Osservazioni sulla candidatura della Città di Roma
alle
Olimpiadi 2020
Roma, 9 febbraio 2012
Premessa
Le Olimpiadi rappresentano sempre un evento di grandissima suggestione e, nonostante l’enorme
commercializzazione che ha travolto anche lo sport olimpico, continuano ad avere un forte
significato di comunanza dei popoli e di pace. In modo sempre più marcato, sin dagli anni ’90, le
Olimpiadi hanno poi assunto come riferimento i temi della sostenibilità ambientale che, sebbene
non sviluppati sempre in modo coerente nella realizzazione dei progetti, risultano essere
fondamentali nella valutazione delle candidature.
Sempre più le Olimpiadi sono diventate un
momento di accreditamento dei Paesi ospitanti oltre che un’occasione per attrarre investimenti. In
quest’ottica i giochi Olimpici sono stati utilizzati come volano per sviluppare progetti e creare
servizi che poi rimanessero a disposizione delle comunità locali. Questo non sempre ha però avuto
esiti positivi ed è lungo l’elenco di opere poi rimaste sostanzialmente inutilizzate o faticosamente
riutilizzate; simbolo di questo è forse lo stadio olimpico di Pechino (il celeberrimo Bird’s Nest delle
Olimpiadi 2008) che da anni non trova un suo significativo utilizzo se non per qualche sporadico
evento.
E’ impossibile fare generalizzazioni. Appare di assoluta evidenza comunque come l’Olimpiade
risponda a esigenze diverse quando viene realizzata da un Paese che si affaccia alla modernità e
sposa la crescita di una città con l’evento olimpico utilizzandolo per la realizzazione di servizi (così
è stato per Roma nel 1960 o per Città del Messico nel 1968, per Seul nel 1988 e per Barcellona
nel 1992) o per mostrare al mondo l’innovazione di cui un Paese intende farsi portatore (come nel
caso di Los Angeles nel 1984 o di Sidney nel 2000). E’ comunque chiaro, sin dalle indicazioni
fornite dal Comitato Olimpico per le candidature, che un Olimpiade non può costituire presupposto
per accentuare problemi ambientali, ma semmai per risolverli. In quest’ottica il problema delle
candidature italiane, già ampiamente dibattuto e pur con alcune contraddizioni risolto nel caso
delle Olimpiadi Invernali di Torino nel 2006, è che l’evento olimpico non deve costituire
un’occasione speculativa che aumenta l’edificato urbano ed il consumo dei suoli di là da ogni
previsione già fatta e già formalizzata in piani o programmi. Questo è certamente l’elemento di
maggiore debolezza della candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020.
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Pag. 1 La candidatura della Città di Roma ad ospitare i XXXII Giochi Olimpici e i XVI Giochi
Paraolimpici del 2020 può essere promosso esclusivamente secondo i principi dell’“Agenda
21 del Movimento Olimpico”. Il Comitato Olimpico Internazionale ha infatti posto la sostenibilità
ambientale (e non solo) come terzo pilastro per le Olimpiadi (insieme allo sport e alla cultura) al
fine di organizzare un evento che lasci eredità positive nelle città ospitanti, migliorandone la qualità
sociale ed ambientale realizzando eventi ad “impatto minimo”. A Roma, secondo i promotori,
l’organizzazione dell’evento dovrebbe costituire un acceleratore del Piano per lo Sviluppo
Strategico 2010-2020 della Città di Roma divenendo occasione per un miglioramento generale della
qualità urbana e della sostenibilità ambientale.
Se tali assunti fossero coerentemente seguiti e posti in essere, il progetto olimpico avrebbe
tutte le caratteristiche per mantenersi nel tempo proprio grazie ad un approccio ispirato in
ogni sua parte ai principi della sostenibilità, approccio che quindi deve necessariamente tenere in
assoluta considerazione l’uso efficiente delle risorse energetiche, il recupero e l’ottimizzazione delle
strutture esistenti, la salvaguardia dei beni ambientali, paesaggistici e storici, per garantire
realmente che l’Olimpiade sia davvero una grande opportunità imprenditoriale ed occupazionale in
una nuova logica di sviluppo.
Una corretta valutazione delle candidature impone pertanto un’attenta valutazione
preventiva e necessariamente pregiudiziale (poiché condizionante il progetto) di tutte le
tematiche ambientali ed in primo luogo di quelle legate ad un corretto uso del territorio, alla
minimizzazione del consumo di suolo, alla salvaguardia delle risorse paesaggistiche ed
ambientali.
Non meno importanti quelle di carattere energetico, ma queste oggi consentano
risposte positive attraverso l’uso di tecnologie avanzate ormai consolidate certamente capaci di
adattarsi al meglio sia sulle strutture esistenti sia su quelle d realizzarsi. Il progetto per Roma, pur
dichiarando di inserirsi all’interno del Piano della Mobilità Sostenibile e nel Piano Ambientale ed
Energetico per i quali sono stati già approntati programmi ed individuate alcune fonti di
finanziamento, deve dunque essere attentamente vagliato riguardo in primo luogo riguardo le scelte
localizzative dove si prevedono nuovi ed “invasivi” interventi; le analisi valutative vanno poi svolte
in coerenza con la programmazione vigente, con particolare attenzione in relazione alle
problematiche di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente inteso in tutte le sue componenti.
In realtà per quanto oggi si può dedurre dai documenti della candidatura di Roma, al di là di
molteplici dichiarazioni d’intenti ampiamente condivisibili,
ROMA 2020
se da un lato è vero che si
Pag. 2 interviene valorizzando al massimo le strutture sportive esistenti, dall’altro in deroga alla
pianificazione esistente (già pesantissima sotto il profilo dell’incremento delle cubature
urbane) si produrrebbe un ulteriore estensione della città in aree delicate sotto il profilo
ambientale (quali quelle di pertinenza fluviale del Tevere) e si sposterebbero su quell’asse gli
interventi prioritari della mobilità ad inevitabile scapito di altre aree già ad alta densità
abitativa e con servizi insufficienti.
Come già accennato, inoltre, la progettazione ed esecuzione e quindi gestione dell’intervento, a
valle delle verifiche iniziali, dovrà poi effettuarsi in coerenza con le tematiche dell’efficienza
energetica, del riciclo e del riuso, dell’utilizzo dei materiali e della qualità architettonica, dell’uso
di fonti rinnovabili per la riduzione dei consumi e dell’inquinamento e questo non solo nella fase di
costruzione e dello svolgimento dell’evento, ma anche nelle fasi di riconversione e gestione postevento.
Ben consapevoli dell’importanza dunque che un Olimpiade può rappresentare per una città e
più in generale per una nazione ed assolutamente convinti del valore positivo che l’Olimpiade
rappresenta, WWF e FAI osservano che la candidatura Olimpica di Roma, allo stato attuale
dei documenti, appare quanto meno prematura, contraddittoria rispetto agli intenti, non
condivisibile quanto riguarda la localizzazione del Villaggio Olimpico e del Villaggio Media,
non valutabile per quanto riguarda gli interventi di adeguamento su alcuni degli impianti
esistenti o su alcune soluzioni relative alla mobilità.
In tal senso questo documento sintetico è stato redatto per contribuire in questa fase partecipativa
alla definizione di una proposta coerente con i dettami della “Agenda 21 del Movimento Olimpico”
e coerente con gli obiettivi strategici del Piano di Sviluppo, fra cui l’attuazione della sostenibilità
ambientale, individuando eventuali criticità e contraddizioni con quanto in corso di proposizione, al
fine di indicare le problematiche ambientali immediatamente rilevabili in particolare in ambito
territoriale e garantire la coerenza con tutti i dettami attinenti la salvaguardia dell’ambiente e del
paesaggio inclusi negli atti di pianificazione e programmazione vigenti ed adottati.
ROMA 2020
Pag. 3 Proponenti e sostenitori della candidatura di Roma
Vale la pena ricordare che negli anni ’90 l’allora Sindaco Francesco Rutelli si fece promotore
e sostenitore della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2004 poi vinte da Atene.
Nell’attuale candidatura alcuni elementi della vecchia proposta si ritrovano (il baricentro
sportivo del Foro Italico, il miglioramento e la valorizzazione degli impianti esistenti, l’utilizzo
dell’area di Tor Vergata), ma a differenza di quella oggi avanzata, la proposta di allora aveva
due elementi di vantaggio: si poneva come completamento ed ampliamento delle opere e degli
interventi giubilari realizzati per il 2000, si agganciava alle previsione di piano regolatore
realizzando cubature comunque previste e utilizzate solo in via transitoria ai fini olimpici.
Come vedremo invece il presente progetto fa esattamente l’opposto: crea cubature aggiuntive
che trovano nell’evento olimpico la giustificazione per la loro autorizzazione che molto
difficilmente si otterrebbe nelle aree indicate con gli indici necessari per soddisfare le esigenze
di ospitalità atleti, accompagnatori, arbitri e giornalisti.
Il Consiglio Comunale di Roma ha votato all’unanimità il 21 Gennaio 2010 una mozione, il cui
primo firmatario è stato l’on. Francesco Rutelli, maggiore esponente delle forze di opposizione,
dando mandato al Sindaco di candidare la Città di Roma a ospitare i Giochi del 2020 realizzando un
progetto di Candidatura altamente competitivo a livello internazionale.
Il Consiglio Regionale ha votato il 10 Febbraio 2010 la mozione di appoggio alla Candidatura.
Il Consiglio Provinciale di Roma ha votato la mozione di appoggio il 22 Gennaio 2010.
A questo sostegno politico si è aggiunto il sostegno di tutte le grandi, medie e piccole imprese
industriali, commerciali e del settore dei servizi che operano a Roma e di alcune tra le più
importanti imprese pubbliche e private del Paese.
Questo appoggio è già stato manifestato pubblicamente dall’Unione Industriali di Roma con la
creazione di un Comitato di Sostegno alla Candidatura al quale hanno aderito il Presidente della
UIR, Aurelio Regina; il Presidente della Camera di Commercio, Andrea Mondello;
l’Amministratore Delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, al quale l’Unione ha conferito una delega
specifica per la Candidatura della Città di Roma ai Giochi.
Del Comitato di Sostegno fanno inoltre parte Alessandro Profumo, già Amministratore Delegato di
Unicredit; Giampaolo Letta, Amministratore Delegato e Vice Presidente di Medusa Film; Mauro
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Pag. 4 Moretti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato; Eduardo Montefusco, Presidente di RDS;
Andrea Ambrogetti, Direttore delle Relazioni Istituzionali Italia di Mediaset; Giancarlo Leone, Vice
Direttore Generale della RAI; Azzurra Caltagirone, Vice Presidente di Caltagirone Editore; Ugo
Maria Brachetti Peretti, Presidente dell’API; Marco Sala, Amministratore Delegato di Lottomatica;
Francesco Trapani, Amministratore Delegato di Bulgari; Rossella Bussetti, Amministratore
Delegato di Jumbo Grandi Eventi.
Il supporto operativo alla Candidatura è stato dichiarato da Federalberghi, Proprietà Investimenti
(Fiera di Roma), Ente EUR, ADR (società di gestione degli aeroporti di Roma). Hanno infine
dichiarato la loro partecipazione attiva al progetto di Candidatura tutte le principali società locali di
servizi: ACEA, AMA, ATAC.
Un così largo consenso è facilmente comprensibile e per molti versi condivisibile proprio per
quella positività che le Olimpiadi rappresentano e per quella potenzialità di attrazione
economica che è a loro insita. Le varie adesioni però inevitabilmente in questa fase non
potevano che essere su obiettivi e principi generali che, come abbiamo sostenuto, sono
condivisibili. E’ poi difficile pensare che, data la natura dei soggetti aderenti, questi possano
entrare in elementi di dettaglio relativi al rapporto tra aree individuate, vincoli esistenti e
interventi urbanistici; difficile anche pensare che questi possano costituire “massa critica” al
fine di orientare il progetto. E’pertanto indispensabile che il dibattito intorno alla candidatura
olimpica avvenga nel modo più partecipato possibile e valuti in modo rigoroso come quelle
che sono indubbiamente opportunità ma che non devono trasformarsi in danni ambientali e
nell’ennesima speculazione edilizia.
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Pag. 5 1.
Gli interventi previsti
Lo svolgimento delle Olimpiadi coinvolge tutta l’area urbana attivando risorse e competenze con
l’obiettivo dichiarato di compiere una vasta operazione di riqualificazione urbanistica e
ambientale, incentrata su due poli, a Nord e a Sud Ovest della Città.
Questa operazione si basa sui seguenti progetti-chiave:
-
il Parco Fluviale del Tevere come grande elemento di interconnessione del nuovo Parco
Olimpico, reso navigabile dalla diga di Castel Giubileo sino a Ponte Milvio,
-
la realizzazione della Città dello Sport di Tor Vergata,
-
l’ammodernamento di molti impianti sportivi destinati ai giovani e alle famiglie anche nelle
periferie, e nella zona sud-ovest di Roma,
-
la pianificazione degli spostamenti improntata ai principi dell’intermodalità con interventi
per rilanciare le infrastrutture metropolitane.
-
lo sviluppo di un grande sistema aeroportuale e nuove efficienti infrastrutture di trasporto
urbano, per migliorare l’accessibilità di tutti i sistemi di mobilità e di fruizione della Città.
…”Il progetto prevede che gli atleti vivranno tutti insieme in un unico Villaggio Olimpico (VO)
posto nelle vicinanze del centro della Città. Nel complesso i Giochi saranno compresi in un’ellisse
il cui semiasse maggiore è di 12,5 km, con tempi di percorrenza medi dal Villaggio Olimpico ai
campi di gara di 14 minuti. Il 52% degli atleti avrà i campi di gara entro un arco temporale di 10
minuti dal VO, il 18% entro 21 minuti, il 23% entro 26 minuti e il 7% entro 45 minuti.
100% della energia richiesta dal Parco Olimpico e dal Villaggio Olimpico durante i Giochi sarà
fornita da fonti locali di energia ad alta efficienza o rinnovabile di nuova realizzazione”...
Impianti
I Giochi saranno organizzati in 42 impianti di gara di cui:
-
33 esistenti (27 esistenti - di cui 6 da allestire e uno da ristrutturare - e 6 padiglioni da
allestire alla Fiera di Roma,
-
5 da costruire (3 impianti sportivi permanenti e 2 impianti temporanei da riconvertire in
padiglioni della Fiera di Roma),
-
4 allestimenti temporanei le cui aree di insediamento torneranno alla destinazione d’uso
originale.
A questi si aggiungo poi 105 impianti di allenamento.
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Pag. 6 Trentatre impianti sono dunque di proprietà pubblica, del Comune o del CONI e, a parte gli
impianti per le fasi preliminari di calcio, tutti i quarantadue impianti insistono sul territorio di
Roma e Provincia.
Tutte le nuove costruzioni saranno ecocompatibili e accessibili; l’organizzazione dei Giochi
Paraolimpici permetterà di continuare nel percorso di costruzione di una città accessibile e priva
di barriere architettoniche.
Queste caratteristiche che vengono giustamente presentate come qualificanti, va ricordato che
per molti versi sono oggi obbligatorie e pertanto se non specificate non possono essere
considerate come valore aggiunto dei progetti. Ogni impianto pubblico deve infatti per legge
avere caratteri di accessibilità garantiti e par la parte ambientale è da ricordare che dalle
Olimpiadi di Sidney in poi, cioè dal 2000, l’efficienza energetica degli impianti costituisce un
aspetto irrinunciabile dei progetti.
Un esempio che fa riflettere e quello del velodromo. Tra gli impianti da costruire infatti
risulta anche un nuovo velodromo che verrebbe realizzato nell’area della Fiera di Roma con
una spesa preventivata in 55 milioni di euro. Va ricordato che la città di Roma disponeva di
un meraviglioso velodromo, capace di oltre 17.000 posti a sedere, realizzato per le olimpiadi
del 1960 in prossimità del Palazzo dello Sport dell’EUR. Questo è stato abbattuto nel 2008 al
fine di liberare l’area per progetti residenziali. Pensando di poter accelerare gli interventi
edilizi, l’area del velodromo era stata inserito nel progetto del circuito di Formula 1 sostenuto
tra gli altri dal Sindaco Gianni Alemanno. La nuova collocazione del velodromo alla Fiera di
Roma dista pochi Km da quella di quello vecchio che, essendo attigua ad altri siti olimpici
(palasport e laghetto dell’EUR), è ancor oggi più coerente e razionale. La mancata
considerazione ai fini della candidatura dell’area dell’ex velodromo, e il mancato
accoglimento delle richieste avanzate in tal senso da alcuni comitati locali che chiedono
impianti sportivi e servizi e non palazzine, non solo rappresenta un elemento di scarsa
attenzione, ma purtroppo dimostra come la candidatura presentata sia anche funzionale ad
una seria interessi edificatori .
Aree di Intervento
Gli impianti saranno realizzati nelle seguenti aree di intervento: Area Nord, Area Sud-ovest.
AREA NORD: con il Parco Olimpico cuore dei giochi e del quale il nuovo Parco Fluviale del
Tevere costituirà ossatura ed elemento di connessione tra le sue diverse componenti, con il
Villaggio Olimpico (da 18.000 posti), l’IBC (International Broadcast Centre), il MPC (Main Press
Centre), il villaggio Media, gli impianti di gara, di intervento e sedi di allenamento.
Comprende le seguenti zone:
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Pag. 7 -
FORO ITALICO che comprende: lo Stadio Olimpico, per le cerimonie di apertura e
chiusura, l’Atletica, la Finale di Calcio maschile e l’arrivo della Maratona, e lo Stadio
del Nuoto, per nuoto e tuffi. Nei campi del Nuovo centrale e del Pallacorda si svolgerà
il torneo di tennis. Si prevedono per queste strutture interventi di riqualificazione.
-
FLAMINIO con lo Stadio Flaminio per il Rugby a 7 e le semifinali e finali del Calcio
femminile. Si prevedono interventi di riqualificazione.
-
TOR di QUINTO con il “nuovo” Villaggio Olimpico (VO) da 18.000 posti, dove
alloggeranno 16.500 atleti (ad eccezione di quelli del Calcio) ed ufficiali di squadra e gli
ufficiali supplementari dei CNO, su un’area di circa 70 ettari, l’IBC (International
Broadcast Centre) ed il MPC e (Main Press Centre) ed un Villaggio Media.
…”Il VO dista circa 2,5 km (3 min) dallo Stadio Olimpico in area Foro Italico, 28,7 km (26 min)
dall’area della Fiera di Roma e 37,4 km (33,5 min) dall’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci”.
La vicinanza con l’innesto per il Grande Raccordo Anulare (a circa 5 km) permetterà agli atleti di
raggiungere rapidamente e in sicurezza, con l’utilizzo di corsie preferenziali e di strade dedicate, i siti
olimpici previsti nel quadrante Sud-Ovest della Città (Fiera di Roma) e le altre sedi di gara.
Nella “zona residenziale” del Villaggio, gli atleti potranno allenarsi su una pista di atletica leggera, su
un percorso/circuito di 2.200 metri e in una piscina olimpionica. Il Villaggio Olimpico sarà dotato
inoltre di quattro sale di muscolazione, di una palestra polifunzionale e di un policlinico. L’area per
l’allenamento sarà di circa 30.000 mq. Il Villaggio si articolerà in due zone principali: la “zona
residenziale” e la “zona internazionale”. La “zona residenziale” sarà equiparabile a un albergo di
categoria 3 stelle, con superficie di pavimento di circa 200.000 mq dedicata agli alloggi e con un’area
servizi di circa 100.000 mq dedicata agli atleti (allenamenti, policlinico, quartier generale delegazioni,
centro informazioni, shopping center, ristoranti, centro multireligioso, sale per il tempo libero, ecc.). Gli
atleti saranno alloggiati in stanze a due letti, con uno spazio per atleta di 12 mq e con un bagno ogni due
stanze. I Capi Missione e alcuni ufficiali di squadra avranno a disposizione stanze singole. Le unità dei
CNO (11.000 mq) saranno alla base di ciascun blocco abitativo, come i Centri per i residenti sparsi nel
Villaggio e aperti 24 ore su 24. La spianata del trasporto per gli atleti sarà in prossimità del ristorante
principale (10.000 mq).
La “zona internazionale” di circa 25.000 mq comprenderà la piazza del Villaggio, il centro commerciale
e un’area per il tempo libero degli atleti. Nella zona operativa sono previsti: centro per accrediti, centro
stampa, centro radio e TV, protocollo (VIP), trasporti, sicurezza, parcheggi per 1.000 auto dei CNO. Vi
sarà inoltre il centro servizi del Villaggio. Tutti gli edifici saranno dotati delle più avanzate tecnologie.
All’interno del Villaggio Olimpico verrà assicurato un sistema di mobilità sostenibile. Per quanto
riguarda l’aspetto progettuale e realizzativo, particolare attenzione verrà posta alla ecosostenibilità
dell’intero insediamento, prevedendo il massimo utilizzo di energie da fonti rinnovabili (fotovoltaica,
solare, geotermica)”….
L’utilizzo del Villaggio Olimpico dopo i Giochi è stato pianificato nel modo seguente:
la zona degli alloggi avrà una destinazione residenziale e direzionale, mentre per la
parte destinata ai servizi per gli atleti è prevista la trasformazione in urbanizzazioni di
tipo secondario (asili nido, scuole, studi medici, impianti sportivi di quartiere, centri
culturali)
L’IBC ed il MPC verranno realizzati in un’area di oltre 10 ettari a Nord-Ovest dello
stesso comparto di Tor di Quinto. La superficie calpestabile totale a disposizione dei
due centri, previsti in un unico organismo edilizio, sarà di circa 100.000 mq su 4 livelli.
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Pag. 8 …”L’IBC (60.000 mq) avrà ampi spazi per gli impianti tecnici e di produzione e aree in comune e
individuali per il broadcasting, oltre agli spazi in comune con il MPC. All’esterno sarà ubicata la zona
“satelliti” e un parcheggio per 800 vetture. Il MPC avrà tra l’altro una sala conferenze per 1.000 posti e
uno spazio di circa 30.000 mq per le aree di lavoro in comune e gli uffici privati”…
Dopo i Giochi è prevista la trasformazione delle strutture, a carico del finanziatore, in
direzionale pubblico e privato.
-
ACQUACETOSA per il Pentathlon Moderno, l’Hockey e il Tiro con l’arco. Si
prevedono interventi di riqualificazione.
-
SAXA RUBRA con il Villaggio Media (VM), che ospiterà 5.000 tra giornalisti e
operatori televisivi; gli ulteriori 13.000 giornalisti saranno alloggiati in strutture
alberghiere ubicate entro una distanza massima di 10 km dal Parco Olimpico.
…”Il sito di realizzazione, della superficie di 20 ettari, dista circa 4 km (5 min) dal Villaggio Olimpico e
dal IBC/MPC in area Tor di Quinto, 8 km (9 min) dallo Stadio Olimpico in area Foro Italico, 32,2 km
(24 min) dall’area della Fiera di Roma e 40 km (38 min) dall’aeroporto internazionale “Leonardo da
Vinci”. La struttura ricettiva, che sviluppa una superficie lorda di circa 160.000 mq su 5 piani, avrà in
dotazione, oltre alle 5.000 stanze singole da 30 mq ciascuna - comprendenti un salottino, una postazione
di lavoro con telefono, connessione dati e impianto tv in grado di ricevere anche i canali olimpici
prodotti da OBO, camera da letto con bagno, impianto di aria condizionata - anche un ristorante in
grado di servire pasti caldi 24 ore al giorno e un servizio di lavanderia. È prevista altresì una hall e
alcune salette da riunione. All’esterno si realizzeranno aree di parcheggio per 80.000 mq, interrate e di
superficie, commisurate alle necessità dell’intera popolazione del Villaggio Media, oltre ad ampi spazi
verdi (75.000 mq). Così come già previsto per il Villaggio Olimpico, anche in questo caso verrà posta
particolare attenzione alla eco sostenibilità del complesso edilizio ricercando tutti gli accorgimenti
necessari in grado di perseguire l’ottenimento del massimo livello di certificabilità energetica.”…
Dopo i Giochi questo complesso edilizio verrà convertito in area residenziale con la
trasformazione delle 5.000 stanze in circa 1.500 appartamenti con tagli da 80 mq a 120
mq, ovvero in area direzionale.
Come si può facilmente notare dalla descrizione degli stessi proponenti, alla fine dei giochi
olimpici la città di Roma avrà alcune decine di ettari aggiuntivi fortemente urbanizzati con
residenze ed uffici che, data la loro localizzazione, avranno un alto valore immobiliare e
quindi non si presteranno all’edilizia sociale che rappresenta l’unica vera esigenza abitativa a
cui per meri motivi speculativi non si dà risposta nonostante il proliferare nella Capitale di
edificazioni nuove. Ben diverso sarebbe stato individuare una zona dove sono già previste
residenze o servizi e quindi dare loro una funzione transitoria per le Olimpiadi che poi
servirebbero anche per portare in quelle aree le necessarie infrastrutture trasportistiche
necessarie non solo a questi nuovi insediamenti ma anche al contesto urbano di contorno.
AREA SUD – OVEST: comprende le seguenti aree:
-
La FIERA DI ROMA che ospiterà le gare di 12 discipline: Badminton, Ciclismo su
pista e BMX, Ginnastica ritmica, Judo, Lotta, Pallamano, Pugilato (preliminari),
Scherma, Sollevamento pesi, Taekwondo e Tennis tavolo.
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Pag. 9 -
L’AREA DELL’EUR con il Laghetto dell’EUR che ospiterà le gare di canoa fluviale
ed il Palasport che ospiterà le gare preliminari della Pallacanestro, le finali di Pugilato
e il Triathlon.
-
LIDO DI OSTIA – PORTO DI ROMA che ospiterà vela compreso il windsurf ed il
Nuoto in acque libere.
-
TOR VERGATA con il Nuovo Palasport (di Santiago Calatrava) e la Città dello Sport.
In tale area sono in stato di avanzata costruzione due Palazzi dello Sport che verranno
utilizzati per la Pallavolo, per la Ginnastica artistica, per il Trampolino e per le fasi
finali di Pallacanestro. Una riflessione particolare va fatta sull’area di Tor Vergata,
giustamente individuata come localizzazione olimpica.
Va ricordato che sull’area di Tor Vergata (il secondo polo universitario di Roma) negli anni
si sono succedute varie ipotesi progettuali. Dalla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2004
ai mondiali di nuoto a Roma del 2009, l’area di Tor Vergata è rimasta sempre una clamorosa
incompiuta nonostante gli investimenti già effettuali e nonostante il prestigioso progetto di
Santiago Calatrava. Il modello americano di realizzare un comparto sportivo aperto al
pubblico e a servizio di un campus universitario (quello dell’Università di Tor Vergata) è
rimasto dunque irrealizzato e, secondo i preventivi fatti, l’intervento di completamento e
sistemazione dell’opera di Calatrava necessita di 500 milioni di euro. Scandali a parte si
aprono legittimi interrogativi su come a Roma si sono gestite le risorse e le tempistiche per la
realizzazione degli impianti per i grandi eventi, interrogativi che non tranquillizzano Il
progetto di Santiago Calatrava pochi anni fa era stato preventivato il 65 milioni di euro,
“aggiornato” dopo 5 anni a 608 milioni di euro. Considerando che le spese sin’ora sostenute
ammontano a circa 200 milioni di euro, aggiungendo i 500 milioni preventivati si arriva a 700
(comprensivi di alcune opere connesse). Troppo facile scommettere che questo lievitare non è
ancora finito.
I campi di gara dunque saranno soprattutto nella zona nord della capitale, ma anche a Tor Vergata,
all'Eur ad Ostia fino a Castel Gandolfo. Tuttavia, nel disegno generale si ambisce anche a
portare alcune discipline sportive in luoghi simbolo di Roma, scenari suggestivi che
regalerebbero più fascino ai momenti agonistici. Infatti: in Piazza di Siena si terrà l’Equitazione
con il Salto Ostacoli ed il Dressage, altre specialità si terranno ai Pratoni del Vivaro; al Circo
Massimo si terrà il Tiro con l’Arco; per le Strade del centro Storico il Ciclismo; le gare di
canottaggio saranno svolte a Castel Gandolfo, Bracciano e Piediluco; a Sutri invece si prevede
l’utilizzo di un campo federale dove si terranno le gare di golf che entreranno a far parte delle
discipline olimpiche dal 2016. Il Ciclismo su strada, partendo dai Fori Imperiali, si svolgerà su
un circuito che comprenderà i Castelli Romani.
Oltre quanto già previsto …. “la Famiglia Olimpica, i membri del CIO, delle FI, dei CNO (esclusi
gli ufficiali supplementari che pernotteranno nel Villaggio Olimpico), i Media non ospitati nel
Villaggio Media e gli Sponsor alloggeranno negli alberghi esistenti nel centro della Città o nelle
sue immediate adiacenze, a non più di 6/9 minuti dal Villaggio Olimpico, dallo Stadio Olimpico,
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Pag. 10 dallo Stadio del Nuoto, dall’IBC e dal MPC. Le aree principali di ospitalità saranno, da una parte,
gli alberghi di Via Veneto e del centro e, dall’altra, quelli di Monte Mario e Prati. In queste zone,
importanti caserme saranno trasformate in alberghi. Gli arbitri, i giudici e gli ufficiali tecnici delle
Federazioni Internazionali saranno alloggiati in prossimità dei rispettivi campi di gara.”
….”Roma potrà contare, per i Giochi, su 74.948 stanze nel raggio di 10 km dal centro della Città,
di cui 49.000 in hotel. Il totale delle stanze nel raggio di 50 km sarà di 113.674. I prezzi per la
Famiglia Olimpica verranno controllati e prefissati e non ci sarà l’obbligo di un soggiorno minimo
garantito.”
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Pag. 11 Mobilità
Gli organizzatori del progetto asseriscono che …. “dato l’ubicazione prevista per le sedi ufficiali e
gli impianti olimpici, la realizzazione dei Giochi sarebbe possibile con l’attuale struttura di
mobilità e trasporti nel periodo scelto, durante il quale il traffico veicolare si riduce del 35%
rispetto ai flussi abituali”. E’ stato comunque definito un quadro d’insieme sia degli interventi di
ampio respiro strategico sia di quelli di breve e medio periodo indispensabili per un’organizzazione
ottimale dei Giochi. A tal fine è stato varato un progetto che non comprende solo il rilancio delle
grandi infrastrutture metropolitane e dei parcheggi di scambio, ma anche l’applicazione delle nuove
tecnologie per la fluidificazione e il controllo del traffico. Partendo dai presupposti che …. “la
fluidificazione del traffico nella Città può essere garantita solo nel rispetto della “maglia” che la
sorregge e grazie a un lavoro in sinergia con tutti gli attori coinvolti, sono state formulate le linee
di indirizzo generale atte a delineare un Piano Strategico per la Mobilità Sostenibile a Roma che
risponda alle esigenze dell’utenza, pubblica e privata, nel suo complesso”.
Il Piano affronta dunque il problema del traffico in un’ottica trasversale e d’integrazione tra i
diversi sistemi di trasporto, individua i provvedimenti che ritiene necessari sia per il rafforzamento
della struttura esistente sia per la realizzazione di nuove infrastrutture. Tra i progetti principali si
cita:
-
il potenziamento della Via Flaminia dal GRA al Foro Italico,
il completamento delle complanari del GRA,
il completamento dell’anello ferroviario e delle linee di metropolitana entro il 2020,
il miglioramento della viabilità del GRA verso alcuni punti nodali della Città.
Sono state dunque individuate una serie di azioni di lungo periodo con interventi sia
infrastrutturali che di riqualificazione per arrivare ad una progressiva fluidificazione del traffico:
Gli obiettivi che vengono dati sono ampiamente condivisibili e comunque costituiscono i
principali temi su cui da decenni si concentra il dibattito a Roma per una miglioramento della
mobilità.
•
•
•
Riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico dovuti al traffico e alla congestione;
Articolazione della mobilità tale per cui, con l’avvicinarsi al centro, sia sempre maggiore
l’utilizzo del trasporto pubblico e sia comunque garantita l’accessibilità a sistemi forti di
elevata qualità su ferro;
Allontanamento del traffico veicolare di attraversamento sia nella città consolidata c he
nelle periferie;
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Pag. 12 •
•
•
•
Potenziamento della mobilità di connessione con porti e aerop orti;
Valorizzazione delle vie d’acqua;
Progressiva pedonalizzazione del Centro Storico;
Uso diffuso di tecnologie per il controllo e l’informazione del traffico privato e della
mobilità pubblica.
Viene poi specificato che “durante lo svolgimento dei Giochi, pur nella convinzione che gli
interventi infrastrutturali sopracitati saranno risolutivi per le problematiche future della Città,
verranno comunque previste corsie preferenziali dedicate alla mobilità su gomma per la Famiglia
Olimpica, monitorata e assistita dalla polizia locale.” (…) “ lo spostamento degli atleti sarà
veloce, sicuro e garantito dalla rete stradale esistente, opportunamente rafforzata e potenziata.
Tutte le sedi olimpiche saranno collegate da strade e corsie dedicate al traffico olimpico”.
Il piano prende in considerazione 765 km di reti viarie. Si tiene poi in conto una situazione di
contesto e pertanto si prevedono anche un potenziamento della rete autostradale per 131 km,
prolungamenti della Metropolitana per 39,6 km.
Previsti anche una serie d’interventi per il potenziamento del sistema aeroportuale romano:
“Scalo di Fiumicino: ADR, la società di gestione, ha presentato il piano di sviluppo dell’aeroporto che
prevede interventi di potenziamento con graduale incremento della capacità del traffico passeggeri fino a 55
milioni di presenze nel 2020. Da maggio 2008 è in funzione il Terminal 5, destinato ai voli cosiddetti
“sensibili” in partenza per destinazioni che richiedono controlli antiterrorismo particolarmente approfonditi.
Il piano di sviluppo è suddiviso in una prima fase, da concludersi entro il 2013, che prevede la nuova
realizzazione del Molo C per i voli extra-Schengen, di un parcheggio multipiano, dell’area di imbarco per i
voli nazionali e il nuovo sistema mistamento bagagli in grado di gestire fino a 1.800 bagagli/ora.
Successivamente, entro il 2020, è prevista la realizzazione di un nuovo “people mover” automatico, della
quarta pista di volo e della nuova aerostazione nord. È stato ultimato un impianto di cogenerazione, che
consente di soddisfare il 90% del fabbisogno di energia della “città” aeroportuale attraverso la produzione
autonoma e combinata di energia elettrica e termica, in linea con gli indirizzi mirati alla salvaguardia
dell’ambiente. L’aeroporto è connesso da voli regolari diretti con 168 aeroporti su quattro continenti e con
111 voli con uno stop su 5 continenti. I voli diretti con l’Europa sono 112, con l’Asia 12, con l’America 19,
con l’Africa 18 e 7 con il Medio Oriente.
Scalo di Ciampino: l’aeroporto è di tipologia mista (civile-militare) ed è situato nell’area del Comune di
Roma a poca distanza dal GRA. Ciampino, che è gestito dalla Società Aeroporti di Roma (ADR), è un city
airport che assorbe la maggior parte del traffico delle compagnie low cost. Il volume di traffico del secondo
scalo romano è stato di 4.788.931 passeggeri nel 2008. In relazione alla vocazione principale dello scalo,
l’utilizzo di Ciampino permette di incrementare l’offerta a costi contenuti per i collegamenti da e per Roma.
Scalo dell’Urbe, posizionato sulla via Salaria a pochi chilometri dalla tangenziale est e dal GRA. La struttura
riqualificata permetterà l’incremento dei collegamenti di aviazione generale, di aerei a decollo verticale di
nuova generazione e di elicotteri”
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Pag. 13 In termini di analisi le principali domande che ci si deve porre sono due; se il piano degli
interventi risponde agli obiettivi dichiarati e se questo sia realistico pensare di realizzarlo in 8
anni.
Com’è stato accennato, si prevede un ampliamento della rete metropolitana per 39,6 km, questo
significa più che raddoppiare la rete metropolitana esistente che è di 36,6 km. Pur volendo
considerare che nel computo delle reti nuove c’è il completamento dei cantieri in itinere, risulta
ben difficile ipotizzare che si riesca in tale obiettivo.
A tale proposito vale come monito la vicenda della metropolitana C, ancora in fase di
costruzione e che, secondo le dichiarazioni iniziali si sarebbe dovuta realizzare per il Giubileo
del 2000. La Corte dei Conti, con un’analisi puntuale e dettagliata, ha recentemente osservato
come quest’opera, nonostante abbia visto i costi lievitati del 12% che fanno di questa linea la
metropolitana più cara d’Europa, oggi esistono “incognite sulla sua complessiva fattibilità
essendosi esaurite anzitempo le risorse per la sua realizzazione integrale (...). Inoltre la
possibile soppressione di alcune stazioni centrali rischia di pregiudicare anche l'effetto rete e
di menomare gravemente la funzionalità di esse“.
La candidatura olimpica potrà mai essere la panacea di tutti i mali e problemi che hanno così
rallentato progetti e cantieri?
La realizzazione completa della Metro C è decisamente essenziale. Questa infatti arriverebbe
secondo il progetto originale alla Farnesina, cioè nell’area principale dei giochi, ma già oggi questo
progetto è stato ridimensionato prevedendo il capolinea ben prima della Farnesina e cioè al
quartiere Prati Il crono programma dei lavori prevede oggi che la Metro C arrivi al Colosseo entro
il 2016 ed il proseguo è attualmente oggetto di studi complessi e saggi archeologici dato che la
tratta attraversa il centro storico di Roma. Pur volendo immaginare procedure rapide ed efficienti,
chiunque conosca la storia di Roma e la delicatezza dei contesti con cui qualsivoglia opera
interferisce, non può immaginare che in quattro anni, dal 2016 al 2020, si possa realizzare una
metropolitana che ha fermate (se confermate quelle delle progetto) a Piazza Venezia, a Piazza della
Chiesa Nuova (non lontana da Piazza Navona), a San Pietro, a Piazza Risorgimento (presso la Corte
di Cassazione), a Ottaviano (dove incrocerebbe la Linea A) e in Prati (tra Piazzale Clodio e Viale
Mazzini) e poi magari proseguire verso lo Stadio Olimpico e quindi la Farnesina.
Inoltre va ricordato che la metropolitana non servirebbe comunque il Villaggio Olimpico.
Questo significa che non servirà mai le nuove residenze per non meno di 10.000 abitanti che
verranno realizzate fuori da ogni previsione di Piano Regolatore.
Anche volendo assumere come riferimento i progetti del Piano Millennium di Roma Capitale, che
prevedono tra l’altro un’interessante ipotesi di mobilità fluviale, rimangono perplessità di fondo.
Infatti, non considerando le opere strutturali più pesanti di cui non esistono neppure i progetti
preliminari, la mobilità intorno al Villaggio Olimpico si basa su adeguamenti stradali che
riguardano l’asse della Flaminia e le vie a questa adiacenti. Se fatti nei modi dovuti, sono questi
interventi già oggi auspicabili perché necessari a risolvere alcuni dei problemi attuali, ma se oltre
ROMA 2020
Pag. 14 all’urbanizzato esistente si aggiungono in quel quadrante importanti pesi urbanistici che poi
diventano abitazioni ed uffici, è difficile pensare che la situazione possa mai migliorare in
modo significativo. Se dunque da un lato si rafforza la rete viaria, da un altro si aumentano i
flussi che questa deve reggere con il probabile risultato di un mantenimento della congestione
attuale con un volume di traffico maggiore.
Chiunque conosca Roma sa che i tempi di percorrenza tra un luogo ed un altro molto difficilmente
possono essere stimati in minuti espressi con una sola cifra. La presentazione della candidatura
stima in pochi minuti il trasferimento atleti tra Tor di Quinto e l’area olimpica del Foro Italico.
Certo ci saranno le corsie dedicate, ma le tempistiche riportate nel dossier di candidatura sin’ora
elaborato pur volendo essere ottimistici appaiono virtuali.
Per comprendere la delicatezza della zona, e come una congestione di questa abbia ripercussioni
importanti su tutto il sistema della viabilità nel quadrante Nord della città, basti ricordare quanto
accaduto nell’ottobre dello scorso anno per l’inaugurazione di un centro commerciale a Ponte
Milvio. Il traffico in tilt per ore ha paralizzato tutte le strade circostanti con ripercussioni per decine
di chilometri che hanno coinvolto la vicina tangenziale Est, la via Flaminia e addirittura un tratto
del raccordo anulare.
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Pag. 15 ROMA 2020
Pag. 16 2.
Le tematiche ambientali
Il Comune di Roma ha posto il tema della tutela dell’ambiente al centro delle sue politiche di
sviluppo sostenibile e, in aggiunta al combinato disposto della Legge Regionale 6\08 e della
Delibera C.C. 48\06 che definisce gli interventi di edilizia sostenibile, ha messo in campo strumenti
di governance per ridurre l’emissione di gas clima alteranti e contrastare i cambiamenti climatici
nella Città quali:
•
il Piano di Azione Energetico e Ambientale del Comune di Roma approvato il 18 marzo
2009, con il quale la Capitale si è posta l’obiettivo di assumere la leadership europea in
termini di adozione di “buone pratiche” ambientali, con una strategia integrata di interventi
nei settori dell’edilizia, della mobilità, della gestione dei rifiuti e del terziario;
•
l’adesione nel giugno 2009 al Covenant dei Sindaci promosso dalla Commissione Europea e
conseguentemente al Climate Action and Renewable Energy Package, finalizzato
all’efficientamento energetico degli immobili esistenti e di quelli di nuova costruzione, con
l’utilizzo e la produzione di energie rinnovabili attraverso un processo di forte
“solarizzazione” della Città;
•
la predisposizione del Piano di Azione Energetico e Ambientale elaborato alla fine dello
scorso anno, al quale sarà dato seguito con il Master Plan Energetico per una strategia di
breve, medio e lungo termine del Comune di Roma che sarà presentato nel prossimo mese di
maggio e certificherà l’impegno della Città di Roma a raggiungere nel 2020 - data fortemente
evocativa - il triplice obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di gas serra, del 20% i consumi
energetici da fonti non rinnovabili e di produrre il 20% di energia da fonti rinnovabili.
Le costruzioni dunque promosse dal Comune devono ancor più rispondere a questi indirizzi.
Dato dunque come presupposto (che dovrà ovviamente poi essere verificato e controllato) che
queste rispondano ai più avanzati standard ambientali e strategici, deve essere affrontato il
tema dell’ubicazione degli interventi edilizi.
Un progetto per una candidatura olimpica, specie se di una città come Roma, dovrebbero assumere
e considerare prioritari temi e valori ambientali quali:
1) la natura: una Olimpiade dovrebbe oggi essere in grado in grado di modificare il rapporto
tra natura e città, tra agricoltura, aree libere e centro urbano, tra ambiente naturale ed
antropizzato con la creazione di nuovi spazi verdi urbani e di avvicinare l’uomo alla natura
attraverso lo sport e la cultura;
2) la lotta al cambiamento climatico: un’Olimpiade deve essere in grado di mostrare a tutti
l’impatto e la fattibilità di soluzioni low-carbon, in grado di modificare gli stili di vita e le
esigenze delle persone;
3) l’adozione di un ciclo dei rifiuti che conduca ad un’Olimpiade a rifiuti zero.
ROMA 2020
Pag. 17 Per poter valutare un corretto approccio rispetto a questi temi, in via preliminare è necessario
valutare la candidatura olimpica su diversi piani.
•
A livello territoriale nell’ambito della scelta dei siti per i nuovi insediamenti e le
nuove infrastrutture e quindi attraverso la verifica della coerenza con piani e
programmi (anche di settore ed ambientali quali ad esempio il PTP, il Piano di
bacino del Tevere, il PRG, il Piano Strategico di Sviluppo, il Progetto pilota sul
Tevere per il parco fluviale olimpico), e successivamente attraverso il controllo e
monitoraggio delle progettazioni inerenti la realizzazione di interventi di carattere
infrastrutturalie sulla mobilità
•
A livello di aree e zone nell’ambito della proposta di nuovi interventi: verifica delle
modalità di progettazione e successiva realizzazione, in particolare nelle aree di
maggior valenza naturalistica per garantire un corretto inserimento ed il recupero e la
valorizzazione ambientale del Tevere,
•
A livello puntuale di nuovi manufatti o ristrutturazioni: verifica di un corretto
inserimento paesaggistico-ambientale, che siano coerenti con “Linee-guida per un
modello di sviluppo sostenibile”.
L’analisi di FAI e WWF riporta alcune prime considerazioni su verifiche preliminari, che
dovrebbero essere considerate come propedeutiche e quindi vincolanti, soprattutto di
carattere territoriale.
ROMA 2020
Pag. 18 Il progetto Olimpico in relazione ai Piani e Programmi vigenti
Al fine di una corretta valutazione è necessario assumere come riferimenti:
•
il Piano Territoriale Paesistico Regionale
•
Il Piano di Bacino del Tevere
•
Il Piano Regolatore Generale del Comune di Roma
•
Il Piano Strategico di Sviluppo 2011-2020 di Roma Capitale (PSS)
PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE
Com’è noto il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale è lo strumento di pianificazione di
riferimento per tutti gli interventi e le trasformazioni territoriali.
Il nuovo Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) della regione Lazio è stato adottato
dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai
sensi dell'art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98.
Il PTPR ha sviluppato le sue previsioni sulla base del quadro conoscitivo dei beni del patrimonio
naturale, culturale e del paesaggio della Regione Lazio, esso è redatto sulla C.T.R. 1:10.000 della
Regione Lazio volo anni 1989 -1990 ed ha recepito le indicazioni già contenute nel PTP vigente.
La verifica delle indicazioni di Piano ha interessato L’AREA NORD in zona Tor di Quinto ed in
zona Saxa Rubra dove si prevedono nuovi insediamenti lungo l’asta fluviale del Tevere quali: il
Villaggio Olimpico (da 18.000 posti), l’IBC (International Broadcast Centre), il MPC (Main Press
Centre), il villaggio Media. Ambedue le aree rientrano nel sistema strutturale della valle del Tevere
del vigente PTP 15/8 “Valle del Tevere” (approvato con Dcr 25/2006) la cui normativa è stata
ripresa nel PTPR attualmente adottato riportando nella cartografia i vincoli medesimi del Piano.
La Pianificazione paesistica relativa al Piano Territoriale Paesistico vigente tutela i beni e le aree sottoposte a vincolo
paesistico aui sensi della L.R.24/98 che ha introdotto il criterio della tutela omogenea, sull'intero territorio regionale,
delle aree e dei beni previsti dalla Legge Galasso n. 431/85 e di quelli dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi
della L.1497/39. Tale pianificazione è stata perseguita successivamente con il Piano Territoriale Paesistico
Regionale (PTPR).
Con la L.R.24/98 sono stati contestualmente approvati i Piani Territoriali Paesistici (PTP) in precedenza adottati
limitatamente alle aree ed ai beni dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della 1497/39 (Decreti Ministeriali e
provvedimenti regionali) e a quelli sottoposti a vincolo paesistico ai sensi dell'articolo 1 della L.431/85: fasce costiere
marine, fasce costiere lacuali, corsi delle acque pubbliche, montagne sopra i 1200 m.t. s.l.m., parchi e riserve naturali,
aree boscate, aree delle università agrarie e di uso civico, zone umide, aree di interesse archeologico.
ROMA 2020
Pag. 19 Dal punto di vista dei vincoli esistenti le due zone (Tav.B24) ricadono in aree di “notevole
interesse pubblico” (vincoli dichiarativi) ai sensi della LR.37/83 ed art.14 L.R.24/08 e art.134
co.1 let.a) DVo. 42/2004 ed e art.136 DVo42/04.
Questo titolo comprende i beni sottoposti a vincolo paesistico ‘’ope legis’’ Le singole norme dei cosiddetti beni diffusi
(coste dei mari, laghi, acque pubbliche, boschi, etc.) sono state riformulate tenendo conto delle modifiche introdotte dal
D.lvo 42/2002 e del nuovo impianto della normativa dei paesaggi. Infatti, mentre prima la disciplina dei singoli beni
rimandava alle previsioni delle zone di PRG, come delimitate dal D.M. 2 aprile 1968, nell’ attuale formulazione viene
invece richiamata la normativa dei paesaggi di riferimento.
Le due zone (Tav.A24) sono incluse totalmente in ambiti di recupero e valorizzazione
paesistica e comprendono aree o punti di visuale (rif: art.49 co.3 NTA PTPR - protezione delle
aree di visuale). Si prescrive che le trasformazioni devono essere corredate di opportuni studi sulle
visuali onde proteggere le stesse. Sono vietate modifiche allo stato dei luoghi ed anche la
frapposizione di cartelli ed altro.
TOR DI QUINTO ricade nei seguenti ambiti:
- Ambito paesaggistico naturale di continuità, (rif: art.23 NTA PTPR)- fasce fluviali
- Ambito paesaggistico naturale agrario, (rif: art.22 NTA PTPR)
- Ambito paesaggistico agrario di continuità. (rif: art.26 NTA PTPR)
SAXA RUBRA ricade nei seguenti ambiti: (rif.: Tav.A24) fasce fluviali
- Ambito paesaggistico naturale di continuità, (rif: art.23 NTA PTPR)
- Ambito paesaggistico naturale agrario, (rif: art.22 NTA PTPR)
- Ambito paesaggistico di insediamento urbano. (rif: art.27 NTA PTPR)
Il PAESAGGIO NATURALE DI CONTINUITÀ
DEFINIZIONE Territori che presentano elevato valore di naturalità e seminaturalità in quanto collocati
internamente alle aree dei paesaggi naturali o immediatamente adiacenti ad essi con i quali concorrono a costituire
un complesso ambientale unitario o ne costituiscono irrinunciabile area di protezione. Parchi Urbani
CONFIGURAZIONE. Tali paesaggi si configurano prevalentemente in associazione ai paesaggi naturali e nelle fasce
costiere delle acque superficiali.
OBIETTIVO DI QUALITA’ PAESISTICA. Mantenimento e conservazione. Salvaguardia dei modi d’uso agricoli
tradizionali. In tali territori si possono prevedere interventi di recupero ambientale. (fascia del Tevere)
PAESAGGIO NATURALE AGRARIO
DEFINIZIONE. Territori a prevalente conduzione agricola collocati in ambiti naturali di elevato valore ambientale
CONFIGURAZIONE. Tali paesaggi si configurano nel sistema delle aree naturali del Lazio diffuso in tutti gli “Ambiti
Paesistici del PTP”
OBIETTIVO DI QUALITA’ PAESISTICA Recupero ambiti parzialmente compromessi e recupero ambientale
Conservazione integrale degli inquadramenti paesistici mediante l’inibizione di iniziative di trasformazione
territoriale e in linea subordinata alla conservazione dei modi d’uso agricoli tradizionali
Riqualificazione e recupero dei caratteri naturali propri
PAESAGGIO AGRARIO DI CONTINUITÀ
DEFINIZIONE. Territori ad uso agricolo anche parzialmente compromessi da utilizzazione diversa da quella
agricola. Questi territori hanno una generale e indispensabile funzione di mantenimento della continuità del sistema
del paesaggio agrario, ma, al contempo, le aree di questo tipo a ridosso del sistema •università• assumono una
funzione correlata ai processi di trasformazione urbanistica .In questa tipologia sono da comprendere anche le aree
ROMA 2020
Pag. 20 caratterizzate da frammentazione fondiaria e da diffusa edificazione utilizzabili per l’organizzazione e lo sviluppo di
centri rurali e di attività complementari ed integrate con l’attività agricola (lettera c- parte della l.r.38/99).
CONFIGURAZIONE. Tale paesaggio per la sua funzione connettiva configura diffusamente i diversi ambiti paesistici
del Lazio e i margini degli insediamenti urbani.
OBIETTIVO DI QUALITA’ PAESISTICA mantenimento della funzione agricola, al contempo nelle parti compromesse
o prossime agli insediamenti si possono realizzare infrastrutture, servizi e interventi utili alla riqualificazione dei
tessuti urbani circostanti, adeguamenti funzionali di attrezzature tecnologiche esistenti nonché attività produttive
compatibili con i valori paesistici.
PIU – PAESAGGIO DEGLI INSEDIAMENTI URBANI
DEFINIZIONE. Aree urbane consolidate di recente formazione
OBIETTIVO DI QUALITA’ PAESISTICA. Gestione dell’ecosistema urbano. Riqualificazione e recupero della
struttura degli insediamenti e dei paesaggi urbani con gli elementi naturali e culturali presenti.
Ai sensi dell’articolato la norma:
per le aree nel paesaggio naturale di continuità e nel paesaggio naturale agrario consente:
• per l’urbanizzazione solo attività di recupero dell’esistente compatibile con la salvaguardia
del patrimonio naturale,
• per uso residenziale solo il recupero dell’esistente con aumento fino al 20%,
• per i servizi pubblici solo il mantenimento dell’esistente. e recupero fino al 20%,
• per uso turistico sportivo e culturale solo il mantenimento esistente e recupero ed
ampliamenti fino al 20%,
• per impianti sportivi coperti solo mantenimento esistente e recupero ed ampliamenti fino al
20%,
• per impianti sportivi scoperti e servizi di pertinenza il recupero dell’esistente e nuove
realizzazioni;
Per il paesaggio agrario di continuità e gli insediamenti urbani la norma consente:
• interventi di ristrutturazione urbanistica – subordinatamente ad un piano attuativo;
l’adeguamento funzionale delle reti esistenti di urbanizzazione primaria; l’adeguamento
funzionale delle esistenti opere di urbanizzazione secondaria, la realizzazione di nuovi
servizi se correlati con le attività agricole nel caso di paesaggio agrario e se correlati ad
attività residenziale esistenti nel caso di insediamenti urbani.
• la realizzazione di spazi pubblici per verde e parcheggi,
• l’uso residenziale in ambiti previsti dagli strumenti urbanistici possibilmente localizzati in
ambiti già parzialmente edificati o infrastrutturale e contigue con aree edificate,
l’edificazione è subordinate alla valutazione di compatibilità paesistica e deve essere
garantita la qualità architettonica;
• la realizzazione di servizi pubblici previo SIP,
• la realizzazione di insediamenti ad uso turistico ed alberghiero previo SIP:
• la realizzazione di impianti sportivi coperti previo SIP
Inoltre nel Paesaggio Agrario, previa procedura di valutazione di compatibilità paesistica in
sede di esame di variante urbanistica, se ne può consentire destinazione diversa da quella agricola e
produttivo.
ROMA 2020
Pag. 21 Il PTPR si configura quale piano urbanistico territoriale con finalità di salvaguardia dei valori
paesistico-ambientali ai sensi dell’ art. 135 del D.lvo 42/2002 (ex art.1 bis della legge 431/85) che
detta disposizioni riferite all’ intero territorio regionale. Questo ha efficacia nelle zone vincolate
(beni paesaggistici) ai sensi degli articoli 134 del D.lvo 42/2002 (ex legge 431/85 e 1497/39). In tali
aree il piano detta disposizioni che incidono direttamente sul regime giuridico dei beni e che
prevalgono sulle disposizioni incompatibili contenute nella strumentazione territoriale e urbanistica.
Il Piano prevede: la individuazione delle aree, tutelate ai sensi dell’articolo 142 e non oggetto di atti
o provvedimenti emanati ai sensi degli articoli 138, 140, 141 e 157, nelle quali la realizzazione di
opere ed interventi può avvenire previo accertamento, nell’ambito del procedimento ordinato
al rilascio del titolo edilizio, della loro conformità alle previsioni del piano paesaggistico e
dello strumento urbanistico comunale.
Le aree interessate dai nuovi interventi olimpici sono sottoposte ad una pluralità di vincoli,
alcuni dei quali sovrapposti, e sono comprese interamente in ambiti di recupero e
valorizzazione. Sono solo parzialmente suscettibili ad alcune trasformazioni che devono essere
ognuna attentamente studiata e verificata con Studio di Inserimento Paesistico (SIP),
comunque dette trasformazioni non possono alterare la natura ed i valori delle aree vincolate.
I progetti olimpici risultano enormemente sovradimensionati rispetto alle previsioni delle aree
in cui dovrebbero essere inseriti; allo stato attuale poi non sono ancora provvisti di Studio
d’Inserimento Paesaggistico. Da una prima analisi si ritiene pertanto che, soprattutto in
relazione alle aree di Tor Quinto e Saxa Rubra, questi apportino uno stravolgimento totale
alle caratteristiche ambientali e del paesaggio e risultano totalmente difformi dagli obiettivi di
qualità paesistica indicati per i vari ambiti dagli strumenti regionali della pianificazione
paesaggistica.
Inoltre, si rammenta che le Opere Pubbliche possono andare in deroga del PTPR (art,12) solo se
previste negli strumenti urbanistici o nei piani territoriali o di settore e comunque previo
esperimento di SIP o VIA, qualora necessario ( art.53 e 54 NTA PTPR). Il parere deve comunque
avere la pronuncia di compatibilità ambientale ed essere conforme con gli obiettivi di
miglioramento della qualità ambientale definita dello strumento.
IL PIANO DI BACINO
Il Piano di Bacino approvato definitivamente dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, nel
2008, norma le tutele delle aree fluviali e golenali.
Obiettivi del Piano sono:
• la difesa idraulica,
• l’ampliamento delle fasce fluviali,
• la manutenzione
• la tutela e compensazione ambientale
• il monitoraggio,
• il collettamento
• la depurazione.
Si ricorda che Il Piano di Bacino, elaborato per stralci funzionali, ai sensi dell’art. 65 del D. Lgs. 152/06, ha valore
di piano sovraordinato di settore: le sue disposizioni, a seguito di approvazione e pubblicazione, “hanno carattere
ROMA 2020
Pag. 22 immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di
prescrizioni dichiarate di tale efficacia dallo stesso Piano di Bacino”.
Nel territorio di Roma Capitale l’Autorità di Bacino ha redatto e approvato due Piani Stralcio
contenenti le aree interessate da pericolosità e rischio idraulico di esondazione del reticolo
principale (fiume Tevere e fiume Aniene) e del reticolo secondario; questi sono:
•
Piano Stralcio Funzionale n. 1 - Aree soggette a rischio di esondazione nel tratto da
Orte a Castel Giubileo (PS1), approvato con D.P.C.M. del 3.09.1998
•
Piano Stralcio Funzionale n. 5 per il tratto metropolitano del Tevere da Castel
Giubileo alla foce (PS5), approvato con D.P.C.M. del 3.3.2009 (pubblicato su G.U. n. 114
del 19.05.2009).
Il territorio di interesse per i progetti olimpici riguarda le aree a valle della diga di Castel Giubileo
fino alla foce del Tevere, disciplinate dal Piano Stralcio n.5 che prevede una suddivisione di aree
in differenti fasce di rischio:
•
fascia A, aree di esondazione diretta delle piene di ordine secolare;
•
fascia AA, aree di esondazione interne alle strutture arginali e aree inondabili riferibili a
piene ordinarie; dev’essere assicurato il loro massimo deflusso delle acque per la
salvaguardia di Roma;
•
fascia B, aree di esondazione diretta e indiretta delle piene del fiume Aniene;
•
zona a rischio idraulico medio R2 "per il quale sono possibili danni minori agli edifici,
alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l'incolumità del
personale, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche” (è
necessaria la sua gestione attraverso i piani di protezione civile);
•
zona a rischio idraulico elevato R3 “per il quale sono possibili problemi per
l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con
conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale” (per la sua gestione è necessario
realizzare opere di difesa);
•
zona a rischio idraulico molto elevato R4 “per il quale sono possibili la perdita di vite
umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al
patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio-economiche” (per la sua gestione è
necessario realizzare opere di difesa).
Nelle zone interessate dalla proposta di candidatura sono incluse aree di fascia AA, aree di
esondazione interne alle strutture arginali. Tale circostanza rende particolarmente delicato
qualsiasi intervento seppur non previsto all’interno delle stesse ma di carattere marginale.
Se ciò non dovesse essere ritenuto sufficiente, approfondimenti riguardanti le aree di pericolosità e
rischio idraulico nel territorio di Roma Capitale sono illustrati negli elaborati del Piano Regolatore
Generale:
•
G9.5 - Carta della pericolosità e vulnerabilità geologica del territorio comunale
•
G9a - Relazione geologica generale - modifiche ed integrazioni.
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Pag. 23 Oltre a quanto già indicato nei Piani Stralcio è stato previsto un Programma di interventi finalizzati
alla ”messa in sicurezza, la rinaturalizzazione e la riqualificazione ambientale delle aree lungo il
Tevere”…ed…..” è allo studio il progetto per la realizzazione del Parco Fluviale del Tevere che si
configura come la grande ossatura del Parco Olimpico”...
Il progetto qualifica aree degradate, interra e recupera le aree del depuratore situato nella zona, norma impianti
sportivi privati, ricuce rapporti tra parti della Città ai bordi del fiume, diviene connettore del verde di Villa Ada, Villa
Glori, Parco di Veio, come delle aree sportive di Acqua Acetosa, Tor di Quinto e degli impianti sulle aree golenali.
Intorno allo scorrere del Tevere vengono individuate aree per oltre 500 ettari, che, tra oasi naturalistiche, aree a verde
pubblico, verde sportivo e parco integrato, connesse dal corso navigabile e dalle piste ciclabili, costituiscono la grande
eredità di infrastruttura ambientale di questa Candidatura olimpica.
Il tema progettuale Risanamento e Fruibilità del Tevere prevede numerosi interventi. Alcuni
di questi sono assunti dalla candidatura soprattutto in relazione alla realizzazione del Parco
del Tevere. A tale proposito va rilevato l’uso improprio del termine “parco” visto che più che
interventi riqualificazione ambientale e naturalistica si tratta di infrastrutturazioni tese a
creare momenti di fruizione anche attraverso la realizzazione delle strutture necessaria per
promuovere la navigazione fluviale. Eppure il Tevere necessiterebbe d’importanti interventi
ambientali visti gli evidenti fenomeni di erosione delle sponde; in alcuni casi poi lo specifico
ecosistema floro-faunistico e le aree boscate del Tevere, sebbene non sono accessibili, versano
in condizioni di degrado e di abbandono
Tra i progetti previsti c’è per la verità anche quello della realizzazione di un Parco Olimpico
Tor di Quinto, Foro Italico, Acqua Acetosa, Flaminio, Saxa Rubra. Se si vuole dare valore e
significato al termine “Parco” questo va inteso come la realizzazione di strutture necessarie
alle attività sportive ed ad una fruizione pubblica, il tutto nel rispetto dei vincoli e dei valori
esistenti. Difficile immaginare che per Parco Olimpico si possano intendere residenze che
occupano le ultime aree di pertinenza fluviale del Tevere rimaste libere all’interno del Grande
Raccordo Anulare.
Altre problematiche attengono la salvaguardia della risorsa idrica dato che l’ambito fluviale del
Tevere costituisce un idrosistema complesso la cui qualità delle acque è compromessa dalla
confluenza
dei
reflui
provenienti
dai
comuni
dell’area
metropolitana.
La definizione di un livello ottimale di qualità dell’acqua e l’individuazione di sistemi di
depurazione dei reflui, in relazione a cui programmare interventi a lungo termine, rappresentano
una priorità d’azione per l’Amministrazione più volte dichiarata. In tal senso il programma di
azioni per il potenziamento e il completamento del sistema di collettamento e depurazione
delle acque; definito dall‘Autorità di Bacino del Tevere costituisce priorità assoluta
nell’ambito del programma generale di interventi. Si dà atto che nel programma d’interventi legati
alla candidatura olimpica è stata prevista la sostituzione del depuratore di Roma nord (ACEA ATO2
SpA di Grottarossa) con un impianto di moderna concezione (interrato e a cui applicare turbine
idroelettriche per produrre energia rinnovabile).
IL PIANO STRATEGICO DI SVILUPPO – IL PARCO FLUVIALE DEL TEVERE
Il Piano Strategico di Sviluppo 2011-2020 di Roma Capitale (PSS) per il rilancio delle basi
economiche e sociali della città ha l’obiettivo di accelerare il processo di trasformazione e
riqualificazione del territorio e di consolidare il posizionamento competitivo internazionale di Roma
rispetto alle altre grandi capitali Europee. E’ dunque uno strumento di governo con una prospettiva
di medio/lungo termine, individuando 4 Obiettivi Strategici:
• Roma Città della Sostenibilità ambientale
ROMA 2020
Pag. 24 •
•
•
Roma Città Policentrica e Solidale
Roma Città della competizione globale
Roma Città della cultura e dell’entertainment.
Gli obiettivi Strategici prevedono la realizzazione di 256 progetti pilota all’interno di specifici
temi progettuali.
L’obiettivo strategico “Roma Città della Sostenibilità ambientale” individua 3 temi progettuali:
• Sviluppo della mobilità sostenibile
• Recupero del Tevere come Asse vitale della Città attraverso al realizzazione del
Progetto Pilota Parco Fluviale del Tevere e nuovo Villaggio Olimpico,
• Piano d’Azione per l’energia sostenibile.
Il percorso per definire e realizzare il Piano Strategico per Roma Capitale è indicato nell’ambito del
progetto Millennium per Roma Capitale.
Per come è impostato il Piano, per gli obiettivi che dichiara, la previsione del nuovo Villaggio
Olimpico appare incoerente. Il Piano cerca di adattare i vincoli e vorrebbe giustificare la
realizzazione del Villaggio Olimpico con una serie di compensazioni che deriverebbero dai
miglioramenti ambientali ottenuti con altri progetti. Una corretta procedura di Valutazione
Ambientale Strategica non potrebbe che attestare l’errata collocazione di un Villaggio
Olimpico nella pertinenza fluviale del Tevere. Il Piano Strategico dunque intenderebbe
costituire l’elemento formale per superare i limiti del Piano Regolatore, del Piano Territoriale
Paesaggistico oltre che del Piano di Bacino. Al di là di ogni formalismo, c’è una sostanza
costituita nella colata di cemento su quelle aree che oggi hanno alte caratteristiche di
naturalità e domani rappresenterebbero un’estensione della superficie urbanizzata.
L’area prescelta per il Villaggio Olimpico inoltre è attigua all’ippodromo dei Lancieri di
Montebello, la sede storica dell’Accademia del Teatro Equestre. Si tratta dunque di un’area con
forti riferimenti sportivi, storici e militari da valorizzare e salvaguardare. Il progetto degli interventi
è ancora allo stato embrionale, ma le indicazioni e le quantità previste sicuramente andranno ad
indurre uno stravolgimento complessivo del territorio con un consumo ed occupazione di aree libere
vocate a verde ed indispensabili a garantire la tutela dell’asta fluviale del Tevere.
Secondo i promotori della candidatura …”il tema progettuale del PARCO FLUVIALE DEL
TEVERE mira alla tutela e alla valorizzazione ambientale del Tevere che, specie nel tratto urbano,
ha un’altissima valenza funzionale, simbolica ed identitaria per la città di Roma. Le azioni
selezionate perseguono l’obiettivo di innalzare l’accessibilità e la fruibilità del fiume e riguardano:
• la messa in sicurezza, la rinaturalizzazione e la riqualificazione ambientale delle aree lungo
il Tevere – così come previsto dal Piano di Bacino;
• il potenziamento delle attrezzature per il tempo libero e per lo sport;
• la riorganizzazione del traffico veicolare, il rafforzamento del sistema di trasporto pubblico,
dei nodi di scambio e della mobilità alternativa (piste ciclopedonali, navigabilità, ecc).
Inoltre, la realizzazione del Parco Fluviale Olimpico potrebbe favorire la sperimentazione di nuovi
modelli di governance, quale l’istituzione, sotto un unico coordinamento, di una Conferenza
ROMA 2020
Pag. 25 Permanente del Tevere tra i numerosi soggetti coinvolti nel processo di trasformazione che investe
il bacino del fiume.
Il Progetto pilota riguarda il tratto che dalla traversa di Castel Giubileo arriva al Ponte della
Musica: il territorio candidato ad accogliere le trasformazioni urbane legate all’evento olimpico. Il
Progetto individua un programma di azioni che riguardano la realizzazione di attrezzature per il
tempo libero, il potenziamento della mobilità alternativa, il recupero e la riqualificazione
ambientale degli spazi aperti lungo il fiume e azioni di difesa idraulica, di ampliamento delle fasce
fluviali, di manutenzione e di compensazione ambientale.
Dalle carte analizzate non si rileva se nel piano di edificazione verranno interessate aree
private. Il numero degli abitanti insediati per la riconversione residenziale non è precisato.
Non sono neppure precisate le tipologie costruttive .
Si riportano mappe illustrative.
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Pag. 29 IL PIANO REGOLATORE DELLA CITTÀ
ILPRG è stato approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione 18 del 12/2/08, con la
pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio -avvenuta il 14 marzo 2008. Principi
cardine sono: orizzonte metropolitano, decentramento e policentrismo, tutela ambientale e del
patrimonio storico-culturale, più servizi e funzioni urbane per le periferie.
Nella relazione di piano tra l’altro si legge: “Ridotto drasticamente l'uso del suolo, ogni progetto di trasformazione e
modernizzazione della città dovrà essere non solo compatibile con l'ambiente ma deve contribuire a valorizzare e
sviluppare una vera e propria rete ecologica. Dal centro alla periferia, dai grandi parchi alle sponde dei fossi,
dall'Agro romano alle rive dell'Aniene, la componente ambientale diventa un tema centrale del Piano, al punto da
condizionare e definire le regole per qualunque trasformazione nella città. La rete ecologica individua tutte le
componenti primarie, secondarie e di completamento a seconda della sensibilità e qualità degli ecosistemi inclusi. Ogni
intervento deve misurare la propria compatibilità e integrazione con la rete ecologica al fine di contribuire e
collaborare al completamento e funzionamento del sistema ambientale.
Il sistema ambientale è considerato dal Piano come “un’invariante”, e viene prevista
l’individuazione e la pianificazione di alcuni ambiti prioritari tra cui quello del parco
naturalistico Tevere Nord (proposta di perimetrazione) e quello del Piano di Bacino PS1
(primo stralcio funzionale Orte-Castel Giubileo). La concretizzazione di tutto questo come
possono essere i metri cubi realizzati nelle aree di Tor di Quinto e di Saxa Rubra?
L’analisi delle indicazioni di Piano in relazione all’AREA NORD, zona Tor di Quinto e zona Saxa
Rubra, evidenzia come si debba tenere conto dei cosiddetti Ambiti di Programmazione Strategica
(Art.59 NTA) e degli elaborati di carattere prescrittivo denominati “Sistemi e Regole”.
.
Gli Ambiti (Elab. D7), sono definiti prevalentemente da elementi naturali, direttrici e tracciati storici tra loro
interrelati, aventi valenza di strutturazione morfologica e funzionale dell’insediamento, alla scala urbana e territoriale.
Comprendono le parti della città cui il Piano attribuisce un ruolo strategico al fine di raggiungere i seguenti obiettivi:
a. riscoprire e valorizzare le grandi tracce della morfologia urbana e i diversi principi insediativi che strutturano la
città ed il territorio del Comune;
b. rafforzare le identità funzionali caratterizzanti, con particolare riferimento, alle grandi funzioni culturali dello
spettacolo, congressuali ed espositive, del turismo e del tempo libero;
c. contribuire alla definizione ed al rafforzamento, secondo principi di mobilità sostenibile, di una rete di percorsi,
con particolare riferimento al sistema su ferro, al sistema dei parcheggi, ai nodi di interscambio e intermodalità,
alla ciclopedonalità ed alla percorribilità fluviale.
L’area interessata dai progetti olimpici più impattanti è compresa nell’Ambito di
Programmazione Strategica Tevere, Settore Nord (confine comunale – Ponte Milvio), tra la
Via Flaminia e la via Salaria, delimitato orograficamente dalle alture del Parco di Veio e di
Marcigliana. L’ambito pur presentandosi fortemente diversificato tra la parte a monte della diga di
Castel Giubileo e quella a valle ciò bene tutti i piani sottolineano come quest’area abbia una vitale
funzione di salvaguardia della città di Roma dal rischio di inondazione
…
ROMA 2020
Pag. 30 STRALCIO ELABORATO 14.1 “AMBITO DI PROGRAMMAZIONE STRATEGICA TEVERE – INQUADRAMENTO GENERALE
Come giustamente ricordato dalle relazioni:”In questo tratto il percorso del fiume riveste una
maggiore valenza urbana ed è caratterizzato dalla presenza di infrastrutture e servizi (depuratore
Roma Nord, cintura ferroviaria, Aeroporto dell’Urbe), da insediamenti a carattere industriale e
dalla nuova centralità di Saxa Rubra. Tali strutture ed oggetti urbanistici convivono con porzioni di
territorio a forte valenza ambientale e paesaggistica, in parte già attrezzate per la fruizione
pubblica (Parco di Tor di Quinto), in parte da sistemare tenendo conto non solo dei settori di città
consolidata che si affacciano (Parioli, Tor di Quinto, Salario Val Melaina) ma anche della
connessione con la Riserva Naturale dell’Aniene già istituita nella parte interna al Grande
Raccordo Anulare.
Appare dunque chiaro come nell’area di TOR DI QUINTO ricada interamente nel Sistema
Ambientale in zone di verde fluviale a caratterizzazione naturalistica e verde attrezzato. Per
quanto riguarda SAXA RUBRA, ricade anch’essa nel Sistema Ambientale in zone di verde
fluviale a caratterizzazione naturalistica ma anche in Sistema Insediativo a pianificazione da
definirsi, sistema che non si ritiene comunque possa avere gli indici di cubatura che
consentano le volumetrie previste con i progetti olimpici.
Il PRG individua le norme di carattere prescrittivo negli elaborati
Regole”.(Elab. 3.10 e 3.11)
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che indicano “Sistemi e
Pag. 31 STRALCIO ELABORATO 3 (FOGLI 3.0, 3.10 E 3.11) “SISTEMI E REGOLE”
TOR
DI
QUINTO ricade nella zona a VERDE della città consolidata , da ristrutturare, della
trasformazione dei progetti strutturanti del sistema dei servizi e delle infrastrutture.
E’ consentito un uso per:
• Verde privato
• Verde pubblico e servizi pubblici di livello locale
• Verde privato attrezzato
In particolare il Verde privato nella città consolidata (Art.45 NTA PRG) riguarda forme insediative
esistenti a bassa densità caratterizzate da forte presenza di verde, delle quali il PRG intende
conservare la valenza ecologica e paesaggistica.
In tale area sono ammessi interventi di categoria MO, MS, RC, RE1, sono ammessi gli interventi di categoria RE3 e
DR, senza incremento di SUL, relativamente a singoli edifici non vincolati ai sensi del D.Lgs 490/99, ovvero non
realizzati prima del 1931. Gli interventi RE3 e DR sono ammessi con il rispetto delle seguenti grandezze urbanistiche:
SP = 90%, DA = 1 albero /100 mq, DAR = 1 arbusto/100 mq. Nel Verde privato sono ammesse le destinazioni d’uso:
Abitative; Servizi, con esclusione delle destinazioni a CU/a.
Potranno mai essere le cubature di un Villaggio Olimpico destinato ad ospitare 18.000
persone rispondenti a queste indicazioni o caratteristiche? Potranno mai queste cubature,
dato il contesto, essere definite a bassa densità?
SAXA RUBRA ricade nella zona a VERDE analogamente a quella di Tor di Quinto ed è anche
interessata da nuovi interventi. Ricade in una Centralità Locale .(rif. Art.60 NTA PRG). Le
destinazione d’uso ammesse sono15% abitative per un totale di 19.900 mq. Ed un 85%servizi
turistico ricettive per un totale di 112.766 mq. Le cubature previste con la candidatura olimpica
sono necessariamente maggiori e comunque i riusi prevedono residenze in una percentuale di
ROMA 2020
Pag. 32 gran lunga maggiore rispetto a quella indicata. Ovviamente questo è il modo più facile e
scontato per orientare investimenti privati a sostegno dei progetti.
Le Centralità locali sono individuate nell’elaborato 2 “Sistemi e Regole”, rapp. 1:5.000, e
nell’elaborato 3.”Sistemi e Regole”, rapp. 1:10.000, da un perimetro che comprende gli immobili
la cui trasformazione e riqualificazione
concorre a definire il ruolo di polarità.
Da quanto rilevato il PRG conferma in tutte le sue parti l’obiettivo strategico di
riqualificazione urbanistica attraverso azioni di recupero degli insediamenti e di tutela
ambientale. In tal senso le indicazioni di Piano inerenti le aree di Tor di Quinto e di Saxa
Rubra confermano da un parte la vocazione naturalistica ed a verde della prima e nella
seconda la compatibilità con insediamenti secondo indici e misure prestabiliti comunque in un
quadro di salvaguardia ambientale. In tutti e due i casi comunque le ipotesi progettuali per
la candidatura della Città di Roma ad ospitare i XXXII Giochi Olimpici e i XVI Giochi
Paraolimpici del 2020 sono da ritenersi non coerenti con il PRG..
Il progetto di Roma 2020 se da un lato di dà l’obiettivo ambizioso di realizzare un’opera di
recupero ambientale attraverso la riqualificazione di un parco di circa 70 ettari lungo il corso
ROMA 2020
Pag. 33 settentrionale del Fiume Tevere, da un altro interviene in modo talmente pesante da far
scomparire gran parte di questa sotto il cemento.
ROMA 2020
Pag. 34 Appendice
La trattazione del tema di questa appendice meriterebbe un’elaborazione a sé stante. Il problema
delle risorse economiche è infatti dirimente. In Italia poi non si è mai visto il rispetto dei preventivi
ed anche per questo il rapporto costi – entrate per il “pubblico” e sempre stato inferiore rispetto alle
aspettative dichiarate.
Qui si forniscono solo alcuni elementi di riflessione al fine di sottolineare che l’intervento dei
privati ovviamente non potrà essere fatto se non a fronte di un rientro di capitali investiti. Un
po’ ovunque, ma soprattutto nel contesto romano, questo significa garanzie sul ritorno del
valore immobiliare. Inevitabilmente questo sposta le scelte verso aree di pregio, in prossimità
di zone residenziali ad alto reddito e pone in secondo piano le zone periferiche dove i margini
di guadagno sarebbero certamente inferiori.
Fase di candidatura - 61.081.600 USD (42.000.000 Euro) così articolato:
- Fase I (Domanda per candidarsi): 20.156.598 USD
- Fase II (Candidatura): 40.925.002 USD
”Sosterranno economicamente la Candidatura l’Unione Industriali di Roma, la Camera di
Commercio, la Federlazio (associazione delle piccole e medie imprese), l’ACER (associazione dei
costruttori), la Federalberghi, l’ACEA, società quotata alla Borsa Italiana, e alcune aziende
municipalizzate come ATAC e AMA. La componente di finanziamento pubblico non supererà,
indicativamente, il 60% delle risorse del Comitato, nell’ambito di un budget finalizzato all’assoluto
equilibrio fra costi e ricavi”.
Fase di realizzazione
Il budget dei Giochi è strutturato seguendo lo schema proposto dal Questionario del CONI, ovvero
articolato in due componenti:
• il Budget dell’Organising Committee Olympic Games (OCOG) - prevede costi per
2.815.000.000 USD ….”e che sarà interamente finanziato attraverso le seguenti fonti:
a. i contributi CIO relativi ai diritti televisivi e al Programma Top Sponsor
b. i ricavi derivanti dalla gestione delle attività di pertinenza dell’OCOG”
Il Budget OCOG non prevede alcun finanziamento pubblico da parte del Governo, del Comune di
Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio”…;
•
Il Budget esterno all’OCOG - prevede investimenti in conto capitale per
18.507.512.000USD e spesa corrente per 488.325.000 USD, per un totale di
18.995.837.000USD ….”che sarà finanziato da soggetti pubblici e privati attraverso: fondi,
contributi, project financing e forme di partenariato pubblico-privato”...
Gli investimenti indicati relativi ad aeroporti, infrastrutture di collegamento, Parco Fluviale del
Tevere e Tor Vergata fanno riferimento ad una progettualità che il Comune di Roma e Aeroporti di
Roma Spa hanno già posto in essere e che il progetto di Candidatura olimpica ha adottato, secondo
le previsioni di finanziamento fatte dall’Amministrazione e da ADR.
ROMA 2020
Pag. 35 Il budget a disposizione per le Olimpiadi è di 4 mld e 700 mln di euro, ma si prevede un ritorno
fiscale di 4 mld e 600 mln, questo al netto di quello che è l’immagine di Roma e dell’Italia, la
ricaduta sul turismo, la possibilità inoltre di creare nuovi posti di lavoro.
SPETTATORI
A. RICAVI € (000) $ (000) %
Sono ipotizzati:
3 milioni di spettatori in loco, con un aumento del turismo, stimato del 20% durante gli anni a
cavallo dei Giochi, e ricadute economiche sui servizi, sulla ricettività alberghiera e sulle attività
commerciali;
4 miliardi di persone vedranno i Giochi del 2020 in televisione e ancor più con mezzi multimediali,
scoprendo Roma.
5000 giornalisti (nel villaggio media) + ulteriori 13.000
ROMA 2020
Pag. 36 
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NOTA INTRODUTTIVA