8 la Repubblica MARTEDÌ 1 APRILE 2014 POLITICA E GIUSTIZIA PER SAPERNE DI PIÙ http://torino.repubblica.it www.regione.piemonte.it Il processo Unipol, prescrizione per Berlusconi La decisione dei giudici di appello a Milano anche per il fratello Paolo, risarcimento a Fassino Nove anni fa la pubblicazione delle intercettazioni coperte da segreto su “Abbiamo una banca” SANDRO DE RICCARDIS MILANO. L’esito ampiamente annunciato nel processo Unipol si è concretizzato ieri, con la dichiarazione di prescrizione da parte dei giudici della seconda Corte d’Appello di Milano, presieduta da Fabio Paparella. Silvio e Paolo Berlusconi non sono estranei alla pubblicazione della famosa intercettazione tra l’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, oggi sindaco di Torino, e Giovanni Consorte, allora presidente di Unipol protagonista nell’estate 2005 del tentativo di scalata della banca su Bnl. Ma l’ex premier e suo fratello escono dal processo soltanto per la prescrizione del reato di rivelazione del segreto d’ufficio, con la dichiarazione di “non luogo a procedere”. «Allora abbiamo una banca?» chiedeva Fassino al banchiere nella registrazione incriminata. Una conversazione che sarebbe rimasta segreta, ancora coperta dal segreto istruttorio, e che invece venne copiata su una pen drive e pubblicata su Il Giornale, il quotidiano di famiglia. Senza «l’apporto» dell’ex premier e senza il suo «benestare» come «capo della parte politica avversa» a quella di Fassino, avevano scritto i giudici nella sentenza di condanna di primo grado, quella frase politicamente così deflagrante, non sarebbe venuta fuori. Per quanto ricostruito dall’inchiesta, l’intercettazione venne ascoltata dal leader di Forza Italia alla vigilia del Natale 2005, ad Arcore, e poi qualche giorno dopo, alla fine di di- cembre, venne pubblicata. Una conversazione di cui era nota, dissero ancora i giudici di primo grado, «la natura segreta» e il cui contenuto venne «sfruttato politicamente» perché erano vicine le elezioni, poi vinte di misura dal centrosinistra. Ora, i giudici di secondo grado sostanzialmente accolgono la richiesta del sostituto procuratore generale Daniela Meliota, secondo cui l’assoluzione nel merito, chiesta dalle difese, «si imporrebbe solo se la prova dell’innocenza appare di tutta evidenza», e invece «è un nonsenso giuridico dire che c’è evidenza della conclamata innocenza degli imputati», condannati in primo grado, il 7 marzo 2013, a un anno e due anni e tre mesi di carcere. La Corte ha confermato il risarcimento di 80 mila euro già disposto in primo grado per Piero Fassino. «Prendiamo atto di questa decisione — hanno invece commentato i legali dei fratelli Berlusconi, Federico Cecconi e Piero Longo — Attendiamo di leggere le motivazioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA Tra spinte grilline e moderati in crisi la corsa solitaria di Chiamparino IL REPORTAGE PAOLO GRISERI TORINO a leggenda vuole che un centinaio di anni fa un tecnico di origini cuneesi emigrato in America abbia suggerito ai pubblicitari di inserire la fotografia del Monviso nel logo della Paramount. Poco importa che William Wodswort Hodkinsons, uno dei fondatori della società, avesse pensato a una delle vette dello Utah, lo stato di cui era originario. La leggenda del Monviso nel logo della Paramount ha resistito un secolo e ancora nel 2008 la raccontava Walter Veltroni sul pullman che lo portava a Cuneo durante il tour elettorale. Non stupisce che da quel simbolo parta oggi Sergio Chiamparino nella sua scalata alla Regione Piemonte: «Il Monviso rosso sarà il logo della mia lista civica». Lo sfottò è evidente. Prendere la montagna simbolo del bossismo, il luogo dove ogni anno salivano i leghisti di tutta Italia con la loro paccottiglia celticheggiante, tome e ampolle unite nella lotta, e trasformarlo nel simbolo del centrosinistra, è uno sberleffo non da poco. E infatti il governatore uscente, Roberto Cota, si è arrabbiato non poco: «Giù le mani da quella montagna». Solo che il Monviso verde è passato di moda da quando il governatore è incappato nello scandalo delle mutande «green» acquistate in un negozio di Boston con i denari del contribuente. La Lega, come anche gli altri partiti della maggioranza di centrodestra, vive un momento difficile. Cota non è caduto per le mutande ma per la lista con firme false che gli ha fatto vincere le elezioni nel 2010 e che ora, con grave ritardo, la magistra- L Nel Piemonte a 55 giorni dal voto il centrodestra non trova candidati LEADER Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, che in Piemonte prevede un exploit del 25 per cento EX GOVERNATORE Roberto Cota, leghista, ex governatore del Piemonte, caduto dopo che il Tar ha annullato le ultime elezioni tura ha stabilito fosse farlocca. Dunque, tutti di nuovo al voto. Da settimane il centrodestra piemontese litiga sul candidato da contrapporre a Chiamparino. E non trova una soluzione. Un po’ perché a nessuno piace perdere. E un po’ perché precipitano qui le contraddizioni nazionali: come potrebbe un berlusconiano votare un candidato di Alfano? E un moderato dell’Ncd salire sul palco con gli anti-immigrati di Salvini? «Siamo vicini a un accordo per un polo moderato alle europee e in Piemonte», confessa l’Ncd Gaetano Quagliariello. Una scelta strategica ma anche una via d’uscita dall’imbarazzo di alleati scomodi. L’unico candidato uffi- ciale è oggi quello di Forza Italia: l’assessore al bilancio uscente Gilberto Pichetto, indicato da Berlusconi. Gli alleati volevano le primarie che sembrano sfumare insieme alla candidatura di Guido Crosetto, leader di Fratelli d’Italia. Il progetto di unire Ndc, Udc e Popolari di Mauro sembra fatto. Moderati, Lega e Forza Italia andrebbero ciascuno per conto suo. E una parte dell’Udc piemontese andrebbe addirittura con Chiamparino. Il polo moderato piemontese potrebbe servire in futuro da stampella al centrosinistra: «Io governerò con la maggioranza con cui mi presento alle elezioni, a meno di emergenze particolari», afferma deciso Chiam- parino. Le emergenze particolari sono il rischio che la sua popolarità sia superiore all’appeal dei suoi partiti, con il risultato di trovarsi senza maggioranza in Consiglio. L’altra «emergenza» è quella di un risultato dei grillini che sovverta ogni attesa. M5S prevede un exploit del 25 per cento e il suo candidato presidente, il consigliere uscente Davide Bono, annuncia senza mezzi termini: «Noi corriamo per conquistare il governo della Regione». «Non darei loro da amministrare nemmeno un bar», punzecchia Chiamparino. Il vero scontro elettorale con Grillo sarà naturalmente in val di Susa dove i Cinque stelle presentano candidati No Tav, come la lista di Rifondazione. Il 25 maggio si vota anche per i sindaci di importanti comuni della valle. Il Pd è riuscito nel capolavoro di lasciare che a Susa si presentasse un esponente No Tav iscritto al partito. «Se votassi a Susa sosterrei la candidata di centrodestra», ha replicato Chiamparino suscitando l’irritazione degli alleati di Sel. Con il centrodestra che implode e i grillini che attendono l’exploit, nella polemica elettorale il sindaco della Torino olimpica deve difendersi dall’accusa di aver fatto debiti per abbellire la sua città: «Eravamo in crisi, ho fatto investimenti. Come direbbe Grillo, ho sforato il patto di stabilità». E torna a battere le provincie alla ricerca dei leghisti delusi dal loro governatore in mutande. «Leghista rosso», lo apostrofavano due anni fa gli uomini d’apparato del vecchio Pd quando Chiamparino lanciava la sfida per un partito che tornasse a parlare al Nord. Loro sono stati rottamati. E lui, protorenziano doc, oggi si porta in giro sui manifesti la fotografia scattata all’epoca con l’ex sindaco di Firenze. Senza dubbio la prima rivincita. ALLEANZE AL CENTRO Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale Ncd, che in Piemonte potrebbe allearsi con Popolari e Udc EX SINDACO Il candidato del centrosinistra Sergio Chiamparino LO SCONTRO FOTO:LAPRESSE) Torino, via la cittadinanza onoraria a Mussolini. La Lega con la bandiera dell’Urss TORINO. Mussolini non è più «torinese». Lo è stato per 90 anni, ma da ieri non lo è più. Il Consiglio comunale di Torino ha revocato la cittadinanza onoraria al Duce. Gli era stata concessa l’11 maggio del 1924. Ma se n’era perso il ricordo a causa della sparizione del “Libro d’oro” dei cittadini illustri. Finché l’esistenza dell’onorificenza non è stata riportata alla luce da Repubblica. Pd e Sel hanno subito reagito chiedendone la revoca: «È una macchia da cancellare». E la revoca è arrivata ieri, ma non all’una- nimità: Forza Italia e il suo consigliere Angelo D’Amico, ex guardia d’onore alla cripta di Predappio, e i due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia si sono messi i mezzo e hanno votato contro. Ncd e la Lega Nord hanno preferito astenersi, dopo aver srotolato la bandiera dell’Urss chiedendo di abolirla dal nome di un importate corso torinese. I Cinque stelle hanno dato man forte a Pd, Sel e Moderati per raggiungere il quorum dei due terzi. (g. guc) © RIPRODUZIONE RISERVATA T1 CV PR T2 40 .Cronaca di Torino STAMPA .LA MARTEDÌ 1 APRILE 2014 gg Dossier/ Verso il voto del 25 maggio Diaspora I candidati Allo stato attuale le prossime elezioni regionali sanciranno la fine dell’alleanza che aveva portato alla giunta Cota Gli ex assessori, quelli candidabili, si sfideranno in quattro liste diverse Sergio Chiamparino Il Pd è stato il primo a rompere gli indugi Davide Bono Il Movimento 5 Stelle ha puntato sul più esperto Centrodestra, tutti contro tutti Mauro Filingeri Rifondazione ha puntato su un volto nuovo della politica Con la scelta di Pichetto Forza Italia segna la fine della coalizione. Oggi le ultime trattative La Lega punta sulla Gancia, Fratelli d’Italia su Crosetto e l’Ncd prova a convincere Costa ALESSANDRO MONDO «Noi abbiamo deciso che parteciperemo alle elezioni... ecco!». Così Gilberto Pichetto, martellato dai cronisti il giorno in cui ha lanciato la campagna elettorale come candidato di Forza Italia. Pichetto in corsa Affermazione venata da una punta di esasperazione, sintesi dello stato di incertezza nel quale galleggia il centrodestra piemontese. Per il momento le uniche notizie certe sono due: Pichetto in corsa per Forza Italia; la Lega Nord pronta a proporsi in solitaria con Gianna Gancia. Lega pronta a smarcarsi La conferma di questo orientamento arriva dalla Gancia, presidente della Lega piemontese e della provincia di Cuneo: «Matteo Salvini e Roberto Cota hanno deciso che la Lega correrà da sola e che sarò la candidata alla presidenza. Ho dato la mia disponibilità». «Sempre che non si riesca a tenere unita la coalizione», precisa Roberto Cota. Il caos Per il resto, è il caos. Emblematico un altro fotogramma. Claudia Porchietto, Ncd, perora un ticket con Pichetto. «Proposta apprezzabile, sono disponibile», apre l’interessato. L’uovo di Il lungo stallo ha di fatto cancellato l’ipotesi delle primarie per il candidato unico Colombo per correre uniti alle regionali? Macché. Ipotesi «tendenzialmente esclusa», precisano dal Ncd, dove l’intraprendenza di Porchietto non è stata apprezzata da Enrico Costa e Vito Bonsignore. Si racconta che ieri, durante la riunione torinese del partito di Alfano, siano volati gli stracci. Quello di Pichetto era solo un auspicio», frena Osvaldo Napoli, Forza Italia. come si è premesso, la Lega è pronta a correre con la Gancia. Asse Ncd-Udc Primarie in picchiata Delle primarie disgiunte, tuttora fissate il 6 aprile, parlano malvolentieri gli stessi che le hanno lanciate, cioè Ncd e Fratelli d’Italia: ieri è scaduto il termine per presentare le candidature, quasi tutti scommettono che sono già morte nella culla. Ieri Cota, dall’esterno, ha già recitato il «de profundis». E questo, nonostante le firme, pervenute, di Giampiero Leo, Ncd, e Guido Crosetto, FdI. Il quale, per inciso, non ha nessuna voglia di fare il candidato di bandiera con il vincolo, previsto dagli alfaniani, di non candidarsi nel proporzionale. Men che meno, alle europee. Una vera ghigliottina. Insomma: come il cubo di Rubik, i colori non tornano mai. E allora? Allora gli scenari, più o meno probabili, prevedono: Forza Italia, con Pichetto, in splendida solitudine contro Chiamparino; Probabile una corsa a due NcdUdc: oggi i leader sigleranno a Roma l’accordo per le europee, da riproporre in chiave regionale. Prevista, in subordine, la corsa a tre Ncd-Udc-FdI. Con Crosetto nel ruolo di candidato? Improbabile, per i motivi che abbiamo detto. Il Nuovo centrodestra verso l’intesa con l’Udc Accordo per le Europee replicato in Piemonte Pressing su Costa Mentre non è improbabile un candidatura «di servizio» da parte dello stesso Costa, per nulla entusiasta. In questo caso resta da capire cosa faranno, nel Ncd, Porchietto e Michele Coppola, contrari all’avventura in solitaria o in compagnie ristrette. Ultime trattative Pichetto scalda i motori – Giovanni Toti sarà capolista nel Nord Ovest per le europee, in aggiunta si punterà su Fabrizio Bertot, Alberto Cirio, Tino Rossi – mentre per le regionali è tutto in ballo. Scalda i motori ma, sperando nel ritorno dei figlioli prodighi, aspetterà ancora qualche giorno prima di alzare la frizione e partire. Ieri, pur mettendo in chiaro che la partita delle (eventuali) alleanze si decide a Roma, ha buttato lì due aperture: il ticket con Porchietto e l’attacco contro Chiamparino «a quattro punte». Della serie: lui al volante e alcuni assessorati di rilievo agli alleati. Due aperture e un monito: «Un anno fa, in Piemonte, il Pdl era al 20%. Oggi danno Forza Italia pressapoco al 20...». Gli alleati, però, rispondono nisba. Ghiglia, in particolare, non si sottrae alla metafora calcistica: «Prima delle quattro punte bisogna scegliere il centravanti». Sapendo che la partita del 25 maggio non si può rinviare. Gilberto Pichetto Forza Italia ha scelto l’ex assessore della giunta Cota Gianna Gancia La Lega punta sul presidente della Provincia di Cuneo Enrico Costa Alfano e Schifani provano a convincere il viceministro T1 CV PR T2 LA STAMPA MARTEDÌ 1 APRILE 2014 . Cronaca di Torino .41 g Chiamparino I dubbi di Bono cerca una donna sulle euro-Primarie per il Bilancio dei Cinquestelle Ma intanto arruola sindaci per rafforzarsi L’accusa: mai visti 237 su 262. E il web lo attacca MAURIZIO TROPEANO uell’abbraccio tra Matteo e Sergio che il Pd ha scelto per la sua campagna elettorale alle regionali non è solo propaganda, almeno per il candidato presidente. Chiamparino, infatti, fa come Renzi e annuncia che almeno metà della giunta, in caso di vittoria del centrosinistra, sarà composta da donne e «per questo chiedo ai segretari di partito di darmi una mano e candidare tante donne per poter mantenere l’impegno». E, in ogni caso, il listino sarà composto allo stesso modo «e sicuramente io non arretrerò di un millimetro» annuncia il candidato presidente del centrosinistra davanti alle donne democratiche. Parole che fanno correre un brivido nella schiena del segretario regionale Davide Gariglio. È sulle sue spalle, infatti, e anche su quelle del leader provinciale, Fabrizio Morri, che ricade il peso prima della trattativa interna tra le varie anime democratiche e poi quella con gli alleati del centrosinistra. Q Troppi aspiranti La determinazione di Chiamparino di dare una forte rappresentanza alle donne del centrosinistra - «non perché devo rispettare delle quote rosa ma perché nelle donne c’è un’energia vitale positiva» complica infatti il già difficile e delicato «gioco» per la composizione del listino. Ad oggi, infatti, gli aspiranti sono talmente tanti che «potrebbero formare più squadre di calcio», raccontano i suoi collaboratori. E in maggioranza sono uomini. Ci potrebbe essere Giacomo Portas per i Moderati; Marco Grimaldi per Sel. E poi l’attuale capogruppo Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschi- il caso onda stellata sembra inarrestabile e dopo le politiche potrebbe arrivare anche in Europa. Non è un caso che la parola d’ordine che accompagna la selezione on line dei candidati del movimento Cinque Stelle per il parlamento europeo sia «vinciamo noi». Questa volta, però, l’onda del successo rischia di portare a Strasburgo anche uomini e donne sconosciuti ai militanti più attivi, quelli che in questi anni hanno lavorato ventre a terra non solo sul web per far crescere e radicare il verbo di Grillo. Il primo a sollevare il dubbio sul rischio di mandare a Strasburgo «candidati impreparati» è Vittorio Bertola, capogruppo in comune che contesta i tempi troppo stretti per informarsi e conoscere i candidati. Davide Bono, candidato alla presidenza della Regione e da sempre in prima fila, va oltre: «Mi risulta difficile pensare - scrive di buon mattino sul profilo Facebook che in cinque anni di movimento io non abbia mai avuto il piacere di vedere attivi sul territorio 237 delle 262 persone che si sono candidate». L’ Stile Renzi Il candidato del centrosinistra punta a una giunta regionale a trazione femminile come il governo del leader Matteo Renzi gna. E a Chiamparino piacerebbe tanto portare in Regione l’ex presidente di Coldiretti, Giorgio Ferrero. E poi resta da capire il futuro dell’assessore al Bilancio del Comune, Gianguido Passoni. Nomi femminili? L’assessore Ilda Curti e poi Rosanna Abbà e Nadia Conticelli Ieri pomeriggio la direzione provinciale del Pd ha dovuto constatare la mancanza di candidature femminili per completare la lista. È una corsa contro il tempo visto che il 7 aprile è stata convocata la direzione regionale democratica per approvare le candidature. PRIMI CITTADINI IN CAMPO Figlio d’arte Francesco Brizio di Ciriè ma anche gli amministratori di molti Comuni cuneesi in competizione tra di loro. E Chiamparino ci mette del suo: «Se volessi lanciare un osso ai giornalisti potrei dire che sto lavorando per trovare una donna di fiducia al Bilancio». Osso lanciato e subito dopo ritirato, ma la raccomandazione: candidate tante donne. Più facile a dirsi che a farsi. Ad oggi è arrivata solo una richiesta di deroga, quella presentata dal sindaco di Cirié, Francesco Brizio che correrà sul proporzionale seguendo le orme paterne. Altri sindaci, hanno scelto di correre con Chiamparino, almeno nel Cuneese. È stato l’ex primo cittadino di Cuneo, Alberto Valmaggia a tessere la tela che porterà a correre sotto il simbolo del Monviso anche gli amministratori che guidano Savigliano (Sergio Soave) e Castigliole Saluzzo (Milva Rinaudo). Campagna elettorale Ieri dalle 10 alle 21 si è svolto il primo turno di questa consultazione on line e prima che iniziassero le operazioni di voto Bono aveva in qualche modo lanciato un messaggio preciso agli iscritti/elettori: occhio, leggete i curricula e «votate con cognizione di causa». E nel dubbio Bono fa Appuntamento il 17 maggio Beppe Grillo sarà a Torino il 17 di maggio anche per sostenere Davide Bono alla presidenza del Piemonte una lista con i nomi e i cognomi di candidati in qualche modo «garantiti» perché dal suo punto di vista di quelli che secondo lui sarebbe auspicabile che «venissero elette persone che «Sarebbe auspicabile che venissero elette persone che conosciamo e di cui ci fidiamo» Davide Bono capogruppo Cinquestelle in Consiglio regionale conosciamo e di cui ci fidiamo». Le polemiche Non tutti, però, hanno gradito la pubblicazione di una lista e anche le istruzioni per l’uso diffuse dal candidato alla presidenza. A tanti quella scelta è sembrata una campagna elettorale vera e propria. E così sul profilo Facebook di Bono si è aperto un dibattito vivace tra chi contesta quella scelta a chi invece la difende in nome di una militanza attiva. Il programma Il programma M5S per l’Europa parte dalla proposta di convocare un referendum per la permanenza o meno nell’euro: abolizione del fiscal compact e adozione degli eurobond e l’alleanza tra i paesi mediterranei per una politica comune. Poi i temi economici: investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio; finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni e abolizione del pareggio di bilancio. [M.TR.] la Repubblica MARTEDÌ 1 APRILE 2014 III PER SAPERNE DI PIÙ www.pdpiemonte.it www.nuovocentrodestra.it Il centrodestra diviso Tutti divisi. Il centrodestra non raggiunge l’accordo. L’unica certezza è che Gilberto Pichetto corre per Forza Italia. La Lega indica Gianna Gancia nel caso in cui la coalizione vada divisa; gli alfaniani di Ncd cercano un candidato e Fratelli d’Italia insiste sulle primarie ma potrebbe annunciare di dovervi rinunciare. Nel centrosinistra Sergio Chiamparino conferma la volontà di avere il 50 per cento di donne in giunta. Il Movimento 5 stelle vota per le Europee e già oggi il candidato presidente Davide Bono parte per il suo tour per il Piemonte. Il Carroccio se ne va “Tenetevi Pichetto per noi c’è Gancia” IL RETROSCENA SARA STRIPPOLI ILBERTO Pichetto è ufficialmente in corsa per Forza Italia e la possibilità di una candidatura unitaria del centrodestra per il 25 maggio si allontana sempre di più. Il vicepresidente della giunta uscente lancia un ultimo appello all’unità, ma gli avversari reagiscono stizziti. E già in serata la Lega fa sapere che, nel caso in cui non si trovi un unico candidato di coalizione, il Carroccio correrà con Gianna Gancia, presidente del partito regionale. Ieri la questione è stata affrontata dal Consiglio federale in via Bellerio, le trattative sono ancora in corso e non si possono considerare concluse, ma il messaggio è chiaro: «Mi sembra che il tempo per le primarie sia finito — diceva già in mattinata Roberto Cota — e se non si troverà una soluzione la Lega correrà da sola». La conferma arriva nel pomeriggio, quando è la stessa Gancia a confermare le intenzioni che sarebbero emerse in via Bellerio: «Non vogliamo fare da reggenti a Forza Italia», dice. In serata il parlamentare Stefano Allasia chiarisce: «Correre da soli è quanto ci chiede la base del nostro partito, ma si sta ancora trattando perché avere una coalizione unita significherebbe avere possibilità di vincere. In caso contrario non è interesse della Lega legarsi ad altri partiti». In parallelo, da un incontro vivace che si è svolto in tarda mattinata nella sede del Nuovo Centrodestra, esce un No deciso all’appello di Pichetto. In attesa di discutere l’applicazione anche in Piemonte dell’accordo per le europee con Udc e Popolari di G la sfida BANDIERA ROSSA I consiglieri della Lega Nord espongono polemicamente una bandiera sovietica Mauro, gli alfaniani sembrano andare spediti verso una corsa solitaria. Un invito a rappresentarli come candidato presidente è arrivato ad Enrico Costa, il quale tuttavia non pare molto propenso ad accettare. «In Piemonte Forza Italia ha dimostrato di voler imporre una scelta rifiutando il confronto e respingendo ogni proposta di buonsenso per la selezione del candidato migliore». Pare dunque cadere nel vuoto l’apertura di Pichetto che, alla conferenza stampa di presentazione dell’avvio della campagna elettorale di Forza Italia, ha detto di avere apprezzato l’idea lanciata su Repubblica da Claudia Porchietto, assessore di Ncd, la quale aveva suggerito l’ipotesi di un ticket con Pichetto. «Potrebbe essere un’idea — dice, con una metafora calcistica — così come ci potrebbe essere un attacco “a quattro punte”, con un vicepresidente e due assessori chiamati a ruoli importanti come sanità e bilancio»: un invito LA CANDIDATA IN PECTORE Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo, è la candidata in pectore del Carroccio chiaro agli alleati a sedersi ad un tavolo per decidere insieme una squadra unita che possa soddisfare le ambizioni di tutti. Un invito confermato nel pomeriggio dalle parole di Osvaldo Napoli, che nelle settimane passate ha trattato al tavolo nazionale di FI coordinato da Altero Matteoli: «Ogni decisione in merito ad eventuali ticket deve essere preso al tavolo della coalizione». La replica di Enrico Costa è secca: «In un attacco “a quattro punte” Pichetto dovrebbe restare in panchina». Fratelli d’Italia, con il coordinatore regionale Agostino Ghiglia, riprende la metafora sportiva: «Prima delle quattro punte occorre scegliere il centravanti. Nessuno sfasci il centrodestra». Ghiglia elenca i passi fatti finora dal suo partito: «Abbiamo chiesto primarie, commissionato un sondaggio e ci siamo resi disponibili a rinunciare alle primarie proponendo un sondaggio comune per individuare il candidato più forte. Di tutto questo Forza Italia non ha concesso nulla». Sulle primarie continuano ad insistere sia Fdi sia Ncd, ma già oggi potrebbe essere ufficializzata la rinuncia alla consultazioni on line per il 6 aprile da parte del partito di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, che negli ultimi giorni è apparso sempre più defilato. L’unico accordo chiuso da Forza Italia per il momento è con i Verdi Verdi di Lupi. Pichetto ricorda le intese unitarie nella maggioranza dei Comuni e presenta i tre candidati che per il Piemonte correranno alle europee: Fabrizio Bertot, l’ex-leghista Tino Rossi e l’assessore ad istruzione e turismo Alberto Cirio. Il capolista per il nord-ovest sarà Giovanni Toti. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO Chiamparino insiste: “Metà giunta sarà rosa” CARLOTTA ROCCI LMENO metà della giunta sarà rosa. «E non è detto che le donne non siano anche più del 50 percento». Il candidato del centro sinistra alla presidenza della Regione Sergio Chiamparino fissa i paletti della sua campagna elettorale in fatto di rappresentanza femminile. E lo fa di fronte a un nutrito schieramento di donne del Partito Democratico che gli hanno presentato un documento in dieci punti da inserire nell’agenda politica del futuro governo regionale. "Non arretrerò di un millimetro sulla mia pretesa di avere 5 donne nel listino e faccio appello ai segretari di partito a candidare tante donne per poter mantenere l'impegno, nel caso mi trovassi a A UNA GIUNTA MEZZA ROSA Sergio Chiamparino rivolge un appello ai segretari dei partiti che lo appoggiano: “Candidate tante donne” dover formare la giunta, che ci siano metà donne", ha confermato Chiamparino. «Non parliamo di quote rosa ma della necessità di avere più donne in politica», ha spiegato durante l’incontro Incontro con le rappresentanti femminili del partito che gli hanno sottoposto un programma in dieci punti Lucia Centillo, portavoce della conferenza regionale delle donne del Pd, spiegando i dieci punti che vanno dall’occupazione femminile, al welfare, dal contrasto alla violenza sulle don- ne, alla modifica della legge elettorale per garantire un maggiore accesso alle donne. Un punto, quest’ultimo, condiviso anche da Chiamparino che però rilancia la palla ai presidenti regionali e provinciali: «Candidate tante donne così avremo un parco nutrito tra cui scegliere sulla base della competenza». Dal canto suo Chiamparino ha già annunciato che il 50 per cento del suo listino sarà composto da donne. I nomi da cercare sono cinque. «Ormai ho dato la mia parola e su questo punto non torno indietro». Ma Chiamparino si spinge anche oltre e pensa alla composizione della giunta e in particolare ai tre nomi esterni ai candidati eletti nelle liste a cui l’ex sindaco di Torino potrebbe attingere per comporre la sua squadra. Uno sarà sicura- mente uomo ma gli altri due potrebbero essere donne. «Sto lavorando per cercare una donna per occuparsi di bilancio e programmazione». Non solo welfare e politiche sociali, settori tradizionalmente già affidati alle donne. «Non credo ci siano quote di competenza destinate alle donne — taglia corto l’ex sindaco — . Non nella mia giunta». E questo, ci tiene a precisare, non in nome delle quote rosa «ma perchè nelle donne c’è un’energia vitale positiva. Faccio quindi appello ai partiti a candidare tante donne per poterne avere una quota consistente in giunta in base alle singole competenze e alla conoscenza dei problemi e del territorio» © RIPRODUZIONE RISERVATA