La conciliazione fotografata
dall’Istat
Linda Laura Sabbadini
Direttore Dipartimento statistiche sociali e ambientali
Bologna, 24 ottobre 2014
L’Italia ha tra i più bassi tassi di
occupazione femminile in Europa
Tasso di occupazione delle donne 20-64 anni. Anno 2013 (valori percentuali)
Come in Europa il tasso di occupazione cala
all’aumentare del numero di figli …
Tasso di occupazione delle donne 20-49 anni per numero di figli. Anno 2013 (valori percentuali)
……. ma in Italia di più
Il part time ha raggiunto valori simili
all’Europa…..
Occupati a tempo parziale per sesso nei paesi Ue. Anno 2013 (valori percentuali)
Ma la componente di part time involontario è più che doppia
Occupati a tempo parziale involontario nei Paesi europei. Anno 2013
(percentuale sul totale degli occupati part time)
80
70
60
50
40
Ue28
30
20
10
0
In Italia il valore dell’indicatore è arrivato al 63% nel 2013. Non è il part time
strumento di conciliazione dei tempi di vita
Meno donne hanno la possibilità di lavorare a casa
Occupate 15-64 che solitamente lavorano da casa – Anno 2013 (percentuale sul totale delle occupate)
La rigidità dei ruoli di genere è più elevata
Fonte: Database HETUS - https://www.h2.scb.se/tus/tus/
Le differenze di genere nei tempi dedicati al lavoro totale sono assenti
nei Paesi del Nord Europa, anche in Germania, in Italia si arriva a 1h05’ in
più per le occupate!
La rigidità dei ruoli di genere è più elevata
Fonte: Database HETUS - https://www.h2.scb.se/tus/tus/
Nel Nord Europa circa un’ora in più di lavoro familiare svolto dalle
donne viene poi compensata dal minor tempo dedicato al lavoro
retribuito.
In Italia le 2h36’ di lavoro familiare in più non riescono ad essere
riassorbite dal minor tempo dedicato al lavoro retribuito.
Rigidità dei ruoli trasversale ma in lento miglioramento
Indice di asimmetria nel lavoro familiare per le coppie di occupati - Anni 2002-03 e 2008-09
Italia
Ripartizione Geografica
Nord
Centro
Mezzogiorno
Età del figlio più piccolo
Nessun figlio
0-2
3-5
6-10
11-13
14 e più
Titolo di studio di Lei
Laurea
Diploma superiore
Fino alla licenza media
Titolo di studio di Lui
Laurea
Diploma superiore
Fino alla licenza media
Posizione nella professione di lui
Dirigente, imprenditore, libero professionista
Direttivo, quadro, insegnante, impiegato
Operaio
Lavoratore in proprio, socio cooperativa, coadiuvante
Totale coppie
2002-2003
2008-2009
75,4
73,2
Coppie con figli
2002-2003
2008-2009
76,1
73,4
73,1
75,7
80,6
71,1
74,7
77,1
73,8
76,6
80,6
72,5
72,8
73,3
75,6
76,1
79,5
72,5
71,3
69,6
72,8
74,6
76,6
72,8
73,3
75,6
76,1
79,5
71,3
69,6
72,8
74,6
76,6
72,7
74,7
76,9
68,8
73,1
76,2
74,3
75,3
77,5
70,9
73,1
75,6
74,9
73,6
76,8
71,2
71,8
75,7
74,8
74,7
77,5
74,2
71,1
75,7
78,0
71,9
73,1
82,1
78,1
68,7
72,8
77,6
78,3
73,0
73,9
82,7
79,1
69,8
71,7
77,6
71,4
74,0
77,3
-
Cambiamenti lenti, per la progressiva riduzione del tempo
dedicato dalle donne al lavoro domestico ,coppie laureate , di
impiegati, soprattutto giovani
Meno asimmetria nelle giovani coppie
Indice di asimmetria nel lavoro familiare per le coppie di occupati con lei fino a 35 anni Anni 2002-03 e 2008-09
Italia
Ripartizione Geografica
Nord
Centro
Mezzogiorno
Età del figlio più piccolo
Nessun figlio
0-2
3-5
6-10
Titolo di studio di Lei
Laurea
Diploma superiore
Fino alla licenza media
Titolo di studio di Lui
Laurea
Diploma superiore
Fino alla licenza media
Posizione nella professione di lui
Dirigente, imprenditore, libero professionista***
Direttivo, quadro, insegnante, impiegato
Operaio
Lavoratore in proprio, socio cooperativa,
coadiuvante
Totale coppie
2002-2003
2008-2009
72,4
71,7
Coppie con figli
2002-2003
2008-2009
73,6
71,5
70,0
73,3
78,6
68,4
73,2
75,0
71,0
75,5
78,3
70,2
73,1
74,3
75,6
72,0
72,2
68,9
75,2
73,1
74,3
75,6
72,2
68,9
75,2
69,1
72,7
73,0
65,2
73,3
73,0
73,0
73,3
74,2
69,9
71,7
72,3
70,8
71,8
73,1
66,2
72,8
71,9
71,0
74,0
73,8
70,7
70,8
72,6
75,8
70,0
70,6
77,8
78,6
64,7
72,8
76,6
76,4
72,6
71,6
77,3
80,6
68,4
69,0
76,4
Coppie di impiegati
insegnanti 64,7%
68,5
74,7
75,3
-
Asimmetria più
bassa per
-
Coppie di laureati
65,2%
Coppie del Nord
68,4%
Sud migliora, ma
ancora distante:
valore più alto del
centro e del nord
del 2002
***Il dato dei
dirigenti non valido
perché pochi casi
Modello breadwinner modernizzato e stereotipi
duri a morire
• La maggioranza della popolazione pensa che se uomo e donna
lavorano a tempo pieno devono dividersi equamente i compiti
domestici e di cura.
• Ma alla domanda sulla equità della divisione attuale dei compiti
nella famiglia, che noi sappiamo essere asimmetrica, la
maggior parte di uomini e donne dichiara che è equa.
• Per la maggioranza gli uomini non sono adatti al lavoro di cura.
E solo il 50% delle donne non è d’accordo con il fatto che in
tempo di crisi è meglio dare la precedenza agli uomini nel
lavoro
• Molti ostacoli culturali verso una divisione dei ruoli simmetrica.
Siamo un Paese con un modello breadwinner modernizzato, la
donna lavora un po’ meno assumendosi il carico familiare in
gran parte, l’uomo lavora ma aiuta un po’.
Interruzioni del lavoro frequenti
dopo la nascita dei figli
• Quasi un quarto delle donne che avevano avuto un
figlio nel 2010 e erano occupate, non avevano più il
lavoro nel 2012:
Il 29,8% al Sud , il 32% delle donne con bassa istruzione.
• ABBANDONARE IL LAVORO E’ SEMPRE MENO UNA SCELTA
PERSONALE.
Diminuisce la quota di neo-madri che sceglie di interrompere il
lavoro (53% nel 2012, -15,3 punti percentuali rispetto al 2005), le
difficoltà di conciliazione sono la motivazione più frequente
(indicata dal 67% di chi lascia il lavoro)
AUMENTA LA QUOTA DELLE NEO-MADRI LICENZIATE: IL 27,2
% NEL 2012 RISPETTO AL 16% DEL 2005
Peggiora la conciliazione dei tempi di vita delle
neo-madri
• Tra quelle che mantengono il lavoro, il 43% ha
problemi di conciliazione, nel 2005 lo segnalavano il
37% delle neo-mamme che lavoravano• La quantità di ore di lavoro, la presenza di turni o di
orari disagiati (lavoro pomeridiano o serale o nei fine
settimana) e la rigidità nell’orario di lavoro sono
indicati da più di un terzo delle intervistate come
ostacoli prevalenti alla conciliazione
Fondamentale il supporto di nonni e del nido
• La disponibilità di persone o servizi a cui affidare i
bambini è un requisito imprescindibile per trovare o
mantenere un lavoro
• Poco più della metà delle lavoratrici con almeno un
figlio al di sotto dei due anni si avvalgono
prevalentemente dell’aiuto dei nonni (51,5%)
• o ricorrono al nido pubblico (14,1%) o privato
(21,1%)
• Quasi dimezzato rispetto al 2005 il ricorso alla babysitter (4,5 % nel 2012 contro il 9,2% del 2005)
Tra il 2005 e il 2012 è aumentato soprattutto il
ricorso al nido privato (dal 13,9% al 21,1%)
Servizi sociali per la prima infanzia ancora scarsi
Bambini di 0-2 anni che utilizzano servizi comunali per l’infanzia per
ripartizione. Anni 2004-2012 (valori percentuali)
Nell’anno scolastico 2012/2013 valori stabili a livello
nazionale,dopo diminuzione del 2011, 2012 in flessione al Nord.
Dinamica al sud quasi assente, si passa dal 3,2% del 2004 al 4% del
2012
….e anche sperequati sul territorio: Calabria e
Campania al 2% in diminuzione
Bambini di 0-2 anni che utilizzano servizi comunali per l’infanzia per regione
Anno scolastico 2012/13 (valori percentuali)
Intanto i matrimoni declinano.
E anche le nascite calano
2008
2009
2010
2011
2012
576.659
568.857
561.944
546.585
534.186
Nati (variazioni assolute sull'anno precedente)
12.726
-7.802
-6.863
-15.359
-12.399
Nati da almeno un genitore straniero
96.442
102.140
106.710
105.788
107.339
Nati da coppie italiane
480.217
466.717
455.284
440.797
426.847
Nati fuori dal matrimonio
112.849
116.273
134.398
133.869
132.334
Nati fuori dal matrimonio (valori percentuali)
19,6
20,4
23,6
24,5
24,8
Tassi di fecondità totale
1,45
1,45
1,46
1,44
1,42
Età media al parto totale donne
31,1
31,2
31,3
31,4
31,4
Tassi di fecondità donne italiane
1,34
1,33
1,34
1,32
1,29
Età media al parto donne italiane
31,7
31,8
31,9
32,0
32,0
Tassi di fecondità donne straniere
2,65
2,55
2,43
2,36
2,37
Età media al parto donne straniere
27,5
27,8
28,1
28,4
28,4
Nati in totale
-15 000 nascite mettendo a confronto 2013 e 2012 (fino al mese
di settembre)
Succede anche in altri Paesi ma alcuni partivano
meglio
E l’Italia è sempre più un Paese a permanente
bassa fecondità
3,50
3,00
TFT (totale)
2,92
2,92
2,80
TFT (Donne italiane)
TFR (Donne straniere)
2,80
2,65
2,55
2,50
2,43
2,36
2,37
2,00
1,50
1,26
1,34
1,00
2004
1,34
1,25
2005
1,37
1,40
1,28
1,30
2006
2007
1,45
1,45
1,34
1,33
2008
2009
1,46
1,44
1,34
1,32
2010
2011
1,42
1,29
2012
Nonostante l’aumento della quota di nascite con almeno un
genitore straniero, il TFT è leggermente in diminuzione negli
ultimi anni e cala per le straniere.
L’età al matrimonio è molto aumentata
tasso di primo-nuzialità per età (per 1000). Anni 1952, 1980, 2011
Maschi
Fem m ine
100
100
90
90
80
1952
80
1980
70
70
2011
1952
60
60
50
50
40
40
30
30
20
20
10
10
0
1980
2011
48
49
45
46
42
43
39
40
36
37
33
34
30
31
27
28
24
25
21
22
18
19
15
0
16
….. e anche l’età alla nascita dei figli.
Tassi di fecondità per età (per 1000 donne). Anni 1952, 1980, 2011
160
1952
1980
2011
Straniere 2011
140
120
100
80
60
40
20
49
47
45
43
41
39
37
35
33
31
29
27
25
23
21
19
17
15
13
0
La rete informale di aiuti è sempre più in
difficoltà nel garantire l’aiuto necessario
• Le nonne sono il pilastro delle donne lavoratrici con
figli• Ma le nonne sono sempre più ‘nonne sandwich’ con
un forte aggravio rispetto al passato: non potranno
più garantire lo stesso aiuto
-
Hanno genitori anziani spesso non autosufficienti da accudire
-
Devono lavorare più a lungo per innalzamento dell’età
pensionabile
-
Devono farsi cura dei nipoti per la scarsa rete di servizi sociali
sul territorio
-
In molti casi hanno ancora in casa un figlio
Clima sociale sfavorevole alla maternità e alla
paternità accresciuto dalla crisi
Gli ingredienti:
- Divisione dei ruoli rigida
- Congedi parentali utilizzati ancora poco dagli
uomini(11%)
- Organizzazione del lavoro rigida
- Percentuale ancora elevata di donne che lasciano il
lavoro dopo la gravidanza
- Scarsa offerta di servizi sociali per la prima infanzia
- Organizzazione dei tempi delle città non favorevoli
- Nonne sempre più sovraccariche e non in condizione di
garantire lo stesso aiuto in termini di ore del passato
Criticità che hanno una radice nel passato e
non trovano soluzione
• Da tempo l’Italia ha assistito allo spostamento in avanti dei
tempi di vita, non è solo un problema di crisi. I giovani
permangono più a lungo nella famiglia di origine. Sono i
problemi economici ad incidere maggiormente nelle scelte
• Per le donne doppio problema anche per il prezzo pagato per
le difficoltà di conciliazione, problema molto dibattuto da anni e
poco affrontato nella realtà dopo la stagione d’oro di fine anni
’90. Le interruzioni del lavoro per gravidanza permangono.
• Le donne non possono più permettersi questa situazione. E
anche i soggetti più vulnerabili che dalle donne ricevevano
aiuto e che ora non potranno più avvalersene con la stessa
intensità e frequenza. (analogamente a quanto succede per i
servizi pubblici).
Nuova centralità alla cura
• Il nostro sistema della cura è in crisi,
difficoltà nel pubblico e nella rete informale,
il no profit potrebbe svolgere un ruolo
importante che va disegnato…
• Bisogna ridare una nuova centralità alla
cura nelle politiche e soprattutto dotarsi di
una strategia di respiro.
• Dobbiamo rispristinare la normalità del
vivere.
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Le slides di Linda Laura Sabbadini