ricostruzione del centro dopo i bombardamenti del 1943, o della Triennale “occupata” nel 1968 - mostreranno una città cresciuta “per occasioni” piuttosto che per pianificazione di lungo periodo. Più che agli architetti moderni che hanno creato il volto della città contemporanea – tra loro Piero Portaluppi, Giuseppe Terragni, Gio Ponti, Piero Bottoni, Ignazio Gardella, i BBPR, Asnago e Vender, Gigi Caccia Dominioni e molti altri – l’esposizione guarderà al tema dell’inserimento di nuovi edifici alla ricerca di condizioni moderne di vita all’interno della forma urbana esistente, riletto attraverso documenti d’epoca e l’interpretazione di fotografi contemporanei. La sezione dedicata a Milano si concluderà con il tema de “la città che sale”, nel rapporto dialettico tra edifici alti e forma urbana, mostrerà con evidenza la trasformazione scalare della città dal novecento ad oggi. Seconda sala Un paesaggio contemporaneo Se nella prima sala l’allestimento riprodurrà la struttura compatta e l’ordine geometrico della città storica, la seconda rappresenterà anche nelle sue modalità allestitive un’interpretazione attuale del paesaggio italiano che, come diceva Gio Ponti, è fatto “metà da Dio e metà dagli architetti”. Nella grande penombra del salone esistente, grandi prismi di diversa forma e profilo sosterranno immagini retroilluminate di progetti contemporanei integrati in contesti diversi, che insieme daranno vita ad uno scenario cangiante ed inatteso. Piuttosto che descrivere i progetti in mostra, l’allestimento comporrà nelle modalità di un grande collage la diversità delle condizioni urbane e di paesaggio del nostro paese, e le diverse risposte individuali al tema comune del rapporto tra l’occasionalità programmatica dei singoli interventi e la costruzione collettiva del territorio. Ambienti Cut and Paste Su di una delle pareti della seconda sala troverà posto una grande “quadreria” di collage fisici e digitali realizzati sul tema dell’innesto da architetti italiani delle generazioni più giovani; riflessioni astratte, talvolta provocatorie, che documentano la feconda e continua ridiscussione sui mezzi disciplinari e sul rapporto tra storicità e contemporaneità. Paesaggi Abitati: la vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita Se la cultura architettonica interviene ogni giorno nel tessuto delle città, i risultati di questo lavoro diventano ogni giorno lo sfondo della vita quotidiana di tutti noi. Sopra queste trame urbane troviamo un ordito di trasformazioni più fini che gli utenti portano avanti per adattare alle loro esigenze le strutture in cui abitano e lavorano. In occasione della conferenza stampa, viene presentato l’open call per un contributo collettivo al Padiglione: la produzione di brevi riprese video a camera fissa di spazi pubblici. Le riprese pervenute di nuclei antichi vissuti o abbandonati, moderni centri commerciali, luoghi che si animano per eventi o vicende particolari, verranno scelte e montate insieme da Studio Azzurro in un grande “mosaico animato” che documenti l’estrema diversità del paesaggio italiano e delle vite che ospita. Cartoline dal mondo In prossimità dell’uscita verso il giardino, un grande tavolodistributore contiene venti cartoline che rappresentano altrettanto sintetiche “letture” della modernità italiana da parte di importanti architetti del mondo (da Steven Holl a Juan Navarro Baldeweg, da Dominique Perrault a Peter Wilson e molti altri) che hanno in qualche modo intersecato la cultura italiana nel loro lavoro o nella loro riflessione teorica. Esterno Un giardino ospitale Nel giardino dell’ex convento delle Vergini sul lato posteriore del padiglione, la grande scritta in metallo esistente recuperata dal vecchio Padiglione Italia ai Giardini diventa il punto di partenza fisico e ideale di un gesto sintetico: un grande panca di metallo che si snoda attraverso gli alberi per delimitare uno spazio di festa, sosta, riflessione o dibattito ai diversi visitatori che attraversano la mostra. Cino Zucchi Cenni biografici Nato a Milano nel 1955, ha conseguito il Bachelor of Science in Art and Design presso il Massachusetts Institute of Technology e la Laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano, dove è Professore Ordinario di Composizione Architettonica e Urbana e docente al Dottorato di Progettazione Architettonica e Urbana. E’ stato John T. Dunlop Visiting Professor in Housing and Urbanization presso la Graduate School of Design di Harvard nel 2013 ed ha partecipato in qualità di docente a numerosi seminari di progettazione e teoria urbana presso la Syracuse University di Firenze, l’ETH di Zurigo e l’Universidad Politécnica di Madrid. Tiene regolarmente conferenze e seminari e partecipa a giurie di concorsi di architettura nazionali ed internazionali. Ha pubblicato saggi e recensioni sulle maggiori riviste internazionali ed è membro del forum della rivista “Lotus international” dal 1996. E’ autore dei libri L’architettura dei cortili milanesi 1535-1706 (Electa 1989), Asnago e Vender. Architetture e progetti 1925-1970 (Skira 1999), Copycat (Marsilio 2012), Cino Zucchi. Inspiration and Process in Architecture (Moleskine 2012) e curatore del volume Bau-Kunst-Bau (Clean 1994). Ha partecipato all’organizzazione e all’allestimento della XV, XVI, XVIII e XIX Triennale di Milano, ed è membro del comitato scientifico della XXI Triennale 2016. Il suo lavoro è stato esposto alla 6°, 8°, 12° e 13° Biennale di Architettura di Venezia, dove l’installazione Copycat. Empathy and Envy as Form-makers ha ricevuto la menzione speciale della giuria. Nel Novembre 2013 è stato nominato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo curatore del Padiglione Italia alla 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Con lo studio Cino Zucchi Architetti ha progettato e realizzato negli anni numerosi edifici pubblici, residenziali e commerciali, una serie di progetti di spazi pubblici, progetti per il ridisegno di aree agricole, industriali e storiche ed ha partecipato a numerosi concorsi liberi e a inviti nazionali e internazionali. Tra i lavori più noti dello studio vi sono la riforma dell’area ex Junghans a Venezia (che ha conseguito svariati premi di architettura), il master plan per l’area di Keski Pasila a Helsinki, gli edifici residenziali e per uffici nell’area dell’ex Alfa Romeo a Milano, l’edificio per uffici ad Assago (Milano), gli Headquarters Salewa a Bolzano, i complessi residenziali a Milano, Parma, Ravenna e Bologna, il nuovo centro direzionale Lavazza e la ristrutturazione e l’ampliamento del Museo Nazionale dell’Automobile a Torino. 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia PADIGLIONE ITALIA INNESTI/GRAFTING annuncia PAESAGGI ABITATI open call per una videoinstallazione corale Roma, 31 marzo 2014. Partecipare con la propria opera filmata a una videoinstallazione a cura di Studio Azzurro che sarà esposta nel Padiglione Italia alla 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in collaborazione con la Biennale di Venezia – che dal 7 giugno al 23 novembre 2014 presenta INNESTI/GRAFTING, di Cino Zucchi. Questo l’invito dell’open call Paesaggi Abitati che il curatore del Padiglione Cino Zucchi e Studio Azzurro rivolgono a tutte le persone, di qualsiasi nazionalità ed età. Per partecipare basta seguire ile istruzioni fornite sul sito www.innesti-grafting.it e inviare entro il 20 aprile 2014 un filmato girato in Italia, della durata compresa tra i due e i cinque minuti, a colori e con audio. “Paesaggi Abitati: la vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita” è il titolo dell’opera finale che sarà composta in proiezione simultanea dai video, o meglio, dalle “cartoline animate” oggetto dell’open call. Saranno selezionati i video che per originalità e qualità espressiva meglio interpretano il tema dell’opera, dedicata a documentare il rapporto di scambio e di osmosi che si crea tra gli spazi e la vita delle persone che essi ospitano ogni giorno. Strade, piazze, centri storici o periferie, luoghi urbani o rurali, stadi, centri commerciali, spiagge, parchi tematici, luoghi di intrattenimento… sono tutti potenziali soggetti che, densi di vita o abbandonati, a diverse ore del giorno aiuteranno, nella dimensione corale dell’opera finale, a leggere la capacità degli ambienti umani di accoglierci e modificarsi quotidianamente attraverso piccole trasformazioni spontanee. La comunicazione dell’ open call Paesaggi Abitati è sostenuta da Designboom, popolare magazine on line di architettura e design. Open call Paesaggi Abitati Raccolta di contributi video per una videoinstallazione corale INNESTI/GRAFTING Padiglione Italia 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia Istruzioni per la partecipazione: www.innesti-grafting.it Crediti Padiglione Italia MiBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Ministro Dario Franceschini Sottosegretari di Stato Ilaria Borletti Buitoni Francesca Barracciu Capo di Gabinetto Giampaolo D’Andrea Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee Servizio architettura e arte contemporanee Direttore: Maria Grazia Bellisario Coordinamento Alessandra Fassio Comunicazione Alessandra Pivetti Amministrazione Daniela Aquilini Fotografia Roberto Galasso Segreteria Dora Campisi Collaborazioni Gaia Gallotta, Giorgia Magliocchi Mostra Innesti/Grafting Curatore Padiglione Italia Cino Zucchi Coordinamento scientifico Nina Bassoli Progetto di allestimento CZA Cino Zucchi Architetti Cino Zucchi, Omar de Ciuceis, Stefano Goffi, Diego Martinelli Coordinamento generale Paola Zini Coordinamento comunicazione Sara Fortunati, Finola Doyle Progetto grafico Studio FM Milano Installazioni video Studio Azzurro Consulenza illuminotecnica Carlotta de Bevilacqua Ufficio stampa Otto Idee e Soluzioni di Comunicazione Globale srl Sara Resnati Gestione social media Pamela Pelatelli Catalogo della mostra Marsilio editori Sezione “Milano Moderna: un laboratorio urbano” Consulenza scientifica Federico Bucci con Elisa Boeri Paola Nicolin Francesco Rephisti Ricerca e progettazione modelli della sala “La città che sale” Onsite studio Giancarlo Floridi, Angelo Lunati Fotografi Vincenzo Castella Filippo Poli Filippo Romano Maurizio Montagna con il contributo di Politecnico di Milano e Università di IUAV Venezia Sezione “EXPO 2015. Laboratorio del futuro” Ordinamento Luisa Collina Consulenza per EXPO Milano 2015 Matteo Gatto, Paolo Verri Progetto di allestimento MoDus Architects Matteo Scagnol, Sandy Attia Consulenza scientifica workshop “(2040) EXPOST. Tracciare futuri possibili” Paolo Galuzzi Proposte progettuali di Barozzi Veiga Ma0 Openfabric StudioErrante Architetture Yellow Office con il contributo di Arexpo Sezione “Ambienti Cut and Paste” Coordinamento scientifico Emilia Giorgi Sezione “Paesaggi Abitati” Progetto di allestimento dello spazio di sosta Matilde Cassani Sponsor Main sponsor EXPO Milano 2015, Padiglione Italia EXPO Milano 2015 Sponsor Artemide Lavazza Hines Italia SGR S.p.A. Fondo Porta Nuova Garibaldi Arexpo STO Italia Sponsor tecnici De Castelli Laboratorio Morseletto per l’architettura Patrocinio Comune di Milano Contributi scientifici Politecnico di Milano Università IUAV di Venezia 1- Manifesto Padiglione Italia 2 2- Schema generale del progetto di allestimento Innesti-Grafting 3- Il Portale: un innesto contemporaneo 4- Sala “Milano Moderna: un laboratorio urbano” 5- Sala ”Un paesaggio contemporaneo” 4 3 5 6 8 7 6- Giò Ponti, Antonio Fornaroli, Palazzo Montecatini, Milano 1936-1938 7- Luigi Moretti, Casa per abitazioni, uffici, negozi e autorimessa Corso Italia, Milano 1949-1955 8- Franco Albini, Franca Helg, Grandi magazzini La Rinascente, Roma 1957-1961 9- Gruppo Carminati, Lingeri, Saliva, Terragni e Vietti, con Bartolini, Nizzoli e Sironi, Concorso Palazzo del Littorio, Roma 1934 10- Non è vero che uno stabile sia tanto più bello quanto più metri misuri di altezza, dalla “Domenica del Corriere” del 2 ottobre 1955 9 10 13 11 14 15 12 11- MoDus Architects, Casa e Atelier d’artista, Castelrotto (BZ) 2013 12- Onsitestudio, Edificio ASL, Milano 2010 13- Massimo Carmassi, Ricostruzione di San Michele in Borgo, Pisa 2001 13- Barozzi / Veiga, Scuola di musica, Brunico (BZ) 2012 14- Arche Associati, Cantina Antinori, San Casciano Val di Pesa (FI) 2012 15- Raimondo Guidacci, Due Case, Orsara Di Puglia (FG) 2006 16 Paesaggi abitati Raccolta di contributi video per il Padiglione Italia Innesti/grafting 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 17 - Cover dell’ Open call Paesaggi abitati