UDINE
ud 071
Castello di Colloredo
di Monte Albano
Comune: Colloredo di Monte Albano
Piazza Castello, 
Irvv 00007369
Ctr 066 no
Il castello si erge sulle colline moreniche a nord di
Udine, sopra a un rilievo di forma allungata, in direzione est-ovest, molto scosceso sui tre versanti, mentre verso sud la strada si presenta più vulnerabile, ed
è infatti proprio su questo fronte che il castello fu
munito di cinte e fossati a protezione del mastio.
Colloredo fu un castello tipicamente feudale, costruito per piccole necessità difensive, che cambiò in
modo lento ma costante le proprie funzioni da difensive a sempre più tipicamente abitative. Nel 
il patriarca Ottobono dei Razzi concesse a Guglielmo di Mels di costruire un nuovo castello a Collore-
do su un colle di proprietà della famiglia, ma alla
condizione che fosse per sempre tenuto come feudo
della Chiesa di Aquileia. La realizzazione, l’ampliamento e le diversificazioni funzionali del complesso
si susseguirono nei secoli caratterizzate dalle vicende
storiche. Il castello fu invaso e danneggiato più volte: nel  da Enrico di Gorizia, nel  dalle truppe veneziane, nel  fu colpito da un sisma e durante il sacco di Udine ne venne incendiato il borgo.
È del  la costruzione della strada di fronte alla
torre porta che abbrevia il percorso dal castello verso Udine.
Vincolo: .  ⁄ 
Decreto:  ⁄  ⁄ 
Dati catastali: . -, .  ⁄  ⁄  ⁄
 ⁄  ⁄  ⁄  ⁄  ⁄  ⁄  ⁄ 
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Il complesso architettonico è costituito dal mastio,
nella parte più alta del colle, dall’ala ovest accanto
alla torre occidentale, dal corpo di guardia, dalla torre porta e dalla casa Rossa a sud, dall’ala est, la parte più orientale. Tutti gli edifici erano racchiusi da
cinta murarie in pietra e mattoni di notevole spessore. Il mastio era costituito da un complesso di edifici disposti ad anello intorno a un cortile centrale,
protetti da due fossati di cui uno più esterno lungo
la strada e l’altro più interno. In origine il mastio era
accessibile da un’unica porta posta in alto e munita
di scala retrattile, ma nel  per far entrare i caval-
li fu aperta una porta al piano terra. Dalle evidenti
aggiunte emerge che le singole case venivano realizzate tutte come organismi autonomi. Al piano inferiore del mastio alloggiava il corpo di guardia con la
sala d’armi mentre al piano superiore c’era l’abitazione del signore e sopra ancora vaste soffitte. Nella
ricostruzione del  avviene una diversificazione di
utilizzo delle parti: le zone preferite come abitazioni
si spostano dalla parte nord del mastio, la zona più
sicura, alla parte sud che permetteva una maggior
superficie illuminante e ciò culmina con la realizzazione nel  sul fronte sud dello scalone esterno di
Veduta d’insieme del castello da sud prima del sisma
del  (Archivio IRVV)
Ala ovest: fronte sud (G.P. )
Corpo di guardia: fronte sud (G.P. )
UDINE
accesso e l’allineamento delle finestre. Il prospetto a
nord mantiene le sue rigide caratteristiche di maniero, con scarpata e grosse pietre squadrate. L’ala
ovest, una sorta di palazzo rinascimentale, viene realizzata nel Cinquecento. I prospetti sono caratterizzati da finestre rettangolari tutte uguali disposte sui
fronti secondo un ritmo regolare; i solai riprendono
le quote della torre preesistente. Nell’Ottocento l’edificio venne ampliato con la costruzione di un corpo neoclassico a ovest e la sopraelevazione della torre oltre la linea del tetto; della stessa epoca sono l’ingrandimento del giardino a nord e la realizzazione
della strada di accesso sempre a nord. La volta a crociera del primo piano della torre è affrescata con scene mitologiche di Giovanni da Udine, mentre il resto delle decorazioni del palazzo, fregi e stucchi, sono settecentesche. In adiacenza all’ala ovest sorge il
corpo di guardia. In origine di forma rettangolare a
due livelli posto a difesa della torre porta, fu successivamente ampliato addossando altri due corpi a
nord e a ovest. Nel Seicento furono aggiunte la scala e la cappella dedicata a San Carlo Borromeo. Interessante è il piano nobile caratterizzato da ampie
stanze, decorate con fregi in parte di Giovanni da
Udine di metà Cinquecento, con soffitti in travi di
legno dipinte e grandi caminetti in pietra.
La facciata verso il cortile si distingue per l’arretramento dei tre corpi e per i grandi camini. La torre
d’ingresso è l’unico corpo sporgente rispetto alla
cinta muraria sud. A base trapezoidale, era munita
di ponte levatoio ed era in origine scudata ovvero
senza il muro rivolto verso l’interno del castello. Prima della perdita della sua funzione difensiva, aveva
copertura piana e merlature. Nel Seicento all’ultimo
piano venne realizzato il loggiato panoramico e fu
collegata al borgo con un ponte in muratura.
Nella parte a est del castello sorge la casa Rossa costruita nel Trecento. Si tratta di un edificio che si sviluppa su quattro livelli. I piani inferiori in origine
La casa Rossa attualmente (G.P. )
La torre porta (G.P. )
La casa Rossa prima del sisma del  (Archivio IRVV)
Vista dall’esterno della cinta muraria della casa Rossa
(G.P. )
erano adibiti a magazzino e cantina, mentre ai superiori si trova la sala denominata “sala della Giustizia” a doppia altezza con soffitto a cassettoni. Successivamente al corpo principale fu addossato un
edificio stretto e lungo allineato con il lato ovest della torre. Nel  la casa Rossa fu restaurata: l’intero
edificio venne destinato ad abitazione e ai solai in legno vennero sovrapposti solai in cemento armato.
La casa è caratterizzata da una torre alta sette piani
a base quadrata con volte a crociera ai tre piani inferiori.
La parte più orientale di tutto il castello è l’ala est,
costituita da due edifici in linea di forma rettangolare. Il corpo più a sud si articola su tre livelli e conserva tre fronti medioevali. La destinazione originaria era di abitazione e di avvistamento verso est. In
seguito adibita a deposito agricolo, fu successivamente destinata nuovamente a residenza. Il fronte
verso il cortile dell’edificio più a nord è caratterizzato da un loggiato su due livelli e pilastri bugnati in
muratura intonacata. A Giovanni da Udine si devono, in particolare, gli affreschi di una saletta nella
torre di ponente, successivamente inglobata nel corpo di fabbrica settecentesco. Un tondo centrale del-
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Fronte sud dell’ala ovest (G.P. )
Sala dei Guardi (G.P. )
La volta affrescata da Giovanni da Udine dopo il sisma del 1976 (G.P. )
UDINE
la volta riproduceva l’abdicazione di Carlo , racchiuso da una cornice in stucco e sostenuto da quattro mascheroni. Sui quattro lati si trovavano quattro
episodi ispirati alle Metamorfosi di Ovidio: la Caduta di Fetente, la Caduta di Icaro, la Caduta dei Giganti
e Salmoneo fulminato da Giove. Le scene principali
erano affiancate da piccoli riquadri con divinità dell’Olimpo mentre la superficie residua era occupata
da figure fitomorfe circondate da putti e animali. Gli
affreschi del mastio opera di artisti veneti ottocenteschi, distrutti quasi interamente dal sisma del ,
sono oggi praticamente inesistenti; in alcuni saloni
erano raffigurati paesaggi delimitati da elementi architettonici e con sullo sfondo immagini di città turrite e di castelli. Il sisma provocò ingentissimi danni
al complesso. Il mastio è crollato nella sua metà nord
e in parte anche in quella sud, perdendo quindi tutti gli affreschi e le decorazioni. Il ritardo con cui sono stati realizzati alcuni interventi di salvaguardia ha
diminuito notevolmente le possibilità di recupero e
conservazione dell’edificio più antico di tutto il complesso. L’ala ovest è stata quasi interamente costruita: il crollo della torre aveva lesionato tutti gli ambienti limitrofi e distrutto gran parte dell’affresco di
Giovanni da Udine. Nel corpo di guardia sono stati
effettuati interventi tardivi e a tutt’oggi non è completamente restaurato. L’adiacente torre porta aveva
perso nel sisma la sua parte di coronamento ora ricostruita mantenendo l’aspetto precedente al crollo.
La casa Rossa è stata interessata dal crollo del tetto e
della torre est con conseguenti sfondamenti dei locali attigui, mentre l’ala est è stata distrutta nella sua
parte a nord e lesionata in modo grave a sud. A oggi l’unico restauro completo effettuato è quello dell’ala ovest, sede della Comunità Collinare Montana,
e della torre porta; mentre dovrebbero iniziare a
breve i restauri del corpo di guardia, della casa Rossa, dell’ala est e del mastio.
Particolare dell’affresco di Giovanni da Udine restaurato dopo il sisma del  (G.P. )
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