NOTE INFORMATIVE SUL RECUPERO ORGANICO DEL
CASTELLO DI COLLOREDO DI MONTE ALBANO
Colloredo di Monte Albano, 30 maggio 2013
1.- GENESI STORICO-ARCHITETTONICA, UBICAZIONE E CONFORMAZIONE DEL
COMPLESSO CASTELLANO
La fondazione del castello di Colloredo di Monte Albano, senz’altro uno dei più
importanti e significativi fra i tanti sorti in Friuli, si fa risalire ai primissimi anni del XIV
secolo. Tuttavia la presenza in sito di insediamenti antropici e, verosimilmente, di tracce
di murature, di epoca più antica, se confermata, testimonierebbe l’esistenza di una
diversa genesi insediativa. Non vi sono però, attualmente, elementi probanti tali da poter
ritenere che i recentissimi scavi eseguiti all’interno del cortile del castello, i quali hanno
portato alla luce resti di murature altomedievali e tardo romane, nonché evidenziato
segni di presenze databili all’ultima età del bronzo (1.000 a.c. circa), abbiano capacità
probante nel supportare efficacemente l’ipotesi dell’esistenza, sull’altura di origine
morenica di Colloredo, di una qualche struttura architettonica fortificata antecedente al
XIV secolo.
La documentata primigenia costruzione trecentesca, realizzata in più fasi, fu
implementata successivamente attraverso ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni.
Sostanzialmente impostato più o meno nelle forme attuali attorno alla fine del XVI
secolo, come testimonia l’ampia iconografia, il castello di Colloredo ha subito, nel tempo,
tutta una serie di modifiche anche in periodi successivi al Cinquecento, fino al
Novecento. Si è così stratificato un assetto mantenutosi sino agli eventi sismici del
maggio e settembre 1976, eventi a seguito dei quali il compendio è andato quasi
totalmente distrutto. Il complesso castellano è costituito da sei distinti corpi di fabbrica,
ciascuno avente una propria configurazione architettonica e un’autonoma organizzazione
statica ed edilizia. Procedendo da Ovest verso Est si ritrova dapprima la cosiddetta ala
Ovest (già ricostruita e attuale sede della Comunità collinare), poi l’ala Nievo accostata
alla torre porta, quindi l’ala Est dove si possono distinguere due corpi di fabbrica orientati
rispettivamente a Sud e a Nord, e infine il Mastio, nucleo più antico del compendio
castellano, posto alla sommità del colle. Poco discosto, a Ovest di quest’ultimo, sorge
isolato un altro piccolo edificio la “Casetta Nievo.” Se ci limitiamo a considerare la parte
da ricostruire notiamo che questa ha una superficie utile di circa mq 7.200 per un volume
di poco superiore a mc 39.000.
2.- IL PROGRAMMA DI RICOSTRUZIONE E I SOGGETTI ATTUATORI
La legge regionale 30.12.1991, n. 66 “Norme di intervento per il recupero organico del
castello di Colloredo di Monte Albano” riconosce il recupero e la valorizzazione del
complesso castellano come obiettivi di preminente interesse regionale (art.1) e ne regola
la loro attuazione.
Essa individua i soggetti attuatori dell’intervento:
•
•
•
Regione
Comune di Colloredo di M.A.
Proprietari
ciascuno titolare di specifici poteri e ruoli. Inoltre prefigura la sequenza operativa
modellata sulla traccia di quella stabilita dalla legge regionale n. 63/1977 per i comparti
unitari di ricostruzione.
Al comune affida la formazione di un piano di intervento urbanistico - edilizio (art.2) con
previsioni di destinazioni, sia private - residenziali e terziarie - sia pubbliche, da
sottoporre all’approvazione della regione; ai proprietari, riuniti in consorzio, spetta
realizzare gli interventi edilizi.
Per il Castello di Colloredo il comune si è assunto l’incarico - a norma dell’art.3, comma 4
- di realizzare gli interventi edilizi, intervenendo in via sostitutiva, previo esproprio dei
beni inclusi nel comparto.
Alla Regione è stata delegata (art.4) la progettazione e l’esecuzione degli interventi. La
stessa ha assicurato l’intero finanziamento dell’opera, fermo restando che l’approvazione
del progetto è rimasta prerogativa del comune.
A lavori conclusi (art.3, comma 8) le parti residenziali rientreranno nella disponibilità dei
proprietari mentre le parti non residenziali verranno trasferite alla Regione che ne
disciplinerà l’uso mediante convenzione con il comune e/o altri enti pubblici, associazioni
o fondazioni (art. 8).
3.- FASE DELLA PROGETTAZIONE
Nel 1992 il Comune redige e adotta il piano di intervento urbanistico-edilizio e nel 1993 la
Regione lo approva.
Nel 1996 il Comune accerta il sussistere della condizione per l’attuazione del Piano in via
sostitutiva e, conseguentemente, delega l’adempimento alla Regione che si è avvalsa dei
propri uffici (dapprima la Segreteria Generale Straordinaria e in seguito i servizi tecnici
della Direzione centrale Ambiente e Lavori pubblici, ora delle Infrastrutture, mobilità,
pianificazione territoriale e lavori pubblici).
Nel 1997 la Giunta Regionale affida a due soggetti partecipati dai proprietari, la
Fondazione Ippolito Nievo con sede a Roma ed il Consorzio per la salvaguardia dei castelli
storici del FVG, la redazione di uno studio propedeutico sulle possibili destinazioni della
porzione di immobile da acquisire alla proprietà pubblica. Studio consegnato nel 1998.
Nel 2000 la Giunta regionale fissa le “Direttive di intervento per il recupero del
compendio castellano di Colloredo di MA” che confermano l’intendimento di realizzare,
attraverso l’intervento di recupero, un insieme immobiliare pubblico/privato
comprendente unità ad uso abitazione e attività produttive da riassegnare agli aventi
titolo, unitamente a spazi, ubicati in tre aree, Ala Nievo (area museale), Mastio (area
espositiva) e Ala Est (area congressi) da acquisire al patrimonio pubblico.
Con tali direttive è stata definitivamente assunta la prospettiva di realizzare un
compendio nel quale potessero coesistere destinazioni d’uso pubbliche e private
permanenti (unità abitative e produttive, aree museali) unitamente a destinazioni d’uso
con una elevata flessibilità di utilizzazione (aree espositive ed aree congressi).
Nel 2001 la Giunta regionale ha avviato la procedura europea per l’affidamento
dell’incarico di progettazione. La gara è stata vinta da un raggruppamento temporaneo di
professionisti, composto da nove Studi professionali con mandataria la società “Studio
Altieri S.p.a.” di Thiene (VI).
Nel 2002 Giunta regionale ha autorizzato l’affidamento con la stipula del contrattodisciplinare d’incarico n. 23/EST del 7.08.2002.
L’R.T.P. presentava in data 23.12.2002 il progetto preliminare sulla base delle già
ricordate “Direttive di intervento per il recupero del compendio castellano di Colloredo
di MA”.
Sulla base del progetto preliminare veniva redatto e consegnato alla Regione, nel 2006, il
progetto definitivo che evidenziava un impegno di spesa di € 23.478.398,41.
Il progetto, sottoposto all’esame delle varie autorità competenti (Soprintendenza
archeologica e architettonica, Vigili del fuoco, Azienda sanitaria), è stato da queste
approvato con l’indicazione di varie condizioni e prescrizioni.
In data 5.12.2008 al termine dell’iter il progetto, previo rifinanziamento della spesa
eccedente, è stato adottato dalla Regione con provvedimento del Direttore del Servizio
interventi per la ricostruzione.
La regione, constatata la complessità dell’intervento ed i tempi di realizzazione
prevedibili, con l’art. 5, commi 67-74, della LR 17/2008, istituisce un apposito ufficio
commissariale, al quale vengono trasferite tutte le attività connesse all’attuazione
dell’intervento gestite fino al 31.12.2008, dapprima dalla Segreteria Generale
straordinaria e - dopo la cessazione di questa - dai Servizi tecnici delle Direzioni regionali
competenti.
Con D.P.Reg. 20 marzo 2009, n. 076/Pres, viene nominato Commissario straordinario
l’ing. Federico Fant, che comincia a operare concretamente dopo qualche mese.
In data 12.06.2009 il Commissario invia al comune di Colloredo di M.A. il progetto
definitivo per l’approvazione, anche ai fini urbanistico–edilizi. Il progetto viene approvato
il 28.09.2009.
In data 13.10.2009 il Commissario ordina al Raggruppamento l’avvio del progetto
esecutivo generale, che lo completa il 29.03.2011.
L’importo complessivo dell’opera in sede esecutiva risulta pari a € 28.400.000,00 di cui €
19.995.386,02 per i lavori a base d’asta ed € 8.404.613,98 per somme a disposizione
dell’Amministrazione, ivi compreso l’importo degli interventi propedeutici già eseguiti a
suo tempo o in via di esecuzione nonché delle somme spese per le espropriazioni.
La lievitazione della spesa è ascrivibile in parte all’aumento dei prezzi intervenuto tra la
data del progetto definitivo e quello esecutivo, in parte all’adeguamento del progetto
alle prescrizioni impartite dagli organi di sorveglianza e in parte alla modifica di talune
modalità di intervento, con particolare riguardo alle strutture murarie. Anche sul
progetto esecutivo sono stati acquisiti i pareri, le conformità e le autorizzazioni degli enti
competenti (Soprintendenze, Azienda Sanitaria, Vigili del Fuoco, Commissione provinciale
sismica, Commissione comunale edilizia) e sono stati sentiti gli ex proprietari.
Il progetto esecutivo è stato validato in data 19.05.2011 dal gruppo di lavoro
appositamente costituito a supporto del RUP/Commissario straordinario per l’attività di
verifica prevista dalla normativa regionale e di nuovo inviato al Comune di Colloredo di
M.A. che lo ha approvato con deliberazione consiliare n. 29 del 29.06.2011.
Il progetto esecutivo generale si compone di 674 elaborati, è articolato in sei parti
distinte, cinque delle quali corrispondono ai corpi di fabbrica di cui si compone il
compendio castellano (1. Ala Nievo; 2. Casa Rossa; 3. Ala Est; 4. Mastio; 5. Casetta
Nievo), mentre un’ultima parte riguarda la centrale per i servizi tecnologici, le opere di
viabilità e l’attrezzatura dell’area esterna.
Poiché le risorse finanziarie stanziate sul bilancio regionale, pari a € 23.553.059,74 non
erano sufficienti a coprire l’intera spesa prevista (€ 28.400.000,00) è stato redatto un
progetto esecutivo stralcio individuando un primo lotto di lavori comprendente il
recupero dei corpi di fabbrica dell’Ala Nievo, della Casa Rossa e dell’Ala Est, nonché la
costruzione della centrale tecnologica e di alcune opere di viabilità strettamente
funzionali alle parti che saranno ricostruite per prime.
In data 7.06.2011 è stato consegnato il progetto esecutivo del primo lotto dei lavori, che
evidenzia una spesa complessiva di € 18.400.000,00 di cui € 11.956.288,75 per lavori a
base d’asta ed € 6.443.711,25 per somme a disposizione dell’Amministrazione. Con
verbale di data 5.07.2011 il Commissario attestava che tutte le verifiche esperite a norma
di legge sul progetto avevano dato esito positivo e quindi lo inviava al Comune di
Colloredo di M.A che in data 27.07.2011, con deliberazione giuntale n. 87, lo approvava
definitivamente.
Il progetto esecutivo relativo al secondo lotto di lavori per il completamento dell’opera
(Mastio e Casetta Nievo oltre al completamento delle opere esterne) comporterà quindi
un impegno di spesa di € 10.000.000,00.
4.- ATTIVITA’ PRELIMINARI PROPEDEUTICHE ALL’AVVIO DEL CANTIERE
Contemporaneamente allo svolgimento della fase della progettazione esecutiva sono
state completate tutte le attività propedeutiche previste dagli atti autorizzativi nonché
quelle comunque indispensabili per definire taluni aspetti progettuali e per consentire
l’agibilità dell’area e del compendio edilizio.
In particolare: la bonifica e la manutenzione delle aree esterne; la rimozione e
smaltimento dei materiali non riutilizzabili; la caratterizzazione chimico-fisica del sito;
l’indagine geologica e le verifiche di stabilità sul versante nord-orientale del colle; le
indagini sulla consistenza delle residue strutture murarie; il campionamento degli
interventi di consolidamento sui muri e sulle fondazioni; la rimozione di cisterne e di
materiali inquinanti; gli scavi archeologici nelle adiacenze del Mastio e dell’Ala Nievo; la
verifica delle puntellazioni esistenti; la predisposizione di un sito per il temporaneo
deposito dei conci di pietra provenienti dal crollo da reimpiegarsi nella ricostruzione; la
rimozione dei materiali lapidei provenienti dal crollo. Infine si è proceduto con qualche
lavoro di riparazione a salvaguardia dell’Ala Ovest, richiesto dalla Comunità collinare.
Particolare impegno ha richiesto infine l’esecuzione delle indagini archeologiche nelle
adiacenze del Mastio e nella corte prospiciente l’Ala Nievo, prescritte dalla
Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia con parere del 16.07.2007
nonché le attività di raccolta, selezione e classificazione dei lacerti di pavimento e
intonaco presenti all’interno dei corpi di fabbrica del compendio castellano disposte dalla
Soprintendenza per i beni storici-artistici con nota del 1.08.2011.
5.- GARA D’APPALTO DEL PRIMO LOTTO DEI LAVORI DI RECUPERO
E’ stata avviata una procedura di gara a evidenza pubblica di rilevanza europea.
L’importo a base d’asta, compresi gli oneri di sicurezza, è di euro 11.956.288,75.
Considerata l’entità e la natura dei lavori in oggetto, si è deciso di procedere all’appalto
con il metodo della procedura ristretta secondo il criterio dell’offerta economicamente
più vantaggiosa.
In data 13.08.2011 è stato pubblicato il bando per la gara d’appalto sulla Gazzetta
ufficiale dell’Unione Europea, n. S155 e successivamente sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana - 5a Serie Speciale, del 22.08.2011, n. 98. Il bando ha esplicitamente
previsto la possibilità di estendere all’aggiudicatario del primo lotto anche i lavori di
completamento ai sensi dell’articolo 31, comma 1, della Direttiva CE 18/2004 e
dell’articolo 22, comma 1, della legge regionale 14/2002.
In data 21.09.2011 - termine fissato per la ricezione delle domande di partecipazione sono pervenute 36 candidature di imprese, consorzi e raggruppamenti in possesso di
idonei requisiti (qualifica massima per l’esecuzione di lavori di categoria OG2 – Opere di
restauro di immobili e beni culturali e ambientali).
In data 31.10.2011 si è conclusa l’attività di verifica dei requisiti con l’ammissione di tutti
i richiedenti ai quali è stato inoltrato l’invito a presentare offerta con termine al
9.01.2012 e con prima seduta pubblica di gara fissata per l’11.01.2012.
In data 8.02.2012, dopo che la Commissione giudicatrice di gara, composta da 4 membri
oltre al Commissario nel ruolo rivestito di Presidente, ha esaminato tutti i progetti e
stillata la graduatoria, in seduta pubblica è stata dichiarata l’aggiudicazione provvisoria
della gara in favore dell’ATI avente a capogruppo-mandataria il Consorzio Veneto
Cooperativo s.c.p.a. di Marghera (VE), con impresa esecutrice la Cles soc.cop. di Argelato
(BO) e mandanti le società Guerrato spa di Rovigo (RO) e Vidoni spa di Tavagnacco (UD)
che ha proposto, oltre a una serie di offerte migliorative, un ribasso d’asta del 23,88%.
In data 19.03.2012 viene a scadere l’incarico triennale conferito all’ing. Federico Fant con
D.P.Reg. 20 marzo 2009, n. 076/Pres. Dopo tale data l’attività commissariale è proseguita
in regime di prorogatio per il solo disbrigo degli atti di ordinaria amministrazione.
In data 21.06.2012, con deliberazione n. 1148, la Giunta regionale indica nuovo
Commissario l’ing. Vittorio Zanon.
In data 26.06.2012, l’ing. Vittorio Zanon, a seguito del D.P.Reg. n. 0137/Pres., assume la
carica e i poteri. L’ufficio riprende così la piena attività. Con successivo D.P.Reg. 1 ottobre
2012, n. 0197/Pres, la durata dell’incarico del Commissario straordinario viene fissata in
tre anni - fino al 26/6/2015 - eventualmente prorogabile.
6.- AGGIUDICAZIONE CONTRATTO E AVVIO DEI LAVORI
In data 3.07.2012 con decreto commissariale n. 40/COMM è stata dichiarata
l’aggiudicazione definitiva dei lavori.
In data 4.07.2012 sono state inoltrate le comunicazioni ai sensi dell’art. 79, comma 5, del
D.Lgs. 163/2006 a tutti i soggetti interessati, compreso all’aggiudicatario, al quale è stata
spedita la lettera di affidamento incarico (prot. 188/COMM) con l’invito alla produzione
dei documenti necessari per il perfezionamento del contratto d’appalto. Sono stati
inoltre effettuati gli ulteriori accertamenti e verifiche di legge propedeutici alla
stipulazione del contratto (DURC e informazioni antimafia). Non sono stati presentati
ricorsi al TAR avverso l’aggiudicazione definitiva.
In data 31.10.2012 è stato istituito l’Ufficio di direzione lavori, con la stipulazione del
disciplinare d’incarico Reg. n. 10/COMM. La prestazione è stata affidata, attivando
quanto disposto dall’art. 8 dell’originario atto d’incarico Reg. n. 23/EST/2002, allo stesso
raggruppamento affidatario della progettazione. E’ stato così esteso l’incarico - dopo una
negoziazione tra le parti – anche alla direzione lavori, misura e contabilità nonché al
coordinamento per la sicurezza in fase esecutiva dell’opera. L’Ufficio di direzione lavori è
così composto:
Direttore dei lavori
Direzione operativa per le parti architettoniche,
storico-artistiche e monumentali
Direzione operativa per le parti geotecniche e
statiche
Direzione operativa per le parti impiantistiche
Direzione operativa per la sicurezza nella fase di
esecuzione dei lavori
arch. Paolo Fasani - Studio Altieri spa
arch. Vittorio Foramitti
ing. Giuseppe Suraci
ing. Mauro Malisan
ing. Stefano Guatti
In data 6.11.2012 è stato stipulato in forma pubblica amministrativa il relativo contratto
di affidamento lavori, rep. n. 9567, per un importo contrattuale di € 9.351.541,70+Iva, di
cui € 8.302.903,93 per lavori ed € 1.048.637,87 per oneri riguardanti le misure di
sicurezza dei lavoratori.
In data 9.11.2012 redigendo apposito verbale, il Direttore dei lavori ha proceduto alla
consegna dei lavori. Dalla data del verbale di consegna è cominciato a decorrere il tempo
utile contrattuale per l’ultimazione dell’opera, pari a 1945 giorni. La data di fine lavori
del primo lotto è prevista per l’8.03.2018.
In data 10.11.2012 si è tenuta la cerimonia di posa della prima pietra dei lavori di
recupero del castello di Colloredo di M.A. – 1° lotto.
I lavori proseguono regolarmente anche se le non favorevoli condizioni del tempo hanno
condizionato il programma di avanzamento e allo stato il cantiere denuncia un ritardo di
alcune settimane che prevedibilmente saranno recuperate nel proseguio.
Il contratto prevede la consegna frazionata delle singole unità immobiliari. Il programma
lavori contrattuale del primo lotto che – come ricordato – termina l’8 marzo 2018
prevede le seguenti termini di consegne:
UNITA’ IMMOBILIARE
CENTRALE TERMICA
CASA NIEVO
ALA EST
CASA ROSSA
SISTEMAZIONE ESTERNE
DATA DI CONSEGNA
16 GENNAIO 2014
21 AGOSTO 2015
22 APRILE 2016
7 LUGLIO 2017
8 MARZO 2018
7.- ORGANIZZAZIONE L’UFFICIO COMMISSARIALE
La sede dell’ufficio commissariale si trova in Colloredo di Monte Albano in piazza Castello
5, ospitata dalla Comunità Collinare del Friuli che ha concesso in locazione tre locali
nell’Ala Ovest del Castello di proprietà dell’ente. E’ ubicata in luogo felice in quanto
vicino al cantiere.
L’organico dell’ufficio commissariale, oltre al Commissario straordinario è composto da
due dipendenti regionali in posizione di distacco, di cui la dott. Laura Topatigh (data del
distacco ottobre 2009) con profilo amministrativo e la geom. Francesca Pigozzo (data del
distacco aprile 2010) con profilo tecnico.
Il Commissario, per esigenze di contenimento della spesa, ha assunto temporaneamente
anche le funzioni di RUP e di Responsabile dei lavori per la parte relativa alla sicurezza.
Per sopperire alla carenza di organico, si è reso necessario ricorrere a un incarico
professionale esterno, per lo svolgimento di prestazioni specialistiche di supporto al
RUP/Commissario straordinario nella gestione della commessa.
Si segnala con soddisfazione che in data 7.05.2012 è stato costituita la Commissione per
il collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera del primo lotto dei lavori, attuando
una proficua collaborazione tra amministrazioni pubbliche in attuazione alla vigente
legislazione. Infatti, dopo una articolata trattativa avviata dal Commissario con i Sindaci
dei comuni di Cervignano del Friuli e di Gemona del Friuli, è stato possibile giungere alla
stipulazione di apposite convenzioni (ai sensi dell’art. 7 del CCRL 26.11.2004) per l’utilizzo
parziale di due tecnici comunali ai fini della loro nomina a membri della citata
Commissione di collaudo, la cui composizione è stata infine completata individuando una
figura giuridico-amministrativa nella persona dell’attuale Direttore centrale istruzione,
università, ricerca, famiglia, associazionismo e cooperazione. Oltre al vantaggio di
disporre di consolidate esperienze tecnico-amministrative, l’ufficio commissariale ha
anche conseguito un reale risparmio in termini di costi rispetto all’utilizzo di
professionisti esterni, in quanto i membri della Commissione sono retribuiti con il
compenso incentivante ex art. 11, comma 4, della legge regionale n. 14/2002, oltre ai
rimborsi delle spese di missione secondo le modalità previste per il personale regionale.
8.- RISORSE FINANZIARIE PRIMO E SECONDO LOTTO DEI LAVORI
L’intervento di recupero del castello fino ad oggi, con diverse norme finanziarie, sono
state stanziate somme per complessivi € 23.553.059,74, non sufficienti a coprire l’intero
progetto esecutivo generale di € 28.400.000,00.
Di qui - come si è visto - la necessità di procedere alla realizzazione di un primo lotto per
l’avvio dei lavori con impegno di spesa di € 18.400.000,00, compatibile con lo
stanziamento finanziario.
Il secondo lotto (Mastio, Casetta Nievo e completamento delle opere esterne) prevede
una spesa di € 10.000.000,00, comunque da verificare in sede di elaborazione del relativo
progetto esecutivo.
IL PROGETTO PER I LAVORI DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE
DEL COMPENDIO CASTELLANO DI COLLOREDO DI MONTE ALBANO
Descrizione e cenni storici
Il1castello1di1Colloredo1di1Monte1Albano1è1uno1dei1più1grandi1castelli1feudali1del1Friuli1ed
uno1dei1più1importanti1dal1punto1di1vista1storico1e1culturale1anche1in1rapporto1alle1memorie
storiche1 e1 letterarie1 legato1 al1 maniero(1 qui1 visse1 infatti1 Ippolito1 Nievo1 e”1 fino1 al1 EV5-”1 si
conservava1la1sua1stanza1da1lettoR
Il1compendio1castellano1è1costituito1da1un1complesso1di1edifici1costruiti1nel1corso
dei1 secoli1 all’interno1 di1 un1 recinto1 fortificato1 sulla1 sommità1 di1 una1 collina1 morenicaR
Partendo1 da1 ovest1 verso1 est”1 il1 primo1 edificio1 è1 la1 cosiddetta1 Ala1 Ovest”1 ora1 sede1 della
Comunità1 Collinare”1 l’edificio1 forse1 più1 recente)1 addossata1 vi1 è1 l’Ala1 Nievo”1 chiamata
anche1“corpo1di1guardia”1perchè1si1tratta1di1un1edificio1probabilmente1fra1i1più1antichi1del
castello”1 costruito1a1 fianco1 della1 torre1 porta1principaleR1Quest’ultima”1 al1 centro1 del1 fronte
meridionale”1 ha1 sempre1 costituito1 l’accesso1 principale1 del1 castello1 ed1 è1 stata1 ricostruita
dopo1 la1 quasi1 totale1 distruzione1 del1 EV5-R1 A1 est1 della1 torre1 si1 trova1 un1 tratto1 di1 mura
merlate1 e1 successivamente1 la1 “Casa1 Rossa””1 così1 chiamata1 probabilmente1 fin1 dal
Cinquecento1per1la1tinteggiatura1dei1suoi1prospettiR
L’Ala1 Est1 conclude1 il1 fronte1 meridionale1 e1 definisce1 il1 lato1 est1 del1 complesso)
questa1 è1 chiaramente1 distinta1 in1 due1 parti(1 quella1 sud”1 dalle1 caratteristiche1 più1 rurali”1 e
quella1nord1che”1sebbene1avesse1funzioni1di1servizio”1era1abbellita1da1un1prospetto1con1una
serie1di1archi1al1primo1e1secondo1piano1ed1un1partito1architettonico1bugnatoR
Al1centro1del1compendio1e1sul1versante1nord1si1trova1il1mastio”1un1edificio1anulare
che1 racchiude1 al1 suo1 interno1 un1 cortile(1 si1 tratta1 dell’edificio1 più1 antico”1 che1 ha1 subito
continue1modifiche1ed1accrescimenti1nel1corso1dei1secoliR1Ad1ovest1del1mastio1si1trova1un
cortile1murato1con1all’interno1la1cosiddetta1“casetta1Nievo””1un1piccolo1edificio1a1tre1piani”
le1 cui1 murature1 in1 pietra1 lasciano1 ipotizzare1 che1 sia1 anch’esso1 uno1 dei1 più1 antichi1 del
castelloR
La1 costruzione1 del1 Castello1 di1 Colloredo1 iniziò1 nel1 E3Lò(1 all’inizio”1 era
probabilmente1costituito1da1una1muratura1che1formava1il1recinto1del1mastio1con1all’interno
un1 primo1 edificio1 situato1 nell’angolo1 nordQestR1 Contemporaneamente”1 o1 subito1 dopo1 la
fondazione”1venne1costruito1il1recinto1esterno1con1le1torri1e1la1torre1porta1centraleR
Nel1E3E21il1castello1fu1conquistato1e1distrutto”1ma1dovette1essere1subito1ricostruito
dai1 nobili1 proprietariR1 Nel1 corso1 del1 XIV1 secolo1 si1 completò1 la1 costruzione1 degli1 edifici
all’interno1del1mastio1e1vennero1costruiti1i1nuclei1più1antichi1dell’ala1Nievo1Pla1parte1vicino
alla1torre”1detta1“corpo1di1guardia”O1e1della1casa1rossa1Pla1parte1attualmente1adiacente1all’ala
estOR1 Nel1 E2EE1 il1 castello1 fu1 assalito1 e1 parzialmente1 incendiato1 nel1 corso1 di1 una1 rivolta
contadina1e1fu1anche1colpito1poco1dopo1da1un1terremotoR
Vista del fronte sud del complesso prima del 1976
Vista attuale del fronte sud.
Proseptto generale sud, progetto
Sebbene ancora nel 1567 il castello era descritto come in rovina, la ricostruzione
iniziò presto e ci fu un nuovo impulso all’attività edilizia: nel XVI secolo fu infatti
costruita l’ala ovest, ora sede della Comunità Collinare, che fu decorata da Giovanni da
Udine.
Nel corso dei secoli ci furono numerose aggiunte e modificazioni al complesso
castellano, con il completamento delle costruzioni sul fronte orientale nel ‘600 e con
numerosi interventi, anche di carattere ornamentale, eseguiti fra il ‘700 e la prima metà
dell’800.
I due terremoti del 1976 hanno quasi completamente distrutto il castello e, fino ad
oggi, solo l’ala ovest è stata restaurata ed adibita a sede della comunità collinare. La
restante parte si trova ancora in stato di rovina.
Una delle stanze dell’ala Nievo prima del 1976
Una delle stanze del Mastio prima del 1976
Il progetto
Il progetto prevede la restituzione del complesso nel suo assetto edilizio precedente
il terremoto del 1976, tramite interventi di conservazione e recupero delle strutture
superstiti e di ricostruzione di quanto è andato perduto sulla base dei rilievi e della
documentazione fotografica precedente il sisma. Il recupero dell’intero complesso
comporterà l’inserimento di nuove funzioni pubbliche e la riassegnazione ai privati delle
unità immobiliari all’interno degli edifici che originariamente possedevano. Ampie
porzioni del complesso saranno destinate ad uso museale, espositivo e convegnistico.
Dal punto di vista quantitativo, l’intervento interessa una volumetria di quasi
40.000 metri cubi. La superfice utile dopo l’intervento sarà di 7.207 metri quadri, dei quali
3.722 saranno di proprietà pubblica, 3.132 di proprietà privata con venti unità abitative e
due produttive ed i rimanenti 353 ad uso promiscuo. Il costo complessivo delle opere in
progetto ammonta a quasi venti milioni di euro.
Con l’intervento verrà restituito alla collettività il castello che, in un’ottica di
conservazione integrata, sarà adibito ad un complesso di funzioni adatte alle esigenze
contemporanee e per questo garanzia della possibilità di conservazione e costante
manutenzione del bene.
L’intento di restaurare il Castello di Colloredo anche con definite ricostruzioni
filologiche si fonda sui più recenti orientamenti culturali internazionali sul tema del
restauro e della conservazione. Tali orientamenti si basano sul presupposto che
l’architettura e il monumento architettonico non siano riconducibili a una delle loro
componenti di natura materiale o formale o d’uso, ma costituiscano una sostanza per
l’appunto architettonica, alla quale tutti questi differenti punti di vista convergono. Nel
nostro caso, la sostanza architettonica è leggibile anche là dove gli eventi sismici hanno
provocato parziali distruzioni; e in tal senso l’intervento di restauro risulta conservativo
anche là dove esso assume i connotati della ricostruzione. Questa infatti non è un mero
ripristino fondato su congetture o invenzioni linguistiche, ma una riproposizione di parti
scientificamente accertate e documentate.
Senza tali parziali ricostruzioni l’architettura del castello sarebbe privata della
propria integrità e la sua stessa autenticità verrebbe a soffrire nella possibilità di essere
recepita dalla collettività che in essa si identifica. È in questo senso che la carta “Cracovia
2000” parla di “eccezionali motivazioni di ordine sociale o culturale, attinenti l'identità di
una intera collettività”.
Riepilogo generale superfici
Ala Nievo
Mastio
Casetta Nievo
Ala est
Casa Rossa
Centrale tecnologica
Promiscue
Pubbliche
Private
Totale
70.43
264.64
1.193.40
577.93
180.40
1.009.73
586.83
173.80
______
3.722.09
338.07
1.897.93
1601.90
2740.50
180.40
1370.90
1139.40
173.80
______
7206.90
18.24
______
Totali per destinazione
353.31
Totale complessivo superfici utili mq. 7.206,90
361.17
534.33
______
3.131.50
Gli interventi previsti
La prima fase di progetto è stata la ricostruzione dello stato di fatto degli edifici
nell’assetto che avevano prima del terremoto del 1976. Questo è stato fatto sovrapponendo
ed integrando le informazioni desunte dal rilievo metrico attuale con i rilievi eseguiti dagli
architetti Nicoletti e König nella prima metà degli anni settanta. Nei disegni sono state
evidenziate con opportuna grafia, per ogni edificio in pianta, prospetti e sezioni, le parti
superstiti, le parti esistenti prima del terremoto, gli interventi di tamponamento delle
aperture e parziale copertura o puntellazione eseguiti successivamente.
Questi elaborati sono stati la base fondamentale per l’elaborazione del progetto
architettonico generale, dove sono state definite le caratteristiche spaziali e distributive di
tutti gli edifici, verificando anche la possibile collocazione degli arredi e degli elementi
dell’impianto elettrico e di riscaldamento in modo coerente con le caratteristiche degli
ambienti.
Le diverse funzioni pubbliche e private sono state inserite nel complesso in modo
da non alterare il distributivo se non nelle parti meno significative, al fine di ottenere un
risultato compatibile con le caratteristiche architettoniche degli edifici preesistenti,
conservando al massimo ogni struttura e garantendo al contempo una funzionalità ottimale
dei nuovi usi proposti. Oltre a ciò, sono state tenute in considerazione la rispondenza alle
normative di sicurezza in caso d’incendio ed a quelle per garantire l’accessibilità alle
persone disabili. Gli interventi necessari per il rispetto di queste esigenze si inseriscono in
modo coerente con le caratteristiche architettoniche del complesso, senza porsi come
elementi invasivi dal punto di vista formale o percettivo.
Il progetto prevede inoltre la valorizzazione dei resti archeologici scoperti
all’interno degli edifici e il loro coerente inserimento nel percorso espositivo. Analogo
discorso verrà fatto per le testimonianze presenti all’esterno, come le fondazioni di una
costruzione – forse una torre – recentemente rinvenute al di fuori del muro settentrionale
del mastio.
Nel versante nord del Castello verrà realizzata una strada carrabile che collega la
strada di accesso alla Comunità Collinare con il piazzale esterno. Parallela a questa è
prevista la realizzazione di un percorso pedonale che consentirà di visitare la zona
archeologica a nord del mastio e che raggiungerà l’ingresso all’area castellana situato fra il
mastio e l’ala est.
Il prospetto ovest dell’ala est prima del 1976
L’ala est prima dei lavori di messa in sicurezza
L’ala est dopo i lavori di messa in sicurezza
Le tecnologie costruttive tradizionali dei manufatti esistenti vengono assunte dal
progetto di restauro, che si pone l’obiettivo di conservare ogni traccia di quanto esiste in tal
senso e di operare le eventuali integrazioni delle lacune, quando non sia stato possibile
recuperare il materiale a terra, con tecnica analoga a quella originaria. Dove invece le parti
o le finiture originarie siano scomparse o irrecuperabili, gli elementi verranno riproposti
secondo le loro implicazioni tecnologiche e costruttive oppure, quando l’operazione non
dovesse risultare più accettabile dal punto di vista tecnico o economico, si è provveduto ad
individuare tecnologie sostitutive, imitative o facenti riferimento a intenzionalità tecniche
ed espressive contemporanee.
L’obiettivo consiste sempre nel far sì che vi sia continuità di comportamento fisico
- chimico fra la parte consolidata e quella integrata e fra la tecnologia tradizionale e quella
innovativa. Inoltre, tutte le parti ricostruite o le integrazioni non dovranno configurarsi
come elementi di contrasto, ma armonizzarsi anche visivamente con le parti superstiti.
Ala est, prospetto ovest: Analisi dei materiali, del degrado e indicazione degli interventi conservativi
Sarà possibile però riconoscere quali siano le parti antiche e quali quelle ricostruite,
e questo tramite lievi variazioni di grana o colore, limitate segnalazioni dei bordi e, nel
caso di elementi lapidei, differenze nella lavorazione superficiale o incisione della data di
costruzione. I nuovi elementi inseriti, quali le scale, sono stati calibrati e misurati sulla
base di reali e stringenti necessità distributive e funzionali usando un linguaggio essenziale
ed in “sottotono” rispetto al contesto.
Per quanto riguarda la parte strutturale, l’analisi dei manufatti ha consentito la
definizione dei modelli interpretativi del funzionamento strutturale e la calibratura
qualitativa e quantitativa degli interventi. Il progetto, finalizzato al miglioramento
strutturale, ha previsto la conservazione degli elementi superstiti tramite il consolidamento
per restituire loro la capacità portante originaria, eventualmente incrementata con
interventi non invasivi e compatibili con le esigenze conservative. La scelta dei criteri
d’intervento è stata compiuta caso per caso orientandosi verso tecniche simili a quelle
originarie utilizzate nella costruzione dei singoli manufatti e privilegiando quelle
sperimentate con risultati soddisfacenti. Per la ricostruzione delle parti crollate sono state
previlegiate le tecniche costruttive tradizionali al fine di soddisfare le esigenze di
compatibilità con il comportamento strutturale delle parti superstiti.
Gli interventi conservativi ed edilizi sono stati definiti dopo attente analisi di
dettaglio sui manufatti esistenti e sulla documentazione relativa allo stato degli edifici
precedente il terremoto. Negli elaborati grafici sono state accuratamente descritte le
caratteristiche costruttive, lo stato di degrado e dissesto e sono state fornite le necessarie
indicazioni sugli interventi da effettuare. In dettaglio, partendo dai sottofondi, verranno
realizzate intercapedini ventilate e trincee drenanti per la difesa dall’umidità. Solai e
coperture saranno ricostruiti in legno con la conservazione dei pochi elementi originali.
Le poche pavimentazioni originarie, ancora rimaste nei piani terra, verranno
smontate e ricollocate con le necessarie integrazioni, altrimenti verranno ricostruite in cotto
e pietra piasentina. Ai piani superiori i pavimenti saranno generalmente in legno, salvo i
casi dove siano documentati pavimenti in terrazzo alla veneziana, che verranno riproposti.
I paramenti murari esterni verranno conservati nello stato in cui si trovano, con
interventi di pulitura, sigillatura dei giunti sottosquadro, consolidamento e restauro degli
intonaci più antichi e rimozione di quelli più recenti o in malta cementizia. Quelli da
ricostruire verranno realizzati con materiali e finiture analoghi e segnalando la separazione
fra la parte conservata e quella ricostruita. Per gli intonaci interni l’intervento sarà di
pulitura, consolidamento ed integrazione, con in aggiunta lo stacco e ricollocazione di
quelli più antichi al fine di permettere gli interventi di consolidamento strutturale.
Per quanto riguarda i dipinti murali originariamente presenti all’interno degli
edifici, gran parte di quelli dell’ala Nievo sono stati staccati subito dopo il terremoto del
1976 e giacciono tuttora in un deposito. Si prevede il loro ricollocamento in opera quando
ciò sarà possibile. Gli scarsi lacerti di pittura murale ancora presenti nell’ala Nievo saranno
staccati e ricollocati, così come saranno ricollocati quelli recuperati dall’interno del mastio.
Tutti gli elementi lapidei dovranno essere conservati e restaurati, con particolare
attenzione alla ricollocazione in opera di quelli rinvenuti fra le macerie. Quelli mancanti
verranno ricostruiti con materiali e forme uguali o analoghi.
Gli impianti sono stati attentamente progettati in modo da inserirsi nei manufatti senza
interventi eccessiavmente invasivi. Per questo, anziché ricorrere a centrali termiche o
termofrigorifere autonome per ciascuno degli edifici oggetto dell’intervento, si prevede la
realizzazione di un’unica centrale tecnologica posta sul lato nord-ovest. Questa
centralizzazione delle unità di produzione dei fluidi caldi e freddi è da preferirsi anche per
ragioni tecniche, di efficienza energetica, di minimizzazione dei costi di gestione e di
sicurezza.
Le problematiche dell’accessibilità del complesso e dei singoli edifici sono state
infine affrontate con particolare attenzione nel rispetto delle Linee guida per il
superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale. Si è cercato
di rendere direttamente accessibile la totalità delle porzioni pubbliche, comprese le corti
interne, e di rendere almeno adattabili gran parte di quelle private. Sul fronte nord, il
percorso pedonale che circonda le mura del mastio ha una pendenza adeguata all’utilizzo
autonomo da parte delle persone disabili e permette l’accesso diretto agli ambienti
seminterrati del mastio, altrimenti raggiungibili solo tramite la ripida rampa che parte dalla
corte interna.
Ilf progettof perf ilf restaurof delf castellof èf statof commissionatof dallaf Direzione
regionalef dell’Ediliziaf ef deif Servizif Tecnicif dellaf Regionef Autonomaf Friulif Venezia
Giuliafadfunfgruppofdifprogettazionefcompostofdafspecialistifnellefdiversefdisciplinefanche
dif famaf internazionale:f responsabilef scientificof dellaf progettazionef èf ilf prof.f arch.
GiuseppefCristinellifcheqfinsiemefalfprof.farch.fManfredfWehdornfdifViennaqfaglifarchitetti
VittoriofForamittifefStefanofCampettifhafcuratofancheflafprogettazionefarchitettonicafefdel
restauro;flefstrutturefsonofstatefprogettatefdall’ing.fGiuseppefSuracifefglifimpiantifdall’ing.
GiulianofParmegianiqfl’ing.fMaurofMalisanfefilfp.i.fAlessandrofMagrinifdellofstudiofETA
Progetti.f Dellaf sicurezzaf sif èf occupatof l’ing.f Stefanof Guattiqf dellaf progettazionef degli
spazif esternif ef deglif aspettif idrologicif l’ing.f Robertof Foramitti.f If rilievif metricif e
topograficif sonof statif eseguitif dalf geom.f Brunof Bertoldif ef dalf p.i.f Govannif Londero.f Il
coordinamentof èf statof dellaf capogruppof mandatariaf Studiof Altierif Spaf tramitef l’arch.
PaolofFasani.
Responsabilef unicofdelf procedimentofèfstatofilfdirigentefdellafRegionefautonoma
Friulif Veneziaf Giuliaf ing.f Giovannif Gianesinif inf unf primof tempo;f successivamentef ha
assuntofilfruolofdifCommissariofstraordinariofl’ing.fFedericofFantfalfqualefèfultimamente
subentratofnellafcaricafl’ing.fVittoriofZanon.
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