18 maggio / giugno 2008 trattamenti termici Un’alternativa possibile ai trattamenti tradizionali? La cementazione in bassa pressione del 39 NiCrMo 3 L'acciaio noto come 39 NiCrMo 3 è un materiale da anni diffuso in molti settori dell'industria, in virtù del conveniente rapporto fra qualità e prezzo e delle buone caratteristiche di lavorabilità meccanica. La distribuzione dei principali elementi di lega, Carbonio, Cromo, Nichel e Molibdeno, riportata in tabella 1, lo rende, infatti, un materiale tenace e temprabile. Generalmente questo acciaio viene fornito in barre prebonificate aventi una resistenza meccanica pari o superiore a 800 N/mm2. Per la maggior parte delle sue applicazioni, viene sottoposto a trattamento termico superficiale di tempra ad induzione, in modo da conferire ai particolari trattati una elevata durezza superficiale (fino a valori prossimi a 60 HRC), ma, al contempo, preservare la tenacità del cuore con durezze che solitamente si attestano sui valori medio-bassi della scala Rockwell, ovvero 30 HRC. Le caratteristiche così ottenute ne fanno un materiale adatto a molteplici usi, impiegato, tra gli altri, nel settore delle macchine per edilizia e nelle trasmissioni per la costruzione di alberi e camme. In questo ambito, fra i trattamenti termici che consentono di conferire al materiale una elevata durezza superficiale pur preservando una bassa durezza a cuore, la cementazione in bassa pressione costituisce una possibile alternativa alla tempra ad induzione. Nel caso della cementazione Tabella 1: composizione chimica dei principali elementi del 39 NiCrMo 3 tradizionale in atmosfera, infatti, non è possibile ottenere questi risultati, poiché l'elevata temprabilità in olio del 39 NiCrMo 3 comporta l'ottenimento di una durezza superiore a 50 HRC anche a cuore, con una Tabella 2: risultati di durezza ottenuti sui 6 provini in 39 NiCrMo 3 conseguente Figura 1: posizionamento della carica di cementazione Figura 2: impianto Stav per la cementazione in bassa pressione eccessiva fragilità del materiale. La cementazione in bassa pressione, invece, consente di raggiungere durezze superficiali perfino superiori a quelle ottenute con la tempra ad induzione, ma senza un indurimento eccessivo del cuore. A queste caratteristiche meccaniche si uniscono inoltre i tipici vantaggi della cementazione in bassa pressione: scarsa deformazione, assenza di ossidazione intergranulare, aspetto brillante. Questo articolo riporta i principali risultati emersi da uno studio preliminare sulla cementazione in bassa pressione del 39 NiCrMo 3, effettuata nell'impianto in funzione da più di due anni presso la Stav di Barberino del Mugello. La difficoltà principale nell'effettuare la cementazione di tale materiale che dia i risultati sopra descritti (elevata durezza in superficie e bassa a cuo- rantire così i risultati voluti, in relazione alle dimensioni dei pezzi che vengono sottoposti al trattamento e al loro utilizzo finale, il ciclo di cementazione deve essere attentamente calibrato, dalla composizione dei gas cementanti fino alla pressione utilizzata nel raffreddamento. Questo è reso possibile da uno stretto controllo dei parametri del processo di cementazione attraverso l'utilizzo di un software dedicato. Per effettuare le prove di cementazione sono stati utilizzati sei provini di 39 NiCrMo 3 aventi diametro 24 mm ed altezza 30 mm posizionati come mostrato in figura 1. Il grafico 1 riporta i profili di durezza dei sei provini dopo Grafico 1: profili di microdurezza dei 6 provini di 39 NiCrMo 3 re) è legata alla composizione chimica del 39 NiCrMo 3 che, come sopra spiegato, lo rende un acciaio temprabile. Per ga- un trattamento effettuato con un ciclo che garantisse circa 1 mm di strato con una durezza superiore a quella ottenibile con la tempra ad induzione. La profondità di cementazione è risultata per tutti i provini superiore a quella minima prevista con un valore medio di 1,6 mm ed uno scarto dalla media di ± 15%, essendo il valore minimo ed il valore massimo rispettivamente pari a 1,4 mm e 2,1 mm, come si può vedere nel grafico 1. La durezza a cuore, variando da 45 a 49 HRC, indica che il materiale ha conservato una buona tenacità grazie ad un efficace controllo della cementazione e della successiva fase di tempra. I risultati sopra ottenuti si possono considerare accettabili e inducono a proseguire sulla strada intrapresa. La possibilità di cementare il 39 NiCrMo 3, infatti, costituirebbe un importante sviluppo per tutti quei settori dell'industria che richiedono dei particolari caratterizzati da durezze superficiali elevate e buona tenacità del cuore. Dott.ssa Alessandra Mannini (Resp. Lab. metallografico STAV) I t V s B p c f t d u e e 2 L l h t l B d s d e l d t N D K t s l h p p t q V U I d t n l C t g c i q d s