I vantaggi di localizzare il fosforo al seme Per accelerare lo sviluppo iniziale delle bietole è utile localizzare fosforo alla semina Servizio Agronomico ABI Lo sviluppo iniziale delle bietole deve essere rapido, in quanto le piante nei primi stadi di sviluppo sono più sensibili alle avversità climatiche e alle fitopatie. E' pertanto consigliabile sfruttare l'effetto "starter" prodotto dal fosforo localizzato alla semina. Analizzando il ciclo di sviluppo delle bietole nell’ambiente Italiano, si individua una fase critica iniziale di circa 30-40 giorni, compresa tra la germinazione e lo stadio di 2 foglie vere, in cui le piante sono particolarmente vulnerabili, in quanto più sensibili alle avversità climatiche e alle fitopatie. Si comprende pertanto la necessità di accelerare la crescita delle piantine nelle fasi iniziali, fornendo una adeguata nutrizione e protezione. Buoni risultati si possono ottenere utilizzando seme trattato con Gaucho (Imidacloprid 45 g/unità) e localizzando concimi fosfatici in grado di produrre, in particolare nei terreni fosforo carenti, un significativo effetto starter (vedi fig.1). CONCIMI E MODALITÀ DI LOCALIZZAZIONE Per aumentare la velocità di crescita delle piantine di bietole nei primi stadi di sviluppo (effetto starter), si usano tradizionalmente i concimi fosfatici semplici quali: perfosfato minerale (20% di P2O5) e il perfosfato triplo (46% di P2O5) in quantità sufficiente ad apportare circa 40-50 unità ad ettaro. Si deve assolutamente evitare a questo scopo di impiegare concimi semplici o complessi contenenti azoto minerale perché altamente fitotossico per il seme. Per sfruttare a pieno l’effetto starter del fosforo, il concime deve cadere nello stesso solco di deposizione del seme, in quanto localizzazioni fuori solco anche di pochi centimetri sortiscono effetti notevolmente ridotti. Purtroppo l’utilizzo in localizzazione al seme di concimi fosfatici granulari, studiati per la distribuzione di pieno campo per mezzo di spandiconcime, risulta non ottimale per diversi aspetti: granulometria eterogenea con granuli troppo grandi (circa 2-6 mm) che limita il rilascio di fosforo, seminatrici con spandiconcime non in grado di localizzare il fosforo entro il solco di semina, appesantimento della seminatrice con aumento del calpestamento o perdita di stabilità quando si opera in terreni collinari, problemi di movimentazione di sacchi da 50 Kg. Negli ultimi anni, parallelamente al sempre più diffuso impiego di seme di barbabietole trattato con gaucho in alternativa al geoinsetticida in localizzazione, sono apparsi sul mercato concimi in formulazione microgranulare, idonei ad essere distribuiti con i microgranulatori. L’idea di utilizzare i microgranulatori delle seminatrici, per la localizzazione al seme di concimi microgranulari appositamente studiati per esaltare l’effetto starter sembra buona, in quanto alla formulazione ottimale si unisce la maggiore precisione di distribuzione del microgranulatore. Purtroppo le ditte produttrici hanno fino ad ora proposto concimi microgranulari che oltre al fosforo contengono anche azoto organico o microelementi, con un costo ad ettaro sensibilmente maggiore rispetto alla tradizionale concimazione localizzata. FIG. 1 LOCALIZZAZIONE DEL FOSFORO AL SEME PER ACCELERARE LO SVILUPPO INIZIALE RISULTATI DELLE PROVE Negli ultimi 2 anni il servizio agronomico dell'ABI ha verificato la validità tecnica della localizzazione di concimi fosfatici microgranulari a confronto con il tradizionale perfosfato triplo. In particolare si è cercato di approfondire l'importante aspetto della notevole differenza di unità fertilizzanti apportate tra localizzazione tradizionale (40-50 U/Ha di P2O5) e la localizzazione di concimi microgranulari (6-14 U/Ha di P2O5), in altre parole se la migliore formulazione e maggiore precisione distributiva dei nuovi formulati potesse compensare il minore apporto di unità fertilizzanti. Significativi in tal senso sono i risultati riportati in fig. 2, in cui abbiamo confron-tato su un terreno fosforo carente, il perfosfato triplo microgranulare (TRIPLO micro) alle dosi di 30 e 15 Kg/Ha pari a 13,8 e 6,9 U/Ha di P2O5, con il tradizionale perfosfato triplo alla dose di 100 Kg/Ha (46 Kg/Ha di P2O5). Come appare evidente tutti i localizzati hanno consentito di ottenere un evidente effetto starter che si è tradotto in un significativo incremento di PLV (Produzione Lorda Vendibile). Di particolare interesse il risultato del formulato microgranulare TRIPLO micro che alla dose di 30 KG/Ha ha fornito la stessa PLV del tradizionale perfosfato triplo, mentre alla dose di 15 Kg/Ha si è registrato solo un lieve calo di PLV (-1,9%), nonostante l’apporto nettamente inferiore di unità fertilizzanti. FIG. 2 EFFETTO DI FOSFORO MICROGRANULARE LOCALIZZATO AL SEME CONCLUSIONI L’utilizzo di seme trattato con Gaucho (Imidacloprid 45 g/unità) assicura una migliore protezione delle giovani piantine di bietole e consente la localizzazione di con-cimi fosfatici microgranulari per mezzo dei microgranulatori, permettendo di ottenere, in particolare nei terreni fosforo carenti, significativi incrementi di sviluppo iniziale (effetto starter). Nei terreni scarsamente dotati, l'apporto di fosforo produce un evidente effetto starter Le formulazioni microgranulari, oltre alla maggiore praticità d’impiego, sembrano garantire un buon effetto starter anche a dosi notevolmente inferiori a quelle dei tradizionali concimi granulari, probabil-mente a causa della maggiore superficie di rilascio e migliore precisione di distribu-zione entro il solco di semina. Tra i prodotti commerciali disponibili ri-tengo maggiormente validi quelli con un elevato contenuto in fosforo, elemento prin-cipale dell’effetto starter, ed un più favorevole costo ad ettaro rapportato alle unità fertilizzanti. Lo sviluppo iniziale delle bietoline deve essere rapido, in quanto le piante nei primi stadi di sviluppo sono più sensibili alle avversità climatiche e alle fitopatie. E’ pertanto consigliabile sfruttare l’effetto ‘starter’ prodotto dal fosforo localizzato alla semina.