IL DIRIGENTE SCOLASTICO E I SISTEMI DI VALUTAZIONE USR/Ambito territoriale provincia di Rimini 22 marzo 2011 Damiano Previtali “Plus ça change, plus c’est la même chose” 2001 De Mauro 2004 Moratti 2007 Fioroni Gelmini Change Per cambiare dobbiamo: - percepire la necessità del cambiamento - condividere il cambiamento - comprenderne il beneficio Paul Watzlawick, Jon H. Wekland, Richard Fisch: Change. Ed. Astrolabio 1974 pag. 19 La discontinuità necessaria … Le scuole possono essere allo stesso tempo la causa del fallimento e la base per la riuscita? Chiedere agli insegnanti e ai dirigenti di migliorare i livelli di apprendimento degli studenti senza modificare le condizioni in cui si è verificato il fallimento è un percorso senza via di uscita. Elmore, R.F., Change and Improvement in Educational Reform, 2003 Perché cambiare? 1. Perché gli studenti sono cambiati … I nuovi studenti Occorre sfidare alcuni caratteri che appaiono diffusi negli studenti: ridotti tempi di attenzione, impazienza, difficoltà di concentrazione, scarso investimento su imprese a lungo termine. L’alternativa sembra essere o il modello tradizionale – “io insegno, spiego, tu devi imparare, capire, rispondere” – che si affaccia sempre come impalcatura del lavoro scolastico, oppure la costruzione di qualcosa che assomiglia a una comunità di pratica, a una bottega, a un laboratorio. Rezzara, Cambiare la scuola, 2010 Perché cambiare? 2. Perché la relazione fra insegnamento/apprendimento è cambiata PROVA NAZIONALE DI MATEMATICA Scuola secondaria di I grado classe III D20. Il Signor Carlo scende dal tram all’incrocio di via Pietro Micca con via Antonio Giuseppe Bertola (nella mappa che vedi qui sotto il punto è contrassegnato da un asterisco). Ischia 2010 Damiano Previtali 8 Percorre 200 metri di via Bertola e all’incrocio con via 20 Settembre svolta a sinistra; dopo aver camminato per 150 metri, raggiunge l’incrocio con via Pietro Micca. Da lì decide di tornare al punto di partenza per via Pietro Micca. Quanti metri all’incirca percorre al ritorno? □ A. 200 m □ B. 250 m □ C. 350 m □ D. 600 m Ischia 2010 Damiano Previtali 9 MATEMATICA. Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado - Dare stime approssimate per il risultato di una operazione, anche per controllare la plausibilità di un calcolo già fatto. – Conoscere la radice quadrata come operatore inverso dell’elevamento al quadrato. – Dare stime della radice quadrata utilizzando solo la moltiplicazione. – Riprodurre figure e disegni geometrici in base a una descrizione e codificazione fatta da altri. – Riconoscere figure piane simili in vari contesti e riprodurre in scala una figura assegnata. – Conoscere il Teorema di Pitagora e le sue applicazioni in matematica e in situazioni concrete. – Calcolare l’area di semplici figure scomponendole in figure elementari, ad esempio triangoli. (STALCI: Indicazioni per il curricolo. 2007) L’allievo Allievo “diligente” Allievo “competente” Risorse cognitive Lettura; comprensione; relazioni spaziali; orientamento; riconoscimento figure; teorema di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e radice quadrata. Lettura; comprensione; relazioni spaziali; orientamento; riconoscimento figure; teorema di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e radice quadrata. Euristiche Si chiede: -Quando abbiamo fatto queste cose a scuola?- Legge la situazione e si chiede: - Come “trasformo” le cose che conosco in questa situazione nuova? Controllo Non trova soluzione. Panico. Rinuncia a risolvere il problema (Non lo abbiamo trattato a scuola!) Belief system Le discipline sono chiuse - “edite” La trasformazione non porta ad una soluzione, si applica, cerca trasformazioni alternative e innovative (il desiderio della scoperta) Interdisciplinarietà ed apertura “all’inedito” Ischia 2010 Damiano Previtali Un modello di PROBLEM SOLVING matematico (Schoenfeld) 11 “Le capacità non-cognitive” - perseveranza, - motivazione, - gestione del rischio, - stima di sé, - capacità di autocontrollo, - coscienziosità e comportamento lungimirante James J. Heckman 2008, Nobel in Economic Sciences nel 2000 Un progetto educativo per la scuola del ventunesimo secolo è fatto di “quattro pilastri: imparare a essere, imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme” (Jacques Delors: Nell'educazione un tesoro,1999) Perché cambiare? 4. Perché “il paradigma” è cambiato … Il paradigma Veniamo da … “ … la frequenza di scuole comuni non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni. Lo stesso criterio di valutazione dell’esito scolastico deve, perciò, fare riferimento al grado di maturazione dell’alunno, sia globalmente sia a livello degli apprendimenti realizzati …”. Relazione Falcucci 1975 Documento di indirizzo della legge 517/1977. “Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico” Andiamo verso … “Occorre dare piena e adeguata funzionalità agli strumenti e alle modalità in uso (voti, scrutini, prove oggettive, verifiche, …) e alle nuove opportunità (rilevazioni Invalsi) per accompagnare in modo trasparente e coerente il percorso di ogni singolo alunno … fissare le tappe e i traguardi da superare … responsabilizzare ogni scuola rispetto ai risultati”. Atto di indirizzo 2009 AUTOS Autonomia Le Indicazioni non dettano alcun modello didattico -pedagogico. Ciò significa favorire la sperimentazione e lo scambio di esperienze metodologiche, valorizzare il ruolo dei docenti e delle autonomie scolastiche …. (Nota introduttiva alle Indicazioni – Allegato A - Regolamento) Successo formativo “La progettazione delle istituzioni scolastiche, attraverso il confronto tra le componenti della comunità educante, il territorio, le reti formali e informali, che trova il suo naturale sbocco nel Piano dell’offerta formativa” … sono decisive “ai fini del successo formativo”. (Nota introduttiva alle Indicazioni – Allegato A - Regolamento) ORIENTAMENTI 1. Essenzialità … ricercare l’essenzialità, il fondamento comune del sapere … rinunciare ai cataloghi onnicomprensivi ed enciclopedici dei “programmi” tradizionali. ORIENTAMENTI 2. Dialogo tra le discipline Costruire, attraverso il dialogo tra le diverse discipline, un profilo coerente e unitario dei processi culturali … sottolineare i punti fondamentali di convergenza, i nodi concettuali che richiedono l’intervento congiunto di più discipline per essere compresi nella loro reale portata. ORIENTAMENTI 3. Priorità Una buona preparazione in italiano … in matematica … nella lingua inglese … nelle scienze … . Accanto … competenze di ordine storico, geografico … completata e sostenuta da quella artistica e musicale come da quella corporea ORIENTAMENTI 4. Dotazione di senso Conoscere non è un processo meccanico, implica la scoperta di qualcosa che entra nell’orizzonte di senso della persona che “vede” , si “accorge”, “prova”, “verifica”, per capire. IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE 1990 Conferenza Nazionale sulla scuola “- i finanziamenti e le spese per la scuola; - un servizio nazionale di valutazione; - la formazione iniziale degli insegnanti; - l'istruzione obbligatoria nei paesi della comunità europea; - il rapporto scuola-lavoro; - il governo della scuola e l’autonomia didattica”. 1992 "Uno sguardo sull'educazione: indicatori OCSE” 1998 Raccomandazioni al Ministro espresse da un gruppo di esperti internazionali designati dall'OCSE (“OCSE: Esami delle politiche nazionali dell'istruzione: Italia” Armando 1998 ) Raccomandazione 1: sia istituito un sistema di valutazione … che incentri la sua attività sulla definizione di parametri di valutazione … Raccomandazione 2: il Governo consideri l'opportunità di istituire un ente indipendente … Raccomandazione 3: il Governo riesamini il ruolo dell'ispettorato … Raccomandazione 4: la creazione di un sistema di testing per valutare gli alunni in determinati momenti del corso di studi o in determinate classi … Raccomandazione 5: i risultati di questa valutazione vengano messi a disposizione dei genitori e della comunità … 2008 Direttiva triennale n. 74 del 15 settembre 2008 Aree di intervento: - Valutazione di sistema. - Valutazione delle scuole. - Valutazione (rilevazione) degli apprendimenti degli studenti. - Valutazione del personale della scuola. - Diffusione della cultura della valutazione. 2009 Direttiva 76/2009 “… la rilevazione: riguarderà gli studenti della seconda e quinta classe della scuola primaria e della prima e terza classe della scuola secondaria di I grado. Per la terza classe si terrà conto della valutazione degli apprendimenti cui sono sottoposti gli studenti in occasione della prova nazionale dell’esame di Stato al termine del primo ciclo; considererà l’italiano e la matematica. 2010 Direttiva 67 del 30/07/2010 INVALSI: “provvederà alla valutazione degli apprendimenti … degli studenti della seconda e quinta classe della scuola secondaria di secondo grado … la rilevazione considererà l’italiano e la matematica”. Alcune evidenze (dal 1990 al 2010): - Sviluppo dei sistemi di valutazione comprativi europei e internazionali; - Riconoscimento dell’autonomia scolastica; - Sviluppo di un sistema nazionale di valutazione; - Rapporti sui risultati di apprendimento degli studenti; - Attenzione sociale ai dati; - Attenzione sociale al merito e all’eccellenza.