A caccia con: Benelli Nova calibro 12 Super Magnum Nella passata stagione di caccia, l’autore ha testato per voi il celebre fucile a pompa della Benelli. Lo ha fatto in Toscana, impiegandolo nella caccia in battuta al cinghiale e in Sudafrica, nella caccia ad acquatici, lepri, otarde, faraone, francolini e colombacci Testo e foto di Alessandro Magno Giangio I l Benelli Nova in mio possesso reca matricola numero Z151197. Primo calibro 12 della casa urbinate camerato Super Magnum 89 mm con meccanismo di funzionamento a pompa, o slideaction e parti strutturali in tecnopolimero. Il Nova è stato progettato e costruito per soddisfare le richieste di versatilità e robustezza da parte di quei cacciatori abituati a cacciare in ambienti difficili, e che quindi cercano un’arma affidabile, sicura, polivalente e indistruttibile. Creato sia per impieghi sportivi e difensivi che venatori, il Nova funziona perfettamente con tutto il range di cartucce calibro 12 comprese tra i 70 e gli 89 mm. Quest’arma trova infatti impiego presso alcuni organi di polizia, presso privati che ne fanno uso per difesa abitativa e presso molti cacciatori amanti della caccia agli acquatici, ambito entro il quale il Nova è capace di resistere alle dure condizioni ambientali. Il limitato numero di parti che ne costituiscono l’assemblaggio, ne fanno un’arma semplice da smontare, quindi di facile e rapida manutenzione ordinaria e straordinaria. Tra l’altro, il cappellotto che si avvita sul serbatoio funge da unico attrezzo necessario per lo smontaggio dell’intera arma, mentre il pulsante Mag-Stop posto sotto l’astina, consente di estrarre la cartuccia in camera lasciando al suo posto quelle contenute nel serbatoio. Possiede anche la levetta del cut-off per estrarre la cartuccia in camera ed inserirne una «volante». Grazie al suo design e alla sua compassata ergonomia, il Nova assicura al tiratore comfort e rapidità d’imbracciamento. Nella configurazione Varichoke interno, il Nova viene proposto in due versioni, nero integrale e camo. Queste due versioni pesano entrambe 3.450 grammi con canna standard da 65 cm con bindella ventilata e mirino fluorescente: vengono fornite di serie con tre strozzatori: *, *** e ****. Sono disponibili anche due altre canne Varichoke con strozzatori interni, lunghe 61 cm e 70 cm: in opzione, strozzatori interni ** e CIL., strozzatori interniesterni * e ** che allungano la canna di 5 cm, prolunga serbatoio. Oltre a queste versioni, il Nova è disponibile in al- Di cappa Di19_068.indd 68 05/08/2004, 18.31.03 tre due configurazioni, la Slug - che è quella impiegata da me per le prove pratiche di questo servizio - e il Tactical. Il Nova Slug può essere acquistato con canna cilindrica da 47/50/61 cm Slug oppure con canna Slug Rigata da 61 cm cilindrica con camera da 76 mm Magnum: le tre canne slug cilindriche hanno mirino metallico fisso con tacca di mira regolabile trasversalmente (deriva), mentre la Slug Rigata ha una tacca di mira regolabile anche in alzo. Pesa 3.150 g escluso il riduttore di rinculo con canna da 50 cm. La versione Tactical invece, ha di serie la tacca di mira e il mirino Ghost Ring Sight con la slitta Rail, con funzioni di base per un collimatore a punto rosso o cannocchiale: pesa 3.200 g ed è disponibile solo con canna slug da 47 cm. In ogni caso, possedendo una qualsiasi delle versioni Nova, è possibile poi configurare l’arma in tutte le altre versioni acquistando come optional le varie parti desiderate, tranne il poter acquistare la canna ri- gata separatamente per un problema di diversa catalogazione. Io, come detto, possiedo la versione con canna slug da 50 cm cilindrica e tacca di mira regolabile, alla quale ho affiancato la canna con Varichoke interno con bindella ventilata da 65 cm cilindrica, dotata di cinque strozzatori interni più due strozzatori interni/esterni capaci di allungare di 5 cm la canna, per la caccia a pallini, in particolare agli acquatici. Alla mia arma ho ritenuto necessario montare il riduttore di rinculo al mercurio, il quale, abbinato al generoso calciolo di serie, mi ha sempre assicurato un ottimo rispetto della spalla e della mira. Il serbatoio ha una capienza di 4 colpi da 70 o da 76 mm e 3 da 89 mm, cui aggiungere il colpo in canna: ovvio che, di serie, dispone del fermo legale a due colpi nel serbatoio per gli impieghi venatori in Italia. L’arma si smonta facilmente, in pochissimi secondi, facilitando così la manutenzione ordinaria e quella straordinaria. Come accessori di supporto, ho montato una giberna da cinque colpi sul calcio dell’arma, nella quale inserisco quattro cartucce a diverse altezze, tutte col fondello rivolto verso il basso per un loro più rapido inserimento nel serbatoio. e di spada Di19_068.indd 69 05/08/2004, 18.32.23 BENELLI NOVA P erché il Nova - Avevo la necessità di possedere un fucile corto, maneggevole, robusto, insensibile a pioggia, neve, rovi e marruche, poco prone agli inceppamenti, con grande potere d’arresto per l’impiego a caccia del cinghiale in battuta e agli acquatici, sia in Italia che all’estero e, soprattutto, che fosse in grado di assicurarmi una buona intercambiabilità di canne, sia lisce con strozzatori che slug. Avevo sentito parlare molto bene dei vari Benelli M1, Super Black Eagle, Centro, M3 e dell’allora neonato M4, per cui ho deciso di affidarmi a queste valenti mani italiane. Tale scelta, a conti e prove fatte anche sull’altro Benelli in mio possesso, l’M3, mi vede felice e orgoglioso proprietario di queste due armi made in Italy, perfettamente rispondenti alle mie particolari esigenze venatorie. Mire - Di serie il Nova Slug monta un mirino fisso a pinna di squalo ed una tacca di mira regolabile soltanto in deriva, tramite una tacca a coda di rondine scorrevole su una basetta a parallelepipido fissata sopra la camera di scoppio, la quale può essere allentata, regolata e infine fissata, tra- notevole - di quest’arma, sia per la maggior distanza tra tacca e mirino, sia per la possibilità di avere regolazioni in altezza e deriva assai più fini. In ogni caso, per questo prolungato test durato tre stagioni di caccia, ho impiegato esclusivamente le mire originali, trovando tra l’altro le due munizioni giuste per un’ottimale regolazione dell’arma in elevazione; non vi nascondo però, che le cambierò al più presto, anche se, per far ciò, dovrò necessariamente sostituire l’intero pacchetto mire posizionato sulla canna, in quanto la diottra Ghost Ring necessita dell’apposito mirino, anch’esso regolabile in altezza, assai più alto dell’originale a pinna di squalo che è fisso. Sulla canna Varichoke da 65 cm, invece, ho notato una buona acquisizione di mira, grazie alla bindella ben strutturata e proporzionata; non mi è però piaciuto affatto il mirino fluo rosso, perché eccessivamente grosso, almeno per quello che è il mio personale stile di acquisizione della mira. Al poligono - Le prime indicazioni al poligono sono state le seguenti. Il Nova, nonostante la sua cameratura supermagnum, ovvero da 89 mm, ha dimostrato di rendere al meglio con palle Foster con A caccia con un fucile maneggevole, robusto, insensibile mite due viti orizzontali a brugola; purtroppo, non è possibile la regolazione della tacca di mira in elevazione. Per questo motivo, è necessario provare più tipi di munizione per trovare quella che più si avvicina alle nostre esigenze di tiro, in termini di distanza, qualora si opti per tenere l’arma con le sue mire originali. Tra l’altro, posizionare la tacca di mira sulla camera di scoppio non mi sembra una buona idea, per le vibrazioni e per il calore che possono inficiare i valori di taratura in caso di prolungato fuoco: a caccia, specie con arma slug, ciò non è che avvenga troppo spesso… tuttavia, il fatto di poter fissare una tacca di mira con diottra regolabile in deriva ed elevazione, tipo ad esempio una Ghost Ring o una TruGlo, sulla carcassa, quindi in posizione di molto più arretrata rispetto all’originale, aumenta a dismisura la precisione - già Di19_068.indd 70 cariche standard, ergo con le Remington Slugger (le migliori in assoluto quanto a precisione e, soprattutto, costanza di rendimento ottenibili) e le Federal Maximum, con le quali ho ottenuto rosate di 30 e 50 mm, rispettivamente, tutte ben centrate. Con le Winchester Super X 1600 fps, così come con altre munizioni più pepate, tipo le Federal Magnum, nonostante le rosate fossero altrettanto centrate, esse risultavano - logicamente - piuttosto «alte» oltreché più «dilatate», diciamo tra i 65 e i 90 mm: perciò, le ho portate a caccia ugualmente, ma solo per impiegarle a quelle poste che richiedevano tiri un po’ più lunghi, per non rischiare di dover fare compensazioni troppo pretenziose o, peggio, fantasiose. D’altra parte, le cartucce magnum, per il calibro 12, sono state concepite proprio per portare il tiro utile ben al di là dei 35 metri, ma la controparte è che poi a distanze minori è necessario compensare, e non di poco. Per questo motivo, ho evitato di provare altre munizioni magnum. Altra osservazione importante è che tutte le cartucce calibro 12 dotate di palla Foster impiegate salvo le Remington Slugger, hanno dato risultati non perfettamente omogenei, non tanto tra lotto e lotto, ma soprattutto - e addirittura - nell’ambito della singola confezione (da 5 cartucce). Mi spiego meglio: c’era 05/08/2004, 18.33.35 sempre una cartuccia su cinque che «volava» alta a destra. All’inizio avevo sospettato su una mia possibile, infelice, «ditata» ricorrente; ma poi, insistendo e spendendo soldi in cartucce, mi sono dovuto convincere di questa realtà che, ad onor del vero, avevo già più volte da altra bocca sentita e in alcuni testi già letta. Tale stranezza non è stata riscontrata con i caricamenti B&P con palle Big Game e Gualandi da me testati a parte, in poligono, con un Benelli M3 slug magnum con canna da 50 cm e mire metalliche: rosate abbastanza ben centrate e strette dai 50 ai 75 mm, sempre a 25 metri di distanza. Per quanto riguarda invece il comparto caccia a pallini, dato che amo mettermi alla posta degli acquatici, oche in particolare, per una questione di temperature e condizioni non omogenee, ho deciso di testare il fucile sul campo, ovvero in Sudafrica, dove, non potendomi portar dietro delle munizioni in quantità sufficiente per l’intero viaggio, ho provato il fucile con delle cartucce importate, italiane, della Nobel Sport e della Cheddite. Infatti, per il nostro viaggio, erano state messe a disposizione dell’organizzazione tre tipi di munizioni, due della Nobel Sport e una della Cheddite di Livorno, una delle quali assolutamente inadatta allo scopo, e due al limite dell’utilizzo, perlomeno per quei particolari contesti venatori, ovviamente. Il perché, lo rimando alla cronaca delle operazioni di caccia. A caccia al cinghiale - I miei test di caccia al a pioggia e rovi cinghiale in battuta si sono svolti con la mia squadra, l’Orecchio Nero di Mulinaccio (Monte Giovi 3/ A) nella Atc 4 FI. Eccovi i risultati. Selvatico numero 1. Munizione B&P palla Big Game. Distanza di tiro: 45 m circa. Angolo di tiro: 60° circa in basso. Posizione del cinghiale: di perfetto taglio in corsa rapida verso l’alto. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: meno di un metro. Punto di penetrazione del proiettile: fine collo/inizio spalla destra. Peso dell’animale: 80 Kg circa, maschio. Note. Fa piacere veder lavorare così bene una palla - tantopiù italiana - ad una distanza già notevole, perdipiù su un verro di cospicua mole. Quello che mi ha stupito è che se date un’occhiata attenta alla palla, noterete che si è schiacciata e deformata per non più di un terzo della propria lunghezza, mantenendo quindi quasi tutto il peso e, nel contempo, cedendo tutta l’energia disponibile e penetrando perdipiù piuttosto a fondo nel corpo del selvatico. Questa nuova palla quindi, riesce ad unire più caratteristiche positive possibili, tralasciandone alcune non altrettanto positive che vedremo, più avanti, son peculiari di altre tipologie e produzioni. Nota importante: il costo di questa munizione è del 30% inferiore rispetto ai caricamenti made in USA. Selvatico numero 2. B&P palla Gualandi. Distanza di tiro: 15 m circa. Angolo di tiro: 10° circa in alto. Posizione del cinghiale: di fianco sx in trotto lento verso l’alto. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: fermato sul posto. Punto di penetrazione del proiettile: spalla sx/cuore. Peso dell’animale: 60 Kg circa, femmina. Commenti. La palla ha subito un notevole schiacciamento laterale dovuto all’attraversamento delle grosse e robuste ossa della spalla: nonostante ciò, la buona Gualandi è penetrata sino a dove ha potuto e ha ceduto tutta l’energia disponibile, raggiungendo il massimo del lavoro richiesto, ossia l’abbattimento immediato del selvatico sul posto. La Gualandi, grazie alla sua forma e conformazione tronco-conica, è una delle poche palle capaci di attraversare il selvatico per un lungo tratto interno, interessando quindi più organi e più tessuti rispetto a palle di forme più piatte che tendono a far dell’energia ceduta la loro principale caratteristica di letalità. Nota importante: il costo di questa munizione è del 30% inferiore rispetto ai caricamenti made in USA. La carcassa e il calcio del Nova costituiscono un corpo unico in Tecnopolimero, un materiale in grado di assicurare all’utente grande resistenza alle alte come alle basse temperature. Il grip ad orientamento variabile e l’astina che scorre liberamente sulla carcassa, conferiscono fluidità di movimento e massima velocità di tiro. L’alto calciolo in gomma è stato studiato in modo tale da rendere il rinculo dell’arma morbido e contenuto: in ogni caso, per rendere il rinculo ancora più morbido, Benelli offre un utile ed efficace riduttore di rinculo da inserire nel calcio dell’arma 71 Diana Di19_068.indd 71 05/08/2004, 18.33.51 BENELLI NOVA S elvatico numero 3. Munizione Winchester Super-X 1600 fps palla Foster. Distanza di tiro: 25 m circa. Angolo di tiro: 20° circa in basso. Posizione del cinghiale: di fianco dx in corsa rapidissima verso destra in alto. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: 30 metri, poi si è accasciato al suolo impossibilitato a rialzarsi. Punto di penetrazione del proiettile: reni. Peso dell’animale: 55 Kg circa, femmina. È stato necessario un secondo colpo ravvicinato per abbattere il selvatico. Note. Il reperto in questione, in due pezzi semidistrutti, è naturalmente quello del primo colpo piazzato alle reni, non il secondo ravvicinato, resosi necessario per l’abbattimento (intendiamoci: l’animale si era fermato al suolo e non si sarebbe più rialzato). Qui bisogna fare innanzitutto un commento, in generale, riguardo le munizioni calibro 12 a palla Foster più spinte quanto a carica di polvere, quindi più veloci, e quelle magnum (come carica, non come palla più pesante). A corta o, peggio, cortissima distanza, tendono a disfarsi in più segmenti creando ampie ferite superficiali - di grave entità e spessore, ma sempre ferite superficiali… - seppur cedendo gran parte dell’energia. Ora, quanta energia e se tale energia possa fermare, comunque, un grosso animale, è difficile stabilirlo. Però, a tal proposito, vi dico che insieme all’animale qui in questione, da me poi abbattuto, ne sono arrivati altri quattro di pari stazza fisica, a tre dei quali ho sparato, sempre con la stessa munizione, colpendone due che, pur con grandi e importanti ferite, hanno continuato la loro corsa per al- si desidera ottenere qualcosa in più dalle vecchie americane si passi alle Foster Magnum da 76 mm. Le palle Foster standard con carica Magnum o «pompate» fanno più feriti che morti; si badi bene: perlomeno a cortissima e corta distanza. Sì perché la storia cambia notevolmente qualora tali munizioni vengano impiegate a media e lunga distanza (cosa che ho fatto e che farò utilizzandole solo alle poste con tiri lunghi), che sono poi le distanze per le quali tali munizioni, in verità, son state progettate e sviluppate per funzionare al meglio… Le Winchester Super X 1600 fps 70 mm e le Federal Classic Magnum da 70 mm, che già al poligono avevano dimostrato chiaramente di prediligere le lunghe distanze per una precisione ottimale (50 metri e oltre), hanno poi dimostrato come tale tendenza si rifletta necessariamente sulle loro qualità balistiche terminali. Punto. Semmai bischero io (ovvio, col senno di poi…) a tirarle a corta distanza. Da ciò si evince che non esiste una munizione perfetta né una munizione scadente: esistono piuttosto munizioni che il cacciatore deve conoscere perfettamente, al poligono come sul campo di caccia, perché le possa poi impiegare nel più corretto e congeniale contesto secondo le loro specifiche progettuali. Non senza gli opportuni aggiustamenti degli organi di mira o, al limite, delle giuste compensazioni nel tiro. Selvatico numero 4. Munizione Remington Slugger palla Foster. Distanza di tiro: 40 m circa. Angolo di tiro: E veniamo ad esaminare i risultati del tiro sugli altri tri 60 metri almeno (sono stati poi abbattuti entro le due poste situate al mio lato destro). Quindi, il commento un po’ negativo fatto sulle Foster troppo «pompate» trova ulteriore conforto nel quadro generale di più colpi sparati a diversi animali delle stesse dimensioni, proprio alla stessa distanza di ingaggio, nel medesimo contesto. In più, su 8 colpi tirati (ho ricaricato 2 volte), soltanto 3 sono andati a segno - e male - sintomo evidente che colpivo dove non miravo vista la corta distanza. Compensare le mire quando l’animale corre veloce, ancora non è il mio forte. A mio parere, se si desidera impiegare le Foster per sfruttare la loro imbattibile precisione, o ci si accontenta della loro normale potenza utilizzando caricamenti standard (ce ne sono di ottimi, come vi dimostreranno i due reperti 6 e 7 qui di seguito), oppure, se proprio Di19_068.indd 72 70° circa in basso. Posizione del cinghiale: di fianco sx a lento trotto verso sinistra in basso. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: fulminato sul posto. Punto di penetrazione del proiettile: spina dorsale all’altezza della spalla sx. Peso dell’animale: 65 Kg circa, femmina. Note. Primo: il proiettile è andato esattamente dove ho mirato, il che è tantissimo per un colpo calibro 12 tirato a 40 metri. In più, si noti che a 40 metri si è schiacciato soltanto per un terzo della lunghezza ed è penetrato sino all’apice basso dello sterno fermandosi sulla cotenna interna. La cessione di energia magari è un tantinello inferiore ai Foster di altri produttori, ma penetra molto di più… Secondo: un’ora e mezzo dopo l’abbattimento di questo sog- 05/08/2004, 18.34.26 Tortore e colombi a go-go Questo tipo di caccia, in Sudafrica, è l’ideale per quelli che amano sparare oltre 1000 cartucce al giorno. Io posso farlo per due mezze giornate, magari tra le prime del viaggio per prendere dimestichezza con l’arma; poi mi stufo. Ma capisco benissimo quei cacciatori amanti di questo genere di caccia: essi sappiano che qui getto, me n’è capitato un altro dello stesso sesso e dimensioni, sempre a lento trotto, presentatosi su fianco destro al quale ho tirato a non più di 7-8 m di distanza: i risultati terminali sono stati quasi i medesimi, visto che l’ho colpito dove ho mirato, cioè alla spina dorsale sopra la spalla destra. Ha percorso tre metri ed è crollato. Purtroppo, non ho potuto recuperare la palla di questo secondo soggetto. Ma questa doppia cattura mi ha consentito di capire qualcosa di importante in più su questa fantastica munizione: è più precisa rispetto agli altri caricamenti Foster perché la palla è leggermente sovradimensionata e quindi aderisce meglio sulle pareti della canna in fase di uscita; è costante perché la Remington - e l’ho potuto constatare anche in altre munizioni, in altri calibri - è una ditta capace cinghiali della... prova di offrire caricamenti precisi, probabilmente «al decimo di grano di polvere»; possiede superiori doti di penetrazione senza frammentazione come attestato dal reperto, dovute all’indurimento della lega della palla Foster impiegata da Remington; offre pressoché medesime prestazioni quanto alle varie distanze normali di caccia in battuta. Ne esistono due ulteriori versioni, una sempre da 70 mm ma con dose di polvere maggiorata, ed una Magnum da 76 mm con palla più pesante: le proverò al più presto perché son curioso di vederle all’opera sia al poligono che sul campo di caccia. Selvatico numero 5. Munizione Federal Classic Maximum palla Foster. Distanza di tiro: 15 m circa. Angolo di tiro: 45° circa, in basso. Posizione del cinghiale: di fianco dx a lento trotto verso destra. Spazio percorso dal cinghiale metteranno a dura prova i loro fucili e le loro spalle - e i loro orecchi, che consiglio di proteggere con cuffie. Per quanto riguarda le specie disponibili, ho notato almeno tre specie di tortore, una o due specie di colombacci e una specie di colombo selvatico. Ogni tanto passava anche qualche quaglia e diverse allodole. I nostri tiri però sono stati funestati da cartucce assolutamente inadatte allo scopo, ovvero con 28 grammi di piombo del 7½, di chiara impostazione skeet. Un disastro, almeno per i tiratori di scarsa e media abilità e per quelli, come me, armati con un fucile super magnum. Di contro, qui ho veramente potuto apprezzare quanto sia indispensabile il riduttore di rinculo al mercurio montato sul Nova, il quale mi ha aiutato a tenermi la spalla intera dopo i molti colpi tirati. dopo il tiro: 5 m circa. Punto di penetrazione del proiettile: spalla dx. Peso dell’animale: 60 Kg circa, femmina. Note. Il proiettile è andato quasi esattamente dove ho mirato, il che è buono per un calibro 12. Si è schiacciato notevolmente, affungandosi ben oltre il suo originario diametro, penetrando sin oltre metà sezione animale. Questo caricamento per palla Foster è preciso - ma non come il Remington -, e non è altrettanto costante; possiede buone doti generali di penetrazione senza frammentazione come attestato dal reperto anche a brevi distanze; offre le migliori prestazioni a medie, corte e cortissime distanze. La lega con cui Federal costruisce la sua palla Foster è meno dura dell’omologa Remington, con tutto ciò che questo fatto può comportare. Ne esistono altre versioni: le più interessanti (e reperibili) sono una, sempre da 70 mm, denominata un po’ erroneamente Magnum, dotata di dose differente di polvere e maggior peso di palla (35,4 g), ed un’altra vera Magnum da 76 mm con palla Foster più pesante: le ho provate entrambe al poligono ma sul campo di caccia ho potuto provare soltanto la Magnum da 70 mm per due tiri andati a segno come secondo colpo, dopo aver colpito l’animale col primo. Quindi, non possono far testo: tra l’altro, non ho potuto nemmeno trovare i relativi reperti. La Magnum 76 mm offre rosate di 80-100 mm mentre la Magnum da 70 mm di 60-80 mm a 25 metri con arma Benelli Nova e canna slug da 50 cm. Tuttavia, la Magnum da 76 mm ha un rinculo davvero punitivo, direi eccessivo - nonostante abbia montato il riduttore di rinculo sul Nova -, molto, troppo di più dell’omonima carica da 70 mm per cui, sinceramente, ne vedo seriamente compromesso l’uso, all’atto pratico. Queste le caratteristiche di base delle munizioni impiegate per il test: Remington Slugger SP12RS (palla Foster) - Peso: 28,35 g Velocità alla bocca: 475 m/s - Energia alla bocca: 326 Kgm - Energia a 50 m: 179 Kgm. Winchester Super-X Hollow Point 1600 fps X12RS15 (palla Foster) Peso: 28,35 g - Velocità alla bocca: 487 m/s - Energia alla bocca: 342 Kgm - Energia a 50 m: 219 Kgm. Federal Slug Classic Maximum Hollow Point F127RS (Palla Foster) - Peso: 28,35 g Velocità alla bocca: 489 m/s - Energia alla bocca: 345 Kgm - Energia a 50 m: 211 Kgm. B&P Palla Big Game Peso: 32,40 g - Velocità alla bocca: 488 m/s - Energia alla bocca: 393 Kgm - Energia a 50 m: 218 Kgm 73 Diana Di19_068.indd 73 05/08/2004, 18.35.11 BENELLI NOVA P er gli acquatici, tortore e colombacci, faraone, lepri, francolini e otarde, come detto, i miei test si sono svolti in Sudafrica nel Northern Free State. Eccovi un resoconto completo. I farmisti ci concedono quattro cacciate ad acquatici. Con Mauro e Richard, decidiamo di dividerci in due gruppi distinti per poter coprire due specchi d’acqua ove abbiamo notato un buon movimento di branchi di oche e anatre che li frequentano entrambi, essendo questi due laghetti sulla linea di spostamento dei selvatici tra due immensi campi di girasole e mais appena tagliati. Ci appostiamo dunque, attorno alle quattro del pomeriggio, tra i canneti e i giuncheti dei due laghetti, ben mimetizzati nella vegetazione, in attesa de- tre le Cheddite Pallettoni decisamente sbilanciate: il piombo è eccessivo e le rosate poco gestibili e intuibili, senza prima fare molte prove con i vari strozzatori. In ogni caso, almeno ho modo di provarli tutti e cinque e di provare anche le due prolunghe, senza le quali non avrei di certo potuto staccare alcune oche davvero alte. La prima battuta è soddisfacente, nonostante le difficoltà di recuperare le prede abbattute o ferite, visto che qui non si dispone di cani. Comunque, ho già notato che, a differenza di quello che succede con la canna slug, la canna Varichoke con camera super magnum da 89 mm tollera assai male le cartucce da 70 mm. Va già decisamente meglio con quelle da 76 mm, come poi ho potuto verificare a casa al poligono; tutta- Ecco come si è comportato Quello prodotto dalla Benelli è un fucile assai interessante, sia da un punto di vista tecnologico che ergonomico e funzionale: un fucile così semplice, essenziale, immediato, pulito. A questo si può aggiungere affidabile e versatile. Il tutto ad un costo inferiore ai 600 euro. È onestamente pensabile poter chiedere di più? Di19_068.indd 74 gli acquatici. Già all’arrivo alle poste, si alzano numerose oche e anatre che abbattiamo per usarle come stampi naturali. Dopodiché, ci mettiamo in trepida attesa, ammirando decine e decine di trampolieri e altri uccelli di palude che si spostano in continuazione tra le aree di pastura e il laghetto. La temperatura è fantastica: 24 gradi, un piacere. Finalmente arrivano le oche e branchetti di alzavole, fischioni e germani. Chi è dotato di sovrapposto o giustapposto, riesce ad inserire una munizione per canna, ognuna adatta alle diverse dimensioni delle due prede, oche e anatre: diversamente, bisogna fare delle peripezie o decidere di tirare esclusivamente ad una sola tipologia di selvatico, visto il ritmo di arrivo dei branchi. Come munizioni, abbiamo a disposizione delle 70 mm, le Nobel Speed da 34 grammi con piombo del n. 4 per le anatre e le Cheddite Pallettoni con piombo AAA, ovvero 45 pallettoni da 4,5 mm, corrispondenti ad un 4/0 nella nostra misurazione italiana, per le oche. Le Nobel Speed sono sostanzialmente buone, men- via, è naturalmente con le 89 mm che la canna Varichoke del Nova esprime tutta la sua potenzialità, con rosate ben distribuite anche a distanze notevoli. Per la seconda battuta, questa volta mattutina, decidiamo di cambiar zona: Richard Sals, insieme ai boys di Mauro, esegue un sopralluogo presso alcuni campi di girasole appena tagliati ed intuisce alcune linee di spostamento assai importanti, per cui appronta delle buche con parate di mimetismo composte da girasoli tagliati e frasche di miglio e sorgo. La mattina successiva arriviamo alle parate a buio, ci imbuchiamo ben bene e aspettiamo. L’arrivo delle oche - soltanto oche, niente anatre - non si fa attendere molto e sino alle nove circa del mattino ciascuno di noi avrà almeno la sua dozzina di prede. Dopo le nove, ci si deve girare di 180° in parata, perché lo spostamento delle oche avviene in direzione opposta. Sarà sarabanda sino alle undici, poi tutto tace e si ritorna al lodge per una breve siesta con pranzetto leggero. La terza uscita la toppiamo: infatti, decidiamo di provare nel- 05/08/2004, 18.35.44 le stesse buche, ma la maggior parte delle oche passa al largo, come era intuibile. Tuttavia, anche se ce l’aspettavamo, abbiamo voluto provare ugualmente, per tastare un po’ il livello di percezione e di esperienza dei selvatici locali. La quarta uscita, la dedichiamo ai laghetti impegnati durante la prima battu- la e agli occhi non solo miei ma anche dei miei due compagni, Lorenzo e Richard, merito di una piega al nasello (40 mm) e al tallone (62 mm) ben studiati. Meno bene, una fastidiosa tendenza dell’asta a produrre vesciche sulla mano sinistra, almeno dopo i primi 50 colpi: questo è un handicap che mi si è presentato perché ho le mani molto piccole, per cui non riesco ad afferrare bene la corposa asta del Benelli. Ritengo che una mano normale possa non riscontrare affatto questo problema. In ogni caso, consiglio sempre di proteggere la mano con un guanto quando si ha a che fare con fucili a pompa o a leva, specialmente qualora si ritenga di dover sparare molti colpi in una singola giornata di caccia. In più, devo confessare che, almeno per questo tipo di caccia, agli ac- a caccia a pallini in Sudafrica A RASTRELLO NEL MIGLIO Altro tipo di attività venatoria di cui abbiamo goduto nelle altre mezze giornate a nostra disposizione, è stata la caccia vagante, a rastrello o a singolo, all’interno dei campi appena tagliati di sorgo, girasoli e miglio, in cerca di francolini collorosso, faraone, otarde Korhaan, galline prataiole e lepri. C’è mancata molto la presenza dei cani, ma almeno abbiamo avuto buone cartucce a disposizione, le Nobel Speed con 34 grammi di piombo del n. 4, la quale mi ha reso bene anche sulla camera da 89 mm del Nova. Camminando per la savana e per il coltivato, si ha l’opportunità spesso di scorgere molti animali selvatici tipici della fauna africana, una delizia per gli occhi e per lo spirito del cacciatore sportivo. L’abbondanza poi di prede, ha mitigato di moltissimo la mancanza degli ausiliari: è davvero bello potersi permettere di cacciare lepri, francolini, faraone e otarde semplicemente camminando, da soli, arma imbracciata, occhi incollati al terreno, aspettando il movimento nell’erba e il frullo. Come ai bei tempi… ta, con buon successo sia di anatre che di oche. Siamo soddisfatti, soprattutto per il buon numero di selvatici, per la tipologia di tiro e per la dolcezza dell’ambiente e del clima. Ho sparato un totale di 139 colpi «pesanti» senza mai avere l’impressione di un’eccessiva pressione sulla spalla, questo grazie al riduttore di rinculo e allo spesso calciolo. L’arma viene bene alla spal- quatici, la versione nera in sintetico non è per nulla adatta, poiché eccessivamente visibile agli aguzzi occhi delle oche, anche da lunga distanza: la versione camo tipo Realtree - tra l’altro offerta dalla Benelli come versione dedicata - consente al cacciatore una copertura affatto trascurabile, come purtroppo ho potuto constatare, a mie spese, intorno a quegli specchi d’acqua. 75 Diana Di19_068.indd 75 05/08/2004, 18.36.00