Conseguenze economiche e umane delle politiche climatiche Una panoramica: Dove sta andando il treno di Kyoto e perchè? L’Europa può permettersi il biglietto? Roma, settembre 2003 Le conseguenze dei limiti alla produzione nazionale di energia Gli attuali obiettivi di Kyoto: Il protocollo di Kyoto impone un limite all’uso di energia ottenuta da carbone, petrolio e metano in 38 paesi; La ragione è il “riscaldamento globale”; Le regolamentazioni “tipo Kyoto” alle emissioni di gas serra creano un cartello del carbonio; Chiamiamolo “patto di stabilità” del carbonio; Questo significa pure che i paesi in questione devono limitare il loro uso d’energia, e quindi la loro crescita – oppure affidarsi unicamente alle turbine eoliche e al nucleare, il che è poco plausibile. I limiti di Kyoto Kyoto lascia fuori la Cina, la Corea del Sud, l’India, il Messico, il Brasile, l’Indonesia e la maggior parte dei paesi emettitori di gas serra; Kyoto non è entrato in vigore; Sembra improbabile che ciò accada a causa dell’opposizione di USA e Russia, almeno uno dei quali dovrebbe ratificare il protocollo; L’Europa ha iniziato i tagli, e l’AEE ha dichiarato nel dicembre 2003 una riduzione dello 0,5% cioè il 7,5% in meno rispetto all’obiettivo dell’8%. Problemi di questa teoria: Il riscaldamento dell’atmosfera previsto non si è verificato; I fautori di Kyoto affermano che “però è ragionevole” pensare che questo accadrà; Le stesse persone ci garantivano, appena 25 anni or sono, che “è ragionevole” pensare che le attività industriali ci conduranno verso una catastrofica era glaciale; La loro “soluzione” è sempre la stessa, ora come allora: limitare l’attività (e la crescita) economica razionando l’uso di energia. Ulteriori problemi: Le previsioni sono il frutto dei modelli computerizzati – ipotesi o “proiezioni”, non osservazioni; Questi modelli dicono che oggi dovrebbe essere più caldo, e ogni anno si dimostrano sbagliati; I test per validare questi modelli hanno mostrato che essi sono meno affidabili di una tavola di numeri casuali; Il riscaldamento superficiale – che dovrebbe seguire il riscaldamento dell’atmosfera – sembra attribuibile alle “isole di calore urbano”; L’aumento ampiamente pubblicizzato della frequenza e della gravità delle tempeste è stato smentito – e neppure l’IPCC ne fa cenno. La troposfera non manifesta alcun trend verso il riscaldamento antropogenico conseguente all’aumento dell’anidride carbonica Model Computer model-predicted mean of Human-made warming -- FALSE Satellites Weather Balloons J. Christy et al. www.ghcc.msfc.nasa.gov/MSU/msusci.html Anche i trend della TEMPERATURA SUPERFICIALE nel 20° secolo NON SONO STRETTAMENTE CORRELATI alla concentrazione di anidride carbonica antropogenica. Temperature Anomaly (C) 1.0 0.5 0.0 -0.5 -1.0 1850 CRU GISS 1900 1950 2000 Year Misurazioni termometriche, disponibili per circa il 20% del globo, analizzate dalla East Anglia Climatic Research Unit (CRU) e dal NASA-Goddard Institute for Space Studies (GISS). Il contenuto di CO2 nell’aria è rapidamente cresciuto dopo gli anni ’50, e questa crescita non spiega i trend verso il riscaldamento agli inizi del secolo e il raffreddamento a metà del secolo. “Dal 1991 i dieci anni più caldi”: probabilmente no Il collasso del comunismo ha determinato un crollo del numero delle stazioni di misura Le ragioni per cui Kyoto ha guadagnato credibilità: Maggiore disponibilità di testimonianze fotografiche sugli eventi estremi – fornisce la possibilità di mostrare costantemente eventi estremi da qualche parte, e dà la sensazione di un tempo sempre più impazzito; Maggiori perdite a causa delle tempeste – in realtà, questo è solo la conseguenza di una maggiore presenza umana nelle aree a rischio (come le coste o le piane alluvionali). Una ben collaudata industria della pressione aggredisce ogni scienziato o politico scettico; Le imprese cacciatrici di rendite politiche – come Enron, BP e l’industria del vento – hanno finanziato o sostenuto in altro modo le campagne di pressione verdi. L’esame della letteratura scientifica smentisce l’allarmismo: L’IPCC ha prodotto un “Summary for Policymakers” che non è coerente coi documenti scientifici dell’IPCC stesso; Dopo l’editing finale degli scienziati, i funzionari dell’ONU hanno ammesso di aver rimosso precisazioni e dubbi e aggiunto certezze che non erano presenti nel lavoro originale; I principali autori di molti capitoli hanno formalmente criticato questa condotta; 22.000 scienziati (tra cui 70 premi Nobel) hanno criticato l’allarmismo climatico dell’ONU, contro circa 1010 allarmisti. “Dobbiamo presentare scenari terribili, rilasciare dichiarazioni semplificate e drammatiche, e dare poco spazio ai dubbi che possiamo nutrire... Ognuno di noi deve decidere il giusto mezzo tra l’efficacia e l’onestà” L’allarmista sul clima Stephen Schneider, citato in “Our Fragile Earth”, Discovery Magazine, ottobre 1989, p. 47 L’allarmismo sul clima difeso – cioè, smascherato – come strumento politico • “L’enfasi sugli scenari estremi può essere stata appropriata in passato, quando il pubblico e i decisori erano relativamente ignari rispetto alla questione del riscaldamento globale... Ora, però, c’è bisogno di elaborare scenari di cui sia possibile mostrare l’oggettività, e che siano coerenti con ciò che appare realistico nelle attuali condizioni”. - Lamento di un “Padre del riscaldamento globale” pentito, James Hansen, intervento di fronte al White House Council on Environmental Quality, 12 giugno 2003, disponibile online a: http://www.giss.nasa.gov/research/forcings/ceq_presentation.pdf “La minaccia di una nuova era glaciale deve ora affiancare la guerra nucleare come probabile fonte di morte e miseria globali per il genere umano” Nigel Calder, direttore di New Scientist, International Wildlife, giugno 1975 “Questo trend [verso il raffreddamento] ridurrà la produttività agricola per tutto il secolo” Peter Gwynne, Newsweek, 1976 “I climatologi sono concordi: ... Quando il raffreddamento comincerà, sarà troppo tardi” Douglas Colligan, Science Digest, 1975 “L’urgenza di salvare l’umanità è quasi sempre il dito dietro cui si nasconde l’urgenza di dominare l’umanità" H .L. Mencken La lobby del “clima” mira ad aumentare il costo e spostare il controllo sull’uso dell’energia. Questo danneggia soprattutto i vecchi e i poveri. Quest’agenda fa parte di un più ampio movimento anti-liberale e “anti-globalizzazione”, coerentemente con la produzione di profezie di sventura smentite dai fatti. “Gli ambientalisti occidentali... Sono interessati all’ambiente solo nella misura in cui possono sfruttarlo come un’arma contro le società liberali” Jean Francois Revel, “Anti-Americanism” Quindi, cosa vogliono davvero Kyoto e i programmi di riduzione dell’energia? “Tutto questo riguarda l’economia, il tentativo di creare un tavolo di gioco livellato per le grandi imprese in tutto il mondo. Bisogna capire cosa c’è in ballo, e questa è la ragione per cui le cose sono così serie” Commissario UE Margot Wallstrom, citato dall’Independent (Londra) 19 marzo 2002 Le registrazioni dei termometri cominciano in un periodo freddo http://www.cru.uea.ac.uk/cru/info/warming/ Cambiamenti repentini del clima terrestre Misurati nella Groenlandia centrale negli ultimi 17.000 anni Paleo Temperatures & Snowfall - After Cuffey and Clow 1997 / Alley 2000 -25 0.35 Temperature Younger Dryas -30 Widespread Forests Tundra Plants ~6-7°C Eastern Canada -40 Snowfall NA Plant Domestication 5300 Little • of Iceman Ice Age -45 The Alps 400-150 BP 1st Dynasty of Egypt Coffee in Ethopia • El Nino Begins Languages Develop Corn and Beans Americas Bronze Age -55 Almaty, Kazakastan (Father of Apples) -60 Squash 0.25 Abrupt 0.20 Animal and Plant Domestication (Near East) -50 Iron Age Africa Dry Widespread Tree Growth (Pollen) Tigris & Euphrates 0.15 2 - 4°C Temperatura (°C) -35 Cooling Steps 8200 Cooling Event World Wide 0.30 Early Domestication 1000K of Plants? Pottery Allerod Warm Hunters & Gathers Low CO2 Sparse Vegetation Dry 0.10 0.05 0 5 10 Epoca (migliaia di anni da adesso) 15 Accumulazione (m ghiaccio / anno) Medieval Warm Period 800-1300 YBF 1500 Year Spacing Birch and Conifer Annual Temperature (°C) Storia delle temperature degli Stati Uniti 13 12 11 10 1900 1920 1940 1960 Year 1980 2000 Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics Comunicato stampa Release No.: 03-10 For Release: 31 marzo 2003 XX secolo, il clima non tanto caldo Cambridge, MA – Un esame di oltre 200 studi condotto dai ricercatori dello HarvardSmithsonian Center for Astrophysics ha scoperto che il XX secolo non è nè il secolo più caldo, nè quello con le condizioni climatiche più estreme degli ultimi 1000 anni. L’esame ha anche confermato che il Periodo caldo medievale (800-1300 d.C.) è stato un fenomeno globale, non limitato ai continenti europeo e nordamericano. Mentre le temperature del XX secolo sono molto più alte che nel periodo della Piccola età glaciale, molte zone del globo mostrano un riscaldamento nel Medioevo maggiore di quello del XX secolo. Il carattere globale delle registrazioni climatiche ha confermato due periodi significativi negli ultimi 1000 anni, la Piccola età glaciale e il Periodo caldo medievale. La nozione climatica di un intervallo detto Piccola età glaciale dal 1300 al 1900 d.C. e di un Periodo caldo medievale dall’800 al 1300 d.C. Sembra abbastanza ben confermata e diffusa, nonostante alcune differenze da una regione all’altra rilevate da altre variabili climatiche come le precipitazioni, i cicli di siccità, o le avanzate o ritirate dei ghiacciai. Sappiamo da tempo che molti fattori influenzano il clima. Stiamo cominciando a comprenderli in dettaglio solo ora: nuvole, oceani, uso della terra, continui cambiamenti nell’orbita e nell’inclinazione della Terra, e... IL SOLE Nesso tra il Sole e il clima: Temperature superficiali nell’emisfero Nord e il Sole 18 Sun 0.2 20 0 22 -0.2 -0.4 24 -0.6 -0.8 -1 1700 26 Temperature Cycle Length (Years) Temperature Anomaly (C) 0.4 28 1750 1800 1850 1900 1950 Year S. Baliunas and W. Soon 1995 Astrophysical Journal Il Sole e la galassia influenzano il clima Tempeste tropicali e terremoti annuali 20 Frequency 15 10 5 0 1945 1955 1965 1975 1985 1995 Maximum Wind Speeds (m/s) Velocità massima del vento nei terremoti atlantici 55 50 45 40 35 30 1940 1950 1960 1970 Year 1980 1990 2000 Esempio: Fiume Pegnitz – picchi alluvionali durante la Piccola età glaciale R. Brádzil et al. 2002 PAGES News, 10: 21-23 I modelli climatici sballano di 40 gradi Uno studio pubblicato sul numero del 28 agosto 2002 di Geophysical Research Letters afferma che c’è un serio errore nei modelli di circolazione globale quando si tenta di predire le temperature nelle regioni polari. Lo studio ha misurato le temperature atmosferiche nelle regioni della stratopausa e mesopausa (i livelli dell’atmosfera che si trovano a circa 30 e 50 miglia d’altitudine), in prossimità dei poli. Ciò che i ricercatori hanno trovato è che le temperature atmosferiche al Polo Sud sono di circa 40-50 gradi Fahreneit più fredde di quanto predicono i modelli. “I nostri risultati suggeriscono che il riscaldamento invernale dovuto alla stagnazione delle masse d’aria non è così forte come assumevano i modelli”, dice Chester Gardner, professore di ingegneria elettrica e informatica e coautore dello studio. Le ipotesi determinano i risultati: L’IPCC fu concepito per produrre un riscaldamento inverosimile Per generare scenari allarmistici, l’IPCC ha assunto – anche negli scenari a basse emissioni – che la crescita dei paesi poveri sarà così rapida che entro la fine del secolo gli americani saranno mediamente più poveri, in dollari reali, di sudafricani, algerini, argentini, libici, turchi e nord coreani. The Economist, “Hot Potato Revisited”, 6 novembre 2003 Questi sono “i metodi seriamente difettosi che [l’IPCC] ha seguito per fare le proprie stime” The Economist, “Hot Potato”, 3 febbraio 2003 ACCETTANDO TUTTE LE IPOTESI, KYOTO RALLENTEREBBE IL RISCALDAMENTO ENTRO IL 2050 DI 0,06°C, IN MODO NON MISURABILE Temperature Change (C) 1.4 Without Kyoto 1.0 0.6 With Kyoto 0.2 -0.2 2000 2010 2020 2030 Year 2040 2050 Mutamento globale della temperatura secondo le proiezioni dei modelli Un impatto non misurabile... A che costo? Anche i modelli su cui Kyoto si basa predicono un impatto climatico non misurabile [1] – a un costo di quasi 400 milioni di dollari all’anno, pari al 4% del PIL americano [2] e il PIL europeo diminuirebbe dall’1,8% (UK) al 4,8% (Spagna) [3] – e Kyoto è solo 1/30 dell’agenda [4] . [1] Si veda, Testimony of Dr. Sallie Baliunas to the Senate Committee on Environment and Public Works, at http://www.techcentralstation.com/1051/envirowrapper.jsp?PID=1051-450&CID=1051-031302C. [2] U.S. Department of Energy, Energy Information Administration, Office of Integrated Analysis and Forecasting. “Impacts of the Kyoto Protocol on U.S. Energy markets and Economic Activity.” Washington, D.C. ottobre 1998. [3] International Council for Capital Formation, 2003. [4] “Eppure le simulazioni climatiche condicono alla conclusione che le riduzioni di Kyoto avranno ben pochi effetti nel 21mo secolo, e ’30 volte Kyoto’ potrebbe essere necessario per ridurre il riscaldamento a un livello accettabile”, James Hansen, Makiko Sato, Reto Ruedy, Andrew Lacis, and Valdar Oinas, “Global warming in the twenty-first century: An alternative scenario,” Proceeding of the National Academy of Sciences, 29 agosto 2000. Hansen cita Malakoff, D. (1997) Science 278, 2048. Le quote scambiabili Più costose di una tassa sull’energia • “Gli impatti economici dei programmi di carbon trading sarebbero simili a quelli di una carbon tax: entrambi aumenterebbero il costo dell’impiego dei combustibili fossili, condurrebbero a una crescita dei prezzi dell’energia, e imporrebbero costi agli utenti e ad alcuni fornitori di energia”. U.S. Congressional Budget Office, "An Evaluation of Cap and Trade Programs for Reducing U.S. GHG Emissions", http://www.cbo.gov/showdoc.cfm?index=2876&sequence=0. • I fautori suggeriscono che il trading sia l’approccio più economicamete efficiente; • Questo è falso. Il trading è un modo per evitare un’ulteriore tassazione diretta; • “Lo spettro dei costi associati al [trading]... è quasi quattro volte più alto dei maggiori costi di una carbon tax” Il think tank americano di centro-sinistra Resources for the Future, "Choosing Price or Quantity Controls for Greenhouse Gases" (http://www.rff.org/Documents/RFF-CCIB-17.pdf). Una società più povera è meno sensibile alle esigenze ambientali Il benessere aumenta il desiderio e la capacità di una società d’imporre controlli ambientali; Le riduzioni di benessere sociale riducono la “protezione ambientale”; Le società più povere sono anche meno capaci di adattarsi al clima, che cambierà sempre e sarà sempre instabile; PIU’ RICCO E’ PIU’ SALUTARE! CONSIDERAZIONI POLITICHE Un regime globale di limitazioni ai gas serra non avrà successo, collasserà; Nel frattempo, potrebbe fare gravi danni; Oggi, l’UE procede su questa strada a suo rischio e pericolo; La questione è come sopravvivere alla curva dell’apprendimento, non come scavare più a fondo; Quindi, evitare cambiamenti sistemici all’impalcatura normativa ma smussare questa spiacevole situazione finché non si trova il bandolo della matassa. Un piano a lungo termine Non oltre il proprio naso “Bisogna dare al regime attuale il tempo di funzionare”; Ammettere le grandi incertezze e la debolezza delle richieste di nuove regolamentazioni; Cercare un’economia post – carbonio; Cercare anche di migliorare la tecnologia dei modelli, per consentire alla scienza di stare al passo della regolamentazione (ammissione dell’Hadley Center). Troppa regolamentazione rispetto al resto del mondo condurrà a conseguenze ambientali negative. Pretendere che l’IPCC risponda alla domanda della soglia,