In caso di mancato recapito inviare al CMP di Venezia per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
Numero 12 LA RIVISTA PER CHI
PROGETTA E COSTRUISCE
IN QUESTO NUMERO:
ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE: RIVALORIZZARE L’ARCHITETTURA
LA MIA CASA RESPIRA? L’ISOLAMENTO A CAPPOTTO
POSA DEL PORFIDO, TRA TECNICA ED ESTETICA
FIBRA DI CELLULOSA: DALLA CARTA UN ISOLANTE NATURALE
INSTALLAZIONE E VANTAGGI DELLE POMPE DI CALORE
I “PLUS” DEI SERRAMENTI IN PVC
MOSAICI E PIASTRELLE IN ALLUMINIO PER “VESTIRE” LE SUPERFICI
IO COSTRUISCO
Periodico - N. 12 Aprile 2013
ISSN 2282-1708
Registrazione al Tribunale di Venezia
n. 16 del 11/10/2010
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IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Numero 12 Aprile 2013
Registrazione al Tribunale di Venezia n. 16 del 11/10/2010
ISSN 2282-1708
Editore
PHIL FRESH s.n.c.
Via Garda, 1/9 - 30027 San Donà di Piave (Venezia)
Tel./Fax 0421 596926 - [email protected]
www.philfresh.it
Iscrizione ROC n. 20406
Direttore Responsabile
Ottavia Da Re
Redazione
Via Garda, 1/9 - 30027 San Donà di Piave (Venezia)
Tel./Fax 0421 596926 - [email protected]
www.iocostruisco.it
Hanno collaborato
Architecture In Australia_Italia, Arch. Greta Antonini,
Francesco Boeretto, Luigi Boggian, Arch. Devis Busato,
Arch. Laura Favotto, Arch. Cristiana Favretto, Alberto Ferrarese,
Arch. Isabella Janes, Barbara Matteazzi, Federica Momentè,
Arch. Marco Pavan, Arch. Paola Perissinotto, Arch. Luca Zanin
Progetto Grafico e Impaginazione
IDVISUAL - Padova - www.idvisual.it
Foto
Gianni Canton - Padova - www.911foto.com
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Pubblicità
Tel. 0421.596926 - 348.5904819
[email protected]
62
63
In collaborazione con:
Direttore Generale
Stefano Perissinotto
Direttore Tecnico
Arch. Antonio Girardi
SOMMARIO
Stampa
Litocenter S.r.l. - Piazzola sul Brenta (PD)
Direttore Editoriale
Nicola Piccoli, Daniele Marcassa
associazione giovani architetti
della provincia di venezia
IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Nello stallo imbarazzante della situazione politica italiana e con una crisi economica che
non cessa di mordere, proviamo noi di Io Costruisco a lanciare qualche segnale di seppur
minimo ottimismo e rilancio, grazie naturalmente alle tante imprese del settore edile che,
nonostante tutto, stanno continuando ad investire, innovare e proporre soluzioni per costruire e ristrutturare.
Ne è un fulgido esempio Irial, una realtà fondata da due amiche imprenditrici che hanno
messo a frutto la loro profonda conoscenza dell’alluminio e del suo trattamento, realizzando
splendide superfici in alluminio per l’architettura d’interni.
Ma anche nel campo degli impianti e del risparmio energetico questo dodicesimo numero offre numerosi spunti: in particolare parliamo di pompe di calore, una tecnologia che si sta progressivamente affermando anche nel nostro Paese, grazie all’elevata efficienza e versatilità.
Se c’è infatti un fenomeno che la crisi sta inevitabilmente rafforzando è quello dell’attenzione agli sprechi e al recupero delle risorse: per questo, parlando di progettazione ed edilizia,
ci soffermiamo anche sull’archeologia industriale e sulle enormi potenzialità che possono
avere (anche in termini di nuova occupazione) il recupero e la valorizzazione dei tantissimi
capannoni, oggi spesso inutilizzati, di cui è disseminato il territorio del Nordest.
Un’altra interessante storia, figlia delle nostre terre, è quella di tre giovani agronomi trentini
che hanno ideato un innovativo sistema naturale per combattere l’erosione del suolo, si chiama Bio Soil Expert e sta già riscuotendo enorme interesse per le sue numerose applicazioni.
Altro tema di questo numero è l’isolamento delle nostre abitazioni, il cosiddetto “cappotto”,
che grazie a materiali e tecnologie sempre più sofisticate e performanti è ormai un vero e
proprio investimento, che può godere anche di detrazioni fiscali, per risparmiare sui consumi
energetici e vivere in un ambiente più sano e confortevole.
Dietro ognuna di queste imprese, ricche di creatività e passione, ci sono persone, studi,
ricerche e tanto sacrificio: noi continuiamo a cercarle e a raccontarvele, ma ci auguriamo che
anche la nostra classe dirigente si accorga finalmente che è su queste realtà che dobbiamo
puntare se vogliamo, il prima possibile, ripartire come economia e come società.
PROGETTI
LA RI-VALORIZZAZIONE DELL’“ARCHEOLOGIA
INDUSTRIALE”, UNO STRUMENTO PER IL FUTURO
NATURALMENTE, IL GIARDINO DELL’ORCHIDEA
ARCHITETTI ITALIANI IN AUSTRALIA:
UN’ASSOCIAZIONE PER CREARE NUOVE OPPORTUNITÀ
CAPOLAVORI DI LUCE, SPAZIO E MATERIA
NELL’OPERA DI JAMES TURRELL
GUG: GUGGENHEIM URBAN GAP
BIO SOIL EXPERT: UN RIMEDIO “NATURALE”
ALL’EROSIONE DEL SUOLO
CANTIERE E NORMATIVE
LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
SICUREZZA NEL CANTIERE:
OBBLIGHI E RESPONSABILITÀ DEL COMMITTENTE
LIFE CYCLE ASSESSMENT DI UN EDIFICIO:
ANALISI ENERGETICA DI UN PROCESSO EDILIZIO
LAVORO AUTONOMO E RIFORMA FORNERO:
OSSERVAZIONI E APPLICAZIONE
MATERIALI
L’IMPORTANZA DEL TETTO
SISTEMA DI ISOLAMENTO A CAPPOTTO
LA MIA CASA RESPIRA?
SCELTA E POSA DEI PAVIMENTI IN LEGNO
PER IL RESTAURO DI UNA VILLA STORICA
POSA DEL PORFIDO: TECNICA ED ESTETICA
LA NUOVA FACCIATA DELL’UNIVERSITÀ DI TRNAVA IN SLOVACCHIA
FIBRA DI CELLULOSA: DAI GIORNALI NASCE UN ISOLANTE NATURALE
CHIUSURE
SERRAMENTI IN PVC: ISOLAMENTO E RISPARMIO ENERGETICO
SERRAMENTI E RISPARMIO ENERGETICO:
I FATTORI DA CONSIDERARE
IMPIANTI
LE POMPE DI CALORE: UNA TECNOLOGIA IN ESPANSIONE
QUANTA ENERGIA SERVE PER PRODURRE L’ENERGIA?
“COMUNI RINNOVABILI 2013”,
I DATI DEL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE
FOTOVOLTAICO: DETRAZIONE DEL 50% SOLO PER USO DOMESTICO
DECRETO CRESCITA: RISTRUTTURAZIONI, PROROGATO IL TERMINE
EFFICIENZA ENERGETICA: GUIDA “TOP TEN” DEL WWF
PER SCEGLIERE LA LUCE GIUSTA
POMPA DI CALORE E ACCUMULATORE PER UNA VILLA A MERANO
ARREDO & FINITURE
ALLA SCOPERTA DELLA POLONIA:
UN MERCATO DALLE INTERESSANTI OPPORTUNITÀ
VENDERE PORTE IN TEMPI DI CRISI
LEGNO E ARREDO: FERMO IL MERCATO INTERNO, CRESCE L’EXPORT
L’ALLUMINIO VESTE L’ARCHITETTURA D’INTERNI
64
FIERE ED EVENTI
UNA GIORNATA DA... KENGO KUMA 15 GIUGNO 2013
GRANDE SUCCESSO PER I NUOVI SERVIZI DI
IO COSTRUISCO ALLA FIERA “IO CASA” DI TREVISO
AL CERSAIE 2013 BATHROOM EXCELLENCE 1998-2012
66
NOVITÀ & CURIOSITÀ
ECTOR PAV A-B: RIVESTIMENTO ANTISPORCO E ANTI-ABRASIONE
68
IO COSTRUISCO ICONS
ANDRÉS JAQUE ARQUITECTOS : IKEA DISOBEDIENTS!
70
IO COSTRUISCO PROPONE
IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
PROGETTI
LA RI-VALORIZZAZIONE DELL’“ARCHEOLOGIA
INDUSTRIALE”, UNO STRUMENTO PER IL FUTURO
Arch. Paola Perissinotto
[email protected]
Vedute esterne della Fornace Morandi
(a cura del fotografo Paolo Mazzo)
Le parole recupero e ricostruzione ritornano continuamente ai giorni nostri, in termini di frammentazione e conservazione di strutture e complessi storici e industriali. La rivalorizzazione
di un edificio architettonico diventa una vera e propria disciplina quando trova riscontro in
un metodo di studio preciso, la cosiddetta “archeologia industriale”, strumento d’indagine fortemente connesso all’architettura, al paesaggio, e all’identità territoriale del passato a
cui appartiene. Definita come “ciò che rimane delle attività dell’uomo trasformatesi ed
evolutesi nel tempo”, si occupa di edifici fisici nella propria contestualizzazione storica, e
definisce trasformazioni e rapporti sociali e territoriali di ambienti di lavoro, come le fabbriche
e gli stabilimenti industriali.
Accostamento inusuale di due termini apparentemente contrastanti, l’archeologia industriale
fa riferimento a reperti di società sviluppate, dove gli edifici possiedono un forte valore fisico e storico-temporale, e mira al mantenimento di elementi e testimonianze architettoniche
e sociali. Una perplessità può sorgere a causa della particolare forma e localizzazione di un
edificio industriale, propense alla funzione e produzione, piuttosto che ai canoni estetici. Il
ripristino diventa, in questo modo, rivolto a un intero territorio, attraverso la rivalorizzazione di
un elemento, che vuole essere un potenziale strumento di recupero e progresso, alternativo al
degrado di un luogo industriale passato e abbandonato.
Il Nord Italia, in particolare l’area padana, è ricco di numerosi opifici, i quali devono essere
considerati un luogo museale, appartenente a un determinato contesto territoriale che va riqualificato mediante una progettazione “archeologico-industriale”, destinata alla collettività
e allo sviluppo economico futuro.
In questo caso il tipo di intervento mira alla ri-attribuzione del significato ad un contesto “pieno” di forma e testimonianza, ma “vuoto” d’uso e funzione, allo scopo di dare origine ad una
nuova relazione fra questi elementi.
Esempio di rivitalizzazione di un’architettura dismessa del passato industriale è l’ex Fornace
Morandi di Padova, progetto dell’architetto Bruno Stocco di recupero funzionale e am-
“Il marmo come l ’uomo,
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qualcosa devi conoscerlo bene
e sapere tutto ciò che ha dentro.”
Michelangelo Buonarroti
IO COSTRUISCO
n. 12 pagina 05
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
bientale dell’area, diventata polo attrattivo,
lavorativo e commerciale. La discreta integrità dei fronti della fornace, ad eccezione di
quello nord, ha permesso il restauro di una
preziosa testimonianza, affinché si potesse riviverla ed entrare in un luogo destinato ad uffici e alla ristorazione. La conservazione della
memoria storica del forno e della ciminiera
preesistenti al centro dell’edificio permette di
influenzare la distribuzione degli spazi vicini, i
quali sono definiti dall’integrazione dei nuovi
materiali usati, acciaio, vetro e cemento, la
cui leggerezza e naturalezza entrano in gioco
con i massicci muri in laterizio.
La rilevanza dell’opera è rappresentata dalla
considerevole interpretazione data all’origine
dell’edificio, un vero e proprio “contenitore”,
riqualificato ed esaltato da una nuova
funzionalità; un’archeologia industriale che
propone un sistema progettuale fondato sulla
conservazione e valorizzazione storica, culturale e tecnologica.
Gli interni della Fornace Morandi
(a cura del fotografo Stefano Aiti)
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
PROGETTI
NATURALMENTE, IL GIARDINO DELL’ORCHIDEA
Nicola Piccoli
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Lo stand “Naturalmente”
alla fiera Ortogiardino di Pordenone
Dal 2 al 10 marzo scorso si è svolta alla Fiera di Pordenone la 34^ edizione della fiera Ortogiardino, Salone della floricoltura, orticoltura e vivaismo, la più importante manifestazione dedicata al
giardinaggio di tutto il Nordest.
Durante i 9 giorni della manifestazione i 30 mila mq dei padiglioni coperti si sono trasformati in uno
spettacolo della primavera e si è sfiorata la quota di 70 mila visitatori nonostante la pioggia e il
periodo di crisi economica. L’evento ha richiamato un gran numero di visitatori stranieri da Slovenia,
Croazia e Austria che non hanno voluto perdersi lo spettacolo meraviglioso offerto dai 16 giardini
selezionati al concorso internazionale del II Festival dei Giardini e allestiti all’interno della
manifestazione.
Regina incontrastata di questa edizione di Ortogiardino è stata indubbiamente l’orchidea, tema
centrale anche del giardino NATURALMENTE progettato dal Gruppo Untitled di Pordenone e
allestito dal Vivaio Ballin e dalla Florgarden, aziende di Maniago.
Il progetto NATURALMENTE è nato dalla scoperta dell’ORCHIDEA RARA (Liparis loeselii nemoralis) rinvenuta nel territorio del Vajont da Paolo Filippin e dal conservatore onorario del Museo
civico di Rovereto, Giorgio Perazza, e si ispira al territorio travolto e trasformato dalla catastrofe del
9 ottobre 1963.
Nel progetto erano sintetizzate tre tipologie di paesaggio: il paesaggio domestico, il paesaggio
arte-fatto e il paesaggio selvatico.
Nel paesaggio domestico erano rappresentati i luoghi destinati al giardino e all’orto: una natura controllata e formalmente costruita rispondente alle esigenze dell’uomo. Piante aromatiche
(salvia,
rosmarino,
lavanda) alternate a
Il gruppo di progettazione
fiori (margherite e priarch. Isabella Janes
mule) disposte lungo
arch. Massimo Marzinotto
geometriche “cuiere”
arch. Lucia Vedovi
ritmavano lo spazio.
arch. paesaggista Sara Tessari
Piccoli vialetti conduscultore Michele Tajariol
cevano il visitatore al
graphic designer Valentina Bigaran
paesaggio arte-fatto.
Qui era rappresentaI vivaisti
ta la natura violata,
Azienda agricola Vivaio Ballin (Maniago)
sconvolta e confusa
Floricoltura Florgarden dei F.lli Bruna (Maniago)
rievocando il letto del
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era delimitato da un
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percorso curvo che voPizza Catering (Sacile) www.pizzacateringpordenone.it
leva ricordare la forma
Pasticceria Giacomello (Maniago) pagina FB: Pasticceria Giacomello
della diga: questo eleAzienda Agricola Scarbolo (Cividale del Friuli) www.scarbolosergio.com
mento, attraversando
il giardino, costituiva
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il collegamento tra la natura domestica ed la natura selvatica e spontanea del bosco di nuova
formazione del Vajont. Nel paesaggio selvatico, tra l’imponente nocciolo, i faggi, i carpini, i
pini le violette e le eriche spiccava l’immagine riprodotta dell’orchidea Liparis loeselii nemoralis.
Grazie alla sinergia di diverse aziende che hanno messo a disposizione la loro capacità e competenza, è stato possibile realizzare NATURALMENTE l’idea di giardino del Gruppo Untitled.
Il progetto ha cercato di spingersi oltre al semplice aspetto estetico dando all’installazione una valenza didattica: far conoscere questa specie protetta e favorire la sua conservazione sottolineando
la necessità di attuare una attenta e regolamentata gestione del bosco.
L’orchidea va conservata nel suo habitat naturale.
Attraverso un opuscolo, che si trasformava in origami, il gruppo Untitled è riuscito ad individuare
un ottimo strumento per dare visibilità alla scoperta di questo bulbo che, a 50 anni dal disastro,
è diventato un simbolo della capacità della natura di rigenerarsi e di riappropriarsi del
paesaggio.
Grazie alla disponibilità data dal conservatore onorario del Museo civico di Rovereto Giorgio Perazza
e dalla Amministrazione del comune di Erto, il gruppo Untitled è riuscito ad organizzare, sabato 9
marzo, una conferenza all’interno della manifestazione Ortogiardino sul tema delle orchidee spontanee a cui hanno partecipato numerosi appassionati e cultori di questo fiore.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento segnaliamo la pagina che il gruppo ha attivato
su Facebook: Naturalmente Untitled.
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PROGETTI
ARCHITETTI ITALIANI IN AUSTRALIA:
UN’ASSOCIAZIONE PER CREARE NUOVE OPPORTUNITÀ
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Le connessioni tra Italia e Australia diventano di giorno in giorno sempre più attive, fenomeno
dovuto ed alimentato soprattutto dal periodo di crisi economica in cui la Penisola italiana si
trova coinvolta. L’incertezza e sfiducia a livello globale stanno portando le nuove generazioni
a volersi confrontare con delle realtà che possano offrire opportunità diverse, nuovi stimoli e,
perché no, un futuro migliore.
L’Australia è da sempre una destinazione popolare tra i giovani provenienti da tutto il mondo,
alla ricerca di avventure e con tanta voglia di esplorare questo continente così lontano e meraviglioso, ma non solo. Negli ultimi anni infatti è divenuta una meta molto ambita anche tra i
professionisti e, soprattutto, tra gli architetti.
Ed ecco il perché di AIA_Italia.
Architecture In Australia_Italia è nata dall’associazione di due giovani architetti trevigiani
(laureati allo IUAV di Venezia) che qualche anno fa hanno deciso di intraprendere una strada
che li ha portati fino alla “terra bruciata dal sole”, alla ricerca di nuove esperienze lavorative e
di vita. Il tempo finora trascorso lavorando nel campo dell’architettura ha insegnato loro quante
risorse ed opportunità questo Paese possa offrire e, al tempo stesso, quanto importante sia la
necessità di creare sinergie con l’estero.
L’architettura e il design italiano sono molto popolari in Australia, e l’obiettivo di AIA_Italia
è quello di promuovere cooperazioni tra i due Paesi sia da un punto di vista formativo che lavorativo, fornendo un punto di incontro dove istituzioni universitarie, agenzie di recruitment e,
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PROGETTI
CAPOLAVORI DI LUCE, SPAZIO E MATERIA
NELL’OPERA DI JAMES TURRELL
Arch. Paola Perissinotto
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Coloro i quali ritengono che l’architettura sia una semplice espressione di forma e materia
terrena devono ricredersi di fronte a ciò che quest’arte offre mediante l’uso dello spazio e della
luce. Anche questi ultimi producono architettura; la luce rivela e oscura allo stesso tempo,
e attraverso essa lo spazio è delineato.
Immagini di “Twilight Epiphany”,
opera di James Turrell, Houston, Texas
(a cura di http://skyspace.rice.edu/about-skyspace)
pavimenti in legno
Show-room: via Grande di Mignagola, 18 - Mignagola di Carbonera (TV) - tel. e fax 0422 398345 - cell. 333 2521536
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n. 12 pagina 11
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Eccellente dimostrazione di questo pensiero è l’indiscutibile produzione artistica dell’americano
James Turrell, il quale propone da decenni complesse strutture architettoniche, caratterizzate
da precise aperture sulla copertura, dove il visitatore è investito, in maniera percettiva, dalla
luce diurna e notturna. La capacità di quest’ultima nello rivelare lo spazio è la finalità principale
dei suoi progetti: le sue opere sono dei luoghi da vivere, dove il primo obiettivo è osservare una
realtà modellata dagli occhi di ognuno di noi.
Questi sono luoghi da percepire, piuttosto che da raccontare; il silenzio e l’evoluzione del tempo sono elementi fondamentali che devono accompagnare l’interpretazione dei suoi progetti. Turrell definisce le sue opere come “Skyspace”: un intenso studio scientifico permette
l’elaborazione di spazi illuminati secondo dei precisi principi fisici, che consentono alla luce
naturale di entrare dall’alto e avvolgere l’interno, dando l’impressione di essere circondati da
una superficie piatta. Queste porzioni di cielo sono dei ritagli che si rivelano diversi a seconda
del momento di osservazione; inoltre, definiscono uno spazio per la quiete e la meditazione
contemplativa.
Fra le sue opere statunitensi più importanti, “Twilight Epiphany”, adiacente alla Rice University di Houston (Texas), è una struttura a forma piramidale, disposta su due livelli, in vetro,
cemento e acciaio; progettata per accogliere anche esibizioni musicali dal vivo, è pensata per la
proiezione continua di luci Led sulla propria copertura durante lo scorrere della notte. L’apertura
centrale del tetto è elemento essenziale di progetto: permette di far entrare la luce naturale e
di mostrare una porzione di cielo. All’interno del volume il visitatore viene isolato dal mondo
esterno e abita lo spazio surreale, nel quale viene completamente immerso.
Lo spettacolo di luce dà la possibilità di vivere un’esperienza intensa, correlata alla bellezza
della natura circostante. Inoltre la visione del cielo a occhio nudo non sarà mai la stessa immagine rivista, per esempio, nella riproduzione di una macchina fotografica; i colori cambiano
poiché la visione e percezione di ogni osservatore sono differenti. Se tale arte può essere criticata a causa della sua complicata accessibilità, deve allora essere fonte di sensibile bellezza
e provocazione: è una vera e propria architettura alla quale spetta l’arduo compito di lasciare
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PROGETTI
GUG: GUGGENHEIM URBAN GAP
Gli edifici incompiuti, abbandonati, non finiti o semplicemente in itinere rappresentano delle occasioni di riflessione per capire il rapporto tra luoghi e costruzioni, tra usi e fruizioni, tra antico e
nuovo nel panorama sociale in cui viviamo. Non si tratta di casi sporadici, ma di un fenomeno che
interessa diverse epoche e paesi. In Italia, ad esempio, se ne contano oltre 600. Se da una parte
costituiscono un’occasione per scatenare la fantasia e immaginare la loro compiutezza, dall’altra
la loro incompiutezza definisce il loro aspetto inusuale nel contesto in cui sono inseriti, tasselli
mancanti (Gap) in un tessuto urbano oggi in fermento.
Uno di questi è la sede del Museo Guggenheim di Venezia. Spazio unico nel suo genere che
si propone come un vetrina sul Canal Grande, Palazzo Venier dei Leoni è in realtà un vuoto urbano, unico edificio incompiuto nel susseguirsi dei palazzi affacciati sull’arteria d’acqua principale
di Venezia.
Questo Guggenheim Urban Gap (GUG) rappresenta contemporaneamente un luogo dalla storia
straordinaria, un museo e una piazza,ma anche un’occasione per sperimentare nuovi dibattiti. Gli
scenari che si potrebbero visionare sono molteplici e definiscono solo in parte le potenzialità di
questo luogo che potrebbe ospitare: un evento collaterale della Biennale (Arte, Cinema, Architettura, Danza, ecc.), delle installazioni in stile London Serpentine Gallery, una discoteca, un mercato
all’aperto o un laboratorio didattico temporaneo.
Abituata ad apparire ed esibirsi per sentirsi viva, città che vive di turismo e perde le sue radici
popolari per adattarsi ad una società globalizzata, sede continua di esposizioni, mostre ed allestimenti che ne mutano continuamente l’aspetto, Venezia oggi sta vivendo una rinnovata attenzione per il recupero di spazi pubblici e privati. L’unicità e le sinergie insite nello spazio di Palazzo
Venier offrono l’opportunità di “costruire” e completare temporanemente questo vuoto. Il GUG
rappresenta un luogo aperto, dove accogliere, configurare e sperimentare un prototipo innovativo
di spazio urbano, un modello inteso non come accessorio alla struttura museale, ma come ponte
culturale tra il museo e la società, tra la città e l’arte.
Arch. Devis Busato
[email protected]
Palazzo Venier dei Leoni a Venezia,
sede della Peggy Guggenheim Collection
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
PROGETTI
BIO SOIL EXPERT: UN RIMEDIO “NATURALE”
ALL’EROSIONE DEL SUOLO
Dott. Alberto Ferrarese
[email protected]
www.biosoilexpert.com
I fondatori di Bio Soil Expert: da sinistra Andrea
Zerminiani, Paolo Campostrini e Alberto Ferrarese
Le radici a quattro mesi dalla piantumazione
Bio Soil Expert srl è una start up nata a gennaio 2012 con
sede a Rovereto (TN).
L’azienda è stata fondata da Paolo Campostrini, Alberto
expert
Ferrarese e Andrea Zerminiani, laureati presso l’Università di Verona in Biotecnologie Agro-Industriali.
La società nasce con l’obiettivo di fornire al territorio e a molti professionisti (ingegneri, architetti, geometri, geologi ed agronomi) un sistema innovativo ed ecosostenibile per contrastare l’erosione superficiale del suolo, per dare un rinforzo biocompatibile agli
argini dei fiumi e per compiere bonifiche biologiche: consiste sostanzialmente in una
piantumazione di vegetali ad elevate caratteristiche tecniche.
Il prodotto sviluppato da Bio Soil Expert è costituito da un’associazione simbiotica tra radici di particolari piante con microrganismi del suolo.
Questa unione conferisce una maggiore capacità di radicazione in grado di “cementare” il terreno, prevenendo situazioni di erosione superficiale del suolo e favorendo lo sviluppo in terreni
che presentano contaminanti.
Le specie vegetali utilizzate sono prevalentemente erbacee perenni, che consentono di ottenere ottime prestazioni con una manutenzione ridotta.
La messa in opera non richiede movimentazioni particolari del terreno in quanto (salvo richieste particolari) si procede direttamente alla piantumazione manuale in loco.
La differenza, rispetto a tecniche comunemente utilizzate come l’idrosemina, è la possibilità di
evitare opere di movimentazione terra con risultati migliori dal punto di vista tecnico: la profondità radicale può raggiungere i 3-5 m su terreno vegetale, rispetto ai 20-30 cm delle sementi
utilizzate nell’idrosemina stessa. Altre tecniche quali le terre armate presentano invece un
importante impatto paesaggistico.
BioSoil
Bio Soil Expert ad oggi ha presentato i seguenti prodotti:
• Erosion-5: sistema vegetale in grado di ridurre e prevenire i fenomeni di erosione superficiale nel suolo, fino a pendenze di 45°.
La capacità radicale arriva fino a 5m di profondità su terreno vegetale.
• Argini Bio Rinforzati: sistema in grado di fortificare gli argini di corsi d’acqua, abbinando
l’aspetto tecnico alla funzione di fascia tampone per ridurre la contaminazione dei corsi
d’acqua da parte di prodotti fitosanitari.
Ottimo anche per la protezione delle piste ciclabili, in quanto non limita la visuale sul paesaggio.
• Bonifica biologica: non si tratta di un unico prodotto ma di un servizio completo. Le professionalità presenti in Bio Soil Expert permettono di fornire un servizio di consulenza e di
gestire interventi di tipo biologico per decontaminare aree inquinate.
La decontaminazione in questo caso viene attuata con le metodiche di phyto o bio-remediation, utilizzando cioè piante o microrganismi e si può attuare sia su metalli pesanti che su
idrocarburi.
Le specie vegetali utilizzate sono in grado di prelevare i contaminanti dal suolo e concentrarli nella parte aerea; dopo ripetuti sfalci si verifica una riduzione della contaminazione
del suolo.
Queste metodiche consentono un abbattimento dei costi in quanto vengono gestite in situ
e evitano di portare grossi volumi di terreno contaminato in discarica.
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naturalmente
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
CANTIERE E NORMATIVE
LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
Arch. Laura Favotto
[email protected]
Saranno attive dal 18 giugno le novità introdotte dalla riforma del condominio; la legge recante
“Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici”, approvata in via definitiva dal Senato,
in Commissione deliberante, in data 20 novembre 2012, è un provvedimento che introduce
una riorganizzazione delle norme che attualmente disciplinano la materia condominiale,
operando sostanzialmente in due direttrici:
a) da un lato recepisce gli indirizzi giurisprudenziali che in questi anni hanno avanzato
proposte nuove ed innovative di alcune disposizioni del codice civile, sopperendo di fatto all’assenza di una aggiornata regolamentazione legislativa (si pensi alle maggioranze assembleari);
b) dall’altro affronta e risolve tematiche che l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti sociali hanno reso attuali ed urgenti in materia di condominio.
Uno dei punti più qualificanti della riforma riguarda la figura dell’amministratore. Per esercitare l’attività di amministratore, sarà necessario essere in possesso almeno di un diploma di
scuola secondaria di secondo grado, non vi è la previsione di iscrizioni in un registro apposito,
ma l’obbligo di una formazione iniziale con attestato di qualifica e continuo aggiornamento sulla professione. Inoltre, se l’assemblea lo chiede, l’amministratore ha l’obbligo di
stipulare una polizza individuale di assicurazione di responsabilità civile per gli atti compiuti
nell’esercizio del mandato. La sua revoca può essere deliberata in ogni tempo dall’assemblea
dei condomini con la maggioranza prevista per la sua nomina o con le modalità previste dal
regolamento di condominio.
Arch. Laura Favotto
La riforma del condominio definisce nuovi obblighi
formativi per l’amministratore
Un obbligo introdotto è quello di far transitare le somme ricevute, a qualunque titolo, nonché
quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su un apposito conto corrente, postale o bancario, intestato al condominio e ogni condomino può chiedere di prendere visione
ed estrarre copia della rendicontazione periodica, a proprie spese e per il tramite dell’amministratore.
Una sostanziale modifica si ha parlando di assemblea: viene abbassato notevolmente il quorum
per la validità delle deliberazioni in seconda convocazione, infatti non sarà più necessario il voto favorevole di un terzo dei partecipanti al condominio che rappresenti almeno un terzo
del valore dell’edificio, essendo, invece, sufficiente il voto favorevole della maggioranza degli
intervenuti in rappresentanza d’un terzo del valore
dello stabile.
Altre novità di rilievo riguardano la presenza di
animali in appartamento, in quanto i regolamenti
condominiali non potranno
contenere norme che ne
vietino il possesso. Introdotta inoltre la possibilità
di staccarsi dal riscaldamento centralizzato, a patto che si continui a pagare
la manutenzione straordinaria dell’impianto comune
centralizzato, e che con il
nuovo impianto autonomo
non si creino pregiudizi a
terzi.
n. 12 pagina 16
In definitiva l’unica sostanziale novità riguarda la
figura dell’amministratore
condominiale che non potrà più essere un “dilettante”, se non nei casi particolari previsti dalla norma,
ma una persona realmente
preparata ed aggiornata
sulla professione.
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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CANTIERE E NORMATIVE
SICUREZZA NEL CANTIERE:
OBBLIGHI E RESPONSABILITÀ DEL COMMITTENTE
Arch. Marco Pavan
Coordinatore
sicurezza cantieri
[email protected]
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo del 9 aprile 2008 n. 81, conosciuto ai più come
Testo Unico sulla Sicurezza, sono stati chiaramente individuati, nell’ambito di lavori edili o
più in generale nei “cantieri temporanei o mobili” (titolo IV), gli obblighi del committente o
del responsabile dei lavori.
Innanzitutto, per fare il quadro della situazione è doveroso chiarire la differenza tra committente e responsabile dei lavori nel caso di appalti per opere private.
Secondo le definizioni del Decreto, il committente è il soggetto per il quale l’intera opera viene
realizzata,
indipendentemente da eventuali frazionamenti della sua realizzazione. Il responsabile dei lavori, invece, è il soggetto che può essere incaricato dal committente per svolgere i compiti ad
esso attribuiti dal suddetto decreto. Dalle definizioni si evince immediatamente che il responsabile dei lavori non è obbligatoriamente designato, ma deve essere incaricato dal committente
con apposita delega, accettata e sottoscritta dal delegato, attraverso la quale il committente gli
trasferisce i poteri di gestione e di spesa, che può gestire in piena autonomia.
Stabiliti i ruoli, si possono a questo punto considerare gli obblighi previsti dalla normativa:
1. Il committente o il responsabile dei lavori, nelle fasi di progettazione dell’opera, si attiene ai
principi e alle misure generali di tutela (per esempio valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza, programmazione della prevenzione, eliminazione dei rischi, ecc.), in particolare:
a) al momento delle scelte architettoniche, tecniche ed organizzative, onde pianificare i vari
lavori o fasi di
lavoro che si svolgeranno simultaneamente o successivamente;
b) all’atto della previsione della durata di realizzazione di questi vari lavori o fasi di lavoro.
Arch. Marco Pavan
2. Il committente o il responsabile dei lavori, nella fase della progettazione dell’opera, prende
in considerazione il piano di sicurezza e coordinamento ed il fascicolo adattato alle
caratteristiche dell’opera.
3. Nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea,
il committente, anche nei casi di coincidenza con l’impresa esecutrice, o il responsabile dei lavori, contestualmente all’affidamento dell’incarico di progettazione, designa il coordinatore
per la progettazione.
4. Nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea,
il committente o il responsabile dei lavori, prima dell’affidamento dei lavori, designa il coordinatore per l’esecuzione dei lavori.
5. La disposizione di cui al comma 4 si applica anche nel caso in cui, dopo l’affidamento dei
lavori a un’unica
impresa, l’esecuzione dei lavori o di parte di essi sia affidata a una o più imprese.
6. Il committente o il responsabile dei lavori, qualora in possesso dei requisiti, ha facoltà di
svolgere le funzioni sia di coordinatore per la progettazione sia di coordinatore per l’esecuzione
dei lavori.
7. Il committente o il responsabile dei lavori comunica alle imprese affidatarie, alle imprese
esecutrici e ai lavoratori autonomi il nominativo del coordinatore per la progettazione e
quello del coordinatore per l’esecuzione dei lavori. Tali nominativi sono indicati nel cartello di
cantiere.
8. Il committente o il responsabile dei lavori ha facoltà di sostituire in qualsiasi momento, anche
personalmente, se in possesso dei requisiti, i soggetti designati in attuazione dei commi 3 e 4.
n. 12 pagina 18
9. Il committente o il responsabile dei lavori, anche nel caso di affidamento dei lavori ad un’unica impresa o ad un lavoratore autonomo:
a) verifica l’idoneità tecnico-professionale delle imprese affidatarie, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione alle funzioni o ai lavori da affidare. Nei cantieri la cui
entità presunta è inferiore a 200 uomini-giorno e i cui lavori non comportano rischi particolari,
il requisito di cui al periodo che precede si considera soddisfatto mediante presentazione da
parte delle imprese e dei lavoratori autonomi del certificato di iscrizione alla Camera di
commercio, industria e artigianato e del documento unico di regolarità contributiva,
corredato da autocertificazione in ordine al possesso degli altri requisiti previsti;
b) chiede alle imprese esecutrici una dichiarazione dell’organico medio annuo, distinto
10. In assenza del piano di sicurezza e di coordinamento o del fascicolo tecnico, quando previsti, oppure in assenza di notifica preliminare, quando prevista oppure in assenza del documento
unico di regolarità contributiva delle imprese o dei lavoratori autonomi, è sospesa l’efficacia
del titolo abilitativo. L’organo di vigilanza comunica l’inadempienza all’amministrazione concedente.
11. La disposizione di cui al comma 3 non si applica ai lavori privati non soggetti a permesso
di costruire in base alla normativa vigente e
comunque di importo inferiore ad euro 100.000.
In tal caso, le funzioni del coordinatore per la
progettazione sono svolte dal coordinatore per
la esecuzione dei lavori.
E’ bene sottolineare che il mancato rispetto di
quanto sopra può esporre il committente o il
responsabile dei lavori a sanzioni di tipo amministrativo che vanno da Euro 500 a Euro 1.800
per le violazioni dei commi 7 e 9.c, o di tipo penale con arresto (fino a sei mesi) e ammende (fino
a Euro 6.400) per le violazioni dei commi 3,4,5 e 9.a.
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n. 12 pagina 19
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
per qualifica, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), all’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro
(INAIL) e alle casse edili, nonché una dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti.
c) trasmette all’amministrazione concedente, prima dell’inizio dei lavori oggetto del permesso
di costruire o della denuncia di inizio attività, copia della notifica preliminare, il documento
unico di regolarità contributiva delle imprese e dei lavoratori autonomi, e una dichiarazione
attestante l’avvenuta verifica della ulteriore documentazione di cui alle lettere a) e
b).
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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CANTIERE E NORMATIVE
LIFE CYCLE ASSESSMENT DI UN EDIFICIO:
ANALISI ENERGETICA DI UN PROCESSO EDILIZIO
Greta Antonini
Architetto e
consulente nel campo
della sostenibilità
[email protected]
L’etichetta EPD (Ecolabel ed Environmental Product
Declaration) si basa sull’analisi LCA
Schema riepilogativo del Life Cycle Assesment (LCA)
Il Life Cycle Assesment (LCA) è definito dalla norma internazionale UNI EN ISO 14040 come
la “compilazione e valutazione attraverso tutto il ciclo di vita dei flussi in entrata e in uscita,
nonché i potenziali impatti ambientali, di un sistema di prodotto”.
Questa valutazione avviene in quattro fasi:
• la definizione degli obiettivi e dei criteri dello studio;
• la raccolta e l’elaborazione dei dati;
• la valutazione degli effetti ambientali;
• l’interpretazione dei risultati e lo studio della possibilità di miglioramento.
Questa analisi consente di studiare tutti i flussi di materia e di energia all’interno
di un processo edilizio e di quantificare gli impatti ambientali ad essi collegati. Il
ciclo di vita di un edificio parte dalla produzione dei materiali da costruzione, dove si valuta
l’Embodied Energy (la quantità di energia necessaria per produrre, trasportare fino al luogo
di utilizzo e successivamente smaltire un prodotto o un materiale), si hanno poi le fasi di progettazione e di costruzione dell’edificio, fasi che consumano la cosiddetta energia “grigia”
per il trasporto di materiali fino al cantiere e successivamente l’energia “indotta” per la vera
e propria costruzione del fabbricato e delle opere di urbanizzazione. Viene inoltre considerata
la fase d’uso, in cui è utilizzata l’energia “operativa” necessaria per garantire il normale
funzionamento dell’edificio e la fase di fine vita, che corrisponde alla demolizione e al riciclo o
alla dismissione delle macerie.
L’LCA, strutturato in questo modo, è considerato l’unico approccio scientifico in grado di fornire
dati sulla sostenibilità e il carico ambientale dei prodotti edilizi e dei processi. Nello specifico,
i prodotti da costruzione possono essere certificati con
l’etichetta EPD (Ecolabel
ed Environmental Product
Declaration), una etichetta fondata proprio sull’LCA.
Questo tipo di certificazione
sta diventando sempre più
importante per dimostrare la
sostenibilità dei prodotti e
da questo si evince come il
ciclo di vita sia ormai diventato uno strumento valido
ed applicabile nella valutazione dei carichi ambientali
ed energetici di un prodotto,
processo o attività.
Se l’approccio LCA è di usuale impiego nella certificazione dei prodotti da costruzione, è facile capire quanti
· DEMOLIZIONI
· SCAVI E MOVIMENTO TERRA
· TRASPORTO DI RIFIUTI SPECIALI
NON PERICOLOSI, SIA PER PRIVATI CHE
IN SUBAPPALTO
· TRASPORTI ECCEZIONALI A MEZZO
DI CARRELLONE (PIANALE).
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IO COSTRUISCO
Una progettazione attenta ed uno studio approfondito di ogni fase del processo edilizio, attraverso l’LCA (dedicata agli edifici) e l’EE (dedicata ai prodotti da costruzione), permette ai
progettisti di parlare di sostenibilità del costruito, per ridurre gli impatti ambientali e per migliorare la qualità delle costruzioni e di conseguenza il livello economico, sociale ed istituzionale. Questi aspetti sono tenuti in grande considerazione a livello internazionale e sempre più
spesso i bandi e le gare d’appalto richiedono che i progettisti e gli impresari sappiano illustrare
la sostenibilità delle loro offerte in questi termini, nell’indirizzo di una nuova economia verde.
n. 12 pagina 21
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
dati siano necessari per
la descrizione del ciclo
di vita di un edificio.
Tale complessità rende
necessario l’utilizzo di
sistemi informatici per la
raccolta dei dati e per la
successiva valutazione
degli impatti ambientali. Secondo l’ENEA,
l’energia necessaria
per il ciclo di vita degli edifici in Italia è
pari al 45% dell’intero
fabbisogno di energia
della nazione. L’obiettivo di tutti questi studi
è ridurre al minimo l’uso
di energia per ridurre, di
conseguenza, le emissioni di CO2.
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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CANTIERE E NORMATIVE
LAVORO AUTONOMO E RIFORMA FORNERO:
OSSERVAZIONI E APPLICAZIONE
Luigi Boggian
Consulente del Lavoro
[email protected]
Nel 2012 si sono persi in Veneto, rispetto allo stesso periodo del 2010, qualcosa come 21 mila
posti di lavoro nel comparto edile, tra dipendenti e autonomi.
Il dato in sé, già grave in termini assoluti, diviene sconcertante se visto nei termini relativi:
sostanzialmente i lavoratori dipendenti, con alti e bassi, sono rimasti quasi invariati, ma i lavoratori autonomi (traduciamo: i piccoli artigiani) sono passati da 74.202 (dato inizio 2010) a
52.304 (dato fine 2012).
Come se non fosse sufficiente questa mattanza autoindotta dal mercato, il Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali, con la cosiddetta “riforma Fornero”, ha deciso di aprire la caccia alle
streghe: con una poco nota circolare (se non agli addetti ai lavori) ha istruito i propri Ispettori su
cosa “trovare” nei controlli eseguiti nel settore edile, con peculiare riferimento a quei lavoratori
che sono compresi ufficialmente nella posizione di imprenditore, ma in verità hanno i requisiti
tipici dei lavoratori dipendenti. Gli Ispettori, almeno quelli che conosce il sottoscritto, fortunatamente hanno il buon senso di applicare la norma con la dovuta elasticità, tuttavia vediamo
come si articolerebbe in ogni caso la spiegazione del Ministero.
Il genuino “piccolo imprenditore artigiano” è senza dubbio quello connesso al requisito del
possesso e della disponibilità di una solida attrezzatura strumentale, rappresentata da macchine e utensili, da cui sia verosimile dedurre una reale, piena ed autosufficiente capacità
organizzativa e realizzativa delle complete attività lavorative da eseguire.
Non è indicatore adeguato invece la proprietà, o il possesso, di generica attrezzatura (secchi, pale,
picconi, martelli, carriole, funi) inadatta a provare l’esistenza di un’autonoma attività imprenditoriale,
né la possibilità di impiego delle macchine e attrezzature utili per la concretizzazione dei lavori data
dall’impresa esecutrice, o addirittura dal committente, benché a titolo oneroso, raffigurando anzi tale
situazione un principio rivelatore della non autenticità della attività di tipo autonomo.
Inoltre il riscontro di un’eventuale monocommittenza rappresenta un utile indicatore per verificare la genuinità o meno del rapporto “non autonomo” posto in essere sebbene, come già
segnalato, questo non sia necessariamente dirimente, raffigurando un principio a fortiori di una
potenziale ricostruzione ispettiva.
Il Ministero chiarisce che abitualmente non siano mai sorti speciali dubbi di classificazione
dell’autonomia per tutte quelle fasi di lavoro che intervengono nella fase del c.d. completamento dell’opera ovvero in sede di finitura ed esecuzione impiantistica della stessa (lavori idraulici,
elettrici, posa in opera di rivestimenti, operazioni di decoro e di restauro architettonico, montaggio di infissi e controsoffitti); meno credibile appare l’autonomia di lavoro di quelle
attività di realizzazione di opere strutturali del manufatto, legate sostanzialmente ai lavori di costruzione muraria in generale.
Il Ministero sostiene che qualora non compaiano manifestazioni di reale fondatezza di un’effettiva organizzazione aziendale, il personale ispettivo è obbligato a ricondurre nell’ambito
della nozione di dipendenza le prestazioni dei lavoratori autonomi: in questi casi il personale ispettivo è tenuto a contestare al soggetto utilizzatore, oltre che le violazioni di natura
lavoristica collegate alle conseguenti evasioni contributive, anche quegli illeciti riscontrabili in
materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in materia di sorveglianza sanitaria e di mancata formazione ed informazione dei lavoratori adottando apposito provvedimento di prescrizione
obbligatoria ai sensi del D.Lgs. n. 758/1994.
CONSOLIDAMENTO DI PARETI ROCCIOSE - LINEE VITA - DEMOLIZIONI - TFEG
Sede legale: POLCENIGO (PN), via San Michele 40 CAP 33070 | Sede Amministrativa: CANEVA (PN), via Santissima 5/E CAP 33070
Tel./Fax. 0434 747159 - E-mail: [email protected] - PEC [email protected] - www.tpssrl.com
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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MATERIALI
L’IMPORTANZA DEL TETTO
Da semplice riparo a fattore determinante di isolamento invernale ed estivo
Il tetto ha un compito importante: proteggere la casa.
Fino a poco tempo fa, parliamo degli anni ‘80, il tetto doveva servire solo a riparare dalla
pioggia e ad ombreggiare in estate. Nel tempo la sua importanza è aumentata: ha acquisito il
compito di proteggere dal freddo dell’inverno. Si è passati poi ad un altro step, attribuendogli
il compito di attutire l’inquinamento acustico esterno. Negli ultimi tempi l’importanza del tetto
è ulteriormente aumentata: deve riparare dalla pioggia, ombreggiare in estate, proteggere dal
freddo, attutire l’inquinamento acustico e, fattore nuovo di questi ultimi anni, garantire un
isolamento estivo.
Vi chiederete che differenza c’è tra isolare d’inverno e isolare d’estate?
La differenza è notevole.
Considerando che le prestazioni energetiche degli edifici attuali sono bassissime, il fattore che
determina il dimensionamento dell’isolamento non è più la richiesta invernale, bensì la richiesta energetica estiva. Per ottenere un buon isolamento estivo entra in gioco un fattore nuovo:
lo sfasamento dell’onda termica. Questo è la misura di quanto tempo impiega il caldo ad
entrare in casa misurato in ore. Lo sfasamento si calcola principalmente con due fattori: la
massa dell’isolante e il potere calorico.
Ma se nelle nuove costruzioni tutto questo è già dimensionato, come si può intervenire nelle case esistenti? Si deve per forza isolare il tetto, considerando anche la prestazione
estiva. In base alla struttura del tetto si possono sciegliere diverse soluzioni. Nei classici tetti
realizzati fino agli anni 90’ si può sfruttare il sottotetto per inserirvi l’isolante. Genericamente
sono a nido d’ape con muretti con passo di circa 1 m, o con travi in calcestruzzo a sezione ‘IPE’
e tavolato in cotto, o con travi in legno e tavolato in legno o cotto.
La prima tipologia è la più difficile da riqualificare, ma non impossibile. Un’ottima soluzione è
l’insuflaggio di isolante, spesso si usa la cellulosa. Nelle altre due tipologie, invece, c’è più
scelta di soluzioni e bisogna anche considerare l’utilizzo che si fa dello spazio del sottotetto.
Nei sottotetti abitati la soluzione è ancora più complessa. Il primo passo è stabilire se l’isolamento va fatto all’interno e all’esterno: questo in funzione delle esigenze del committente.
All’interno si ha il vantaggio di un costo più basso, ma lo svantaggio di una perdita di spazio in
altezza. All’esterno si ha il vantaggio di non perdere spazio, ma lo svantaggio di costi nettamente
superiori dovuti alla necessità di parapetti, impalcature, lievi e ripose del manto di copertura.
E’ importante ricordare che in una casa singola a due piani di circa 200 mq lordi, la dispersione maggiore di energia si verifica dal tetto, con un’incidenza variabile dal 25% al
40% sul totale. Quindi qualunque sia la tipologia del vostro tetto conviene sempre isolarlo. Si
interviene sulla maggiore dispersione della casa, spesso con un investimento di poche migliaia
di euro, garantendo un immediato aumento di comfort interno, una riduzione notevole delle
spese di riscaldamento e di raffrescamento, un probabile passaggio ad una classe energetica
più alta. Se questi valori li parifichiamo ad un investimento finanziario otteniamo una resa ad
un tasso di interesse che può arrivare anche al 18% annuo.
Nicola Bettin
[email protected]
SISTEMA DI ISOLAMENTO A CAPPOTTO
Il sistema di isolamento termico a cappotto è attualmente una delle soluzioni più utilizzate ed
efficaci per rendere ottimale la prestazione termica dell’edificio e di migliorare le condizioni di
comfort abitativo, con riduzione dei costi energetici correlati alle spese di riscaldamento e di
condizionamento. Il sistema a cappotto viene utilizzato sia su edifici di nuova costruzione, sia
sulle ristrutturazioni, in questo caso riqualificando l’edificio anche da un punto di vista estetico.
Il cappotto è composto da tre componenti principalmente: uno strato di finitura, uno strato di
intonaco armato, uno strato di materiale isolante termico. La scelta di tipologia di isolante
incide molto sui costi e sulla traspirabilità e quindi la salubrità dell’edificio: dal più comune ed
economico EPS o polistirolo, economico ma che non permette la traspirabilità, alle lane minerali
o di vetro o al sughero, che permettono maggior traspirabilità all’edificio ma con costi più elevati.
I vantaggi di installare un cappotto sono sia di natura tecnico-prestazionale, ma anche economici.
In particolare, l’isolamento a cappotto è particolarmente consigliato per ridurre al minimo
la dispersione termica, in quanto genera uno strato continuo che permette di trattenere più
facilmente il calore e di non lasciarlo disperdere verso l’esterno. Inoltre, permette di ridurre il
calore all’interno degli ambienti nel periodo estivo e di risolvere eventuali problematiche correlate a crepe e infiltrazioni di acqua piovana.
Permette poi il recupero di spazio abitativo in quanto rende possibile la riduzione dello
spessore delle murature perimetrali.
In aggiunta, un buon isolamento elimina la formazione di muffe e condense interne correlate alla
mancanza di isolamento termico. Con un unico intervento è possibile isolare e al tempo
stesso rinnovare completamente la facciata di un edificio, proteggendola dal naturale
processo di degrado. Le pareti esterne se sottoposte ad isolamento a cappotto vengono poste in
condizioni di inerzia: ovvero non sono più soggette alle sollecitazioni prodotte dagli sbalzi termici.
Da un punto di vista economico, questo tipo di isolamento permette di ridurre notevolmente le
spese per il riscaldamento ed il condizionamento degli ambienti, con conseguente risparmio
energetico. È possibile inoltre ottenere delle agevolazioni fiscali sugli interventi di isolamento a cappotto, mentre il costo dell’intervento è ammortizzabile nel giro di pochi anni grazie
ai vantaggi economici che produce.
Stefano Perissinotto
[email protected]
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n. 12 pagina 25
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
MATERIALI
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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IO COSTRUISCO PROMOTION
ITALPARCHETTI, QUANDO IL MADE IN ITALY
È ECCELLENZA
Italparchetti è pragmatismo, passione, concretezza - perché le parole hanno un peso solo se il fare
ha un senso. Il fare Italparchetti è il frutto di un lavoro serio, di un team affiatato, di un approccio
sempre teso alla soluzione. L’esperienza nella lavorazione e nella posa del legno in Italparchetti è passata di padre in figlio attraverso tre generazioni, mantenendo l’obiettivo
della qualità e della correttezza. Tutto questo per rendere gli spazi indoor e outdoor caldi, eleganti
e confortevoli, luoghi dove ritrovarsi è un piacere. Ma un’azienda esprime la sua forza tanto nella
qualità dei suoi prodotti quanto nell’affidabilità del suo servizio: un prodotto di qualità riconosciuta
e certificata, un servizio ineccepibile - questo è l’inestimabile valore aggiunto della realtà Italparchetti, capace di rispondere alle più diverse esigenze, trasparente nelle informazioni; un’azienda
figlia del miglior Made in Italy.
La scelta di un pavimento è una delle fasi più delicate nella realizzazione di una casa perché è
elemento strutturale sopra il quale si sviluppa nel tempo tutta la vita di una famiglia; il legno in
questo senso è da sempre amico dell’uomo e lo accompagna in tutte le sue attività, dal lavoro, al
tempo libero e in casa. Un parquet di qualità è un elemento imprescindibile quindi per un
habitat familiare elegante, caldo, confortevole.
Lino Dei Tos, fondatore Italparchetti S.p.A.
La collezione Assito delle Alpi rappresenta il fiore all’occhiello di tutta la produzione Italparchetti;
un prodotto prefinito multistrato di grandi dimensioni da 15 mm di spessore adatto alla posa su
pavimenti riscaldati. Assito delle Alpi e composto da uno strato di pregiato legno massello incollato su un multistrato di betulla; un connubio che garantisce stabilità e praticità di posa, anche
flottante. L’uso di vernici ad acqua e oli naturali completa la finitura di un parquet resistente e
salubre. Varie larghezze e lunghezze disponibili consentono varie soluzioni di posa per adeguare il
pavimento allo stile della tua casa.
Il controllo totale della filiera produttiva dal tronco alla tavola finita permette personalizzazioni per soddisfare anche specifiche esigenze del cliente come per esempio la
realizzazione di pose a spina pesce oppure con taglio a 45° oppure di disegni geometrici.
Al fine di mantenere nel tempo l’aspetto originale Italparchetti consiglia e suggerisce l’uso dei
suoi prodotti specifici per la pulizia da usare diluiti nell’acqua come un normale detergente così da
mantenere a lungo brillantezza e calore.
ITALPARCHETTI S.p.A.
Via Aleardo Aleardi, 77
31029 Vittorio Veneto (TV)
Tel. 0438 500939 / 0438 501464
Fax 0438 501461
[email protected]
www.italparchetti.it
n. 12 pagina 26
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
MATERIALI
LA MIA CASA RESPIRA?
Arch. Luca Zanin
[email protected]
Quante volte ci sentiamo fare questa semplice domanda dai nostri committenti che sono preoccupati se il muro della loro nuova casa sarà “traspirante”.
Architetto, ma se mettiamo il cappotto termico esterno in polistirolo il muro poi respira? Non
sarebbe meglio posare un materiale naturale, per esempio dei pannelli in fibra di legno o di
sughero?
Teoricamente l’osservazione è corretta perché i materiali che noi definiamo come naturali sono
più permeabili al vapore, ma nella pratica, facendo un semplice calcolo di fisica tecnica, la
differenza tra un muro con cappotto in materiale sintetico rispetto ad una muratura con applicazione di isolante naturale sarebbe impercettibile. Solo una piccola percentuale dell’umidità
prodotta all’interno di un’abitazione può essere diffusa attraverso le pareti, mentre per oltre il
90% il vapore acqueo prodotto deve
essere espulso dall’abitazione
attraverso la ventilazione: ovvero aprendo le finestre.
La differenza nella
diffusione di una sezione tipo di muratura
esterna tra materiali
sintetici, come il polistirolo espanso (EPS)
e materiali naturali,
coma la fibra di legno,
sta nell’ordine massimo
del 5%.
Quindi contrariamente a quanto si pensa le case
di oggi non devono “respirare”. Al contrario, devono essere estremamente ermetiche, ovvero non permettere al calore interno di poter uscire attraverso piccole
fessure, che non sono altro che difetti costruttivi.
Attraverso fori o fessure
va persa preziosa energia per riscaldamento: si
tenga presente, a titolo
di esempio, che uno
spiffero lungo un metro
di un solo millimetro
(come in prossimità di
un serramento) peggiora
l’isolamento della parete
del 65%.
Internamente, invece, la progettazione esecutiva e il criterio di
scelta dei materiali diventa un
fattore molto importante: infatti,
i primi centimetri della sezione della
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4QFSFJODBSUPOHFTTP
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5SPUF[JPOJBOUJODFOEJP
7JTUSVUUVSB[JPOJDIJBWJJONBOP
,*(4EJ2B[[FS1(TOD
Via Dell’Industria, 77/79
31020 San Vendemiano (TV)
Tel. 0438 470121 - Fax 0438 479728
Cell. 335 274914 (Libero Mazzer)
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IO COSTRUISCO
n. 12 pagina 29
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
nostra muratura che confina verso l’esterno,
possono modificare estremamente il confort
climatico di una casa. Esistono materiali, per
lo più naturali come il legno, l’argilla o il silicato di calcio che hanno la capacità di fare da
regolatori naturali di umidità, in quanto hanno
una composizione a pori aperti che assorbono
umidità in eccesso per poi cederla in momenti di scarsa umidità interna. Se la parete ha
queste doti di volano igrometrico, allora il
clima interno sarà estremamente confortevole. Questo effetto “spugna” rimane intatto a
condizione che il materiale non venga trattato
con vernici che riducono la traspirazione.
Un intonaco cementizio, ad esempio, assorbe tre volte di meno di una lastra di gesso,
mentre il legno può incorporare ancora più
del gesso.
In conclusione, le caratteristiche termoigrometriche di un’abitazione e le modalità di ricambio d’aria dei locali vanno
quindi analizzate nel loro insieme, valutando i diversi tipi di materiali che si possono
utilizzare, analizzando per ogni elemento la
propria convenienza di applicazione anche in
virtù del costo del materiale, senza precludersi decisioni in base alle nostre preferenze.
LA NOSTRA PRODUZIONE
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SERVIZI
tDPOTVMFO[BUFDOJDBJOCJPFEJMJ[JBFSFTUBVSPDPOTFSWBUJWPtDPSTJEJGPSNB[JPOFUFDOJDPBQQMJDBUJWB
tNBMUFEBSJWFTUJNFOUPQFSTPOBMJ[[BUFFQFSJOUFSJPSEFTJHOtGPSNVMB[JPOFEJNJTDFMFTUPSJDIFTVDBNQJPOBUVSB
HERES s.r.l. Vicolo Mattei, 10 - 31055 Quinto di Treviso (TV) - Tel. 0422 880099 - Fax 0422 724038 - [email protected] - www.heres-srl.com
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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MATERIALI
SCELTA E POSA DEI PAVIMENTI IN LEGNO
PER IL RESTAURO DI UNA VILLA STORICA
Stiven Tamai
[email protected]
Il sogno di restaurare questa bellissima villa risalente ai primi del Novecento si è avverato.
La villa è racchiusa nel magnifico scenario dei Colli Vicentini: un paesaggio armonioso, fatto
di boschi, vigneti e dolci colline, una cornice di pregio per un edificio molto elegante.
L’intervento ha richiesto un lavoro minuzioso e professionale. Era importante recuperare tutto
il possibile per riportare alla luce la bellezza di questa villa lasciata in stato di abbandono per
troppo tempo.
L’edificio è disposto su tre piani più un piano interrato di “servizio”, dove è stata ricavata anche una bella cantina per la conservazione dei vini.
In tutti gli ambienti sono state eseguite la pulizia delle superfici, la risanatura delle crepe e
delle fessurazioni mediante malte, gesso, stucco e resine e la reintegrazione pittorica delle
lacune su alcune decorazioni.
Per quanto riguarda il pavimento, è stato impossibile recuperare le vecchie doghe in noce,
troppo usurate e che oltretutto rivestivano solo una parte dei pavimenti della casa.
Gli ambienti interni sono spaziosi, alti e molto luminosi. Il piano terra racchiude la zona giorno
composta da una cucina funzionale ed elegante con un grande camino a parete, la sala da
pranzo, raccolta e famigliare, il soggiorno ampio e accogliente, il disimpegno e un bagno ospiti.
Il secondo piano è la zona notte. Grandi camere complete di cabine armadio e bagno.
Il terzo piano, mansardato, è un grande spazio aperto, arricchito dalle travi in legno del soffitto.
Una parte del piano mansardato è stato adibito a zona ospiti e una parte è stata destinata a
palestra e sala TV.
Era necessario scegliere il pavimento in legno che meglio potesse valorizzare gli
ambienti, un legno in grado di trasmettere quel senso di unicità che la casa richiede.
Dopo alcuni sopralluoghi e diverse campionature, la scelta di utilizzare due legni diversi e due
n. 12 pagina 30
Per il pavimento del primo e secondo piano è
stato scelto un Rovere tradizionale massiccio con spessore di 14 mm. Il cliente ha espressamente richiesto la posa a spina di pesce con
fascia e bindello. Questo tipo di posa richiede
grande esperienza e professionalità da parte
del posatore, è un lavoro di prestigio che dà
il suo risultato migliore se il legno scelto è di
qualità.
Le operazioni di levigatura, spazzolatura e decappatura sono state eseguite in opera.
L’unicità del legno massello lavorato in opera e
il gioco di fughe irregolari tra una doga e l’altra,
esaltano la bellezza e l’eleganza del pavimento
personalizzando ogni stanza.
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n. 12 pagina 31
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
pose diverse per la mansarda e gli altri due piani è stata quasi inevitabile e ha soddisfatto le
esigenze del cliente.
Il grande piano mansardato, area di giochi e relax è stato rivestito con grandi tavole extra large
in Rovere 3 strati Linea OASI di IDEAL LEGNO Srl , levigato, spazzolato e decappato bianco in
opera, che esaltano la grandezza degli ambienti e danno molto luminosità agli spazi.
Nelle stanze da bagno, del primo e secondo piano, è stato posato lo stesso rovere massiccio
a spina di pesce per dare continuità al pavimento. Per i bagni del piano mansardato, invece, è
stato scelto il Teak fugato nero.
La maestosa ed elegante scala che conduce ai piani è stata interamente realizzata in falegnameria, su disegno, in Rovere massiccio. La sua realizzazione ha richiesto diversi giorni di lavoro
per il montaggio, la spazzolatura e la dacappatura bianco in opera. Per la finitura è stato utilizzato un olio oleuretanico scelto per l’effetto naturale che conferisce al legno e per la praticità
di manutenzione.
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IL LEGNO...
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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MATERIALI
POSA DEL PORFIDO: TECNICA ED ESTETICA
Lucio Farinazzo
[email protected]
Esaltare le caratteristiche naturali del porfido senza alterare in nessun modo la bellezza del suo
colore è possibile unicamente se viene eseguita una progettazione della pavimentazione che
rispetti alcuni importanti canoni.
Un’attenta analisi del terreno nel quale il materiale si andrà ad inserire, una creazione di un
sottofondo idoneo ad accoglierlo, una corretta posa del prodotto che rispetti tempi e modi
ben precisi, uno spessore del sottofondo ideale al tipo di materiale utilizzato, il tipo di traffico che dovrà sopportare la pavimentazione ed infine una scrupolosa scelta della pietra in
questione, sono aspetti prioritari in tal senso.
Non è meramente una questione di estetica. La giusta posa del porfido è determinante per
accostare i vari elementi tra di loro evitando un eccessivo sovraccarico delle forze che agiscono
sulla pavimentazione e scongiurando quindi che, col tempo, questa possa sciuparsi e che si
possano creare cedimenti, avvallamenti o uno scorretto deflusso delle acque meteoriche e di
scolo. Per questo motivo è necessario che ad eseguire l’intera operazione siano posatori esperti, gli unici in grado di valutare pregi e difetti di ogni singolo pezzo ed eventualmente
rimediare ai problemi legati alla natura del cantiere nel quale si lavora.
Lo stesso prodotto, disposto in
maniera diversa, può ottenere
effetti estetici decisamente differenti. È necessario pertanto prestare
molta attenzione alle poten¬zialità
dei materiali, studiarne l’uso tradizionale, la conformazione compositiva
ed i particolari costruttivi. Solo l’occhio e la mano di un professionista
del settore fanno sì che l’opera nel
complesso sia ben valorizzata. L’operatore dovrà dunque conoscere
perfettamente i disegni esecutivi, i
tipi di finiture superficiali, le quote,
gli allineamenti, le tolleranze di posa,
le distinte di taglio e la lavorazione
complessiva che sta dietro ai lavorati provenienti dal laboratorio; dovrà
possedere quindi, oltre alla giusta
dose di esperienza maturata nel lavoro, anche tutta la strumentazione
tecnica indispensabile.
n. 12 pagina 32
Anche l’intero ciclo di posa dovrà
rispondere a standard qualitativi
precisi: non dovrà in nessun modo
provocare macchie, ossidazioni o efflorescenze. L’acqua utilizzata per le
operazioni dovrà pertanto essere utilizzata nelle dosi ideali, evitando così
ristagni, affioramenti e la sfarinatura
stessa dei materiali impiegati. Dovrà poi essere pulita, priva di ossidi
di ferro, sali od altre impurità. Tutte
le aree del cantiere dovranno essere
predisposte affinché i materiali da lavorare non possano subire urti o contatti che potrebbero rivelarsi causa
principale di una cattiva resa a livello
estetico e funzionale. Anche in caso
di pavimentazioni esterne, la posa del
porfido, evidentemente più delicata
trattandosi di superfici soggette alle
particolari condizioni meteo, deve
essere eseguita con la massima cura,
quando gli altri lavori di finitura e gli
intonaci sono già stati ultimati.
Fornitura e posa di porfido, trachite e qualsiasi pietra naturale.
Via Monte Rosa, 9 - 30030 Cazzago di Pianiga (VE)
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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MATERIALI
LA NUOVA FACCIATA DELL’UNIVERSITÀ
DI TRNAVA IN SLOVACCHIA
Un perfetto esempio di ricostruzione di alta qualità,
caratterizzata da durabilità ed elevate prestazioni tecniche
Nicola Piccoli
[email protected]
Si ringrazia per
la collaborazione:
Ufficio stampa
DuPont™ per l’Italia
Slovacchia, Università di Trnava: l’edificio della Facoltà
di Filosofia incorpora membrane per l’edilizia DuPont™
Tyvek® ai fini di ottenere superiori prestazioni e
funzionalità.
Foto Ravago Slovakia, a.dom, tutti i diritti riservati
L’edificio che ospita la Facoltà di Filosofia dell’Università di Trnava in Slovacchia richiedeva
un importante intervento di ricostruzione globale, a causa delle cattive condizioni in cui versavano rivestimento e facciata.
In particolare, il rivestimento risultava danneggiato in diversi punti, intonaco e finitura continuavano a staccarsi, mentre le sigillature dei giunti e la stessa facciata non erano più in linea
con gli standard di isolamento.
Per tutti questi motivi, l’Università di Trnava ha deciso di realizzare nuove sigillature e tamponare le pareti in mattoni al fine isolarle.
Il rivestimento è stato progettato come una facciata ventilata sospesa. La membrana a
prova di vento DuPont™ Tyvek® è stata applicata su una coibentazione in lana minerale fissata
direttamente sulle pareti, mentre i giunti sono stati coperti da nastri di DuPont™ Tyvek®. Tale
sottostruttura è stata utilizzata come base per il fissaggio dei pannelli. DuPont™ Tyvek® infatti,
funge da ottima protezione aggiuntiva contro l’umidità.
Per la finitura della facciata sono stati utilizzati tre tipi di membrane DuPont™ Tyvek®. DuPont™
Tyvek® Soft anti-reflex e DuPont™ Tyvek® HouseWrap Grey sono state applicate alla facciata
senza giunti. DuPont™ Tyvek® UV Facade, invece, è stata selezionata dall’Università per riempire i giunti aperti, grazie alla sua straordinaria resistenza ai raggi UV, alla capacità sigillante
e all’elevata traspirabilità, garantendo isolamento e protezione per edifici con facciate aperte
o ventilate.
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n. 12 pagina 35
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Il direttore generale dei lavori aveva avviato il
progetto di ricostruzione già nel 2007. L’anno
seguente, l’Università ha operato una ristrutturazione, smantellando gli elementi non più
funzionanti e obsoleti. La ricostruzione vera e
propria della facciata e degli elementi esterni
invece, ha avuto inizio nel 2009 ed è stata terminata nel 2012. Il 2013 ha visto infine il completamento dell’architettura paesaggistica e
dell’abbellimento della riedificazione, tramite
la costruzione di un atrio a livello della strada.
L’edificio prima (in alto) e dopo (a sinistra) la
ricostruzione del rivestimento esterno e della facciata.
Foto: Ravago Slovacchia, a.dom, tutti i diritti riservati
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MATERIALI
FIBRA DI CELLULOSA:
DAI GIORNALI NASCE UN ISOLANTE NATURALE
Valter Donadel
[email protected]
L’insufflaggio di fibra di cellulosa stabilizzata è oggi un metodo veloce e molto efficace per
isolare i sottotetti delle abitazioni, che rappresentano più del 40% delle dispersioni totali degli involucri abitativi non correttamente isolati. Creare un manto di ovatta di cellulosa dello
spessore di 25-30 cm sul pavimento delle soffitte non praticabili permette di risolvere definitivamente il grave problema della dispersione di calore verso l’alto e di proteggere dall’entrata
del calore in estate, riducendo del 30% i consumi di riscaldamento e di raffrescamento.
La fibra di cellulosa stabilizzata è un isolante termoacustico naturale, ottenuto da una
speciale tecnica di trasformazione della carta di giornali quotidiani, con l’aggiunta di composti
minerali, per ottenere un isolante sicuro contro l’incendio (Classe M1) e inattaccabile da roditori e muffe, e per assicurarne la stabilità nel tempo.
La fibra di cellulosa stabilizzata in fase di produzione viene additiva con l’aggiunta di un collante secco che reagisce con la normale umidità presente nelle strutture dove viene applicata,
rendendola stabile nel tempo.
Questo isolante naturale, che si presenta sottoforma di fiocchi, si applica facilmente e velocemente nelle maggior parte degli edifici, sia nuovi che esistenti, mediante un soffiatore collegato
ad un apposito macchinario, che permette alle fibre di passare dalle tubature alle intercapedini,
tramite dei piccoli fori di 2,5 cm di diametro, o nei sottotetti permettendo una distribuzione senza ponti termici. Può essere insufflata nei sottotetti non praticabili, tetti in legno, controsoffitti
in cartongesso o legno e anche nei punti più scomodi.
La fibra di cellulosa stabilizzata é un isolante completamente traspirante e funziona come equilibratore grometrico, garantendo una casa più asciutta ed escludendo la formazione di muffe e condense,
così da consentire una perfetta coibentazione. E’ un isolante formato da fibre medio corte, che una
volta installato forma delle microscopiche celle d’aria che favoriscono una perfetta resistenza termica al flusso di calore, sia verso l’esterno d’inverno che verso l’interno d’estate e che bloccano le
infiltrazioni e le correnti convettive d’aria creando così un vero e proprio scudo termico.
Parametro
Conducibilità termica
Calore specifico
Permeabilità al vapore
Resistenza al fuoco
Densità di posa su insufflaggio
Densità di posa su intercapedine
Unità di misura
W/mk
Kcal/°CKg
μ
EN 13501
Kg/m3
Kg/m3
Misura
0,037
0,3
1,2
Classe B-s1,d0
40
50-80
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INNOVATIVE
PER L’EFFICIENZA
ENERGETICA
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ISOLAMENTO IN FIBRA DI CELLULOSA
STABILIZZATA
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E’ prodotta con fibre naturali di cellulosa riciclate, non tossiche, non irritanti, che non pungono e
non macchiano. Grazie alla sua struttura fibrosa viene utilizzato anche per isolare acusticamente gli ambienti. Una casa ben isolata consuma molto meno combustibile per il riscaldamento
invernale e meno energia per la climatizzazione estiva.
Grazie alla tecnologia BELLOUATE, considerando i risultati che si possono ottenere nel tempo,
l’isolamento diventa un ottimo investimento che si può recuperare in pochi anni, ottenendo
benefici sulla temperatura interna dell’abitazione, minor inquinamento atmosferico e maggiore
comfort e benessere.
Questo prodotto segue elevati standard qualitativi, viene testato in stabilimento, certificato da
laboratori accreditati e segue un sistema di qualità secondo la norma CSTB (Centro Scientifico e
Tecnico per l’Edilizia). In ogni confezione è presente l’etichetta con la scheda tecnica e i marchi
di qualità a garanzia della clientela.
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
n. 12 pagina 37
Tabella riepilogativa delle caratteristiche della fibra di
cellulosa stabilizzata
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delle canne fumarie
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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CHIUSURE
SERRAMENTI IN PVC:
ISOLAMENTO E RISPARMIO ENERGETICO
Matteo Oliveri
[email protected]
Le finestre e gli infissi sono elementi strutturali molto importanti per una casa. Non lasciarne
al caso la scelta al momento di costruire o ristrutturare casa assume una scelta strategica ben
precisa. In particolar modo vogliamo parlare dei serramenti in cloruro di polivinile, comunemente detto pvc.
Il pvc - definito spesso vinile - è un materiale termoplastico ottenuto da materie prime naturali,
per lo più sale e petrolio, e non impiega l’uso di elementi a disponibilità limitata. Materiale
estremamente longevo, resistente e impermeabile e dal costo relativamente contenuto, ha
rimpiazzato nel tempo materiali più classici come il legno e l’alluminio, più costosi e di difficile
lavorazione. Dalle caratteristiche particolari il pvc è un materiale riciclabile al 100%, è
infatti possibile fonderlo più volte senza che vengano meno quelle stesse proprietà che lo
contraddistinguono e che lo rendono un materiale ideale nella realizzazione dei serramenti.
Il pvc oggi rappresenta l’equilibrio perfetto tra risparmio energetico e rispetto dell’ambiente
per più di un motivo: offre infatti un eccellente isolamento termico, un isolamento acustico
notevole, è resistente all’acqua e al freddo e ha un drenaggio perfetto. Ottime proprietà
di resistenza, all’usura, al tempo e all’abrasione, è difficilmente infiammabile. Ha una durata
nel tempo molto alta e permette di realizzare manufatti sia flessibili che rigidi: porte, finestre,
infissi e serramenti in pvc possono superare i 60 anni di vita.
Inoltre, garantire alla propria casa un adeguato isolamento dagli agenti atmosferici significa
anche preservare l’immobile stesso: con le finestre in pvc le perdite di calore possono ridursi
n. 12 pagina 38
Il pvc è un materiale che
rispetta l’ambiente. Scegliere questo tipo di infissi
è una scelta ecologica
per vari motivi: è un materiale di origine prevalentemente naturale, non
fa uso di materie prime
a disponibilità limitata e
non rinnovabili, riciclabile
più volte, riducendo l’inquinamento sia in termini
di energia impiegata per
la produzione del pvc stesso, sia in termini di elevato isolamento termico dell’infisso. Dunque
un risparmio energetico ed un minor consumo di riscaldamento e climatizzazione, e la
manutenzione è praticamente inesistente, basta la semplice pulizia con acqua e detersivi
neutri.
Può essere la soluzione giusta per qualsiasi abitazione, le finestre in pvc rendono più bella e
sicura la casa, integrandosi facilmente con ogni tipologia d’arredo.
Una finestra in pvc di alta qualità deve avere un profilo in classe “A”, completo di tutte le certificazioni richieste per il risparmio energetico. Inoltre, serratura e ferramenta dovrebbero avere
classe 1 o maggiore; mentre i rinforzi in acciaio zincato all’interno sia nel telaio sia nell’anta di
apertura garantiscono una maggiore durata nel tempo e una maggiore efficacia in caso di un
tentativo di effrazione.
Il mercato offre anche vetri di sicurezza, antinfortunistici, antisfondamento e nelle varie finiture
trasparenti, satinati o con veneziane oscuranti all’interno del vetro.
Esiste anche l’importante possibilità della detrazione fiscale al 55% e le migliori aziende di
serramenti vi potranno fornire la documentazione cartacea necessaria per usufruire dell’agevolazione fiscale.
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serramenti pvc, legno, alluminio,
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n. 12 pagina 39
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anche dell’80% rispetto ai
vecchi serramenti.
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CHIUSURE
SERRAMENTI E RISPARMIO ENERGETICO:
I FATTORI DA CONSIDERARE
Andrea Mattarollo
[email protected]
Non è un miraggio, i tempi lo permettono.
Oggi è possibile abbattere sensibilmente i costi energetici della propria abitazione, fino quasi ad
azzerarli, ponendo particolare attenzione alla struttura e ad un isolamento ottimale. Una casa
dove vivere bene, in salute, con prodotti naturali che non rilasciano tossine.
Uno dei fattori dove va concentrata maggiormente l’attenzione è sicuramente l’involucro della
casa e questo un buon progettista lo sa bene. Ciò di cui bisogna tener conto è che le prestazioni
di isolamento devono durare il più a lungo possibile, cosa che purtroppo sto notando non accade
in molti casi.
Fattore molto determinante in questo senso è il serramento, che influisce per circa il
30% sull’involucro. A tutela del consumatore vi è sicuramente il fatto che gli infissi siano certificati ed oggi la maggior parte di essi sono concepiti e costruiti con ottime prestazioni, ma questo
non basta perché è fondamentale affidarsi ad un’azienda che possa tutelare il consumatore anche
quando le prestazioni tenderanno a diminuire con il passare del tempo.
Altro punto molto importante da considerare è il giunto tra il serramento e il muro. E questo
purtroppo è un aspetto ancora poco sentito, mentre se fosse esaminato fin dall’inizio del progetto
si potrebbero ottenere risultati eccellenti d’isolamento e di durata delle prestazioni.
Pur raggiungendo importanti risultati con i nostri prodotti, abbiamo continuato ad investire nella
ricerca in quanto la sfida più grande è quella di mantenere nel tempo la classe di eccellenza.
Molti sono gli elementi che entrano in gioco quando si parla di serramenti: giunti, guarnizioni, siliconi, vetri, ferramenta, verniciatura, ecc. e per ognuno di essi ci sarebbe da aprire un lungo discorso. Mi
fermerò solo un attimo per farvi un esempio sull’argomento guarnizioni: la loro funzione principale è
quella di chiudere quelle differenze che sarebbero impossibile da compensare tra due giunti mobili,
e non da meno di mantenere una condizione di stabilità (detta memoria) nel tempo. Come spesso accade in quest’ambito si tende ad evidenziare il prezzo, senza dare invece il giusto peso a quei dettagli
che nel tempo possono fare la differenza tra due prodotti aventi la stessa funzione.
Guarnizioni in epdm, elapreme, siliconiche, rivestite o estruse in più composizioni: la tecnologia corre veloce, ma esaminando i test che effettuiamo notiamo che alcune tipologie, le quali
magari inizialmente non danno prestazioni da primato, riescono a mantenerle nel tempo; altre
invece sono più indicate per essere sottoposte all’esterno, altre ancora hanno caratteristiche più
performanti per quanto riguarda l’acustica, avendo un maggiore coefficiente di massa. Pertanto,
per ogni singolo elemento vanno tenuti in considerazione molteplici aspetti per decidere qual è il
prodotto migliore adatto alle specifiche esigenze dei committenti.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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IMPIANTI
LE POMPE DI CALORE:
UNA TECNOLOGIA IN ESPANSIONE
Michele Salin
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Le nuove installazioni tecnologiche si diffondono solitamente in modo progressivo, a poco a
poco, portate avanti da chi è meglio informato sui loro rendimenti e il maggiore comfort che
esse riescono a fornire, oppure da chi è più avveduto nei temi del risparmio economico e del valore aggiunto che le soluzioni più aggiornate conferiscono agli ambienti ai quali sono applicate.
Succede però che ad un certo punto, dopo essere avanzata quasi in “formazione sparsa” ed
essersi diffusa a macchie attraverso episodi diversi e quasi irrelati, la novità tecnologica faccia
registrare un’accelerazione subitanea, una crescita ora visibile, favorita spesso da un evento
apparentemente esterno che però ne sancisce e quasi ne “certifica” il nuovo successo.
Il fenomeno che abbiamo descritto in termini forse non così “tecnici” come i contenuti che
porta, è quello dell’installazione delle pompe di calore alimentate elettricamente nelle
abitazioni civili, con lo scopo di produrre l’acqua calda per l’utilizzo sanitario dei loro abitanti,
riscaldare gli ambienti interni ed anche raffrescarli, in abbinamento magari ad un impianto di
immissione e filtrazione di aria esterna, con il recupero parziale del calore di quella interna
prima che essa venga espulsa. Inoltre, la pompa di calore se dotata di un accumulatore “prestante”, può essere abbinata ai pannelli solari in grado di dare l’acqua calda nelle stagioni
più assolate, e contribuire anche al riscaldamento nelle “mezze stagioni” (se ancora ce ne
fossero!). Oppure, la stessa pompa di calore “con accumulatore” può ricevere l’energia per il
suo funzionamento dai pannelli elettrici fotovoltaici, così da risultare quasi “autosufficiente”
nell’approvvigionamento energetico, più pulito e “verde” per l’assenza di scarichi di CO2, PM10
e altri residui della combustione.
Diciamo anche di più: la pompa di calore può funzionare “in simbiosi” perfino con gli apparecchi di più vetusta concezione di cui solitamente prende il posto nelle nuove abitazioni a basso consumo, cioè termocamini, termocucine, stufe a pellets o a legna, e anche le
caldaie più tradizionali. In questo caso, forse meno diffuso e senz’altro meno “radicale” di una
sostituzione totale di ogni sistema a combustione, compresi i fornelli da cucina, la pompa di
calore può valorizzare anche abitazioni esistenti, non necessariamente di ultima generazione,
che ne traggono ugualmente grandi benefici, soprattutto quando la temperatura esterna non è
ancora freddissima o la richiesta dei terminali interni è limitata: queste soluzioni vengono
dette bivalenti, o ibride, sia in riferimento alla fonte energetica (fossile più rinnovabile), sia
in riferimento alla modalità di funzionamento (in serie, con esclusione di una fonte o dell’altra
secondo le condizioni di funzionamento più vantaggiose, oppure in parallelo, in un lavoro “a
braccetto” sull’impianto da servire).
Ma quale è stato l’intervento esterno, il provvedimento, che in un certo punto temporale ha
definitivamente “consacrato” l’utilizzo degli impianti in pompa di calore nelle case costruite per
abitarvi, e non solamente negli uffici, negozi, spazi produttivi dove già il suo impiego è comune?
Possiamo indicare, in questo esercizio forse un po’ inutile di trovare l’”elemento decisivo”,
quando invece i fattori sono davvero molteplici, il Decreto Rinnovabili 28/2011, che a sua
volta è l’attuazione legislativa nazionale della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione
dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Per cercare anche di motivare questa nostra
indicazione, vediamo cosa dice in sintesi il Decreto 28, entrato in vigore nel marzo del 2011 e
prescrivente obblighi a partire dal primo giugno 2012.
Esso dispone, all’articolo 11, che una certa percentuale dell’energia primaria necessaria per il
Installazione e manutenzione impianti termoidraulici
e di condizionamento civili ed industriali.
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riscaldamento, la produzione di acqua calda
sanitaria, e anche per il raffrescamento delle nuovi abitazioni o di quelle ristrutturate
in modo rilevante, debba provenire da fonte
rinnovabile. Le percentuali di energia rinnovabile richiesta dal Dlgs 28/2011 sono: 20%
fino al 31 dicembre 2013; 35% dal 2014 fino
al 31 dicembre 2016; 50% dal primo gennaio del 2017. Questo, fatto salvo l’obbligo già
esistente di produrre il 50% dell’ acqua calda
per usi domestici da fonti rinnovabili.
La pompa di calore, capace di “estrarre” in
modo vantaggioso il calore dall’aria esterna,
riscaldata dalla più rinnovabile delle energie,
quella del sole, diventa così la “prima scelta”
nell’impiantistica residenziale, in quella applicata nelle case – grandi o piccole, sfarzose
o più comode – di tutti.
FOCUS: LE POMPE DI CALORE
Perché la pompa di calore si chiama così?
E’ un apparecchio capace di “tirare su”, innalzare, portare qualcosa da una quota più bassa ad
una più alta: una “pompa” dunque.
Cosa viene “portato su”?
Il calore, l’energia (“energia a bassa entalpia”), sempre presenti nell’ambiente esterno, anche
quando a noi sembra che faccia davvero freddo!
Sì, ma in che modo? Secondo quale principio fisico?
Grazie ad altra energia elettrica, fornita dalla rete di alimentazione per far funzionare un compressore, il quale “innesca” un ciclo frigorifero, un circuito chiuso nel quale scorre il fluido tecnico frigorigeno, che viaggia continuamente da uno scambiatore di calore esterno (unità esterna)
ad un’altra “batteria” interna (unità interna), passando ciclicamente da una fase liquida a una
più vaporosa, o fluida, e “trasportando” così il calore da una parte all’altra, “da fuori a dentro”.
E quello che si diceva prima, sul “portare su”?
Il fluido fa proprio questo, essendo in grado di evaporare in condizioni di temperatura e pressione
particolari, più “estreme” rispetto a quelle dell’acqua, esso “assorbe” il calore dall’ambiente
esterno (si carica di energia), e lo trasferisce nell’altra “batteria” quella interna, nella quale condensa, si raffredda, e cede quindi l’energia “catturata all’esterno” ad un altro ambiente interno,
oppure all’acqua che sarà inviata all’impianto di riscaldamento o... alla doccia di casa.
Per funzionare, dunque, la pompa di calore richiede di essere alimentata da energia elettrica: dove stanno dunque gli enormi vantaggi del suo utilizzo, se anch’essa
“consuma la corrente”?
Nel fatto che ne utilizza una quantità molto più piccola di quanta ne produca! Basti pensare
che una pompa di calore con un valore prestazionale stagionale uguale a quattro (Seasonal
COP = 4), ha un’efficienza del 180% calcolata sul consumo di energia primaria (quella necessaria per farla funzionare), con un uso più alto del 40% di energia rinnovabile (quella presente
nell’aria, la sua sorgente termica esterna) a costo nullo.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
IMPIANTI
QUANTA ENERGIA SERVE PER PRODURRE L’ENERGIA?
Arch. Antonio Girardi
[email protected]
Quanta energia utilizziamo per produrre e costruire?
Oggi studi approfonditi fanno chiarezza su questo tema,
fondamentale per la sostenibilità ambientale
Per produrre un bene o un servizio bisogna consumare una certa quantità di energia. Sembra abbastanza ovvio, tuttavia è piuttosto complicato stabilire l’esatto ammontare dell’energia utilizzata.
Pensate per esempio al vostro telefonino: è composto di almeno 10 materiali diversi, ognuno dei
quali deve essere estratto, lavorato, trasportato, assemblato e poi, alla fine, smaltito.
Ad esempio, secondo Sourcemap, un progetto del MIT, ogni iPhone contiene silicio dalla Russia,
litio e rame dal Sud America, terre rare dalla Cina e dal Brasile, e cobalto dal Congo. Questi
materiali vengono trasformati in componenti dello smartphone in centri di produzione in Cina,
Giappone, Corea del Sud, Singapore, Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti, e poi spediti
in Cina per l’assemblaggio finale e la distribuzione. Tutti questi processi richiedono energia
che in parte viene fatta pagare al consumatore, in parte invece non viene tracciata nel
ciclo di vita, ma è comunque energia incorporata nel prodotto. Pensate agli inquinanti che gli
stabilimenti producono e ai trattamenti che necessitano. O pensate ai costi che lo smaltimento
dei prodotti comporta.
Cosa ha a che fare questo con l’edilizia? Bè, i materiali e i componenti che compongono un edificio sono dei manufatti che necessitano energia per essere prodotti, trasportati, messi in opera,
manutentati e smaltiti. Cercare di stabilire quanta energia incorpora un prodotto edilizio
può essere strategico in chiave di sostenibilità del costruito. Avendo a disposizione dei
dati precisi potremmo decidere ad esempio che, a parità di prestazioni, scegliamo un isolante in
cellulosa spruzzata piuttosto che un isolante in poliuretano che ha un’energia incorporata oltre
venti volte maggiore.
Oppure, pensate se si scoprisse che un pannello fotovoltaico incorpora più energia rispetto a
quella che riesce a produrre nel suo periodo di
vita utile! Questa questione è stata un “tormentone” per molti anni.
Alcuni studi stabilivano che il contenuto di
energia necessario per produrre un pannello
fotovoltaico viene restituito in pochi anni di funzionamento del pannello, mentre altri studi sostenevano che la produzione di energia elettrica del pannello fotovoltaico non potrà mai superare
l’importo complessivo di energia contenuta in tutti processi di produzione, installazione e smaltimento. L’equivoco era dovuto al fatto che i sistemi di calcolo dei processi erano controversi e non esistevano delle procedure codificate e condivise. Attualmente la disciplina si
è molto evoluta ed esistono tabelle molto precise e complete in merito all’energia incorporata dai
prodotti. Per i sistemi di produzione di energia (pannelli solari, pale eoliche, ecc.) la valutazione
delle prestazioni energetiche e ambientali dovrebbe sempre includere una valutazione comparativa degli impatti durante il ciclo di vita e l’energia risparmiata durante il tempo di funzionamento.
Il tempo di ritorno (payback) energetico di un sistema può essere definito come il tempo necessario per raccogliere l’energia equivalente a quella utilizzata durante il suo
ciclo di vita. Nel caso del fotovoltaico questo tempo si è notevolmente ridotto dopo l’introduzione dei pannelli a film sottile che utilizzano molto meno materiale rispetto ai pannelli in silicio
monocristallino, arrivando a ripagarsi energeticamente in pochi anni. Ma tra le rinnovabili il primo
posto spetta probabilmente alle pale eoliche, per le quali alcuni studi calcolano che il tempo di
ritorno energetico, in alcune condizioni favorevoli, sia addirittura inferiore ad un anno.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
IMPIANTI
“COMUNI RINNOVABILI 2013”,
I DATI DEL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE
Nicola Piccoli
[email protected]
Sono diffusi nel 98% dei Comuni italiani, sono oltre 600 mila e coprono il 28,2% dei consumi elettrici
italiani. E già nel 2020 si potrebbe arrivare a quasi 900 mila occupati, di cui 250 mila nelle energie
pulite e 600 mila nel comparto dell’efficienza e della riqualificazione in edilizia. Stiamo parlando degli
impianti da fonti rinnovabili, termici ed elettrici, che interessano 7.970 Comuni italiani e
che nel corso del 2012 hanno garantito il 13% dei consumi energetici complessivi del
nostro Paese.
Questi dati sono stati diffusi da Legambiente e inseriti nel rapporto annuale Comuni Rinnovabili
2013 che fanno ben sperare per il futuro.
I numeri dimostrano una forte e costante crescita, sia in termini di quantità di impianti
che di produzione di energia da tutte le fonti pulite. Dal 2000 ad oggi si sono aggiunti ben
47.4 TWh da fonti rinnovabili, al contributo dei “vecchi” impianti idroelettrici e geotermici: dal solare
fotovoltaico a quello termico, dall’idroelettrico alla geotermia ad alta e bassa entalpia, agli impianti
a biomasse e biogas. Possiamo dunque parlare di un bilancio energetico italiano che dipende sempre
meno dall’estero e diventa ogni giorno più pulito e moderno, avvicinando la produzione alla domanda
di energia di famiglie e imprese.
E gli effetti di questa importante crescita cominciano a vedersi in modo sostanziale. Diminuiscono
infatti le importazioni di petrolio e di gas da usare nelle centrali e si riducono le emissioni
di anidride carbonica. Tutto questo non ha soltanto dei forti vantaggi dal punto di vista ambientale, ma anche economici perché l’Italia ha recuperato così larga parte del debito per il mancato
rispetto degli obiettivi di Kyoto.
Dato da non sottovalutare è anche quello che si riferisce al costo dell’energia nel mercato elettrico
che è in continua diminuzione perché la produzione degli impianti a rinnovabili permette di isolare
l’offerta delle centrali più costose.
Ma il dato sicuramente più interessante rimane quello legato all’occupazione. In un momento di gravissima crisi per il Paese, la crescita in questo settore non accenna ad arrestarsi. Ad
inizio 2012, prima dei decreti Passera, le ricerche stimavano complessivamente 120 mila occupati
nelle fonti rinnovabili.
Per riuscire in questa impresa occorre puntare su una generazione sempre
più distribuita ed efficiente, dove si premia l’autoproduzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, il risparmio nei consumi, la gestione innovativa e lo scambio con la rete di distribuzione, come avviene in Germania.
In questo modo diventa possibile ridurre la spesa energetica nelle città e nei
condomini, per le imprese piccole e grandi con investimenti, creando così
nuovo lavoro.
Per rendere possibile questa prospettiva occorre semplificare le
regole per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili, servono certezze e nuove idee per incentivare gli impianti da fonti rinnovabili, è
imprescindibile un trasparente sistema di incentivo che garantisca riduzioni
progressive e certezze per gli investimenti. E poi bisogna spingere l’innovazione, premiando tutti coloro che si rendono autonomi attraverso impianti
rinnovabili ed efficienti, rendendo possibile la gestione di reti private e la
vendita diretta dell’energia. Vanno aiutate le famiglie a ridurre le bollette e a
LA CRESCITA DEI COMUNI RINNOVABILI
ANNO
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
SOLARE
TERMICO
108
268
390
2.996
4.064
4.384
6.256
6.260
SOLARE
FOTOVOLTAICO
74
287
2.103
5.025
6.311
7.273
7.708
7.854
Rapporto “Comuni Rinnovabili 2013” di Legambiente
EOLICO
118
136
157
248
297
374
450
517
MINI
IDROELETTRICO BIOMASSA
40
32
76
73
114
306
698
604
799
788
946
1.136
1.021
1.140
1.053
1.494
GEOTERMIA
5
9
28
73
181
290
334
396
TOTALE
356
1.262
3.190
5.591
6.993
7.661
7.896
7.970
Emergono quindi chiari passi avanti compiuti dall’Italia nel settore delle rinnovabili.
Ad oggi sono ben 27 i Comuni al 100%
rinnovabili che rappresentano il miglior
esempio di innovazione energetica e ambientale.
La classifica premia proprio la capacità
di sviluppare il mix più efficace - impianti da rinnovabili e impianti a biomasse
-, senza considerare la geotermia. Sono
invece 2.400 i Comuni 100% rinnovabili
per l’energia elettrica, dove si produce
più energia di quanta ne consumino le
famiglie residenti. I Comuni del solare in
Italia sono 7.937, un numero in crescita
che evidenzia come con il sole si produca
oggi energia nel 97% dei Comuni.
Quelli che producono eolico sono invece
571, di cui se ne possono considerare
autonomi dal punto di vista elettrico ben
296. Questi impianti hanno consentito
di produrre 13.1 TWh nel 2012, pari al
fabbisogno elettrico di oltre 5,2 milioni di
famiglie.
I Comuni della geotermia sono 396, per una potenza installata pari a 915 MW elettrici, 160 termici e
1,4 frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2012 sono stati prodotti circa 5,5 TWh di energia elettrica
in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2 milioni di famiglie.
I Comuni delle bioenergie sono 1.494 per una potenza installata complessiva di 2.824 MW elettrici
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IMPIANTI
FOTOVOLTAICO: DETRAZIONE DEL 50%
SOLO PER USO DOMESTICO
Stop alle detrazioni per chi vende l’energia
Nicola Piccoli
[email protected]
Con una recente risoluzione l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la detrazione fiscale del
50%, spalmabile in 10 anni, per l’acquisto e la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la
produzione di energia elettrica sono detraibili se l’apparecchiatura è al servizio dell’immobile residenziale.
Ciò significa che per beneficiare della detrazione l’installazione dell’impianto fotovoltaico deve
essere direttamente al servizio dell’abitazione del contribuente, utilizzato, quindi, per fini domestici come ad esempio quelli di illuminazione o alimentazione di apparecchi elettrici.
L’Agenzia precisa inoltre che per le spese di acquisto e di realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia
elettrica sostenute dal 26 giugno
2012 al 30 giugno 2013 (Dl n. 83
del 2012), la detrazione d’imposta
del 36% è elevata al 50%. Anche
il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione sale da
48 mila euro ad un massimo di 96
mila euro per unità immobiliare.
Gli impianti fotovoltaici domestici
che producono energia per la vendita non potranno, invece, usufruire
della detrazione. Il documento di
prassi, infatti, precisa che la detrazione è esclusa quando la
cessione dell’energia prodotta
in eccesso ha fini commerciali,
ovvero in tutti i casi in cui l’impianto
non è posto al servizio dell’abitazione oppure ha una potenza superiore
ai 20 kw.
Per fruire della detrazione il contribuente deve conservare la documentazione che attesta l’acquisto e l’installazione dell’impianto fotovoltaico. Non è invece necessario documentare
l’entità del risparmio energetico relativo. I contribuenti che intendono avvalersi della detrazione
di imposta devono comunque conservare le abilitazioni amministrative richieste dalla legislazione edilizia. Nel caso in cui la normativa non preveda alcuna abilitazione amministrativa, il
contribuente deve in ogni caso conservare un’apposita dichiarazione sostitutiva dell’atto di
notorietà (DPR n. 445/2000, la cosiddetta Legge Bassanini quater).
Per maggiori informazioni, vi consigliamo di visitare il sito dell’Agenzia delle Entrate (www.
agenziaentrate.gov.it).
DECRETO CRESCITA: RISTRUTTURAZIONI,
PROROGATO IL TERMINE
C’è ancora tempo per poter beneficiare degli sgravi fiscali previsti dal Governo su alcuni interventi di ristrutturazione. Fino al 30 giugno 2013 sarà possibile usufruire di una detrazione Irpef
del 50% sulle spese per interventi di ristrutturazione. Gli interventi a cui si applica il bonus
fiscale del risparmio energetico, per un tetto di spesa massimo previsto pari a di 96.000 euro
e che sono stati realizzati dopo il 1° gennaio 2012, comprendono l’installazione di impianti
alimentati a fonti energetiche rinnovabili, anche
in assenza di opere edilizie, e soprattutto l’installazione di un nuovo ascensore, la cui percentuale
di detrazione è pari al 50%.
E’ stato infatti prorogato di qualche altro mese il termine stabilito nel Decreto Crescita e Sviluppo che ha
nelle ristrutturazioni e negli interventi di efficienza
energetica uno dei suoi punti di forza. Già dal 26 giugno 2012 la percentuale da poter detrarre era aumentata dal 36% al 50%.
Il Capo III del Decreto contiene le “Misure per l’edilizia” e l’articolo 11 è interamente dedicato alle “Detrazioni per interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico”.
Unico vincolo previsto riguarda la dettagliata documentazione relativa agli interventi e alle spese che
dovranno essere esibite al fine di poter beneficiare
della detrazione fiscale.
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n. 12 pagina 49
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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Fino al 30 giugno si può accedere alle detrazioni del
50% sull’installazione di un nuovo ascensore
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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EFFICIENZA ENERGETICA: GUIDA “TOP TEN”
DEL WWF PER SCEGLIERE LA LUCE GIUSTA
Il 2013 è un anno cruciale per chi vuole rendere più eco-compatibili le luci di casa o gli impianti
di illuminazione pubblica e approfittare dei passi da gigante che ha compiuto la tecnologia Led.
Questo prodotto, ormai disponibile in varie forme sia per la casa che per l’illuminazione pubblica, permette di abbattere notevolmente, soprattutto nel lungo periodo, l’energia consumata
e i relativi costi, diventando così concorrenziale rispetto ad esempio alle lampadine a basso
consumo (CFL) e soprattutto a quelle a incandescenza (quest’ultime ormai definitivamente “fuorilegge” dallo scorso settembre).
“The Peace Bridge”, un ponte di poco più di un
chilometro che collega le città di Buffalo negli Stati
Uniti e Fort Erie in Canada, è stato recentemente
riconvertito a Led con l’installazione di circa 700 tri-color
led, capaci di offrire uno spettacolo illuminotecnico per
le migliaia di veicoli che lo transitano quotidianamente
e, inoltre, consumando un terzo dell’energia necessaria
al precedente sistema di illuminazione.
Una speciale “Guida al Led più efficiente per l’illuminazione di case e uffici” è stata appena
aggiornata dal WWF nel suo sito TOP TEN (www.eurotopten.it), pochi giorni prima della più
grande mobilitazione globale per fermare il cambiamento climatico “Earth Hour - Ora della
Terra”, tenutasi lo scorso 23 marzo, organizzata dal WWF e in cui la luce è stata protagonista.
Top Ten, un progetto internazionale patrocinato dal programma Energia Intelligente-Europa
(IEE) della Commissione Europea, in ogni Paese membro ha un proprio portale di ricerca online
rivolto ai consumatori, che permette di confrontare tutti i tipi di apparecchi che consumano
energia. Con un semplice click, si possono trovare informazioni aggiornate sui prodotti a minor
consumo energetico appartenenti a diverse categorie insieme a numerosi “eco-consigli”.
Come evidenzia il sito Top Ten, le lampadine Led e i faretti per l’illuminazione di interni stanno ormai dilagando anche nelle nostre città:
molte amministrazioni pubbliche, visti gli enormi vantaggi ambientali
ed economici, stanno sostituendo le vecchie illuminazioni stradali con
la tecnologia a Led. Secondo un recente rapporto della Pike Research
“Smart Street Lighting” si prevede che entro il 2020 il valore di
mercato dei Led per illuminazione stradale nel mondo supererà i 2 miliardi di dollari, diventando la tecnologia di illuminazione
per numero di vendite seconda solo alle lampade a sodio ad alta pressione. Sempre secondo il rapporto, i costi di produzione delle lampade
Led per illuminazione stradale sono crollati del 50% in soli 2 anni e si
prevede che continueranno a scendere.
La Guida del WWF ha elencato i 10 punti a favore dei Led rispetto alle lampadine a basso consumo: stessa efficienza energetica,
a volte addirittura superiore (70-80 lm/W), maggiore durata (fino a 40.000 ore), migliore resa
del colore, ottimo fascio di luce, luce brillante simile a quella degli spot alogeni, accensione
immediata, adatti anche a basse temperature (al contrario delle lampadine a basso consumo),
nessuna irradiazione ultravioletta, (importante per l’uso in musei, negozi di alimentari e tessili),
regolabilità continua senza perdite (nelle lampadine a basso consumo legata invece a grosse
perdite), fonte di luce puntiforme come elemento creativo per i designer della luce, potenziale
di sviluppo non ancora esaurito (poiché è già possibile misurarsi con le migliori lampadine
convenzionali, l’utilizzo casalingo è sensato sin d’ora). La Guida diventa ancora più utile visto
che vengono ancora offerte sul mercato qualità di LED molto divergenti con criteri principali di
«efficienza energetica» e «resa del colore» spesso nascosti.
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La Guida “Top Ten” permette di paragonare circa 10 marche differenti per ogni tipologia di wattaggio dei Led, sia lampadine che faretti. Sebbene il prezzo dei Led sia
inizialmente ancora più alto, la Guida permette di verificare la lunga durata dei prodotti che
in alcuni casi arriva fino a 50 volte le lampadine a efficienza e quindi l’ammortamento della
spesa iniziale. Nella Guida all’acquisto per l’illuminazione sono elencati i criteri e i requisiti
minimi per un’illuminazione efficiente, sia che si tratti di Led, alogene o lampadine a efficienza
energetica. Tra le altre informazioni fornite, i costi elettrici ipotizzati su un periodo di 15 anni,
la regolabilità (non tutti i Led sono regolabili), il tipo di attacco, la
tonalità di luce (bianca calda, bianca fredda e bianca naturale), il
prezzo, le dimensioni. Per i faretti sono indicati anche l’intensità
luminosa e l’ampiezza del fascio luminoso.
Agenzia Boeretto Rappresentanze
[email protected]
IO COSTRUISCO
L’UE ha adottato lo scorso dicembre un nuovo regolamento (1194/2012) in cui si dettano i
requisiti di progettazione ecocompatibile – Ecodesign – di faretti e lampadine Led, con le
caratteristiche minime che saranno applicate a partire dal prossimo settembre 2013. L’Ecodesign risponde all’esigenza di limitare l’impatto ambientale di ogni singola fase di produzione
di un nuovo prodotto , senza ridurne la funzionalità, in modo che il suo impatto finale non
superi il prodotto che va a sostituire. Oltre l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto è,
infatti, determinato in fase di progettazione. L’UE prevede che parallelamente si eliminino
gradualmente i riflettori, i faretti a incandescenza e alogeni meno efficienti (classe E), così
come le lampade a scarica, i Led e le fluorescenti compatte in classe B.
L’obiettivo è quello di fare in modo che le lampade Led raggiungano uno standard tale da non
deludere i consumatori e non farli quindi tornare indietro verso alternative meno efficienti. I
requisiti minimi riguardano le ore di vita della lampada, l’efficienza energetica, la resa cromatica, il mantenimento del flusso luminoso e il numero di cicli acceso-spento.
n. 12 pagina 51
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
FOCUS: 2013, L’ANNO DELLA SVOLTA
Oggi l’illuminazione a Led permette di risparmiare
sensibilmente sui consumi energetici domestici, con
la possibilità di creare soluzioni dal design originale e
ricco di personalità
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
IMPIANTI
POMPA DI CALORE E ACCUMULATORE
PER UNA VILLA A MERANO
Michele Salin
[email protected]
La casa è il luogo dell’“abitare”, in cui le persone sono “abituate a stare”, in cui esse vivono il
tempo delle loro abitudini, nella loro abitazione dello spazio che le circonda.
La sponda destra del fiume Adige che scende da Merano a Bolzano è il sito dell’abitazione
di cui parliamo in questo articolo: costruita nel 2009 su progetto dell’architetto Massimo
Valduga di Gargazzone (BZ), a un’altitudine di 635 metri, gode di un suggestivo paesaggio di
frutteti, vitigni pregiati, declivi montuosi a prato e a bosco, segnati da ridenti borghi e ordinate
strade poderali come quella che porta alla casa stessa.
Degli impianti tecnologici se ne è occupato in particolare l’ingegnere Fabio Furlan, veronese
laureatosi proprio con una tesi sulle energie rinnovabili, come quelle che sfrutta la pompa di
calore installata nella villa di Merano.
“Si tratta di un involucro a basso consumo energetico, senz’altro adatto alla pompa di calore
Hpsu Rotex a bassa temperatura – dice Furlan – in grado di fornire l’energia necessaria secondo la richiesta, grazie alla modulazione della tecnologia inverter, e alle regolazioni vantaggiose
sulla temperatura di mandata dell’acqua permesse dalla sonda esterna, di serie in questo tipo
di macchine”.
Il “consumo” energetico dell’involucro è infatti di soli di 11,16 kWh/mqa, soddisfatto da un apparecchio aria-acqua che dà una potenza nominale in riscaldamento di 6 kW termici, a servizio
di una superficie abitata di circa 200 metri quadri e di oltre 900 metri cubi.
Un altro dato sempre meno trascurabile è la produzione “cattiva”, quella di anidride carbonica
che nel caso di specie è di 460 kg all’anno.
“A livello energetico, è interessante la ‘scalabilità delle fonti energetiche’ permessa dalla
pompa di calore”, ci dice Furlan. “L’approvvigionamento dell’energia elettrica può provenire sia
dalla rete, con tariffe che possono anche godere delle agevolazioni previste dalla normativa
che premia l’utilizzo delle pompe di calore, sia anche dal solare fotovoltaico installato nella
stessa abitazione”.
FOCUS: L’IMPIANTO INSTALLATO
Nella villa di Merano è stata installata una
pompa di calore abbinata ad un accumulatore di energia.
Il “consumo” energetico dell’abitazione, progettata nel 2009, è di 11,16 kWh/mqa, soddisfatto da una pompa di calore aria-acqua
Hpsu Rotex che dà una potenza nominale in
riscaldamento di 6 kW termici, a servizio di
una superficie abitata di circa 200 metri quadri e di oltre 900 metri cubi.
n. 12 pagina 52
Le pompe di calore di Daikin-Rotex, sia quelle in alta temperatura (per radiatori o grandi
fabbisogni a acqua calda), sia quelle in bassa temperatura (più “risparmiose” e adatte
soprattutto agli impianti a pavimento), riescono a modulare la potenza necessaria e ad
affrontare anche le temperature esterne più
rigide grazie al compressore inverter, senza
l’ausilio obbligato di dispendiose resistenze elettriche. Le quali non entrano in gioco
nemmeno per produrre l’acqua calda sanitaria, notoriamente il lavoro più “pesante” da
fare per la pompa di calore, che in questo
caso si avvale di un accumulatore davvero
prestante di concezione tedesca, capace di
scaldare l’acqua sanitaria in modo istantaneo in un ambiente libero da calcare e batteri (quello della legionella è il più diffuso),
come lo scambiatore in acciaio inox immerso
nell’acqua tecnica contenuta nell’accumulo
ipercoibentato – una riserva di calore che
fornisce acqua pulita per i consumi di casa.
IO COSTRUISCO
n. 12 pagina 53
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Inoltre, la pompa di calore installata nell’abitazione e riportata nelle immagini, integra un
accumulo tecnico di 500 litri molto prestante, una vera e propria “pila termica” che
“conserva” per lungo tempo l’energia che l’unità esterna ha “trasferito” dall’ambiente esterno
allo scambiatore interno.
“Solo in questo modo – afferma Fabio Furlan
– è possibile garantire la produzione di acqua
calda sanitaria in quantità quasi illimitate e ad
una temperatura confortevole con una pompa
di calore ad aria, senza ricorrere al dispendioso
utilizzo di resistenze elettriche”.
Infatti, nei momenti più difficili del suo funzionamento, durante gli sbrinamenti, o nei momenti più freddi e umidi dell’inverno, oppure
quando deve affrontare una grande richiesta di
acqua calda, la pompa di calore può “contare”
su un accumulo nel quale ha precedentemente
“messo via” l’energia necessaria nelle circostanze critiche.
La normativa contenuta nel Decreto legislativo
174 che vieta la conservazione di alimenti in contenitori non idonei, è inoltre rispettata, grazie ad
un accumulatore che fornisce l’acqua potabile in modalità istantanea. “Anche l’aspetto
batteriologico, oltre a quello dell’efficienza energetica, è stato preso in considerazione - conclude
l’ingegner Furlan -, con la scelta di un accumulo del tipo Sanicube, dotato di uno scambiatore per la
produzione istantanea di acqua calda sanitaria (Acs) in acciaio inox di sei metri quadri, in cui l’acqua
non ristagna ma defluisce secondo il fabbisogno, con lo scopo di tenere lontano il proliferare del
batterio della legionella, ed evitare anche tutti i problemi legati alla formazione del calcare”.
officina e carpenteria
DARE FORME
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di medie dimensioni
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
ARREDO & FINITURE
ALLA SCOPERTA DELLA POLONIA:
UN MERCATO DALLE INTERESSANTI OPPORTUNITÀ
Io Costruisco parteciperà ad un convegno a Varsavia organizzato
dalle aziende del settore porte e finestre
Nicola Piccoli
[email protected]
Skyline di Varsavia, capitale della Polonia
Nel 2012 il prodotto interno lordo polacco è cresciuto più lentamente rispetto agli anni precedenti, ma se comparato ai paesi dell’Unione Europea ha comunque registrato ancora una
buona crescita. In base a stime preliminari dell’Ufficio Statistico Centrale di Varsavia (GUS),
nel quarto trimestre del 2012 la crescita era pari all’1,1% rispetto allo stesso periodo del
2011, e per tutto il 2012 il PIL è cresciuto del 2%, rispetto ad un calo del -0.6% nei paesi
della zona euro e del -0,5% in tutta l’Unione Europea (dati Eurostat).
Sempre nel 2012 in Polonia sono state consegnate 152.527 unità abitative, con un incremento del 16,5% rispetto al 2011. La quota maggiore (53,3%) nell’aumento di nuove abitazioni
è rappresentata da investitori individuali, che
nel periodo gennaio-dicembre 2012 hanno costruito 81.244 abitazioni, circa il 10,5% in più
rispetto all’anno precedente.
Il valore dell’export di finestre e porte polacche nei primi tre trimestri del 2012 ammonta
a 743,4 milioni di euro. Questo significa che sui
mercati esteri sono sfociati 5,5 milioni di pezzi,
tra porte e finestre, provenienti dagli stabilimenti polacchi.
La quota maggiore nell’export polacco di serramenti, nel periodo preso in analisi, è costituita
da finestre e porte in PVC. All’estero sono
stati spediti più di 2,6 milioni di pezzi, per un
valore complessivo di 348,494 milioni di euro.
Al secondo posto troviamo porte e finestre in legno, il cui export ammonta ad oltre 2,3 milioni
di pezzi. Nel caso dei manufatti in alluminio, nei primi tre trimestri del 2012 all’estero sono
stati spediti 350 mila pezzi, e nel caso di finestre e porte in ghisa o acciaio, poco più di 200
mila pezzi.
Si tratta di numeri che evidenziano come la Polonia si stia confermando uno dei mercati più
dinamici dell’Unione Europea, pur di fronte ad una difficile situazione economica generale, ed
anche sul fronte dei serramenti si osservano investimenti significativi in ricerca, innovazione e
commercializzazione sui mercati internazionali.
Con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza sul mercato europeo, le principali aziende polacche del settore porte e finestre, supportate dalla società ASM Market Research and Analysis
Centre Ltd, hanno invitato per metà maggio a Varsavia una delegazione internazionale di riviste
del settore edile ad un incontro di approfondimento per presentare le proprie eccellenze. Anche
la nostra rivista Io Costruisco ha avuto il piacere di essere invitata e, quindi, avremo modo
nei prossimi numeri di tenervi aggiornati sull’evoluzione di questo mercato che può rappresentare
un interessante sbocco per nuove opportunità commerciali anche per le aziende italiane.
DIREZIONI PRINCIPALI DELL’EXPORT POLACCO NEL 2012
Germania
Gran Bretagna
Repubblica Ceca
Francia
Russia
Italia
Paesi Bassi
Ucraina
Svezia
Slovacchia
Sulla base dei dati GUS
Valore
(in milioni di euro)
35.650,3
9.552,4
8.910,2
8.274,6
7.684,6
6.901,8
6.340,7
4.102,4
3.757,5
3.637,2
Cambiamento
rispetto al 2011
0,0%
8,5%
4,4%
-1,2%
25,2%
-5,4%
6,2%
21,5%
-3,7%
8,4%
DIREZIONI PRINCIPALI DELL’IMPORT POLACCO NEL 2012
Valore
(in milioni di euro)
Germania
32.057,5
Russia
21.625,4
Cina
13.603,9
Italia
7.785,8
Francia
6.010,2
Paesi Bassi
5.833,4
Repubblica Ceca
5.542,5
USA
3.910,4
Gran Bretagna
3.683,3
Repubblica di Corea
3.475,7
Sulla base dei dati GUS
Cambiamento
rispetto al 2011
-5,8%
17,7%
2,7%
-5,5%
-5,7%
2,0%
-2,5%
13,2%
-8,1%
3,6%
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
ARREDO & FINITURE
VENDERE PORTE IN TEMPI DI CRISI
Daniele Marcassa
[email protected]
La situazione economica attuale sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte aziende
italiane. Ma in un periodo in cui un’attività che chiude non fa nemmeno più notizia, molte
sono determinate a non arrendersi. Per capire come le imprese stanno affrontando questa
complessa e difficile situazione, facciamo qualche domanda a Luca Geronazzo, responsabile del settore vendite dell’omonima azienda di Pradipozzo di Portogruaro (VE): sono infatti
40 anni che i fratelli Geronazzo vendono porte in legno da interno in Italia e in Europa grazie
alla qualità dei materiali impiegati e alla particolare attenzione al design.
Come vive in questi tempi un’azienda come la vostra?
La nostra fortuna credo sia quella di essere ancora tutto sommato un’impresa piccola. Le
PMI infatti proprio per questa loro peculiarità riescono ad essere più dinamiche, adattandosi
meglio alle nuove esigenze del mercato; in questo sono sicuramente avvantaggiate rispetto alle grandi imprese che per forza di cose
sono più statiche.
In che modo il settore dell’interior design sta cercando di uscire da questo
momento di crisi economica?
Principalmente, cercando di differenziarsi dalla
massa. Puntando alle nicchie di mercato. Pensando all’oggetto-porta non soltanto nei termini della sua funzionalità pratica – ovviamente
fondamentale – ma prestando attenzione
anche alle sue peculiarità estetiche; creando
cioè non semplici serramenti, ma veri e propri
oggetti d’arredo in grado di dare personalità
all’ambiente nel quale sono inseriti.
Al momento dell’acquisto di una porta vanno quindi valutati entrambi gli
aspetti.
Assolutamente. É inutile avere una cosa bella ma poco funzionale, ma è vero anche il
contrario. Ad esempio, al momento dell’acquisto delle porte in località di mare o di
montagna, è necessario tenere conto delle
specifiche condizioni climatiche. Ma la porta deve necessariamente essere anche un
bell’oggetto, che venga valorizzato da speci-
fiche scelte di design in grado di conferirgli
significati particolari.
n. 12 pagina 56
Quali sono i trend del momento in materia di porte da interno?
Le mode in questo settore seguono cicli di
circa 3-4 anni. Al momento vanno molto i
colori chiari, i laccati (anche bianchi), legni
come il frassino o il rovere, ed i cosiddetti “spazzolati”. Per quanto riguarda invece
la costruzione, stanno riscuotendo molto
successo le cerniere a scomparsa, ed in generale tutti quegli accorgimenti tecnici che
dissimulino la porta in quanto tale, al fine
di incorporarla in maniera più armoniosa
nell’ambiente domestico.
PRODUZIONE
DI PORTE INTERNE
IN LEGNO
SU MISURA
P O R T E
GERONAZZO PORTE
VIA CASERATE, 57
30026 PRADIPOZZO
DI PORTOGRUARO VE
TEL. 0421204168
www.geronazzoporte.it
D I
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
ARREDO & FINITURE
LEGNO E ARREDO: FERMO IL MERCATO INTERNO,
CRESCE L’EXPORT
FederlegnoArredo ha realizzato un’indagine su oltre 630 imprese della filiera
Nicola Piccoli
[email protected]
Le imprese associate a FederlegnoArredo confermano a consuntivo dell’anno 2012 la forte
difficoltà del mercato nazionale. Nessun cambiamento della situazione nell’ultimo quadrimestre. Il risultato delle vendite Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011). Variazione moderata ma positiva solo per le vendite estere (+4% circa). Particolare sofferenza è
stata registrata nei comparti più dipendenti dal mercato italiano delle costruzioni e dal mercato
immobiliare come le finiture per l’edilizia, le cucine e gli uffici.
“I risultati della nostra indagine confermano i drammatici dati di pre-consuntivo sul mercato
nazionale già presentati dalla nostra Associazione a dicembre” - sottolinea il presidente di
FederlegnoArredo Roberto Snaidero.
“Risulta quindi inderogabile inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste
per le ristrutturazioni edilizie”.
Si confermano purtroppo negative le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio
il 60% delle imprese dichiarava ancora ordinativi in flessione; stagnazione per un altro 30%, crescita solo per il 10%. Lo stallo
del mercato nazionale incide pesantemente
sulla situazione complessiva degli ordini
soprattutto nei comparti più dipendenti
dall’edilizia.
Le previsioni a tutto 2013 sono ancora
grigie per il mercato nazionale (in crescita
soltanto per il 17% delle imprese). Previsioni positive per l’estero che continuerà a
crescere per il 64% delle imprese.
“La maggior parte delle imprese - aggiunge il presidente di Assarredo Giovanni Anzani – ha evidenziato un trend
negativo sul mercato interno; soltanto le
realtà con una forte propensione all’export sono riuscite a evitare la perdita di
fatturato”.
Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo
www.moboo.it
n. 12 pagina 58
Vendita e progettazione
www.mobostyle.it
MOBOSTYLE
Giovanni Anzani , presidente di Assarredo
Arredamenti
Lo studio ha inoltre evidenziato che la crescita interesserà una minoranza: solo 4 aziende su 10, infatti, ritengono che il 2013 potrà essere
per loro un anno di parziale recupero rispetto al 2012. Le altre (28%) attendono una nuova
flessione o nessun cambiamento (33%).
I mercati con cui le imprese del settore stanno lavorando di più sono la Russia, la Francia e la
Svizzera. Ma i Paesi più vivaci, dove la netta maggioranza dichiara di avere ordini in crescita,
sono Russia, Medio Oriente, Stati Uniti/Canada e Asia Orientale. Al contrario, i mercati europei
appaiono più penalizzati dalla crisi.
Via Olanda 37 | Piazza Milano | Jesolo VE | Tel. 0421 363624 | Cell. 338 2702365 | [email protected]
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
ARREDO & FINITURE
L’ALLUMINIO VESTE L’ARCHITETTURA D’INTERNI
IRIAL, una nuova frontiera del made in Italy
Nicola Piccoli
[email protected]
Lo abbiamo già visto in applicazioni legate all’edilizia e all’architettura, ma l’alluminio non è
mai stato così variegato nelle superfici e nei colori, artefice di ambienti moderni e sofisticati.
Dietro questo nuovo modo di “vestire” le superfici ci sono Iris Tiberio e Claudia Zironi, due
amiche imprenditrici – la prima veneta, la seconda emiliana - che hanno unito know how e
passione per questo materiale dalla grande versatilità e, partendo dall’Italia, stanno ora espandendosi sui mercati di tutto il mondo.
IRIAL è la loro azienda con sede a Noventa di Piave (Venezia) che realizza splendide superfici
in alluminio per l’architettura d’interni: mosaici, piastrelle, pannelli incisi e a bassorilievo.
Come rivestimento di pareti e di pavimenti, nelle applicazioni più classiche delle specchiere e
dei battiscopa, o come ornamento di altri elementi d’arredo (porte, caminetti, mobili) l’alluminio
IRIAL diventa un leggero, originale, bellissimo manto decorativo.
“IRIAL nasce dalla nostra conoscenza e dall’esperienza nel trattare l’alluminio – ci spiegano Iris
e Claudia - e dalla volontà di creare un’azienda tutta italiana, profondamente radicata nella cultura e nei valori della terra da cui nasciamo: rispetto per il lavoro, per le persone e l’ambiente,
ricerca di sinergie che possano arricchire il tessuto industriale d’appartenenza.”
Il mosaico e le piastrelle sono i prodotti che hanno caratterizzato la nascita e l’evoluzione dell’azienda.
Con tessere sottili montate su un supporto in tessuto, l’una accanto all’altra, senza fughe, il
mosaico IRIAL è moderno e originale. Flessibile, sottile da poter ricoprire superfici senza dover
smantellare i rivestimenti preesistenti, il mosaico si installa in modo molto semplice e non
richiede l’operazione di riempimento delle fughe. Le piastrelle, interamente costituite in alluminio, sono moderne ed originali, caratterizzate dalle sfumature cangianti, dai grandi formati e
dalle splendide decorazioni.
Rivestimento in mosaico e piastrelle in alluminio per i
bagni di Palazzo Balestra a Roma
“Collaboriamo con architetti e interior designer italiani ed internazionali – ci dicono le due
imprenditrici – e stiamo riscontrando notevole interesse da diverse aree del mondo. Il nostro alluminio si presta a svariate applicazioni, sia per residenze private che per ambienti commerciali
particolarmente sensibili allo stile, quali negozi, boutique, centri direzionali, hotel ma anche
nella nautica dove l’alluminio, alle straordinarie qualità estetiche, può unire il non trascurabile
valore della leggerezza.”
Le piastrelle in alluminio sono moderne ed originali,
caratterizzate dalle sfumature cangianti, dai grandi
formati e dalle splendide decorazioni
n. 12 pagina 60
Con tessere sottili montate
su un supporto in tessuto,
senza fughe, il mosaico
IRIAL “veste” con stile
e personalità qualsiasi
ambiente
Levorato Moreno è un’azienda di Noale (VE)
specializzata nella produzione di binari e bastoni per tende. Orgoglio dell’azienda è il bastone brevettato a supporto unico laterale Century: eleganza, stile e unicità della sua
forma sono le caratteristiche di questo complemento, che trasforma totalmente la stanza
rendendola inimitabile. Colpisce in particolar
modo il “rapido” adattamento agli arredamenti moderni senza però disdegnare un connubio
efficace con le ambientazioni più classiche.
Linea Century oltre a produrre questo spettacolare prodotto, ha nel suo cilindro una vasta
gamma di altri prodotti, che soddisfano ogni
tipologia di clientela e di ambientazione: Linee
in Ferro Battuto, Linee in acciaio Inox 18/10 e
Linee in Alluminio.
Nella Linea Alluminio si distinguono in particolare due prodotti: linea Candrè e Linea
Geometrie.
Linea Century. Come svelato dal dettaglio la
particolarità sta nell’unico supporto laterale, questa
Linea è disponibile in sei differenti finiture: bianco, oro
14 K, silver, nichel nero, argento spazzolato e inox
Moreno Levorato
[email protected]
IO COSTRUISCO
LINEA CENTURY, LO STILE APPLICATO ALLE TENDE
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
n. 12 pagina 61
IO COSTRUISCO PROMOTION
Linea Geometrie, da notare il particolare supporto a
punta, applicabile sia a parete che a soffitto
Linea Candrè si distingue per la sua morbida
forma ad arco che avvolge come in un abbraccio la finestra , questo articolo è disponibile
fino a 250 cm e in sei differenti finiture: argento spazzolato, rovere, rovere sbiancato, bianco,
lucido e noce.
Linea Geometrie è invece l’ultima presentata,
questo modello si contraddistingue per l’accattivante supporto dalle forme futuristiche
che sposano appieno lo stile moderno delle
abitazioni attuali.
Linea Candrè:
particolare binario
reggi tenda
dall’elegante
forma arcata
Forza dell’azienda è lo sviluppare e produrre
tutto al suo interno, mantenendo quel tipico
“spirito artigianale” caratteristico delle imprese del Nordest. Pur in tempi di crisi il continuo
rinnovo non manca, la costante ricerca unita
alla passione e alla dedizione ci ha portato ad
avere un ampia gamma di prodotti fra i quali
spicca su tutti il prodotto brevettato Century.
Per maggiori informazioni
riguardanti i nostri prodotti
venite a visitarci sul sito:
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oppure contattateci all’e-mail:
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LEVORATO
MORENO
Centro Tenda
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Esposizione Noale (VE): Via Cappadoro, 1/b - Tel./Fax 041 442 881 | Esposizione Mirano (VE): Via Pacinotti, 2 - Tel./Fax 041 487 480
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
associazione giovani architetti
della provincia di venezia
FIERE ED EVENTI
UNA GIORNATA DA... KENGO KUMA
15 GIUGNO 2013
A cura di
Associazione Giovani
Architetti di Treviso
[email protected]
agatv - associazione giovani architetti di treviso - ha il piacere di promuovere, in collaborazione
con proviaggiarchitettura.com, il seminario di aggiornamento professionale Grand Tour Kengo
Kuma a Casalgrande Padana - La sensibilità e la ceramica.
La giornata prevede la visita ad alcune opere tra cui il sito produttivo di Casalgrande Padana,
la Old House, che rappresenta il risultato di un interessante progetto di riqualificazione dell’esistente realizzato dall’architetto Kengo Kuma, riconosciuto per la sua sensibilità e il suo approccio ai temi della tradizione. Sempre dell’architetto giapponese la Ceramic Cloud, spettacolare
landmark urbano inaugurato un anno fa proprio per i 50 anni di Casalgrande Padana. L’itinerario
proseguirà con la visita alla Biblioteca Mabic di Arata Isozaki & Andrea Maffei Associati. Per
concludere la giornata con la visita al recente intervento di Future System del Museo Casa
Ferrari che ospiterà un’importante mostra tematica firmata Ferrari.
Iscrizioni: La giornata di viaggio è riservata agli iscritti agatv. Prenotazione entro il 17 maggio
2013. Per informazioni ed iscrizioni [email protected]
La partecipazione è gratuita.
Orari: Partenza da Treviso alle ore 7.30 e rientro alle ore 20.30
Itinerario: Casalgrande, Maranello, Modena
Opere: Kengo Kuma - Old House, Casalgrande Ceramic Cloud; Arata Isozaky & Andrea Maffei
Associati - Biblioteca Comunale Mabic; Future System - Museo Casa Ferrari
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GRANDE SUCCESSO PER I NUOVI SERVIZI DI
IO COSTRUISCO ALLA FIERA “IO CASA” DI TREVISO
Nei weekend del 23-24 febbraio e del 2-3 marzo scorso si è svolta a Treviso la fiera dell’edilizia
“IO CASA” organizzata da GU&GI. Ospite assieme ad AGAVE (Associazione Giovani Architetti di
Venezia) era presente lo staff di IO COSTRUISCO per offrire e far conoscere i nuovi servizi studiati
appositamente per i privati che stanno avviando lavori e ristrutturazioni in ambito edile.
Stefano Perissinotto
[email protected]
Grazie ad uno stand accogliente, realizzato con la collaborazione dell’azienda Lago e degli architetti nostri partner, IO COSTRUISCO ha dato l’opportunità a chi sta avviando dei lavori edili di
ricevere una consulenza gratuita da parte dei nostri tecnici, sia per ciò che riguarda strutture, impianti, serramenti e sistemi d’isolamento, ma anche per finiture e arredamento d’interni.
IO COSTRUISCO
n. 12 pagina 63
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
FIERE ED EVENTI
IO COSTRUISCO, infatti, ha ampliato il proprio team con una serie di figure esperte e competenti
nei diversi ambiti dell’edilizia per offrire ai committenti privati supporto tecnico e una maggior
chiarezza sui diversi metodi costruttivi attualmente disponibili, sulle novità del mercato e sulle
aziende qualificate e affidabili del territorio che possono soddisfare al meglio le loro esigenze.
In questa fase di mercato, purtroppo, sono molte le aziende che pur di abbattere i costi risparmiano su materiali e personale o che addirittura si improvvisano “esperti” nell’eseguire lavori che non
le competono. Pertanto è molto difficile per il privato individuare l’azienda giusta a cui affidarsi,
un’azienda che dovrà eseguire dei lavori a regola d’arte e duraturi nel tempo.
Per questo IO COSTRUISCO, in collaborazione con vari progettisti, oltre a dare informazioni utili
sulle varie possibilità d’intervento, può fornire al privato fino a quattro preventivi per ogni tipologia
di lavorazione richiesta, dando anche una spiegazione e altri chiarimenti su eventuali differenze
di costo.
Le aziende selezionate dal nostro team sono soggette, dopo ogni lavoro, ad un report di valutazione sia da parte del progettista che del committente, in modo da mantenere elevata la
qualità dei partner e al contempo spingere le stesse ad applicarsi al meglio durante l’esecuzione
dei lavori richiesti da IO COSTRUISCO su incarico del committente. Questo sistema prende
spunto dal metodo del “feedback” molto diffuso e conosciuto in internet, come ad esempio su eBay e Trip Advisor, ma che ancora non esisteva in edilizia dove risulta fondamentale
considerando sia le somme di denaro che si vanno ad investire, sia la poca esperienza che spesso
hanno i committenti in fatto di conoscenza delle aziende esecutrici.
Lo stand di IO COSTRUISCO alla Fiera “IO CASA”
di Treviso
La fiera “IO CASA” ha dimostrato il grande interesse dei privati verso questo servizio,
con più di 80 richieste di sopralluogo. Questo ci fa anche capire che, nonostante la crisi del
mercato, c’è sempre chi vuole rinnovare o cambiare casa. In particolare abbiamo notato un forte
coinvolgimento da parte di giovani coppie interessate ad ampliamenti o ristrutturazioni, oltre a
numerose richieste di sistemi a cappotto o serramenti per migliorare l’isolamento della propria
abitazione ed abbattere i costi energetici.
Questo nuovo servizio, lanciato ufficialmente nel corso della fiera IO CASA, è spiegato
nel depliant che trovate in allegato a questa rivista: inoltre con il coupon già affrancato
potete richiedere la consulenza gratuita dei nostri tecnici per qualsiasi tipologia di lavorazione,
anche per l’arredamento, e anche a cantiere già avviato.
Per maggiori informazioni o richiesta di sopralluogo è possibile contattare telefonicamente IO
COSTRUISCO oppure mandare una mail a: [email protected].
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
FIERE ED EVENTI
AL CERSAIE 2013 BATHROOM EXCELLENCE 1998-2012
Una retrospettiva sull’eccellenza negli oggetti e materiali della sala da bagno,
promossa da Confindustria Ceramica e ADI – Associazione per il Disegno Industriale
Andrea Serri
[email protected]
L’evoluzione negli ultimi quindici anni dei prodotti
e materiali per il bagno in una esclusiva mostra al
prossimo Cersaie 2013. Foto: www.cersaie.it
Un’anteprima assoluta a Cersaie 2013, in programma a Bologna dal 23 al 27 settembre.
Per la prima volta oltre un centinaio di prodotti progettati per l’area bagno – e selezionati da
ADI, Associazione per il Disegno Industriale – saranno in esposizione durante i cinque giorni
della manifestazione. Si tratta di una mostra di prodotti e materiali che raccontano l’evoluzione di questo ambiente negli ultimi decenni, esaltandone le innovazioni e le intuizioni, sia sul
fronte estetico sia sulle applicazioni delle più avanzate tecnologie. Un percorso storico che
fornisce un panorama dei processi progettuali e industriali, intervenuti dal 1998 al 2012, attraverso l’esposizione di prodotti pubblicati sull’ADI Design Index, la monografia annuale che
raccoglie il miglior design italiano messo in produzione e vagliato dall’Osservatorio permanente del Design ADI. Selezionatissime eccellenze di una vasta gamma di prodotti d’arredobagno valutati, nel corso del tempo, da esperti e candidati ogni tre anni all’ambito riconoscimento
del “Compasso d’Oro”.
I prodotti, esposti su
una superficie complessiva di circa 400
metri quadrati ed
organizzati attraverso un accattivante e
scenografico allestimento, derivano da
un’ulteriore selezione operata sulle 110
aziende (molte delle
quali espositrici a Cersaie) ed i relativi 178
prodotti pubblicati sugli ADI Design Index.
FORNITURA
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SCALE E BATTISCOPA
DECKING PER ESTERNI
IN LEGNO
COMPOSITO
“Questa mostra rappresenta un importante
punto di vista sull’evoluzione della società.
Come sempre accade, il design ha a che fare
con i comportamenti, i costumi, le culture, ovvero, con l’antropologia”, ha commentato il
professor Carlo Branzaglia, Presidente di Adi
Delegazione Emilia Romagna e membro del Comitato tecnico scientifico della mostra.
“Ceramica italiana e design sono due realtà
strettamente connesse, dove la versatilità in
termini produttivi della prima trova nel secondo un fertile terreno di sperimentazione e
di progettualità – ha
spiegato Vittorio Borelli, Presidente della
Commissione Attività
Promozionali e Fiere di
Confindustria Ceramica –. La scelta di realizzare questa mostra
a Cersaie, principale
palcoscenico
delle
nuove tendenze di ceramica e arredobagno
a livello mondiale, è
particolarmente appropriata”.
IO COSTRUISCO
n. 12 pagina 65
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
La mostra sarà accessibile durante tutti i giorni
della manifestazione, da lunedì 23 a venerdì 27
settembre.
NOVITÀ
E ULTIME TENDENZE
PROGETTAZIONE
E CONSULENZA
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
NOVITÀ & CURIOSITÀ
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E ANTI-ABRASIONE
Anna Cartini
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Ector PAV A-B è un trattamento nanotecnologico formulato per proteggere ottimamente
tutti i tipi di pavimentazioni, in particolare marmo, granito e porcellane dure e lucide. E’ un
rivestimento estremamente robusto grazie al suo reticolato inorganico ed è stato adattato per
proteggere quasi la totalità delle pavimentazioni minerali in commercio.
Ector PAV, ideale per substrati minerali porosi, è costituito da una soluzione, a base di etanolo,
suddivisa in due componenti singoli (A e B), da applicare uno dopo l’altro. La parte A contiene
silicio (SIO2) che, reagendo con il substrato, crea un legame chimico e permanente. La parte
B si applica sul rivestimento ultra-sottile di ECTOR PAV A dopo che si è asciugato e forma un
graticolato tridimensionale in scala nanometrica in modo che le particelle contaminanti non
possano più penetrare.
Il vantaggio extra di ECTOR PAV è che il rivestimento penetra nei micro-pori proteggendoli da
ogni abrasione. Questo rende la resistenza all’abrasione identica a quella del substrato.
VANTAGGI DI ECTOR PAV:
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Non influenza l’aspetto della superficie
Enorme resistenza all’abrasione
Forte protezione contro particelle contaminanti
Facile applicazione
Resistenza ai raggi UV
Asciugatura a temperatura ambiente (24 ore)
Resistenza all’alta pressione durante la pulizia a vapore
Eccellente efficienza con una bassa quantità di consumo
Resistenza alle alte temperature
Assoluta resistenza al gelo
Durata pluriennale del trattamento
ECTOR PAV è pronto all’uso e può essere applicato direttamente sulla superficie, creando un
sottile strato di rivestimento nano, resistente agli agenti chimici e alle sollecitazioni meccaniche.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
IO COSTRUISCO ICONS
ANDRÉS JAQUE ARQUITECTOS : IKEA DISOBEDIENTS!
Quando si accede alla pagina web dello studio spagnolo “Andrés Jaque arquitectos” si trova
scritto: “Oficina que explora la dimensiòn politica de la arquitectura y el papel que juega en
la costrucciòn de las sociedades”. A grandi linee, la traduzione significa “Ufficio che studia la
dimensione politica dell’architettura e il ruolo che gioca nella costruzione delle società”.
L’opera di André Jaque è difficilmente catalogabile, almeno secondo i parametri abituali con
cui valutiamo l’architettura contemporanea. Il suo lavoro collega diverse pratiche che
vanno dall’architettura all’attivismo, per passare attraverso un’intensa attività curatoriale e artistica. In breve tempo questo giovane architetto spagnolo, nato a Madrid nel
1971, è diventato una figura cruciale dell’attuale scena mondiale. Lavori dai nomi come “Tupper
Home”, “Mousse City”, “Ikea Disobedients” o “Phantom, Mies as Rendered Society” sono visti
come una nuova via che coniuga la pratica architettonica con la ricerca sociale e politica, evidenziando l’anacronismo dell’architettura formalista degli ultimi anni.
Bruno Latour, noto antropologo francese, ha elogiato uno dei suoi lavori definendolo a “beautiful mixture of art, politics and building-site”.
Per capire il lavoro del suo ”Ufficio di Innovazione Politica“ a mio avviso vale la pena partire
da un’opera non costruita ma che direttamente parla di architettura: “Ikea Disobedients” è
un’installazione su un tipo di domesticità che non risponde ai parametri canonici di famiglia. Un
tipo di focolare che, al contrario della “casa Ikea” – entità talmente autonoma da essere slegata dal suo ambiente urbano – trasforma la casa in uno spazio eterogeneo, Semipubblico,
di frizione e di discussione per la comunità.
Per 4 mesi sono stati osservati a New York alcuni nuclei famigliari che non vivono in modo convenzionale. Come Moody che ha trasformato il soggiorno in un salone di bellezza dove tagliarsi
i capelli e parlare di politica, oppure come due coppie che usano la loro cucina come punto d’incontro e come piattaforma per una biblioteca. O
ancora Frank che si è portato dal suo Nord America la sua capanna e l’ha messa nel giardino di due
designer. In cambio lui si prende cura delle loro
piante. L’installazione-casa, ora esposta al Moma
di New York, è il risultato della elaborazione di
queste diverse esperienze.
“Ikea Disobedients”, André Jaque, MOMA - New York
Costruita con pezzi Ikea di cui volutamente non
si sono seguite le istruzioni di montaggio proprio
per fornire nuovi parametri, “Ikea Disobedients”
riconosce l’evoluzione in atto negli spazi urbani
e politici delle nostre città, raccontando, fotografando e filmando questo processo. E proprio di un
processo aperto di ricerca si tratta che sia affida
ad ogni mezzo (installativo, di comunicazione, ricerca sociale ecc.) affinché l’architettura torni ad
essere ancora efficace nei confronti di un mondo
che cambia.
Arch. Cristiana Favretto
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Via Pasubio, 54/c - 31021 Mogliano Veneto (TV)
Tel. 041 5902702 - [email protected]
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Via Trento, 51 – 30030 Martellago (VE)
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Via Santissima, 5/E - 33070 Caneva (PN)
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Via Volpago, 48 - 31050 Ponzano Veneto (TV)
Tel. 0422 440010 - [email protected]
Calce, malte e intonaci
HERES S.r.l.
Vicolo Mattei, 10 - 31055 Quinto di Treviso (TV)
Tel. 0422 880099 - [email protected]
MICHIELETTO ENZO & ANDREA snc
Via Maestri del Lavoro, 44 - 30037 Scorzè (VE)
Tel. 348 7811178 - [email protected]
Porte e Finestre
AGOSTINETTO SERRAMENTI S.r.l.
Via Caposile, 6 - 30024 Musile di Piave (VE)
Tel. 0421 50927 - [email protected]
MITIS srl
Via A. Meucci, 12 - 30016 Jesolo (VE)
Tel. 0421 350943 - [email protected]
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FAR PAV srl
Via Loreggiola, 63 - 35010 Loreggia (PD)
Tel. 049 9344949 - [email protected]
FAVA SERGIO E FIGLI S.n.c.
Via Grande di Mignagola, 18
31030 Mignagola di Carbonera (TV)
Tel. 0422 398345 - [email protected]
FERRARI BK S.p.a.
Via Santa Caterina, 7 - 37023 Lugo di Grezzana (VR)
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GIANSERVIZI DI ROSSI GIANLUCA
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Via Padre Agostino Gemelli, 45/A
31038 Postioma di Paese (TV)
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