ROARS 3.0
Il sistema universitario a quattro anni dalla Riforma
Terzo Convegno di ROARS
Roma 19 giugno 2015
Un quadro della situazione a quattro anni
dalla legge 240: le principali criticità
Andrea Stella
Università di Padova
Camera dei Deputati
Sala del Refettorio, Palazzo di Via del Seminario 76, Roma
Una domanda preliminare
Per fare il quadro della situazione a quattro anni dalla
Legge 240 proviamo a dare risposta ad una domanda:
Come si colloca l’Università Italiana, nel
confronto con gli altri paesi OCSE più avanzati?
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2
Come si colloca oggi la
formazione superiore in Italia?
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OCSE - Education at a Glance
MIUR – Ufficio di statistica
MIUR – Anagrafe nazionale degli studenti
EUROSTAT – Education and Training Statistical Data Base
ANVUR - Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario Italiano e della Ricerca 2013
ALMALAUREA – Indagini annuali
EUROPEAN COMMISSION – Tertiary Education Attainment
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3
Cosa dicono di noi?
71/2015 - 20 April 2015
Highest proportion of persons aged 30-34 with tertiary
education in Lithuania, lowest in Italy
In 2014, more than half of the population aged 30 to 34 had completed
tertiary education in Lithuania (53.3%), Luxembourg (52.7%), Cyprus
(52.5%) and Ireland (52.2%)
.
At the opposite end of the scale, the lowest proportions were observed in
Italy (23.9%), Romania (25.0%), Malta (26.6%), Slovakia (26.9%) and the
Czech Republic (28.2%).
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4
Cosa dicono di noi?
Tertiary educational attainment in the EU Member States
Fonte: European Commission - Tertiary Education Attainment
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5
Laureati in età compresa
tra i 25 e i 34 anni
 Nel 2012 nella media dell’Unione europea vi erano oltre 36 laureati ogni 100
abitanti, contro il 22,3% dell’Italia
 La quota dei laureati nella popolazione è salita di oltre 11 punti tra il 2000 e il
2012, ma lo scarto rispetto alla media europea è rimasto invariato
 L’obiettivo Europeo di raggiungere il 40% di laureati entro il 2020 è utopia
Fonte: ANVUR – Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario Italiano e della Ricerca 2013
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6
I laureati
 L’Italia è tra i paesi con la più bassa quota di persone in
possesso di un titolo terziario, anche tra i più giovani
 Lo scarto rispetto ai valori medi europei non si è ridotto nel
tempo
Fonte: ANVUR – Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario Italiano e della Ricerca 2013
Eppure c’è chi afferma
che ormai in Italia vi è un
eccesso di laureati
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7
Studenti
Diminuzione delle immatricolazioni
 Gli immatricolati sono scesi da 338.482 (nel 2003-2004) a 280.144 (nel
2011-2012).
 Un calo di 58.000 studenti pari al 17% degli immatricolati del 2003
Fonte: MIUR – Anagrafe Nazionale degli Studenti
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8
Studenti
Diminuzione degli iscritti
Il numero degli iscritti ha raggiunto un massimo di 1.824.000 nel 2005/06,
scendendo a 1.751.000 nel 2011/12. Il calo è concentrato negli atenei del
Mezzogiorno e in misura minore in quelli del Centro
Fonte: ANVUR – Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario Italiano e della Ricerca 2013
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9
La dimensione dell’offerta formativa
Evoluzione della numerosità dei corsi attivati
Corsi aperti alle immatricolazioni pure: 2444 nel 1999/00 – 2389 nel 2013/14
Studenti immatricolati mediamente per corso di studio: 115
Fonte MIUR - Ufficio di Statistica e CINECA
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Apprendimento permanente
(Lifelong Learning)
Apprendimento lungo l’intero arco della vita
(Lifelong Learning)
L’Unione Europea considera l’apprendimento lungo l’intero
arco della vita come uno dei pilastri fondamentali sui quali
poggia e si sviluppa la società della conoscenza
L’arretratezza dell’Italia, dove rientra nel ciclo formativo il 10%
degli adulti, contro una media europea del 20%, è più che
evidente
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11
Studenti e diritto allo studio
Fonte: ANVUR – Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario Italiano e della Ricerca 2013
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12
Spesa annuale per studente
Spesa annuale per studente nell’istruzione terziaria. Anno 2010 (dollari
americani a parità di potere d’acquisto (PPA), per studente equivalente a tempo
pieno)
Fonte: ANVUR – Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario Italiano e della Ricerca 2013
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13
Evoluzione del
Fondo di Finanziamento Ordinario
Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) è rimasto quasi stabile dal 2001 al
2009, per poi scendere del 5% in termini reali ogni anno
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14
Blocco del turn-over
Strettamente correlato alla riduzione dell’FFO è il blocco del
TURN-OVER (spendibilità di punti organico per reclutamento)
Anno cessazione
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
dal 2017
Anno restituzione Percentuale restituita
2009
50% ateneo
2010
50% ateneo
2011
50% ateneo
2012
20% sistema
2013
20% sistema
2014
50% sistema
2015
50% sistema
2016
60% sistema
2017
80% sistema
dal 2018
100% sistema
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15
Evoluzione quantitativa della docenza
Periodo 2005-2015
Periodo 2004-2015
 Gli ordinari sono scesi dai 20.000 del 2006 agli attuali 13276
 Gli associati sono scesi dai 19.000 del 2006 ai 16.000 del 2012
 La ricrescita agli attuali 18752 proviene in grandissima parte dal ruolo ad
esaurimento dei ricercatori, diminuiti in pari misura
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16
Un disastro annunciato
Dichiarazione del Consiglio Universitario Nazionale per
l’Università e la Ricerca
Le emergenze del sistema - Gennaio 2013
Incipit
Il Consiglio Universitario Nazionale intende portare all’attenzione
di tutte le sedi Istituzionali e Politiche le principali emergenze che
stanno ponendo il Sistema dell’Istruzione e della Ricerca
universitaria in una condizione di crisi conclamata
Tali emergenze, se non affrontate immediatamente con
attenzioni e con soluzioni adeguate, informate e consapevoli,
condurranno a una crisi irreversibile
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17
Le scelte determinanti per il sistema
universitario italiano
Le tappe che hanno determinato le politiche italiane
sull'università negli ultimi anni
L’art. 33 della Costituzione della Repubblica Italiana
Lo sviluppo del processo di autonomia
L’adesione all’area europea della formazione superiore e della ricerca
La crisi economica, il ritorno al centralismo, il commissariamento da parte
del MEF
La legge 30 dicembre 2010, n. 240 e i suoi decreti attuativi
L’ANVUR
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18
Lo sviluppo del processo di autonomia
Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 33
…….
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno
il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle
leggi dello Stato
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19
Le ragioni dell’autonomia
La scelta dell’autonomia
 Già verso la fine del secolo scorso appariva evidente l’esigenza di una
riforma che affrontasse con decisione i problemi della scarsa
produttività del sistema
 Andava sviluppandosi la convinzione che una riforma dell’Università
fosse necessaria e che essa dovesse avere come strumento
fondamentale un forte sviluppo dell’autonomia, dando attuazione a
quanto stabilito all’Art. 33 della Costituzione
 L’autonomia era visto come passaggio obbligato per consentire alle
Università di esprimere tutte le loro potenzialità e di confrontarsi e
competere tempestivamente con le università più avanzate
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20
Dal centralismo all’autonomia
L’Autonomia statutaria
Legge 9 maggio 1989, n.168
Istituzione del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica
Art. 6 (Autonomia delle università)
1. Le università sono dotate di personalità giuridica e, in attuazione dell'articolo
33 della Costituzione, hanno autonomia didattica, scientifica, organizzativa,
finanziaria e contabile; esse si danno ordinamenti autonomi con propri
statuti e regolamenti
2. Nel rispetto dei principi di autonomia stabiliti dall'articolo 33 della
Costituzione e specificati dalla legge, le università sono disciplinate, oltre che
dai rispettivi statuti e regolamenti, esclusivamente da norme legislative che
vi operino espresso riferimento. È esclusa l'applicabilità di disposizioni
emanate con circolare
De Mita - Presidente del Consiglio dei Ministri
Ruberti - Ministro per il coordinamento delle
iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica
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21
Attuazione all’autonomia
delle Università
La sviluppo del processo di autonomia
Dopo l’autonomia statutaria, conferita alle università dalla
Legge 9 maggio 1989, n. 168, si susseguono provvedimenti
legislativi che danno piena attuazione all’autonomia delle
università
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22
Autonomia finanziaria
Legge
24
dicembre
1993,
n.
537
Interventi correttivi di finanza pubblica (Legge finanziaria 1994)
Capo I - Disposizioni in materia di spesa
Articolo 5. Università.
1. A decorrere dall'esercizio finanziario 1994 i mezzi finanziari destinati dallo
Stato alle università sono iscritti in
tre distinti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'università e della
ricerca scientifica e tecnologica,
denominati:
a) fondo per il finanziamento ordinario delle università ……
b) fondo per l'edilizia universitaria e per le grandi attrezzature scientifiche …..
c) fondo per la programmazione dello sviluppo del sistema universitario …..
Ciampi - Presidente del Consiglio dei Ministri
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23
Autonomia di reclutamento
Legge 3 luglio 1998, n. 210
Legge 3 luglio 1998, n. 210 - Norme per il reclutamento dei ricercatori e dei
professori universitari
Prodi - Presidente del Consiglio dei Ministri
Berlinguer - Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica
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24
Autonomia didattica
Legge 15 maggio 1997, n. 127 (Legge Bassanini-bis)
Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti
di decisione e di controllo
L'ordinamento degli studi dei corsi universitari …. è disciplinato dagli atenei
…. in conformità a criteri generali definiti, nel rispetto della normativa
comunitaria vigente in materia, sentiti il Consiglio universitario nazionale e
le Commissioni parlamentari competenti, con uno o più decreti del Ministro
dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica ……….
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25
Attuazione dell’autonomia didattica
 Il DM 3 novembre 1999, n. 509 - Regolamento in materia
di autonomia degli atenei e i successivi decreti sulle classi
definiscono i criteri generali entro cui le Università devono
collocare i propri ordinamenti didattici ai sensi della Legge
Bassanini bis. del 15 maggio 1997, n. 127 (Ministro
Berlinguer)
 I decreti sono coerenti con gli elementi costitutivi
dell’architettura del sistema di istruzione superiore in Europa
adottato con l’avvio del Processo di Bologna (1999)
 Il DM 22 ottobre 2004, n. 270 - Modifiche al regolamento
recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei,
apporta alcuni correttivi, ma mantiene sostanzialmente
l’impostazione (Ministro Moratti)
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26
Autonomia responsabile e
“Quality Assurance”
L’adesione al Processo di Bologna comporta un modello di
formazione superiore armonizzato nell’Area Europea della
formazione Superiore e nell’Area europea della Ricerca
caratterizzato da:
Autonomia
Ampia autonomia responsabile, garantita agli Atenei chiamati a
render conto dell’impiego delle risorse (accountability)
Quality assurance
Valutazione dei risultati (outcomes) conseguiti dagli atenei, da
parte di una agenzia terza, secondo modalità consolidate e
riconosciute a livello internazionale
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27
Quality Assurance
La necessità di adottare un sistema di Quality Assurance viene
posta dai ministri responsabili per la formazione superiore nella
conferenza di Berlino (settembre 2003)
ENQA (European Association for Quality Assurance in Higher
Education) è incaricata di predisporre il documento:
Standards and Guidelines for Quality Assurance in the
European Higher Education Area (maggio 2005)
Approvato nella conferenza di Bergen (maggio 2005)
Revisione approvata nella conferenza di Yerevan (maggio 2015)
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28
Due fasi
Il sistema universitario italiano negli ultimi 15 anni ha
attraversato due fasi nettamente distinte
Una fase espansiva: corrisponde alla scelta politica di aderire
all’Agenda di Lisbona e fare entrare l’Italia nella European Higher
Education Area e nella European Research Area;
è caratterizzata da una rapida espansione dell’offerta formativa,
delle risorse economiche e di quelle umane
Una fase depressiva, inizia con la crisi economica;
è caratterizzata da un significativo ridimensionamento delle
risorse e a una razionalizzazione dell’offerta formativa
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29
Il ridimensionamento del sistema
 Ben presto appare evidente che l’obiettivo, posto dall’agenda di Lisbona, di
una società fondata sulla conoscenza verrà messa accantonato
 La nuova rotta imposta all’Università italiana è già chiarissima nelle Linee
Guida del Governo per l’Università (6 novembre 2008)
 Si tratta di un documento programmatico dove è definita la visione del
governo sull’università e sono preannunciati gli interventi normativi
successivi
 Di fatto con le Linee Guida del Governo per l’Università si da l’avvio ad
una linea politica di ridimensionamento dell’Università, a parole europeista
ma che, nei fatti, ne è molto distante, quando non chiaramente divergente
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30
The story tellers
Fiancheggiatori delle politiche di ridimensionamento dell’università
Narratori di leggende metropolitane hanno sostenuto le seguenti tesi
(e i mezzi di comunicazione hanno fatto da cassa di risonanza):
L’università italiana costa troppo rispetto alla media europea
La spesa italiana per studente è tra le più alte al mondo
Non possiamo più permetterci il costo della formazione terziaria
La laurea non serve più e non conviene economicamente
I fuori corso all'università esistono solo da noi; l’età media dei laureati in Italia
è troppo elevata
L’università in Italia è quasi gratuita
Nell’università ci sono troppi professori
Produciamo troppi laureati
Il “3+2” è fallito
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31
Gli effetti
Gli effetti del processo denigratorio sono gravi e gravissime ne
sono le conseguenze:
 Una forte delegittimazione dell’università, accusata di fare
cattivo uso del denaro pubblico
 Un clima di diffidenza, alimentato dai mezzi d’informazione
 Una minore convinzione ad accedere alla formazione
superiore soprattutto da parte della componente
socialmente più debole dalla popolazione
 Un terreno fertile anche per legittimare i tagli delle risorse
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32
Legge 30 dicembre 2010 n. 240
Incipit/1
Legge 30 dicembre 2010, n 240 (Legge Gelmini)
Norme in materia di organizzazione delle università, di personale
accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la
qualità e l'efficienza del sistema universitario
L’ncipit è del tutto condivisibile
Art. 1. (Principi ispiratori della riforma)
1. Le università sono sede primaria di libera ricerca e di libera formazione
nell'ambito dei rispettivi ordinamenti e sono luogo di apprendimento ed
elaborazione critica delle conoscenze; operano, combinando in modo organico
ricerca e didattica, per il progresso culturale, civile ed economico della
Repubblica.
2. In attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 33 e al titolo V della parte II
della Costituzione, ciascuna università opera ispirandosi a principi di
autonomia e di responsabilità.
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33
Legge 30 dicembre 2010 n. 240
Incipit/2
Ma subito dopo ci si rende conto che si tratta di “autonomia
a sovranità limitata”
……….
Sulla base di accordi di programma con il Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, di seguito denominato «Ministero», le università
che hanno conseguito la stabilità e sostenibilità del bilancio, nonché
risultati di elevato livello nel campo della didattica e della ricerca, possono
sperimentare propri modelli funzionali e organizzativi, ……. diverse da
quelle indicate nell'articolo 2.
Il Ministero, con decreto di natura non regolamentare, definisce i criteri per
l'ammissione alla sperimentazione e le modalità di verifica periodica dei
risultati conseguiti.
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34
Legge 30 dicembre 2010 n. 240
L’autonomia, garantita dalla costituzione e attuato con la
Legge 9 maggio 1989, n.168, è ora soggetta al controllo del
Ministero
La legge Gelmini impone dunque una marcata svolta centralistica che si
caratterizza attraverso una forte limitazione dell’autonomia degli Atenei, una
riduzione delle funzioni e la sottrazione di molte competenze
precedentemente attribuite all’organo elettivo di rappresentanza (CUN)
La legge 240 si colloca in sostanziale continuità con le politiche di controllo e
ridimensionamento già avviate nel 2008
Commissariamento del MIUR da parte del MEF
Per ben 14 volte si precisa in maniera ossessiva: senza nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica, premessa per una contrazione della spesa
pubblica per la formazione terziaria
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35
La didattica figlia di un dio minore
Marginalità della funzione didattica
Con la Legge Gelmini e i decreti attuativi prende corpo una quadro normativo
sfavorevole allo sviluppo e alla valorizzazione di una didattica di qualità
La didattica appare del tutto irrilevante, con un forte sbilanciamento a favore
della ricerca:
Nessuna traccia di una impostazione didattica centrata sugli studenti
Nessun riferimento al Processo di Bologna e a tutto ciò che comporta il far
parte dell’Area Europea della Formazione Superiore (European Higher
Education Area)
Impoverimento del confronto interdisciplinare, con l’attribuzione della
funzione didattica ai Dipartimenti, costituiti per legge da docenti “afferenti a
settori scientifico-disciplinari omogenei”
I problemi della qualità della didattica e della formazione alla docenza
appaiono ampiamente sottovalutati dal legislatore
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36
La qualità della didattica
Sulla qualità della didattica siamo al passo con l’Europa?
Per molti aspetti il quadro normativo italiano appare in
contrasto anche con le Raccomandazioni del High Level
Group on the Modernisation of Higher Education
Report to the European Commission on
Improving the quality of teaching and learning in
Europe’s higher education institutions
(16 Raccomandazioni)
June 2013
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
37
Le raccomandazioni del
Gruppo di Lavoro
Recommendation 1
Public authorities responsible for
higher education should ensure
the existence of a sustainable,
well-funded framework to support
higher education institutions'
efforts to improve the quality of
teaching and learning
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
38
Le raccomandazioni del
Gruppo di Lavoro
Recommendation 2
Every institution should develop
and implement a strategy for the
support
and
on-going
improvement of the quality of
teaching and learning, devoting
the necessary level of human
and financial resources to the
task, and integrating this priority
in its overall mission, giving
teaching due parity with
research
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
39
Le raccomandazioni del
Gruppo di Lavoro
Recommendation 5
Academic staff entrance,
progression
and
promotion
decisions
should take account of an
assessment of teaching
competence alongside
other factors
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
40
La marginalità della didattica diffusa
……… continua con il decreto sull’FFO
Elementi critici per lo sviluppo di una didattica di qualità
La normativa sull’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), che induce a
massimizzare gli indicatori bibliometrici con una attenzione ossessiva,
privilegiando la ricerca rispetto ad ogni altra attività didattica e organizzativa
La scarsa attenzione alla didattica da parte dei nuovi Ricercatori a Tempo
Determinato (RTD), ossessionati dalla necessità di conseguire l’ASN per la
quale la didattica è irrilevante
La progressiva perdita di autonomia degli atenei, costretti e pressanti
adempimenti burocratici, che non valorizzano e non incentivano lo svilupparsi
di iniziative di miglioramento della della didattica e “best practice”
18 % del FFO 2015 è assegnato come quota premiale, di cui:
 85% per la qualità della ricerca (VQR)
 15% per la mobilità studentesca e regolarità degli studi
 0% per la qualità della didattica
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
41
La limitazione al riconoscimento
delle competenze pregresse ….
Un esempio clamoroso di allontanamento dall’Europa
Legge 240, Art. 14. (Disciplina di riconoscimento dei crediti)
All'articolo 2, comma 147, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n.
262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006,
n. 286, la parola: «sessanta» è sostituita dalla seguente:
«dodici» ……..
Inoltre l’interpretazione ministeriale è che i CFU riconoscibili sono
globalmente 12, tra primo e secondo livello
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
42
…… e la distanza dall’Europa
Conferenza dei Ministri responsabili per la formazione
superiore - Yerevan, Armenia, 14-15 Maggio 2015
Yerevan Communiqué
Commitments
to remove obstacles to the recognition of prior learning for the
purposes of providing access to higher education programmes
and facilitating the award of qualifications on the basis of prior
learning, as well as encouraging higher education institutions
to improve their capacity to recognize prior learning
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
43
Reclutamento
Proposte formulate dal CUN
Il CUN, oltre ad analizzare le criticità, ha formulato anche
proposte sul reclutamento per evitare il collasso derivante dal
progressivo e drammatico impoverimento del capitale umano
Reclutamento universitario
Una proposta per uscire dall’emergenza
aprile 2014
Ripensare l’assetto della docenza universitaria
L’accesso al ruolo
giugno 2014
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
44
Reclutamento universitario
Una proposta per uscire dall’emergenza
È una proposta formulata “a legislazione vigente” sulla base di
un modello conservativo che prevede a regime
15000 Professori ordinari
25000 Professori associati
10000 Ricercatori RTD (complessivamente)
La proposta richiede:
a) un piano straordinario di reclutamento di
10.000 Ricercatori RTD
14.000 Professori Associati (incluso quello in atto)
5.000 Professori Ordinari
b) il ritorno al 100% del turn over dal 2015
Il costo totale è di 400 M €/anno a regime (2018)
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
45
Reclutamento e
assetto della docenza
Composizione del corpo docente a regime
15000 Professori ordinari (dato assunto)
25000 Professori associati (dato assunto)
13750 Ricercatori, calcolati con passaggi da RTD a)  RTD b) al 50%
53750 Totale corpo docente
38 Anni l’età di entrata in ruolo
49 Anni l’età media del corpo docente (inclusi i Ricercatori RTD)
PO a regime
PA a regime
RTDa + RTDb a regime
0
5000
10000
15000
20000
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
25000
30000
46
Ripensare l’assetto della docenza
universitaria - L’accesso al ruolo
È una proposta formulata sulla base della constatazione che
l’attuale modello di reclutamento, con un accesso al ruolo
mediamente prossimo a 40 anni, non consente di abbassare
l’età media del corpo docente
Il modello di reclutamento RTD a) RTD b) si sta dimostrando
fallimentare
Il CUN ha proposto l’abolizione della figura del Ricercatore
a tempo determinato RTD a)
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
47
L’ ANVUR
Con la nascita di ANVUR, operativa a decorrere dalla nomina
del Consiglio Direttivo (DPR 22 febbraio 2011), si determina
un nuovo assetto istituzionale in materia di università e
ricerca
Tale nuovo assetto deriva principalmente da:
 Legge 30 dicembre 2010, n. 240, con particolare
riferimento a quanto previsto all’articolo 5
 Decreto legislativo 27 gennaio 2012, n. 19
(Decreto delegato)
ROARS 3.0 - Roma 19.06.2015
48
Le difficoltà nella nascità dell’ANVUR
Il Ministro Gelmini boccia l’ANVUR
L’Agenzia nazionale per la valutazione dell’Università e della ricerca? “Una
costosissima struttura ad alto tasso di burocrazia e rigidità: non è ciò di
cui abbiamo bisogno”. Parola del ministro dell’Istruzione dell’università e
della ricerca, Mariastella Gelmini che – nel corso di un’audizione alla
Commissione Istruzione della Camera – boccia senza appello la creatura
immaginata dal suo predecessore Fabio Mussi.
“Occorre rivedere la disciplina dell’ANVUR per assicurare al mondo
dell’università e della ricerca un sistema integrato di valutazione che vincoli il
finanziamento ai risultati, incentivando l’efficacia e l’efficienza dei programmi di
innovazione e di ricerca, la qualità della didattica, lo svolgimento dei corsi in
lingua inglese, la capacità di intercettare finanziamenti privati ed europei, il
tasso di occupazione dei laureati coerente con il titolo di studio conseguito”.
Corriereuniv.it 17 giugno, 2008
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Le funzioni dell’ANVUR
nella visione del Ministro
Quale ANVUR?
Dalle parole del Ministro appare evidente la visione di una
Agenzia con compiti di valutazione ma anche di controllo;
un’Agenzia abilitata ad intervenire attivamente e in
profondità nei processi e nelle scelte degli atenei
Dove stiamo andando?
Ci si deve quindi chiedere dove il nuovo assetto istituzionale e
normativo che si è determinato con la nascita dell’ANVUR e con
le conseguenti competenze e responsabilità ad essa attribuite
stia conducendo il sistema universitario
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Dove stiamo andando?
Nella Legge 240 l’ANVUR viene richiamata 20 volte con
attribuzioni di funzioni e competenze “multipurpose”
Accanto ai compiti propri di valutazione all’ANVUR sono assegnati ruoli
impropri:
di ripartizione delle risorse tra atenei
di esprimere pareri vincolanti su decreti che dovrebbero essere di
competenza esclusiva del Ministro
di consulente del Ministro in un ministero sempre più svuotato di
competenze proprie, conoscenze e memoria storica
L’ANVUR viene dunque coinvolta in una quantità di processi e decisioni che
dovrebbero essere di competenza strettamente ministeriale e politica
Ne è così snaturato il carattere di terzietà e ne è minata la stessa
autorevolezza che deriverebbe dall’essere un’agenzia terza
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Cosa dicono le ESG?
Approvato dai Ministri
a Yerevan il 15
Maggio 2015
Scope and Concepts
The ESG are a set of standards and guidelines for internal and external
quality assurance in higher education. The ESG are not standards for quality,
nor do they prescribe how the quality assurance processes are
implemented
Part 3: Standards and guidelines for quality assurance agencies
3.3 Independence
Standard:
Agencies should be independent and act autonomously. They should have
full responsibility for their operations and the outcomes of those operations
without third party influence
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I decreti attuativi della legge 240
L’impatto dei decreti attuativi
Se la legge Gelmini restringe i margini di autonomia delle
università, in maniera ancora più evidente lo fanno i 47 (o più)
decreti attuativi ai quali è delegata l’attuazione di quanto previsto
dalla legge
In alcuni casi vengono oltrepassati i limiti di delega, come
avviene nel caso del Decreto Legislativo 27 gennaio 2012, n. 19
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I provvedimenti attuativi della legge 240
Accreditamento delle sedi
e dei corsi di studio
DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2012, n. 19
Art. 7 - Accreditamento delle sedi
5. Il Ministero, qualora ravvisi elementi che possano indurre a una valutazione
diversa da quella dell'ANVUR, può chiedere, con istanza motivata e
analogamente a quanto previsto dall'articolo 4, comma 2, del decreto del
Presidente della Repubblica 1° febbraio 2010, n. 76, il riesame della
valutazione. L'ANVUR, entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta
ministeriale di approfondimento, formula un parere definitivo, con specifico
riferimento agli elementi evidenziati nell'istanza di riesame.
6. Il Ministro, con proprio decreto, su conforme parere dell'ANVUR, concede
o nega l'accreditamento.
Identico approccio è previsto per l’Accreditamento dei corsi di studio
Il DLgs 19 attribuisce all’ANVUR poteri non previsti dalla L 240
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Parere della commissione
nominata dal Ministro
DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2012, n. 19
Tali aspetti anomali sono stati evidenziati anche dalla Commissione di
studio nominata con Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca del 3 luglio 2013, n. 596, che così si esprime:
Il d.lgs. 19/2012 appare eccedere in alcune sue disposizioni la delega
della L. 240/2010.
Esso attribuisce all’ANVUR responsabilità politiche e decisionali che
la legge non le riconosce
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Parere della commissione
nominata dal Ministro
L’art. 5, co. 3, lett. a e b, L. 240/2010 affida all’ANVUR il compito di definire
ex ante specifici indicatori e criteri a base del sistema di accreditamento e di
valutazione periodica, ma non le assegna in alcun modo la competenza ad
adottare decisioni in attuazione delle valutazioni espresse.
Il d.lgs. 19/2012 assegna invece all’ANVUR un potere decisionale diffuso
che, al di là dell’affermazione formale del rispetto delle prerogative
ministeriali, mal si concilia con la terzietà che dovrebbe contraddistinguere
un’agenzia di valutazione, impropriamente trasformata in soggetto con
funzioni prescrittive e sanzionatorie.
L’impostazione trova poi concreto compimento nel d.m. 47/2013.
La Commissione sottolinea come la responsabilità politica di ogni
decisione finale inerente il sistema universitario non possa non spettare al
Governo, in quanto responsabile politico delle scelte operate in materia.
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Valutazione Autovalutazione e
Accreditamento (AVA)
L’intero impianto di Quality Assurance messo in atto con AVA
non avvia quel cambiamento di impostazione in senso europeo
che ci si sarebbe aspettati con la nascita di ANVUR
È fondato su un modello “autorizzativo/prescrittivo” che viene dal passato
e che stabilisce vincoli ex-ante, anziché su un modello “valutativo” ex-post,
focalizzato sui risultati ottenuti, in linea con “Standard and Guidelines….. .”
Non valuta i processi, ma li determina e li omologa
Restringe il margine di autonomia e di responsabilità degli Atenei
Adotta una logica prescrittiva, che induce all’adempimento formale
Risponde a logiche di programmazione, di indirizzo politico e di
controllo. che non devono essere competenza di un’Agenzia terza, ma del
Ministro
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Il DM 30 gennaio 2013 n. 47 e i gli
aggiustamenti successivi
Un esempio emblematico di confusione tra qualità e scelta
politica
I requisiti di accreditamento ballerini
DM 30 gennaio 2013 n. 47 - Decreto autovalutazione, accreditamento iniziale
e periodico delle sedi e dei corsi di studio e valutazione periodica
4 docenti di riferimento per anno di corso
DM 23 dicembre 2013 n. 1059 - Autovalutazione, accreditamento iniziale e
periodico delle sedi e dei corsi di studio e valutazione periodica Adeguamenti
e integrazioni al DM 30 gennaio 2013, n.47
3 docenti di riferimento per anno di corso
DM 27 marzo 2015 n. 194 - Requisiti accreditamento corsi di studio
Tra i docenti di riferimento vengono inclusi i docenti a contratto
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Riassumendo
Pricipali criticità della legge Gelmini e dei decreti attuativi
Sistematica limitazione dell’autonomia e ritorno al centralismo
Controllo ossessivo da parte del del MEF su ogni spesa
Marginalità della didattica
Allontanamento dagli impegni sottoscritti a livello europeo
Inadeguatezza del modello di reclutamento
Non terzietà dell’ANVUR, eccesso di competenze e funzioni ad
essa attribuite
Ecc. ……………
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Gli interventi necessari
Quali interventi correttivi?
È innanzi tutto necessario e urgente stabilire con chiarezza la
distinzione dei ruoli e delle responsabilità dei diversi soggetti
istituzionali coinvolti nel processi
 MINISTRO
 CUN
 ANVUR
Senza tale distinzione si avranno inevitabilmente continue
invasioni di campo e conflitti dannosi per il sistema
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Ulteriori azioni
Per rimediare alle criticità evidenziate appare necessario:
 Abbandonare o fortemente attenuare l’approccio quantitativo e
avviare processi di valutazione e accreditamento in linea con modelli di
Assicurazione della Qualità consolidati in Europa e nei paesi OCSE più
avanzati
 Promuovere la capacità delle istituzioni di perseguire gli obiettivi da essi
stessi stabiliti in autonomia, e garantire i risultati conseguiti attraverso un
porocesso di “internal quality Assurance”
 Ricondurre il processo di valutazione alla sua funzione primaria di
strumento per il miglioramento continuo della qualità e dei risultati
 Emendare le disposizioni normative, e i vincoli introdotti finalizzati a
perseguire obiettivi che non hanno diretta attinenza con
l’assicurazione della qualità e non sono coerenti con la delega
contenuta nella legge 30 dicembre 2010 n. 240, art. 5.
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Considerazioni conclusive
L’investimento in formazione superiore
Studenti - Le opportunità offerte dalla laurea
Sul mercato del lavoro, la laurea, nonostante diffuse
convinzioni contrarie, continua in media a offrire migliori
opportunità occupazionali e reddituali rispetto al solo diploma di
maturità
La crisi ha colpito duramente i più giovani, ma gli effetti sono
stati comparativamente peggiori tra i giovani con i livelli di
istruzione più bassa
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Formazione superiore
Costo o investimento?
What are the returns on higher education for individuals and countries?
OCSE - Education Indicators in Focus 6 June 2012
On average across 25 OECD countries, the long-term economic advantage to
an individual of having a tertiary degree instead of an upper secondary degree
is over USD 175 000 for a man and USD 110 000 for a woman.
The long-term economic advantage to individuals with a tertiary education is
about twice as large as the advantage for people with an upper secondary
education as their highest educational level, on average across OECD
countries.
The net return to taxpayers on the public costs of supporting a man in higher
education is over USD 91 000, and the return for supporting a woman in higher
education is over USD 55 000, on average across OECD countries.
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Dove si colloca l’Italia
in termini di benefici?
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Scelte incomprensibili
La formazione superiore come investimento
La formazione superiore rappresenta il miglior investimento a
lungo termine, garantendo un ritorno economico di gran lunga
superiore a quanto investito, sia per l’Individuo sia per la
collettività
Tali conclusioni, solidamente documentate, sono sostenute da
autorevolissimi organismi (OECD, Banca d’Italia, …..)
È incomprensibile che i governi che si sono succeduti
recentemente non ne abbiano tratto le conseguenze, avviando
l’Italia verso un inevitabile declino civile, culturale ed economico e
sociale
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Conoscenza e tecnologia e
capacità di sviluppo e crescita
Dal Museo Archeologico Nazionale di Paestum
L’età neolitica
Il neolitico è anche il momento in cui comincia il grande divario tra le zone del
mondo: nelle Americhe, nell’emisfero australe e più in generale nel sud del
mondo i gruppi umani rimangono dal punto di vista tecnologico allo stato
neolitico ed è l’area tra l’Europa e Medio Oriente che si connota come
l’avanguardia tecnologica dell’umanità
Conclusione: la conoscenza, la
competenza e la tecnologia stanno
alla base dello sviluppo e della
capacità di competere a livello
economico e politico: da sempre
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Non sottovalutare i costi
dell’ignoranza
Lo spread della conoscenza
Lo differenza nella diffusione della formazione superiore tra Italia
e gli altri paesi più avanzati rappresenta un vero e proprio
spread della conoscenza, che tutto lascia prevedere si tradurrà
presto in enormi problemi economici, politici e sociali
Un elevato numero di cittadini privi di formazione superiore,
rappresenta un colossale problema, non diverso da quello che
l’analfabetismo rappresentava al momento dell’unificazione
dell’Italia
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Analfabetismo in Italia
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Riusciremo a uscirne?
O ha ragione Kenny Random?
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Andrea Stella