AGENZIA PER LO SVILUPPO EMOLESE VALDELSA Il ruolo dei dirigenti e dei responsabili apicali nel processo di riforma, di miglioramento e di modernizzazione della P.A. MODULO: Poteri datoriali e profilo manageriale I POTERI DATORIALI La riforma del lavoro pubblico Le norme I poteri del datore di lavoro Le prassi IL RUOLO MANAGERIALE LUIGI CAMPAGNA ADRIANA LAUDANI Empoli , Giugno 2008 Dalla posizione al ruolo La funzione direzionale Ambiti di intervento Obiettivi e contenuti del primo modulo • • Esplicitare i contenuti del ruolo dirigente sotto il profilo normativo e dell’esercizio ordinario dell’attività manageriale Tracciare il profilo e lo spazio di esercizio del ruolo nel contesto organizzativo 1. I poteri datoriali del dirigente come amministratore di risorse, responsabile dell’organizzazione, responsabile dell’attività amministrativa: le fonti normative 2. La funzione direzionale: le attività direzionali nell’approccio manageriale 3. I poteri datoriali: problemi applicativi 4. Il profilo del ruolo manageriale: la responsabilità nel conseguimento dei risultati, del miglioramento dei processi, dello sviluppo delle risorse 2 I POTERI DATORIALI 1 La riforma del lavoro pubblico 2 Le norme 3 I poteri del datore di lavoro 4 Le prassi applicative 3 1 L’ATTUAZIONE DELLA RIFORMA I risultati della riforma dipendono in gran parte dalle azioni di riorganizzazione condotte dagli enti • • • • Riduzione del ruolo della legge Autonomia organizzativa Configurazione privatistica dell’organizzazione degli uffici Responsabilizzazione a tutti i livelli LIBERAZIONE DI ENERGIE E SPAZI DI AZIONE Applicazione delle norme per il lavoro alle dipendenze dei privati I rapporti di lavoro sono regolati contrattualmente La pubblica amministrazione, agisce come il privato datore di lavoro C’è il passaggio dalla giurisdizione amministrativa al giudice ordinario Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 4 PRIMA E DOPO LA RIFORMA PRIMA DOPO DIRITTO AMMINISTRATIVO LEGALITA’ TIPICITA’ IMPARZIALITA’ FORMALITA’ DIRITTO DEL LAVORO COMPOSIZIONE DI INTERESSI REGOLAZIONE DEL CONFLITTO DIRITTI ED OBBLIGHI DELLE PARTI MANAGEMENT CONSEGUIMENTO OBIETTIVI QUALITA’ ECONOMICITA’ EQUITA’ Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 5 NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO imperniato su due aspetti ORGANIZZAZIONE Processi di delega e snellimento delle strutture Semplificazione procedimenti, partecipazione, programmazione, controllo GESTIONE Utilizzo di sistemi di gestione programmazione e verifica degli obiettivi gestione del personale tecnologie informatiche e della comunicazione Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 6 2 LE NORME ART. 2 CO. 1 D. LGS. 165/2001 Le amministrazioni pubbliche definiscono Linee fondamentali di organizzazione degli uffici Uffici di maggiore rilevanza Modi di conferimento degli incarichi Dotazioni organiche complessive ART. 2, co. 2, D. LGS. 165/2001 I rapporti di lavoro dei dipendenti sono disciplinati dalle disp. del Capo I, Tit. II, del libro V del codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato dell’impresa, Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 7 DEFINIZIONE DEL POTERE DEL PRIVATO DATORE DI LAVORO ART. 5, co. 2, D. LGS. 165/2001 Nell’ambito delle leggi e degli atti organizzativi pubblicistici le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro •Principio analogo a quelle previsto dall’art. 89, comma 6, del TUEL Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 8 SITUAZIONI A CONFRONTO PRE-RIFORMA Rapporto di lavoro conglobato nel “pubblico” Rapporto di lavoro costituito e gestito con atti amministrativi Potere dell’amministrazione basato sulla legge per soddisfare un superiore interesse pubblico Posizione di supremazia speciale dell’amministrazione Per il dipendente, solo posizioni di interesse legittimo POST-RIFORMA Rapporto di lavoro regolato negozialmente Rapporto costituito con il contratto individuale e gestito con atti di diritto comune Potere dell’amministrazione esercitato dai dirigenti con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro Posizioni nel rapporto di lavoro sullo stesso piano Per il dipendente, diritti ed obblighi Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 9 3 IL RAPPORTO PRIVATISTICO Potere direttivo Potere di vigilanza Potere disciplinare Divieto di discriminare Rispetto dignità Tutela professionalità Retribuire Tutelare la salute Tutela ass. e prev. Mettere a disposizione il lavoro Diligenza, obbedienza, fedeltà Diritti patrimoniali Diritti personali Diritti sindacali ESERCITA POTERI PRIVATISTICI I POTERI SONO LIMITATI DAI DIRITTI DEL LAVORATORE DATORE DI LAVORO PUBBLICO HA DEGLI OBBLIGHI HA DEGLI OBBLIGHI PRESTATORE DI LAVORO HA DEI DIRITTI Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 10 DIFFERENZE TRA DIRIGENZA PRIVATA E DIRIGENZA PUBBLICA Il dirigente privato è un “collaboratore” del datore di lavoro (imprenditore) • Ne esterna la volontà per delega • Il dirigente pubblico è equiparato al “datore di lavoro” (imprenditore) secondo il codice civile • Esercita poteri propri riconosciuti per legge e non per delega • IL DIRIGENTE PUBBLICO E’ PIU’ AUTONOMO ED AUTOREVOLE Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 11 Limiti generali al potere del datore di lavoro DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE • Sono nulli tutti gli atti e i patti diretti a ledere in qualsiasi modo la posizione del lavoratore per motivi: sindacali, politici, religiosi, di sesso, etnici, di lingua, di razza. (Art. 15 Statuto lavoratori; art. 13, legge 903/1977; art. 4, comma 2, legge 125/1991 ) • Riguarda la maggior parte dei poteri aventi riflessi sul rapporto di lavoro: trasferimenti, assegnazione di mansioni, sanzioni disciplinari, incarichi, aumenti retributivi. La normativa impone al datore di lavoro un esercizio non arbitrario e in sostanza imparziale dei propri poteri • Dipartimento Funzione Pubblica Programma Cantieri 12 4 Le prassi Profili professionali Tabella 10a Enti che rispondono alla domanda: Per le seguenti materie di rilievo organizzativo, da chi e con quali formalità vengono definite le relative discipline, nel rispetto dei vincoli sulle relazioni sindacali? 1) PROFILI PROFESSIONALI Tipologie istituzionali Profili professionali: chi decide e con quali formalità Giunta o altro analogo organo politico con regolamento o delibera Contratto decentrato integrativo Decisione dirigenziale con poteri del privato datore di lavoro Altro Totale Comuni Province Regioni Co. Mont. CCIAA Totale n. 267 15 12 31 24 349 % 77% 65% 80% 82% 80% 77% n. 43 % 12% n. 31 % 9% n. 5 1 - - 1 7 % 1% 4% - - 3% 2% 15 38 n. 346 % 100% 4 17% 3 13% 23 100% 3 20% 6 16% - 1 - 3% 100% 100% 1 57 3% 13% 4 39 13% 30 100% 9% 452 100% Mancate risposte: 5 su 457 (1%) Nel 13% dei casi, la materia è definita in sede di contrattazione decentrata integrativa, mentre solo il 9% delle risposte afferma la competenza decisionale dei dirigenti, mediante l’esercizio dei poteri datoriali 13 Fonte: Aran -“Monitoraggio sull’esercizio dei poteri del privato datore di lavoro” Posizioni Organizzative Tabella 12a Enti che rispondono alla domanda: Per le seguenti materie di rilievo organizzativo, da chi e con quali formalità vengono definite le relative discipline, nel rispetto dei vincoli sulle relazioni sindacali? 3) ISTITUZIONE E MODIFICA DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE (SOLO PER GLI ENTI CON DIRIGENZA) Tipologie istituzionali Istituzione e modifica posizioni organizzative: chi decide e con quali formalità Giunta o altro analogo organo politico con regolamento o delibera Contratto decentrato integrativo Decisione dirigenziale con poteri del privato datore di lavoro Altro Totale Comuni Province n. 125 20 % 80% 87% n. 7 % Regioni 8 53% Co. Mont. CCIAA Totale 21 21 195 72% 70% 77% 1 1 4% 4% 7% n. 22 2 6 % 14% n. 2 - - - 1 3 % 1% - - - 3% 1% 23 15 29 n. 156 % 100% 9% 100% 40% 100% 5 17% 3 10% 100% - 14 - 6% 8 41 27% 30 100% 16% 253 100% Mancate risposte: 10 su 263 (4%) in materia di istituzione e modifica delle posizioni organizzative (negli enti con dirigenza) prevale nettamente (77% degli enti) la decisione delle giunte, o di altri organi equivalenti di direzione politica, che vi provvedono mediante deliberazioni o atti regolamentari. 14 Fonte: Aran -“Monitoraggio sull’esercizio dei poteri del privato datore di lavoro” Affidamento mansioni superiori Tabella 14a Enti che rispondono alla domanda: Per le materie sottoelencate, come è stata definita la relativa disciplina, nel rispetto dei vincoli sulle relazioni sindacali? 1) CRITERI PER AFFIDAMENTO MANSIONI SUPERIORI Tipologie istituzionali Criteri per mansioni superiori: chi decide e con quali formalità Giunta o altro analogo organo politico con regolamento o delibera Contratto decentrato integrativo Decisione dirigenziale con poteri del privato datore di lavoro Altro Totale Comuni Province n. 209 9 % 75% n. 48 % 17% n. 13 - % 5% n. % Regioni 4 75% 85% 7 64% Totale 258 76% - 55 9% - 16% - 1 1 15 - - 3% 9% 4% 7 1 - 1 3 12 3% 8% - 3% 27% 12 6 34 11 277 % 100% 2 29 CCIAA 3 n. 2 67% Co. Mont. 17% 100% 33% 100% 100% 100% 4% 340 100% Mancate risposte: 117 su 457 (26%) A parte la considerazione, del tutto scontata, sul limitato ruolo dei poteri datoriali – peraltro, su una materia dal non equivoco contenuto gestionale – suscita una certa curiosità ed interesse il dato sulla decisione dell’organo politico 15 Fonte: Aran -“Monitoraggio sull’esercizio dei poteri del privato datore di lavoro” Criteri mobilità interna Tabella 18a Enti che rispondono alla domanda: Per le materie sottoelencate, come è stata definita la relativa disciplina, nel rispetto dei vincoli sulle relazioni sindacali? 5) CRITERI PER LA MOBILITÀ INTERNA Tipologie istituzionali Mobilità interna: chi decide e con quali formalità Giunta o altro analogo organo politico con regolamento o delibera Contratto decentrato integrativo Decisione dirigenziale con poteri del privato datore di lavoro Altro Totale Comuni Province Regioni 13 % 67% 65% n. 73 % 23% n. 18 % 6% n. 12 1 - 1 1 15 % 4% 5% - 3% 5% 4% 32 19 n. 315 % 100% 20% 2 10% 20 100% 6 43% 3 21% 14 100% 72% 6 19% 2 6% 100% 8 Totale 212 36% 23 CCIAA n. 4 5 Co. Mont. 42% 5 26% 5 26% 100% 261 65% 94 24% 30 8% 400 100% Mancate risposte: 53 su 457 (12%) Si conferma il dato piuttosto elevato degli enti che indicano la giunta quale soggetto decisore (65%), mentre si mantiene su valori significativi - anche se più bassi rispetto alle ultime domande analizzate - la contrattazione integrativa (24%). 16 Fonte: Aran -“Monitoraggio sull’esercizio dei poteri del privato datore di lavoro” Il ruolo manageriale 1 Dalla posizione al ruolo 2 La funzione direzionale 3 L’ambito di intervento 4 Il profilo di ruolo 17 1 DALLA POSIZIONE AL RUOLO LA MANSIONE E LA POSIZIONE E' COMPOSTA DA UN INSIEME DI COMPITI (OD OPERAZIONI) ELEMENTARI CODIFICATI CHE VENGONO AFFIDATI ALL'INDIVIDUO. PROCESSO OPERAZIONI (COM PIT I) INPUT A M ANSIONE B C M ANSIONE D E OUT PUT M ANSIONE •LA LOGICA DELLA MANSIONE E' QUELLA DEL RAGGRUPPAMENTO DI COMPITI OMOGENEI DAL PUNTO DI VISTA ESECUTIVO CHE IN TEORIA DEVONO SATURARE IL TEMPO DI LAVORO DELL'INDIVIDUO. •UN RAGGRUPPAMENTO DI MANSIONI COSTITUISCE UNA POSIZIONE Va considerato in questo caso anche il termine attività che viene usato come sinonimo di compito e di operazione. La mansione ha come precondizione l'esistenza di una organizzazione in grado di definire le strutture. Le Posizioni sono un raggruppamento di mansioni (verticali/orizzontali). 18 MESTIERE/PROFESSIONE LA PROFESSIONE E IL MESTIERE SI BASANO SU: • TECNICHE FONDATE SU UN CORPO DI DISCIPLINE STRUTTURATE • RICONOSCIMENTO SOCIALE E NON ORGANIZZATIVO DELL'ATTIVITA‘ • NON FACILE TRASFERIBILITA' DI QUESTE TECNICHE NORME (VALORI) DI COMPORTAMENTO • ESISTENZA DI FORME DI CONTROLLO PER INIZIARE AD ESERCITARE LA PROFESSIONE •CARRIERA NON REGOLATA DA POSIZIONI MA BASATA SULLO SVILUPPO CONOSCITIVO E SULLA REALIZZAZIONE DI RISULTATI (PROGETTI O SOLUZIONI DI PROBLEMI) Il termine mestiere come quello di professione si distingue sul mercato del lavoro per configurare contenuti di lavoro indipendenti dall'organizzazione dell'impresa; tale caratteristica dà solitamente origine ad una maggiore mobilità orizzontale tra organizzazioni diverse 19 IL RUOLO IL RUOLO, COME LA MANSIONE O LA PROFESSIONE, PUÒ ESSERE DEFINITO DA UN INSIEME DI COMPITI E DI CONOSCENZE MA COSTITUISCE ALLO STESSO TEMPO UNA DIMENSIONE PIU' COMPLESSIVA PERCHE' METTE IN RELAZIONE I COMPITI E L'ATTIVITÀDI LAVORO INDIVIDUALE CON •GLI OBIETTIVI • IL CONTESTO •LE ALTRE FUNZIONI •IL SISTEMA SOCIALE NEL SUO COMPLESSO La nozione di ruolo non è alternativa a quella di mansione e di professione ma le assume mettendo in rapporto quelli che sono i loro aspetti costitutivi con i fini, e le attese del sistema sociale e produttivo. La nozione di ruolo è stata in particolare assunta per definire l'attività di direzione. Infatti, come vedremo, nel determinarla sono stati utilizzati, oltre che la definizione di compiti o di conoscenze professionali richieste, anche e, specialmente, la capacità di interagire con il contesto dell'organizzazione, con altre funzioni e unità di lavoro. E' la capacità di interazione quella che più contraddistingue il ruolo organizzativo del dirigente. L’aumento della quota di discrezionalità anche delle posizioni operative che hanno attività in buona parte codificate, tende a far sostituire il termine mansione/posizione nel termine ruolo. 20 LE DIMENSIONI DEL RUOLO IL RUOLO E' IL RISULTATO DI UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO E SOCIALIZZAZIONE CHE SI DEFINISCE IN LINEA DI MASSIMA ATTRAVERSO: •IL CONTENUTO DEL LAVORO DELLA POSIZIONE: CONOSCENZE ,ATTIVITA', COMPITI PRESTABILITI E RICHIESTi DELL'ORGANIZZAZIONE •L'INTERAZIONE CON GLI ALTRI ATTORI DELL'ORGANIZZAZIONE •LE ASPETTATIVE DI RUOLO IL RAPPORTO TRA RUOLI NON E' DATO SOLO DA • COME IL RUOLO INTERAGISCE CON ALTRI ATTORI • MA ANCHE DALLE ATTESE DI QUESTI ULTIMI NEI CONFRONTI DEL RUOLO STESSO 21 CONOSCENZE, ATTIVITÀ E INTERAZIONI CONOSCENZE •AMMINISTRATIVE (conversione di input in output) •TECNICHE (integrazione controllo) •ORGANIZZATIVE etc. ATTIVITÀ •DI TRASFORMAZIONE (conversione di input in output) •DI COORDINAMENTO (integrazione controllo) •DI MANTENIMENTO •DI INNOVAZIONE INTERAZIONI • AMMINISTRAZIONE O GERARCHIA DI LIVELLO SUPERIORE • FUNZIONI COLLATERALI • RUOLI INTERAGENTI •CLIENTI •ENTI ESTERNI 22 DALLA POSIZIONE AL RUOLO POSIZIONE RUOLO • È DEFINITA INTERAMENTE DALL’ORGANIZZAZIONE • LASCIA SPAZIO ALL’INTERPRETAZIONE DELLA PERSONA • È DEFINITA IN RAPPORTO ALLA STRUTTURA •È DEFINITA IN RAPPORTO AL PROCESSO • È DEFINITA IN TERMINI DI COMPITI DA SVOLGERE E/O RESPONSABILITÀ DA GESTIRE •È DEFINITO IN TERMINI DI CONTRIBUTO ATTESO • HA FORTI CONTENUTI DI PRESCRITTIVITÀ •LASCIA SIGNIFICATIVI MARGINI DI DISCREZIONALITÀ • È STATICA: SI MODIFICA UNA TANTUM CON INIZIATIVE FORMALIZZATE DI RIDEFINIZIONE •È DINAMICO. SI MODIFICA IN ITINERE MEDIANTE UN CONTINUO ADATTAMENTO • PONE ENFASI SULLE CONOSCENZE, DAL MOMENTO CHE I COMPORTAMENTI SONO PROCEDUARLIZZATI •ACCENTUA LA RILEVANZA DELLE CAPACITÀ E DEI COMPORTAMENTI • PRESCINDE DA CHI LA RICOPRE • DIPENDE DA CHI LO RICOPRE • I CONFINI TRA LE POSIZIONI SONO NETTAMENTE SEPARATI Ambienti stabili • L’INTERAZIONE TRA I RUOLI FA OPERARE IN SOVRAPPOSIZIONE Ambienti turbolenti 23 2 LA FUNZIONE DIREZIONALE (H.FAYOL) La direzione comprende 5 processi od attività: – Pianificare: valutare e preparare il futuro; definire il programma di azione – Organizzare: creare l’organismo sociale, tenendo conto delle dimensioni dell’impresa; senza trascurare il valore delle persone – Comandare: far funzionare il corpo sociale, dando le istruzioni necessarie – Coordinare: promuovere l’armonia tra tutti gli atti di un’impresa, adattando i mezzi agli scopi, promuovendo riunioni settimanali e usando personale di collegamento – Controllare: verificare che si operi secondo il programma e gli ordini impartiti, senza con questo interferire con la direzione del servizio Non è una prerogativa del vertice aziendale, ma una funzione diffusa, con caratteristiche diverse, a tutti i livelli aziendali. 24 LA BUROCRAZIA AMMINISTRATIVA Una burocrazia è caratterizzata da: 1. Principio della competenza: doveri e poteri dell’ufficio sono definiti in modo stabile da leggi e regolamenti amministrativi 2. Gerarchia degli uffici: creazione di un sistema rigido di sovra e subordinazione, con definizione degli ambiti di controllo e delle relazioni di dipendenza tra uffici 3. Un sistema di regole generali da applicare garantendo uniformità, continuità e stabilità nelle attività; la conoscenza di tali regole richiede una preparazione specialistica 4. Impersonalità nella gestione delle relazioni interne ed esterne, evitando l’interferenza dei sentimenti, e rispetto del segreto d’ufficio 5. Esercizio di una professione a tempo pieno, con una retribuzione fissa e monetaria; carriera fondata su prestazioni ed anzianità Per M. Weber costituisce il modello ideale per imprese ed amministrazioni pubbliche 25 IL MANAGEMENT • Nel mondo della produzione artigianale l’artigiano ha la proprietà dei mezzi di produzione ed esercita il controllo. • Con il passaggio al modo di produzione capitalistico emerge il ruolo imprenditoriale accanto ad un ruolo più gestionale • Proprietà e controllo tendono a separarsi: – la proprietà si concentra sul lungo termine (capitali, profili di attività, etc.) – Il manager ha la delega sulla gestione (cosa e come produrre, con quali risorse e con quali combinazioni) 26 L’AZIONE MANAGERIALE L’AZIONE MANAGERIALE DEVE ASSICURARE *LA PIANIFICAZIONE, IL COORDINAMENTO, LA SUPERVISIONE DELLE ATTIVITA’ *L’ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA *LO SVILUPPO DELLE RISORSE PROFESSIONALI *IL PRESIDIO TECNICO E GESTIONALE DEI RISULTATI E DELLO SVILUPPO DELLE RISORSE CONNESSI ALLA MISSION DELL’UNITA’ ORGANIZZATIVA ORGANIZZATIVAMENTE LE RICHIESTE DEL “JOB” POSSONO ESSERE DESCRITTE ATTRAVERSO 1 FUNZIONI BASE • • • • • PIANIFICAZIONE ORGANIZZAZIONE CONTROLLO MOTIVAZIONE COORDINAMENTO 2 PRESTAZIONI AD HOC • • • RISULTATI CAMPAGNE PROGETTI 3 RUOLI/RESPONSABILITÀ • • • AMMINISTRATIVE/GESTIONALI OPERATIVE DI INTEGRAZIONE 27 3 L’AMBITO DI INTERVENTO La “Governace” (2°) non ha responsabilità diretta di gestione SISTEMA DI GOVERNANCE 2° livello SISTEMA MANAGERIALE 1° livello ATTESE ISTITUZIONALI E POLITICHE Risorse BENEFICIO Organizzazione interna PROCESSI Prodotti servizi SOCIALE (OUTCOME) Fabbisogni PROGETTI La “Gestione” (1° livello) realizza valori, strategie, politiche attraverso l’organizzazione ed il controllo organizzativo Sviluppo territoriale Rete esterna • Coerenza • Affidabilità • Funzionalità 28 RUOLI ORGANIZZATIVI E SPAZI DECISIONALI Missione del ruolo AMMINISTRATORI ALTA DIREZIONE MIDDLE MANAGEMENT RESPONSABILI OPERATIVI Spazi decisionali • Governare il sistema • Definire le strategie • Soddisfare gli stakeholder • Indirizzo strategico e risultati • Azioni sul contesto • Politiche e investimenti • Governare l’assetto organizzativo • Indirizzare le linee operative • Migliorare il portafoglio risultati/risorse • Individuazione ed allocazione /obiettivi e risorse • Manovre di bilanciamento risultati/ risorse • Alternative di innovazione • Gestire i processi di erogazione dei servizi • Coordinare i Servizi e le risorse • Orientare l’operatività • Assegnazione di obiettivi di servizio alle strutture • Individuare spazi di miglioramento locale • Ottimizzare le risorse assegnate • Indirizzare l’operatività • Impiego risorse assegnate • Gestione dei processi operativi 29 I fattori di “successo” di un sistema organizzativo SISTEMA ORGANIZZATIVO A B GESTIONE EFFICACE DELLE ATTIVITA’ CORRENTI D GESTIONE DEL MIGLIORAMENTO CONTINUO C GESTIONE DELL’INNOVAZIONE GESTIONE DEL TRASFERIMENTO 30 4 IL RUOLO MANAGERIALE OBIETTIVI ASSEGNATI DELEGA RISTRETTA 1 2 INTERVENTI SUL PROCESSO ATTIVITA’ OPERATIVE GESTIONE DELLE VARIANZE CASI PARTICOLARI GESTIONE DELLE RISORSE ORDINARIA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE GESTIONE DELL’INTERNO GESTIONE DELL’INNOVAZIONE MIGLIORAMENTO 1 1 1 1 1 2 DELEGA AMPIA 3 4 5 CONTROLLO 3 4 5 CASI NUOVI 2 3 4 5 SVILUPPO 2 2 3 4 5 GESTIONE DELL’ESTERNO 3 4 5 CAMBIAMENTO 2 3 4 5 31 4 IL PROFILO DI RUOLO PRATICATO 1 OBIETTIVI ASSEGNATI INTERVENTI SUL PROCESSO GESTIONE DELLE VARIANZE 2 3 4 ATTESO 5 1 2 3 4 5 DELEGA RISTRETTA DELEGA AMPIA DELEGA RISTRETTA DELEGA AMPIA ATTIVITA’ OPERATIVE CONTROLLO ATTIVITA’ OPERATIVE CONTROLLO CASI PARTICOLARI CASI NUOVI CASI PARTICOLARI CASI NUOVI ORDINARIA SVILUPPO ORDINARIA SVILUPPO GESTIONE DELLE RISORSE GESTIONE DEL L’ORGANIZZAZIONE GESTIONE DEL L’INNOVAZIONE GESTIONE DELL’INTERNO MIGLIORAMENTO GESTIONE DELL’ESTERNO CAMBIAMENTO GESTIONE DELL’INTERNO MIGLIORAMENTO GESTIONE DELL’ESTERNO CAMBIAMENTO 32