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la Repubblica MARTEDÌ 1 APRILE 2014
POLITICA E GIUSTIZIA
PER SAPERNE DI PIÙ
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www.regione.piemonte.it
Il processo
Unipol, prescrizione per Berlusconi
La decisione dei giudici di appello a Milano anche per il fratello Paolo, risarcimento a Fassino
Nove anni fa la pubblicazione delle intercettazioni coperte da segreto su “Abbiamo una banca”
SANDRO DE RICCARDIS
MILANO. L’esito ampiamente annunciato nel processo Unipol si è concretizzato ieri, con la dichiarazione
di prescrizione da parte dei giudici
della seconda Corte d’Appello di Milano, presieduta da Fabio Paparella.
Silvio e Paolo Berlusconi non sono
estranei alla pubblicazione della famosa intercettazione tra l’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, oggi
sindaco di Torino, e Giovanni Consorte, allora presidente di Unipol
protagonista nell’estate 2005 del
tentativo di scalata della banca su
Bnl. Ma l’ex premier e suo fratello
escono dal processo soltanto per la
prescrizione del reato di rivelazione
del segreto d’ufficio, con la dichiarazione di “non luogo a procedere”.
«Allora abbiamo una banca?»
chiedeva Fassino al banchiere nella
registrazione incriminata. Una conversazione che sarebbe rimasta segreta, ancora coperta dal segreto
istruttorio, e che invece venne copiata su una pen drive e pubblicata
su Il Giornale, il quotidiano di famiglia. Senza «l’apporto» dell’ex premier e senza il suo «benestare» come
«capo della parte politica avversa» a
quella di Fassino, avevano scritto i
giudici nella sentenza di condanna
di primo grado, quella frase politicamente così deflagrante, non sarebbe
venuta fuori.
Per quanto ricostruito dall’inchiesta, l’intercettazione venne ascoltata dal leader di Forza Italia alla vigilia del Natale 2005, ad Arcore, e poi
qualche giorno dopo, alla fine di di-
cembre, venne pubblicata. Una conversazione di cui era nota, dissero ancora i giudici di primo grado, «la natura segreta» e il cui contenuto venne «sfruttato politicamente» perché
erano vicine le elezioni, poi vinte di
misura dal centrosinistra. Ora, i giudici di secondo grado sostanzialmente accolgono la richiesta del sostituto procuratore generale Daniela Meliota, secondo cui l’assoluzione
nel merito, chiesta dalle difese, «si
imporrebbe solo se la prova dell’innocenza appare di tutta evidenza», e
invece «è un nonsenso giuridico dire
che c’è evidenza della conclamata innocenza degli imputati», condannati in primo grado, il 7 marzo 2013, a
un anno e due anni e tre mesi di carcere. La Corte ha confermato il risarcimento di 80 mila euro già disposto
in primo grado per Piero Fassino.
«Prendiamo atto di questa decisione
— hanno invece commentato i legali dei fratelli Berlusconi, Federico
Cecconi e Piero Longo — Attendiamo di leggere le motivazioni».
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Tra spinte grilline
e moderati in crisi
la corsa solitaria
di Chiamparino
IL REPORTAGE
PAOLO GRISERI
TORINO
a leggenda vuole che
un centinaio di anni fa
un tecnico di origini cuneesi emigrato in
America abbia suggerito ai pubblicitari di inserire la
fotografia del Monviso nel logo
della Paramount. Poco importa
che William Wodswort Hodkinsons, uno dei fondatori della società, avesse pensato a una delle vette dello Utah, lo stato di cui
era originario. La leggenda del
Monviso nel logo della Paramount ha resistito un secolo e
ancora nel 2008 la raccontava
Walter Veltroni sul pullman che
lo portava a Cuneo durante il
tour elettorale. Non stupisce
che da quel simbolo parta oggi
Sergio Chiamparino nella sua
scalata alla Regione Piemonte:
«Il Monviso rosso sarà il logo della mia lista civica».
Lo sfottò è evidente. Prendere la montagna simbolo del bossismo, il luogo dove ogni anno
salivano i leghisti di tutta Italia
con la loro paccottiglia celticheggiante, tome e ampolle
unite nella lotta, e trasformarlo
nel simbolo del centrosinistra, è
uno sberleffo non da poco. E infatti il governatore uscente, Roberto Cota, si è arrabbiato non
poco: «Giù le mani da quella
montagna». Solo che il Monviso
verde è passato di moda da
quando il governatore è incappato nello scandalo delle mutande «green» acquistate in un
negozio di Boston con i denari
del contribuente.
La Lega, come anche gli altri
partiti della maggioranza di
centrodestra, vive un momento
difficile. Cota non è caduto per le
mutande ma per la lista con firme false che gli ha fatto vincere
le elezioni nel 2010 e che ora,
con grave ritardo, la magistra-
L
Nel Piemonte a 55 giorni dal voto
il centrodestra non trova candidati
LEADER
Beppe Grillo, fondatore
del Movimento 5 Stelle,
che in Piemonte prevede
un exploit del 25 per cento
EX GOVERNATORE
Roberto Cota, leghista,
ex governatore del Piemonte,
caduto dopo che il Tar
ha annullato le ultime elezioni
tura ha stabilito fosse farlocca.
Dunque, tutti di nuovo al voto.
Da settimane il centrodestra
piemontese litiga sul candidato
da contrapporre a Chiamparino. E non trova una soluzione.
Un po’ perché a nessuno piace
perdere. E un po’ perché precipitano qui le contraddizioni nazionali: come potrebbe un berlusconiano votare un candidato
di Alfano? E un moderato dell’Ncd salire sul palco con gli anti-immigrati di Salvini? «Siamo
vicini a un accordo per un polo
moderato alle europee e in Piemonte», confessa l’Ncd Gaetano Quagliariello. Una scelta
strategica ma anche una via d’uscita dall’imbarazzo di alleati
scomodi. L’unico candidato uffi-
ciale è oggi quello di Forza Italia:
l’assessore al bilancio uscente
Gilberto Pichetto, indicato da
Berlusconi. Gli alleati volevano
le primarie che sembrano sfumare insieme alla candidatura
di Guido Crosetto, leader di Fratelli d’Italia. Il progetto di unire
Ndc, Udc e Popolari di Mauro
sembra fatto. Moderati, Lega e
Forza Italia andrebbero ciascuno per conto suo. E una parte dell’Udc piemontese andrebbe addirittura con Chiamparino.
Il polo moderato piemontese
potrebbe servire in futuro da
stampella al centrosinistra: «Io
governerò con la maggioranza
con cui mi presento alle elezioni, a meno di emergenze particolari», afferma deciso Chiam-
parino. Le emergenze particolari sono il rischio che la sua popolarità sia superiore all’appeal
dei suoi partiti, con il risultato di
trovarsi senza maggioranza in
Consiglio. L’altra «emergenza»
è quella di un risultato dei grillini che sovverta ogni attesa. M5S
prevede un exploit del 25 per
cento e il suo candidato presidente, il consigliere uscente Davide Bono, annuncia senza mezzi termini: «Noi corriamo per
conquistare il governo della Regione». «Non darei loro da amministrare nemmeno un bar»,
punzecchia Chiamparino.
Il vero scontro elettorale con
Grillo sarà naturalmente in val
di Susa dove i Cinque stelle presentano candidati No Tav, come la lista di Rifondazione. Il 25
maggio si vota anche per i sindaci di importanti comuni della
valle. Il Pd è riuscito nel capolavoro di lasciare che a Susa si presentasse un esponente No Tav
iscritto al partito. «Se votassi a
Susa sosterrei la candidata di
centrodestra», ha replicato
Chiamparino suscitando l’irritazione degli alleati di Sel.
Con il centrodestra che implode e i grillini che attendono
l’exploit, nella polemica elettorale il sindaco della Torino olimpica deve difendersi dall’accusa
di aver fatto debiti per abbellire
la sua città: «Eravamo in crisi, ho
fatto investimenti. Come direbbe Grillo, ho sforato il patto di
stabilità». E torna a battere le
provincie alla ricerca dei leghisti delusi dal loro governatore in
mutande. «Leghista rosso», lo
apostrofavano due anni fa gli
uomini d’apparato del vecchio
Pd quando Chiamparino lanciava la sfida per un partito che
tornasse a parlare al Nord. Loro
sono stati rottamati. E lui, protorenziano doc, oggi si porta in
giro sui manifesti la fotografia
scattata all’epoca con l’ex sindaco di Firenze. Senza dubbio la
prima rivincita.
ALLEANZE AL CENTRO
Gaetano Quagliariello,
coordinatore nazionale Ncd,
che in Piemonte potrebbe
allearsi con Popolari e Udc
EX SINDACO
Il candidato
del centrosinistra
Sergio
Chiamparino
LO SCONTRO
FOTO:LAPRESSE)
Torino, via la cittadinanza onoraria a Mussolini. La Lega con la bandiera dell’Urss
TORINO. Mussolini non è più «torinese». Lo è stato per 90 anni,
ma da ieri non lo è più. Il Consiglio comunale di Torino ha revocato la cittadinanza onoraria al Duce. Gli era stata concessa l’11
maggio del 1924. Ma se n’era perso il ricordo a causa della sparizione del “Libro d’oro” dei cittadini illustri. Finché l’esistenza
dell’onorificenza non è stata riportata alla luce da Repubblica.
Pd e Sel hanno subito reagito chiedendone la revoca: «È una macchia da cancellare». E la revoca è arrivata ieri, ma non all’una-
nimità: Forza Italia e il suo consigliere Angelo D’Amico, ex guardia d’onore alla cripta di Predappio, e i due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia si sono messi i mezzo e hanno votato contro.
Ncd e la Lega Nord hanno preferito astenersi, dopo aver srotolato la bandiera dell’Urss chiedendo di abolirla dal nome di un
importate corso torinese. I Cinque stelle hanno dato man forte
a Pd, Sel e Moderati per raggiungere il quorum dei due terzi.
(g. guc)
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T1 CV PR T2
40 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 1 APRILE 2014
gg Dossier/ Verso il voto del 25 maggio
Diaspora
I candidati
Allo stato
attuale
le prossime
elezioni
regionali
sanciranno
la fine
dell’alleanza
che aveva
portato
alla giunta
Cota
Gli ex
assessori,
quelli
candidabili,
si
sfideranno
in quattro
liste diverse
Sergio Chiamparino
Il Pd è stato il primo
a rompere gli indugi
Davide Bono
Il Movimento 5 Stelle
ha puntato sul più esperto
Centrodestra, tutti contro tutti
Mauro Filingeri
Rifondazione ha puntato su
un volto nuovo della politica
Con la scelta di Pichetto Forza Italia segna la fine della coalizione. Oggi le ultime trattative
La Lega punta sulla Gancia, Fratelli d’Italia su Crosetto e l’Ncd prova a convincere Costa
ALESSANDRO MONDO
«Noi abbiamo deciso che
parteciperemo alle elezioni...
ecco!». Così Gilberto Pichetto, martellato dai cronisti il
giorno in cui ha lanciato la
campagna elettorale come
candidato di Forza Italia.
Pichetto in corsa
Affermazione venata da una
punta di esasperazione, sintesi dello stato di incertezza
nel quale galleggia il centrodestra piemontese. Per il momento le uniche notizie certe
sono due: Pichetto in corsa
per Forza Italia; la Lega Nord
pronta a proporsi in solitaria
con Gianna Gancia.
Lega pronta a smarcarsi
La conferma di questo orientamento arriva dalla Gancia,
presidente della Lega piemontese e della provincia di
Cuneo: «Matteo Salvini e Roberto Cota hanno deciso che
la Lega correrà da sola e che
sarò la candidata alla presidenza. Ho dato la mia disponibilità». «Sempre che non si
riesca a tenere unita la coalizione», precisa Roberto Cota.
Il caos
Per il resto, è il caos. Emblematico un altro fotogramma. Claudia Porchietto, Ncd, perora un
ticket con Pichetto. «Proposta
apprezzabile, sono disponibile», apre l’interessato. L’uovo di
Il lungo stallo ha di fatto
cancellato l’ipotesi
delle primarie
per il candidato unico
Colombo per correre uniti alle
regionali? Macché. Ipotesi
«tendenzialmente esclusa»,
precisano dal Ncd, dove l’intraprendenza di Porchietto non è
stata apprezzata da Enrico Costa e Vito Bonsignore. Si racconta che ieri, durante la riunione torinese del partito di Alfano, siano volati gli stracci.
Quello di Pichetto era solo un
auspicio», frena Osvaldo Napoli, Forza Italia.
come si è premesso, la Lega è
pronta a correre con la Gancia.
Asse Ncd-Udc
Primarie in picchiata
Delle primarie disgiunte, tuttora fissate il 6 aprile, parlano
malvolentieri gli stessi che le
hanno lanciate, cioè Ncd e Fratelli d’Italia: ieri è scaduto il termine per presentare le candidature, quasi tutti scommettono che sono già morte nella culla. Ieri Cota, dall’esterno, ha già
recitato il «de profundis». E
questo, nonostante le firme,
pervenute, di Giampiero Leo,
Ncd, e Guido Crosetto, FdI. Il
quale, per inciso, non ha nessuna voglia di fare il candidato di
bandiera con il vincolo, previsto
dagli alfaniani, di non candidarsi nel proporzionale. Men che
meno, alle europee. Una vera
ghigliottina.
Insomma: come il cubo di Rubik, i colori non tornano mai. E allora? Allora gli scenari, più o meno probabili, prevedono: Forza
Italia, con Pichetto, in splendida
solitudine contro Chiamparino;
Probabile una corsa a due NcdUdc: oggi i leader sigleranno a
Roma l’accordo per le europee,
da riproporre in chiave regionale. Prevista, in subordine, la
corsa a tre Ncd-Udc-FdI. Con
Crosetto nel ruolo di candidato? Improbabile, per i motivi
che abbiamo detto.
Il Nuovo centrodestra
verso l’intesa con l’Udc
Accordo per le Europee
replicato in Piemonte
Pressing su Costa
Mentre non è improbabile un
candidatura «di servizio» da
parte dello stesso Costa, per
nulla entusiasta. In questo caso resta da capire cosa faranno, nel Ncd, Porchietto e Michele Coppola, contrari all’avventura in solitaria o in compagnie ristrette.
Ultime trattative
Pichetto scalda i motori – Giovanni Toti sarà capolista nel
Nord Ovest per le europee, in
aggiunta si punterà su Fabrizio
Bertot, Alberto Cirio, Tino Rossi – mentre per le regionali è tutto in ballo. Scalda i motori ma,
sperando nel ritorno dei figlioli
prodighi, aspetterà ancora
qualche giorno prima di alzare
la frizione e partire.
Ieri, pur mettendo in chiaro
che la partita delle (eventuali)
alleanze si decide a Roma, ha
buttato lì due aperture: il ticket
con Porchietto e l’attacco contro Chiamparino «a quattro
punte». Della serie: lui al volante e alcuni assessorati di rilievo
agli alleati. Due aperture e un
monito: «Un anno fa, in Piemonte, il Pdl era al 20%. Oggi danno
Forza Italia pressapoco al 20...».
Gli alleati, però, rispondono nisba. Ghiglia, in particolare, non
si sottrae alla metafora calcistica: «Prima delle quattro punte
bisogna scegliere il centravanti». Sapendo che la partita del
25 maggio non si può rinviare.
Gilberto Pichetto
Forza Italia ha scelto l’ex
assessore della giunta Cota
Gianna Gancia
La Lega punta sul presidente della Provincia di Cuneo
Enrico Costa
Alfano e Schifani provano
a convincere il viceministro
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LA STAMPA
MARTEDÌ 1 APRILE 2014
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Cronaca di Torino .41
g
Chiamparino
I dubbi di Bono
cerca una donna sulle euro-Primarie
per il Bilancio
dei Cinquestelle
Ma intanto arruola sindaci per rafforzarsi L’accusa: mai visti 237 su 262. E il web lo attacca
MAURIZIO TROPEANO
uell’abbraccio tra
Matteo e Sergio
che il Pd ha scelto
per la sua campagna elettorale alle
regionali non è solo propaganda, almeno per il candidato presidente. Chiamparino, infatti, fa come Renzi e
annuncia che almeno metà
della giunta, in caso di vittoria del centrosinistra, sarà
composta da donne e «per
questo chiedo ai segretari di
partito di darmi una mano e
candidare tante donne per
poter mantenere l’impegno». E, in ogni caso, il listino
sarà composto allo stesso
modo «e sicuramente io non
arretrerò di un millimetro»
annuncia il candidato presidente del centrosinistra davanti alle donne democratiche. Parole che fanno correre un brivido nella schiena
del segretario regionale Davide Gariglio. È sulle sue
spalle, infatti, e anche su
quelle del leader provinciale,
Fabrizio Morri, che ricade il
peso prima della trattativa
interna tra le varie anime democratiche e poi quella con
gli alleati del centrosinistra.
Q
Troppi aspiranti
La determinazione di Chiamparino di dare una forte rappresentanza alle donne del
centrosinistra - «non perché
devo rispettare delle quote rosa ma perché nelle donne c’è
un’energia vitale positiva» complica infatti il già difficile e
delicato «gioco» per la composizione del listino. Ad oggi, infatti, gli aspiranti sono talmente tanti che «potrebbero formare più squadre di calcio»,
raccontano i suoi collaboratori. E in maggioranza sono uomini. Ci potrebbe essere Giacomo Portas per i Moderati;
Marco Grimaldi per Sel. E poi
l’attuale capogruppo Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschi-
il caso
onda stellata
sembra inarrestabile e dopo le
politiche potrebbe arrivare anche in Europa. Non è un caso
che la parola d’ordine che accompagna la selezione on line
dei candidati del movimento
Cinque Stelle per il parlamento europeo sia «vinciamo noi».
Questa volta, però, l’onda del
successo rischia di portare a
Strasburgo anche uomini e
donne sconosciuti ai militanti
più attivi, quelli che in questi
anni hanno lavorato ventre a
terra non solo sul web per far
crescere e radicare il verbo di
Grillo. Il primo a sollevare il
dubbio sul rischio di mandare
a Strasburgo «candidati impreparati» è Vittorio Bertola,
capogruppo in comune che
contesta i tempi troppo stretti
per informarsi e conoscere i
candidati. Davide Bono, candidato alla presidenza della
Regione e da sempre in prima
fila, va oltre: «Mi risulta difficile pensare - scrive di buon
mattino sul profilo Facebook che in cinque anni di movimento io non abbia mai avuto
il piacere di vedere attivi sul
territorio 237 delle 262 persone che si sono candidate».
L’
Stile Renzi
Il candidato del centrosinistra punta a una giunta regionale a
trazione femminile come il governo del leader Matteo Renzi
gna. E a Chiamparino piacerebbe tanto portare in Regione l’ex
presidente di Coldiretti, Giorgio Ferrero. E poi resta da capire il futuro dell’assessore al
Bilancio del Comune, Gianguido Passoni. Nomi femminili?
L’assessore Ilda Curti e poi Rosanna Abbà e Nadia Conticelli
Ieri pomeriggio la direzione
provinciale del Pd ha dovuto
constatare la mancanza di candidature femminili per completare la lista. È una corsa
contro il tempo visto che il 7
aprile è stata convocata la direzione regionale democratica
per approvare le candidature.
PRIMI CITTADINI IN CAMPO
Figlio d’arte
Francesco Brizio di Ciriè
ma anche gli amministratori
di molti Comuni cuneesi
in competizione tra di loro. E
Chiamparino ci mette del suo:
«Se volessi lanciare un osso ai
giornalisti potrei dire che sto
lavorando per trovare una
donna di fiducia al Bilancio».
Osso lanciato e subito dopo ritirato, ma la raccomandazione:
candidate tante donne.
Più facile a dirsi che a farsi.
Ad oggi è arrivata solo una richiesta di deroga, quella presentata dal sindaco di Cirié, Francesco Brizio che correrà sul proporzionale seguendo le orme
paterne. Altri sindaci, hanno
scelto di correre con Chiamparino, almeno nel Cuneese. È stato l’ex primo cittadino di Cuneo,
Alberto Valmaggia a tessere la
tela che porterà a correre sotto
il simbolo del Monviso anche gli
amministratori che guidano Savigliano (Sergio Soave) e Castigliole Saluzzo (Milva Rinaudo).
Campagna elettorale
Ieri dalle 10 alle 21 si è svolto il
primo turno di questa consultazione on line e prima che
iniziassero le operazioni di
voto Bono aveva in qualche
modo lanciato un messaggio
preciso agli iscritti/elettori:
occhio, leggete i curricula e
«votate con cognizione di
causa». E nel dubbio Bono fa
Appuntamento il 17 maggio
Beppe Grillo sarà a Torino il 17 di maggio anche per sostenere
Davide Bono alla presidenza del Piemonte
una lista con i nomi e i cognomi
di candidati in qualche modo
«garantiti» perché dal suo punto di vista di quelli che secondo
lui sarebbe auspicabile che
«venissero elette persone che
«Sarebbe auspicabile
che venissero elette
persone che
conosciamo
e di cui ci fidiamo»
Davide Bono
capogruppo Cinquestelle
in Consiglio regionale
conosciamo e di cui ci fidiamo».
Le polemiche
Non tutti, però, hanno gradito la
pubblicazione di una lista e anche le istruzioni per l’uso diffuse
dal candidato alla presidenza. A
tanti quella scelta è sembrata
una campagna elettorale vera e
propria. E così sul profilo Facebook di Bono si è aperto un dibattito vivace tra chi contesta quella
scelta a chi invece la difende in
nome di una militanza attiva.
Il programma
Il programma M5S per l’Europa
parte dalla proposta di convocare un referendum per la permanenza o meno nell’euro: abolizione del fiscal compact e adozione
degli eurobond e l’alleanza tra i
paesi mediterranei per una politica comune. Poi i temi economici: investimenti in innovazione e
nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio; finanziamenti
per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni e abolizione del
pareggio di bilancio.
[M.TR.]
la Repubblica MARTEDÌ 1 APRILE 2014
III
PER SAPERNE DI PIÙ
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www.nuovocentrodestra.it
Il centrodestra diviso
Tutti divisi. Il centrodestra non raggiunge l’accordo. L’unica certezza è che Gilberto Pichetto corre per Forza Italia. La Lega indica Gianna Gancia nel caso in cui la coalizione vada divisa; gli alfaniani di Ncd cercano un candidato e Fratelli d’Italia insiste
sulle primarie ma potrebbe annunciare di
dovervi rinunciare. Nel centrosinistra Sergio Chiamparino conferma la volontà di
avere il 50 per cento di donne in giunta. Il
Movimento 5 stelle vota per le Europee e
già oggi il candidato presidente Davide
Bono parte per il suo tour per il Piemonte.
Il Carroccio se ne va
“Tenetevi Pichetto
per noi c’è Gancia”
IL RETROSCENA
SARA STRIPPOLI
ILBERTO Pichetto è ufficialmente in corsa per Forza
Italia e la possibilità di una
candidatura unitaria del centrodestra per il 25 maggio si allontana sempre di più. Il vicepresidente della giunta uscente lancia un ultimo appello all’unità,
ma gli avversari reagiscono stizziti. E già in serata la Lega fa sapere che, nel caso in cui non si trovi un unico candidato di coalizione, il Carroccio correrà con Gianna Gancia, presidente del partito regionale. Ieri la questione è
stata affrontata dal Consiglio federale in via Bellerio, le trattative sono ancora in corso e non si
possono considerare concluse,
ma il messaggio è chiaro: «Mi
sembra che il tempo per le primarie sia finito — diceva già in
mattinata Roberto Cota — e se
non si troverà una soluzione la
Lega correrà da sola».
La conferma arriva nel pomeriggio, quando è la stessa Gancia
a confermare le intenzioni che
sarebbero emerse in via Bellerio:
«Non vogliamo fare da reggenti
a Forza Italia», dice. In serata il
parlamentare Stefano Allasia
chiarisce: «Correre da soli è
quanto ci chiede la base del nostro partito, ma si sta ancora
trattando perché avere una coalizione unita significherebbe
avere possibilità di vincere. In caso contrario non è interesse della Lega legarsi ad altri partiti».
In parallelo, da un incontro vivace che si è svolto in tarda mattinata nella sede del Nuovo Centrodestra, esce un No deciso all’appello di Pichetto. In attesa di
discutere l’applicazione anche
in Piemonte dell’accordo per le
europee con Udc e Popolari di
G
la sfida
BANDIERA ROSSA
I consiglieri della Lega
Nord espongono
polemicamente una
bandiera sovietica
Mauro, gli alfaniani sembrano
andare spediti verso una corsa
solitaria. Un invito a rappresentarli come candidato presidente
è arrivato ad Enrico Costa, il quale tuttavia non pare molto propenso ad accettare. «In Piemonte Forza Italia ha dimostrato di
voler imporre una scelta rifiutando il confronto e respingendo
ogni proposta di buonsenso per
la selezione del candidato migliore».
Pare dunque cadere nel vuoto
l’apertura di Pichetto che, alla
conferenza stampa di presentazione dell’avvio della campagna
elettorale di Forza Italia, ha detto di avere apprezzato l’idea lanciata su Repubblica da Claudia
Porchietto, assessore di Ncd, la
quale aveva suggerito l’ipotesi
di un ticket con Pichetto. «Potrebbe essere un’idea — dice,
con una metafora calcistica —
così come ci potrebbe essere un
attacco “a quattro punte”, con
un vicepresidente e due assessori chiamati a ruoli importanti come sanità e bilancio»: un invito
LA CANDIDATA IN PECTORE
Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo,
è la candidata in pectore del Carroccio
chiaro agli alleati a sedersi ad un
tavolo per decidere insieme una
squadra unita che possa soddisfare le ambizioni di tutti. Un invito confermato nel pomeriggio
dalle parole di Osvaldo Napoli,
che nelle settimane passate ha
trattato al tavolo nazionale di FI
coordinato da Altero Matteoli:
«Ogni decisione in merito ad
eventuali ticket deve essere preso al tavolo della coalizione». La
replica di Enrico Costa è secca:
«In un attacco “a quattro punte”
Pichetto dovrebbe restare in
panchina».
Fratelli d’Italia, con il coordinatore regionale Agostino Ghiglia, riprende la metafora sportiva: «Prima delle quattro punte
occorre scegliere il centravanti.
Nessuno sfasci il centrodestra».
Ghiglia elenca i passi fatti finora
dal suo partito: «Abbiamo chiesto primarie, commissionato un
sondaggio e ci siamo resi disponibili a rinunciare alle primarie
proponendo un sondaggio comune per individuare il candidato più forte. Di tutto questo
Forza Italia non ha concesso nulla». Sulle primarie continuano
ad insistere sia Fdi sia Ncd, ma
già oggi potrebbe essere ufficializzata la rinuncia alla consultazioni on line per il 6 aprile da parte del partito di Giorgia Meloni e
Guido Crosetto, che negli ultimi
giorni è apparso sempre più defilato.
L’unico accordo chiuso da Forza Italia per il momento è con i
Verdi Verdi di Lupi. Pichetto ricorda le intese unitarie nella
maggioranza dei Comuni e presenta i tre candidati che per il
Piemonte correranno alle europee: Fabrizio Bertot, l’ex-leghista Tino Rossi e l’assessore ad
istruzione e turismo Alberto Cirio. Il capolista per il nord-ovest
sarà Giovanni Toti.
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IL CASO
Chiamparino insiste: “Metà giunta sarà rosa”
CARLOTTA ROCCI
LMENO metà della giunta sarà rosa. «E non è detto che le donne
non siano anche più del 50 percento». Il candidato del centro sinistra
alla presidenza della Regione Sergio
Chiamparino fissa i paletti della sua
campagna elettorale in fatto di rappresentanza femminile. E lo fa di fronte a un nutrito schieramento di donne
del Partito Democratico che gli hanno
presentato un documento in dieci
punti da inserire nell’agenda politica
del futuro governo regionale. "Non arretrerò di un millimetro sulla mia pretesa di avere 5 donne nel listino e faccio appello ai segretari di partito a candidare tante donne per poter mantenere l'impegno, nel caso mi trovassi a
A
UNA GIUNTA MEZZA ROSA
Sergio Chiamparino rivolge un
appello ai segretari dei partiti
che lo appoggiano: “Candidate
tante donne”
dover formare la giunta, che ci siano
metà donne", ha confermato Chiamparino.
«Non parliamo di quote rosa ma della necessità di avere più donne in politica», ha spiegato durante l’incontro
Incontro con le rappresentanti
femminili del partito che gli
hanno sottoposto un
programma in dieci punti
Lucia Centillo, portavoce della conferenza regionale delle donne del Pd,
spiegando i dieci punti che vanno dall’occupazione femminile, al welfare,
dal contrasto alla violenza sulle don-
ne, alla modifica della legge elettorale per garantire un maggiore accesso
alle donne. Un punto, quest’ultimo,
condiviso anche da Chiamparino che
però rilancia la palla ai presidenti regionali e provinciali: «Candidate tante donne così avremo un parco nutrito
tra cui scegliere sulla base della competenza». Dal canto suo Chiamparino
ha già annunciato che il 50 per cento
del suo listino sarà composto da donne. I nomi da cercare sono cinque. «Ormai ho dato la mia parola e su questo
punto non torno indietro». Ma Chiamparino si spinge anche oltre e pensa alla composizione della giunta e in particolare ai tre nomi esterni ai candidati eletti nelle liste a cui l’ex sindaco di
Torino potrebbe attingere per comporre la sua squadra. Uno sarà sicura-
mente uomo ma gli altri due potrebbero essere donne. «Sto lavorando per
cercare una donna per occuparsi di bilancio e programmazione». Non solo
welfare e politiche sociali, settori tradizionalmente già affidati alle donne.
«Non credo ci siano quote di competenza destinate alle donne — taglia
corto l’ex sindaco — . Non nella mia
giunta».
E questo, ci tiene a precisare, non in
nome delle quote rosa «ma perchè nelle donne c’è un’energia vitale positiva. Faccio quindi appello ai partiti a
candidare tante donne per poterne
avere una quota consistente in giunta
in base alle singole competenze e alla
conoscenza dei problemi e del territorio»
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Tra spinte grilline e moderati in crisi la corsa solitaria di Chiamparino