Perché nasce l’urbanistica? Come disciplina moderna nasce nell’Ottocento per: Rispondere a problemi crescenti legati all’industrializzazione e alla rapida urbanizzazione dalle campagne verso le città La stessa città vista prima e dopo la Rivoluzione industriale Perché nasce l’urbanistica? Inghilterra Abitanti metà 1700 Manchester 12000 95000 Glasgow 30000 300.000 Leeds 17.000 170.000 Londra Francia Abitanti metà 1800 Mulhouse Roubaix 864.845 nel 1801 1873676 nel 1841 4.232118 nel 1891 10.000 36.000 8000 65.000 Quali sono i problemi della città industriale? 1. Sovrafollamento nei quartieri operai, ma anche nei centri storici, sovraccaricati rispetto alle funzioni del passato. Presenza delle mura come vincolo all’espansione e allo sviluppo razionale 2. Problemi di igiene: l’urbanistica moderna nasce intrecciata con l’epidemiologia 3. Problemi sociali: le prime rivendicazioni operaie, i primi sindacati, le denunce di Engels Quali le risposte di allora? 1. Quelli che Campos Venuti ha chiamato “piani di primo ordinamento urbano”: la città antincendio, la città servita da reti idriche…le prime regole sull’allineamento, gli affacci, degli edifici 2. La città utopica: la ricerca di soluzioni utopiche a problemi reali, non solo fisici, ma anche e soprattutto sociali e di equità Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 Piano di Risanamento per Napoli del 1885: eventi 1. Epidemia di colera del 1884 2. Legge urbanistica n. 2359 del 1864, relativa a: a. piani regolatori edilizi b. piani di ampliamento L’indennità di esproprio viene fissata equivalente al prezzo di mercato dell’area 3. Legge 15/1/1885 n. 2892 Risanamento della città di Napoli sul Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 4. Prima commissione di indagine per inadempienze (dopo controverse, crisi amministrative 5. Nel 1914 ancora si realizzavano parti del piano Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 Strade preesistenti Aspetto viario Strade da abolire 271 Aspetto edilizio 144 da modificare e ampliare 127 56 fondaci da abbattere 521 isolati 391 totalmente 130 parzialmente Totale 17.000 abitazioni e 62 chiese 7100 proprietari da espropriare 69200 definitivamente 18250 temporaneamente Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 Legge 15/1/1885 n. 2892 sul Risanamento della città di Napoli: Art. 1 progettazione ed esecuzione a cura del Municipio; Art. 2 emissione di titoli speciali di rendita ammortizzabili per ottenere il capitale effettivo di 100 milioni stimato per i lavori Art. 9 capitale messo a disposizione dal Comune non inferiore a 10 milionix Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 Legge 15/1/1885 n. 2892 sul Risanamento della città di Napoli: Art. 13 indennità di esproprio dovuta ai proprietari espropriati dei beni espropriati=media tra il valore venale del bene e i fitti coacervati negli ultimi 10 anni (dichiarazione pubblica utilità tutte le opere necessarie al risanamento); Art. 14 agevolazioni economico-fiscali: esenzione per 5 anni dall’imposta dei fabbricati del “maggiore valore locativo derivante dai miglioramenti e restauri per cagione di igiene” Art. 15 autorizza gli istituti di credito a concedere prestiti “fino all’ammontare di 3/5 del valore dell’immobile compreso il terreno… per la ricostruzione di nuove case nel perimetro del risanamento Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 Si costituì la Società del risanamento che aprì il rettifilo (Banco di Torino, Banco Generale, Società Generale di Credito Mobiliare Italiano di Milano) Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 Problemi: 1. Non si tenne conto di lezioni date da precedenti iniziative; 2. Gli affitti più elevati: - non potevano essere pagati dai precedenti affittuari; - Case non appetibili per ceti più elevati 3. Spesa molto più elevata: 33 milioni solo per la rete idrica 4. Mancava documentazione statistica relativa al patrimonio edilizio; 5. Problema nella mancanza di un’attenzione sociale la rapporto casa-lavoro nei vicoli risanati Qualche esempio: i piani di risanamento. Napoli 1885 eutopia Utopia outopia Qualche esempio: i piani degli utopisti: Fourier Qualche esempio: i piani degli utopisti: Fourier La teoria dei 7 periodi storici: IV barbarie -------- V civiltà (proprietà industriale incontrollata) VI limitazioni alla proprietà e al disordine e all’anarchia città contemporanea VII armonia universale: un mondo di falangi e falansteri Qualche esempio: i piani degli utopisti: Godin familisterio delle acciaierie di Godin a Guise (Francia). Innovazioni importanti: 1.carattere industriale, non agricolo, dell’impresa produttiva 2.rinuncia alla vita in comune del falansterio Qualche esempio: i piani degli utopisti: Godin Qualche esempio: i piani degli utopisti: Owen e l’esperimento di New Lanark Utopisti: aspetti positivi 1. Interazione tra: funzioni, istituzioni e fini umani 2. Riserva di potenzialità per il cambiamento 3. Andare verso un nuovo modello Utopisti: aspetti negativi 1. Abito troppo stretto 2. Società chiusa senza possibilità di progresso 3. I sogni e i progetti di un solo uomo validi per tutta la società 4. Il problema della transizione Che cosa rimane oggi? Dei piani di risanamento rimangono: 1. Alcuni concetti, come degrado urbano, come esigenza di assicurare alla città condizioni igienico-ambientali soddisfacenti anche con gli strumenti dell’urbanistica 2. Lo strumento dell’esproprio per rendere possibile la realizzazione di progetti e parti di piano di interesse collettivo Che cosa rimane oggi? Dei piani di risanamento rimangono: 3. I piani di recupero ex. Lege 457/1978, ma anche i programmi integrati per il recupero dei centri storici fondano parte del loro bagaglio strumentale nei piani di risanamento Che cosa rimane oggi? Dei piani di risanamento rimangono: 3. I piani di recupero ex. Lege 457/1978, ma anche i programmi integrati per il recupero dei centri storici fondano parte del loro bagaglio strumentale nei piani di risanamento Che cosa rimane oggi? Dei piani di risanamento rimangono: Capitolo B - Sperimentazione. Avvio della sperimentazione delle tecniche d'intervento (in collaborazione con operatori economici del settore) B1) Messa a punto di apposite tecniche di intervento e di specifici semilavorati - In questa fase verranno invitate le aziende nazionali e locali , a sperimentare (sotto stretto controllo e presso uno o più edifici campione messi a disposizione dall'Amministrazione Comunale) prodotti e tecniche, che saranno in seguito testati secondo le procedure indicate nei successivi punti B2-B3, al fine di scegliere quei sistemi che offrono le migliori garanzie di affidabilità. B2) Avvio al controllo di qualità relativo ai sistemi proposti (analisi di laboratorio). A cura dei Centri C.N.R. afferenti all'Istituto Nazionale di Coordinamento dei "Beni Culturali" B3) Avvio al controllo di qualità relativo ai sistemi proposti (esposizione agli agenti atmosferici). La sperimentazione in sito verrà supportata, per quanto concerne intonaci e trattamenti protettivi, dalla realizzazione di campionature da posizionare in condizioni atmosferiche critiche sui paramenti esterni in due siti campione: la Caserma Caldieri e l'Hotel Roma. La sperimentazione in sito consente, dopo appena un anno di esposizione, una prima valutazione del comportamento, nel tempo, delle diverse categorie di prodotti e di analizzare le differenze qualitative fra prodotti e sistemi tradizionali e quelli moderni. Dopo un paio di anni di esposizione, le caratteristiche prestazionali dei sistemi esposti (adesione al supporto, assenza di sfarinamento, ritenzione dello sporco, resistenza agli agenti atmosferici, etc.) consentono di trarre indicazioni estremamente utili e proficue sulla validità dei sistemi campionati. Capitolo C - Messa a punto di un Codice di pratica. Limitatamente ai sistemi proposti per la riqualificazione delle facciate proporremo un insieme di soluzioni pratiche che facciano riferimento a: C1) Descrizione dei materiali consigliati in relazione alle singole applicazioni; C2) Descrizione delle tecniche consigliate in relazione alle singole applicazioni; C3) Descrizione dettagliata delle modalità di lavorazione e posa in opera; C4) Elenco delle soluzioni non gradite. Che cosa rimane oggi? Della spinta utopista 1. L’idea che il piano e la pubblica amministrazione che lo emana siano espressione del “bene pubblico” di interessi al di sopra delle parti (problemi….). Un’idea che ha connotato ad esempio la stagione dei piani riformisti Che cosa rimane oggi? Della spinta utopista 2. Alcuni modelli abitativi si sono concretizzati, anche se gli esiti non sono propriamente caratterizzati dalla spinta ideale che animava gli utopisti. Vedi il libro di Mumford. Che cosa rimane oggi? Della spinta utopista Mumford, Storia dell’utopia, 1922‘ (Donzelli, 1997): La Casa di Campagna (Country house)e Coketown divennero le utopie dell’età moderna e rinnovarono il mondo secondo la loro immagine Mentre la scienza ci ha dato i mezzi per modificare il mondo, le finalità per cui il mondo è stato modificato non hanno avuto sostanzialmente nulla a che fare con la scienza. In conseguenza, sono gli idoli della Country House, di Coketown e dello stato nazionale che sono stati scelti dalla letteratura e dell’arte a indirizzare effettivamente queste trasformazioni Che cosa rimane oggi? Modelli diversi di piano e di concezioni dell’urbanistica TIPO DI METODO OBIETTIVO ASPETTI DIMENSIONE PRINCIPALE DELLA CITTA' PRINCIPALE VALORI DI CAMPI RIFERIMENTO PROFES- PRIVILEGIATI SIONALI MODALITA' DI DECISIONE Pianificazione strategica Modificare le strutture dello spazio urbano Poli economici Il tempo Efficacia Rendimento Ingegneri Economisti Tecnocrazia Progettazione urbana Creare dei nuovi quartieri Insediamenti già edificati Lo spazio Estetica Valori culturali Architetti Urbanisti Pianificatori Autocrazia Urbanistica partecipativa Migliorare la vita quotidiana degli abitanti Spazio delle relazioni sociali Gli uomini Appropriazione dello spazio e valori d'uso Sociologi e "animatori" Democrazia Urbanistica "gestionale" Rafforzare la qualità dei servizi esistenti Concentrazione della rete dei servizi I servizi Adattamento alla domanda e rapporto costi/efficacia Gestori figure gestionali Management Immagine globale Gli aspetti simbolici Architetti specialisti della comunicazione Personalizzazione Urbanistica della comunicazione Attirare le imprese Notorietà TIPO DI METODO OBIETTIVO PRINCIPALE VALORI DI CAMPI RIFERIMENTO PROFES- STRUMENTI UTILIZZATI SIONALI SCALE GRADO DI PRIVILE- VINCOLO GIATE DECISIONI Pianificazione strategica Modificare le strutture dello spazio urbano Efficacia Rendimento Ingegneri Economisti Vas Documenti strategici grande >1:10.000 dipende dal contesto istituzionale Progettazione urbana Creare dei nuovi quartieri Estetica Valori culturali Architetti Urbanisti Pianificatori piani attuativi (pdl, pee, pip, pp, pdr…) mediopiccola <1:5000 generlamente alto Urbanistica partecipativa Migliorare la vita quotidiana degli abitanti Appropriazione dello spazio e valori d'uso Sociologi e "animatori" tecniche per la partecipazione(dai giochi, alle simulazioni…) nessuna dipende dal vera scala contesto sottoforma istituzionale contratti (di quartiere) Urbanistica "gestionale" Rafforzare la qualità dei servizi esistenti Adattamento alla domanda e rapporto costi/efficacia Gestori figure gestionali piano dei servizi; piano del traffico… scala legata medio alla suddivisione amministrativa del servizio Urbanistica della comunicazione Attirare le imprese Notorietà Architetti marketing specialisti della territoriale comunicazione medionessuna alta influenza (difficile da quantificare)