RISCHI PER LA
SICUREZZA E
SALUTE
DEL LAVORATORE
Rischi per la sicurezza
Sono i rischi infortunistici,
INFORTUNIO
Evento traumatico, violento, che in occasione di lavoro provoca lesioni
all’operatore, ne comporti la morte o l’invalidità permanente
assoluta o parziale o una inabilità temporanea assoluta che comporti
l’astensione dal lavoro per più di tre giorni
Elementi caratterizzanti:
• Lesione alterazione psicofisica (anatomica o funzionale)
dell’organismo del lavoratore che causi inabilità al lavoro,
temporanea, assoluta,permanente, parziale
• Causa violenta fatto esterno che agisce con modalità concentrata nel
tempo (un turno di lavoro)
• Occasione di lavoro connessione tra evento lesivo e attività
lavorativa, ovvero l’evento lesivo deve essere avvenuto per finalità di
lavoro e non per concomitanza di tempi o luoghi
INFORTUNIO IN ITINERE
Infortunio che si verifica al lavoratore mentre percorre il tragitto che
porta dalla casa al lavoro e viceversa.
L’infortunio è indennizzabile solo se è avvenuto durante il normale
tragitto:
• di andata e ritorno fra l’abitazione e il luogo di lavoro,
• tra due posti di lavoro, se il lavoratore presta più di un’attività
• tra la sede di lavoro e il luogo di consumazione dei pasti, nel caso in cui
non vi sia la mensa.
Sono escluse le deviazioni non necessitate; per “necessitate” s’intendono
le deviazioni dovute a cause di forza maggiore, quelle dettate da
esigenze essenziali ed improrogabili e quelle legate all’adempimento di
obblighi penalmente rilevanti
MALATTIA PROFESSIONALE
Evento dannoso che, correlato alla prestazione
lavorativa, agisce lentamente e progressivamente sulla
capacità lavorativa del soggetto assicurato
• Elementi caratterizzanti:
• Lesione alterazione psicofisica (anatomica o
funzionale) dell’organismo del lavoratore che causi
inabilità al lavoro, temporanea assoluta o permanente
parziale
• Causa lenta e progressiva componente specifica della
attività lavorativa, che agisce con modalità diluita nel
tempo (più di un turno di lavoro)
Oggetto dell’assicurazione
Non è un qualunque evento dannoso, ma solo quello che si
verifica per causa violenta ed in occasione di lavoro
(INFORTUNIO)
o le patologie che insorgono nell’esercizio ed a causa del lavoro
(MALATTIE PROFESSIONALI)
Procedure per fornitura di prestazioni da
parte dell’INAIL
• Infortunato deve denunciare immediatamente
al datore di lavoro gli infortuni e le malattie
professionali
• Datore di lavoro deve denunciare all INAIL gli
infortuni entro due giorni e le malattie
professionali entro cinque giorni
Infortunio sul lavoro e danno biologico
• L'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali
esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile, tranne nei casi in cui
sussiste anche la responsabilità penale,
• La Corte Costituzionale nel.1991 ha affermato che l'oggetto di tale assicurazione
e le relative prestazioni non comprendono il danno biologico.
• Il datore di lavoro pertanto non viene esonerato dalla responsabilità civile,
limitatamente ai casi in cui sussista una condotta colposa o dolosa da parte del
datore di lavoro.
L'evento colposo è di norma dovuto a violazioni di specifiche norme in materia di
prevenzione di infortuni e di igiene del lavoro.
In caso di danno biologico causato dal datore di lavoro, il dipendente potrà dunque
richiedere al datore di lavoro il risarcimento del danno biologico, da liquidare in
aggiunta alle prestazioni rese dall'INAIL, in quanto esse non lo comprendono.
Rischi infortunistici
•Urti contro ante di armadi cassetti di scrivanie lasciati aperti dopo il
loro utilizzo
•Caduta di materiale disposto in modo disordinato e irrazionale sui
ripiani degli armadi e sulle mensole
•Cadute per uso improprio di sedie o di ripiani di scaffalature
•Ribaltamento di scaffalature non opportunamente fissati al muro
•Cadute per urti contro attrezzature posizionate nelle aree di
passaggio o per scivolamento sul pavimento bagnato od i
eccessivamente incerato
•Infortuni elettrici dovuti alle apparecchiature utilizzate.
• Possibili lesioni da taglio o punture con aghi,
Rischi infortunistici - Prevenzione
•Scegliere i mobili in funzione dell’utilità
• distribuirli nella posizione più opportuna prevedendo l’esigenza di movimento
• garantirne l’uso senza intralci e senza compiere sforzi inutili
•verificare l’assenza di spigoli vivi e parti sporgenti e/o taglienti
•variare la disposizione degli elementi di arredo in funzione dell’illuminazione,di
eventuali ostacoli pericolosi (ad es rubinetti dei termosifoni,quadri elettrici
• verificare la collocazione di classificatori,cassetti di scrivania schedari etc che
potrebbero essere causa di urto o inciampo
•E’ fatto obbligo ai titolari del rapporto di lavoro di tenere a disposizione il registro
delle verifiche periodiche di tutti gli impianti elettrici e di provvedere alla
manutenzione degli apparecchi elettromedicali
La normativa prevede l'obbligo di registrare sul registro infortuni tutti gli eventi che
comportino l'assenza di almeno una giornata lavorativa e non solo quella da segnalare
all'INAIL ossia superiore a tre giorni di assenza di lavoro.
Rischi per la salute del lavoratore
Rischi biologici,
legati oltre che all'intervento sanitario diretto sul paziente con possibile esposizione a liquidi
biologici (sangue, urina, saliva), anche alle eventuali fasi di raccolta, analisi o di
eliminazione dei liquidi stessi;
Rischi chimici,
legati in gran parte alle sostanze utilizzate (detergenti,disinfettanti...)
Rischi allergici
legati a una possibile manifestazione allergica sia nei riguardi delle sostanze utilizzate, sia nei
confronti di alcune componenti dei guanti o di altri strumenti in lattice presenti
nell'ambulatorio;
Rischio radiologico
può derivare dalle apparecchiature utilizzate per possibile esposizione a radiazioni ionizzanti,
Rischio da utilizzo di videoterminali
Rischio da agenti fisici
può assumere importanza negli studi dentistici per l'utilizzo di strumenti vibranti ad alta
frequenza (turbine, micromotori, ablatori);
IL RISCHIO
BIOLOGICO
RISCHIO BIOLOGICO
DEFINIZIONE
Il rischio biologico è la probabilità di sviluppare una
malattia in conseguenza di un contatto con un
AGENTE BIOLOGICO
AGENTE BIOLOGICO:
DEFINIZIONE
• microrganismo anche se geneticamente modificato
• coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate
da organismi pluricellulari
• endoparassita umano che potrebbe provocare
– Infezione
– Allergia
– Intossicazione
– Microrganismo :qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in
grado di riprodursi o trasferire materiale genetico
VIE DI TRASMISSIONE
• AEREA
• CONTATTO
• PARENTERALE
VIA AEREA
AVVIENE PER DISSEMINAZIONE DI
goccioline (emesse dal paziente mentre parla o con la tosse, oppure
ancora durante manovre invasive quali bronconcoscopia,
aspirazione endotracheali)
• particelle di polvere contenenti l’agente infettivo.
I microrganismi trasportati in questo modo possono essere
ampiamente dispersi dalle correnti d’aria ed essere inalati da un
ospite suscettibile, nella stessa stanza o ad una maggiore distanza
dalla sorgente, in rapporto a fattori ambientali
CONTATTO
Il passaggio di microrganismi da un paziente infetto o
colonizzato verso un ospite recettivo (ad es. infermiere)
può avvenire per contatto cute contro cute.
Può verificarsi quando si svolge un’attività assistenziale
che richieda un contatto fisico stretto col malato
PARENTERALE
ATTRAVERSO IL SANGUE O ALTRI LIQUIDI
BIOLOGICI
Le modalità d’infezione più frequenti sono le seguenti:
• Lesioni della cute non protetta o non adeguatamente
protetta provocate da aghi, bisturi o da altri strumenti
contaminati.
• Contaminazione della mucosa degli occhi e/o della
bocca mediante lo schizzo di liquidi biologici
contaminati.
• Infezione mediante il contatto della cute delle mani
caratterizzata da lesioni o abrasioni con materiale
contaminato.
Vie di penetrazione
• CUTE E MUCOSE
• VIE AEREE
• APPARATO DIGERENTE
Le malattie più frequenti
• AIDS,
• epatiti B e C,
• Tubercolosi
• Altri sporadici casi di
malattie infettive
 maggior interesse pratico per gli
operatori sanitari.
 specifiche indicazioni operative
ci si limita di solito a
raccomandare il
rigoroso rispetto
della buona pratica
d’ igiene.
PROCEDURE A MAGGIOR
RISCHIO DI ESPOSIZIONE
• Procedure in cui le mani dell’operatore, anche
se indossa i guanti, possono venire a contatto
con strumenti affilati e appuntiti oppure con
tessuti taglienti (quali spicole ossee o dentarie)
all’interno di una cavità corporea aperta, di una
ferita o di uno spazio anatomico confinato dove
possono non essere visibili in ogni momento
PREVENZIONE
PREVENZIONE
• Prevenire gli infortuni a rischi biologico e le loro
conseguenze oltre che per condivisi motivi etici è
necessario anche per l’’importanza che rivestono
motivazioni economiche e di responsabilità penale:
• costo delle giornate lavorative perse per inabilità
temporanea in caso di lesioni
• costo, anche in assenza di conseguenze, degli
infortuni, in massima parte evitabili,
• costo per il risarcimento in caso di sieroconversione
• responsabilità penale per lesioni personali colpose
Misure di prevenzione e protezione per
la gestione del rischio
• Misure organizzative e procedurali
• Prevenzione tecnica (dispositivi di protezione
collettiva)
• Sorveglianza Sanitaria
• D.P.I.
• Informazione e formazione
LE PRECAUZIONI UNIVERSALI
CHE COSA SONO
insieme delle misure di barriera e dei
comportamenti volti a prevenire
o contenere la trasmissione
dei microrganismi attraverso il sangue
o liquidi biologici
A QUALI PERSONE DEVONO
APPLICATE?
A tutti i pazienti routinariamente
indipendentemente dalla diagnosi
possibile
A CHI SONO INDIRIZZATE?
A tutti gli operatori sanitari
la cui attività comporta un contatto
con sangue e liquidi organici,
QUANDO DEVONO
ESSERE APPLICATE?
durante l’esecuzione di
procedure che prevedono un
contatto accidentale con sangue o
materiale biologico;
PRECAUZIONI UNIVERSALI
CHE COSA PREVEDONO?
• LAVAGGIO SOCIALE E/O ANTISETTICO DELLE MANI;
• ADOZIONE DI IDONEE MISURE DI PROTEZIONE;
• ADEGUATE PROCEDURE DI DECONTAMINAZIONE,
PULIZIA, DISINFEZIONE E/O STERILIZZAZIONE DI
PRESIDI E ATTREZZATURE
• PULIZIA, SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE DI
SUPERFICI E AMBIENTI
• CORRETTA GESTIONE E TRASPORTO DEI CAMPIONI DI
MATERIALE BIOLOGICO
Sicurezza per l’operatore
Igiene delle mani
Le mani del personale
sanitario sono il veicolo
più frequentemente
implicato nella
trasmissione dei patogeni
Sicurezza per il paziente
LAVAGGIO DELLE MANI
Circa 1 milione di cellule di desquamazione contenenti germi sono
eliminate ogni giorno dalla cute normale
Oggetti attorno al paziente (letto, arredo, oggetti) si contaminano con
germi del paziente (specialmente stafilococchi ed enterococchi)
Dopo contatto con pazienti e/o oggetti contaminati, i germi possono
sopravvivere sulle mani per un tempo variabile (2-60 minuti)
In assenza di azioni di igiene delle mani, più lunga è l’assistenza
fornita, più alto è il grado di contaminazione delle mani
LAVAGGIO DELLE MANI:
E’ una operazione semplice, ma deve avvenire secondo alcune regole
•
togliere bracciali, anelli, orologio
•
insaponare la mani accuratamente (dita, palme, dorso, polsi,
unghie) per almeno 10 secondi sciacquare con acqua corrente in
modo completo
•
asciugarsi con carta a perdere
•
chiudere i rubinetti con la carta a perdere per asciugarsi se non
presenti i dispositivi di azionamento a leva o pedale
•
Una quantità insufficiente di prodotto e/o una durata
insufficiente dell’azione di igiene delle mani
determina una scarsa decontaminazione delle mani
a) Lavarsi le mani anche dopo aver rimosso i guanti e
nel contatto tra un paziente e l’altro.
Lavaggio antisettico
Si basa sull’impiego di agenti antisettici ( sostanze che
arrestano o prevengono la crescita di microrganismi)
E’ praticato per ottenere riduzione di microrganismi residenti
oltre a quelli transitori
Si pratica
• Prima di:
• Effettuare punture asettiche
ceteterismo vescicale
• Entrare nelle terapie intensive
• Avere contatti con pazienti
immunodepressi
• Avere un contatto con ferite
• Sostituire linee infusionali a cvc
•Dopo il contatto con
• Ferite
•Secrezioni
• Escreti
• Sangue
• Oggetti contaminati
Anche se si sono usati i guanti
Lavaggio antisettico
i prodotti
Dopo essersi lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con
liquido antisettico in modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie)
per almeno 30 secondi
PRODOTTI
E’ necessario tener conto della:
•
•
•
•
•
•
•
Composizione chimica
Aggressività sul mantello lipidico naturale
Possibili reazione allergiche
Costi
Spettro di attività del principio
Durata del suo effetto
Clorexidina e iodopovidone ( batteri gram +, batteri gram mycobacterium tubercolosis, funghi, virus)
buona / discreta
DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
Definizione
Attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di
proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la
salute durante il lavoro nonché ogni complemento accessorio destinato a tale
scopo
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o
sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione
collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
Devono Essere
• adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio
maggiore, adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore
• poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità
DPI
•
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
•
GUANTI:
Devono essere utilizzati qualora si venga a contatto con liquidi biologici, cute
non integra, oggetti contaminati.
Devono essere sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso paziente, se
si entra in contatto con materiale che può contenere un’alta concentrazione di
microrganismi.
Devono essere immediatamente rimossi dopo l’uso per evitare di inquinare
oggetti e superfici ambientali.
Devono essere rimossi prima di assistere un altro paziente.
Prima di indossarli è necessario togliere anelli, bracciali, orologi ed altri simili oggetti
che ne facilitano la rottura; inoltre
ci si deve lavare accuratamente le mani prima e dopo il loro impiego
Quando si rompono, i guanti vanno sostituiti immediatamente.
Dopo l’uso, i guanti vanno tolti avendo cura di non toccare la loro superficie esterna e
vanno eliminati negli appositi contenitori per i rifiuti
MASCHERE, OCCHIALI E SCHERMI FACCIALI PROTETTIVI:
devono essere indossati per proteggere le mucose degli occhi, naso e bocca
durante procedure ed attività di assistenza al paziente che possono dar luogo a
schizzi o aerosol di sangue, liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni.
PRECAUZIONI UNIVERSALI
CAMICI:
•
•
Devono essere indossati per proteggere cute ed indumenti durante
l’esecuzione di tecniche che possono determinare schizzi di sangue o
di altro materiale biologico.
Togliere i camici imbrattati non appena possibile e lavarsi le mani per
evitare di trasferire microrganismi ad altri pazienti o all’ambiente
STRUMENTARIO E BIANCHERIA:
Manipolare lo strumentario e la biancheria usati che siano contaminati con
sangue liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni in modo da prevenire
•
•
contaminazioni cutanee e mucose,
il trasferimento di microrganismi ad altri pazienti o all’ambiente.
Lo strumentario riutilizzabile deve essere trattato in modo appropriato prima
di essere usato su un altro paziente. I presidi monouso devono essere
eliminati in modo appropriato.
Misure di Prevenzione Norme di
corretto comportamento
• E’ vietato fumare mangiare al di fuori degli
spazi appositamente riservati
• E’ vietato toccare oggetti (telefono,porta,ecc
) con guanti utilizzati per prestazioni
sanitarie
PULIZIA E DISINFEZIONE AMBIENTALE
COLLOCAZIONE DEL PAZIENTE:
Assicurarsi che le superfici ambientali , letti ed altre superfici che vengono
frequentemente toccate; vengano regolarmente pulite e disinfettate
INFATTI
Il lavoro d’ufficio non è…………”pulito”
Su telefoni,scrivanie e tastiere vi sono in media più germi che nella toilette.
che possono sopravvivere anche 72 ore sulla superfici
Misure necessarie a prevenire incidenti
da aghi-bisturi-taglienti
• Gli aghi al fine di prevenire punture
accidentali non devono mai essere:
–
–
–
–
reincappuciati
volontariamente piegati o rotti
rimossi dalle siringhe
altrimenti manipolati,
Trattamento ed eliminazione di
materiale contaminato
• Il trattamento e l’eliminazione dopo l’uso dei vari materiali
venuti a contatto con sangue o altri liquidi o materiali
biologici potenzialmente infetti deve avvenire nella
massima sicurezza;
• I materiali pungenti o taglienti vanno riposti negli appositi
contenitori a pareti rigide immediatamente dopo l’uso
,sistemati in posizione vicina e comoda rispetto al posto
dove vengono usati
Trasporto dei campioni
Operativamente, prima che ogni provetta o altro venga inviata
al laboratorio si dovrà aver cura di verificare che:
• il liquido contenuto non sia sovrabbondante (in genere le
provette hanno una tacca che indica il limite di
riempimento);
• il tappo sia ben serrato;
• che non sia contaminata la superficie esterna dei campioni.
I campioni devono essere trasportati all’interno di
contenitori rigidi che consentano di disporre le provette
una separata dall’altra, dotati di sistemi di raccolta di
eventuali percolamenti di liquido.
Nel caso si debba trasportare una sola provetta questa può
in alternativa essere inserita all’interno di una busta di
plastica sigillata.
LE VACCINAZIONI
• Gli operatori sanitari che vengano a contatto con pazienti affetti da
malattie infettive contagiose, corrono il rischio di esserne colpiti e di
diffonderle ad altri pazienti.
• Pertanto ridurre la circolazione di patogeni negli operatori sanitari
riduce la dimensione di un consistente serbatoio-fonte di trasmissione
nell’ambito della comunità
•L’attuazione della vaccinoprofilassi, così come l’adozione di
misure finalizzate al mantenimento delle difese cutanee e
mucose sono da intendersi come presidi di prevenzione
personali nei confronti del rischio biologico
Profilassi Epatite B
La vaccinazione antiepatite B rappresenta una indicazione
prioritaria nella prevenzione delle malattie infettive nel
personale sanitario
Nelle Linee guida della Commissione Nazionale del
Ministero della Sanità1994) viene precisato che tutti gli
operatori sanitari anche in formazione che seguono
procedure invasive debbono essere sottoposti a
vaccinazione contro l’epatite B quanto prima possibile e
comunque all’assunzione
Protocollo della vaccinazione anti epatite B
Ciclo Primario 0, 1, 6 mesi
Dopo un mese controllo antiHBs
Se negativo
Se positivo stop
Somministrare 4° dose
Dopo un mese controllo antiHBs
Se positivo stop
se negativo
non responder profilassi post
esposizione
Controindicazioni
• Ipersensibilità nota ai componenti del
vaccino: in particolare non devono essere
vaccinati soggetti con precedenti reazioni
anafilattiche al comune lievito di birra
• l’OMS ha affermato che non esistono dati
scientifici che provino l’esistenza di un rapporto
causa –effetto tra la somministrazione di vaccini
anti-epatite B e casi di sclerosi multipla o di altre
malattie demielinizzanti
Procedura post-esposizione da attuare in caso di
infortunio biologico degli operatori
Qualora non sia richiesto un intervento d’urgenza per il quale sia necessario
recarsi immediatamente in pronto soccorso
Gli operatori devono:
•
Far sanguinare la ferita, procedere al lavaggio abbondante e alla
disinfezione della parte interessata.
• se il “Paziente Fonte”, dal quale proviene il materiale biologico, è
identificabile fargli eseguire gli accertamenti sanitari,
richiedendo allo stesso il consenso che deve essere recepito in
forma scritta
• Accertarsi della propria situazione anticorpale circa il virus
dell’epatite B,
profilassi post-esposizione Per HBV
Paz.HbsAg +
Paz. HbsAg -
Stato sierologico
O.S
Paz non testato o
sconosciuto
Vaccinato con risposta Nessun trattamento Nessun trattamento Nessun trattamento
nota
Non vaccinato
Immunoglobuline
+ inizio
vaccinazione
inizio vaccinazione inizio vaccinazione
Non responder
Immunoglobuline
+ inizio
vaccinazione
Nessun trattamento
Se il paziente fonte è ad
alto rischio trattamento con
immuno globuline e
vaccino
Stato immunitario non
noto
Ricerca anti-HBs e
quindi comportarsi a
seconda del titolo
anticorpale
Nessun trattamento
Ricerca anti-HBs e
quindi comportarsi a
seconda del titolo
anticorpale
PROFILASSI POST
ESPOSIZIONE HCV
L’epatite C e’ un problema rilevante in quanto non e’
applicabile al momento nessuna profilassi specifica.
Si deve monitorare nel tempo l’operatore sanitario ed inviare
all’infettivologo in caso di sieroconversione. Gli operatori
sieronegativi all’esposizione devono essere testati al
momento:
• Al tempo zero
• A 6 mesi
• Ad un anno
PROFILASSI POST ESPOSIZIONE
PAZ HIV positivo-Ragioni
•Non esiste a tutto oggi una vaccinazione contro l’HIV.
•Recenti studi hanno dimostrare che il ciclo replicativo completo del
virus HIV si svolge continuamente fin dal primo giorno di
infezione.
•La combinazione di più farmaci antiretrovirali, somministrati nelle
fasi precocissime dell’infezione,sembra dimostrare come gli stessi
siano in grado di ridurre significativamente (fino ad una ipotizzata
eliminazione) la diffusione del virus nel circolo così come nelle
strutture linfonodali.
PROFILASSI POST ESPOSIZIONE
PAZ HIV positivo
• La potenziale efficacia della PPE nel ridurre il rischio di infezione
sembra dipendere in maniera significativa dal tempo intercorso tra
l’incidente e l’inizio della profilassi.
• Preferibilmente si deve perciò dare inizio alla profilassi:
Entro 4 ore dall’evento
Mai oltre le 24 ORE dall’evento
Fattori che aumentano il rischio di infezione
occupazionale e Ragioni della PPE
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
1 Esposizione ad alto rischio
Ferita profonda (spontaneamente sanguinante)
Puntura con ago cavo utilizzato per prelievo
Presenza di sangue in quantità visibile sulla superficie del presidio implicato
nell’incidente
Contaminazione congiuntivale massiva
2 Fonte ad alto rischio
Paziente in fase terminale per HIV
Paziente con infezione acuta per HIV
Paziente con valori ematici superiori a 30.000/ml copie di HIV RNA
Paziente con sospetta resistenza ai farmaci
Corretta applicazione della PPE
A chi deve essere offerta la Profilassi post-esposizione ?
Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto
rischio da fonte ad alto rischio
La PPE può essere offerta:
· Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto
rischio da fonte non identificabile o non testata sierologicamente ma ad alto
rischio di infezione (tossicodipendenti, partner di persone con infezioni da HIV o
ad alto rischio mai testati,politrasfusi prima del 1986) e deve essere valutata caso
per caso.
La PPE non deve essere offerta:
· Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto
rischio, ma da fonte non ad alto rischio;
· Alle operatrici gravide (per mancanza di studi relativi agli effetti collaterali della
PPE sulle donne gravide)
Effetti collaterali della PPE
La profilassi post-esposizione a HIV è responsabile di
numerosi effetti collaterali.
I più frequenti sono:
• Sistemi emopoietici: anemia, neutropenia.
• Sistema nervoso: neuropatie centrali e periferiche.
• Sistema gastrointestinale: nausea, diarrea, vomito,
pancreatite, epatopatia, iperbilirubinemia.
• Sistema renale: nefrolitiasi.
• Altri effetti: alopecia, ulcere orali.
• Non si conoscono gli effetti a lungo termine e su persone
non infette o in gravidanza.
Vaccinazione Anti TBC
obbligatoria per legge
(L-1088 del 14/12/70 e DP 447del 23/1/75)
ma, stante quanto riportato nelle Linee Guida pubblicate sulla
Gazzetta Ufficiale del 18/2/99 non è più consigliabile:
sussistono fondati dubbi sulla sua efficacia e il provvedimento
normativo stabilisce che deve essere attuata solo per gli operatori
sanitari ad alto rischio
(art 93 Legge 388/00 e DPR del 7/11/01 n. 465).
Specifici protocolli vanno attuati quando si sospetta
che, per una ragione qualsiasi, possa esserci stato un
contatto con un paziente affetto da tubercolosi con
lesioni aperte
PROFILASSI DEL PERSONALE IN CASO DI STRETTO
CONTATTO CON PAZIENTE BACILLIFERO
TEMPO 0
SI
POSITIVITA’
MANTOUX
NO
DOPO 1 MESE
VIRAGGIO
MANTOUX
NO
CONSULENZA
PNEUMOLOGICA
CONTROLLO MANTOUX
OGNI 3 ANNI
RISCHIO BIOLOGICO
CONCLUSIONI
Il rischio biologico per gli operatori sanitari in Italia
un problema significativo su cui è
• DOVEROSO
• POSSIBILE
• CONVENIENTE
INTERVENIRE
Rischio Chimico
Legato in gran parte alle sostanze utilizzate nell'ambulatorio
(detergenti, disinfettanti...)
La normativa dal 1992 obbliga a munire ogni ambulatorio delle
schede di sicurezza dei preparati utilizzati, ricordandosi di
chiederne sempre copia al venditore all'atto dell'acquisto.
Queste contengono informazioni relative alle caratteristiche
delle sostanze, alle loro proprietà chimico-fisiche, alle modalità
di manipolazione e di stoccaggio; inoltre riportano le eventuali
precauzioni da adottare per il loro utilizzo ed i relativi
provvedimenti sanitari da prendere in caso di intossicazione
accidentale.
I Detergenti
Sostanze in grado di portare in soluzione per diminuzione della
tensione superficiale le molecole di grasso, di sporco che aderiscono
alle superfici. Essi hanno una prima azione germicida.
Effetti sulla salute:
•
a)
b)
c)
•
•
Dermatite irritativa da contatto (DIC) per
effetto "sapone" dovuto all’azione sgrassante del prodotto per
asportazione del film idrolipidico cutaneo protettivo;
effetto pH: generalmente l’alcalinità dei detergenti altera il pH
cutaneo;
effetto "acqua" : la prolungata immersione in acqua provoca
macerazione dello stato corneo;
effetto irritante dovuto ai componenti dei detersivi.
Dermatite allergica da contatto (DAC) può essere primaria o
conseguente ad una dermatite irritativa.
Prevenzione
Norme di comportamento generale:
•scelta dei prodotti da acquistare preferendo quelli privi di
additivi spesso inutili quali profumi, balsami, coloranti;
•scegliere prodotti con pH vicino al neutro;
Disinfettanti e Sterilizzanti
Sostanze in grado di distruggere totalmente i microrganismi con metodi e
procedimenti di tipo
- chimico (es. con ossido di etilene),
- fisico (ad esempio con alte temperature o con radiazioni non ionizzanti).
Effetti sulla salute:
•
•
•
•
1.
2.
3.
Dermatite irritativa da contatto (DIC) soprattutto per alogeni inorganici,
aldeidi, fenolo e derivati;
Dermatite allergica da contatto (DAC) può essere provocata da tutti in
particolare da aldeidi e ammoni quaternari.
Forme acute quali ustioni o severe irritazioni acute da uso di soluzioni troppo
concentrate.
Effetti a lungo termine come ad esempio la
Formaldeide fortemente irritante per cute e mucose ha azione mutagena ed è
sospettata di essere cancerogena;
Ossido di etilene: irritante per cute e mucose neurotossico causa neuropatie
periferiche ha azione mutagena ed è potenzialmente cancerogeno;
Glutaraldeide irritante per cute e mucose.
Disinfettanti e Sterilizzanti
Norme di comportamento generale:
1. Informazione e formazione all’uso: concentrazioni, modalità di
uso, tempi di contatto;
2. Uso dei DPI (guanti monouso, creme barriera, maschere, etc);
3. L’ossido di etilene, la formaldeide e glutaraldeide vanno usati in
locali di sterilizzazione dedicati ed esclusivi (dotati di buona
ventilazione e adeguati ricambi d’aria)
Massima attenzione ovviamente alle indicazioni di uso delle altre
sostanze e prodotti disinfettanti,
occorre avere sempre sottomano etichetta e procedure di uso.
LATICE CICLO TECNOLOGICO
Il latice si ottiene a partire dalla linfa lattea di un albero (Havea brasiliensis) che viene
coltivato nell’America centrale e meridionale, in Africa e nel sud-est asiatico.
Ciclo tecnologico
Il tronco viene progressivamente inciso con speciali
viene raccolto in una tazza
coltelli ed il succo gommoso e ricco di proteine
legata all’abero (latex grezzo)
viene concentrato e stabilizzato prima del trasporto
in fabbrica utilizzando l'ammoniaca
Subisce poi ,utilizzando diversi additivi
un processo di vulcanizzazione
rende la gomma più forte
elastica resistente alla luce del
sole agli sbalzi di temperatura
imperbeabile ai gas e
non conducente l'elettricità
USI DEL LATICE
Viene utilizzato per produrre vari prodotti la cui conoscenza assume grossa rilevanza
per i soggetti sensibilizzati.
Oggetti per uso medico e
odontoiatrico
guanti, cateteri, cannule, maschere per anestesia, cerotti, apparecchi
ortodontici
Mezzi anticoncezionali
condom, diaframmi vaginali
Oggetti per l’infanzia
succhiotti, palloncini, giocattoli
Equipaggiamenti sportivi
pinne, maschere, accessori per la vela, palloni
Indumenti
bande elastiche, scarpe in gomma
Arredi o manufatti di uso
domestico
guanti, tende per la doccia, borse per l’acqua, materassi ad aria,
rinforzi per tappeti, isolanti per porte e finestre, adesivi
Oggetti d’uso quotidiano
gomme per cancellare, francobolli
Fattori di rischio
Evidenza epidemiologica
I soggetti intolleranti alla bigiotteria sono sicuramente predisposti allo sviluppo di
manifestazioni cutanee di tipo eczematoso: questi devono limitare i fattori irritativi
utilizzando saponi delicati e facendo ampio uso di creme idratanti prive di profumi.
Sono considerate persone ad alto rischio coloro che hanno subito parecchi
interventi chirurgici, soprattutto da bambini, ed i portatori di spina bifida ed
anomalie urologiche.
Inoltre bisogna ricordare che la presenza di soluzioni di continuo della cute come i
processi di infiammazione cutanea favoriscono la penetrazione dell’allergene e
dunque la comparsa di sensibilizzazione. Allo stesso modo manifestazioni
infiammatorie delle mucose favoriscono la penetrazione dell’allergene a questo
livello.
Fattori di rischio
Evidenza epidemiologica
Atopia
+++
Sesso femminile
+/-
Storia di asma Bronchiale
+
Pregressa dermatite alle mani
++
Sensibilizzazione per allergie
alimentari
+
Interventi chirurgici
++
Frequenza/modalità di
esposizione
+++
FATTORI PREDISPONENTI
OPERATORI SANITARI
Fattori irritativi per la cute della mani
•Lavaggio ripetuto delle mani,
Alterazione film idrolipidico
•Uso frequente di saponi medicati,
cutaneo e disidratazione
•Uso di disinfettanti
successiva
PATOLOGIE CORRELATE
•DISTURBI ASPECIFICI IRRITATIVI
•REAZIONI ALLERGICHE DI I° TIPO GELLS & COOMBS
• DERMATITI DA CONTATTO (IV° TIPO GELLS &
COOMBS)
DIC (Dermatite Irritativa da Contatto)
Puo' colpire chiunque venga a contatto con una sostanza irritante
La dermatite e' proporzionale alla quantita' di sostanza irritante ed al
tempo di contatto con essa.
Non vi e' alcun meccanismo allergico. Le differenze tra persona e
persona dipendono dal fatto che ognuno ha la pelle piu' o meno
delicata.
Si manifesta con
rossore,
Scarso
secchezza,
fissurazioni a volte sanguinanti,
Prurito
spesso dolenti.
DISTURBI ASPECIFICI IRRITATIVI
Nel caso dei guanti i disturbi iiritativi, sono collegati all’azione meccanica svolta
prevalentemente dal lubrificante pulverulento presente all’interno della maggior
parte dei guanti
Inoltre l’azione meccanica svolta dal guanto e l’ipersudorazione della cute tendono
ulteriormente ad accentuare questi disturbi
L'uso di sottoguanti in cotone per evitare/limitare l'ipersudorazione può essere un
ulteriore accorgimento utile a prevenire le recidive.
REAZIONI ALLERGICHE DI
I° TIPO GELLS & COOMBS
La reazione è dovuta ad una risposta IgE mediata nei confronti di alcune componenti
proteiche del latice. Si manifesta
nella sede di contatto
con manifestazioni orticarioidi
oppure a distanza
con rinite, congiuntivite
asma
dovute al contatto
delle mucose con
l’allergene.
Nella genesi dei disturbi respiratori da latice deve essere sempre tenuto presente il ruolo
svolto dalla polvere lubrificante presente nei guanti: questa infatti funziona da
adsorbente per le particelle proteiche di latice e contribuisce notevolmente alla
diffusione in aria dell’allergene
DERMATITI DA CONTATTO
(IV° TIPO GELLS & COOMBS)
Per l’instaurarsi della manifestazioni cliniche e' necessario che avvenga una
prima sensibilizzazione con l’aptene che
viene presentato ai linfociti che, si
sensibilizzano
Successivamente (mai prima di 5-7 giorni
( lo riconoscono al successivo contatto)
dall’inizio del contatto, a volte anche piu’ tardivamente
la nuova entrata dell'aptene
Scatena la reazione allergica cutanea
con la comparsa di manifestazione
eritematose- vescicolari - eczematose,ed
A limiti sfumati,tendenti a confluire
.
intensamente
pruriginose.
DERMATITI DA CONTATTO:
QUADRO CLINICO
Fasi delle lesioni:
• eritema
• edema
• papule e vescicole;
• essudazione sierosa;
• desquamazione (aspetti polimorfi).
Cronicizzazione:
• iperplasia degli strati epidermici fino
eczema lichenificato e ragadiforme.
PREVENZIONE
Con il diffondersi dell’utilizzo di guanti in latice si sono fatti più frequenti i disturbi
collegati all’uso di questi dispositivi di protezione. Proprio per limitare al massimo
l’insorgenza di sensibilizzazioni risulta fondamentale intervenire senso preventivo
con una
Prevenzione Primaria
Prevenzione Secondaria
sull'ambiente di lavoro
sull'uomo
Le misure di prevenzione . Primaria consistono nell'adozione di
•Comportamenti corretti che minimizzino i fattori favorenti la
sensibilizzazione e
•Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.
PREVENZIONE PRIMARIA
Comportamenti Corretti
Evitare
l'uso di detergenti-antisettici a pH non fisiologico e ad azione irritante, in
quanto l'irritazione della cute favorisce l'insorgenza di sensibilizzazione;
Evitare
le manovre di eccessiva detersione e strofinio delle mani e degli
avambracci che ledono l'integrità del film idrolipidico cutaneo che
rappresenta una barriera essenziale per ridurre il passaggio di allergeni
agli strati cutanei più profondi.
PREVENZIONE PRIMARIA
Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.
Di difficile attuazione perché il latice, per le note caratteristiche di elasticità, è
utilizzato ampiamente, sia in ambito sanitario sia nella vita comune.
Siringhe
hanno l'appendice del pistone in latex.
Utilizzare siringhe in vetro o siringhe
latex-free
Borse degli ambu - i soffietti ventilatori
sono in genere in latex sostituire
con borse e soffietti in neoprene
I tubi rossi nasofaringei
sono in latex: usare tubi in PVC.
PREVENZIONE PRIMARIA
Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.
GUANTI
•
a.
b.
Va stabilito il tipo di guanti da usare per quali attività
Se possibile vanno usati guanti senza lattice.
in cloruro di polivinile (vinile), nitrile
lavori non
copolimero
sterili
in neoprene, policloroprene o
copolimeri
lavori sterili
DIAGNOSI
•Anamnesi accurata e acquisizione schede tecniche di prodotti o materiali
•Rilievi anamnestico della correlazione tra manifestazioni cliniche ed
esposizione professionale od extra professionale
•Prick test, patch test
•Dosaggio IgE specifiche (prima scelta se anamnesi positiva per anafilassi)
•Test di provocazione/ scatenamento
•Test respiratori
PREVENZIONE SECONDARIA
Procedura per le persone occupate con
allergia al lattice clinicamente manifesta
•
•
•
•
1.
2.
3.
4.
5.
Allontanamento di tale allergene dall'ambiente di lavoro,
Istruire all’adozione di anche alcune pratiche di comportamento
extralavorativo atte ad evitare il contatto con manufatti in latice.
È importante che questa allergia venga segnalata ai sanitari nel caso
di interventi chirurgici o anche di pratiche diagnostiche più semplici
(visite ginecologiche o interventi odontoiatrici).
E’ necessario che questi soggetti evitino l'assunzione di alimenti dotati
di reattività crociata con il latice, quali
banane,
kiwi,
castagne,
nocciole
avocados
PREVENZIONE SECONDARIA
Procedura per le persone occupate con
allergia al lattice clinicamente manifesta
Allontanamento dell’ allergene dall'ambiente di lavoro
•
•
•
•
•
Misure sul luogo di lavoro
Si possono usare soltanto guanti senza lattice.
Nel settore professionale ristretto, gli altri lavoratori non possono
utilizzare guanti di lattice naturale con «talco».
Occorre evitare il contatto con tutti gli articoli contenenti lattice
nell’ambito medico o nel rimanente ambiente professionale nonché nel
settore privato.
Si deve tendere al lavoro in una zona priva di allergeni del lattice.
L’evoluzione del quadro clinico deve essere sorvegliata da un medico.
Agenti chimici
•Rilascio di formaldeide dagli arredi
La formaldeide è ampiamente utilizzata nella produzione di resine a loro
volta usate nella produzione di pannelli
viene liberata dalla resina di cui è composto il pannello e rilasciata
nell’aria nel corso degli anni con conseguenze dannose per la nostra
salute
Può provocare
•dermatiti da contatto
•asma
• disturbi psicologici e neurologici come la perdita della memoria a breve
termine
Se si scopre o si sospetta di avere mobili che rilasciano formaldeide il
consiglio è di migliorare la ventilazione (mantenendo l’umidità intorno
al40-60%)
utilizzare piante come la dracena la gerbera l’aloe il giglio il ficus che
sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti
nell’aria delle stanze
Fotocopiatrici
Luce ultravioletta + O2 dell’aria
ozono
allergie infiammazione agli occhi e alle vie respiratorie
I sintomi sono di solito lievi, si presentano con frequenza
almeno settimanale, migliorano con l'allontanamento dal
lavoro.
RISCHIO DA
VIDEOTERMINALI
DEFINIZIONE
LAVORATORE ADDETTO AL VIDEOTERMINALE
Lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminale in modo
sistemico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni
VIDEOTERMINALE
Apparecchiatura che grazie a un tubo a raggi catodici permette la visualizzazione di
informazioni
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Informazione e
formazione dei
lavoratori:
• misure applicabili al
posto di lavoro
• modalità
svolgimento attività
• protezione occhi e
vista
Elaborazione del
documento di
valutazione dei
rischi:
•valutazione
del rischio
•misure di
prevenzione adottate
•programma di
miglioramento dei
posti di lavoro
ANALISI DEL POSTO DI LAVORO
• Rischi per la vista e per
gli occhi
• Problemi legati alla
postura e
all’affaticamento
• Condizioni ergonomiche
e di igiene ambientale
DECRETO 2 OTTOBRE 2000
Linee guida all’uso del VT
indicazioni per lo svolgimento dell’attività al
videoterminale al fine di prevenire
disturbi
muscolo-scheletrici
affaticamento
visivo
fatica
mentale
DISTURBI VISIVI
Il lavoro al computer può sottoporre i muscoli degli
occhi ad uno sforzo notevole:
•
se i contrasti luminosi tra schermo,
documento e tastiera sono eccessivi
(possono avvenire sino a 25.000
movimenti al giorno di adattamento alla
luce)
•
se gli occhi fissano a lungo oggetti molto
vicini come uno schermo (i muscoli degli
occhi sono in posizione di riposo se
osservano oggetti distanti più di 6 metri)
•
se monitor e documenti da leggere non
sono posti all'incirca alla stessa distanza (i
muscoli degli occhi sono costretti ad una
continua variazione di messa a fuoco
POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI VISIVI
• Abbagli diretti e riflessi
• Contrasti eccessivi di luminosità tra
schermo e ambiente
• Prolungata fissità dello sguardo sullo
schermo
• Scarsa leggibilità dello schermo
• Difetti visivi non corretti o mal
corretti
• Aria troppo secca
• Aria inquinata da sostanze irritanti:
toner, fumo, colle
DISTURBI VISIVI
Non vi è rischio di patologie quali:
• cataratta
• glaucoma
• comparsa o aggravamento di disturbi
refrattivi(miopia,ipermetropia, presbiopia)
SINTOMI OCULO-VISIVI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Bruciore
Ammiccamento frequente
Lacrimazione
Secchezza
Stanchezza alla lettura
Visione annebbiata
Visione sdoppiata
Fastidio alla luce
Mal di testa
PREVENZIONE DEI DISTURBI VISIVI
•
•
•
•
•
•
•
LO SCHERMO
Va ruotato in modo da evitare riflessi e la
luce diretta delle finestre
Va inclinato in modo che il bordo superiore
sia appena sotto il livello degli occhi in
modo da evitare eccessive estensioni o
flessioni del capo
Bisogna regolare luminosità e contrasto
Bisogna sedersi in modo da mantenere una
distanza degli occhi dallo schermo di 50-80
cm
Bisogna sistemare il portadocumenti alla
stessa distanza dallo schermo
Bisogna interrompere l’attività durante la
giornata:
Utilizzare correzioni ottiche adeguate se
necessarie
PREVENZIONE DEI DISTURBI VISIVI
• L’illuminazione
• Per evitare che finestre o lampade
producano dei fastidiosi riflessi sullo
schermo è opportuno:
• regolare le tende eventualmente presenti
nell’ufficio a seconda delle condizioni di
illuminazione esterna (se le finestre non
sono schermate si dovrà porre lo schermo
ad angolo retto rispetto alle finestre in
modo che la direzione dello sguardo sia
parallela al piano delle finestre)
• aggiustare la posizione delle lampade da
tavolo
• controllare l’intensità delle luci artificiali,
accendendo solo le lampade necessarie
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DEGLI OCCHI
• Socchiudere le palpebre per 1 o 2 minuti in
modo da escludere l’impatto con la luce
• Seguire con lo sguardo il soffitto
• Guardare oggetti lontani cercando di
distinguere i particolari
• Effettuare pause di alcuni minuti ogni ora
(cambio sostanziale di attività, senza impegno
della vista)
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DEGLI OCCHI
• Ogni mezz’ora fare ciclo di ammiccamento per
una decina di volte
• Nelle pause abbassare le palpebre, ruotare i
bulbi oculari lentamente in senso orario e
antiorario alcune volte
• Abituarsi a percepire gli oggetti laterali al
monitor senza distogliere gli occhi dallo
schermo
• Chi porta lenti a contatto deve rinfrescare gli
occhi nelle pause
DISTURBI MUSCOLO
SCHELETRICI
Il sistema muscolo scheletrico è un’entità complessa composta da
ossa-articolazioni muscoli-tendini-borse-nervi e vasi sanguigni
Tutti i nostri movimenti e le nostre posizioni dipendono dal
funzionamento del sistema muscolo-scheletrico
Funzioni
•sostegno del corpo nei sui vari atteggiamenti (postura)
•Movimento
•Protezione degli apparati della vita vegetativa e del sistema
nervoso
•riserva dei sali minerali (Ca2+) che vengono mobilizzate
per le esigenze fisiologiche dell’organismo
La colonna vertebrale
E’ la struttura portante del nostro corpo è formata da ossa
dischi intervertebrali
ligamenti e muscoli
Ospita al suo interno il midollo spinale da cui originano i nervi che
raggiungono i diversi organi del nostro corpo
L’unità funzionale è costituita da due vertebre sovrapposte e da un
disco
Le vertebre servono da sostegno
Il disco assorbe ed ammortizza i carichi sovrastanti
I ligamenti tengono uniti dischi e vertebre
Fra tutte queste strutture il disco è quella maggiormente soggetta
ad alterazioni ed invecchia precocemente se sottoposto a stress
meccanici
Disco Intervertebrale
•E’ privo di vasi sanguigni e scambia le sostanze nutritive e di rifiuto
esclusivamente per diffusione.
•Il costante ricambio di sostanze nel disco è necessario per garantire
l'equilibrio fra biosintesi e catabolismo delle sue strutture cellulari.
• tale ricambio è fortemente condizionato dai carichi pressori applicati al disco
stesso.
Applicando una pressione sul sistema si ha
•fuoriuscita di liquidi e
•sostanze di rifiuto.
posizione in piedi o seduta appoggio
Togliendo la pressione si ha
• un richiamo di liquidi e
•sostanze nutritive all'interno.
posizione sdraiata o seduta con appoggio
Il regolare alternarsi di condizioni di carico e scarico sul disco è il
meccanismo con cui il disco è "nutrito
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
I disturbi muscolo scheletrici si sviluppano quando la capacità fisica di muscolitendini- articolazioni non è in equilibrio con le forze che agiscono sul corpo
Forze esterne possono provocare traumi acuti e causare fratture lacerazioni
erniazioni
MA
I DMS sono prevalentemente fenomeni cumulativi risultano cioè
dall’esposizione ripetuta a forze esterne o carichi di alta o bassa intensità che in
un certo periodo di tempo alterano progressivamente gli equilibri
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
CAUSE
• Alcuni muscoli ed articolazioni
sono sottoposti a posture fisse,
mentre i muscoli delle mani e delle
braccia si muovono
incessantemente.
• Le tensioni muscolari impediscono
il normale afflusso di sangue a
muscoli, tendini, nervi, dischi
intervertebrali.
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
CAUSE
• Errata disposizione o regolazione di
arredi e computer
• Postura fissa e/o scorretta per
lunghi periodi
• Capo e tronco protesi in avanti
• Spalle contratte nella digitazione o
nelle pause
• Ricevitore del telefono tenuto a
lungo tra testa e spalla
• Attività extra-lavorative, hobbies
(sport pesanti, ecc...)
POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI
A BRACCIA, POLSI E MANI
• Movimenti rapidi, ripetitivi e
prolungati su tastiera e
mouse
• Forza eccessiva nel digitare e
nello stringere il mouse
• Polsi piegati verso l'alto e
non allineati agli avambracci
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Nel tempo si possono manifestare micro-lesioni,
dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei
nervi (tendiniti, tenosinoviti, sindrome del tunnel
carpale).
• Alcune disfunzioni fisiche (diabete, peso eccessivo,
artrite, ipertensione, fumo, gravidanza) ed attività
extra-lavorative (sport, hobbies) aumentano il
rischio di questi disturbi.
SINTOMI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Tendiniti: dolori a livello delle
articolazioni del braccio o della
mano durante i movimenti
• Sindrome del tunnel carpale:
indolenzimento, torpore, formicolii
alle mani, perdita di forza delle
mani
• Artrosi cervicale: indolenzimento,
senso di peso, dolori al collo ed
alle braccia
PREVENZIONE DEI DISTURBI
ALLA COLONNA ED AGLI ARTI
• Scegliere attrezzature adattabili alle
proprie esigenze
• Adottare una postura rilassata: il
tronco sullo schienale tra 90° e
110°
• Variare spesso la posizione del
corpo
• Effettuare pause brevi ma frequenti
• Variare le attività nel corso della
giornata
• Regolare con cura la posizione,
l'altezza e la distanza del monitor
PREVENZIONE DEI DISTURBI A
BRACCIA, POLSI E MANI
• Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi
prolungati
• Mantenere gli avambracci paralleli al
pavimento e bene appoggiati sul tavolo
• Mantenere polsi distesi e dritti nella
digitazione
SEDILE
Deve essere regolato in modo che :
• le ginocchia formino un angolo di circa 90°
senza che il cavo posteriore del ginocchio
venga compresso contro il bordo anteriore del
sedile
• i piedi siano completamente appoggiati al
pavimento
• lo schienale sostenga la parte lombare della
schiena
• il soggetto non sia costretto a stare con il
tronco flesso in avanti
• il soggetto possa posare gli avambracci sul
piano del tavolo.
• Nessuna posizione è ergonomica se
mantenuta per molto tempo.
• E’ raccomandabile cambiare posizione di tanto
in tanto cercando di muovere collo, spalle e
schiena. Più volte nella giornata il soggetto
dovrebbe muoversi e fare qualche
MISURE PER LA SCELTA
DELLE POLTRONE
Altezza lavoratore
(cm)
150 - 155
Altezza seduta da terra
(cm)
41
160 - 165
43
170 - 175
46
180 - 185
49
190 - 200
54
TASTIERA E MOUSE
• Tastiera davanti allo schermo
• Tastiera regolabile al fine di
mantenere i polsi in linea con gli
avambracci
• Mouse il più possibile vicino al
corpo
• Tastiera e mouse posti in modo da
poter appoggiare gli avambracci
sul piano di lavoro
PIANO DI LAVORO
• Dotato di superficie ampia per disporre i
materiali necessari (video, tastiera, mouse,
ecc.) e per consentire l’appoggio degli
avambracci
• Sufficientemente profondo da assicurare una
corretta distanza visiva dallo schermo
• Di colore chiaro (possibilmente non bianco),
non riflettente
• Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento
degli arti inferiori
AMBIENTE
• Rumore: segregazione o insonorizzazione di
stampanti o altre attrezzature rumorose
• Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria
(evitare correnti) e mantenere un’umidità
soddisfacente
• Calore: evitare fonti di calore radiante in
vicinanza
della
postazione
di
lavoro
(apparecchiature, ma anche finestre)
POSTURE CORRETTE
Per una corretta postura seduta,
il bacino deve essere
leggermente inclinato
in avanti per mantenere la
curva lombare.
Corretta postura con flessione
dell’anca e appoggio in avanti.
Corretta postura seduta a fondo sedia
POSTURE CORRETTE
Corretta postura seduta con appoggio
allo schienale leggermente
inclinato all’indietro..
Postura seduta al computer
corretta.
Postura seduta al computer
scorretta
DISTURBI DA ORGANIZZAZIONE DEL
LAVORO
• Monotonia, ripetitività
• Complessità
• Difficoltà di colloquio
con la macchina
(software)
PREVENZIONE DEI DISTURBI DA
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
• Scegliere software di uso
“amichevole”
• Fornire una adeguata
formazione ed informazione
• Pause (almeno 15 minuti
ogni 120 di applicazione)
PREOCCUPAZIONI
INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE
• Radiazioni ionizzanti:
pari al fondo naturale
• Campi elettromagnetici:
pari al fondo ambientale a 5 cm dallo
schermo ed a 15 cm dal retro
• Radiazioni ultraviolette:
pari al fondo naturale a 5 cm dallo
schermo
PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE
PER LA SALUTE
• Non vi è rischio di
cancro
• Non vi è rischio di
aborto
ESERCIZI UTILI PER IL
BENESSERE DEL COLLO
• Intrecciare le dita sulla testa e
tirare lentamente il capo in
basso. Restare così per 10
secondi e ripetere per 10 volte
• Ritrarre il mento e tornare in
posizione normale; spingere il
mento in avanti e tornare in
posizione normale. Ripetere 10
volte
ESERCIZI UTILI PER IL
BENESSERE DEGLI AVAMBRACCI
Mettere le mani come in figura e mantenere la
posizione per 20–30 secondi. Ripetere 5 volte.
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DELLE SPALLE
In posizione seduta portare una mano tra le scapole
tenendo il gomito bene in alto. Per aumentare lo
stiramento aumentare progressivamente l’estensione
del capo. Mantenere la posizione per 20 secondi.
Ripetere alternando per 5 volte.
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DELLA SCHIENA
Seduti su una sedia, schiena ben dritta, piedi
appoggiati a terra, gambe leggermente allargate.
Abbandonare le braccia tra le gambe, lasciarsi cadere
in avanti, a partire dalla testa, sino a toccare terra
con il dorso delle mani. Restare qualche istante, poi
tirarsi su. Ripetere 5 volte.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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Presentazione di PowerPoint - fimmg-tv