Diocesi di San Miniato
da La Domenica del 30/5/2010
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Inaugurato il nuovo campanile fotovoltaico di Selvatelle
Un sogno diventato realtà
di Paolo Ribechini
Sono passati ormai quarant’anni da quando don Ottorino Dani, l’allora
parroco di Selvatelle, con l’aiuto del popolo, della sua buona volontà e
della sua grande capacità, iniziava a costruire la chiesa intitolata a San
Martino. Era una chiesa senza campanile.
Da allora si sono susseguiti numerosi tentativi per dotare la chiesa del suo
naturale ed indispensabile «compagno».
Architetti, ingegneri, perfino illustri pittori si sono cimentati in questa
impresa, ma tutto vano, è sempre mancata una componente
indispensabile: il finanziamento dell’opera.
Un comitato di quattro cittadini: Giovanni Crecchi, Varo Biliotti, Roberto
Sestini e Paolo Ribechini, coadiuvati dai parroci don Roberto Malizia e don
Patrizio Nizeye Zimulinda, titolare della Parrocchia di Selvatelle, ha iniziato
il percorso con grande entusiasmo ma con poche speranze di successo,
visti i trascorsi.
Abbiamo incontrato in questa nostra impresa un elemento nuovo, l’estro,
la capacità, la professionalità e la sensibilità verso l’ambiente di un
ingegnere meraviglioso: Chiara Cristiani. Ha presentato infatti un progetto
innovativo, futurista ed in linea con il rispetto della natura ma soprattutto con il pensiero e la volontà di
Sua Santità papa Benedetto XVI.
Il Progetto variava di molto dai classici esempi di campanile ma è piaciuto subito sia al Comitato
Promotore che, in maniera particolare, al vescovo di San Miniato, monsignor Fausto Tardelli.
Era il primo campanile fotovoltaico al mondo. Iniziava così il viaggio romano per l’approvazione da parte
della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e quindi del relativo finanziamento necessario. Con grande
stupore e meraviglia ma soprattutto con gioia indescrivibile, nel giro di poche settimane, abbiamo appreso
la notizia che era stato positivamente approvato, assieme a un contributo di ben il 75% del costo
dell’opera; percentuale assolutamente eccezionale.
È iniziato subito l’iter di approvazione per la costruzione, con la celere collaborazione dell’Amministrazione
comunale di Terricciola. La posa della prima pietra è stata una cerimonia molto partecipata dalla
popolazione, anche se circolavano voci non vere su una struttura fatta di ferro e vetro che non piaceva
certamente al Paese.
Rapidamente l’opera cresceva e in poco tempo le maestranze tutte l’hanno completata.
Sono stati montati i vetri fotovoltaici, la cella campanaria con le antiche campane della chiesa di Casanova
opportunamente intonate e l’opera era finita è piaciuta alla popolazione. In meno di un anno tutto era
stato fatto, o quasi, perché mancava la «ciliegina sulla torta»: i fari di luce che scandiscono, con i loro
colori, le stagioni liturgiche.
Non c’erano più soldi. E qui, dopo tanti tentativi di trovare i soldi necessari, tutti andati a vuoto, è uscito
dal classico cilindro il miracolo, su iniziativa tutta personale e nascosta di Varo Biliotti, che andava dalla
ditta fornitrice e pagando di tasca propria portava a casa i fari. Ora l’opera poteva dirsi finalmente
completata.
Il 23 maggio 2010, il Vescovo ha officiato la Messa concelebrata da un folto gruppo di sacerdoti (ed io
vorrei ricordare in modo particolare e ringraziare dell’aiuto indispensabile, don Giampiero Taddei e don
Mario Brotini). Erano presenti e protagonisti mons. Vasco Bertelli, vescovo emerito di Volterra, mons.
Vasco Migliarini, nato e cresciuto a Selvatelle e parroco di Castelfranco di Sotto e mons. Gérard Njen,
delegato della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti di Roma. La commozione
della popolazione per la bellissima Messa, animata dal bel canto della corale Valdera, era palpabile fino
allo sfociare in un grande applauso liberatorio fra le lacrime di molte persone all’atto della benedizione del
Campanile, accompagnata splendidamente dalle bellissime note musicali dell’antica Filarmonica San
Martino di Selvatelle.
La presenza di molte autorità civili e militari, fra cui il presidente della Provincia Andrea Pieroni, il sindaco
di Terricciola Maria Antonietta Fais, il comandante dei Carabinieri maresciallo Mario Sanna, ha dato lustro
alla cerimonia.
dalla diocesi
In visita al «Volto dei volti»
Si è conclusa domenica scorsa l’Ostensione della Sacra Sindone, un evento cui
hanno partecipato numerosi gruppi di pellegrini dalle parrocchie della nostra
diocesi. Sulle pagine del nostro settimanale abbiamo dato notizia delle varie
iniziative via via che venivano svolte. A conclusione di questo periodo di
grazia, in cui è stato possibile visitare il «Volto dei volti» diamo notizia di altri
due pellegrinaggi: il più numeroso e del più recente.
Marti - Capanne
Casteldelbosco
-
San
Romano
-
Montopoli
-
Sono partiti con quattro pullman i fedeli che hanno partecipato al
pellegrinaggio organizzato a livello di unità pastorale dalle parrocchie di Marti,
Capanne, San Romano, Montopoli e Casteldelbosco. Il gruppo è partito prima
dell’alba di domenica 17 aprile alla volta di Torino. All’arrivo nel capoluogo
piemontese, i pellegrini hanno potuto visitare il santuario di Maria Ausiliatrice dove i parroci don Fabrizio
Orsini, don Matteo Puthempurakal e padre Roberto Benamati hanno celebrato la Messa insieme ad altri
sacerdoti appartenenti ad altrettanti pellegrinaggi. Dopo aver gustato il pranzo offerto dai Salesiani il
gruppo di fedeli si è recato al luogo dell’Ostensione affrontando una lunga coda attraverso i viali del Parco
dei Giardini Reali di Torino, per poter vivere un momento indimenticabile di preghiera e di stupore davanti
alla Sacra Sindone.
Fondazione Madonna del Soccorso di Fauglia
Mercoledì 19 maggio la Fondazione Madonna del Soccorso di Fauglia ha realizzato a sua volta il
pellegrinaggio a Torino. La «comitiva» era composta da parrocchiani di Fauglia, Valtriano, Crespina e
Cenaia - oltre ad otto religiose Figlie di S. Anna. La visita alla Sacra Sindone è stata un momento intenso
di grazia, emozione e riflessione. Dopo pranzo, l’intero gruppo di pellegrini, assistito da un’ottima giornata
di sole, è stato poi condotto in una visita storico-artistica del centro di Torino da un’ottima guida di nome
Monica (suggerita dalla parrocchia di Lari). Dalla cattedrale i pellegrini hanno successivamente visitato il
Palazzo Reale, Palazzo Madama, la chiesa di S. Lorenzo e quelle del Corpus Domini, la mole Antonelliana e
altre parti del centro. A metà pomeriggio, in autobus, il gruppo si è spostato al Colle don Bosco ove, dopo
la celebrazione della S. Messa nella cappella Pinardi, è stato condotto nella visita alle stanze che furono di
S. Giovanni Bosco, al complesso monumentale e alla bellissima Basilica di Maria Ausiliatrice che contiene
le spoglie del santo Fondatore dei Salesiani.
Per i numerosi fedeli che dalle nostre parrocchie, come da tutto il mondo, si sono recati a Torino in questa
occasione, è stata un’esperienza indimenticabile, una tappa di speranza nel cammino alla ricerca del
«Volto dei volti», il Volto di Gesù, Dio fatto uomo e servo sofferente per la nostra salvezza.
La parrocchia di Perignano ricorda Madre Teresa di Calcutta
di Antonio Baroncini
Giovedì 20 maggio, la parrocchia di Perignano, dopo venti anni
(1990-2010) dalla visita di Madre Teresa di Calcutta, ha ricordato
con una solenne Santa Messa e alla sera con un incontro di
preghiera, questo emozionante evento. Non era presente Madre
Teresa come quel giorno con il suo sorriso, con la sua minuta e
gracile statura, con la sua faccia consumata dagli anni e dalle
fatiche della sua missione religiosa, civile ed umana, ma vi erano
le sue reliquie ed il suo perenne ricordo.
Non vi erano presenti quelle migliaia di persone come allora a
salutarla, con venerazione, amore e devozione, formando un
cordone umano a cui, con mani giunte, rivolgeva il suo grazie ed il
suo sorriso a conferma di quanto Lei ha costantemente sostenuto:
«Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso».
Furono veramente attimi di grande emozione umana e di sentita fede vedere passare a pochi centimetri
Madre Teresa, non per la sua figura ma per la forza spirituale che emetteva. La sua vita era fatta di
rinunce, di sacrifici, di dedizione assoluta nell’aiuto e nella protezione di tutti coloro che veramente
soffrono e a cui manca tutto: casa, cibo, vesti, medicinali, affetto, subendo, senza la forza di reagire,
perché non ne hanno mezzi, le inique ingiustizie del mondo.
«Dovreste conoscere ciò che vuole dire povertà, dice Madre Teresa, forse la nostra gente ha molti beni
materiali, forse ha tutto, ma credo che se guardiamo nelle nostre case, vediamo quanto è difficile trovare
un sorriso e il sorriso è il principio dell’amore». Amore, però, per Madre Teresa, non vuol dire carezze o
lusinghe ma agire, fare, costruire, testimoniare. Questi verbi comportano azioni forti e noi cristiani,
cattolici, quali risposte diamo?
Madre Teresa ci parla ancora, ci trascina, ci ammonisce e dice: «Se vuoi salire fino al cielo, devi scendere
fino a chi soffre e dare la mano al povero». E ancora : «Il mio segreto è infinitamente semplice. Prego e
attraverso la preghiera divento una cosa sola nell’amore con Cristo. PregarLo è amarLo».
I giovani della parrocchia di Perignano con il loro parroco, Don Armando Zappolini, si sono riuniti alla sera
nella loro chiesa, in preghiera, impostandola secondo il metodo di Taizè: canti brevi, lungamente ripetuti,
letture bibliche, tempi di silenzio che costituiscono momenti d’incontro con Dio. Scriveva Frère Roger nella
sua Lettera 2005: «La preghiera non allontana dalle preoccupazioni del mondo. Al contrario, niente è più
responsabile che pregare: più viviamo di una preghiera semplice ed umile, più siamo condotti ad amare e
ad esprimerlo con la nostra vita». Quella sera, i giovani seduti sui tappeti davanti al Crocifisso, questo
volevano esprimere, rendendo grazie a Dio anche di aver dato loro la possibilità di conoscere Madre
Teresa e con lei pregare, conversare, condividere il suo stile di vita.
«Perché una lampada continui a bruciare bisogna metterci dell’olio» (Madre Teresa).
Una conferenza sull’etica del fine vita
per ricordare Madre Teresa
«La vita prima della fine». Questo il titolo della conferenza tenutasi la mattina del 22 maggio al salone
polivalente di Quattro Strade (Lari) per ricordare Madre Teresa nel ventennale della sua visita a Perignano
(20 maggio 1990). Un argomento, quello del fine vita, tra i più sensibili della discussione attuale, scelto
perché «Madre Teresa partì dai morenti sui marciapiedi di Calcutta» ha ricordato don Armando Zappolini.
Il parroco di Perignano - e fondatore del movimento Bhalobasa - ha introdotto la tavola rotonda evocando
la dimensione spirituale presente in ogni uomo, una dimensione che fa la differenza nell’affrontare gli
eventi dolorosi e, in particolare, la morte. Uno spunto ripreso da Raffaele Longo, monaco buddista del
monastero di Pomaia, il quale ha sottolineato come il vero punto d’incontro tra scienza medica e
spiritualità oggi, più che nelle discussioni sul testamento biologico e sull’accanimento terapeutico, si trovi
nella scelta della qualità della vita nella sua fase finale, affinché si possa viverla in modo autentico e
preparato.
Ha preso poi la parola il medico palliativista Francesco Lo Rocco, socio fondatore di «Dare Protezione»,
un’associazione ispirata agli insegnamenti del Lama tibetano Ghesce Ciampa Ghiatso, che si occupa
dell’assistenza di pazienti in fase avanzata di malattia, sia in hospice che a domicilio. L’associazione
promuove il diritto dei morenti all’assistenza spirituale e attiva corsi di formazione per volontari con
particolare attenzione alla spiritualità delle diverse religioni di fronte alla morte. Nella fase terminale della
vita aumenta il bisogno di senso e a questa inquietudine non si può rispondere solo con la sedazione
farmacologica. Il dottor Lo Rocco ha insistito sul fatto che anche i non credenti hanno bisogni spirituali cui
è giusto rispondere con delicatezza e rispetto.
È intervenuta la sociologa Mariella Orsi, membro della commissione regionale di bioetica, che dal 2001 si
occupa dell’etica delle cure del fine vita e fa parte di un gruppo di lavoro permanente che si riunisce nella
certosa di Pontignano (Siena) per promuovere attività concrete tese a migliorare la qualità delle cure per
coloro che muoiono in ospedale, a casa o nelle strutture residenziali. La sociologa ha messo in evidenza
l’importanza cruciale della comunicazione con il malato e con la famiglia e l’esigenza di un linguaggio più
rispettoso, che non identifichi la persona con la sua patologia.
Con il supporto di slides, il medico internista Stefano Taddei, ha illustrato i problemi relativi al
prolungamento artificiale di una situazione terminale, alla definizione di cosa siano cure proporzionate e
accanimento terapeutico, alla considerazione dell’alimentazione e idratazione artificiali come cure
necessarie o come terapie cui si può rinunciare.
Ha concluso gli interventi in programma padre Mario Longoni, religioso betharramita, responsabile della
Casa Famiglia «Villa del Pino» di Monte Porzio Catone (Roma), dove sono accolti e assistiti a livello
medico, umano e spirituale malati di Aids dimessi dagli ospedali o usciti dal carcere e rimasti privi di
qualsiasi sostegno. Padre Longoni ha definito il fine vita come il tempo del grazie e il tempo della grazia. È
un tempo che «si è fatto breve» e che dev’essere riempito di significato, di senso. Infatti, nell’ultimo atto
possiamo giocarci la benedizione o la maledizione di tutto il nostro progetto.
Le domande di approfondimento da parte del pubblico hanno posto al centro la questione della relazione
tra medico e paziente, spesso viziata da scarsa o cattiva comunicazione. Il dottor Taddei ha ricordato una
statistica secondo la quale la maggioranza dei medici non è capace di ascoltare il paziente per più di 18
secondi senza interromperlo. Di qui l’auspicio che ai convegni medici si comincino a trattare, qualche
volta, anche aspetti etici e comunicazionali. (dfr)
Il percorso spirituale di alcune famiglie della Diocesi
Il Divino Amore soffia sulla famiglia cristiana
In una società dominata dall’individualismo e dalla frenesia,
esistono ancora, per grazia di Dio, «oasi di pace» dove
possiamo ri-ossigenare le nostre esistenze fragili e titubanti.
Questa è la sintesi della nostra esperienza. Ci presentiamo:
siamo un gruppo di famiglie, provenienti da diverse
parrocchie della nostra Diocesi, che ormai da tre anni si
riuniscono una volta al mese per seguire un cammino
spirituale, supportati e sostenuti
in tutto dalle suore
agostiniane del Divino Amore.
È bello, una domenica al mese, dire stop a tutto quello che ci
circonda, e a volte neanche ci piace, salire in macchina e
raggiungere la meta del nostro incontro. Tutta la famiglia
riunita e ad aspettarci le dolcissime suore, sempre disponibili
e premurose, e tanti amici con cui condividere problemi, ansie e tanti momenti di felicità.
Quest’anno abbiamo affrontato la tematica dei Sacramenti, alla riscoperta di questi momenti di grazia e di
salvezza che il Signore, nell’immensità del suo amore, ci dona. Rileggere il Battesimo, la Riconciliazione,
l’Eucarestia, il Matrimonio a la Cresima alla luce non solo della teoria, ma di quello che Dio chiede a noi
oggi, ci ha arricchito di fiducia e di esperienza e ha corroborato il nostro agire quotidiano.
Tanti sono stati i momenti di festa e di allegria, come le intere giornate di ritiro nei «momenti forti»
dell’anno liturgico che ci hanno permesso di assaporare il gusto dei valori autentici e veri su cui basare le
nostre scelte: lo stare insieme gratuito, senza fretta, giocare con i nostri figli, trovare uno spazio per il
dialogo… e al centro della giornata, come linfa vitale, il contatto con il Signore, la preghiera personale e
comunitaria, che sale come profumo gradito al nostro Dio attraverso la celebrazione della Santa Messa
oppure l’adorazione eucaristica con la celebrazione della Liturgia delle Ore.
Tante volte sentiamo dire che la famiglia è lasciata sola a se stessa, che non è valorizzata, che è
dimenticata da tutti. Noi vogliamo farvi sapere che non è sempre così: siamo testimoni di un piccolo
miracolo che il Signore, attraverso le care suore e tanti collaboratori silenziosi, ci ha fatto, semplicemente
dandoci la possibilità di conoscere e attingere da questa realtà da cui, con rinnovato fervore ed impegno,
ripartire per la missione universale della Chiesa: quella di portare la Parola di Dio a tutti gli uomini e in
ogni ambiente.
L’ultimo momento che vogliamo condividere con voi è il ritiro di due giorni che abbiamo fatto a inizio
maggio a Montefiascone, dove le suore hanno la loro prima casa: un bellissimo convento del 1705 dove la
pace e la grazia di Dio regnano circondate dall’operare prezioso delle suore, immerse in una natura
bellissima che loda il Signore. Due giorni dedicati alla gioia. Un bel numero di famiglie con i loro bambini
hanno fatto esperienza di quello che dovrebbe essere il nostro vivere da cristiani: la condivisione, la
comunione fraterna, la carità, la mansuetudine, la concordia… Valori che abbiamo vissuto nei momenti
intensi di spiritualità, come nelle ore di divertimento e di gioco.
Adesso il cammino si ferma per la pausa estiva, ma certo come famiglie cristiane non possiamo
dimenticarci che a noi, «pietre vive» della Chiesa di Dio, è chiesto di portare alla nostra società e al
mondo intero l’annuncio che Cristo è Risorto e vive con noi ogni giorno.
Nel segno di Maria e della famiglia
di Renato Colombai
In una serata finalmente di primavera, Ponticelli, la località di Santa Maria a Monte in cui sta avanzando lo
sviluppo socio-abitativo, ha reso sabato 22 maggio scorso omaggio alla Beata Vergine Maria. Nella vigilia
di Pentecoste – come ha ricordato il parroco don Marco Pupeschi – i fedeli si sono stretti intorno a Lei
come i discepoli nel cenacolo. Un legame non esclusivo, ma orientato a ricevere la forza dello Spirito
Santo, per «uscire dal cenacolo» e portare la Chiesa nelle strade del mondo.
I fedeli che si sono trovati a Ponticelli, in una serata in cui tante erano le tentazioni per rimanere a casa o
essere altrove, hanno dato una concreta testimonianza di come Maria rappresenti davvero la strada
maestra per giungere al Cristo. Forte è stato l’abbraccio di Ponticelli alla Madonna, lo si è capito anche dai
segni esterni: i tappeti alle finestre, i lumi e le luci delle abitazioni accese. E poi la gente, tanta gente in
processione, raccolta ed entusiasta per questa prima volta, tutti con la candela. La processione è
transitata nelle nuove strade della località per poi concludersi nello spazio antistante la tenda che dal 22
febbraio scorso rende concreta la presenza del Signore. A questo punto c’è stato il momento topico: la
celebrazione della Santa Messa nella veglia di Pentecoste. Straordinario il colpo d’occhio, la chiesa
Collegiata sullo sfondo, una sgargiante luna e una stella più splendente delle altre, in alto sopra la collina.
Davanti alla tenda un popolo raccolto, alla vigilia di Pentecoste. Una Chiesa in cammino, per le strade ad
incontrare la gente, a condividerne gioie e dolori. Nell’omelia don Marco ha sottolineato il ruolo dei
sacerdoti, chiamati talora a portare la propria croce, ma sempre a condividere il peso di quella degli altri,
di quanti sono provati dalla vita e dagli eventi. Lo stesso don Marco ha rivolto un appello affinché la
famiglia torni ad essere il riferimento della società. Lo ha detto riferendosi soprattutto alla caratteristica di
Ponticelli, dove mettono su casa tante giovani coppie e tante famiglie vi si trasferiscono. Per questo ha
raccomandato che si incoraggi un clima di accoglienza e di condivisione, affinché la spinta urbanistica si
tramuti in un arricchimento umano e si realizzi un tessuto sociale fecondo. Alla fine un momento di festa,
con una salve di fuochi d’artificio ed un rinfresco preparato dalle famiglie di Ponticelli.
Arte, colore e musica al Museo Diocesano
di Elisa Barani
In occasione dell’iniziativa «Amico Museo» promossa dalla Regione Toscana per la primavera 2010, il
Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato ha partecipato con diverse iniziative. Oltre ai percorsi
didattici e alle visite guidate il cui tema portante era il colore, i due appuntamenti più significativi sono
stati la conferenza dal titolo «L’opera d’arte attraversa le emozioni. Colore, sguardi e atmosfere nelle
opere del Museo Diocesano» tenuta in data 8 maggio 2010 presso l’auditorium del Seminario Vescovile dal
Professor Roberto Ciardi e «La notte dei Musei», sabato 15 Maggio 2010, presso il Museo Diocesano, in
occasione della quale è intervenuto un quartetto d’archi proveniente dal Conservatorio di Siena.
Il professor Ciardi ha esposto tematiche riguardanti la genesi e l’evoluzione del colore nell’arte nel corso
dei secoli, riferendosi, in modo particolare, ad alcuni esempi presenti nel panorama pittorico italiano.
L’immediatezza espressiva ed il conseguente coinvolgimento del pubblico presente ha trasformato
l’approfondimento in una piacevole conversazione culturale il cui scopo era quello di iniziare i partecipanti
al secondo appuntamento, quello musicale. Infatti, «La Notte dei Musei», ha proposto un itinerario
melodico che ripercorresse, attraverso l’ascolto di alcuni brani, il dispiegarsi evolutivo del colore. Per ogni
sala del museo, allestita secondo un criterio cronologico che va dal Medioevo fino al Settecento, è stata
effettuata una selezione di pezzi musicali corrispondenti allo stile pittorico delle opere esposte. Gli astanti,
sollecitati dal linguaggio universale della musica, hanno potuto cogliere il significato simbolico,
iconografico e recondito presente nelle varie immagini delle opere d’arte. La dottoressa Benedetta Spina
ha introdotto l’ambito storico-artistico competente per ogni sala coadiuvata, per il settore musicale, dal
professor Carlo Fermalvento. Il Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato ringrazia il professor Ciardi,
il professor Fermalvento, i musicisti Gabriele Centorbi (violino), Carlotta Rossi (violino), Francesca Profeta
(viola) e Caterina Gabriele (violoncello) per la loro disponibilità e competenza che hanno reso possibile la
realizzazione di un’esperienza innovativa e sicuramente da ripetere.
Ponte a Elsa - Pino
Prima comunione per 13 ragazzi
Il 23 maggio, Domenica di Pentecoste, 13 ragazzi hanno ricevuto
il sacramento dell’Eucaristia per la prima volta: Gianmarco Alessio,
Jan Broetto, Jonathan Carli, Ilaria Elisabetta Ghironi, Filippo Lari,
Francesca Lari, Lorenzo Lunari, Cosimo Marruganti, Andrea Notaro,
Luca Calmieri, Federica Pirpignani, Giovanni Samelli, Niccolò Taddei.
I parrocchiani si sono uniti al giubilo delle dodici famiglie,
partecipando alla solenne celebrazione eucaristica. Loro padri
spirituali don Lido Freschi e suor Grazia Grasso. E sarà ancora festa
per questi giovani il 3 giugno, quando alle ore 21 in Cattedrale si
ritroveranno insieme a tutti i ragazzi del vicariato (che in questi giorni hanno fatto la loro prima
comunione) per la processione del Corpus Domini con mons. Vescovo.
Forcoli
Prima Comunione tecnologica
In attesa che qualcuno scopra qualche prodotto per allargare gli
edifici, ci siamo dati da fare con gli strumenti che la moderna
tecnologia ci ha messo a disposizione. Far entrare 27 famiglie nella
nostra chiesa con il seguito di parenti ed amici che caratterizzano
questo tipo di celebrazioni sarebbe stata un a vera impresa, senza
esito. Allora abbiamo escogitato di far diventare «chiesa» anche lo
spazio antistante, attrezzandolo con un maxischermo ed altoparlante
che permettesse di seguire l’intera celebrazione che si svolgeva all’interno. Così hanno trovato comodo
posto sedute ben 160 persone, che unite alle altre 250 che erano dentro hanno seguito molto bene la
Santa Messa. Ma l’incubo della pioggia, caduta fino a quasi all’alba di domenica 16 maggio, ed altri
inconvenienti capitati nelle prime ore del giorno, ci hanno tenuto col fiato sospeso fino alla fine per lasciar
posto ad un grido di gioia liberatorio alla fine della celebrazione.
Tutti contenti quindi, chi aveva aiutato e chi era al centro della festa, tanto quelli di dentro che quelli di
fuori. Alla sera, nel nostro abituale ringraziamento che eleviamo a Dio con i bambini neo-comunicati (tutti
presenti con i loro genitori) abbiamo ringraziato il Signore anche per il dono del sereno. Ora ci prepariamo
all’udienza del Papa, che sarà mercoledì 9 giugno.
Appuntamenti e segnalazioni ...
Domenica 30 maggio per la messa vespertina
Riapre San Pantaleo a Vinci
di Alexander Di Bartolo
In cammino con Maria. Questo il nome dell’iniziativa che a partire da questa domenica vedrà l’antica
Chiesa di San Pantaleo riaperta ai fedeli del piccolo borgo nel comune di Vinci. Con un percorso mariano di
preghiera, che si snoderà lungo le colline e i vigneti che conducono dalla chiesa dell’Apparita di Vinci sino
all’antico luogo di culto dedicato a San Pantaleone, avranno inizio le aperture domenicali durante le quali i
fedeli di tutta l’unità pastorale di Cerreto Guidi potranno seguire la messa vespertina delle 18. L’apertura
straordinaria continuerà per tutto il periodo estivo e nasce dalla duplice volontà di riaprire e far rivivere la
pieve trecentesca e al contempo venire incontro alle richieste dei fedeli che da tempo chiedono una Messa
la domenica pomeriggio per poter frequentare la liturgia festiva, impossibilitati il sabato e la domenica
mattina. La processione partirà dalla chiesa di Nostra Signora di Fatima all’Apparita, alle 17. Durante la
funzione liturgica a San Pantaleo è prevista l’incoronazione dell’immagine della Madonna di Fatima.
Dalla Curia diocesana
Provvedimenti e nomine
Domenica 23 maggio 2010, solennità di Pentecoste, Mons. Vescovo ha nominato Vicari foranei per il
quinquennio 2010 - 2015 i seguenti sacerdoti:
Don Fabrizio Orsini – Vicariato I o di San Miniato.
Don Roberto Malizia – Vicariato II o della Valdera.
Mons. Romano Maltinti – Vicariato III o di Santa Croce.
Don Sunil Thottathussery – Vicariato IV o di Fucecchio.
Agenda del Vescovo
Sabato 29 maggio – ore 10: A Montopoli, presso il Conservatorio S. Marta, convegno su
«L’immigrazione oggi»; ore 17: Cresime a S. Maria della Vedute in Fucecchio; ore 21,30: In Cattedrale,
chiusura dell’Anno Giovani 2009-2010.
Domenica 30 maggio - ore 9,30: Inizio Visita pastorale nell’Unità Pastorale di Orentano-GallenoStaffoli. Accoglienza a Villa Campanile e S. Messa di Prima Comunione; ore 11,15: Accoglienza a Galleno
e S. Messa di Prima Comunione; ore 18: S. Messa nella Cappella di Pinete.
Lunedì 31 maggio - Convegno a Livorno promosso dalla Conferenza Episcopale Toscana sui beni
culturali ecclesiastici; ore 21: A Streda, S. Messa e Processione a chiusura del mese di Maggio.
Martedì 1 giugno - ore 21,30: In Cattedrale, secondo giorno del Triduo di Adorazione Eucaristica
animata da gruppi ecclesiali diocesani, in preparazione alla festa del Corpus Domini.
Mercoledì 2 giugno - ore 18: Alla Prefettura di Pisa, festa della Repubblica; ore 21,30: In Cattedrale,
terzo giorno del Triduo di Adorazione Eucaristica animata da gruppi ecclesiali diocesani, in preparazione
alla festa del Corpus Domini.
Giovedì 3 giugno - ore 17,30: Assemblea del Clero in Seminario; ore 21: S. Messa in Cattedrale e
Processione nella Solennità del Corpus Domini.
Venerdì 4 giugno - ore 10: A Staffoli, visita agli ammalati; ore 18: S. Messa con i giovani dell’Unità
Pastorale e successivo momento conviviale; ore 21,15: Incontro con i Consigli pastorali e per gli affari
economici dell’Unità Pastorale.
Sabato 5 giugno - ore 10: Visita agli ammalati di Orentano e Villa Campanile; ore 18: Accoglienza e S.
Messa a Orentano.
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