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Altezza e arretramento sella
Guida pratica sulle definizioni e metodi di misurazione teorici.
di Giuseppe De Servi
L’altezza della sella ed il suo arretramento sono due valori molto importanti per
posizionarsi correttamente in bicicletta, e sono vincolati tra loro da una strettissima
relazione: è impossibile apportare anche una pur minima modifica all’una
senza di conseguenza modificare l’altro.
Definizioni:
L'altezza della sella
Per altezza di sella si intende la distanza esistente tra il centro del movimento
centrale ed il centro anatomico della sella.
Per “centro anatomico” si intende il punto esatto in cui la larghezza della sella
corrisponde a 72 mm
Nella maggior parte delle selle in commercio questo punto si trova a 120mm dalla
parte posteriore della stessa , tuttavia ritengo ancor corretto individuare
manualmente sulla singola sella che vado a montare sulla mia bicicletta (bdc o mtb
che sia) il punto esatto e poi usare questo come riferimento (fig.1).
(fig.1)
Altezza e Arretramento Sella Mini-Guida Pratica
Giuseppe De Servi per ciclismopassione.com
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Arretramento della sella
Per arretramento sella invece si intende la distanza (in orizzontale) esistente tra la
linea verticale immaginaria passante per il centro del movimento centrale e la
parte posteriore della sella (fig.2)
(fig.2)
In molti casi l’arretramento sella viene indicato prendendo come riferimento la sua
punta, ma a parere mio essendoci in commercio selle di varie lunghezze si
andrebbe a commettere un grosso errore nel posizionare la sella perché nel valore
espresso dalla distanza di arretramento si tiene conto della posizione del centro
anatomico della sella stessa.
Come già in precedenza accennato questi due valori sono strettamente correlati: se
vado ad alzare la sella ( il cannotto reggisella si muove su un asse inclinato, con
angolo pari all’angolo piantone) di conseguenza vado ad aumentare il valore
dell’arretramento.
Se al contrario, vado ad abbassare la sella, di conseguenza vado a ridurre il valore
dell’arretramento.
Il rapporto esistente tra i due (dipende essenzialmente dal valore dell’angolo
piantone) è di circa 10:3, ossia per ogni 10mm di variazione (in più o in meno)
dell’altezza si avrà di conseguenza una variazione di circa 3mm (in più o in meno)
dell’arretramento .
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Dopo questa piccola spiegazione però nasce quasi spontanea la domanda:
“Ma allora qual’è la posizione ottimale della sella sia in
altezza che in arretramento?”
Cercherò ora di dare una risposta ad un argomento che riempie articoli di riviste
specializzate e forum di appassionati sul web.
La teoria dice che sia l’altezza che l’arretramento della sella devono permettere
alla gamba di erogare la massima potenza possibile in fase di spinta, ma nel
contempo permettere il recupero del pedale senza dispendio di energia , la
classica pedalata rotonda.
La sella non deve essere troppo bassa, perché la gamba non deve avere difficoltà a
superare il punto morto superiore (PMS) e non deve essere troppo alta perché la
muscolatura della gamba deve essere in grado di prepararsi ad effettuare in modo
ottimale la fase di spinta; per cui con pedivella al punto morto inferiore (PMI) la
gamba non deve risultare completamente distesa, ma essere leggermente flessa
(esistono degli studi scientifici sul valore ottimale dell'angolo corretto tra femore e
tibia).
La sella poi non deve essere troppo arretrata ne troppo avanzata, perché con
pedivella orizzontale in avanti la gamba deve essere in grado di scaricare tutta la
sua forza sul pedale in modo da evitare ogni dispersione di potenza , ma anche
premettere una certa fluidità di movimento nell’intero ciclo della pedalata.
7 Metodi di misurazione dell’altezza
Le due misure pur essendo a loro volta dipendenti dalle misure degli arti inferiori del
ciclista, possono essere individuate (come valori indicativi per un primo
posizionamento, modificabile poi nel tempo per sensazioni provate una volta in
sella) utilizzando dei parametri che voglio elencare ed illustrare qui di seguito:
Metodo dell’altezza cavallo x 0.883 (Greg Lemond)
Metodo dell’altezza cavallo x 0.885 (Bernard Hinault)
Metodo della pedalata all’indietro con appoggio del tallone sul pedale
Metodo dell’angolo di flessione al ginocchio con pedale orizzontale nel punto
morto inferiore
• Metodo dell’altezza cavallo x 1.06÷1.09
• Metodo della posizione di equilibrio con l’appoggio della punta dei piedi
• Metodo del filo a piombo
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Qualche piccola spiegazione sull’applicazione dei vari metodi vi renderà più
semplice la comprensione di cosa significhi posizionare correttamente la sella:
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Metodo Lemond e Metodo Hinault
I primi due metodi, definiamoli “Metodo Lemond” e “Metodo Hinault”, sono molto
simili tra loro differiscono solamente nel coefficiente di moltiplicazione del cavallo
(fig.3) e definiscono l’altezza di sella come la misura dal centro del movimento
centrale al piano della sella seguendo il prolungamento del tubo piantone, con
la sella centrata rispetto ad esso (il centro anatomico si trova in questo caso proprio
in corrispondenza dell’asse del tubo piantone).
(fig.3)
Tutto questo considerando l’utilizzo di pedivelle da 170mm, per cui adottando
pedivella da 172.5 oppure 175 occorrerà sottrarre alla misura determinata dal
calcolo 2.5 oppure 5mm.
Un esempio:
atleta con 840mm di Cavallo,
Altezza di sella con il Metodo Lemond
Hs=Cv*0.833 = 840*0.883= 741.72 mm circa 742mm;
Altezza di sella con il Metodo Hinault
Hs = Cv*0.885 = 840*0.885= 743.5mm circa 743mm
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Metodo della pedalata all’indietro con appoggio del tallone sul
pedale
Con questo metodo, la regolazione sella ottimale si ottiene quando . effettuando
una pedalata contraria (all’indietro) il tallone appoggia perfettamente sul pedale con
la gamba completamente distesa. (fig.4).
Secondo questo metodo durante la pedalata non si devono evidenziare movimenti
oscillatori del bacino.
C’è da dire che con questo tipo di misurazione l’altezza di sella risulta inferiori agli
altri metodi possibili e con un rendimento perciò della pedalata abbastanza scarso.
(fig.4)
Metodo dell’angolo di flessione al ginocchio con pedale
orizzontale nel punto morto inferiore.
Il quarto metodo si avvale di una sperimentazione scientifica effettuata da alcuni
fisiologi americani nell’arco di un decennio e si basano sulla potenza espressa in
relazione al dispendio energetico, individuando un range per il calcolo
dell’altezza ottimale compreso tra 1.06 e 1.09 volte il valore del cavallo.
Nella misura sarà poi da sottrarre la lunghezza delle pedivelle utilizzate.
Esempio :
Utilizzando le misure del ciclista precedente, con pedivelle (Lp) da 172.5mm
potremo posizionare la sella alle seguenti misure:
Hs1=(Cv*1.06)-Lp=(840*1.06) -172.5= 717.9mm circa 718mm
Hs2=(Cv*1.07)-Lp=(840*1.07) -172.5= 726.3mm circa 723mm
Hs3=(Cv*1.08)-Lp=(840*1.08) -172.5= 734.7mm circa 735mm
Hs4=(Cv*1.09)-Lp=(840*1.09) -172.5= 743.1mm circa 743mm
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Metodo della posizione di equilibrio con l’appoggio della punta dei
piedi.
Questo metodo è il più empirico e approssimativo di quelli illustrati, ma viene ancora
molto utilizzato. Ci si deve sedere in sella e mantenersi verticali a gambe tese, con
le punte dei piedi distese a toccare il pavimento.
Questo metodo ancor più degli altri determina un’altezza sella molto inferiore a
confronto degli altri metodi fin qui descritti.
Metodo dell’angolo di flessione al ginocchio con pedale
orizzontale nel punto morto inferiore.
Questo metodo (fig.5) è molto interessante e richiede l’utilizzo di un goniometro
particolare (per la misurazione dell’angolo femore / tibia) oppure di video-camere
collegate ad un pc dotato di un software per la video-analisi.
L’altezza ideale della sella, quindi si ha quando la flessione del ginocchio con
gamba nel punto morto inferiore ha un determinato valore.
Il valore dell’angolo definito dall’americano Andy Pruitt e poi confermati dall’italiano
Zeno Zani è pari a 150°-155° (25°-30° di flessione).
(fig.5)
Si tratta di valori misurati in situazione statica, in cui il piede viene posizionato in
posizione “neutra”, mentre poi nella situazione reale il movimento della caviglia
partecipa in maniera attiva al ciclo della pedalata modificando tali valori.
Quindi sarebbe corretto posizionarsi in sella individuando l’altezza di sella
considerando gli angoli, ma poi analizzare anche la situazione dinamica della
pedalata. E’ quindi più corretto considerare e valutare il comportamento del piede
durante la pedalata.
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La misurazione dell’arretramento sella.
Il metodo KOPS (con varianti Pruitt e Zani)
Per la verifica dell’arretramento il metodo più utilizzato è quello del filo a piombo.
Questo metodo detto metodo KOPS (fig.6) , ed alcune piccole varianti (vedi Pruitt
fig. 7 in riferimento alla linea" a" e Zani fig.7 in riferimento alla linea "b", ma che
riconducono tutti alla medesima posizione) non ha alcuna base scientifica, ma resta
ancora quello di riferimento per quanto riguarda la determinazione del valore
dell’arretramento.
Ecco come si sviluppa:
Dopo aver posizionato le pedivelle perfettamente orizzontali, si posiziona
perfettamente orizzontale anche il pedale più vicino alla ruota anteriore.
Si posiziona il filo a piombo qualche millimetro più indietro della punta del ginocchio
e per avere un corretto arretramento il filo deve passare per il centro dell’asse del
pedale.
In questo modo, dicono, si scarica nella maniera corretta tutta la forza sul pedale
senza alcuna dispersione.
(fig.6)
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(fig.7)
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Quelli che abbiamo analizzato sono tutti calcoli teorici e come sempre le formule
restituiscono come risultato dei valori “asettici” che non tengono conto che siamo
delle persone ed ognuno con specifiche caratteristiche personali diverse l’uno
dall'altro ma si basando su risultati statistici.
Si tratta quindi di un ottimo punto di partenza, ma poi è necessario valutare
l’insieme “uomo / bicicletta” nel caso specifico.
Oltre alle pedivelle, il tipo di scarpe, il tipo di tacchette e pedali utilizzati occorre
tenere conto anche della mobilità dell’atleta, della sua flessibilità muscolare, delle
sue attitudini e soprattutto ascoltare le sensazioni che prova nel testare la posizione
adottata.
A mio parere personale, visto che dobbiamo utilizzare un mezzo meccanico per fare
al meglio, divertendoci la nostra più grande passione, ogni volta che sento parlare
del posizionamento maniacale in bdc o mtb per "andare" più forte mi torna in mente
una frase di Andy Pruitt scritta in un suo libro, la cito in inglese e poi dò la mia
interpretazione:
"MAKE THE BIKE FIT YOUR BODY DON’T MAKE YOUR BODY FIT THE BIKE"
Cioè in parole spicce: adatta l'assetto della tua bicicletta al tuo corpo, alle tue
caratteristiche fisiche (uniche e personalissime) e non il contrario, cercando di
costringere il corpo ad adattarsi alla bicicletta.
Un ciclista di 50 anni non avrà certo la flessibilità articolare di un ventenne; un
ciclista in sovrappeso non potrà certo avere l'assetto "aerodinamico" di un ciclista
dal peso forma perfetto e così via...
Io stesso nell'arco degli anni, partendo dall'assetto ottimale definito, ho spesso ( e lo
faccio tutt'ora ) modificato la mia posizione in sella perchè l'età avanza, gli impegni
di famiglia e lavoro riducono il tempo da dedicare all'allenamento in bicicletta, alla
ginnastica allo stretching, i muscoli si accorciano riducendo la flessibilità, la schiena
si irrigidisce e la pancetta...
Il punto su cui mi sento di insistere, perché ci credo fermamente, è che non basta
mettersi nelle mani di uno specialista, per quanto bravo. Dobbiamo conoscere
noi stessi come fare almeno le regolazioni base, dobbiamo sapere perché ci viene
fatta quella data regolazione , dobbiamo soprattutto imparare ad ascoltare i segnali
del nostro corpo mentre pedaliamo.
Questa conoscenza ci permetterà di essere sempre in grado nel tempo, di adattare
la nostra specialissima alle esigenze variabili del nostro corpo.
Giuseppe De Servi
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