Il motore delle placche Il flusso termico L’energia termica I moti convettivi Placche in movimento Le placche e la distribuzione dei terremoti Il calore interno della Terra viene continuamente disperso verso l’esterno attraverso la sua superficie. La quantità di energia termica che sfugge dalla Terra per unità di area e di tempo viene chiamata flusso termico. Il flusso varia da luogo a luogo della superficie terrestre. Le aree dove esso è maggiore della media sono interessate da intensi fenomeni vulcani e sismici, cioè sono molto “attive” dal punto di vista geologico. Infatti, è il calore interno della Terra la fonte di energia che determina la formazione dei margini e, attraverso i moti delle placche, origina i terremoti. IMMAGINE Nelle aree di colore blu il flusso termico è minimo. Aree con flusso termico molto basso corrispondono a parti interne dei continenti, geologicamente molto antiche, e ai settori dei bacini oceanici più lontani dalle dorsali. Nelle aree colorate di rosso il flusso termico è massimo. Le zone caratterizzate da un flusso termico più elevato corrispondono alle dorsali oceaniche, dove materiale caldo risale dal mantello. Tutti gli atomi degli elementi radioattivi decadono, cioè si trasformano spontaneamente in atomi più stabili ed emettono delle particelle. Queste particelle vengono assorbite dalla materia circostante e la loro energia cinetica (cioè derivata dal loro movimento) si converte in calore. La concentrazione degli elementi radioattivi, sia nella crosta terrestre sia nel mantello, non è omogenea. Ciò significa che esistono all’interno della Terra volumi di materiali nei quali il decadimento radioattivo è più intenso (e l’energia termica prodotta è maggiore) e altri nei quali la disintegrazione degli elementi radioattivi avviene con minore intensità (e sono di conseguenza meno caldi). Placche in movimento Si pensa che le zone con flusso termico più elevato siano dovute all’esistenza di correnti convettive nel mantello, cioè a spostamenti di materiale più caldo e meno denso che risale da zone profonde, sostituito da materiale raffreddatosi in vicinanza della superficie e quindi più densa che riscende. I moti convettivi hanno profonde conseguenze sull’evoluzione della parte più esterna della Terra, la litosfera. Le placche litosferiche, nei loro movimenti rispondono in qualche modo agli scorrimenti del mantello sottostante: è possibile che esse vengono “trascinate” dai moti convettivi che coinvolgono i materiali del mantello. Anche la distribuzione degli epicentri di terremoti ha trovato una spiegazione convincente nell’ambito della teoria della tettonica delle placche. Infatti sono gli sforzi dovuti ai movimenti della litosfera, concentrati lungo i margini delle placche, a provocare la continua deformazione di masse rocciose, in cui si accumula l’energia elastica che viene poi liberata dai terremoti. Tuttavia, una piccola percentuale di terremoti, a volte abbastanza violenti, cade lontano dai margini. Si pensa che, occasionalmente, degli sforzi si possano propagare all’interno di una placca litosferica e possano crescere fino a superare localmente la resistenza delle rocce, che si “spezzano”, provocando uno dei rari terremoti all’interno di una placca. Fonti: Wikipedia Immagini da internet