FIDIS S.p.A.
Informativa al pubblico sui rischi e
sull’adeguatezza patrimoniale
al 31 dicembre 2013
30 Aprile 2014
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Indice delle Tavole
Tavola 1.
Adeguatezza patrimoniale
3
Tavola 2.
Rischio di credito: informazioni generali
5
Tavola 3.
Rischio di credito: informazioni sui portafogli assoggettati al metodo
standardizzato
10
Tavola 4.
Tecniche di attenuazione del rischio
11
Tavola 5.
Operazioni di cartolarizzazione
12
Tavola 6.
Rischio di tasso di interesse su posizioni incluse nel portafoglio
13
immobilizzato
Tavola 7.
Esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio
14
immobilizzato
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Tavola 1.
Adeguatezza patrimoniale
1.a) Principali aspetti in relazione ai criteri di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale
Il capitale sociale di FIDIS, al 31 dicembre 2013, è interamente detenuto da FIAT GROUP AUTOMOBILES
S.p.A., la Società è pertanto soggetta all’attività di direzione e coordinamento, ai sensi dell’art. 2497 bis del
codice civile, da parte della Capogruppo FIAT S.p.A. (nel seguito FIAT).
FIDIS svolge il ruolo di società finanziaria captive del Gruppo di appartenenza. Opera direttamente, e tramite
le controllate extra-europee FIAT AUTOMOTIVE FINANCE Co. Ltd (Cina), FIAT CREDITO
COMPANIA FINANCIERA S.A. (Argentina), BANCO FIDIS S.A. (Brasile), nel settore dei servizi
finanziari per operatori manifatturieri e commerciali del comparto Automotive, per società del Gruppo FIAT
e per parti ad esso correlate. In particolare, si segnala che, nell’ambito dell’alleanza strategica dei Gruppi
FIAT e CHRYSLER, le controllate extra-europee di FIDIS hanno ampliato la propria attività estendendola al
finanziamento dei concessionari e dei clienti finali dei prodotti CHRYSLER. L’operatività delle controllate
extra-europee di FIDIS, oltre che verso il Gruppo FIAT, è indirizzata anche verso società facenti capo al
gruppo CNH Industrial.
FIDIS detiene altresì una partecipazione di minoranza (25%) nel capitale della FGA Bank con sede a Vienna.
FIDIS con frequenza annuale svolge un processo di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale,
denominato ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process), in base alla normativa di vigilanza
prudenziale per gli intermediari finanziari ex art. 107 TUB1. Tale processo viene svolto a livello individuale,
fatto salvo l’obbligo di valutazione del rischio sottostante le partecipazioni finanziarie di controllo, e si
articola secondo le seguenti fasi:
 identificazione e mappatura dei rischi rilevanti a cui è esposto l’intermediario, in funzione dei prodotti e
dei mercati in cui opera;
 definizione, per i rischi misurabili, delle metodologie di quantificazione, tenuto conto del criterio di
proporzionalità;
 identificazione di meccanismi di controllo e attenuazione dei rischi misurabili e non misurabili;
 quantificazione del capitale interno assorbito dai rischi, confronto con il requisito patrimoniale minimo
(1° pilastro) e valutazione del livello di adeguatezza dei mezzi patrimoniali;
 valutazione dell’esposizione ai rischi e dell’adeguatezza del capitale in presenza di eventi eccezionali
ma plausibili (what-if analysis).
In base al processo ICAAP, FIDIS è esposta ai seguenti rischi:

rischi del 1° pilastro:
o rischio di credito;
o rischio operativo;

altri rischi:
o rischio di concentrazione;
o rischio di tasso di interesse;
o rischio strategico;
o rischio liquidità;
o rischio reputazionale;
o rischio da partecipazioni.
Ai sensi della summenzionata normativa di vigilanza, FIDIS è un intermediario di “Classe 3” e, pertanto,
1
Circolare della Banca d’Italia n. 216 del 5 agosto 1996 e successivi aggiornamenti
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utilizza per i rischi del 1° pilastro le stesse metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari.
Relativamente ai rischi non inclusi nel 1° pilastro, FIDIS misura tali rischi secondo metodologie proprie
ovvero predispone sistemi di controllo e attenuazione adeguati. Sono state, inoltre, effettuate delle prove di
stress sul rischio di credito e sul rischio di tasso di interesse per valutare l’impatto in termini di assorbimento
patrimoniale.
Identificate le tipologie di rischio a cui la Società è esposta e le relative metodologie di calcolo, viene
determinato l’ammontare di Capitale Interno Complessivo come somma dei singoli requisiti patrimoniali
necessari a fronteggiare ogni singolo rischio misurabile. Le componenti patrimoniali destinate a fronteggiare
il Capitale Interno Complessivo coincidono con quelle incluse nel Patrimonio di vigilanza.
La valutazione dell’adeguatezza patrimoniale è svolta a livello consuntivo al 31 dicembre 2013, e prospettico
al 31 dicembre 2014, sulla base del piano di previsione (budget) con orizzonte annuale che prende in esame
tutte le variabili rilevanti dell’andamento economico e finanziario della Società (numero dei rapporti e
volumi di impiego per forma tecnica e settore, tassi e commissioni attive e passive, capitale investito netto,
indebitamento, costi di struttura e loro allocazione).
La tabella sottostante è relativa al calcolo del requisito patrimoniale consuntivo al 31 dicembre 2013 e
stimato al 31 dicembre 2014 secondo le disposizioni di vigilanza sul 1° pilastro.
31-dic-2013
Importi in Euro/000
1.b) Requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di credito
31-dic-2014
25.749
34.427
-
-
3.216
3.096
207.602
217.332
-109.829
-109.500
97.773
97.832
i) Coefficiente patrimoniale totale
20,25%
15,64%
ii) Coefficiente patrimoniale di base
43,00%
33,15%
-
-
1.c) Requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di mercato
1.d) Requisiti patrimoniali a fronte dei rischi operativi
1.e) Ammontare del patrimonio di vigilanza suddiviso in:
i) Patrimonio di Base
ii) Patrimonio Supplementare
iii) Patrimonio di Vigilanza Complessivo
1.f) Coefficienti Patrimoniali
1.g) Patrimonio di Vigilanza di 3° livello
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Tavola 2.
Rischio di credito: informazioni generali
2.a) Metodologie adottate nella determinazione delle rettifiche di valore
i) Criteri di definizione dei crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzati ai fini contabili
FIDIS, nell’ambito delle proprie procedure amministrative interne, ha recepito le disposizioni della Banca
d’Italia circa i criteri di classificazione dei crediti scaduti e deteriorati, al fine di garantire correttezza,
completezza e coerenza dei dati riportati nelle Note integrative dei bilanci annuali ed infrannuali con quelli
trasmessi nelle segnalazioni all’Autorità di vigilanza.
Più in particolare FIDIS identifica come:

Crediti in sofferenza: il debitore o il concessionario revocato, in stato d’insolvenza o in situazioni
sostanzialmente equiparabili, la cui posizione creditoria sia stata interamente oggetto di svalutazione
individuale nel mese della chiusura contabile di riferimento e approvata dal Comitato Crediti.

Attività incagliate: le esposizioni creditorie relative al debitore o al concessionario operante che si
trovano in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un
congruo periodo di tempo. Tra le esposizioni incagliate sono incluse (c.d. “incagli oggettivi) le
esposizioni scadute in via continuativa da oltre 270 giorni, ai fini della verifica del carattere di
continuità dello scaduto nell’ambito dell’operatività di factoring si precisa che in caso di eventuali
ritardi dovuti a contestazione nelle forniture, la continuità dello scaduto si interrompe sino a
conclusione delle contestazioni medesime. Queste posizioni creditorie sono segnalate al Comitato
crediti.

Attività ristrutturate: in tale ambito sono considerate le posizioni creditorie per le quali un
intermediario, a causa del deterioramento economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche
delle originarie condizioni contrattuali, che diano luogo ad una perdita. Sono concordati “piani di
rientro” autorizzati dal Comitato Crediti, con benestare dei garanti, che possono anche modificare le
condizioni contrattuali originarie (storno interessi di mora) e determinare una perdita.

Attività scadute: sono considerate esposizioni scadute le posizioni creditorie diverse da quelle
classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che alla data di riferimento della
segnalazione, sono scadute in via continuativa da oltre 90 giorni. Ai fini della verifica del carattere di
continuità dello scaduto nell’ambito dell’operatività di factoring si precisa che in caso eventuali ritardi
dovuti a contestazione nelle forniture, la continuità dello scaduto si interrompe sino a conclusione delle
contestazioni medesime.
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ii) Metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore
I crediti iscritti in bilancio sono valutati al costo ammortizzato.
Il costo ammortizzato è rappresentato dal valore al quale il credito è rilevato inizialmente, ovvero il fair
value incrementato degli eventuali costi di transazione direttamente attribuibili all’acquisizione, al netto dei
rimborsi di capitale e di qualsiasi svalutazione diretta o indiretta, e maggiorato o ridotto dell’ammortamento
complessivo della differenza tra valore iniziale e valore a scadenza.
Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile
l’effetto dell’applicazione dell’attualizzazione. Questi crediti vengono valorizzati al costo storico.
La Società verifica in primo luogo se esiste un’evidenza oggettiva di impairment per specifiche voci di
credito che sono singolarmente significative, determinando l’eventuale svalutazione individuale da
apportare. Successivamente si determina l’eventuale svalutazione da apportare su base collettiva al restante
monte dei crediti.
Valutazione individuale
Si considerano tutti i singoli crediti per i quali esiste una oggettiva condizione di inesigibilità parziale o
totale. In particolare, ai fini del calcolo, sono considerate le seguenti categorie di crediti:
–
crediti relativi a clienti in manifesta difficoltà finanziaria (incagli, ristrutturazioni, scaduti);
–
crediti in sofferenza (procedure legali di tutela del credito, procedure stragiudiziali, concordato
preventivo, pratiche concorsuali, fallimento).
Valutazione Collettiva
Il monte crediti è costituito da tutti i crediti che non sono stati oggetto di valutazione individuale, nonché dai
crediti che, a posteriori rispetto alla valutazione individuale, non sono stati oggetto di rettifica.
La ripartizione dei crediti avviene in base alla tipologia di prodotto, in funzione del loro differente livello di
rischiosità.
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2.b) Esposizioni creditizie nette vs/clientela : ripartizione per tipologia di esposizione e di
controparte
Importi in Euro/000
Esposizioni creditizie nette per cassa
Esposizioni creditizie nette per firma
Totale
614.705
73.324
688.029
2.c) Esposizioni creditizie nette vs/clientela: ripartizione per tipologia di esposizione e area
geografica2
Importi in Euro/000
Nord Italia
Centro Italia
Sud Italia
Estero
Totale
Esposizioni creditizie per cassa
Esposizioni creditizie per firma
67.222
7.611
303.162
8.810
53.426
0
190.895
56.903
614.705
73.324
2.d) Esposizioni creditizie nette: ripartizione per tipologia di esposizione e settore economico
Importi in Euro/000
Esposizioni creditizie per cassa
Altre istituzioni finanziarie
monetarie: banche
Altri intermediari finanziari
Amministrazione centrali/locali
Ausiliari finanziari
Società non finanziarie
Imprese private
Quasi società non finanziarie:
artigiane
Amministrazioni pubbliche estero
Società finanziarie estero
Società non finanziarie estero
Totale
Esposizioni creditizie per firma
-
-
8
237.538
502
185.762
16.422
-
-
12.611
178.284
614.705
38.135
18.767
73.324
2.e) Vita residua contrattuale dell’esposizione creditizia netta per cassa
Importi in Euro/000
Fino a 3 mesi
3 - 6 mesi
6 - 12 mesi
1 - 5 anni
5 - 10 anni
Oltre 10 anni
Durata indeterminata
Totale
2
495.366
26.232
3.803
88.248
1.056
614.705
La ripartizione per settore economico ed area geografica, limitatamente al portafoglio factoring, è stata effettuata rispetto al debitore ceduto.
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(2.f.i) Esposizioni deteriorate ripartite per settore economico
Importi in Euro/000
Settore Economico
Amministrazioni locali
Quasi società non finanziarie:
artigiane
Quasi società non finanziarie: altre
Imprese private
Famiglie consumatrici/produttrici
Società non finanziarie estero
Totale
Esposizioni Deteriorate
Esposizioni Scadute
28
141
-
214
7.560
615
33
8.591
-
(2.f.ii) Rettifiche di valore complessive ripartite per settore economico
Settore Economico
Quasi società non finanziarie:
artigiane
Quasi società non finanziarie: altre
Imprese private
Famiglie consumatrici/produttrici
Totale
Esposizioni Deteriorate
Esposizioni Scadute
141
-
214
6.565
615
7.535
-
(2.f.iii) Rettifiche di valore effettuate nel periodo di riferimento ripartite per settore
economico
Settore Economico
Quasi società non finanziarie:
artigiane
Quasi società non finanziarie: altre
Imprese private
Famiglie produttrici
Totale
Esposizioni Deteriorate
Esposizioni Scadute
-
-
0
-
(2.g.i) Esposizioni deteriorate ripartite per aree geografiche significative
Importi espressi in Euro/000
Area geografica
Nord Italia
Centro Italia
Sud Italia
Estero
Totale
Esposizioni Deteriorate
Esposizioni Scadute
678
5.465
2.415
33
8.591
-
(2.g.ii) Rettifiche di valore complessive ripartite per aree geografiche significative
Area geografica
Nord Italia
Centro Italia
Sud Italia
Estero
Totale
Esposizioni Deteriorate
Esposizioni Scadute
656
4.492
2.387
7.535
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-
2.h) Dinamica delle rettifiche di valore complessive per le esposizioni deteriorate
(i) Modalità di determinazione delle rettifiche di valore
Le modalità di determinazione delle rettifiche di valore per le esposizioni deteriorate sono illustrate nel
precedente paragrafo 2.a.ii).
Importi in Euro/000
Rettifiche di valore specifiche
ii) Saldo iniziale delle
rettifiche di valore totali
iii) Cancellazioni effettuate nel
periodo
iv) Rettifiche di valore
effettuate nel periodo
v) Riprese di valore effettuate
nel periodo
vi) Altri aggiustamenti3
vii) Saldo finale delle rettifiche
di valore totali
3
Riclassifica rettifiche di valore su variazioni di status.
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Rettifiche di valore di portafoglio
10.738
-
(2.598)
-
-
-
(515)
-
(90)
-
7.535
-
Tavola 3.
Rischio di credito: informazioni sui portafogli assoggettati al metodo
standardizzato
FIDIS utilizza esclusivamente il metodo standardizzato semplificato per la determinazione del requisito
patrimoniale sul rischio di credito per il primo pilastro. Conseguentemente non vi sono portafogli
assoggettati al metodo standardizzato.
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Tavola 4.
Tecniche di attenuazione del rischio
Le garanzie sono ritenute non significative: FIDIS non si avvale di tecniche di attenuazione per la
determinazione del requisito patrimoniale sul rischio di credito per il primo pilastro.
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Tavola 5.
Operazioni di cartolarizzazione
FIDIS non ha operazioni di cartolarizzazioni in essere.
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Tavola 6. Rischio di tasso di interesse su posizioni incluse nel portafoglio
immobilizzato
6.a) Metodologie adottate nella misurazione del rischio di tasso di interesse
(i) Natura del rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso di interesse di FIDIS è limitato alla porzione di impieghi che eventualmente non
riproducono le caratteristiche della provvista. La politica di gestione del rischio di tasso di interesse della
Società è conforme alle policy di FIAT S.p.A, società Capogruppo da cui FIDIS è indirettamente controllata.
Tale policy prevede che le società finanziarie del GRUPPO FIAT si finanzino con modalità che riproducono
le caratteristiche dell’impiego, in modo da mantenere l’esposizione a rischi di tasso entro limiti massimi
prestabiliti. In nessun caso tale limite supera il 15% in termini di Duration Gap tra il profilo dell’Attivo e
quello del Passivo.
In particolare FIDIS detiene prevalentemente attività e passività a tasso variabile o a tasso fisso in un
orizzonte temporale di breve periodo (da 45 a 120 gg). L’orizzonte di breve periodo e il costante
allineamento dei nuovi contratti ai tassi di mercato riducono sensibilmente l’esposizione al rischio di tasso.
(ii) Ipotesi di fondo utilizzate nella misurazione e gestione del rischio di tasso di interesse
La metodologia di calcolo di tale rischio misura la valutazione dell’impatto sul patrimonio di FIDIS di una
variazione parallela della curva dei tassi di 200 bp e richiede i seguenti passi:
-
la classificazione delle attività fruttifere e delle passività onerose in fasce temporali;
-
la ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia;
- la somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce.
L’importo ottenuto viene rapportato al patrimonio di vigilanza ottenendo l’indice di rischiosità, la cui soglia
di attenzione è fissata al 20%. Per valori dell’indice inferiori a tale soglia, FIDIS non è esposta al rischio di
tasso di interesse e quindi non vi è assorbimento di capitale. Qualora l’indicatore risulti uguale o superiore
alla soglia, si provvede a calcolare la quota di rischio in esubero e a ponderarla per la probabilità stimata di
accadimento dello scenario di variazione dei tassi. Il prodotto determina il capitale assorbito dal rischio.
Si specifica, inoltre, che tutte le esposizioni creditizie detenute da FIDIS sono in valuta domestica (Euro) e
non includono crediti con opzione di rimborso anticipato né depositi non vincolati.
(iii) Frequenza di misurazione del rischio di tasso di interesse
La misurazione del rischio di tasso d’interesse è svolta con frequenza di norma trimestrale.
6.b) Misurazione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio immobilizzato
Importi in Euro/000
Shock tassi
Δ Valore economico
Patrimonio di Vigilanza
Soglia di attenzione
± 200 punti base
2.125
97.773
19.555
Poiché il Δ Valore Economico è pari a Euro 2,1 milioni ed è, conseguentemente, minore rispetto alla soglia
di attenzione (20% del PV), pari a Euro 19,6 milioni, non vi è assorbimento di capitale per il rischio di tasso
di interesse.
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Tavola 7.
Esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio
immobilizzato
FIDIS non detiene esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio immobilizzato.
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FIDIS S.p.A. Informativa al pubblico sui rischi e sull