RENDICONTI Societ4 ltaHon4 di Mineralogia e Petrologia, 36 (2), 1980: Jl1I. RENATO CRISTOFOLINI·, ANNUNZIATA TRANCHINA. 751-773 8 ASPETTI PETROLOGICI DELLE VULCANITI ETNEE: CARATTERI DEI FENOCRISTALLI ISOLATI ED IN AGGREGATI" RIASSumO. _ Sono state analizzate in dettaglio due suo:essioni prevalentemente costilUite di lave appartenenti ai prodotti di serie alcalina, della zona di Piedimonte Etneo ed Acireale, determinando su oltre: Ollanta campioni la composizione modale e caratteri stn.Htunli e oomposizionali delle fasi intratelluriche. I risultati dell'analisi modale mostrano una netta prevalenza di varietll porfiriche (LP. fino a 50), con evidenti strutture cumuloporfiriche e con npporti percentuali assai variabili fra plagioclasio e fasi femiche. Non considerando i componenti della pasta di fondo, per quanto riguarda il plagioclasio, le vistose zonature, le strutture pecilitiche, i locali fenomeni di riassorbimento in individui isolati ed in aggregati, le: indicazioni di un'aggregazione per «sinneusi lO e le dimensioni degli individui (3-.5 mm) indicano una cn:scita per intervalli di tempo lunghi in mndizioni ambientali ampiamente variabili. Le composizioni dei nuclei plagioclasitf, "eterogenee all'interno di uno stesso campione, risultano di norma ne:ttamente più basiche di quanto non (Qltlporti il chimismo globale delle lave in cui si trovano. Le fasi femiche, oiivina ed augite, assoeale a minori quanti~ di plagioclasio e minerali opachi, costituiscono spesso aggregati, mn tendenza a rapporti di autallotriomorfismo al loro interno, che presentano strulture compatibili mn un'origine per frammentazione di livelli cumulitid, non anoora oompletamente consolidati. L'insieme dclle osservazioni e dei dati racrolti concordano con l'interpretazione che esistOno nel substratO dell'edificio vulcanico etneo delle strutture dove il magma di origine profonda possa ristagnare, crista11izzando lentamente con possibilitll di sottrazione e di addizione di fasi solide, prima di essere eventualmente emesso alla superficie. ABsTuCT. - Two volcanic squences, masdy made up witb lavas of tbe alkalie suite of Mt. Etna, have been examined. 1be sampled lavas oome from areas near Acireale, along the lo\Vtt SE slopes of tbe volcano, and near Piedimonte Etneo, along its NE slopes. Over eighty samples have been analyzed for their modal romposition (Tab. I) and for textural and compositional features of thtir intratd!uric assemblages (Tabs. 3 to 6). Modal analyses show that ~rphyrjtic varieties (P.I. up to 50) are dominant, and have c1ear glomeroporphyritic textures and highly variable ralias between phenocrystic plagioclase and mafie phases (Fig. 2). Among the phenor.tysts, p!4gioclase, in grains 3 to .5 mm across, is ronsiderably zoned (Tab. 6) with poikilitic cores and/or enve1opes, and is often found in c1usters of several, often slighdy resorbed, grains (Tab. 4), which show evidence far aggregation by synneusis. 1be core composition of the plagioclase, heterogeneous insidc: tbe same sample (Fig. 4), is generally more anorthite-rich than ane would expect from tbe overal.l rock chemistry, and shows very !ittle corrdation with chemical parameters of tbe rocks (Fig. :5). These features indicate thal the plagioclase crystals had been growing for long tim~ under wide1y varying environment conditions and from various magmas. * Istituto di Scienze della Terra, corso Italia .5:5, Catania. ** Lavoro eseguito con il contriburo del C.N.R. (Contributo 78.00244.0.5) e del Min. P.I. (Mod. A/4, Es. 79). 752 R. CRISTOfOLlNl, A. TP.ANCHINA The mafie minerals, olivine and augite. are often associated to fonn aggregato, with autallotriomorphic relationship amoog the grains and with minor amounts af intcstitial piagiocLue and opaque minerals. These lex(Ural chacacte" agree with their origin by disruption af an unoonsolidated cumulate mush. The whole Sel af data strong\y supporls ilie idea that al moderate depth underneath Mt. Etna are existing magma batches, where the mantl~riginated mdiS can be stored undergoing fraelinna!ion, with solid phaSC$ beiag added and sublfaeted, before being evcntually empled. Premessa Negli anni più recenti, di fronte ad un gran numero di lavori basati essenzialmente sul chimismo di rocce vulcaniche, si nota un diradarsi delle ricerche basate su dati petrografici di lave, forse anche perchè questi si possono difficilmente otte· nere in modo automatico e molti di essi non si possono esprimere in modo quantitativo. In un gran numero di casi tuttavia le osservazioni petrografiche sono essenziali per una corretta impostazione di problemi petrologici attinenti all'origine ed all'evoluzione delle vulcaniti: in particolare non sempre evidenti allineamenti in diagrammi di variazione esprimono l'esistenza di rapponi evolutivi tra rocce di un certo distretto vulcanico (cfr. CHAYES, 1964), nè da solo l'accertamento, mediante metodi di programmazione lineare, di rel~zioni di accumulo-sottrazione di tristalli (BRYAN et al., 1969; WRIGHT e DOHUl1', 1970; LE. MAITRE, 1979) indica da solo il senso in cui il processo può essere avvenuto, senza una verifica basata sull'esame delle strutture petrografiche. Inoltre i dati petrochimici si riferiscono spesso solo a varietà afiriehe, che danno la garanzia di rappresentare la composizione di fusi magmatici, ma che non possono dare indicazioni, ricavabili dall'esame delle strutture delle fasi intratelluriche, sui processi che si verificano in profondità all'interno della struttura vulcanica. In particolare per le lave dell'Etna, che sono in larghissima misura vistosa~ mente porfiriche, l'analisi di deuaglio delle struUure petrografiche risulta utile e necessaria per l'opportuna messa a fuoco e soluzione di problemi petrologici relativi alla loro genesi. Perciò su due successioni di vulcaniti già note nei loro raraueri petrografici e petrochimici essenziali (PUGLISI e TRANCHINA, 1977; TRANCHINA, dati inediti), ubicate rispettivamente nei dintorni di Piedimonte Etneo e di Acireale, si è impostato uno studio per ottenere informazioni anche quantitative sui caratteri dei minerali presenti come fasi intratelluriche, al fine di imerpretare i processi che si sono svolti in profondità, lungo i condotti di risalita del magma. Caratteri petrografiei generali Le vulcaniti esaminate provengono "da due successioni non coeve riferibili rispettivamente alle manifestazioni dei c centri eruttivi alcalini antichi> (Acireale) ed a quelle dei 'c centri eruttivi del Mongibello antico> (Piedimonte Etneo) (Carta Geol. Etna, 1979). In ambedue le zone le lave esaminate hanno prevalentemente ASPETTI PETItOLOGICI DELLE VULCANITI ETNEE 753 una struttura porfirica, con i minerali comunemente riscontrabili nel prodotti dell'Etna: plagioclasio, augite, olivina, accompagnati da minerali opachi, apatite, esclusivamente in microliti, e, in pochi campioni, da rari fenocristalli di anfibolo quasi totalmente o totalmente trasformati in un aggregato opacitico. I fenocristallì sono immersi in una pasta di fondo frequentemente olocristallina, più raramente oligoialina, costituita da microliti listiformi di plagioclaso e generalmente da minori quantità di pirosseno augitico, olivina e minerali opachi, con struttura tendente di norma all'intersertale. Talvolta, particolarmente ndle lave mesofiriche, i microliti plagioclasici sono isoorientati in bande parallde, specialmente attorno a fenocristalli femici, in modo da conferire alla pasta di fondo una struttura Auidale. Per quanto riguarda i caratteri generali dei minerali riconosciuti nelle lave prese in esame, essi sono stati per lo più già definiti (CItiSTOFOI..INI et aL, 1977; PUGLISI e TRANcHINA, 1977), e sono nd complesso abbastanza omogenei. Anche per quanto riguarda le strutture petrografiche i due gruppi di vulcaniti considerati presentano ad un primo esame delle marcate affinità. Melodi di 81udio Si sono eseguite determinazioni ottiche sia qualitative che quantitative su individui intratellurici delle principali fasi mineralogiche presenti nelle rocce analizzate, e cioè plagioclasio, augite ed olivina. In partcolare si è determinato per ogni roccia esaminata il numero di individui isolati, quello degli aggregati, nonchè quello degli individui costituenti ciascun aggregato. Particolare cura si è posta inoltre nell'identificazione dei rapporti strutturali fra i diversi. individui sia in aggregati, sia isolati; in dettaglio sono state eseguite stime e misure per i caratteri esposti in tab. 3, su una superfice di 5 cm 2. Queste osservazioni sono state integrate dall'analisi modale eseguita su ciascuna delle rocce esaminate, mediante un contatore per punti Swift, conteggiando circa 1.000 punti per campione, situati ai nodi di maglie quadrate di 0,3 mm di lato. I risultati ottenuti sono esposti in tab. 1 e rappresentati graficamente in fig. l. Infine sono state determinate le composizioni di individui plagioclasici, sia in aggregati che isolati, mediante la misura a T.V. degli angoli di estinzione su geminati albite perpendicolari a x ed albite-Karlsbad, utilizzando rispettivamente i nomogrammi di TOSI (1%3), FRAN'1.INI (1965) e TIIOEGI!.R (1959). Discussione e dali Analisi modaJi Per un miglior inquadramento dei dati modali di tab. l e per meglio evidenziare i caratteri delle due successioni esaminate si sono costruiti i diagrammi di frequenza cumulativa (fig. 1) e si sono ricavati i principali parametri statistici della distribuzione dei vari valori modali (media, deviazione standard, coefficiente di simmetria, mediana) (tab. 2). Il. CIlISTOFOLlNI, A. TIIANCHINA TABELLA 1 Analisi modali ,_o . " .•. ,, .. ... •, "" ..• ..., , ."" "" ,, •,, "..""" """ """ ...•, "",,. "" .." ", , " """ ." ,, , "" .""" """"" ...,•, ...,,,, .."""" "" "" ,,, ,,• "" , , "" "" .."" ".." " ",, ,,, "" "" .."" •, ,, """ , , """ ,,. , •, .." " ,. •, , " ~ P1Og. ~ •, ,• •"• """ "" """ .. "" " "",, .... ., ...... ." ~ ~_. ........"""""" .... """ .... , , ,• •, "" "" .." " """ "" " ~ P.'. •• r • ~ M M ~ " n. M M M " " .,. P'.~. "" """ , " "" P.'. . o M """ "" " •" .. "" "• • ,• "... ~ ,,• • " """ " •"",. "" M ..., .. "" "" "" M ", " ", "" "" ~ ~ ". • • "" ...•• , ,• "• "o ...• •• , ,, , , ......,.., , ,, , ,,• . , ...", , • .•." .."" .."" 'p.r. "" ~. •• , •• • .,. M'. •• •, • ", ~ ,, ,• ", • "" ,"" "n • "" " """ " """ "" ~ " ," .. ... .,. M'. ... ... I.P. ,. "" " "" """ " "• • " "" " """• "" " .." ~ ", s.....,"'.... l",",ofir'~. ...otlpo-porhr'c, """otirlc. plogloc""otlr'e. ...otlpo-portlrl~. '",",otirle. ~ .." ~ " "",. "" """ .. .." ...••, ...... ..., " , """ ",• ..""• "",, " "" " """ "" ", ... ", ,•, •,, , ,, M "" ", •• , ••• ,, ,•, • I.C. .."""" ,• •, ,, ~. I.'. "" ", " "" "",. ' ploglOC,ulotlrle. ...o.ipo-porllrle. I_<>flrlo. .... oUpo-rorCirl~. I"",,<>flrlo. pl&gloclul<>flrlO' I,"""otlrio. p"~loclulotlrlo. '....,<>flr.~. plogloclUlorirlo. '",",oth·le. .... otlpo-porri.I~. """otl.le. p1Oglocl. . lotlri~. '...,ofi.le. .. ...... ,,"'". ", """ p1Ogloc'uloti.lo• ...etl,..,..por"rlo. "" •" "" "" " """ "" " """ .... o.lpo-rorflr'~• o"lI° rido • " """ " .. ,....,<>f.. <O. oHgoUrlo • ...o<lpo-portirle. ',"""orirlo • '"""oUrlo. p'.gioo""o"r1~. ',"""otlrlo. ...o.i,..,.......tlde. o'lllotirio• .... oU,..,....... 'lrle. '''1I1OO1O''otlrle. ...odpo-....."r1o. 1"",,""lrlo. ollllollrlo. ... otlpo-portlrle. Oliq<>Cirio. (ro",;",'a) 755 ASPETTI PETROLOGICI DELLE VULCANITI EiNEE ugu.. T",. 1 '1<.9' •• '~. " •" ,"" .," ., " """ •'" "" "" ", • "" "" •" " •",, ,. ... , ,. ,_o h ~ . .."•"" ,• .," .. ."" •,• • • .. " ,•• ..., , ",.• ... ."" •" ."..• ..., " " ~. ~. ~ .... , ~ .. ","o '.'. •, " , • "" , "" ".,• " ,• "" "" • h n. , , o ..." .."""" .." ~. • " "•, •, , ",, • "" •,• ,• •• ,•, TABELLA 2 $la/it/ici r~/atitli ai dati modali ... .. ... ", ,.,"" .."" "• "" "• ~. l.'. '.c. "", ... ..""• .."•• " ..••• ~ .." .. .,• •• " .,"• • •" "" !"''lI<tur. l"",,~'rk. oli;~'rlc. l"",,~'r'c. 01l9Miric. p'aglocl.. i~lr'''. oil9011rlc. '"",,~Irie. pIo9'OCl.. lol"lrlc. '"""orlrle. p' .... loc ...lol"lrle. l"""otirM. oll~o:lrle. pl.."oo,.. lotirle. '~Elrie. Per quanto riguarda i microliti femlCI ed i fenocristalli di augite ed oli. vina le curve di frequenza mostrano ", l.'. ..c. una tendenza all'unimodalità per ambedue le successioni considerate, men• • , " " " '.' ••• tre " '. , le altre cùrve presentano accenni ••• '.' '.'0 '.' -0,$' O,"'.' ' '.' o•., ad una distribuzione trimodale. Pertan• ,, '.', .," O.", to complessivamente in ambedue le sucIl.' 0.1' cessioni la distribuzione dei valori si '.' '.' -0,10 '.' '."" , ",'" '.1' allontana da quella normale, come è conformato anche dal confronto delM: mediall3; i: media arilmetic.a; 11: deviazione le medie e delle mediane, nonchè dal slandard; y: coeflicienlC di asimmetria; F: rapcoefl1cientl: di simmetria (tab. 2). porto di Sn&lkor. Confrontando la distribuzione dei valori delle composiZioni modali nelle due successioni considerate, si riscon· trano generalmente una minore dispersione in quelli relativi alla zona di Acireale, rispetto a quelli di Piedimonte Etneo. l parametri statistici calcolati sono spesso notevolmente diversi nei due gruppi esaminati: ciò è particolarmente evidente confrontando i valori di media, mediana e deviazione standard del plagioclasio in fenocristalli (tab. 2), ma osservazioni simili si possono fare anche per i microliti femici, l'indice di porfiricità (LP.) e quello di colore (LC.). Per avere un'indicazione sulla significatività statistica delle differenze riscontrate tra le due successioni è stata eseguita un'analisi di varianza per alcuni dei valori modali misurati, mediante il calcolo del rapporto F di Snédécor, seguendo la procedura suggerita in KOCH e LINK (1970). l risultati ottenuti (tab. 2), ben maggiori di quelli relativi ad F per un livello di confidenza del lO 70, indicano una differenza statisticamente significativa dei due gruppi di rocce considerati. Ciò si accorda con la loro appartenenza a successioni provenienti da centri eruttivi diversi, come già sopra indicato, Param~/ri , , .. .. •.... ... ... ~ .. .. ..0 .. .1.- 756 R. CRISTOfOLlNI, A. TRANCHINA o l'-' o ~ .., ... LL o 00 È o o ....:. o o .... '" 00 0°0000 000°0 0000 ........ ..... ••• 0ססoo • 00 • O • 00000 0°000 ••••••• ..... 00 •••• o .•... O 00 00 0000 o °000 •• o N .. • • • •• 0 .••. 00 0000000 O •••••• .••• ~ 00 ..... O 0 00 .... '-' o LL >< .. •• OOOOocx!~·•••• o 0000 a.. 2 o '" .0 ••o· ••• • 0000 • • • • • • • • 00000000 • • • • • 0000 •• 0000++++++ o o .. ססOO·· 00 • • ... 000 L.: o U LL o 00 ••• • • • • o '" iL o 000 o ..._. 00 • 00··00··· ooco o • 00 o o ...... 0000 ••• ...... ••• o o o o . ..• o o I o o I o '" o 00 0 00 o 00 • .. o '" • o o o . u o Ll. - o ~ o ••00. oouo 000 0000 LL o • 00 o o ::.!? o ••••••• •• o o '" o •• o o o. o. o• o o , U o •• ... .0 o ..-.• ...o 00 ...... (3 '-'f 000000•••••••••• 0000000000••••••• 0000000++++++ 0000 o 6 o Fig. l. - Curve cumulative di frequenza della distribuzione di alcuni valori mooali di Tab. l. Si nota che le distribuzioni delle due serie considerate risultano in alcuni casi notevolmente diverse. o: Lave di Piedimonte Etneo; .: Lave di Acirealè; +: Pllnti coincidenti. I risultati delle analisi modali hanno permesso inoltre la distinzione di diversi gruppi, in funzione dell'Indice di porfiricità (LP.) e del rapporto tra minerali 757 ASPETTI PETROLOGICI DELLE VULCANITI ETNEE .• o '" • - U -' • o • 0 • '" • • o. • ~ •• o •••• • • 0 • • '" '" • O O ~ O O -' O 00. O cL O • • • 0 Fig. 2. Nel diagramma si nota un·ampia dispersione dei punti rappresentativI, con un'appena accennata tendenza alla correlazione negativa tra Indice di Porfiricità e percentuale di fenocristal1i femici. I.C.t: percentuale dei fenocriswlli femici sul totale dei fenocristalli. Le linee a LP. costante dividono i campi delle lave: l) afuiche e oligofiriche; 2) mesofiriehe; 3) porfirichc. Le linee ad LC., costante dividono i campi deHe lave: a) plagioc!asiofiriche; h) leucofiriche; c) mesotipo-porfiriche. Per i simboli !i rimanda alla Fig. I. TABELLA 3 Abbreviazioni relative alle tab. 4 e 5 A(T) A(" A(2) numer~ total~ degli ,ggregati n\mero- degli aggregati con meno di ; individui (Pl). 10 individui (Px). 3 individui (01) .. Il IO con più di 5 individui (Pl), 10 individui (Px). 3 individui (01) d~ioni A(') COfl individui di diverse A(r) A(o') A(02) con riassorb:lJnento al contat o o-a 1 renocrlsralli con aC~rE!.sc:icento post-d.nneusi in tutti i fenOC:risUlli A(p' ) A(p2) A(p3) A(p4) con inclus.ioni p«ili tiché Q :!lecondo involucri concenuici ccm a.ccre~imento post-sinneusi in una parte dei !enocr1s alli con inclusioni pecllitic:heo nella p&rte centrllle èJelll~ggrègato con inclusioni peciliticheo irregolarmente d:i.st:ribui e C'OO incl\lSioni pecili iche e discontinUe! A(d max) (-) dilllensione Illassima degli ind.ivid.ui degli aggregati numc:ro* d@gli individui isolati S(nr) S(or) con nucleo riassorbito con bordi corrosi S(p" S(p2) S(p3) S(p4) con con con con S(d max) ( S(8) ... ) inclusioni pecilitiche e secondo involucri concentrici inclusicmi p~iliticheo al nllcleo inclusioni pec:ilitiche o lrregolannenll:e distriwite inclusioni pecll1tiche mie:rocristalline di.m@nsicme. Classima degli individui isob.ti strutturi!l ~eri.!t.ta (.) Valori normalizzati ad una superficie di 5 cm". (") Oa vetrose a criptocristalline. femici e sialici presenti come fasi intratelluriche (LC.t) (fig. 2). Si sono così potute riconoscere, in base al diverso tenore in individui di origine intratellurica, lave da afiriche ad oligofiriche con I.P. minore di 15, mesofiriche con LP. compreso tra 15 e 30 e porfiriche con LP. maggiore di 30. All'interno dei due ultimi raggruppamenti (lave mesofiriche e porfiriche) si sono poi distinte, sulla base di LC.t, delle varietà plagioclasiofiriche, con LC.! minore di lO, leucofiriche, con LC.t compreso fra lO e 30 e mesotipofiriche, con LC.t maggiore di 30. 758 •• CRISTOFOL.lNI, lo. TUNCHINA TABELLA 4 Caraltm" dà !enocrÌJta/lj e degli aggregati di p/agioclasio ""'_ .. • • • • •• •• " "" "" "• • • • • •• '",, • 'm· ~(7) A(I) A(a) A(O) .(~) 1.(01) .. (0)) A(p" A(pO) A(P3) "(p.<) (., • •• • .. Slo) " Cup_ " . • ... " ) !(or) .( • • S(p1) I(P'I) S(.3) '(poI) t(d ... l l_l ,• " ",• ""• "", . "• • " 4(1) A(I) A(a) A(') • ,,• •• ,• •• • "" A(r) .(0'1 '(. " ·(0" "(.a) ,• Al.,) A(") A{4 ..... ) (_la,' .. , • " " ,, '" ", >• " " • ,• ,, S( ... ) S( .... ) S(.' ) ,(.al .(.l) I(p.<) S(. -.xl (.1 'l.) '" '" '.' " • .. '" " " " " " " ", " " "" " ""• "" •,• "'"• •, " " • , " • • • • " '" '" • "•• • • '"• ,• • • • •• • • • •• •• • ••• ••• ••• ••• ••• '.' ••• " " " " ", " " " • • " • " "• • •• ,• •• • , • "• •, "• .. , ,.. o, • • '.' '.' '.' " " '" '" " ", •• •, " • "•• ,• •• •, • '.' '.' " " " " " .. (~ MX) , • • ••• " "• •,• '.' .. .. '"" '" ~. "" " " • "• '"• "• • , ,• "• " • • • • • ",, ", • • , • , >•• " " " " " " " " " " " .. >•• - ,., ~. "• "" • • "• .. >.' • • , .. .... ... nlO " "", • "• •• • • , • • ~" U13 ~" "", •, •, " " , • " " " " " • ,• •, "", '", "" • , •, • ,• •• • • • • > • • • • • , ••• " • •• • • • "> • "• , • " " " " " " " " " " " " " " " " " " .. .. (rom;" ..,,) Dalla distribuzione dei punti rappresentativi delle diverse lave esaminate di l, successioni l, scarsezza di prodotti ('.ntrambe può .notare come anche i dati quantitativi "oligo-af1rici, già riconosciuta qualitativamente come confermino carat- teristica delle manifestazioni etnee aL, (CRISTOFOLINI, 1m), , come 1973; , , por6.riehe mesoCRISTOFOLINI SPADEA, siano tra k varietà tipi ,d abbondante plagioclasio. Inoltre appare evidente oh, il prevalenti massimo di frequenza si h, per varietà con indice di por6.ricità medio (~ 3(}.4(» caratterizzate d, Le.! piuttosto basso (10-20); P" quanto riguarda k lave della zon, di Acireale nota un accenno di correlazione negativa [fa l.P. ,d l.e.!. 1975; CRlsTOFOLINr , " " "" ASPETTI PETROLOCICI DELLE VULCANITI u.,.. ,_o "., "., "., ~ • Toh . ..• ~, · 101' ) Io(~) 10(0'1 10(0111 10("1 Io(,al 1o(,lI loC,.l 0(4 _ ) ,-, '( ... l I("l ,(,al ,(,'l Il,.l _. "" "., "" .. " " " " "• - • ""• 10(01 1o(~1 "o, ,,• 10(") 10(1"1) 10(4 .... ) •I( ... l 1(",) I("l l(pI) 1(,.' 1(,,) .,•" •"• •• ~, "• ,• •,, -.. - ,., • ., ~ ~ . .. ,• •, •, .. '.' ~ , ,, " . .... '. .... .. .. .. .. .. .. ~ , ",• • " " " " ., •• ""• • • "• "" • • , ,, • • ,• o, •, '.' ., , ••• , , " •• • •• 759 "... , , • • ,, " " " , •• • •• " • • • ", " • , , • • • • " •, • • •• • •• ,, " • • ,,• • • •, • , "" •, ••• ,., ,., '.' '.' , • " , , • " "• • ""• ••", •, • • , , o , •• " • • ,., " ' , • • • o, " " " " " •• .. • Io('l Io(OIIl 10(" l Io(,.al /o{,'l ~. .. 1(0 _ I (_) 1(01 ~ ~ ~, ,• •,, ,, ,, • ,• •• ,• • • • • • • • '.' .., ••• • • • , ., • ,, ", ,, ", •, •• " •• •• , •• ,• , ' , U 1(0•.., U" . ~ ... ~ ~ .. .. .... .. .." " ..• ..•, "• ••, •,, •,• " • "• u ...." •• '.' " o o •, , ,,, , •, •• '.' , , .... ....•• , • ...,, o .. .. ... . .. .., .. • • u u • " • • • •• • • , , •• o ~ ", o ,., '.' ., .. .. .. .. • " • , . . .. • • .," • .. .., • • , .. .. .. • •• • •• • .""• ""•• "• ..• •• ""• .. •• • , • .. ..• •••.. .. .. '.'.. .. .. .. '.'•• .. '.'.. ", .. ..• .. .. •••" (_l'.' Ilo __I l_l'.' I(ol M ~ O o. , • ~ u , o • o (",,,ti,,...) Caratteri dd plagiodasio di crisUJ/li%Zazio,,~ i"traullurica L'insie:me: ddle: rocce: analizzate: mostra, come si è visto, una variabilità piuttosto ampia dal punto di vista dei caratteri pctrografici ; tuttavia o compone:mi mineralogici presentano comunque una certa omogene:ità, tale: da giustificarne: una trattazione: unitaria. Una pnma osservazione: può fare: rdativame:nte agli aggre:gati pre:valentemente o esclusivame:nte costituiti da individui plagioc.lasici: dai dati di tab. 4 evidenzia che il numero di individui costituenti tali aggregati ·te:nde a non c=ssere supc=riore a 5. con un massimo di freqUt:.nza di 2 o 3 cristalli. Le lave: di Pic=dimonte sono, da questo punto di vista, abbastanza eterogentt: infatti gli aggregati di tipo A. (tab. 4) """tr.mo una distribuzione di freq ue:nza piuttosto ampia (da O a 40 per 5 cm! di sezione). Ndla successione: di Acireale si nota invece una " " 760 Il. CR15TOfOLINI, A. TRANCHINA _. • - ". . . . • , • • 'rrlti Tub. •• ." ,. •• •• "CII •• " •• " " • " " , "•, , • ..l'" • "l") •• • •• • ,• • Al,.J ,. • • • • Al'_II_l • .., .., '.' '.',. '.' " " " • , " •e...) .(....1 • " •, • • •, •• ,• •• • (,al ,, •t,3I •• • •e, ...,,) t_, • .., , .., •• .. ~ "CT) A{TI .. . .. At_) Atr) A(el) ."T} A("") . .. .. . .... (,.) '(pO' . .. .. 1(0) .. ."" '"."• •• ..••• .... .... .... ,."" • • ..• • •• ..,•• • "", ", ..• ." • , , • , • •• • .. •• • ,•• • • ,, •• .• •• ..• ••• . • , '.' .. ••• •••..• •• ..... •• ...., • "• •,, ., .. .. , •• ,• "• • . .. "• .." • .., ,• ,..• ,.. • •"•• • ••• ••• ~ ~ n ~ n n • • ~ • • • ~ • ~ ~ '00 » ~ .. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. , maggiore omogeneità, con un intervallo di distribuzione più ristretto (d, 5 15 aggregati A I per 5 cm 2 di sezione). Un'altra tendenza generale degli aggregati di plagioclasio è quella di essere , ., pedlilici. Tale carattere non m quelle P'" marcato t" 1< lave di Acireale , ,h, A1-A p • •0 • • • '0 00 00 o o o. o o o o o o ..•• ..'0 o • • • • o • o• o •o .0 o o .. • o •• '0 •• • • • " ., " Fili. J. Il diagramma pcrm~t1c di rilevare I" aCUOIuat" prcvalcnze l.li aggregati costilUiti da individui p«ililici ri$p<1!o a quelli non pecililici. A.: numero di aggregali con individui ~d· lidci. A,·A.: numero di aggregat; di individui non pecilitici. Pcr i simboli si rim~nd~ ,.11,. Fig. I. di Piedimonte:; pc=r queste: si è riscontrata una maggiore: e:te:roge:ne:ità. Infatti me:ntre: pc=r le: lave ddla successione: di Acire:ale: si nota costante:me:nte un'assoluta prc=va· Ic=nza di aggre:gati con strutture: pc=cilitiche: (da 2 a 18 pc=r 5 cm:), rispc=tto a qudli che: ne: sono privi (M). ndle: lave: di Pic=dimontc Etneo si nota una cena c=quiva. Ie:nza nume:rica dd due tipi di aggre:gati in alcuni casi. oppure: un maggior ASPETTI PETROLOOICI DELLE VUI.CANITI ETNEE 761 numero di aggregati pecilitici, ma con una notevole dispersione del rapporto fra i due tipi, negli altri casi (6g. 3). Le inclusioni pecilitiche negli aggregati, presenti anche in individui isolati, sono generalmente costituite da materiale criptocristallino da torbido ad opaco, accompagnato talora da granuli microcristallini identi6cabili come augite; esse possono essere distinte dal punto di vista delle strutture petrogra6che, in tre tipi. Si sono notate infatti inclusioni pecilitiche concentrate in fasce o involucri concentrici (A .. I), o al nucleo dei singoli individui (A p 2), oppure distribuite irregolarmente su tutto il cristallo (A .. 3); nel caso A l,2 gli intervalli non pecilitici presentano non di rado anche una diversa composizione rispetto alle fasce pecilitiche. In ordine di abbondanza crescente si hanno il tipo A p l, A p 2 e A p 3. Frequentemente si hanno involucri pecilitici continui da un individuo all'altro di un aggregato, indicando che questo si è accresciuto dal fuso successivamente alla sua formazione; in molti altri casi si riscontrano aggregati costituiti in parte da individui pecilitici ed in parte da individui privi di inclusioni (A p 4). Molto spesso· (nel SO % delle lave di Acireale e nel 3O!fo di quelle di Piedimonte Etneo) i contatti tra i granuli degli aggregati sono contrassegnati da fenomeni di riassorbimento (A.) analoghi a quelli descritti da MAALOE. (1976) e descritti come (riassorbimento plagioclasio-plagioclasio:.. A volte ancora si riconosce un orlo di accrescimento isoorientato che può svilupparsi attorno a tutto l'aggregato (A.. I), oppure solo ad una parte (A.. 2). Inoltre, considerando la struttura degli aggregati di plagioclasio, si osserva che la loro orientazione non appare casuale: nella generalità dei casi essi sono associati più o meno perfettamente secondo piani cristallografici (più frequentemente (010», fino a dare c geminati per sinneusi:. (V ANCE, 1969); altre orientazioni ricorrenti sono date dall'unione di (010) di un individuo con (001) di un altro. Alle modalità di associazione dei vari individui sembra essere legata la presenza o meno di fenomeni di reazione fra un cristallQ e l'altro: questi sono quasi sempre assenti nel caso di associazione c parallela:. di piani omologhi, mentre si osservano di frequente ed in maniera abbastanza vistosa negli altri casi. Le dimensioni massime misurate su individui degli aggregati (da l a 4,5 mm per le lave di Acireale; da l a 7 mm per quelle di Piedimonte Etneo) sono leggermente superiori a quelle dei granuli isolati nel 60 % circa dei casi esaminati; nei casi rimanenti non vi sono importanti diversità di dimensioni fra individui isolati ed associati, oppure quelli sono leggermente maggiori di questi. In tutti i campioni esaminati si osservano in numero variabile degli aggregati costituiti da individui di dimensioni differenti; in parte questo fatto può essere apparente e dovuto al modo con cui i singoli cristalli sono intersecati dal piano della sezione, ma può anche esprimere una situazione reale. Per quanto riguarda gli individui di segregazione intratellurica isolati essi sono mediamente in numero uguale a quello degli aggregati, sia pure con ampia dispersione del rapporto quantitativo fra i due tipi. Anche essi mostrano, ma meno frequentemente degli aggregati, delle inclusioni da vetrose a criptocristal- •• 762 CII.ISTOFOLlNI, .... T.ANCHINA TABElLA 5 Caratteri tld fmCKrina//i < degli aggregati di piro$seno ed oliflina ~_. ~I_a .. • • ,, , •, , • • Atti , , A(.l , , , • _J ..., , , • , • • • " • , " '1_) • • " , '\"1 lIul • •, • 'l'''' I(a _I t_lO,? ••• ••• .. •• •• " .. '.' .. " .. A('l •• ,,• •, • , .lr) ,. • , , • " • .. , '.'" l_l' '.' ,_o Att) A(l) , •• • .(r) .. Alf .. I(~l .. 1(0) OI.IVI•• " •• • ·l~) '1_ _0 ,_o " " ",, ",, • • • • , Al.' • • , , A(rl • ,• '1'_' (_I •••• '.' ••• , • • , • • • '(-' ~ ~, Al" A(') "(Il .. , •• , • • . .. .. .. ,•• , 'l~l • ,, •• ~. '1. _l l_l '(0) _<- • ~ ~ ••• " , , •• , •,• , • , •..... ta_l l_l' " • • • • '.' '.' '.' o.> ••• ••• '.' '.' "l?l A('} "(I) ,, •,, .. A(rl ~ .. • o.> • .. .. "•, • • • • • , • • • • ••• ••• • • ,• •..•• " ,• .. ~ , ~" , ~ .. ,, •, • • • • , ,• ,..• •, • •, , • • • • , , • • ••• • .., , •••.. •• • •• • •• .., ,..• •• •• • • • , ••• .. .. .., .. '.'.. 1("" , - - - .. ,, • • • , • ••• • • • ••, ,• ,.. ", ,.. •••• I{,.) 'l,n ,. '.' '.' • , • " •, , • • • .., • '.' '.' .. .. .. •••.. "• , A(I) ...... (0 _ ) " " ~" ~,. ~, - - •-•• .. - .. ",• • • • , • ••• ••• , '.' " (f'Olltinua) lioe localizzate ,I nudeo (Sp 2), e più '1"'''' distribuite irregolarmente (S,,) o secondo involucri eonct:mrici (S..). Molto raramente: gli individui isolati presen· tano degli inclusi microcristallini di fasi femiche (S,,) , queste ",no raramente associate ad incluSioni criptoeristallinc:, e nd caso più generale in cui non lo siano. presentano sempre un, distribuzione: irr(:golar(: ,u tutto il cristallo. Attorno agli inclusi microcristallini nl>ta '1"'''' un sotti](: orlo più albitico_ 106n(: ua gli individui isolati 0000 molto scarsi qu(:lli ,h, prdo(:ntano qni di riassorbimento ,l nuclc:o, consist(:nti nd contorno irregolarrnt:nt(: arrotondato " 763 ASPETTI PETROLOCICI DELLE VULCANITI ETNEE rl!'gul!' Tal>. 5 PlMl'_'" pnoU6~0 ,_o M" "", A('I'l A(1) A(') , , A(') A(.l A(. """) M" "", MOO MO' • • • ,. (-)'.' • " ", I(or) 5(p1 ) S(p') S(P3) S(,,",) .(~ AIl& , ... ,-, .. .. .. . .. ) S(I) "", • ,, • ", , '.'• "" "" •• ,• • , .. '.'.. '.'.. OLI'''"A " " "" " " " " "", " ", " ", , "• , '.' , ., .. , • • '.' .. .. .. .. " ", " A('I') A(1) A(') A(') , A"(~ " -.x) (_)1 , ,. • • O•• • • '.'" , ' pnosu~o ,_o A(') A(') A(. -.x) , " " "• " " " "• "" "" • • " • •, • ,• " • ,.' "" '.', '.' '.'" "• " ", " " ", ,• , • o•• ,.' " '.' " A('I') A(') A(') ,-, .. 0(0)') '(pl ) .( ) a(Pl) '(") S(. . . . ) (_)1., 0(.) .. o~lvl"A "' "' "' .. .. .. . •• "" >('1') >(1) >(') A(') • " .....S(. """) (_)1 ,.' '.'" " .. ",, ",, •,, "• " "• ,, " " • • , , , • • , ..' , ,.' , .' '.', , • ,• , , O•• O., • • .. .. '...' ,.' '.' "' , ' "' "' , .."' '.'.., "' O , , , " " ' " ,.' .. , O., , ,".' ,".' (€'O"';"UII) di questo con una marcata differenza di composizione rispetto all'involucro imme., diatamente adiacente. Molto P'" spesso il plagioclasio mostra dei S(:gni di corroSlOne In prossimità del bordo: in questo caso si nota un involucro a bordo più O meno sfrangiato e con irregolari arrotondamenti, sul quale si distingue un sottile orlo di accrescimento di composizione generalmente più albitica. È d, segnalare ,h, aggregati ,d individui isolati onn i diversi caratteri fin qm esaminati possono essere contemporaneamente preS(:nti nella stessa roccia ,d m proporzlOlli assaI variabili d, un' all'altra. .t da sottolineare inoltre il fatto che mediamente le dimensioni degli individui 764 1t'llu~ R. CRISTOFOLINI, A. TRANCHINA T"". , ".oss,,"o t .. p. ". 10('1') -. ., ,. '" " " " " " ,• "" "", "•• "" "" " • ~ "(1) ,,(~) 10(.) A(r) •••" "(d..xl (_l • o.> S(od S(pl ) '(P') S(P) OLIYI." , • • A(r) ",• .. .. o.> •• •,, ••• A('t} ..c,) 10(2) A_'(d . .xl ( - ) ' , , .... .. .. . .., .. .. .. •• " ",, • " o.' " " "• " " o.> , • ,.,• '("") '(d .... ) (_l SCo) '. . ,., " •••• • o.," .. ," .. , , , isolati e di quelli in aggregati, anche associati con fasi femiche non differiscono sostanzialmente, cosa questa che può significare tempi di cristallizzazione analoghi, benché in ambienti non rigorosamente uguali, secondo quanto è indicato dalle differenze nelle strutture e nelle composizioni degli individui della stessa roccia. Per quanto riguarda le composizioni, ricavate attraverso determinazioni ottiche, si può osservare come accanto a lave con individui abbastanza omogenei ne esistano altre in cui la composizione del nucleo ed i caratteri della zonatura sono notevolmente eterogenei. A titolo di esempio sono riportati in tab. 6 i dati relativi ad alcune rocce, scelte a rappresentare i diversi casi. Talora come nel campione AR20, i nuclei hanno composizione oscillante in un intervallo molto ristretto e la zonatura è di tipo normale diretto, con caratteri omogenei per tutti gli individui. Solo eccezionalmente, come per esempio al contatto con un cristallo augitico in un aggregato polimineralico, il tenore in anortite del plagioclasio mostra un brusco incremento. In altri casi (campione l) i nuclei pre· sentano una composizione variabile entro limiti ampi (fig. 4) e la zonatura è frequentemente oscillatoria o a c: chiazze:t; questi caratteri sono ricorrenti, benchè non molto frequenti nelle lave di ambedue le successioni esaminate (tab. 6). Come si è accennato, anche nella stessa lava i vari individui possono presentare caratteri diversi: ad esempio in un caso (camp. I) due individui hanno la stessa composizione al nucleo (67.fJ8 An AT), ma uno lo presenta pecilitico e l'altro no. Nel primo, appartenente ad un aggregato polimineralico, la composizione passa gradualmente e con oscillazioni ad una fascia più albitica, per tornare poi con un passaggio brusco a quella iniziale in un sottile involucro, che a sua volta passa gradualmente e con una zonatura di tipo diretto a fasce sempre più albitiche, fino ad oligodasio (24 An). Nel secondo si hanno due distinti irtVolucri di composizione uguale al nucleo; il più interno piuttosto sottile mostra un passaggio ro ro 765 ASPETTI PETROLOGICI DELLE VULCANITI ETNEE ~~ i~ -<-<>>-----------..- - --_. 2-3 c .-- - -<0>------------_.-- 3. PD ---<-<>>--------------_. -- - -<>>---------....---- 23 11 ~----o 10 5 1 50 45 43 54 -0>--------...--.---n. -... - --_______ - --<>0------------<.. -- -.-0 .------. ---------0 .------- ------------0 .------ -----o 42 • --- ---------0 52 35 37 2-3 b 53. 7~ 17 39 44 53b AR2~~ 13 11 u -<>>-__ ------~ u-<> 2-3 a 2-3 C ~.~- .• ------ o • __ -0-----....--· nu-<>-<>- lO ----o --o ------0-0----_.-- .- __ o .-- _.- ---.------- .-<> ···-·-00-------------... _n_ -00--·00---------------__.. ------ -0>-----------_.·• ----o ----<>--------'------.....---• -- 14 AR4 AH ------0 12 h O -----0 ____ 0 8 22 25 .-~ _ • ----0------------•• --- .(o>-------------~.~ ----u--o • ._. __ 0-0 . 18 AR5 AR21 7 2-3 b A~~~ 21 --o~--------- u n_-o~ 2-3 a --.(-<>>-------------- . .... -::':-<><>---:~-._-- 00---------------•• -- ~~:.';;C>----------. - - , - - - , - - . . . .i - - - r - -..... , - - , - - - - i, - - , - - - r - 80 20 so % An Fig. 4. - Nel diagramma si può notare la notevole dispersione delle compOSIZIonI medie determinate otticamente dei nuelei plagioclasici nelle diverse varietà di lave delle due zone esaminate (PD: Piedimonte Emeo; AR: Acireale). Si noti anche l'ampio intervallo di composizioni tra i nuclei e le periferie estreme. - 0: composizioni medie dei nuclei; .: composizioni medie delle periferie (nei casi in cui i dati ottenuti erano scarsi, queste non sono state calco!ate). Per le sigle vedi Fig. 2. ro brusco (da 54'Yo An a 68 An), mentre al più esterno, più ampio e con struttura pecilitica, si giunge attraverso un passaggio graduale da una fascia intermedia andesinica. Nelle lave esaminate si notano talora individui con zonatura a «chiazze ~ nel nucleo; per esempio nella zona di Piedimonte Etneo si è riconosciuto un individuo con nucleo bytownitico a struttura pecilitica, con piccole piaghe di forma irregolare a composizione labradoritica (62 % An), prive di inclusioni. Nel suo •• 766 CilI5TOfOLlNI, A. TRANCHINA 6 TABELLA Composizioni di !enoaùJo//i di plagioc/a!io ,.. ,. ,. ,. . ,. ,. " " " " " ,. " ,. .. . .. .." " .." .." .." .. . j .... "" .. " "" ."" .." . .. "" " "" " ., . .." ." ..,. " .." " .." ... ... ." ',." " ,. .." ".. "" ,. ..,. " " " .," " .. ACI""'UI ~. • ~ ,. ,. ., H H H H PIEtllH<»ITIl ~. • .," " " .. " " ... .. .," " .," . "" .," " " " " " " " " ,. " complesso il nucleo è idiomorfo ed è circondato da un involucro nettamente l'lU albitico (53 'l'o An), a sua volta seguito da una fascia con bordi sfumati di compopisizione uguale a quella delle c chiazze) del nucleo. Questo involucro passa poi gradualmente a composizioni più albitiche (40 An). In un altro caso un feDocristallo presenta un nucleo vistosamente pecilitico a composizione AnnI, con irre- ro .. • An F-cr. .. .. o 00 f.. • • • o • oo .. • • o ••o •o • 'o''. o o o .. .. • An norm. , ;l' o: '. :. '" 8~ o •• o .. '0 o• • o o o o . 'lbSi0 2 , I 00 , S.I. " Fig. 5. - In ordinata sono riporute le composizioni medie dei nuclei p!agioc\;uici rkav3tc onicam<:ntc; queste sono confrontate con alcuni parametri ricav:ui dalle analisi chimiche, tenore in An nel plagioelasio normativo; % Sia.; S.L (indice d~ $Olidificazione). In timi i casi è evidente la scarsa COlrelazione tra le composizioni dei nuelei ed' i parametri rappresentativi del chimismo delle rocce COllsiderate. Per i simboli si veda Fig. I. golari c chiazze:t labradoritiche (An56): esso passa gradualmente a composlziom nettamente più albitiehe (Ana4) attraverso numerosi sottili involucri. Altri indi~ vidui nella stessa lava (camp. 43) si presentano diversi, o per la composizione del nucleo, o per l'assenza di c chiazze:t, o ancora per i caratteri di dettaglio della zonatura e per la distribuzione delle fasce pecilitiche. 767 ASPETTI PETROLOGICI DELLE VULCANITI ETNEE Passando a considerare nel loro complesso i dati composizionali dei nuclei di plagioclasio nelle lave della zona di Piedimonte Etneo, si può notare (fig. 4) che nelle varietà oligofiriche e plagioclasiofiriehe esistono due diversi tipi di fenoAn e l'altro con cristalli plagioclasici, uno con nuclei di composizione tra 70 e 80 nuclei al 60 An, generalmente coesistenti nella stessa lava, in proporzioni variabili, di modo che la composizione media dei nuclei oscilla tra estremi piuttosto ampi (An55-18). Nelle varietà leucofiriche fino a mesotipo-porfiriche i nuclei plagioc1asici mostrano in media composizioni abbastanza costanti, ma con dispersione molto accentuata dei tenori in An, che in alcuni individui raggiungono 1'80 Gli involucri più esterni raggiungono mediamente composizioni oligoclasiche (An~o.3o), con estremi in alcuni termini plagioclasiofirici fino a 17 An. Il confronto tra i dati composizionali ottenuti attraverso le determinazioni ottiche, e quelli ricavati da determinazioni diffrattometriche (PUGLISI e TRANCHINA, 1977), consente di verificare in generale concordanza delle composizioni medie dei nuclei definite otticamente, con quelle determinate su polveri arricchite in plagioclasio mediante XRD (fig. 6). Ciò conferma che in linea di massima i processi di arricchimento e separazione del plagioclasio per l'esame diffrattometrico comportano l'eliminazione pressochè totale degli involucri esterni più albitici. Un quadro simile nei caratteri generali, anche se con minori differenze di dettaglio è offerto dalle lave della successione di Acireale (fig. 4), che mostrano fenocristalli plagioclasici, isolati ed in aggregati, con nuclei a composizione media intorno ~ 65 An, che tuttavia non di rado raggiungono tenori oltre il 70 An, con estremi fino a 80 An. ro ro ro. ro ro ro ro Per meglio inquadrare i problemi posti dall'eterogeneità di caratteri camposizionali e strutturali degli individui plagioclasici Ji cristallizzazione intratelluriea, si è anche cercato di individuare possibili correlazioni tra la composizione dei nuclei plagioclasici ed alcuni parametri chimici, rappresentativi del grado di evoluzione del magma (fig. 5), nell'ipotesi che la composizione delle fasi che si separano da fusi di composizione definita debba variare in modo non casuale, legato alle variazioni composizionali del fuso stesso. Anche dal solo esame qualitativo dei diagrammi di fig. 5 emerge assai chiaramente l'assenza di una evidente ed univoca correlazione tra il tenore medio dei nuclei plagioclasici (cfr. CRiSTOFOLINI e SPADEA, 1975) e parametri chimici, ricavati da CRISTOFOLINI et al. (lm) per le lave di Piedimonte Etneo e da analisi inedite per quelli di Acireale; i nuclei tra l'altro risultano avere composizioni piuttosto basiche rispetto a quelle che competerebbero al plagioclasio segregato da magmi con Si02 = 50 Al contrario la composizione degli involucri periferici, cristallizzati da un fuso residuale in momenti assai prossimi all'effusione, mostra variazioni punosto contenute, nell'ambito dell'oligoclasio. ro. 768 R. CRISTOFOLlNI, A. TRANCHINA Carattm dei min"aii femici di cristallizzazione intratdlurica Anche l'augite costituisce talora aggregati monomineralici: in sezIOne essi appaiono più frequentemente formati da 5 a 8 individui, e molto raramente da più di lO, in genere di dimensioni assai simili (tab. 5). A differenza che per il plagioclasio, gli individui pirossenici degli aggregati non mostrano contatti subparalleli, secondo piani cristallografici ben definiti, ma piuttosto all'interno dell'aggregato essi mostrano rapponi di autal1otriomorfismo, mentre sono invece idiomorfi nei confronti della pasta di fondo. Le ricerche condotte non hanno comunque permesso di escludere l'esistenza di associazioni regolari tra gli "i. ",." ., "" "" ,;i • • • • ••• ..• -- '". .-.. •.. '".-_. •• • • • •• •• • "''''0 IL .. ." -.- '" 2-3 c • • 2-3 b 2-3 a .. .... ,. I ~ • • • • • • • 0000> • IL 0<0:»6. o o • - • I •• • • I % " An Fig. 6. - Sono state riportate a 5COp(I di confronto le composizioni ri<:avate Cltticamente 5U nuclei di cristalli singoli (O), quelle ottenUie diffuttnmetriamente (6) e quelle normative (*) pcr pbginclasi della ZOna di Piedimonte Etnro. Si può osservare co!TIc le composizioni medie ottenute per via diflrattnmetrica cadano di norma nell'intCTvallo di variazionc delle composizioni determinate al microscopio. Pcr le .igle .i veda la Fig. 2. individui dr:gli aggrr:gati, del tipo di quellr: già dr:scrittr: da DI FRANCO (1930) in prodotti rr:cr:nti dell'Etna. Pr:r quanto riguarda gli individui isolati si è notata in tutti i campioni esami· nati una struttura seriata; lr: dimr:nsioni massime per i fr:nocristalli isolati tendono ad essere leggermentr: maggiori di quelle dd granuli degli aggregati: in questi esse vanno da 0,5 a 4 rom circa, con rare eccezioni fino a 9 mm; in quelli sono disperse fra 0,5 e 7 mm. I cristalli augitici sono assai raramente pecilitici e non mostrano, salvo alcune eccezioni, marcate zonature. In ogni caso le inclusioni pecilitiche quando sono presenti sono disposte in involucri regolari, o meno frequentemente al nucleo, e le zonature evidenti caratterizzano individui di dimensioni notevoli, generalmente pecilitici. Per quanto riguarda l'olivina si è riscontrato che in genere gli individui mag~iori si trovano isolati, mentre altri di minori dimensioni si trovano generalmente associati in gruppi di tre-quattro. In molti casi l'olivina. si trova anche in aggrr:gati ASPErrl PETROLOGICI DELLE VULCANITI ETNEE 769 con pirosseno e/o plagioclasio, ma in quantità suoordinata rispetto alle altre fasi. Tra gli aggregati polimineralici, sono più diffusi quelli costituiti appuoto da augite ed olivina, e· via via meno frequenti quelli a pirosseno e plagioclasio, a plagioclasio ed olivina, fino ad arrivare ad associazioni di tipo c gabbrico:. (plagioclasio, pirosseno ed oljvina): di notevole interesse appaiono quelli formati da plagioclasio ed augite: oltre a pochi casi in cui gli individui associati sono due, si può notare che l'aggregato è costituito di granuli pirossenici di piccole dimensioni, al centro, circondati da numerosi individui di plagioclasio. In altri casi inclusi di pirosseno, con aspetto di relitti, possono trovarsi anche in cristalli isolati di plagioclasio (tab. 4; Spol). Caratteri di questo genere sono indicativi di variazioni chimicofisiche ambientali, favorevoli prima alla segregazione dell'augite, i cui cristalli tendevano ad aggregarsi, e poi del plagioclasio, rispetto al quale gli aggregati femici potevano agire da nuclei di cristallizzazione. Molto spesso negli aggregati di fasi femiche, mono- e polimineralici, si trova del materiale interstiziale a grana più minuta, prevalentemente dato da lamelle di plagioclasio e granuli di olivina. Inoltre si trova frequentemente magnetite, sia inglobata in altre fasi, sia aggregata in individui anche maggiori delle specie più abbondanti. Con8iderazioni conclu8ive L'insieme dei dati esposti permette di mettere in rilievo una notevole eterogeneità di dettaglio delle vulcaniti considerate, sia all'interno dello stesso campione. sia tra campioni diversi. I dati delle analisi modali evidenziano una molto ampia dispersione dei valori dell'Indice di Porfiricità e dell'Indice di Colore, ed ancor più del rapporto tra fenocristalli femici rispetto al totale dei fenocristalli (LC.!) (figg. 1 e 2; tab. 2). Già questi dati quantitativi, che confermano osservazioni qualiUtive (cfr. CRISTOFOLINI, 1973), appaiono c'ompatibili con la presenza nelle strutture alimentatrici del vulcano di sacche dove il magma di provenienza profonda (CU:n:.R e CIVErrA, 1977; CRISTQFOLINI et al., in stampa) possa stazionare evolvendo in seguito a complessi fenomeni di sottrazione ed accumulo di fasi cristalline. Ciò risulta tanto più sostenibile se si considerano anche le dimensioni medie e massime degli individui cristallini di formazione intratellurica, analoghe a quelle di cristalli in masse plutoniche, che indicano tempi di accrescimento notevolmente estesi. L'esame delle strutture dei fenocristalli, sia in aggregati che isolati, consente poi di dare ulteriori conferme alle indicazioni sopra accennate e di precisare l'andamento dei processi di cristallizzazione. In particolare per quanto riguarda i plagioclasi sono assai significative le strutture che indicano un'associazione per c sinneusi :., in presenza di abbondante fuso, in seguito a contatto casuale tra granuli che vi si trovano immersi, probabilmente agevolato dall'instaurarsi di moti turbolenti nella massa magmatiea (V ANCE, 1969). A tal proposito appare degno di nota che nella stessa lava coesistano aggregati 770 11.. CIUSTOFOLlNI, A. TItANCHINA che presentano un diverso sviluppo dell'involucro di accrescimento formatosi successivamente all'aggregazione: ciò suggerisce (;he vi siano stati più momenti favorevoli ;tllo sviluppo di aggregati per «sinneusi >. Inoltre il rapporto fra aggregati ed individui isolati, ampiamente variabile nelle lave esaminate, conferma che la tendenza a dare questo tipo di associazioni dipende non solo dai caraueri della specie mineralogica. ma anche dal verificarsi di condizioni in grado di agevolare il fenomeno, come già suggerito da VANCE e GILREATH (1967). Finalmente è da soualincare che le dimensioni dei singoli individui degli aggregati, anche polimineralici, sono analoghe a quelle dei cristalli isolati; tenendo conto che non si sono notate differenze sistematiche tra le composizioni dei nuclei dei cristalli isolati e di quelli negli aggregati, questo fatto suggerisce che i vari individui si siano segregati per intervalli di tempo simili da magmi analoghi. D'altra parte, sempre per il plagioclasio si è messa in evidenza la scarsa correlazione tra composizione del plagioclasio al nucleo ed il chimismo complessivo. Si è inoltre notata la dispersione delle composizioni dei nuclei plagioclasici, sia all'interno della stessa lava, sia tra le diverse rocce esaminate. Variazioni composizionali di plagioclasio cumulitico sono spesso riconosciute in diversi complessi gabbrici, generalmente in funzione della profondità, e sono attribu.ibili a diversi fattori, tra cui appaiono più importanti l'evoluzione deJla composizione dei fusi per cristallizzazione frazionata, la variazione della pressione totale e differenze di concentrazione dei componenti volatili (C.... RR, 1954; MAALOE, 1976; VANCE, 1962; WAGER, 1967; YODER et al., 1957). I dati presentati suggeriscono perciò che nella stessa lava si trovino ora associati cristalli plagioclasici segregati da magmi con composizione e/o in condizioni ambientali diverse, successivamente inglobati nei fusi dai quali hanno tratto origine le lave esaminate. Indicazioni analoghe provengono anche dall'esame delle zonature nel plagioclasio: come si è già fatto presente vari individui nella stessa lava presentano schemi di zonatura diversi, ciò che è compatibile esclusivamer..te con un accrescimento in condizioni differenti anche in stadi piuttosto avanzati del loro svilupJXl. D'altra parte l'eterogeneità dei caratteri dei diversi involucri e delle modalità della loro successione non consente di stabilire UII solo fattore preponderante al quale attribuire la genesi delle zonature. In alcuni casi nuclei bytownitici, entro cui si trovano sporadicamente chiazze più albitiche, sono circondati da involucri labradoritici; più frequentemente attorno ad un nucleo labradoritico si ha una successione di fasce leggermente più basiche cui se ne alternano delle altre a composizione simile a quella del nucleo; infine generalmente le porzioni più esterne presentano una zonatura diretta, fino ad oligoclasio. Non di rado diversi individui plagioclasici presentano nuclt:i ed involucri vistosamente pecilitici, con inclusioni di matt:riale da vetroso a criptocrstallino: in qut:sti casi più che a relitti di fasi prect:dentt:mentt: formate o a prodotti di cristallizzazione da un liquido che abbia localmente riassorbito il cristallo ospitante, le inclusioni pecilitiche si possono attribuire, in accordo con quanto segnalato da GUTMANN (1m), ad episodi di rapido accrt:scimt:nto per improvvise variazioni di ASPEtTI PETROUX;ICI DELLE VULCANITI ETNEE 77J parametri chimico-fisici ambientali durante la cristallizzazione, ed in particolare della pressione totale e soprattutto di quella di volatili. Il quadro globale che emerge dalle osservazioni consente di indicare per il plagioclasio ambienti di cristallizzazione dive:rsi e rapidamente variabili, anche se con dettagli, come la zonatura a c chiazze" difficilmente interpre:tabili, sia pur tenendo conto dei suggerime:nti avanzati da VANCE (1965, 1966) e FllAsEIl (1966). l vari individui possono pertanto essersi formati in masse magmatiche non molto profonde, facenti parte di un sistema vulcanico, dove episodi eruttivi possono indurre turbamenti nd regime di cristallizzazione: per variazioni di pressione totale e/o di vapore, per mescolamento con magmi più profondi, per alterazione dei sistemi convettivi (CARR, 1954; MOROHASHI et aL, 1974). L'e:terogeneità composi: zionale e strutturale dei cristalli plagioclasici non è compatibile con una loro genesi da uno ste:sso magma in condizioni ambientali costanti, ma indica piuttosto che cristalli segregatisi in situazioni ampiame:nte variabili siano stati inglobati, durante la risalita da magmi che poi hanno eventualmente dato origine alle dlusioni laviche: analizzate. Il complesso delle indicazioni provenienti dall'esame delle fasi femiche: in fenocristalli, sia aggregati che isolati, appare meno dettagliato per la minore: evidenza di zonature composizionali, per l'assenza di involucri pecilitici e di chiare strutture di associazione per ~ sinneusi,. Lo studio ottico inoltre non ha perme:sso di dare con sufficiente preçisione il quadro delle variazioni composizionali all'augite. Tuttavia anche i dati raccolti sulle fasi femiche permettono di trarre delle conclusioni preliminari sulle modalità e l'ambiente di formazione: di questi minerali. Pur potendosi interpretare alcuni caratteri strutturali dei granuli femici, quali quelli sopra citati, con una diversa cinetica di cristallizzazione (GIBB, 1974) rispetto a quella del plagioclasio, o con un'omogenizzazione in condizioni di sub-so/idus (MOORE e EVANS, 1%7), la scarsità di aggregati a composizione c gabbrica, e la netta diversità di strutture microsco..eiehe entro e tra i diversi individui femici, rispetto a quelli plagioclasici. suggeriscono che il loro sviluppo sia avvenuto almeno in parte in condizioni differenti: in particolare mentre: il plagioclaso rimaneva sospeso nel fuso, dove occasionalmente dava origine ad associazioni per c sinneusi " ed era soggetto a rapide ed improvvise variazioni delle condizioni ambie:ntali, gli individui femici, più densi, tendevano a concentrarsi verso il basso formando un impasto cumulitico, in una situazione ambie:ntale meno soggetta a drastiche variazioni di temperatura e di pressione. Le strutture microscopiche: degli aggregati femiei sono compatibili con un'interpretazione di que:sto tipo. Infatti alloro interno questi sono caratterizzati da rapporti di autallotriomorfismo e: dalla presenza di fasi interstiziali: i primi indicano un accre:scime:nto successivo all'accumulo, dove i diversi individui si disturbavano reciprocamente nel proprio sviluppo, le se:conde si possono interpretare come materiale intercumulitico (JACKSON, 1961; WAGER, 1%7; WAGER e BROWN, 1968; WAGU e:t al., 1960). In appoggio a questo modo di vedere si fa presente che noduli prevalentemente femici sono stati riconosciuti tra prodotti etne:i nella zona di Acireale 772 R. CRISTOfOLlNI, A. TJV,.NCHINA (Lo GIUDICE e RIITMANN, 1975), con chiare indicazioni di una genesi cumulitic3. Venute di magroa successive potrebbero avere smembrato l'impasto di cristalli cumulitici prima della sua completa solidificazione, inglobandone e riportandone verso i livelli più elevati dei frammenti, ch~ si ritroverebbero poi nelle lave come nuclei di fenocristalli isolati o come aggregati. L'interpretazione, data in precedenza, di una mescolanza casuale di fasi cristalline intratelluriche con un magma a grado di evoluzione non costante si accorda anche con la forte dispersione dei valori dell'indice di porfiricità e del rapporto tra le percentuali di fenocristalli femici e plagioclasici (fig. 2),' che appare un carattere molto netto di ambedue le successioni analizzate. La presenza di sacche magmatiche nel basamento dell'Etna, qui suggerita sulla base esclusiva di dati petrografici, ritrova una conferma anche nei risultati di ricerche sismologiche (cfr. CRISTOFOLINI et al., 1979) che indicano l'esistenza sotto l'edificio vulcanico, tra lO e 20 km sotto il livello del mare, di low lIelocity layers interpretabili come zone di infiltrazione magmatica, nonchè nell'ampia dispersione d'i apparati effusivi periferici, interpretabili come eccentrici (sec. RrrI'MANN. 1963), la cui attività è stata verosimilmente alimentata da serbaloi crostali, interessati dalla vistosa attività tettonica disgiuntiva recente della zona etnea. BIBLIOGRAFIA BoTTINGA Y., KUDO A., WEILL D. (1%6) _ Somt obst1vations on oscillatory toning and cryrta{(i'{ation 01 magmatie plagioclast. Amtt. Miner., 51, 792-806. BRYAN W. B., FINGER L. W., CHAYES F. (1969) . Estimating proportions in petrografic mixing equatory by ftast squarts approximationr. Se., 163, 926-927. CARR ]. M. (1954) • Zontd pfagioc/a$t in laytrtd gabbros 01 tht Skatrgaard in/rusion, EaSl Crttnland. Miner. Mag., 30, 367-375. CARTER R. S., CIVETTA L. (1977) _ lsotope and tract demtnt variations in tht t(lsttrn sicilian vafeanicr: genetic implicalions 01 the heterogeneour naturt and devtlopment 01 Ihe sourct regions. Earth. Pian. Se. Len., 36, 168-180. CHAYES F. (1%4) . Varianee-covar;anct relations in Harktr diagrams 01 va1eanic suius. ]our. Petro!., 5, 219·237. CRiSTOfOLINI R. (1913) - Reeent trends in the study 01 Etna. Phi!. Trans. R. Soc. London, A274,17-35. CRISTOfOLINI R., ALBtNI A., DI GIROLAMO P., STANZIONE D. (1980) - Geocbemistry 01 SOmt volcanics Irom south-eastern SiciIy: rare earth and otber trace efemtnl diltribution. Bull. Vole., 43 (in stampa). CRISTOfOLINI R., LENTINI F., PATANÈ G., RASA R. (1979) - Integra:tiont di dali geologici, geofirid t petrologici per la stesura di un profilo crostalt in co"irpondtn:ta dell'Etni. Boli. Soc. Geo!. It., 98, 239-247. CRiSTOfOLINI R., PATANÈ G., PuGLlSI D., RASÀ R., TRANcHINA A. (1977) -Il bano vtrsante nord-orien/a/e dell'Etna nei dintorni di Piedimonte Etnto: studio gt%gico t morloslrutturale. Boli. Soc. Geo!. It., 96, 695-712. CRtSTOfOLINt R., PuGLISI O. (1976) - Rapporli petrogenetici tra lave porfiriche del basso versante meridionale dell'Etna, Boli. Soc. Geol. It., 94, 1297-1322. CRSTOFOLINI R., SPADEA P. (1975) - Le lavt latitandtsitidu antiche della tona di Piedimonte Etnto (vtrstmu nord-orientale dtll'Etna). Rend. S.I.M.P., 31, J09..3J6. ASPETTI PETI.OLOCICI DELLE VULCANITI ETNEE ?73 . L'augite dell'Etna. Atri Ace. Gioenia Se. Nl.t. Mc:m., V, }·14. SIIlla detm"inaUone della composhiOf1~ ~ dello stato termico dri pl4g;odasi gnnillati aibitt·Kllrlsbad. Alli Soc. Tose. Se NI.I., Pisa, 72, 1·22. F..... sEI. A.G. (1966) . PlltCby umilll iII plaliodast: a disom;on. )ow. ~., 74, 514-517. GtSS F. G. F. (1974) . SU/'"coolin, .nd tht crystallivrtion o/ pl4giocUut lrom a bau/tit: mllgma. Miner. Mq., 39, 641-653. GtlTM.\NN j. T. (1977) . Tt1Cturts flnd Itntsis 01 phtnOC17sts ."d ",tl1Za1sts iII basaltic UWlS /rom tht Pi"acllu vok."it ftefJ. Amer. jOl.lr. Se., 277, S3}-861. KOCH G., LINIl: P. F. (1970) . S/fltistklZ! a".,sis 01 grologkal dal•. I, Wiley, New York, 375 pp. j"asON E. D. (1961) . Prim"" tntMrtS and minerai IIssodlZlio"s ;" 1M ultra",ajic ::,o"t 01 1M StiI1wllter Complt'" Mo"t""•. U.5. GcoI. SUNo ProE. Paper, 358, 1·106. LE MAtTe R. W. (1979) • A new le"eralised petr%gical mixing modef. Conu. Miner. Peuol., DI FUNCO S. (1930) FI.ANZINI M. (1965) . 71, 133-137. lo GtuDtCE A., RJTTMANN L (l9n) • Su alCI/ne aCC'll"'Mlit; etn": aspetti mineralogici e g~n~t;ci. Riv. MinCf. Sit., UI·U3, 1-12. MAAWE S. (1976) - Tht toned pif/tiodase 01 tlN SklltttlUJrd i"l1usion, E.st Gr"nland. Jaur. Petro!., 17, 398419. MOOIlE j. G., EVANS B. W. (1967) - The role of olivine in t/u crystalliu/ion of l/u Prehistoric Male(l()puhi rho/tUlic lAvII lAlee, Hawaii. Comr. Miner. Petrol., 15, 202·223. MOIlOIlASIII T., BANNO S., YAMASAkl M. (1974) - Plagioclase loning in the Setogowa ash-flow sheet of the Nohi Rhyolile Complt", Ctnlral /apan. Contr. Mincr. Petrol., 45, 187-1%. PUGUSt D., TI.ANCHINA A. (1977) • Varialioni pelrogra{iche e petrochimiche en/ro due SUCCtl· sioni laviche aDioranti sul versanle nord-orientale dell'Etna (tona di Piedimonu Elneo). Miner. Penogr. Acta, 21, 6'·91. RITTMANN A. (1963) . Vulleanismus und Ttletonile dts Attna. Geo!. Rdsçh., 53. 788-800. TOSI A.C. (l963) - Plagiodast d~ttt",intftion with tht aid of t1H e"tinction IIngles in stclion anlles in section normal to (010). A cri/icai ~omparison of t~ CU"tnl aibite-C",lsbad chlZTts. Amer. )aur. Se., 261. 157-168. TIO€Gu W. E. (19'9) - OptiscM &sti",mung tItt gtstei"sbildtndtn Mintralt. I. Nigdco u. Obenniller, Swttgll". 147 pp. VANa J. A. (1962) • Zoninl in i,neo"s pUliOCÙlSt· "or",ai .nd oscillatO"1 loning. Amcr. )aur. Se., 260. 746-760. VANa j.A. (196') . Zonilll in i,nnJ"l plagi«ÙIS~: pau", tOnir'l. jow. Geol., 73. 6366'1. VANa }.A. (1966)· Patcby wninl ;" pUliod.u: • rtpl,. )ow. Gcol., 74, '18-'21. VANa j. A. (1969) - On s,n",,,sis. Cormo Mintt. Pnrol.. 24, 7-29. VANa; j. A., GU.I.UTH j. P. (1%7) • TM tl«t o/ 1pf,,~usis on p~"ocryst tIis/rib'dion P4tU,ns iII SO",t porpbyritic ilnnJ"s rocles. Amcr. Mina.• 52, '29-"6. WAGU L. R. (1967) - Rb7tmit: fI"d cryptk laymng in mllfic .nd "ItrI/mafie plulOflS. In; • Basala IO, Hess co PoIdetvaarl td., J7J.62Q, Inlcrscience-Wilq>, New Yorlt. WACI!.I L. R., B.OWN G. M. (1%7) - Lsyned itnnJus rocb. Olivcr .nd Boyd, Edinburgh, S85 pp. WAQ!.1 L. R., BIOWN G. M., WADSWOITI' W.). (1960) . Typts of i,,,toul cu",ulaus. JOU1. Pconol., l. 7}-83. WIIGIfT T. L.. DoHEITY P. C. (1970) • A linear protramminl and ltast squlZTts compul" method for so/ving petrolol;cal mixinl problems. Bull. Geo\. Soc. Am., SI, 199'·2008. YODEI H. S., STI!.WAILT D. B., SMITH }. R. (1957) - Tttnl1ry feldspars. Yb., Camcgico ln51n. Wash., 56, 206-214. Carla Gtologica dt!l Monte Etna. CN.R... P. F. Geodinamica· 151. Inl. Vlllc., Scala 1;50.000 (1979).