ISIS KEYNES CLASSE VBS RIEDUCAZIONE ED INCLUSIONE SOCIALE: diritti solo formali o anche sostanziali? FINALITÀ DEL PROGETTO: Fare conoscere alle istituzioni e all’opinione pubblica gli ostacoli e le difficoltà che ancora permangono per l'effettiva inclusione sociale della persona privata della libertà personale - Favorire un dibattito al fine di promuovere soluzioni - Ribadire che il detenuto non perde il suo status di cittadino - Riconoscere anche alla scuola una funzione educativa ed anche propositiva nella comunicazione tra cittadino e istituzioni. QUALI SONO I PROBLEMI OGGI? “La detenzione così com’è non migliora la persona detenuta, ma bensì può solo mettergli timore…” (Francesco) “Nonostante si cerche di favorire l’istruzione, la cultura e il lavoro, in carcere ancora oggi l’assistenza sanitaria e la condizione igienico-sanitaria rimangono due piaghe enormi.” (Alfredo) “C’è ancora troppa distanza tra lo Stato e il cittadino in carcere… differenza “troppo” esageratamente grande tra le norme esistenti e la loro applicazione.” (Roberto) “La rieducazione del cittadino/detenuto dovrebbe essere una cosa voluta dall’opinione pubblica, dalla magistratura, dalle istituzioni, dallo Stato…” (Francesco, Roberto, Gazmand) “Ti accorgi che sei solo contro “una società civile”, che non ha tempo per te e spera di non avere a che fare con te e di non incontrarti sulla sua strada.” (Sammad) Art. 27 Cost. «La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte. » “Se voi volete andare dov’è nata la Costituzione andate nelle carceri dove gli uomini furono imprigionati” (Moha) Prima del 1995 il detenuto era considerato un “malato” da tenere “sotto sorveglianza” “Perché nel rispetto dell’art. 27 Cost. viene considerato più importante l’aspetto della pena certa da scontare che il trattamento e la rieducazione della persona?” (Francesco e Roberto) A partire dal 1975 gli interventi legislativi considerano il detenuto una persona che “può e deve essere” rieducata per essere reinserita nella società “Una persona che entra in carcere esce forse dalla società a cui è appartenuta fino a quel momento? E una volta passata dal carcere rientra nella società? Non vi è ombra di dubbio, il carcere è una struttura sociale dello Stato al servizio della collettività: per chi ci passa e per chi si trova al di fuori.” (Alfredo) Il confronto con le Istituzioni Le domande proposte: Quali sono le motivazioni e le aspettative del suo lavoro? Qual è la sua visione d'insieme del progetto rieducativo? Ritiene che possa essere realizzabile? Quali sono secondo lei le cause della mancata applicazione nell'ambito del progetto rieducativo delle norme esistenti? Che cosa si può fare, che già non si fa, per fare sì che una persona "non sia detenuta per sempre"? Che cosa bisogna fare secondo lei per favorire nell'opinione pubblica una "conoscenza consapevole" del mondo carcere? Nel progetto d'inclusione sociale secondo lei quali soggetti sul territorio dovrebbero essere coinvolti e in che modo? I soggetti coinvolti: Dott. Ziccone Massimo responsabile area trattamentale presso la casa circondariale “Dozza” Dott.ssa Bosi Sabrina magistrato di sorveglianza Avv. Desi Bruno garante regionale per le persone private della libertà personale Alcune riflessioni • Il progetto rieducativo per il cittadino detenuto o cittadino/ristretto fa parte di una RIVOLUZIONE CULTURALE che ancora deve realizzarsi nella pienezza di ciò che esprime la legge esistente •L’opinione pubblica ha un ruolo importante in tale rivoluzione e può contribuire al suo fallimento se continua a demonizzare la persona che ha sbagliato •La società migliora anche attraverso il miglioramento del mondo carcerario, migliorando così la coscienza di tutti •I soggetti istituzionali e non solo non devono rassegnarsi, arrendersi nonostante TUTTO •La punizione non deve avere la prevalenza sulla rieducazione •Il recupero del cittadino/ristretto non deve essere un fatto eccezionale, ma bensì una conquista normale e quotidiana PROPOSTA PER NOI IL PROGETTO RIEDUCATIVO PUO’ INIZIARE ATTRAVERSO LA GARANZIA DEL RISPETTO DI DUE DIRITTI FONDAMENTALI: DIRITTO ALLA SALUTE FISICA E MENTALE e DIRITTO ALL’ISTRUZIONE E secondo voi?