UNA COMUNITA’ DI LIBERTA’
INTRODUZIONE ALLA
TEOLOGIA SOCIALE
INTRODUZIONE
• -la minaccia più potente è il
primato della tecnologia e
dell’economia con la conseguente
separazione dei due aspetti della
relazione sociale: asp. funzionale e
asp. di alleanza relegata nel
privato.
• -emerge il problema più
urgente di quello della
giustizia: la crisi del senso del
vivere insieme
• -i cristiani sono chiamati a
mostrare nelle relazioni sociali un
riflesso della pratica della
prossimità o partecipare
semplicemente all’istituzione delle
regole democratiche?
• senso di disperazione di fronte alle
sfide della società che si allontana
dall’umanesimo occidentale,
identità disconnessa dalla realtà
sociale, la fede in termini privati,
l’opzione di Dio come legittima ma
privata e nella subcultura
ecclesiastica, ritorno alla religione
in termini soggettivi
• -le opzioni della teologia:
• I) riaffermare il messaggio
cristiano come controculturale in
un rapporto di estraneità alla
cultura secolare
• II) assumere il pluralismo
ingaggiandosi nella giustificazione
delle norme e abbandonare alle
convinzioni personali i criteri del
bene e del male, deteologizzazione
della prassi sociale
• -III)il cristianesimo come cultura di
un popolo assicura il ricompattarsi
di una società frammentata, i valori
cristiani come strumenti per la
salute della società, la chiesa come
lobby etico-sociale
• -rischio di perdere la propria
identità e tuttavia problemi obiettivi
a cui la teologia deve rispondere
• - Le questioni sottese sono quelle
del rapporto coscienza e società,
fede e cultura. Il rapporto sociale
ha un’originaria densità religiosa.
• - la nostra proposta esplicita la
permanenza della questione
teologica all’interno
dell’esperienza sociale quotidiana,
l’istanza originaria della prossimità
come una promessa testimoniata
dalle culture,
• verità incondizionata che rimanda
alla verità peculiare della fede, si
indica così i modi per ricondurre i
doveri sociali al comandamento di
Dio
• -per istituire il rapporto tra la fede e
la dimensione sociale
dell’esperienza, cogliamo i diversi
livelli dell’azione sociale e vediamo
la pertinenza della fede e delle
varie interpretazioni (c.1 Verso una
teologia sociale, c.2 La società
come fatto umano),
• -l’antropologia personalistica della
DSC costituisce un criterio
affidabile per un approccio alla
società la quale rimanda alle
questioni fondamentali del destino
dell’uomo (C.3).
• -le radici dell’antropologia
sociale sono nella rivelazione
biblica che comporta sempre il
riferimento alle modalità
concrete del rapporto sociale e
al loro giudizio (C.4)
• -restaurare lo spazio della fede e
restituire la dimensione di senso
dell’esperienza sociale, correlando
le condizioni oggettive
dell’esper.soc. alla speranza
cristiana: è il compito della
teologia sociale. Essa fa emergere
la circolarità della carità e della
giustizia ( c.5)
• -La teologia sociale si determina
nell’etica sociale. L’impegno
sociale viene ricompreso e aperto
ad un bene trascendente, bene che
assume la figura di una comunità
di libertà (c.6 )
• la responsabilità sociale si misura
con la determinazione parziale del
bene che è il bene comune,
pienamente compatibile con il
pluralismo e la libertà (C.7)
• -La teologia sociale chiama alla
cura per il destino e la libertà
dell’altro in gioco nelle istituzioni.
In tal modo la libertà si prolunga
nelle strutture e nelle
organizzazioni(c.8)
• -questo approccio raggiunge le
persone nei loro ruoli sociali,
luogo del possibile reciproco
riconoscimento e della carità (c.9).
• -la missione sociale della chiesa si
riferisce all’oggettivazione sociale delle
relazioni umane per evitare che le
relazioni umane o di prossimità
diventino uno spazio chiuso e le
oggettivazioni o relazioni sociali si
trasformino in uno spazio unicamente
funzionale. La relazione pastorale
contribuisce a dare forma ad una
comunità di libertà (C.10)
c.1 Verso una teologia sociale
•
•
•
•
1. La natura della teologia sociale
2. Il metodo del discernimento
3.Il rapporto con le scienze sociali
4. La teologia sociale come teoria
sociale cristiana
1. La natura della teologia
sociale
• INTELLIGENZA CRITICA ED
ECCLESIALE DELLA PRASSI ECCLES
• -le varie discipline teologiche
hanno un comune riferimento alla
Rivelazione, il senso della chiesa
come criterio interno, la coscienza
critica come funzione
• -la teologia sociale ha il compito
della comprensione credente del
vissuto sociale (ogg. mater. e
form., metodo)
• -Non
i teologi né gli intellettuali
elaborano un ideale storico-sociale
ma la pratica cristiana del rapporto
sociale (OA 4)
• --scopo della teologia sociale è
comprendere la società alla luce
della fede e offrire strumenti
concettuali per la testimonianza
credente
• è una riflessione teologica sulla
società ed è connessa alla DSC,
alla teologia pastorale e alla morale
sociale, sono coinvolte
l’antropologia e l’ecclesiologia
• -i compiti della teologia sociale:
• 1. chiarificazione concettuale
dell’idea di soc.
• 2. riflessione teol.fondamentale
sulla soc.
• 3.comprensione cristiana della
soc. contempor
• -la DSC emana dottrine, la teologia
sociale elabora ricerca scientifica
• -radici comuni con la teologia
pastorale
• -attenzione della fede al fenomeno
sociale come luogo teologico
• -la difficoltà oggi nasce dal fatto
che si tenta di emarginare la
questione del bene, l’attenzione va
solo al giusto determinato
proceduralmente come soluzione
al pluralismo multiculturale
• -l’universale concreto: il bene
universale nelle culture concrete
• B)un metodo teologico per
elaborare giudizi et., valenze past.
e competenze tecniche, e per
affrontare la complessità delle
situazioni culturali
• -un metodo per la dimensione
pratica della teol. implica la
descrizione fenomenologica e la
riflessione sull’azione dei cristiani
e della chiesa (DSC, Teol.pastor.,
teol. Mor,)
• LA DIMENSIONE PRATICA
• -Tutta la teologia è pratica:
sorge dall’interrogazione che
nasce dalla scelta concreta,
ritorno riflessivo
sull’esperienza
• -la teologia soc. si occupa
metodicamente della prassi della
fede, coscienza critica dell’agire
ecclesiale, elaborazione riflessa
della fede a partire dalla prassi
credente, elaborazione del
fondamento che abilita all’impegno
sociale
• nel contesto della ricerca di senso
si pone il contributo del
discernimento ecclesiale, che non
si fa senza la prassi della chiesa e
che è intrecciato al giudizio e
all’azione
• -il discernimento è in prospettiva
teologica secondo una
metodologia che salvaguarda il
primato della fede e la produttività
scientifica della teologia soc.
• -la prassi della chiesa si inserisce
nel dinamismo storico delle
questioni soc.
• E non è generica. E l’elaborazione
del fondamento dell’esperienza
soc., il quale non è un momento
preliminare ma introduce e abilita
all’azione come momento
impreteribile.
• -su questa linea la teologia soc.
rispetta i propri limiti: quelli del
conflitto sociale, dell’autonomia
legittima del sapere sociale. La
teologia non esaurisce la
conoscenza dell’esperienza soc.
• -la prassi come luogo originario di
elaborazione della teoria e non
come attuazione successiva di dati
teorici
• -la traduzione dei principi in
imperativi non avviene per
semplice deduzione dai principi, la
fede non ha solo un valore iniziale
ma permanente
Il metodo del discernimento
• -il discernimento riguarda il
compito di cogliere il senso di ciò
che nella storia e società si
produce, che è originale
• -livelli del discernimento:
individuale, ecclesiale e sociale
• Il discernimento soc è urgente;
nella società moderna: ordine
sociale storico, secolarizzazione
degli ordinamenti civili,
l’intenzionalità cristiana dei
comportamenti sociali va
perseguita attivamente
• -rischio di diventare un’aggiunta
estrinseca e solo interiore
• -rischio del fondamentalismo:
riferimento immediato dei
fenomeni sociali al testo biblico
• -comprensione cristiana dei fatti
sociali come condizione del
giudizio etico e del giudizio
pastorale
• Il giudizio etico quale
discernimento sociale diventa
interpretazione critica, un
processo che si snoda in tre
momenti connessi e
intercomunicanti, reciprocità
ermeneutica,
• momenti integrati in un’esperienza
di celebrazione e preghiera
• IL MOMENTO DELL’ANALISI SOCIALE
• -La realtà sociale è compresa con
l’aiuto delle scienze sociali a vari
livelli, nel tempo e nello spazio, le
cause…
• -non è neutrale: precomprensioni,
valori
• -sarà storica, strutturale, orientata
da una visione cristiana dell’uomo,
tesa all’azione
• IL MOMENTO DELLA VALUTAZIONE
• -Interpreta i singoli fatti in una
visione più larga e sistemica
• -occorre una visione cristiana
delle tendenze più qualificanti
del clima culturale
• -non comparazione tra fatti e verità
cristiane di sempre né giudizio
sillogistico ma discernimento
• -due figure di giudizio sulla realtà
sociale:
•
LA FIGURA DOTTRINARIA DEL
GIUDIZIO PRATICO
si prescinde dal confronto con
l’effettualità storica (es.
condanna degli errori moderni,
un modello ideale di società o
naturale o tesi da riprodurre
nella realtà concreta nel modo
più fedele possibile)
-è il modello della DSC fino a
Giovanni XXIII: appare un
sistema dottrinale dedotto dai
principi di diritto naturale
•
LA FIGURA DELLA MEDIAZIONE
principi dottrinali ed esperienza
storica come luogo di
emergenza degli ideali nella loro
concretezza storica
Non semplice comparazione
ideali astratti e situazione
storiche né compromesso tra
massimalismo e
condizionamento storico
ma mediazione tra fatti e ideali
(discernimento dei segni dei
tempi, non semplice
contrapposizione tra ideali
cristiani e forme sociali ma
rapporto intrinseco
la difficoltà sorge dalla
valutazione dei fatti analizzati
che dipende dai criteri di
significato i quali dipendono a
loro volta dai giudizi personali
di valore
• il giudizio pratico è soggetto a
cambiamenti, il riconoscimento
delle evidenze etiche è solo
provvisorio perché il contesto
particolare in cui sono scoperte è
mai completamente conosciuto
• -la fede va espressa tenendo conto
dei limiti morali umani e suppone
la conoscenza dei determinismi
sociali, l’individuazione dei
mutamenti possibili e la
valutazione delle diverse
possibilità
IL CERCHIO DELLA PRASSI
Riflessione teologica
Analisi sociale
Programma pastorale
inserimento
La formulazione del
discernimento
Situazione
storica
esperienza
Scienze umane teoria
D
DSC
S
D
Progetto
storicoconcr
esperienza
2. Il rapporto con le scienze
sociali
• LA CONTESTUALIZZAZIONE DELLA
RIFLESSIONE TEOLOGICA
• la teologia sociale si confronta con
le scienze sociali. Queste
considerano la società da una
prospettiva ristretta. Quella la
considera nel contesto più ampio
del bene globale dell’uomo
• -frammentazione delle scienze che
impedisce un’unica formulazione
del rapporto
• -la teologia si dà sempre in un
contesto culturale. Di qui la sua
potenzialità culturale
• -la teologia è costitutivamente
interdisciplinare: oltre il modello di
collaborazione, né parallelismo.
• Non cercare punti in comune ma
ragioni fondative
• -fondamento e centro della teologia è la
rivelazione di Dio in Cristo in parole ed
opere, ossia attraverso la struttura
dell’Incarnazione, il discorso su Dio
implica la realtà dell’uomo.
• -Il principio dell’Incarnazione esige il
riferimento alle scienze umane.
• IL RIFERIMENTO DINAMICO
DELL’ANTROPOLOGIA
• -ogni scienza soc. è divisa in molte
specializzazioni, con diversi
approcci teorici, difficile relazione
con la teologia
• -la teol soc colloca i fenomeni soc
in un contesto più ampio, quello
dell’uomo integrale OA 10
• -il punto centrale del dialogo: il
tipo di uomo
• -la sociologia, caratterizzata da un
metodo empirico-analitico e
ipotetico-deduttivo, offre un
contributo di conoscenza alla
teologia sociale
• -la sociologia può trarre utili
suggestioni dall’insegnamento
sociale della chiesa per
l’individuazione dei temi da
analizzare e come coscienza critica
• -verso i riduzionismi: l’uomo come
fascio di ruoli o totalmente
eterodiretto OA 38
• -verso ogni totalizzazione teorica e
pratica
• -Circa la centralità della persona
umana, la teologia sociale elabora la
proposta antropologica non come una
somma di principi astratti ma in termini
dinamici capaci di incarnarsi in varie
situazioni.
• Interpretazione cristiana dell’uomo
come un processo sempre aperto e mai
concluso, aperto agli apporti delle
scienze sociali (CA n.59). L’esperienza
sociale ha dei significati che solo in
riferimento ad un’antropologia possono
essere valutati.
• -la teologia sociale non integra solo
contenuti statistici ma riflette e elabora
con metodo proprio idee e teorie delle
diverse discipline. Il suo metodo è
teologico in tutto il processo
• -il teologo deve comprendere il
linguaggio e i procedimenti scientifici
per rendere la sua analisi teologica e
competente
• LE BUONE RAGIONI DELL’ATTORE
SOCIALE
• nella CA preoccupazioni e richiami: il rischio
dello scientismo in due modi
• -la cultura non è più una mediazione tra
coscienza e verità, ma sostituisce la verità
• -l’individualismo metodologico afferma la
libertà dell’attore razionale e calcolante. Ciò
che non è quantitativo è irrazionale e
relegato nella privacy (i fini)
• -la teologia soc prende sul serio il discorso
sugli attori sociali nella loro storia e i diversi
tipi di razionalità o buone ragioni insieme alla
situazione d’ azione
• -la teologia si avvale di un metodo
fenomenologico per mostrare il senso
dei diversi aspetti della vita sociale
dischiudendola ad un progetto pratico
capace di configurare regole e
istituzioni. Evita così la deduzione o la
imposizione per divina rivelazione, e
l’esteriorità tra saperi sociali e appello
alla libertà (fede)
• -superamento di una visione
materialistica della vita civile e apertura
alla consapevolezza di sé della
persona, scoperta dell’appello a fidarsi
dell’altro. Si alimenta la vita civile ad
una coscienza aperta originariamente
al bene (Vangelo)
• -oltre l’individualismo metodologico: la
libertà non è il risultato di un calcolo o
dell’ordine sociale
• -si fornisce al sociologo diversi tipi di
razionalità. L’appello a forze oscure
presuppone attori irrazionali
• -la teologia stimola la sociologia a
diventare scienza dell’azione sociale e
comprensione dei significati dell’azione
sociale
• IL PROBLEMA DEL SENSO
• -attraverso l’apporto antropologico si
contribuisce ad approfondire il
problema del senso (che cosa vale la
pena di indagare?)
• -oggi si affermano i paradigmi scientisti
e la tendenza antifilosofica
• -all’origine la disputa tra la sociologia
oggettiva e la sociologia ermeneutica
• -il paradigma ermeneutico contrappone
all’obiettivo di spiegare i fatti e
formulare leggi, l’ideale metodologico
del comprendere l’azione sociale con
metodi storico-comparativi, vicini al
vissuto
• -versioni diverse: versione weberiana,
versione microsociologica (Mead,
Goffman)
• la sociologia ermeneutica esige il distacco
dai pregiudizi e la coscienza dei propri
presupposti. Pretendere la neutralità
significa identificarsi con i valori dominanti
della società, specialmente nel contesto
odierno della privatizzazione della scienza
che corrode la comunicazione scientifica,
perdita di autonomia…
• -le scienze sociali promuovono il
benessere umano o rinforzano il
sistema presente con le sue
discrepanze
• -la sociologia ermeneutica sostiene che
la ricerca della verità sociologica è un
atto che trasforma la società, impegno
per i valori
• -se scienza e impegno sono legati la
fede personale del sociologo fa
differenza nel selezionare i problemi…
• -oggi il problema della privatizzazione
della scienza
• -il problema di fondo: esistono valori
universalmente validi o solo opinioni
soggettive? Nel processo di
soggettivizzazione della ragione verità
e giustizia diventano costruzioni
umane, oggettive in quanto imparziali
• -certe teorie sociologiche sono aperte
ad un’etica universalistica e
all’esigenza di dialogo sociale sui valori
La teologia sociale come teoria
sociale cristiana
• IL POSTULATO DELL’ADEGUATEZZA
• la teologia sociale si propone di passare dai
documenti della DSC ad una teoria sociale
secondo le esigenze di un discorso
scientifico. Questo compito esige che si
dichiarino e si confrontino i propri
presupposti.
• -ispirarsi alla DSC significa avere una fiducia
prescientifica nella sua validità che spinge
ad una argomentazione rigorosa e consente
di controllare la fedeltà della teoria al vissuto
• -nella ricerca la fede fornisce degli
orientamenti di comprensione che devono
sfociare nella formulazione delle ipotesi
interpretative e di istanze critiche
• -la fede sottostante alla teologia sociale
esige che le ragioni giustificative devono
pretendere la validità e comprensibilità
universale. In questo senso di può parlare di
teoria sociale cristiana, rigorosa come
rilflessione scientifica e con l’impronta della
sua ispirazione di fede.
• -Habermas ammette solo un valore
retorico e non razionale alla traduzione
argomentativa dei valori religiosi
• -il criterio per il rispetto dell’alterità è
che il teologo sociale dovrà formulare
la sua interpretazione in modo
comprensibile (principio di
adeguatezza)
• LE VIRTU’ DEL RICERCATORE
SOCIALE
• in conclusione l’impegno alla ricerca
seria nel dialogo dipende dalla
speranza che qualche mutuo consenso
sull’umano possa essere raggiunto
• -l’umiltà e la solidarietà prendono
seriamente l’ammonimento dello
scetticismo ironico contro l’uso del
discorso normativo come mezzo di
dominio
• -il legame sociale non è solo un
imperativo ma un’assicurazione che il
bene degli individui è sostenuto dai
legami di relazione con la comunità
• -la ricerca sociale e la ricerca morale
appaiono aspetti inseparabili di una
comprensione umanistica integrale
• -il processo della teologia sociale è
quello della mediazione reciproca di
significato tra diversi modi di
comprensione
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